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Strange Magic Trailer del film d’animazione della Lucas Film

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Dopo la data di uscita e le prime foto oggi arriva il primo trailer di Strange Magic, il film d’d’animazione della Lucas Film nato da un’idea di George Lucas che sarà distribuito da Disney Pictures.

STRANGE MAGICLa pellicola sviluppata dalla  Lucasfilm Animation Singapore e Industrial Light & Magic arriverà al cinema negli USA il 23 gennaio il 2015. Accompagnato dalle musiche popolari degli ultimi sei decenni il film racconta di goblin, elfi, fate e folletti, e delle loro disavventure esilaranti che innescano una battaglia all’ultima pozione.

Strange Magic è nato da un soggetto di George Lucas e diretto da  Gary Rydstrom (“Toy Story Toons: Hawaiian Vacation”, “Lifted”), e prodotto da Mark S. Miller, con produttore esecutivo George Lucas, mentre la sceneggiatura è firmata da David Berenbaum (Elf), Irene Mecchi (Il Re Leone)  e Rydstrom. Le musiche sono a cura di Marius de Vries (Moulin Rouge!). Il cast di voci comprende gli attori Alan Cumming, Evan Rachel Wood, Kristin Chenoweth, Maya Rudolph, Sam Palladio, nuovo arrivato Meredith Anne Bull, Alfred Molina, Elijah Kelley, Bob Einstein e Peter Stormare.

Strange Magic scritto da George Lucas ha una data di uscita

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Strange MagicLa LucasFilm annuncia oggi che insieme alla Touchstone Pictures lanceranno il loro nuovo film d’animazione, Strange Magic, una folle fiaba musicale ispirata a Sogno di una notte di mezza Estate scritto da George Lucas. La pellicola sviluppata dalla  Lucasfilm Animation Singapore e Industrial Light & Magic arriverà al cinema negli USA il 23 gennaio il 2015.

Accompagnato dalle musiche popolari degli ultimi sei decenni il film racconta di goblin, elfi, fate e folletti, e delle loro disavventure esilaranti che innescano una battaglia all’ultima pozione.

Strange Magic è nato da un soggetto di George Lucas e diretto da  Gary Rydstrom (“Toy Story Toons: Hawaiian Vacation”, “Lifted”), e prodotto da Mark S. Miller, con produttore esecutivo George Lucas, mentre la sceneggiatura è firmata da David Berenbaum (Elf), Irene Mecchi (Il Re Leone)  e Rydstrom. Le musiche sono a cura di Marius de Vries (Moulin Rouge!). Il cast di voci comprende gli attori Alan Cumming, Evan Rachel Wood, Kristin Chenoweth, Maya Rudolph, Sam Palladio, nuovo arrivato Meredith Anne Bull, Alfred Molina, Elijah Kelley, Bob Einstein e Peter Stormare.

Strange Days: recensione del film di Kathryn Bigelow

Strange Days è il film del 1995 di Kathryn Bigelow con protagonisti nel cast Ralph Fiennes, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore, Michael Wincott e Vincent D’Onofrio.

  • Anno: 1995
  • Regia: Kathryn Bigelow
  • Cast: Ralph Fiennes, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore, Michael Wincott, Vincent D’Onofrio

Strange DaysTrama: Los Angeles, 31 dicembre 1999. Lenny Nero è un ex poliziotto radiato, che vive spacciando wire-trip clips, dischetti sui quali vengono registrate esperienze altrui che includono tutti i loro input sensoriali. La persona che assiste rivive così in modo completo le stesse emozioni dei protagonisti.

Nero però inizia a ricevere delle clip anonime, tra le quali vi è quella in cui sono registrati lo stupro e l’omicidio di un’amica prostituta, la stessa che tempo addietro gli aveva dato una clip dove era registrato l’omicidio del rapper Jeriko One, ucciso a sangue freddo da due poliziotti. Le sue indagini private, condotte insieme a due amici, l’ex collega Max Peltier e la bodyguard Lornette Mason, sembrerebbero portarlo a Philo, un importante discografico ed attuale compagno della sua ex-fidanzata Faith. Ma più va in fondo alla questione e più Lenny scopre un’altra realtà.

Strange Days è un film di fantascienza del 1995 diretto da Kathryn Bigelow e prodotto e scritto da James Cameron, rientra in quel filone di pellicole distribuito nelle sale durante gli anni ’90, che sfrutta le suggestioni popolari legate alla fine del Secondo Millennio. In questo lungometraggio non si parla di cataclismi naturali o guerre ipertecnologiche, certo; ma si da’ comunque una visione dispotica del futuro, distorta, basata sull’idea di una società scollata, sempre più caotica. Una distorsione civile e morale alimentata dalle nuove tecnologie: in questo caso i wire-trip clips.

Strange Days

Strange DaysStrange Days non è passato alla storia come un capolavoro, come in fondo è giusto che sia; eppure ha degli interessanti intrecci tanto con altri film, quanto con la musica e i fumetti. Quanto ai primi, occorre dire che una delle prostitute nel film si chiama Iris, come la mitica protagonista dai facili costumi interpretata da Jodie Foster in Taxi Driver di Martin Scorsese. Ancora, nel film Aprile del 1998, Nanni Moretti accompagna la moglie in dolce attesa in un cinema a vedere Strange Days; dopo la visione non si dà pace per aver fatto vedere al figlio non ancora nato un film che definisce «una cazzata memorabile».

Per quanto riguarda la musica, il titolo del film deriva dall’omonima canzone dei The Doors, suonata nel film dal gruppo Prong insieme a Ray Manzarek, ex tastierista del leggendario gruppo.

Vi è poi un’autentica perla. Gli Skunk Anansie suonano Selling Jesus nella scena della festa in attesa del nuovo millennio per le strade di Los Angeles.

Come detto Strange Days si affaccia anche nel mondo dei fumetti, infatti nel dicembre del 1995 la Marvel pubblicò un fumetto su Strange Days, al costo di circa sei dollari, ora fuori produzione. La figura di Lenny Nero è stata utilizzata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo per dare un volto ed un look al personaggio di Harlan Draka, protagonista del fumetto Dampyr.

Strange Academy: Benedict Cumberbatch comparirà al fianco di Benedict Wong?

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Strange Academy è il concept più recente della Marvel Comics, dato che il team ha debuttato dopo il 2020. Creata dallo scrittore Scottie Young e dall’artista Humberto Ramos, la serie si svolge nell’angolo del Marvel Universe di Doctor Strange. Tutto è iniziato con lo Stregone Supremo che ha fondato una scuola per addestrare giovani stregoni e utilizzatori di magia nelle arti mistiche. La scuola si trova a New Orleans e tra coloro che hanno prestato servizio nella facoltà ci sono Doctor Voodoo, Zelma Stanton, Scarlet Witch e Man-Thing.

Gli studenti, nel frattempo, includono per lo più nuovi personaggi, anche se alcuni di loro hanno legami con nomi molto più grandi. Ad esempio, c’è Doyle Dormammu, il “figlio” di Dormammu, il figlio di Enchantress, Alvi Brorson e un Gigante del Gelo chiamato Guslaug.

Sappiamo da un po’ che i Marvel Studios stanno lavorando a una serie TV di Strange Academy e lo scooper @MyTimeToShineH ha appena condiviso un grande aggiornamento. A quanto pare, è riuscita a confermare che l’interprete di Wong Benedict Wong sarà il protagonista dello show. Il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch non è stato confermato in questa fase e, se ci sarà, sarà per un “piccolo ruolo”.

La scomparsa di Stephen Strange in Avengers: Infinity War ha significato che Wong è diventato Stregone Supremo, un titolo che detiene ancora. In vista di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, questo renderà sicuramente l’eroe una figura chiave nella lotta contro il Dottor Destino.

Benedict Cumberbatch in Strange Academy?

si dice che la serie Strange Academy, di cui si vociferava da tempo, abbia ricevuto il via libera ufficiale dai Marvel Studios. In passato, è stato riferito che lo Stregone Supremo di Benedict Wong, Wong, sia al centro della scena, probabilmente addestrando la prossima generazione di stregoni dopo il devastante attacco di Scarlet Witch a Kamar-Taj.

Non vediamo Strange dal 2022, ma in una recente intervista che ripercorre la sua carriera, Benedict Cumberbatch ha confermato che girerà Avengers: Doomsday quest’anno.

“Questo è Doctor Strange”, ha esordito l’attore britannico. “È un personaggio Marvel e, beh, sarò molto onesto, la gioia di interpretarlo è immensa. Ma la gioia di interpretarlo significa anche che posso contribuire a creare e dare vita a storie e scritti meno commerciali. È un dono in molti, molti modi nella mia vita di produttore e attore. Adoro interpretarlo. È molto divertente. Non vedo l’ora che arrivi Avengers l’anno prossimo, che sta scatenando una tempesta”, ha anticipato Cumberbatch.

Straight Outta Compton: Trailer italiano

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Straight Outta Compton: Trailer italiano

Guarda il Trailer ufficiale di Straight Outta Compton, la stupefacente storia di 5 ragazzi che hanno rivoluzionato la musica e la cultura pop per sempre. Nel cast O’Shea Jackson Jr., Corey Hawkins e Jason Mitchell, diretto da F. Gary Gray.

Straight Outta ComptonA metà degli anni 80, quando le strade di Compton, California erano alcune delle più pericolose del paese, cinque ragazzi decidono di tradurre le loro esperienze di vita in una musica onesta e brutale. Una musica che si ribella contro gli abusi dell’autorità, dando voce ad una generazione rimasta in silenzio. Seguendo la fulminea ascesa e caduta degli NWA, Straight Outta Compton, racconta la stupefacente storia di come questi giovani hanno rivoluzionato la musica e la cultura pop per sempre nel momento in cui hanno raccontato al mondo la verità sulla vita “incappucciata”, accendendo il fuoco di una guerra culturale.

Nel film O’Shea Jackson Jr., Corey Hawkins e Jason Mitchell interpretano rispettivamente Ice Cube, Dr. Dre e Eazy-E. STRAIGHT OUTTA COMPTON è diretto da F. Gary Gray (Friday, Set It Off, The Italian Job).

Il film è prodotto dai membri originali degli N.W.A., Ice Cube e Dr. Dre, a cui si sono aggiunti come coproduttori Matt Alvarez e Tomica Woods-Wright. Will Packer è il produttore esecutivo del film insieme a Gray.

