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Le buone stelle – Broker: la recensione del film di Hirokazu Kore’eda

Consacratosi con la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2018 con Un affare di famiglia, il regista giapponese Hirokazu Kore’eda ha poi deciso nel 2019 di uscire dai confini del suo paese per recarsi in Francia e girare lì Le verità, un film da alcuni meno apprezzato rispetto ai suoi altri, con il quale il regista si era però misurato in modo interessante con una lingua e un modo di vivere le emozioni molto differente da quello che gli è proprio. A tre anni di distanza da quella prima volta fuori dal Giappone, Kore’eda decide di replicare l’esperienza, spostandosi però in un territorio a lui più vicino, quello della Corea del Sud. È qui che gira Le buone stelle – Broker.

Presentato in Concorso al Festival di Cannes di quest’anno, dove l’attore Song Kang-ho (lo stesso di Parasite) ha vinto il premio per la miglior interpretazione, il nuovo film del maestro giapponese si offre come un’ennesima variazione sul tema della famiglia, da Kore’eda esplorata con sfumature diverse sin dal suo folgorante esordio nel 1995 con Maborosi. A tale elemento tematico, però, si aggiungono alcune novità, specialmente a livello di impostazione narrativa, che permettono a Le buone stelle – Broker di risultare un’opera familiare e al contempo imprevedibile. Kore’eda esce stavolta dalle mura casalinghe dove la maggior parte dei suoi film si svolgono per rivolgersi invece al viaggio, sia fisico che esistenziale.

Lo spunto per il suo nuovo film nasce infatti dalla sempre più diffusa pratica nella Corea del Sud della Baby Box, ovvero dei luoghi dove i genitori che non possono (o non vogliono) più tenere con sé i propri figli hanno modo di lasciare i loro neonati, sapendo che verranno presi in custodia da chi, idealmente, potrà offrire loro un futuro migliore. Sang-hyeon e Dong-soo, due mercanti di bambini, entrano proprio così in possesso di un neonato abbandonato dalla giovane madre single So-young. Insieme a lei, parzialmente tornata sui suoi passi, tenteranno di vendere il bambino a due nuovi genitori, intraprendendo così quel viaggio che permetterà loro di scoprire il valore della famiglia.

Viaggio di famiglia con tempesta

Il regista giapponese, da molti considerato l’erede di Yasujiro Ozu per il modo in cui affronta il tema della famiglia, sembra realizzare con questo suo nuovo film una sorta di sequel spirituale proprio di Un affare di famiglia. I protagonisti di quel lungometraggio sono dei ladruncoli che avevano dato vita ad un nucleo famigliare auto-costituito, non caratterizzato cioè da legami di sangue quanto piuttosto affettivi. Ognuno di quei personaggi, a modo suo, commetteva atti che andavano contro la legge, perseguendo però ragioni del cuore ben più profonde. Anche in questo caso, i protagonisti di Le buone stelle – Broker sono persone discutibili, intente a compiere azioni tutt’altro che lecite ma giustificate da un presunto buon fine.

In un primo momento, dunque, ci si può comprensibilmente trovare in difficoltà ad entrare in sintonia con questi personaggi, non essendo chiaro quanto realmente ciò che fanno sia a fin di bene. Kore’eda non sembra affatto preoccupato da tale dinamica, ma anzi calca la mano su quanto la situazione che si viene a generare sia controversa. Ciò porta ad avere una prima ora del film caratterizzata da un certo distacco e diffidenza, che sono poi le stesse sensazioni che i personaggi provano reciprocamente tra di loro. Costretti a stare insieme nel tragitto tra Busan e Seul, i tre adulti più un bambino e il neonato da vendere vedranno però accadere ciò che accade sempre durante un viaggio: una trasformazione esistenziale.

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La famiglia che ti scegli

Nel momento in cui i loro cuori iniziano a schiudersi, ciò accade anche al film, il quale svela il proprio ai suoi spettatori. Più i personaggi si raccontano, si smontano di ogni preconcetto e si privano di ogni segreto, più il ritmo rallenta, concentrandosi quella dimensione intima ed esistenzialista che Kore’eda è un maestro nel mettere in scena. È in questa seconda metà del film che fuori escono tutte le riflessioni sul significato di famiglia, di genitorialità e, in particolare, sul conflitto tra il voler essere dei genitori e l’incapacità di esserlo davvero. Un’incapacità che è però anche in questo caso la conseguenza di un contesto sociale sempre più individualista, che non protegge i propri membri.

Tale dinamica è in particolare esplicitata dalla presenza delle due detective intente ad osservare i movimenti del gruppo per coglierli in flagrante e arrestarli. Si tratta di due personaggi che incarnano quella legge cieca a determinate dinamiche e unicamente motivata a punire ogni infrazione, senza valutare gli elementi di contorno. Quella legge che, come avvenuto anche in Un affare di famiglia, riporta il racconto ad una dimensione particolarmente cupa e soffocante. L’elemento crime è in effetti particolarmente presente all’interno di Le buone stelle – Broker, con una serie di indagini portate avanti dalla polizia e che contribuiranno a far emergere ulteriori scheletri nell’armadio dei protagonisti.

La sceneggiatura di Kore’eda si configura dunque come un continuo susseguirsi di elementi e generi diversi tra loro, che si incastrano a meraviglia grazie alla delicatezza con cui il tutto è narrato. Un lavoro di scrittura a dir poco brillante il suo, che traspare anche grazie al controllo con cui egli regola i toni del film, capace di passare dalla commedia spensierata al dramma più puro. Con un impostazione di regia come suo solito invisibile, discreta, che lascia parlare le immagini, Kore’eda si divincola dal solito rischio di ripetersi per regalarci un’opera che ancora una volta aggiunge qualcosa di nuovo alla poetica, ribadendo però la bellezza delle tante sfumature che una famiglia può possedere.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: in arrivo il live action diretto da Takashi Miike

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La Warner Bros. e la Toho hanno confermato di essere al lavoro sull’adattamento cinematografico de Le Bizzarre Avventure di JoJo, manga scritto e disegnato da Hirohiko Araki, pubblicato in Giappone dal 1987 al 1999 della casa editrice Shūeisha (in Italia viene distribuito dalla Star Comics).

Il titolo provvisorio dell’adattamento, che sarà in live action, è al momento JoJo’s Bizarre Adventure: Diamond wa Kudakenai Dai-Ichi-Sho (Le bizzarre avventure di JoJo: Diamond is Unbreakable Capitolo I). La trama dovrebbe quindi ruotare attorno alle vicende della quarta parte della saga pubblicata su Weekly Shonen Jump, rivista edita da Shueisha, dal 1992 al 1995.

Il film sarà diretto dall’eclettico e controverso regista Takashi Miike, e dovrebbe debuttare nelle sale giapponesi nell’estate del 2017. Il ruolo del protagonista Josuke Higashikata è stato affidato a Kento Yamazaki, mentre Ryunosuke Kamiki e Yusuke Iseya saranno rispettivamente Koichi Hirose e Jotaro Kujo.

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Le Bizzarre Avventure di JoJo: in arrivo il live action diretto da Takashi Miike

La storia de Le Bizzarre Avventure di JoJo è articolata intorno alle peripezie della famiglia Joestar; ciascuna delle otto serie si sofferma sulle avventure di uno dei suoi discendenti, e ognuna si svolge in un diverso momento storico. Tutti i protagonisti ottengono in una maniera o nell’altra il nomignolo “JoJo”. In tutta l’opera è presente una quantità innumerevole di citazioni musicali e cinematografiche, inizialmente velate e nascoste, e successivamente sempre più palesi.

