Dopo il successo della seconda edizione,
dall’11 al 17
settembre torna MAX3MIN – Very Short
FilmFestival, il primo festival di
cortometraggi di breve durata (3 minuti al massimo), che per la sua
3° edizione sarà a Milano con una 3
giorni alla Cineteca Milano MIC, oltre alla programmazione online
che sarà fruibile come sempre in streaming gratuito in
tutto il mondo.
Ideato e diretto dalla scenografa
italo-argentina Martina Schmied, MAX3MIN in questi 3 anni ha
consolidato il suo ruolo di osservatorio (prima) digitale e (poi)
fisico sulla contemporaneità attraverso la forma del
micro-cortometraggio. Dal formato stream-only pensato apposta per i
tempi pandemici nel 2021, MAX3MIN ha testato il modello di festival
ibrido con una programmazione online ma anche in sala nel 2022,
(ri)scoprendo il piacere e l’eccitazione della proiezione dal vivo.
Con una sua unicità: la forma brevissima, immersa nel buio della
sala, diventa un attivatore sensoriale senza
precedenti, un viaggio frenetico e iperstimolante in
cui in pochi minuti si attraversano le storie del
mondo.
Forte di questi esperimenti MAX3MIN
nel 2023 si espande ancora e nel weekend 15-17
settembre sbarca nel contesto inedito e simbolico
della Cineteca Milano MIC, mentre come di consueto l’intero
programma del Festival sarà disponibile sul sito max3min.com,
accessibile gratuitamente per tutti in tutto il mondo (11-17
settembre).
Tre giorni in Cineteca per
un programma mai così ricco: insieme alle proiezioni
dei due concorsi (International
Competition e NEXT GEN) in programma appuntamenti musicali, talk,
incontri con i registi, laboratori. Il programma musicale, con
momenti live e playlist dedicate, ospiterà anche un
imperdibile party a cura di
Discosizer nella serata di sabato 16, a conclusione
della cerimonia di premiazione. Ma nella tre
giorni di festival milanese troveranno spazio
anche incontri con i registi, talk tra
cui un appuntamento realizzato con il media partner Rolling Stone
Italia in cui insieme a Luca Pacilio si
discuterà di videoclip e short culture, e momenti pensati anche per
i più piccoli con i laboratori a cura
dell’illustratrice e grafica Cora
Fossati.
Una formula più ricca e nel segno
della multicanalità, attenta così a intercettare le tipologie di
pubblico più disparate, da chi difende la resistenza del “buio in
sala” alle fasce d’età più giovani e già abituate a fruire di
contenuti super brevi, che hanno già dimostrato grande seguito nei
confronti di MAX3MIN (nel 2022 il 37% del pubblico è da racchiudere
nella fascia tra i 18 e 35 anni).
Tutto sempre all’insegna della
brevità, del flash, del micro-racconto, lontano dagli schemi dei
festival tradizionali, ma con in più il piacere dell’incontro
fisico (e carnale) con chi il micro-cortometraggio lo ha scelto
come forma espressiva.
La programmazione per l’edizione
2023 sarà composta da 70
cortometraggi da tutto il mondo. Sono 37 i Paesi di
provenienza dei titoli selezionati, suddivisi in due sezioni: 50
concorreranno per i premi del Concorso
Internazionale, mentre 20 sono i film selezionati per
il NEXT GEN award, premio dedicato ai
migliori corti provenienti dalle scuole di cinema di tutto il
mondo.
La selezione 2023 mostra un cinema
impaziente, che ha urgenza di dire tutto subito. Che non vuole
lasciare il tempo di meditare, che mira a provocare una reazione
immediata: puntare, fuoco! Intollerante e insofferente alle
categorie, alle limitazioni, ai comparti di genere. Rapido come un
battito di ciglia, come haiku, un reel di instagram. 70 film in
grado di spaziare tra i generi e le categorie, con la sola
prerogativa di non superare la durata massima di 3 minuti.
Tre saranno le giurie di MAX3MIN
2023: La giuria del Concorso
Internazionale sarà composta da: Giacomo
Abbruzzese, regista e vincitore dell’Orso d’Argento alla
Berlinale 2023 con il suo primo lungo Disco
Boy; Martina Melilli, regista e
artista multidisciplinare; Luca Pacilio,
giornalista e curatore; Simone Angelini,
fumettista e illustratore; Lara Casirati,
festival strategist per la casa di distribuzione Varicoloured,
nonché festival programmer e selezionatrice.
A comporre la giuria di NEXT GEN sarà lo
staff del festival ucraino LINOLEUM Contemporary
Animation and Media Art Festival: Yulia
Kuznietsova, curatrice e film
programmer; Anna Ignatova, curatrice del
programma dedicato ai bambini; Zhanna Ozirna,
curatrice del programma del concorso
internazionale; Anastasiya Verlinska,
direttrice del festival.
La terza giuria sarà infine quella
della casa di produzione BlackBall,
specializzata in pubblicità e partner della terza edizione del
festival, che – dopo un bando di concorso dedicato – premierà il
film maggiormente orientato a curare l’aspetto tecnico e la resa
visiva, senza sacrificare al contempo la linea creativa. A comporre
questa giuria saranno Lorenzo Cefis, founder
dell’agenzia pubblicitaria Blackball; Matteo
Gastel, fotografo; Giulia
Peruzzotti, editor.
Oltre ai premi decretati dalle tre
giurie, saranno anche assegnati il Premio del
Pubblico, scelto dagli utenti tramite votazione on-line e
in sala, e una menzione
speciale attribuita dalla redazione
di Rolling Stone Italia.
Grande novità della 3° edizione:
quest’anno i film di MAX3MIN sono presenti negli aeroporti di
Milano Linate e Milano Malpensa grazie
a SEA che in qualità
di Special Sponsor offrirà ai passeggeri
una selezione da guardare in aeroporto e assegnerà
la menzione “SEA – MOVIEing people to the
world” al film che meglio esprimerà il tema della
connessione tra persone. Gli aeroporti rappresentano il punto di
partenza di un viaggio che è sempre un insieme di luoghi, persone e
culture. E sarà proprio questo tema il fil rouge della speciale
selezione SEA per la terza edizione di MAX3MIN.
Dopo Cina, Corea e Italia, il
coronavirus sta cominciando a toccare anche il resto del mondo. Già
purtroppo molto diffuso in Europa, arriva adesso negli Stati Uniti,
dove il Governo sta cercando di prendere le giuste misure
preventive (se non fosse che invece gli americani si mettono in
fila fuori ai negozi di armi…).
Insieme alle campagne governative,
anche i personaggi famosi cominciano ad usare la loro visibilità
per trasmettere e regole per un corretto comportamento che possa
arginare il virus.
In particolare, fa molto sorridere
il video pubblicato su
Facebook da Max Brooks, figlio del grande
Mel Brooks. Nel video, Max si presenta,
coinvolgendo anche il padre e spiegando che essendo il padre molto
anziano, è una vittima “ideale” della pandemia in corso, quindi
procede a spiegare quali sono i modi per prevenire la diffusione
del virus.
Ecco a seguire il divertente
video:
Max, figlio di Mel Brooks, lancia un messaggio contro il
coronavirus
Open Road Films e Mattel hanno diffuso online
il trailer ufficiale di Max Steel,
adattamento della serie di giocattoli della Mattel. Nel cast del
film figurano Ben
Winchell, AAna Villafañe, Andy Garcia
e Maria Bello.
Il film vedrà
protagonista Ben Winchell come Max
McGrath e Ana Villafane come Sofia
Martinez. Scritto da Christopher
Yost (Thor The Dark World )
sarà direttoda Stewart Hendler. Il film è
descritto come una storia delle origini del personaggio. La trama
racconterà le avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese si sono svolte
a Wilmington , North
Carolina. Max
Steeluscirà in America il prossimo 21 ottobre.
In Italia arriverà nel 2017 grazie a Lucky
Red.
Max
Steelè una linea di action figures prodotta
dalla Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea
Action Man della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni
diverse di Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi
nemici, un paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel
era in origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di
Barbie e di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e
“vestibile”, cioè con abiti in stoffa che potevano essere cambiati,
e quindi accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura
o sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabfotile, non
“vestibile”, cioè realizzato in un unico stampo che comprende una
tuta integrale, e calato in una tematica completamente
fantascientifica, corredato di accessori e veicoli, e contrapposto
a una serie di nemici non umani.
È stato diffuso online il trailer
internazionale ufficiale di Max Steel,
adattamento della serie di giocattoli della Mattel. Nel cast del
film figurano Ben
Winchell, AAna Villafañe, Andy Garcia
e Maria Bello.
Il film vedrà
protagonista Ben Winchell come Max
McGrath e Ana Villafane come Sofia
Martinez. Scritto da Christopher
Yost (Thor The Dark World )
sarà direttoda Stewart Hendler. Il film è
descritto come una storia delle origini del personaggio. La trama
racconterà le avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese si sono svolte
a Wilmington , North
Carolina. Max
Steeluscirà in America il prossimo 21 ottobre.
In Italia arriverà nel 2017 grazie a Lucky
Red.
Max
Steelè una linea di action figures prodotta
dalla Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea
Action Man della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni
diverse di Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi
nemici, un paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel
era in origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di
Barbie e di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e
“vestibile”, cioè con abiti in stoffa che potevano essere cambiati,
e quindi accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura
o sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabfotile, non
“vestibile”, cioè realizzato in un unico stampo che comprende una
tuta integrale, e calato in una tematica completamente
fantascientifica, corredato di accessori e veicoli, e contrapposto
a una serie di nemici non umani.
Arrivano le prime foto ufficiale
del film Max Steel, adattamento
della serie di giocattoli della Mattel. Nel cast del
film Ben Winchell, AAna Villafañe,
Andy Garcia e Maria Bello. Le
foto: [nggallery id=884]
Il film Max
Steel vedrà protagonista Ben
Winchell come Max McGrath e Ana
Villafane come Sofia Martinez. Scritto
da Christopher Yost (Thor The Dark
World ) sarà diretto da Stewart Hendler. Il
film è descritto come una storia delle origini del personaggio. La
trama racconterà le avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese iniziano oggi
a Wilmington , North
Carolina.Max
Steeluscirà nel 2015.
Max
Steelè una linea di action figures prodotta
dalla Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea
Action Man della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni
diverse di Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi
nemici, un paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel
era in origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di
Barbie e di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e
“vestibile”, cioè con abiti in stoffa che potevano essere cambiati,
e quindi accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura
o sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabile, non “vestibile”,
cioè realizzato in un unico stampo che comprende una tuta
integrale, e calato in una tematica completamente fantascientifica,
corredato di accessori e veicoli, e contrapposto a una serie di
nemici non umani.