Straight Outta Compton: recensione del film di F. Gary Gray

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Straight Outta Compton: recensione del film di F. Gary Gray

Arriva nelle nostre sale Straight Outta Compton, un film che è stato un caso in quelle statunitensi, vuoi per la tempistica, questo periodo storico in cui la tensione tra la comunità afroamericana e la polizia sta tornando a livelli altissimi, come all’inizio degli anni ’90, periodo in cui è ambientato questo film, vuoi perchè un film biografico su di un gruppo rap anni ’90 che resta in vetta al box office Usa per quasi 4 settimane è un po’ un evento eccezionale.

Los Angeles, 1986. Dre, Eazy-E e Ice Cube decidono di cambiare vita e raccontare, attraverso musica e versi, la quotidianità del loro sobborgo, Compton. Il rap fa così il suo ingresso nelle classifiche di vendita dei cd.

Alle spalle c’è la Universal questo è già una buona spinta, ma la tematica riguardante la nascita, il successo e la decadenza nel primo supergruppo di Los Angeles, gli N.W.A. (Niggas with attitude) di cui facevano parte Dr Dre, oggi produttore e imprenditore di successo, Ice Cube, cantante, attore e autore televisivo e Eazy-E cantante del gruppo, mortodi AIDS nel 1995, era una bella scommessa.

Più di dieci milioni di dischi venduti solo negli Stati Uniti, gli N.W.A. diederono una svolta ruvida e decisa alla musica black di quegli anni: nacque il gangsta rap. Straight Outta Compton segue precisamente la timeline dell’ascesa del gruppo e le conseguenze che ne derivano. I testi espliciti, contro la polizia, il sistema e apparentemente a favore della violenza non fanno che creare problemi al gruppo, che però non è altro che il megafono di una situazione socialmente esplosiva. E’ del 1991 infatti il famoso pestaggio da parte di quattro poliziotti ai danni di Rodney King, fermato con la sua macchina e pestato a sangue senza che avesse commesso reati. Il processo, che termina con l’assoluzione dei quattro tutori dell’ordine, scatena quella che è conosciuta come la “rivolta di Los Angeles” in cui gli abitanti dei sobborghi, principalmente afroamericani, mettono a ferro e fuoco letteralmente la città.

Nwa, con i testi di Ice Cube, parlano della strada, ma il film parla anche di come la strada non ti abbandoni mai. Le reazioni dei tre protagonisti sono quelle dei ragazzi di Compton, abituato a lottare ogni giorno per sopravvivere conto il più forte o chi pensa di esserlo. Testimonia anche come la passione e la testardaggine possano quanto meno allontanare fisicamente dalla strada, come nel caso di Dr Dre, produttore tra gli altri di Snoop Doggy Dog, Warren G, Eminem, 50 cent e di Ice Cube, interpretato dal figlio dello stesso musicista, O’Shea Jackson jr.. Il messaggio in fondo, è sempre lo stesso: la musica ci salverà.

Straight Outta Compton: nuovo tv spot

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Straight Outta Compton: nuovo tv spot

Pubblicato un nuovo tv spot del film Straight Outta Compton. Nel cast O’Shea Jackson Jr., Corey Hawkins e Jason Mitchell, diretto da F. Gary Gray. 

Straight Outta ComptonA metà degli anni 80, quando le strade di Compton, California erano alcune delle più pericolose del paese, cinque ragazzi decidono di tradurre le loro esperienze di vita in una musica onesta e brutale. Una musica che si ribella contro gli abusi dell’autorità, dando voce ad una generazione rimasta in silenzio. Seguendo la fulminea ascesa e caduta degli NWA, Straight Outta Compton, racconta la stupefacente storia di come questi giovani hanno rivoluzionato la musica e la cultura pop per sempre nel momento in cui hanno raccontato al mondo la verità sulla vita “incappucciata”, accendendo il fuoco di una guerra culturale.

Nel film O’Shea Jackson Jr., Corey Hawkins e Jason Mitchell interpretano rispettivamente Ice Cube, Dr. Dre e Eazy-E. STRAIGHT OUTTA COMPTON è diretto da F. Gary Gray (Friday, Set It Off, The Italian Job).

Il film è prodotto dai membri originali degli N.W.A., Ice Cube e Dr. Dre, a cui si sono aggiunti come coproduttori Matt Alvarez e Tomica Woods-Wright. Will Packer è il produttore esecutivo del film insieme a Gray.

Strage di Denver: Gangster Squad mutilato e rimandato

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Si arricchisce il capitolo delle azioni, più o meno simboliche, dedite a scongiurare un’altra Aurora e a riportare con il contagocce la violenza cinematografica nelle sale USA. In particolare, si registrano altri intoppi per l’atteso thriller Gangster Squad di Ruben Fleischer.

Gangster Squad probabilmente – se ne vociferava da giorni – uscirà a gennaio e non più a settembre. Inoltre, la Warner Bros ha deciso di rimuovere dal film una scena in cui dei gangster sparano in direzione degli spettatori; scena già al centro di un trailer immediatamente rimosso dalle sale dopo la follia omicida di James Holmes. Ricordiamo inoltre che la WB ha già lautamente risarcito le famiglie delle vittime.

Riassumendo: per i tanti appassionati in attesa delle performanci di Josh Brolin, Sean Penn e Ryan Gosling in Gangster Squad c’è da attendere l’anno nuovo. E ci sarà qualche pallottola in meno.

Fonte: Worstpreviews

Stormbreaker: le curiosità sulla nuova arma di Thor

Stormbreaker: le curiosità sulla nuova arma di Thor

Gli eventi di Thor: Ragnarok hanno portato alla distruzione del Mjolnir, il celebre martello del Dio del Tuono sfoggiato in tutte le precedenti avventure nel MCU, portando quindi l’eroe a richiedere una nuova arma per affrontare Thanos in Avengers: Infinity War.

Ma quanto sappiamo della Stormbreaker e quali dettagli dei fumetti sono stati scartati per la versione cinematografica? Ecco di seguito alcune precisazioni:

In un universo alternativo Iron Man ha contribuito alla sua creazione

Qualsiasi fan dei fumetti sa che gli universi alternativi fanno parte del gioco, e in quello relativo alla Marvel Avengers Academy, Tony Stark contribuisce alla creazione di Stormbreaker.

Chissà se in Infinity War avessimo visto Iron Man lavorare insieme ai Nani di Nidavellir per forgiare l’ultima arma di Thor; certo sappiamo che ora si trova nello spazio, e c’è sempre una sottile possibilità che finisca per imbattersi in Eitri…

È stata utilizzata dagli Skrull

Gli Skrull stanno per debuttare ufficialmente nel MCU grazie a Captain Marvel, ed è alquanto probabile che questi personaggi saranno protagonisti anche della prossima Fase dell’universo condiviso in quanto alieni mutaforma infiltrati da anni nei vari sistemi del pianeta Terra.

Nei fumetti però hanno catturato Beta Ray Bill dividendo in due la Stormbreaker e usandola contro i loro nemici. Più tardi nella trama gli Skrull hanno anche ri-forgiato l’arma tentando di lanciarla su una piccola città con l’obiettivo di distruggerla, se non fosse che Thor, intervenendo, riuscì a restituirla al proprietario.

Può uccidere le persone che non sono degne

Che la Stormbreaker sia più potente di Mjolnir non c’è dubbio, come il fatto che la forza di Thor sia aumentata in maniera esponenziale in Infinity War. C’è però un dettaglio omesso dal film, ovvero che l’ascia abbia un effetto molto più intenso su chiunque tenti di tenerla in mano.

Nei fumetti la Stormbreaker ha la capacità di far saltare in aria le persone che cercano di usarla senza esserne degne. Questo non accade spesso, ma un villain poco conosciuto, Throk, si scontrò con Beta Ray Bill e il suo martello e nonostante fosse stato avvertito di non toccare l’arma magica, provò ad usarlo venendo ridotto in mille pezzi.

Il look differente nei fumetti

Nel MCU Stormbreaker e Mjolnir sembrano armi completamente diverse, sia a livello di look che di potenzialità: il primo è un martello, la seconda un’ascia, ma nei fumetti l’originale Stormbreaker è in realtà una sorta di martello arrotondato e molto più piccolo della versione cinematografica.

È probabile che questo cambiamento sia motivato da ragioni puramente estetiche, con i creativi che forse volevano dare un aggiornamento diverso all’arma di Thor rispetto alla controparte.

In realtà non fu creata per Thor

La vera enorme differenza tra l’originale Stormbreaker dei fumetti e quella vista nel MCU è sostanzialmente il proprietario: al cinema è Thor a ricevere l’ascia per sostituire il Mjolnir andato distrutto, mentre nelle storie originali viene creata appositamente per Beta Ray Bill.

Beta Ray Bill è un cyborg protettore del suo popolo, e durante uno scontro con Thor riesce ad impossessarsi del Mjolnir. Odino in seguito portò Beta Ray Bill e Thor in un duello che finì con la vittoria del primo che si rifiutò di uccidere l’avversario; fu qui che il sovrano di Asgard capì che il campione era degno di un martello magico e gli donò la Stormbreaker.

Lady Sif è coinvolta nelle origini dell’ascia

Lady Sif, tra le vittime confermate dello schiocco di Thanos in Infinity War, è apparsa l’ultima volta nel MCU in Thor: The Dark World, e non tutti sanno che nei fumetti diventa parte importante della creazione della Stormbreaker.

Per impedire a Eitri di creare l’arma per altri, Odino decise di inviare un guerriero all’altezza del compito; e se questi avesse sconfitto Throgg, per lui sarebbe stato forgiato il martello. Fu allora che Lady Sif vinse e Eitri forgiò il martello per Odino.

Le origini

Come avete visto in Infinity War, la Stormbreaker del MCU viene forgiata dal nano Eitri per volere di Thor e utilizzata contro Thanos e il suo esercito nel Wakanda. Nei fumetti però, anche se creata dallo stesso personaggio, l’ascia presenta una origin story completamente diversa.

Non viene infatti commissionata da Thor, ma da Odino, e non esiste nemmeno la distruzione delle fornaci dei Nani di Nidavellir a quel punto della trama; fu il sovrano di Asgard a riempirla di incantesimi donandogli gli stessi poteri magici del Mjolnir.

