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40 Torino Film Festival, tutti i vincitori

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40 Torino Film Festival, tutti i vincitori

Ecco tutti i vincitori della 40° edizione del Torino Film Festival.

CONCORSO LUNGOMETRAGGI INTERNAZIONALI

Miglior film / Best film (18.000 €) a/to:
PALM TREES AND POWER LINES di/by Jamie Dack (USA)

Premio speciale della giuria / Special Jury Award (7.000 €), a/to:
RODEO di/by Lola Quivoron (Francia/France)

Miglior attrice / Best Actress, a/to:
JULIE LEDROU per il/for the film RODEO di/by Lola Quivoron (Francia/France)

Miglior attore / Best Actor a/to:
JOJO BAPTEISE WHITING e/and LADAINIAN CRAZY THUNDER per il film/for the film WAR PONY di/by di Riley Keough e/and Gina Gammell (USA)

Miglior sceneggiatura / Best Screenplay a/to:
PALM TREES AND POWER LINES di/by Jamie Dack (USA)

Menzione speciale /special mention to:
NAGISA di/by di Takeshi Kogahara (Giappone/Japan)

CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI
Miglior film  I WONDERFULL / Best Film IWONDERFULL (6.000 €) a/to:
RIOTSVILLE, USA di/by Sierra Pettengill (USA)

Premio speciale della giuria / Special Jury Award a/to:
WHERE IS THIS STREET? OR WITH NO BEFORE AND AFTER di João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata (Portogallo/Francia)

Menzione a / Mention to:
CORSINI INTERPRETA A BLOMBERG Y MACIEL di/by Mariano Llinás (Argentina)
e
ELSEWHERE STARTS HERE AND IT’S HAPPENING di/by Darik Janik (Australia)

CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
Miglior film / Best Film (6.000 €) a/to:
CORPO DEI GIORNI di/by Santabelva (Italia/Italy)

Premio speciale della giuria / Special Jury Award a/to:
N’EN PARLONS PLUS di/by Cecile Khindria, Vittorio Moroni (Italia/Italy)

SPAZIO ITALIA | CONCORSO CORTOMETRAGGI ITALIANI
Miglior cortometraggio / Best Film (2.000 €) a/to:
SIRENS di/by Ilaria Di Carlo (Germania/Germany/Italia/Italy)

Premio speciale della giuria / Special Jury Award a/to:
OLD TRICKS di/by Edoardo Pasquini, Viktor Ivanov (Italia/Italy/Bulgaria/Bulgaria)

Menzione speciale /mention to
RITIRATA di/by Gianmarco Di Traglia (Italia/Italy)

CRAZIES | CONCORSO
Miglior film / Best Film a/to:
HUESERA di Michelle Garza Cervera (Perù/Messico

Menzione a/special mention a/to
Greta Santi per la sua interpretazione in PANTAFA

PREMI COLLATERALI

PREMIO RAI CINEMA CHANNEL
Miglior film / best short film Concorso Cortometraggi Italiani
OLD TRICKS di/by Edoardo Pasquini e/and Viktor IvanovPREMIO ACHILLE VALDATA – Giuria dei lettori di “Torinosette”
Miglior film/ best film Concorso Lungometraggi Internazionali
PAMFIR di/by Dmytro Sukholytkyy-SobchukPREMIO OCCHIALI DI GANDHI
Assegnato dal Centro Studi “Sereno Regis” (Torino) al film che meglio interpreta la visione gandhiana del mondo
a MANODOPERA – INTERDIT AUX CHIENS ET AUX ITALIENS di /by Alain Ughetto

PREMIO INTERFEDI
Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità, attribuito dalla Giuria Interfedi
I SOGNI ABITANO GLI ALBERI di/by Marco Della Fonte

PREMIO SCUOLA HOLDEN
Miglior sceneggiatura /best screenplay | Concorso Lungometraggi Internazionali
WAR PONY di/by di Riley Keough e/and Gina Gammell

40 carati: recensione del film con Sam Worthington

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40 carati: recensione del film con Sam Worthington

40 carati si apre sull’immagine di un uomo ben vestito che esce dalla metropolitana di New York, prende una stanza al Roosevelt Hotel e, dopo aver scritto un biglietto, apre la finestra, la scavalca e si installa sul cornicione dell’edificio, apparentemente pronto a buttarsi nel vuoto da un momento all’altro.

In 40 carati questo Man on a Ledge (letteralmente ‘uomo sul cornicione’ e titolo originale della pellicola), però, non è un semplice aspirante suicida, ma, come si scopre grazie ad un flash back, un ex-poliziotto condannato al carcere ed evaso per provare a tutti la sua innocenza. Nick Cassidy (Sam Worthington, famoso soprattutto grazie ad Avatar), infatti, vuole dimostrare pubblicamente di essere stato incastrato da un uomo d’affari avido e senza scrupoli, David Englander (Ed Harris), ma per farlo ha bisogno di un aiuto, di qualcuno che creda in lui ed è qui che entra in gioco il personaggio di Lydia Mercer (Elizabeth Banks), la psicologa negoziatrice della polizia di New York. La donna, infatti, inizialmente pensa di essere stata chiamata solo per scongiurare un tentativo di suicidio, ma poi capisce che la scelta di Nick, quella di restare in piedi sul cornicione di un preciso hotel, non è frutto di un colpo di testa, ma fa parte di un piano preciso che coinvolge non solo l’ex-poliziotto, ma suo fratello, i suoi colleghi e lei stessa…

40 carati

40 Carati (titolo italiano del film) trova la sua forza nello svelare lentamente allo spettatore le pieghe nascoste della strategia di Cassidy e nella resa particolarmente realistica di determinati comportamenti umani di fronte ad un evento come un tentativo di suicidio. Durante il passare dei minuti, infatti, il protagonista si trova ad interfacciarsi con la folla – che, dal basso, osserva le sue mosse, commenta, riprende la scena con il cellulare, fa battute sarcastiche o “tifa” per lui – ma anche con i giornalisti, rappresentati come squali cinici pronti a buttarsi su una notizia o a scommettere sulla vita di un uomo.

Questa attenzione per la realtà, con ogni probabilità, non è puramente casuale, soprattutto se si tiene conto che la pellicola segna il debutto alla regia nel lungometraggio di Asger Leth, documentarista già insignito del premio DGA Awards come miglior regista di documentari per Ghosts of Cité Soleil. L’attenzione per i particolari, le inquadrature iniziali di New York e quelle che, in soggettiva, mostrano ciò che vede Nick dall’alto, diventano una metafora della condizione psicologica del protagonista: la sua vita è appesa ad un filo e l’altezza riesce a rendere in maniera forte quest’idea di precarietà,  di pericolo, di paura.

La sceneggiatura di Pablo F. Fenjves, inoltre, riesce nell’intento di dosare all’interno del thriller diversi elementi di comicità pura – resi soprattutto da Jamie Bell e Genesis Rodriguez (rispettivamente nei personaggi del fratello di Nick e della sua ragazza)- che, senza nulla togliere alla storia principale, smorzano la tensione e rendono più piacevole la visione. 40 carati è un film in equilibrio tra azione – inseguimenti, furti, sparatorie – e immobilità – resa dai negoziati sul cornicione – che tiene bene per tutta la sua durata e che, nonostante qualche scivolata maldestra nell’inverosimile (soprattutto sul finale), riesce ad essere originale e a non “cadere” nella banalità.

40 carati – Trailer Italiano

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Dal produttore di Transformers e Red, un thriller “vertiginoso” con un cast di grandi interpreti. A Manhattan c’è un uomo sul cornicione di un albergo che minaccia di buttarsi. Si tratta di Nick Cassidy (Sam Worthington), un ex-poliziotto finito in galera per un crimine che non ha commesso. Alla prima occasione è evaso e ora appare disperato ma determinato. Mentre la psicologa della polizia Lydia Anderson (Elizabeth Banks) tratta con lui, gli agenti isolano la zona e la gente si accalca per vedere come va a finire. Il gesto di un folle? Per niente se hai un fratello (Jamie Bell) che si appresta a compiere il più grande furto di diamanti di tutti i tempi e…

40 anni di Tu mi turbi: intervista al co-protagonista Claudio Bigagli

È in corso dal 2 al 10 dicembre il Festival del Cinema di Porretta Terme, giunto al suo 22esimo anno, che ancora una volta si distingue come una manifestazione cinematografica volta a promuovere la cultura della settima arte presso il territorio e le giovani generazioni. Il Festival, oltre ad un concorso dedicato al cinema italiano e al premio Elio Petri (andato quest’anno al film Come pecore in mezzo ai lupi di Lyda Patitucci), offre anche una retrospettiva dedicata al regista Roberto Andò (La stranezza). Tra le tante altre attività del Festival, c’è però anche spazio per celebrare l’anniversario di Tu mi turbi, il primo film da regista di Roberto Benigni (protagonista anche del manifesto ufficiale, tratto da una foto di Luciana Mulas – a cui è a sua volta dedicata una mostra) che compie 40 anni.

Il film, che sarà proiettato sabato 9 dicembre, è composto da quattro episodi nei quali si affronta il rapporto con Dio e con la religione, sempre presentando quella vena umoristica e dissacrante a cui Benigni ha abituato il proprio pubblico. Di Tu mi turbi, in particolare, è rimasto celebre il quarto ed ultimo episodio, I due militi, interpretato dallo stesso Benigni insieme a Claudio Bigagli, attore formatosi all’Accademia nazionale d’arte drammatica e distintosi anche in opere d’autore quali La notte di San Lorenzo, Mediterraneo e Le rose del deserto. Proprio a Bigagli, raggiunto telefonicamente, chiediamo di raccontarci non solo la sua esperienza sul set di quell’episodio, ma anche il valore che il film nella sua totalità manifesta ancora oggi a 40 anni dalla sua realizzazione.

Claudio Bigagli, Roberto Benigni e Tu mi turbi

La mia partecipazione è nata, come sempre accade, a seguito di un provino, che fortunatamente andò molto bene. La cosa che mi colpì è che l’episodio era costruito come fosse un atto unico di uno spettacolo teatrale e lo girammo proprio così, dall’inizio alla fine, secondo l’ordine in cui era scritto. Naturalmente fu girato tutto in studio, non eravamo all’Altare della Patria. In ogni caso, ne ho un ricordo davvero bello, specialmente delle improvvisazioni a cui Roberto si lasciava andare e che hanno contribuito ad valore di cui l’episodio gode. Abbiamo però sempre rispettato molto i personaggi, attenendoci alla scrittura che di loro era stata fatta. Del mio ho ad esempio apprezzato il fatto che rimanga sempre un co-protagonista e non diventi mai una spalla”.

Di questo sono molto grato a Roberto. Lui all’epoca era già molto conosciuto, veniva dall’esperienza di Berlinguer ti voglio bene. Insomma, era già Roberto Benigni e che in quell’occasione dirigeva il suo primo film. Ma nonostante ciò non si è mai posto come protagonista assoluto, ha dato spazio a tutti gli attori intorno a lui. È stato molto generoso. Non è facile trovare una personalità che a quei livelli abbia l’umanità di dare importanza anche a suoi colleghi, più o meno conosciuti che siano”. Negli altri episodi di Tu mi turbi, accanto a Benigni, recitano – tra gli altri – gli attori Nicoletta Braschi, futura compagna di Benigni, Olimpia Carlisi, Giacomo Piperno e Carlo Monni.

Tu mi turbi Claudio Bigagli

“Una delle cose più belle della mia carriera”, Claudio Bigagli ricorda Tu mi turbi

Il film anticipa una ricerca della spiritualità di cui poi Roberto ha fatto una costante nella sua carriera. – racconta poi Bigagli – Non so se egli creda o meno in Dio, ma nelle cose che fa noto sempre una ricerca continua sul concetto di spiritualità attraverso l’arte, cosa che lo ha portato infine alle letture che ha fatto della Divina Commedia. Penso sia una ricerca propria anche della toscanità in sé, dove si mischia continuamente blasfemia e spiritualità. Spero ora di poter vedere anche nuovi sviluppi di questa sua ricerca, mi piacerebbe molto vedere un suo nuovo film ad esempio”.

Per me – spiega poi l’attore – di quel film è rimasto l’orgoglio di averlo fatto, perché è stata una delle cose più belle della mia carriera. Mi dispiace che quella collaborazione non si sia ripetuta, però a volte è come se il tempo non fosse mai passato. Qualche anno fa, ad esempio, io e Roberto ci siamo incontrati casualmente per ben due volte al bar sotto la casa in cui viveva al quartiere Testaccio. Questa cosa è capitata per ben due volte nel giro di breve e alla seconda volta lui mi disse “Bigagli, noi s’è fatto una grande cosa insieme”, riferendosi appunto al nostro episodio di Tu mi turbi. In quell’occasione mi disse anche che Federico Fellini, regista che stimo moltissimo, aveva espresso lodi nei miei confronti”.

Claudio Bigagli: dove lo vedremo prossimamente

Attualmente sto lavorando ad una serie per Rai 1 intitolata Libera, con Lunetta Savino, Gioele Dix e Roberto Citran, ed è un dramma giudiziario con qualche pennellata di commedia, dove Lunetta è una giudice ed io sono il suo ex marito vice questore, un personaggio che ho trovato molto bello. È una storia molto bella, in 8 puntate, con la regia di Gianluca Mazzella, un bravissimo regista con cui mi trovo molto bene. Abbiamo girato a Trieste e ora a Roma. Proprio per questo purtroppo non potrò essere presente alla proiezione di Tu mi turbi al Festival, alla quale mi avevano invitato a partecipare. Devo ammettere che sarei stato molto curioso di rivederlo in mezzo al pubblico, vedere che effetto fa oggi e come viene accolto anche dai più giovani”.

4 Metà: recensione della commedia romantica Netflix

4 Metà: recensione della commedia romantica Netflix

Davvero esiste una sola anima gemella? Luca è convinto di no e, per spiegare la sua teoria racconta la storia di quattro personaggi e quattro possibili coppie. Arriva su Netflix 4 Metà, il film di Alessio Maria Federici che esplora la vita di coppia attraverso concetti come il caso, il destino, l’attrazione e le infinite possibilità che la vita offre e al tempo stesso toglie.

4 Metà: cast e trama

Luca e Sara sono la classica coppia felice: si sono fidanzati alle superiori e, dopo anni di fidanzamento, verso i trent’anni si sono sposati. I due, durante una cena con un paio di amici, iniziano a parlare dell’idea di anima gemella. Luca sostiene che sia riduttivo e illogico pensare che, per ognuno, possa esistere un’unica persona in grado di completarci. Per spiegare la sua teoria, Luca racconta una storia: le diverse versioni di quattro possibili innamoramenti.

Ci sono quattro ”metà”, parti incomplete in cerca di un partner. Chiara (Ilenia Pastorelli) è un’anestesista dolce e affascinante. La sua amica Giulia (Matilde Gioli) è una matematica cinica e autoritaria. Entrambe sono single. A casa di Luca e Sara, le due conoscono gli scapoli Dario (Giuseppe Maggio) e Matteo (Matteo Martari). Il primo è un avvocato sicuro di sé e libertino, mentre l’amico è un uomo letterario impacciato e dolce. Da quella serata, combinando le metà, potrebbero nascere quattro diverse coppie. Chi si fidanzerà con chi?

Una banalità sorprendentemente interessante

Con 4 Metà, siamo completamente immersi nel genere sentimentale: non si fa che parlare di anime gemelle, compatibilità, primi appuntamenti, amore e sesso. Inizialmente, il flirtare e i cliché dello scapolo sciupafemmine (Dario) opposto al tenerone con gli occhiali (Matteo), o della donna in carriera (Giulia) in contrapposizione alla Marilyn Monroe bella e romantica (Chiara) fanno storcere il naso. Proseguendo con la visione però, ci si inizia ad appassionare.

Nonostante la confusione con cui vengono incastrate le diverse storie, il crogiolo di possibilità mostrate attrae. Viene da chiedersi: gli opposti si attraggono o chi si somiglia si piglia?

Va detto però che il montaggio non è impeccabile ai fini della comprensione della storia. C’è un continuo mescolamento di tempi, di spazi e di mondi paralleli in cui, in analoghi tempi e spazi, si svolgono vicende diverse. La particolarità di 4 Metà però è che, più il film attorciglia le varie storie, più acquisisce senso.

4 metà4 Metà è un film sulle possibilità 

La storia che Luca racconta vuole dimostrare la relatività della vita. Ogni scelta che compiamo, da un lato apre ad una serie di possibilità, dall’altro esclude altrettanti momenti, persone, relazioni. Ogni azione ed incontro cambia la realtà attorno a noi e anche noi stessi. La vita che viviamo è solo una delle tante che avremmo potuto vivere anche solo facendo un gesto diverso. Ugualmente, le persone che incontriamo e con cui entriamo in sintonia sono solo alcune tra tutte quelle compatibili con noi.

4 Metà è dunque un film che si presenta come una banale commedia sentimentale, ma che, toccando concetti di un certo spessore, riesce ad andare più in profondità. Sfruttando anche i personaggi della storia – Chiara e Matteo più romantici mentre Giulia e Dario decisamente pragmatici – il lungometraggio affronta sia concetti filosofici come Il mito della metà di Platone, sia teorie scientifiche come la relatività e l’effetto farfalla.

Parola d’ordine: leggerezza

4 Metà resta però un film romantico, privo di tratti drammatici o tristezza esasperata. Esattamente come si capisce dall’incipit, veniamo catapultati in una storia raccontata durante una cena estiva. Proprio come se fosse un mito o una favola, la pellicola tratta concetti importanti in termini semplici e semplificati. In una parola, con leggerezza. Gli ambienti ovattati, luminosi e colorati della Roma fatta di terrazze e interni alla Özpetek (Le fate ignoranti, La dea fortuna), alleggeriscono il film, sfiorando a tratti la superficialità.

La recitazione non è delle più sconvolgenti e appassionanti e, come spesso accade nei film leggeri italiani, ricorda quella del mondo delle fiction. Proprio per questo motivo, 4 Metà manca di potenza drammatica. Quella del lungometraggio è quindi una leggerezza a tratti fastidiosa, ma forse necessaria a raccontare una storia aneddotica.

