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Flash arriverà presto nel DCU grazie a una serie appena confermata?

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Le indiscrezioni sul progetto Dc Studios dal titolo DC Crime sono state finalmente confermate. La serie sarà presentata come una docuserie di genere true crime, con Jimmy Olsen (Skyler Gisondo) come presentatore.

Il piano prevede che la prima stagione ruoti attorno a Gorilla Grodd, apparso brevemente in Creature Commandos, e confermato come uno dei personaggi preferiti del co-CEO di DC Studios, James Gunn. Tony Yacenda e Dan Perrault (American Vandal) saranno sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner della serie.

Si potrebbe dire molto sul fatto che DC Studios stia procedendo con un’altra serie non annunciata come parte del programma “Capitolo 1: Dei e Mostri” all’inizio del 2023, soprattutto considerando che Waller, Paradise Lost e The Brave and the Bold non sono attesi in tempi rapidi.

In ogni caso, se questa docuserie parodia vuole raccontare la storia di Gorilla Grodd, allora dovrà sicuramente includere il suo più grande nemico, Flash. Il Velocista Scarlatto è stato il primo eroe con cui Grodd si è mai confrontato, e da allora i due sono indissolubilmente legati. Grodd è al 100% un cattivo di Flash, e rivelare le sue precedenti imprese senza l’ingresso dell’Uomo Più Veloce del Mondo è come raccontare la storia di Venom senza Spider-Man (e sappiamo tutti com’è andata).

Quindi, Gunn sceglierà Flash per DC Crime? Come minimo, ci aspettiamo che Barry Allen sia tra gli intervistati per la serie, visto che è un medico legale del Dipartimento di Polizia di Central City! Al momento, però, nulla è stato confermato.

Lo scorso dicembre, Gunn ha dichiarato che “stiamo tenendo il passo con lo sviluppo” per quanto riguarda il debutto di Flash nel DCU. Ad agosto, gli è stato chiesto dei riferimenti all’eroe (e a Wonder Woman) nella prima stagione di Peacemaker, e ha risposto: “Sì, sono canonici? Non lo so. Dovremo aspettare e vedere. Voglio dire, prima o poi esisteranno. Se esistano già, non lo so.”

Il ritorno di Ezra Miller è sicuramente fuori discussione per ovvi motivi, ma Grant Gustin, star della serie TV The Flash, potrebbe riprendere il suo ruolo più famoso a teatro? Beh, ha parlato con Gunn, che ha confermato di essere un fan dell’attore in più occasioni.

“Grant è un ragazzo incredibilmente talentuoso, credo che ora si esibisca a Broadway, e non sprecherà assolutamente nulla solo perché al momento non è impegnato in un progetto DC. Ma, ovviamente, mi piacerebbe molto lavorare con lui prima o poi”, aveva promesso in precedenza.

Per certi versi, ha senso che il DCU passi a Wally West. In ogni caso, non includere Flash in DC Crime sarebbe un errore madornale da parte dei DC Studios, e un aspetto che fa ben sperare per l’introduzione dell’eroe potrebbe essere quanto Gunn abbia apprezzato il film del 2023 dedicato al personaggio.

“È uno dei migliori film di supereroi che abbia mai visto. [Il regista] Andy Muschietti ha fatto un lavoro straordinario”, disse all’epoca. “Posso dire un’altra cosa? Flash è fottutamente fantastico.”

Wicked – Parte Due: il nuovo trailer ufficiale

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Il fenomeno culturale cinematografico globale dello scorso anno, diventato l’adattamento cinematografico di Broadway di maggior successo di tutti i tempi, giunge ora alla sua epica, elettrizzante ed emozionante conclusione in Wicked – Parte Due.

Diretto ancora una volta dal pluripremiato regista Jon M. Chu e con il ritorno dello spettacolare cast guidato dalle superstar candidate all’Oscar® Cynthia Erivo e Ariana Grande, il capitolo finale della storia mai raccontata delle streghe di Oz inizia con Elphaba e Glinda che si allontanano vivendo le conseguenze delle loro scelte.

Elphaba (Cynthia Erivo), ormai demonizzata come la Strega Malvagia dell’Ovest, vive in esilio nella foresta di Oz, continuando la sua lotta per la libertà degli animali di Oz e cercando disperatamente di rivelare la verità sul Mago (Jeff Goldblum).

Glinda, nel frattempo, è diventata l’emblema della bontà per tutta Oz, vive nel palazzo della Città di Smeraldo e gode dei vantaggi della fama e della popolarità. Sotto le direttive di Madame Morrible (il premio Oscar® Michelle Yeoh), Glinda viene scelta come brillante punto di riferimento per il popolo di Oz, rassicurando le masse che tutto va bene sotto il governo del Mago.

Mentre la celebrità di Glinda cresce e si prepara a sposare il Principe Fiyero (il vincitore del premio Olivier e candidato agli Emmy e ai SAG Jonathan Bailey) in uno spettacolare matrimonio oziano, è tormentata dalla separazione da Elphaba. Tenta una riconciliazione tra Elphaba e il Mago, ma i suoi sforzi falliranno, allontanando ulteriormente Elphaba e Glinda. Le conseguenze trasformeranno Boq (il candidato al Premio Tony Ethan Slater) e Fiyero per sempre, e metteranno in pericolo la sicurezza della sorella di Elphaba, Nessarose (Marissa Bode), quando una ragazza del Kansas si intrometterà nelle loro vite.

Mentre una folla inferocita si solleva contro la Strega Malvagia, Glinda ed Elphaba dovranno riunirsi un’ultima volta. Con la loro singolare amicizia al centro del loro futuro, dovranno confrontarsi con sincerità ed empatia, se vorranno cambiare se stesse, e tutta Oz, per sempre.

Il cast di Wicked – Parte Due comprende anche i candidati all’Emmy Bowen Yang e Bronwyn James nei panni degli assistenti di Glinda, Pfannee e ShenShen, e la candidata ai BAFTA e ai Grammy Sharon D. Clarke (Caroline, or Change) come voce della tata di Elphaba, Dulcibear.

Il film è prodotto da Marc Platt, già vincitore di Tony ed Emmy, e da David Stone, più volte vincitore di Tony. I produttori esecutivi sono Stephen Schwartz, David Nicksay, Jared LeBoff, Winnie Holzman e Dana Fox. Il primo film, Wicked, uscito nel novembre 2024, ha ottenuto 10 nomination agli Oscar®, tra cui quella per il miglior film, vincendo gli Oscar® per Migliori Costumi e per la Migliore Scenografia. Ad oggi, il film ha incassato 750 milioni di dollari in tutto il mondo.

Wicked – Parte Due è basato sul musical che ha segnato una generazione, con le musiche e i testi del leggendario compositore e paroliere Stephen Schwartz, vincitore di Grammy e Oscar®, e sul libro di Winnie Holzman, tratto dal romanzo bestseller di Gregory Maguire. La sceneggiatura è di Winnie Holzman e Winnie Holzman & Dana Fox. La colonna sonora del film è di John Powell & Stephen Schwartz, con musiche e testi di Stephen Schwartz.

Amanda Seyfried: 10 cose che non sai sull’attrice

Amanda Seyfried è una delle attrici che farà ancora molta strada nella storia del cinema. Ha sempre dimostrato di avere un talento innato per la recitazione e per il canto e, nonostante il suo successo, non si è mai montata la testa. Sempre umile, con quel viso da bambina, con i suoi occhi azzurri e la sua chioma bionda ha fatto innamorare il pubblico di mezzo mondo. Da Mamma Mia! a First Reformed, il successo continua ad avanzare, così come la sua bravura.

Ecco, allora, dieci cose che non sapevate di Amanda Seyfried.

Amanda Seyfried oggi: film e carriera

Amanda Seyfried
Amanda Seyfried sul red carpet di Venezia 82 – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

1. Amanda Seyfried: i film e la carriera. Il debutto cinematografico della Seyfried risale al 2004, quando partecipa alla commedia Mean Girls. Successivamente reciterà in Alpha Dog (2006), Solstice (2008) e all’adattamento cinematografico di Mamma Mia!, in cui interpreta Sophie, la figlia di Donna, interpretata da Meryl Streep. In seguito, ha lavorato in film come Jennifer’s Body (2008), Chloe – Tra seduzione e inganno (2009), Letters to Juliet (2010), Dear John (2010), Cappuccetto rosso sangue (2011) e In Time (2011). Ritorna al musical con Les Misérables nel 2012, e interpreta poi la pornodiva Linda Lovelace in Lovelace (2013), per poi lavorare in Un milione di modi per morire nel West (2014), Giovani si diventa (2015), Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015) e Padri e Figlie (2015). Tra i suoi film più recenti si annoverano First Reformed (2017), Mamma Mia! Ci risiamo (2018), Anon (2018), Ve ne dovevate andare (2020), Mank (2020) e L’apparenza delle cose (2021).

Nel 2025 Amanda Seyfried conferma il suo status di attrice completa e in continua evoluzione. Dopo aver conquistato pubblico e critica con Mank e la serie The Dropout, che le è valsa un Emmy Award come miglior attrice protagonista, Seyfried è tornata alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare The Testament of Ann Lee, diretto da Michael Almereyda. Il film, atteso nelle sale italiane nel 2026, segna per l’attrice un nuovo passo nella sua esplorazione di ruoli intensi e psicologicamente complessi.

Sempre più selettiva nelle sue scelte, Amanda Seyfried sembra oggi orientata verso film che uniscono autorialità e forza emotiva, continuando a costruire una carriera solida e credibile, capace di evolversi senza mai rinunciare alla propria autenticità artistica.

Amanda Seyfried
AMANDA SEYFRIED as Valerie in Warner Bros. Pictures’ fantasy thriller “RED RIDING HOOD,” a Warner Bros. Pictures release.

2. Ha recitato anche per la televisione. La carriera dell’attrice è però iniziata in televisione, dove dal 2000 al 2001 ha recitato nella soap opera Così gira il mondo. Successivamente è apparsa anche in serie come La valle dei pini (2002-2003), Veronica Mars (2004-2006), Dr. House (2005), Wildfire (2006) e Big Love (2006-2011). Nel 2015, Amanda Seyfriend si è aggiudicata una parte molto importante nella terza stagione di Twin Peaks, quella di Rebecca Burnett.

Sul fronte televisivo, Amanda Seyfried è invece protagonista della serie drammatica Long Bright River, tratta dal romanzo di Liz Moore, in cui interpreta una poliziotta alle prese con un’indagine che intreccia crimine e legami familiari. Accanto a questo, è tornata anche nel cast della miniserie The Crowded Room (Apple TV+), dove affianca Tom Holland nel ruolo della psicologa Rya Goodwin. Questi progetti confermano la sua capacità di spaziare tra cinema indipendente e produzioni di ampio respiro, mantenendo una presenza costante e riconoscibile nel panorama contemporaneo.

Film con Amanda Seyfried su Netflix

Negli ultimi anni Amanda Seyfried ha collaborato spesso con Netflix, che ha distribuito alcuni dei suoi titoli di maggior successo, come L’apparenza delle cose e Mank. La piattaforma continua a essere uno dei principali partner della sua carriera, con cui l’attrice mantiene un forte legame anche per i progetti futuri.

Amanda Seyfried e gli Oscar

3. È stata candidata al prestigioso premio. Il 2020 è stato un anno particolarmente importante per la Seyfried. Oltre ad essere diventata mamma per la seconda volta, ha infatti recitato nel film Mank, interprentando l’attrice Marion Davies. Grazie a questo ruolo la Seyfried ha ottenuto alcune delle migliori recensioni della sua carriera, vincendo anche diversi premi. Ha poi guadagnato anche la sua prima candidatura al premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Pur non vincendo il premio, si è rilanciata come una delle grandi interpreti della sua generazione.

Amanda Seyfried è hot

4. Amanda Seyfried non ha problemi ha girare scene di nudo. L’attrice americana ha ammesso che, per lei, le scene di sesso sono liberatorie. Nel girare il film Lovelace, in cui interpreta la pornodiva Linda Lovelace, la Seyfried ha ammesso di sentirsi libera e di essersi divertita mentre girava le scene hot, senza avere nessun problema di vergogna o di pudore: “Crescendo mi hanno fatto sentire il nudo come qualcosa di sbagliato perché veniva sempre censurato nei film, ma perché continuiamo a coprire noi stessi?”.

Amanda Seyfried in In Time

Amanda Seyfried e Justin Timberlake in In Time. Foto di Stephen Vaughan – © 2011 Twentieth Century Fox Film Corporation.

5. Per il film si è esercitata nella corsa con i tacchi. Nel film fantascientifico In Time, l’attrice interpreta la figlia dei due ricchi Weis, Sylvia. Pur essendo la co-protagonista, la Seyfried compare in scena soltanto a mezz’ora dall’inizio del film. L’attrice ha ricordato con entusiasmo il set di questo film, raccontando però di aver avuto molta difficoltà nel recitare in questo, poiché erano per lei previste diverse scene di corsa sui tacchi. Per poter riuscire in queste, ha dunque dovuto esercitarsi a lungo per evitare di farsi male.

Amanda Seyfried in Mamma Mia!

6. Amanda Seyfried si è fatta conoscere anche grazie alla sua voce. Amanda ha sempre coltivato la passione per il canto, seguendo delle lezioni già quando era bambina. Passione che poi è diventata parte integrante ed importante del suo lavoro. Infatti, è stato grazie all’enorme successo di Mamma Mia! che l’attrice è diventata famosa in tutto il mondo, mostrando tutte le sue qualità di attrice e cantante. È proprio lei a cantare i tanti brani degli ABBA previsti per il suo personaggio, senza essere dunque ricorsa ad alcuna sostituta.

Amanda Seyfried

Amanda Seyfried è su Instagram

7. Amanda Seyfried è utilizzatrice di social. L’attrice americana ha un profilo Instagram seguito da più di 5,1 milioni di persone: una cifra mica da ridere. L’attrice non è ossessionata dall’utilizzo del social, ma è comunque molto attiva. Le foto la ritraggono sempre protagonista di momenti lavorativi ma anche, e soprattutto, dei momenti quotidiani che desidera condividere con i suoi fan. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su di lei e sulle sue attività.

Amanda Seyfried: il marito e i figli

8. Amanda Seyfried ha avuto dei fidanzati da invidia. L’attrice americana è sposata dal 2017 con il collega Thomas Sadoski, conosciuto nel 2015 sul set di The Way We Get By e pare che tra i due sia stato colpo di fulmine. Ma Amanda ha dei precedenti da invidia: in passato, infatti, Amanda è stata fidanzata con Justin Long e, ancora prima, con Ryan Philippe e Dominic Cooper, quest’ultimo conosciuto sul set di Mamma Mia!.

9. Amanda Seyfried è una mamma a tempo pieno. Nel marzo del 2017, la Seyfried ha dato alla luce la sua prima figlia, avuta dall’oggi marito Thomas Sadoski. Da quel momento l’attrice ha parzialmente diradato le sue partecipazioni cinematografiche per stare accanto alla piccola di casa. Nel settembre del 2020, invece, è nato Thomas, secondo figlio della coppia.

Amanda Seyfried: età e altezza dell’attrice

10. Amanda Seyfried è piccoletta. L’attrice, nata il 3 dicembre del 1985, non è di certo una donnona, ma si sa che il vino buono sta nella botte piccola. Alta 1 metro e 59 centimetri, la sua grazia innata non è passata comunque inosservata ed è riuscita a tenere testa a tutti i suoi colleghi. Se poi si aggiunge che ha gli occhi come il color del cielo e i capelli biondi come il grano, ci si rende conto che la sua bellezza è totale.

Fonti: IMDb, biography, famousbirthdays

Zoey Deutch farebbe “qualsiasi cosa” per lavorare di nuovo con Jesse Eisenberg

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In un’intervista con Tatiana Hullender di ScreenRant, Zoey Deutch ha parlato delle sue speranze di lavorare con Jesse Eisenberg, in particolare in uno dei prossimi film del franchise Now You See Me, in cui reciterà al fianco di Isla Fisher, Dave Franco e Morgan Freeman. Nell’intervista, la Deutch ha parlato del suo affetto per il suo ex co-protagonista e ha dichiarato:

“Posso essere nel prossimo Now You See Me? Farei qualsiasi cosa per lavorare di nuovo con Jesse. È così divertente. Non ne ho idea e nessuna informazione su nulla, ma girare quel film è stato sicuramente uno dei momenti più belli della mia vita. Mi sono divertita tantissimo. Ehi, se la gente lo vuole, spero che la gente lo capisca. Spero di poterlo essere! Sono stata semplicemente fortunata ad essere lì, davvero.”

Deutch ed Eisenberg hanno recitato insieme in Zombieland: Doppio Colpo (2019), che ha seguito il primo film Zombieland del 2009. Il primo Zombieland ha incassato oltre 100 milioni di dollari al botteghino in tutto il mondo, mentre Double Tap ne ha guadagnati oltre 125 milioni. Zombieland: Doppio Colpo ha un punteggio di Rotten Tomatoes del 68%, mentre Zombieland ha un punteggio dell’89%.

Il sequel vede Woody Harrelson, Abigail Breslin e Emma Stone riprendere i loro ruoli, mentre Deutch entra nel franchise nei panni di un nuovo personaggio di nome Madison. La banda deve sopravvivere a un’apocalisse zombie mentre gli zombie si evolvono, quindi fanno del loro meglio per proteggere l’umanità.

Eisenberg ha recentemente recitato nel suo franchise d’azione rilanciato intitolato Now You See Me: Now You Don’t, il terzo film della serie. La serie è iniziata nel 2013 con Now You See Me, e i primi due film hanno incassato rispettivamente oltre 350 e 335 milioni di dollari in tutto il mondo.

Now You See Me: Now You Don’t uscirà nelle sale il 13 novembre, con un quarto capitolo confermato in fase di sviluppo. Non è noto se Deutch sarà o potrebbe essere scelta per il quarto film, ma l’attrice è determinata a lavorare di nuovo con Eisenberg.

Zoey Deutch è nota per i suoi ruoli in Not Okay, Anniversary, Set It Up e Why Him? Ha alcuni nuovi ruoli attualmente in produzione, tra cui Hound, Most Dangerous Game, Voicemails for Isabelle e un film attualmente sconosciuto con il nome provvisorio Untitled Celebrity Pass Movie, con Jon Hamm e John Slattery.

Nicole Kidman fa doppietta soprannaturale: dopo Practical Magic 2, un altro progetto horror

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Osgood Perkins è uno dei registi horror emergenti più interessanti degli ultimi anni, con i successi consecutivi di Longlegs e The Monkey. Nel frattempo, sta già sviluppando il suo prossimo progetto, intitolato The Young People, per il quale lo studio ha appena annunciato una grande star: Nicole Kidman.

Il prossimo film di Perkins, che segna la sua quarta collaborazione con Neon, aveva già confermato la presenza di Lola Tung di The Summer I Turned Pretty e Nico Parker di Dragon Trainer. Oltre a Nicole Kidman, il cast include Brendan Hines, Cush Jumbo, Heather Graham, Johnny Knoxville, Lexi Minetree, Lily Collins e la collaboratrice abituale di Perkins, Tatiana Maslany.

La trama di The Young People, le cui riprese sono attualmente in corso a Vancouver, non è ancora stata rivelata ufficialmente. Possiamo aspettarci di vedere il film tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2027, il che lo metterebbe in competizione con uno dei principali progetti futuri di Nicole Kidman. Kidman, infatti, è confermato per il ritorno al fianco di Sandra Bullock in “Practical Magic 2“, la cui produzione è stata completata a settembre 2025.

L’amato dramma fantasy del 1998 con le due future star di Hollywood racconta la storia di due sorelle streghe condannate a non trovare mai un amore duraturo. La data di uscita del sequel è confermata per il 18 settembre 2026. Sia The Young People che Practical Magic 2 potrebbero beneficiare di un’uscita stagionale, e Neon potrebbe anche puntare a una data per l’autunno 2026.

Nicole Kidman è reduce dal suo controverso successo Babygirl, oltre a diversi ruoli televisivi importanti. La star di Big Little Lies ha interpretato ruoli diversi e stimolanti negli ultimi anni, spesso con risultati provocatori. Con l’horror in ascesa quest’anno, con titoli come Weapons e I Peccatori, Kidman protagonista di un film horror in senso stretto sarà un’ottima cosa per lei e per il genere.

