Rispolverando una pagina della
cultura pop divenuta simbolica e amatissima dagli spettatori che
all’inizio degli
anni ‘90 erano adolescenti e ragazzini, Rupert
Sanders, già regista di Ghost
in the Shell con Scarlett Johansson, si mette al timone di
The
Crow – Il Corvo, nuovo adattamento del fumetto di
James O’Barr e al cinema in Italia dal 28 agosto.
La storia di Eric e della sua
vendetta nel nome dell’amata Shelly è diventata celebre con il film
del 1994 diretto da Alex Proyas e interpretato da Brandon Lee, e ora tocca a Bill Skarsgård raccogliere il suo
testimone.
La tragica storia del fumetto
Nato da una necessità lacerante di
elaborare un dolore personale insuperabile, il fumetto de Il Corvo
è stato un punto di riferimento per la cultura post-punk di fine
anni 80’ che da subito ha raccolto consensi e il plauso della
comunità indipendente. Ogni capitolo del fumetto aveva come titolo
una canzone dei Joy Division, le tavole disegnate con raffinatezza
di dettagli si alternavano a pagine buttate giù in fretta e furia,
abbozzate, quasi proprio a simulare il dolore che su di esse veniva
riversato dell’autore che mai più, né prima né dopo, avrebbe
raggiunto tale livello artistico.
James O’Barr aveva le idee molto
chiare sul suo personaggio principale, Eric, e su quello che era il
drive principale dell’opera, la vendetta ineluttabile di un uomo
che era stato ucciso insieme alla sua donna e che, presto o tardi,
avrebbe certamente portato a termine la sua missione. Un
vendicatore immortale che lentamente ma inesorabilmente avrebbe
compiuto la sua missione.
L’adattamento “maledetto” con
Brandon Lee
L’adattamento del 1994 da Alex
Proyas con Brandon Lee venne “venduto” come il
film maledetto che era costato la vita al suo protagonista si
posizionò in una prospettiva leggermente diversa. La storia perse
la sua caratteristica di ineluttabilità, il protagonista venne
trasformato da implacabile vendicatore e uomo/spettro che poteva
essere ucciso se il corvo che aveva riportato indietro al sua anima
fosse stato fatto fuori. Non solo. Il cambiamento più importante è
stato apportato al mood del personaggio stesso.
Tanto era piegato su se stesso e
tormentato l’Eric delle pagine di O’Barr, tanto era glamour,
bellissimo, atletico l’Eric di Proyas e di Lee, in posa con la
chitarra sotto la pioggia, mentre suonava il suo dolore in una
maniera patinata e posticcia che allontanando i punk ormai vecchi,
è stato però in grado di raccogliere consensi entusiasti da parte
dei giovanissimi che all’inizio degli anni Novanta vedevano in
quell’estetica e in quella storia d’amore tanto assoluta e totale
una narrazione che a tutti gli effetti parla più all’adolescenza
che ai cuori duri dei post punkettoni incalliti.
E infatti la colonna sonora del
film non ha fatto altro che confermare questa tendenza
volutamente accattivante. I lettori si O’Barr si arrabbiarono, quel
belloccio muscoloso e dolente non era il loro vendicatore, eppure
il pubblico amò tantissimo il film che negli anni è diventato un
piccolo culto.
Prodotto modesto e francamente
trash, Il Corvo ha assunto un’importanza cardinale
nella cultura condivisa degli anni ’90, ed è sinceramente amato da
moltissimi (anche da chi scrive!), tanto da assurgere a capolavoro
intoccabile della cinematografia moderna, almeno quanto il mito
dello sfortunato Brandon Lee, che morì sul set e alla memoria del
quale il film è dedicato. Ovvio che le voci, circolate da tempo, di
un remake siano state accolte con scetticismo.
The Crow – Il Corvo non è un
remake
Tuttavia, il
film di Rupert Sanders non è affatto un remake, anzi, prende le
distanze in maniera netta sia dal film del ’94 che dal fumetto di
James O’Barr, proponendo una storia completamente nuova che,
pur basandosi sulla struttura del revenge movie in cui l’eroe,
tornato dal mondo dei morti, cerca la vendetta, cambia le carte in
tavola. Ovviamente il tutto è arricchito da piccoli cambiamenti e
sottotrame che non riveleremo per non togliere allo spettatore il
piacere di scoprirle in sala.
Accanto a Bill
Skarsgård, nuovo volto di Eric, nel
cast del film c’è FKA Twigs, cantautrice britannica che non a
caso interpreta una Shelly con un passato oscuro ma anche con un
talento musicale che si sposa con la passione di Eric per le parole
e le poesie. Già questa premessa si discosta dai due precedenti e
pone la storia nel presente, ricalcando la loro estetica su quella
trap. Anche il personaggio di Danny Huston
aggiunge un colore in più alla storia, oltre ad arricchirne la
trama rendendo il personaggio di Shelly più articolato rispetto a
quanto già visto.
Porta con sé un elemento
soprannaturale che non aveva il Top Dollar di Michael Wincott e
anche una certa cruda cattiveria nella storia, che si traveste da
banale normalità e per questo, forse, fa ancora più paura. Il corvo
stesso, colui che dà una seconda possibilità a Eric di far bene
quello che è andato male, non è una presenza animale
magico/mistica, ma una persona che mette l’eroe sul suo cammino. A
parte qualche citazione letterale di frasi dal film con Brandon
Lee, imparate a memoria nel tempo, quella di Eric e Shelly del 2024
è una storia completamente diversa. Ma quindi, perché vedere il
film?
Perché vale la pena vedere The
Crow – Il Corvo
Quello che appare interessante in
The Crow – Il Corvo è proprio il cambiamento
estetico che corrisponde a quello che è accaduto al mondo, tra il
’94 e il 2024. L’estetica punk che era sul limite del tempo massimo
nel film con Brando Lee qui lascia spazio a un look
contemporaneo che prede a prestito i look dei trapper che spopolano
trai più giovani. Perché se il primo adattamento del testo di
O’Barr ha fatto inorridire i fan del fumetto duri e puri ma ha
conquistato orde di giovanissimi, proprio per il fascino di quel
look, questo film è dedicato a chi nell’estetica trapper ci
sguazza, e quindi non i fan del vecchio film ormai quarantenni, ma
quelli che oggi sono giovani, giovanissimi e adolescenti.
Non solo. Il drive principale del
film, la vendetta per amore, rimanda a un tipo di sentimento puro e
imperituro, quel tipo di amore che si prova soltanto da molto
giovani e quindi non è assurdo pensare che proprio un pubblico
adolescente possa appassionarsi a questa storia che ha l’aspetto e
i temi di una contemporaneità che appartiene a loro.
The Crow – Il
Corvo arriva al cinema il prossimo 28 agosto distribuito
da Eagle Pictures.
Bill Skarsgård (IT, John Wick 4) è
The Crow – Il Corvo, il leggendario e iconico
personaggio della graphic novel di James O’Barr, rivisitato in
questa nuova versione cinematografica diretta da Rupert Sanders.
Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA
twigs), legati da un amore profondo, vengono brutalmente
uccisi, da una banda di criminali. Di fronte alla possibilità di
salvare Shelly, il suo unico vero amore, sacrificando se stesso,
Eric intraprende una vendetta feroce e senza pietà contro i loro
assassini, viaggiando attraverso il mondo dei vivi e dei morti
determinato a rimettere a posto le cose. The Crow – Il Corvo è in
arrivo prossimamente solo al cinema.
Il Corvo è stato prima un successo
di critica e di botteghino, poi un classico di culto. Il mondo
cupamente surreale, girato interamente sul set, crea una distopia
di realtà alternativa in cui qualsiasi cosa, persino un uomo
resuscitato da un corvo, si vendica della banda che ha ucciso lui e
la sua fidanzata. Ma ciò che veramente equilibra il film è il
torrente di emozioni – in particolare il dolore e la perdita – che
scorre sotto di esso. L’interpretazione di Lee è fisica e
viscerale; il film lo avrebbe reso una star. Invece, quando Draven
viene ucciso con un colpo di pistola, rabbrividiamo per la
consapevolezza di quanto la morte del personaggio imiti quella
dell’attore. Nonostante il successo del film, nessuno dei tre
sequel o dell’adattamento televisivo ha catturato il carisma di Lee
o la bellezza oscura e il dolore del film del 1994. I produttori
hanno cercato di far decollare un reboot del Corvo per anni, con
diversi attori che si sono avvicendati nel ruolo di protagonista.
Ora sembra che ci stiano finalmente riuscendo. Ecco cosa sappiamo
finora sul nuovo film del Corvo.
Eagle Pictures ha
diffuso un nuovo inedito spot tv di The Crow
– Il Corvo, l’annunciato nuovo adattamento
cinematografico dell’omonimo fumetto. Bill Skarsgård (IT, John Wick 4) è The Crow –
Il Corvo, il leggendario e iconico personaggio della graphic novel
di James O’Barr, rivisitato in questa nuova versione
cinematografica diretta da Rupert Sanders. Eric Draven (Skarsgård)
e Shelly Webster (FKA twigs), legati da un amore profondo, vengono
brutalmente uccisi, da una banda di criminali.
Di fronte alla possibilità di
salvare Shelly, il suo unico vero amore, sacrificando se stesso,
Eric intraprende una vendetta feroce e senza pietà contro i loro
assassini, viaggiando attraverso il mondo dei vivi e dei morti
determinato a rimettere a posto le cose.
Bill Skarsgård sarà un buon eroe d’azione in The
Crow?
Mentre
i trailer di The Crow – Il Corvo
hanno mostrato alcune sequenze d’azione di Skarsgård nei panni di
Draven, questa clip è la prima volta che il pubblico ha potuto
vedere l’attore in azione. Finora le cose sembrano promettere bene,
soprattutto perché Draven è ben lontano dal tipico eroe d’azione.
Ciò che rende Draven unico è che assorbe molte punizioni e che,
senza le sue abilità uniche, verrebbe ucciso.
Mentre i trailer di The
Crow – Il Corvo hanno mostrato alcune sequenze
d’azione di Skarsgård nei panni di Draven, questa clip è la prima
volta che il pubblico può vedere l’attore in azione. Finora le cose
sembrano promettere bene, soprattutto perché Draven è ben lontano
dal tipico eroe d’azione. Ciò che rende Draven unico è che assorbe
molte punizioni e che, senza le sue abilità uniche, verrebbe
ucciso.
Lionsgate
ha diffuso una nuova clip di The Crow – Il
Corvo che mostra Bill Skarsgård in azione nei panni di Eric
Draven. Dopo l’uscita dell’originale The Crow nel
1994, interpretato dal compianto Brandon Lee, è in
arrivo una nuova rivisitazione dal regista Rupert Sanders. The Crow
– Il Corvo del 2024 segue il Draven
resuscitato di Skarsgård mentre intraprende una missione di
vendetta dopo che lui e la sua amante, interpretata da FKA Twigs,
vengono brutalmente assassinati.
Lionsgate rilascia ora una nuova clip di The Crow –
Il Corvo, dopo averla resa disponibile per la prima
volta ai partecipanti al SDCC. Ai partecipanti sono stati
consegnati poster esclusivi con codici QR che conducevano a una
nuova clip ricca di azione. Guardatela qui sotto. La clip vede
Skarsgård tentare di uccidere il personaggio di Danny Huston e
finire all’interno del suo SUV. Si scatena il caos e Draven finisce
con diversi fori di proiettile e una gamba rotta molto grafica sul
pavimento di un tunnel.
Bill Skarsgård sarà un buon eroe d’azione in The
Crow?
Mentre
i trailer di The Crow – Il Corvo
hanno mostrato alcune sequenze d’azione di Skarsgård nei panni di
Draven, questa clip è la prima volta che il pubblico ha potuto
vedere l’attore in azione. Finora le cose sembrano promettere bene,
soprattutto perché Draven è ben lontano dal tipico eroe d’azione.
Ciò che rende Draven unico è che assorbe molte punizioni e che,
senza le sue abilità uniche, verrebbe ucciso.
Mentre i trailer di The
Crow – Il Corvo hanno mostrato alcune sequenze
d’azione di Skarsgård nei panni di Draven, questa clip è la prima
volta che il pubblico può vedere l’attore in azione. Finora le cose
sembrano promettere bene, soprattutto perché Draven è ben lontano
dal tipico eroe d’azione. Ciò che rende Draven unico è che assorbe
molte punizioni e che, senza le sue abilità uniche, verrebbe
ucciso.
Il cast di The Crow – Il
Corvo comprende un mix di attori impressionanti, star
del musical e interpreti leggendari. Ultimo adattamento
dell’omonimo fumetto di James O’Barr,
The Crow – Il Corvo segue le vicende
di un giovane di nome Eric che si ritrova su un sentiero di
vendetta dopo la morte della sua amante. La nuova versione della
storia incorpora elementi più apertamente soprannaturali, tra cui
la rivelazione che la persona dietro la loro morte ha fatto un
patto soprannaturale con forze diaboliche.