CORRELATO – Thor: 10 cose che non hanno senso sul Dio del Tuono

Fonte: ScreenRant

Storm Reid: 10 cose che non sai sull’attrice

Storm Reid: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Storm Reid ha ad oggi ricoperto principalmente ruoli secondari o da co-protagonista, grazie ai quali ha ad ogni modo potuto dimostrare il proprio talento e la propria versatilità come interprete. Capace di passare dai personaggi più leggeri a quelli più profondamente drammatici, la Reid è dunque oggi un’interprete in piena ascesa, che continua a stupire interpretazione dopo interpretazione.

Ecco 10 cose che non sai di Storm Reid.

Storm Reid: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come I Thunderman (2013), NCSI: Los Angeles (2014), Nicky, Ricky, Dicky & Dawn (2014) e Chicago P.D. (2015), la Reid ottiene il ruolo di Lisa nella miniserie TV When They See Us (2019). Nello stesso anno inizia a ricoprire il ruolo di Gia nella serie Euphoria, con protagonista Zendaya, ricoprendo ancora oggi questo ruolo. Nel 2023 la si può invece ritrovare nel settimo episodio della serie The Last of Us, con Pedro Pascal.

2. Ha recitato anche in noti film. Oltre alle popolari serie in cui ha recitato, la Storm ha avuto modo di prendere parte anche ad alcuni importanti film. Il primo di questi è stato 12 anni schiavo (2013), con Chiwetel Ejiofor, seguito poi da titoli meno noti come White Water (2015), The Summoning (2015), Sleight – Magia (2016) e A Happening of Monumental Proportions (2017). Nel 2018 è invece protagonista di Nelle pieghe del tempo, con Reese Witherspoon, mentre nel 2020 recita in L’uomo invisibile e nel 2021 in The Suicide Squad, con Idris Elba. Nel 2023 è protagonista del thriller Missing.

Storm Reid in Euphoria con Zendaya

3. Interpreta la sorella della protagonista. Nell’acclamata serie HBO Euphoria, l’attrice interpreta Gia, la sorella della protagonista Rue, interpretata da Zendaya. Dolce e solidale, Gia Bennett è un costante sostegno per Rue, prendendosi cura della sorella maggiore nei suoi momenti più bui. La giovane, però, porta ancora con sé le cicatrici emotive dell’aver trovato sua sorella in fin di vita a causa delle sue dipendenze dalla droga e ciò la rende un personaggio molto fragile e ricco di paure all’interno della serie.

Storm-Reid-euphoria

4. Potrebbe essere più presente nella terza stagione. Per le prime due stagioni di Euphoria Gia è tendenzialmente rimasta un personaggio secondario, ma ciò potrebbe cambiare con l’annunciata terza stagione. L’attrice ha infatti anticipato che spera si potrà vedere molto più di Gia in questa e l’ideatore della serie sembra avere proprio questa intenzione. Dopo che nella seconda stagione le due sorelle arrivano ad un duro scontro verbale, molto dell’interiorità di Gia viene tirato fuori e ciò potrebbe portare a raccontare quanto di lei è ad oggi rimasto nascosto.

Storm Reid in The Last of Us

5. Ha un ruolo importante nella serie TV. Nella serie The Last of Us, tratta dall’omonimo videogioco, l’attrice interpreta Riley, attualmente prevista solamente per il settimo episodio. Questo sarà infatti basato sul DLC Left Behind, che esplora il passato di Ellie, interpretato da Bella Ramsey. Riley, come noto a chi conosce il videgioco, è la migliore amica nonché il primo amore di Ellie. L’attrice non ha rivelato se e quanto questo sia fedele all’espansione del videogioco in cui è presente Riley, ma ha garantito che il tutto si adatterà benissimo al tono e ai temi della serie.

6. Ha amato molto il proprio personaggio. Parlando di The Last of Us, l’attrice ha raccontato di non aver mai giocato al videogioco e di sapere dunque della sua storia solo alcuni dettagli. È rimasta dunque molto colpita nello scoprire di Riley e del suo rapporto con Ellie. Nell’interpretare tale personaggio e condividere la scena con la Ramsey, la Reid ha affermato di essersi sentita estremamente grata, in quanto considera tale progetto come uno dei più importanti della sua carriera. Ha inoltre affermto che l’episodio in cui è presente è senza dubbio uno dei più commoventi e strazianti della stagione.

Storm Reid in I Thunderman

7. Ha recitato in un episodio della nota serie per ragazzi. Nel 2013, ancora agli inizi della sua carriera, l’attrice ha recitato in un episodio della serie TV per ragazzi I Thunderman. La si può infatti ritrovare nel sesto episodio della prima stagione, intitolato Questo è il lavoro giusto per…, dove i protagonisti cercano di raggranellare denaro svolgendo alcuni lavori o facendo alcune scommesse. Qui la Reid interpreta il ruolo della giovane Avery.

Storm-Reid-The-Last-of-Us

Storm Reid in Suicide Squad

8. Ha avuto un ruolo nel film DC. Nel film del 2021 The Suicide Squad, diretto da James Gunn, l’attrice ha un ruolo secondario ma a suo modo importante. Interpreta infatti Tyla, la figlia di Bloodsport, personaggio ricoperto da Idris Elba. Nel film Tyla non compare poi molto, ma è il motivo per cui il padre decide di accettare di unirsi alla Suicide Squad e portare a termine la pericolosa missione prevista. Amanda Waller, interpretata da Viola Davis, ricatta infatti Bloodsport in quanto ha il potere di far uccidere Tyla in caso egli si rifiuti di partecipare alla spedizione.

Storm Reid è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2,5 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 1000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Storm Reid: età e altezza dell’attrice

10. Storm Reid è nata il 1 luglio del 2003 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.

Fonte: IMDb, Instagram, HollywoodReporter

Storm boy – Il ragazzo che sapeva volare, recensione del film con Geoffrey Rush

Terminato nel 2018, arriva finalmente la cinema dal 24 giugno Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, protagonisti Geoffrey Rush e il piccolo Finn Little, che interpretano Michael Kingley da uomo e da bambino. Il regista, l’australiano Shawn Seet ha voluto riprendere il romanzo di Colin Thiele del 1964 Il ragazzo della tempesta, divenuto poi un classico della narrativa per ragazzi, traendone il secondo adattamento cinematografico dopo quello del 1976 di Henry Safran. 

L’Australia del regista di Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare

Noto come regista di serie tv, oltre che di lungometraggi, Shawn Seet ambienta spesso le proprie opere di finzione nella sua terra, l’Australia. Lo fa quando racconta in un film la storia di due pugili, un padre e un figlio, in Two Fists, One Heart del 2009, con Ennio Fantastichini, o quando sceglie la crime story in costume, come avviene nel 2012 con The Mistery of  a Hansom Cab, dal romanzo omonimo di Fergus Hulme, ambientato nell’Australia dell’800 e pensato per la ABC. Ma il regista ha diretto anche le serie tv The Code e Underbelly. Oggi si cimenta con un racconto di formazione che fonde temi universali e tematiche di stretta attualità. 

La storia del ragazzo della tempesta

Michael Kingley, Geoffrey Rush, è un uomo d’affari in pensione. È chiamato però a votare per decidere se concedere i propri terreni, situati in una regione australiana ricca di minerali, ma anche di fauna selvatica, a una compagnia mineraria. Maddy, Morgana Davies, la nipote di Michael, è una diciassettenne sensibile alle tematiche ambientali e vorrebbe che il nonno si opponesse alla concessione, caldeggiata invece dal padre, Erik Thomson. Il ritorno nella terra in cui ha trascorso la sua infanzia assieme al padre, Tom, Jai Courtney, e ai pellicani che da sempre popolano la zona, fa ricordare a Michael quegli anni della sua gioventù, quando, con l’aiuto paterno e dell’aborigeno Fingerbone Bill, Trevor Jamieson, salvò tre cuccioli orfani di pellicano, allevandoli in casa, finchè non furono in grado di volare e cacciare. L’amicizia con Mr Proud, Mr Ponder e Mr Percival, così li aveva chiamati, che avrebbe segnato per sempre la sua vita, ora gli ricorda da che parte stare. 

Racconto di formazione e favola ambientalista

La vicenda di Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, è ambientata nel Coorong National Park, in Australia meridionale, e la natura è protagonista del film al pari dell’elemento umano, messa in risalto dalla fotografia di Bruce Young. È proprio qui il cuore del film. Seet delinea molto bene il rapporto di Michael bambino con la natura. Inebria anche lo spettatore la sensazione di libertà che gli dà essere immerso in un ambiente quasi incontaminato, vivere scalzo, affondare i piedi nella sabbia – molto bravo il piccolo Finn Little, vera star del film. Una sensazione quella, che irresistibilmente Michael adulto- un sempre valido Geoffrey Rush – riscopre appena rimette letteralmente piede nei luoghi della sua infanzia.

Era solo, allora, perchè non aveva amici umani e aveva perso la madre e la sorella, ma aveva trovato nell’amicizia con i pellicani quello che gli mancava. È emozionante assistere all’evolversi di questo rapporto, come può accadere solo tra un uomo e un animale che crescono insieme. Si tratta di un legame profondo e indissolubile, che insegna a Michael la responsabilità, lo fa veramente crescere. La natura è grata e ricambia. Stupisce come la troupe sia riuscita a lavorare in armonia con i pellicani, con l’aiuto di qualche effetto speciale inserito ad hoc. Il film è sceneggiato da  Justin Monjo – noto come scrittore di serie tv fantascientifiche – e vede tra i produttori esecutivi lo stesso attore australiano, Geoffrey Rush. 

Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare offre un buon intrattenimento e coinvolge, mentre invita a recuperare un rapporto sano con l’ambiente in cui viviamo e che ci ospita. Una rilettura contemporanea del testo di Thiele, oggi che finalmente le tematiche ambientali hanno conquistato spazio, anche a causa dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze, e alla luce dei Fridays for future e di Greta Thumberg, figura ispiratrice di una nuova sensibilità per molti giovani. Il personaggio di Maddy potrebbe essere una sua seguace.

Il tributo agli aborigeni australiani

Il film è anche un tributo alle popolazioni aborigene australiane, da cui, suggerisce il regista, si dovrebbe imparare, perchè loro sono i veri custodi di quei territori e possono insegnare come preservarli. Lo dimostrano i ringraziamenti finali ai popoli Ngarrindjeri e Kaurna, aborigeni delle terre australiane meridionali, custodi, si legge, delle “tradizioni della più antica cultura esistente”.  Distribuito da Medusa, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, è in sala dal 24 giugno.

Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, il trailer

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Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, il trailer

Giovedì 24 giugno uscirà nelle sale italiane, distribuito da Medusa Film, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare. Ecco il trailer del film con Geoffrey Rush e per la prima volta sul grande schermo, il giovanissimo Finn Little. Il film racconta l’emozionante storia sull’amicizia tra un ragazzino e un pellicano, ambientata nel lontano Coorong National Park dell’Australia Meridionale. Un’appassionante e commovente racconto su amicizia, amore, famiglia, perdita, speranza, rispetto e libertà con un messaggio ecologista.

Storm Boy – il trailer

Stories We Tell per Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures

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Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures presentano in 23 sale del circuito UCI Cinemas un appuntamento settimanale dedicato al genere cinematografico che fa dello sguardo diretto sulla realtà la propria caratteristica principale, il documentario.

Ogni martedì sarà possibile assistere in sala ai più coinvolgenti racconti di vita, narrati da autori premiati nei più prestigiosi festival del mondo, presentati in lingua originale con i sottotitoli in italiano.

Stories We TellGrazie alla scommessa di Unipol Biografilm Collection e del circuito UCI Cinemas, contenuti di qualità dalla forte valenza culturale come i film documentari, spesso visibili in Italia esclusivamente nel circuito delle sale d’essai e dei festival cinematografici perché considerati interessanti solo per una ristretta cerchia di spettatori, si allargano al pubblico popolare dei multisala. Una scommessa che pone però le sue radici nel dato concreto del crescente successo commerciale del genere documentario nel mondo, e in particolar modo negli Stati Uniti e in Francia.

Il quarto appuntamento della rassegna, martedì 17 marzo alle ore 20.30, sarà Stories We Tell diretto da Sarah Polley. Il documentario, vincitore di numerosi premi internazionali e acclamato dalla critica di tutto il mondo, esplora la natura inafferrabile della verità e della memoria, ma, nell’essenza, è un film profondamente personale su come il nostro modo di raccontare ci modella e ci definisce come individui. Sarah Polley mette a nudo se stessa filmando la sua memoria senza filtri, con una libertà che dà al prodotto finale una potenza straordinaria, mentre scava tra strati di mito e memoria per trovare una verità sfuggente quanto sconvolgente seppellita fra le contraddizioni della sua famiglia. L’autrice dà cosi vita a un racconto costruito in molte forme, diverse e coerenti – attraverso la tecnica del documentario e l’incorporazione di videoregistrazioni familiari in Super 8 –, che passa dalla malinconia, alla commedia, al dramma con la facilità che può derivare solo dalla forza delle proprie radici.

Compilando il form all’indirizzo www.biografilm.it/storieswetell  e inserendo il codice partner SWTEH si riceverà una e-mail all’indirizzo indicato: le prime 20 persone per ogni sala che presenteranno questa mail stampata alle casse del cinema nel giorno della proiezione potranno richiedere un biglietto gratuito, valido per una persona, per l’evento.

Storie Sospese di Stefano Chiantini al Cinema dal 3 Settembre

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Storie Sospese di Stefano Chiantini al Cinema dal 3 Settembre

Arriverà al cinema dal 3 Settembre Storie Sospese, il film di Stefano Chianti con protagonisti Marco Giallini e Maya Sansa e distribuito da Pablo dopo la presentazione ufficiale l’1 Settembre a Venezia, in un evento promosso in collaborazione con LE GIORNATE DEGLI AUTORI al Cinema Astra di Venezia (Lido).

Il film, prodotto da Marta Manzotti e Fulvia Ciccone racconta le storie sospese dei rocciatori, in perenne equilibrio tra la scelta della salvaguardia della montagna e una sicurezza economica prospettata dalle grandi opere che aprono “crepe” nelle loro esistenze.

Trailer ufficiale

Referente distribuzione: Valentina Del Buono – 3480030562 –
[email protected]

Storie Pazzesche: trailer del film di Damian Szifron

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Guarda il trailer italiano del film Storie Pazzesche, il film di Damian Szifron, in uscita nelle sale giovedì 11 dicembre. Nel cast Ricardo Darín, Leonardo Sbaraglia, Darío Grandinetti, Erica Rivas, Julieta Zylberberg.

Vulnerabili a una realtà disturbata e imprevedibile, i personaggi di Relatos salvajes attraversano la frontiera che separa la civiltà dalla barbarie. Un tradimento romantico, il ritorno del passato, una tragedia o anche la violenza di un dettaglio di detonatori giornalieri spingono questi personaggi nella vertigine che fornisce la sensazione di perdere le staffe, al piacere innegabile di perdere il controllo.

Storie pazzesche: due clip del film prodotto da Pedro Almodóvar

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Guarda due clip del film in uscita Storie pazzesche, film rivelazione di Cannes 2014 diretto da Damiàn Szifron.

Le ineguaglianze, l’ingiustizia e le pressioni del mondo in cui viviamo generano stress e depressione in molte persone. Alcune, però, esplodono. Questo film parla di loro. Vulnerabili di fronte a una realtà che cambia continuamente che all’improvviso può diventare imprevedibile, i protagonisti di STORIE PAZZESCHE oltrepassano il sottile confine tra civiltà e barbarie. Il tradimento di un marito, il ritorno a un passato sepolto e la violenza che si insinua negli incontri di tutti i giorni, portano alla follia i personaggi del film, che si abbandonano all’innegabile piacere della perdita del controllo.

Storie Pazzesche: 2 clip dal film presentato da Almodóvar

Storie-pazzesche

Lucky Red ha appena rilasciato sul suo canale Youtube due clip da uno dei suoi film di prossima distribuzione: stiamo parlando di Storie Pazzesche, film scritto e diretto dall’argentino Damián Szifrón e presentato dal grande autore spagnolo Pedro Almodóvar.

Storie Pazzesche è stato scelto dall’Argentina come film rappresentante del paese per competere nella categoria Miglior Film Straniero agli Oscar 2015 ed è stato proiettato in anteprima al Festival di Cannes 2014, dove ha ricevuto 10 minuti di applausi dal pubblico in sala.

Ecco le due clip tratte dal film, intitolate “Incontri Sfortunati” e “Finchè morte non ci separi”:

Si tratta di un film antologico, composto da sei episodi. La trama ufficiale della pellicola di produzione ispano-argentina è la seguente:

Vulnerabili a una realtà disturbata e imprevedibile, i personaggi di Relatos salvajes attraversano la frontiera che separa la civiltà dalla barbarie. Un tradimento romantico, il ritorno del passato, una tragedia o anche la violenza di un dettaglio di detonatori giornalieri spingono questi personaggi nella vertigine che fornisce la sensazione di perdere le staffe, al piacere innegabile di perdere il controllo.

Nel cast di Storie Pazzesche figurano Ricardo Darín, Leonardo Sbaraglia, Darío Grandinetti, Erica Rivas, Julieta Zylberberg, Nancy Dupláa, Oscar Martinez, María Onetto, Rita Cortese e Osmar Nuñez.

Il film esce in Italia l’11 dicembre 2014.

Storie di vampiri: un classico dell’horror che non tramonta mai

Storie di vampiri: un classico dell’horror che non tramonta mai

La figura del vampiro non smette mai di sedurre, d’inquietare e di farci riflettere sui grandi temi dell’esistenza. La sua origine è avvolta nel mistero, nella mitologia e nel folklore. Molte leggende antiche narrano di esseri che devono nutrirsi dell’essenza vitale degli uomini per sopravvivere, generalmente del loro sangue. Il termine “vampiro”, dal serbocroato “vampir”, entra nel linguaggio europeo intorno al Settecento. Nell’Est Europa prosperano molte leggende su queste creature misteriose. Nell’Ottocento la lettura romantica ne rielabora il mito e nascono romanzi leggendari, uno su tutti “Dracula”, scritto nel 1897 dall’irlandese Bram Stoker.

Negli anni seguenti anche il cinema attingerà a piene mani da questo immaginario. Il vampiro diventerà un’icona del cinema horror, della fantascienza, del thriller, e non solo. Il 4 marzo del 1922 in Germania viene presentato “Nosferatu il vampiro”, capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau. Per la prima volta appare su uno schermo cinematografico un vampiro. È aristocratico, pallido e crudele. Iniziano a circolare varie leggende su questo film, ispirato proprio al romanzo di Stoker. Qualcuno racconta che il regista sia andato in Transilvania per conoscere un vero vampiro. Nasce inoltre una grande polemica, che porterà alla distruzione della pellicola. La vedova di Stoker reclama i diritti d’autore dell’opera del marito. Il diritto d’autore non è ancora regolato in modo chiaro in quel periodo e iniziano così lunghe battaglie legali, vinte dalla vedova. Il film deve essere distrutto e la sua casa di produzione finisce in bancarotta. Tuttavia, il successo di Nosferatu è enorme e ne circolano varie copie in tutto il mondo. Nonostante le contese legali, il film è salvo.

Ad Hollywood la Universal Pictures fiuta l’affare d’oro e compra da Florence Stoker i diritti d’autore per realizzare “Dracula”, pagando 40.000$. Il film, diretto da Tod Browning, esce nel 1931. È considerato uno dei massimi capolavori della storia del cinema horror. Il vampiro è qui interpretato da Bela Lugosi. L’attore ungherese recita nel ruolo di un vampiro misterioso e carismatico, un signore d’altri tempi, dall’eleganza mittel-europea. Impeccabile, vestito di tutto punto, la sua immagine non si riflette negli specchi. Teme l’aconito, una pianta dai fiori violacei e non sopporta la vista dei crocefissi. Il vampiro diventa un’icona del cinema americano.

Nel 1958 viene presentato un nuovo adattamento cinematografico del romanzo di Stoker, “Dracula il Vampiro”. La regia è di Terence Fisher, sullo schermo troviamo Christopher Lee, Peter Cushing e Janina Faye. Oltre ai classici elementi del cinema vampiresco, emergono anche la passione e la carnalità della vicenda. La “donna vampiro” è una femme fatale che non lascia scampo. Il film rientra a tutti gli effetti tra i grandi classici del genere, immancabile per gli appassionati.