4 luglio: l’indipendenza americana al cinema

4 luglio: l’indipendenza americana al cinema

Oggi, 4 luglio, si festeggia l’indipendenza americana dall’impero britannico. Il cinema ha celebrato diverse volte e in modi molto differenti la ricorrenza, offrendone ricostruzioni storiche, evoluzioni fantascientifiche e anche importanti letture politiche.

Ecco i film più famosi legati all’Independence Day:

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4 attori per Frankenweenie di Tim Burton

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tim burton

Continua il casting di Frankenweenie, il lungometraggio in stop-motion tratto dal cortometraggio di Tim Burton girato in live action negli anni ottanta.

4 amiche e un paio di jeans: in arrivo il terzo film

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4 amiche e un paio di jeansE’ in arrivo un terzo film per la serie 4 amiche e un paio di jeans, da noi uscito solo in home video che fino ad ora ha collezionato due film di discreto successo basati sul libro Sisterhood Everlasting scritto da Ann Brashares.

“La serie dei ‘pantaloni viaggianti’ è una delle proprietà pià care della Alloy e stiamo cercando di continuare l’eredità della Sisterhood Everlasting quasi a dieci anni dall’uscita del primo film” Les Morgenstein, presidente della Alloy Entertainment, ha così dichiarato in un comunicato ufficiale. “Il film originale ha messo insieme un incredibile gruppo di ragazze talentuose che speriamo di riuscire a riportare di nuovo insieme per i fan.”

I primi due film vedevano infatti protagoniste Blake Lively, Alexis Bledel, America Ferrara e Amber Tamblyn. Nessuna delle quattro attrici, ognuna delle quali ha avuto fortuna diversa in questi anni, è stata confermata, ma ovviamente chiunque abbia amato i primi due film, spera che le quattro ragazze ritornino insieme.

Fonte: JJ

3° Vittorio Veneto Film Festival: Stefano Bessoni in concorso!

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3° Vittorio Veneto Film Festival: Stefano Bessoni in concorso!

“Il Vittorio Veneto Film Festival diventi un Campus Internazionale per i ragazzi e il faro italiano di tutti i Film Festival”. Così Emma Perrelli, Dirigente del Dipartimento della Gioventù, afferma alla conferenza stampa di presentazione tenutasi oggi 3 aprile presso l’Ambasciata di Francia nella sede romana di Palazzo Fornese.

3° Festival Internazionale del Cinema patologico

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Incontro tra due realtà: cinema e disabilità mentale – Dall’11 al 15 aprile 2012 si terrà a Roma la 3a Edizione del Festival Internazionale del Cinema Patologico presso il Teatro Patologico (Via Cassia 472).

39° Settimana internazionale della critica (SIC): Don’t Cry, Butterfly è il miglior film, ecco tutti i vincitori

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La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (28 agosto – 07 settembre 2024), ha assegnato oggi, venerdì 6 settembre, i premi della 39esima edizione.

Don’t Cry Butterfly è il miglior film SIC 2024, ecco tutti i vincitori

La giuria internazionale composta da Kerem Ayan, Yasmine Benkiran Ariane Labed ha assegnato il Gran Premio IWONDERFULL a “DON’T CRY, BUTTERFLY” di Dương Diệu Linh. Questa la motivazione: “Per la sua singolarità e creatività, perché sperimenta nuove idee, mescolando commedia, dramma sociale e fantasia, per il modo in cui rappresenta la complessità del rapporto madre-figlia”

La stessa giuria ha assegnato una menzione speciale a “NO SLEEP TILL” di Alexandra Simpson, con la motivazione: “Per la contemporaneità del tema e la splendida fotografia, per lo sguardo tenero sui suoi bellissimi personaggi, per la sua potente atmosfera malinconica e vibrante.”

A “PAUL & PAULETTE TAKE A BATH” del regista Jethro Massey va il Premio del Pubblico The Film Club con una percentuale di gradimento di 4.5/5.00.

Il Premio Luciano Sovena alla Miglior Produzione Indipendente va ad “ANYWHERE ANYTIME” di Milad Tangshir, con la seguente motivazione: “Nel panorama del cinema italiano di oggi, il film di Milad Tangshir rappresenta un esempio virtuoso di unione tra l’urgenza di raccontare una storia contemporanea e l’esigenza di utilizzare le risorse produttive senza sprechi e con le capacità di unire creatività, messaggio sociale e sostenibilità produttiva. Vivo Film e Young Film restituiscono un risultato ottimo e un vero esempio di intelligenza produttiva.”

“HOMEGROWN” di Michael Premo si aggiudica il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti composta da Paola Casella, Andrea Curcione, Marco Romagna, con la motivazione: “Per la coraggiosa capacità mimetica di insinuarsi fino al cuore più invasato dell’abisso democratico senza mai smarrire la giusta distanza da cui guardare all’inquietante precipitare degli eventi, attraverso una regia che lavora sull’etica e sul senso stesso del cinema documentario come fondamentale mezzo per tentare di comprendere e mai di giudicare. Un film la cui indiscutibile importanza politica, antropologica e sociale è indissolubilmente legata tanto alla gestione, in primo luogo umana, delle complesse fasi di ripresa, quanto al rigore di uno sguardo che rifiuta ogni facile spettacolarizzazione degli effetti scegliendo invece di analizzare e approfondire le cause.”

 “DON’T CRY, BUTTERFLY” si aggiudica, infine, anche il Premio Circolo del Cinema di Verona come film più innovativo, assegnato dalla giuria under 35 composta da Irene Benciolini, Giada Valery Garcia Cedano, Giulia Mancassola, Carolina Ramos, Federico Schinardi, con la motivazione: “Il film che abbiamo deciso di premiare ci ha svelato la complessa lotta delle protagoniste nel mantenere un’individualità minacciata dai demoni nascosti del quotidiano femminile.”

Nell’ambito della nona edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica) la giuria, composta da tre professionisti dell’industria cinematografica – Giulia Achilli, Simone Bozzelli ed Elena Ciofalo  -, ha selezionato i seguenti vincitori tra i sette cortometraggi in concorso:

Premio Miglior Cortometraggio “THINGS THAT MY BEST FRIEND LOST” di Marta Innocenti con la motivazione: “Per la costruzione dell’empatia con personaggi forti affidato al suono, in un rave raccontato da chi non c’è ma da chi lo conosce estremamente bene.” 

Premio Migliore Regia “NERO ARGENTO” di Francesco Manzato con la motivazione: “Per un lavoro che lascia la profonda curiosità di vedere cosa seguirà.” 

Premio Miglior Contributo Tecnico “AT LEAST I WILL BE 8 294 400 PIXEL” di Marco Talarico con la motivazione “Per l’immagine autogenerata che si fa archivio nella ricerca della memoria.”

Alla Settimana Internazionale della Critica, infine, fra i premi collaterali del Festival, la Giuria del Cortometraggio Premio FEDIC, presieduta da Carlo Griseri, assegna la menzione speciale Miglior Cortometraggio a “Playing God” di Matteo Burani.

“Ha vinto un’idea di cinema libero. L’estrema varietà del palmarès rispecchia non solo la vivacità di sguardo delle giurie, ma anche la diversità del programma della SIC che anche quest’anno ha avanzato proposte fresche, innovative, dinamiche e soprattutto attualissime e radicate nel presente. Lo dimostra anche la presenza costante in sala di un pubblico giovane e giovanissimo, sempre curioso e attento, segnale incoraggiante per il futuro dei festival e del cinema e indice della necessità di osare. Un cinema nuovo è ancora possibile.”, commenta così questa edizione il Delegato Generale Beatrice Fiorentino.

“Un’edizione, questa 39ma, accolta con entusiasmo da un pubblico soprattutto di giovani e seguita con attenzione dai media italiani e internazionali. Ringrazio la delegata generale Beatrice Fiorentino, i selezionatori e tutta la squadra della SIC per il grande lavoro fatto. Confermato il successo della Casa della Critica che per il terzo anno consecutivo ha rappresentato un luogo ideale per il confronto culturale e uno scambio tra addetti ai lavori. Siamo grati ai nostri partner che rendono tutto questo possibile.” dichiara Cristiana PaternòPresidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI).

Domani, sabato 7 settembre alle ore 14:00, si terranno, per tutti gli accreditati, le proiezioni del cortometraggio e del lungometraggio vincitori del Gran Premio Settimana Internazionale della Critica.

39° Settimana internazionale della critica (SIC): annunciato il programma e svelata l’immagine per il 2024

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Annunciato il programma della 39° Settimana internazionale della critica. Con le stesse modalità green dello scorso anno, ovvero senza una conferenza stampa fisica ma soltanto con un breve video, conciso ed efficace, Beatrice Fiorentino, delegata generale della Settimana della Critica 2024, trentanovesima edizione della sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, svela la line-up di quest’anno.

La SIC sta portando avanti un discorso coeso e solido che si guarda intorno rispecchiando nella sua selezione il sentire del tempo, mutevole, incerto, in continuo movimento, in attesa di una tempesta. La selezione presenta quest’anno dagli Usa Homegrown dello statunitense Michael Premo, e No Sleep Till, l’esordio di Alexandra Simpson. Dai cugini inglesi arriva invece Paul & Paulette Take A Bath di Jethro Massey, commedia nera ma allo stesso tempo dolce.

Dal Vietnam un altro esordio, quello di Dương Diệu Linh che, tra romance e tradizione racconta Mưa trên cánh bướm (Don’t Cry, Butterfly). Dall’Egitto arriva Perfumed with Mint di Moattar Binaana che racconta la propria terra con un tono che ricorda il realismo magico. Oltre i toni fantastici di questi ultimi due titoli c’è Anywhere, Anytime il film dell’iraniano Milad Tangshir, film che però batte bandiera italiana, visto che Milad vive in Italia da 13 anni. La 39° Settimana internazionale della critica si apre anche al grottesco di Peacock dell’austriaco Bernhard Wenger. Apertura e chiusura sono stati invece riservati alla Francia che presenta, rispettivamente, Planète B di Aude Léa Rapin, con protagonista Adèle Exarchopoulos, e Little Jaffna di Lawrence Valin. Ricca è anche la selezione dei cortometraggi della sottosezione SIC@SIC.

Ecco di seguito il programma della 39° Settimana internazionale della critica.

FILM D’APERTURA

Planète B
di Aude Léa Rapin
Francia

CONCORSO

Anywhere Anytime
di Milad Tangshir
Italia, 81′

Don’t Cry, Butterfly
di Duong Dieu Linh
Vietnam, 97′

Homegrown
di Michael Premo
USA, 110′

No Sleep Till
di Alexandra Simpson
USA, 93′

Paul and Paulette Take a Bath
di Jethro Massey
GB, 108′

Peacock
di Bernhard Wenger
Austria, 103′

Perfumed with Mint
di Muhammed Hamdy
Egitto, 112′

FILM DI CHIUSURA

Little Jaffna
di Lawrence Valin
Francia, 97′

PROIEZIONE SPECIALE

Il postino
di Michael Radford
Italia

CORTOMETRAGGI D’APERTURA

Dark Globe
di Donato Sansone

The Eggregores’ Theory
di Andrea Gatopoulos

CONCORSO SIC@SIC

At Least I Will Be 8 294 400 Pixel
di Marco Talarico

Billi il Cowboy
di Fede Gianni

Nero Argento
di Francesco Manzato

Phantom
di Gabriele Manzoni

Playing God
di Matteo Burani, Arianna Gheller

Sans Dieu
di Alessandro Rocca

Things That My Best Friend Lost
di Marta Innocenti

CORTOMETRAGGIO DI CHIUSURA

Domenica sera
di Matteo Tortone

In che mondo viviamo? In che tempo viviamo? Un mondo indecifrabile, un tempo indefinito, colmo di incertezze, di incognite, all’interno del quale si è fatto difficile orientarsi e persino distinguere il vero dal falso, la realtà dalla finzione. Siamo dentro a un presente indeterminato, dove il rischio – ogni giorno più concreto – è quello di smarrire anche la capacità di interpretazione, quasi che i riferimenti, i codici che hanno permesso di riconoscerci e di definirci secondo un linguaggio comune, si stessero rivelando improvvisamente inadeguati, fallaci, contraddittori. In un simile scenario, a un passo dal baratro, in un mondo funestato da guerre, armi, questioni ambientali e sociali che impongono al più presto un radicale cambio di passo se si vuole scongiurare la catastrofe, che risposte può offrire il cinema? Non risposte, dubbi semmai. Le immagini del presente – alle quali non smettiamo mai di guardare, nonostante tutto, e alle quali ancora ci affidiamo nell’affannoso bisogno di coordinate – anziché generare certezze, ci interrogano, ci sfidano e ci richiamano alla necessità di una presa di coscienza e di responsabilità superiori, poiché oggi tutto è in discussione. Anche ciò che vediamo. Il cinema del presente sembra assecondare questo spaesamento, la sensazione di trovarci in un momento di sospensione, di attesa. I film che compongono il programma della 39. edizione della Settimana Internazionale della Critica, frutto di un sempre fertile e stimolante dialogo con il comitato di selezione formato da Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni, che ormai da tre anni mi affianca nella definizione delle rotte più solide del cinema contemporaneo, vanno in questa direzione, confermando lo smarrimento che ci accomuna a ogni latitudine del pianeta. Una selezione dai forti chiaro-scuri che trasmette un senso di instabilità generale, e che si compone in un ventaglio di proposte che, nella loro composita varietà, comunicano tra loro secondo il principio delle attrazioni, generando nell’insieme un discorso ancora più ampio, più dinamico e sfaccettato. Numeri record quest’anno alla SIC, che accoglie come sempre 7+2 titoli –scelti tra i quasi 700 considerati e provenienti da ogni continente– dove la rappresentazione del mondo è declinata attraverso i codici del cinema di genere e d’autore, con uno stile realista, documentario, talvolta ironico, oppure in chiave metaforica, attraverso il filtro del realismo magico. Nuove sfide ci attendono, sia sul piano della realtà che sul fronte della narrazione. Mentre osserviamo – senza pregiudizi, ma neppure disattenti – le nuove frontiere dell’immagine, anche quelle generate artificialmente dalle AI nelle sue prime convincenti applicazioni (a prescindere dall’inderogabile accordo sui principi etici e legislativi che ne dovranno disciplinare la produzione), ci confrontiamo con un presente schizofrenico, eppure a suo modo elettrizzante. Forse non necessariamente distruttivo, ma potenzialmente rigenerante, o rigenerativo, in ogni caso un’opportunità per ripensare, ancora, la storia e il futuro del cinema. Sarebbe paradossale e bellissimo, se proprio alle porte dell’inferno, quando ogni schema è caduto e tutto sembra indicare che siamo ormai prossimi alla fine, riuscissimo invece a trasformare la tempesta perfetta in un nuovo inizio. E quindi rinascere. Rifondare. Anche attraverso l’immagine.

Beatrice Fiorentino

39° Settimana internazionale della critica – l’immagine del 2024

Non è mai stato tanto difficile guardarsi indietro. Tre anni fa uscivamo da una pandemia spaventosa che ci aveva costretti tra le mura delle nostre abitazioni e tornavamo ad abbracciarci, a toccarci, a vivere di nuovo l’esperienza della sala cinematografica come qualcosa di importante perché condivisa. Abbiamo ribadito l’anno successivo la voglia di riprenderci tutto, di occupare spazi con sguardi sfidanti, orgogliosi, fieri del nostro essere creature in eterno movimento. Soltanto l’anno scorso, però, cercavamo già il ritorno a una dimensione più intima e personale. A una narrazione che partisse dal corpo e che al corpo tornasse, vedendolo come veicolo assoluto di codici e racconti. E ora? Cos’è ora? Ma soprattutto, ora quando?, se da ciò che è accaduto ieri sembrano già passati giorni, fagocitati come siamo da informazioni che si sommano alle precedenti, istante dopo istante, giungendo da ogni angolo del globo e capovolgendo ogni illusoria stabilità. Annichiliti da un mondo che sembra aver perso ogni umanità, senza alcuna certezza nel domani, ci sfaldiamo, perdiamo le nostre fattezze, disfacendoci in dubbi, paure e aria, in attesa della prossima tempesta che ci spazzerà via. Intorno a noi, strade prive di cartelli o indicazioni. Poca luce. Solo la consapevolezza che la natura resterà a guardare tutto quel che ci accadrà, sopravvivendoci. E dopo?

Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione, forse, non è del tutto eccellente.

Mauro Uzzeo

A volte, per andare avanti, c’è bisogno di togliere. Graffiare lo strato superficiale, andare a fondo. Cercare le forme nude, scarne, distruggere per poi ricostruire. E continuare a muoverci, senza fermarci, fino al cuore della tempesta. Ci piace l’idea di unire i linguaggi: l’abbiamo fatto con il cinema, il disegno, la fotografia. Questa volta abbiamo avuto voglia di cercare i colori dentro strutture primitive, in contrasto col mondo che, mai come in questi ultimi anni, ci offre uno spettacolo giornaliero di bellezza levigata e smussata. Così abbiamo lasciato correre i pensieri dentro l’immagine, centrifugando la figura, storcendola, sporcandola, perché ci è sembrato un buon modo di raccontare il presente. Se quello che abbiamo intorno è incerto, è proprio dall’incertezza che bisogna ripartire.

Emiliano Mammucari

38° Settimana Internazionale della Critica (SIC), tutti i vincitori

La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 09 settembre 2023), ha assegnato oggi, venerdì 8 settembre, i premi della 38esima edizione.

La giuria internazionale composta da BalojiAva Cahen Bianca Oana ha assegnato il Gran Premio IWONDERFULL a “Malqueridas” di Tana Gilbert. Questa la motivazione: Perché il suo soggetto è vertiginoso, perché il suo approccio formale è magistrale, un gesto radicale che fa rivivere il fuori campo e ci mostra solo i dettagli, l’immagine sfocata, i pixel rubati.Narrativa e set-up sono asservite alle testimonianze. La regista ci mette accanto alle donne incarcerate, senza esprimere alcun giudizio sul loro valore, e questo è un prodigio della licenza poetica del cinema.”