Open Road Films e Mattel hanno diffuso online
il poster ufficiale di Max Steel,
adattamento della serie di giocattoli della Mattel. Nel cast del
film figurano Ben
Winchell, AAna Villafañe, Andy Garcia
e Maria Bello.
Potete vedere il poster di seguito:
Max
Steel: trailer del film con Ben Winchell basato sul
personaggio Mattel
Il film vedrà
protagonista Ben Winchell come Max
McGrath e Ana Villafane come Sofia
Martinez. Scritto da Christopher
Yost (Thor The Dark World )
sarà direttoda Stewart Hendler. Il film è
descritto come una storia delle origini del personaggio. La trama
racconterà le avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese si sono svolte
a Wilmington , North
Carolina. Max
Steeluscirà in America il prossimo 21 ottobre.
In Italia arriverà nel 2017 grazie a Lucky
Red.
Max
Steelè una linea di action figures prodotta
dalla Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea
Action Man della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni
diverse di Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi
nemici, un paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel
era in origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di
Barbie e di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e
“vestibile”, cioè con abiti in stoffa che potevano essere cambiati,
e quindi accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura
o sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabfotile, non
“vestibile”, cioè realizzato in un unico stampo che comprende una
tuta integrale, e calato in una tematica completamente
fantascientifica, corredato di accessori e veicoli, e contrapposto
a una serie di nemici non umani.
Ecco altre foto ufficiali del
film Max Steel, adattamento della
serie di giocattoli della Mattel. Nel cast del
film Ben Winchell, AAna Villafañe,
Andy Garcia e Maria Bello. Le
foto: [nggallery id=884]
Il film Max
Steel vedrà protagonista Ben
Winchell come Max McGrath e Ana
Villafane come Sofia Martinez. Scritto
da Christopher
Yost (Thor The Dark World )
sarà direttoda Stewart Hendler. Il film è
descritto come una storia delle origini del personaggio. La trama
racconterà le avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese iniziano oggi
a Wilmington , North
Carolina.Max
Steeluscirà nel 2015.
Max
Steelè una linea di action figures prodotta
dalla Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea
Action Man della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni
diverse di Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi
nemici, un paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel
era in origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di
Barbie e di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e
“vestibile”, cioè con abiti in stoffa che potevano essere cambiati,
e quindi accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura
o sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabfotile, non
“vestibile”, cioè realizzato in un unico stampo che comprende una
tuta integrale, e calato in una tematica completamente
fantascientifica, corredato di accessori e veicoli, e contrapposto
a una serie di nemici non umani.
Ecco altre foto ufficiali del
film Max Steel, adattamento della
serie di giocattoli della Mattel. Nel cast del
film Ben Winchell, AAna Villafañe,
Andy Garcia e Maria Bello. Le
foto: [nggallery id=884]
Il film Max
Steel vedrà protagonista Ben
Winchell come Max McGrath e Ana
Villafane come Sofia Martinez. Scritto
da Christopher
Yost (Thor The Dark World )
sarà direttoda Stewart Hendler. Il film è
descritto come una storia delle origini del personaggio. La trama
racconterà le avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese iniziano oggi
a Wilmington , North
Carolina.Max
Steeluscirà nel 2015.
Max
Steelè una linea di action figures prodotta
dalla Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea
Action Man della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni
diverse di Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi
nemici, un paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel
era in origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di
Barbie e di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e
“vestibile”, cioè con abiti in stoffa che potevano essere cambiati,
e quindi accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura
o sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabfotile, non
“vestibile”, cioè realizzato in un unico stampo che comprende una
tuta integrale, e calato in una tematica completamente
fantascientifica, corredato di accessori e veicoli, e contrapposto
a una serie di nemici non umani.
Max
Steel, il personaggio creato dalla Mattel nel 1999 e
diventato in pochi anni una delle action figure più amate e vendute
al mondo, arriva finalmente sul grande schermo nel primo
attesissimo film live-action. Scritto da Christopher
Yost (Thor: The Dark world), diretto da
Stewart Hendler (Halo 4), il film si
avvale di una troupe tecnica e artistica di altissimo livello, che
ha seguito tutti i più importanti film Marvel degli ultimi anni.
La storia di Max
Steel, supereroe nato dall’unione dei poteri del
sedicenne Max McGrath con quelli del suo alter ego alieno Steel,
approda al cinema grazie alla Dolphin Film, che ha acquisito i
diritti cinematografici dalla Mattel, una delle più grandi case
produttrici di giocattoli (la stessa che ha lanciato Barbie, Big
Jim e le Hot Wheels).
Max
Steel, una delle property di maggiore successo nel segmento
toys in Italia, sarà distribuito da Lucky Red nel
2015. Protagonista del film Ben Winchell nei
panni di Max McGrath. Ad affiancarlo Ana
Villafañe, Andy Garcia e Maria Bello.
Dolphin
Films ha annunciato oggi che il candidato all’Oscar
Andy Garcia ha firmato per interpretare
un ruolo importante nel prossimo adattamento live
action di Max Steel. Andy Garcia
interpreterà il misterioso quanto geniale scienziato Dr Miles
Edwards
Il CEO della Dolphin Films ha
commentato:
“Siamo entusiasti di poter
lavorare con un attore leggendario come Andy Garcia. Il
dottor Miles Edwards è un personaggio molto complicato, ed è
centrale per l’intera mitologia di Max Steel. Il ruolo richiede un
attore di grande talento, e non c’è nessuno più qualificato di Andy
per affrontarlo. “
Il film Max
Steel vedrà protagonista Ben
Winchell come Max McGrath e Ana Villafane
come Sofia Martinez. Scritto da Christopher
Yost (Thor The Dark World ) sarà diretto da
Stewart Hendler. Il film è descritto come una
storia delle origini del personaggio. La trama racconterà le
avventure del sedicenne Max McGrath.
Le riprese iniziano oggi a Wilmington , North
Carolina.Max Steel uscirà nel
2015.
Max
Steel è una linea di action figures prodotta dalla
Mattel a partire dal 1999. Molto simile alla coeva linea Action Man
della Hasbro, è quasi interamente costituita da versioni diverse di
Max Steel, il personaggio principale, uno o due dei suoi nemici, un
paio di veicoli e due o tre pacchetti speciali.Max Steel era in
origine una action figure da 12″ (la medesima altezza di Barbie e
di G.I. Joe), con braccia e gambe snodabili, e “vestibile”, cioè
con abiti in stoffa che potevano essere cambiati, e quindi
accessoriato di completi alternativi militari, d’avventura o
sportivi. Gli abiti non erano collegati alla serie televisiva e
questo tipo di accessori non lo rendevano molto dissimile
dall’action figure storica di casa Mattel prodotta tra gli anni
settanta e ottanta, di cui Max Steel rappresenta in un certo senso
l’erede, cioè Big Jim. Questa prima versione di Max Steel era
inoltre calata in una tematica d’azione, spionistica con sfumature
fantascientifiche, che lo contrapponeva ad alcuni
nemici.Attualmente è invece una action figure di dimensioni ridotte
a circa la metà: 6″ (cioè 16cm), meno snodabile, non “vestibile”,
cioè realizzato in un unico stampo che comprende una tuta
integrale, e calato in una tematica completamente fantascientifica,
corredato di accessori e veicoli, e contrapposto a una serie di
nemici non umani.
Guarda il nuovo spettacolare
trailer internazionale dell’atteso Max Max Fury
Road, ennesimo capitolo diretto da George
Miller e con protagonisti Tom Hardy
e Charlize Theron
[nggallery id=863]
Mad Max
Fury Road è il quarto film basato sul franchise co-scritto
e diretto da George Miller. Il film d’azione post apocalittico è
ambientato nei più remoti angoli del nostro Pianeta, in un rigido
paesaggio desertico dove l’umanità è spezzata, la maggior parte
delle persone è impazzita combattendo per la sopravvivenza. In
questo mondo di fuoco e sangue ci sono due ribelli in fuga, gli
unici forse che potrebbero resistere e reastaurare l’ordine. C’è
Max (Tom Hardy), un uomo d’azione e di poche parole, che cerca la
pace interiore, dopo la morte della moglie e del figlio
all’indomani del caos. E c’è Furiosa (Charlize Theron), una donna
d’azione e che crede che il suo cammino per la sopravvivenza può
essere raggiunto solo che attraversando il deserto ritorna al suo
luogo d’infanzia.
Nel cast di Mad Max
Fury Road ci sono Tom Hardy, Charlize Theron,
Nicholas Hoult, Zoe Kravitz, Riley Keough, Rosie
Huntington-Whiteley, Hugh Keays-Byrne e Nathan
Jones. La pellicola non ha ancora una data di uscita
ufficiale. A dirigere la pellicola è stato lo storico regista della
serie, George Miller, che ha anche scritto la
sceneggiatura insieme a Brendan McCarthy e
Nico Lathouris.
Attualmente legato
al Frankesteindiretto
da Paul McGuigan ed interpretato da James
McAvoy e Daniel
Radcliffe, Max Landis è stato
recentemente ingaggiato dalla Sony Pictures
per rivedere la sceneggiatura del film dedicato al celebre
mago Harry Houdini.
Reduce dal successo
di Chronicle, Landis si
è detto intenzionato a dare nuova linfa vitale allo script
originariamente realizzato da Scott Frank,
arricchendone il plot di venature alla H.P.
Lovecraft, letterato statunitense riconosciuto come uno
dei più influenti scrittori della narrativa dell’orrore. Fermo da
ormai quasi tre anni, il film dedicato alla vita
di Houdini, avrebbe dovuto essere diretto
da Francis Lawrence, prima che il regista
statunitense vi rinunciasse per dedicarsi al secondo episodio della
serie Hunger
Gamesquale Hunger
Games: La Ragazza diFuoco.
Attualmente ancora non si sa chi
sarà il successore di Lawrence, ma è certo
che l’arrivo di Max Landis non potrà che
giovare ad un progetto che sembrava destinato a finire nel
dimenticatoio. Vi ricordiamo, inoltre, che un ulteriore pellicola
dedicata alla storica figura di Harry Houdini
è in produzione da parte della Summit
Entertainment, basata sullo script di Noah
Oppenheim ispirato al libro La Vita
Segreta di Houdinidi William
Klaush e Larry Sloman. Fonti di
corridoio, inoltre, sostengono che Johnny Depp sarebbe interessato ad
indossare la maschera del mago in questa particolare versione
dei fatti che calerebbe Houdini nei panni di
una spia.
L’universo cinematografico
DC comics, i cui diritti appartengono alla
Warner Bros, è in continua evoluzione. Oltre
all’annunciato sequel di Man of Steel, sono numerosi i
progetti che stanno passando nella mente di sceneggiatori e
responsabili Warner.