Nel frattempo, il lavoro di Perkins non è ancora entrato nel mirino dei grandi premi, e il pubblico è in attesa di vedere se Keeper continuerà la sua serie di film horror acclamati dalla critica. Ma lavorare con una star come Kidman è un segno che le star di Hollywood gli stanno prestando attenzione, rafforzando al contempo il cast di The Young People con il suo status di premio Oscar.

The Young People è prodotto da Osgood Perkins e dal suo socio Chris Ferguson tramite la loro casa di produzione Phobos, oltre che da Brian Kavanaugh-Jones per Range. I più grandi fan dei film di Perkins saranno entusiasti di questa notizia su Nicole Kidman, che dimostra come i film del regista possano attrarre sia i talenti veterani che le più grandi stelle nascenti.

Millie Bobby Brown: 10 cose che non sai sull’attrice

Millie Bobby Brown è una giovane attrice che ha contribuito a cambiare il mondo delle serie tv negli ultimi anni, soprattutto grazie alle sue performance in Stranger Things. L’attrice, che ha cominciato a recitare sin da bambina, è diventata protagonista indiscussa di una serie che è amata ed apprezzata in tutto il mondo, spianando una larga e lunga strada per quello che sarà sicuramente un futuro più che roseo nel mondo della recitazione.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Mille Bobby Brown.

Millie Bobby Brown: i suoi film

Damsel Millie Bobby Brown
Credit Netflix

1. Ha recitato in popolari film. Sebbene la carriera di attrice sia attiva da qualche anno, la Brown non aveva mai lavorato ad un film. Il lungometraggio di debutto è stato, quindi, Godzilla II – King of the Monsters, arrivato nei nostri cinema alla fine di maggio 2019. In seguito ha recitato anche in Enola Holmes (2020) e Godzilla vs. Kong (2021).

2. Ha lavorato in numerose serie tv. La giovane attrice ha iniziato la sua attività sul piccolo schermo, apparendo per la prima volta, nel 2013, con la serie C’era una volta nel Paese delle Meraviglie. In seguito, è apparsa in Intruders (2014), NCIS – Unità anticrimine (2014), Modern Family (2015), Grey’s Anatomy (2015) e Stranger Things (2016-2019), che l’ha resa una star. Inoltre, è apparsa in alcuni videoclip come Fin Me dei Sigma (2016), I Dare You dei The xx (2017) e Girls Like You dei Maroon 5 (feat Cardi B) (2018).

Millie Bobby oggi: film, progetti 2025 e matrimonio con Jake Bongiovi

Nel 2025 Millie Bobby Brown è ormai una delle giovani attrici più influenti al mondo. Dopo aver conquistato la fama con il ruolo di Undici (Eleven) in Stranger Things, la serie Netflix che ha ridefinito la cultura pop contemporanea, l’attrice britannica ha costruito una carriera solida e versatile, alternando blockbuster, drammi e progetti d’autore.

Nel 2024 è stata protagonista di Damsel, fantasy d’azione targato Netflix, dove interpreta una giovane donna destinata al sacrificio che decide di ribellarsi al suo destino, mostrando un lato più maturo e potente della sua recitazione. Nel 2025 la vedremo invece accanto a Chris Pratt in The Electric State, kolossal fantascientifico diretto dai fratelli Russo (già autori di Avengers: Endgame), in cui veste i panni di una ragazza in viaggio con un robot in un futuro distopico.

È inoltre in post-produzione Enola Holmes 3, terzo capitolo della fortunata saga Netflix che la vede nuovamente nei panni della brillante sorella minore di Sherlock Holmes. Il film, di cui la Brown è anche produttrice esecutiva, promette di ampliare ulteriormente l’universo narrativo inaugurato nel 2020 e di rafforzare la collaborazione dell’attrice con la piattaforma di streaming.

Parallelamente, la Brown si prepara a tornare per l’ultima volta nei panni di 11 nella quinta e conclusiva stagione di Stranger Things, attesa per il 2026, che chiuderà definitivamente una delle saghe più amate della storia della TV.

Millie Bobby Brown ha un marito

3. È sposata. Sul piano personale, l’attrice ha sposato nel maggio 2024 Jake Bongiovi, figlio del musicista Jon Bon Jovi, in una cerimonia privata celebrata in Georgia, negli Stati Uniti. La coppia mantiene un profilo riservato ma continua a essere seguita con grande affetto dai fan di entrambi.

Millie Bobby Brown in Stranger Things

4. Si è davvero rasata la testa. Per interpretare Undici, la giovane attrice si sarebbe dovuta rasare la testa e all’inizio non era molto convinta della faccenda. Quando, poi, le è stato fatto notare come stesse bene Charlize Theron in Mad Max: Fury Road, la ragazza si è decisa. Su Internet esiste anche un video ripreso dalla madre, mentre le viene rasata l’intera testa. Per sua fortuna, nelle stagioni seguenti ha potuto farsi ricrescere e sfoggiare i suoi veri capelli.

5. È stata candidata a importanti premi. Per la sua interpretazione nella serie, la Brown è stata candidata in molteplici occasioni a premi di grande prestigio. In particolare è stata candidata nel 2017 e nel 2018 ai SAG Awards come miglior attrice in una serie drammatica e come parte del miglior cast di una serie drammatica. Ancor più importanti sono però state le nomination come miglior attrice non protagonista in una serie drammatica ricevute agli Emmy Awards (gli Oscar della televisione). Pur non riportando vittorie, la Brown ha ottenuto maggiore popolarità.

Millie Bobby Brown in Godzilla

6. Il ruolo è stato scritto appositamente pensando a lei. Godzilla II – King of the Monster è stato il film di debutto per la Brown, dove interpreta Madison Russell. In fase di lavorazione il team di ha basato il volto del personaggio proprio su quello dell’attrice, ben prima che questa fosse poi effettivamente scelta. Secondo il regista Michael Dougherty, “Ci siamo così abituati a vedere la sua faccia che abbiamo semplicemente detto: ‘Beh… perché non le facciamo l’offerta?‘”. Una volta ricevuta questa, la Brown è stata lieta di accettare il ruolo.

Florence by Mills: il brand di Millie Bobby Brown cresce nel 2025

7. Ha ideato una linea di cosmetici. Oltre alla carriera di attrice, Millie Bobby Brown ha saputo costruire un vero e proprio impero imprenditoriale con il suo brand di cosmetici Florence by Mills, lanciato nel 2019 e oggi tra i marchi più amati della Generazione Z. Il brand, ispirato ai valori di autenticità e autoaccettazione, prende il nome dalla bisnonna dell’attrice e promuove una bellezza naturale, inclusiva e accessibile.

Nel 2025, Florence by Mills continua la sua espansione internazionale, con nuove linee dedicate alla cura della pelle e dei capelli, packaging sostenibili e collaborazioni con influencer e ambasciatori globali. Il marchio è distribuito in oltre 30 paesi e disponibile sia online che in store selezionati, tra cui Sephora e Ulta Beauty.

Millie Bobby Brown segue da vicino ogni fase creativa e comunicativa del brand, partecipando attivamente al design dei prodotti e alle campagne promozionali. Il successo di Florence by Mills conferma la sua immagine di giovane imprenditrice consapevole, capace di coniugare popolarità, etica e responsabilità sociale in un progetto coerente con i valori della sua generazione.

Millie Bobby Brown attrice
L’attrice britannica Millie Bobby Brown. Foto di Image Press Agency via DepositPhotos.com

 

Millie Bobby Brown è su Instagram

8. Ha un account seguitissimo. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche la giovane attrice ha aperto da qualche anno il proprio profilo Instagram, seguito da qualcosa come 47,9 milioni di persone. Il suo profilo è un tripudio di foto che la ritraggono protagonista tra momenti lavorativi e di svago. Seguendola, si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività, dalla recitazione alla pubblicità, fino ai luoghi da lei visitati e molto altro.

8. Ha diversi haters. Con l’avvento dei social, gli hater si sono scatenati in rete. I classici leoni da tastiera non hanno risparmiato nemmeno la Brown, che si è trovata a dover rispondere a chi la criticava per il fatto, secondo loro, di fare la grande quando, invece, dovrebbe vestirsi e comportarsi come una ragazza della sua età.

Millie Bobby Brown: età e altezza nel 2021

10. Millie Bobby Brown è nata il 19 febbraio del 2004 a Malaga, in Andalucia. L’attrice ha dunque da poco compiuto 21 anni. La sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.

Fonti: IMDb, Screenrant, Variety

Sydney Sweeney commenta il deludente esordio al botteghino di Christy

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Christy è l’ennesimo film con Sydney Sweeney a floppare al botteghino, sebbene l’attrice sia ferma sostenitrice della sua interpretazione di questa storia vera. Il film biografico su Christy Martin vede Sweeney nei panni del personaggio principale, una pugile rivoluzionaria che raggiunse la fama negli anni ’90 mentre la sua relazione con il suo allenatore, diventato marito, diventava sempre più pericolosa.

Diretto da David Michôd e interpretato anche da Ben Foster, Merritt Wever e Katy O’Brian, Christy ha incassato la sbalorditiva cifra di 1,3 milioni di dollari al botteghino mondiale nel suo primo weekend, con un budget stimato tra i 30 e i 40 milioni di dollari. Sweeney ha avuto successo al botteghino in passato con Tutti tranne te che ha incassato 220 milioni di dollari e Immaculate 35,1 milioni di dollari (entrambi ottimi incassi per i loro budget).

Tuttavia, il 2025 si sta rivelando un anno negativo per la star di Euphoria. È apparsa per la prima volta nel thriller Eden, al fianco di Ana de Armas e Vanessa Kirby, che ha incassato 2,7 milioni di dollari a livello globale con un budget di 35 milioni di dollari. Tuttavia, Eden è diventato un successo digitale dopo la sua uscita in VOD. Nel frattempo, Americana non ha superato il milione di dollari, ma ora è anch’esso disponibile in digitale.

In ogni caso, dopo il weekend di apertura di Christy, Sydney Sweeney è andata su Instagram (lunedì 10 novembre) per affermare che “non sempre creiamo arte per i numeri, la creiamo per l’impatto”. Nel suo post, Sweeney sottolinea la rappresentazione della violenza domestica da parte di Christy, definendola “il progetto più significativo della [sua] vita”.

“Sono profondamente orgogliosa di questo film. […] Questa esperienza è stata uno dei più grandi onori della mia vita. Questo film rappresenta la sopravvivenza, il coraggio e la speranza. Attraverso le nostre campagne, abbiamo contribuito a sensibilizzare così tante persone colpite dalla violenza domestica. Abbiamo tutti firmato per questo film con la convinzione che la storia di Christy potesse salvare delle vite”, afferma Sweeney.

Sydney Sweeney attrice
Sydney Sweeney at the world premiere of Madame Web – Photo by imagepressagency via Depositphoto.com

Sebbene le recensioni della critica siano medio-buone, il punteggio del pubblico di Christy su Rotten Tomatoes è quasi perfetto, il che suggerisce che il film sta commuovendo il pubblico proprio come spera Sydney Sweeney. Christy potrebbe essere controverso, ma racconta una storia importante. Sebbene lo studio sia probabilmente ancora preoccupato per i numeri, Sweeney si dice soddisfatta del fatto che il film sia uscito.

Il suo team, tuttavia, spera che possa avere una ripresa al botteghino prima della fine del 2025 con The Housemaid, con Amanda Seyfried. Sweeney potrebbe essere contenta di Christy, ma i suoi due film precedenti non danno la stessa sensazione di essere stati realizzati a prescindere dal profitto. Tuttavia, anche il fatto che parli del film in questo modo potrebbe rendere le persone più interessate a vederlo.

Sadie Sink: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta una star mondiale grazie alla serie Stranger Things, l’attrice Sadie Sink è oggi un’attrice estremamente richiesta, sia per progetti televisivi che cinematografici. Nonostante la giovane età, ha infatti dimostrato di possedere un talento con pochi eguali tra i suoi coetanei e oltre ad essere diventata la vera stella della serie Netflix vanta tra le mani numerosi progetti di rilievo da qui al futuro. Ci si possono dunque aspettare grandi cose da lei, che sempre più sarà una delle nuove protagoniste di Hollywood.

Ecco 10 cose che non sai di Sadie Sink.

Sadie Sink oggi: carriera, film recenti e i progetti del 2025

1. È diventata famosa grazie ad alcune serie TV. Dopo il successo mondiale di Stranger Things, Sadie Sink è oggi una delle giovani attrici più richieste di Hollywood. La sua capacità di interpretare personaggi intensi e vulnerabili, unita a un carisma naturale, le ha permesso di passare dal piccolo al grande schermo con grande maturità artistica.

2. Ha preso parte a noti film. Parallelamente alla serie Netflix, l’attrice ha modo di recitare ache in film come The Bleeder – La storia del vero Rocky Balboa (2016) con Liev Schreiber, Il castello di vetro (2017), con Brie Larson, l’horror Eli (2019) e i film Fear Street Parte 2: 1978 (2021) e Fear Street Parte 3: 1666 (2021). Negli ultimi anni ha consolidato la propria carriera con ruoli di rilievo in Dear Zoe (2022) e soprattutto in The Whale di Darren Aronofsky, dove interpreta Ellie, la figlia del protagonista interpretato da Brendan Fraser. La performance le è valsa ampi consensi da parte della critica e una candidatura ai Critics Choice Awards come miglior giovane attrice.

Nel 2025, Sadie Sink è protagonista di diversi progetti di grande interesse. Tra questi Berlin Nobody, thriller psicologico diretto da Jordan Scott, accanto a Eric Bana, e O’Dessa, musical drammatico prodotto da La La Land Productions in cui l’attrice interpreta una giovane donna in viaggio attraverso un’America post-apocalittica. Sarà inoltre nel film A Sacrifice, sempre con Eric Bana, ispirato al romanzo Tokyo Nobody, che la confermerà come una delle interpreti più versatili della sua generazione.

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Parallelamente, Sadie Sink tornerà sul set dell’ultima stagione di Stranger Things, prevista per il 2026, continuando a interpretare Max Mayfield, uno dei personaggi più amati della serie Netflix. Con una filmografia in continua crescita e un forte impegno artistico, l’attrice texana è ormai considerata una delle voci più promettenti del cinema contemporaneo.

Sadie Sink in Spider-Man: Brand New Day

Nel 2026 Sadie Sink farà ufficialmente il suo ingresso nel mondo dei supereroi con Spider-Man: Brand New Day, il nuovo capitolo dell’universo Marvel diretto da Jon Watts. La notizia, confermata dai principali media americani, ha subito acceso l’entusiasmo dei fan di Stranger Things e del franchise di Spider-Man, curiosi di scoprire il ruolo che l’attrice interpreterà.

Al momento i dettagli sul personaggio di Sadie Sink sono ancora top secret, ma le prime indiscrezioni la indicano come una figura centrale nella nuova trilogia, destinata a rinnovare la storia di Peter Parker dopo gli eventi di No Way Home. La sua presenza nel cast rappresenta un passo importante nella carriera dell’attrice, che unisce così il suo nome a uno dei franchise cinematografici più iconici di sempre.

L’annuncio ha consolidato il 2025-2026 come un biennio cruciale per Sadie Sink, che passa con disinvoltura da progetti autoriali come Berlin Nobody e A Sacrifice ai blockbuster hollywoodiani, confermando la sua versatilità e la sua capacità di alternare ruoli complessi e produzioni mainstream.

3. Ha recitato anche in un celebre cortometraggio. il 12 novembre 2021 è stato pubblicato All Too Well: The Short Film, un cortometraggio di 15 minuti scritto e diretto dalla cantante Taylor Swift. Esso prende il nome dal suo brano omonimo e ne mette in scena i contenuti, fungendo da video musicale per la versione estesa di dieci minuti. Sadie Sink e l’attore Dylan O’Brien sono stati scelti per interpretare la coppia presente nel cortometraggio, mentre la cantante stessa prende parte al filmato interpretando la versione più adulta del personaggio di Sadie Sink.

Sadie-Sink-Stranger-Things

Sadie Sink recita da quando era molto piccola

4. Ha iniziato a recitare sin da giovanissima. Al contrario della sua famiglia, che era orientata allo sport, Sink si interessò sin da piccola alle arti dello spettacolo. Ha iniziato a recitare in un teatro di comunità vicino a Houston, con una produzione di The Best Christmas Pageant Ever all’età di sette anni. Ha in seguito fatto un provino e ottenuto la parte del ruolo principale in una produzione teatrale locale di Il giardino segreto. Dopo questa esperienza, la giovane ha deciso di intraprendere ulteriormente la carriera di attrice, fino a farla diventare la sua professione.

Sadie Sink in Stranger Things

5. Ha raccontato una bugia durante uno dei provini per la serie. Quello di Max è un personaggio che, da quando ha fatto il suo ingresso nella seconda stagione, è divenuto sempre più importante nella serie. La giovane è inoltre spesso accompagna dal suo skateboard o dai rollerblade, con cui si sposta. Nel corso di uno dei provini sostenuti, l’attrice ha mentito sul fatto di saper andare su di essi. Così, pur di ottenere il ruolo, si è impagnata per imparare a non cadere e a spostarsi con naturalezza, cosa che poi è riuscita ad ottenere.

6. Andava molto d’accordo con un suo collega. Nella serie Max è la sorella di Billy, il violento ragazzo interpretato da Dacre Montgomery. Nella serie i due, pur volendosi bene, hanno un rapporto estremamente conflittuale, che li porta facilmente a sfociare nella violenza. Nella realtà, l’attrice ha raccontato di essere andata da subito molto d’accordo con il collega, tanto da considerarlo un vero e proprio amico. I due hanno dovuto dunque trovare dei modi per far nascere una sincera tensione tra di loro e permettere così di rendere più credibile il difficile rapporto dei loro personaggi.

Sadie-Sink-Venezia

Sadie Sink presente The Whale a Venezia

7. Ha incantato il Lido. Nel corso dell’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, l’attrice ha avuto modo di sfilare sul red carpet per prendere parte all’anteprima mondiale del film The Whale, dove si racconta di un uomo estremamente obeso e in fin di vita che cerca di riallacciare i rapporti con la sua unica figlia, interpretata appunto dalla Sink. La bellezza dell’attrice, unita all’abito sfoggiato, hanno incantato il lido, e una volta di più la Sink si è confermata capace di catalizzre su di sé tutte le attenzioni.

Sadie Sink ha un fidanzato?

8. È molto riservata. Proprio perché costantemente sotto i riflettori della celebrità, l’attrice ci tiene a mantenere alcuni aspetti della propria vita privati. Tra questi vi è la sfera sentimentale, di cui ad oggi si sa poco o nulla. La Sink non ha infatti mai rivelato ufficialmente il proprio status, mantenendo il riserbo a riguardo. Nel corso del 2022 si è però fatta insistente la voce secondo cui si starebbe frequentando con Patrick Alwyn. Questi è il fratello di Joe Alwyn, il fidanzato di Taylor Swift, con cui l’attrice ha collaborato per il cortometraggio All Too Well. Naturalmente, anche su tale voce non ci sono conferme ufficiali.

Sadie Sink è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 25,6 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Sadie Sink: età e altezza dell’attrice

10. Sadie Sink è nata il 16 aprile del 2002 a Brenham, Texas, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,59 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Josh Brolin anticipa un eventuale ritorno di Thanos in vista di Avengers: Doomsday?

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Con Avengers: Doomsday a un anno dall’uscita nelle sale, uno dei più grandi cattivi del Marvel Cinematic Universe sembra fare il suo ritorno. La Saga del Multiverso si prepara ad affrontare Victor von Doom, alias Dottor Destino, con Robert Downey Jr. che darà vita all’iconico cattivo nel franchise guidato dagli Avengers.

Tuttavia, un tuffo nel passato potrebbe arrivare nella Fase 6. In un’intervista con Entertainment Tonight, Josh Brolin ha lasciato intendere che potrebbe tornare nell’MCU nei panni di Thanos, commentando: “Se Joe Russo venisse da me, cosa che potrebbe aver fatto, non lo so, e avesse un’idea, allora potrei acconsentire. Probabilmente molto rapidamente.” Thanos è il grande cattivo della Saga dell’Infinito e è stato sconfitto definitivamente in Avengers: Endgame del 2019.