Sempre “Malqueridas” si aggiudica il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti composta da Matteo Berardini, Marco Contino, Raffaella Giancristofaro, con la seguente motivazione: “Per l’articolato processo di post produzione, attraverso il quale si dà forma cinematografica a immagini clandestine del vissuto, altrimenti inaccessibile, di un carcere femminile. Questo è un film-dispositivo che rende fruibile il materiale di partenza in bassa definizione, rispettandolo. Una scelta tecnica antiestetizzante e dal chiaro valore politico.”

A “Hoard” di Luna Carmoon va il Premio del Pubblico The Film Club con una percentuale di gradimento di 4.5/5.00 e il Premio Circolo del Cinema di Verona, assegnato da una giuria under 35 composta da Luca Fron, Federico Mango, Alessia Origano, Lorenzo Zampini, Marika Zandanel con la seguente motivazione: Ci avete chiesto di sporcarci, di inghiottire le nostre sicurezze e sovvertire in modo radicale la nostra concezione di rifiuto. A quel punto abbiamo capito: solo sprofondando le mani in una discarica di oggetti, ricordi ed emozioni, questo accumulo si può trasformare in una casaIl Premio Circolo del Cinema al film più innovativo della Settimana Internazionale delle Critica va a Hoard, di Luna Carmoon.”

La giuria internazionale ha inoltre assegnato una menzione speciale a Saura Lightfoot Leon per il suo ruolo nel film “Hoard” di Luna Carmoon e ad Ariane Labed, tra i protagonisti del film “Le Vourdalak” di Adrien BeauQueste le motivazioni: “Siamo rimasti stupefatti dal carisma e dal talento dell’attrice protagonista di Hoard, Saura Lightfoot Leon, e volevamo rendere omaggio al suo brillante debutto.”
“La sua presenza ci pervade ancora. La giuria desidera evidenziare la performance di Ariane Labed in The Vourdalak per la sua precisione, grazia e compostezza e per aver ritratto un personaggio femminile emarginato con forza e dignità.”

Nell’ambito dell’ottava edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica) la giuria, composta da tre professionisti dell’industria cinematografica – Nicoletta Romeo, Eddie Bertozzi, Matteo Tortone -, ha selezionato i seguenti vincitori tra i sette cortometraggi in concorso:

Premio Miglior Cortometraggio “Las memorias perdidas de los árboles” di Antonio La Camera con la motivazione: “Per aver immaginato un’esperienza sensoriale, un viaggio allucinogeno, una vertigine psichedelica. Ma soprattutto per averci condotto attraverso un’esplorazione emotiva intensa, che commuove e meraviglia, trascendendo il dato di natura fino al cuore umanissimo della sofferenza e della perdita.”

Premio Migliore Regia “La linea del terminatore” di Gabriele Biasi con la motivazione: “Per la ricerca formale con cui l’autore realizza un’opera in cui la selezione di materiali d’archivio pubblici e privati, accostando la preparazione spirituale ed emotiva a viaggi lontani e dentro di sé, veicola una visione coerente e poetica di un cinema ricercato e soprattutto umano.”

Premio Miglior Contributo Tecnico “We Should All Be Futurists” di Angela Norelli con la motivazione: “Attraverso una meticolosa ricerca dei materiali d’archivio, un testo pungente, un’ironia e una comicità coinvolgenti, propone un ribaltamento della retorica bellicista e machista, costruendo un racconto fulmineo e leggero di una liberazione individuale.”

“Termina un’edizione della SIC straordinariamente vitale. Siamo entusiasti dell’accoglienza che i nostri film hanno ricevuto, delle presenze in sala, dell’attenzione che la stampa e la critica ci hanno dedicato, del calore, della comunità che si sta creando attorno alla Settimana Internazionale della Critica. È stato bello sentire il pubblico, le reazioni, il dibattito che si è spontaneamente generato attorno alle nostre proposte. Sentiamo la responsabilità del nostro compito: quello di scoprire nuovi talenti e di dare spazio al cinema del futuro. Un cinema vario, che osserva il presente con sguardo inedito, fresco ed estremamente consapevole. Anche i premi assegnati dalle diverse giurie confermano un indirizzo che intendiamo mantenere: deciso, politico, vivace anche nella forma”, commenta così questa edizione il Delegato Generale Beatrice Fiorentino.

“Una 38esima edizione della Settimana Internazionale della Critica che lascia il segno per la presenza di pubblico entusiasta alle nostre proiezioni, le scoperte di nuovi talenti, anche grazie alla sezione Sic@Sic che organizziamo insieme a Cinecittà, e per la grande partecipazione agli eventi ospitati dalla Casa della Critica, che per il secondo anno ha ospitato critici, autori e rappresentanti dell’industria ogni giorno. Chiudiamo in bellezza, sabato 9 settembre, con “Passione critica”, il documentario prodotto dal SNCCI grazie al sostegno della DGCA del MiC che racconta la nostra storia.” dichiara Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI).

Domani, sabato 9 settembre, alle ore 11:30 verrà presentato alla Sala Perla del Palazzo del Casinò “Passione Critica” di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi. Prodotto dal Sindacato nazionale critici cinematografici (SNCCI), con il contributo della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, il documentario è una Proiezione speciale ed evento congiunto dell’80. Mostra insieme alla Settimana Internazionale della Critica e alle Giornate degli Autori.

A seguire, alle ore 14:00, in Sala Perla si terranno, per tutti gli accreditati, le proiezioni del cortometraggio e del lungometraggio vincitori del Gran Premio Settimana Internazionale della Critica.

38° Annecy cinéma italien: tutti i premiati

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38° Annecy cinéma italien: tutti i premiati

È L’Agnello di Mario Piredda il vincitore della 38. edizione di Annecy Cinéma Italien, il più importante appuntamento internazionale interamente dedicato al cinema italiano, tenutosi quest’anno in una forma “ibrida” in programma nelle sale del capoluogo dell’Alta Savoia e online in tutta la Francia e in Svizzera grazie alla piattaforma streaming sviluppata in collaborazione con FestivalScope e Shift72. Il film ha conquistato il Premio del Pubblico e i premi come Miglior film assegnati dalla giuria ufficiale e dalla giuria giovani.

La giuria ufficiale, composta dalla giornalista Yael Hirsch e dai registi Beniamino Barrese e Gianluca e Massimiliano De Serio, ha premiato l’opera prima di Piredda con la seguente motivazione: “L’Agnello ci regala un viaggio nel cuore della Sardegna infuocato e selvaggio come i capelli rossi della brillante attrice Nora Stassi. È anche per noi il film di questo concorso 2020 che meglio combina tutti gli elementi che ci permettono di proiettarsi dall’altra parte dello schermo: personaggi forti e ben incarnati, una trama avvincente sviluppata in modo efficace, un’immagine che riesce creare un’emozione unica portando lo spettatore a seguire passo dopo passo la lotta di Anita”. Mentre la giuria giovani, composta da cinque studenti delle scuole superiori, argomenta così la propria scelta: “Questo film indipendente mostra una performance attoriale incredibile e delle immagini magnifiche della Sardegna, dove il film è stato girato. Ci è piaciuta molto la bella amicizia tra Anita e suo padre e la forza dei due personaggi. È un film molto divertente da guardare, con la figura centrale dell’agnello che lascia senza dubbio qualcosa da interpretare allo spettatore. Personalmente pensiamo che l’agnellino rappresenti la speranza, una caratteristica che Anita ha dall’inizio alla fine”.

Il Premio per la migliore regia, assegnato dalla giuria ufficiale, è andato a PUNTASACRA di Francesca Mazzoleni: “Fin dalle prime immagini, una bellezza fragile si impadronisce di noi, fragile ed allo stesso tempo piena di vita, come la storia e la lotta che gli abitanti dell’Idroscalo di Ostia portano avanti giorno dopo giorno: preservare la loro terra e il loro quartiere. Focalizzato sulla vita quotidiana e sulle parole di poche famiglie, potente nei dialoghi, catturati crudi, e con i riflessi unici del mare che ne illuminano i personaggi, questo scintillante documentario fotografico non fa mai “l’autopsia” di questa comunità per mantenere uno sguardo sempre caloroso e umano”. E Puntasacra ha ottenuto anche il Premio della Giuria CICAE: “Il film si concentra su una società dimenticata, quasi tutte donne che combattono una battaglia sacra per la loro terra, dando un volto a una sofferenza universalmente compresa; il diritto di combattere e preservare la propria casa e la propria cultura. Francesca Mazzoleni riesce a mostrare questa comunità nella sua forma più cruda, lasciando che i protagonisti parlino del loro attaccamento alla terra e seguendo le donne, giovani e meno giovani, mentre organizzano eventi di sensibilizzazione nella loro comunità. Il film è ottimamente girato e la fotografia naturalmente affascinante, permettendo ai protagonisti di esprimersi liberamente in ogni momento”.

“In un anno di grandi difficoltà – spiega il direttore artistico del festival, Francesco Giai Via – sono estremamente contento che il festival possa essersi svolto in una formula inedita che si è rivelata di grande successo e che ha fatto convivere i film in sala con una piattaforma online disponibile in tutta la Francia e la Svizzera. La frequentazione di entrambe queste modalità di fruizione è stata estremamente positiva e ha ribadito il ruolo fondamentale che svolge il festival per la diffusione e la valorizzazione del cinema italiano in Francia, oltre al legame profondo che lega Annecy Cinéma Italien all’insieme dell’industria cinematografica e delle istituzioni del nostro Paese. Siamo poi felici, ancora una volta, di aver acceso i riflettori non solo sui grandi film, ma anche su opere meno note, che magari hanno fatto fatica a farsi notare in Italia ma che hanno entusiasmato sia la giuria che il pubblico. Abbiamo cercato di rispondere con creatività e apertura verso il futuro alle condizioni dettate dalla crisi sanitaria e continueremo a impegnarci per proseguire in quel processo di rinnovamento e sperimentazione che è alla base del progetto della nostra manifestazione”.

Annecy cinéma italien è organizzato da Bonlieu Scène nationale, è realizzato grazie al sostegno delle istituzioni francesi: Annecy, Haute-Savoie le Département, la Région Auvergne-Rhône-Alpes, con il riconoscimento del MiBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il sostegno di Istituto Luce Cinecittà, Rai Cinema, Istituto Italiano di Cultura Parigi, Ministero degli Affari Esteri, Istituto Italiano di Cultura Lione, Consolato Generale d’Italia Lione, con la collaborazione dell’Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello.

In allegato le immagini dei film premiati e il manifesto del festival, realizzato da Emiliano Ponzi.

38TFF: a Isabella Rossellini il Premio Stella della Mole

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38TFF: a Isabella Rossellini il Premio Stella della Mole

Il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica del 38 Torino Film Festival viene conferito a Isabella Rossellini, poliedrica artista di fama internazionale.

“Con questo Premio, che rappresenta non solo la Mole Antonelliana ma tutta la storica tradizione cinematografica della nostra città, il Museo Nazionale del Cinema e il Torino Film Festival vogliono rendere omaggio alla Settima Arte e ai suoi protagonisti – sottolinea Enzo Ghigo Presidente del Museo Nazionale del Cinema. Il nuovo corso del TFF, che coniuga passato, presente e futuro, viene perfettamente sintetizzato dall’immagine della stella, ideale collegamento, simbolo prezioso e ricco di significati. Siamo felicissimi che la prima a riceverlo sia Isabella Rossellini, artista di fama internazionale, antesignana di quel cinema così vicino alla filosofia del TFF e da sempre impegnata nella conservazione della memoria storica”.

Il nuovo simbolo del Torino Film Festival è anche protagonista dell’immagine guida di questa edizione, poiché collega la storica eccellenza tecnologica di Torino con il suo spirito innovativo e una creatività in continua evoluzione. Questa spettacolare stella a 12 punte è originale, universale e senza tempo. Scegliendo la Stella come suo simbolo, il Torino Film Festival vuole celebrare il suo impegno per l’innovazione, la diversità e la collaborazione. La stella della Mole Antonelliana mette in relazione il passato di Torino con il suo futuro, la “culla” del cinema italiano con i nuovi artisti da tutto il mondo che vengono celebrati al festival.

Motivazione

Novità del 38 Torino Film Festival è il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica che sarà attribuito ad artisti il cui contributo al cinema è altrettanto originale, universale e senza tempo.

Il Torino Film Festival ha l’onore di conferire quest’anno il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica a Isabella Rossellini quale riconoscimento per la sua inesauribile creatività, l’esplorazione di ogni forma d’arte e l’incommensurabile capacità di trasformarsi per interpretare con altrettanta efficacia sia Alfred Hitchcock che un ragno.

Con la sua grazia elegante, la sua raffinatezza e intrepida capacità di esplorare nuovi orizzonti ha saputo portare bellezza in ogni forma d’arte in cui si è misurata, dal cinema al teatro, ai video musicali, alla moda. Isabella Rossellini è amata e apprezzata in tutto il mondo per la sua arte originale, universale e senza tempo.

Il Premio ha una componente tecnologica del tutto unica ed è realizzato in alluminio attraverso la tecnologia avanzata dell’Additive Manufacturing, grazie alla collaborazione del Politecnico di Torino e con il coinvolgimento di Competence Industry Manufacturing 4.0, il polo costituito dai due atenei torinesi insieme a 23 partner industriali per la diffusione di competenze legate all’Industria 4.0.

L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino www.torinocittadelcinema2020.it

38 Torino Film Festival: tutti i vincitori

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38 Torino Film Festival: tutti i vincitori

Si chiude oggi, sabato 28 novembre, il 38 Torino Film Festival, la prima edizione diretta da Stefano Francia di Celle e completamente online. I film vincitori saranno annunciati nel corso della premiazione che avrà luogo, in diretta dalla Mole Antonelliana, a partire dalle ore 18:00 sul canale YouTube e sull’account Facebook del Torino Film Festival.

9 giorni di programmazione, 133 film – di cui 64 lungometraggi, 15 mediometraggi, 54 cortometraggi, 29 lungometraggi opere prime, 52 anteprime mondiali, 16 anteprime internazionali, 4 anteprime europee, 40 anteprime italiane su un totale di oltre 4.000 opere visionate – e un fitto calendario di eventi collaterali, conferenze stampa, presentazione di libri, incontri con gli autori e masterclass.

“Siamo riusciti nell’impresa per nulla scontata di dare una soluzione di continuità al festival, nonostante la situazione di estrema difficoltà nella quale ci troviamo, preservandone l’identità – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. I miei complimenti vanno a Stefano Francia, per il risultato particolarmente significativo ed eclatante che abbiamo raggiunto. I consensi raccolti ci confermano che abbiamo fatto la scelta giusta, non solo proponendo i film su piattaforma ma creando un vero e proprio
programma con eventi, incontri, masterclass. Un patrimonio che resta online, i cui contenuti diventano un arricchimento del bagaglio complessivo del festival. L’appuntamento è per l’edizione del 2021 che faremo sia online che in presenza”.

“Questa edizione del Torino Film Festival è stata straordinaria e innovativa, come d’altronde è il cinema – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Per la prima volta abbiamo gestito un evento completamente online, trovando nuove vie di comunicazione e di fruizione per quello che è uno degli appuntamenti culturali più importanti della città. Il cinema nasce in sala, è lì che si compie la magia, e nulla la potrà sostituire, ma in questa particolare avventura il pubblico ci ha dato ragione. Si aprono così prospettive nuove, non soltanto per i festival che il museo gestisce ma anche per tutti i
numerosi eventi culturali che propone”.

“Ho sempre amato il cinema per la possibilità di viaggiare nel mondo e conoscere persone diverse da me, e per la capacità di condensare, nell’arco di un cortometraggio o un lungometraggio, le emozioni, i colori, i suoni, i volti, i sorrisi di tutto il mondo – racconta Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival. In questa edizione online tutto ciò è avvenuto in maniera ancora più forte, perché i 133 produttori e registi si sono prestati magnificamente al gioco serio di promuovere bellissimi film attraverso una proposta innovativa. Il cinema ha sempre avuto per me un ruolo fondamentale: i film e l’opera dei grandi registi – ma anche dei giovani autori – che ho visto proprio al Torino Film Festival mi hanno formato sia dal punto vista professionale che umano. Ringrazio con tutto il cuore la meravigliosa squadra del TFF, per aver saputo gestire il passaggio da festival ibrido a solo online e per aver fatto propri i temi sociali e di inclusione, solida base dalla quale è nato tutto il 38° Torino Film Festival”.

I film vincitori dei premi ufficiali del 38 TFF saranno proposti in replica su MYmovies a partire dalle ore 19:00 di sabato 28 novembre fino alle ore 24:00 di domenica 29. Biglietti 3,50 euro; gli abbonati potranno accedere alla sala virtuale, compatibilmente con i posti disponibili, senza maggiorazioni di costo.

Ma il Torino Film Festival non si ferma qui, e propone una maratona di Capodanno, sempre su MYmovies, dalle 12 del 31 dicembre e per 24 ore. Per info www.torinofilmfest.org.

TORINO 38 | Concorso Internazionale Lungometraggi
Giuria composta da Waad Al-Kateab (Siria), Jun Ichikawa (Giappone), Paola Randi (Italia), Martina Scarpelli (Italia), Homayra Sellier (Iran).

Miglior Film (€18.000) BOTOX di Kaveh Mazaheri (Iran-Canada, 2020)

Premio Speciale della Giuria SIN SEÑAS PARTICULARES di Fernanda Valadez (Messico-Spagna, 2020)

Miglior Attrice MERCEDES HERNANDEZ (Sin señas particulares, Messico-Spagna, 2020)

Miglior Attore CONRAD MERICOFFER (Camp de Maci, Romania, 2020)

Miglior Sceneggiatura BOTOX di Kaveh Mazaheri e Sepinood Najian (Iran-Canada, 2020)

Menzione speciale EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020)

TORINO 38 CORTI | Concorso Internazionale Cortometraggi

Giuria composta da Waad Al-Kateab (Siria), Jun Ichikawa (Giappone), Paola Randi (Italia), Martina Scarpelli (Italia), Homayra Sellier (Iran).