Negli anni Sessanta, si afferma il mito delle vampire belle e dannate. Si svilupperà un vero e proprio filone di horror che vedrà come protagoniste delle figure femminili ibride, un po’ vampire e un po’ streghe, sempre molto avvenenti. Nel 1967, Roman Polanski girerà “Per favore, non mordermi sul collo” un film che reinterpreta ironicamente le narrazioni sui vampiri, con battute argute e un’estetica al limite del kitsch. Tra gli interpreti spicca una splendida Sharon Tate.

Nel 1979 il regista tedesco Werner Herzog reinterpreta l’opera di Murnau con il film “Nosferatu, il principe della notte”. Nel cast troviamo attori straordinari come Klaus Kinski, Isabelle Adjani e Bruno Ganz. La storia del vampiro diventa una riflessione esistenziale struggente e malinconica, una meditazione sul tempo, sulla vita, sulla morte e sull’amore.

Dracula di Bram Stoker

I vampiri tornano in voga anche negli anni Novanta, grazie a Francis Ford Coppola, che nel 1992 presenta “Dracula di Bram Stoker”. A differenza di quanto annuncia il titolo, il regista non si attiene molto fedelmente al celebre romanzo, ma propone qualcosa di nuovo, coinvolgendo attori del calibro di Gary Oldman, Anthony Hopkins, Winona Ryder e Keanu Reeves. Per rendere i movimenti di Dracula meno naturali, Coppola usa un intervallometro, un dispositivo che permette di catturare le immagini a velocità variabile. Così la figura del vampiro appare ancora più inquietante e soprannaturale.L’amore è al centro della narrazione, cosa che poi diventerà un vero e proprio topos negli anni successivi.

Non a caso, la storia d’amore di culto degli anni Duemila è proprio una storia di vampiri, ovvero “Twilight”. Siamo molto lontani dalla Transilvania e dai nobili dei Carpazi, siamo negli USA. Una giovane si trasferisce in una nuova città e conosce un ragazzo dotato di caratteristiche straordinarie. Lui è un giovane vampiro. I vampiri di Twilight non hanno debolezze, non temono né aglio, né croci, né paletti. Non si mostrano al sole perché la loro pelle risulterebbe scintillante. Si riflettono negli specchi, non hanno zanne aguzze. Hanno gli occhi cangianti. Gli occhi di un vampiro che si nutre di sangue umano si distinguono per un’iride rosso accesa. Un vampiro buono, che decide di non nuocere agli esseri umani, scegliendo di nutrirsi solo di sangue animale, avrà invece gli occhi del color dell’ambra. Per questo Robert Pattinson e Kristen Stewart hanno indossato lenti a contatto colorate per tutto il tempo sul set. Inoltre, per rendere il personaggio di Bella più aderente a quello descritto nel libro di Stephanie Meyer, l’attrice statunitense ha indossato lenti a contatto marroni anche nella sua fase “umana”.

Altra pellicola neo-vampiresca è “Solo gli amanti sopravvivono” (2013) di Jim Jarmursch. Tilda Swinton e Tom Hiddleston interpretano una coppia di vampiri post-moderni sofisticati e underground. Lui musicista indie, lei è un’intellettuale colta e raffinata. Hanno molto rispetto per la vita umana, quindi non mordono al collo le loro vittime, ma corrompono i medici per farsi dare sacche di sangue ottenuto da trasfusioni. Anche in questo caso la figura del vampiro si conferma un’occasione per riflettere sui grandi temi dell’esistenza, sul tempo e sull’amore.

Storia di una ladra di libri: tre nuove clip

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Storia di una ladra di libri: tre nuove clip

Sono online tre nuove clip di Storia di una ladra di Libri, film diretto dal regista Brian Percival, con protagonisti Geoffrey Rush e Emily Watson, adattamento del romanzo di Zusak Markus La bambina che salvava i libri.

Ecco le tre clip:

Questa la trama del film, che arriverà in Italia il 27 febbraio 2014, distribuito dalla Twentieth Century Fox:

Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone… Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un’intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il “Mein Kampf” e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s’infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti. (trama del libro “la bambina che salvava i libri”)

Fonte: 20thfoxItalia Youtube

Storia di una ladra di Libri: trailer italiano

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Storia di una ladra di Libri: trailer italiano

Guarda il trailer del film Storia di una ladra di Libri, film diretto dal regista Brian Percival, con protagonisti Geoffrey Rush e Emily Watson. La pellicola arriverà in Italia il 27 febbraio 2014, distribuito dalla Twentieth Century Fox.

La trama do Storia di una ladra di Libri: Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone…

Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un’intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il “Mein Kampf” e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s’infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti. (trama del libro “la bambina che salvava i libri”)

Storia di una ladra di libri: recensione del film

Storia di una ladra di libri: recensione del film

Brian Persival (Downton Abbey) adatta Storia di una ladra di libri, il bestseller di Markus Zusak con la storia di una bambina che non conoscendo il mondo saprà attraversarlo con ciò che rende l’uomo “diverso da un ammasso di creta”, il pensiero e la sua espressione più alta, la scrittura. Perciò la sceneggiatura di Michael Petroni (Le cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero), ci propone un lungo percorso di crescita grazie all’opinione di un narratore interno inedito che ci mostra gli incontri e le perdite, dove l’emozione fa da padrona immergendo lo spettatore in un contesto noto ma originale.

Così, il regista britannico predilige un’estetica minimalista ed anche un po’ accademica, fornendo panoramiche e campi lunghi, per veder evolvere i luoghi in cui cresce la giovane Liesel. E lunghi carrelli, per seguire i personaggi e gli incontri della giovane ladra. Mentre nell’intimità dei campi stretti fornisce quel calore che la fredda guerra non permette. Di conseguenza il montaggio di John Wilson (Billy Elliot), rispecchia fedelmente l’impronta d’autore, fornendo raccordi lineari che non alterano in alcun modo la struttura temporale, concedendosi dei parallelismi solo in un paio di occasioni.

In Storia di una ladra di libri siamo nella Germania 1933. Il conflitto mondiale è alle porte e la giovane Liesel Meminger viene affidata ai coniugi Max e Rosa Hubermann. Liesel non ha mai frequentato la scuola ma attraverso gli insegnamenti del padre impara a leggere e a conoscere il mondo. Superando la diffidenza verso Max, un ragazzo ebreo in cerca di rifugio e conoscendo l’amore per Rudy, trova in sé il coraggio che le permette di sfuggire all’orrore nazista che si scatena intorno a lei.

Storia di una ladra di libri recensione

Storia di una ladra di libri, il film

Questo ritmo “quotidiano” è al servizio della storia e degli attori che regalano grandi emozioni. Sophie Nélisse, con i suoi grandi occhi azzurri e le gote rosse, riesce ad incarnare una giovane e coraggiosa “furfante” che orgogliosamente decide di pensare diversamente e con la propria testa, ma con la leggerezza che si addice ad una ragazza. Di seguito, il sempre imponente Geoffrey Rush, nel ruolo del padre comprensivo per i drammi vissuti dalla bimba e che cerca di far leva sulla sua enorme curiosità per restituirle il piacere della vita. Mentre spetterà ad una perfetta Emily Watson contrapporsi in autorità attraverso integerrimi modi e ansiose raccomandazioni, che servono per proteggere la piccola dalla crudeltà del mondo. Il merito va anche a Ben Schnetzer e Nico Liersch, il primo perché riesce ad essere l’anima gemella di un destino tragico, il secondo perché alimenta tutto ciò che si contrappone all’odio dispotico, un amore incondizionato.

Storia di una ladra di libri non è un film di guerra né sull’olocausto, ma è un film che parla di vita e idee, di come vengono forgiate quando la mente è ben alimentata da una buona lettura e di come la protagonista ha la peculiarità di riconoscere questa energia, “salvando” così ogni persona che incontra.

Storia di una ladra di libri: 10 cose che non sai sul film

Storia di una ladra di libri: 10 cose che non sai sul film

Storia di una ladra di Libri è un film così delicato, coinvolgente ed emozionante che ha conquistato il pubblico di mezzo mondo.

Questo film, che rielabora una serie di generi e cerca di rendere il pubblico protagonista della storia, ha avuto un gran successo, grazie anche dall’omonimo libro da cui è stato tratto. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Storia di una ladra di libri.

Storia di una ladra di libri film

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1. C’è un riferimento al libro da cui il film è tratto. Uno dei libri che Liesel legge a Max quando è malato, è in realtà il libro stesso da cui il film è stato tratto e che contiene la frase “ciò che le è venuto in mente era la polverosità del pavimento, la sensazione che i suoi vestiti fossero più vicini a lei che indosso a lei, e l’improvvisa consapevolezza che tutto ciò sarebbe stato inutile”.

2. È stato realizzato un poster d’epoca. Quando la protagonista arriva per la prima volta a scuola, si può vedere un grande poster con molti volti. Questa è una replica di un prodotto d’epoca, un poster raffigurante i fenotipi ariani ideali secondo la regione. Dipinti da due artisti con ossessione razziale, questi poster erano collocati in ogni scuola e gli studenti erano costretti a memorizzarli.

Storia di una ladra di libri streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Storia di una ladra di libri è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e Tim Vision.

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4. Il film è stato tratto da un omonimo libro. Storia di una ladra di libri è stato tratto da un omonimo libro del 2005, scritto da Markus Zusak che ha avuto un grande successo. Il film, infatti, ha avuto la sua trasposizione nel 2013, per mano di Brian Percival.

5. Il libro è nato da una serie di consultazioni. Markus Zusak, l’autore del romanzo (inizialmente pubblicato con il titolo La bambina che salvava i libri), ha consultato il Museo Ebraico di Sydney, il Museo Ebraico di Monaco e l’Archivio della città di Monaco durante la stesura del libro.

Storia di una ladra di libri cast

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6. Emily Watson è rimasta nel suo personaggio. L’attrice ha deciso di rimanere nel suo personaggio tutto il giorno, il che significava che tra una ripresa e l’altra si comportava ancora come una donna tedesca scontrosa. Questa condizione l’ha costretta a litigare all’aeroporto quando ha reagito come avrebbe fatto il suo personaggio al check-in, cosa che le causava alcuni problemi.

7. Per Geoffrey Rush questo film è stata una sfida. Il suo più grande terrore, in questa produzione, era lavorare con un bambino. Per poco, Rush non ha rifiutato la parte perché era titubante dall’accettare il ruolo per il quale era stato scritturato.

