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The Last of Us – seconda stagione: Young Mazino nel cast!

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The Last of Us – seconda stagione: Young Mazino nel cast!

Secondo Deadline, Young Mazino ha ottenuto il ruolo di Jesse nella seconda stagione di The Last of Us. Nei videogiochi da cui è tratta la serie televisiva di successo, Jesse ha un conflitto molto personale con Ellie (Bella Ramsey) a causa di una relazione del suo passato, ma resta da vedere se l’adattamento seguirà alla lettera la storia del gioco. La produzione dei nuovi episodi dello show creato da Craig Mazin e Neil Druckmann inizierà il mese prossimo e la prima puntata è prevista per un debutto su Max e SKY nel 2025.

Young Mazino si unisce a Kaitlyn Dever, che ha ottenuto il ruolo di Abby all’inizio di questa settimana. I due personaggi sono stati molto importanti per la trama del secondo gioco della serie, il che suggerisce dove potrebbe andare la premessa dei prossimi episodi. Anche Pedro Pascal e Bella Ramsey riprenderanno i loro ruoli dalla prima stagione di The Last of Us, con Joel ed Ellie che continueranno il loro viaggio attraverso un mondo in apocalisse. Il tempo ci dirà se riusciranno a sopravvivere all’ambiente ostile in cui vivono o se la tragedia colpirà i protagonisti dello show.

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. La prima stagione di The Last of Us è attualmente in streaming su NOW.

The Last of Us – Seconda stagione: nuove aggiunte al cast

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The Last of Us – Seconda stagione: nuove aggiunte al cast

Il cast della seconda stagione di The Last of Us si arricchisce di quattro nuovi membri. Danny Ramirez (Top Gun: Maverick, The Falcon and the Winter Soldier), Ariela Barer (“Come far saltare in aria un oleodotto”, “Runaways”), Tati Gabrielle (“You”, “Le terrificanti avventure di Sabrina” ) e Spencer Lord (“Riverdale”, “Family Law”) si sono tutti uniti alla seconda stagione della serie di successo della HBO.

Ramirez interpreterà Manny, descritto come “un soldato leale il cui sguardo solare smentisce il dolore di vecchie ferite e la paura di deludere i suoi amici quando hanno più bisogno di lui”. Barer interpreterà Mel, che si dice sia “un giovane medico il cui impegno nel salvare vite umane è messo alla prova dalla realtà della guerra e del tribalismo”.

Gabrielle è stata scelta per il ruolo di Nora, “un medico militare che lotta per venire a patti con i peccati del suo passato”. E Lord apparirà nei panni di Owen, “un’anima gentile intrappolata nel corpo di un guerriero, condannato a combattere un nemico che rifiuta di odiare”.

La serie tv The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. Pedro Pascal e Bella Ramsey riprenderanno poi i loro ruoli di Joel e Ellie.

The Last of Us – Seconda stagione: Isabela Merced ha iniziato le riprese

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L’attrice Isabela Merced sta vivendo un momento particolarmente brillante della sua carriera, essendo attualmente coinvolta in grandi progetti come Madame Web, Superman: Legacy dove interpreterà Hawkgirl e l’attesa seconda stagione di The Last of Us. In quest’ultimo progetto interpreterà un personaggio chiave del secondo gioco, Dina, che finirà per diventare l’interesse amoroso di Ellie con il progredire della storia. Parlando con Variety sul red carpet della première di Madame Web, Merced ha ora confermato che la produzione della seconda stagione dell’adattamento del videogioco della HBO è in corso a Vancouver e ha aggiunto di aver già girato la sua prima scena.

Non sappiamo con esattezza quale fosse la sequenza in questione, ma sembra che si tratti di un momento che coinvolge Dina e Abby, visto che Merced definisce Kaitlyn Deveruna delle attrici più talentuose con cui abbia mai lavorato“. “Le stelle si stanno davvero allineando. Al cast si sono uniti diversi amici con cui ho lavorato a lungo in questo settore. Non posso dire chi si è appena unito. Ma è fantastico. È una futura superstar e ai miei occhi è già una superstar. Abbiamo avuto un giorno di riprese per me come Dina e devo dire che abbiamo spaccato, non voglio mentire.” L’attrice alimenta dunque la curiosità e l’attesa dei fan, promettendo grandi cose per questa seconda stagione.

La serie tv The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. Pedro Pascal e Bella Ramsey riprenderanno poi i loro ruoli di Joel e Ellie.

The Last of Us – seconda stagione: Isabela Merced nel cast

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The Last of Us – seconda stagione: Isabela Merced nel cast

La HBO ha confermato oggi che Isabela Merced è entrata a far parte del cast della seconda stagione di The Last of Us. Si tratta dell’ultima delle tre importanti aggiunte al cast della serie che adatta l’omonima serie di videogiochi di successo di Naughty Dog.

Merced entra a far parte del dramma post-apocalittico insieme ai già annunciati Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby e Young Mazino in quello di Jesse. La star di Madame Web interpreta Dina, il nuovo interesse romantico di Ellie e l’ex di Jessie. Viene descritta come “uno spirito libero la cui devozione a Ellie sarà messa alla prova dalla brutalità del mondo in cui vivono“. Chi ha giocato a The Last of Us Part II ricorderà che Dina è un personaggio di supporto importante nel sequel.

Dina è dolce, brillante, selvaggia, divertente, morale, pericolosa e immediatamente amabile“, hanno dichiarato oggi in un comunicato congiunto Craig Mazin e Neil Druckmann, co-creatori, scrittori, produttori esecutivi e registi di The Last of Us.

Si può cercare all’infinito un attore che incarni senza sforzo tutte queste cose, oppure si può trovare subito Isabela Merced. Non potremmo essere più orgogliosi di averla nella nostra famiglia“.

Shannon Woodward ha interpretato Dina nel gioco e The Last of Us segnerà una sorta di riunione per Dever e Merced, che hanno recitato insieme nel film Rosaline del 2022. Isabela Merced è forse più nota per aver recitato in Dora e la città d’oro perduta e al fianco di Jason Momoa in Sweet Girl. Recentemente, ha prestato la sua voce a Migration della Illumination e ha in programma una serie di ruoli cinematografici importanti.

Tra questi Alien: Romulus, Ballerina Overdrive (da non confondere con l’imminente spin-off di John Wick) e il ruolo di Hawkgirl in Superman: Legacy. Come sicuramente saprete, la seconda stagione di The Last of Us  non ha ancora una data di debutto confermata, ma dovrebbe tornare nel 2025.

La serie tv The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. La prima stagione di The Last of Us è attualmente in streaming su NOW.

The Last of Us – Seconda stagione: Catherine O’Hara nel cast

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The Last of Us – Seconda stagione: Catherine O’Hara nel cast

Secondo quanto appreso da Variety, l’attrice Catherine O’Hara è stata scritturata per la seconda stagione di The Last of Us della HBO. I dettagli sul personaggio che la O’Hara interpreterà non sono però stati resi noti. L’attrice si unisce così ai protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey nella serie di successo, insieme ai nuovi membri del cast Isabela Merced nel ruolo di Dina, Young Mazino nel ruolo di Jesse e Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby.