L’idea che Brolin riprenda il ruolo di Thanos non è impossibile, dato che esiste il concetto di multiverso che potrebbe permettergli di interpretare versioni varianti del suo famoso nemico degli Avengers. La timeline dell’MCU ha persino esplorato questa premessa in progetti precedenti, dato che l’attore presta la voce a una versione diversa del personaggio in What If…?

Dato che il marketing precedente di Avengers: Doomsday aveva suggerito che il Dottor Destino avesse sconfitto Thanos in un’altra realtà, questo potrebbe essere un modo in cui l’attore tornerà nel 2026. È anche fondamentale ricordare che Kevin Feige ha dichiarato al CinemaCon 2025 di non aver ancora rivelato tutti i membri del cast del prossimo film corale.

Con il trailer di Avengers: Doomsday confermato in uscita a dicembre, è possibile che il ritorno di Thanos sia una delle tante sorprese che i Marvel Studios hanno in serbo per il pubblico più affezionato. Tuttavia, vale anche la pena considerare che le riprese di Avengers: Secret Wars, un altro progetto in arrivo per i fratelli Russo, devono ancora iniziare.

Se non fa parte del cast di Avengers: Doomsday, i commenti di Brolin potrebbero suggerire qualcosa che lo prepari a un ruolo in Avengers: Secret Wars, che sarà l’ultimo capitolo della Saga del Multiverso. Mentre i Marvel Studios stanno preparando un reset per l’MCU nella Fase 7 e oltre, sarebbe appropriato riavere Thanos in qualche modo di nuovo un’ultima volta.

Avengers: Doomsday uscirà il 18 dicembre 2026.

Star Wars: Starfighter, Shawn Levy conferma che “non è né un sequel né un prequel di nulla”

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Da quando la Disney ha annunciato l’inizio delle riprese del film Star Wars: Starfighter di Shawn Levy all’inizio di quest’anno, sono circolate diverse voci, con alcuni che sostengono che il film sarà direttamente collegato alla trilogia sequel, gettando le basi per i futuri piani della Lucasfilm riguardanti Rey e il “Nuovo Ordine Jedi”. Sebbene Starfighter possa includere alcuni collegamenti con l’universo più ampio di Star Wars, Levy ha ora chiarito che il suo film sarà una storia a sé stante.

Beh, per prima cosa, è diverso in quanto è un’avventura completamente nuova, né sequel né prequel. Ci sono nuovi personaggi, una nuova linea temporale. Il film eredita i temi tradizionali, ma cerca davvero di offrire ai fan di Star Wars, e al pubblico in generale, qualcosa di fresco, di nuovo. E con uno spirito giocoso e un’avventura generosa, con momenti di vera leggerezza che, francamente, Una nuova speranza aveva in modo rivoluzionario“, ha detto il regista di Deadpool & Wolverine a Collider.

Stiamo davvero cercando di prendere quel tono come una stella polare ogni giorno. La mia troupe, il mio direttore della fotografia, Claudio Miranda, Gosling è il mio collaboratore principale nel ruolo principale. È stato sicuramente un sogno che si è avverato. Il me stesso di 10 anni è sul set con me ogni giorno. Infatti, stasera prenderà un volo per tornare sul set e continuare le riprese lunedì. Ma è un’opportunità enorme e stimolante perché la Lucasfilm mi ha incoraggiato molto a fare qualcosa di nuovo. Non c’è alcuna pressione ad essere derivativo o limitato da un obbligo verso ciò che è venuto prima. C’è solo l’amore per ciò che è venuto prima“.

Sebbene Star Wars: Starfighter non sia il sequel diretto di nessun film precedente di Star Wars, sappiamo che il film sarà ambientato diversi anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker. È surreale e fantastico ogni giorno entrare in questo set, aver creato una storia nuova e originale di Star Wars che non è né un sequel né un prequel di nulla”, dice Levy in un’altra intervista con EW. “Ho un profondo rispetto e amore per questa eredità storica, ma ho anche la possibilità di fare qualcosa di nuovo e originale e di farlo con Jonathan Tropper, lo sceneggiatore di The Adam Project, e con Gosling. Ogni giorno è durissimo, ma è anche un sogno che si avvera”.

Cosa sappiamo di Star Wars: Starfighter

Il prossimo film di Star Wars è descritto come un capitolo autonomo dell’iconica saga fantascientifica che si svolgerà cinque anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker del 2019.  Oltre a Ryan Gosling nel cast ritroviamo Amy Adams, Aaron Pierre, Flynn Gray, Simon Bird, Jamael Westman e Daniel Ings. Gli attori Matt Smith e Mia Goth interpreteranno invece due antagonisti nel film.

Finora, la trama del prossimo film di Star Wars è rimasta segreta. Tuttavia, l’immagine condivisa nel post dell’annuncio sembra suggerire che il personaggio di Ryan Gosling sarà in qualche modo una figura protettrice o mentore del personaggio interpretato da Flynn Gray. Questo evocherebbe una relazione adulto-bambino che è comune in tutta la saga di Star Wars ed è stata al centro di episodi come The Mandalorian, Obi-Wan Kenobi, Skeleton Crew e La minaccia fantasma.

Il film è ora atteso al cinema 28 maggio 2027.

Paul Mescal: 10 cose che non sai sull’attore

Il giovane Paul Mescal ha all’attivo solamente una manciata di titoli tra cinema e televisione, ma sono bastati questi a mettere in luce il suo grande talento nonché la generosità con cui si approccia ad ogni personaggio. Sempre più Mescal è sulla bocca di tutti, facendo immaginare per lui un futuro particolarmente roseo. Ora che è sul punto di consacrarsi e divenire ancor più popolare, meglio sapere quanto più possibile su di lui.

Ecco 10 cose che non sai di Paul Mescal.

Paul Mescal oggi: film, serie TV e i progetti del 2025

1. È stato protagonista di una nota serie TV. Negli ultimi anni Paul Mescal si è imposto come uno degli attori più promettenti della sua generazione. Dopo gli esordi in televisione con Bump (2019) e The Deceived (2020), il successo internazionale arriva grazie alla serie Normal People (2020), tratta dal romanzo di Sally Rooney, dove interpreta Connell Waldron accanto a Daisy Edgar-Jones. La sua interpretazione intensa e vulnerabile gli vale riconoscimenti internazionali e lo consacra come una delle nuove star del panorama europeo.

2. Ha recitato in celebri film. Al cinema debutta con La figlia oscura (2021) di Maggie Gyllenhaal, accanto a Olivia Colman e Dakota Johnson, per poi imporsi con Aftersun (2022) di Charlotte Wells, film che gli vale la candidatura all’Oscar come Miglior Attore Protagonista. Negli anni successivi recita in God’s Creatures (2022), Carmen (2022) e Foe (2023), consolidando una carriera segnata da scelte autoriali e ruoli complessi.

Nel 2025 Paul Mescal è protagonista dell’attesissimo Il Gladiatore 2 di Ridley Scott, dove interpreta Lucio, il figlio ormai adulto di Lucilla (Connie Nielsen). Il film segna la sua definitiva consacrazione hollywoodiana e lo riunisce con un cast internazionale che include Denzel Washington, Pedro Pascal e Barry Keoghan. Nello stesso anno l’attore è stato protagonista nel dramma fantastico Estranei (All of Us Strangers), accanto a Claire Foy e Andrew Scott, e nel film musicale The History of Sound. Sempre nel 2025 arriverà anche Hamnet, adattamento cinematografico del romanzo di Maggie O’Farrell, dove Mescal interpreta William Shakespeare accanto a Jessie Buckley. Il film è già indicato tra i possibili candidati ai prossimi Premi Oscar.

Paul Mescal in Hamnet (2025)
Foto di Agata Grzybowska – © 2025 FOCUS FEATURES

3. Ha diversi progetti in arrivo. Tra i progetti futuri, Mescal ha confermato anche la partecipazione al film Merrily We Roll Along di Richard Linklater, un progetto unico che sarà girato nell’arco di vent’anni e si concluderà intorno al 2040. Una scelta che conferma il suo desiderio di esplorare il tempo, la memoria e l’evoluzione personale attraverso il cinema.

Paul Mescal e gli Oscar

4. È stato candidato al prestioso premio. Dopo aver guadagnato diverse nomination importanti per il suo ruolo in Aftersun, tra cui quella come miglior attore ai premi Bafta, Mescal è stato candidato anche come miglior attore ai premi Oscar. La sua candidatura, da molti auspicata, è stata una delle grandi sorprese emerse durante l’annuncio delle nomination, in quanto l’attore non era stato candidato né ai Golden Globe né ai SAG Awards, importanti premi che anticipano le candidature all’Oscar. Anche se la sua vittoria sembra improbabile, per l’attore si tratta di una consacrazione, che lo porterà ad una nuova fase della sua carriera.

Paul Mescal in Normal People

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5. Non avrebbe recitato nella serie se non ci fossero state scene di nudo. Parlando del suo ruolo nella serie Normal People, l’attore ha raccontato che non avrebbe accettato di recitarvi se non fossero state previste scene di nudo, poiché queste sono molto importanti per il suo personaggio e la storia in sé. “Il libro da cui la serie è tratta è così viscerale e crudo, e quando ll’ho letto i personaggi erano chiaramente nudi per la maggior parte del tempo nella mia immaginazione“. Chi ha visto la serie saprà dunque che le richieste di Mescal sono state accontentate, poiché nella serie sono diverse le scene di nudo presenti.

Paul Mescal in Aftersun

6. Ha lavorato molto sul rapporto con la co-protagonista. Nel film Aftersun, Mescal interpreta Calum, padre di Sophie, il quale trascorre con la figlia una vacanza estiva particolarmente importante per il loro rapporto. Stando a quanto raccontato dall’attore in alcune interviste, lui e Frankie Corio, interprete di Sophie, i due hanno trascorso due settimane insieme prima delle riprese in un hotel resort in vacanza per formare il legame necessario per ritrarre la relazione padre-figlia una volta iniziate le riprese. Hanno così raggiunto quel grado di sintonia e complicità necessario alla riuscita del film.

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Paul Mescal sarà in Il gladiatore 2

7. Reciterà nell’atteso sequel. Dopo anni di speculazioni, Ridley Scott sembra pronto a realizzare Il gladiatore 2, sequel del film campione d’incassi del 2000. Non ci sarà più, per ovvie ragioni, Russell Crowe nei panni di Massimo Decimo Meridio, poiché il regista avrebbe trovato il suo nuovo protagonista proprio in Paul Mescal, il quale sarebbe in trattative per ricoprire il ruolo di Lucio, il giovane figlio di Lucilla, che ora è un uomo adulto dato che la storia si svolge anni dopo il primo film. Sono tuttavia attesa maggiori conferme a riguardo.

Paul Mescal: fisico e trasformazione per Il Gladiatore 2

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Il Gladiatore II – Paul Mescal

Per vestire i panni di Lucio nel film Il Gladiatore 2, Paul Mescal ha affrontato una trasformazione fisica imponente. L’attore, noto per il suo approccio realistico e disciplinato ai ruoli, ha raccontato di essersi allenato intensamente per mesi sotto la supervisione di un team di preparatori atletici scelti da Ridley Scott, con l’obiettivo di costruire un corpo credibile per un guerriero dell’antica Roma.

Mescal ha seguito una dieta ad alto contenuto proteico e un programma quotidiano di allenamenti con pesi, corsa e combattimento scenico. L’attore ha spiegato che non si trattava soltanto di ottenere muscoli, ma di acquisire resistenza, potenza e presenza scenica, per rendere il personaggio fisicamente e psicologicamente credibile.

In diverse interviste ha dichiarato di non voler emulare il modello estetico di Russell Crowe, ma di trovare un equilibrio tra forza e vulnerabilità: «Lucio non è un gladiatore per nascita — ha detto —, ma lo diventa per necessità. La sua fisicità doveva raccontare quel percorso».

Il risultato è una delle trasformazioni più commentate della sua carriera, che conferma l’impegno di Mescal nel cercare l’autenticità anche negli aspetti più estremi della preparazione attoriale.

Paul Mescal e Phoebe Bridgers

8. Ha avuto una relazione con la nota cantante. Nel maggio del 2020 sono iniziati a circolare dei rumor circa una possibile relazione tra Mescal e la cantante Phoebe Bridgers, specialmente in seguito ad alcuni loro scambi di messaggi sui social. Nel dicembre dello stesso anno, Mescal ha poi recitato nel videoclip del brano della Bridgers Savior Complex, per la regia di Phoebe Waller-Bridge. Solamente nel novembre del 2021, però, i due hanno fatto il loro debutto insieme su un red carpet e da quel momento la loro relazione divenne certezza. A distanza di un anno, tuttavia, sul finire dunque del 2022 i due sembrano essersi separati, senza però fornire maggiori dettagli a riguardo.

Paul Mescal non è su Instagram

9. Ha cancellato il proprio account. Mescal, a differenza della maggior parte dei suoi coetanei e dei suoi colleghi, non è presente su Instagram dopo aver deciso di cancellare il suo account l’anno scorso. “Penso solo che non sia particolarmente utile per le persone vedere, come sei, letteralmente“, ha detto Mescal spiegando le motivazioni dietro la scelta di abbandonare il social. Ad oggi, dunque, non vi è un account ufficiale dell’attore su Instagram, ma si possono ritrovare diverse fan page a lui dedicate dove poter ritrovare sue foto e notizie a lui legate.

Paul Mescal: età e altezza dell’attore

10. Paul Mescal è nato il 2 febbraio del 1996 a Maynooth, in Irlanda. L’attore è alto complessivamente 1,80 metri.

Fonti: IMDb, Buzz, Cosmopolitan

Avengers: Doomsday, la Marvel avrebbe realizzato oltre 30 versioni del trailer

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Ora che è stato ampiamente confermato che il primo trailer di Avengers: Doomsday sarà proiettato prima di Avatar: Fuoco e Cenere il 19 dicembre, l’entusiasmo dei fan per vedere il film in anteprima sta crescendo rapidamente. Non sappiamo ancora se questa anteprima sarà un’esclusiva per il cinema, ma la Marvel Studios deve offrire qualcosa di speciale e potrebbe fare di tutto per garantire che sia così.

Secondo John Campea, il personaggio di YouTube che ha condiviso le foto trapelate da Spider-Man: No Way Home di Tobey Maguire e Andrew Garfield, gli è stato detto che “questo trailer è così importante che ne hanno realizzate più di 20 versioni diverse”. Dopo aver contattato un referente della Marvel, Campea avrebbe scoperto che in realtà ce ne sono “30 o più” e che sono state coinvolte “diverse società di produzione di trailer”.

Il piano è chiaramente quello di trovare il trailer perfetto in grado di ripristinare la fiducia in un marchio che ha subito un calo di popolarità piuttosto significativo dall’uscita di Avengers: Endgame nel 2019. Captain America: Brave New World, Thunderbolts* e I Fantastici Quattro: Gli Inizi hanno tutti faticato al botteghino quest’anno, anche se gli ultimi due hanno ricevuto recensioni entusiastiche da parte della critica e del pubblico.

È quindi fondamentale che questo trailer convinca il pubblico che Avengers: Doomsday è un evento da non perdere. Sebbene recenti notizie suggeriscano che sarà incentrato su Doom, sarebbe meglio prendere qualsiasi “descrizione” con le pinze, sulla base di questo ultimo aggiornamento. A questo punto, non resta che attendere ancora poco più di un mese per poter vedere un primo trailer, che potrebbe non rivelare poi molto ma senza dubbio offrirà qualche primo entusiasmante dettagli sul film.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

La sinossi ufficiale conferma il ritorno di Robert Downey Jr. all’interno dell’universo Marvel, questa volta nel ruolo di Doom. La trama resta però al momento sotto riserbo. Stephen McFeely e Michael Waldron risultano accreditati come sceneggiatori.

Il cast di Avengers: Doomsday è stato rivelato per la prima volta durante una diretta streaming a sorpresa della Marvel Studios, in cui diverse sedie hanno svelato il ritorno di numerosi attori. Una delle grandi novità è il ritorno di diversi attori degli X-Men dell’era Fox-Marvel.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

L’amore è cieco: Italia, il trailer della serie Netflix

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È ora disponibile il trailer de “L’amore è cieco: Italia”, l’adattamento italiano della serie di successo Love Is Blind, prodotto da Banijay Italia, che sarà disponibile solo su Netflix a partire dall’1 dicembre.

Nel trailer vengono svelate le prime immagini dei protagonisti che prenderanno parte all’esperimento, anticipando emozioni, incontri e le prime scintille che animeranno il dating show. Alla guida de “L’amore è cieco: Italia” gli host Benedetta Parodi e Fabio Caressa, pronti a dare il via all’emozionante viaggio alla scoperta dell’amore vero, accompagnando i partecipanti nel percorso che li porterà a scegliere qualcuno da sposare senza averlo mai incontrato di persona.

La serie sarà divisa in più parti per un totale di 10 episodi:

  • Da lunedì 1 dicembre saranno disponibili i primi quattro episodi, in cui i partecipanti inizieranno a conoscersi all’interno delle capsule, fino ad arrivare alle proposte di matrimonio.

  • Da lunedì 8 dicembre saranno disponibili gli episodi 5-8, in cui le coppie sperimenteranno la reciproca quotidianità fino all’altare. 

  • L’episodio 9 con i matrimoni uscirà lunedì 15 dicembre e venerdì 19 dicembre sarà la volta della reunion, in cui verrà svelato il destino delle coppie a distanza di mesi.

L’amore è cieco: Italia” rappresenta un vero e proprio esperimento sociale, un approccio meno convenzionale al dating moderno, in occasione del quale un gruppo di single che vogliono essere amati per quello che sono avrà l’opportunità di cercare l’anima gemella senza le distrazioni del mondo esterno e scegliere qualcuno da sposare senza averlo mai incontrato di persona. Dopo essersi visti ed essere promessi in matrimonio, i protagonisti avranno la possibilità di approfondire la loro conoscenza nella normale routine quotidiana di coppia fatta di lavoro, amici e parenti. La realtà e i fattori esterni li allontaneranno o, quando arriverà il giorno delle nozze, sposeranno la persona di cui si sono innamorati ciecamente?

L’adattamento italiano, con la regia di Angelo Poli, è scritto da Magda Geronimo, Valentina Massouda e Antonio Vicaretti.

Love is Blind ha debuttato negli Stati Uniti il 14 febbraio 2020 e da allora è diventato un fenomeno globale. La serie originale ha avuto un tale successo da esser stata adattata in molti paesi, come Giappone, Brasile, Svezia, Regno Unito, Messico, Arabia Saudita, Germania, Argentina, Francia e Italia.

Antonio Banderas al Torino Film Festival per ricevere la “Stella della Mole”

Uno degli attori più amati e riconosciuti a livello internazionale, Antonio Banderas sarà presente al 43° Torino Film Festival, in programma dal 21 al 29 novembre 2025. Il pluripremiato interprete, regista e produttore cinematografico riceverà la Stella della Moledurante la serata inaugurale al Teatro Regio di Torino, in riconoscimento di una lunga carriera che si è distinta per la capacità di unire intensità drammatica, passione e dedizione, portandolo a diventare un simbolo del cinema latino nel mondo.

Dopo gli esordi nelle pellicole di Pedro Almodóvar, con cui collabora in titoli iconici come Labirinto di passioni (1982), Matador (1986), La legge del desiderio (1987) e Donne sull’orlo di una crisi di nervi(1988), Antonio Banderas si afferma anche in produzioni hollywoodiane con interpretazioni di forte carisma e versatilità: da Philadelphia (1993) a Intervista col vampiro (1994) ed Evita (1996), fino ai più recenti Official Competition e Babygirl. Lo vedremo prossimamente nel film biografico su Anthony Bourdain della A24, Tony, al fianco di Dominic Sessa, e in Rose’s Baby di Trudie Styler.

Proprio per celebrare la sua longeva collaborazione con il maestro Almodóvar, il Festival presenterà una proiezione speciale del film Dolor y Gloria (2019), opera intensa e autobiografica che ha valso a Banderas il premio come Miglior Attore al Festival di Cannes e, tra le altre, una nomination agli Oscar e ai Golden Globe.