Ultimo a parlare dell’argomento è
stato Max Landis, figlio del celebre John
Landis, che è stato interpellato su Reddit riguardo i
cinecomic e L’uomo d’acciaio. Tra le altre domande, è stato chiesto
allo sceneggiatore quale personaggio del mondo DC comics gli
piacerebbe trattare. La risposta è stata esauriente e
interessante:
Mi piacerebbe sia fare una
versione di Lanterna Verde che sia un qualcosa a metà fra ET e
Stand By Me usando l’approccio goth/punk e Kyle Raynor, oppure
Wonder Woman, usando una bozza che ho intenzione di proporre alla
Warner Bros.
Nulla di definitivo, ma nei
prossimi mesi Landis dovrebbe quindi proporre uno dei suoi script
alla Warner. Wonder Woman potrebbe quindi
tramutarsi nel prossimo film DC comics.
Dopo il successo ottenuto con
Chronicle, Max Landis si
prepara a dirigere qualcosa scritto di suo pugno: titolo del film
sarà Me Him Her; il progetto sarà
finanziato dalla Big Beach Fil, per intenderci la stessa
Little Miss Sunshine, il che già
un’indicazione sull’attitudine ‘indie’ della pellicola.
Il progetto è stato definito come
una sorta di Giovani, carini e
disoccupati sotto acido. Landis sta portando a
termine la scrittura del film, che narrerà le vicente di tre
giovani in crisi alle soglie dei trent’anni, tra amori, amicizie e
sesso.
Le riprese sono previste per il
prossimo anno e dovrebbero prendere il via una volta che Landis
avrà svuotato la propria agenda, che al momento lo vede occupato
con Paul McGuigan in
Frankenstein, con un episodio pilota di
una serie tv per la Fox e in qualità di produttore
del film di avventura Woogles, oltre che con vari
altri progetti, tra cui uno top secret per la
Disney.
Di recente
Deadline ha annunciato che Katie
Holmes si aggiungerà al cast di Woman in
Gold, oggi invece, è da Variety che
arriva la notizia di una nuova new entry, di chi si tratta? Del bel
Max Irons, star già vista in Dorian
Gray, Cappuccetto rosso sangue e nella serie tv
The White Queen.
Si aggiungeranno all’affollatissimo
cast composto da Daniel Bruhl, Helen Mirren e Ryan
Reynolds anche Antje Traue
(Man of Steel), Moritz
Bleibtreu (Kill Your Friends) e
Jonathan Pryce (I Pirati dei
Caraibi).
In attesa di nuove news, vi
ricordiamo che le riprese di Woman in
Gold di Simon Curtis sono iniziate
lo scorso 23 maggio e che per otto settimane si stanzieranno tra il
Regno Unito, l’ Austria e gli Stati Uniti.
Il film, che sarà basato su una
sceneggiatura scritta da Alexi Kay Campbell,
racconterà nei dettagli la vita di Maria Altmann
(Mirren) che venne incaricata dal governo Austriaco di
recuperare cinque pezzi d’arte firmati da Gustav
Klimt che erano stati rubati durante la Seconda Guerra
Mondiale dai nazisti. Reynolds interpreterà
l’avvocato della Altmann mentre
Bruhl dovrebbe interpretare l’accusa. Alla regia
ci sarà Simon Curtis, che ha già diretto
Marilyn.
Il film sarebbe il secondo, in breve tempo, che si occupa della
questione, spesso dimenticata, delle opere d’arte trafugate e/o
distrutte durante il secondo conflitto mondiale. Di recente infatti
è arrivato al cinema Monuments Men, che
con tono incerto ha cercato di raccontare la grande tragedia della
cultura che, giustamente, è storicamente passata in secondo piano
rispetto a quella dell’umanità in quegli anni.
Maximiliano Hernández,
interprete del personaggio dell’agente Jasper
Sitwell nell’adattamento cinematografico di The Avengers della
Marvel, ha comunicato
tramite twitterche è stata confermata la sua partecipazione nello stesso
ruolo anche per il nuovo Captain America- Il soldato
d’inverno.
“Sarà un ruolo molto più
importante in una storia sicuramente più oscura. Ci saranno un
sacco di colpi di scena. Molti segreti sull’MCU verranno
rivelati!” ha detto Hernández nel suo twitt ,
aggiungendo, “Non posso dire di più o la “polizia”
della Marvel revocherà la mia autorizzazione! Fidatevi di me:
saranno tutti fuori di testa al cinema quando tutto verrà
rivelato!”
Gli amanti delle serie tv e in
particolar modo delle comedy hanno già da tempo imparato a
conoscere e amare Max Greenfield. C’è chi lo
ricorda per famose ‘comparsate’ in tv o piccoli ruoli sul grande
schermo e chi invece si è fatto stregare dal suo Schmidt
nella serie New Girl. Ma voi quanto ne sapete
realmente di Max?
Venite a scoprire con noi tutto
quello che c’è da sapere su Max Greenfield.
Max Greenfield serie tv: l’inizio
di una fulgida carriera
10. Trasferitosi da
ragazzo da New York a Los Angelese, Max Greenfield ha cominciato la
sua carriera un po’ come tutte le star, una ‘comparsata’ alla
volta. La sua scalata verso il successo è quindi cominciata sul
piccolo schermo quando nel lontano 1999 ottiene il primo ingaggio
per un solo episodio nella serie Undressed. Grazie
al suo talento e al suo viso che buca lo schermo, a quel lavoro ne
seguirono molti altri.
Dopo aver lavorato in Boston
Public (2002), Max approda incredibilmente sul set di
Una Mamma per Amica.
Max Greenfield in Una Mamma per
Amica
Max Greenfield in “Una Mamma Per Amica”
9. Tra i suoi tanti
piccoli ruoli in tv, quello sul set della serie Una Mamma per
Amica (2003) resta il più importante. Greenfield è
riuscito a utilizzare quell’esperienza come trampolino di lancio;
dopo Gilmore Girls, infatti, la sua carriera ha preso il volo.
Per coloro che non lo ricordano,
l’episodio in questione è il quarto della quarta stagione, dal
titolo “Il Matrimonio di Dean”. In questa puntata Rory
(Alexis
Bledel) torna a casa da Yale per un weekend di
completo relax. Tuttavia incontra Dean (Jared
Padalecki), suo ex prossimo alle nozze, che la invita
al suo imminente matrimonio che si terrà nella piazza della città
proprio durante il weekend.
Nell’episodio in questione, Max
Greenfield interpreta Lucas, uno degli amici di Dean che
accompagnano lo sposo in giro a bere per il suo addio al celibato.
I ragazzi tuttavia finiscono nel locale di Luke (Scott
Patterson), alquanto infastidito da questa incursione non
autorizzata proprio in orario di chiusura.
Max Greenfield in The O.C.
Max Greenfield in “The O.C.”
8. Nel corso degli
anni, The. O.C. è diventata una vera e proprio
serie cult. Quando venne trasmessa la prima stagione nell’ormai
lontano 2003, gli adolescenti (e non) di tutto il mondo impazzirono
letteralmente per i personaggi di Orange County e per i loro
microcosmo fatto di glamour, segreti e tragedie.
Max Greenfield ha preso parte alla
serie nel 2007, comparendo nel tredicesimo episodio della quarta
stagione, dal titolo “La Forza del Destino”. In questo
episodio Ryan (Benjamin
McKenzie) riprende i contatti con suo padre, con
l’aiuto di Taylor (Autumn Reeser) mentre le altre
coppiette di O.C. si preparano a festeggiare San Valentino. Seth
(Adam
Brody) e Summer (Rachel Bilson)
decidono di consultare una cartomante per conoscere il loro futuro
come coppia e sapere se sono fatti l’una per l’altro. Nel frattempo
però Kirsten (Kelly Rowan) è tormentata dai sensi
di colpa e da un segreto, riguardante Jimmy Cooper (Tate
Donovan), che continua a ossessionarla.
I tormenti interiori di Kirsten sono
accompagnati nella serie da diversi flashback che in questo
particolare episodio coinvolgono Max Greenfield. L’attore infatti
interpreta un giovane Sandy Cohen, la cui versione adulta è invece
interpreta da Peter Gallagher.
Max Greenfield in Veronica
Mars
Max Greenfield in “Veronica Mars”
7. Dopo le tante
comparsate in serie tv anche molto importanti, finalmente per Max
Greenfield arriva un ingaggio a lunga scadenza. Nel 2005 viene,
infatti, scelto per un ruolo secondario in Veronica
Mars, celebre serie tv creata da Rob
Thomas. Max comparirà in un arco di ben undici episodi, in
onda dal 2005 al 2007, e interpreterà l’agente di polizia
Leo D’Amato.
Nel corso degli episodi, Leo aiuterà
Veronica (Kristen
Bell) ad accedere a prove e documenti riservati della
polizia e a dimenticare i suoi ex Duncan (Teddy
Dunn) e Logan (Jason Dohring).
Nel 2019, con l’uscita a sorpresa
della quarta stagione
di Veronica Mars, Greenfield è tornato sul set a
interpretare Leo per tre episodi.
Max Greenfield in Ugly Betty
Max Greenfield in “Ugly Betty”
6. Una volta
terminato il suo lavoro sul set di Veronica Mars. Max ottiene un
nuovo ingaggio anche in questo caso per un ruolo minore ma per un
numero maggiore di episodi. Nel 2007, infatti, lo vediamo comparire
per la prima volta sul set della serie Ugly Betty.
A cavallo tra il 2007 e il 2008, Greenfield sarà in un arco di ben
otto episodi e interpreterà il ruolo di Nick
Pepper, assistente di Alexis Meade (Elizabeth Penn
Payne), un personaggio cattivo, calcolatore e arrivista,
che farebbe di tutto pur di arrivare in vetta.
Max Greenfield fa il suo debutto
nella serie nel nono episodio della terza stagione e fin da subito
è chiaro agli spettatori che il suo personaggio sarà l’ennesimo
antagonista della povera Betty (America
Ferrera).
Ma per Max Ugly Betty
non è stato di certo un punto d’arrivo. L’attore negli anni
seguenti ha infatti preso parte a tantissime serie tv come
Greek (2008), Melrose Place
(2009), Avvocati a New York (2009),
Castle (2010), Lie to Me (2020),
No Ordinary Family (2010),
Undercovers (2010), Hot in
Cleveland (2011 e 2014) e Happy Endings
(2011).
Max Greenfield in New
Girl: un successo senza precedenti
Max Greenfield in “New Girl”
5.
Dopo aver sempre interpretato ruoli minori, finalmente per Max
arriva il primo vero ingaggio importante che cambierà per sempre la
sua vita e carriera nel mondo dello spettacolo. Nel 2011 viene
scelto per interpretare Schmidt nella nuovissima
serie della Fox dal titolo New Girl.