Spinto dal dolore e alimentato dai
poteri conferitigli dal misterioso Kronos, Eric accetta di tornare
nella terra dei vivi per vendicarsi. Il film si avvale di
un cast relativamente ristretto di attori esperti, con
The Crow – Il Corvo di Bill Skarsgård che fa da traino all’intera
produzione, trasformando Eric da tranquillo paziente di un centro
di riabilitazione a giustiziere crociato. Il film mantiene
l’attenzione su Eric e Shelly e si sviluppa fino a un finale
sanguinoso. Ecco il cast di The Crow – Il
Corvo del 2024 e dove il pubblico li ha già
visti.
Bill Skarsgård nel ruolo di
Eric/The Crow – Il Corvo
Attore: Nato a
Stoccolma, in Svezia, Bill Skarsgård ha dimostrato
di essere un attore incredibilmente versatile e porta questa
energia in The Crow. Figlio di
Stellan Skarsgård (e fratello dei colleghi Alexander, Gustaf,
Valter e di altri quattro fratelli), Bill ha lavorato costantemente
nella sua nativa Svezia per anni. Ha fatto il suo grande debutto
americano in The Divergent Series:Allegiant.
Il suo grande successo è stato il ruolo di
Pennywise nell’adattamento cinematografico in due parti di
It, e da allora è diventato una figura prevalente in una
varietà di film.
Personaggio: Eric
è il protagonista di The Crow e alla fine diventa il
vigilante soprannaturale del titolo. Dopo essere fuggito da un
centro di riabilitazione insieme a Shelly, Eric si innamora
profondamente della giovane donna. Questo rende ancora più tragica
la loro morte per mano degli uomini di Vincent e lo incarna con un
dolore così giusto da permettergli di tornare nella terra dei vivi
per compiere la sua vendetta.
FKA Twigs nel ruolo di
Shelly
Attrice: Nata nel
Gloucestershire, in Inghilterra, Tahliah Debrett Barnett (in arte
FKA Twigs) è nota soprattutto per la sua carriera musicale. Dopo
aver iniziato la sua carriera da adolescente nella scena dei club,
FKA Twigs ha raggiunto la notorietà con l’uscita del suo
album del 2012,EP1. Da allora è
diventata un’artista musicale riconosciuta a livello mondiale.
Anche i suoi crediti cinematografici sono cresciuti nel corso degli
anni. Ha fatto il suo debutto alla regia con il cortometraggio del
2015, M3LL155X, ed è apparsa in Honey Boy del 2019 e
Brighton Beach del 2020. Attualmente è impegnata nel
prossimo film di David Lowery, Mother Mary.
Personaggio:
Shelly è l’amante di Eric neIl
corvo e l’obiettivo dello spettro di Vincent. Giovane
donna dal talento musicale e dal passato burrascoso, Shelly si
innamora di Eric all’inizio del film ed entrambi vengono uccisi
dagli uomini di Vincent. Ciò dà il via agli eventi del resto del
film, poiché la morte di Shelly motiva Eric a rompere i legami
della moralità e a tornare nella terra dei vivi per vendicarsi.
Danny Huston nel ruolo di
Vincent Roeg
Attore: Nato a
Roma, Danny Huston interpreta Vincent in The Crow – Il
Corvo. Dopo aver lavorato inizialmente come regista
in film come Mr. North e Becoming Colette, ha
cambiato marcia ed è diventato un attore costante in diversi film.
La sua grande occasione è stata quella di interpretare il ruolo di
Ivan Beckman nel film candidato agli Independent Spirit Award
Ivans Xtc, a cui sono seguiti
ruoli in film comeThe Aviator,
The Constant Gardener e telefilm come John Adams.
Non è estraneo al genere, essendo apparso in film come 30
giorni di notte, Wonder
Woman e American Horror Story.
Personaggio: Il
soprannaturale Vincent Roeg è il cattivo principale de Il
corvo. Signore del crimine pericoloso e sofisticato,
Roeg rivela costantemente di aver stretto un oscuro patto
con forze soprannaturali molto tempo prima degli eventi
del film. Dopo aver ordinato la morte di Shelly, Vincent è
incuriosito dalla scoperta di un altro immortale come lui e fa del
suo meglio per organizzare un confronto con il giovane.
Josette Simon nel ruolo di
Sophia
Attrice: Nata a
Leicester, nel Regno Unito, Josette Simon ha recitato sul
palcoscenico e sullo schermo per gran parte della sua vita.
La sua prima interpretazione televisiva è stata Dayna
Mellanby nella serie classica di fantascienza della BBCBlake’s 7. È diventata un’interprete
regolare della Royal Shakespeare Company, famosa in tutto il mondo.
La maggior parte dei lavori più acclamati di Josette Simon
provengono dal suo periodo di lavoro in teatro. Nel corso degli
anni è apparsa anche in diversi spettacoli e film. Tra questi,
ruoli in film come Wonder Woman e Detective Pikachu,
oltre a spettacoli come Anatomia di uno scandalo e
Broadchurch.
Personaggio:Sophia viene introdotta come madre di Shelly in The
Crow – Il Corvo. Sophia era apparentemente
consapevole del potenziale pericoloso di Vincent Roeg e ha permesso
che sua figlia finisse invischiata nella sua rete di inganni.
Tuttavia, il suo dolore per la sorte della figlia la rende una
fonte inestimabile di informazioni per Eric una volta tornato in
vita nel mondo reale.
Laura Birn nel ruolo di
Marian
Attrice: Nata a
Helsinki, in Finlandia, Laura Birn è un’apprezzata
attrice finlandese. Laura è apparsa in diversi film, soprattutto
nel cinema finlandese. La sua grande occasione è arrivata con il
film Helmiä ja sikoja del 2003 e con il successivo
thriller Lupaus del 2005, acclamato dalla critica. Nel
corso degli anni è apparsa anche in alcune produzioni americane e
britanniche, tra cui A Walk Among The Tombstones e The
Ones Below. Ha inoltre fornito interpretazioni memorabili
nella serie di Netflix del 2018 The Innocents e nel ruolo
di Eto Demerzel nell’adattamento per Apple
TV+ diFoundation.
Personaggio:
Marian è l’assistente principale di Vincent e gestisce le
operazioni quotidiane della sua associazione a delinquere.
Operatrice spietata, Marian lavora direttamente con gli assassini
che attaccano Eric e Shelly. Di conseguenza, è una delle persone
più importanti che Eric ritiene responsabili della morte di
Shelly.
Sami Bouajila nel ruolo di
Kronos
Attore: Originario
di La Tronche, Francia, Sami Bouajila è un interprete di spicco
della scena cinematografica francese da oltre tre decenni. Bouajila
si è fatto notare con il ruolo di Ismael in Bye-Bye, che
gli è valso il premio come miglior attore al Festival di Salonicco
di quell’anno. Da allora è stato nominato per molti altri premi per
il suo lavoro in film come Giorni di gloria, candidato
all’Oscar, e The Son,
il film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Personaggio:
Kronos è una figura misteriosa che Eric incontra dopo la
sua prematura scomparsa. Kronos, che funge da guardiano tra la
terra dei vivi e il regno dei morti, è colui che spiega la
situazione a Eric e lo dota di poteri. Kronos allude alla portata e
alla mitologia di The Crow – Il
Corvo e rimane una figura enigmatica per tutto
il film.
Arriva da Deadline la conferma che
The
Crow – Il Corvo con
Bill Skarsgård nei panni di Eric Draven è stato
posticipato di due mesi. Dopo che la Lionsgate ha modificato il
programma di uscita per molti dei suoi titoli, il film debutterà
nelle sale il 23 agosto. La data di uscita originale era il 7
giugno, lo stesso giorno dell’uscita del sequel Bad Boys:
Ride or Die con Martin Lawrence e
Will Smith.
Bill Skarsgård (IT, John Wick 4) è
The Crow – Il Corvo, il leggendario e iconico
personaggio della graphic novel di James O’Barr, rivisitato in
questa nuova versione cinematografica diretta da Rupert Sanders.
Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA
twigs), legati da un amore profondo, vengono brutalmente
uccisi, da una banda di criminali. Di fronte alla possibilità di
salvare Shelly, il suo unico vero amore, sacrificando se stesso,
Eric intraprende una vendetta feroce e senza pietà contro i loro
assassini, viaggiando attraverso il mondo dei vivi e dei morti
determinato a rimettere a posto le cose. The Crow – Il Corvo è in
arrivo prossimamente solo al cinema.
Il finale di The Crow – Il
corvo lascia aperta la porta a un’ulteriore
espansione dell’universo, pur dando a Eric un climax conclusivo
alla sua ricerca di vendetta. Ultimo adattamento dell’omonimo
fumetto di James O’Barr, The Crow – Il
corvo è incentrato su un giovane uomo che viene
riportato in vita per vendicare la morte sua e della sua amante.
Con
Bill Skarsgård nel ruolo di Eric, alias il Corvo, il
film aggiorna l’ambientazione ai giorni nostri e introduce una
serie di novità nella storia, tra cui un antagonista unico con la
sua storia e i suoi poteri soprannaturali.
La nuova versione della storia del
Corvo prende alcune serie deviazioni dalle versioni
precedenti della storia, ma rimane anche fedele a molti dei punti
visivi ed emotivi al centro della storia originale. Anche
se il finale del film lascia qualche mistero, i personaggi
de The Crow – Il corvo evidenziano
il tema di fondo del film in un finale macabro. Ecco come il finale
de Il corvo lascia aperta la porta a un sequel, pur
consentendo al protagonista di guadagnarsi un senso di chiusura
agrodolce.
Il finale di The Crow azzera
l’universo e annulla la morte di Shelly
Il finale di The Crow –
Il corvodel 2024 resetta la morte di
Shelly, sollevando molte domande su come cambia il mondo.
Dopo che gli uomini di Vincent hanno ucciso Eric e Shelly, al primo
viene data la possibilità di vendicare la loro morte. Kronos gli
dice addirittura che, finché il suo amore rimarrà puro durante la
sua missione, i corvi lo potenzieranno e la coppia sarà
ristabilita. Tuttavia, il suo orrore per il passato violento di
Shelly mette a repentaglio la loro possibilità di resurrezione,
così si permette di rimanere nell’aldilà per salvarla. Dopo aver
ucciso Vincent, Eric parla brevemente con Shelly prima che questa
si rianimi nel suo appartamento.
In particolare, viene resuscitata
accanto a Eric, ormai morto. La sua resurrezione sembra resettare
l’universo in una certa misura. All’inizio del film, la sua morte
ha portato a un funerale e ad altri finali fatali, tra cui quello
di sua madre. La resurrezione di Shelly potrebbe
significare che ora l’universo è diverso. Mentre il
destino soprannaturale di Vincent implica che tutti gli omicidi
commessi da Eric siano ancora accaduti, la storia personale di
Shelly sembra essere stata cambiata in modo che non sia mai morta.
Il film termina prima di poter spiegare completamente questa
rivelazione, ma solleva molte domande che potrebbero essere risolte
in un eventuale seguito.
Perché Eric è ancora
nell’aldilà nel finale di The Crow – Il
corvo
Inizialmente, Kronos fa intendere a
Eric che vendicare se stesso e Shelly porterà alla resurrezione di
entrambi. Tuttavia, Kronos avverte cripticamente Eric che le sue
motivazioni devono rimanere pure durante la missione e che la
perdita dell’amore per Shelly comprometterà la sua missione. Ciò si
verifica dopo che Eric scopre un video in cui Shelly (sotto il
controllo di Vincent) uccide un’altra donna. Si scopre che il
“dubbio” è considerato il vero nemico dell’amore nel mondo del
Corvo, privando Eric dei suoi poteri di guarigione
e rimandandolo a Kronos.
L’amore di Eric per Shelly è
sufficiente a fargli barattare la sua salvezza con lei, offrendosi
di prendere il suo posto nell’aldilà. Questo significa che quando
Eric riesce a uccidere Vincent e ad abbatterlo, non viene
resuscitato come Shelly. È una decisione tragica ma eroica da parte
di Eric, probabilmente una delle uniche cose puramente altruistiche
che fa in tutto il film. Inoltre, lo lascia nell’aldilà. Anche se
non viene trascinato nell’inferno subacqueo a cui è condannato
Vincent, Eric sembra in pace con il fatto di essere
intrappolato nella stazione ferroviaria tra i piani di
esistenza.
