Guarda la prima clip in italiano di Necropplis La città
dei morti, da giovedì 11 settembre al cinema. Il
nuovo spaventoso thriller ambientato nel mondo sotterraneo di
Parigi. Con Ben Feldman, Perdita Weens e Edwin
Hodge. Scritto da Drew e John Erick Dowdle e diretto
da John Erick Dowdle.
Miglia di tortuose catacombe si nascondono sotto le strade di
Parigi, la dimora eterna di un numero senza fine di anime. Quando
una squadra di esploratori si avventura in un inesplorato labirinto
di ossa, scopriranno il segreto per il quale la città dei morti era
stata destinata. “Necropolis – La città dei morti” è un viaggio
nella follia e nel terrore che raggiunge le profondità della psiche
umana per rivelare i demoni personali che tornano a dare la caccia
a ciascuno di noi.
Un terrificante dietro le quinte
di Necropolis La città dei morti è
stato pubblicato online. Scritto e diretto
da Drew e John Erick Dowdle e
con Ben Feldman, Perdita
Weeks e Edwin Hodge, il
film è ambientato nelle catacombe di Parigi.
Trama di Necropolis:
Miglia di tortuose catacombe si
nascondono sotto le strade di Parigi, la dimora eterna di un numero
senza fine di anime. Quando una squadra di esploratori si avventura
in un inesplorato labirinto di ossa, scopriranno il segreto per il
quale la città dei morti era stata destinata. “Necropolis – La
città dei morti” è un viaggio nella follia e nel terrore che
raggiunge le profondità della psiche umana per rivelare i demoni
personali che tornano a dare la caccia a ciascuno di noi.
Ecco il trailer italiano di
Necropolis la città dei morti, nuovo
spaventoso thriller ambientato nel mondo sotterraneo di Parigi.
Il film è interpretato da Ben Feldman, Perdita
Weeks e Edwin Hodge, scritto da
Drew e John Erick Dowdle e
diretto da John Erick Dowdle.
Miglia di tortuose catacombe si
nascondono sotto le strade di Parigi, la dimora eterna di un numero
senza fine di anime. Quando una squadra di esploratori si avventura
in un inesplorato labirinto di ossa, scopriranno il segreto per il
quale la città dei morti era stata destinata. “Necropolis – La
città dei morti” è un viaggio nella follia e nel terrore che
raggiunge le profondità della psiche umana per rivelare i demoni
personali che tornano a dare la caccia a ciascuno di
noi.
Guarda il trailer del nuovo
thriller di Necropolis La città dei morti
scritto e diretto da Drew e John Erick
Dowdle e con Ben
Feldman, Perdita
Weeks e Edwin Hodge.
Miglia
di tortuose catacombe si nascondono sotto le strade di Parigi, la
dimora eterna di un numero senza fine di anime. Quando una squadra
di esploratori si avventura in un inesplorato labirinto di ossa,
scopriranno il segreto per il quale la città dei morti era stata
destinata. “Necropolis – La città dei morti” è un viaggio nella
follia e nel terrore che raggiunge le profondità della psiche umana
per rivelare i demoni personali che tornano a dare la caccia a
ciascuno di noi.
Guarda
il trailer del nuovo thriller di Necropolis La città
dei morti scritto e diretto da Drew e
John Erick Dowdle e con Ben
Feldman, Perdita
Weeks e Edwin Hodge.
Miglia di tortuose catacombe si nascondono sotto le strade
di Parigi, la dimora eterna di un numero senza fine di anime.
Quando una squadra di esploratori si avventura in un inesplorato
labirinto di ossa, scopriranno il segreto per il quale la città dei
morti era stata destinata. “Necropolis – La città dei morti” è un
viaggio nella follia e nel terrore che raggiunge le profondità
della psiche umana per rivelare i demoni personali che tornano a
dare la caccia a ciascuno di noi.
Dopo
aver diretto Devil, film scritto e
prodotto da M. Night Shyamalan, i fratelli
John Erick e Drew Dowdle tornano
alla regia e si misurano con il filone found footage
horror, dirigendo Edwin Hodge, Ben Feldman,
Perdita Weeks in Necropolis La città dei
morti.
Sotto le strade di Parigi si trovano
chilometri di tortuose catacombe, eterna dimora di innumerevoli
anime. Quando una squadra di esploratori si avventura in quel
labirinto di ossa inesplorato, viene alla luce il segreto di cosa,
questa città dei morti, aveva lo scopo di
celare. Necropolis La città dei
morti è un viaggio nella follia e nel terrore, che
raggiunge la profondità della psiche umana per portare alla luce i
demoni di ciascuno che tornano per perseguitare tutti noi.
Necropolis La città dei
morti è un horror basato sull’ormai “classico”
espediente di racconto in chiave found footage che mette
al centro della narrazione l’ambientazione stessa, ovvero le note
catacombe parigine che sono già state teatro di orrori in
Catacombe. Punto forte della pellicola è
il tema trattato, l’alchimia, che assume sempre un certo fascino
soprattutto quando si parla di Pietra Filosofale, oggetto alchemico
per eccellenza che ormai porta inevitabilmente alla mente la saga
di Harry Potter. Il film, anche se costruito su un inizio non
propriamente ben calibrato, si dispiega come di consueto con
sequenze interessanti e sopperisce in parte alla mediocre
scrittura, con una buona dose di tensione e atmosfera. Ma quello
che non convince è appunto il pastrocchio narrativo formato da vari
riferimenti intersecati tra loro con superficialità: dall’alchimia
si arriva alla tradizione egizia, passando per riferimenti
cattolici.
Il tentativo di dare un
significato all’incredibile sequenza di stranezze che accadono ai
protagonisti sottoterra è poco elaborato oltre che improvvisato. Il
perturbante, anche se molto efficace, necessità di un’elaborazione
molto più specifica rispetto ad altri espedienti che al contrario
sono di facile lettura.
Tuttavia, Necropolis La
città dei morti è soprattutto un film d’atmosfera e
la pellicola ha forse il pregio di essere l’unica opera basata sul
found footage che tenta di giustificare, dal punto rivista
diagetico, l’utilizzo di tale espediente (finto documentario),
perché ogni inquadratura è costruita in modo tale da mantenere
credibile la costruzione scenica. Apprezzabile inoltre è il
tentativo di disorientare lo spettatore, che a sua volta perde la
cognizione dello spazio e del tempo insieme ai protagonisti,
facendosi inghiottire metri e metri sotto il suolo
dell’affascinante Parigi.
Universal Pictures Italia è lieta di annunciare
l’uscita in DVD e Blu-ray di
Necropolis La città dei morti,
disponibile in home video dal 14 Gennaio. Dagli stessi produttori
di Godzilla e Pacific
Rim e diretto da Erick Dowdle (Devil,
Quarantena), arriva un horror in stile found footage che
porterà lo spettatore nelle affascinanti quanto terrorizzanti
catacombe di Parigi.
In Necropolis – La città
dei morti, una squadra di esploratori si avventura
nell’intricato labirinto di catacombe che si dipana al di sotto
della capitale francese, in un mondo dimora di innumerevoli anime
in pena. Un viaggio che li porterà ad affrontare anche i demoni
personali che li tormentano. Nell’edizione Blu-ray del film, con
“Dentro Necropolis – La città dei morti”
sarete invitati ad addentrarvi in un mondo sotterraneo in cui
l’unica via d’uscita è sotto di voi… Lasciate ogni speranza!
Sinossi
Sotto le strade di Parigi si
dipanano chilometri di catacombe, l’eterna dimora di un numero
senza fine di anime. Un gruppo di esploratori si avventura nel
labiritino di ossa alla ricerca della Pietra Filosofale e scopre
l’oscuro segreto che si nasconde nel cuore della città dei
morti.
INFO TECNICHE
Blu-ray
Audio: Inglese DTS-HD
Master Audio 7.1; Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo DTS Digital
Surround 5.1. con sottotitoli Inglese n/u, Italiano, Francese,
Tedesco, Spagnolo, Danese, Olandese, Finlandese, Islandese,
Norvegese, Portoghese, Svedese, Arabo.
Contenuti Extra:
Dentro Necropolis – La Città dei morti
Prezzo consigliato al
pubblico: 19,99 €
DVD:
Audio: Inglese,
Italiano, Tedesco, Turco Dolby Digital 5.1 con sottotitoli in
Inglese n/u, Italiano, Tedesco, Turco
Uscirà l’11 settembre nei cinema nostrani ma su internet
arrivano già i primi spot che gireranno a breve in tv per
Necropolis la Città dei Morti, il film
di Drew e John Erick Dowdle che
vede Ben
Feldman, Perdita
Weeks e Edwin Hodge imbattersi
nelle gallerie sotterranee di Parigi alla ricerca di misteri da
portare alla luce, ma ciò che troveranno non saranno solo reperti
archeologici.
Miglia di tortuose catacombe si nascondono sotto le strade
di Parigi, la dimora eterna di un numero senza fine di anime.