8. Sophie Nelisse ha vinto il ruolo, superando migliaia di candidati. Quando i produttori hanno iniziato a fare il casting del film, hanno deciso di concentrarsi innanzitutto sulla ricerca della ragazza perfetta per Liesel. I produttori hanno visto quasi un migliaio di candidati per il ruolo, per poi scegliere Sophie Nelisse grazie alla sua performance nel film canadese Monsieur Lazhar.

Storia di una ladra di libri trama

9. Una ragazzina come protagonista. Questo film è ambientato nella Germania della Seconda Guerra Mondiale e la protagonista è Liesel, una ragazzina che è stata affidata ad Hans Hubermann dalla madre, che è incapace di mantenerla. La giovane protagonista fatica ad adattarsi a casa e a scuola, anche perché non sa leggere.

10. Un rapporto tra padre e figlia. La ragazzina trova un alleato nel papà adottivo, che le insegna a leggere il suo primo libro e le fa nascere la passione per la lettura. Piano piano, in lei aumenta l’amore per la propria famiglia e scopre anche il valore dell’amicizia grazie a Max.

Fonti: IMDb, The Guardian

Storia di una ladra di libri arriva al cinema

Storia di una ladra di libri arriva al cinema

Nella Germania nazista della fine degli anni ’30, la piccola Liesel vive un’infanzia difficile, funestata dalla morte del fratello minore e dall’abbandono forzato da parte della madre, militante comunista perseguitata dal regime. Le cose non vanno meglio a scuola, dove la bambina viene presa di mira dai compagni per il fatto di non sapere né leggere né scrivere; a sostenerla arriva però l’amicizia con Rudy, mentre il padre adottivo le insegna  a leggere, alimentando in lei il fuoco sacro per la letteratura in una Germania in cui non ci si fa scrupolo di mandare al rogo i libri non in linea con l’ideologia dominante; non passerà molto tempo, prima che le vite di Lisa e degli altri vengano toccate direttamente dagli orrori della guerra e dello sterminio degli ebrei.

Inizialmente previsto per la metà di febbraio, giungerà finalmente sugli schermi italiani il prossimo 27 marzo –  dopo essere uscito negli USA nello scorso novembre – l’adattamento  dall’omonimo libro pubblicato nel 2005 da Markus Zusak ed edito in Italia da Sperling & Kupfer. Il film (girato in Germania, tra Berlino, Gorlitz e gli Studi Baselberg di Potsdam)  rappresenta la prima prova importante sul grande schermo per il regista inglese Brian Percival, la cui carriera si è fin qui snodata soprattutto sul piccolo schermo, culminando con una manciata di episodi di Downown Abbey; Percival porta sullo schermo la sceneggiatura redatta da Michael Petroni, del quale si può ricordare Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero.

Storia di una ladra di Libri

A guidare il cast della produzione americano-tedesca, due attori di livello come i premi Geoffrey Rush (Shine, Shekespeare in Love, Il discorso del re, La migliore offerta)  ed Emily Watson (Le onde del destino, Hilary and Jackie, Gosford Park) nel ruolo dei genitori adottivi della protagonista, cui dà il volto Sophie Nélisse, già vista in Monsieur Lazhar; l’amico fraterno di quest’ultima è interpretato dal tedesco Nico Liersch, noto finora praticamente solo in patria; la voce narrante è quella di Roger Allam (The Queen, V for Vendetta, Game of Thrones).

Storia di una ladra di Libri (titolo italiano che riprende nel solito modo un po’ ridondante il più essenziale inglese The book’s thief) ha riscosso un buon successo di pubblico, ma critiche un po’ tiepide, con la frequente accusa di aver giocato facile coi buoni sentimenti e l’ambientazione della Germania nazista. Il film ha tuttavia ottenuto varie nomination nei premi più importanti dell’ultima stagione: particolarmente apprezzate le interpretazioni di Watson e della giovane Nélisse, oltre che la colonna sonora, firmata dal veterano John Williams, che ha conquistato le nomination all’Oscar, al BAFTA e ai Golden Globes.

Storia di un Matrimonio: il nuovo trailer del film con Driver e Johansson

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Dopo la presentazione a Venezia 76, arriverà il 6 dicembre su Netflix Storia di un Matrimonio, il nuovo film di Noah Baumbach con protagonisti Scarlett Johansson e Adam Driver, nei panni di una coppia alle prese con una dolorosa separazione. Ecco il nuovo trailer.

Commentando il film, Baumbach ha dichiarato: “Nessuno dei due si aspettava questo esito. Per entrambi è importantissimo che abbiano la loro felicità individuale, ma è altrettanto importante che ne trovino una generale, un equilibrio tra le due. La protagonista aveva già intrapreso questo un percorso, era stata la prima a prendere coscienza della situazione, e mette lui in condizioni di fare lo stesso.”

Leggi la recensione di Storia di un matrimonio

 

Storia di un Matrimonio, recensione del film di Noah Baumbach #Venezia76

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Andare a vedere un film di Noah Baumbach presuppone una certa dose di certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando Storia di un Matrimonio a Venezia 76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo concludersi.

Nicole e Charlie sono una giovane coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la separazione e il divorzio comportano.

Baumbach scava con la sua penna affilata dentro al cuore della storia, restituisce non solo la sofferenza, ma le reali problematiche logistiche legate al fatto che i due genitori vivranno in città diverse e dovranno condividere comunque una famiglia, un figlio. E questo è insolito dal momento che il divorzio cinematografico (e non) è classicamente inteso come litigioso ed ostile. Storia di un Matrimonio invece racconta la fine dell’unione di fronte alla consapevolezza che l’amore non finirà mai, ma che si trasformerà per il bene di una famiglia che non si sgretola ma che si trasforma.

Non solo. Il fuoco si sposta dalle stanze dei consulenti di coppia a quelle degli avvocati, così che la storia cambia a sua volta e si traveste da procedural, con tutti gli elementi del caso e con la parola agli avvocati, che non hanno affatto la stessa cura nell’altra parte come nel caso dei due ex. E ancora, il film diventa dramma assoluto di fronte alla difficoltà di poter rimanere uniti, di poter continuare entrambi a fare i genitori. E infine persino commedia, amara e buffa, nelle magnifiche e autentiche interpretazioni di Adam Driver e Scarlett Johansson.

Noah Baumbach analizza e scandaglia ogni aspetto di una separazione, ma quello che più ammalia di Storia di un Matrimonio è l’autenticità dei dialoghi, delle situazione, la consapevolezza che di fronte a ostacoli e sofferenza, quello che resta davvero è un terribile vuoto di chi, credendo fosse “per sempre”, ha perso la sua scommessa, il suo investimento sulla vita, e nonostante questo prova a trovare un modo per andare avanti.

Storia di un matrimonio è l’ineluttabile tragicità della fine di un amore al cospetto di una famiglia che tenta e spera, nonostante tutto, di rimanere unita.

Storia di un Matrimonio e Netflix trionfano ai Gotham Awards 2019

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È stata una notte da leoni per Noah Baumbach e Storia di un Matrimonio, il suo nuovo film, disponibile dal 6 dicembre su Netflix e già presentato al Festival di Venezia 2019, dove, misteriosamente, non ha portato a casa nessun riconoscimento.

Poco male, perché il film di Baumbach ha spopolato ai Gotham Awards 2019, portando a casa il premio del pubblico, quello di miglior film, alla migliore sceneggiatura e al miglior attore.

Ecco di seguito la lista completa dei vincitori:

  • Miglior Film: Storia di un Matrimonio (Netflix)
  • Miglior Documentario: American Factory (Netflix)
  • Miglior regista esordiente: Laure De Clermont-Tonnerre per The Mustang (Focus Features)
  • Miglior Sceneggiatura: Storia di un Matrimonio, Noah Baumbach (Netflix)
  • Miglior Attore: Adam Driver, Storia di un Matrimonio (Netflix)
  • Miglior Attrice: Awkafina, Una Bugia Buona (A24)
  • Attore Esordiente: Taylor Russell, Waves (A24)
  • Serie d’esordio (formato lungo – più di 40 minuti): When They See Us (Netflix)
  • Serie d’esordio (formato corto – meno di 40 minuti): PEN15 (Hulu)
  • Premio del pubblico: Storia di un Matrimonio (Netflix)

Sarà difficile per il film di Baumbach fare altrettando bene nella serie A della grande industria, ma sappiamo che il suo film reciterà una parte importante nella stagione dei premi che si aprirà ufficialmente a breve con le nomination ai Golden Globe, il prossimo lunedì 9 dicembre.

Gotham Independent Film Awards sono premi cinematografici statunitensi destinati al cinema indipendente, assegnati annualmente a partire dal 1991.Presentati dall’organizzazione non a scopo di lucro Independent Filmmaker Project (IFP), i premi erano originariamente destinati solo ai film prodotti negli Stati Uniti nord-orientali, in particolare nello stato di New York, per poi ampliarsi nel corso degli anni a tutti gli Stati Uniti.

Fonte: Variety

Storia di un fantasma: morte, tempo e ricordi nel film di David Lowery

Uno dei più interessanti registi attualmente in attività è David Lowery, passato negli anni da un dramma come Senza santi in paradiso al disneyano Il drago invisibile, dal film-omaggio a Robert Redford Old Man & The Gun fino al cavalleresco Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Precisamente a metà tra questi quattro titoli, nel 2017, Lowery ha invece realizzato quello che ancora oggi è il suo film più estremo da un punto di vista contenutistico, formale e teorico: Storia di un fantasma (il cui titolo originale è A Ghost Story). Un’opera che rappresenta un momento di passaggio nella filmografia del regista, nonché incarnazione dei suoi principali interessi di ricerca cinematografica.

Proprio come poi avverrà con Sir Gawain e il Cavaliere Verde, con Storia di un fantasma Lowery cerca di rapportarsi con la sua visione pessimistica del futuro del pianeta e dell’umanità. Il regista ha infatti raccontato di aver concepito il racconto del film mentre viveva un momento di forte crisi esistenziale, ponendo dunque in tale storia tutte le sue paure relative alla fine dei rapporti, al dover abbandonare luoghi cari e al sentirsi intrappolati in situazioni che vanno al di là delle proprie possibilità. Il film è così diventato una profonda meditazione su tematiche universali come il tempo, la morte e i ricordi.