Fonte: AnimeNewsNetwork

Le Bene Gesserit di Dune spiegate: storia, origini e poteri

Le Bene Gesserit di Dune spiegate: storia, origini e poteri

L’Ordine delle Bene Gesserit è parte integrante dei romanzi di Dune di Frank Hebert. Spesso scambiato per un ordine religioso, il Bene Gesserit (noto anche come Sorellanza) è un’antica organizzazione di spie, teologhe e scienziate, le cui origini mistiche e la maggiore abilità fisica e mentale rendono la loro esistenza parte integrante dell’ordine sociale. Anche se il Dune di Villeneuve ha introdotto il gruppo e ha fatto luce sui suoi obiettivi, questo era solo l’inizio e la sua portata deve ancora essere esplorata.

I romanzi originali di Dune di Herbert dipingono un quadro più dettagliato delle capacità potenziate delle Bene Gesserit, a molte delle quali vengono assegnati nomi specifici nel canone. Tra queste vi sono la via strana, il senso della verità e i metodi del prana-bindu. Oltre ai loro poteri unici, una panoramica della loro storia politica e sociale è altrettanto importante per comprendere le loro vere motivazioni. Paul Atreides sembra essere alla ricerca di risposte, ma le Bene Gesserit possiedono la conoscenza necessaria per salvare la razza umana.

Le origini delle Bene Gesserit spiegate

Dune: Prophecy Bene Gesserit
Dune: Prophecy – Cortesia di Sky

La segreta Sorellanza è una delle organizzazioni più antiche dell’universo di Dune

La storia delle Bene Gesserit non è ben documentata nel franchise di Dune, ma l’appendice di diverse edizioni rivedute del primo romanzo ha fatto luce sulla cronologia esatta. L’organizzazione fu probabilmente un prodotto del caos che risultò dalla Jihad butleriana. La Bene Gesserit fu ulteriormente plasmata due decenni dopo, quando la sua struttura gerarchica fu messa in atto intorno alla Battaglia di Corin. Fu imposto che la Reverenda Madre Superiora esercitasse il controllo finale sulle altre Reverende Madri.

Le Bene Gesserit ricorsero a influenzare la politica dall’ombra prima che Paul Atreides assumesse la guida della Casa Atreides. Hanno preferito rimanere in questo ruolo per oltre un millennio. Il gruppo ha piazzato agenti in tutte le corti imperiali e le Case più importanti per supervisionare i negoziati. Dopo la fine del regno di Leto Atreides II, figlio di Paul, la Sorellanza riempì il vuoto di potere che ne derivò. Questo ruolo in politica derivava dalla convinzione dei membri che fosse un modo per proteggere l’umanità da un tiranno come Leto.

La gerarchia di Bene Gesserit

Emily Watson Dune: Prophecy
Emily Watson in Dune: Prophecy © HBO

Tutti rispondono alla Reverenda Madre Superiora

La Bene Gesserit funziona su una rigida base gerarchica con la Reverenda Madre Superiora al vertice. Ella eredita i ricordi dei suoi predecessori femminili come parte dell’Altra Memoria. È questa conoscenza che viene trasmessa al suo successore, che la Reverenda Madre Superiora sceglie prima della sua morte. La Madre Kwitsatz ha la stessa importanza, anche se il suo ruolo è limitato al programma di riproduzione che porta alla nascita del Kwisatz Haderarch, una figura maschile considerata il “prescelto” per salvare l’umanità.

Le Reverende Madri, che hanno ruoli diversi, come la raccolta di informazioni, la costruzione di relazioni diplomatiche e l’allevamento di eredi.

Le Bene Gesserit comprendono le Reverende Madri, che sono incaricate di diversi ruoli, come la raccolta di informazioni, la costruzione di relazioni diplomatiche e l’allevamento di eredi. I Verificatori sono membri della Bene Gesserit che individuano se una persona sta dicendo la verità. I Superiori Proctor gestiscono le case capitolari. La stragrande maggioranza dei membri sono Sorelle che fungono da agenti segreti, concubine reali e potenziali mogli nelle Case Imperiali. Al gradino più basso della scala ci sono i nuovi membri, noti semplicemente come Iniziati.

Quali sono gli obiettivi della Bene Gesserit?

L’Ordine esiste per elevare l’umanità

Pur avendo pratiche rituali, i Bene Gesserit sono estremamente tattici e strategici quando si tratta dei loro obiettivi politici. Un obiettivo primario è sempre stato quello di far progredire l’umanità a livelli di alta intellettualità e stabilità. Questo obiettivo è stato raggiunto assicurando la nascita della figura del messia di Dune, Kwisatz Haderach, un titolo assunto da Paul Atreides. Anche se le mosse delle Bene Gesserit sono spesso calcolate con precisione, la nascita e l’ascesa di Paul hanno rappresentato un ostacolo inaspettato ai loro piani.

Jessica Atreides ha intenzionalmente dato alla luce Paul invece di una figlia, come avevano previsto le Reverende Madri. Poiché Paul ha un figlio con Chani, un membro della tribù dei Fremen, il loro bambino ha un patrimonio genetico imprevedibile che sventa i piani delle Bene Gesserit. La Sorellanza si rende conto di doversi preparare ad eventi senza precedenti, come l’emergere delle Matrici Onorate, tutte al femminile. Per combattere questo gruppo rivale, il loro nuovo obiettivo era quello di ripristinare il potere che avevano un tempo.

Le Bene Gesserit hanno poteri diversi

Dune: Prophecy

Le loro capacità sono misteriose e al limite della magia

Indipendentemente dal loro grado nella gerarchia dell’organizzazione, ogni membro controlla ogni muscolo e fibra del proprio corpo, essendo maestro nelle discipline del prana (respiro) e del bindu (muscoli). Questo permette ai membri di rimanere contemporaneamente immobili, di piegare l’ultima articolazione del mignolo del piede e di sferrare colpi con estrema forza fisica. I loro poteri sono tali che le arti marziali dei Bene Gesserit non sono nemmeno incentrate su colpi armati.

Al contrario, possono ricorrere ad attacchi disarmati che portano a colpi fisici distruttivi e a movimenti estremamente veloci e precisi. Questo stile di combattimento viene solitamente definito “la via della stranezza” nel mondo di Dune. La Voce è un altro potere importante che permette ai Bene Gesserit di manipolare le persone dando loro ordini in particolari frequenze sonore a cui solo loro sono resistenti.

Possono alterare il loro metabolismo per rendere innocue anche le sostanze velenose.

I membri delle Bene Gesserit addestrati come Verificatori sono particolarmente abili nell’analizzare i discorsi e i modi fisici delle persone per determinare se stanno mentendo o dicendo la verità. Tutte le Sorelle hanno un controllo significativo e impressionante sul proprio corpo e sui livelli di fertilità. Possono alterare il loro metabolismo per rendere innocue anche le sostanze velenose. Queste capacità fisiche le rendono parte integrante delle Case come assaggiatrici di veleno e concubine.

Come Dune : Parte Due di Denis Villeneuve racconta ulteriormente la Bene Gesserit

Lady Jessica Dune - Parte Due
Rebecca Fergusson è la Reverenda Madre in Dune – Parte Due. Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Il franchise moderno di Dune è fortemente incentrato sulle Bene Gesserit

Con i Bene Gesserit introdotti in scene cruciali di Dune: Parte Uno, il sequel aumenta l’attenzione sull’obiettivo finale del loro programma di riproduzione, con Paul Atreides che assume il ruolo scelto di Kwisatz Haderach. Tuttavia, poiché entrambi i film di Villeneuve adattano il primo romanzo di Dune, non c’è spazio per esplorare il futuro della Bene Gesserit, che è cambiato drasticamente con l’ascesa di Leto in Children of Dune.