Quando una squadra di esploratori si avventura in un inesplorato
labirinto di ossa, scopriranno il segreto per il quale la città dei
morti era stata destinata. “Necropolis – La città dei morti” è un
viaggio nella follia e nel terrore che raggiunge le profondità
della psiche umana per rivelare i demoni personali che tornano a
dare la caccia a ciascuno di noi.
Lo scorso 10 ottobre, al
Comic Con 2013 di New York, è
stato presentato, riscuotendo un grandissimo successo, il
documentario Necessary Evil: Super-Villains of DC
Comics, che esplora il mondo dei cattivi
dell’universo immaginario della DC
Comics, analizzandone la storia, la personalità e il
loro impatto sulla società. Il documentario presenta alcuni
interventi di personaggi illustri quali Richard
Donner (Superman),
Guillermo del Toro (Pacific Rim) e
Zack Snyder (L’uomo d’acciaio). Di seguito la prima
clip ufficiale tratta da Necessary Evil, che uscirà in
Blu-ray e in DVD in America il prossimo 25
ottobre.
Nebula è uno
personaggi più sfaccettati del mondo Marvel. Conosciuta prima grazie ai fumetti, e poi
grazie a Guardiani della Galassia e agli ultimi due film
dedicati agli Avengers, ci si rende
conto di quanto Nebula sia un personaggio complesso. Figlia di
Thanos e sorella di Gamora
(Zoe Saldana), sembra
essere il secondo villain più importante dopo il padre. Le sue
caratteristiche la rendono un essere unico, forse tremendo, ma
anche uno dei più umani.
Ecco dieci cose da sapere su
Nebula.
Nebula: chi è l’attrice che la
interpreta
1. La scelta drastica di
Karen Gillan. Per interpretare il personaggio di Nebula,
che appare nel primo Guardiani della
Galassia, è stata scelta Karen Gillan
che, per entrare meglio nel personaggio, ha deciso di compiere un
atto estremo e di rasarsi la testa. Un gesto che pare averla
aiutata molto, tanto da non riconoscersi una volta completato il
make up e messo il costume.
2. Karen Gillan si è
divertita ad interpretarla. L’attrice scozzese ha sempre
ammesso di divertirsi molto ad interpretare Nebula, anche se le
sessioni di trucco durano una media di quattro ore. Soprattutto, la
Gillan ha detto di averla interpretata con molto piacere in
Avengers: Endgame,
quando ha dovuto condividere tempo e spazio con tantissimi suoi
colleghi e con una grande atmosfera condivisibile sul set.
Nebula in Avengers
3. In Avengers: Endgame si vede un’altra
Nebula. Dati i film precedenti, si era dato per scontato
che Nebula fosse in pratica il secondo villain dopo Thanos, suo
padre. Eppure, in Avengers: Endgame, la
figlia del Titano Pazzo è forse il personaggio che muta
maggiormente e che esprime più umanità.
4. Il personaggio ha
debuttato in The Avengers No. 257. Nel 1985,
Nebula ha fatto il suo debutto nei fumetti, creata dalle mani di
Roger Stern e di John Buscema. In
questo numero, lei era un pirata spaziale incerto di un potere. Ma
le origine vengono meglio delineate in The Infinity
Gauntlet, in cui viene rivelato come sia vicina a Thanos e da come venga da lui rifiutata e
torturata.
5. Uno dei personaggi chiave
dopo gli eventi di Infinity War. Già al termine di
Avengers: Infinity War
era evidente che Nebula sarebbe potuta essere la chiave di volta
per il successivo Avengers: Endgame. Questo sentore era
dovuto al fatto che Nebula è figlia di Thanos e che ha delle
potenzialità uniche, utili a cambiare la storia e a rivelare
dettagli importanti.
Nebula: in che film compare
6. Sarebbe dovuta morire nel
primo Guardiani della Galassia. In un’intervista
realizzata con l’uscita di Guardiani della Galassia Vol.
2, Karen Gillan ha dichiarato che il suo
personaggio sarebbe dovuto morire nel primo capitolo. Infatti,
“Avevo la sensazione che ci fosse spazio per approfondire il
personaggio, ma originariamente era previsto che morisse nel primo
film, se non sbaglio, da quanto ricordo dalla sceneggiatura.
Ovviamente non muore, e poi ho scoperto che sarebbe tornata nel
secondo film e ho scoperto che avremmo esplorato tutte queste
magnifiche cose su come si sente in merito al suo passato e alla
sua relazione con Gamora, sua sorella. Quindi, sono stata molto
felice”.
7. Da Guardiani della
Galassia a dopo Avengers: Endgame. Quello
che sembrava essere solo una comparsata nel primo film dei
Guardiani senza impegno, si è rivelata invece una collaborazione duratura con i
Marvel Studios. Karen
Gillan, l’interprete di Nebula, infatti, appare nei due
film dedicati ai Guardiani e anche in Avengers: Infinity War e in
Avengers: Endgame: “Non avevo idea della direzione che
avrebbe preso il mio personaggio. Sinceramente ho firmato il
contratto pensando che si trattasse solo di otto giorni di riprese
e che poi sarei morta nel primo Guardiani della Galassia. Eccomi
ancora qui tre film dopo, e ce ne sono altri tre da scoprire”.
Non è chiaro in quali progetti futuri potrà apparire Nebula, anche
se è quasi certo che la si vedrà in Guardiani della Galassia
Vol.3.
8. James
Gunn vorrebbe uno standalone. Tra i vari
personaggi dei Guardiani della Galassia, uno dei preferiti di
James Gunn è
sicuramente Nebula, la figlia di Thanos. Non molto tempo fa, il
regista ha rivelato che vorrebbe vedere Nebula in un standalone, perché ha tutte le
potenzialità per essere una protagonista indiscussa.
Nebula: il suo costume
9. Il costume in stile
Ravager. Nebula è forse uno dei pochi personaggi che nel
corso dei film non cambia mai aspetto. Se sicuramente dal primo
film dedicato ai Guardiani fino ad Avengers: Endgame
qualcosa è stato raffinato, c’è da dire che Nebula ha sempre
conservato il suo costume in perfetto stile Ravager, senza subire
importanti modifiche.
10. Il cambiamento di
trucco. Nel corso dei film sono state apportare delle
modifiche per quanto riguarda il trucco di Nebula. Se all’inizio
Karen Gillan si era rasata la testa, in Guardiani della
Galassia Vol. 2 ha dovuto rasare solo una parte senza
sacrificare totalmente la sua chioma rossa e trovando soluzioni che
andavano per le lunghe, ma che la lasciassero con la parte
superiore dei capelli.
La morte di Thanos in Avengers:
Endgame ha lasciato Nebula in preda ad una serie di
sentimenti contrastanti. In quanto figlia adottiva del Titano
Pazzo, in origine il personaggio intepretato da Karen Gillan è stato presentato come suo
fedele soldato.
A mano a mano che ha sviluppato un
legame sempre più fraterno con Gamora, Nebula si poi è resa conta
che poteva lasciarsi alle spalle la relazione violenta che aveva
con Thanos. Da quel momento, infatti, ha deciso di unirsi ai
Vendicatori nella lotta contro il nemico. Nonostante sembra che il
personaggio sia riuscito a superare le manipolazioni del Titano
Pazzo, è stata proprio Gillan a rivelare che Nebula rimane comunque
in conflitto sulla sua morte.
In una recente intervista con
Collider in occasione della promozione del suo nuovo film,
Gunpowder Milkshake, l’attrice ha parlato dello stato
d’animo di Nebula dopo la morte di Thanos. Anche se l’opinione
generale la vorrebbe felice che il suo aggressore se ne sia
finalmente andato, l’attrice ha spiegato che, in realtà, le cose
non sono così semplici…
“Penso che abbiamo lasciato
Nebula in un momento davvero interessante, in cui, essenzialmente,
sta facendo i conto sì con la morte di suo padre, ma anche con
quella del suo aggressore, la persona che ha reso la sua vita un
inferno. E quindi i suoi sentimenti sono davvero
contrastanti”, ha raccontato Karen Gillan.
“Penso che lei provi un senso di
sollievo, veda una catarsi in tutto ciò, ma probabilmente prova
anche un senso di perdita per questa sorta di figura paterna”,
ha aggiunto. “Questo tipo di relazioni possono essere davvero,
davvero complicate, per cui anche se ti trattano così male, puoi
ancora essere alla disperata ricerca di approvazione e amore da
quel tipo di figura nella tua vita. E quindi per lei, penso che
siano valide entrambe le cose.”
Il burbero e taciturno Woody Grant,
vecchietto alcolizzato e prossimo alla demenza senile, dopo aver
ricevuto una lettera che lo informa della vincita di un milione di
dollari, decide di lasciare la cittadina di Billings nel Montana e
recarsi a Lincoln per riscuotere il premio. Temendo si tratti di
una truffa, il figlio David decide di accompagnare il padre nel suo
rocambolesco viaggio, durante il quale essi faranno ritorno alla
cittadina natele di Hawthorne, Nebraska, dove si trovano le radici
e i segreti di Woddy e della sua famiglia.