Tematiche poi espresse e rafforzate grazie a precise scelte stilistiche, a partire dall’atipico formato 1.33:1. Questo conferisce all’inquadratura un aspetto tendente al quadrato, facendo così avvertire ulteriormente il senso di oppressione del protagonista, costretto a vivere per sempre in determinate situazioni, senza potervi mai sfuggire. Allo stesso tempo, però, Lowery smussa gli angoli dell’inquadratura, dandogli un effetto tondeggiante che ricorda quello di certe diapositive, simbolo della memoria, di qualcosa appartenente al passato. E ancora i tempi dilatati, i piani sequenza, l’esiguità dei dialoghi, l’irrefrenabile scorrere del tempo, sono queste alcune delle caratteristiche attraverso cui il regista ci porta a contatto con l’atmosfera del film.

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La trama e il cast di Storia di un fantasma

Ma di cosa parla dunque Storia di un fantasma? Protagonista del racconto è C, la cui vita si interrompe bruscamente a causa di un incidente stradale. Poco prima di morire, egli aveva acconsentito a lasciare la casa dove vive con sua moglie M per portarla in una nuova e migliore abitazione, dove vivere al meglio il loro grande amore. Forse spinto dal desiderio di tornare dalla donna che ama o dal rimpianto per non essere riuscito a portare a termine i suoi propositi, C si riveglia sotto forma di fantasma nella casa. Qui assiste impotente ai tentativi di sua moglie di elaborare il lutto e, in seguito, di andare avanti con la propria vita senza di lui. Nel mentre, il tempo inizia a scorrere in modo strano e il fantasma si troverà a fare esperienza di ciò che sarà, di ciò che è stato e di ciò che è.

Per i ruoli dei due protagonisti, C ed M, Lowery ha voluto gli attori Casey Affleck e Rooney Mara, con i quali aveva già lavorato per Senza santi in Paradiso. Entrambi, nel partecipare a questo film, dovettero però confrontarsi con sfide per loro inedite. Affleck, ad esempio, ha dovuto recitare nel film quasi interamente mascherato dal lenzuolo che rappresenta il fantasma. Questo, in particolare, richiese un lavoro particolarmente elaborato nella sua realizzazione e quando fu pronto si notò che accentuava ogni movimento dell’attore, con il risultato di dar vita ad un fantasma fin troppo dinamico. La recitazione di Affleck, dunque, dovette basarsi interamente sul dar vita a movimenti lenti o sul rimanere il più rigido possibile.

Mara, invece, è protagonista di una delle scene più discusse del film, quella in cui mangia voracemente per diversi minuti ininterrotti una torta. L’attrice ha raccontato di non essere affatto un amante di questo tipo di dolci e di aver faticato molto nel mangiare in quel modo. Il disgusto che le si può vedere in volto è dunque reale. Nel film sono poi presenti alcuni altri sporadici personaggi, ma il più importante di tutti è senza dubbio il Pronosticatore, interpretato da Will Oldham. Il suo monologo sulla fine del mondo è il più lungo brano parlato dell’intero film e racchiude tutte le paure e le ansie a partire dalle quali Lowery ha concepito tale film.

Storia-di-un-fantasma-significato

Storia di un fantasma, il significato dei ricordi e l’amore contro il tempo

Partendo da un amore che si spezza bruscamente e dalle paure nei confronti del mondo, Lowery concepisce dunque una concreta manifestazione dei ricordi che sopravvivono nel tempo. Il fantasma del protagonista sembra rappresentazione proprio ciò, aggirandosi lì dove l’uomo che era in vita ha vissuto emozioni ed eventi che non svaniscono al sopraggiungere della morte corporea. Lowery si affida dunque alla figura del fantasma che si aggira nella casa rendendolo simbolo di ciò che è stato e che, anche se invisibile all’occhio umano, continua ad essere. Una presenza nell’assenza, che rimane vicino alla donna amata anche se lei non può percepirla. Allo stesso tempo, il fantasma del protagonista è guidato dall’incapacità di lasciare determinati luoghi o affetti.

Si sviluppa così un forte senso di malinconia, con il protagonista chiamato a fare i conti con quanto si è lasciato indietro e verso il quale ora non possiede più alcun controllo. L’intero film diventa dunque una metafora sul rapporto che si instaura con i luoghi, con le persone e con il loro ricordo. Ed è proprio nello scontro tra amore e tempo che Storia di un fantasma trova un altra delle sue riflessioni più importanti. Mentre il protagonista impara a riconoscere l’impatto della sua presenza sulla donna amata, capirà di conseguenza anche l’immortalità dell’amore, un sentimento che continua a fare il proprio percorso anche al di là dell’esistenza di chi lo ha destato. Quando comprende ciò, ritrovando il biglietto lasciato nel muro da M, può finalmente congedarsi dal mondo.

Il trailer di Storia di un fantasma e dove vedere il film in streaming e in TV

Il film è presente, in prima TV, nel palinsesto televisivo di giovedì 23 febbraio alle ore 23:00 sul canale Rai Movie. Se possibile possibile vederlo in tale occasione, sarà comunque possibile fruire di Storia di un fantasma grazie alla sua presenza su due delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile per il noleggio o l’acquisto nei cataloghi di Google Play e Amazon Prime Video. In alternativa, si può anche acquistare il DVD o blu-ray del film, comprensivi di numerosi contenuti speciali di grande valore, come ad esempio il commento audio del regista.

Fonti: IMDb, Collider, FeaturesandFiction

Storia di un Fantasma in dvd e blu-ray

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Una giovane coppia, dopo essersi divisa a causa di una perdita, riscopre un legame di eterno e infinito amore. Storia di un Fantasma arriva in DVD e Blu-ray dal 18 aprile con Universal Pictures Home Entertainment Italia, un’indimenticabile riflessione sull’amore e il passare del tempo che rimarrà impressa anche dopo i titoli di coda. Con le scene tagliate e il commento del regista David Lowery all’interno dei contenuti speciali, scoprirete molto altro sulla misteriosa storia d’amore e di perdita e ciò che ha portato il regista e la sua crew a realizzarla.

David Lowery (Senza santi in paradiso) dirige infatti un intenso dramma sull’amore eterno con Casey Affleck (Manchester by the sea) e Rooney Mara (Song to Song), due protagonisti perfetti per un film a metà tra Terence Malick e la fiaba giapponese. Un fantasma, che un tempo era stato un uomo , si incammina verso la casa dove viveva. L’uomo è morto qualche tempo prima in un incidente stradale proprio davanti a casa sua. Li’ osserva tutto il dolore della sua compagna ormai sola, avvolto in un lenzuolo bianco. Storia di un Fantasma è l’affascinante racconto dell’attesa grazie all’atmosfera rarefatta e alle suggestive inquadrature: una nuova visione per non avere più paura dei nostri fantasmi.

CONTENUTI SPECIALI NEL BLU-RAY:

  • Storia di un Fantasma e l’Inevitabile Passare del Tempo
  • Scene Tagliate
  • Storia di un Compositore
  • Commento Audio con il Regista David Lowery e la Crew

    CONTENUTI SPECIALI DVD:

  • Storia di un Fantasma e l’Inevitabile Passare del Tempo
  • Scene Tagliate
  • Storia di un Compositore
  • Commento Audio con il Regista David Lowery e la Crew

Storia di un crimine: Mauricio Leal, la storia vera dietro il film Netflix

Il nuovo thriller Netflix proveniente dalla Colombia, Storia di un crimine: Mauricio Leal – diretto da Jaques Toulemonde Vidal – è subito divenuto uno dei titoli più visti sulla piattaforma. Merito anche del suo essere basato sulla storia vera di uno dei più noti casi di omicidio verificatisi in Colombia negli ultimi anni, ovvero quello di Mauricio Leal. Nella fatidica notte del 21 novembre 2021, Leal fu assassinato nella sua casa insieme alla madre, Marleny Hernandez, il cui cadavere fu trovato accanto a lui. Il caso ottenne subito un’enorme attenzione da parte dei media. Anche se inizialmente la scena sembrava un caso di omicidio-suicidio, gli investigatori, però, scoprirono ben presto qualcosa di più sinistro, portando alla luce una vicenda quantomai torbida. Il film la ripercorre proponendo anche i retroscena utili a capire ciò che realmente accadde.

Chi era Mauricio Leal?

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Ma andiamo con ordine: chi era Mauricio Leal? Si tratta di un hairstylist famoso in tutta la Colombia. Dalle attrici a Miss Universo, Leal acconciava personaggi famosi in tutto il Paese. Aveva un salone personale a Bogotà, dove lavorava con il fratello maggiore Jhonier, anch’egli stilista. Tuttavia, Jhonier non ha avuto la stessa fortuna di Mauricio e si considerava un perdente perché non riusciva ad avere lo stesso successo del fratello minore. A lungo andare, ciò ha fatto nascere in Jhonier un sentimento di gelosia. Come se non bastasse, la madre di Jhonier e Mauricio, Marleny Hernandez, era una madre premurosa e affettuosa che dava la stessa priorità ai suoi figli, ma apparentemente era più affezionata al figlio minore, Mauricio, facendo dunque sentire Jhonier escluso dalla sua famiglia.

Qual è la storia vera della morte di Mauricio Leal?

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È bene sapere che Mauricio Leal era fortemente dipendente dalla droga, ma non aveva affatto tendenze suicide. I suoi colleghi del salone, così come le persone che lavoravano per lui nella sua casa, hanno confermato che non ha mai mostrato alcun segno di voler farsi del male. Ma Jhonier, fin dall’inizio, ha sostenuto che Mauricio era un tossicodipendente, il che poteva averlo portato alla follia e ad uccidersi. Dopo il ritrovamento dei due cadaveri in casa di Mauricio, il caso venne dunque etichettato come un omicidio-suicidio. Sembrava infatti che Mauricio avesse ucciso la madre pugnalandola a morte e poi si fosse ucciso con il coltello.

Durante le indagini, la presenza di una lettera d’addio contenente la calligrafia di Mauricio ha confermato sempre di più questa ipotesi. Nella lettera d’addio si diceva che l’amore per la madre era così forte che aveva deciso di stare con lei in paradiso. Agli investigatori, tuttavia, qualcosa non tornava, per loro c’era qualcosa di strano in questo caso. Due mesi dopo, dunque, hanno stabilito che non si trattava di un suicidio, bensì di un caso di doppio omicidio. Scavando più a fondo nel passato di Jhonier Leal, hanno infatti trovato motivi sufficienti per uccidere l’intera famiglia. Jhonier divenne automaticamente il primo sospettato e quando si scoprì che la sua mano aveva una ferita, i sospetti si intensificarono.