O’Hara è una delle attrici comiche più celebri dei tempi moderni, avendo esordito durante la sua partecipazione all’acclamata serie di sketch comedy “SCTV”. Di recente è nota soprattutto per il suo ruolo di protagonista nella serie comica “Schitt’s Creek“, in cui ha interpretato Moira Rose per tutte le sei stagioni dello show. Per questa serie ha vinto il premio come miglior attrice in una commedia nel 2020 per la stagione finale. Ha poi recitato in celebri film come Beetlejuice – Spiritello porcello, Mamma ho perso l’aereo e Mamma ho riperso l’aereo: Mi sono smarrito a New York. A settembre di quest’anno tornerà al cinema con Beetlejuice 2.

La serie tv The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. La prima stagione di The Last of Us è attualmente in streaming su NOW.

The Last of Us – seconda stagione ingaggia il regista di Succession e altri 3 registi

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La rosa dei registi di The Last of Us – seconda stagione è cresciuta: Mark Mylod, regista di Succession, è uno dei quattro registi rivelati oggi.

Deadline ha riportato che Mylod, Nina Lopez-Corrado di Perry Mason, Stephen Williams di Watchmen e Kate Herron di Loki Stagione 1 si uniranno ai registi Peter Hoar e ai co-creatori della serie Craig Mazin e Neil Druckmann per la seconda stagione dell’adattamento del videogioco. La Herron è stata segnalata per la prima volta da The InSneider la scorsa settimana come parte della formazione registica della seconda stagione.

Il sito fa notare che non è chiaro quali registi si occuperanno di un episodio o di più episodi, anche se la prima stagione era composta da nove episodi che alla fine sono stati divisi tra sette registi.

Cosa sappiamo su The Last of Us

The Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno Kaitlyn Dever, Young Mazino e Isabela Merced

La prima stagione ha visto la partecipazione di Nico Parker, Anna Torv, Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm Reid. La serie The Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce, Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno interpretato nuovi personaggi.

La serie The Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions.

The Last of Us – seconda stagione ingaggia il regista di Loki

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The Last of Us – seconda stagione ingaggia il regista di Loki

Kate Herron, regista di Loki, si è unita alla serie HBO per dirigere la seconda stagione di The Last of Us.

Jeff Sneider di The InSneider ha dato la notizia che la Herron sarà una dei registi che lavoreranno a The Last of Us – seconda stagione, dichiarando che dirigerà “almeno un” episodio della prossima stagione dell’adattamento del videogioco.

Kate Herron ha diretto tutti gli episodi della prima stagione di Loki, nonché quattro episodi di Sex Education di Netflix e un episodio della serie Daybreak del 2019. Ha anche diretto diversi cortometraggi, tra cui Frank del 2010, Open House del 2013 e Fan Girl del 2016.

The Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno Kaitlyn Dever, Young Mazino e Isabela Merced

La prima stagione ha visto la partecipazione di Nico Parker, Anna Torv, Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm Reid. La serie The Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce, Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno interpretato nuovi personaggi.

La serie The Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions.

The Last of Us – Parte 2: Bella Ramsey entusiasta di tornare nei panni di Ellie e della trama di Dina

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In una recente intervista con Collider, la star di The Last of Us Bella Ramsey ha espresso quanto sia entusiasta di girare finalmente il prossimo capitolo del dramma horror di successo della HBO, rivelando che è pronta a fare altre acrobazie con Ellie.

Sì, molte cose. Sono emozionato per le cose davvero intense, perché ovviamente ho fatto un po’ di queste cose nella prima stagione, ma ne farò di più“, ha commentato la Ramsey. “E in realtà scene più fisiche perché Ellie è ovviamente più in forma fisicamente nella seconda stagione. Adoro le acrobazie e mi piace svegliarmi con dei lividi il giorno dopo e ritrovarmi con un occhio nero, solo perché è così bello aver fatto questo.”

La star de Il trono di spade (Game of Thrones) ha anche condiviso quale trama di The Last of Us – Parte II di Naughty Dog non vede l’ora di vedere. Bella Ramsey ha continuato: “Quindi non vedo l’ora di fare quella roba, e anche la trama di Dina. Perché ovviamente ho avuto un episodio nella prima stagione con Ellie e Riley, ma averlo come trama principale per tutta la seconda stagione è davvero emozionante.

Quando inizieranno le riprese della seconda stagione di The Last of Us?

Dopo la fine degli scioperi di Hollywood, HBO sta attualmente pianificando l’inizio della produzione della seconda stagione di The Last of Us all’inizio del 2024. Le riprese dovrebbero iniziare il 7 gennaio a Vancouver, in Canada. Al momento, la data di uscita del prossimo capitolo non è stata ancora fissata, ma HBO spera che la serie possa tornare sugli schermi nel 2025.

Attualmente The Last of Us – Parte II vede protagonisti Pedro Pascal nei panni di Joel, Bella Ramsey nei panni di Ellie, Gabriel Luna nei panni di Tommy Miller e Rutina Wesley nei panni di Maria. Si prevede che la seconda stagione di The Last of Us sarà basata sull’acclamato sequel del videogioco di Naughty Dog The Last of Us Part II, che presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie ormai adulta. A causa dello sciopero degli attori durato 118 giorni, non sono ancora stati fatti nuovi annunci sul casting per la seconda stagione.

La serie The Last of Us  è prodotta e co-scritta dal creatore di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions. La prima stagione è ora disponibile per lo streaming su NOW.

The Last of Robin Hood: Kevin Kline è Errol Flynn nel trailer del film

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Samuel Goldwyn Films ha diffuso on line il trailer di  The Last of Robin Hood, diretto da Richard Glazer e interpretato da Kevin Klive che ha avuto l’onore di interpretare nientemeno che Errol Flynn. Accanto a Cline ci sono anche Susan Sarandon e Dakota Fanning.

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The Last of Robin HoodIl film segue gli ultimi anni di vita del famoso attore Errol Flynn, prima della sua prematura scomparsa avvenuta a cinquant’anni per arresto cardiaco. In questo periodo della sua vita l’attore aveva stretto una relazione intima con l’attrice Beverly Aadland allora diciassettenne. Secondo alcune indiscrezioni l’attore avrebbe sedotto la ragazza quand’essa aveva solo quindici anni. The Last of Robin Hood è un film sul desiderio di fama e sul prezzo che questa ha nella vita di tutti i giorni.

Il film uscirà il 29 agosto negli Stati Uniti e speriamo che trovi anche da noi in Italia una buona distribuzione.Fonte: CS

The Last Movie Stars di Ethan Hawke arriva su SKY e NOW

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The Last Movie Stars di Ethan Hawke arriva su SKY e NOW

Arriva in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW The Last Movie Stars, l’attesissima docu-serie HBO Max diretta da Ethan Hawke e prodotta da Martin Scorsese. Un’epica storia in sei episodi che celebra una delle grandi coppie di Hollywood: Paul Newman e Joanne Woodward.

Il progetto, in onda dal 26 dicembre alle 21.15 su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW, parte dalle sbobinature dattiloscritte di audiocassette registrate dallo stesso Newman – e poi andate distrutte – a cui grandi attori di Hollywood, tra cui George Clooney e Laura Linney, hanno ridato vita con la propria voce.