Miglior Film (€ 2.000)
A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2019)

Premio Speciale della Giuria
JUST A GUY di Shoko Hara (Germania, 2020)

Menzione speciale
THE LAST MERMAID di Fi Kelly (Scozia/Regno Unito, 2019)
L’ESCALE di Pieter De Cnudde (Belgio, 2020)

TFFdoc – INTERNAZIONALE.DOC |Concorso Internazionale Documentari

Giuria composta da Stefano Cravero (Italia), Gaia Furrer (Italia), Paola Piacenza (Italia).
Miglior film per Internazionale.doc (€ 6.000)
THE LAST HILLBILLY di Diane Sara Bouzgarrou e Thomas Jenkoe (Francia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per lo struggente racconto di un mondo in dissoluzione abitato da uomini e donne dimenticati costretti a fare i conti con l’illusione di un falso progresso. Per il rispetto e l’affetto dimostrato nei confronti dei personaggi, svelati poeticamente e senza retorica.”

Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc
OUVERTURES di The Living and the Dead Ensemble (Francia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Con questo film che dimostra il valore del lavoro collettivo, la Storia e il presente dialogano in un processo creativo colto nel suo farsi, in cui la ricerca procede liberamente e per divagazioni. Un viaggio profondo e affascinante nel concetto di rivoluzione e nell’identità di un Paese.”

TFFdoc – ITALIANA.DOC | Concorso Documentari Italiani
Giuria composta da Stefano Cravero (Italia), Gaia Furrer (Italia), Paola Piacenza (Italia).
Miglior film per Italiana.doc (€ 6.000)
PINO di Walter Fasano (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per la capacità di tradurre un lavoro su commissione in un’esplorazione creativa libera e personale. Coniugando il ritorno al luogo d’origine con il paradosso, l’anticonformismo, il gesto vulcanico di Pascali, il film trasporta lo spettatore in una dimensione in cui materiali d’archivio, parole e suoni sono presenze vive che aprono un dialogo tra artista e cineasta.”

Premio Speciale della giuria per Italiana.doc
AL LARGO di Anna Marziano (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Attraverso il flusso immersivo delle immagini e delle parole la regista ci avvicina alla realtà del dolore e alle sue conseguenze sullo spirito dell’uomo: la solidarietà, la cura, il senso della sofferenza. In una conversazione a più voci in cui saggio, esperienza sensoriale e poesia si intrecciano.”

ITALIANA.CORTI | Concorso Cortometraggi Italiani
Giuria composta da Martina Angelotti (Italia), Francesco Dongiovanni (Italia), Elisa Talentino (Italia).
Miglior film per Italiana.corti (€ 2.000)
OLD CHILD di Elettra Bisogno (Belgio, 2020)
MOTIVAZIONE: “L’abbandono della propria terra, evocato da un viaggio filmico vitale, fatto di suoni e memorie, privo di stereotipi linguistici e narrativi”.

Premio Speciale della giuria per Italiana.corti
MALUMORE di Loris Giuseppe Nese (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per la capacità con cui affronta il disagio della precarietà quotidiana, adottando un linguaggio estetico, essenziale e al contempo visionario”.

PREMIO FIPRESCI – Premio della Federazione Internazionale della Stampa
Giuria composta da Hala El Mawy (Egitto), Ariel Schweitzer (Israele), Silvana Silvestri (Italia).
Miglior Film Torino 38
MOVING ON di Dan-bi Yoon (Corea del Sud, 2019)
MOTIVAZIONE: “Per la sua visione sottile della famiglia, della crudeltà ma anche della tenerezza e dell’umanità che caratterizzano i rapporti familiari, per l’eleganza e la maturità del suo stile, la giuria Fipresci ha deciso di assegnare il suo premio al film sudcoreano Moving on del regista Dan-bi Yoon”.

I PREMI COLLATERALI
PREMIO RAI CINEMA CHANNEL | Miglior film scelto nelle sezioni Torino 38 Corti e Italiana.corti
€ 3.000 e acquisizione diritti web e free tv per l’Italia
A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2020)
MOTIVAZIONE: “Opera cinematografica di assoluta originalità, che scava con ironia nell’insicurezza e nella timidezza dell’animo umano in relazione con gli altri. A tratti distopico e anacronistico, fa riflettere sull’eccessivo utilizzo dei social network, sempre guidato da un’eccellente mano registica e da una magistrale interpretazione”.

PREMIO ACHILLE VALDATA| Miglior film scelto nelle sezioni Torino 38
Giuria dei lettori di TorinoSette – La Stampa
EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per aver interpretato il tema dell’emigrazione con un taglio alternativo, dal punto di vista del migrante prima che lo diventi. In una sorta di neorealismo gli autori rappresentano con dignità la difficile vita quotidiana di Lagos senza cadere nel melodramma e nella compassione”.

37° Torino Film Festival: retrospettiva dedicata all’horror classico

“Si può fare!”, esclamava il dottor Frankenstein leggendo gli appunti del nonno sulla possibilità scientifica di rianimare i morti, in Frankenstein Junior, l’irresistibile omaggio di Mel Brooks ai gloriosi horror degli anni ‘30. Si può fare: ricostruire un uomo, rincorrere i vampiri, danzare con i fantasmi, come ha fatto il cinema fin dalle origini, unica macchina capace di mostrare quello che nemmeno gli specchi riflettono.

Collegata idealmente alla mostra del Museo Nazionale del Cinema “FacceEmozioni: dalla fisiognomica agli emoji”, aperta il 17 luglio e in corso fino al 6 gennaio nella Mole Antonelliana, la retrospettiva del 37° Torino Film Festival, curata dal direttore del TFF Emanuela Martini, è dedicata all’horror classico dal 1920 al 1970: dagli incubi aguzzi della Repubblica di Weimar evocati nel 1920 da Robert Wiene con Il gabinetto del dottor Caligari ai voraci non morti resuscitati da George Romero nel 1969 con La notte dei morti viventi, primo, dirompente capitolo del New Horror. In mezzo, le creature classiche materializzate dalla Universal (Dracula, Frankenstein, L’uomo Lupo, Il fantasma dell’Opera) e trent’anni dopo rese sensuali e sanguigne dalla Hammer Film; le tensioni sottili e i fantasmi, le donne pantera e i ladri di cadaveri evocati dalla RKO di Val Lewton con il lavoro di Tourneur, Wise e Robson; le allucinazioni macabre con cui Roger Corman traduce sullo schermo Edgar Allan Poe, le magnifiche streghe e vampire della via italiana al gotico di Mario Bava e Riccardo Freda, i bambini inquietanti di Henry James, gli scienziati pazzi, le donne senza volto, le case infestate, gli automi, i pupazzi parlanti e le bambole assassine, tutti i mister Hyde che ognuno di noi nasconde in sé. Una carrellata di 35 film che hanno dato corpo e volto alle nostre paure e che sono alla base di tutto l’horror successivo.

Alla retrospettiva è legata l’immagine ufficiale di questa 37.ma edizione del Torino Film Festival, che ritrae una delle più potenti icone femminili dell’horror classico, Barbara Steele, l’attrice britannica che con i suoi occhi grandi, la sua figura sinuosa e i suoi tratti aguzzi, ha materializzato la sensualità e il mistero di tutte le “Signore della Notte” nella fioritura gotica italiana anni ‘60. La foto è stata scattata sul set del film Amanti d’oltretomba, diretto da Mario Caiano (1965).

Barbara Steele sarà ospite del festival, riceverà il Gran Premio Torino 2019 e introdurrà la proiezione dei film dei quali è protagonista (tra gli altri, Il pozzo e il pendolodi Roger Corman, La maschera del demonio di Mario Bava e L’orribile segreto del dottor Hichcock di Riccardo Freda).

37° Bolzano FIlm Festival Bozen: Blind Husbands (Mariti ciechi) di Erich von Stroheim il film d’apertura

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Il Bolzano Film Festival Bozen prenderà ufficialmente il via venerdì 12 aprile 2024 con la proiezione del film muto del 1919 Blind Husbands di Erich von Stroheim. Nella serata inaugurale, in contemporanea nelle tre sale del Filmclub, il film d’esordio alla regia di Stroheim sarà proiettato in versione restaurata e virata a cura dell’Österreichische Filmmuseum di Vienna e, per la prima volta in Italia, con accompagnamento musicale dal vivo. In questo dramma sentimentale ambientato sulle alpi tirolesi – che secondo la guida cinematografica della casa editrice Reclam del 1973 mette in primo piano “la frustrazione delle donne per l’ignoranza degli uomini” – lo stesso regista appare davanti alla macchina da presa nel ruolo dell’ufficiale e donnaiolo Erich von Steuben.

Il film, dedicato alla guida alpina Sepp Innerkofler, fu girato agli Universal Studios con uno sfondo cinematografico delle Dolomiti di Cortina d’Ampezzo e riscosse, all’epoca, un grande successo. Nel 1982, l’Österreichische Filmmuseum di Vienna ha ritrovato una copia positiva 35 mm in nitrocellulosa della versione in lingua tedesca della durata di circa sette minuti superiore all’edizione originale. Questa copia contiene riprese più lunghe dei singoli ciak e scene che erano state tagliate nella versione americana. L’Österreichische Filmmuseum ha restaurato e recuperato il colore del film, ha ricostruito la lunghezza delle scene basandosi sullo script originale ed ha inserito le didascalie originali della versione americana.

In occasione della prima mondiale della copia restaurata del film che ha avuto luogo nel 2022 alla Elbphilharmonie di Amburgo è stata presentata una nuova colonna sonora. Ora anche a Bolzano il film sarà accompagnato da musiche eseguite dal vivo. A questo proposito il Presidente del Südtirol Jazzfestival Alto Adige Stefan Festini Cucco dichiara: “Siamo lieti di essere partner del BFFB ed abbiamo accettato con piacere la sfida di trovare la musica che verrà eseguita dal vivo durante la proiezione di Blind Husbands, che inaugurerà la prossima edizione del Bolzano Film Festival Bozen.

Il film è assai dinamico, dura 1 ora e 40 minuti e supera la durata standard di un set di musica jazz. I musicisti avranno molti spazi da riempire e la musica sarà in parte scritta ed in parte improvvisata. L’esecuzione nata dalla collaborazione tra i due Festival potrebbe divenire un progetto artistico autonomo da riproporre anche altrove.” Vincenzo Bugno, direttore artisitco del Bolzano Film Festival Bozen, sottolinea: “Mi immagino sempre la Storia non come un passato immobile ma come una dimensione dinamica con la quale possiamo dialogare e che possiamo nuovamente interpretare. La Storia ma anche la storia del cinema. Per questo mi emoziona e entusiasma questa collaborazione con l’Österreichische Filmmuseum di Vienna e il Südtirol Jazz Festival Alto Adige.

La musica dal vivo ci offrirà l’opportunità di sentire e vedere Blind Husbands, più di un secolo dopo la sua realizzazione, creando associazioni ed emozioni inaspettate sia per chi già lo conosce sia per chi si avvicina a questa meraviglia del muto per la prima volta.” L‘edizione 2024 del Festival sarà chiusa, come già lo scorso anno, da un film di animazione. Il film di chiusura del BFFB 37 sarà infatti Linda veut du poulet! (Linda e il pollo) diretto da Chiara Malta e Sébastien Laudenbach e vincitore del Cristal per il miglior lungometraggio al Festival del Cinema d’Animazione di Annecy e del premio per la migliore sceneggiatura nel concorso internazionale per lungometraggi al Torino Film Festival 2023. Il film racconta il rapporto di una bambina di otto anni con la madre e, grazie a un piatto del cuore – il pollo alla paprika – anche con il padre defunto. Mostra il mondo dal punto di vista dei bambini con umorismo, sensibilità e libertà di pensiero

37 Torino Film Festival: tutti i vincitori #TFF37

37 Torino Film Festival: tutti i vincitori #TFF37

La Giuria di Torino 37 – Concorso Internazionale Lungometraggi, presieduta da Cristina Comencini (Italia) e composta da Fabienne Babe (Francia), Bruce McDonald (Canada), Eran Riklis (Israele), Teona Strugar Mitevska (Macedonia) assegna i premi:

37 TORINO FILM FESTIVAL – I PREMI UFFICIALI 
TORINO 37

TORINO 37

La Giuria di Torino 37 – Concorso Internazionale Lungometraggi, presieduta da Cristina Comencini (Italia) e composta da Fabienne Babe (Francia), Bruce McDonald (Canada), Eran Riklis (Israele), Teona Strugar Mitevska (Macedonia) assegna i premi:

Miglior film (€18.000) a:
HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR / A WHITE, WHITE DAY di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia)

Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000) a:
LE RÊVE DE NOURA di Hinde Boujemaa (Tunisia/Francia/Qatar)

Premio per la Miglior attrice a:
VIKTORIA MIROSHNICHENKO e VASILISA PERELYGINA, per il film Dylda / Beanpole di Kantemir Balagov (Russia)

Premio per il Miglior attore a:
GIUSEPPE BATTISTON e STEFANO FRESI per il film Il grande passo di Antonio Padovan (Italia)

Premio per la Miglior sceneggiatura a:
WET SEASON di Anthony Chen (Singapore /Taiwan)

PREMIO DEL PUBBLICO

MS. WHITE LIGHT di Paul Shoulberg (Stati Uniti)

TFFdoc

INTERNAZIONALE.DOC

La Giuria di Internazionale.doc composta da Sara Fattahi (Siria), Vladimir Perisic (Serbia), Erik Negro (Italia), assegna i seguenti premi:
Miglior film per Internazionale.doc (€ 6.000) a:

143 RUE DU DESERT di Hassen Ferhani (Algeria/Francia/Qatar)

Con la seguente motivazione:
Un’umile osservazione dei cambiamenti di spazio e tempo. Con Malika e lo sguardo del regista ci tuffiamo in un imprevedibile viaggio sociopolitico attraverso il cuore del deserto.

Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a:

KHAMSIN di Grégoire Couvert e Grégoire Orio (Francia)

Con la seguente motivazione:
Un tentativo di comprendere il passato attraverso l’arte al fine di reinventare una possibilità di futuro

ITALIANA.DOC

La Giuria di Italiana.doc composta da Eleonora Mastropietro (Italia), Pippo Mezzapesa (Italia), Annina Wettstein (Svizzera) assegna i seguenti premi:
Miglior film per Italiana.doc (€ 6.000) a:

FUORI TUTTO di Gianluca Matarrese

Con la seguente motivazione:
Per il coraggio e la freschezza con cui il regista realizza un racconto intimo, rendendo il dramma della propria famiglia emblema di una crisi economica dilagante. 

Premio Speciale della giuria per Italiana.doc a:

L’APPRENDISTATO di Davide Maldi

Con la seguente motivazione:
Un racconto di formazione all’interno di un universo chiuso, capace di condensare forza visiva, delicatezza e paradosso.

ITALIANA.CORTI

La Giuria di Italiana.corti composta da Elia Billoni (Italia), Monica Strambini (Italia), Lucio Villani (Italia) assegna i seguenti premi:
Premio il Miglior cortometraggio (€ 2.000) a:
SPERA TERESA di Damiano Giacomelli
Con la seguente motivazione:
Graffiante e sofisticata riflessione sulla caducità del presente in relazione alla batteria della macchina da presa.
 
Premio Speciale della giuria
a:

LA BUCA di Dario Fedele

Con la seguente motivazione:
Per la capacità di raccontare la vitalità di chi aspetta, nonostante l’impossibilità di filmare.

PREMIO FIPRESCI

La Giuria composta da Francesco Grieco (Italia), Diana Martirosyan (Armenia), Heidi Strobel (Germania) assegna il Premio Fipresci (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) per il Miglior film a:

LE RÊVE DE NOURA di Hinde Boujemaa (Tunisia, Francia, Qatar)

Con la seguente motivazione:
Per la sua atmosfera realistica e la sua storia veritiera, caparbia, limpida e suggestiva, girata in un luogo specifico e marginale; il film affronta infatti problemi globali riguardanti scelta, libertà, responsabilità e convenzioni sociali conservatrici, che si basano anche su bisogni umani semplici e basilari nonché sulle fondamenta di ogni società: rivalità, felicità, dominio.
Per la recitazione straordinaria e spontanea allo stesso tempo, per la sceneggiatura di grande effetto, per i suoi temi universali e sinceri, “Le rêve de Noura” di Hinde Boujemaa vince il premio FIPRESCI del 37 ° Torino Film Festival.
 

 
PREMIO CIPPUTI

La Giuria, composta da, Altan (Italia), Paolo Mereghetti (Italia), Cosimo Torlo (Italia) assegna il Premio Cipputi 2019 Miglior film sul mondo del lavoro a:

OHONG VILLAGE di Lungyin Lim (Taiwan/Repubblica Ceca)

Con la seguente motivazione:
Lungyin Lim mette a confronto nel suo film le due facce del lavoro: quella dura e sfinente di chi fatica ogni giorno a guadagnarsi da vivere e quella gratificante e sognata di chi avrebbe trovato la strada per la ricchezza. Così il figlio del povero pescatore che torna a Taiwan dalla Cina dopo aver inseguito i miti del successo e del denaro diventa lo strumento di un confronto dove i sogni devono fare i conti con la realtà e le sirene del guadagno nascondono sconfitte e delusioni.

PREMIO CINEMA D’AQCUA | Prima edizione del concorso per cortometraggi italiani organizzato collaborazione con QC TERME

La giuria composta da Marì Alberione (Italia), Sandro Avanzo (Italia), Alessandro Bolis (Italia) ha deciso di assegnare il premio Cinema D’Aqcua per il Miglior film di € 1.000 € a:

APOLLO 18 di Marco Renda

Con la seguente motivazione:
Per la capacità di celebrare il passato e parlare del presente, vedendo nell’acqua un elemento d’incontro, di comunicazione e di condivisione.

PREMIO TORINO FACTORY

La giuria composta da Fabio Geda, Rossella Schillaci, Francesco Ghiaccio, ha deciso di assegnare ex-aequo il Premio Torino Factory di 2.500€ a:

MANUALE DI STORIE DEI CINEMA di Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli

Con la seguente motivazione:
Per la meticolosità della ricerca storica. Per il tono ironico, ma emotivamente carico, che tiene insieme il racconto, restando coerente fino all’ultimo fotogramma e ai saluti finali. Per il montaggio accurato che mantiene alto il ritmo dell’esposizione catturando con efficacia l’attenzione dello spettatore.