Cosa c’era nel video nascosto
di Shelly e perché è così importante per Eric
All’inizio di The Crow
– Il corvo, viene stabilito che Shelly sta cercando
di nascondere un video. La sua amica Zadie viene uccisa per averlo,
mentre Shelly viene braccata. A metà del film, il video si rivela
contenere un filmato di Shelly che aggredisce e uccide un’altra
donna. Il filmato contiene la prova che Vincent le ha
parlato poco prima dell’omicidio, usando i suoi poteri per
forzare l’attacco. Se da un lato la divulgazione del video
condannerebbe Shelly alla prigione, dall’altro il collegamento con
l’omicidio potrebbe contribuire a rompere la facciata pubblica che
Vincent si è apparentemente costruito nell’alta società.
Il video ha anche un ruolo
nel percorso personale di Eric. Dopo aver trovato il video
e averlo guardato lui stesso. L’orrore che Shelly possa uccidere
qualcuno, anche sotto il comando di una forza come Vincent, manda
in frantumi la sua fiducia in lei. È allora che inizia a dubitare
del suo amore, che gli costa i suoi poteri in un momento cruciale e
che quasi condanna la sua missione. Anche se il video non viene
esposto al mondo (e la cospirazione di Vincent viene invece
stroncata in modo più violento da Eric), il video finisce per
essere sorprendentemente cruciale per la trama.
Come il finale di
The Crow – Il corvo prepara un
sequel
The Crow – Il
corvo termina con una nota abbastanza conclusiva, ma
senza l’ambiguità che potrebbe far pensare a un potenziale
The Crow – Il corvo2. Alla fine del film, Vincent è stato
ucciso ed Eric ha accettato di dover rimanere nell’aldilà mentre
Shelly viene resuscitata. Il film si conclude con lui che si
allontana nella nebbia. Il fatto che il potenziale destino
finale di Eric rimanga irrisolto significa che potrebbe
essere rispedito nel mondo reale. Anche la resurrezione di Shelly e
il suo breve incontro con Kronos potrebbero farle scoprire qualcosa
di più su ciò che è successo.
C’è anche il mistero che
circonda il potere di Vincent che potrebbe entrare in
gioco in un film successivo. L’entità che ha fatto un patto con
Vincent è lasciata in gran parte ambigua, ma il film lascia
intendere che l’ha fatto innumerevoli anni fa. La natura oscura del
patto è chiara anche dalla sua rivelazione a Zadie di doverla
placare sacrificando anime pure. Un’esplorazione più approfondita
di questa leggenda, soprattutto se Shelly è coinvolta nelle
indagini, potrebbe essere la scusa perfetta per riportare Eric
nella terra dei vivi per una nuova avventura.
Al centro de The Crow –
Il corvoc‘è il
potere trascendente dell’amore. Eric e Shelly sono
ritratti come smarriti prima di ritrovarsi, e la loro gioia
reciproca traspare da ogni scena che condividono. Al contrario, i
personaggi del film che hanno accettato la morte come una costante
si mostrano vuoti dentro. Oltre al chiaro esaurimento di Vincent,
personaggi come la sua assistente Marian e i poliziotti corrotti
sul loro libro paga sembrano ripresi e spezzati dalle scelte che
hanno fatto.
Questo abbraccio di odio e apatia
quasi consuma Eric, come fa notare Marian che ha nei suoi occhi il
medesimo disprezzo per il mondo di Vincent. Il fatto che il
vero amore sia quasi costato a Eric la possibilità di
vendicarsi, ma rafforzarlo non solo gli permette di
ottenere la sua vendetta, ma anche di salvare Shelly. È un dolce
sottofondo in un film che si concentra in gran parte sull’azione e
sulla morte e dà a The Crow – Il
corvo un messaggio sentimentale sull’importanza
di trovare l’amore.
Prima dell’avvento del
Marvel Cinematic Universe e del
DCU, Il Corvo è stato
uno dei primi grandi film di supereroi che hanno davvero fatto
presa sul pubblico. Diretto da Alex Proyas, il film del 1994 era
basato sull’omonima graphic novel del 1989 di James O’Barr.
Brandon Lee, figlio della leggendaria icona delle arti marziali
Bruce Lee e lui stesso artista marziale, ha battuto attori più
affermati come River Phoenix e Christian Slater
per il ruolo principale del vendicatore non-morto Erik Draven.
Ma il 31 marzo 1993, durante le
riprese della scena in cui il suo personaggio viene ucciso, si
verificò una tragedia: Lee fu ferito a morte perché la pistola era
stata caricata con cartucce finte e non con proiettili a salve come
previsto. Lee morì solo pochi giorni prima della fine della
produzione del film e i produttori presero la difficile decisione
di terminare il film con una controfigura e con effetti digitali.
Finalmente dopo anni di ritardi, cambiamenti davanti e dietro la
macchina da presa e cambiamenti di studio, la Lionsgate ha
acquisito il reboot nel settembre 2023. The Crow
– Il Corvo è ufficialmente previsto nelle sale
per venerdì 23 agosto 2024 in USA e il 28 Agosto in ITALIA. Nello
stesso fine settimana uscirà il debutto alla regia di Zoë
Kravitz, Blink Twice, con Naomi Ackie e Channing
Tatum.
In attesa del debutto al cinema,
Eagle Pictures ha diffuso una nuova inedita clip di The Crow
– Il Corvo che vede Eric cercare vendetta
all’interno di un teatro:
Il cast di The Crow – Il
Corvo
Bill Skarsgård
si cala nei panni intimidatori di Lee per interpretare il
vendicatore condannato Eric Draven. Potrebbe non essere possibile
ricreare il carisma fisico che Lee ha portato al ruolo. Detto
questo, Skarsgård ha dimostrato di essere un attore versatile in
grado di interpretare una varietà di ruoli diversi, tra cui
Pennywise nei film di It e, più di
recente, il Marchese Vincent de Gramont in John
Wick: Capitolo 4. Tra gli altri crediti di
Skarsgård figurano Barbarian,
The Devil All the Time,
Eternals, Castle
Rock, Atomic Blonde e
Nine Days. Prossimamente interpreterà il
conte immortale nel prossimo Nosferatu
del regista Robert Eggers e sarà il protagonista
del film d’azione distopico Boy Kills
World. Forse Skarsgård non è una scelta così insolita
per interpretare una delle icone goth della cultura pop.
La cantautrice britannica
FKA Twigs interpreterà la fidanzata di Draven,
Shelley. Sebbene sia nota soprattutto per la sua musica, Twigs
è apparsa in precedenza nel dramma Honey
Boy del 2019. La scelta di un volto così noto per il
ruolo di Shelley indica un allontanamento dal film e dalla graphic
novel originali, dove la fidanzata di Draven viene uccisa
all’inizio della storia e appare solo in brevi flashback vagamente
romantici. Ma con Twigs nel ruolo, il pubblico ha probabilmente
ragione di aspettarsi che Shelley abbia un ruolo più importante che
mai nel prossimo remake.
Anche l’attore Danny
Huston (Yellowstone)
fa parte del cast, anche se non è ancora chiaro chi sia il suo
personaggio. Ma data la sua storia di cattivo in film come
Wonder Woman e 30
giorni di notte, Huston potrebbe interpretare
l’assassino e l’eventuale bersaglio di Draven. Anche
Isabella Wei (1899) fa parte del cast e
interpreta il ruolo di Zadie.
The Crow
– Il Corvo è diretto da Rupert Sanders. Eric
Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs), legati da un amore
profondo, vengono brutalmente uccisi, da una banda di criminali. Di
fronte alla possibilità di salvare Shelly, il suo unico vero amore,
sacrificando se stesso, Eric intraprende una vendetta feroce e
senza pietà contro i loro assassini, viaggiando attraverso il mondo
dei vivi e dei morti determinato a rimettere a posto le cose. The
Crow – Il Corvo è in arrivo al cinema il 28 agosto 2024.
Grazie ad Empire siam
in grado di mostrarvi il primo trailer di The
Crossing, il nuovo film di John Woo
che mostrerà la storia della traversata della nave Taiping nel
1949, quando la stessa imbarcazione affondò portandosi sul fondo
del mare 1500 persone tra passeggeri ed equipaggio.
Il film, scritto da Hui-Lin Wang (candidato
all’Oscar per La Tigre e il Dragone),
avrà come protagonisti Ziyi Zhang (La
Tigre e il Dragone), Hye Kyo Song
(The Grandmaster) e Takeshi
Kaneshiro (La Foresta dei Pugnali
Volanti)
Dopo l’uscita qualche anno fa di
The Conjuring – L’evocazione di James
Wan è stato tutto in discesa per quello che adesso viene
definito come il The Conjuring Universe. Un vero e
proprio franchise horror che comprende due sequel del film
originario, gli spin-off dedicati a Annabelle e quelli di prossima
uscita sulla suora Valak immortalata in The Nun. A
questi da anni si dovrebbe aggiungere The Crooked
Man, personaggio introdotto in The Conjuring – Il
Caso Enfield: uno spirito che vive in un carosello,
vestito di rosso, denti aguzzi e espressione inquietante.
Sulla produzione di questo spin-off
non si hanno però mai avuti aggiornamenti concreti, tanto da far
pensare che l’idea fosse stata accantonata. A rivelare che invece
il progetto è ancora in piedi è stato Javier
Botet, interprete dello spaventoso demone, che in
un’intervista ha dichiarato: “L’ultimo aggiornamento c’è stato
qualche mese fa, quando i produttori stavano discutendo del futuro
dell’universo di Conjuring. Penso che si stessero concentrando
soprattutto sul terzo capitolo e di Annabelle, ma è dalle riprese
de Il Caso Enfield che i produttori mi hanno detto che lo
spin-off di The Crooked Man si farà. Ne abbiamo già
parlato lo scorso anno e hanno detto di avere una sceneggiatura che
in questo momento è sotto revisione, ma il progetto esiste anche se
non vengono rivelati aggiornamenti.“.
Nell’attesa di nuove rivelazioni
The Nun uscirà nelle nostre sale il prossimo 20
Settembre, mentre The Conjuring 3 è atteso per il
prossimo anno.
Will Beall,
sceneggiatore che ha recentemente firmato lo script
di Aquamanper la Warner
Bros, è stato scelto dalla Universal
Pictures per reinterpretare il classico del
1954 The Creature From The Black Lagoon,
ennesima pellicola che si inserirà nel filone di reboot che
coinvolge l’Universo Cinematografico dei Mostri Classici.
La scelta potrebbe rivelarsi
sicuramente interessante in quanto, dopo aver lavorato alla stesura
di Aquaman, Beall saprà
certamente come muoversi in un lavoro di scrittura che dovrà,
necessariamente, tener conto di ulteriori storyline come quella
dell’imminente The Mummy.
Vi ricordiamo che oltre
a The Creature From The Black
Lagoon e The
Mummy la Universal ha
programmato la realizzazione di The Invisible
Man, che vedrà protagonista Johnny
Depp, The Wolf
Man, Van Helsinge Bride of Frankestein.
Hollywood è in sciopero, portando
l’industria cinematografica e televisiva a un arresto improvviso.
Tuttavia nuovi film continueranno a essere rilasciati nelle
settimane e nei mesi a venire, anche senza attori che possano
promuovere il loro lavoro. Ciò danneggerà molti titoli in
arrivo, incluso il nuovo film di fantascienza originale di
Gareth Edwards (Rogue
One: A Star Wars Story), The
Creator.
20th Century Studios oggi ha
rilasciato un nuovo trailer mozzafiato per The
Creator e se le premesse di questo trailer
saranno rispettate probabilmente siamo di fronte uno dei film
d’azione più ambiziosi dell’anno. Purtroppo la storia recente non
ha premiato nuovo film di fantascienza originale, speriamo che
questo possa cambiare le sorti di titoli originali come questo
perché questa nuova anteprima ricca di azione offre molte
ragioni convincenti per andare a guardare The
Creator nelle sale il 29 settembre. Il nuovo
contributo rivela di più su quella che promette di essere
un’avventura incredibile per Joshua personaggio interpretato fa
John David Washington e il suo compagno di
intelligenza artificiale.
The
Creator, che arriverà il 28
settembre nelle sale italiane distribuito da The Walt Disney
Company Italia. Diretto da Gareth Edwards
(Rogue
One, Godzilla), il film è interpretato da John David Washington (Tenet),
Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe
(Inception), Sturgill Simpson (Io e
Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e
la vincitrice dell’Academy Award Allison Janney
(Tonya). La sceneggiatura è di Gareth
Edwards e Chris Weitz, da un soggetto di
Edwards. Il film è prodotto da Gareth Edwards, p.g.a., Kiri
Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon
Milchan, mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer,
Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman sono i
produttori esecutivi.
In una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le
sembianze di un bambino.