Giulio Base, Direttore del Torino Film Festival, ha dichiarato: “Antonio Banderas, forgiato nella fucina creativa almodovariana e che è stato capace di conquistare Hollywood, incarna l’immagine dell’attore totale: interprete di vertiginosa profondità e al tempo stesso sex symbol planetario della sua generazione. Attraversa il mondo senza mai tradire le sue radici, portando sempre con sé in ogni ruolo la luce mediterranea. A Torino accogliamo non solo un artista immenso, ma un mito vivente del nostro immaginario”.

La Stella della Mole è il riconoscimento cinematografico assegnato a figure di spicco del cinema internazionale, che hanno dato contributi significativi al mondo della settima arte. Una celebrazione del cinema d’autore e della creatività artistica che onora chi ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico mondiale.

Il Torino Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT.

Jeremy Strong: 10 cose che non sai sull’attore

Jeremy Strong è uno degli attori più talentuosi attualmente in circolazione, che però non sempre ottiene le attenzioni che meriterebbe. Estremamente maniacale nel costruire i propri personaggi, al fine di dar vita ad interpretazioni particolarmente intense e veritiere, Strong si è costruito una solida carriera tra cinema e televisione, distinguendosi anche con i ruoli di minor rilievo. Egli è senza dubbio una delle personalità della recitazione da non sottovalutare. Per evitare confusione, va ricordato che Jeremy Strong non è imparentato con l’attore britannico Mark Strong, noto per film come Kingsman e Sherlock Holmes: i due condividono solo il cognome ma hanno origini e carriere completamente diverse.

Ecco 10 cose che forse non sai sull’attore Jeremy Strong.

Jeremy Strong: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a celebri film. Strong ha iniziato a recitare in film come Humboldt County (2008), E venne il giorno (2008) e Oltre le regole – The Messenger (2009). Ha poi recitato in film molto importanti come Lincoln (2012), Zero Dark Thirty (2012), con Jessica Chastain, Parkland (2013), The Judge (2013), con Robert Downey Jr., Selma – La strada per la libertà (2014), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), con Johnny Depp, La grande scommessa (2015), Detroit (2017), Molly’s Game (2017), Serenity – L’isola dell’inganno (2019), con Matthew McConaughey, The Gentlemen (2019), di Guy Ritchie, Il processo ai Chicago 7 (2020) e Armageddon Time – Il tempo dell’apocalisse (2022), con Anne Hathaway.

Nel 2024 è protagonista di due film di successo: The Apprentice – Alle origini di Trump, in cui veste i panni di un consigliere politico nell’America degli anni Ottanta, e Springsteen: Liberami dal Nulla, dramma musicale ispirato alle origini e ai testi del celebre cantautore, dove interpreta Jon Landau, storico produttore e amico di Bruce Springsteen, in un racconto che esplora la nascita del mito del “Boss”.

Jeremy Strong sarà Mark Zuckerberg in The Social Reckoning

Guardando al futuro, nel 2026 Jeremy Strong tornerà sul grande schermo con The Social Reckoning, un thriller politico che riprende idealmente il tema dell’etica del potere già affrontato nel film The Social Network (2010), dove appariva in un piccolo ma significativo ruolo.

Parallelamente, l’attore tornerà in televisione come protagonista della miniserie The Boys from Brazil, una nuova produzione che mescola intrigo e tensione morale, confermando la sua predilezione per ruoli psicologicamente complessi e sfaccettati.

2. Ha recitato anche in note serie TV. La prima apparizione televisiva per Strong è quella nella serie The Good Wife, in cui ha recitato tra il 2011 e il 2013. In seguito ha preso parte ad alcuni episodi della serie Mob City (2013) e Masters of Sex (2016). Dal 2018 è invece impegnato in una serie tv dove recita accanto a Brian Cox, con la quale raggiunge la fama mondiale interpretando Kendall Roy, il tormentato erede del colosso mediatico nella serie HBO Succession (2018–2023). La sua interpretazione gli vale un Emmy Award e un Golden Globe, rendendolo uno dei volti più riconoscibili del panorama drammatico contemporaneo. Dopo la conclusione della quarta e ultima stagione nel 2023, l’attore ha continuato a lavorare su progetti di grande ambizione artistica.

3. Ha svolto anche altri lavori oltre quello di attore. Prima di intraprendere la carriera di attore a tempo pieno, Strong ha ricoperto diversi altri ruoli all’interno del mondo del cinema. È ad esempio stato stagista nel reparto di scenografia per il film La seduzione del male (1996), e assistente di produzione per i film Harry a Pezzi (1997), Amistad (1997) e C’è posta per te (1998). Un lavoro per lui particolarmente importante è però stato per lui quello avuto per il film La storia di Jack & Rose (2005), dove è stato l’assistente personale di Daniel Day-Lewis. Proprio guardando il grande attore prepararsi al suo ruolo e interpretarlo ha spinto Strong a voler intraprendere una carriera da attore.

Jeremy Strong in Succession

Jeremy-Strong-Succession

4. Si è preparato al ruolo in modo molto particolare. Nella serie Succession l’attore interpreta Kendall Roy, uno dei quattro figli di Logan Roy, impegnato nel processo di successione della compagnia gestita dal padre. Per prepararsi al provino per tale ruolo, Strong ha raccontato di aver letto la biografia dedicata a Rupert Murdoch e la sua famiglia, così da comprendere meglio le dinamiche esistenti all’interno di un nucleo famigliare simile a quello raccontato dalla serie. Nel libro, inoltre, è riportato che il figlio di Murdoch, James, è noto per l’allacciarsi le scarpe. Strong ha quindi fatto lo stesso per l’audizione, sostenendo che esprimesse la tensione interiore del personaggio.

5. Ha corso numerosi rischi sul set. La devozione di Strong per il suo mestiere lo ha occasionalmente portato a lesioni personali. Nella prima stagione di Succession, ad esempio, poiché Kendall doveva correre per un lungo tratto, Strong, per risultare veramente sudato e senza fiato in ogni ripresa, ha corso più veloce e lontano che poteva con le scarpe eleganti, fratturandosi un piede. Due stagioni dopo, ha deciso di saltare da una piattaforma alta 1,5 m, indossando anche in questo caso scarpe eleganti, riportando contusioni alla tibia e al femore, dovendo poi portare un tutore per le gambe.

Jeremy Strong in Il processo ai Chicago 7

6. Ha fatto una richiesta estrema al regista. Nel film candidato agli Oscar Il processo ai Chicago 7, incentrato sul reale processo ad un gruppo di attivisti contro la guerra in Vietnam, Strong interpreta Jerry Rubin, uno dei sette manifestanti. Come sempre impegnato a ricercare il massimo grado di immedesimazione con il proprio personaggio, l’attore chiese al regista Aaron Sorkin di fargli spruzzare contro del vero gas lacrimogeno per una scena. Sorkin, pur se dispiaciuto di dover dire no all’attore, non poté accettare la sua richiesta in quanto la scena coinvolgeva centinaia di altri attori e comparse, la cui salute non poteva essere messa a rischio.

Jeremy Strong in The Good Wife

7. Ha recitato in alcuni episodi della serie. Tra il 2011 e il 2013 l’attore ha recitato in cinque episodi tra la seconda e la quarta stagione della celebre serie The Good Wife, di genere drammatico e giudiziario. Qui ha interpretato Matt Becker, un sondaggista impegnato nella campagna elettorale del governatore. Il personaggio non è di particolare rilievo all’interno della serie, ma è stato uno dei primi ruoli a conferire una maggiore popolarità all’attore.

Jeremy-Strong-moglie

Jeremy Strong, Michelle Williams e Matilda Ledger

8. È molto amico della nota attrice. Particolarmente nota è l’amicizia che intercorre tra Strong e l’attrice Michelle Williams. I due si sono conosciuti nel 2004, mentre partecipavano ad un festival teatrale e da quel momento sono sempre rimasti molto legati. In particolare, Strong è stato molto vicino all’attrice nel periodo successivo alla morte di Heath Ledger, con il quale la Williams ha avuto la figlia Matilda. Strong si è preoccupato di aiutarla a superare quel terribile lutto e ha ricoperto un vero e proprio ruolo paterno nei confronti della bambina. Ancora oggi i due sono molto legati e si supportano reciprocamente.

Jeremy Strong: chi è sua moglie?

9. È sposato. Nel 2016, Strong ha sposato Emma Wall, una psichiatra danese. I due si erano conosciuti quattro anni prima a una festa a New York durante l’uragano Sandy. Oggi vivono a New York, insieme alle loro tre figlie, nate nell’aprile 2018, nel novembre 2019 e nel settembre 2021. Strong cerca di tenere particolarmente privata la sua vita famigliare, tenendosi alla larga da ogni possibile invasione dei media, così da preservare un senso di tranquillità e di distacco dal suo lavoro, specialmente considerando quanto egli vi si dedichi in maniera maniacale.

Jeremy Strong: età e altezza dell’attore

10. Jeremy Strong è nato a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 25 dicembre del 1978. L’attore è alto complessivamente 1,79 metri.

Fonte: IMDb, Eonline

Emma D’Arcy: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Sono bastati una manciata di ruoli all’attrice Emma D’Arcy per affermarsi come una delle interpreti più talentuose della sua generazione. Attiva tra cinema e televisione, D’Arcy ha già dato prova in più occasioni di sapersi destreggiare tra generi diversi, dando vita a personaggi iconici. Ora che è più popolare che mai, sono molti i progetti in cui la si può ritrovare protagonista.

Ecco 10 cose che non sai di Emma D’Arcy.

Emma D’Arcy: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diverse serie TV. L’attrice debutta sul piccolo schermo nel 2018 con la serie drammatica Wanderlust, dove recita nei panni di Naomi Richards accanto a Toni Collette. In seguito compare in alcuni episodi delle serie Wild Bill (2019) e Hanna (2020). Maggiore popolarità la ottiene grazie alla serie Truth Seekers, che mescola commedia e fantascienza, e dove recita nei panni di Astrid accanto agli attori Nick Frost e Simon Pegg. In seguito ha recitato in Baptiste (2021) e Foresight (2021). Dal 2022 è una delle protagoniste della serie House of the Dragon insieme agli attori Olivia Cooke, Matt Smith e Rhys Ifans.

Il successo dello show, prodotto da HBO, ha consacrato la D’Arcy come una delle figure più influenti della televisione contemporanea. Dopo il trionfo della seconda stagione, uscita nel 2024, è già in produzione la terza stagione di House of the Dragon, che debutterà nel 2026 e vedrà ancora una volta l’attrice tra i protagonisti principali.

Nel frattempo, nel 2025, Emma D’Arcy continua a collaborare con progetti teatrali a Londra e con nuove produzioni cinematografiche indipendenti, portando avanti un percorso artistico coerente con la propria sensibilità e identità non binaria. Sempre più riconosciuta come un’icona di talento e autenticità, l’attore si conferma una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo.

2. Ha recitato in alcuni film. Oltre che per la televisione, la D’Arcy ha iniziato a recitare anche per il cinema. Il primo lungometraggio in cui è comparsa è Il concorso (2020), dove interpreta Hazel accanto alle attrici Keira Knightley e Gugu Mbatha-Raw. Nel 2021 è invece tra le protagoniste del film drammatico sentimentale Secret Love (titolo italiano di Mothering Sunday). Qui, nei panni di Emma Hobday, ha recitato accanto a Olivia Colman e Odessa Young.

Emma D’Arcy è Rhaenyra Targaryen in House of the Dragon, il prequel di Il Trono di Spade

3. Ha sostenuto numerosi provini. Nella serie prequel di Il Trono di Spade, House of the Dragon, D’Arcy interpreta la principessa Rhaenyra. D’Arcy ha raccontato che il processo di casting per il ruolo è durato diversi mesi, durante i quali ha per lo più dovuto registrare dei self-tape da casa, per i quali si è applicata delle extensions. Successivamente si è sottoposta a lunghe sessioni di prove dal vivo, davanti agli autori della serie, e solo dopo aver completato questo lungo processo ha potuto avere la certezza di essere stata scelta per la parte.

house of the dragon stagione 2 recensione
Emma D’Arcy in una scena della seconda stagione di House of the Dragon

4. Le è stato proibito di incontrare una sua collega. Inizialmente, il ruolo di Rhaenyra è interpretato da due attrici: Milly Alcock (la giovane Rhaenyra) e Emma D’Arcy (la Rhaenyra adulta). Alle due è stato detto di non parlarsi e di non essere sul set quando l’altra stava girando una scena. Gli autori volevano infatti che entrambe recitassero in modo indipendente e che non si ispirassero l’una all’altra, così da essere certi che pur essendo lo stesso personaggio ci fosse un evidente scarto tra la versione giovane e adulta di Rhaenyra.

Emma D’Arcy e la sua principessa gender-fluid

5. È la prima principessa non binaria. Come noto, l’attrice si identifica come non binaria e utilizza i pronomi they/them per riferirsi a sé stessa. Parlando di Rhaenyra, l’attrice ha raccontato di essere rimasta particolarmente colpita da come sia una donna in profondo conflitto con la società che la circonda, desiderosa di poter sfoggiare anche la propria mascolinità. D’Arcy è stata dunque di poter spingere Rhaenyra ai limiti della femminilità nel corso della serie, divenendo un personaggio tanto ambiguo quanto ricco di affascinanti sfumature.

Emma D’Arcy non è Hunter Schafer di Euphoria

6. È stata confusa con un’altra attrice. Dopo averla vista nei primi episodi di House of the Dragon, l’attrice è stata da molti confusa con Hunter Schafer, una delle protagoniste di Euphoria, le serie HBO con Zendaya. Saranno stati i capelli biondi sfoggiati dalla D’Arcy nella serie o alcuni lineamenti del volto che ricordano quelli della Schafer, ma ad ogni modo è bene precisare che le due non sono la stessa persona e che la Schafer non ha un ruolo in House of the Dragon, per quanto da sempre i suoi fan l’hanno indicata come una perfetta Targaryen. L’attrice era stata anche effettivamente presa in considerazione, ma alla fine il ruolo è andato a D’Arcy.

Emma D’Arcy è su Instagram

7. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 966 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare 175 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Tante, in particolare, sono le immagini di elementi particolari in cui l’attrice si imbatte nella vita di tutti i giorni.

Emma D’Arcy in una scena della seconda stagione di House of the Dragon

Emma D’Arcy: vita privata, partner e curiosità sulla sua relazione

8. È molto riservata. Emma D’Arcy è sempre stata molto riservata riguardo alla propria vita privata. Nonostante la crescente popolarità dovuta al successo di House of the Dragon, l’artista ha scelto di mantenere un profilo basso al di fuori del set, evitando di condividere dettagli personali o sentimentali sui social.

Identificandosi come persona non binaria, la D’Arcy utilizza i pronomi they/them e ha più volte sottolineato quanto sia importante per loro preservare la propria intimità e separare la sfera pubblica da quella privata. Questa scelta li ha resi una figura di riferimento per molti fan, che vedono in loro un esempio di autenticità e libertà espressiva.

Sebbene non ci siano conferme ufficiali, negli ultimi anni si è parlato di un possibile legame con il regista Thomas May Bailey, noto per il film Persuasion (2022). Nessuna delle due parti ha commentato pubblicamente la notizia, e l’interprete preferisce che l’attenzione resti focalizzata sul proprio lavoro e sui progetti artistici futuri.

Emma D’Arcy, Olivia Cooke e… il Negroni sbagliato

9. È diventata virale per il suo drink preferito. Durante una conversazione con la sua collega di House of the Dragon, Olivia Cooke, l’attrice ha rivelato che il suo drink preferito è il “Negroni sbagliato”, corretto con del prosecco. La pronuncia che l’attrice fa della parola “sbagliato”, detta in italiano, ha mandato in visibilio i fan, che hanno permesso al video di raggiungere circa 10 milioni di visualizzazioni e migliaia di commenti. Lo si può vedere qui.

Emma D’Arcy: età e altezza

10. Emma D’Arcy è nata il 27 giugno del 1992 a Londra, in Inghilterra. L’attrice è alta complessivamente 1.71 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Oscar Isaac pronto a tornare nell’universo di Star Wars se la Disney “non soccomberà al fascismo”

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Oscar Isaac sta riconsiderando i suoi piani di tornare nell’universo di Star Wars, ma ha una condizione per lavorare di nuovo con la Disney. In una nuova intervista, l’attore ora nel film Frankenstein ha rivelato che sarebbe disposto a riprendere il ruolo del pilota di caccia X-wing Poe Dameron, un personaggio che ha interpretato per la prima volta nel film Star Wars: Il risveglio della Forza del 2015.

Durante l’intervista con GQ, a Isaac è stato chiesto se sarebbe tornato nell’universo di Star Wars dopo aver dichiarato che lo avrebbe fatto solo se avesse “avuto bisogno di un’altra casa”. “Sì. È stata una citazione davvero simpatica. Gesù Cristo”, ha detto. “Sai, la gente ti fa delle domande, tu rispondi, senza pensarci troppo. Ho detto una cosa un po’ stupida”.

Dopo anni passati a dire che non lo avrebbe fatto, Isaac ora dice di essere “aperto a questa possibilità”, aggiungendo: “Anche se al momento non sono così aperto a lavorare con la Disney”. “Ma se riuscissero a capirlo e, sai, a non soccombere al fascismo, sarebbe fantastico”, ha detto.

La pubblicazione ha sottolineato di aver intervistato Isaac dopo che la ABC e la Disney hanno sospeso Jimmy Kimmel dal suo programma televisivo in seconda serata a seguito dei commenti fatti dal conduttore su Charlie Kirk dopo la sua morte. Kimmel è poi tornato a condurre il programma quattro giorni dopo l’intervista.

Dopo la sua prima apparizione in Il risveglio della Forza, Isaac è tornato nell’universo di Star Wars in Gli ultimi Jedi nel 2017. Nel 2019, Isaac ha ripreso il suo ruolo in L’ascesa di Skywalker e ha anche doppiato il suo personaggio nella serie animata Star Wars Resistance. L’attore fa anche parte del Marvel Cinematic Universe della Disney, avendo recitato nella serie Disney+ Moon Knight, dove ha anche ricoperto il ruolo di produttore esecutivo.

Proprio per quest’ultimo titolo, sono molti i fan che si aspettano di rivedere il personaggio di Moon Knight altrove nel Marvel Cinematic Universe. Al momento, tuttavia, non ci sono progetti confermati in cui Oscar Isaac riprenderà il suo ruolo e data l’affermazione dell’attore per cui non è molto ben disposto a lavorare con la Disney, viene da pensare che potrebbe non tornare tanto presto né nel MCU né nell’universo di Star Wars.

Frankenstein di Guillermo del Toro: la sua poetica trova qui la massima espressione?

Frankenstein di Guillermo del Toro è finalmente nelle mani di tutti. Il film, scritto e diretto dal regista messicano e ispirato al celebre romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo di Mary Shelley, è stato distribuito su Netflix il 7 novembre ed è stato in concorso alla 82ª edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast figurano Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz. E dopo averlo visto, la domanda sorge spontanea: è lui il film “summa” di Del Toro?

Dal libro… a Guillermo del Toro

Dopo il successo del suo Pinocchio, premiato agli Oscar, Del Toro torna a confrontarsi con la letteratura classica e con una delle figure più emblematiche della narrativa gotica. Un progetto che sognava da oltre un decennio – fin dal 2010 – e che ora sembra pronto a diventare il manifesto definitivo della sua poetica cinematografica. Lo pensavamo prima che uscisse, ora è certo: Del Toro ha seguito, bene o male, la storia originale (sia a livello di veicolazione del messaggio che di impostazione), arricchendola però con la sua visione autoriale.E l’idea che la creatura di Frankenstein possa rappresentare il “mostro” per eccellenza del suo cinema non appare affatto azzardata. Per capirlo, però, bisogna partire dal principio.