La serie, una comedy in
piena regola, segue le peripezie di Jess (Zooey
Deschanel) una ragazza un po’ matta e fuori dalle righe
che, dopo una brutta rottura sentimentale, alla soglia dei
trent’anni, deve rimettere in piedi la sua vita. In cerca di un
posto dove vivere, risponde all’annuncio di una stanza disponibile
e finisce in un loft abitato da tre ragazzi, Nick (Jake
Johnson), Winston (Lamorne Morris) e
Schmidt. Il primo lavora come barista, Winston invece è un ex
giocatore di basket decaduto e Schmidt, beh, è davvero uno
‘sciupafemmine’.
Nonostante l’imbarazzo
iniziale, Jess si trasferisce in casa dei ragazzi e per loro
comincia una convivenza a dir poco improbabile. Jess è imbranata,
pasticciona ed emotivamente instabile eppure, nonostante i suoi
difetti, i tre coinquilini si affezionano subito a lei, cercando di
guidarla non sempre verso la strada più giusta.
La serie è andata per
ben sette stagioni, dal 2011 al 2018 per un totale di 146
episodi.
Max Greenfield nel film “La Grande Scommessa”
Fonte: IMDB
4. La
carriera di Max Greenfield è particolarmente legata al mondo della
televisione, tuttavia l’attore, negli anni, è riuscito a
intrufolarsi anche sul grande schermo partecipando a diverse
produzione hollywoodiane anche molto importanti.
Il suo primo ruolo per
il cinema risale al 2004 con il film Cross Bronx,
diretto da Larry Golin. Negli anni successivi lo vediamo in
Pazzo Pranzo di Famiglia (2005) e in They
Came Together (2014). Nel 2014 Greenfield torna a vestire
i panni dell’agente Leo D’Amato in Veronica Mars –
Il Film, diretto come sempre da Rob
Thomas – autore anche della serie tv – e andato in onda su
Hulu.
Al film di Veronica
Mars sono seguiti About Alex (2014), Hello
My Name is Doris (2015) e La Grande
Scommessa (2015), diretto da Adam
McKay e con protagonista Christian Bale.
Successivamente partecipa come doppiatore al film d’animazione
L’era Glaciale – In Rotta di Collisione prestando
la sua voce a un piccolo e stravagante dakotaraptor. Dal 2017 al
2020 lo vediamo in Il castello di Vetro (2017),
La Fratellanza (2017), A Futile and Stupid
Gesture (2018), What Men
Want (2019) e Una Donna Promettente
(2020).
Max Greenfield
curiosità
3.
Forse pochi sanno o ricordano che nel 2015 Max ha girato uno spot
per McDonald pubblicizzando tre nuovi hamburger in
edizione limitata, i Sirloi Thirs Pound Burgers. Ecco il
video dello spot…
2.
L’attore, a differenza di moltissime star del cinema e della
televisione, è molto devoto alla sua famiglia. Per Max
Greenfield moglie e figli hanno la priorità assoluta.
Sposato da più di dieci anni con Tess Sanchez, i
due sono ormai genitori di due splendidi figli,
Lily e Ozzie.
All’epoca della
chiusura della serie New Girl, Max dichiarò in un’intervista di non
avere piani già predefiniti per il futuro; il suo desiderio più
grande era quello di poter passare più tempo con la sua famiglia e
occuparsi dei figli. “Fare il padre è il mio lavoro
preferito” [fonte: ETOnline]
1. Max
è forse una delle poche celebrità che ama i social e spessissimo
condivide stralci della sua quotidianità sul suo profilo
Instagram. Greenfield è, inoltre, un fanatico di
Twitter; è forse il social dov’è maggiormente
attivo e dove ama scrivere un po’ a flusso di coscienza tutto ciò
che pensa. Dalla vita privata a quella professionale, dalle
preferenze politiche a quelle legate al mondo dell’intrattenimento,
per Max Greenfield c’è sempre una buona ragione per twittare.
Restate quindi connessi
e seguite i suoi account ufficiali Instagram e
Twitter.
Voce italiana di Gru, super cattivo
protagonista di Cattivissimo Me, Max Giusti ha incontrato la stampa
di settore questa mattina nella bella cornice dell’Hotel Eden. Dopo
essersi sottoposto alle foto di rito con i suoi tirapiedi (nel
film), i gialli minions, l’attore e presentatore televisivo e
radiofonico ha risposto con garbo e simpatia alle domande dei
giornalisti.
Il regista Max Croci, 50 anni, si è
spento, dopo una lunga malattia, al Policlinico di Milano. Croci
aveva diretto Luca Argentero e Sarah
Felberbaum nel suo primo film, Poli
Opposti.
Nato come illustratore e art
director, Max Croci ha presto realizzato anche una serie di
cortometraggi. Poi, nel 2015 il primo film, la commedia romantica
Poli opposti. L’anno successivo aveva firmato
Al posto tuo, ancora una volta con Argentero,
affiancato da Stefano Fresi e Ambra
Angiolini.
Infine, nel 2017 aveva realizzato il suo terzo film,
La verità, vi spiego,
sull’amore, un’altra commedia, tratta dal libro
omonimo e dal blog di Enrica Tesio, Tiasmo. Nel
film hanno recitato Ambra Angiolini, insieme a Carolina
Crescentini, Massimo Poggio e Giuliana de
Sio.
I funerali di Croci si svolgeranno sabato 10 novembre alle ore
14 nella Chiesa dei Frati a Busto Arsizio.
A cinque anni dall’uscita di La
principessa incantata, lo studio d’animazione ucraino Animagrad torna con un nuovo
film d’animazione intitolato
Mavka e la Foresta incantata. Diretto da
Oleksandra Ruban, co-regista della pellicola del
2018, il racconto si basa sull’opera poetica in tre atti di
Lesya Ukrainka, che la compose nel 1911 nella
città di Kutaisi.
Proprio come il poema, la pellicola
d’animazione affonda le sue radici nel folklore ucraino e nella sua
mitologia, esplorando la tradizione di un popolo molto sfaccettato
e dalle molteplici credenze. Mavka e la Foresta
incantata, come vedremo, è un lungometraggio molto
ambizioso e negli intenti punta all’internazionalità, come accade
per molte opere non realizzate dai grandi colossi dell’animazione.
Il film uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 20
aprile, distribuito da Notorius
Pictures.
Mavka e la Foresta
incantata, la trama
In un’immensa foresta dell’Ucraina,
che sorge nelle vicinanze di un villaggio, vive la custode
Mavka (a cui la YouTuber Fraffrog
presta la voce), con il compito di proteggere la sua casa dagli
umani. Questi, che molto tempo addietro avevano tradito la foresta
invadendola e bruciandola, ora la temono, credendola una minaccia.
Un giorno nel villaggio arriva però Kylina,
presunta figlia dell’uomo che anni prima aveva scatenato la guerra
con gli abitanti della foresta, la quale vuole impossessarsi della
sorgente della vita, cuore della selva.
Spedirà così il giovane
Lukas alla ricerca di una foglia, con il solo
scopo di avvicinarsi molto di più all’acqua benedetta. Il ragazzo,
dall’animo buono e ignaro delle intenzioni malefiche della donna,
incontrerà qui Mavka, con la quale instaurerà un rapporto
d’amicizia che, ben presto, si trasformerà in amore. Compito dei
due eroi sarà ristabilire l’equilibrio fra gli umani e la natura,
per ritrovare una sana armonia.
Un popolo che non si arrende
Non si può iniziare a parlare di
Mavka e la Foresta incantata senza prima
fare una doverosa premessa. Se avessimo guardato il film un paio
d’anni fa, ci saremmo fermati alla semplice analisi di un impianto
narrativo tipico dell’animazione, in cui è posta al primo piano la
dicotomia fra Bene e Male. In cui, nel caso del lungometraggio di
Ruban ma come in tanti altri simili, il messaggio è non farsi la
guerra, di qualsiasi natura essa sia. E che l’amore è la soluzione
a ogni tipo di malattia politico-sociale. Ma con la situazione
attuale dell’Ucraina, si guarda alla storia da un’altra
prospettiva e il suo contestualizzarla è inevitabile. Il
pubblico si approccia al racconto con una diversa consapevolezza, e
non si può fare a meno di cogliere un significato molto più
profondo, a cui va accostandosi una specifica lettura del
sottotesto.
La faida fra uomini e natura, che
rappresenta il fulcro dell’intero film, riporta alla
sofferenza vissuta dal popolo ucraino il quale, proprio
come accade con la foresta di Mavka, cerca in tutti i modi e con
tutte le forze di difendersi dai propri nemici. Resistendo a un
odio infondato di cui prova a capirne le ragioni, senza però
trovare risposte. Nonostante l’opera sia stata pensata e
sceneggiata molto prima della dolorosa guerra abbattutasi sul
Paese, l’essere giunta a noi in questo preciso momento storico la
carica di una potenza e di un valore che, qualche anno fa, non
avremmo forse colto e percepito così tanto. Ciò la
rende dunque molto più attuale di qualsiasi altra
narrazione animata. Ecco perché, per quanto si cerchi di valutarne
l’essenza in sé, svincolata dal nuovo significato di cui si
ammanta, non riusciremmo mai, ad oggi, a non vederne un
riferimento. Con tanto di stretta allo stomaco.
Uno sguardo alla Disney
Oltre a essere allegoria di un tema
molto attuale, Mavka e la Foresta
incantata racchiude al suo interno un’altra
importante argomentazione, ossia l’ambientalismo.
Per rappresentarlo al meglio, la sceneggiatrice Yaroslav
Voytseshek ha sfruttato uno dei topoi narrativi
più importanti della Disney: la
storia d’amore, in questo caso fra due eroi.
Nonostante dagli anni 2000 le sue produzioni abbiano cambiato gli
assetti, virando su personaggi e racconti molto più complessi, in
cui si è dato maggiore spazio all’individualità e all’aspetto
psicologico di un character (svincolato dalla love story),
la struttura amorosa è stata al centro di numerosi e indiscussi
capolavori. Per questa narrazione viene così ripreso quel pattern
convenzionale, e a sbocciare è l’amore fra Mavka, l’eroina della
foresta, e Lukas, l’eroe del villaggio. Simbolicamente, i
due protagonisti rappresentano la Natura e l’Uomo,
dimostrando quanto l’uno possa trarre vantaggio dall’altro se alla
base c’è rispetto e armonia.
Il problema dell’ambiente e della
sua salvaguardia, motivo di preoccupazione per i governi di tutto
il globo, viene traslato sullo schermo sotto forma di guerra fra le
due parti (Foresta e Villaggio). La quale, all’interno della
favola, si risolve grazie all’amore dei suoi principali
rappresentanti, unico vero antidoto. Un chiaro messaggio a
prendersi cura – con amore, per l’appunto – della propria terra, e
non abusarne (come accade nell’incidente scatenante di
Mavka e la Foresta incantata), altrimenti
essa si ribellerà a noi. Attraverso questi interessanti passaggi,
in cui si alternano interludi musicali (alcuni in lingua ucraina),
la pellicola riesce ad assolvere il suo compito: essere
educativa per tutto il pubblico, adulto e infantile, e
avere un ruolo di intrattenimento per i
piccoli.