La docu-serie in sei episodi intreccia testimonianze e tracce d’archivio a sequenze memorabili di grandi film. Ethan Hawke esplora la storia d’amore tra le due leggende di Hollywood con le letture, a lungo perdute, di momenti più intimi e familiari dei due attori, partner sullo schermo e nella vita. The Last Movie Stars dipinge un ritratto intenso di una coppia duratura, intrecciata per sempre con la storia del cinema americano.

Negli anni ’50, un giovane Paul e un’ancor più giovane Joanne si recano a New York per iniziare la loro carriera di attori, e incrociano fatalmente i loro percorsi come sostituti a Broadway. C’è solo un problema: Paul è già sposato. Resa finalmente pubblica la loro relazione, i novelli sposi Paul e Joanne trovano successo insieme, e Joanne porta a casa un Oscar come migliore attrice. La serie ripercorre le loro vite, tra le glorie e le difficoltà, in un rapporto in cui oltre al cinema c’era molto altro.

The Last Kingdom: sette re devono morire, recensione del film Netflix

La serie tv The Last Kingdom si è conclusa nel 2022 dopo cinque stagioni e 46 episodi, ma riservando un regalo speciale ai fan: la storia di Uhtred di Bebbanburg è infatti al centro di The Last Kingdom: sette re devono morire, un episodio speciale di due ore che funziona anche in maniera autonoma, come film, ma che vi piacerà molto di più se siete fan dell’eccellente serie televisiva. Diretto da Edward Bazalgette, scritto da Martha Hillier, basato sul’opera “The Saxon Stories” di Bernard Cornwell e disponibile su Netflix, la trama di questo progetto si colloca diversi anni dopo la fine della serie, quando Uhtred (Alexander Dreymon) reclama finalmente il suo insediamento di Bebbanburg. Siamo di fronte a un racconto epico che, senza puntare troppo in alto né variare i propri stilemi di una virgola, è consapevole di ciò che ha da offrire e che soddisfa le aspettative del pubblico come appendice di un racconto con tanti affezionati fan.

The Kingdom: sette re devono morire, la trama

In una sala da pranzo addolcita dai caldi bagliori delle candele e dai vivaci spiriti, Uhtred siede a capotavola. Cibo e bevande – in abbondanza, naturalmente – lo accompagnano insieme alla sua gente e a uno dei suoi compagni più fidati, Finan (Mark Rowley). Tra risate, sorrisi e racconti delle avventure passate, c’è spazio per una profezia pronunciata dalla moglie di Finan, Ingrith (Ilona Chevakova): “Sette re devono morire“. Il loro incontro festoso viene presto interrotto quando arriva la notizia che Re Edoardo è morto. Temendo per la sicurezza del figlio, la regina Eadgifu (Elaine Cassidy) e il figlio Edmund (Zak Sutcliffe) si rifugiano a Bebbanburg.

The Kingdom: sette re devono morire entra subito nel vivo del conflitto, quando il pubblico viene trasportato su una costa invasa da Re Anlaf (Pekka Strang). Le notizie sulla salute di Re Edoardo si susseguono rapidamente. Sapendo che la morte di un re può portare a una divisione sul suo successore, Anlaf pensa che si tratti del momento perfetto per scatenare il caos e mette a punto un piano. Rispecchiando la tensione tipica del precedente prodotto televisivo, il film mantiene alto il ritmo a cui sono abituati gli spettatori ponendo in primo piano l’urgenza di agire.

The Last Kingdom: sette re devono morire Netflix

Sfide narrative da affrontare

Quando la quinta stagione di The Last Kingdom si è conclusa nel 2022, i lettori della saga dello scrittore Bernard Cornwell sapevano già di non trovarsi esattamente di fronte alla fine: c’erano ancora tre libri da coprire quando è stato stabilito che la quinta stagione della produzione Netflix sarebbe stata l’ultima.

Anche se i tre libri finali sono stati lasciati fuori dallo sviluppo diretto della serie, le storyline sono proseguite senza troppi intoppi e giungendo a conclusioni piuttosto soddisfacenti per il pubblico. Nelle ultime due stagioni, Brida (Emily Cox) è stata una villain coi fiocchi, che ha tenuto saldamente in piedi i conflitti della serie. La sua morte e quella di Osferth (Ewan Mitchell) hanno confermato lo spirito di chiusura di un ciclo che la quinta stagione proponeva. Uhtred (Alexander Dreymon) ha compiuto il suo destino accanto alla sua progenie e a Bebbanburg: era inevitabile, dunque, chiedersi cosa sarebbe rimasto da affrontare in questo nuovo progetto. È qui che entrano in gioco gli aspetti storici che hanno circondato la serie fin dal suo inizio. Non possiamo dimenticare che la storia di Uhtred si interseca in un qualche modo con la realtà: il personaggio vive nel periodo storico che avrebbe portato alla formazione dell’attuale Regno Unito, tra guerre e invasioni responsabile della demarcazione di quei territori. Tuttavia, Uhtred non è esistito secondo la visione di Cornwell, che si è preso diverse libertà creative quando si è trattato di stabilire chi sarebbe stato il protagonista di questa storia.

Da queste premesse si dipana la trama di The Last Kingdom: sette re devono morire, che assume i contorni di un dramma storico, sequel della serie in cui Sassoni e Danesi si aggiravano in un’Inghilterra non ancora unificata e governate da molti re. Ogni momento di pace è interrotto dalle idee di conquista e dal brivido della battaglia. Tradimenti, battaglie e morte muovono le azioni dei personaggi di The Last Kingdom: sette re devono morire: ciò che ha tenuto in piedi questo titolo per così tanto tmpo sono, indubiamente il legame e le lotte condivise dai personaggi. Di fronte a un’ambientazione così vasta, un territorio sconfinato da conquistare, ogni personaggio lotta per qualcosa in cui crede.

La crescita di Uhtred

Il personaggio di Uhtred ha affrontato molte difficoltà e, per questo, il suo arco è ancora più completo. In The Last Kingdom: sette re devono morire, siamo testimoni di questa crescita rispetto alla sua introduzione nella serie. Esercita maggiore pazienza, compassione e comprensione, soprattutto nei confronti di un Aethelstan smarrito (Harry Gilby). Appesantito dall’idea di essere peccatore e impuro, Aethelstan rivisita la visione di suo nonno Re Alfredo di unificare le terre per creare l’Inghilterra come espiazione anche se, nel farlo, decisioni tiranniche mettono a repentaglio la pace che si è stabilita sui territori. Nonostante ciò, Uhtred continua a cercare di raggiungere Aethelstan. Anche quando Uhtred si inginocchia sinceramente davanti a lui, rivelandogli una dura verità, Uhtred mantiene il contegno conquistato.

Il pubblico riceve una chiusura più adeguata attraverso The Last Kingdom: sette re devono morire rispetto alla sua controparte in serie. Nel corso della serie, Uhtred ha affrontato una lunga e ardua battaglia per reclamare la sua casa, ma gli spettatori non hanno mai potuto posare lo sguardo sull’altra faccia di quella storyline: l’unificazione dell’Inghilterra. Sebbene il sangue, il sudore e le lacrime della serie non si trasferiscano completamente al film, i neofiti potrebbero trovarla comunque un’opera emozionante, che si muove a un ritmo veloce senza inciampare troppo su se stessa.