SELENE
di Sara Bianchi

Con la seguente motivazione:
Perché la regista ha saputo raccontare in modo suggestivo una storia intima e dolorosa, capace di emozionare con delicatezza, evocando il vissuto della protagonista con rapide e eloquenti pennellate. Per la buona fotografia, la cura nelle inquadrature e l’uso narrativamente efficace del montaggio.
 

PREMI COLLATERALI


PREMIO SCUOLA HOLDEN
La Giuria composta dagli allievi e dalle allieve del College di Cinema, assegna il premio

Miglior sceneggiatura Torino 37 a:

EL HOYO / THE PLATFORM di Galder Gaztelu-Urrutia (Spagna)
 
Con la seguente motivazione:
Un film che onora il genere fantastico. Sorprendente e tagliente, sociale, abissale, piramidale, alimentare e verticale. Un’idea di spazio sviluppata senza un attimo di tregua.

Menzioni speciali a:

DYLDA / BEANPOLE di Kantemir Balagov (Russia)
HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR / A WHITE, WHITE DAY di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia)

PREMIO DAMS
La Giuria composta da Niccolò Buttigliero, Dario Cerbone, Camilla Fusato, Stefano Tropiano, Chiara Varese, assegna il premio come miglior Casting Director a:

VLADIMIR GOLOV per il film Dylda/Beanpole (Russia)

Con la seguente motivazione:
Per la capacità di riunire un comparto attoriale costituito da esordienti e semi-esordienti, con fisicità e fisionomie dissimili, catalizzatore di ambigue pulsioni.

PREMIO ACHILLE VALDATA
La Giuria composta dai lettori di “Torino Sette” Paola Capuano, Surya Dubois Pallastrelli, Samantha Ghirotto, Luciana Leoni, Elena Merlo, Patrizia Silvestri, Graziella Tripodi, assegna il premio Miglior film a:

MS. WHITE LIGHT di Paul Shoulberg (USA)

Con la seguente motivazione:
Per la capacità di affrontare un tema così delicato con sensibilità, ironia e cinismo.

PREMIO AVANTI!
La Giuria del Premio AVANTI! (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani), formata da Giulia Esposito, Giorgia Goi, Andrea Zanoli, assegna il PREMIO AVANTI! per la Distribuzione delle opere prime premiate nella rete dei cineforum e cineclub al film:

HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR / A WHITE, WHITE DAY di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia)

Con la seguente motivazione:
Un film profondo e sorprendente che introduce lo spettatore a un mondo fatto di silenzi per poi trascinarlo in un crescendo di emozioni travolgenti, e tremende. Il film riesce a mostrare con sensibilità e al contempo forza dirompente come l’amore più grande e incondizionato possa coesistere con il dolore e la rabbia, e il difficile percorso di accettazione di queste lacerazioni interiori tra sentimenti ugualmente legittimi. La riuscita alchimia dei comparti tecnici conferisce a quest’opera uno straordinario realismo, al servizio di una brillante regia che alterna elegante classicismo a momenti di illuminata autorialità.

PREMIO GLI OCCHIALI DI GANDHI
La giuria della nona edizione del premio “Gli occhiali di Gandhi”, composta da Loredana Arcidiacono, Dario Cambiano, Massimiliano Fortuna, Alessandra Culasso, Gabriele Pujatti, assegna il Premio Gli Occhiali di Gandhi a:

SONO INNAMORATO DI PIPPA BACCA di Simone Manetti (Italia)

Con la seguente motivazione:
Per la doverosa attenzione a uno dei problemi più disperanti del nostro tempo. Per non perdere di vista i valori universali dell’accoglienza e della solidarietà, che danno senso alla nostra vita

MENZIONE SPECIALE  a:
 
NOUR di Maurizio Zaccaro (Italia)

PREMIO INTERFEDI
La Giuria Interfedi, promossa dalla Chiesa Valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, e composta da Sophie Peyronel (Chiesa Valdese), Daniele Segre (Comunità Ebraica) e Beppe Valperga (Comitato Interfedi), attribuisce la settima edizione del “Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità” al film:

MADE IN BANGLADESH di Rubaiyat Hossain (Francia/Bangladesh/Danimarca)

Con la seguente motivazione:
Rappresenta in modo efficace e crudamente realistico, con un’ottima recitazione e direzione, la condizione lavorativa femminile in un laboratorio tessile di un’area economicamente marginale, presentando una storia di emancipazione e coraggio che muove dalla presa di coscienza di diritti da noi dati per scontati e in altre realtà ancora da affermare.
 

36° Torino Film Festival: il poster omaggia Rita Hayworth

36° Torino Film Festival: il poster omaggia Rita Hayworth

L’immagine del 36° Torino Film Festival (23 novembre | 1 dicembre 2018) è dedicata a una delle grandi dive del ventesimo secolo: Rita Hayworth, il cui centenario della nascita ricorre il prossimo 17 ottobre. L’immagine è tratta da “Non sei mai stata così bella”, il suo secondo film interpretato insieme con Fred Astaire, diretto nel 1942 da William A. Seiter.

“Rita più che Gilda; la ballerina vitale e agilissima che danzò con Fred Astaire e con Gene Kelly, più che la sirena sinuosa e pericolosa, simbolo della dark lady nell’immaginario collettivo – dichiara Emanuela Martini, direttore artistico del Torino Film Festival – La ragazza che sapeva essere una commediante più che l’icona sexy la cui foto fu appiccicata sulla bomba sganciata sull’Atollo Bikini. Senza dimenticare Gilda, è soprattutto a questa Rita che il Torino Film Festival rende omaggio nell’anno del centenario della sua nascita”. 

36° Torino Film Festival: ecco tutti i premiati, vince Wildlife

36° Torino Film Festival: ecco tutti i premiati, vince Wildlife

La Giuria di Torino 36 – Concorso Internazionale Lungometraggi, presieduta da Jia Zhangke (Cina) e composta da Marta Donzelli (Italia), Miguel Gomes (Portogallo), Col Needham (UK), Andreas Prochaska (Austria) assegna i premi:

Miglior film (€18.000) a:

WILDLIFE di Paul Dano (USA)

Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000) a:

ATLAS di David Nawrath (Germania)

Menzione speciale della giuria a:

ROSSZ VERSEK / BAD POEMS di Gábor Reisz (Ungheria)

Premio per la Miglior attrice a:

GRACE PASSÔ per il film Temporada di André Novais Oliveira (Brasile)

Premio per il Miglior attore ex-aequo a:

RAINER BOCK per il film Atlas di David Nawrath (Germania)

e

JAKOB CEDERGREN per il film Den Skyldige / The Guilty di Gustav Möller (Danimarca)

Premio per la Miglior sceneggiatura a:

DEN SKYLDIGE / THE GUILTY scritto da Emil Nygaard Albertsen e Gustav Möller (Danimarca)

PREMIO DEL PUBBLICO EX-AEQUO

DEN SKYLDIGE / THE GUILTY di Gustav Möller (Danimarca)

NOS BATAILLES di Guillaume Senez (Belgio/Francia)

TFFdoc

INTERNAZIONALE.DOC

La Giuria di Internazionale.doc composta da Fabrizio Ferraro (Italia), Narimane Mari (Algeria), Pablo Sigg (Messico) assegna i seguenti premi:

Miglior documentario per Internazionale.doc (€ 6.000) a:

HOMO BOTANICUS di Guillermo Quintero (Colombia/Francia)

Con la seguente motivazione:

Per la necessaria posizione di ascolto nei confronti di un mondo considerato inferiore dalla civiltà capitalistica.  Mentre vogliamo essere dei vegetali! 

Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a:

UNAS PREGUNTAS di Kristina Konrad (Germania/Uruguay)

Con la seguente motivazione:

Attraverso i resti di una dolorosa vita pubblica pone un interrogativo sulla testimonianza, forse non possibile anche nell’ interminabile flusso televisivo.

ITALIANA.DOC

La Giuria di Italiana.doc composta da Federica Di Giacomo (Italia), Annamaria Lodato (Italia), Anna Marziano (Italia) assegna i seguenti premi:

Miglior documentario per Italiana.doc (€ 6.000) a:

IN QUESTO MONDO di Anna Kauber (Italia)

Con la seguente motivazione:

Un film immersivo che rende le immagini corporee e ci contagia con i segni di un rapporto vivo e appassionato al mondo.

Premio Speciale della giuria per Italiana.doc a:

IL PRIMO MOTO DELL’IMMOBILE di Sebastiano d’Ayala Valva (Francia/Italia)

Con la seguente motivazione:

Un film dall’equilibrio solido e curato che si fa ponte verso la ricerca sonora di un artista. Con la tenerezza di chi affronta la morte nella sua stessa famiglia.

MENZIONE SPECIALE della giuria Italiana.doc a:

IL GIGANTE PIDOCCHIO di Paolo Santangelo (Italia)

 Con la seguente motivazione:

Un film che ci spinge oltre il film stesso con una messinscena grottesca e performativa che, seppur imperfetta, permette di accogliere lo slancio vitale e disperato del protagonista. 

ITALIANA.CORTI

La Giuria di Italiana.corti composta da Daniele Catalli (Italia), Gabriele Di Munzio (Italia), Jukka Reverberi (Italia) assegna i seguenti premi:

Premio il Miglior cortometraggio (€ 2.000) a:

 ULTIMA CASSA di Elettra Bisogno (Italia)

Con la seguente motivazione:

Per l’immediatezza con cui è riuscita a realizzare un lavoro in grado di restituire la materia viva di una realtà altra da sé divenuta dimensione interiore.

Premio Speciale della giuria ex-aequo a:

13 VOLTE FUOCO SU MIO PADRE di Francesco Ragazzi e COL TEMPO di Sara Dresti (Italia)

 Con la seguente motivazione:

Due viaggi diversi nell’intimità famigliare, attraverso due modi di raccontare, sospesi tra passato e futuro.

PREMIO FIPRESCI

La Giuria del Premio Fipresci (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) composta da Toni Junyent (Spagna), Anna Maria Pasetti (Italia), Alena Sycheva (Russia) assegna il Premio per il Miglior film a:

OIKTOS / PITY di Babis Makridis (Grecia)

PREMIO CIPPUTI

La Giuria, composta da, Francesco Tullio Altan (Italia) Cristina Trezzini (Italia), Laura Panini (Italia)

assegna il Premio Cipputi 2018Miglior film sul mondo del lavoro a:

NOS BATAILLES di Guillaume Senez (Belgio/Francia)

Con la seguente motivazione:

La giuria del Premio Cipputi ha deciso di premiare Nos Batailles di Guillaume Senez. Un toccante dramma sociale che con grande umanità parla di lavoro e famiglia, di lotte sindacali e paternità. Il tutto in un contesto che suggerisce e ci ricorda che il lavoro, oggi come un tempo ha delle forti ripercussioni sulla famiglia e il nostro vivere quotidiano.

PREMIO TORINO FACTORY

La giuria composta da Sara D’Amario, Emanuela Piovano e Gianluca Arcopinto ha deciso all’unanimità di assegnare il  Premio della Città di Torino – Smat, Torino Factory, di 2.500€ a:

TEMPO CRITICO di Gabriele Pappalardo

Con la seguente motivazione:

Perché racconta con onestà, profonda partecipazione e con consapevolezza drammaturgica uno spaccato di vita, in tutte le sue sfaccettature: la condizione familiare e sociale, l’inventiva e l’intraprendenza, le aspettative per il futuro.

Menzione speciale a:

SOLO GLI OCCHI PIANGONO di Emanuele Marini

Con la seguente motivazione:

Per aver saputo raccontare con poche frasi, ma soprattutto con immagini e silenzi l’intera vita della protagonista.

36° Torino Film Festival: ancora anticipazioni sul programma

36° Torino Film Festival: ancora anticipazioni sul programma

In attesa della conferenza stampa di presentazione del 36° Torino Film Festival, che si terrà martedì 13 novembre a Roma alle 10.30 presso la Casa del Cinema e a Torino alle 18.45 presso il Cinema Massimo, il TFF annuncia alcune anticipazioni dal segmento della sezione TFFdoc, dal titolo APOCALISSE.

Tutto pare essere apocalittico. Il pianeta è sull’orlo del collasso, la catastrofe politica incombe sui mondi primi, secondi e terzi. Maree nere e piogge radioattive: TFFdoc | Apocalisse vuole rispondere, per immagini e parole, a un mondo attonito in attesa del peggio. Così il post umano atomico dei documentari 4 Bâtiments, face à la mer e Machine To Machine, entrambi diretti da Philippe Rouy, lascia spazio alla sirena di Sirenomelia diretto da Emilija Skarnulyte che fluttua con la sua coda tra le rovine di una base NATO nel mare Artico.

In Vive la baleine diretto da Chris Marker e Mario Ruspoli la caccia industriale e capitalista della balena diventa il simbolo dello sfruttamento apocalittico del pianeta; mentre in Atlantis, diretto da Ben Russell,  gli uomini cercano disperatamente la propria liberazione utopica ispirandosi ad antiche leggende maltesi; Ombres Aquatiques, di Philippe Cote, mostra la natura con luci e ombre, come se la pellicola fosse una tela su cui dipingere; l’Hydra Decapita fa una riflessione su globalizzazione, colonialismo, capitalismo, mutamenti climatici e mostra “Drexciya”: una colonia sottomarina creata dai bambini mai nati abbandonati in mare dagli schiavisti durante la traversata dell’Atlantico;

In Dell’azione negatrice di Mauro Folci l’uomo è in preda alla volontà di potenza; in Der Wille Zur Macht di Pablo Sigg si mostra la radicale esistenza dei due fratelli Schweikhart, ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla fine del 19°secolo nella foresta amazzonica, in Paraguay: mangiano  bacche, farfugliando lingue incomprensibili e leggono la Bibbia e La volontà di potenza di Friedrich Nietzsche; la ricerca di nuovi linguaggi capaci di sovvertire il presente è al centro di Il potere dei sentimenti  di Alexander Kluge; ricerca che si riflette in Life = Cinematic Imperfections, presentato in prima mondiale al 36° Torino Film Festival, dove il regista siriano di origine armena Avo Kaprealian, compone un montaggio di immagini provenienti dal web, dal cinema, colte dalla sua camera per le strade di Beirut, dove ora vive rifugiato, per lasciare esplodere il caos del mondo.

Torino Film Festival 2018: i primi titoli italiani e internazionali

TFFdoc | Apocalisse

4 BÂTIMENTS, FACE À LA MER di Philippe Rouy (Francia, 2012, DCP, 47’)

MACHINE TO MACHINE di Philippe Rouy (Francia, 2013, DCP, 32’)

Pochi mesi dopo la catastrofe nucleare di Fukushima (marzo 2011), la TEPCO – la società che gestiva la centrale – fa installare una webcam. Sotto lo sguardo trasparente della telecamera, che registra implacabile anche la data e l’ora, si muovono come astronauti perduti nel tempo e sospesi nell’aria radioattiva i tecnici nelle loro tute bianche. Per lasciare poi il campo a droni e robot, unici testimoni di una fantascienza inimmaginabile.

Philippe Rouy è un artista e regista francese e la sua trilogia su Fukushima (di cui fa parte anche Fovea Centralis del 2014) è stata programmata nei maggiori festival internazionali.

SIRENOMELIA di Emilija Skarnulyte (Lituania, 2017, DCP, 12’)

La giovane artista lituana Emilija Skarnulyte che ha studiato a Brera e vive a Berlino, fluttua con la sua coda da sirena tra le rovine di una base NATO nel mar Artico mentre segnali cosmici e rumore bianco attraversano lo spazio.

DELL’AZIONE NEGATRICE di Mauro Folci (Italia, 2017, DCP, 8’)

DER WILLE ZUR MACHT di Pablo Sigg (Messico, 2013, DCP, 61’)

Una performance o forse un film dell’artista Mauro Folci. Un dialogo su Uomo e Natura e fine dell’Uomo e fine del Mondo sembra trasportarci direttamente in mezzo alla foresta amazzonica dove vivono isolati due uomini, ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla fine del diciannovesimo secolo in Paraguay da Bernhard Förster e dalla moglie Elisabeth Nietzsche. Più di cent’anni dopo, di quella colonia rimangono solo i due fratelli Schweikhart: si cibano dei frutti che cadono dagli alberi e leggono la Bibbia La volontà di potenza.

LIFE = CINEMATIC IMPERFECTIONS di Avo Kaprealian (Libano/Armenia, 2018, DCP, 82’)

Questo è un film sull’esistenza umana, sul teatro e sul cinema. Sul passato, il presente e il futuro, sul partire, sulla discontinuità e le cesure, sulla deformità, il vuoto e i buchi neri che si formano nello spirito. Questo è un film sulla cura e sulla ricerca dell’anima. Su dove molto tempo fa l’umanità possa aver perso la sua infanzia, perché anche l’umanità, come gli esseri umani, ha avuto un’infanzia. In prima mondiale al 36° TFF, il nuovo film di Avo Kaprealian il cui esordio al cinema, Houses Without Doors, dopo il debutto alla Berlinale, vinse il concorso internazionale documentari al TFF (2016).

DIE MACHT DER GEFÜHLE di Alexander Kluge (La forza dei sentimenti, Germania, 1983, video, 112’)

La forza dei sentimenti è un collage di forme e aforismi, un’enigmatica esplosione di emozioni che culmina nel Rigoletto verdiano.

Pochi anni prima della caduta del Muro di Berlino, il maestro del cinema tedesco (La ragazza senza storiaArtisti sotto la tenda del circo: perplessi, Germania in autunno…) costruisce un film indecifrabile, che attraversa i generi cinematografici, raccontando un’Europa che già sta perdendo la direzione utopica del Dopoguerra e di un capitalismo capace di uccidere il sentimento per trasformalo in sentimentalismo.

VIVE LA BALEINE di Chris Marker e Mario Ruspoli (Francia, 1972, DCP, 17’)

«Oggi gli uomini e le balene si trovano nello stesso schieramento. Ogni balena che muore ci trasmette come una profezia, l’immagine della nostra propria morte». «Balene, vi amo!». La caccia industriale e capitalista della balena diventa il simbolo dello sfruttamento apocalittico del pianeta: “ogni balena che muore ci trasmette, come una profezia, l’immagine della nostra propria morte” (Chris Marker).