20th Century
Studios, New Regency ed
Entertainment One hanno diffuso il teaser trailer
e il poster dell’epico thriller d’azione The
Creator, che arriverà il 28
settembre nelle sale italiane distribuito da The Walt Disney
Company Italia. Diretto da Gareth Edwards
(Rogue
One, Godzilla), il film è interpretato da John David Washington (Tenet),
Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe
(Inception), Sturgill Simpson (Io e
Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e
la vincitrice dell’Academy Award Allison Janney
(Tonya). La sceneggiatura è di Gareth
Edwards e Chris Weitz, da un soggetto di
Edwards. Il film è prodotto da Gareth Edwards, p.g.a., Kiri
Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon
Milchan, mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer,
Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman sono i
produttori esecutivi.
In una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le
sembianze di un bambino.
Il concetto di
Intelligenza Artificiale ha da sempre ispirato il grande cinema e
The
Creator, nuovofilm di
Gareth Edwards al cinema dal 28 settembre con The
Walt Disney Company Italia, vuole inserirsi in quella tradizione
narrativa. Da 2001: Odissea nello Spazio a
Terminator, passando per Blade Runner e più di recente per
Lei e Ex
Machina, il racconto di come una macchina intelligente
diventa cosciente ha sempre affascinato i narratori, che attraverso
toni e generi diversi ne hanno raccontalo le infinite possibilità.
Nel 2023, quando l’Intelligenza Artificiale ormai esiste davvero e
il suo utilizzo sta effettivamente cambiando il modo in cui l’uomo
sta al mondo, il film immaginato da Edwards sembra quindi molto più
possibile e realistico di quello che potevano sembrare i suoi
illustri predecessori. Senza togliere fascino a quella fantascienza
che comincia a somigliare sempre di più alla realtà.
The Creator, la
storia
Nel mondo di The Creator,
le Intelligenze Artificiali si sono evolute talmente da
rappresentare una minaccia per l’uomo che quindi ha iniziato una
guerra globale per terminare tutti gli esseri sintetici attivi,
così da impedire loro di distruggere a loro volta l’umanità. In
un’ultima disperata missione per vincere il conflitto, Joshua
(John
David Washington), un ex agente delle forze speciali
in lutto per la scomparsa della moglie (Gemma
Chan), viene reclutato per dare la caccia e uccidere
il Creatore, l’inafferrabile architetto dell’avanzata AI, noto con
il nome di Nirmata, che ha sviluppato una misteriosa arma con il
potere di porre
fine
alla guerra
e
all’umanità
stessa. Joshua oltrepassa così le linee nemiche, ma scopre che
l’arma apocalittica che è stato incaricato di distruggere è un’AI
con le sembianze di una bambina (Madeleine Yuna
Voyles).
Un’immaginario visivo
credibile
Girato in location reali
arricchite in un secondo momento dalle scenografie futuristiche,
The Creator si distingue subito dai blockbuster degli ultimi mesi,
che visivamente sciatti hanno affollato le nostre sale. Il lavoro
di Gareth Edwards, sempre portatore di
un’immaginario ricco e specifico, di un world building solido e di
una visione tanto epica quanto attenta al cuore della narrazione,
si conferma ancora una volta decisivo per mettere in piedi un
universo credibile e strutturato.
La realtà raccontata nel
film è verosimile, tanto più che si focalizza su un contrasto
acceso e sanguinoso tra esseri umani e intelligenze artificiali.
Come detto in cima a questa recensione di The
Creator, il confronto uomo vs macchina può essere
considerato fondativo di un certo tipo di sci-fi che mette appunto
a confronto i creatori con le loro creature.
E i riferimenti di Edwards sono
chiaramente quelli relativi ai suoi stessi gusti cinematografici,
Star
Wars in primis, ovvero quel miscuglio di tecnologia e
polvere, di etnie diverse che si mescolano in armonia (in questo
caso l’etnia estranea è quella delle creature sintetiche), ma anche
la messa in scena di determinate entità minacciose quanto la Morte
Nera e un gusto per la narrazione classica in cui l’eroe, pur
sostenuto da una resistenza contro il male, fa i conti dal solo con
lo scontro finale.
Macchine più umane degli umani
Nel caso di Edwards, il
film fa i conti con antenati del calibro di Blade
Runner, in cui oltre a capacità intellettive, gli esseri
sintetici hanno sviluppato anche sentimenti e affetti, ambizioni e
desideri propri. Questa scoperta sarà fondamentale nel “viaggio
dell’eroe” di Joshua che percorre una parabola completa. Il lavoro
di Gareth Edwards è quindi compiuto in un percorso
totalizzante che riesce a prendere spunto da diverse storie, molti
immaginari visivi, un’umanità immediata e viscerale e mescolare
tutto, dando al suo film uno spessore insolito per un blockbuster
contemporaneo.
E tutto il cammino etico,
che cerca di definire in cosa consiste l’umanità, culmina nel
momento in cui la creatura ridona la vita al suo creatore in una
nuova forma più evoluta, forse addirittura perfezionata.
The Creator offre nel finale un momento autentico
di riflessione su esistenza e identità, su quello che significa
essere davvero presenti nel proprio tempo. Il finale, esplosivo e
concitato, è affidato agli effetti visivi, all’azione, a
quell’ansia di spettacolarità che forse toglie un pizzico di
intimità al significato ultimo del film.
A parte qualche risvolto
di trama pretestuoso, The Creator si distingue per
originalità, riuscendo a realizzare un puzzle coerente di
influenze, portando avanti un discorso se non innovativo quantomeno
coerente con l’evoluzione del personaggio principale. Trasportato
in una realtà dei fatti che non era pronto ad accogliere in un
primo momento, Joshua diventa a sua volta uno strumento al servizio
di quelle macchine che tanto ha odiato, per compiere un destino che
non era consapevole di dover seguire.
Il nuovo blockbuster di
fantascienza di Gareth Edwards, The
Creator, ha impressionato i primi spettatori mentre le
prime reazioni cominciano ad arrivare. Il nuovo
film del regista di Rogue
One immagina un futuro in cui gli esseri
umani sono in guerra con un’intelligenza artificiale altamente
avanzata. Ha come protagonista John David Washington nei panni di un ex
agente delle forze speciali reclutato per dare la caccia al
Creatore, il misterioso architetto dell’intelligenza artificiale
avanzata. Tuttavia, in seguito scopre che l’arma di fine mondo
che gli è stato ordinato di distruggere è un robot che ha preso la
forma di un bambino chiamato Alfie (interpretato da
Madeleine Yuna Voyles).
Le prime reazioni a The
Creator ne hanno elogiato l’originalità, con alcuni
che lo hanno etichettato come il miglior film di fantascienza originale degli
ultimi anni. Altri hanno sottolineato la performance di
Voyles, la sua cinematografia e la sua profondità
emotiva. Di seguito alcune delle reazioni dei critici di
seguito.
Il critico di Variety
Courtney Howard ha scritto suTwitter :
“Sebbene tragga ispirazione da ispirazioni identificabili,
#TheCreator è uno dei migliori film epici di fantascienza originali
degli ultimi anni. Enormemente divertente, avvincente e profondo a
tutti i livelli. Gareth Edwards costruisce un mondo coinvolgente e
riempie con personaggi avvincenti. Assolutamente
radicale.”
Il commentatore
cinematografico Brandon Davisha
concluso: “#TheCreator è sorprendentemente buono.
Miglior film dell’anno e miglior film di fantascienza degli ultimi
anni, secondo me. Gareth Edwards ribalta le aspettative in modo
davvero impressionante per una storia viscerale, toccante e
creativa dell’umanità. Sinceramente l’ho adorato. Devi
vederlo.”
“Sono così impressionato
da ciò che #GarethEdwards ha realizzato con
#thecreator“, ha twittatoil
critico di Collider Steven Weintraub.”Ha realizzato un film di
fantascienza originale in un’epoca in cui realizzare film originali
su questa scala è quasi impossibile e il film offre così tanti
livelli. Cercatelo e guardatelo assolutamente in un
cinema.”
Joseph
Deckelmeier di Screen Rant ha twittato:
“#TheCreator è un capolavoro e uno dei migliori film dell’anno.
Colpisce su così tanti livelli con l’intelligenza artificiale che è
un argomento così caldo. Gareth Edwards fa un lavoro magistrale nel
mantenere il pubblico coinvolto in ogni fase del processo.” .
Madeleine Yuna Voyles deve essere presente nelle conversazioni per
gli Oscar.”
“Non solo The
Creator è visivamente sbalorditivo, ma la storia è anche
davvero emozionante”, ha concluso la
criticaTessa
Smith . “Ne sono rimasto completamente
affascinato abbastanza presto. Alphie è adorabile! Mi sono
completamente innamorato di lei! Amo gli importanti temi di fondo
dell’accettazione di coloro che sono diversi da te.”
“Visivamente #TheCreator è
FENOMENALE”, scrive Perri
Nemiroff di Collider . “Se cerchi un
direttore della fotografia in ascesa da tenere d’occhio, quello è
Oren Soffer. Questo film è un fotogramma straordinario dopo
l’altro.” Tuttavia, ha anche condiviso alcune critiche al
film, aggiungendo che l’atto finale sembra “notevolmente affrettato
e contorto in confronto”.
Anche Germain Lussier di
Gizmodo è stato
positivo ma ha condiviso anche le sue
critiche. “#TheCreator è una delizia audace, divertente e
fantascientifica”, ha twittato. “Ha una storia avvincente,
grafica meravigliosa, temi risonanti e azione epica. Il mio
problema principale è che non mi ha fatto piangere. Ci prova. MOLTO
difficile. Ma una piccola mancanza di connessione significa che
*SOLO* gli manca essere un perfetto pacchetto. Ma solo
*solo*.”
The Creator uscirà al cinema il 28
settembre 2023. Distribuito da Walt Disney Pictures
Italia.
The
Creator si conclude con
un’esplosione e un barlume di speranza per la popolazione delle IA.
Il film, diretto da Gareth Edwards da una
sceneggiatura scritta insieme a Chris Weitz, vede
Alphie (Madeleine Yuna Voyles) e Joshua
(John David Washington) raggiungere il loro
obiettivo di abbattere il Nomad dell’esercito americano, ma devono
superare alcuni ostacoli lungo la strada. Dopo la scoperta dello
stato comatoso di Maya (Gemma
Chan), Joshua e Alphie le dicono addio e Joshua le
stacca il supporto vitale. La ragazza ha creato Alphie per
sconfiggere il Nomad, essendo stata cresciuta dai simulanti e
provando dei sentimenti per loro, così Joshua, nonostante in
precedenza credesse che gli esseri A.I. non fossero persone
“reali”, decide che il Nomad deve essere fermato.
Joshua e Alphie vengono catturati
dall’esercito americano e a Joshua viene chiesto di uccidere
Alphie, ma lui si limita a metterla in attesa. Joshua e Alphie
fuggono su una navetta verso il Nomad per distruggerlo una volta
per tutte. Devono combattere contro i soldati prima di poter
sistemare correttamente gli esplosivi. Il film si conclude con un
finale emozionante in cui i sentimenti di Joshua nei confronti
dell’IA vengono messi in prospettiva, mentre il destino
dell’umanità e la guerra con l’IA prendono una nuova piega. Ciò
significa che il finale di The
Creator (la
nostra recensione) va in una direzione diversa da quella che ci
si poteva aspettare, dato che le principali rivelazioni sulla trama
e sui personaggi arrivano durante i momenti finali.
Chi era Nirmata?
Spiegati l’identità e il piano
del Creatore
Maya aveva un grande affetto per la
comunità delle I.A., che l’aveva accolta e curata. Questo
l’ha portata a diventare Nirmata dopo la morte del padre, che era
il primo a detenere il titolo. Joshua scopre che sua
moglie era proprio la persona a cui la sua unità stava dando la
caccia solo anni dopo la sua morte, anche se la sua unità ne è
venuta a conoscenza la notte dell’attacco che si pensava avesse
ucciso Maya. Maya entra in coma dopo l’attacco del Nomade e vi
rimane per cinque anni, mentre la minaccia del piano di Nirmata
persiste.
Il piano finale di Maya consisteva
nell’assicurarsi che il Nomad fosse distrutto per sempre, poiché
l’esercito aveva usato l’arma spaziale per terrorizzare i simulanti
per anni. L’obiettivo di Maya non solo avrebbe liberato i
simulanti, ma, combinato con l’esistenza e le capacità di Alphie,
avrebbe creato un modo per la comunità delle A.I. di reagire. La
creazione di Alphie da parte di Maya è stata la fase successiva
dell’evoluzione, poiché ha usato il bambino non ancora nato di lei
e Joshua come base per l’aspetto di Alphie. Se i precedenti
esseri A.I. erano semplicemente un copia-incolla di esseri umani,
la capacità di Alphie di evolversi mentalmente e di accrescere i
propri poteri avrebbe colmato il divario tra umani e
simulanti.