The Last Five Years: primo trailer con Anna Kendrick

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The Last Five Years

Rilasciato il primo trailer del nuovo musical The Last Five Years, con Anna Kendrick e Jeremy Jordan. Il film è un adattamento dell’omonimo celebre musical di Broadway di Jason Robert Brown, che racconta una storia d’amore e di matrimonio, che si svolge nel corso di 5 anni. Jamie Wellerstein (Jordan) è un giovane, talentuoso scrittore emergente che si innamora di Cathy Hiatt (Kendrick), un’attrice in difficoltà economiche. La loro storia è raccontata quasi interamente attraverso il canto. Tutte le canzoni di Cathy iniziato alla fine del loro matrimonio e si muovono a ritroso nel tempo sino  all’inizio della loro storia d’amore,  mentre le canzoni di Jamie partono dall’inizio della loro relazione e vanno avanti sino alla fine del loro matrimonio. Loro si incontraranno così nel mezzo, quando Jamie le chiede di sposarlo.

Diretto da Richard LaGravenese (P.S. I Love You), The Last Five Years verrà rilasciato giusto in tempo per San Valentino il 13 febbraio 2015.

Fonte: CS

The last face: trailer del film di Sean Penn con Charlize Theron

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The last face: trailer del film di Sean Penn con Charlize Theron

Il canale Youtube JFID JaguarFilmInternationalDistribution ha diffuso il primo trailer di The last face, il film da regista di Sean Penn che vede protagonista Charlize Theron al fianco di Javier Bardem.

Il trailer di The last face

Leggi la recensione del film

Il film è stato già presentato al Festival di Cannes 2016 e vede nel cast anche Adèle Exarchopoulos e Jean Reno.

La pellicola racconta di Miguel, un coraggioso medico spagnolo, ha fatto del suo lavoro una missione, portando aiuto alle vittime delle sollevazioni militari in Africa. In Liberia incontra Wren, portavoce di un’organizzazione internazionale che fornisce assistenza medica ai paesi in via di sviluppo. Sullo sfondo di una guerra civile, tra i due nascerà un’appassionata storia d’amore.

Fonte: IndieWire

The Last Face: recensione del film di Sean Penn

The Last Face: recensione del film di Sean Penn

L’Africa è ancora oggi un continente martoriato dalle guerre, dalla violenza, dal sangue e dai morti, così come dai feriti e i rifugiati sopravvissuti. Un panorama brutale, sconsolante, tenuto in vita – solo per alcuni versi ovviamente – da tutte quelle organizzazioni umanitarie, le Nazioni Unite, quei medici senza frontiere che sacrificano la loro vita per metterla nelle mani di chi ne ha bisogno. In The Last Face Miguel e Wren sono due di loro, due dottori che operano in Liberia, uno dei Paesi più colpiti dell’intero territorio africano. Al suo interno vige soltanto il caos, la disperazione, l’aggressività, l’insicurezza, poiché nessun luogo è al riparo da attacchi, dai proiettili, dall’angoscia; una terra dal presente talmente orribile che all’orizzonte non si palesa nessun futuro, anche perché le generazioni più giovani non esistono più, i pochi sprazzi che sopravvivono sono fagocitati dai pirati o dagli insetti.

The Last Face, il film

Sean Penn ha deciso di raccontare tutto questo seguendo da vicino la storia d’amore fra i due medici protagonisti, che fra i colpi dei kalashnikov e le amputazioni forzate hanno il bisogno di trovarsi, di stare insieme, di rincorrersi e lottare costantemente con i loro fantasmi. Perché rimanere sul campo di guerra non è affatto facile, a meno che non si abbia una fede spropositata nel lavoro che si va a compiere tutti i giorni; se Miguel è abbastanza certo del suo destino, tanto da metterlo davanti ai sentimenti quando necessario, Wren è infinitamente più titubante, motivo per cui arrivata al limite estremo decide di abbandonare tutto, di tornare alla più sicura vita d’ufficio. L’ultimo volto, la The Last Face del titolo, è il ricordo di Miguel, lontano e altrove.

Anche se dalle poche righe di sinossi può sembrare un’opera impegnata, dall’alto valore sociale, il risultato è al di sotto di ogni possibile aspettativa. Al di là dell’idea di rappresentare il trauma della guerra tramite una storia d’amore fra due medici bellocci e passionali, che può apparire fuori luogo se non di cattivo gusto, è la fattura del progetto che copre di ridicolo i suoi autori. Il budget a disposizione ovviamente fa sì che la qualità delle immagini, della fotografia, della regia, sia sempre ottimale, peccato però che tutto sembri un enorme spot alle Nazioni Unite, o all’Otto per Mille della Chiesa Cattolica, a una qualsiasi associazione umanitaria impegnata davvero sul campo. Tutto è rappresentato in modo esagerato, osceno, non si ha rispetto per il dramma che i liberiani vivono sulla loro pelle tutti i loro difficili giorni. Sotto i riflettori vi è costantemente il sangue e la lotta interiore di ogni singolo medico, mai sicuro di continuare la strada intrapresa (inoltre vista la scelta finale di Wren, si fa ancora più fatica a digerire il tutto).

Non aiutano le interpretazioni di Javier Bardem e Charlize Theron, belli e affascinanti insieme, ma con in mano personaggi dallo spessore irrilevante, quasi fastidioso a tratti; non pervenuti poi i frutti della co-produzione francese, che ha imposto alla produzione americana due dei suoi attori nazionali, Jean Reno e Adèle Exarchopoulos. Solo poche battute imbarazzanti per loro, in grado di suscitare l’ilarità del pubblico in momenti in cui ridere dovrebbe essere l’ultima cosa. The Last Face è dunque una vera ecatombe cinematografica, un modo ignobile di trattare temi dalla grande importanza umana e civile, senza carattere e con una irritante patina da spot televisivo. La vera pubblicità suscita ben più interesse.

The Last Face: Javier Bardem nel cast

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The Last Face: Javier Bardem nel cast

Javier Bardem, oltre al probabile ruolo di Barbanera in Pan di Joe Wright, ha appena raggiunto il casto di un nuovo film. Si tratta di The Last Face, prossimo progetto da regista di Sean Penn. Prima di lui erano già stati coinvolti Charlize Theron e Adele Exarchopoulos (già vista quest0’anno come coprotagonista nel film La vita di Adele).

A sette anni dal suo ultimo lavoro da regista, Sean Penn racconterà la storia di un medico in missione in Africa, più precisamente in Sudan, che sarà costretto a scegliere tra l’amore e il suo lavoro. Il progetto nasce da uno script di Erin Dignam, precedentemente intitolato The Last Space.

Fonte: Collider

The Last Duel: la conferenza stampa internazionale del film

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The Last Duel: la conferenza stampa internazionale del film

Dopo la presentazione in pompa magna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2021, il 14 ottobre arriva al cinema The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott che è stato scritto da Matt Damon, Ben Affleck con il fondamentale contributo di Nicole Holofcener.

Abbiamo incontrato i tre sceneggiatori, insieme alla meravigliosa protagonista Jodie Comer, per una conferenza stampa che ha sviscerato i segreti del film e della scrittura dietro ad una storia così attuale nonostante sia avvenuta così tanto tempo fa, durante la Guerra dei Cent’Anni.