ATLANTIS di Ben Russell (USA/Malta, 2014, DCP, 24’)

Una canzone folk e un rito pagano, una marcia religiosa e un tempio riflesso. Il blu del mare ci avvolge, siamo felici, nonostante stiamo tutti per sprofondare lentamente. «We Utopians are happy / This will last forever». Ben Russel – vincitore due volte del concorso internazionale.doc al TFF con Let Each One Go Were He May (2010) e con A Spell to Ward Off the Darkeness (2013) co-diretto con Ben Rivers – si lascia ispirare dalle antiche storie maltesi per immaginare spazi utopici.

HYDRA DECAPITA di The Otolith Group (UK, 2010, DCP, 31’)

Drexciya è una colonia sottomarina creata dai bambini mai nati delle donne incinte che venivano buttate a mare dagli schiavisti durante la traversata dell’Atlantico.

Film che nasce dalla collaborazione tra il collettivo londinese The Otholit Group (Anjalika Sagar e Kodwo Eshun) i cui lavori attraversano video, cinema, filosofia e il duo techno di Detroit, Drexciya, la cui musica accompagna una riflessione su globalizzazione, colonialismo, capitalismo, mutamenti climatici e speranza di mondi nuovi.

LES OMBRES AQUATIQUES di Philippe Cote (Francia, 2016, DCP, 11’)

Immersioni e pozzi di luce. C’è poesia nel ballo silenzioso dell’acqua e del suo popolo, mentre dall’altra parte del vetro, delle ombre osservano.

Philippe Cote è un cineasta francese, mancato prematuramente nel 2016, dalla radicale sensibilità che, lavorando sempre con pellicole super 8 e 16mm, e sempre artigianalmente ha saputo usare la luce (e l’ombra) come se la pellicola fosse una tela su cui dipingere.

36° Settimana Internazionale della Critica, i vincitori

36° Settimana Internazionale della Critica, i vincitori

La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (1 – 11 settembre 2021), ha assegnato oggi, venerdì 10 settembre, i premi della 36esima edizione.

La giuria internazionale composta da Claudio Cupellini, Vanja Kaludjercic e Sandrine Marques ha assegnato il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica a ZALAVA di Arsalan Amiri. Questa la motivazione: “La giuria è rimasta colpita dall’abile maestria del regista nella realizzazione del suo film d’esordio. È un lavoro maturo che naviga con competenza attraverso diversi stati d’animo nel film, consegnando un potente messaggio di superstizione e ignoranza, così rilevante per questi tempi difficili. Il regista rappresenta una voce fresca che, attraverso un linguaggio cinematografico giocoso, trasmette un messaggio universale. Il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica di Venezia va a ZALAVA di Arsalan Amiri”.

A ZALAVA anche il Premio Internazionale Fipresci assegnato dalla Fédération Internationale de la Presse Cinématographique.

La giuria composta da Greta Calaciura, Sofia Mantovani, Cristiano Devigili, Riccardo Chiaramondia e Guglielmo Scialpi hanno deciso di assegnare Il Premio Circolo del Cinema di Verona al film più innovativo, ELTÖRÖLNI FRANKOT / ERASING FRANK di Gàbor Fabricius, “L’opera che abbiamo deciso di premiare declina, attraverso un viaggio sonoro in un universo orwelliano, il topos della lotta contro l’oppressione. Questo conflitto si esprime attraverso una violenza sonora e chiaroscurale che logora i corpi dei protagonisti fino ad annientarli. L’omologazione finale del protagonista e il soffocamento della sua voce, in antitesi alla potenza iniziale, segnano la dolorosa e inevitabile sconfitta della libertà individuale. Per la capacità di esprimere con intensità un tema delicato e universale, il Premio del Circolo del Cinema va a Eltörölni Frankot, di Gábor Fabricius”.

Il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti composta Massimo Causo, Adriano De Grandis e Silvana Silvestri, è andato al film ELES TRANSPORTAN A MORTE – THEY CARRY DEATH dei registi Helena Girón e Samuel M. Delgado. La motivazione: Per la capacità di elaborare una dimensione sonora immersiva, in cui la tensione tra figure e ambienti si amplifica e dialoga profondamente con la ricerca visiva degli autori. Una partitura di suoni, rumori e immagini, che alimenta una storia di misteri, vita e morte, dalla dimensione del mito fino alla deriva esistenziale dei personaggi.

Nell’ambito della sesta edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica) la giuria composta da tre professionisti dell’industria cinematografica – Jacopo Chessa, Silvia Luzi e Nadia Trevisan – ha selezionato i seguenti vincitori tra i sette cortometraggi in concorso:

Premio Miglior Cortometraggio INCHEI di Federico Demattè con la motivazione “La naturalezza del gesto filmico e lo sguardo privo di giudizio ne fanno un film che racchiude un mondo pieno di sfaccettature e che crea aspettative verso le future opere dell’autore.”

Premio Migliore Regia INCHEI di Federico Demattè con la motivazione La capacità di entrare in intimità con i personaggi e gli ambienti si coniuga perfettamente ad una narrazione libera da ogni sovrastruttura che permette ai protagonisti di essere completamente credibili.”

Premio Miglior Contributo Tecnico L’INCANTO di Chiara Caterina con la motivazione “Per la capacità di far dialogare diversi formati e materiali, riuscendo a costruire una narrazione evocativa in grado di raccontare l’inconscio, la violenza, la morte.”

“Si conclude un’edizione dallo sguardo plurale, curioso e onnivoro, orientato a rappresentare la vasta complessità del presente attraverso temi universali e forme originali. Abbiamo lavorato cercando di offrire uno spettro ampio di possibilità del fare cinema oggi e i vincitori sono la concreta testimonianza di questa varietà: cinema di genere e d’autore, dal Medio Oriente all’Europa dell’Est e del Mediterraneo. Sono il segno di un cinema che nonostante le avversità che viviamo è sempre più vitale, inquieto e globale”. Commenta così questa edizione il Delegato Generale Beatrice Fiorentino.

I dibattiti, i confronti e le discussioni attorno ai film sono sempre segno di vitalità e interesse. E quest’anno con i titoli proposti nel cartellone della 36. Settimana Internazionale della Critica è accaduto regolarmente, a dimostrazione di una selezione quanto mai varia per generi, modalità produttive e soprattutto tematiche. La Settimana Internazionale della Critica, infatti, pur essendo da sempre concentrata su nuovi autori, nuovi linguaggi, proposte inusuali e inconsuete, non intende promuovere un unico ed esclusivo modello cinematografico, ma portare alla luce tutto ciò che per i più svariati motivi, giudica meritevole di interesse e l’edizione 2021 della SIC ne è stata l’ennesima” conferma dichiara Franco Montini, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). 

Alla Settimana della Critica, oltre al Premio Internazionale FIPRESCI della Fédération Internationale de la Presse Cinématographique, va il Premio Queer Lion per il film LA DERNIÈRE SÉANCE di Gianluca Matarrese con la seguente motivazione: “Per la sua capacità di tracciare un ritratto che da intimo si fa universale, usando la forma documentaria con notevole efficacia narrativa per dare voce alla memoria cruciale di un capitolo di storia, quello dell’Aids, tutt’altro che chiuso, e disinnescando al contempo con intelligenza il tabù intorno alle pratiche BDSM.”

Il Premio “Autrici under 40” dedicato a Valentina Pedicini va invece a Ekaterina Selenkina per il film DETOURS. Domani. sabato 11 settembre, ore 14, in Sala Perla si terranno, per tutti gli accreditati, le proiezioni del cortometraggio e del lungometraggio vincitori del Gran Premio Settimana Internazionale della Critica.

365 Giorni: Adesso, guida ai personaggi del film Netflix

365 Giorni: Adesso, guida ai personaggi del film Netflix

Tornano Don Massimo (Michele Morrone) e Laura (Anna-Maria Sieklucka), i protagonisti del film Netflix 365 Giorni (2020), per un nuovo lungometraggio tanto erotico quanto il primo. Per coronare il loro passionale amore, Massimo e Laura finalmente si sposano. La vita da moglie di un mafioso, che vive nella torre d’avorio non è così semplice per Laura. Tra gelosie reciproche, noia e affari criminali, il matrimonio entra presto in crisi.

Diretto sempre dal regista polacco Tomasz Mandes, 365 Giorni: Adesso porta avanti le trame già avviate dal primo film, ma aggiunge anche nuovi sviluppi e personaggi. Tornano quindi i membri del cast già noti, ma ci sono anche delle new entry interessanti. Scopriamo tutti i personaggi del film Netflix!

Laura Biel (Anna-Maria Sieklucka)

Anna-Maria-Sieklucka-Laura-di-365-giorni-AdessoLaura Biel è una ragazza polacca che, come si è visto nel primo film, trova l’amore in Sicilia. Se nel primo capitolo Massimo poteva risultare la mente più perversa e instabile della coppia, in 365 Giorni: Adesso Laura si mostra fin da subito provocante e provocatoria nei confronti del marito. È spesso lei ad accendere la miccia per discutere, che sia per noia, per gelosia o per amore. Laura è folle, un attimo prima è dolce e amorevole, un secondo dopo è arrabbiata e libidinosa.

In 365 Giorni: Adesso, l’attrice Anna-Maria Sieklucka è camaleontica: cambia spesso gli abiti e il make-up, prima è una sposa bionda perfettamente acconciata e truccata, poi è mora e indossa una t-shirt sopra un costume bagnato in riva alla spiaggia. La bellezza del personaggio, che mostra alla telecamera ogni aspetto del viso e del corpo, è ciò che colpisce maggiormente. La recitazione, anche a causa di una sceneggiatura scarna, non aggiunge granché.

Don Massimo (Michele Morrone)

Massimo Torricelli (Michele Morrone) è allo stesso tempo il co-protagonista e l’antagonista di 365 Giorni: Adesso. A seconda delle scene, il personaggio appare sexy, potente, debole, innamorato, violento. Don Massimo è tutto e niente, ha così tante personalità che non riesce realmente ad impersonare un individuo a tutto tondo. È lo stereotipo peggiore che si possa fare di un italiano: mafioso, arrogante, geloso, possessivo.

Sicuramente Massimo e Laura sono simili sotto molti aspetti: sono di bella presenza, ma disturbati, instabili, incapaci di esprimere il loro amore se non attraverso il rapporto carnale. Se in 365 Giorni Massimo era al centro della scena, nel sequel il personaggio passa leggermente in secondo piano, lasciando più spazio alla sua controparte femminile.

Nacho (Simone Susinna)

L’avversario, in amore e in affari di Massimo è Nacho (Simone Susinna). Inizialmente viene presentato come il giardiniere della villa dei Torricelli, ma si rivela presto un personaggio molto più minaccioso per l’equilibrio del matrimonio e dell’attività di Massimo. Nacho, tutto tatuato, spesso vestito in modo sportivo, sembra inizialmente essere l’opposto di Massimo e, per questo, conquista Laura.

Nel corso di 365 Giorni: Adesso, questo personaggio, muove le fila delle vicende, rendendo il film a tratti una commedia romantica quasi adolescenziale, ma in altri momenti una versione a basso budget di Romanzo Criminale o Gomorra.

Olga (Magdalena Lamparska)

Magdalena LamparskaL’amica del cuore e complice di Laura è Olga. Già presente nel primo film, in 365 Giorni: Adesso il personaggio torna per aggiungere umorismo e per smorzare la tensione drammatica e sessuale tra i due protagonisti. Olga è caotica, chiassosa, è l’altra figura femminile rilevante del film.

Magdalena Lamparska interpreta l’aiutante di Laura, la sua amica fin dall’infanzia e la sua confidente. È un personaggio simpatico e positivo, forse, tra tutti, quello dotato di più carattere.

Domenico (Otar Saralidze)

365-giorni-adessoTorna in 365 Giorni: Adesso anche un altro personaggio del primo film: Domenico. L’amico e collega in affari di Massimo è la controparte maschile di Olga. Non a caso, i due hanno una relazione, sessuale o amorosa che sia.

Domenico è un personaggio leggero e divertente, un po’ inutile ai fini della storia ma sicuramente in grado di aggiungere un po’ di spirito ad un film altrimenti troppo focalizzato sulla storia perversa dei protagonisti. In 365 Giorni: Adesso, Domenico e Olga sono la coppia che, non essendo al centro della scena, può vivere la passione con molta più leggerezza.

Anna (Natasza Urbańska)

Vestendo i panni della femme fatale, bella e minacciosa per la relazione tra Massimo e LauraNatasza Urbańska interpreta l’antagonista Anna. Il personaggio appare per poche scene, ma tiene di nascosto nelle sue mani le redini delle vicende. Come le altre donne presenti nel film, Anna è dotata di un fascino provocante capace di intontire gli uomini attorno a sè. Scaltramente infatti, Anna usa la sua bellezza per raggiungere i propri scopi in affari.

365 Giorni, film Netflix: cast, trama, libri e spoiler

365 Giorni, film Netflix: cast, trama, libri e spoiler

Pensavamo tutti quello di Cinquanta Sfumature fosse solo un fenomeno letterario e cinematografico passeggero. Eppure a oggi continuano a spuntar fuori nuovi libri e saghe dal fascino proibito, pronti a scaldare le fredde notti invernali dei single e delle coppie più avventurose. L’ultima scoperta fatta dagli amanti del genere erotico contemporaneo è 365 Giorni, trilogia letteraria nonché nuovo successo cinematografico.

Diretto da Barbara Białowąs e Tomasz Mandes, 365 giorni (titolo originale 365 Dni) è un film co-prodotto da Italia e Polonia e distribuito dalla piattaforma streaming di Netflix. Adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Blanka Lipińska 365 Giorni è solo il primo capitolo della nuova saga erotica che sta spopolando sul web. Che sia il nuovo Cinquanta Sfumature? Scopriamo insieme di cosa si tratta.

365 Giorni cast e trama

Per Massimo Torricelli (Michele Morrone) è un giorno di lavoro come tanti. Membro di una delle famiglie mafiose siciliane più potenti, quella mattina insieme a suo padre organizza un incontro con alcuni spacciatori del mercato nero per discutere di affari. Il meeting è lungo e complesso e Massimo si concede qualche minuto di distrazione guardando il mare dal terrazzo della sua villa. Col binocolo, mentre cammina sulla sabbia bagnata, avvista una donna bellissima che cattura la sua attenzione.

Ma quel piacevole momento di distrazione viene interrotto bruscamente. Il padre di Massimo viene colpito improvvisamente da un proiettile vagante che, attraversandogli il cuore, lo uccide sul colpo. Anche Massimo viene ferito e stramazza al suolo in una pozza di sangue. La storia con un flash forward ci porta a cinque anni più tardi. Dopo la morte del padre, adesso è Massimo al comando della famiglia Torricelli e dei suoi loschi affari.

Nel frattempo a Varsavia, una giovane imprenditrice, Laura Biel (Anna-Maria Sieklucka), sembra attraversare una profonda crisi sentimentale. La sua relazione con il fidanzato sembra ormai giunta a un punto morto. La ragazza non prova infatti più niente per Martin (Mateusz Łasowski) e non riesce da tempo ad avere rapporti intimi con lui.

Tuttavia, il suo ventinovesimo compleanno si avvicina e Laura decide di partire per la Sicilia con Martin e alcuni suoi amici per festeggiare in grande stile. Purtroppo per lei però, i suoi problemi non si prendono una vacanza. Nonostante il viaggio sia per il compleanno della sua ragazza, Martin non perde occasione per mettere Laura in imbarazzo.

365 Giorni: l’incontro tra Massimo e Laura

La ragazza non ne può più del comportamento di Martin e si allontana con una scusa. Per schiarirsi le idee decide di fare una passeggiata ma non si accorge che qualcuno la sta seguendo. All’improvviso un uomo le sbarra la strada, le somministra un tranquillante e Laura si abbandona a un sonno profondo.

[SPOILER ALERT]

Il giorno dopo Laura si risveglia sentendosi ancora stordita e in una casa che non conosce. Decide quindi di scendere dal letto e di avventurarsi in quella sontuosa villa. Durante il suo girovagare, la ragazza si imbatte in Massimo, l’uomo che le aveva sbarrato la strada la sera prima. Laura spaventata, cerca di fuggire ma Massimo la ferma e trascina nel suo salotto dove le rivela un incredibile segreto.

Massimo le racconta di averla già vista sulla spiaggia cinque anni prima e di non aver mai dimenticato il suo viso, nemmeno quando dei colpi di arma da fuoco l’hanno quasi ucciso. E’ stato il ricordo di Laura a tenerlo in vita e a tormentarlo fino a quel momento. Dopo averla cercata invano per tanto tempo, quando qualche giorno prima Massimo vede Laura in aeroporto, capisce che quello è un segno del destino e decide di rapirla.

Laura è terrorizzata dalla storia che ha appena ascoltato e tenta nuovamente la fuga ma Massimo ha dei piani un po’ diversi. La ragazza resterà prigioniera per 365 giorni al termine dei quali, se non si sarà innamorata perdutamente di lui, verrà rilasciata. Per tranquillizzarla, Massimo le promette che la proteggerà da qualunque pericolo e che non la sfiorerà mai senza prima il suo consenso. La ragazza quindi non ha scampo.

Ma l’attrazione tra i due è innegabile e ben presto Laura si ritroverà a lottare contro sé stessa per non cadere tra le braccia del suo aguzzino.

365 Giorni libro: la saga erotica di Blanka Lipińska

Nel 2011 aveva fatto assai scalpore l’uscita del primo volume della trilogia di Cinquanta Sfumature di E. L. James, un libro così controverso da scomodare lettori e critici, tutti pronti a gridare allo scandalo. Molti condannavano il contenuto del libro, troppo scabroso e non necessario, mentre altri puntavano il dito sulla forma, sottolineando la poca esperienza della scrittrice. Dall’altra parte, invece, c’erano coloro che pur non avendo gli strumenti analitici necessari, avevano apprezzato il coraggio dell’autrice, pronta a parlare del sesso da un inedito (o poco conosciuto) punto di vista.