Tra mille vicessitudini, padre e
figlio vivranno una rocambolesca avventura, che riporterà a galla
vecchi ricordi ormai sepolti. Pochi sono oggi i film in grado di
raggiungere una profondità e una perfezione tale da poter essere
marchiati a fuoco come vere opere d’arte, e Nerbraska
è sicuramente uno di questi.
Nebraska, il film
L’ultima pellicola di Alexander
Payne, massimo cantore vivente dell’ipocrisia umana fin dai
tempi di La storia di Ruth, si presenta come un vero e
proprio trattato sociologico sui rapporti affettivi che legano a
filo corto le varie esistenze, il tutto presentato come un’epopea
moderna formato famiglia, una tragicommedia on the road sul
commovente ritorno alle origini di un uomo da sempre incapace di
aprirsi a se stesso e agli altri.
L’Ulisse moderno, il vecchio Woody,
mirabilmente interpretato dal mastodontico Bruce Dern
(miglior protagonista maschile al Festival di
Cannes) muove la propria esistenza verso un’unica meta:
riscuotere il premio che gli è dovuto. Partendo da questo semplice
macguffin (quello che Hitchcock definiva il
pretesto narrativo), Payne tesse mirabilmente le fila di un
approfondimento che si fa via via più stratificato, riuscendo a
spremere fino in fondo l’ottima sceneggiatura di Bob Nelson,
facendone emergere un perfetto campionario di vizi e virtù umane:
gli attriti familiari, i vecchi rancori e gli amori dimenticati, il
passato di guerra e i timori di gioventù, il tutto esposto sotto la
luce ormai consolidata dello humor cinico e spietato.
Usando una vivida e nostalgica
fotografia in bianco e nero, firmata dal veterano Phedon
Papamichael, Payne confeziona un racconto fortemente simbolico,
ma al contempo asciutto ed essenziale, senza eccessi o sbavature,
tutto incentrato sulla vicenda che lega un padre e suo figlio, un
profondo e amorevole Will Forte, impegnati in un viaggio che
diventa allegoria del proprio rapporto irrisolto e di tutto ciò che
il passato ha celato, rivelandolo gradualmente assieme al lato
cinico e profittatore che colpisce gli uomini.
Servendosi di un cast che comprende
tra glia altri l’irriverente June Squibb (Kate Grant) e
l’odioso Stacy Keach (Ed Pegram), la pellicola si presenta
come un poema visivo di rara bellezza e perfezione, un piccolo
gioiello narrativo ingiustamente ignorato ma che andrebbe tenuto in
grande considerazione, almeno per il profondo significato
esistenziale che esso si porta dietro e per la parodistica e mai
inappropriata modalità rappresentativa.
E’ disponibile da
oggi in Dvd e in alta definizione Blu ray Disc
“Nebraska” il film del regista premio
Oscar Alexander Payne (Sideways, A
proposito di Davis), il roadmovie che ha incantato pubblico e
critica, conquistando la Palma d’Oro per la straordinaria
interpretazione del protagonista, Bruce Dern.
Nebraska racconta la storia di
Woody, un anziano del Montana che scappa ripetutamente di casa nel
tentativo di raggiungere il Nebraska, dove è convinto di dover
ricevere un ricco premio della lotteria. Preoccupati dal suo stato
mentale, i familiari dibattono a lungo sul metterlo o meno in una
casa di cura, fino a quando il figlio David decide di accompagnare
il padre in questo folle viaggio. Lungo il tragitto i due si
fermano un paio di giorni nel piccolo villaggio natale di Woody
dove, sotto gli occhi del figlio, ripercorre il suo passato dando
vita a una commedia intensa e commovente.
Neal McDonough,
Dum Dum Dagan in Captain America – Il primo
vendicatore, potrebbe entrare nel cast del sequel di RED: le
trattative sono in corso. Lo aspettano
Neal Adams,
celebre fumettista statunitense, è di recente intervenuto in merito
agli ultimi adattamenti cinematografici di Superman.
Cominciando da L’Uomo
d’Acciaio, Adams fa parte di quella schiera di fan che
ancora non si sono riconciliati con il finale del film, in cui
Superman fa ciò che non avremmo mai pensato potesse fare: rompe
l’osso del collo di Zod, uccidendolo.
Parlando proprio di questa
particolare scena, Neal Adams ha detto: “E poi
alla fine, cosa fa? Uccide un tizio. Non poteva coprirgli gli occhi
con le mani? Sto solo dicendo…mettigli una mano sugli occhi.
L’avrebbe certamente fermato. Un braccio è intorno al collo e
l’altro libero di mettersi davanti agli occhi di Zod. Più o meno è
così. Portalo sulla luna, o in Arabia Saudita o in qualche altro
posto e finite lì la battaglia … L’altra cosa che non capisco. Non
so…c’è un blocco nella parte posteriore della testa di
come-si-chiama (Zod, ndr) che non gli permette di girare gli occhi.
Ci sono delle persone lì…tutto quello che devo fare è guardarle, e
sono morte. Perchè i suoi occhi sono bloccati dal movimento della
testa?”
Discutendo ancora sulla scena
finale della battaglia, Neal si interroga sulla location: “Ma
perchè combattono a Metropolis? Non capisco … anche nei film di
robot, nei film di Transformers, vanno a combattere in Arabia
Saudita. Distruggono la Sfinge e altre cose, ma ci sono molte meno
persone. Sono nel mezzo del nulla. Potevano andare sulla luna.
Quando Superman colpisce un edificio, questo cade, ma non c’erano
500 persone lì dentro? Mi sembra davvero strano.” E,
diciamolo, a parte le dubbie cognizioni geografiche di Adams, siamo
piuttosto d’accordo!
Il fumettista non è troppo
appassionato neanche del Superman Returns
di Bryan Singer. “Avresti pensato che
sarebbero stati super-attenti in questo film, senza fare questo
tipo di stupidi errori. Il film precedente [Superman Returns] aveva
più kryptonite di quanta se ne possa immaginare e Superman era
ancora vivo. Avevate un’intera isola di kryptonite, e poi lui vola
via dalla Terra…non so…dicono per sei o sette anni, cinque anni
forse, ma quando torna ha un figlio….non so…di 12 anni. Ha un
figlio bastardo. Questo cambia la trama di molto. Non capisco da
dove venga fuori. Avresti pensato che dopo quel film sarebbero
stati attenti riguardo allo scrivere certe cose, ‘Ah grazie a dio
sto bene adesso’. Ma no, questo ha reso solo tutti più nervosi,
mentre la Marvel continua a fare buoni
film.”
Certo, i buoni film della Marvel
sono buoni soprattutto da un punto di vista dell’incasso, ma il
punto di Neil Adams è chiaro e condivisibile.
Infondo, non poteva mettergli una mano davanti agli occhi?
Era il 2012 quando il famoso press-
agent Enrico Lucherini, pilastro del cinema
italiano che fin dal 1959 ha creato miti, sogni, divi, scandali e
celebrità, ha annunciato- proprio in occasione della mostra
dedicata alla sua carriera- di voler lasciare il mondo della
cinematografia italiana, ormai mutato in modo irreversibile e
commerciale, per ritirarsi “a vita privata”.
Da questo presupposto ha inizio il
documentario Ne ho fatte di tutti i
colori, diretto da Marco Spagnoli
grazie al sostegno della Allianz Bank e che ha
debuttato alla scorsa edizione del Festival del Film di Roma. Un
documentario che ripercorre, attraverso il contributo di amici,
divi, personalità pubbliche del dorato mondo dello showbiz
la carriera di un vero e proprio “architetto dei sogni”, un uomo
che ha trasformato la sua passione atavica per la settima arte in
un mestiere ma soprattutto nella sua vita, mescolando il piano
pubblico con quello privato e ritrovandosi, continuamente, alla
ribalta, illuminato dai riflettori, sempre sulla cresta dell’onda.
Lucherini è sicuramente più iconografico e pop (in linea
col la teoria artistica di Wharol) dei suoi stessi divi, un uomo
che ha attraversato- come un viaggiatore dello spazio/ tempo- le
mode, i costumi e le epoche adattandosi ogni volta ai cambiamenti,
riuscendo ad usarli- e a modificarli- a suo piacimento.
Il documentario parte
dagli albori, dall’agenda dei suoi sedici anni con le prima
locandine non a caso colorate e incollate come un collage definito
da Lucherini stesso “simile ad un quadro di Andy Wharol”; il suo
debutto davanti alla macchina da presa, grazie ad artisti come
Franca Valeri e Totò, fino
all’incontro con Sophia Loren, tornata in Italia
dopo il successo hollywoodiano, che ha contribuito a lanciare la
sua carriera come press- agent, fondamentale trait d’union
tra i divi e la stampa, spingendolo a diventare in poco tempo il
sovrano assoluto e incontrastato del suo regno.