Jhonier ha a quel punto mandato all’aria il suo alibi nel tentativo di spiegare la ferita. Alla fine, la polizia lo ha arrestato, scoprendo anche che Jhonier era alla ricerca della proprietà che avrebbe dovuto acquisire dopo la morte della sua famiglia. Mauricio Leal non era infatti un santo, bensì si scoprì che era affiliato a diverse bande di trafficanti di droga. È stato rivelato che era anche associato al riciclaggio di denaro, che gli ha permesso di ottenere enorme ricchezza in un breve periodo di tempo. Durante le indagini, la polizia ha dunque sequestrato tutti i beni di Mauricio Leal.

Che fine ha fatto Jhonier Leal? Dove si trova ora?

Storia di un crimine Mauricio Leal Jhonier

Jhonier Leal, arrestato il 14 gennaio 2022 per il duplice omicidio della madre e del fratello, ha infine confessato il suo crimine. Egli ha affermato di aver agito in preda a un raptus impulsivo, scaturito dalla propria gelosia. Sapeva inoltre che presto o tardi avrebbe dovuto affrontare gravi conseguenze per le sue azioni, per questo motivo dopo l’arresto ha inizialmente confessato il suo crimine. Tuttavia, l’uomo ha poi cambiato idea subito dopo l’arresto e ha cercato di rivendicare la propria innocenza di fronte alla legge. Attualmente, però, Jhonier rimane dietro le sbarre. È infatti stato condannato a 60 anni di carcere e sta scontando la pena nella cella di La Picota. A nulla è valsa la sua richiesta di essere posto agli arresti domiciliari.

Storia di un crimine: Mauricio Leal: la storia vera è differente dal film?

Storia di un crimine Mauricio Leal Juana del Rìo

Il protagonista principale dell’adattamento Netflix di Storia di un crimine: Mauricio Leal è la detective Rebeca, che non esiste nella realtà ma è un insieme di tutti i detective che hanno lavorato a questo caso. I realizzatori si sono infatti presi delle libertà creative e hanno aggiunto una certa profondità e drammaticità alla narrazione introducendo tale detective nella storia. La donna viene inoltre caratterizzata come una madre e  moglie di un marito geloso del suo successo, che cerca di scaricare su di lei la sua frustrazione e la sua ira, mentre lei vorrebbe solo che qualcuno la accettasse e la capisse.  Questa aggiunta ha reso il mistero dell’omicidio più avvincente, stabilendo quasi un legame tra la detective e Jhonier. Nel film è dunque lei a risolvere il caso, ma alla fine le viene chiesto di abbandonare il caso in quanto deve prendersi cura di suo figlio.

Nei momenti conclusivi del film, la vediamo dunque accettare il suo destino, allontanandosi dal caso. Ma la sua impossibilità a rimanere fino alla fine di esso crea in qualche modo un’ossessione nella sua mente. Si affeziona sempre di più al caso perché, pur avendo un percorso diverso, è involontariamente empatica nei confronti di Jhonier, perché, proprio come lui, si sente sempre esclusa dalla sua famiglia e la sua salute mentale ne risente. Storia di un crimine: Mauricio Leal non fornisce dunque al pubblico una semplice indagine su un crimine realmente avvenuto, bensì costruisce il racconto a partire da un personaggio che si rivela strettamente connesso ai sentimenti da cui è scaturito il delitto. Raccontato dal suo punto di vista, il racconto del film differisce parzialmente dalla storia vera, senza però stravolgerla.

Storia di mia moglie: recensione del film con Léa Seydoux

Storia di mia moglie: recensione del film con Léa Seydoux

Arriva direttamente dalla selezione ufficiale del Festival di Cannes 2021 Storia di mia moglie, della regista e sceneggiatrice ungherese Ildikó Enyedi, già vincitrice della Camera d’Oro nel 1989 con il suo esordio, Il mio XX secolo. Premiata anche a Berlino con l‘Orso d’oro nel 2017 per Corpo e anima, la regista sceglie qui di raccontare una storia d’amore intensa quanto travagliata, inquinata dal dubbio e da un rapporto di coppia perverso tra due figure molto diverse, che però, non possono che attrarsi.

La storia di Lizzy e Jacob 

Jacob Störr, Gijs Naber, è un capitano di marina olandese solitario e taciturno, sempre in giro per il mondo sulle sue navi. Tuttavia, ha la sensazione che alla sua vita manchi qualcosa. Finchè un giorno, un po’ per gioco, scommette col suo amico Kodor, Sergio Rubini, che sposerà la prima donna che entra nel bar dove i due stanno facendo colazione. Il caso, fortunato, vuole che si tratti della bella e spregiudicata Lizzy,  Léa Seydoux , che accetta senza porsi problemi la proposta di matrimonio del capitano. Ha inizio così una storia d’amore dominata dall’ossessione di lui per un possibile tradimento da parte di Lizzy, donna affascinante e libera. Storia contraddistinta da continui litigi e rappacificazioni. Un amore che li tiene legati, ma spesso lontani anni luce e comunque diversi. Questo amore sopravviverà alla gelosia? Il capitano Störr, gigante buono e uomo tutto d’un pezzo all’apparenza, in realtà fragile e disilluso, riuscirà a capire cosa vuole davvero?

Cinema e letteratura in Storia di mia moglie

È la prima volta che Ildikó Enyedi prende spunto da un’opera letteraria per un suo lavoro. Si tratta del romanzo La storia di mia moglie di Milán Füst, scritto nel 1942. Se il romanzo segue gli andirivieni della mente del protagonista, non si possono non ricordare, mentre si assiste alla visione del film, i capolavori che hanno rinnovato la narrativa del Novecento. Difficile non cogliere riferimenti letterari a Joyce e al suo Ulisse. In primis, Jacob è un capitano di marina, un navigante, come l’eroe omerico, che fa ritorno a casa, dove lo aspetta la sua donna. Ma Lizzy, più che una moderna Penelope, sembra una moderna Molly Bloom, moglie del protagonista dell’opera Joyciana, che forse tradisce il marito Leopold, ma dalla quale lui, finisce sempre per tornare. Non per nulla, il proprietario della casa che Jacob e Lizzy affittano ad Amburgo, interpretato da Josef Hader, si chiama proprio Leopold Bloome. Tra gli echi di Joyce, poi, troverà posto anche un’epiphany, un’apparizione.

Storia di mia moglie film recensioneBravura dei protagonisti e cura della messa in scena in un’aura troppo enigmatica

Storia di mia moglie è senza dubbio un lavoro molto curato esteticamente, che a tratti ricorda perfino dei dipinti, grazie alla fotografia di Marcell Rév, ma anche ai costumi di Andrea Flesch

e alla scenografia di Imola Láng, che contribuiscono a creare un’ambientazione elegante e ricostruiscono benissimo epoca e luoghi – Parigi, Amburgo.  Il protagonista ha la solidità rassicurante che ci si aspetta da un capitano di marina: robusto, coraggioso e buono, quanto fragile nel rapporto con Lizzy. Lei è una perfetta dama anni ’20, estroversa, esuberante e libera. La vicenda è centrata sul rapporto malato tra i due, che diventa per Jacob ossessione del tradimento in sua assenza, ansia di non riuscire ad afferrare l’essenza di questa donna, pagando il peccato originale di averla sposata senza conoscerla. All’interno di questa ossessione si snodano corsi e ricorsi di una storia ciclica, allontanamenti e riavvicinamenti, in un gioco in cui, appena la coppia sembra aver trovato un equilibrio, tutto torna al punto di partenza. La regista sa rendere bene la perversione del legame, ma il film soffre della mancata evoluzione dei personaggi. Al suo posto, una eterna circolarità.

Per quel che riguarda le interpretazioni, Gijs Naber è molto espressivo, riesce a trasmettere al pubblico sensazioni ed emozioni, pur sotto la dura scorza del suo personaggio, c’è in lui della verità.  Léa Seydoux si trova qui a proporre un personaggio che, visto dagli occhi di Jacob, appare come una mantide, una creatura felina, sfuggente e intrigante, che però riesce sempre a ricondurlo a sé. Tuttavia, questo tipo di personaggi che non le sono nuovi, risultano un po’ troppo affettati, di maniera, come è accaduto di recente con il personaggio di Madeleine, compagna di Bond nell’ultimo No time to die. Manca un po’ quell’autenticità che porta al coinvolgimento e che l’attrice certo ha nelle sue corde. Vi sono poi diverse partecipazioni di rilievo, anche italiane. Accanto a un bravissimo Sergio Rubini, perfetto nel ruolo dell’amico Kodor, faccendiere intrallazzone, troviamo Jasmine Trinca nei panni di Madame Cobbet. Ad interpretare Dedin, l’amante – o presunto tale – di Lizzy, troviamo Louis Garrel che ben caratterizza un personaggio doppio e infido.

Storia di mia moglie jasmine trincaPur potendo contare su un cast e interpretazioni di tutto rispetto, il film soffre però di molti non detti, cenni che non vengono chiariti, allusioni. Se all’inizio questi alimentano la curiosità dello spettatore e lo fanno entrare nei panni del protagonista – che quasi nulla sa della donna che ha sposato e tutto vorrebbe scoprire – poi restano irrisolti, lasciando dubbi e più di qualche buco narrativo.

Storia di mia moglie è un lavoro esteticamente pregevole, da vedere al cinema, godendo di tutte le potenzialità del grande schermo. È adatto a chi ama le storie in costume – con un’ambientazione anni Venti. È ricco di riferimenti interessanti e tenta un viaggio intrigante nella mente dei due protagonisti, soprattutto di Jacob, alla ricerca di un equilibrio difficilissimo in un amore contorto e malato. Forse, però, come il Leopold Bloom di Joyce, il film si perde un po’ nel suo peregrinare, in un dipanarsi lungo e ricorsivo, infine statico, come il suo protagonista, che sembra tornare al punto di partenza, senza una nuova consapevolezza di sé.

Storia di mia moglie è una co-produzione ungherese, italiana e tedesca. Prodotto da Inforg M&M Film, National film institute Hungary, Palosanto Films con Rai Cinema, Komplizen Film, in associazione con Pyramide Productions e distribuito da Altre Storie, è visibile solo al cinema dal 14 aprile.

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