A distanza di sette anni tocca invece alla scrittrice polacca Blanka Lipińska scioccare i lettori con la trilogia di 365 Giorni. Dopo aver lavorato per molto tempo come terapeuta-ipnotizzatore, Blanka ha deciso di dare spazio alla sua creatività pubblicando una saga erotica ispirata a Cinquanta Sfumature di Grigio. Chi ha infatti familiarità con la storia di Christian Grey e Anastasia Steele, noterà in 365 Giorni molti richiami alle vicende narrate da E. L. James.

A cambiare completamente sono invece l’ambientazione e l’atmosfera della storia. I romanzi di Blanka Lipińska sono ambientati tra la Polonia e la Sicilia, meta scelta dall’autrice dopo una vacanza nella splendida isola italiana. Essendo il protagonista maschile un boss mafioso, tutto risulta un po’ più chiassoso e decisamente meno sofisticato. Christian Grey è un miliardario affascinante, colto e di buona famiglia mente Massimo Torricelli è un criminale ricco e prepotente. I due non potrebbero essere più diversi ma c’è qualcosa che li accomuna, l’attaccamento ossessivo alle donne che amano.

La saga letteraria di Blanka Lipińska comprende tre volumi:

  • 365 dni (365 giorni) – 2018
  • Ten dzień (This Day) – 2018
  • Kolejne 365 dni (Another 365 Days) – 2019

Purtroppo però a oggi la trilogia non è ancora stata tradotta in italiano.

365 Giorni in streaming

Il film 365 Giorni, record di visualizzazioni in tutto il mondo, è disponibile in streaming in abbonamento sulla piattaforma Netflix. In attesa quindi della traduzione dei libri di Blanka Lipińska e del sequel 365 Giorni 2 già annunciato dallo stesso protagonista Michele Morrone, vi lasciamo al trailer di 365 Giorni.

 

Fonte: Wiki, IMDB,

35° Settimana Internazionale della Critica: il programma completo

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Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione della 35° Settimana Internazionale della Critica che si svolgerà dal 2 al 12 settembre al Lido di Venezia, nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia numero 77. L’edizione di quest’anno è estremamente importante soprattutto perché si incarica di dare un segnale di rinascita e ripartenza: il cinema può essere un modo per tornare a vivere e fidarsi del mondo, dopo l’esperienza terribile e condivisa di una pandemia globale, che purtroppo non può ancora definirsi conclusa.

La selezione è curata dal Delegato Generale della SIC Giona A. Nazzaro con i membri della commissione di selezione Paola Casella, Simone Emiliani, Beatrice Fiorentino e Roberto Manassero.

  • LA SELEZIONE 2020

CONCORSO

50 O DOS BALLENAS SE ENCUENTRAN EN LA PLAYA – 50 OR TWO WHALES MEET AT THE BEACH

di Jorge Cuchí – Messico

Un agghiacciante romanzo di formazione (anti)sentimentale. Un film nerissimo e follemente lirico. La corsa verso l’autodistruzione di due adolescenti colti in un vortice di annoiata disperazione nichilista. Retto da uno sguardo privo di qualsiasi retorica, s’inoltra nei territori più pericolosi e inquietanti del sentire contemporaneo offrendo una riflessione sul mondo come immagine sconcertante.

Sinossi

Félix, un ragazzo di 17 anni, riceve un invito su WhatsApp: vuoi giocare allaBlue Whale? Il gioco con le 50 sfide? Quello in cui alla fine devi ucciderti? Félix accetta. È così che incontra Elisa.I dueiniziano a completare le sfide insieme. 50 è la storia d͛amore didue adolescenti con tendenze suicideche decidono di giocare insiemefinché morte non li separi. Mancano solo 6 giorni.

HAYALETLER – GHOSTS

di Azra Deniz Okyay – Turchia, Qatar

Turchia oggi. Il film con il quale il cinema turco discontinua il presente-Erdogan portando alla luce del sole storie, volti, desideri e conflitti altrimenti sempre intrecciati al simbolico e alle metafore. Un viaggio nel tessuto urbano di una città, fra crisi politiche, desideri, conflitti, hip hop e speculazioni. L’anno zero del cinema turco è questo.

Sinossi

Nel corso di una giornata in cui un sovraccarico di corrente minaccia l’intero paese͕ quattro personaggi incrociano le loro strade a Istanbul, in un quartiere in fase di gentrificazione per la costruzione della “Nuova Turchia”: una madre il cui figlio è in prigione, una giovane ballerina, un’artista-attivista e un astuto intermediario. Le loro storie si intrecciano nel corso di un affare di droga, offrendoci un racconto ruggente della Turchia contemporanea

NON ODIARE – THOU SHALT NOT HATE

di Mauro Mancini

Italia, Polonia

Un esempio di cinema civile come il “cinema italiano di una volta”. Un film non urlato che va dritto al cuore dei conflitti dell’oggi con un linguaggio chiaro e preciso. E che non semplifica le problematiche in campo. Un Alessandro Gassmann tutto contenuto in un dolore misurato che lo sguardo della regia trasforma sapientemente in una possibilità di rinascita.

Sinossi

In una città del nord-est vive Simone Segre, affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa͕ rintraccia la famiglia dellΖuomo͗ Marica͕ la figlia maggiore͖ Marcello͕ adolescente contagiato dal seme dell͛odio razziale; il piccolo Paolo. Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare.

POHANI DOROGY – BAD ROADS

di Natalya Vorozhbyt

Ucraina

La guerra ucraina raccontata attraverso una serie di situazioni e quadri apparentemente sconnessi fra di loro,ma che si rivelano invece profondamente intrecciati. Un teatro della crudeltà retto da uno sguardo filmico potente in grado di smontare la retorica della guerra. A tratti insostenibile, ci presenta una cineasta dalla voce potente e originale, nel segno di una scrittura matura e ricca di potenzialità.

Sinossi

Quattro storie ambientate lungo le strade del Donbass in guerra. Non esistono luoghi sicuri e nessuno può dare un senso a ciò che sta accadendo. Nonostante siano intrappolati nel caos, alcuni riescono comunque a esercitare un’autorità sugli altri. Ma in questo mondo, dove il domani potrebbe non arrivare mai, non tutti sono infelici e indifesi. Anche le vittime più innocenti possono avere la loro occasione per prendere il controllo.

SHORTA

di Anders Ølholm e Frederik Louis Hviid

Danimarca

La reinvenzione del poliziesco politico in stile Robert Aldrich. Poliziotti corrotti e poliziotti che si illudono di appartenere ai “buoni”. Un assedio violentissimo degno di Walter Hill e un virtuosismo visivo e muscolare assolutamente stupefacente. Cinema schiettamente popolare, contro le derive populiste del cinema d’intrattenimento.

Sinossi

I dettagli esatti di ciò che accadde a Talib Ben Hassi, 19 anni, mentre si trovava sotto custodia della polizia rimangono poco chiari. Gli agenti Jens e Mike sono di pattuglia nel ghetto di Svalegården quando la radio annuncia la morte di Talib, facendo esplodere la rabbia repressa e incontrollabile dei giovani del quartiere, che ora bramano vendetta. Così all’improǀǀisoi due poliziotti diventano un bersaglio facile e devono lottare con le unghie e coi denti per trovare una via d’uscita dal ghetto.

TOPSIDE

di Celine Held e Logan George

Una riflessione accurata e visivamente potente sulla stratificazione di classe della società nordamericana contemporanea. Un viaggio dal buio verso la luce per un film che ripensa la grande lezione del cinema indipendente statunitense. Un saggio di regia mirabile in grado di dare vita a uno dei finali più strazianti e formalmente memorabili degli ultimi anni. Una rivelazione.

Sinossi

Nelle viscere di New York City, una bambina di cinque anni e sua madre vivono nei tunnel abbandonati della metropolitana. In una feroce notte d’inverno dopo un improvviso sgombero da parte della polizia madre e figlia saranno costrette a risalire in superficie. La lotta per la sopravvivenza porterà anche ad una straziante consapevolezza.

USATVANO NEBUS – THE FLOOD WON’T COME

di Marat Sargsyan

Lituania

In qualche angolo dimenticato dell’Europa dell’Est si combatte una guerra senza esclusione di colpi. Un anziano militare che ne ha viste sin troppe di guerre s’inoltra progressivamente in un territorio popolato di fantasmi. Un film dotato di una straordinaria compattezza visiva e formale e pieno di invenzioni narrative sorprendenti. Un’opera che lascerà il segno.

Sinossi

Una schermata blu ci informa che la guerra è iniziata. Che cosa serve? Raccogliere gli uomini, trovare le armi o magari qualcuno ce le darà. Abbiamo bisogno di un posto, un paese in cui la guerra possa svolgersi. Nessun problema, il Colonnello è un vero professionista, ha già scatenato guerre su ordine, o per fare ordine, in molte occasioni e in molti paesi. Ma ora i suoi seguaci sono diventati grandi e hanno cominciato una guerra nel suo paese. Non vorrebbe, ma deve combattere. Sta invecchiando ed è stanco della guerra. Vorrebbe solo sedersi a tavola davanti ad un piatto fumante di gustose costolette e fissare lo schermo innocente di una TV, mentre il TG è in onda e il presentatore tutto agghindato annuncia che la guerra è iniziata.

EVENTI SPECIALI

Film d’apertura THE BOOK OF VISION di Carlo S. Hintermann

Italia, Regno Unito, Belgio

Un’immersione fantasmagorica in una dimensione alternativa del cinema. Un film potentemente onirico e generoso nel quale il mondo e il cinema sono immaginati come un rito delle origini e autentico desiderio di palingenesi. Un melodramma sontuoso e lirico nel quale le storie del cinema diventano una versione alternativa dell’umanità e delle sue immagini.

Sinossi

Eva abbandona la sua carriera di medico per immergersi nella Storia della medicina. È giunto il tempo di mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia, un destino segnato. Johan Anmuth è un medico prussiano del Settecento in perenne conflitto tra nuove spinte giornalistiche e antiche forme di animismo in The Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le due esistenze in un vortice ininterrotto Niente si esaurisce nel proprio tempo. È reale ciò che si desidera, non quello che meramente accade.

Film di chiusura THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini

Italia, Lettonia

Una saga familiare come il più appassionante dei romanzi d’appendice. La storia di Roberto Rossellini evocata da uno sguardo affettuoso e disincantato. Alessandro Rossellini, figlio di Renzo, nipote di Roberto, ci conduce nel cuore di una storia infinita narrata con un candore sconcertante. Un film intimamente “rosselliniano”.

Sinossi

Roberto Rossellini è stato un genio del cinema ed un padre spiccatamente anticonformista. I suoi amori hanno riempito le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, scandalizzando la rigida morale degli anni Cinquanta e dando alla luce una famiglia numerosa, orgogliosamente multietnica e decisamente allargata. Alessandro, primo nipote del grande regista, ha avuto una carriera traballante da fotografo e un lungo passato di tossicodipendenza. Come primo nipote di un genio͕ non si sente all’altezza del cognome͘ Decide così di girare a ρρ anni il suo primo film͕ affrontando con ironia la saga dei Rossellini e obbligando i parenti ad un’impossibile terapia familiare davanti alla macchina da presa.

  • LA SELEZIONE SIC@SIC 2020

CONCORSO

  • ACCAMÒRA (IN QUESTO MOMENTO) di Emanuela Muzzupappa
  • ADAM di Pietro Pinto
  • FINIS TERRAE di Tommaso Frangini
  • GAS STATION di Olga Torrico
  • J’ADOR di Simone Bozzelli
  • LE MOSCHE di Edgardo Pistone
  • WHERE THE LEAVES FALL di Xin Alessandro Zheng

EVENTI SPECIALI

  • Cortometraggio di apertura LES AIGLES DE CARTHAGETHE EAGLES OF CARTHAGE di Adriano Valerio
  • Cortometraggio di chiusura ZOMBIE di Giorgio Diritti

La 35° Settimana Internazionale della Critica si svolgerà dal 2 al 12 settembre. Di seguito l’immagine ufficiale dell’edizione di quest’anno che è stata affidata alla giovane artista Fabiana Mascolo:

35° Settimana Internazionale della Critica

355: Jessica Chastain annuncia l’inizio della produzione

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355: Jessica Chastain annuncia l’inizio della produzione

Conclusi i festeggiamenti per la vittoria degli USA ai mondiali di calcio femminili, Jessica Chastain ha annunciato l’inizio della produzione di The 355, il thriller di spionaggio diretto da Simon Kinberg, che vede l’attrice guidare un cast all (female) stars tra cui spiccano Lupita Nyong’o, Diane Kruger, Fan Bingbing e Penelope Cruz.

Kinberg è stato scelto per dirigere The 355 da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Theresa Rebeck. Il film segue un gruppo di spie delle agenzie internazionali di tutto il mondo. Queste donne dovranno fare squadra, superare i reciproci sospetti e conflitti, usare tutti i loro talenti e la loro formazione per fermare un evento che potrebbe gettare il nostro mondo nel caos. Lungo la strada, queste sconosciute diventano compagne e amiche, e formano così una nuova squadra: nome in codice “355” (un nome preso in prestito dalla prima spia donna nella Rivoluzione americana). Anche Sebastian Stan e Edgar Ramirez fanno parte del cast.

“Sono così contento di avere un’attrice del suo calibro per completare questo cast straordinario” ha detto Kinberg. La Universal ha acquisito i diritti di distribuzione negli Stati Uniti. CAA Film Finance ha negoziato l’accordo con Film Nation per le vendite internazionali. Freckle Films della Chastain e Kelly Carmichael produrranno insieme alla Kinberg Genre di Simon Kinberg.

Nel 2017, Chastain e Bingbing erano nella giuria di Cannes quando Kruger vinse la palma d’oro per la migliore attrice per Oltre la notte. Quel film ha vinto anche un Critics Choice e un Golden Globe come miglior film in lingua straniera.

355: Chastain, Cruz, Nyong’O, Kruger e Fan nei character poster

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355: Chastain, Cruz, Nyong’O, Kruger e Fan nei character poster

Sono stati diffusi i character poster di 355, il film diretto da Simon Kinberg con protagoniste Jessica Chastain, Penelope Cruz, Lypita Nyong’O, Diane Kruger e Bingbing Fan.

355 character poster

Simon Kinberg è stato scelto per dirigere il film da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Theresa Rebeck. Il film segue un gruppo di spie delle agenzie internazionali di tutto il mondo. Queste donne dovranno fare squadra, superare i reciproci sospetti e conflitti, usare tutti i loro talenti e la loro formazione per fermare un evento che potrebbe gettare il nostro mondo nel caos. Lungo la strada, queste sconosciute diventano compagne e amiche, e formano così una nuova squadra: nome in codice “355” (un nome preso in prestito dalla prima spia donna nella Rivoluzione americana). Anche Sebastian Stan e Edgar Ramirez fanno parte del cast.

“Sono così contento di avere un’attrice del suo calibro per completare questo cast straordinario” ha detto Kinberg. La Universal ha acquisito i diritti di distribuzione negli Stati Uniti. CAA Film Finance ha negoziato l’accordo con Film Nation per le vendite internazionali. Freckle Films della Chastain e Kelly Carmichael produrranno insieme alla Kinberg Genre di Simon Kinberg.

Nel 2017, Chastain e Bingbing erano nella giuria di Cannes quando Kruger vinse la palma d’oro per la migliore attrice per Oltre la notte. Quel film ha vinto anche un Critics Choice e un Golden Globe come miglior film in lingua straniera.

35 Easter Eggs e riferimenti ai videogiochi di Sonic 3

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35 Easter Eggs e riferimenti ai videogiochi di Sonic 3

Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3) (qui la recensione) presenta un’ampia collezione di interessanti uova di Pasqua, riferimenti ai videogiochi e altro ancora. Con il Team Sonic che si scontra con il debutto “live-action” di Shadow the Hedgehog (doppiato da Keanu Reeves), il terzo film di Sonic adatta diversi elementi dai giochi classici di SEGA, in particolare da Sonic Adventure 2. A tal fine, ci sono diversi riferimenti al gioco del 2001, oltre a molti altri divertenti riferimenti ai primi due film di Sonic, alla cultura pop e altro ancora.

Ispirato alla prima apparizione di Shadow in Sonic Adventure 2 al fianco del nonno di Eggman, Gerald Robotnik (Jim Carrey), Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3) adatta diversi elementi fondamentali delle origini del riccio oscuro, come la sua relazione con Maria Robotnik, la nipote di Gerald. Per questo motivo, nel nuovo film di Sonic si possono trovare molti collegamenti con i giochi, oltre ai riferimenti più tipici che il pubblico si aspetta dal franchise. Per questo motivo, ecco 35 dei più grandi Easter Eggs e riferimenti che abbiamo trovato in Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3).

Prison Island

Prison Island From Sonic Adventure 2

Da Sonic Adventure 2

All’inizio di Sonic 3, Shadow si risveglia dalla stasi 50 anni dopo essere stato addormentato da GUN. Shadow si risveglia in una struttura a Prison Island, al largo della costa di Tokyo. L’isola della prigione era un luogo in cui GUN teneva prigioniero Sonic in SonicAdventure 2.

Jorma Taccone dei The Lonely Island

Jorma Taccone dei The Lonely Island (ha diretto un episodio di Knuckles)

(ha diretto un episodio di Knuckles)

Jorma Taccone interpreta l’ufficiale del GUN incaricato di sorvegliare la camera di stasi di Shadow. Conosciuto soprattutto per essere un membro del trio comico musicale The Lonely Island con Andy Samberg e Akiva Schaffer, Jorma Taccone ha anche diretto il quarto episodio della serie Knuckles , che presentava l’esilarante canzone “The Flames of Disaster” (con il cantante Michael Bolton).

La gara di Sonic con Knuckles e Tails

Sonic's Race With Knuckles and Tails

Riferimenti multipli ai giochi

La gara di Sonic nella foresta con Knuckles e Tails presenta molteplici riferimenti ai giochi classici, come la musica della vittoria finale quando Sonic taglia il traguardo e il palo della porta che gira. Gli ologrammi di Knuckles e Tails vengono anche mostrati mentre battono i piedi, una classica animazione dei personaggi inattivi dei giochi.