Prima ancora di essere un semplice
intermediario, Lucherini è però un creatore, un inventore geniale
di immagini, icone e sogni, capace di riuscire a cogliere, grazie
al suo fiuto e allo sguardo lungimirante, un vantaggio promozionale
in grado di trasformare una situazione, un divo o un film in un
vero e proprio cult.
Fu Lucherini stesso, ad esempio, a
volere a tutti i costi un ghepardo sulla spiaggia di Cannes quando
Luchino Visconti presentò Il
Gattopardo al Festival; e fu sempre lo stesso
Lucherini a respirare l’aria della dolce vita di Via Veneto, quando
era popolata da intellettuali, divi, paparazzi, sceneggiatori
registi e si “utilizzavano i tavolini dei bar come scrivanie”
(Lucherini docet), vivendo fino in fondo quel periodo dorato
immortalato poi da Fellini nel suo capolavoro immortale.
Spagnoli struttura il documentario
come un collage pop, sarcastico, ironico e patinato come il suo
protagonista: raccoglie contributi, affianca il presente al
passato, e lascia che siano le immagini e gli aneddoti di chi lo
conosce bene a raccontare le mille sfaccettature del re dei press-
agent Enrico Lucherini, un uomo che in
sessant’anni di cinema… ne ha fatte- e viste- davvero di tutti i
colori.
Come reagiscono due genitori
separati colti e progressisti – la giornalista Olga
(Veronica Pivetti) e lo psicanalista Manuele
(Corrado Invernizzi) – di fronte alla scoperta
dell’omosessualità del figlio sedicenne Rocco (Andrea
Amato)? E la stravagante nonna Amanda (Pia
Engleberth)? I pregiudizi hanno la meglio quando si tratta
del proprio “orticello” privato?
Veronica Pivetti lo
racconta nella sua prima regia cinematografica – di cui è anche
sceneggiatrice e produttrice, accanto a Giovanna Gra, nonché
interprete. Mostra cosa ci sia sotto la superficie delle labili
certezze degli adulti protagonisti del film, ma anche di una
società che si sente ormai al passo coi tempi su questi temi, pur
essendo in fondo, spesso, ancora legata ai pregiudizi. Per farlo
usa i toni della commedia brillante, seguendo Rocco nella sua
ribellione ai genitori e nella fuga assieme ai suoi amici, Maria
(Carolina Pavone) e Mauri (Francesco De
Miranda): una piccola odissea tra Roma e Milano per
assistere al concerto del loro cantante preferito, giovane icona
gay. Madre e nonna vanno alla ricerca di Rocco in uno strampalato
viaggio che sarà di formazione per tutti.
Il film è d’attualità: il tema
dell’omosessualità è oggi molto dibattuto e, apparentemente, ormai
sdoganato. È una nota di merito che lo si proponga a un ampio
pubblico in un film per ragazzi e famiglie.
La regista e interprete torna a
confrontarsi col mondo degli adolescenti, già cardine dei suoi
ruoli televisivi più noti. Cerca l’adesione del pubblico giovane,
adottando il punto di vista dei ragazzi, provando a cimentarsi col
loro gergo; attraverso il loro sguardo mostra genitori spesso non
adatti al ruolo di guida, immaturi, che faticano a rapportarsi ai
figli.
Né
Giulietta, né Romeo risulta divertente in alcuni
passaggi, ma debole in altri, con pochi personaggi ben
caratterizzati: la nonna grintosa, nostalgica dell’estrema destra,
ma anche moderna, e Maria, solare ragazzina romana amica di Rocco –
una bravissima Carolina Pavone. Poco significativa
l’interpretazione del protagonista, che non rende il tormento e
l’intensità delle emozioni di chi scopre la propria identità, vive
il rifiuto dei genitori e sperimenta le prime passioni
adolescenziali. Il ruolo di donna dalla famiglia complicata, con
problemi di figli e non solo, e un (ex) marito donnaiolo, come pure
l’interpretazione, non aggiungono nulla a quanto già proposto in tv
da Pivetti attrice. Non aiuta una sceneggiatura che si focalizza
più sulle vicende che su un vero approfondimento psicologico,
giocando solo, piuttosto meccanicamente, a rovesciare lo stereotipo
legato a certi personaggi, come la nonna o i genitori di Rocco.
A riportarci verso atmosfere televisive è anche l’intento
didascalico e buonista. Dunque, ci si chiede il senso di un
passaggio alla regia cinematografica che non si discosta dalle
fiction già interpretate. Il lavoro è destinato all’intrattenimento
familiare, strappa qualche risata, ma è più adatto ad essere
guardato sul divano di casa.
Ncuti Gatwa ha
rivelato uno dei suoi più grandi rimpianti del periodo in cui ha
interpretato il Quindicesimo Dottore in Doctor
Who. Quando la serie è tornata nel 2023 dopo gli speciali
per il 60° anniversario, sembrava l’inizio di una nuova era: la
coproduzione con Disney ha garantito alla serie un budget senza
precedenti e la scelta di Gatwa è stata senza dubbio storica,
infondendo alla serie un’energia fresca e frenetica.
Con l’ex showrunner Russell
T. Davies di nuovo al timone, non c’era nulla che il nuovo
Dottore non potesse apparentemente realizzare, tranne, a quanto
pare, combattere i cattivi più iconici di Doctor Who. Durante
un’intervista al programma britannico The One Show
(tramite RadioTimes.com), Gatwa ha però
ora rivelato il suo più grande rimpianto riguardo alle sue due
stagioni nei panni del Dottore: “Non ho mai combattuto contro
un Dalek. Un Dalek o un Cyberman. Insomma, il cuore di Doctor Who.
Quindi, potrei farlo! Potrei andare a combattere contro un
Dalek!”
Prima dell’inizio della prima
stagione di Gatwa, l’attore ha dichiarato a Entertainment Weekly di
aver sentito dire che non avrebbe combattuto contro nessun Dalek e
ha detto: “Sarei davvero arrabbiato se fosse così! Quando avrò
finito con Doctor Who, sarà meglio che abbia affrontato un Dalek.
Che senso avrebbe essere Doctor Who senza affrontare un
Dalek!”
Gatwa è ora ufficialmente uno dei
due soli Dottori a non aver mai combattuto né un Dalek né un
Cyberman sullo schermo. Condivide questo sfortunato primato con
l’Ottavo Dottore Paul McGann, che ha interpretato
il Dottore sul piccolo schermo solo per la durata di un film per la
TV. Il Dottore di McGann, tuttavia, ha combattuto sia i Dalek che i
Cybermen in vari audiodrammi di Doctor Who.
“Potrei andare a combattere un
Dalek!” sembra ovviamente uno scherzo, e Gatwa ha spiegato che
il motivo per cui ha lasciato la serie dopo due stagioni è stato il
peso fisico e mentale che gli stava causando. In precedenza,
tuttavia, quando gli era stato chiesto di un potenziale ritorno in
Doctor Who, Gatwa aveva detto alla BBC: “Mai dire mai” e
sappiamo che questa è una regola che vale spesso all’interno della
serie.
Ncuti Gatwa sta
lasciando il Tardis. Nel momento culminante del finale di sabato
della quattordicesima stagione di “Doctor Who”, il Dottore di Gatwa
si rigenera in Billie Piper, che in precedenza
aveva interpretato la compagna Rose Tyler nella prima stagione
(2005) e nella seconda (2006). Ha fatto anche una breve apparizione
nei panni di Rose Tyler nella quarta stagione (2008) ed è stata
nello speciale per il 50° anniversario di “Doctor Who” nel 2013.
Alla fine dell’episodio (secondo BBC), nei titoli di coda si legge:
“Ncuti Gatwa nel ruolo del Dottore. Jodie Whittaker nel ruolo
del Dottore. E vi presentiamo Billie Piper”.
Sebbene sembri così, non è
tecnicamente confermato che Piper sarà il prossimo Dottore. In una
dichiarazione condivisa con la BBC, Piper ha affermato che i fan
dovranno aspettare ancora un po’ per scoprire cosa significherà il
suo ritorno per la serie. Piper ha dichiarato: “Non è un
segreto quanto ami questa serie, e ho sempre detto che mi sarebbe
piaciuto tornare nel Doctor Who, perché lì ho alcuni dei miei
ricordi più belli, quindi avere l’opportunità di tornare su quel
Tardis ancora una volta era qualcosa che non potevo rifiutare, ma
chi, come, perché e quando, dovrete solo aspettare e
vedere”.
Le voci sul potenziale abbandono di
Gatwa circolavano già prima della première della seconda stagione
ad aprile, ma si sono intensificate con gli ascolti in calo
rispetto alla scorsa stagione. Gatwa, che
ha fatto la storia come primo attore nero apertamente queer ad
assumere il ruolo, ha partecipato a “Doctor Who” insieme alle
compagne Millie Gibson e Varada Sethu, con il pilastro della serie
Russell T. Davies come showrunner, sceneggiatore e produttore
esecutivo. Il suo abbandono segna il secondo periodo più breve in
cui un attore ha interpretato il Dottore – con una sola stagione in
più di Christopher Eccleston – e lascia certamente
incerto il futuro dell’iconica serie britannica.