Perché Joshua ha dovuto
uccidere Maya e come ritorna
I Simulanti non sono riusciti a
porre fine alle sue sofferenze
Una delle grandi rivelazioni del
finale di The Creator è che Maya non è morta durante
l’attacco del Nomade a Nirmata, molti anni fa. Viene
rivelato che i simulanti sono riusciti a salvarla, ma che è stata
gravemente ferita durante l’attacco, lasciandola in coma.
I simulanti rivelano di essersi presi cura di Maya negli anni
successivi in uno dei loro quartieri generali segreti. Questo è
dovuto almeno in parte al fatto che uccidere è contrario alla
programmazione dei simulanti, quindi hanno dovuto mantenere Maya in
vita. Questo spiega perché Joshua ha dovuto staccare la
spina del suo supporto vitale, permettendole di essere finalmente
in pace.
Prima che Joshua prenda la
difficile decisione di uccidere Maya dopo averla finalmente
trovata, prende una chiavetta con il suo cervello scaricato. Lui e
Alphie hanno la possibilità di utilizzare la memoria quando Alphie
trova un simulante con le sembianze di Maya nel magazzino del
Nomad. Alphie libera il simulante che assomiglia a Maya e incorpora
i ricordi della Maya originale nel simulante. In questo modo l’A.I.
ottiene tutti i ricordi di Maya, rendendo il ricongiungimento tra
l’A.I. Maya e Joshua un momento emozionante per entrambi. È
attraverso questo atto che il Creatore gioca con l’idea
che nessuno muore veramente finché ci sono i simulanti.
Perché Joshua si è sacrificato
per salvare Alphie e distruggere Nomad
Non c’era altro modo per porre
fine al Nomad per sempre
La grande decisione che arriva alla
fine di The Creator è la scelta di Joshua di sacrificarsi.
L’eroe di John David Washington prende la decisione di intrappolare
Alphie in una capsula di salvataggio, in modo da riportarla al
sicuro sulla Terra, mentre lui orchestra la distruzione del Nomad.
Joshua lo fa nonostante Alphie lo supplichi di non
farlo.Alla fine riesce a rimandare Alphie sulla
Terra e ad armare la bomba finale per distruggere il Nomad, che
esplode proprio mentre lui si riunisce con Maya. Questo è
il culmine dell’arco narrativo di Joshua: Il Creatore
uccide il suo protagonista perché vede i Simulanti come suoi
pari.
Inizialmente Joshua pensava che i
simulanti non fossero persone reali, ma le sue interazioni con
Alphie gli fanno cambiare idea. Nel corso del film vede quanto
Alphie sia sensibile, gentile e protettiva e il suo legame emotivo
con lei è ciò che inizia ad allontanarlo dalle sue convinzioni
iniziali. Il fatto che Joshua abbia cambiato idea su A.I. dimostra
che le persone possono essere spinte a rivalutare una posizione
precedentemente bigotta. Il fatto che Joshua sia arrivato ad amare
Alphie – non solo perché è diventata come una figlia per lui, ma
anche per la sua determinazione e convinzione di amare – è una
testimonianza dell’evoluzione dell’umanità e della sua capacità di
amare invece di odiare.
Cosa indicano l’esistenza e i
poteri di Alphie per il futuro di A.I.
Alphie è unico: il bambino di A.I.
non è un copia-incolla di codice, ma un simulante in evoluzione che
può provare sentimenti ed empatia, oltre a sviluppare poteri in
grado di controllare qualsiasi tipo di tecnologia. Si tratta di una
grande novità per l’A.I. e l’esistenza di Alphie potrebbe portare
un grande progresso per quanto riguarda le funzionalità dell’A.I..
È possibile chei poteri e le abilità di
Alphievengano replicati o studiati per
contribuire all’evoluzione dei simulanti. Alphie è
essenzialmente il prossimo passo nel futuro dell’I.A. e saperne di
più sulle sue funzionalità specifiche potrebbe cambiare il modo in
cui la comunità dell’I.A. gestisce gli attacchi da parte di Nomad,
qualora dovessero verificarsi.
Le capacità di Alphie
potrebbero anche sollevare la questione dell’eccessivo potere delle
I.A., ma questo aspetto non viene esplorato a fondo nel
film.
Questi progressi potrebbero anche
cambiare il modo in cui i simulanti interagiscono con la società.
Mentre le I.A. sono più integrate in tutta la Nuova Asia, il fatto
che Alphie sia il ponte tra l’umanità e i simulanti potrebbe
risollevare questi ultimi e dare loro più potere nelle relazioni
umane, nel lavoro e in altri ambiti della vita quotidiana in tutto
il mondo.
Ora che il Nomade non è più
un problema, la presenza e il potere di Alphie non sono più un
simbolo di speranza, ma possono cambiare la percezione delle I.A. e
la loro posizione a livello globale, consentendo loro di evolversi
ulteriormente rispetto al passato. Le capacità di Alphie
potrebbero anche sollevare la questione dell’eccessivo potere delle
I.A., ma non è un aspetto che il film esplora a fondo.
Perché il colonnello Howell ha
mentito a Joshua sul fatto che Maya fosse viva
L’inganno l’ha aiutata a
raggiungere i suoi obiettivi
Il colonnello Howell aveva una
missione: distruggere tutte le IA ad ogni costo. Mentire a
Joshua sul destino di Maya era un male necessario. A lei
non importava nulla di Joshua e probabilmente era infastidita dal
fatto che lui si fosse innamorato di una persona che lei vedeva
come un nemico. Tuttavia, questo non significava che Howell volesse
gettare via l’opportunità di sfruttare il legame emotivo di Joshua
con Maya.
Howell sapeva che l’unico modo per
ottenere l’arma di Maya era attraverso Joshua: era capace di
conquistare la fiducia e abbastanza determinato a ritrovare sua
moglie da essere disposto a fare qualsiasi cosa. Sono state anche
queste caratteristiche a ritorcersi contro Howell, che ne ha pagato
il prezzo.
Chi ha davvero scatenato la
guerra delle IA dell’umanità nel Creatore?
L’intera storia di The
Creator ruota attorno alla premessa che l’umanità è stata in
guerra con le I.A. negli ultimi anni. Il film inizia affermando che
ciò è dovuto al fatto che l’IA ha bombardato Los Angeles 10 anni
prima, scatenando una guerra enorme che è ancora in corso. Per la
maggior parte del film, questo viene trattato come un dato di
fatto, ma il Creatore indica brevemente che questa non è
la vera verità. Sebbene cambiare la verità sia una delle
grandi paure dell’I.A., Harun (Ken Watanabe) a un certo punto
accenna al fatto che l’attentato di Los Angeles fu in realtà un
errore di codifica umano, non un piano dell’I.A..
Considerando che Il
Creatore non rivaluta mai questa nuova informazione e che
proviene da un solo personaggio, potrebbe esserci ancora qualche
dubbio su quale sia la verità effettiva dietro l’inizio della
guerra. Tuttavia, il film adotta un approccio ai temi e alla
narrazione per lo più favorevole alle I.A. e contrario all’umanità.
Questo indicherebbe che Harun sta dicendo la verità sull’origine
della guerra. In questo caso, sembrerebbe che l’America abbia
coperto il proprio errore e lo abbia usato per lanciare una guerra
con un pretesto.
Come il finale di The Creator
prepara un sequel
Con Nomad distrutto e Alphie
sopravvissuto ma solo nel mondo, The Creator
2potrebbe portare a una vera e propria
rivoluzione per la comunità delle IA. La distruzione del
Nomad potrebbe anche significare che gli Stati Uniti si
prepareranno a una rappresaglia, magari costruendo un altro Nomad
(o qualcosa di ancora più distruttivo), e un sequel di The
Creator potrebbe affrontare ciò che questo potrebbe
significare per i simulanti. Un sequel potrebbe anche raccontare
cosa succede ad Alphie dopo la distruzione del Nomad e come
potrebbe aiutare l’IA.
È probabile che li adotti come
famiglia e che continui a lottare per la liberazione dell’IA.
Alphie ha visto di cosa era capace Nomad e ha assistito in prima
persona all’odio che i simulatori devono affrontare. Il sequel di
The Creator potrebbe seguire la prossima fase della vita
di Alphie, il modo in cui i suoi poteri influenzeranno il futuro di
A.I. e cosa succederà dopo che Nomad non sarà più una minaccia. Al
momento il regista di The Creator non ha in programma un
sequel, ma se mai ce ne sarà uno, Gareth Edwards ha molto materiale
su cui lavorare.
Cosa ha detto Gareth Edwards
sul finale di The Creator
Cortesia di 20th Century Studios
Il regista opta per
un’interpretazione ottimista
La lettura tematica de Il
creatore è discutibile fino a un certo punto, ma questo
dovrebbe avvenire tenendo conto delle intenzioni del regista.
Gareth Edwards ha condiviso alcune riflessioni su ciò che il finale
di The Creator intendeva trasmettere attraverso
l’ambiguità. Ha confermato che ha sempre voluto che ci
fosse una“visione ottimistica”
della fine della storia, che segnala addirittura“che ci sarà la pace nel mondo”,
secondo quanto dichiarato aInverse.
Tuttavia, ha ammesso di aver
apprezzato il fatto che alcuni spettatori abbiano provato “un
po’ di tristezza ” per il finale. Per quanto riguarda la sua
risposta definitiva sul significato del finale di The
Creator, ha detto: “Non conosco la risposta, è tutto da
decidere”. Ciò significa che gli spettatori sono liberi di
giungere alle proprie conclusioni su ciò che il film di Edwards sta
cercando di dire sul mondo, sull’umanità, sull’IA e su altri
argomenti. Inoltre, vale la pena di esaminare questi elementi
sapendo come egli considerava originariamente il nucleo tematico e
il messaggio del film.
Il vero significato del finale
di The Creator
I temi del bigottismo e del
pregiudizio sono il messaggio centrale de The Creator
SebbeneThe Creatorcolpisca da vicino
l’ascesa dell’IA, è anche una metafora del bigottismo, in quanto
mostra il modo in cui alcuni gruppi vengono disumanizzati e fatti
sentire inferiori semplicemente per quello che sono. I
simulanti nel film sono trattati come cittadini di seconda classe,
creati per lavorare per gli umani. Anche dopo essersi evoluti per
creare comunità, non vengono mai considerati o trattati come
qualcosa di diverso dai robot, nonostante la loro integrazione
nella società. Sono semplicemente visti come un pericolo, e The
Creatormette in guardia da un simile trattamento. I
Simulanti sono la controfigura dei diseredati del mondo e della
disumanizzazione che subiscono da parte della società.
Inoltre, The
Creator riconosce anche l’uso dell’IA e come la sua
ascesa nella società sia in definitiva inevitabile. Sebbene sia
difficile immaginare che l’intelligenza artificiale abbia una
coscienza, non è il primo film che affronta il tema
dell’intelligenza artificiale come un progresso al di là di ogni
immaginazione. Tuttavia, il film stabilisce che i simulatori non
sono un pericolo, ma un’evoluzione delle prime I.A. che non
rappresentano una grande minaccia al di là di ciò che sono
programmate a fare; ogni vera minaccia è nella codifica, con il
film che mostra come le azioni umane siano più dannose di qualsiasi
cosa l’I.A. possa effettivamente fare.
Come è stato accolto il finale
del creatore
Le opinioni su ogni aspetto
dello sci-fi del 2023 sono state divergenti
La risposta a The Creator
è stata per lo più positiva quando è uscito nel 2023, con molti
critici che ne hanno sottolineato le caratteristiche visive
particolarmente degne di nota. Tuttavia, il pubblico lo ha
apprezzato molto di più dei recensori professionisti, come dimostra
il 76% del Popcornmeter (pubblico) rispetto al 68% del Tomatometer
(critica) su Rotten
Tomatoes. Tuttavia, mentre gli straordinari effetti
fantascientifici sono stati ampiamente elogiati, anche la storia e
il finale di The Creator sono stati apprezzati da diversi
critici.
Ad esempio, il critico Alex
Godfrey, nella sua recensione per Empire,
non ha fatto altro che elogiare la narrazione de The
Creator. Come sottolinea nella sua recensione, è chiaro
che il messaggio alla base del film è forse più importante dei
particolari della trama. La storia e il finale sono pensati
per creare riflessioni e conversazioni piuttosto che per
intrattenere semplicemente – e per Godfrey e molti altri critici,
questo funziona incredibilmente bene per The
Creator:
“La visione distinta di Gareth
Edwards permea ogni fotogramma di The Creator, ed è
davvero emozionante vedere una grande esplosione di genere che si
sente libera da interferenze.Al di là di tutto il
futurismo, questa è una fantascienza riflessiva, con enigmi etici e
riflessioni morali, una storia che si chiede cosa significhi essere
umani in un mondo in cui i robot hanno spesso più umanità delle
persone.La trama – in cui una formidabile arma IA, un
giovane e sensibile “Simulante” (interpretato in modo emotivo da
Madeleine Yuna Voyles, sette anni), viene guidata attraverso le
zone di guerra da un sergente americano in conflitto (il sempre
convincente John David Washington) incaricato di ucciderlo – si
contorce e si trasforma, iniziando in modo più binario prima di
immergersi nelle sfumature di grigio.Scritto da Edwards
prima di ulteriori stesure da parte di Chris Weitz, mescola le sue
esplorazioni meccaniche con la filosofia orientale, con l’obiettivo
di mettere in discussione e provocare piuttosto che semplicemente
abbagliare ed emozionare.”