La struttura del film ricorda quella di Rashomon, in cui lo stesso racconto viene esposto attraverso diversi punti di vista. Ecco, proprio per questa scelta precisa, è stata necessaria una scrittura a sei mani, per dare la giusta voce e la giusta prospettiva a ogni punto di vista, soprattutto a quello della protagonista, Marguerite. Il film è infatti basato su un libro che racconta la storia, davvero accaduta, di Marguerite moglie del cavaliere Jean de Carrouges, stuprata da Jacques Le Gris, amico del marito, che decide di denunciare lo stupro con il rischio di morire sul rogo. La legge dell’epoca prevedeva infatti un duello all’ultimo sangue tra il marito della donna stuprata e lo stupratore, dove solo la vittoria, per il volere di Dio, accertava il suo stare dalla parte della verità. Se il marito avesse perso, anche la moglie sarebbe stata uccisa.

Questa storia, dai toni epici e cavallereschi ma anche estremamente attuali, ha fatto sì che The Last Duel venisse etichettato come un film femminista, non a torto. Gli sceneggiatori hanno infatti dichiarato di essere loro stessi tutti femministi e di aver preteso la presenza di Nicole Holofcener alla scrittura proprio per dare al personaggio di Marguerite un linguaggio e un comportamento che rendesse giustizia all’esperienza femminile.

The Last Duel, recensione del film di Ridley Scott

Holofcener ha dichiarato in merito al suo coinvolgimento: “Ero lusingata ed elettrizzata e, non ero sicura di potercela fare, ma l’ho fatto. Gli mandavamo delle pagine e ci sedevamo insieme e lavoravamo. Lavoreremmo sulle scene l’uno dell’altro. Praticamente ho scritto il terzo atto, ma anche loro hanno avuto una mano. Perché doveva far parte dell’intero film. E quando gli scrittori intelligenti hanno delle idee, uno dovrebbe prenderle. E così, tra Jodie e loro è stato davvero un processo collaborativo, anche con tutti gli attori. Quindi, a volte, scrivevamo a parte, altre insieme.”

Matt Damon, in merito al testo originale e al contesto in cui è ambientata la storia, ha dichiarato: “Il punto di partenza era che il mondo delle donne è totalmente ignorato e trascurato ed è invisibile per i primi due atti del film. E poi viene rivelato nel terzo atto. E quello era, in realtà, il motivo per cui Ben e io stavamo adattando un libro, mentre Nicole stava davvero scrivendo una sceneggiatura originale. Perché gli uomini dell’epoca erano molto… prendevano appunti molto meticolosi su ciò che accadeva, ma non registravano ciò che facevano le donne.”

E Ben Affleck ha aggiunto: “Ma questo non sarebbe accaduto se Jodie non fosse stata così intelligente, coraggiosa e complicata nella sua performance. Dal momento che lei è stata disposta, e non sono sicuro che ogni attore sarebbe stato, a interpretare un altro punto di vista del personaggio che lei stessa interpretava (…) E poiché lo fa in modo così perfetto, non hai la sensazione che, sia una versione esagerata di una persona. Sembrano versioni di donne che abbiamo già visto nei film. E volevamo sfruttare il fatto che, storicamente, le persone sono in gran parte abituate al fatto che le donne siano personaggi secondari e terziari. E lei era disposta a farlo e questo rende la rivelazione, credo, molto più potente ed elegante, di vedere la differenza tra una persona essenzialmente bidimensionale e un essere umano completamente realizzato e tridimensionale.”

Quello che rimane del film, alla fine, è una performance di Jodie Comer davvero incredibile. L’attrice di Killing Eve che si cimenta per la prima volta con un film di questa scala e con un regista di questa portata, sigla definitivamente il suo ingresso nel mondo delle grandi interpreti di questi anni, con una performance raffinata, stratificata e molto intensa.

The Last Duel arriva al cinema il 14 ottobre, diretto da Ridley Scott, con Jodie Comer, Matt Damon, Adam Driver e Ben Affleck.

Venezia 78: Ben Affleck, Matt Damon e Jodie Comer presentano The Last Duel

The Last Duel: il trailer italiano del film di Ridley Scott

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The Last Duel: il trailer italiano del film di Ridley Scott

Arriva il 14 ottobre al cinema The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott con protagonisti Jodie Comer, Adam Driver, Matt Damon e Ben Affleck.

Diretto da Ridley Scott, The Last Duel è un’appassionante storia di tradimento e vendetta che racconta la brutalità e l’oppressione femminile nella Francia del XIV secolo e uscirà in Italia il 14 ottobre. Targato 20th Century Studios, il film storico vede protagonisti il vincitore dell’Oscar Matt Damon e il due volte candidato all’Academy Award Adam Driver nei panni di due uomini, entrambi nobili di nascita, che devono affrontarsi in un duello all’ultimo sangue per risolvere i propri rancori. The Last Duel vede nel cast anche la vincitrice dell’Emmy Jodie Comer e il vincitore di due Premi Oscar Ben Affleck.

the last duel

The Last Duel: Ben Affleck, Matt Damon e Adam Driver sul set

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The Last Duel: Ben Affleck, Matt Damon e Adam Driver sul set

Sono comparse su Twitter le prime immagini dal set di The Last Duel, il film in costume diretto da Ridley Scott che vede schierato un cast di superstar, a partire da Ben Affleck e Matt Damon, di nuovo insieme sul grande schermo. Con loro, nelle immagini, anche Adam Driver, reduce da una candidatura agli Oscar per Storia di un Matrimonio.

https://twitter.com/AdamDriverBRA/status/1233063981092425730?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1233063981092425730&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.badtaste.it%2F2020%2F02%2F28%2Fthe-last-duel-adam-driver-matt-damon-e-ben-affleck-biondo-sul-set-del-film-di-ridley-scott%2F419408%2F

 

The Last Duel è interpretato da Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck con la regia di Scott. La sceneggiatura è di Ben Affleck, Matt Damon e Nicole Holofcener. Jennifer Fox produce al fianco di Scott, Kevin Walsh e Nicole Holofcener. Damon e Affleck saranno i produttori esecutivi con Drew Vinton e Kevin Halloran.

Ambientato nella Francia del 14° secolo, il film è un racconto epico di tradimento e giustizia, raccontato da tre punti di vista distinti: due cavalieri (Damon e Driver) il cui legame è messo alla prova dal tradimento e una giovane donna (Comer) costretta a vivere nella brutale e oppressiva cultura dell’epoca per sopravvivere. Lo studio ha anche assegnato una data d’uscita al thriller con Ben Affleck, Deep Water, che è diretto da Adrian Lyne, andandolo a piazzare il 13 novembre 2020.

The Last Duel è interpretato anche da Ana De Armas e si basa su un romanzo omonimo del 1957 di Patricia Highsmith. La storia segue una coppia di una piccola città che vive in un matrimonio senza amore in cui la moglie è autorizzata ad avere degli amanti, purché non diserti mai i suoi obblighi familiari. Tuttavia, sorgono complicazioni quando il marito si interessa all’omicidio irrisolto di uno degli ex amanti della moglie.

The Last Duel, recensione del film di Ridley Scott

The Last Duel, recensione del film di Ridley Scott

Ridley Scott ormai è una rassicurante certezza. Giunto alla nobile età di ottantatré anni, appena nel 2017 ci consegnava il suo ultimo film, anzi, i suoi due, per esser precisi: Tutti i soldi del mondo e Alien: Covenant. Arriva dunque alla 78esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia presentando fuori concorso la sua nuova pellicola The Last Duel, dal sapore non troppo dissimile dai suoi vecchi titoli in costume, dall’atmosfera epica, trionfante e piovosa.