Gatwa ha completato il suo periodo
in “Doctor Who” con ruoli teatrali, recitando in
“The Importance of Being Earnest” al National Theatre di Londra
fino a gennaio. È stato recentemente annunciato che sarà il
protagonista di un altro spettacolo, “Born With Teeth”, nel West
End quest’estate. Attualmente sta anche girando la commedia nera di
Jay Roach “The Roses”, con Benedict Cumberbatch, Olivia Colman, Andy Samberg, Allison Janney e
altri.
Lo spin-off australiano NCIS:
Sydneyè tornato per la sua seconda stagione
all’inizio del 2025, e ora la serie poliziesca è stata rinnovata
per la terza stagione. Debuttato durante la stagione autunnale del
2023, segnata da uno sciopero, lo spin-off di NCIS
vede protagonisti gli agenti americani dell’omonima agenzia che
collaborano con la polizia federale australiana per risolvere casi
che coinvolgono membri dell’esercito americano.
Primo spin-off della serie
decennale ambientato fuori dagli Stati Uniti, NCIS: Sydney
offre un cambio di ritmo rinfrescante alla serie, che ha debuttato
nel lontano 2003.
Il palinsesto televisivo
dell’autunno 2023 è stato fortemente influenzato dagli scioperi
della WGA e della SAG-AFTRA, e il debutto di NCIS: Sydney è
stato uno dei pochi programmi ad arrivare in tempo. Questo ha
aiutato la CBS a ottenere un vantaggio e ha anche attirato molta
attenzione sul nuovo spin-off.
Con il franchise NCIS in uno
stato di cambiamento, Sydney è una serie procedurale più
tradizionale, anche se spin-off come NCIS: Tony & Ziva e
NCIS: Origins offrono un cambio di formato. Con l’universo
NCIS ancora in espansione, NCIS: Sydney ha ottenuto
un rinnovo anticipato per la terza stagione.
Ultime notizie su NCIS: Sydney
– Stagione 3
La CBS pianifica una serata
dedicata interamente a NCIS
L’ultima notizia sulla terza
stagione di NCIS: Sydney è che è stata fissata la data di
inizio della nuova stagione. Nell’ambito del palinsesto autunnale
2025 della CBS, il network ha programmato una serata interamente
dedicata a NCIS per i fan. NCIS: Sydney passerà
dal venerdì sera al martedì per andare in onda insieme alle
altre serie NCIS del network.
NCIS, NCIS: Origins e
NCIS: Sydney andranno tutte in onda in un blocco il martedì
sera, la prima volta che la rete è riuscita a trasmettere tutte le
sue serie NCIS insieme. Tutte e tre saranno trasmesse per la
prima volta il 14 ottobre.
Quando NCIS: Sydney
debutterà, ci sarà anche un piccolo salto temporale nella trama
(via Collider). Mentre la seconda stagione riprendeva
immediatamente dopo gli eventi della prima, qui non sarà così, il
che è più in linea con il modo in cui funzionano solitamente le
serie poliziesche in prima serata.
NCIS: Sydney – stagione 3 è
confermata
Presto in Australia per la
stagione 3
Nell’ambito dell’annuncio di
rinnovo di massa della CBS alla fine di febbraio 2025, NCIS:
Sydney stagione 3 è stata rinnovata. Annunciato insieme al
rinnovo della stagione 23 di NCIS e della stagione 2 di
NCIS: Origins, lo spin-off internazionale ha ottenuto un
ordine incredibilmente rapido per la stagione 3. La notizia è
arrivata pochi giorni dopo la premiere della stagione 2.
Dettagli sul cast della terza
stagione di NCIS: Sydney
Torneranno gli agenti dell’NCIS
e dell’AFP
Sebbene siano sempre possibili
cambiamenti importanti nel cast, è logico che il cast principale
di NCIS: Sydney rimarrà lo stesso da una stagione
all’altra. Serie come NCIS si basano sull’intesa tra i
personaggi principali, e Sydney ha non una, ma ben due
agenzie di polizia al centro della serie.
Ciò significa che Olivia Swann
tornerà nei panni dell’agente speciale dell’NCIS Michelle Mackey.
Lavorando a stretto contatto con gli australiani, il partner di
Mackey sarà ancora una volta Todd Lasance nel ruolo del
vicecomandante della polizia federale australiana Jim “JD”
Dempsey.
Il resto della squadra include
l’agente americano dell’NCIS DeShawn Jackson, che sarà interpretato
ancora una volta da Sean Sagar, e l’ufficiale di collegamento
dell’AFP Evie Cooper, interpretata da Tuuli Narkle. A lavorare
dietro le quinte per aiutare a risolvere i casi, il patologo
forense dell’AFP Roy “Rosie” Penrose sarà interpretato ancora una
volta da William McInnes.
Nel frattempo, Mavournee Hazel
riprenderà il ruolo di Bluebird “Blue” Gleeson, la scienziata
forense dell’AFP che lavora al fianco di Rosie per assistere gli
agenti.
NCIS: Sydney utilizza
anche un ampio cast di guest star, ma è impossibile sapere chi
saranno. Finora, la serie non ha fatto ricorso a crossover con la
serie madre per nessuna trama, e non ci sono notizie che ciò
accadrà nella nuova stagione.
Dettagli della trama
NCIS: Sydney – Stagione 3
Cosa riserva il futuro alla
squadra statunitense/australiana?
Per loro stessa natura, i
procedural sono sia prevedibili che imprevedibili. Mentre è
prevedibile che gli episodi consisteranno in trame “caso della
settimana” che vedranno la squadra cercare di risolvere qualche
caso difficile, è imprevedibile il contenuto effettivo degli
episodi.
Una cosa che NCIS: Sydney
potrebbe esplorare in futuro è il classico tropo televisivo della
storia d’amore a lento sviluppo. Anche se i fan hanno pensato che i
candidati più probabili per la serie fossero DeShawn Jackson di
Sean Sagar ed Evie Cooper di Tuuli Narkle, vista la loro chimica,
potrebbe non essere così.
Secondo TV Line’s Inside Scoop, NCIS: Sydney inizierà
invece ad affrontare la crescente tensione tra Mackey e JD. Il
showrunner Morgan O’Neill ha dichiarato al sito che, dopo il
tradimento subito nella seconda stagione, Mackey erigerà delle
barriere, ma la tensione sarà “forzata”:
Non so se, razionalmente,
pensare che “questa è stata una cattiva idea” sia mai così potente
come l’attrazione emotiva di “questa è una buona idea”. Quindi,
penso che la terza stagione romperà sicuramente quella
tensione.
A parte questo, non sappiamo molto
sulla trama generale della terza stagione di NCIS: Sydney, ma
conosciamo alcune location delle riprese. Mentre le prime due
stagioni si sono concentrate principalmente su zone anonime della
costa, non sarà così per la terza stagione.
NCIS: Sydney visiterà il Sydney
Opera House (via
TV Line), uno dei principali punti di riferimento
dell’Australia, nella premiere della stagione. Almeno un caso sarà
ambientato nell’Outback australiano (sempre via
TV Line), dando alla serie un importante cambio di
scenario.
Qualunque cosa accada, NCIS:
Sydney ha molto su cui lavorare in vista della terza
stagione.
Sebbene Mark Harmon abbia lasciato
NCIS durante la stagione 19, il veterano tornerà nel
franchise come parte di uno spinoff intitolato NCIS:
Origins. Il franchise è nato nel 2003 come spinoff
della serie di successo JAG e segue gli agenti speciali
del Naval Crime Investigation Service che utilizzano le loro
conoscenze in materia di lotta al crimine per risolvere i casi
all’interno del sistema militare americano. Nonostante si sia unita
a una serie di popolari crime drama procedurali all’inizio degli
anni 2000, NCIS ha resistito alla prova del tempo
diventando un’istituzione televisiva.
Fin dall’inizio dello show, la
storia ha ruotato in gran parte intorno al personaggio di Leroy
Gibbs, lo stoico agente supervisore dell’NCIS a capo della squadra.
Mark Harmon ha interpretato il ruolo di Gibbs a
partire dall’episodio pilota dello show su JAG nel 2003, e
ha condotto NCIS per
19 stagioni impressionanti prima di volgere finalmente al
tramonto in cerca di nuove avventure nel 2021. Ora, mentre la serie
originale va avanti e così anche la miriade di spinoff, è appena
emersa una nuova serie prequel che vedrà Harmon tornare
nell’universo NCIS dopo pochi anni di assenza.
Fin dall’inizio si sapeva che Mark
Harmon sarebbe apparso nella nuova serie come narratore, ma le
ultime notizie confermano che Harmon interpreterà Gibbs in
NCIS: Origins. Segnando il primo ritorno
dell’attore nel franchise dopo la sua partenza nel 2021,
NCIS: Originsvedrà una breve
apparizione di Harmon nel ruolo di Gibbs sullo schermo.