Chi apprezza le trame cerebrali
della fantascienza ha apprezzato la storia, il finale e i messaggi
di The Creator , un filo conduttore tra le reazioni al
film di Gareth Edwards. Naturalmente, anche molti critici
non hanno apprezzatoThe
Creator, come il criticodi Roger EbertChristy
Lemire. Per Lemire, i temi e il filosofeggiare del
film di fantascienza del 2023 erano
tutt’altro che accattivanti. Inoltre, Lemire ritiene che il finale
di The Creator avrebbe potuto (e dovuto) arrivare in
diversi momenti:
“Edwards bilancia goffamente le
nozioni serie su cosa significa essere umani con sequenze d’azione
impressionanti ed esplosive, dato che ‘Il creatore’ continua ad
andare avanti e indietro con finali multipli.Quando Joshua
si ritrova a rischiare la vita in un’enorme scena culminante, ci si
può chiedere cosa ci faccia esattamente lì, tanto è contorta la
logica del film.Nonostante le promesse iniziali del film,
potreste chiedervi anche voi cosa ci fate lì”.
In definitiva, il finale di The
Creator non sembra influire molto sul gradimento o meno del
film da parte di un critico o di uno spettatore. Se sono fan della
fantascienza introspettiva e cerebrale, allora hanno risposto
positivamente al film e hanno ritenuto che il finale fosse
adeguato. Se The Creatornon è di loro gradimento,
allora il finale sarà comprensibilmente visto come un’ulteriore
esposizione che crea domande, quando invece è necessaria una
conclusione più solida della narrazione.
Si è
svolta a Milano, presso l’Auditorium San Fedele, la
proiezione speciale in anteprima del film The
Creator, l’epico thriller d’azione 20th Century
Studios, New Regency ed Entertainment One distribuito da The Walt Disney Company Italia, ora nelle sale
italiane.
Durante l’evento, spazio
non solo alla proiezione cinematografica in anteprima, ma anche a
interviste e discussioni con esperti sulle evoluzioni
dell’Artificial Intelligence e le relative applicazioni in
ambiti di vita personale e professionale.
A condurre la serata,
realizzata in esclusiva per un parterre di Creator e professionisti
del settore AI & Digital – Tech, Cosmano Lombardo –
Founder e CEO di Search On Media Group e ideatore del WMF –
che ha introdotto la visione della pellicola con un’intervista a
Robot Sophia, l’umanoide più avanzato al mondo, ospite
speciale dell’evento.
A seguire, la proiezione
dell’epico thriller, diretto da Gareth Edwards (Rogue One, Godzilla), e interpretato da
John David Washington (Tenet),
Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe
(Inception), Sturgill Simpson (Io e Lulù),
l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e la vincitrice
dell’Academy Award® Allison Janney (Tonya). Tanti i temi trattati dalla
pellicola, alcuni dei quali ripresi durante il panel a tre voci che
ha concluso la serata. Ad intervenire il Direttore del
Dipartimento di Computing Sciences dell’Università
Bocconi di Milano,Riccardo Zecchina, la
Client Officer diIPSOS Silvia Andreani e
l’Head of SEO & AI Tech presso Search On Media GroupGiorgio Taverniti.
Ad
emergere nel panel il tema della percezione
da parte dell’opinione pubblica, tra sentimenti e
aspettative, sulle evoluzioni dell’Artificial Intelligence e
delle conseguenti applicazioni nel quotidiano, ma anche il gap
tecnico e di risorse per il suo sviluppo
computazionale-cognitivo tra l’Italiae altri
paesi, così come ampio spazio è stato dedicato
ad uno dei settori oggi forse più impattati dall’AI, quello della
content creation.
Tutte tematiche e
opportunità di formazione, quelle emerse dal dibattito, che
verranno riprese e analizzate anche in occasione dell’AI Festival, evento internazionale
dedicato all’Intelligenza Artificiale e alle sue applicazioni
business, etiche, socio-culturali e istituzionali,
organizzato da WMF i prossimi 14 e 15 febbraio 2024, presso
la fiera MiCo di Milano. Solo uno dei numerosi appuntamenti
che, dal 2016, WMF realizza insieme alla sua realtà organizzatrice
Search On Media Group al fine di diffondere cultura, formazione
e informazione proprio su tutto ciò che riguarda l’Artificial
Intelligence e i suoi strumenti.
20th Century Studios ha diffuso il
final trailer di The
Creator diretto dal regista di
Rogue One: A Star Wars StoryGareth
Edwards. The
Creator, che arriverà il 28
settembre nelle sale italiane distribuito da The Walt Disney
Company Italia. Diretto da Gareth Edwards
(Rogue
One, Godzilla), il film è interpretato da John David Washington (Tenet),
Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe
(Inception), Sturgill Simpson (Io e
Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e
la vincitrice dell’Academy Award Allison Janney
(Tonya). La sceneggiatura è di Gareth
Edwards e Chris Weitz, da un soggetto di
Edwards. Il film è prodotto da Gareth Edwards, p.g.a., Kiri
Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon
Milchan, mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer,
Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman sono i
produttori esecutivi.
In una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le
sembianze di un bambino.
In sala dal 28 settembre, The
Creator è la nuova avventura originale cyberpunk
ideata da Gareth Edwards che porta tutti gli
spettatori in un futuro in cui l’Intelligenza Artificiale è
diventata una realtà quotidiana, una vera e propria “etnia”, che
entra in contrasto con l’umanità in una guerra di
sopravvivenza.
Dopo oltre un secolo di storia del
cinema, però, è sempre più complicato inventare storie che siano
effettivamente originali, un po’ perché in questo momento storico
il cinema è affollato di saghe, adattamenti, sequel e film tratti
da altro materiale, un po’ perché sembra normale che nel corso dei
decenni, molte menti hanno provato a raccontare la loro
immaginazione. E quello che Gareth Edwards fa con
The
Creator è proprio questo: prendere spunto da quello
che è stato per cercare di trovare una sua strada per un racconto
sci-fi originale. Ma quali sono i film a cui si ispira
The
Creator?
In un’intervista riportata da
/Film, a un mese dall’uscita di
The
Creator, Edwards ha elencato in questo modo le sue
fonti di ispirazione per la storia del film: “…c’è un film
intitolato Baraka. Il direttore della fotografia di Koyaanisqastsi
ha diretto un altro film intitolato Baraka, che penso sia uno dei
più grandi film mai realizzati. Lone Wolf and Cub, che è una serie
manga giapponese, ma ci sono anche un sacco di film. Ce ne sono di
davvero ovvi, come ‘Apocalypse Now’ e ‘Blade Runner’, e immagino,
in termini di dinamica, forse un po’ di ‘Rain Man’. È una specie di
viaggio con qualcuno normale e qualcuno un po’ speciale, diverso,
comunque tu voglia dirlo. E ‘Paper Moon’, quel tipo di
dinamiche.”
Baraka/Koyaanisqastsi
Koyaanisqatsi è un
film sperimentale non narrativo del 1982 di Godfrey
Reggio, e Baraka è un documentario non
narrativo del 1992 di Ron Fricke, direttore della
fotografia di Koyaanisqatsi. Questi due film sono
in gran parte senza dialogo e pensati come una sorta di poemi
sinfonici sulla dicotomia tra il mondo naturale, la tecnologia e il
nostro rapporto con essa. Il tema è molto simile a quello che ci
presenta The
Creator, anche se in questo caso l’influenza una parte
di questa influenza riguarda anche l’aspetto visivo del film, non
solo quello tematico. anche essere visiva.
Lone Wolf and Cub
Probabilmente se n’è
sentito parlare di più all’indomani dell’uscita della prima
stagione di The
Mandalorian. Si tratta di un famoso manga giapponese
che racconta la storia di un samurai che deve proteggere un bambino
nel corso di un viaggio. Ecco che il parallelo con la serie del
franchise di Star
Wars appare evidente. Non solo. Anche in occasione dell’uscita
della serie di The Last of
Us, è stato scomodato sempre questo riferimento (con
buona pace di Pedro Pascal che è diventato a tutti gli
effetti il “lone wolf” del titolo originale). Con un soldato e una
bambina “artificiale” come protagonisti assoluti della storia,
The
Creator si inserisce perfettamente in questa
tradizione narrativa e si capisce perfettamente il riferimento che
Gareth Edwars ha estrapolato dal manga.
Blade Runner
Si tratta,
a onor del vero, del riferimento più chiaro per chi ha già visto il
film. Siamo in un futuro distopico, l’Intelligenza
Artificiale ha raggiunto livelli di verosimiglianza con
gli esseri umani davvero altissimi tanto da sviluppare desideri e
sentimenti, i profili delle città appaiono futuristici, al neon,
eppure vecchi e arrugginiti, invecchiati. L’estetica e l’etica di
Blade Runner trasuda da The
Creator, in cui tutti quegli elementi sono davvero il
centro della narrazione, il suo cuore più caldo.
Come dimostrato anche nella
sua prospettiva sul franchise di Star Wars,
Rogue One: A Star Wars Story, Gareth
Edwards ha un debole per i film di guerra alla vecchia
maniere. Non solo, in questo film in particolare dimostra
abbastanza chiaramente il suo debito al capolavoro di Coppola: in
The
Creator si combatte una guerra in cui gli invasori
statunitensi vogliono porre fine all’esistenza di un’etnia
(sintetica) che si è stabilita in pochi e piccoli villaggi di
quella che si fa chiamare Nuova Asia. Se non ricorda la guerra in
Vietnam questo, non sappiamo cos’altro dire!
Rain Man
Per quanto riguarda la
citazione a Rain Man, questa forse è la meno
chiara. La dinamica trai fratelli interpretati da Tom
Cruise e Dustin Hoffman nel film di
Barry Levinson potrebbe ricordare quella
riproposta da Joshua e Alfie, con un uomo disilluso che si imbarca
in un’avventura con una persona speciale, con doti e abilità che
queste persona stessa non comprende.
Paper Moon
Anche in questo caso, il
riferimento principale sembra riferirsi alla dinamica trai
personaggi principali. In Paper Moon, Moses e
Abbie hanno una parabola molto simile a quella di Joshua e Alfie,
anche se il film di Peter Bogdanovich ha un finale riconciliatorio
e i toni sono decisamente più vicini alla commedia on the road che
al dramma action sci-fi.
Star Wars
Non è un riferimento che
Gareth Edwards ha inserito nel suo elenco
nell’intervista riportata da /Film, tuttavia il debito che
The
Creator deve a Star Wars è innegabile e abbraccia sia
una serie di spunti visivi e scenografici, che delle intuizioni
della storia. Innanzitutto la concezione di un mondo
ipertecnologico in cui gli strumenti tecnici avanzati hanno un
aspetto vecchio e polveroso, a indicarne la lunga permanenza nel
mondo, ricorda da vicinissimo quello che è l’aspetto di maggior
pregio della messa in scena di Guerre Stellari e di tutta la prima
trilogia (recuperato in parte dalla trilogia sequel).
Ma a parte molti altri piccoli
dettagli visivi, è innegabile che la grande astronave Nomad,
utilizzata per individuare i villaggi abitati dai robot senzienti
assomiglia da vicinissimo alla Morte Nera e che solo distruggendo
la stazione spaziale si può dare alla resistenza una possibilità di
sopravvivere. Peccato che a Joshua vada un po’ peggio che a Luke,
ma il risultato alla fine è lo stesso e alla speranza è permesso di
sopravvivere. Infinine, anche i non detti relativi ai “genitori” e
all’origine di Alfie potrebbero ricordare un qualche modo le
questioni familiari così care all’universo di Star Wars.
Il direttore della fotografia premio
Oscar Greig Fraserè
rimasto “devastato” quando la Warner Bros. ha
annunciato che “ Dune: parte due”
avrebbe spostato la data di uscita da novembre 2023 a marzo 2024.
“Ero davvero pronto per iniziare a parlarne“,
dice a
Variety. Tuttavia, lo slittamento significa che può
concentrare la sua attenzione sull’altro suo film, lo sci-fi da 80
milioni di dollari di Gareth Edwards “The
Creator“.