Oscar Isaac in Frankenstein di Guillermo Del Toro
© Cortesia di Netflix

I mostri di Guillermo del Toro

Guillermo del Toro ama i mostri. Sono loro il cuore pulsante del suo cinema: creature orrorifiche ma dolenti, protagoniste di fiabe dark che mettono in discussione l’umanità. Per lui, il monstrum non è un’entità negativa. Al contrario, incarna un Bene nascosto, frainteso, che la società condanna solo perché diverso. È su questo sguardo che si fonda l’intera visione autoriale del regista. Del Toro racconta l’Altro – il diverso, l’emarginato – perché è da lì che viene.

Le sue creature sono figure tragiche, spesso più umane degli uomini stessi, immerse in contesti storici segnati da violenza, guerra e oppressione. Ed è proprio l’uomo, il “normale”, a risultare spesso il vero mostro. E in Frankenstein, lo stesso uomo, alla fine, lo ammette.

Frankenstein: la sua creatura è davvero il suo mostro per eccellenza?

Due tra i suoi film più acclamati, Il labirinto del fauno e La forma dell’acqua, incarnano perfettamente questo principio. In entrambi i casi, Del Toro inserisce figure inquietanti – il Fauno e l’Uomo Anfibio – che inizialmente suscitano diffidenza ma si rivelano strumenti di salvezza per le protagoniste, a differenza dei loro antagonisti umani: il capitano Vidal e il colonnello Strickland.

Il Fauno guida Ofelia verso una verità nascosta – forse verso la morte, forse verso un ritorno al suo regno sotterraneo – ma è il crudele Vidal, simbolo del potere fascista, a toglierle la vita. L’Uomo Anfibio, invece, viene studiato come cavia militare e brutalizzato. Eppure salva Elisa, restituendole una nuova esistenza. In entrambi i film, perciò, i mostri sono salvifici. Mettono in luce la degenerazione dell’essere umano, la sua incapacità di accettare ciò che non comprende.

Con Pinocchio, il discorso si evolve. Il burattino, questa volta, è una creazione recente. Non nasce già “altro”, ma viene plasmato da un uomo – da un padre – e cresce in un contesto che prova a cambiarlo. Pinocchio è ribelle, curioso, pieno di slancio infantile verso la conoscenza e la bellezza. La sua scelta finale – schierarsi contro il Male, incarnato da Benito Mussolini – è un atto di libertà morale. Ed è proprio da qui che Del Toro approda naturalmente a Frankenstein. Se il Fauno e l’Uomo Anfibio sono creature già compiute, e Pinocchio un’anima in  formazione che sceglie il Bene, la creatura di Frankenstein si pone in mezzo: è un essere che nasce neutro, ma viene corrotto. E non trova un vero e proprio lieto fine.

Frankenstein Film 2025
© Cortesia di Netflix

Una riflessione sul mondo

Nel romanzo originale di Mary Shelley (così come nel film), la creatura è inizialmente pura. È come un neonato gettato nel mondo: non conosce odio, dolore, nemmeno linguaggio. Un po’ come Pinocchio, a ben pensarci. Victor Frankenstein, però, la rifiuta. Non riesce ad accettare ciò che ha generato. La creatura impara a vivere da sola, spia una famiglia per apprendere emozioni, sogna il Bene. Ma viene respinta, odiata, tradita. Ed è lì che qualcosa si spezza.

Da spettatore silenzioso e sensibile, diventa assassino. Uccide, si vendica, agisce per rabbia. Non perché malvagio, ma perché ferito. La sua evoluzione – da innocente a mostro – è causata interamente dal comportamento umano. Del Toro, che ha sempre mostrato come i suoi mostri incarnino una purezza alternativa rispetto al mondo, trova proprio in questa figura il punto più profondo della sua poetica. Frankenstein non è una creatura che nasce mostro: lo diventa per colpa dell’uomo. È l’incarnazione materiale delle sue colpe, delle sue paure, della sua violenza. Questo lo vediamo sin dall’inizio anche nel film: Victor, che dovrebbe essere suo padre, lo tratta con disprezzo. Lo ferisce – anche fisicamente – con costanza, finché non tenta di bruciarlo vivo.

Tutto perché la Creatura pronuncia solo il suo nome – che, come dirà Elizabeth, “significa tutto per lui” – ma per lo scienziato è solo un errore di creazione. Da questo momento in poi non c’è più un confine netto tra Bene e Male. Nella Creatura convivono entrambi. Ma a prevalere è il Male che ha assorbito dal mondo e dal suo stesso padre. Ed è come se, attraverso di lei, Del Toro volesse mostrarci quanto facilmente la crudeltà umana possa deformare persino ciò che nasce incline al Bene – specie se trasmessa dalle persone che amiamo o che abbiamo accanto.

Il mostro perfetto per il suo cinema

La Creatura di Guillermo del Toro ne è consapevole più di tutti gli altri mostri raccontati nelle sue pellicole. Anzi, è come se fosse la rappresentazione di tutti loro. Capisce che l’uomo è egoista, che può essere malvagio, e sa che non accetta nulla che esca dai suoi canoni distorti. Lo dice lui stesso in una frase commovente: “Forse era così che andava il mondo. Vieni cacciato e ucciso solo perché sei quello che sei.” È da lì che parte tutto: la ricerca, la rabbia accecante. E quando alla fine arriva il perdono della stessa Creatura, assume un significato ancora più potente. In quel momento c’è la summa di tutto: c’è l’uomo che capisce di essere mostro – lo stesso Victor lo ammette: “Il mostro sono io”– e c’è il mostro che sa di poter essere più uomo dell’uomo stesso.

Frankenstein di Guillermo Del Toro
© Cortesia di Netflix

L’uomo mostro, il mostro uomo

Il libro di Shelley lo diceva bene: viviamo in un mondo che ci rende cattivi, che è cattivo, e che, senza rendersene conto, condanna l’altro a credere di essere peggio di lui. L’altro che nasce puro, incontaminato, e una volta messo al mondo affronta una prova difficilissima: dover combattere contro tutti gli orrori che vede per non soccombere a essi. E quando ce la fa – quelle poche volte – l’altro, il Mostro, il diverso, diventa anche la prova che si può sempre tornare indietro. Anche quando si hanno tutte le ragioni per lasciarsi travolgere dall’odio.

Ci insegna che si può essere migliori. Anzi, che chi è migliore è proprio colui che si etichetta come il male. Per tutte queste ragioni, Frankenstein rappresenta il punto di sintesi più potente del cinema di Guillermo del Toro: un film che, anche attraverso una rilettura personale della storia, diventa il suo manifesto definitivo. Perché la vera paura – e Del Toro ce lo ricorda da sempre – non risiede nelle creature diverse da noi, ma negli occhi che le guardano. E questa è un’opera che parla del nostro tempo più di quanto vorremmo ammettere.

Hugh Jackman: 10 cose che non sai sull’attore

Hugh Jackman è uno di quegli attori che se non ci fosse, dovrebbero inventarlo. Carismatico, brillante, intelligente e bellissimo, è quasi ovvio dire che l’attore australiano abbia conquistato una gran fetta di pubblico di tutto il mondo. La sua è stata una lunga gavetta e, nonostante il successo, è sempre stato capace di stare con i piedi per terra, di essere umile e di essere sempre un gentiluomo di classe.

Ecco dieci cose da sapere su Hugh Jackman.

Hugh Jackman oggi: la carriera e i progetti più recenti

Hugh Jackman film

1. Hugh Jackman: i film e la carriera. L’attore ha costruito una delle carriere più solide e versatili di Hollywood, passando con naturalezza dai musical ai film d’azione, dai drammi intimisti alle grandi produzioni Marvel. Il successo internazionale arriva nel 2000 con X-Men, dove interpreta per la prima volta il mutante Logan/Wolverine, ruolo che lo consacrerà tra le star più amate del cinema contemporaneo. Negli anni successivi alterna progetti molto diversi tra loro come Kate & Leopold (2001), Codice: Swordfish (2001), Van Helsing (2004), The Prestige (2006) di Christopher Nolan e The Fountain – L’albero della vita (2006) di Darren Aronofsky.

Con il tempo Jackman dimostra di essere molto più di un eroe d’azione: nel 2012 conquista critica e pubblico con Les Misérables, che gli vale una nomination all’Oscar come Miglior Attore, e nel 2017 incanta il pubblico con il musical The Greatest Showman, diventato un fenomeno globale. Tra i suoi ruoli più intensi anche Prisoners (2013) di Denis Villeneuve, Logan – The Wolverine (2017), The Front Runner – Il vizio del potere (2018) e Frammenti dal passato – Reminiscence (2021).

Negli ultimi anni l’attore ha continuato a rinnovarsi. Nel 2022 è stato protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia con The Son di Florian Zeller, mentre nel 2023 Baz Luhrmann ha riportato sullo schermo Australia in una nuova versione seriale intitolata Faraway Downs, con Jackman di nuovo protagonista.

Nel 2024 è tornato al personaggio che lo ha reso leggendario, affiancando Ryan Reynolds in Deadpool & Wolverine, uno dei più grandi successi Marvel recenti. Nel 2025 Hugh Jackman sarà invece protagonista del musical Song Sung Blue, confermando ancora una volta la sua passione per il canto e la danza. Il 2026 lo vedrà impegnato in due progetti molto diversi: The Death of Robin Hood, una cupa rivisitazione della leggenda in cui interpreta un eroe stanco del mondo, tormentato dal proprio passato violento, e Three Bags Full: A Sheep Detective Movie, un originale film d’animazione che mescola mistero e comicità.

Oggi Jackman è considerato uno degli attori più completi e amati della sua generazione, capace di alternare con naturalezza blockbuster, ruoli drammatici e musical, mantenendo sempre un legame autentico con il suo pubblico.

Hugh Jackman Deadpool & Wolverine
Hugh Jackman Deadpool & Wolverine

2. Hugh Jackman è anche doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, Hugh Jackman ha avuto esperienze anche come doppiatore: infatti, ha partecipato al doppiaggio del cortometraggio Van Helsing – La missione londinese (2004), ai videogiochi X-Men: il gioco ufficiale (2006) e X-Men Origins: Wolverine (2009) e ai film d’animazione Giù per il tubo (2006), Le 5 leggende (2012) e Mister Link (2019). Inoltre, Jackman è anche un produttore: infatti, è stato produttore esecutivo per le serie An Aussie Goes Barmy (2006), Viva Laughlin (2007), An Aussie Goes Bolly (2008) e An Aussie Goes Calypso (2009), per il documentario Louder Together (2017) ed è stato produttore per Sex List – Omicidio a tre e X-Men: le origini – Wolverine.

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Hugh Jackman: la nuova compagna i figli Oscar Maximilian e Ava Eliot

3. Per oltre vent’anni Hugh Jackman ha condiviso la sua vita con l’attrice e produttrice australiana Deborra-Lee Furness. I due si conobbero nel 1995 sul set della serie Corelli e si sposarono l’anno successivo, nel 1996. Dopo alcune difficoltà ad avere figli, la coppia decise di intraprendere la strada dell’adozione: nel 2000 nacque così la loro famiglia con Oscar Maximilian Jackman, seguito nel 2005 da Ava Eliot Jackman.

Per anni Hugh e Deborra-Lee sono stati considerati una delle coppie più solide di Hollywood, uniti da un profondo legame nonostante la differenza d’età di tredici anni. Jackman ha spesso raccontato pubblicamente quanto il sostegno della moglie sia stato fondamentale nella sua carriera, definendola la persona che più di tutte gli ha insegnato il valore dell’amore, della famiglia e della fiducia in se stessi.

4. Hugh Jackman si è separato da sua moglie. Nel 2023 la coppia ha annunciato la separazione, ponendo fine a un matrimonio durato 27 anni. Da allora l’attore ha mantenuto un profilo discreto sulla propria vita privata, fino a quando – tra il 2024 e il 2025 – la stampa internazionale ha confermato la sua relazione con Sutton Foster, attrice e cantante di Broadway con cui aveva già condiviso il palco in passato. I due si sarebbero riavvicinati durante un progetto teatrale, dando inizio a una storia che ha suscitato grande curiosità tra i fan.

Oggi Jackman vive tra New York e l’Australia, dove trascorre il tempo libero con Oscar e Ava, continuando a sostenere apertamente il loro percorso di crescita lontano dai riflettori e mantenendo un rapporto affettuoso con la ex moglie.

Hugh Jackman e la malattia: la battaglia contro il tumore della pelle

5. Grazie a sua moglie, Hugh Jackman ha scoperto di avere un tumore della pelle. La forza e la positività che contraddistinguono Hugh Jackman si riflettono anche nel modo in cui ha affrontato la sua battaglia contro il tumore della pelle. Tutto è iniziato grazie alla sua ex moglie Deborra-Lee Furness, che lo convinse a farsi controllare un piccolo neo che per anni aveva ignorato. Quello che sembrava un segno innocuo si rivelò invece un carcinoma basocellulare, la forma più comune di cancro della pelle.

Dal 2013 l’attore si è sottoposto a diversi interventi per la rimozione dei carcinomi, condividendo apertamente la sua esperienza con i fan e invitando il pubblico a non sottovalutare i controlli dermatologici. Jackman ha più volte ricordato come la diagnosi precoce gli abbia salvato la vita, sottolineando l’importanza della protezione solare e della prevenzione.

Nel 2024, dopo un nuovo controllo precauzionale, Jackman ha rassicurato i suoi follower dichiarando che gli ultimi test sono risultati negativi e che continua a monitorare la propria salute con regolarità. Oggi l’attore è considerato un esempio di consapevolezza e coraggio, e continua a sostenere campagne di sensibilizzazione sulla cura della pelle e sui rischi dell’esposizione solare prolungata.

Hugh Jackman: altezza

6. Hugh Jackman è un gigante. Hugh Jackman è tutto il contrario di quello che si potrebbe definire un ometto: l’attore, infatti, è altro ben 188 centimetri e svetta rispetto alla media degli altri suoi colleghi. Nonostante l’altezza vertiginosa, Jackman non ha mai avuto problemi, riuscendo ad interpretare ogni ruolo senza alcun timore o problematica che derivasse dalla sua statura.

Hugh Jackman è Wolverine

hugh jackman

7. Hugh Jackman ha rimpiazzato Russell Crowe. Per la realizzazione del primo capitolo degli X-Men, la prima scelta di del regista Bryan Singer era Russell Crowe. Poco prima di iniziare le riprese, tuttavia, Crowe abbandonò il progetto per divergenze creative, proponendo a sua volta l’emergente Jackman. Dopo un contatto con Dougray Scott, che declinò l’offerta per realizzare Mission: Impossible II, alla fine venne scelto proprio Jackman per il ruolo di Wolverine. Il resto, poi, è solo storia.

8. Hugh Jackman ha interpretato Wolverine per ben 10 film. Dopo un’iniziale titubanza da parte dell’attore per il fatto di interpretare un supereroe come Wolverine, alla fine egli si è legato al personaggio a doppio filo, riuscendo ad interpretarlo per ben nove film. Jackman ha amato molto il suo personaggio, soprattutto mentre lo ha interpretato nel film Logan – The Wolverine: l’attore, infatti, ha dichiarato di aver apprezzato l’approfondimento circa il lato umano e realistico del personaggio. Il decimo film sarà Deadpool & Wolverine.

Hugh Jackman: il fisico

9. Per vestire i panni di Wolverine ha dovuto fare una dieta adeguata. Per poter interpretare Wolverine, Hugh Jackman si è dovuto sottoporre ad una dieta fatta di petto di pollo e verdure, introducendo quasi 6mila calorie ogni giorno. Questa, unita ad un allenamento fisico intensivo, gli ha permesso di raggiungere l’incredibile forma fisica mostrata per il personaggio, con muscoli scolpiti e una grande atleticità.

10. Hugh Jackman si è rivolto a Dwayne “The Rock” Johnson. Nel periodo in cui Jackman avrebbe dovuto interpretare sia Wolverine che Jean Valjean in Les Misérables, l’attore si è rivolto ad un suo amico e collega: Dwayne Johnson. Jackman sapeva che avrebbe dovuto lavorare tanto sul suo fisico e Johnson – che ha rimandato anche alcuni impegni lavorativi per aiutarlo – gli ha dato ottimi consigli in materia. Grazie a lui Jackman è potuto passare dalla denutrizione di Valjean al fisico scultoreo di Wolverine.

The Greatest Showman 2: il sogno di un ritorno

Tra i film più amati della carriera di Hugh Jackman c’è senza dubbio The Greatest Showman (2017), musical di successo che ha consolidato il suo talento nel canto e nella danza. Negli ultimi anni si è spesso parlato di un possibile The Greatest Showman 2, ma al momento non esistono conferme ufficiali. Jackman ha dichiarato più volte che tornare a interpretare P.T. Barnum sarebbe “una gioia immensa”, lasciando aperta la porta a un futuro sequel che i fan continuano ad attendere con entusiasmo.

Fonti: IMDb, biography, usatoday

It: Welcome to Derry, il clown del finale dell’episodio 3 è davvero Pennywise?

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Il finale del terzo episodio di di It: Welcome To Derry (qui la recensione) presenta la rivelazione di un clown minaccioso nel cimitero, e gli showrunner Brad Caleb Kane e Jason Fuchs hanno ora chiarito se quell’entità sia effettivamente il Pennywise interpretato da Bill Skarsgård. Sebbene la serie abbia già mostrato diverse forme di IT nei primi episodi, tra cui il padre di Lilly in un barattolo di sottaceti e il bambino demoniaco dell’episodio 1, questa sarebbe la prima apparizione ufficiale di Pennywise.

Dopo che nell’episodio i giovani personaggi Will, Lilly, Ronnie e Rich attirano IT nel cimitero per scattare una foto che provi la sua esistenza soprannaturale, i ragazzi riescono a scappare con la macchina fotografica e finalmente sviluppano la pellicola nella scena finale. La maggior parte delle fotografie rivelano i “fantasmi” dei loro amici che li inseguono, ma una foto scattata da Will rivela minacciosamente un misterioso clown. Tuttavia, non è chiaro se quel clown sia effettivamente Pennywise.

Parlando con Deadline, gli showrunner Kane e Fuchs continuano a mostrarsi evasivi riguardo al clown nel finale dell’episodio 3 e alla sua vera identità di Pennywise. “È Pennywise? Non lo so”, afferma Kane. “Pensiamo di sì…”, aggiunge invece Fucks. “Come si può capire dalla fine del primo episodio, abbiamo cercato di spiazzare il pubblico. Quindi, fin da subito, si ha la sensazione che, indipendentemente da chi si tifi, nessuno è al sicuro in questa serie, nulla è come sembra e tutto può succedere… Penso proprio che sia Pennywise. È sicuramente Pennywise”.

“Questo è ciò che dirò ai vostri spettatori, che dovrebbero guardarlo con questa convinzione. Dovremo vedere cosa succederà nella seconda metà della stagione“, replica Kane. Considerando che It: Welcome to Derry sta approfondendo le origini di Pennywise e il motivo per cui sceglie così spesso di tornare alla forma del clown danzante, la mancanza di chiarimenti da parte degli showrunner sull’identità del clown dell’episodio 3 sembra indicare che quell’entità non sia in realtà il Pennywise che il pubblico si aspetta.

Forse la figura che i ragazzi incontrano nel cimitero è una forma precedente del clown o un altro spirito separato dall’entità mutaforma Pennywise. Come osservano Kane e Fuchs, il pubblico dovrà aspettare fino alla seconda metà della serie per avere finalmente risposte chiare sul fatto che il clown fotografato da Will sia effettivamente Pennywise. È già stato confermato che l’introduzione del personaggio in It: Welcome to Derry è stata posticipata alla seconda metà della stagione di otto episodi, quindi probabilmente non apparirà prima dell’episodio 5.

I produttori esecutivi Andy e Barbara Muschietti hanno spiegato in precedenza che il debutto ritardato di Pennywise è un modo per impedire al pubblico di abituarsi a lui, poiché è importante “trattarlo come un personaggio molto imprevedibile”. Paragonandolo allo squalo di Lo squalo, Barbara Muschietti ha spiegato: “Bisogna farlo emergere con tutta la sua complessità nei momenti giusti, altrimenti It perde il suo potere. Sono assolutamente convinta che sia ancora così terrificante proprio grazie a questa dosatura“.