L’apparizione avverrà nel primo episodio della serie e, secondo il
co-showrunner David J. North, “ci stiamo concentrando su di lui
per raccontare la storia del 1991.Per quanto riguarda la
possibilità che Mark appaia di nuovo, siamo aperti a
tutto”.
Data di uscita di NCIS:
Origins
Nonostante abbia annunciato lo
spinoff prequel solo nel gennaio 2024, la CBS ha programmato
NCIS: Origins come parte del suo programma autunnale
2024-2025. La nuova serie del franchise andrà in onda direttamente
dopo NCIS, a partire da lunedì
14 ottobre alle 22:00, e questo slot cruciale aiuterà
probabilmente lo spinoff ad avere un successo immediato.
Il cast di NCIS:
Origini
Gran parte del nuovo cast di
NCIS: Origins è stato rivelato e, trattandosi di un
prequel ambientato negli anni ’90, è improbabile che compaiano
molti dei volti noti di NCIS . Mentre alcuni personaggi
dell’NCIS potrebbero apparire come versioni più giovani di
loro stessi, Origins sarà probabilmente caratterizzato da
attori completamente nuovi per il franchise, che si caleranno in
ruoli sconosciuti ai fan. Mark Harmon tornerà inOrigins come narratore e farà una breve
apparizione nel primo episodio. Il ruolo del giovane Gibbs
è stato affidato a Austin Stowell.
In NCIS: Origins ci sarà
una versione giovane di Vera Strickland, anche se il ruolo
originariamente interpretato da Roma Maffia sarà ora interpretato
da Diany Rodriguez. Inoltre, anche il mentore di Gibb, Mike
Franks, avrà un ruolo importante nella storia, ma Muse
Watson è stata sostituita da Kyle Schmid. Sono stati annunciati due
nuovi personaggi: Mariel Molino si unisce al cast come
potenziale interesse amoroso dell’agente Lala Dominguez e
Tyla Abercrumbie è stata scritturata come agente di supporto alle
operazioni sul campo Mary Jo.
Sebbene la serie sia già
programmata per il 2024-2025, il cast di NCIS: Origins
continua a crescere con l’inserimento di diversi nuovi personaggi.
Bobby Moynihan, ex allievodel SNL , interpreterà il ruolo
di Woodrow “Woody” Browne, il principale scienziato forense noto
per il suo umorismo fuori dagli schemi. Inoltre, Lori Petty è stata
scelta per interpretare la dottoressa Lenora Friedman, patologa
dell’ufficio del medico legale di San Diego.
La trama di NCIS:
Origini
La struttura di base di NCIS:
Origins è già stata rivelata e seguirà Leroy Gibbs
negli anni ’90, appena assegnato all’NCIS di Camp
Pendleton, dove imparerà dal leggendario agente Mike
Franks e dalla sua partner Vera Strickland. Presumibilmente, si
tratterà di un procedurale misto a un dramma di personaggi, in
quanto la serie non solo esplora l’ascesa di Gibbs tra i ranghi, ma
anche le sue capacità di investigatore, che alla fine gli hanno
fatto guadagnare il posto di Agente Supervisore in futuro.
Il trailer di NCIS: Origini
La CBS ha pubblicato un breve teaser che mette
in risalto l’imminente serie prequel. Utilizzando spezzoni
dell’ultima apparizione di Gibbs in NCIS, la breve clip
mostra l’amato Agente Supervisore mentre getta la sua lenza mentre
pesca in Alaska. Sebbene il trailer non contenga spezzoni di
NCIS: Origins , rivela che la serie è in arrivo e farà
parte della stagione 2024-2025 della CBS.
Con l’avvicinarsi della data di
uscita dello show a ottobre, la CBS ha pubblicato un trailer
completo di NCIS: Origins che offre
finalmente uno sguardo ravvicinato alla nuova serie. Sulle note del
classico degli anni ’90 dei Soundgarden, “Black Hole Sun”, il
trailer presenta il giovane Gibbs che entra a Camp Pendleton con
una valutazione psicologica fallita e il peso emotivo di aver perso
la figlia e la moglie a causa di un assassino. Tuttavia, viene
gettato subito nell’azione mentre il suo nuovo mentore, Mike
Franks, gli mostra le corde e Gibbs deve imparare a pensare
velocemente per aiutare a risolvere i casi più difficili.
Il nuovo spin-off NCIS:
Origins rappresenta un cambiamento importante per la
longeva serie poliziesca, e il prequel incentrato su Gibbs tornerà
per la seconda stagione. In uscita alla fine del 2024, NCIS: Origins racconta le vicende del giovane agente
Leroy Gibbs (interpretato in origine da Mark Harmon e ora da Austin
Stowell) all’inizio della sua carriera a Camp Pendleton nel 1991
sotto la guida del suo mentore, Mike Franks (Kyle Schmid).
Esplorando i primi giorni dell’eroe più amato della serie,
Origins è il primo spin-off di NCIS ambientato in un
periodo precedente alla serie originale e che abbandona il tipico
formato procedurale degli altri spin-off.
Sebbene NCIS sia in onda dal
2003, NCIS: Origins segna la prima volta nella storia del
franchise che uno spin-off prova qualcosa di nuovo. La narrazione
incentrata sui personaggi non solo serve a dare spessore a Gibbs,
ma anche a fornire un contesto cruciale per ciò che accadrà molto
più avanti nella timeline. Invece dei casi settimanali strettamente
focalizzati di NCIS e dei suoi spin-off, Origins (e
il prossimo spin-off Tony & Ziva) mostra una strada da
seguire per NCIS, che continua a stabilire record
televisivi. Detto questo, la seconda stagione di NCIS:
Origins è solo il primo passo in una nuova direzione per
NCIS.
Ultime notizie su NCIS: Origins
– Stagione 2
CBS rinnova Origins per una
seconda stagione
Annunciato tra una serie di altri
rinnovi, l’ultima notizia conferma che NCIS: Origins
stagione 2 è stata rinnovata. La serie prequel non ha faticato a
trovare un pubblico importante durante la sua prima uscita, ed era
logico che la CBS ordinasse altri episodi. Origins è
stata rinnovata insieme alle altre serie del franchise NCIS
e NCIS: Sydney, che non hanno ancora terminato le loro
stagioni attuali. Questo rinnovo anticipato non è solo un buon
segno che NCIS sta prosperando, ma anche che le serie in
arrivo come Tony & Ziva non avranno difficoltà a trovare il
loro posto.
Tony & Ziva è uno spin-off
di NCIS incentrato sui personaggi omonimi che vivono in
Europa e cercano di crescere la loro figlia.
Confermata la seconda stagione
di NCIS: Origins
Il prequel tornerà presto con
nuovi episodi
Con tutto il clamore suscitato
dalla prima stagione di NCIS: Origins, la CBS non ha
impiegato molto a ordinare una seconda stagione. In arrivo alla
fine di febbraio 2025, il network non solo ha rinnovato
Origins, ma ha anche riportato in onda la serie di punta per
la stagione 23 e NCIS: Sydney per la stagione 3. Sebbene
molti dettagli siano ancora sconosciuti sulla seconda stagione di
Origins, è altamente probabile che debutterà come parte
della stagione autunnale 2025 della CBS.
Dettagli sul cast della seconda
stagione di NCIS: Origins
Il cast di NCIS: Origins
è pieno zeppo di personaggi familiari, anche se gli attori
che li interpretano sono cambiati rispetto ai vecchi tempi di
NCIS. Austin Stowell ha ricevuto il difficile compito di
interpretare la versione più giovane di Gibbs, e si è calato
perfettamente nel ruolo. Dato che è la sua storia delle origini a
dare il titolo allo spin-off, è logico che Stowell torni nel ruolo
principale insieme a Kyle Schmid, che interpreta il mentore di
Gibbs, l’agente Mike Franks. Sorprendentemente, Mark Harmon è
tornato a interpretare Gibbs (principalmente come narratore) nella
prima stagione, ma non è chiaro se l’attore intenda farlo diventare
un ruolo a tempo pieno.
Un altro ritorno atteso è quello di
Mariel Molino nei panni dell’agente speciale Lala Dominguez, la cui
trama sembra essere cruciale per la trama quanto quella di Gibbs.
Allo stesso modo, Tyla Abercrumbie dovrebbe tornare nei panni
dell’agente di supporto alle operazioni sul campo Mary Jo Sullivan,
e Diany Rodriguez dovrebbe riprendere il ruolo dell’agente speciale
Vera Strickland, dato che Strickland è un personaggio originale di
NCIS.