The Last Duel, tratto da una storia vera

I macro temi affrontati girano sempre attorno all’eterna lotta tra oppressori e oppressi che, a dispetto del lontano contesto storico, sono talmente attuali da risultare quasi manipolati. Invece, soprattutto in questo caso, è tutto vero. The Last Duel infatti copre gli ultimi anni del 1300 ed è la trasposizione cinematografica di un saggio storico scritto nel 2004 da Eric Jager, dove si tratta di un fatto realmente accaduto in Francia che vide lo svolgersi dell’ultimo duello – appunto – legalmente approvato, dopo il quale la pratica iniziò progressivamente a cadere in disuso, anche per la crescente opposizione della Chiesa riguardo a un tale genere di risoluzione giudiziaria. La specificità del combattimento consisteva nel fatto che, in mancanza di prove, l’esito della contesa – dunque chi dei due sarebbe morto – sarebbe stata decisione di Dio.

La storia perciò narra precisamente di un tragico caso del genere, che coinvolse una moglie (Jodie Comer) che venne violentata da un vecchio amico del marito (Adam Driver l’uno e Jodie Comer l’altro), e decise di denunciare l’episodio, con tutta la valanga di conseguenze del caso, tra cui, naturalmente, l’incredulità dell’intero Paese. Per tamponare il pubblico ludibrio e salvare il proprio orgoglio, il marito, quindi, sfida l’uomo al duello del titolo. Il vincitore sarà il portatore della verità, che significherà la condanna a morte della donna, qualora fosse il marito a morire.

Scritto a sei mani

Scritto proprio da Jodie Comer, Ben Affleck (che si cala anche nei panni del conte Pierre) e Nicole Holofcener, il film è strutturato in tre parti che raccontano, in sequenza, i tre punti di vista sull’andamento dei fatti. L’inizio è quello del cavaliere Jean de Carrouges (Damon), il successivo è dell’amico Jacques Le Gris (Driver) e l’ultimo di Marguerite de Carrouges (Comer).

Il modo in cui ogni attore incarna la propria versione dei fatti attraverso le sfumature recitative, è nettamente un elemento degno di nota, perché gran parte dell’intero corpo del film è splendidamente sostenuto dalle tre figure dei protagonisti. Su tutti spicca la personalità di Adam Driver, che però non oscura minimamente i due colleghi, al contrario. Ciascuno si avvale dell’altro per costruire la sua singola ondulazione narrativa, e così creare il quadro perfetto di una storia, in fondo, veramente triste.

The Last DuelUna storia, tre punti di vista

La scelta di portare alla luce un episodio più unico che raro – figuriamoci per quei tempi – è naturalmente di un’attualità che è quasi scontato sottolineare. Fa chiaramente riflettere molto, specialmente per questo. Ad ogni modo, Ridley Scott sa dirigere i tre episodi, e di conseguenza tutto l’impianto, con una perfetta armonia. E ogni contrasto creato dai differenti punti di vista, viene montato con chiarezza e crescente ritmo, che giunge all’apice con lo sguardo di Marguerite de Carrouges, per poi culminare con la battaglia finale tra i due contendenti visivamente spettacolare e che condensa, forse, più di ogni altro momento l’impronta del regista.

Il penoso evento raccontato, è reso ancor più doloroso dal progressivo dischiudersi di come stiano le cose in realtà, poiché, in un modo o nell’altro, la protagonista femminile è sostanzialmente sola e usata in ogni caso e la sua non è una condizione eccezionale ma, anzi, è un aspetto culturale di cui sono intrisi millenni di storia. Ciò che, però, è mostrato in maniera evidente e delicata, è la forza dolce e ostinata con cui Marguerite de Carrouges porta avanti la sua decisione di difendersi, il suo personale duello, che non avviene affatto con un suo pari, com’è invece nel caso dei due uomini. La sua è una lotta impari, tra lei e un sistema intero.

Ma quello che alcune donne lasciano indelebile nel tempo, non è solo un esempio da seguire, ma la consapevolezza che le cose si possano cambiare operando delle scelte concrete. Accettando, in certi momenti, di combattere da sole, con una forza la cui potenza si propaga nel tempo.

The Last Disturbance of Madeline Hynde, cresce il cast del nuovo thriller di Kenneth Branagh

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Il mistero che avvolge il nuovo film di Kenneth Branagh, The Last Disturbance of Madeline Hynde, diventa ogni giorno più chiaro. Secondo Deadline, un altro cast ha ufficialmente firmato per partecipare al thriller psicologico. Patricia Arquette, Michael Sheen, Tom Bateman, Vicky McClure, Michael Balogun e Kristina Tonteri-Young si sono aggiunti al cast. Essi si aggiungono alla già annunciata Jodie Comer (The Bikeriders). Secondo Deadline, il nuovo film di Branagh è finanziato in modo indipendente. Si tratta di un thriller psicologico contemporaneo, ma i dettagli non sono stati resi noti.

Branagh si riunisce ai suoi produttori di Belfast Tamar Thomas, Laura Berwick e Becca Kovacik, oltre che a Matthew Jenkins, Ashley Fox e Johnny Pariseau. I thriller e i misteri sembrano essere il pane quotidiano di Branagh negli ultimi tempi. Ha interpretato il ruolo dello sleuth di Agatha Christie Hercule Poirot. Ha interpretato Poirot in tre film, l’ultimo dei quali è stato A Haunting in Venice, in cui ha recitato e diretto. Branagh è anche la mente dietro a molti adattamenti iconici di Shakespeare degli anni ’90 e 2000, come Much Ado About Nothing e Hamlet.

Sapevate che Kenneth Branagh ha diretto questi altri film iconici?

Nel corso della sua carriera, Branagh si è cimentato praticamente in tutti i generi cinematografici. Ha diretto tutti e tre i misteri di Poirot con la Disney e, oltre ai film di Shakespeare, ha diretto anche il primo film di Thor nel 2011. Branagh è stato anche alla regia di un altro film Disney, l’adattamento live-action di Cenerentola del 2015. Il film, di grande impatto visivo, vedeva protagonisti Lily James e Richard Madden nei panni di Cenerentola e del suo principe.

Anche per quanto riguarda la recitazione, il suo repertorio è altrettanto stuzzicante e vario. Oltre agli adattamenti di Shakespeare che ha diretto, ha anche recitato in alcuni di essi, in particolare al fianco di Emma Thompson in Much Ado About Nothing. Recentemente Branagh ha recitato in Oppenheimer di Christopher Nolan nel ruolo di Niels Bohr, un fisico danese vincitore del Premio Nobel. Branagh affiancherà anche Ryan Reynolds (che attualmente sta facendo notizia con il successo al botteghino di Deadpool & Wolverine) nel prossimo film Mayday.

Anche se non si conoscono ancora i dettagli della trama, il thriller psicologico The Last Disturbance of Madeline Hynde avrà sicuramente le caratteristiche di un film di Kenneth Branagh e sarà quindi da tenere d’occhio.