Greig Fraser ha condiviso i
compiti di co-direttore della fotografia con Oren
Soffer nel film, adottando un approccio sperimentale per
girare paesaggi futuristici. La produzione mirava a creare la
grandiosità e la scala visiva di un film di grande successo, ma con
un budget più modesto E ci è riuscito. “Gareth e voleva
massimizzare l’impegno di tutti in questo“, ha commentato
Fraser. “Quindi, quando abbiamo messo due attori in una stanza
insieme a una telecamera, abbiamo osservato quante persone avevamo
davvero bisogno che stessero fuori.”
Successivamente, la coppia ha
trascorso molto tempo prima della produzione per capire
l’infrastruttura delle riprese. Come potrebbero ridurre
ulteriormente i costi? Hanno testato l’attrezzatura
fotografica prima della produzione per vedere se l’aspetto crudo e
vissuto del film avrebbe funzionato con una Sony
FX3. Fraser ha rivelato: “Abbiamo risposto a
tutte le domande, ad esempio se si volesse passare dallo scatto con
gimbal a quello a mano libera, potremmo farlo in anticipo… Abbiamo
testato le teorie a casa mia e a casa di Gareth prima che andasse
in Tailandia“.
Visivamente, Fraser dice che
“Alien”,
“Blade
Runner” e i primi film di Steven Spielberg sono stati delle
influenze. Il motivo, spiega Fraser, era che “il nostro
approccio era in stile documentaristico, quindi era più difficile
mantenere lo stile cinematografico se hai una mentalità da
documentarista… Quindi, volevamo essere sicuri di mantenere quel
riferimento agli anni ’80. Volevamo elevare
l’approccio documentaristico, ma introdurre un’estetica a livello
cinematografico. Ed è ciò per cui abbiamo lottato
ogni giorno”.
Solidarietà al cast del film mentre
lo sciopero SAG-AFTRA è arrivato al suo 67esimo giorno. In
occasione di una serie di interviste video alla stampa presso il
London Hotel, Edwards ha indossato magliette nere con i nomi degli
attori del suo cast; un ringraziamento visivo agli attori che hanno
recitato nel film di fantascienza New Regency/20th
Century Studios/Disney da 80 milioni di dollari. Il cast del film
comprende John David Washington,
Gemma Chan, Allison Janney,
Madeleine Yuna Voyles, Ken
Watanabe, tra gli altri.
In occasione poi della proiezione
al cinema, Gareth Edwards ha registrato un video
sul suo telefono, rivolgendosi al cast “Ciao a tutti, mi
mancate davvero, vorrei che poteste essere tutti qui, ma mi sono
fatto dei nuovi amici e tutti vogliono mandarvi un messaggio di
amore e sostegno”, a quel punto l’intero cinema ha fatto un
grande applauso.
In una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le
sembianze di un bambino.
Il regista Gareth
Edwards ha svelato la tecnologia rivoluzionaria utilizzata
per filmare The Creator, il suo
nuovo film di fantascienza. Durante la sua
apparizione nel panel di Director on Directing
di Collider, Edwards ha condiviso alcune informazioni sulla nuova
tecnologia che ha utilizzato per filmare The Creator. Il regista ha infatti rivelato
di aver utilizzato una nuova fotocamera nota come FX3, che chiunque
può acquistare su Best Buy, ma che offre al film un aspetto
cinematografico in risoluzione IMAX. Edwards e la sua troupe hanno
anche girato spesso al chiaro di luna, riducendo al minimo le luci
massicce e affidandosi invece a luci a LED come anche ad un
microfono boom, il tutto ad un prezzo più conveniente.
La notizia che Edwards ha girato
con questa fotocamera FX3 dovrebbe entusiasmare i creativi del
settore. Per filmati di grande qualità cinematografica, c’è l’idea
che si paga per quello che si ottiene. Cioè, se si desidera un
filmato di qualità IMAX è necessario acquistare una telecamera IMAX
di fascia alta per filmare con quella capacità. Film come
Oppenheimer
tentano ad esempio di utilizzare le telecamere IMAX in modi
rivoluzionari, mentre registi come James Cameron
cercano persino di creare nuove telecamere per i loro film.
A quanto pare, The
Creator potrebbe rappresentare un’importante novità,
poiché sembra si siano ottenuti effetti ad alta risoluzione con una
tecnologia immensamente più economica. Secondo le informazioni
sull’FX3, non solo la fotocamera è più economica, ma l’intero
processo di produzione è più economico in quanto non necessita di
luci complesse o particolari apparecchiature audio per supportare
il suo corretto funzionamento. Se i film di qualità IMAX possono
essere girati in modo relativamente economico con questo strumento,
più registi potrebbero avere accesso a una tecnologia di alta
qualità, ampliando così le possibilità cinematografiche per registi
indipendenti e emergenti.
Tuttavia, questa potenziale
opportunità potrebbe dipendere dal successo del nuovo e primo film
di Edwards dopo Rogue One: A Star Wars Story.
Sebbene la tecnologia di The
Creator sembri affascinante e all’avanguardia in teoria,
il suo aspetto nel film completo dovrà corrispondere a ciò che ci
si aspetta, affinché FX3 sia praticabile per altre produzioni su
larga scala. Inoltre, essendo una proprietà originale, se The
Creator diventasse un successo al botteghino, l’interesse dei
registi e degli studios potrebbe portare ad un aumento dei prezzi.
Per scoprire il risultato dato da questa FX3, non resta che
attendere il 28 settembre, quando il film sarà distribuito al
cinema.
In una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le
sembianze di un bambino.
Diretto da Gareth
Edwards (Rogue
One, Godzilla), il film è interpretato da John David
Washington (Tenet), Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe
(Inception), Sturgill Simpson (Io e
Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e
la vincitrice dell’Academy Award Allison Janney
(Tonya). La sceneggiatura è di Gareth
Edwards e Chris Weitz, da un soggetto di
Edwards. Il film è prodotto da Gareth Edwards, p.g.a., Kiri
Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon
Milchan, mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer,
Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman sono i
produttori esecutivi.
Il film 20th Century
Studios The
Creator (recensione),
l’epico thriller d’azione diretto da Gareth Edwards che è arrivato
il 28 settembre nelle sale italiane, debutterà il 17 gennaio su
Disney+.
Il film, interpretato da
John David Washington,
Gemma Chan, Ken Watanabe, Sturgill Simpson,
l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e Allison
Janney, è ambientato in una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creatore, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica che è stato incaricato di distruggere è un’IA con le
sembianze di una bambina (Voyles). Il film è diretto da Gareth
Edwards, con una sceneggiatura di Gareth Edwards e Chris Weitz da
un soggetto di Gareth Edwards. Il film è prodotto da Gareth
Edwards, p.g.a., Kiri Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon Milchan,
mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer, Natalie Lehmann, Nick Meyer
e Zev Foreman sono i produttori esecutivi.
Due uomini sono seduti
l’uno di fronte all’altro. Il primo chiude gli occhi spossato,
finalmente ha il coraggio di concedersi un momento di sollievo
dalla tensione. L’altro al contrario li tiene bene aperti, scruta
il paesaggio, si rivolge all’orizzonte e al futuro in quanto ha
saldato il suo debito.
Si tratta di
un’inquadratura molto semplice contenuta in The
Covenant, eppure possiede qualcosa di speciale: sa
raccontare in profondità ma soprattutto in maniera esaustiva chi
sono i due protagonisti del film, e quale rapporto li lega. Si
tratta del sergente dell’esercito John Kinley (Jake
Gyllenhaal) e dell’interprete Ahmed (Dar
Salim), due uomini fin troppo diversi tra loro che prima
lottano per la sopravvivenza, poi perché in qualche modo costretti
da un’idea di fratellanza che soltanto l’orrore di una guerra sa
inculcare nell’essere umano.
The Covenant: l’uncino
Una parola specifica è la
chiave di The Covenant, nuovo film di guerra
diretto dal prolifico Guy Ritchie: hook. Ovvero
uncino, in questo caso inteso come quella parte dell’amo che
penetra nella carne portando con sé sangue e dolore. Qualcosa da
cui non ci si libera, anzi il solo provarci non fa che aumentare la
sofferenza. Lo spiega Kinley al suo superiore in una delle scene
più intense di un lungometraggio che possiede proprio questo come
suo maggior pregio: la potenza di quello che vuole e sa esprimere.
Di lungometraggi più o meno riusciti sull’Afghanistan e il
conflitto che vi è stato (invano) combattuto ne abbiamo visti molti
fino a oggi.
Quello di Ritchie non si
allontana dagli stilemi già esplorati, non si discosta da essi per
originalità della storia o della visione. Eppure possiede qualcosa
in più, che non risulta affatto semplice tradurre in parole
scritte: il rapporto che si sviluppa tra John e Ahmed – e un grande
punto a favore del film risulta quello di non spiegare veramente
quale esso sia – possiede una forza fuori dal comune, che Ritchie
riesce ad esprimere alternando due fattori in maniera onestamente
sorprendente. Il primo è ovviamente l’efficacia della messa in
scena, e questo non costituisce affatto una novità quando ci
riferiamo all’autore di Sherlock Holmes e King Arthur.
Ci sono dei momenti di
enorme spessore drammatico in The Covenant, in
particolar modo la battaglia che determina il destino di John e
Ahmed rimane davvero impressa nel cuore dello spettatore. Ritchie
non si tira indietro nel mostrare, magari anche enfatizzare,
l’inferno della guerra. Il suo modo di adoperare gli scenari
naturali in maniera secca, mai abbellita, precipita i personaggi in
un ambiente sempre ostile, che non concede nemmeno per
un’inquadratura il riposo psicologico di una bella veduta da
cartolina.
Quando poi il dramma
diventa maggiormente personale, ovvero quello di un soldato che
quasi suo malgrado si sente legato a colui che gli ha salvato la
vita, il regista adopera i mezzi del cinema gli offre per esplicare
una vera e propria pulsione ossessiva. Sotto questo punto di vista
le notevoli musiche di Christopher Benstead – alla
sua quarta collaborazione col cineasta britannico – offrono al
lungometraggio un contrappunto vibrante.
I silenzi sorprendenti di Ritchie
Ma la cosa più
emozionante di The Covenant, e lasciatelo scrivere
anche sorprendente, sono i silenzi: quello stesso Ritchie che ha
mirabilmente caricato la messa in scena sa anche quando lasciare
che a esprimere tutto siano soltanto degli sguardi, quel non detto
capace di raccontare ciò che è troppo doloroso esprimere a parole.
Ci sono almeno un paio di tali inserti nel suo film, e meritano di
essere sottolineati anche per lo spessore drammatico che gli sanno
offrire Jake Gyllenhaal e Dar Sali, coppia di protagonisti da
accomunare in un sentito applauso.
Dopo qualche escursione
ondivaga nel cinema di genere leggero ed effervescente, Guy Ritchie
tira fuori dal proprio cilindro un film che può essere
efficacemente riassunto con l’aggettivo di potente. The
Covenant non si discosta – anzi proprio non vuole
discostarsi – dal filone del dramma bellico ambientato nel
contemporaneo Medio Oriente. Quello che mostra è in fondo molto
semplice: la guerra può colpire un essere umano nel corpo quanto
nella mente, può creare legami talmente forti da provocare dolore e
ossessione. Ahmed ma soprattutto John non sono eroi ma vittime di
ciò che hanno dovuto vivere. Vittime delle azioni che devono
compiere perché, anche lontani dal campo di battaglia, ormai non
hanno realmente altra scelta. E questo The
Covenant lo racconta come pochi altri hanno saputo
fare.
Il motivo hitchcockiano dell’uomo
ordinario calato in una situazione straordinaria è un po’ il
piedistallo drammatico di The Courier – L’ombra delle
spie, spy story diretto da Dominic
Cooke (che aveva esordito al cinema con il debole
adattamento di Chesil Beach di Ian McEwan): la storia
raccontata è quella vera di Greville Wynne, uomo d’affari
britannico che durante la Guerra Fredda aiutò la CIA a penetrare
nel programma nucleare sovietico facendosi aiutare dalla sua fonte
russa, Oleg Penkovsky. Pochi sanno che il contributo dei due fornì
le informazioni cruciali che posero fine alla crisi dei missili
cubani, e The Courier li celebra nel segno della classica
formula eroica-biografica.
The Courier, la recensione
Prevedibilmente il film si muove
all’interno della grammatica di genere provocando una serie di déjà
vu cinematografici fin troppo recenti nella memoria collettiva: ci
sono schegge de Il ponte delle spie di Steven Spielberg – riprendendo la
dinamica del rapporto tra due personaggi di schieramenti diversi
che collaborano per un fine comune – e di The Imitation
Game, il biopic su Alan Turing, e non soltanto per la presenza
di Benedict Cumberbatch (che qui interpreta il
protagonista Wynne), ma anche per il tono e l’andamento, la
gestione dei momenti più sentimentali e i ruoli ben definiti dei
personaggi all’interno dell’impianto drammaturgico.