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V per Vendetta: in sviluppo una serie per HBO

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V per Vendetta sta tornando alla ribalta grazie alla DC Studios. Mentre James Gunn sta preparando il nuovo universo dei supereroi con DC Universe Capitolo 1: “Dei e Mostri per la TV e il cinema, altri progetti continuano a essere svelati, e il prossimo riporterà sullo schermo un personaggio che non si vede dal 2005. Variety riporta infatti che la DC Studios sta sviluppando una serie TV di V for Vendetta per HBO, con Gunn e Peter Safran come produttori esecutivi. Pete Jackson è stato incaricato di scrivere l’adattamento televisivo.

Ben Stephenson di Poison Pen è stato incaricato della produzione esecutiva del nuovo progetto V per Vendetta insieme a Leanne Klein di Wall to Wall Media, che fa parte della Warner Bros. Television Studios UK. La proprietà è basata sul famoso fumetto di Alan Moore e David Lloyd del 1982.

Ambientata in un “futuro non troppo lontano” in cui una Gran Bretagna distopica è sotto il controllo del “partito fascista Norsefire”, la storia esplora il misterioso anarchico V, mentre cerca di rovesciare il governo. Evey Hammond si unisce a lui dopo che lui la salva dalla polizia segreta britannica.

Il film V per Vendetta ha incassato 134,7 milioni di dollari in tutto il mondo con un budget dichiarato di 50-54 milioni di dollari, con Hugo Weaving e Natalie Portman nei panni di V ed Evey. James McTeigue ha diretto l’adattamento live-action, da una sceneggiatura dei Wachowski. Il film della DC è inoltre stato ben accolto dalla critica in un periodo in cui i film tratti dai fumetti erano più limitati.

Tuttavia, questo non è il primo tentativo di realizzare una serie TV basata su V per Vendetta. Nell’ottobre 2017, Bleeding Cool ha riportato la notizia che Channel 4 stava cercando di realizzare una serie basata sul fumetto, ma il progetto non ha mai visto la luce. Data la natura della storia, questa serie sarebbe molto probabilmente una proprietà Elseworlds per i DC Studios piuttosto che essere inserita nella timeline DCU di Gunn. Si collocherebbe dunque similmente all’universo di The Batman di Matt Reeves, che ha poi portato alla serie The Penguin su HBO.

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DC Crime: in sviluppo la serie spin-off con Jimmy Olsen

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L’universo DC si sta espandendo con nuovi progetti della DC Studios, mentre una grande serie spin-off dedicata a Superman sta compiendo un importante passo avanti. Dopo il ritorno dell’Uomo d’Acciaio sul grande schermo quest’estate, il mondo di Metropolis sta per tornare sotto i riflettori, ma questa volta attraverso la televisione. Deadline rivela infatti che lo spin-off su Jimmy Olsen con Skyler Gisondo – intitolato DC Crime – ha trovato i suoi showrunner: Dan Perrault e Tony Yacenda di American Vandal scriveranno e produrranno la serie HBO Max.

Il progetto, se verrà ordinato, vedrà ufficialmente la partecipazione del cattivo di The Flash, Gorilla Grodd. La trama seguirà Jimmy e “altri giornalisti del Daily Planet (esclusi Lois Lane e Clark Kent), che affrontano casi che coinvolgono cattivi dotati di superpoteri”. Secondo il trade, Gorilla Grodd “sarà sotto i riflettori per tutta la stagione”, il che suggerisce che potrebbe essere il nemico principale, o almeno una minaccia centrale.

I dettagli sui diversi spin-off di Superman sono stati rivelati per la prima volta il 10 luglio dal Wall Street Journal, che ha rivelato che la DC Studios stava valutando la possibilità di realizzare una serie su Jimmy Olsen e Mister Terrific. Al momento della pubblicazione di questa notizia, lo spin-off su Edi Gathegi non è ancora stato confermato.

Sebbene non siano ancora stati confermati altri membri del cast, Wendell Pierce, Mikaela Hoover e Beck Bennett, già presenti nel cast di Superman, molto probabilmente torneranno nel potenziale spin-off, riprendendo i ruoli di Perry White, Cat Grant e Steve Lombard, rispettivamente. Se lo show andrà avanti, molto probabilmente sarà un originale HBO Max.

Con lo spin-off in lavorazione, è ancora necessario ottenere un ordine per il pilot o l’approvazione della serie. La notizia della scelta del team creativo di Jimmy Olsen arriva poco dopo quella dello sviluppo da parte della DC Studios di una serie su V for Vendetta per HBO. Per il grande schermo, la DC Studios sta invece lavorando al film Man of Tomorrow come seguito di Superman del 2025.

James Gunn dirigerà il film, in arrivo nel 2027 con l’eroe titolare di David Corenswet e il Lex Luthor di Nicholas Hoult che dovranno allearsi. Le riprese principali inizieranno nel 2026. Il 2025 si è rivelato un anno forte per il marchio DC, con Superman che è diventato un successo per la DC Studios, dando il tono al futuro della DCU. Il 2026 vedrà anche l’uscita del film Supergirl con Milly Alcock il 26 giugno, dopo che la cugina kryptoniana di Clark Kent ha fatto il suo debutto quest’estate.

Sonic 3, la spiegazione del finale: il combattimento tra Shadow e Sonic, le morti più importanti e il sequel

Il finale sorprendentemente emotivo di Sonic 3 (la nostra recensione) mette in luce l’arco dei cattivi del film in modo convincente. Sebbene il film rimanga incentrato sul personaggio blu e i suoi amici, l’ultimo film della serie cinematografica di Sonic si concentra in modo particolare sugli archi emotivi di personaggi come Shadow the Hedgehog e il Dr. Ivo Robotnik. Sebbene il film non cerchi mai di nascondere il fatto che i due commettano atti malvagi per motivi egoistici, il cast di personaggi di Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3) riceve più profondità ed evoluzione di quanto ci si aspetterebbe.

Questo vale anche per l’altro cattivo principale del film, Gerald Robotnik. Nonostante abbia un piano di base da cattivo di superficie, le motivazioni emotive di Gerald si inseriscono nei temi generali del film, come il dolore, l’amore e la crescita. È un modo molto efficace di giocare con gli archi emotivi del film e contribuisce a dare alla storia un senso di naturale conclusione, anche se il finale lascia aperta la porta a ulteriori sequel di Sonic the Hedgehog e all’espansione del franchise. 

Shadow e Robotnik muoiono nel finale di Sonic 3?

Il finale di Sonic 3 è ingannevolmente significativo, con Shadow e il Dr. Ivo Robotnik che apparentemente sacrificano le loro vite per salvare il mondo. Per gran parte del film, Shadow e Robotnik seguono gli obiettivi di Gerald Robotnik per vendicarsi di GUN per le loro precedenti azioni di cinquant’anni fa. Questo porta al lancio dell’Eclipse Cannon, una stazione spaziale in grado di scatenare un’esplosione laser che potrebbe spazzare via ogni forma di vita sulla Terra. Sia Shadow che Robotnik decidono infine di proteggere il mondo, anche se ciò significa che non possono fuggire dalla stazione spaziale prima che esploda.

Sebbene la scena post-credits lasci presagire la sopravvivenza di Shadow, non c’è alcuna indicazione che Robotnik possa essere sfuggito all’esplosione che ha consumato la stazione. Infatti, la scena finale di Robotnik lo vede trasmettere un messaggio alla Terra in cui si scusa con l’agente Stone e lo chiama amico. Ciò conferisce alla scena un senso di definitività e sottolinea i temi del film sui legami che si formano tra le persone, dando al contempo al cattivo imbranato un momento eroico sorprendentemente accattivante per uscire di scena. Anche se Shadow probabilmente tornerà in futuro nel franchise, questo sembra un punto di arrivo naturale per Robotnik.

Spiegato il piano e la morte di Gerald Robotnik in Sonic 3

Gerald Robotnik è il nonno di Ivo e lo scienziato capo che stava facendo ricerche su Shadow quando è arrivato sulla Terra mezzo secolo prima degli eventi del film. Anche se la portata delle intenzioni di Geralds all’epoca non è stata chiarita, la sua rabbia per la morte della nipote Maria lo ha spinto a passare cinquant’anni a pianificare la sua vendetta. Dopo aver fornito al GUN i progetti del Cannone a Eclissi, Gerald è riuscito a fuggire dalla loro prigione. La sua missione è quella di spazzare via l’umanità per vendicare la morte di Maria, con il Cannone a Eclissi pronto a spazzare via la Terra e lui stesso.

La rabbia di Gerald nei confronti del mondo riflette il tema centrale del film, ovvero il dolore. Mentre Sonic riesce a superare il dolore e Shadow finisce per seguirlo, Gerald è troppo consumato dalla rabbia e dalla perdita per la morte di Maria. Questo lo porta a commettere atti atroci, persino a cercare attivamente di uccidere l’altro nipote. Questo rende la sua morte improvvisa, dopo essere stato gettato nell’Energia del Caos generata da Shadow, molto meno tragica di quanto avrebbe potuto essere altrimenti. Il piano di Gerald è malvagio e distruttivo, ma nasce da una vera e propria svolta emotiva, che conferisce maggiore profondità al personaggio.

Perché il Dr. Robotnik si rivolta contro Gerald nel finale di Sonic 3

Il Dr. Ivo Robotnik è stato il cattivo principale dei film di Sonic the Hedgehog, e questo si riflette in parte anche in Sonic 3. Nonostante la breve collaborazione con Sonic, Ivo si schiera subito dalla parte di Gerald quando si rende conto del loro legame familiare. Il film punta molto su Ivo come personaggio isolato e tragico. Nonostante il suo aspetto buffo e i suoi impulsi malvagi, Ivo si mostra come un uomo solo, cresciuto senza amici né famiglia. A un certo punto persino Sonic ammette di provare pietà per lui, chiedendosi come sarebbe stato Ivo se avesse avuto delle conoscenze.

La decisione di Ivo di rivolgersi a Gerald nel finale di Sonic 3 deriva da un mix di questi due aspetti del personaggio. Se da un lato si accontenta di conquistare il mondo con il laser spaziale, dall’altro si oppone all’idea di spazzare via l’umanità. Gerald insulta suo nipote, dicendo che la sua unica vera famiglia è morta con Maria. Ivo tradisce Gerald per rabbia nei confronti del trattamento riservatogli dal nonno, ma questo momento mette in luce anche un inaspettato elemento di nobiltà del personaggio che ribalta le sorti del climax.

Cosa è successo veramente a Maria e come è morta

La morte di Maria prima degli eventi di Sonic 3 è la causa della rabbia di Gerald e Shadow e getta le basi per il conflitto centrale del film. Maria viene introdotta nel film e consolidata attraverso i numerosi flashback di Shadow, rivelando il legame che la coppia ha formato mentre lui era sotto osservazione e sperimentazione da parte della GUN. Tuttavia, dopo che Gerald ha avvertito i due che la GUN intendeva portare via Shadow, i loro tentativi di fuga sono stati ostacolati dai soldati della GUN. Un colpo errato fece esplodere un contenitore di Energia del Caos e Maria rimase uccisa nell’esplosione che ne derivò.

La morte di Maria è il momento drammatico più importante di Sonic 3 ed è il motivo per cui sia Gerald che Shadow vogliono vendicarsi del mondo intero. È anche in gran parte simile al suo destino nei giochi originali, come descritto in Sonic Adventure 2. In entrambe le versioni della storia, un soldato della GUN le spara mentre lei cerca di aiutare Shadow a fuggire dalla prigionia. Tuttavia, Sonic 3 aggiunge l’esplosione dell’Energia del Caos, mentre nel videogioco è stata lei stessa colpita da un soldato GUN.

Come il finale e i post-credits di Sonic 3 preparano un sequel

Il finale di Sonic 3 e le due scene post-credits lasciano intendere la direzione del futuro della serie. Il film si conclude con il successo di Sonic, Tails e Knuckles nel loro tentativo di salvare il mondo. Tuttavia, nella prima scena post-credits, si scopre che qualcuno ha costruito un’orda di Metal Sonic, che potrebbe rappresentare un serio pericolo per il mondo. Metal Sonic è uno dei nemici più costanti e pericolosi dell’ universo di Sonic, il che pone le premesse perché l’amato cattivo abbia un ruolo importante in un eventuale seguito cinematografico.

Un eventuale sequel conterrà probabilmente altri ricci. Mentre la seconda scena dei titoli di coda rivela che Shadow è sopravvissuto alla conclusione del film e potrebbe avere un suo spin-off, l’attacco di Metal Sonic serve anche a introdurre Amy Rose nel film. Introdotta in Sonic CD, Amy Rose è uno dei personaggi di supporto più importanti del franchise. Nei giochi, è una giovane riccio benintenzionata con una cotta per Sonic. Nella sua incarnazione cinematografica, Amy sembra aver acquisito più potere e capacità di combattimento e potrebbe essere la chiave per stabilire il resto dei ricci in questo universo.

Il vero significato di Sonic 3

Sonic 3 si concentra sul superamento del lutto e sull’amore nella propria vita. Si scopre che Sonic piange ancora la madre adottiva Longclaw, ma ha trovato conforto nel suo ricordo. Questo aspetto risuona con Shadow, che è costretto a riflettere sull’impatto che Maria ha avuto su di lui anziché sulla sua rabbia per averla persa. Gerald rappresenta lo scenario peggiore per quanto riguarda il lutto, una persona talmente consumata dalla perdita di un nipote da non essere in grado di amare sinceramente l’altro. Anche Robotnik rispecchia questo arco narrativo, soffrendo apertamente per la sua mancanza di legami con gli altri.

Il grande momento eroico di Ivo arriva quando Gerald lo rimprovera di non avere nessuno a cui tenere sulla Terra, e Robotnik si rende conto in silenzio di dare valore a Stone. Questa consapevolezza spinge Robotnik a salvare il mondo e a diventare finalmente un eroe. Sonic quasi cede al dolore quando Tom viene ferito da Shadow, ma ricorda l’amore che Tom condivideva con lui e cede, salvando il mondo nel frattempo. Sonic 3 è una storia sorprendentemente emozionante sul superamento del lutto, che dà maggiore profondità al film del videogioco.

Oceania (Moana), la spiegazione del finale del film Disney

Oceania (Moana) della Disney presenta un finale ricco e profondo, ma Moana è morta in quel finale? Presentato in anteprima nel 2016, Oceania (Moana) segue la protagonista mentre lascia la sua isola polinesiana di Motunui per restituire il cuore magico alla dea Te Fiti e riportare l’equilibrio nella natura. Come la maggior parte dei lungometraggi d’animazione Disney, Moana racconta una storia impeccabile, scritta in modo brillante per rivolgersi a un pubblico di tutte le età. Oltre alle immagini e alla narrazione, il film presenta anche una colonna sonora memorabile con canzoni immediatamente riconoscibili. 

Moana è stato elogiato al momento della sua uscita e ha ottenuto un grande successo al botteghino, dove ha incassato quasi 700 milioni di dollari (via Box Office Mojo). Oltre a tutti gli aspetti che hanno reso Oceania (Moana) una quintessenza dell’epopea Disney, il film ha avuto successo perché ha sovvertito le aspettative e ha presentato una protagonista femminile che aveva ambizioni al di fuori della ricerca di un uomo. Diventando uno dei film d’animazione Disney che ha incassato di più, Moana ha creato un precedente per ciò che una storia Disney può essere, e parte di questo ha a che fare con il complesso finale del film. 

Te Ka era Te Fiti fin dall’inizio

La figura fiammeggiante del minaccioso Te Ka sembrava essere l’incarnazione vivente dell’ira della Terra che infliggeva distruzione ai vivi. Tuttavia, il finale pseudo-twist del film è servito non solo a cambiare la narrazione, ma anche a parlare dei temi del resto della storia. Quando ogni speranza sembrava perduta, messa alle strette da Te Ka, Moana si rese conto che in realtà aveva a che fare con Te Fiti da sempre. La giovane eroina restituì quindi il cuore a Te Ka, il che fece piacere alla dea e le permise di tornare al suo stato originario.

In passato, Maui (Dwayne ‘The Rock’ Johnson) aveva rubato il cuore a Te Fiti, disturbando il delicato equilibrio della natura che manteneva le cose rigogliose e verdi. Di conseguenza, la dea Te Fiti diventa amara e stanca, trasformandosi nell’apparentemente malvagia Te Ka. Nonostante avesse a che fare con forze molto più importanti di lei, Moana vide l’umanità negli dei e capì che la rabbia di Te Fiti non era ciò che la definiva, e Moana si rifiutò di giudicarla a causa delle sue cattive decisioni. Questa risposta matura ha permesso a Moana di perdonare il padre per il suo atteggiamento eccessivamente protettivo.

Moana è morta? Le teorie dei fan 

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Alcuni credono che alla fine Moana sia stata resuscitata da Te Fiti

Quando un film Disney come Moana non è semplice come i soliti film per bambini, è naturale che i fan escogitino teorie elaborate su ciò che sta realmente accadendo nel film. Una teoria particolarmente oscura sostiene che Moana sia morta durante la tempesta all’inizio e che abbia incontrato il semidio Maui quando si è arenata sull’isola in cui era rimasto intrappolato per millenni. La teoria dei fan del film Disney ha qualche fondamento, poiché Moana non incontra un altro personaggio umano fino alla fine, dopo essere stata presumibilmente riportata in vita da Te Fiti.

La scena di Moana dopo i titoli di coda spiegata

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Moana potrebbe far parte dell’universo della Sirenetta

La Disney offre spesso al pubblico un motivo per rimanere nei paraggi per i titoli di coda, e Moana non è stato diverso. I titoli di coda diMoana presentano un’interpretazione della canzone “How Far I’ll Go” da parte di Alessia Cara, che esegue la musica inizialmente cantata dalla star del film Auliʻi Cravalho. Dopo i titoli di coda, una brevissima scena ha ripreso il cattivo Tamatoa, ancora intrappolato sulla schiena dopo lo scontro con Maui e Moana. Lamentando la sua situazione, Tamatoa fa riferimento a Sebastian de La sirenetta, suggerendo che i due film esistono nello stesso universo.

Perché l’oceano non ha restituito il cuore?

È più dell’incapacità di Te Fiti di toccare l’acqua

L’epica ricerca di Moana per restituire il cuore a Te Fiti è stata l’intero impulso del film e, sebbene ci fosse un significato simbolico più profondo dietro il suo viaggio, alcune cose non quadravano esattamente. L’oceano viene mostrato come un personaggio a sé stante e si comporta come un essere senziente quando serve il cuore a Moana e la salva in diverse occasioni. Sebbene questo rifletta il luogo in cui si svolge Oceania (Moana) e l’importanza del mare nella cultura polinesiana, è curioso che l’oceano non abbia restituito il cuore a Te Fiti.

Oceania (Moana) nota che Te Ka non può toccare l’acqua, il che spiega perché l’oceano non può consegnare il cuore.

Sembra facile dire che si tratta di un clamoroso buco nella trama, e che questo fatto viene ignorato per il bene della narrazione del film, ma potrebbe anche essere spiegato dallo stato di fuoco di Te Fiti come Te Ka. Durante l’epico confronto con la forma infuriata di Te Fiti, Moana nota che Te Ka non può toccare l’acqua, il che spiega perché l’oceano non può consegnare il cuore senza causare ulteriori danni a Te Ka. È chiaro, tuttavia, che un umano deve restituire il cuore perché Maui, l’incarnazione degli istinti più bassi dell’umanità, lo ha rubato in primo luogo.

Maui cercava l’accettazione

Maui aveva il suo percorso di redenzione

Interpretato da Dwayne Johnson, il semidio Maui non era solo il sollievo comico di Moana, ma anche il responsabile di tutti i problemi degli umani. Mostrato come un essere spavaldo, arrogante ed egocentrico dal potere non indifferente, Maui era comunque imperfetto e rappresentava in realtà molti dei tratti negativi dell’umanità. Rubò il cuore di Te Fiti, ma non considerò le conseguenze delle sue azioni. Proprio come Moana era alla ricerca di una scoperta interiore, così lo era anche Maui, che in definitiva voleva essere accettato più di ogni altra cosa.