Un film non esente da
incrinature
Se a livello contenutistico
Mavka e la Foresta incantata funziona,
pur imbevendosi di schemi e personaggi archetipici, è il comparto
tecnico-artistico che riporta delle sbavature. Al netto di qualche
caratterizzazione Disney riscontratasi in alcune scelte d’immagini
(alcuni rivedranno La bella e la bestia, Il Re
Leone, perfino il live action Maleficent) che risulta
ben rappresentata, il setting generale del film è scarno
di corposità e dettagli. Trattandosi di una foresta da un lato e di
un villaggio dall’altro, si poteva spingere al massimo
sulla CGI per restituire un panorama molto più ricco e
variegato. Come sottolineavamo in altre recensioni su opere
d’animazione, lo spazio in cui i personaggi si muovono è cruciale
se si vuole ottenere un prodotto compiuto e una totale esperienza
immersiva.
Non da meno è la trama, in cui si è
riscontrata un po’ di frettolosità nella progressione di
alcune dinamiche. Per quanto nel suo complesso
Mavka e la Foresta incantata piaccia e
sia godibile, il ritmo troppo sincopato è andato un po’ a inficiare
sul profilo dei personaggi, con la percezione che sia rimasto
qualcosa di non detto ed esplorato. Una nota di merito va invece
alla cura degli abiti dei cittadini del villaggio, in cui si evince
la minuzia nel ricostruire in digitale i costumi folkloristici di
estrema bellezza. E, infine, alla scelta di alcune particolari
inquadrature, molto suggestive e sfoggianti diverse tonalità di
verde, che catturano l’attenzione e suscitano quella sana
meraviglia soprattutto nei bambini.
Pur con alcuni difetti,
Mavka e la Foresta incantata resta dunque
un film ben confezionato, maturo dal punto di vista delle tematiche
e pieno di spunti di riflessione. Una storia che, nella sua portata
drammatica, ricorda allo spettatore di qualsiasi età che la rabbia
porta all’infelicità e che l’odio, per qualsiasi ragione, non giova
né a chi lo riceve né a chi lo sprigiona. Ma anzi, come dimostra il
climax finale del film, consuma solo l’anima.
Quello tra il regista
Richard Donner e l’attore Mel
Gibson è un sodalizio artistico che ha dato vita a film di
grande successo, dalla saga di Arma letale al thriller
Ipotesi di complotto.
Tra questi, nel 1994, i due hanno realizzato anche
Maverick, un’insolita commedia western
che porta lo spettatore a confrontarsi con elementi di quel periodo
storico diversi dal solito. Il cuore del film non è infatti da
ritrovarsi nei celebri duelli di questo genere o in missioni
particolarmente eroiche ai limiti della frontiera. Al contrario,
quella raccontata nel film è una faccenda di soldi, gioco d’azzardo
e imprevedibili disavventure ad essi legate.
Il film, scritto dal premio Oscar
William Goldman, è tratto dall’omonima serie
televisiva distribuita in televisione dal 1957 al 1961. Composta da
cinque stagioni e trasmessa anche in Italia, questa vedeva i
fratelli Maverick impegnati in rocambolesche avventure che
reinventavano anche in chiave comica l’immaginario western. L’idea
di realizzare un’opera cinematografica a partire da quel prodotto
circolava da tempo ad Hollywood, ma solo grazie all’interessamento
di Donner e Gibson questa poté concretizzarsi. Il film si rivelò un
autentico successo, incassando 183 milioni di dollari a fronte di
un budget di soli 73.
Candidato anche al premio Oscar per
i migliori costumi, Maverick è oggi un titolo forse troppo
dimenticato, che presenta però alcuni elementi di gran fascino.
Dalle doti comiche dei protagonisti alle irresistibili peripezie a
cui vanno incontro, dagli ambienti western ai risvolti meno battuti
di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Maverick: la trama del film
La vicenda del film si svolge nel
vecchio West, dove Bret Maverick si guadagna da
vivere grazie alla sua grande abilità nel poker. Il suo bisogno di
soldi, però, non si colma mai, ma potrebbe essere saziato qualora
riuscisse a vincere un prestigioso torneo il cui montepremi è un
bottino di 500 mila dollari. Oltre al guadagno, si tratta
dell’occasione perfetta per dimostrare a tutti di essere il miglior
giocatore del suo tempo, mettendo a tacere le voci che lo
vorrebbero come un semplice baro. Per poter partecipare, però,
Maverick deve prima di tutto pagare una notevole tassa
d’iscrizione.
Andando dunque in giro a riscuotere
debiti, Maverick si imbatte nella bella truffatrice
Annabelle Bransford, la quale decide di unirsi a
lui nella sua avventura. La strada per St. Louis, dove si terrà il
torneo, è però lunga e tortuosa, ricca di insieme come gli indiani
e diversi nemici di Maverick. Tra questi, in particolare, spicca
Angel, giocatore d’azzardo più volte vistosi
truffare dal protagonista. Egli farà di tutto perché Maverick non
raggiunga il luogo del torneo, così da potersi assicurare la
vittoria. Intralciare l’astuto protagonista, però, sarà più
complesso che mai.
Maverick: il cast del film
Come anticipato, a ricoprire il
ruolo del protagonista Bret Maverick vi è il premio Oscar Mel Gibson. Per
l’occasione, egli si è trovato a dover prendere diverse lezioni per
risultare credibile nei panni del personaggio. In particolare, egli
ha imparato non solo a giocare ottimamente a poker, ma anche ad
estrarre rapidamente una pistola dalla sua fondina. Accanto a lui,
nei panni della truffatrice Annabelle Bransford vi è l’attrice
premio Oscar Jodie Foster.
Per il suo personaggio, l’attrice ha dato vita ad una numerosa
serie di scene in cui si evince la poca grazia di Annabelle. Questa
caratteristica deriva dalla prima scena in cui compare, dove nel
tentavi di scendere da cavallo cade rovinosamente a terra.
Nei panni di Angel lo spagnolo, il
giocatore di poker nemico di Maverick, vi è l’attore
AlfredMolina, mentre
James Garner, protagonista della serie da cui
il film è tratto, interpreta qui il ruolo dell’anziano sceriffo
Zane Cooper. Il premio Oscar JamesCoburn interpreta il Commodoro Duvall. Nel film,
infine, è presente anche un cameo di Danny Glover,
co-protagonista di Gibson in Arma Letale. Egli interpreta
qui un rapinatore di banche che alla vista di Gibson rimane per un
attimo interdetto, i due si scrutano come se si conoscessero (il
parallelo è sottolineato anche dal sottofondo musicale, che fa
anche parte della colonna sonora di Arma Letale), poi la
scena finisce con la fuga di Glover, che ripete una delle sue più
celebri battute della saga: “sono troppo vecchio per
questestronzate!”.
Maverick: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Maverick
è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili,Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Now
e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 7febbraio
alle ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Sceneggiatore e regista, attivo nel
campo del fumetto, del cinema e della televisione, Mauro
Uzzeo sbarcherà al cinema il 12 agosto con
Monolith, film per cui ha co-firmato la
sceneggiatura (insieme al regista Ivan Silvestrini, Elena
Buccaccio e Stefano Sardo) e che nasce da
un’idea di Roberto Recchioni.
Liquidare però la natura di questo
film, diretto da Ivan Silvestrini, è decisamente
impreciso, dal momento che Monolith è un progetto
a due teste: una fatta di celluloide e l’altra di… cellulosa.
Un’avventura che nasce contemporaneamente come graphic novel e
film.
Chiediamo a Uzzeo: come si è
sviluppato il lavoro parallelo di sceneggiatore al film a alla
graphic novel?
Quando Roberto ha avuto l’idea
di Monolith (madre che resta chiusa fuori dall’automobile più
sicura del mondo, figlio piccolo chiuso dentro e come si fa a
tirarlo fuori dalla prigione perfetta), da subito abbiamo pensato
di svilupparla in più ambiti, perché era un’idea talmente potente e
lineare che si prestava bene ad avere diverse declinazioni. Con
Roberto lavoravamo già insieme ad altri progetti, e siccome io
avevo esperienza in tv e con il cinema, abbiamo cominciato a
pensare a una storia che potesse essere produttivamente facile da
realizzare in forma di film. Noi che ci affacciamo ora nel mondo
del cinema sappiamo bene che le idee hanno un costo realizzativo.
Quindi dobbiamo ragionare su progetti che possano essere
realizzabili magari anche con i budget che si concedono alle opere
prime o dalle case di produzione indipendenti.
Come è nato Monolith
Qual è stato dunque il
primo passo?
Ragionare su come la storia
potesse diventare qualcosa di facilmente declinabile, poi abbiamo
cominciato a battere le scrivanie dei produttori italiani. Da quel
momento, vedendo la loro ritrosia a causa di una storia, a detta
loro, che poco aveva a che fare con il classico cinema italiano,
abbiamo cominciato a lavorare al fumetto. E abbiamo coinvolto
subito Lorenzo Ceccotti perché, come me, aveva già avuto esperienze
in campo cinematografico, oltre che in ambito fumettistico. Si
intende perfettamente di production design e così, con Roberto, ho
cominciato a scrivere la sceneggiatura per il fumetto, e abbiamo
puntato tanto sull’aspetto grafico e sulla potenza del disegno di
Lorenzo.
Quando è partito invece il
lavoro per il film?
Proprio quando eravamo già a
lavoro con il fumetto, si è sbloccata la situazione con il film,
Lock and Valentine è stata la prima casa di produzione a opzionare
il soggetto e a crederci. Poi sono entrati in campo la Sergio
Bonelli Editore, alla sua prima esperienza con un film, con tanto
di logo all’inizio, e poi Sky Cinema, soprattutto, che è entrata in
campo portando l’apporto più importante oltre che quella
grandissima esperienza nel produrre cinema che nessuna delle altre
due realtà aveva. Da lì è partito il progetto della sceneggiatura,
che ho scritto inizialmente insieme a Ivan Silvestrini che è anche
il regista.
Come si è sviluppata la
collaborazione tra Mauro Uzzeo e il regista, Ivan
Silvestrini?
Con Ivan ci conosciamo da anni.
Nel 2004 vincemmo insieme un concorso di cinema, lui per il miglior
cortometraggio e io per il miglior corto animato e da quel giorno
siamo diventati amici, sono stato anche il suo testimone di nozze.