Cooke viene dal teatro e si sente,
perché sembra prediligere l’azione che provocano i dialoghi anziché
insistere sugli spostamenti tra Inghilterra e Russia. A sostenerlo,
più che in Chesil Beach, è proprio la “confezione”
produttiva, dalla suggestiva e plumbea fotografia di Sean Bobbitt
(Hunger, Shame, 12 anni schiavo e
Widows) alle musiche di Abel Korzeniowski (Animali
Notturni, Penny Dreadful), senza contare la fortuna
di avere nel cast attori del calibro di Cumberbatch, Rachel
Brosnahan e Jessie Buckley. E
nell’insieme il film funziona, forse grazie alla spinta
dell’ordinario che diventa straordinario e che ci ricorda come sono
le persone che non ti aspetti a cambiare il corso della storia. Nel
bene e nel male.
Con un cast all star, il regista
Ridley
Scott porta al cinema nel 2013 il thriller The Counselor – Il
procuratore. Questo si basa su una sceneggiatura originale
dello scrittore Cormac McCarthy, autore anche dei
romanzi Non è un paese per vecchi e The Road.
Anche in questa sua nuova storia non mancano tematiche centrali
della sua poetica, come l’avidità, la corruzione e la fiducia, il
tutto inserito all’interno del pericoloso mondo del narcotraffico.
Scott, dopo aver diretto il fantascientifico Prometheus,
ebbe così modo di dedicarsi ad una storia più quotidiana, ma non
priva di elementi di fascino.
Il film è inoltre dedicato al
fratello del regista, Toni Scott, venuto a mancare
nel corso delle riprese. Queste furono sospese proprio in occasione
di tale tragico evento, avvenuto nell’agosto del 2012, e ripresero
solo una settimana dopo l’accaduto. Conseguenza più evidente fu il
rallentamento della produzione, che prevedeva ampi spostamenti
comprendendo location negli Stati Uniti tra le città di El Paso,
Los Angeles e Salt Lake City. Ma alcune delle riprese si svolsero
anche a Londra, in Spagna nella città di Alicante. Nonostante
l’interruzione, il film riuscì infine a rispettare i tempi ed
uscire nelle sale americane dall’ottobre del 2013, mentre in Italia
è arrivato al cinema nel gennaio del 2014.
The Counselor – Il
procuratore è stato accolto in modo piuttosto misto da parte
di critica e pubblico. A fronte di un budget di 25 milioni il film
arrivò ad incassarne circa 71, affermandosi comunque come un
discreto successo. A favorire questo risultato ha certamente
contribuito il cast di grandi attori. La critica però non apprezzò
particolarmente il lungometraggio, sottolineando come la
sceneggiatura stessa manchi di quella tensione richiesta ad un
thriller. Ad ogni modo, negli anni è comunque risultato un titolo
particolarmente ricercato, sia per via dei grandi nomi ad esso
legati sia per la fama del suo sceneggiatore.
The Counselor – Il procuratore: la
trama del film
Protagonista del film è un avvocato
di successo, in procinto di sposarsi con la bella fidanzata
Laura. Nonostante il suo lavoro, però, l’uomo
fatica ad avere le disponibilità economiche necessarie a dar vita
al grande evento. Disposto a tutto pur di soddisfare i desideri
della sua futura moglie, questi finisce per accettare una
controversa proposta da un suo vecchio cliente,
Reiner. Questo, che ha contatti con la malavita
messicana impegnata nel traffico di droga, assegna all’avvocato il
compito di recuperare un carico di cocaina dal valore di 20 milioni
di dollari. Per farlo, però, dovrà recarsi al confine con il
Messico. Ad aiutarlo nel corso della missione vi è anche
Westray, un tipo dall’aria non raccomandabile e
che sembra ben più conscio dei pericoli dell’operazione.
Con loro vi è anche
Malkina, la conturbante fidanzata di Reiner, la
quale li seguirà in ogni loro spostamento per assicurarsi che tutto
vada secondo i piani. Naturalmente, però, la situazione sfugge di
mano e precipita inesorabilmente in un crescendo di violenza e
morte. Ben presto, l’avvocato si renderà conto di non essere
affatto portato per quel mondo, ma per uscirne vivo e riabbracciare
Laura dovrà andare fino in fondo, dando sfogo a tutta la sua
avidità. In un contesto in cui non può fidarsi di nessuno, egli si
trova così ad affrontare le conseguenze di un’operazione di
narcotraffico mal riuscita, con tutte le pericolosità che questo
comporta.
The Counselor – Il procuratore: il
cast del film
Protagonista del film, nel ruolo
dell’avvocato, è il candidato all’Oscar Michael
Fassbender. Questi aveva già recitato con Scott per il
precedente Prometheus, e accettò la proposta del regista
di recitare anche in questo nuovo progetto. L’attore tuttavia,
ricevette reazioni contrastanti circa la sua performance, da molti
giudicata al di sotto delle sue precedenti. Nel ruolo della sua
fidanzata Laura si ritrova invece la premio Oscar Penelope
Cruz, che all’epoca delle riprese era incinta. Il suo
ruolo, in realtà, era stato originariamente pensato per l’attrice
Natalie
Portman, la quale però preferì rifiutare in favore di
altri progetti. Nel film, è presente anche l’attore Javier
Bardem, marito della Cruz, ma i due non condividono
alcuna scena e non si sono mai incontrati sul set.
Bardem dà infatti vita al misterioso
Reiner. Prima di lui, però, erano stati considerati gli attori
Bradley
Cooper e Jeremy
Renner per la parte. Assunti i panni del personaggio,
l’attore spagnolo iniziò a lavorare con il regista sul look di
Reiner, e fu proprio sua l’idea di conferirgli la particolare
capigliatura visibile nel film. Tale elemento, infatti, è secondo
l’attore indicativo della personalità del personaggio. Gli stessi
abiti sono stati scelti con il contributo di Bardem, e sono
principalmente capi firmati Versace. L’attrice Cameron
Diaz, infine, recita nel ruolo di Malkina. Per tale
parte, l’attrice lavorò su un accento tipico delle Barbados, luogo
di origine del personaggio. Il risultato però non convinse i
produttori, che le chiesero di ridoppiare le sue scene togliendo
tale particolarità.
Nel film sono poi presenti anche
altri noti attori. Si ritrova infatti Natalie
Dormer nei panni del personaggio chiamato La Bionda.
Questa è la ragazza chiamata a sedurre Westray per accedere al suo
conto in banca, ed è protagonista di una scena sexy presente però
soltanto nel trailer. Édgar
Ramirez è invece Il prete, altra figura ricorrente nel
film, mentre John Leguizamo è Randy. L’attore Dean
Norris, noto per il ruolo dell’agente DEA Hank Schrader in
Breaking Bad interpreta invece qui la parte di un
acquirente. Infine, si ritrova anche il celebre attore tedesco
Bruno Ganz nei panni di un commerciante di
diamanti.
The Counselor – Il procuratore: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. The Counselor –
Il procuratore è infatti presente su Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione
per giovedì 9 dicembre alle
ore 21:20 sul canale Rai
4.
Ieri, 3 ottobre 2013,
il cast e il regista di The Counselor Il
procuratorehanno
partecipato, a Londra, al “blu” carpet tenutosi in occasione di una
proiezione speciale del film presso il cinema Odeon West End
London. Erano presenti Michael Fassbender, Javier Bardem, Penelope Cruze il regista
Ridley Scott. Inoltre,
direttamente dal set di EXODUS, il prossimo film di Ridley
Scott, ha partecipato anche Sigourney Weaver.
Tutte le foto della premiere di The
Counselor:
The Counselor Il
procuratore (The Counselor) è un film
del 2013 diretto e prodotto da Ridley Scott, con protagonisti
Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz e Javier
Bardem. La pellicola è basata sulla prima sceneggiatura originale
dello scrittore Cormac McCarthy, qui anche produttore, scritta nel
dicembre 2011. Il film è dedicato alla memoria di Tony Scott,
fratello del regista Ridley, suicidatosi mentre il film era in
produzione.
La storia è quella di un
lanciatissimo avvocato che vede il suo successo e la sua vita
andare progressivamente in pezzi quando, per curiosità e
presunzione di poterne uscire quando vuole, entra nel mondo della
droga. Protagonista è, infatti, un avvocato (Michael Fassbender) in
cerca di liquidi dopo aver chiesto alla sua fidanzata di sposarlo e
che accetta la proposta di un conoscente legato alla malavita
(Javier Bardem) di portare 20 milioni di dollari di cocaina dal
Messico negli Stati Uniti. Ad aiutarlo ci sarà un poco di buono
interpretato da Brad Pitt. La pellicola il 14
novembre uscirà in Italia distribuito dalla Twentieth
Century Fox. The Counselor premiere
Nuove foto del prossimo film di
Ridley Scott, The
Counselor, film che vedrà protagonisti attori della
celebrità di Brad Pitt, Michael Fassbender,Cameron
Diaz, Javier Bardem, Penelope
Cruz e Rosie Perez.
Le immagini sono state pubblicate
da Entertainment Weekly e vedono protagoniste le due dive
principali di The Counselor,
Cameron Diaz e Penelope Cruz
(nella prima immagine) oltre a Michael Fassbender
nell’immagine successiva. Ecco le foto
The
Counselor è la storia di un lanciatissimo avvocato
che vede il suo successo e la sua vita andare progressivamente in
pezzi quando, per curiosità e presunzione di poterne uscire quando
vuole, entra nel mondo della droga. Protagonista è, infatti, un
avvocato (Michael Fassbender) in cerca di liquidi dopo aver chiesto
alla sua fidanzata di sposarlo e che accetta la proposta di un
conoscente legato alla malavita (Javier Bardem) di portare 20
milioni di dollari di cocaina dal Messico negli Stati Uniti. Ad
aiutarlo ci sarà un poco di buono interpretato da Brad Pitt.
A quanto pare il nuovo film di
Ridley ScottThe
Counselor conferma la scia negativa intrapresa al suo
esordio. Il film, che attualmente si sta rivelando come un flop da
parte del regista, dopo aver fornito i cinque momenti più “What A
Fuck”, le cinque migliori scene eliminate, le dieci migliori
citazioni, il film continua a far parlare di se grazie al
personaggio di Malkina a cui dona le proprie fattezze la bellissima
Cameron Diaz.
Secondo THR, la
Diaz avrebbe originariamente caratterizzato il
proprio personaggio conferendole un accento molto Rihanna-Style.
Nonostante lo sforzo interpretativo da parte dell’attrice sembra
però che alla Fox l’idea di dare un’accento delle
Barbados ad un personaggio che nello script è indicato essere di
provenienza argentina, sia sembrata alquanto controversa. Per
questo motivo Cameron Diaz, seppur riluttante, è
stata costretta a tornare in sala doppiaggio per
reinterpretare nella loro interezza i propri dialoghi
all’interno del film.
Tutte le foto della premiere di The
Counselor:
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The Counselor Il
procuratore (The Counselor) è un film
del 2013 diretto e prodotto da Ridley Scott, con protagonisti
Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz e Javier
Bardem. La pellicola è basata sulla prima sceneggiatura originale
dello scrittore Cormac McCarthy, qui anche produttore, scritta nel
dicembre 2011. Il film è dedicato alla memoria di Tony Scott,
fratello del regista Ridley, suicidatosi mentre il film era in
produzione.
La storia è quella di un
lanciatissimo avvocato che vede il suo successo e la sua vita
andare progressivamente in pezzi quando, per curiosità e
presunzione di poterne uscire quando vuole, entra nel mondo della
droga. Protagonista è, infatti, un avvocato (Michael Fassbender) in
cerca di liquidi dopo aver chiesto alla sua fidanzata di sposarlo e
che accetta la proposta di un conoscente legato alla malavita
(Javier Bardem) di portare 20 milioni di dollari di cocaina dal
Messico negli Stati Uniti. Ad aiutarlo ci sarà un poco di buono
interpretato da Brad Pitt.
La pellicola il 14
novembre uscirà in Italia distribuito dalla Twentieth
Century Fox. The Counselor premiere
The Counselor – Il
procuratoreè la storia è quella di un
lanciatissimo avvocato che vede il suo successo e la sua vita
andare progressivamente in pezzi quando, per curiosità e
presunzione di poterne uscire quando vuole, entra nel mondo della
droga. Protagonista è, infatti, un avvocato (Michael Fassbender) in cerca di
liquidi dopo aver chiesto alla sua fidanzata di sposarlo e che
accetta la proposta di un conoscente legato alla malavita (Javier Bardem) di portare 20 milioni
di dollari di cocaina dal Messico negli Stati Uniti. Ad aiutarlo ci
sarà un poco di buono interpretato da Brad Pitt.