Il Team Sonic in uscita da un elicottero GUN

Sonic Adventure 2

L’inizio di Sonic Adventure 2

Reclutato dalla GUN per dare la caccia a Shadow, il Team Sonic salta dall’elicottero della GUN prima di lanciarsi nella città di Tokyo. Questo rispecchia l’inizio di Sonic Adventure 2, quando Sonic viene mostrato mentre fugge dalla GUN saltando da un elicottero (e usando una delle sue porte come tavola da surf).

La moto e la pistola di Shadow

Shadow's Bike anad

Riferimenti al gioco in solitaria di Shadow

Guidando una moto e sparando con una pistola a un Sonic che lo insegue, Shadow fa una bella entrata in scena durante il suo primo scontro con il classico porcospino blu. Allo stesso modo, la moto e la pistola sono riferimenti al gioco in solitaria di Shadow pubblicato da SEGA nel 2005 (e che potrebbe servire per un epico film spin-off).

“1,21 Gigawatt”

ritorno-al-futuro-film

Ritorno al futuro

Dopo il grave scontro tra Sonic e Shadow che ha temporaneamente interrotto la rete elettrica della città, uno stordito Sonic viene aiutato da Tails e Knuckles mentre mormora “1,21 gigawatt…”. Questo è un riferimento a Ritorno al futuro, la quantità di energia necessaria alla classica DeLorean per viaggiare nel tempo.

Chao Gardens

Chao Gardens
via EW

Visti in diversi giochi di Sonic

Dopo essersi riunito, Tails porta la squadra ai Chao Gardens, un famoso ristorante di Tokyo che ospita le classiche creature fatate dei giochi. Nel gioco (come in Sonic Adventure 2), sono presenti diversi Chao Gardens, luoghi in cui le piccole creature possono essere portate e curate una volta trovate.

Detective Pikachu

Pokémon: Detective Pikachu film 2019

Un altro grande film sui videogiochi

Tails viene scambiato da alcuni bambini per il detective Pikachu, con grande divertimento di Knuckles. Come i film di Sonic, Detective Pikachu è stato un altro adattamento di successo di un videogioco che ha mescolato personaggi di gioco in computer grafica con attori umani e ambienti reali.

Shadow, The Ultimate Life Form

Shadow, The Ultimate Life Form

Il suo nome classico

Incontrando il Team Sonic al ristorante, il comandante Walters conferma che Shadow faceva parte di un progetto segreto della GUN risalente a 50 anni fa, quando recuperarono una meteora contenente “The Ultimate Lifeform . Questo è il nome classico di Shadow nei giochi e nei fumetti, a testimonianza dei suoi impressionanti poteri e abilità.

Robotnik’s Spanish Soap Opera

Robotnik's Spanish Soap Opera

Visto per la prima volta nella serie Knuckles (con Cristo Fernández)

Rivelatosi vivo e nascosto in un gigantesco granchio robot, l‘Eggman di Jim Carrey viene mostrato mentre mangia e guarda una soap opera spagnola intitolata “La Ultima Pasión”, con il Cristo Fernández diTed Lasso nel doppio ruolo di due fratelli gemelli rivali. Tuttavia, la serie stessa è stata citata per la prima volta nell’episodio 5 di Knuckles, quando l’echidna la guarda brevemente nella sua stanza d’albergo a Reno.

La paura dei fantasmi di Knuckles

Knuckles' Fear Of Ghosts

Probabile riferimento a Pumpkin Hill

Esplorando la facoltà abbandonata di GUN dove Shadow ha perso Maria, Knuckles cerca di negare la sua paura dei fantasmi. Questo potrebbe essere un riferimento a Pumpkin Hill, un livello incentrato su Knuckles in Sonic Adventure 2 che presentava una collezione di fantasmi.

La velocità di Keanu Reeves

Il film che ha ispirato il casting delle ombre di Keanu

Dopo aver incontrato Gerald Robotnik per la prima volta, Eggman mette alla prova l’intelletto del suo presunto nonno con banalità ed equazioni. Una di queste equazioni consiste nel dividere la velocità della luce e del tempo con la velocità dell’autobus di Speed, il film del 1994 con Keanu Reeves che Sonic guarda in segreto con Tom e Maddie Wachowski nel primo film. Per questo motivo, l’amore professato da Sonic per Keanu in Speed ha contribuito a motivare il suo futuro casting come Shadow per Sonic 3.

Cannone a eclissi di Robotnik

Cannone a eclissi di Robotnik

Una superarma incredibilmente potente

Il Gerald di Jim Carrey rivela all’Ivo di Jim Carrey di aver costruito un’enorme superarma per GUN, nota come Eclipse Cannon. Si tratta della stessa superarma costruita da Gerald nella continuità dei giochi e che è stata utilizzata da Eggman decenni dopo in Sonic Adventure 2.

Ivo e Gerald Robotnik nel Paese di Eggman

Ivo and Gerald Robotnik In Eggmanland

Apparsi per la prima volta in Sonic Labyrinth

Trascorrendo un po’ di tempo insieme utilizzando la VR, Ivo e Gerald vengono mostrati mentre cavalcano insieme le montagne russe di “Eggmanland”. Apparso in diversi giochi, Eggmanland è un luogo classico che è un ibrido tra città e parco a tema, un’utopia robotica agli occhi di Eggman stesso.

Mr. e Mrs. Smith

Mr. & Mrs. Smith cast

Un classico film di spionaggio citato dai Wachowski

Mentre pianifica l’irruzione nel quartier generale della GUN a Londra, il Team Sonic chiede l’aiuto di Tom e Maddie, desiderosi di un po’ di azione. Eccitati dall’idea di infiltrarsi nella base, Tom e Maddie si definiscono “Mr. e Mrs. Smith, facendo riferimento all’omonimo film di spionaggio di Brad Pitt e Angelina Jolie (che ha ricevuto un recente reboot della serie con Donald Glover e Maya Erskine).

Schermata di selezione del personaggio classico di Sonic

Classic Sonic Character Select Screen

Durante la pianificazione del colpo

Mentre Tails esamina i ruoli di ogni persona nella rapina, viene brevemente mostrata una schermata di selezione dei personaggi. Assomiglia molto a quella dei giochi classici di Sonic, come Sonic Adventure 2.

Shadow’s Revenge Guac

Shadow's Revenge Guac

Mentre i Robotnik si infiltrano nel quartier generale della GUN, Shadow è costretto ad aspettare con Stone che gli offre del guacamole. Rispondendo che si tratterebbe di “guacamole della vendetta”, questo è un riferimento al primo film di Sonic, quando Sonic menziona quanto sia strana la parola “guacamole”.

Camei da Sonic The Hedgehog 2

Sonic 2
Jim Carrey in Sonic 2. Courtesia di Paramount Pictures e Sega of America.

Rachel e Randall

Utilizzando dei travestimenti olografici, Tom e Maddie si infiltrano nella base nei panni di Rachel (Natasha Rothwell), sorella di Maddie, e di Randall Handel (Shemar Moore), suo marito, agente della GUN. Rachel e Randall appaiono in Sonic the Hedgehog 2, mentre celebrano il loro matrimonio alle Hawaii.

“Un classico trucco degli anni ’90

Soffiare sulle cartucce SEGA

Quando la chiavetta USB di Tails non funziona, Tom ci soffia sopra e la rimette dentro, risolvendo il problema. Confermando che si tratta di “un classico trucco degli anni ’90”, questo è senza dubbio un cenno alla classica soluzione videoludica di soffiare sulle vecchie cartucce di gioco quando e se non rispondono inizialmente, come quelle per il SEGA Genesis.

Sonic cammina lungo Abbey Road

Jim Carrey e Sonic in Sonic 3
Jim Carrey e Sonic in Sonic 3. Foto di Paramount Pictures e SEGA © 2024

“John, Paul, George, l’altro”.

Mentre corre per superare gli scudi temporaneamente abbassati di GUN, Sonic si prende un momento per ricreare la classica copertina dell’album Abbey Road dei Beatles. Tuttavia, lancia una sottile frecciatina a Ringo, spesso dimenticato.

Il livello antigravitazionale in Sonic Adventure 2

Il livello antigravitazionale in Sonic Adventure 2 La migliore difesa di sicurezza della GUN

La migliore difesa di sicurezza della GUN

L’ultima difesa di sicurezza a guardia della seconda chiave del Cannone a Eclissi è una stanza con gravità variabile, con pannelli verdi per una minore quantità di gravità e pannelli rossi per una maggiore quantità di gravità. Si tratta probabilmente di un parallelo con il penultimo livello di Sonic Adventure 2, anch’esso caratterizzato da diversi cambiamenti di gravità.

Le fiamme del disastro di Knuckles

Le fiamme del disastro di Knuckles

Apparso per la prima volta nello spettacolo di Knuckles

Quando si schianta per salvare la situazione, Knuckles viene mostrato con i suoi pugni infuocati, noti come “Fiamme del disastro”. Si tratta di un potere mistico del guerriero che è stato trattato nella serie spin-off Knuckles.

Le classiche tute di Robotnik di Ivo e Gerald

Ivo and Gerald's Classic Robotnik Suits

Un’evoluzione completa per il villain di Jim Carrey

Dopo aver ottenuto l’accesso al cannone Eclipse, Gerald regala a Ivo e a se stesso delle tute nuove di zecca. Per Eggman in particolare, la nuova tuta rossa è una copia fedele della sua apparizione nei giochi, rappresentando la fase finale della sua evoluzione, iniziata con il suo debutto in live-action nel primo film di Sonic.

Wade Whipple e il Maestro Emerald

Wade Whipple and Master Emerald

“Il più grande guerriero di tutti i tempi”.

Deciso a usare il Master Emerald, Sonic costringe Knuckles a rivelare la sua posizione, che si rivela essere nelle mani di Wade Whipple (Adam Pally). Knuckles lo chiama “Il più grande guerriero di tutti i tempi”, in riferimento alle avventure di Knuckles e Wade nella serieKnuckles, dove Wade ha ricevuto un addestramento da guerriero dall’echidna.

Shadow blocca i colpi di Super Sonic

Shadow blocca i colpi di Super Sonic

Rispecchiamento di Neo in Matrix

Prendendo il potere del Master Emerald per sé, Shadow diventa Super Shadow per rivaleggiare con Super Sonic. A tal fine, il riccio più scuro blocca uno dei primi colpi di Super Sonic in un modo che ricorda molto il Neo di Keanu Reeves in Matrix che combatte contro l’Agente Smith dopo essere diventato “The One”.

“Ti sei lasciato aperto”

Riferimento al classico colpo alla gola di Robotnik

Quando Eggman colpisce il nonno alla gola e si rende conto che Gerald intende distruggere il mondo, gli dice: “Ti sei lasciato aperto. Questo è un riferimento al primo Sonic, quando Robotnik fece e disse la stessa cosa all’agente Stone.

“Guardare con odio Lanterna Verde del 2011”

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Ryan Reynolds in una scena del poco apprezzato film Lanterna Verde

Un riferimento brutale alla DC

Di fronte a suo nipote, Gerald si arma con un grande nano-pugno. Tuttavia, Eggman non è impressionato, affermando di non averne più visto uno da quando “odiava Lanterna Verde del 2011, una battuta esilarante ma brutale a spese di uno dei film sui supereroi DC peggio accolti di tutti i tempi.

“Vivi e impara”

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Il tema di Sonic Adventure 2

Quando si riconciliano le loro differenze e uniscono le forze per la prima volta come Super Sonic e Super Shadow, inizia a suonare “Live and Learn” dei Crush 40. Questo era il tema principale di Sonic Adventure 2 , quindi il suo utilizzo nella battaglia finale di Sonic 3 è estremamente appropriato e molto divertente, adattando efficacemente il finale del gioco classico.

“Devo andare veloce”

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Il classico tormentone di Sonic

Poco prima che Sonic e Shadow affrontino le difese di Gerald Robotnik, Sonic usa la sua classica frase Gotta Go Fast. Il tormentone ha origine dalla sigla della serie animata Sonic X.

L’esercito di robot di Gerald Robotnik

Riferimento a E123/Omega di Sonic Heroes

Scatenando una legione di robot per affrontare Shadow e Sonic, questi sembrano far parte della serie E-100 di Robotnik. Nei giochi, E123/Omega è uno di questi robot che ha finito per cercare uno scopo più grande e si unisce al Team Dark in Sonic Heroes con Shadow e Rogue the Bat.

Eggman distrugge la luna

Ma per un motivo diverso rispetto a Sonic Adventure 2

In Sonic Adventure 2, Eggman spara intenzionalmente il cannone Ecplise contro la luna per dimostrare il suo potere agli abitanti della Terra affinché si sottomettano al suo dominio. Tuttavia, l’ Eggman di Sonic 3 distrugge la luna per puro caso, dopo aver acceso il cannone poco prima che questo distrugga il mondo come desiderava suo nonno. Per questo motivo, il ruolo di Eggman nel danneggiamento della luna è molto più altruistico, in quanto era l’alternativa per salvare il mondo.

“La base di Ball”

Da Sonic The Hedgehog 2

Chiedendo a Knuckles se gli interesserebbe “The Base of Ball”, Tails lo fa lanciare dall’echidna in modo che possa salvare Sonic. “The Base of Ball” è un riferimento alla fine di Sonic the Hedgehog 2, quando il trio gioca a baseball con Tom e Maddie.

Le ultime parole di Robotnik

Riferimento ai primi due film di Sonic

Sacrificandosi per distruggere il cannone dopo aver distrutto suo nonno, Eggman lascia un ultimo messaggio all’agente Stone, dicendogli che gli mancheranno i suoi caffellatte con latte di capra austriaco: “Mi piace come li fai!”, avendo detto lo stesso nel primo film di Sonic. Robotnik fa anche la sua classica imitazione del robot che faceva nei primi due film prima che il cannone esploda.

Sonic di metallo

amy rose sonic 3

Un nuovo classico villain per Sonic The Hedgehog 4

Nella scena dei titoli di coda di Sonic the Hedgehog 3, Sonic viene attaccato da diversi Metal Sonic. Apparso per la prima volta in Sonic the Hedgehog CD, Metal Sonic era la potente opera magna delle creazioni di Robotnik, quindi forse questi Metal Sonic sono stati attivati come emergenza in caso di morte di Robotnik (ma potrebbe anche significare che Robotnik è ancora vivo). In ogni caso, sembra che Metal Sonic sarà il cattivo o i cattivi di Sonic 4 (che è stato confermato).

Rosa Amy

Impugnando il suo martello Piko Piko

Sonic viene salvato da nientemeno che Amy Rose, il classico riccio rosa che si vede come la fidanzata di Sonic nei giochi, negli spettacoli e nei fumetti. Impugnando il suo martello piko piko, Amy è una forza da non sottovalutare nel post-credits di Sonic 3 e sarà senza dubbio un’aggiunta molto eccitante al Team Sonic in futuro.

34° Noir in festival: premiati Brief History of a Family e Mimì – il principe delle tenebre

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Un’insospettabile Asia Argento in versione commedia brillante al fianco di Matilde Gioli e Pierpaolo Spollon in Fatti vedere di Tiziano Russo porta il sorriso nella serata finale del 34° Noir in festival che si conclude oggi con il festeggiamento ai premiati dei due concorsi per il cinema.

La giuria per il concorso internazionale del Noir in Festival 2024, composta dal regista e produttore inglese James Jones (Presidente), insieme a Chiara Caselli (attrice, regista e fotografa), Fulvio Risuleo (regista) e Letizia Toni (attrice) ha attribuito all’unanimità il premio per il miglior film della 34ma edizione del Noir in Festival:

Black Panther Award 2024 a

  • BRIEF HISTORY OF A FAMILY di Lin Jianjie

con la seguente motivazione: “Se è vero che il Noir è un sentimento con cui si racconta una storia, il film a cui assegniamo il nostro unico e importante premio può considerarsi un esempio di questa maniera di vedere il mondo. Per la sua capacità di raccontare uno spaccato sociale senza mai essere didascalico e con grande sensibilità, per la sua regia originale, poetica e la sua abilità di utilizzare pochi elementi ricchi di mistero.”. BRIEF HISTORY OF A FAMILY di Lin Jianjie arriverà nelle sale italiane distribuito da Movies Inspired.

La giuria popolare composta come da tradizione da giovani studenti e appassionati di cinema, coordinati da Maurizio Di Rienzo e affiancati dagli esperti Nicole Bianchi, Anna Maria Pasetti, Giulio Sangiorgio (delegato IULM), ha visto e votato i sei titoli finalisti decretando il vincitore della 9° edizione del

MIMI - IL PRINCIPE DELLE TENEBRE
MIMI – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica ha vinto il premio Claudio Caligari 2024

Premio Claudio Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno, realizzato dal Noir in Festival in collaborazione con IULM e Cinecittà News, a

  • MIMÌ – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica

Il film ha vinto per un’incollatura sugli altri cinque finalisti, e da gennaio tornerà sugli schermi, sulle maggiori piattaforme, dopo l’uscita in sala a fine 2023 con Cinecittà Luce.

L’ultima giornata del Noir in festival ha avuto i colori del giallo e del rosa, dopo una settimana in noir, fitta di protagonisti ed eventi d’eccellenza tra la  grande “Signora in nero” Joyce Carol Oates, vincitrice del Raymond Chandler Award, il tributo a Steven Soderbergh con l’anteprima del suo atteso Presence, gli incontri con maestri del mystery come Maurizio De Giovanni, Juan Gómez-Jurado, Vanna Vinci, Luca Crovi e gli autori del Premio Giorgio Scerbanenco, l’omaggio ad Alain Delon (con l’Institut Français).

Al pubblico dei giovani e giovanissimi è infatti dedicato Il migliore dei mali, esordio alla regia della youtuber di Violetta “Rocks” Rovetto accompagnata al festival da due dei protagonisti Andrea Arru e Giuseppe Pallone.

Ha invece i colori della commedia romantica intinta nel mystery il film che conclude quest’edizione del festival per salutarci con un sorriso e festeggiare la verve comica di un’inedita e travolgente Asia Argento. Il nuovo film di Tiziano Russo Fatti vedere, da febbraio in sala con Eagle Pictures, è una brillante commedia romantica piena di colpi di scena e cambi di registro, ricca di venature noir.

Noir in Festival 2024

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