La serie prequel prevista probabilmente si ispirerà direttamente al romanzo prequel del 2012 Sisterhood of Dune di Bruce Hebert, figlio maggiore di Frank Hebert. Il libro tratta delle loro sfide all’indomani della Jihad Butleriana e dovrebbe essere un adattamento cinematografico avvincente.

Dune: Prophecy espande la storia della Bene Gesserit

Emily Watson nei panni di Valya Harkonnen

La serie spinoff della HBO si concentra sulle origini della Bene Gesserit

Dopo il successo di Dune e Dune: Parte Due, la HBO ha deciso di procedere con la serie spin-off prequel Dune: Prophecy, la cui uscita è prevista per il novembre 2024. Ambientata migliaia di anni prima degli eventi di Dune, Dune: Prophecy approfondirà le origini delle Bene Gesserit, portando per la prima volta sugli schermi i primi giorni della misteriosa sorellanza che ha plasmato l’universo per millenni.

La storia di Dune: Prophecy si basa principalmente su uno dei romanzi di Dune non scritti da Frank Herbert (anche se, naturalmente, il libro originale di Dune è ancora un elemento chiave di ispirazione). Invece, Dune: Prophecy adatterà vari eventi del romanzo Sisterhood of Dune di Brian Herbert e Kevin J. Anderson del 2012 . Il romanzo La Sorellanza di Dune si svolge alcuni anni dopo la Jihad Butleriana, molte migliaia di anni prima degli eventi di Dune, e racconta come le Bene Gesserit siano diventate la misteriosa e incredibilmente influente organizzazione di cui faceva parte la madre di Paul Atreides, Lady Jessica.

Dune: Prophecy si svolge ben 10.000 anni prima di Dune ed è incentrato sulle sorelle Valya e Tula Harkonnen (interpretate rispettivamente da Emily Watson e Olivia Williams). Non si sa esattamente quanto Dune: Prophecy seguirà Sisterhood of Dune, anche se è già chiaro che ci saranno cambiamenti significativi, dato che Valya e Tula sono tutt’altro che personaggi centrali nel romanzo originale. Anche le Bene Gesserit sono in qualche modo consolidate in Sisterhood of Dune, mentre Dune: Prophecy mostrerà le origini dell’ordine, quindi presumibilmente si svolgerà ancora prima nella linea temporale di Dune.

I primi episodi hano già stabilito molto di ciò che gli spettatori possono aspettarsi dallo spin-off prequel. Mostra un mondo che è chiaramente diverso dall’universo dei film di Dune di Villeneuve, ma che presenta anche molte somiglianze. I Bene Gesserit sono uno degli aspetti più misteriosi del franchise di Dune e, con l’aumento di popolarità creato dalla trilogia cinematografica di Villeneuve, Dune: Prophecy sarà sicuramente un’aggiunta molto apprezzata all’universo cinematografico tratto dal romanzo originale di Frank Herbert.

Le belve: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

Le belve: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

Prima di portare in sala il film Snowden, incentrato sulla vicenda del responsabile della divulgazione di preziosi segreti governativi, il regista premio Oscar Oliver Stone si era dedicato ad un’altra storia al confine tra la legge e la criminalità. Questa viene raccontata nel film Le belve (qui la recensione), uscito in sala nel 2012 e incentrato sullo scontro tra due giovani coltivatori di marijuana e un pericoloso cartello di trafficanti di droga. Una storia estremamente dinamica, che non si risparmia in colpi di scena e sequenze estreme, in cui Stone dà vita a tutto il suo estro. Scritto dallo stesso Stone insieme a Shane Salerno e Don Winslow, il film non è però frutto di una storia originale.

Questo è infatti la trasposizione dell’omonimo romanzo dello stesso Winslow, pubblicato nel 2010. Divenuto un vero e proprio best seller di genere pulp, questo ha catturato l’attenzione di Stone ancor prima di essere reso pubblico. Il regista si è infatti da subito attivato per adattarlo quanto prima in un film. Girato interamente in California, tra le località di Pacific Palisades e Laguna Beach, Le belve è stato in seguito accolto da recensioni contrastanti, le quali elogiano però le interpretazioni dei grandi attori coinvolti. Costato circa 45 milioni di dollari, il film è arrivato ad un risultato globale di circa 83, affermandosi come un discreto successo.

Si tratta però di un film passato piuttosto in sordina, e che meriterebbe di essere riscoperto. Sono infatti numerosi i motivi per dedicarvi una seconda visione, dalla dinamica regia all’intricata trama, dalla performance del cast alla splendide location presenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze tra il film e il libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le belve trama
Emile Hirsch, Aaron Taylor-Johnson e Taylor Kitsch in Le belve. © 2012 – Universal Pictures

La trama di Le belve

Protagonisti del film sono due imprenditori di Laguna Beach, Ben, pacifico e caritatevole buddista, e il suo migliore amico Chon, ex Navy Seal ed ex mercenario. I due conducono una lucrativa attività fatta in casa, producendo la migliore marijuana mai coltivata prima d’ora. Condividono inoltre un amore unico nel suo genere per la bellissima Ophelia. La vita è idilliaca nella loro cittadina nel sud della California, almeno fino a quando il cartello dei trafficanti della Mexican Baja decide di irrompere nei loro piani imponendosi come socio. Quando Elena, lo spietato capo del cartello, e Lado, il suo spietato scagnozzo, capiranno che è ora di sbarazzarsi dei due giovani amici, avrà inizio una vera e propria guerra per la sopravvivenza, dove ognuno è un potenziale nemico.

 

Il cast del film

Ad interpretare il pacifico Ben vi è l’attore Aaron Taylor-Johnson, il quale era reduce dal successo del film Kick Ass. Taylor Kitsch è invece il duro Chon. Per interpretare il personaggio, l’attore dovette però sottoporsi ad un duro addestramento, seguito in questo da un vero marines. Alla fine, Kitsch era in grado di eseguire personalmente tutte le scene che lo vedevano protagonista, senza il bisogno di ricorrere a controfigure. Jennifer Lawrence era inizialmente stata scelta per la parte di Ophelia, ma l’attrice rinunciò preferendo recitare in Hunger Games. Al suo posto è stata scelta Blake Lively.

Per poter assumere il ruolo della femme fatale del film, l’attrice dovette però esercitarsi a lungo con le armi da fuoco. Al termine dell’addestramento, la Lively dimostrò una grande precisione nell’utilizzo di queste. L’attrice Salma Hayek è invece presente nei panni della narcotrafficante Elena, un personaggio vagamente ispirato alla prima boss donna di un cartello messicano, Mireya Moreno Carreon. Il premio Oscar Benicio Del Toro, invece, è l’interprete dello scagnozzo di questa, Lado. È inoltre presente l’attore John Travolta, qui nei panni dell’agente FBI Dennis, personaggio quantomai ambiguo. Altri noti attori presenti sono Emile Hirsch nei panni di Spin, e Demian Bichir in quelli di Alex.

Le belve cast
Blake Lively, Aaron Taylor-Johnson e Taylor Kitsch
in Le belve. © 2012 – Universal Pictures

Le differenze tra il romanzo e il film

Interessatosi al romanzo ancor prima che questo venisse pubblicato, Stone collaborò alla sceneggiatura insieme allo stesso Winslow. Il loro lavoro congiunto permise dunque di dar vita ad un film che ricalcasse in modo piuttosto fedele ciò che avviene nel romanzo. Vi sono però naturalmente alcune differenze, volte a far acquisire dei canoni più cinematografici alla storia. La prima di queste riguarda un personaggio particolarmente centrale nel libro e del tutto assente nel film. Si tratta della madre di Ophelia, dalla figlia ribattezzata Paqu. Questa, pur essendo un personaggio secondario, svolge un ruolo di un certo rilievo nel romanzo, contribuendo a spiegare alcuni aspetti della figlia.