The Last Days on Mars trailer internazionale

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The Last Days on Mars trailer internazionale

Last Days on Mars trailerEcco il trailer internazionale di The Last Days on Mars, thriller ambientato nello spazio con protagonisti Liev Schreiber, Elias Koteas, Romola Garai, Olivia Williams e Tom Cullen. Il film, diretto da Ruairi Robinson, sarà disponibile On Demand dal 31 ottobre prima di raggiungere i cinema a partire dal 6 dicembre.

Ecco il trailer internazionale:

Trama: Vincent è un astronauta in missione su Marte e allocato sulla base Tantalus. Un giorno un membro del suo equipaggio individua un elemento che può mutare radicalmente le nostre teorie sull’origine della vita: su Marte esistono batteri attivi. Il dubbio, che rápidamente si traduce in realtà, è che siano molto pericolosi. Le trasformazioni che provocano negli esseri umani sono da incubo.

Fonte: CS

The Last Dance: recensione della serie sui Chicago Bulls di Michael Jordan

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Si intitola The Last Dance, l’ultima danza, il documentario di ESPN e Netflix dedicato alla stagione ‘97/’98 dei Chicago Bulls, un’opera che grazie al ritmo serrato e avvincente si appresta a diventare un appuntamento imperdibile di queste ultime (si spera) settimane di quarantena. Dal 20 aprile sono disponibili sulla piattaforma due episodi a settimana, per 5 settimane di una storia cominciata proprio nella stagione del 1997.

Dopo cinque titoli in sette stagioni, i Chicago Bulls inseguono il sesto titolo, il terzo consecutivo, e l’organizzazione autorizza una troupe televisiva a seguire la squadra in ogni momento, a partire dalla preparazione del campionato, permettendo alle telecamere di arrivare dove non erano mai state prima, dal campo di allenamento agli spogliatoi. Quel materiale, unito a repertorio, interviste e una lunga e costante ricerca, oltre a un lavoro titanico di montaggio ha dato vita alla serie che racconta la grandiosa impresa sportiva dei Bulls di Michael Jordan.

The Last Dance, i Chicago Bulls di Michael Jordan nel ’97/’98

Nonostante le luci e i successi, quello fu un anno particolarmente difficile per i Bulls, che si trovarono ad affrontare un diffuso malcontento interno, dagli attriti dell’allenatore Phil Jackson con il general manager della squadra, ai problemi contrattuali di Scottie Pippen, che quell’anno non inizia nemmeno la stagione, complice un infortunio, forse con la speranza di riformulare un contratto che gli fruttava decisamente troppo poco per il suo ruolo e la sua importanza in squadra e nell’intera lega. Ma, da Rodan a Kukoc, tutti i giocatori avevano dei problemi con la società e con la squadra.

Su tutti, come un’ombra e un collante potentissimo, si stagliava la figura di Michael Jordan, il leader, il capo, quello che voleva soltanto vincere e che voleva farlo a tutti i costi, anche portare tutta la squadra sulle spalle.

The Last Dance è quindi l’ultima danza dei tori di Chicago, quella generazione di fenomeni (sia permesso il prestito dalla pallavolo azzurra) che ha segnato la storia del basket, e la cui storia commuoverà senza dubbio gli appassionati del parquet ma coinvolgerà anche chi di basket non capisce nulla. Perché storie sportive di questa portata, qualunque sia il loro esito, hanno sempre la potenza evocativa di storie di vita, sacrificio, sconfitta e vittoria.

The Last Dance non è solo il racconto di un’impresa eroica, è anche un lavoro documentaristico approfondito, certosino, vibrante di emozione, a tratti persino buffo, tremendamente onesto, raccontato attraverso le parole dirette dei protagonisti.

Nell’ottica contemporanea, la storia dei Chicago Bulls, nella stagione ‘97/’98, potrebbe spiegare bene a tutto il mondo il significato di farcela insieme, di giocare di squadra (in quanto genere umano), di mettere da parte l’individualismo e spalleggiarsi per raggiungere un obbiettivo comune. Ma si sa, i protagonisti di quella storia lì non sono esseri umani ordinari, sono fenomeni, divinità scese in Terra, a condividere con i comuni mortali parte della loro luce.

The Lasso Way: il kintsugi della gentilezza

The Lasso Way: il kintsugi della gentilezza

Si chiama kintsugi la tecnica di restauro giapponese risalente al 1400 che prevede l’utilizzo della polvere d’oro per riparare le stoviglie in ceramica usate per la cerimonia del te. Oltre ad essere una tecnica che dà vita a oggetti unici e splendidi, vere e proprie opere d’arte, ha anche un profondo significato legato alla filosofia Zen: da una parte quelle vene di rottura impreziosite con la polvere d’oro suggeriscono che l’esistenza è transitoria, e questa consapevolezza rende sereno l’approccio alla vita; dall’altra suggerisce empatia, la triste malinconia dell’imperfezione delle cose, apprezzarle, nonostante questo; infine, esprime la capacità di lasciar correre, di dimenticare le preoccupazioni liberando la mente dal desiderio di perfezione… la capacità di essere come un pesce rosso, proprio come dice il nostro allenatore preferito: Ted Lasso.

Ted Lasso, si è conclusa la stagione finale

All’indomani della conclusione della terza e (pare) ultima stagione della serie di grande successo di Apple TV+, possiamo decisamente dire che Ted Lasso ha utilizzato la tecnica del kintsugi sulle vite, imperfette e passeggere, di tutte le persone che ha incrociato. E un po’ anche sulle nostre, che lo abbiamo seguito dal divano di casa.

La terza stagione, in particolare, come un lungo abbraccio, ha accompagnato ogni personaggio alla sua personale risoluzione, con garbo e gentilezza, la quale rappresenta a tutti gli effetti la polvere d’oro con cui Ted aggiusta tutte le persone intorno a sé, dando agli altri, alla fine, la possibilità di aggiustare se stessi. Perché siamo imperfetti, siamo un continuo “mess in Progress” e la consapevolezza di questa condizione di esistenza ci permette di essere persone migliori, di imparare ad allenare una squadra di calcio arrivando a capire cos’è il fuorigioco, di aprirsi a una famiglia di tifosi che hanno colto il nostro lato migliore, di riconoscere nell’altro un amico, oltre che un eterno rivale, di essere parte di una squadra e di essere in grado di conservare un pezzetto di quel messaggio che era stato seminato (leggi, appeso alla parete dello spogliatoio) tanto tempo prima, in mezzo allo scetticismo e allo scoramento.

La vita chiama

Il team di scrittura di Ted Lasso (Brendan Hunt, Joe Kelly, Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Brett Goldstein, Phoebe Walsh, Jane Becker, Leann Bowen, Jamie Lee, Bill Wrubel) si conferma una squadra incredibile, con leggerezza e attenzione riesce sempre a trovare la lente apposita attraverso cui raccontare un disagio, una rottura, un trauma, con gli strumenti giusti, accarezzando i suoi personaggi e lo spettatore, trasformando maschi tossici e vallette sgallettate in uomini e donne consapevoli e gentili, senza mai forzare, rispettando i caratteri costruiti sapientemente attraverso l’arco della serie e dando loro il giusto spazio per crescere e trovare se stessi.