Dettagli della trama di NCIS:
Origins – Stagione 2
Allo stato attuale, è
impossibile indovinare esattamente cosa accadrà nella seconda
stagione di NCIS: Origins, dato che il finale della prima
stagione non è ancora andato in onda. A differenza delle serie
procedurali del resto del franchise, Origins probabilmente
utilizzerà narrazioni generali che cresceranno e cambieranno di
stagione in stagione. Probabilmente nella prima stagione Gibbs non
imparerà tutte le abilità fondamentali che ha messo a frutto in
NCIS, e probabilmente ci sono ancora legami importanti che
deve stringere.
La trama emotiva di Gibbs
potrebbe assumere una nuova dimensione in futuro, man mano che
impara ad affrontare il dolore per la perdita della moglie e della
figlia, uccise in un omicidio.
Inoltre, la trama emotiva di Gibbs
potrebbe assumere una nuova dimensione man mano che impara ad
affrontare il dolore per la perdita della moglie e della figlia,
uccise in un omicidio. Questo sviluppo probabilmente plasmerà il
Gibbs di Stowell nel Gibbs stoico e sicuro che gli spettatori hanno
conosciuto nella serie originale, ma NCIS: Origins ha
ancora molta strada da fare prima che l’agente affermato possa
realizzarsi pienamente.
La prima stagione di NCIS:
Origins è finalmente giunta al termine e il finale è
stato ricco di momenti emozionanti. Lo spin-off di NCIS è il
primo del suo genere come prequel e la prima stagione di NCIS:
Origins ha regalato momenti fantastici incentrati sul team NIS.
Sebbene la premessa del prequel fosse inizialmente quella di
seguire la vita di Gibbs dopo la perdita della sua famiglia,
NCIS: Origins si è ampliato magnificamente per raccontare le
storie di tutti i colleghi di Gibbs.
L’espansione di NCIS:
Origins in un dramma piuttosto che in un tipico poliziesco ha
permesso alla serie di presentare trame più profonde del solito. I
personaggi di NCIS: Origins sono particolarmente
intriganti e unici, con i loro dilemmi personali, che sono stati
messi in risalto solo nel finale di stagione. Sebbene Gibbs sia il
protagonista della serie, NCIS: Origins è noto per
concentrare le trame su altri personaggi, e nulla lo ha
dimostrato meglio dell’intreccio delle vite di tutti nel
finale.
Il ritorno di Jackson
Gibbs
Il finale ha visto il ritorno di
Jackson Gibbs, il padre di Leroy Gibbs, ed è stato un momento
commovente. L’ultima volta che Jackson è apparso in NCIS:
Origins, lui e Gibbs hanno litigato perché il padre voleva
che il figlio tornasse a casa. Il suo ritorno significa che lui e
Gibbs sono tornati in buoni rapporti, ma non passerà molto tempo
prima che litighino di nuovo.
Durante il loro incontro, Jackson
incoraggia Gibbs a organizzare un funerale per Shannon e
Kelly e ad aiutarlo ad accettare la loro morte. Aiuta persino
Gibbs a vendere la casa di famiglia. Il loro incontro è bellissimo,
ma la trama di NCIS rivela che i due non si parleranno per
diversi anni dopo il funerale, il che significa che è solo
questione di tempo prima che il loro legame si spezzi di nuovo.
Come Lara Macy è collegata al
caso di Lala e Pedro Hernandez
Lara Macy torna in NCIS nei
panni di una giovane agente della polizia militare che indaga
sull’omicidio di Pedro Hernandez. NCIS: Origins rivela
anche che lei e Lala sono amiche e si aiutano a vicenda con i
casi e le informazioni. Quando Macy appare in NCIS: Origins,
contatta prima Lala, sperando di ottenere il suo aiuto nelle
indagini sul coinvolgimento di Gibbs.
Il fulcro del finale di NCIS:
Origins è l’amicizia tra Macy e Lala. È proprio il loro
rapporto che porta Macy a indagare su Gibbs, ed è anche ciò che
pone fine alle sue indagini. Macy fa la sua prima apparizione in
NCIS: Origins nel finale, ma la sua presenza è legata a una
telefonata che sente per caso all’inizio della stagione, tra Gibbs
e un’altra persona.
Gibbs è pronto a sacrificarsi
per Macy (ma Lala lo salva)
Uno dei momenti più emozionanti
dell’episodio è quando Gibbs decide di cedere alle indagini di
Macy e le consegna il suo fucile, che è anche l’arma del
delitto di Pedro Hernandez. In precedenza, Macy lo spinge a
rivelare dove si trova la sua pistola, ma Gibbs risponde che gli è
stata rubata. Sembra che Gibbs continuerà a insistere sulla sua
innocenza, ma presto le consegna il fucile e ammette di aver
sparato a Hernandez.
Tuttavia, l’appello emotivo
di Lala, che potrebbe essere collegata all’omicidio in diversi modi
e che arrestare Gibbs rovinerebbe anche la sua vita, alla fine
incoraggia Macy a abbandonare le indagini, salvandolo da una vita
in prigione.
Sembra essere la fine per Gibbs, ma
Lala interviene e va a casa di Macy per riprendere la
pistola. Le cose si complicano quando Macy punta una pistola
contro la sua amica e le dice di mettere giù l’arma. Tuttavia,
l’appello emotivo di Lala, che sostiene di poter essere collegata
all’omicidio in diversi modi e che arrestare Gibbs rovinerebbe
anche la sua vita, alla fine convince Macy ad abbandonare le
indagini, salvandolo da una vita in prigione.
Gibbs e Lala condividono un
momento intimo, ma viene interrotto
Il finale di NCIS: Origins
ha finalmente visto il culmine della tensione che Gibbs e Lala
avevano costruito durante la stagione. Gibbs trova Lala che nuota
nella piscina del suo vicino e quando Lala insiste affinché Gibbs
la raggiunga a casa sua, lui invece si tuffa anche lui in piscina.
Mentre nuotano vicini, si fermano per un attimo e condividono un
momento intimo in cui stanno per baciarsi prima che Gibbs parli
e rovini il momento.
Il finale di NCIS: Origins ha
finalmente visto il culmine della tensione che Gibbs e Lala avevano
costruito durante la stagione.
Gibbs dice a Lala che ha consegnato
l’arma del delitto, lasciandola scioccata. Per gran parte
dell’episodio, Gibbs, Franks e Lala lavorano insieme per superare
l’indagine di Macy. Tuttavia, la rivelazione di Gibbs di aver
consegnato il suo fucile fa capire a Lala che Gibbs è proprio come
Franks. Agisce per conto suo e non si rende conto che si tratta di
un lavoro di squadra che coinvolge tutti. Lei se ne va rapidamente
dalla piscina.
Gibbs incontra Diane
Sterling
Il finale di NCIS: Origins
ha una grande notizia, ovvero che Gibbs incontra la sua seconda
moglie, e poi sua amica di lunga data, Diane Sterling. Diane era
un personaggio importante in NCIS, apparendo più volte
nel corso degli anni come ex moglie sia di Gibbs che di Tobias. Era
anche un personaggio interessante che chiaramente significava molto
per Gibbs, anche se non andavano sempre d’accordo.
Quando Diane appare in NCIS:
Origins, è l’agente immobiliare che vende la casa di famiglia
di Gibbs. Il luogo dell’incontro è perfetto perché simboleggia la
chiusura di un capitolo e l’inizio di un altro. È anche divertente
che Diane assomigli quasi esattamente a Shannon, il che
probabilmente la rende la compagna perfetta per Gibbs, dato che gli
è già così familiare.
Lala ha un incidente
d’auto
La parte peggiore del finale di
NCIS: Origins è il momento finale, in cui Lala rimane
coinvolta in un terribile incidente stradale per evitare di
investire una bambina che era corsa in strada. La narrazione di
Gibbs ricollega il finale al primo episodio, che ha rivelato che
NCIS: Origins era la storia di Lala. Questo aggiunge un po’
di oscura incertezza al destino di Lala.
Tuttavia, è ancora possibile che
Lala sia viva. L’annuncio della seconda stagione di NCIS:
Origins, così come l’ambiguità sul fatto che Lala sia morta o
solo gravemente ferita, aggiunge ulteriore spazio
all’interpretazione. In ogni caso, la storia di Lala non è ancora
finita perché è direttamente legata alla squadra del NIS, il che
significa che c’è ancora molto da raccontare.
Come il finale della prima
stagione di NCIS: Origins prepara la seconda stagione
Il finale di NCIS: Origins si è
concluso con alcune trame incompiute. Durante l’episodio, Franks
riceve diverse chiamate senza risposta, finché una voce misteriosa
rivela di essere suo fratello e di voler parlare del Vietnam.
L’episodio 11 di NCIS:
Origins ha rivelato l’infanzia dei fratelli prima che
fossero arruolati per la guerra.
Il finale ha anche visto Randy
mettere in discussione il suo posto nella squadra NIS e parlare con
un ufficiale superiore della possibilità di passare a un lavoro
d’ufficio, il che alla fine potrebbe aver danneggiato la sua
carriera. La conversazione viene interrotta, ma è chiaro che lo
stress sta avendo la meglio su Randy.