Nel film, originariamente, Paqu doveva essere interpretata dall’attrice Uma Thurman, ma a causa dei tempi ristretti, questa dovette essere tagliata fuori. Differente è anche la vicenda relativa all’agente Alex. Nel romanzo, questi viene indicato come traditore del cartello. Per tanto Lado stabilisce la sua morte per mano di Ben. Nel film, invece, tale esecuzione avviene in modo particolarmente diverso. Diverse sono anche le rapine che Ben e Chon eseguono ai danni dei criminali messicani.

Al contrario di quanto avviene nel romanzo, nel film i due si avvalgono di diversi aiuti per compiere ciò, e sono soliti riutilizzare sempre le stesse maschere folkloristiche messicane. Di particolare importanza è il diverso approccio al finale. Nel libro, questo risulta essere particolarmente cupo, presentando la morte di tutti i protagonisti. Stone decide di cambiare tale aspetto, permettendo loro di sopravvivere e rifarsi una vita altrove, mentre Elena viene infine arrestata dalla DEA.

Il trailer di Le belve e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Le belve grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 15 luglio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Le Belve: recensione del film di Oliver Stone

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Le Belve: recensione del film di Oliver Stone

Arriva in Italia Le Belve, ultimo film di Oliver Stone tratto dall’omonimo romanzo di successo del 2010 scritto quasi di getto da Don Winslow. A Winslow si deve anche la sceneggiatura, scritta a sei mani con Shane Salerno e lo stesso Stone.

Le Belve ruota intorno alla droga, allo spaccio d’erba ad alti livelli a confine tra California e Messico e si muove tra dei narcotrafficanti messicani senza scrupoli e un trio di piccoli spacciatori che lavorano in proprio. O (sta per Ophelia), Chon e Ben sono un terzetto particolare: vivono insieme, hanno un legame profondo, condividono ogni cosa, dai loro corpi ai loro pensieri alle loro ricchezze, e si arricchiscono con il traffico di erba in tutto il Paese, seguendo una sola regola: non dar fastidio a nessuno.

Le Belve, il film di Oliver Stone

La loro erba è la migliore in circolazione e così degli uomini sbarrano loro la strada, provando a fermare la loro ascesa. Sono gli uomini di Elena, il boss, o meglio la “Reina” dei narcotrafficanti messicani, colei che non ha rivali. La situazione però si complica quando i due giovani non vogliono stare al patto propostogli dagli scagnozzi della Reina, e così lei prenderà dei provvedimenti per farsi obbedire.

Olive Stone non si smentisce e mette insieme una storia di violenza, un po’ pulp, che ricorda moltissimo i suoi lavori precedenti ma che forse testimonia un po’ la perdita di smalto da parte del regista. Le Belve ha una trama esile e dilatata su una durata superiore al dovuto, così che il risultato finale è un film un po’ noioso che poteva essere risolto con più ritmo e mordente in 90 minuti, al posto del 131 del montaggio finale.

Le BelveGli interpreti che, senza distinzioni di età ed esperienza, regalano una buona prova collettiva, soprattutto per la vecchia generazione segnaliamo la performance di Benicio Del Toro, nei panni del losco e doppiogiochista Lado, scagnozzo di Elena. Oltre a Del Toro, nel cast la Gossip Girl Blake Lively, Aaron Taylor-Johnson, Taylor Kitsch, Salma Hayek e un ritrovato John Travolta.

Il filo conduttore de Le Belve, al di là del nodo narrativo che ruota intorno alla droga, dovrebbe essere senza dubbio il concetto di “belva”, che da il titolo al film (e al romanzo), che varia a seconda del campo visivo in cui ci troviamo: sono belve degli assassini senza scrupoli, assetato di soldi e potere, ma forse anche dei ragazzi che hanno un modo tutto loro di concepire l’amore fisico e spirituale. Il concetto, seppure importante, viene appena accennato, lasciando in ombra quella che poteva essere la questione più interessante del film. Le Belve è un film tipicamente stoniano, chi non ama i regista resti pure a casa.

Le Belve: intervista a Taylor Kitsch

Le Belve: intervista a Taylor Kitsch

E’ uno degli attori del momento, apparso in svariati ruoli da Batthleship a John Carter. In questo periodo torna al cinema con il nuovo atteso film di Oliver Stone, Le Belve. Ecco a voi l’intervista a Taylor Kitsch che ci parla del film e del lavoro con Oliver Stone.

Le Belve di Oliver Stone arrivano al cinema

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Le Belve di Oliver Stone arrivano al cinema

Una misteriosa voce fuori campo, colori luminosi e personaggi  quasi da fumetto. Il primo impatto con il trailer del nuovo film di Oliver Stone non lascia certo indifferenti e  non solo per il cast stellare: John Travolta, Salma Hayek, Benicio del Toro, Blake Lively, Taylor Kish e Aaron Johnson.

Le Belve di Oliver Stone – Trailer italiano

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Le Belve di Oliver Stone – Trailer italiano

Guarda il trailer italiano de Le Belve, il nuovo intenso thriller di Oliver Stone basato sul romanzo best seller a tinte criminali di Don Winslow, nominato dal New York’s Time come uno tra i migliori dieci libri del 2010.

Le belve – Intervista al cast

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Le belve – Intervista al cast

Guarda il dietro le quinte sottotitolato in italiano de Le Belve, il nuovo intenso thriller di Oliver Stone basato sul romanzo best seller a tinte criminali di Don Winslow, nominato dal New York’s Time come uno tra i migliori dieci libri del 2010.

Le Bal Des Folles, recensione del nuovo film di Mélanie Laurent

Le Bal Des Folles, recensione del nuovo film di Mélanie Laurent

Le Bal Des Folles è tratto dal romanzo omonimo di Victoria Mas ed è la prima produzione francese targata Amazon Prime Video, nonché quinto lungometraggio diretto dell’attrice Mélanie Laurent, che si mette in prima linea in questa produzione anche davanti alla macchina da presa, grazie al suo consueto carisma magnetico. Le Bal Des Folles  è stato presentato in anteprima al Toronto Film Festival 2021 ed è disponibile su Amazon Prime Video dal 17 Settembre.

Le Ball Des Folles: la cinepresa psichica di Mélanie Laurent

Nella Francia del 1885 la giovane Eugénie è una ragazza di buona famiglia, studiosa e piuttosto spigliata, che si scontra molto spesso col padre retrogrado e conservatore. Eugénie cela però anche un segreto incomprensibile: è infatti vittima di un potere soprannaturale che la rende capace di vedere fantasmi dal passato e interagirci, il che le causa svariati attacchi di panico. Proprio per questa ragione e per il suo carattere libertino e la volontà di indipendenza da sempre anelata dalla giovane, viene rinchiusa forzatamente nell’ospedale psichiatrico di Salpêtrière: qui Eugénie dovrà interfacciarsi con altre giovani donne internate in quanto considerate troppo emancipate, che fungono da cavie di laboratorio per il dottor Charcot, rude professionista immerso in studi ipnotici. Al manicomio Eugénie farà inoltre la conoscenza  dell’infermiera Genevieve, che la aiuterà a ordire un piano per fuggire e garantirsi la libertà.

Laurent è anche sceneggiatrice di Le Bal Des Folles, assieme a Chris Deslandes e sceglie per sé la parte della deuteragonista Genevieve, mentre affida il ruolo di protagonista alla giovane Lou de Laâge, che incarna il ruolo della spigliata e indipendente Eugénie Cléry che in apertura vediamo al maestoso funerale di Victor Hugo. La sequenza iniziale non solo svolge la funzione di traslare l’attenzione dello spettatore alla poetica romantica e nostalgica dell’artista, nota chiave dello svolgimento narrativo, che verte sui temi quale l’inadeguatezza e l’amarezza nei confronti dell’amoralità gerarchica, ma evoca anche indirettamente la figura di Adele Hugo, la figlia del romanziere malata di schizofrenia omaggiata dal capolavoro di François Truffaut (L’histoire d’Adèle H).