Questa terza stagione di Ted Lasso ci racconta che “la vera partita è con se stessi”, che la sfida vera da affrontare non è quella contro la supremazia del Manchester City, o contro l’astioso West Hammer, ma è con la vita stessa che sfreccia via, fuori dal campo e vuole che saliamo a bordo per poterci trasportare nel suo flusso. Per Ted, questo ha significato fare una pausa di tre anni dal suo mondo, riprendere fiato, costruire una sua nuova famiglia, tramandare un messaggio, sciorinare battute incredibili e dialoghi brillanti, trovare un’amica per la vita e uno spogliatoio che può chiamare casa, venire a patti con le sue crepe, i suoi dolori e la sua inadeguatezza, e scoprire che tutte queste ferite erano state riempite da una cascata di polvere dorata nelle sembianze di Rebecca, di Coach Beard, di Trent, di Roy, di Nate, dei tifosi, della barista Mae e di tutta la squadra che ha imparato ad amarlo. E ora, forte di questo restauro, cambiato per sempre, bellissimo con tutte le sue ferite, torna a casa, perché la vita chiama e suo figlio è lì ad aspettarlo, a corrergli incontro felice, perché adesso finalmente tutto è al suo posto e il puzzle è completo.

Scende in campo la musica

Puzzle ricchissimo avanti e dietro le quinte, Ted Lasso non è solo un gruppo di geniali sceneggiatori che affidano brillanti battute a telantuosi attori. È vetta della comicità in televisione (Ziggy Stardust non sarà mai più lo stesso), è ispirazione tecnica messa al servizio della storia, è una fotografia accogliente e riconoscibile, e soprattutto è una colonna sonora che impreziosisce e accompagna ogni momento, rendendolo indimenticabile, accostando l’illuminazione del burbero Roy Kent all’arcobaleno dei Rolling Stones nel quinto episodio della seconda stagione; Adriano Celentano e Jesus Christ Superstar come fossero stati creati per stare insieme in quella sequenza spettacolare del terzo episodio della terza stagione, oppure Cat Stevens e i Flaming Lips nei commoventi minuti di commiato dal AFC Richmond.

Non era facile dire addio a questi personaggi, eppure il finale di Ted Lasso lascia la sensazione che tutto sia andato al posto giusto, che i personaggi siano adesso in grado di affrontare la vita e le loro prossime sfide con gli strumenti giusti, consapevoli che va bene anche rompersi, va bene anche sbagliare, purché non si perda mai di vista la leggerezza, la capacità di ricominciare, “senza avere macigni sul cuore”, come un pesce rosso.

The Land of Dreams, trailer del film di Nicola Abbatangelo

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The Land of Dreams, trailer del film di Nicola Abbatangelo

Primo lungometraggio di Nicola AbbatangeloThe Land of Dreams è una storia d’amore ambientata nella New York anni ’20 tra musica e sogni, con protagonisti Caterina Shulha e George Blagden (Les Misérables di Tom Hooper, Vikings, Versailles) insieme a un ricco cast tra cui Paolo CalabresiMarina RoccoRyan ReidNathan AmziCarla SignorisStefano Fresi ed Edoardo Pesce.

The Land of Dreams, la trama 

New York, 1922. Eva è una giovane immigrata italiana che lavora come lavapiatti nelle cucine del noto locale Choo Choo Train e che ha rinunciato al suo sogno più grande: diventare una cantante. Oggetto del desiderio di un boss mafioso, s’innamora dell’affascinante pianista Armie, reduce della Grande Guerra, che vive recluso nella sua casa insieme al fratello e che nasconde un potere molto speciale: viaggiare all’interno dei sogni… Eva e Armie scopriranno insieme che realtà e sogno possono mischiarsi e diventare la ricetta della felicità.

Il soggetto e la sceneggiatura sono firmate da Nicola Abbatangelo e Davide Orsini, le musiche composte da Fabrizio Mancinelli che ha collaborato alla colonna sonora del film premio Oscar Green Book dirigendone l’orchestra. 

Il film è una produzione Lotus Production, una società Leone Film Group, con Rai Cinema, in associazione con 3 Marys Entertainment, prodotto da Marco Belardi, e uscirà nelle sale il 10 novembre distribuito da 01 Distribution. The Land of Dreams verrà presentato in anteprima come Evento Speciale ad Alice nella Città – Sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma.

The Lady: recensione del film di Luc Besson

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The Lady: recensione del film di Luc Besson

Luc Besson porta al cinema The Lady, la storia di Aung San Suu Kyi, attivista birmana che per circa 15 anni ha scontato un isolamento forzato nella sua casa a Rangoon con l’unica colpa di aver sostenuto il suo popolo e la battaglia per la libertà ed i diritti civili.

The Lady racconta la vita di questa donna straordinaria, divisa tra dovere politico e sociale, ereditato dal padre generale martire del golpe, e amore di moglie e madre, che con contegno ma con grande passione continua a coltivare nei lunghi anni di prigionia. Besson ci mostra così un altro ritratto di donna, dopo le eroine storiche e fantastiche che negli anni ci ha proposto, ma questa volta sceglie di narrare l’amore unitamente ad un obbiettivo: quello di dare voce ad una situazione politica e sociale unitamente ad una personalità rara e preziosa.

The Lady, il film

The Lady - L'amore per la libertà

Ad interpretare l’orchidea d’acciaio c’è Michelle Yeoh, che per questo ruolo ha dovuto imparare il birmano, oltre che un inglese ‘così come lo parlerebbe lei’. Elegante e pacata, interpreta con grande efficacia la donna che ha fatto della lucida razionalità e della non violenza un suo marchio distintivo. Al suo fianco, nel ruolo del marito, il Professor Micheal Aris, c’è lo splendido David Thewlis, già interprete di importanti film, come L’Assedio di Bertolucci e The New World di Malick, oltre che della saga di Harry Potter. L’attore inglese da ulteriore prova di straordinaria bravura, interpretando un uomo innamorato e fedele, oltre che fermamente convinto nel suo percorso e in quello della moglie, ma anche un uomo che fa i conti con la mancanza, la sofferenza e la malattia.

The Lady si dipana per 127 minuti, forse un po’ troppi, ripercorrendo gran parte del cammino che ha portato Suu ad intraprendere la sua carriera di attivista fino alla scarcerazione e alla morte per cancro del marito. Una delle maggiori difficoltà interpretative per gli attori, è stata quella di indossare i panni di persone che esistono e sono esistite, senza però avere la possibilità di confrontarsi con loro, né avere un riscontro diretto del proprio lavoro.

La potenza della storia, unitamente all’uso ricattatorio della musica, ne fanno un prodotto molto commovente, ma che nelle intenzioni del regista deve probabilmente gettare luce sulle atrocità che ancora vengono perpetrate in Birmania contro i cittadini.

The Lady: la conferenza stampa con Luc Besson

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Il regista Luc Besson risponde alle domande dei giornalisti alla fine dell’anteprima per la stampa del suo ultimo film The Lady presso La Casa del cinema di Roma.

Il film uscirà nelle sale italiane a partire dal 23 Marzo 2012 ed è stato distribuito in Italia dalla nuova casa di distribuzione Good Films che proprio in occasione del lancio della pellicola ha indetto la campagna “Send a Message” volta alla sensibilizzazione nei confronti della causa portata avanti da Aung San Suu Kyi per la democrazia  in Birmania.