Quando ci hanno chiamati per fare il film insieme, i produttori non
lo sapevano. È stato divertente perché dissero a Ivan ‘Avevamo
pensato di far scrivere la sceneggiatura a Mauro Uzzeo, lo
conosci?’ e lui si mise a ridere. Abbiamo cominciato a scrivere
insieme e Sky ci ha spronati a spingerci in una direzione diversa
rispetto a quella del fumetto, per cercare di aggiungere un
contenuto che fosse emotivamente coinvolgente. Da quel momento le
storie hanno preso una direzione un po’ diversa. Il film non è
l’adattamento del fumetto e il fumetto non è la riduzione
cinematografica. È come avere entrambi i lati della stessa
medaglia. Guardiamo la storia da due prospettive diverse e quindi
leggendo il fumetto e guardando il film si ha un interessante
doppio punto di vista.
Le differenze principali tra
il film e la graphic novel quali sono?
Il fumetto e un’amarissima
riflessione sull’ossessione per la tecnologia, sull’utilizzo della
tecnologia per sentirsi protetti e quanto sacrifichiamo delle
nostre libertà per questo concetto di protezione. Quanto la
tecnologia diventa una gabbia più che una porta aperta. Il film
invece è molto incentrato su che cosa è la maternità oggi e su cosa
vuol dire avere un figlio e su cosa questo comporta nelle nostre
vite. Le due trame sono presenti sia nel fumetto che nel film, però
a seconda del prodotto si sviluppa di più la prima o la
seconda.
Mauro Uzzeo ha
lavorato sia al film che al fumetto
Come è stato invece il
lavoro con Lorenzo Ceccotti?
Avere lui che disegna per te è
come essere un regista che ha a disposizione Marlon Brando, gli
puoi chiedere tutto. Mentre sul film, che ancora non esisteva,
sapevamo che avremmo dovuto accettare dei compromessi, il fumetto
poteva esplodere in tutta la sua potenza evocativa. Lorenzo ha
messo in scena della roba pazzesca.
Lui ha cominciato con il
fumetto, dopo una ventina di tavole ha interrotto per otto mesi il
lavoro perché si era sbloccato il progetto del film, a cui avrebbe
comunque lavorato lui. Poi è partito per gli Stati Uniti per
lavorare sul set per la direzione artistica. Una volta tornato si è
rimesso sul fumetto, portando un bagaglio esperienziale enorme
perché un conto è immaginare il deserto (location principale del
film), un conto e starci tutti i giorni. Ha deciso che voleva
mettere questa cosa sulla tavole. Io e Lorenzo abbiamo avuto il
grande privilegio di poter lavorare sia alla realizzazione del film
che a quella del fumetto: a un certo punto Roberto non sapeva che
direzione stesse prendendo il film, così come Ivan non conosceva
come si stesse sviluppando il fumetto. È stato un work in progress
reciproco perché partendo dallo stesso punto ci siamo divertiti a
esplorare due strade diverse.
Come è nato invece il
concept dell’automobile, protagonista del film? Sono innegabili
alcuni riferimenti alla cultura pop, ma sono voluti o
casuali?
Sicuramente ci sono dei
riferimenti, ma la prima regola che spiegammo a Lorenzo era quella
che la Monolith dovesse incutere da lontano un po’ di timore, una
macchina perfetta e inattaccabile, quasi aliena. Da vicino invece
doveva sembrare super user friendly, come i prodotti della Apple,
che immediatamente sai come usarli. Poi però se succede qualcosa
non puoi aprirli o aggiustarli e con loro non c’è dialogo. Basta
vedere un iPhone, spento è una mattonella perfetta, non capisci
subito come utilizzarlo, dov’è la batteria. L’idea quindi era di
una tecnologia inespugnabile ma apparentemente vicina
all’utente.
Si tratta quindi di una
tecnologia ostile?
Nel film non diamo mai un
connotato positivo o negativo alla tecnologia. L’unica etichetta
che mettiamo è quella di strumento. Gli errori commessi nel film
sono solo umani, perché il principio è: più è elevato il livello
tecnologico, più dovrebbe essere alto il livello di consapevolezza
di chi lo sta usando. Il problema è che tutti hanno in mano uno
strumento tecnologico (telefono, computer) ma non hanno
l’alfabetizzazione necessaria per utilizzarlo, per capire con
esattezza cosa farci. Abbiamo strumenti potentissimi a portata di
tutti, ma non c’è la preparazione necessaria per affrontarli.
Infatti a un certo punto nel film si torna all’età della
pietra…
Monolith all’estero
Il film uscirà negli USA con
il titolo di Trapped Child, cosa pensi di questa
scelta?
Noi non abbiamo avuto molta voce
in capitolo. Penso che siano scelte che riguardano il distributore
locale che deve cercare il modo migliore per veicolare un messaggio
e vendere un film. Ho letto diversi titoli di Monolith in giro per
il mondo, perché è stato venduto in quasi 20 Paesi. Da fruitore
preferisco sempre il titolo originale e leggere un sottotitolo che
spiega il film, magari Monolith – Trapped Child, ma qui entriamo
nel gusto personale. Sono contento che un film a cui ho collaborato
esca in tutti questi posti nel mondo.
Che ambizione ha questo
progetto?
Noi sappiamo benissimo che è un
film piccolo, fatto con una produzione indipendente, aiutato e
co-prodotto da un player importantissimo come Sky, che beneficia di
una casa di distribuzione, la Vision, che nasce proprio con
Monolith, il primo film che distribuiscono. Sappiamo che non
abbiamo in mano un film che può coinvolgere un pubblico molto
ampio. Ma nasce proprio per questo, con la volontà di raccontare
una storia diversa, che possa essere esportabile in tutto il mondo.
Il fatto che sia uscito prima in 17 Stati e poi in Italia è un
segno che quello che volevamo ottenere l’abbiamo
raggiunto.
Hai partecipato alle riprese
sul set?
Mai. Dopo che abbiamo finito la
pre-produzione con Ivan Silvestrini, e con noi si sono aggiunti
anche Elena Buccaccio e Stefano Sardo per rifinire la
sceneggiatura, io sono tornato a lavorare sul fumetto e mentre Ivan
e Lorenzo si sono spostati sul set, eravamo in contatto su Skype e
facevo il tifo per loro. Intanto però lavoravo con Roberto alle
tavole di sceneggiatura per il fumetto di Monolith che avrebbero
aspettato il ritorno di Lorenzo.
Mauro Uzzeo e il lavoro di
sceneggiatore: cinema, fumetti e il futuro della
Bonelli
Scrivendo sia per i fumetti
che per il cinema, l’approccio alla scrittura è uguale, racconti
‘solo’ una storia, o ti adatti al diverso mezzo
espressivo?
Nonostante possa sembrare
simile, l’approccio è in realtà molto diverso. La potenza del
fumetto mostra in modo evocativo, ti fa vedere dei disegni e lascia
spazio tra un quadro e l’altro e così il disegnatore e lo
sceneggiatore guidano il lettore verso un movimento che non esiste.
E non hai limiti, a parte la pagina ferma e la capacità tecnica del
disegnatore. Scrivere per il cinema vuol dire tener conto di tutta
una serie di istanze tecniche e produttive che poi serviranno per
rendere narrativo quello che scrivi. Se non tieni conto di qual è
il budget del film, non puoi sapere bene cosa stai scrivendo,
perché magari alcune cose verranno tolte dalla sceneggiatura perché
non realizzabili e creeranno un buco di trama. Il bravo
sceneggiatore deve tenere conto di che tipo di film si sta
realizzando e di qual è la fattibilità produttiva di quello che sta
inventando. Sono due mestieri che hanno parecchi paletti che
servono a modulare la creatività, però conoscendoli, possono essere
usati anche come stimolo per fare qualcosa di ancora più
bello.
Monolith è il primo film
della Bonelli. Qualche settimana fa c’è stato l’ormai ribattezzato
‘Homecoming’ di Dylan Dog,
ovvero i diritti di sfruttamento cinematografico del personaggio
sono tornati alla Bonelli Editore. Esiste già un progetto per
portare l’Investigatore dell’Incubo al cinema nel modo
migliore?
La Sergio Bonelli Editore è in
un momento di grossa transizione, sta affrontando il decennio con
un piglio più aggressivo rispetto al passato. Sta cercando di
battere tutta una serie di strade legate al fumetto e derivati che
negli anni passati non ha sfruttato a pieno. Si sta creando una
nuova Bonelli che nel rispetto della tradizione sta guardando, più
di ogni altra casa editrice italiana, al futuro. Sta lavorando sui
suoi personaggi, cercando di sfruttare tutte le direzioni
possibili. È chiaro che Dylan Dog, che è il secondo fumetto più
venduto in Europa e che ha un fortissimo appeal, è uno dei
personaggi con cui sarebbe più interessante fare produzione. Però
finora non aveva i diritti; ora che li ha ripresi, è evidente che
sono già a lavoro per vedere come trasporre al meglio in altri
ambiti il personaggio. È altrettanto evidente che adesso è troppo
presto per avere certezze, ma a naso credo che ci sarà un bel
periodo in cui la Bonelli cercherà di capire qual è la strada
migliore.
Firenze – Uno degli artisti più
interessanti del panorama dell’illustrazione italiana sarà a
Firenze per presentare e raccontare il suo lavoro con
PiccionCinema. Mauro Antonini (Manthomex) terrà un
incontro con il pubblico sabato 11 Maggio alle ore 12:00
nell’ambito del Florence Fantastic Festival, curato da
Cinefilos.it, il quotidiano indipendente di cinema fra i più
seguiti della rete. Piccioncinema ha ormai superato i due
anni di pubblicazione e Piccion e tutti i suoi noti personaggi
saranno in mostra durante la mattina. Inoltre l’artista sarà
presente sia sabato che domenica nell’area talent a disposizione
per realizzare sketch personalizzati per tutti i presenti.
Mauro Antonini
(29,06,1980). Critico e storico cinematografico e crossmediale,
redattore della rivista Segnocinema (ed. Cineforum di Vicenza). É
autore dei libri per Dino Audino Editore: Cinema e Fumetti (2008);
Disegnare Fumetti (2010); Disegnare l’horror (2011). Suoi saggi e
interventi sono apparsi su Storia del cinema italiano 1970/76
(Marsilio ed., 2008), Robert Zemeckis (Sovera ed., 2010), sulla
rivista Rumore (Apache ed. dal 2010 a oggi), sul numero 2 di
Satanik – La rossa del Diavolo (Mondadori ed., 2011) e sul sito
Everyeye.it. Al lavoro di critico e saggista alterna l’attività di
cartoonist e storyboard artist. Nel 2010 collabora col Maestro
degli effetti speciali Sergio Stivaletti per le sequenze disegnate
The Invisible Man del cortometraggio Halloween Party . Nel gennaio
2011 crea il personaggio di Piccion e la webeseries settimanale
Piccioncinema, strutturata in single panels in bianco e nero
visionabili sulle apposite pagine Deviant Art e Facebook.