Tutto ciò che Maui ha fatto dall’inizio alla fine di Moana è stato per costruire il suo personaggio più grande della vita e per ottenere il plauso dell’umanità. Maui era un tempo un umano, ma dopo essere stato abbandonato nell’oceano dai suoi genitori, gli è stata data una nuova possibilità di vita come potente semidio. Nonostante l’apparente miglioramento, Maui non ha mai superato il rifiuto e ha trascorso millenni a cercare di ottenere l’approvazione di chi lo circondava. Così come ha visto il bene in Te Ka, Moana alla fine ha capito che Maui non deve essere definito dalle sue precedenti decisioni sbagliate.

La vera storia di Moana

Essendo uno dei lungometraggi Disney più studiati, le ispirazioni reali di Moana sono numerose e tratte principalmente dagli annali del folklore polinesiano. Tuttavia, la base principale del film è un periodo reale della storia polinesiana che ha lasciato perplessi storici e antropologi. Denominato “La lunga pausa”, Moana descrive un periodo di quasi 1.000 anni nell’antica linea del tempo polinesiana, in cui questo popolo storicamente marittimo ha trascorso un millennio a colonizzare isole invece di espandersi attraverso il mare.

Sebbene i ricercatori non ne conoscano il motivo, il film ha sfruttato la zona grigia di un antico mistero storico per ideare la sua epica trama su Maui, Te Fiti e il cuore.

Il finale originale di Oceania (Moana) spiegato

Maui ha dovuto salvare la situazione per Oceania (Moana)

Sebbene Moana abbia sfidato la tradizione delle principesse Disney, raccogliendo molte lodi per il film e i personaggi, il finale originale di Moana ha quasi completamente rinnegato tutto il terreno guadagnato. Secondo Cinema Blend, nel finale originale non è stata Moana a salvare la situazione, ma il suo amico e alleato semidio Maui. Sebbene l’idea di Maui che rimette le cose a posto faccia chiudere il cerchio al personaggio, in definitiva lo sminuisce e lo fa sembrare molto meno importante.

Sotto assedio – White House Down: il film del 2013 è basato su un evento reale?

Sotto assedio – White House Down è un film thriller d’azione che segue John Cale, un agente della polizia del Campidoglio degli Stati Uniti, che rimane intrappolato all’interno della Casa Bianca con sua figlia quando una forza paramilitare assedia la residenza presidenziale. John Cale (Channing Tatum) si trova alla Casa Bianca con sua figlia per una visita guidata quando improvvisamente l’edificio viene attaccato e conquistato da un gruppo di uomini ben armati e ben organizzati. I loro obiettivi sono sconosciuti, ma il loro bersaglio è chiaro: il presidente degli Stati Uniti James Sawyer (Jamie Foxx).

Il film del 2013 vede Channing Tatum e Jamie Foxx nei ruoli principali, insieme a Joey King, Jason Clarke, Maggie Gyllenhaal, Richard Jenkins e James Woods. Sebbene la premessa del film sembri esagerata, non si può fare a meno di chiedersi se ci siano stati dei veri tentativi di conquistare la Casa Bianca che potrebbero aver ispirato la trama di Sotto assedio – White House Down. Se siete curiosi di saperlo, ecco tutto quello che c’è da sapere!

Sotto assedio – White House Down è un film drammatico di fantasia, non basato sulla realtà

No, Sotto assedio – White House Down non è basato su una storia vera. Diretto da Roland Emmerich, il film d’azione è stato scritto da James Vanderbilt. Sebbene i dettagli del film, come le caratteristiche e i protocolli di sicurezza della Casa Bianca, aggiungano realismo a Sotto assedio – White House Down, la storia mette davvero a dura prova la sospensione dell’incredulità dello spettatore. In passato, molte persone hanno violato il perimetro della Casa Bianca e, in alcuni casi, sono entrate nell’edificio stesso: l’episodio più recente ha coinvolto l’attrice Maria Bakalova.

L’attrice bulgara si è intrufolata nella Casa Bianca durante una conferenza stampa tenuta dall’ex presidente Donald Trump mentre seguiva un altro giornalista. A quanto pare, lo ha fatto per catturare alcune immagini per il suo film “Borat”. Tuttavia, nessuno di questi tentativi è mai stato pericoloso per nessuno, tranne che per gli stessi intrusi. Né erano così stravaganti o violenti come quelli descritti in Sotto assedio – White House Down.

Alcuni altri aspetti di Sotto assedio – White House Down avrebbero potuto beneficiare di una ricerca più approfondita, che avrebbe aggiunto realismo alla situazione, se non addirittura credibilità. La discutibile risposta militare e i dialoghi durante l’assedio, così come le procedure coinvolte nel lancio di una testata nucleare, ne sono chiari esempi nel film. Ciò non toglie nulla al valore di intrattenimento di Sotto assedio – White House Down.

Sotto assedio - White House Down spiegazione finale film

Sia Jamie Foxx che Channing Tatum si calano completamente nei loro ruoli e la chimica tra loro aggiunge un senso di umanità al film ricco di azione e fa avanzare la trama. “Lui [Channing] aveva un senso di direzione nel film. È il produttore del film, quindi è stato davvero una boccata d’aria fresca vedere un ragazzo giovane che in qualche modo comanda il proprio destino e cose del genere”, ha detto Jamie Foxx in un’intervista con Rosa Gamazo sulla sua prima impressione di Channing Tatum e sul lavorare con lui sul set di Sotto assedio – White House Down.

Il film è anche pieno di omaggi al film “Die Hard” con Bruce Willis, che aveva una trama simile e da cui potrebbe aver tratto ispirazione. C’è anche un piccolo riferimento al film di successo fantascientifico d’azione e avventura “Independence Day” del regista Ronald Emmerich. Sebbene sia difficile credere che le sequenze descritte in “Sotto assedio – White House Down possano mai verificarsi nella vita reale, il film riesce bene a presentare al pubblico una possibilità avvolta in due ore divertenti e frenetiche. C’è un senso di urgenza nel film, che viene presentato in modo magistrale attraverso le interpretazioni e i dialoghi degli attori.

As You Stood By – Stagione 2 si farà? tutto quello che sappiamo

Diretto da Lee Jeong-rim, As You Stood By (o “Dangsini Jugyeotda”) di Netflix racconta la storia di Eun-su, una venditrice di articoli di moda di lusso la cui vita viene sconvolta quando riallaccia i rapporti con la sua amica d’infanzia, Hui-su. Sebbene Hui-su mostri un volto coraggioso al mondo esterno, in realtà è vittima di violenze domestiche incessanti da parte del marito, Noh Jin-Pyo. Spinte al limite, Hui-su ed Eun-su capiscono che l’unico modo per uscire da questa tragedia è sradicarla alla fonte, e un piano per l’omicidio perfetto comincia a prendere forma.

Nei momenti finali della serie, sia Eun-su che Hui-su confessano di aver ucciso Noh Jin-pyo, mentre sua sorella, Jin-young, viene accusata dell’omicidio di Jang Kang. Dato che questa serie thriller psicologica coreana è un adattamento completo del romanzo di Hideo Okuda, “Naomi and Kanako”, è improbabile che ci sia una seconda stagione. Nel migliore dei casi, tuttavia, i fan possono aspettarsi un sequel che arriverà sugli schermi intorno al 2027.

La seconda stagione di As You Stood By seguirà probabilmente le avventure di Eun-su e Hui-su in Vietnam

Mentre “As You Stood By” conclude il suo conflitto principale alla fine della stagione inaugurale, la sequenza finale apre un nuovo capitolo nella vita di Eun-su e Hui-su. Dopo aver scontato la pena detentiva, lasciano la Corea e si stabiliscono in Vietnam, dove entrambi trovano una nuova passione in cui riversare il proprio cuore. Pertanto, un possibile seguito della storia potrebbe sviluppare ulteriormente la loro amicizia, oltre che esplorare il loro stile di vita in un nuovo contesto. Anche il cambiamento nell’identità visiva della serie al momento del finale di stagione lo suggerisce, poiché la tavolozza di colori più vivaci e il tono più leggero potrebbero indicare un cambiamento di genere. Tuttavia, mentre Eun-su e Hui-su godono della loro ritrovata libertà, Jin-young e sua madre sono probabilmente ancora in prigione per l’omicidio di Jang Kang. Una volta rilasciate, le cose potrebbero facilmente volgere al peggio per la coppia di protagonisti, con Jin-young che cerca vendetta. Pertanto, la presenza di Noh Jin-pyo nella narrazione è probabilmente lungi dall’essere finita.

Nel corso della prima stagione, Chen Shaobo riesce sempre a rubare la scena ogni volta che appare sullo schermo. Tuttavia, dietro quel carisma e quella gravitas si nasconde un trauma profondo, di cui qui abbiamo solo un assaggio. Pertanto, un potenziale sequel potrebbe tornare indietro nel tempo per mostrare l’ascesa di Chen da mafioso apparentemente ordinario a titano del mondo del gioco d’azzardo coreano. Al contrario, la serie potrebbe anche approfondire il suo lato emotivo, e in particolare la sua dinamica con Eun-su e Hui-su. Sebbene sia presente nelle sequenze ambientate in Vietnam insieme a loro due, non viene mai specificato se sia solo di passaggio o se si sia stabilito con loro. Dato il suo ruolo nella narrazione come ascoltatore compassionevole e figura mentore, è probabile che il prossimo passo nella sua evoluzione sarà quello di sviluppare ulteriormente il suo personaggio e i suoi processi mentali.

La seconda stagione di As You Stood By potrebbe vedere un importante cambiamento nel cast

As You Stood By - Stagione 2
© Netflix

Dato che As You Stood By è una narrazione cruda con molti colpi di scena, una potenziale seconda stagione è destinata ad avere un importante cambiamento nel cast. Tuttavia, i due protagonisti, Eun-su e Hui-su, sono i più probabili a tornare sullo schermo in tal caso, con gli attori Jeon So-nee e Lee Yoo-mi che riprenderanno i loro ruoli. Un’altra forte possibilità è che Chen Shaobo diventi un personaggio principale nel sequel, con un possibile sguardo al suo passato, consentendo all’attore Lee Moo-saeng di mostrare ulteriormente la sua abilità recitativa. Dato che Jin-young e sua madre sono ancora in prigione, le loro storie sono lungi dall’essere finite, e ci si può aspettare che gli attori Lee Ho-jung e Kim Mi-kyung tornino a vestire i rispettivi ruoli.

Il cambiamento più significativo nella potenziale seconda stagione sarà probabilmente quello dell’attore Jang Seung-jo, che interpreta il doppio ruolo di Noh Jin-pyo e Jang Kang. Data l’estrema differenza tra i due personaggi, rendere giustizia a entrambi è un compito monumentale, e il talento di Seung-jo è una delle ragioni principali del successo della serie. Tuttavia, con Jin-pyo e Jang Kang morti nell’episodio finale, le possibilità che Seung-jo torni in un ruolo attivo sono scarse. Ciononostante, ci si può sempre aspettare che l’attore torni sotto forma di sequenza onirica o flashback, se la seconda stagione dovesse essere approvata, poiché rimane una parte integrante del puzzle più ampio. Inoltre, la serie potrebbe anche introdurre alcuni volti nuovi, dato il cambiamento di ambientazione e tono.

La seconda stagione di As You Stood By potrebbe approfondire il processo di guarigione di Eun-su e Hui-so

Eun-su e Hui-su subiscono insieme la trasformazione più drastica nel corso della prima stagione, e il loro percorso non è necessariamente lineare. Mentre entrambe scendono quasi nelle profondità dell’oscurità, la decisione di Hui-su di confessare alla fine è ciò che dà a lei e alla sua amica la possibilità di superare i loro traumi. Se la seconda stagione verrà approvata, la serie potrebbe ampliare ulteriormente la sua identità tematica esplorando consapevolmente la psicologia post-traumatica attraverso le due protagoniste. Mentre conducono una vita da sogno in Vietnam, le cose potrebbero non rimanere così a lungo. Abbiamo visto segni di allucinazioni sia da parte di Eun-su che di Hui-su risalenti al fatidico giorno in cui hanno ucciso Jin-pyo, e questo aspetto potrebbe continuare in un potenziale sequel della storia. Attraverso i loro archi narrativi individuali, la serie potrebbe esplorare la sottile linea di demarcazione tra il superare un evento traumatico e il semplice affrontarlo.

A differenza di Eun-su e Hui-su, Chen è un personaggio in gran parte statico, la cui sola presenza è in grado di ribaltare la situazione in qualsiasi momento. Tuttavia, date le crepe nella sua psiche, un possibile seguito della storia potrebbe approfondire questo aspetto e consentirgli di trasformarsi in base ai vari elementi narrativi. C’è anche la possibilità che trovi un nuovo obiettivo nella vita da perseguire, dato che finora ha consapevolmente ostacolato la sua vita sociale come modo per elaborare il lutto per la tragica morte di suo figlio. A tal fine, la seconda stagione potrebbe includere un elemento romantico nella dinamica tra Chen ed Eun-su. Sebbene sia improbabile che Jin-young riesca a superare il crollo della sua carriera, è possibile che la detenzione la porti a diventare una persona più empatica, il che potrebbe facilmente cambiare la traiettoria futura della narrazione. Tuttavia, al di là di tutto questo, è improbabile che la serie abbandoni la sua funzione di commento sociale. Potrebbe esplorare come la violenza domestica influenzi aspetti della vita di una persona che non sono facilmente percepibili.

As You Stood By, spiegazione del finale: Eun-su e Hui-su finiranno in prigione?

Diretto da Lee Jeong-rim, As You Stood By di Netflix, originariamente intitolato “Dangsini Jugyeotda”, segue Eun-su, una venditrice apparentemente normale che è oppressa da un passato profondamente traumatico. Quando scopre che la sua migliore amica, Hui-su, è vittima di abusi domestici, decide di prendere in mano la situazione, ricorrendo alla forza se necessario. Sebbene il piano che escogita per uccidere suo marito, Noh Jin-pyo, sia quasi perfetto, una variabile a sorpresa si rivela una minaccia più grande di quanto pensasse. Una dopo l’altra, le carte cominciano a cadere e Eun-su, insieme a tutte le persone coinvolte in questo crimine, viene travolta da un vortice di inganni e violenza. Nel finale di questa serie thriller psicologica coreana, le cose tornano al punto di partenza per Eun-su e Hui-su, che decidono se vivere il resto della loro vita nella paura o con coraggio. SPOILER IN ARRIVO.

Cosa succede in As You Stood By

La storia inizia con Eun-su, commessa in un negozio di moda di lusso, che mostra gli orologi più costosi della collezione a un cliente misteriosamente affascinante. Tuttavia, quando lo stesso orologio scompare, decide di cercare l’uomo da sola, ricordando i dettagli della loro conversazione per individuarne l’identità. L’uomo, di nome Chen Shaobo, si rivela essere un ricco uomo d’affari che gestisce un centro di gioco d’azzardo, il quale promette di restituire l’orologio dopo essere stato superato in astuzia. Col tempo, Eun-su e Chen diventano amici e, attraverso le loro conversazioni, otteniamo una visione più approfondita della sua vita. Eun-su ha avuto un passato traumatico a causa delle violenze fisiche inflitte dal padre alla madre, e le cose hanno raggiunto un punto di svolta quando ha trovato la madre che tentava il suicidio. Anche se sono passati anni da allora, Eun-su si ritrova circondata da casi di violenza domestica. Quando la sua migliore amica Hui-su inizia a evitarla, Eun-su si insospettisce, solo per scoprire che anche Hui-su subisce abusi da parte del marito.

Un flashback rivela che Hui-su ha sopportato la violenza per molto tempo e ha provato numerose misure per lasciarsi alle spalle quella vita tossica. Anche se a un certo punto è quasi riuscita a scappare, suo marito, Noh Jin-pyo, ha tenuto in ostaggio sua madre fino al suo ritorno. Senza alcuna via d’uscita, Hui-su cerca di togliersi la vita, ma viene fermata all’ultimo minuto da Eun-su, che decide invece di uccidere Jin-pyo. Il pezzo chiave del puzzle si rivela essere Jang Kang, un immigrato clandestino che lavora per Chen, che è anche un sosia di Jin-pyo. Eun-su escogita un piano elaborato per uccidere furtivamente Jin-pyo e poi lasciare che Jang Kang lo impersoni durante il suo viaggio di ritorno in Cina. Sebbene Jin-pyo scopra il piano, Eun-su e Hui-su riescono alla fine a sconfiggerlo e a seppellire il suo cadavere nella montagna. Come previsto, Jang Kang torna a casa in Cina e Hui-su viene scagionata dai sospetti, avendo così la possibilità di tornare a una vita normale e più sicura.

Tuttavia, le cose sfuggono di mano quando Jang Kang torna improvvisamente in Corea, chiedendo più soldi come complice dell’omicidio. Hui-su accetta, ma le cose peggiorano quando una guardia nota Jang e lo scambia per Jin-pyo. Jang uccide la guardia in segreto, creando un altro pasticcio. Nel frattempo, la sorella di Jin-pyo, Jin-young, inizia a sospettare della fuga del fratello in Cina e inizia a seguire Hui-su ed Eun-su. Durante una di queste uscite, incontra Jang Kang e tutto il mistero viene svelato. Invece di andare alla polizia, però, cerca di insabbiare l’intero caso facendo pressione su Hui-su affinché tenti il suicidio. Alla fine, Hui-su sopravvive, ma Jang Kang non è così fortunato, poiché viene ucciso dalla madre di Jin-young, che lo crede un intruso che si finge suo figlio. Mentre Jin-young cerca di sbarazzarsi del corpo, viene aggredita da Eun-su, desiderosa di vendicarsi per ciò che Jin-young ha fatto alla sua migliore amica.

Come finisce “As You Stood By”: Eun-su e Hui-su finiscono in prigione?

As You Stood By - Stagione 2
© Netflix

“As You Stood By” termina con Hui-su ed Eun-su che confessano di aver ucciso Jin-pyo, dopodiché vengono condannati al carcere. Tuttavia, le sfumature di questa conclusione derivano dal modo in cui utilizzano il procedimento giudiziario come piattaforma per rivelare la verità al mondo intero. Mentre Eun-su mette Jin-young alle strette mentre sta per sbarazzarsi del corpo di Jang Kang, Hui-su, d’altra parte, si rende conto che hanno collettivamente raggiunto il punto di non ritorno. Pertanto, decide che l’unico modo per salvare veramente la sua vita e quella della sua migliore amica è confessare all’unico poliziotto di cui si fida: Choi. La scena rappresenta un passo avanti rispetto al suo precedente tentativo di suicidio, in cui aveva anche lasciato una lettera in cui ammetteva l’omicidio. Mentre quella lettera era stata per lei l’ultima parola nella sua vita, questa volta Hui-su considera la confessione come un’occasione per andare finalmente avanti e ricominciare da zero. Eun-su capisce questo ragionamento e, quando arriva il momento, segue il suo esempio.

Mentre Eun-su e Hui-su vengono arrestate, Chen lavora dietro le quinte per garantire loro la migliore difesa legale possibile. Tuttavia, ciò non sembra essere necessario, poiché l’esperienza vissuta dalle due donne è sufficientemente significativa da suscitare l’empatia del giudice e della giuria. Durante la sua dichiarazione finale, Hui-su ammette di aver ucciso suo marito per legittima difesa e, sebbene il processo stesso sia stato pianificato ed eseguito con cura, le motivazioni alla base erano radicate in una profonda paura per la propria vita. Ricorda la violenza che ha dovuto sopportare durante la sua vita coniugale, spiegando come ogni metodo di resistenza portasse allo stesso risultato, con Jin-pyo che la maltrattava fisicamente e psicologicamente. Pertanto, l’atto di ucciderlo viene ricontestualizzato come un ultimo disperato tentativo di porre fine alle sofferenze una volta per tutte. Anche se il tribunale la dichiara colpevole, è implicito che riceverà una pena più lieve a causa della natura complessa del suo crimine.

