Presentato a Roma il nuovo lavoro di
Gianni Amelio, La Tenerezza, in
anteprima al Bari International Film Festival il 22 aprile e in
sala dal 24. Il regista ne parla assieme al ricco cast –
Renato Carpentieri, Giovanna
Mezzogiorno, Elio Germano e Micaela
Ramazzotti .
Ci dia la sua definizione di
“tenerezza”.
Gianni Amelio: “In realtà non ci
ho mai riflettuto. Il titolo è venuto pensando al finale e
soprattutto alla testardaggine con cui la figura di Elena
[Giovanna Mezzogiorno ndr] cerca di recuperare un gesto da suo
padre. […] Credo sia qualcosa di cui abbiamo bisogno per scacciare
l’ansia, oggi che siamo prigionieri di un mondo in cui non ti
aspetti ciò che potrebbe succedere fra un secondo, un mondo fatto
di trappole e inganni. […] Ci vuole il coraggio di non essere
timidi e vergognosi, anche se un gesto di tenerezza contrasta con
il nostro essere forti, o volerlo essere. Un uomo che fa un gesto
di tenerezza si considera debole e anche le donne ormai hanno
capito che la tenerezza va data quando è autentica, altrimenti è
una merce scaduta”.
Com’è stato lavorare con
Gianni Amelio?
Renato Carpentieri: “Da quando
ho fatto Porte Aperte ho sognato di fare un altro
film con Gianni. Qui poi avevo un’altra responsabilità: essere il
suo doppio, c’era qualcosa di Gianni nel mio personaggio”.
Amelio: “Renato ed io abbiamo la
stessa età, mi specchio in lui, è il mio lato bello sullo schermo e
siamo in sintonia su molte cose”. “Se c’è una qualità che
mi riconosco è proprio quella di aver scelto questi attori”.
“Li ho voluti in modo tignoso e appassionato, perché la scelta
dei compagni di viaggio è fondamentale, sono loro che ti rendono il
viaggio bello oppure un inferno”.
Micaela Ramazzotti: “Siamo stati
tutti adottati da Gianni, che ci ha liberato, ci ha fatto essere
ciò che voleva e che noi forse desideravamo, perché quando
incontri un regista come lui vale più di cento riconoscimenti
insieme. Sai che c’è qualcuno pronto a prenderti qualsiasi cosa tu
faccia e questo ci ha dato energia”.
Elio Germano: “È vero, Gianni ti
abita. Lavorare con lui è un abbandono. Pensiamo sempre che il
nostro mestiere sia di volontà, invece, specialmente con
grandissimi autori, è l’abbandono che fa la differenza. A un certo
punto non sai in che strada stai andando e questo è molto
piacevole”.
Giovanna Mezzogiorno: “Anch’io
penso che bisogna sapersi abbandonare, fidarsi completamente, più
che andare verso un film o un personaggio lasciare che questi
vengano a te, che ti prendano, ed essere pronti ad accoglierli a
braccia aperte. Si può leggere un copione, pensare al personaggio,
parlarne molto prima delle riprese, ma c’è sempre un momento in cui
non hai più il controllo, vieni preso e portato dove non sai e non
lo puoi sapere prima. […] È il momento migliore”.
Quali le differenze rispetto
al libro cui il film è liberamente ispirato [La tentazione di
essere felici di Lorenzo Marone ndr]?
Amelio: “Il protagonista del
libro è del tutto diverso da Lorenzo, protagonista del film”.
“Ho dato al personaggio un’inquietudine che io e Renato
condividiamo, ovvero una sorta di rifiuto dell’età che avanza.
Trovo che sia una cosa ingiusta, ci si dovrebbe fermare nell’età
migliore, un uomo ai 45, una donna ai 35, e portarseli per tutta la
vita, però avendo la saggezza della maturità. L’idea di invecchiare
dà una sorta di rifiuto della premura altrui, anche quando è
giustificata”.
Come avete scelto le
ambientazioni napoletane?
Amelio: “Il libro si ambienta al
Vomero. […] Per chi come me non è napoletano, però,
arrivare al Vomero non è arrivare a Napoli. Io non saprei
raccontare quel quartiere. È come se un turista giapponese
arrivasse a Roma e andasse subito ai Parioli, piuttosto si va al
Colosseo o a Trastevere. Quindi ho operato una variante enorme: la
Napoli del film è quella dei bassi, ma anche dei suoi straordinari
attici”.
Carpentieri: “Ha scelto tutto
Gianni, ma quella che ha scelto è la mia Napoli, sono i luoghi
della mia vita, quelli che conoscevo a menadito, c’era un legame
affettivo”.
Perché il film non è a
Cannes?
Amelio: “Sono stato sette volte
a Venezia con un Leone d’Oro e quattro volte a Cannes. I premi li
ho vinti, ora da questo film, che abbiamo fatto con grande onestà,
passione e semplicità, vorrei il pubblico”.
La Tenerezza,
prodotto da Pepito Produzioni di Agostino Saccà e Rai Cinema,
arriva nelle sale il 24 aprile.
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