Piccioncinema viene portata in mostra in varie occasioni nei più
importanti eventi italiani. Parallelamente, con il nickname di
Manthomex, sviluppa numerosi progetti con l’Italia e l’estero,
realizzando web-comics, web-strips e illustrazioni su sceneggiature
e concept originali.
«Mattia era tutto ciò che
scriveva, diventava tutto ciò di cui si occupava, perché era
curioso, entrava dentro le cose, guardava le stesse cose che tutti
noi vediamo da un punto di vista nuovo», così Geppi
Cucciari ricorda il suo amico e collega Mattia
Torre, prematuramente scomparso esattamente un anno fa –
il 19 luglio 2019 – all’età di 47 anni, in un passaggio della
puntata speciale di 100X100 Cinema – nata
da un’idea del suo amico e produttore storico Lorenzo Mieli e
dell’Executive Vice President Programming di Sky Italia Nicola
Maccanico – con cui Sky ha scelto di ricordare il geniale
scrittore, sceneggiatore e regista e che andrà in onda
domenica 19 luglio su Sky Cinema
Uno. in
LO
SPECIALE
L’intero palinsesto di Sky
Cinema Uno sarà dedicato a Mattia, con in prima serata
alle 20.45 lo speciale di 100X100 Cinema
condotto da Francesco Castelnuovo, con i ricordi
di alcuni degli amici e colleghi a lui più legati: Valerio
Mastandrea, Pietro Sermonti,
Paolo Calabresi, Valerio Aprea e
Geppi Cucciari. Ad esempio, Valerio Mastandrea
ricorda gli inizi della loro amicizia, nata da un litigio tra i due
dopo aver dibattuto in modo sincero e franco su una sceneggiatura
scritta da Torre, mentre Geppi Cucciari fu accolta in casa di Torre
e della compagna in un momento difficile della sua vita.
L’inconfondibile stile iperbolico e a tratti surreale di Mattia
emerge anche negli SMS che mandava ai suoi amici, che ne daranno
diretta testimonianza: tra questi anche Caterina Guzzanti messa in
guardia dall’utilizzo smodato della parola “tema”, Ninni Bruschetta
elogiato come cuoco e Giacomo Ciarrapico al quale Mattia faceva gli
scherzi modificandogli le impostazioni del suo telefonino. Non
mancherà il ricordo dei difficili momenti della malattia, come
raccontato da Paolo Calabresi, vicino a lui proprio in quelle
settimane più dure.
LA PROGRAMMAZIONE
DEDICATA
Nella programmazione dedicata su
Sky Cinema Uno saranno presenti alcuni dei lavori
più amati di Mattia Torre: si inizierà alle 12.25
con i 4 episodi della mini-serie originale Sky “Dov’è
Mario?”, da un’idea di Corrado
Guzzanti scritta con Mattia Torre, in cui Guzzanti
interpreta Mario Bambea, un intellettuale di sinistra molto glamour
caduto in disgrazia, che dopo un incidente d’auto presenta degli
strani disturbi di personalità. In particolare affiora in lui un
ingombrante alter ego, il comico romano Bizio Capoccetti, che con
la sua comicità truce e di bassa lega giunge presto ad un successo
inaspettato.
A seguire, alle
15.25 andranno in onda gli 8 episodi della serie
“La linea verticale”, basata sull’omonimo
romanzo scritto da Mattia Torre e interpretata da Valerio
Mastandrea. La serie nasce dall’esperienza ospedaliera
dello stesso Torre e racconta, in tono surreale e satirico, la vita
quotidiana del reparto di urologia oncologica di un ospedale
italiano. La storia è raccontata dal punto di vista dei pazienti
che, tramite uno stile di racconto libero e formalmente
spregiudicato, dipingono un affresco realistico dei casi clinici e,
soprattutto, di quelli umani.
Alle 19.00 si vedrà
l’ultimo lavoro di Mattia Torre, “Figli”,
concluso dopo la sua morte e nato proprio da un monologo che lo
stesso Torre aveva scritto per l’amico Valerio
Mastandrea, protagonista del film insieme a Paola
Cortellesi. “Figli” racconta la storia di una
giovane coppia, Sara e Nicola, sposati e innamorati. Hanno una
bambina di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo
figlio, Pietro, sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia dando
vita a situazioni tragicomiche.
A chiudere la serata alle
21.45 – dopo lo speciale di 100X100
Cinema – “Boris – Il film”,
lungometraggio realizzato dopo le tre stagioni dell’omonima serie
tv, la più famosa scritta da Mattia, che per l’occasione
torna tutta disponibile on demand su Sky e NOW TV. I
personaggi del film sono quelli, indelebili, della serie: il
regista René Ferretti (Francesco Pannofino) riesce finalmente a
mollare la brutta fiction tv che ha fatto per anni e tenta il
grande salto: un film d’autore, per il cinema. Ma il mondo del
cinema con i suoi snobismi può essere perfino peggio di quello
della tv. Soprattutto per una troupe, quella di Ferretti, a dir
poco estranea all’Arte con la ‘a’ maiuscola. Tra cinematografari
snob, attrici nevrotiche, sceneggiatori modaioli, eroinomani,
squali e improvvisati vari, “Boris – Il film” mette a nudo
un mondo, quello del cinema italiano, che aspira a una nuova
giovinezza e vive invece solo una perenne immaturità.
Tutti questi film e serie tv,
insieme allo speciale di 100X100 Cinema, saranno
disponibili anche on demand su Sky e NOW TV.
È morto, a soli 47 anni,
Mattia Torre, sceneggiatore, autore televisivo e
regista, che, con Luca Vendruscolo e
Giacomo Ciarrapico, aveva creato la serie
Boris, diventata poi anche un lungometraggio per
il cinema, in cui si seguono le avventure tragicomiche di una
troupe televisiva che lavora a una soap opera: Gli occhi del cuore.
Sempre in squadra con Vendruscolo e Ciarrapico, aveva scritto la
commedia grottesca Ogni maledetto Natale, per il cinema.
Oltre a serie e cinema,
Mattia Torre è stato anche autore televisivo, ed
ha portato avanti una stretta collaborazione con Valerio
Mastandrea per il quale ha scritto prima Il migliore per
il teatro e poi la serie tv La linea
verticale.
Mattia Torre è
stato anche scrittore, ha firmato In mezzo al mare
e La linea verticale, da cui è stata tratta
l’omonima serie tv e che racconta la sua esperienza da paziente
all’ospedale romano Regina Elena.
Matthias
Schoenaerts è una degli attori più affascinanti del
panorama europeo. A testimoniarlo sono le numerose conquiste che ha
collezionato in questi anni, e non parliamo di film. Infatti, la
lista di ex dell’attore belga è piuttosto lunga. Da Marion
Cotillard a Kate Winslet.
Tra le peculiarità
di Matthias Schoenaerts ci sono fisico
possente, quasi da militare e uno sguardo
impenetrabile. Matthias Schoenaerts è
alto infatti 1,87 centimetri e i suoi occhi sono verdi come uno
smeraldo.
Ma ora conosciamo
meglio Matthias Schoenaerts. L’attore
nasce ad Anversa nel 1977, inizia a recitare all’età di otto anni,
affiancando il padre a teatro. Il suo debutto cinematografico
avviene all’eta di quindici anni con un piccolo ruolo nel film
belga Padre Daens, candidato all’Oscar al
miglior film straniero.
Anche se debutta giovanissimo,
Matthias Schoenaerts non rinuncia allo studio e
completa Accademia d’Arte Drammatica di Aversa dove lavora
molto sul ruolo dell’attore. Dopo gli studi inizia la sua vera e
propria carriera al cinema che lo porta a lavorare
in Black Book di Paul
Verhoeven, interpreta il ruolo di Filip in
Loft di Erik Van Looy, campione
d’incassi in Belgio.
Il successo internazionale arriva
però nel 2011, quanti è protagonista di Bullhead – La
vincente ascesa di Jacky di Michaël R.
Roskam, nominato all’Oscar al miglior film straniero.
L’anno seguente è co-protagonista al fianco di Marion
Cotillard in
Un sapore di ruggine e ossa, dove sono apparsi in nudo
frontale, diretto da Jacques Audiard e presentato
in concorso al Festival di
Cannes 2012.
Nel 2014 ha recitato, al fianco di
Michelle Williams, nel film Suite
francese, tratto dall’omonimo romanzo di Irène
Némirovsky e diretto da Saul Dibb.
Nel 2015 recita nei film The Danish Girl e A
Bigger Splash dell’italianoLuca
Guadagnino.
Ed ora dieci curiosità
su Matthias Schoenaerts, attore di fama
europea.
Matthias Schoenaerts –
poliglotta
Matthias
Schoenaert è apparso in film di origine belga, olandese,
francese, americana, britannica e italiani, in cui parla fiammingo,
olandese, francese, inglese e tedesco.
Matthias Schoenaerts, figlio
d’arte
Figlio d’arte dell’attore e
costumista teatrale Julien
Schoenaerts, noto soprattutto in Belgio.
Matthias Schoenaerts altezza
Matthias
Schoenaerts è noto per avere un fisico possente e per
molti sembra quasi un militare. Matthias Schoenaert è alto
quasi un metro e novanta centimetri.
Matthias Schoenaert –
tatuaggio
Ha un tatuaggio sul braccio
sinistro interiore, un triangolo.
Matthias Schoenaerts
fidanzata
La fidanzata
di Matthias Schoenaerts è la
fotomodellaAlexandra Schouteden.
Le passioni
di Matthias Schoenaerts
Ama giocare a calcio, e ha una
passione anche per la pittura in particolare per i graffiti .
Era vicino a diventare un
calciatore professionista ed è stato nei tesserati della squadra di
calcio Anversa Beerschot AC, ma ha rinunciato
quando aveva 16 anni per apparire nel documentarioDe
Pleintjes. Attualmente tifa le squadre di calcio FCO
Beerschot Wilrijk e FC Barcellona.
Matthias Schoenaerts, i suoi
modelli
Ha dichiarato di ammirare molto
attori come Daniel Day-Lewis, Simone Signoret, Marlon
Brando, Al Pacino, Philip Seymour
Hoffman e Joaquin
Phoenix. E’ stato definito il Marlon
Brando belga.
Marion
Cotillardha
rivelato che la prima e unica volta che le è piaciuto filmare una
scene di sesso, è stato in Un
sapore di ruggine e ossa con il quale recitava proprio
con Matthias Schoenaerts.
Poteva essere Batman nel film
Batman v Superman
Durante un’intervista
alla tv olandese ha dichiarato di non essersi sentito pronto per
interpretare Batman
perché il personaggio era un Bruce Wayne ormai alla soglia
dei 40 anni ed egli aveva solo 34 anni. Non si sa
se Schoenaerts fosse la prima scelta di Zack
Snyder, quel che è certo è che fosse trai papabili insieme
a Ben Affleck per il ruolo di Bruce Wayne
in Batman
v Superman Dawn of Justice.