Le Bal Des Folles si focalizza sullo spunto narrativo che vede i personaggi maschili percepire come minaccioso ciò che ritengono essere indecifrabile o incomprensibile all’apparenza: prima fra tutte, la figura femminile. Il vero Charcot insisteva con veemenza sul fatto che anche gli uomini potessero soffrire di isteria, ma Laurent preferisce cogliere la dinamica di potere incentrata sulla presunzione di poter guarire, risolvere la mente e il corpo femminile.

Con Charcot troppo in alto nella catena di comando per essere coinvolto, sono in primo luogo le donne accanto a lui a farsi carico del nuovo caso clinico, Eugénie; la spietata toruratrice (Emmanuelle Bercot), e la capo infermiera meno sociopatica che fa da collegamento diretto con Charcot, Geneviéve. Laurent interpreta Geneviève in persona, incarnando il personaggio con la stessa metodicità clinica che apporta al lavoro della macchina da presa del film.

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Le Bal Des Folles: una miscellanea di elementi che non trovano degna risoluzione

L’inadeguatezza apparente di Eugénie risiede anche nel suo mondo interiore che la fa dialogare con gli spiriti dell’aldilà. Ben presto scoprirà però di non essere l’unica donna vessata dalla famiglia e dalla comunità, dato che l’ospedale psichiatrico pullula di donne che sono state frettolosamente diagnosticate come isteriche e vittime di quotidiani abusi e umiliazioni promosse dal primario, che ipnotizza i pazienti, li sottopone ad atroci e fasulle terapie (il bagno di ghiaccio, per esempio) e organizza un macabro ballo per far divertire la comunità scientifica.

Pur configurando delle premesse potenzialmente interessanti, Le Bal Des Folles perde di potenza narrativa nella miscellanea di elementi che non trovano una degna risoluzione, come la questione del potere soprannaturale della protagonista. L’impianto da thriller psichiatrico funziona solo a tratti e vacilla nel proporre un’allegoria claustrofobica della vita tra estremi vissuta dalle pazienti: libertà e costrizione, libero arbitrio e manipolazione, sfera paranormale e assiomi scientifici e clinici.

Se l’attenzione smaccata di Laurent sulle indegnità della vita a Salpêtrière trasmette in modo straziante gli orrori della loro epoca, questo focus eccessivo su tali torture non sempre si accorda con le vaste attitudini della sceneggiatura verso un’ideale di emancipazione femminile. Quello che inizia come un profilo storico del protofemminismo francese si deteriora presto; Le Bal Des Folles vende abilmente il fatto che Salpêtrière era un nudo riflesso del sessismo istituzionale che esisteva fuori dalle sue mura, ma l’attenzione maniacale di Laurent di affrontare la barbarie dell’ospedale di Charcot tende a soffocare i dettagli più fini di una storia che si impernia sull’emancipazione femminile.

Laurent vuole riportare in vita i fantasmi di Salpêtrière, accontentandosi invece meramente dei fantasmi dei loro fantasmi. Quando Le Bal Des Folles arriva alla festa dell’alta società evocata dal titolo – uno spettacolo sgargiante in cui i membri del pubblico si mescolano alle pazienti bambole di Charcot, rendendo scandalosamente facile confondere li due estremi – è difficile scuotersi dalla sensazione che il film di Laurent abbia percorso una strada inutilmente brutale e bizzarra per tornare alla verità sempre presente che la misoginia è una follia più grande di qualsiasi cosa le sue stesse medicine possano mai sperare di curare.

Le Bal des Folles sarà disponibile su Prime Video dal 17 settembre

Il film Amazon Original francese Le Bal des Folles sarà disponibile su Amazon Prime Video in Italia e in tutto il mondo dal 17 settembre Le Bal des Folles è il nuovo film diretto e interpretato da Mélanie Laurent.

Amazon Prime Video ha annunciato oggi che il film Amazon Original di produzione francese Le Bal des Folles sarà disponibile a partire da venerdì 17 settembre in Italia e in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. L’attrice, regista e scrittrice Mélanie Laurent (Inglorious Basterds, Respire, La Rafle, Je vais bien, ne t’en fais pas) dirige e interpreta il film scritto con Christophe Deslandes.

Le Bal des Folles, la trama

Le Bal des Folles racconta la storia di Eugénie, una donna giovane, radiosa e piena di vita, che vive alla fine del XIX secolo. Da giovane Eugénie scopre di avere un potere speciale: può sentire i morti. Dopo che la sua famiglia scopre il suo segreto, viene portata all’ospedale La Pitié Salpétrière senza alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino. L’ospedale è una clinica neurologica parigina diretta dal famoso professore e pioniere della neurologia Dr. Charcot, a cui vengono affidate donne con diagnosi di isteria, “pazzia”, egomania, epilessia e altri tipi di disturbi fisici o mentali. Il destino di Eugénie si lega a quello di Geneviève, un’infermiera dell’ospedale dalla vita monotona. Il loro incontro cambierà il destino di entrambe, mentre si preparano per l’annuale “Bal des folles” organizzato all’ospedale dal Dr. Charcot.

Nel cast anche Lou de Laâge, Emmanuelle Bercot, Benjamin Voisin, Cédric Khan, Christophe Montenez, Lomane De Dietrich e Grégoire Bonnet. Basato sull’omonimo romanzo di Victoria Mas “Il ballo delle pazze” (edito in Italia da e/o), Le Bal des Folles è prodotto da Alain Goldman e coprodotto da Axelle Boucaï della Légende Films.

Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin: il trailer della serie Apple Tv+

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Apple TV+ ha svelato il trailer della prossima serie comedy-adventure “Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin”. Composta da sei episodi, vede protagonista Noel Fielding (“The Mighty Boosh”, “The Great British Bake Off”) nei panni del leggendario brigante britannico e farà il suo debutto il 1° marzo con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 29 marzo.

Dick Turpin (Noel Fielding) intraprende un viaggio pieno di fughe assurde, quando viene nominato come capo di una banda di fuorilegge e incaricato di sbarazzarsi con astuzia del corrotto, sebbene autonominatosi uomo di legge, ladro Jonathan Wilde (Hugh Bonneville). In questa irriverente rivisitazione ambientata nel XVIII secolo, Dick è il più famoso – ma il più improbabile – dei rapinatori di autostrade, il cui successo è definito soprattutto dal suo fascino, dalla sua abilità nel dare spettacolo e dai suoi capelli. Insieme alla sua banda di simpatici furfanti, Dick cavalca gli alti e i bassi della celebrità e fa il possibile per sfuggire alle grinfie del Thief Taker General.

Al fianco di Fielding, completano il cast Ellie White (“The Windsors”), Marc Wootton (“High & Dry”), Duayne Boachie (“Blue Story”), Hugh Bonneville (“Downton Abbey”), Tamsin Greig (“Episodes”), Asim Chaudhry (“The Sandman”), Dolly Wells (“The Outlaws”), Joe Wilkinson (“Sex Education”), Mark Heap (“Friday Night Dinner”), Geoff McGivern (“Free Rein”), Michael Fielding (“The Mighty Boosh”), Samuel Leakey (“Gretel & Hansel”) e Kiri Flaherty.