L’incertezza di Randy, l’infortunio
e la possibile morte di Lala e l’arrivo del fratello di Franks
significano che la seconda stagione di NCIS: Origins sarà molto
diversa, ma speriamo che sia per il meglio.
Si intitolerà Heart
Eight, NCIS: New Orleans
2×07, la settima puntata della seconda stagione
della serie televisiva spin off di NCIS che andrà in onda sul
network americano della CBS.
In NCIS: New Orleans
2×07 La vita di un genio dei codici della
Marina impiegato dalla madre di Brody, Olivia Brody
(AnniePotts), è in bilico dopo
che il cuore destinato al suo trapianto viene
rubato. Olivia si unisce al team del NCIS nella
loro corsa per individuare e recuperare l’organo
mancante.
NCIS: New Orleans è
una serie televisiva statunitense prodotta dal 2014, nata come
secondo spin-off della serie NCIS – Unità anticrimine.
Dopo un backdoor pilot
trasmesso durante l’undicesima stagione della serie madre, la prima
stagione di NCIS: New Orleans ha debuttato sullaCBS il 23
settembre 2014.
Il 12 gennaio 2015 la serie è stata
rinnovata per una seconda stagione.
La serie segue le vicende della
squadra dell’NCIS distaccata a New Orleans. Guidata dall’agente
speciale Dwayne Cassius Pride, è composta anche dall’agente
speciale Christopher LaSalle e dalla neo-arrivata agente Meredith
Brody, avvalendosi dell’assistenza del tecnico di laboratorio
Sebastian Lund e del medico legale Loretta Wade.
Si
intitolerà Citadel, NCIS: Los
Angeles 7×02, il secondo episodio dell’atteso settimo
ciclo di puntate dello show trasmesso dal network americano
CBS.
https://youtu.be/cOJZ_ite2Js
In NCIS: Los Angeles 7×02,
l’agente della DEA Talia Del Campo (MercedesMason) si rivolge alla squadra NCIS di Los Angeles
per un aiuto dopo che il suo partner viene ucciso. Inoltre, dopo
che Kensi si insospettisce che Deeks stia
nascondendo qualcosa, lui la sorprende presentandole sua madre
(PamelaReed).
Si intitola Spiral , NCIS:
Los Angeles 6×12, il dodicesimo episodio della sesta stagione della
serie di successo trasmessa da CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=LHoIxCLokOg
In NCIS: Los Angeles 6×12Callen è
sotto copertura nella sala posta di un edificio
adibito ad uffici per indagare su di un trafficante d’armi, viene
preso d’assalto da parte dei terroristi e Callen diventa un
ostaggio. Quando la squadra arriva per aiutare,
scoprono che l’intero edificio è imbottito di
esplosivi.
Si intitola Traitor,NCIS: Los Angeles 6×09, il nono episodio
della sesta stagione della serie televisiva di successo trasmessa
dal network americano della CBS.
http://www.youtube.com/watch?v=yNtTeLbqctM
In NCIS: Los
Angeles 6×09 Dopo che Granger viene avvelenato
dalla talpa ed Eric scopre di essere uno dei sette
sospetti, Hetty ordina un blocco totale delle
operazioni mentre tutti vengono sottoposti a
indagine.
NCIS: Los Angeles è
una serie televisiva statunitense prodotta dal 2009, nata come
spin-off della serie NCIS – Unità anticrimine. La serie è
stata creata da Shane Brennan, ed è interpretata da Chris O’Donnell
e LL Cool J. NCIS: Los Angeles ha debuttato in prima visione
negli Stati Uniti il 22 settembre 2009 sulla CBS, mentre in Italia
è trasmessa in prima visione assoluta dal 21 marzo 2010 da Rai
2
Il 13 marzo 2014 la serie è stata
rinnovata per una sesta stagione.
La squadra NCIS di Los Angeles vede
come uomo di punta G. Callen (neanche lui sa cosa significhi questa
“G”, visto che nessuno ha mai potuto dirglielo, essendo orfano), un
enigmatico agente famoso per il suo talento nel ricoprire incarichi
sotto copertura. Nelle indagini è affiancato dall’agente speciale
Samuel “Sam” Hanna, ex Navy SEAL della United States Navy che
lavora nell’unità di sorveglianza speciale; parla correntemente
l’arabo ed è un esperto di cultura mediorientale. Fanno parte della
squadra anche lo psicologo Nate, l’investigatrice forense Kensi, e
l’agente di collegamento con la polizia Marty Deeks.
Si intitola SEAL
Hunter, NCIS: Los Angeles 6×06,
l’attesa sesta puntata del sesto ciclo di episodi della serie di
enorme successo trasmessa dal network americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=vVgHVOs70og
In NCIS:
Los Angeles 6×06 Quando Sam
viene arrestato per l’omicidio di una
donna, Callen e Granger lavorano per ripulire il suo nome. Nel
frattempo, Kensi e Deeks scoprono
un legame tra la vittima e uno studente
del passato di Sam.
NCIS: Los
Angeles è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2009, nata
come spin-off della serie NCIS – Unità
anticrimine. La serie è stata creata da Shane
Brennan, ed è interpretata da Chris O’Donnell e LL
Cool J.
NCIS: Los Angeles ha
debuttato in prima visione negli Stati Uniti il 22
settembre 2009 sulla CBS, mentre
in Italia è trasmessa in prima visione assoluta dal 21
marzo 2010 da Rai 2. Il 13 marzo 2014 la serie è
stata rinnovata per una sesta stagione. La
squadra NCIS di Los Angeles vede come uomo di
punta G. Callen (neanche lui sa cosa significhi questa “G”, visto
che nessuno ha mai potuto dirglielo, essendo orfano), un enigmatico
agente famoso per il suo talento nel ricoprire incarichi sotto
copertura. Nelle indagini è affiancato dall’agente speciale Samuel
“Sam” Hanna, ex Navy SEAL della United States
Navy che lavora nell’unità di sorveglianza speciale; parla
correntemente l’arabo ed è un esperto di
cultura mediorientale. Fanno parte della squadra anche lo
psicologo Nate, l’investigatrice forense Kensi, e l’agente di
collegamento con la polizia Marty Deeks.
Si intitola The Gray Man, NCIS:
Los Angeles 6×08, l’ottava puntata dell’atteso sesto
ciclo di episodi della serie televisiva di enorme successo
trasmessa dal network americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=mOD0lr7F4co
NCIS: Los
Angeles è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2009, nata
come spin-off della serie NCIS – Unità
anticrimine. La serie è stata creata da Shane
Brennan, ed è interpretata da Chris O’Donnell e LL
Cool J. NCIS: Los Angeles ha debuttato
in prima visione negli Stati Uniti il 22
settembre 2009 sulla CBS, mentre
in Italia è trasmessa in prima visione assoluta dal 21
marzo 2010 da Rai 2. Il 13 marzo 2014 la serie è
stata rinnovata per una sesta stagione.
La
squadra NCIS di Los Angeles vede come uomo di
punta G. Callen (neanche lui sa cosa significhi questa “G”, visto
che nessuno ha mai potuto dirglielo, essendo orfano), un enigmatico
agente famoso per il suo talento nel ricoprire incarichi sotto
copertura. Nelle indagini è affiancato dall’agente speciale Samuel
“Sam” Hanna, ex Navy SEAL della United States
Navy che lavora nell’unità di sorveglianza speciale; parla
correntemente l’arabo ed è un esperto di
cultura mediorientale. Fanno parte della squadra anche lo
psicologo Nate, l’investigatrice forense Kensi, e l’agente di
collegamento con la polizia Marty Deeks.
Si intitola
Leipei, NCIS: Los Angeles 6×07, la settima puntata
dell’atteso sesto ciclo di episodi della serie televisiva di enorme
successo trasmessa dal network americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=TOapN5V4hjU
NCIS: Los
Angeles è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2009, nata
come spin-off della serie NCIS – Unità
anticrimine. La serie è stata creata da Shane
Brennan, ed è interpretata da Chris O’Donnell e LL
Cool J. NCIS: Los Angeles ha debuttato
in prima visione negli Stati Uniti il 22
settembre 2009 sulla CBS, mentre
in Italia è trasmessa in prima visione assoluta dal 21
marzo 2010 da Rai 2.
Il 13 marzo 2014 la serie è stata
rinnovata per una sesta stagione.
La
squadra NCIS di Los Angeles vede come uomo di
punta G. Callen (neanche lui sa cosa significhi questa “G”, visto
che nessuno ha mai potuto dirglielo, essendo orfano), un enigmatico
agente famoso per il suo talento nel ricoprire incarichi sotto
copertura. Nelle indagini è affiancato dall’agente speciale Samuel
“Sam” Hanna, ex Navy SEAL della United States
Navy che lavora nell’unità di sorveglianza speciale; parla
correntemente l’arabo ed è un esperto di
cultura mediorientale. Fanno parte della squadra anche lo
psicologo Nate, l’investigatrice forense Kensi, e l’agente di
collegamento con la polizia Marty Deeks.