L’attore belga Matthias
Schoenaerts si è nel corso dell’ultimo decennio distinto
come uno dei più validi e talentuosi attori europei, capace di
portare il proprio successo anche sul suolo statunitense. Tra
grandi produzioni e progetti più autoriali, egli ha sempre dato
prova di saper costruire i propri personaggi con grande cura,
regalando interpretazioni di grande intensità.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Molto meno frequentemente che per il cinema,
l’attore ha recitato in alcune occasioni anche per la televisione.
Ciò è avvenuto all’inizio della sua carriera, quando ha preso parte
ad alcuni episodi di Flikken (2001) e Stille
Waters (2002), serie di produzione belga. Torna poi sul
piccolo schermo nel 2008 per De smaak van De Keyser,
mentre nel 2009 recita nella serie Los zand. Nel 2021
prende parte ad un episodio della serie Lockdown, ma è
solo nel 2023 che dà vita ad una significativa partecipazione
televisiva recitando da protagonista nella serie Django.
3. Ha vinto importanti
premi. Nel corso della sua carriera Schoenaerts ha vinto
numerosi premi di prestigio, prevalentemente sul suolo europeo. Ha
ad esempio ricevuto premi come miglior attore ai Lumières Award e
ai Magritte Award per il film Un sapore di ruggine e ossa,
e per lo stesso film ha anche vinto il César Award come Miglior
promessa maschile. Ha poi ottenuto riconoscimenti vari anche per il
suo ruolo nel film Bullhead e come rivelazione dell’anno
al Capri-Hollywood International Film Festival per il film The
Danish Girl.
Matthias Schoenaerts in
Django
4. È il protagonista della
serie. La serie Django, co-produzione
italo-francese e in arrivo dal 17 febbraio su Sky Atlantic, si
configura come una rivisitazione dell’omonimo film italiano
di Sergio Corbucci. Ambientata nel Texas di
fine 1800, questa vede Schoenaerts recitare nei panni del
protagonista, il pistolero Django, il quale è in cerca della figlia
Sarah, unica superstite all’assassinio di tutta la sua famiglia.
Nella serie, l’attore si trova a recitare accanto
all’attrice Lisa Vicari, interprete di Sarah,
e Noomi Rapace,
presente nei panni della religiosa Elizabeth Thurmann.
5. Ha cercato di rendere
umano il suo personaggio. Parlando del suo Django,
l’attore ha affermato di non aver cercato di reinventare attraverso
di esso il concetto di mascolinità nel genere western, quanto di
far emergere debolezze e fragilità che spesso non venivano mostrate
in questo tipo di personaggi. Il Djano di Schoenaerts, dunque, si
configura come un essere umano mostrato a 360 gradi, attraverso
tutte le sue sfumature possibili.
Matthias Schoenaerts in
Amsterdam
6. Ha avuto un ruolo nel
film. Con Amsterdam, film che unisce commedia,
dramma e thriller, l’attore è tornato a recitare in una produzione
statunitense. Ha qui interpretato il detective Lem Getwiller,
partner del detective Hiltz e incaricato insieme a quest’ultimo di
risolvere l’omicidio alla base del racconto. Il film ha dunque
permesso a Schoenaerts di distinguersi in mezzo ad un cast composto
da noti attori come Christian Bale,
Margot Robbie,
John David Washington e
Anya Taylor-Joy.
Matthias Schoenaerts in The
Danish Girl
7. Come il suo personaggio
nel film, è un appassionato d’arte. Nel film in costume
The Danish Girl, dedicato alla seconda persona ad essersi
identificata come transgender e a essersi sottoposta a un
intervento di riassegnazione sessuale, Schoenaerts interpreta
l’impresario d’arte Hans Axgil. Come il suo personaggio, l’attore
ha raccontato di essere a sua volta un appassionato d’arte,
dedicandosi nel tempo libero alla pittura e all’arte dei
graffiti.
Matthias Schoenaerts è su
Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 163 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad
oggi pubblicato quasi 2000 post, in parte relativi alle sue
attività come attore o modello, potendo dunque ritrovare diverse
immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Non mancano però anche altre
tipologie di immagini, relative a luoghi ed esperienze fatte
dall’attore. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Matthias Schoenaerts: chi è la sua
fidanzata
9. È molto
riservato. Schoenaerts è da sempre molto restio a
condividere informazioni relative alla sua vita sentimentale, ma è
noto che fino a qualche tempo fa era legato ad una donna di nome
Alexandra Schouteden, di professione avvocato.
Negli ultimi due anni, tuttavia, sembra abbia una relazione con
Pia Miller, modella, attrice e conduttrice
televisiva australiana di origini cilene. Nonostante alcuni scambi
di messaggi sui social, nessuno dei due ha confermato la loro
eventuale relazione, né si hanno molte notizie recenti sullo stato
della loro storia d’amore.
Matthias Schoenaerts: età, altezza
e fisico dell’attore
10. Matthias Schoenaerts è
nato l’8 dicembre 1977 a Antwerp, Belgio. L’attore è alto
complessivamente 1,88 metri. Data la sua altezza, Schoenaerts non
passa di certo inosservato ed è noto anche per un fisico
particolarmente imponente, che non ha mancato di mostrare in alcuni
suoi film per i quali era richiesta una grande fisicità.
Già MTTSH aveva dichiarato che
l’attore di The Old Guard
Matthias Schoenaerts era in trattative per
interpretare il cattivo Krem delle Colline Gialle.
Nella serie a fumetti di Tom King,
Krem è uno spietato Kingsasgent responsabile di aver ucciso il
padre di Ruthye Marye Knoll e di aver scatenato l’ira di Kara
Zor-El piantando una freccia in Krypto.
Supergirl: Woman of
Tomorrow sarà il prossimo film del DCU a uscire nelle sale
dopo Superman. La Warner Bros. ha
recentemente annunciato che la nostra nuova Ragazza d’Acciaio
prenderà il volo il 26 giugno 2026. La regia è affidata a Craig
Gillespie.
Si dice che questa versione di Kara
Zor-El sia “meno seria e più tagliente dell’iconica supereroina”,
in quanto Gunn cerca di allontanarsi dalle “precedenti
rappresentazioni della Ragazza d’Acciaio, in particolare la lunga
serie della CBS/CW interpretata da Melissa Benoist”. Le
riprese del film dovrebbero iniziare a breve.
“Milly è stata la PRIMA persona
che ho proposto a Peter per questo ruolo, ben più di un anno fa,
quando avevo letto solo i fumetti“, ha scritto il regista su
Threads. “Stavo guardando La casa del drago e ho pensato che
potesse avere il taglio, la grazia e l’autenticità di cui avevamo
bisogno“.
Cosa aspettarci da Supergirl: Woman
of Tomorrow
Secondo una breve sinossi, la storia
seguirà Kara mentre “viaggia attraverso la galassia per festeggiare
il suo 21° compleanno con Krypto il Supercane. Lungo la strada,
incontra una giovane donna di nome Ruthye e si ritrova in una
ricerca omicida di vendetta”.
L’attrice e drammaturga Ana
Nogueira sta scrivendo la sceneggiatura di
Supergirl: Woman of Tomorrow.
James
Gunn e Peter Safran hanno annunciato il reboot di
Supergirl durante la giornata stampa dello studio nel gennaio dello
scorso anno, quando è stato rivelato lo slate del DCU “Gods
and Monsters“. Il progetto sarà basato almeno in parte
sull’omonima serie di fumetti di King del 2022.
Matthias Schoenaerts, l’attore
rivelazione dell’ultimo film di Jacques Audiard, affiancherà
Michelle Williams nel dramma Suite française.
Dopo averlo ammirato nel bellissimo
Un sapore di ruggine e ossa di
Jacques Audiard al fianco di Marion
Cotillard, Matthias Schoenaerts si prepara a
una carriera internazionale.
Il prossimo anno sarà sugli schermi
in Blood Ties di Guillaume Canet, il
remake del francese Liens du Sang che riunisce un cast
internazionale, tra cui la Cotillard, Clive Owen e Mila Kunis.
Il
Daily Mail annuncia ora un nuovo progetto cinematografico che
vedrà Matthias Schoenaerts impegnato oltreoceano. L’attore
belga affiancherà infatti Michelle Williams in Suite
française, diretto da Saul Dibb (La
Duchessa), di cui vi avevamo
già parlato. Il film drammatico tratto dall’omonimo romanzo di
Irene Nemirovsky è ambientato durante la Seconda guerra mondiale.
Schoenaerts interpreterà un generale nazista ospitato da Lucile
(Michelle Willams), una giovane donna francese il cui marito è
partito per il fronte. Lucile, che vive con la dispotica suocera
(interpretata da Kristin Scott Thomas) finirà per innamorarsi
dell’ufficiale tedesco. Le riprese di Suite française
inizieranno a Londra in primavera.
Dopo aver lavorato insieme per
Via Dalla Pazza Folla (uscito nelle
nostre sale lo scorso settembre), Matthias
Schoenaerts, star dei recenti A Bigger
Splash e The Danish Girl,
unirà nuovamente le forze con il regista Thomas
Vinterberg (Il Sospetto) per
Kursk, film che racconterà la tragedia
del sommergibile russo che nel 2000 fu vittima di un incidente
durante un’esercitazione, e rimase bloccato a 108 metri di
profondità, con la conseguente morte dei 107 membri
dell’equipaggio.
La pellicola sarà prodotta da
Luc Besson, mentre la sceneggiatura, basata sul
libro A Time to Die di Robert
Moore, sarà scritta da Robert Rodar
(Salvate il Soldato Ryan). Nel film
Matthias Schoenaerts interpreterà il
Capitano Gennady Lyachin, a capo dell’equipaggio
del Kursk.
Ricordiamo che il 31 marzo arriverà
nelle sale italiane il nuovo film di Thomas
Vinterberg, dal titolo La
Comune. Prossimamente, invece, vedremo in
Disorder al fianco di Diane
Kruger. Il film è stato presentato al Festival di
Cannes 2015, ma al momento non ha ancora una data di
uscita italiana. La pellicola racconta la storia di Vincent, un
soldato francese delle Forze Speciali appena tornato
dall’Afghanistan, affetto da un disturbo da stress post-traumatico.
E’ stato assunto per garantire la sicurezza di Jessie, la moglie di
un ricco uomo d’affari libanese nella lussuosa villa a «Maryland».
Mentre inizia a provare uno strano fascino per la donna che deve
proteggere, Vincent sembra cadere sempre più in paranoia. A meno
che non si stia sbagliando, ed il pericolo sia davvero reale.