Prodotta da Apple TV+ e Big Talk Studios, parte di ITV Studios, “Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin” è ideata da Claire Downes, Ian Jarvis e Stuart Lane, e scritta da Jon Brittain, Richard Naylor, Claire Downes, Ian Jarvis e Stuart Lane, con Noel Fielding. La serie è prodotta esecutivamente da Kenton Allen, Big Talk Studios (vincitore di diversi premi BAFTA, “Rev”, “The Outlaws”, “Friday Night Dinner”), Noel Fielding, Victoria Grew, Big Talk Studios (“Back”, “We Are Not Alone”) e Ben Palmer.

Gli episodi 1-3 sono diretti da Ben Palmer (vincitore del BAFTA TV Award e del Rose d’Or Award per “The Inbetweeners” e “Finalmente maggiorenni – The Inbetweeners Movie”), mentre gli episodi 4-6 sono diretti da George Kane (candidato al BAFTA TV Award per “Timewasters”, “Inside No. 9”, “Crashing”). Il primo episodio è scritto da Claire Downes, Ian Jarvis e Stuart Lane con Noel Fielding, mentre gli episodi dal secondo al sesto sono scritti da Jon Brittain e Richard Naylor con Noel Fielding.

Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin, rinnovata per una seconda stagione la serie Apple Tv+

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Apple TV+ ha annunciato oggi la seconda stagione della serie comedy-adventure “Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin“, con Noel Fielding (“The Mighty Boosh”, “The Great British Bake Off”) nel ruolo di Dick Turpin.

Fin dal suo debutto mondiale, “Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin” è stata acclamata come “straordinariamente divertente”, ottenendo rapidamente un punteggio di critica Certified Fresh su Rotten Tomatoes. La serie, “piacevolissima”, ha come protagonista uno “spettacolare” Noel Fielding, che presta “i suoi tempi comici asciutti per creare un personaggio surreale che è sia accattivante che carismatico”, insieme a un cast di “grandi comici”. La seconda stagione promette altre avventure fantastiche per Dick Turpin, con una serie di grandi talenti comici britannici come protagonisti. La prima stagione completa è già disponibile in streaming su Apple TV+.

Le avventure senza capo né coda di Dick TurpinIn “Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin”, Dick Turpin intraprende un viaggio pieno di fughe assurde quando viene nominato capo di una banda di fuorilegge. In questa irriverente rivisitazione ambientata nel XVIII secolo, Dick è il più famoso – ma il più improbabile – dei rapinatori di strada, il cui successo è definito soprattutto dal suo fascino, dalla sua abilità nel dare spettacolo e dai suoi capelli. Insieme alla sua banda di simpatici furfanti, Dick cavalca gli alti e i bassi delle sue nuove imprese, tra cui un incontro con la celebrità.

Guarda il trailer della prima stagione di Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin

“Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin” è prodotta per Apple TV+ da Big Talk Studios, parte di ITV Studios, e scritta da Richard Naylor e Jon Brittain con Noel Fielding.

La serie è prodotta esecutivamente da Kenton Allen, Big Talk Studios (produttore pluripremiato ai BAFTA di “Rev”, “The Outlaws”, “Friday Night Dinner”), Noel Fielding, Victoria Grew, Big Talk Studios (“Back”, “We Are Not Alone”), Anthony Wilcox (“This England”) e Ben Palmer (vincitore del BAFTA TV Award e del Rose d’Or Award per “The Inbetweeners” e “The Inbetweeners Movie”), con Richard Naylor e Jon Brittain come co-produttori esecutivi. La serie sarà diretta da Ben Palmer.

Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin dal 1° marzo su Apple TV+

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Apple TV+ ha svelato oggi le prime immagini della nuova serie comedy-adventure Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin, con Noel Fielding (“The Mighty Boosh”, “The Great British Bake Off”) nel ruolo del leggendario brigante britannico. La serie, composta da sei episodi, farà il suo debutto il 1° marzo con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 29 marzo.

Dick Turpin (Noel Fielding) intraprende un viaggio pieno di fughe assurde, quando viene nominato come capo di una banda di fuorilegge e incaricato di sbarazzarsi con astuzia del corrotto, sebbene autonominatosi uomo di legge, ladro Jonathan Wilde (Hugh Bonneville). In questa irriverente rivisitazione ambientata nel XVIII secolo, Dick è il più famoso – ma il più improbabile – dei rapinatori di autostrade, il cui successo è definito soprattutto dal suo fascino, dalla sua abilità nel dare spettacolo e dai suoi capelli. Insieme alla sua banda di simpatici furfanti, Dick cavalca gli alti e i bassi della celebrità e fa il possibile per sfuggire alle grinfie del Thief Taker General.

Al fianco di Fielding, completano il cast Ellie White (“The Windsors”), Marc Wootton (“High & Dry”), Duayne Boachie (“Blue Story”), Hugh Bonneville (“Downton Abbey”), Tamsin Greig (“Episodes”), Asim Chaudhry (“The Sandman”), Dolly Wells (“The Outlaws”), Joe Wilkinson (“Sex Education”), Mark Heap (“Friday Night Dinner”), Geoff McGivern (“Free Rein”), Michael Fielding (“The Mighty Boosh”), Samuel Leakey (“Gretel & Hansel”) e Kiri Flaherty.

Prodotta da Apple TV+ e Big Talk Studios, parte di ITV Studios, “Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin” è ideata da Claire Downes, Ian Jarvis e Stuart Lane, e scritta da Jon Brittain, Richard Naylor, Claire Downes, Ian Jarvis e Stuart Lane, con Noel Fielding. La serie è prodotta esecutivamente da Kenton Allen, Big Talk Studios (vincitore di diversi premi BAFTA, “Rev”, “The Outlaws”, “Friday Night Dinner”), Noel Fielding, Victoria Grew, Big Talk Studios (“Back”, “We Are Not Alone”) e Ben Palmer.

Gli episodi 1-3 sono diretti da Ben Palmer (vincitore del BAFTA TV Award e del Rose d’Or Award per “The Inbetweeners” e “Finalmente maggiorenni – The Inbetweeners Movie”), mentre gli episodi 4-6 sono diretti da George Kane (candidato al BAFTA TV Award per “Timewasters”, “Inside No. 9”, “Crashing”).

Le Avventure di Zarafa: conferenza stampa

Le Avventure di Zarafa: conferenza stampa

le_avventure_di_zarafaE’ stato presentato oggi alla Casa del Cinema di Roma Le Avventure di Zarafa, Giraffa giramondo, lungometraggio d’animazione distribuito da Good Films e Nexo Digital. Erano presenti in sala i due registi, Rémi Bezançon e Jean-Christophe Lie, e Vinicio Capossela, che oltre ad aver composto per il film la canzone Zarafa Giraffa, ha anche prestato la voce nel doppiaggio italiano al vecchio saggio che narra la storia.

Le avventure di Zarafa – Giraffa Giramondo: recensione del film

Le avventure di Zarafa – Giraffa Giramondo: recensione del film

Le avventure di Zarafa – Giraffa Giramondo, liberamente ispirato ad una storia vera, è un lungometraggio d’animazione del 2012 diretto a quattro mani da Rémi Bezançon (Travolti dalla Cicogna) e Jean-Christophe Lie (L’uomo in una Gordini Blu), registi francesi provenienti da mondi ed esperienze cinematografiche diverse. Il primo, dopo avere diretto tre film dal vivo e scritto insieme ad Alexander Abela la sceneggiatura di questo film, s’incontra con il secondo, collaboratore in diversi lungometraggi d’animazione (Tarzan, Kirikù e gli animali selvaggi). L’unione di questi due visioni artistiche crea una storia e delle immagini fuori dal comune.

La trama di Le avventure di Zarafa – Giraffa Giramondo

Sotto un albero di baobab, un vecchio saggio racconta ai bambini del suo villaggio la storia dell’eterna amicizia tra Maki, un ragazzino di 10 anni, e Zarafa, una giraffa orfana, inviata in dono al re di Francia Carlo X dal Pascià egiziano. Nel lungo viaggio, Maki, Zarafa e Hassan, un beduino che ha l’incarico di portare la giraffa a Parigi, vivranno una serie di avventure e incontreranno stravaganti personaggi, come l’aviatore Malaterre e la piratessa Bouboulina.