Per Eun-su, che confessa di essere complice dell’omicidio di Jin-pyo, la storia inizia da una prospettiva completamente diversa. Da bambina, Eun-su non era in grado di alzare la voce contro gli abusi domestici che sua madre doveva sopportare. Anche se a un certo punto è intervenuta la polizia, Eun-su, sia per paura che per l’innocente desiderio di riunire la famiglia, ha finito per mentire. Molti anni dopo, le continue sofferenze portano sua madre quasi al punto di togliersi la vita, e questo tormenta Eun-su ancora oggi. Pertanto, la sua decisione di aiutare la sua migliore amica può essere riformulata come un tentativo di rimediare al passato. Sebbene sia Chen a suggerire inizialmente che un marito violento dovrebbe essere ucciso per le sue azioni, è Eun-su a pianificare l’omicidio e le sue conseguenze, e in tribunale si assume la piena responsabilità. Sebbene il suo crimine sia innegabile, le circostanze che lo hanno determinato dipingono un quadro convincente, che porta a una sentenza altrettanto lieve per la protagonista.

Cosa succede a Jin-young?

Sebbene Eun-su e Hui-su siano incarcerate, ciò porta ironicamente con sé un nuovo senso di liberazione, poiché non solo possono dire addio a una vita di segreti e violenza, ma anche accogliere un futuro senza confini. Lo stesso, tuttavia, non si può dire di Jin-young, poiché alla fine viene dichiarata complice insieme a sua madre nell’omicidio di Jang Kang. Inoltre, viene anche giudicata colpevole di aver tentato di uccidere Hui-su costringendola al suicidio e, con entrambe le accuse, Jin-young viene condannata al carcere. Anche se non vediamo mai i dettagli esatti del processo, la sua sconfitta è fortemente implicita. Anche il contesto del suo arresto è significativo, poiché è Choi, che un tempo era il suo protetto, a consegnarla alla giustizia. Nella stessa scena, vediamo anche la madre di Jin-Young comparire in tribunale, ed è probabile che anche lei subisca lo stesso destino di finire in prigione.

L’arco narrativo del personaggio di Jin-young nel corso della serie è definito dalla sua disperata ricerca di una posizione di rilievo nella polizia, lavorando direttamente sotto il presidente. In questo percorso, prende una serie di decisioni corrotte, chiudendo volentieri un occhio sulle sofferenze di Hui-su. Quando finalmente si rende conto della morte di suo fratello, invece di rendere pubblici i dettagli, sceglie di nascondere attivamente la verità, assicurandosi che nessun dramma familiare influenzi la sua carriera. Pur conoscendo la verità sulla natura violenta di suo fratello, continua a coprirlo, attribuendo invece la responsabilità a Hui-su accusandola di autolesionismo. Questa totale assenza di empatia è ciò che alla fine porta alla sua rovina, poiché i suoi tentativi di coprire l’omicidio di Jang Kang sono ciò che alla fine la porta a essere scoperta. Anche nel caos che ne segue, la preoccupazione principale di Jin-young rimane la sua fedina penale immacolata, e alla fine quella prospettiva svanisce per sempre.

Perché Eun-su, Hui-su e Chen vanno in Vietnam?

Dopo un salto temporale, scopriamo che i robot Eun-su e Hui-su hanno trovato il loro equilibrio nella vita e non hanno rimpianti per la loro decisione di dire la verità. La loro coraggiosa azione sembra aver avuto ripercussioni sulla narrazione, poiché la madre di Eun-su rivela di aver lasciato il suo matrimonio tossico. Più tardi, scopriamo che la madre di Hui-su è morta, probabilmente per cause naturali. Questo momento porta a Hui-su più serenità che dolore, poiché capisce che sua madre non dovrà più soffrire. Eun-su è la prima a essere rilasciata dalla prigione e, più tardi, si unisce a Chen in un viaggio per incontrare Hui-su il giorno del suo rilascio. Da lì, passiamo a un secondo salto temporale e questa volta l’intero scenario cambia. Attraversando mercati affollati e spiagge luminose, scopriamo che Eun-su e Hui-su si sono stabilite in Vietnam. Anche se sono accompagnate da Chen, è probabile che lui sia lì solo in visita come loro amico e mentore, e che siano le due migliori amiche a ricominciare la loro vita da capo.

All’inizio della storia, Chen prepara Eun-su e Hui-su a fuggire dal paese e ad assumere nuove identità, poiché è l’unico modo sicuro per sfuggire all’attenzione della polizia. Mentre quella linea di condotta è dettata dalla paura e dalla paranoia, il finale dà una nuova svolta al viaggio all’estero delle migliori amiche. Invece di una fuga, la loro vita in Vietnam indica una nuova opportunità, per rimediare agli errori e vivere una vita senza rimpianti. Ciò è in linea con il precedente desiderio di Hui-su di lasciarsi alle spalle la lussuosa casa di Jin-pyo e riconnettersi con le sue origini urbane. Questa trasformazione è simboleggiata al meglio dai loro cambiamenti nell’acconciatura, in particolare con Eun-su che si tinge i capelli di biondo. La vita in Vietnam riporta quel sapore nella sua vita mondana, e scopriamo che Hui-su ha sfruttato al meglio questa opportunità riprendendo a dipingere. Nel frattempo, Eun-su diventa una surfista di talento, immergendosi nell’ambiente che la circonda e nella libertà che esso le offre.

Perché Eun-su restituisce la cintura blu?

Mentre il viaggio di Eun-su in Vietnam la libera da un passato traumatico, ci sono vari altri elementi simbolici che arricchiscono la scena. Nella sequenza finale dello spettacolo, l’allenatore di jiu-jitsu di Eun-su riceve un pacco contenente una cintura blu, la stessa cintura che aveva dato a Eun-su pochi giorni prima. Di solito, uno studente di jiu-jitsu inizia con una cintura bianca, prima di passare alla blu, poi alla viola, alla marrone, alla nera e oltre. Date le eccezionali abilità di Eun-su nelle arti marziali, è insolito che lei rimanga bloccata ai livelli iniziali, ma la decisione dell’allenatore si rivela avere una componente psicologica. Mentre promuove Eun-su, rivela che fin dal primo giorno sapeva che lei utilizzava le arti marziali come un modo per elaborare e incanalare la sua energia negativa. La mancanza di chiarezza interiore, in quanto tale, era la ragione principale per cui non le era mai stata assegnata la cintura blu. Tuttavia, nell’episodio finale, Eun-su non solo salva la persona a cui tiene di più, ma risolve anche i suoi demoni interiori, rendendola idonea per la cintura.

La promozione di Eun-su può anche essere interpretata come l’addio dell’allenatore alla sua allieva, poiché l’intero episodio finale gioca sul senso di definitività delle sue azioni. A tal fine, la restituzione della cintura significa che Eun-su non solo è sopravvissuta alle sue prove, ma le ha anche superate. Il suo interesse per le arti marziali è probabilmente nato dal desiderio di diventare più forte e combattere la violenza domestica, e in più di un’occasione nella narrazione, le abilità che ha accumulato nel tempo giocano un ruolo chiave nella sua vittoria. Tuttavia, con una nuova vita davanti a sé, Eun-su non ha più bisogno delle arti marziali per incanalare le sue frustrazioni. Pertanto, l’atto di restituire la cintura non implica necessariamente che lei abbia smesso di praticare il Jiu-Jitsu, ma piuttosto che abbia sconfitto le sue più grandi paure.

Fast & Furious 6: la spiegazione del finale del film

Dopo il successo di critica e di pubblico del precedente capitolo, Fast & Furious 6 (qui la recensione) aveva molto da dimostrare, e in gran parte ci è riuscito, soprattutto nelle scene finali e durante i titoli di coda, che non solo hanno concluso in modo soddisfacente i conflitti del film, ma hanno anche preparato perfettamente il terreno per il settimo capitolo della saga Fast & Furious. Diretto da Justin Lin, Fast & Furious 6 è ambientato anni dopo che Dominic “Dom” Torreto (Vin Diesel) e la sua banda hanno portato a termine con successo la rapina in banca in Brasile in Fast & Furious 5. La banda si è separata e tutti sembrano stare bene.

Dom e la sua squadra sono costretti a tornare in azione quando Luke Hobbs (Dwayne Johnson) informa Dom che un agente britannico ribelle di nome Owen Shaw (Luke Evans) ha in programma di costruire un dispositivo chiamato “Nightshade”, in grado di interrompere l’alimentazione elettrica di un intero Paese. Hobbs chiede aiuto a Dom in cambio del perdono per sé e la sua banda, e Dom accetta. Tuttavia, la missione diventa personale quando Dom scopre che la sua defunta moglie, Letty Ortiz (Michelle Rodriguez), è ancora viva e lavora per Shaw. Tutto converge in un finale emozionante degno della serie Fast & Furious.

Dominic Torretto sconfigge Owen e recupera il chip del computer

Owen e la sua squadra attaccano un convoglio militare perché contiene un chip del computer di cui ha bisogno per completare la costruzione di “Nightshade”. Anche se Dom e la sua banda non riescono a fermare Owen, convincono Letty a unirsi a loro e a tradire Shaw. Con il chip in mano, Shaw e la sua banda di mercenari salgono su un aereo in movimento per fuggire dal paese, ma Dom e la sua banda li raggiungono e impediscono loro di decollare usando il peso delle loro auto.

Dom e Luke approfittano dell’occasione per salire a bordo dell’aereo, dando vita a una delle migliori scene di combattimento della serie Fast & Furious, in cui uniscono le forze per combattere e sconfiggere Owen e il suo scagnozzo, Klaus (Kim Kold). Dopo aver vinto il loro esagerato scontro a pugni, Dom e Luke prendono il chip, gettano Owen fuori dall’aereo in volo, lasciandolo in condizioni critiche, e poi escono dall’aereo prima che precipiti ed esploda.

Fast & Furious 6 auto

 

Hobbs perdona Dom e la sua banda

Dopo aver impedito con successo a Owen Shaw di costruire il dispositivo “Nightshade” e aver portato a termine la loro missione, Dom e la sua banda tornano a Los Angeles dove festeggiano con un grande barbecue. Luke arriva alla festa per dire a Dom che lui e la sua banda sono stati perdonati e che il governo non li darà più la caccia. Sebbene questa scena tra Dom e Luke sia girata e bloccata in modo goffo, poiché influenzata dalla faida nella vita reale tra Vin Diesel e Dwayne Johnson, almeno ha svolto il compito di indicare che entrambi gli uomini hanno ora sviluppato un reciproco rispetto e hanno stabilito la loro collaborazione nei film futuri.

Letty e Dom tornano insieme

Nonostante Letty non riesca ancora a ricordare nulla del suo passato o della sua relazione con Dom, non può negare il forte legame che prova per lui. Pertanto, dopo aver completato la missione, Letty e Dom decidono di tornare insieme e dare un’altra possibilità alla loro relazione. Questo rende Dom felice, poiché anche dopo la sua presunta morte, non ha mai smesso di amarla. Sfortunatamente, questo mette Dom in una posizione scomoda, poiché deve rompere con Elena Neves (Elsa Pataky).

Si tratta di un’ex poliziotta che è stata introdotta per la prima volta come membro della squadra di Hobbs in Fast Five e che in seguito ha iniziato una relazione con lui dopo la rapina in banca in Brasile. Fortunatamente, Elena non serba rancore né malanimo nei confronti di Dom, poiché capisce che lui ama Letty e che dovrebbe stare con lei. Questo non solo rende felice Dom, ma dimostra anche che, nonostante la loro relazione sia finita, rimarranno sempre vicini l’uno all’altra.

Han decide di trasferirsi a Tokyo

Dopo che Gisele Yashar (Gal Gadot) si sacrifica alla fine di Fast & Furious 6 per salvare Han (Sung Kang) dall’essere ucciso da Adolfson, un membro della squadra di mercenari di Shaw, Han dice ai membri della sua squadra che andrà a Tokyo. Han e Gisele avevano già parlato in precedenza del loro desiderio di andare insieme a Tokyo, ma ora che Gisele è presumibilmente morta, Han si sente più che mai in dovere di mantenere la promessa che le ha fatto. Roman (Tyrese Gibson) e Tej (Chris “Ludacris” Bridges) sostengono la decisione di Han, ma gli ricordano che, ovunque lui vada, loro gli saranno sempre vicini.

Fast & Furious 6 film

Dom e la sua banda rendono grazie

Una grigliata con pollo e birra che non può essere consumata finché qualcuno non rende grazie è una tradizione importante che è stata presente in quasi tutti i film di Fast & Furious, a partire dal primo. Tuttavia, ciò che rende particolarmente speciale la cena alla griglia in Fast & Furious 6 è che non solo è l’ultima scena del film, ma è anche un momento meritato. Dopo aver fermato i piani malvagi di Owen Shaw e aver riunito Letty alla famiglia, è logico concludere questa avventura ricca di azione con gli amici che si rilassano e si godono un pasto a base di pollo e Corona.

Deckard Shaw uccide Han durante i titoli di coda

In Fast & Furious: Tokyo Drift, Han sarebbe morto in un incidente stradale, e quel momento viene riproposto durante i titoli di coda di Fast & Furious 6. Tuttavia, viene rivelato che la morte di Han non è stata un incidente, ma un tentativo di omicidio orchestrato da un uomo misterioso che chiama Dom e gli dice: “Tu non mi conosci, ma stai per farlo”. Il settimo film rivela che questo misterioso assassino è Deckard Shaw (Jason Statham), il fratello di Owen Shaw, che è in cerca di vendetta per uccidere Dom e la sua banda dopo quello che hanno fatto a Owen.

Tuttavia, proprio come la morte di Han è stata rivista nei titoli di coda di Fast & Furious 6, verrà rivista nuovamente in Fast & Furious 9 quando verrà rivelato che Han non è stato effettivamente ucciso da Deckard. Invece, con l’aiuto di Mr. Nobody (Kurt Russell), Han ha finto la sua morte e poi si è nascosto per molti anni prima di riapparire e ricongiungersi alla banda di Dom in Fast & Furious 9.

Il vero significato di Fast & Furious 6

Sebbene la serie Fast & Furious sia stata oggetto di meme per il suo uso esagerato della parola “famiglia”, questa ha un ruolo tematico importante in questi film, specialmente in Fast & Furious 6. Il film parla della famiglia perché non solo Dom e la sua banda sono come una famiglia che si sostiene e si prende cura l’una dell’altra durante la missione, ma personaggi come Letty ricordano quanto possa essere potente il concetto di famiglia anche nonostante soffrano di amnesia, motivo per cui alla fine lei si riunisce alla banda. Nel complesso, la famiglia è una forza trainante sia dal punto di vista della trama che da quello tematico, e il risultato è un film d’azione molto divertente.

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Bat-Fam: la nuova serie TV dedicata a Batman della DC è in onda da oggi

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Batman torna con una nuova serie TV, e i fan del Cavaliere Oscuro della DC dovrebbero dare un’occhiata a questa nuova versione del personaggio per un motivo importante. Batman è uno dei supereroi che ha avuto più adattamenti. Come tutti sappiamo, l’eredità live-action di Batman parla da sé, con diversi Cavaliere Oscuro tra i prossimi film della DC.

Tuttavia, Batman è anche una star importante quando si tratta di animazione. Più specificamente, le serie animate di Batman hanno fatto miracoli per il mito del personaggio, arrivando persino a influenzare e cambiare i fumetti in modo significativo, come dimostra l’iconica Batman: The Animated Series. Ora, la nuova serie TV di Batman mette in luce una parte fondamentale dell’eredità del Cavaliere Oscuro, ma con una svolta.

La Bat-Family è arrivata in streaming

Bat-Fam è ora disponibile su Prime Video. La nuova serie TV della DC dedicata a Batman è uno spin-off del film d’animazione del 2023 Merry Little Batman. Invece di optare per un approccio più cupo e realistico al mondo di Batman e al design dei personaggi, Bat-Fam esplora il mondo del Cavaliere Oscuro con una lente inconfondibilmente cartoonesca. Tutti i 10 episodi della stagione 1 di Bat-Fam sono stati pubblicati oggi, 10 novembre, su Prime Video.

Come suggerisce il titolo, la serie animata è incentrata sulla Bat-Family, anche se questa non è sicuramente la versione del team di supereroi a cui i fan sono abituati nei fumetti. Il cast principale di Bat-Fam include personaggi come Batman, Damian Wayne, Alfred Pennyworth, il supercattivo redento Man-Bat, la cattiva ringiovanita e redenta Volcana, Ra’s al Ghul nei panni di Ghost, Alicia Pennyworth e Selina, una gatta.

Perché dovresti guardare Bat-Fam

Batman ha una lunga storia di adattamenti, sia live-action che animati, ma Bat-Fam è il primo progetto a mettere davvero in luce la Bat-Family. Da grande fan del team, sono entusiasta di come finalmente possiamo avvicinarci al mito di Batman in modo più leggero, esplorando un lato fondamentale del personaggio, con la performance di Luke Wilson nei panni di Batman che porta a un Bruce Wayne caloroso e compassionevole.

Sebbene personaggi come Nightwing e Batgirl non facciano parte della Bat-Fam‘s core Bat-Family, la scelta di puntare su un cast per lo più nuovo permette alla serie di esplorare una nuova dinamica con il concetto dei fumetti. La presenza di cattivi redenti, così come del fantasma vendicativo di Ra’s al Ghul, che vivono a Wayne Manor apre la porta a situazioni inaspettate e esilaranti.

Anche lo stile di animazione di Bat-Fam è entusiasmante. Anche se all’inizio potrebbe sembrare strano, dato che la maggior parte degli altri adattamenti di Batman si attengono a stili più realistici, i disegni in stile cartone animato sono perfetti per questo mondo più leggero. Bat-Fam mostra quanto ci si possa divertire a Gotham City con una sceneggiatura brillante e personaggi colorati. Per questo motivo, vale la pena guardare la nuova serie TV Batman della DC.

Il Miglior Natale di Sempre: Disney presenta il nuovo corto natalizio diretto da Taika Waititi

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Disney ha svelato Il Corto Disney di Natale: Il Miglior Natale di Sempre, il nuovo cortometraggio diretto dal premio Oscar Taika Waititi, che invita il pubblico a vivere una nuova ed emozionante storia originale. Il corto, disponibile da oggi online e su Disney+, celebra la magia delle festività attraverso lo sguardo dell’infanzia e la forza dell’immaginazione.

Al centro del racconto c’è una bambina e il suo disegno, che prende vita il giorno di Natale quando Babbo Natale lo scambia per il suo desiderio natalizio. Con il suo stile inconfondibile, il cortometraggio segue la tenera amicizia tra la bambina e la creatura nata dalla sua fantasia, un viaggio di scoperta e meraviglia che culmina con un messaggio universale: “Regala un magico Natale a chi ami.”

Dopo il successo del corto candidato agli Emmy Il Bambino e l’Amico Polpo, Taika Waititi torna alla regia di un progetto Disney, proseguendo una lunga collaborazione che include i film Marvel Studios Thor: Ragnarok (2017) e Thor: Love and Thunder (2022), oltre al film Searchlight Pictures Jojo Rabbit (2019), che gli è valso l’Oscar® per la Migliore sceneggiatura non originale.

“Quello che rende questo corto un’autentica storia Disney è il fatto che sia ambientato nel mondo di una bambina”, ha dichiarato Waititi. “Racconta di una bimba e del suo nuovo migliore amico, che affrontano insieme un mondo complesso contando solo sul potere dell’amicizia e dell’immaginazione.”

A supervisionare l’animazione è stato Eric Goldberg, storico animatore dei Walt Disney Animation Studios e creatore di personaggi iconici come il Genio di Aladdin (1992). Goldberg ha collaborato al progetto come consulente, insieme agli studi Untold Studios, hungryman e all’agenzia creativa adam&eveDDB.

“Le storie Disney sono sempre state una fonte di condivisione, meraviglia e gioia, specialmente durante le festività”, ha aggiunto Joanna Balikian, Senior Vice President Brand Management di Disney. “Con Il Miglior Natale di Sempre volevamo catturare quello spirito senza tempo di amicizia, famiglia e immaginazione che unisce le generazioni e rende magiche le feste.”

Con l’iniziativa “Regala un magico Natale a chi ami”, Disney rinnova il suo legame con il pubblico, invitando grandi e piccoli a condividere la magia delle feste in ogni forma: dai Parchi Disney alle navi da crociera Disney Cruise Line, dallo shopping su DisneyStore.it fino alla programmazione natalizia su Disney+, che propone grandi classici come Mamma, ho perso l’aereo (1990) e nuove uscite come A Very Jonas Christmas Movie, disponibile dal 14 novembre con i fratelli Jonas.