Girato in Cinemascope, paesaggi incontaminati dell’Africa, campagne colorate e distese di tetti d’Europa si aprono davanti ai nostri occhi e si alternano ai primi piani sconvolgenti dei vari personaggi. I colori vivaci e solari del viaggio si scontrano con quelli neutrali e spenti di Parigi, prigione sia di Zarafa sia di Maki e dei suoi amici. Il punto forte del cartone è la sua appartenenza al genere dell’avventura e non della commedia. In un’avventura accadono cose belle ma anche brutte e quest’ultime, qui, segnano nel profondo sia il pubblico che l’evolversi della storia stessa. Infatti, sebbene i destinatari nella mente dei registi siano i bambini, i temi affrontati, schiavitù e morte, sono estremamente delicati  e complessi per un pubblico così giovane, ma Bezançon e Lie riescono a parlarne per immagini senza appesantire la storia, anzi inserendoli con coerenza in essa. Fin da subito capiamo il carattere fortemente educativo del film, che non ci risparmia scene davvero tristi nei suoi 78’ di durata; tuttavia, i modi in cui Maki (e noi con lui) si risolleva ed arriva alla fine della sua avventura ci permettono di lasciare la sala con un sorriso.

Con Le avventure di Zarafa – Giraffa Giramondo il film d’animazione per bambini si spinge oltre, di nuovo: parte da una storia vera, triste, la rende più stimolante, ma non la priva della sua vena tragica, anzi la prende come traccia-guida e l’affianca ad un personaggio che trarrà da essa la sua forza per cambiare le cose. Una storia abbastanza dura, ma ricca di bei momenti e di speranza, che i bambini possono sicuramente apprezzare.

Le avventure di TintTin: immagini inedite!

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Le avventure di TintTin: immagini inedite!

Ormai manca poco più di un mese all’uscita ufficiale in Europa di Le avventure di TinTin, anticipata di qualche mese dalla precedente data prevista per Dicembre. Ecco ora arrivare alcune scene inedite riprese in un nuovo spot tv tedesco.

Le avventure di TinTin: il segreto dell’unicorno Trailer 2

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Le avventure di TinTin: il segreto dell’unicorno Trailer 2

Nuoto trailer per Le avventure di TinTin: il segreto dell’unicorno. Prodotto da Peter Jackson e diretto da Steven Spielberg.

Le avventure di TinTin: Il Segreto dell’unicorno altro teaser!

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Le avventure di TinTin: Il Segreto dell’unicorno altro teaser!

Doppio teaser trailer per Le avventure di TinTin:Il Segreto dell’unicorno. Dopo avervi mostrato il primo, eccovi anche il secondo assaggio dell’opera

Le Avventure di TinTin: Il segreto dell’unicorno – Trailer italiano 2

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Le avventure di Tintin – Il segreto del liocorno (The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn) è un film del 2011 diretto da Steven Spielberg girato interamente con l’uso del CGI.

Le Avventure di Tintin: Il Segreto del Liocorno ha finalmente una data ufficiale

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Finalmente arriva una data d’uscita ufficiale de Le Avventure di Tintin: Il Segreto del Liocorno. Il film in motion capture diretto da Steven Spielberg uscirà in Italia con ben due mesi di anticipo rispetto all’uscita americana.

E’ La Sony ad annunciarlo: l’uscita sarà il 28 Ottobre, ben due mesi prima di quella americana che avverrà il 23 Dicembre. Inoltre, è stato confermato il titolo, fedelmente tradotto e ripreso dalla novella originale: Le avventure di Tintin: il segreto del Liocorno.

Prodotto da Peter Jackson e Steven Spielberg, la sceneggiatura è stata scritta da Steven Moffat, Edgar Wright e Joe Cornish. Interamente girato negli studios della Weta Digital, è stata utilizzata un’ulteriore avanzamente della performance capture vista in Avatar. Attualmente è in fase di animazione alla Weta Digital. Nel cast oltre a Jamie Bell, ci sono Daniel Craig, Simon Pegg, Nick Frest, Andy Serkis.

Le avventure di Tintin approdano a Roma!

Le avventure di Tintin approdano a Roma!

Le avventure di Tintin: il segreto dell’Unicorno, il film in 3D che vede affiancati Steven Spielberg e Peter Jackson, il primo come regista, il secondo come produttore

Le avventure di TinTin – intervista a Jamie Bell!

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Intervista inedita a Jamie Bell, il giovane attore che ha interpretato Tintin nel film Le Avventure di tintin – Il Segreto dell’Unicorno. Jamie Bell ci racconta come è stato essere diretti da Steven spielberg in un film girato con la tecnica del performance motion capture.

Le avventure di Tintin – Il segreto del Liocorno, full trailer originale!

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Ecco il full trailer dell’atteso ritorno alla regia di Steven Spielberg dopo l’infelice Indiana Jones 4. Si tratta di Le avventure di Tintin – Il segreto del Liocorno,

Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell’Unicorno, recensione

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Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell’Unicorno, recensione

In principio fu una breve serie di fumetti, poi arrivò la serie animata. Adesso grazie al genio di Peter Jackson e di Steven Spielberg possiamo ammirare le sue avventure sul grande schermo. Stiamo parlando dell’atteso Le Avventure di Tin Tin: il Segreto dell’Unicorno.

Primo di una trilogia che vedrà alternarsi alla regia Jackson e Spielberg (il primo è di Spielberg), il film è stato realizzato in una forma ibrida che mescola animazione e performance capture, unitamente ad un buon 3D, che conducono lo spettatore in un’avventura ricca di inseguimenti, colpi di scena e scoperte, oltre ad un ritmo forsennato che non lascia fiato.

Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell’Unicorno, la trama

In Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell’Unicorno Tin Tin, reporter di grande fama, compra un modellino di una nave, l’Unicorno, e scopre subito che qualcuno lo cerca. Spinto dalla sua inesauribile curiosità, il giovane cercherà di andare infondo alla vicenda, trovandosi ben presto chiuso in una cassa e caricato su un bastimento diretto in Nord Africa. Qui, grazie al fedele cagnolino Milou, Snowy nella versione inglese, riuscirà a liberarsi e si imbatterà nel Capitano Haddock, ibruacone impenitente, che diventerà suo indispensabile compagno d’avventura. Comincia così quella che promette di essere una delle trilogia più redditizie del nuovo decennio, innovativa e commerciale, ricca di tutti gli elementi necessario ad un film di successo: mistero, avventura e divertimento.

Ad interpretare i protagonisti ci sono Jamie Bell, nei panni di Tin Tin, Mr. performance capture Andy Serkis, che questa volta interpreta un umano, anche se sui generis, regalando le sue movenze al Capitano Haddock ed infine Daniel Craig, il cattivo Mr. Sakharine. I due formidabili comici inglese Simon Pegg e Nick Frost sono gli imbranati agenti Thompson & Thompson. La particolarità di questo film è che i personaggi realizzati in CGI non hanno le fattezze degli attori che li interpretano, come era accaduto già con Tom Hanks per The Polar Express e Jim Carrey in A Christmas Carol. Qui i personaggi sono quelli di Hergè, solo che movenze umane. Non sfuggirà agli spielberghiani più accaniti la somiglianza di gran parte delle scene d’azione con quelle di Indiana Jones, al quale sicuramente Spielberg si è ispirato, ma che allo stesso tempo, all’epoca della sua uscita in sala, fu definito a sua volta una specie di Tin Tin.

Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell'Unicorno

Insomma, Steven riesce a far sua qualunque storia, arrivando anche a confondere le storie e le ispirazioni. E’ forse questa la maggiore forza del film e del suo regista: riuscire a mantenere intatto lo spirito del fumetto, infondendo molta personalità alla storia e alla sua rappresentazione, ma riuscendo a realizzare qualcosa di familiare, nel piacevole senso del già visto, innescando una proprietà di appartenenza con lo spettatore. Anche per quello che riguarda la sceneggiatura, non abbiamo nulla di nuovo, una storia ben scritta, brillante, ricca di riferimenti all’originale, ordinaria amministrazione per quasi tutti i prodotti spielberghiani.

Al timone musicale del film l’inconfondibile John Williams che ancora una volta realizza una colonna sonora cucita sul film, efficace e orecchiabile, anch’essa molto simile alle famose note scritte per il Professor Jones. Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell’Unicorno è classico film di intrattenimento, ben confezionato e sapientemente diretto che incarna la meraviglia del cinema con la sua tecnica e la passione del cinema con il suo grande spirito d’avventura.

Le Avventure di Tin Tin: il segreto dell'Unicorno

Le Avventure di Taddeo l’Esploratore – recensione

Le Avventure di Taddeo l’Esploratore – recensione

Arriva anche in Italia l’animazione Made in Spagna con il film Le Avventure di Taddeo l’Esploratore, realizzato grazie all’utilizzo dell’animazione computerizzata arricchita con l’aggiunta del formato 3D stereoscopico. Tad Jones sogna sin da bambino di fare l’esploratore ma finisce da grande a fare il muratore. Finché un giorno a causa di un fortuito errore viene scambiato per un archeologo e assunto per una pericolosa missione in Perù. Con l’aiuto del fedele cane Jeff, della bella e giovane archeologa Sara, del pappagallo muto Belzoni e della guida peruviana imbrogliona Freddy, Tad si imbarca in un’avventura piena di misteri per salvare la mitica

La pellicola diretta dall’esordiente Enrique Gato e prodotto fra gli altri dalla Telecinco Cinema è un ricco e virtuoso insieme di omaggi a svariati generi che fanno da base solida all’opera. Infatti, sono lampanti e spudoratamente manifestati i principali riferimenti da cui la pellicola attinge, ad esempio film quali Indiana Jones (per il quale il regista dichiara sin da subito gli intenti, considerato il titolo originale del film Las aventuras de Tadeo Jones) ma sono riconoscibili anche altre influenze più o meno velate come quella alle avventure di TinTin, da cui prende in prestito il fidato amico del protagonista, il cane, origine di gran parte della vena comica del film, per non parlare della protagonista femminile che ricorda molto l’eroina dei videogame prima e del cinema poi Lara Croft, arrivando a citare anche saghe come la Mummia o capisaldi del genere avventura come Allan Quatermain, forse il vero padre del genere.

Tuttavia, nonostante un buon ritmo e una chiave leggera di lettura che di certo farà la gioia dei più piccoli, la pellicola è forse troppo misera di concept originali e di un appiglio estetico affascinante. Al contrario, a tratti mostra possedere un po’ di ingenua banalità visiva, troppo semplice per poter competere con l’animazione odierna; tanto semplice e misera da sembrare un cartone animato televisivo come se ne vedono molti in giro e che a stento lascerà il segno nell’immaginario dei bambini.

Le Avventure di Jim Bottone: recensione del film di Dennis Gansel

Un mondo fantastico, due coraggiosi grandi amici, una locomotiva travestita da drago e un’avventura da sogno. Dal 1° agosto, distribuito da Be Water Film in collaborazione con Medusa Film, arriva al cinema Le Avventure di Jim Bottone, un dolce film per famiglie diretto dal regista tedesco Dennis Gansel e ispirato all’omonimo racconto per ragazzi del celebre scrittore Michael Ende, autore tanto amato per alcune delle fiabe che hanno segnato l’infanzia di intere generazioni, come La Storia Infinita e Momo.

Le Avventure di Jim Bottone trama

C’era una volta, al di là del mare, la minuscola isola di Coloropoli, così piccola da avere spazio soltanto per una montagna con due vette: una più alta e una più bassa. Su questa montagna sorgeva un pittoresco palazzo reale, mentre ai suoi piedi si trovavano due case e una piccola stazione ferroviaria. Coloropoli ospitava solo quattro abitanti che vivevano in pace e armonia: il bizzarro Re Alfonso, Luca il macchinista, la dolce Signora Cosa e il brontolone Signor Manica.

Le Avventure di Jim Bottone – Foto del film

Il perfetto equilibrio di Coloropoli venne però scosso un giorno dall’arrivo di un curioso e inaspettato pacco contenente un bambino, Jim Bottone. Accudito dall’intera isola, il bambino crebbe felice tra l’emporio della Signora Cosa e la stazione ferroviaria di Luca e della sua amata locomotiva Emma. Tutto sembrava andare bene finché il Re Alfonso, preoccupato del sovrappopolamento di Coloropoli, ordinò a Luca di sbarazzarsi di Emma per fare spazio sull’isola.

Contrariato, Luca decise di mettersi in mare e abbandonare segretamente il suo paesino natio. Quando Jim lo scoprì, fece di tutto pur di seguirlo e vedere cosa c’era oltre la minuscola e confortevole Coloropoli. È da qui che inizia l’emozionante e tenero viaggio di Jim e Luca, un’avventura che presto si trasforma in una missione di salvataggio. Questa li porterà attraverso la Foresta delle Mille Meraviglie e oltre la Fine del Mondo, tutto per trovare la Città Nascosta dei Draghi e salvare la Principessa Li Si.

Le Avventure di Jim Bottone – In foto l’attrice Leighanne Esperanzate nei panni della Principessa Li Si.

Un viaggio alla ricerca di se stessi

Proprio come Emma la locomotiva, che dopo una vita su dei binari ben precisi prende improvvisamente una nuova strada, libera da qualsiasi traiettoria prestabilita, così Luca e Jim intraprendono un viaggio straordinario. Si ritrovano a esplorare luoghi esotici misteriosi verso i confini del mare e del deserto, combattendo contro crudeli pirati e spaventosi draghi, affezionandosi a giganti immaginari e conoscendo popoli e culture differenti. Jim, dopo aver trascorso dieci anni nella sicura e pacifica Coloropoli, sente il bisogno di riscoprire se stesso, di indagare sulle proprie origini e su ciò che lo ha portato tra le braccia amorevoli della Signora Cosa. Questo viaggio diventa per lui un percorso di auto-scoperta e di crescita personale, spinto dalla voglia di comprendere chi è veramente e di trovare il luogo che può chiamare davvero “casa”.

Dunque, se da una parte il grosso e caparbio Luca è mosso da un desiderio di ribellione ed evasione dalla monotonia e prevedibilità della sua vita quotidiana; dall’altra Jim è impegnato in un viaggio più interiore, alla ricerca di risposte profonde e intime. Insieme, i due amici affrontano le loro paure, scoprono nuovi mondi e, soprattutto, trovano un modo per crescere e cambiare attraverso le esperienze condivise.

Le Avventure di Jim Bottone – In foto il giovane attore Solomon Gordon e l’attore tedesco Henning Baum.

Il topos del viaggio dell’eroe non è l’unico tema affrontato. Le Avventure di Jim Bottone è, infatti, un racconto di formazione che ricorda, a grandi e piccini, l’importanza di accettare e abbracciare le diversità del prossimo. Inoltre, attraverso le vicende di Jim e Luca, il racconto esalta il valore della famiglia, non intesa solo come legame di sangue, ma come quella che ti cresce o che si sceglie. Il piccolo Jim, adottato e cresciuto dalla Signora Cosa, dimostra che la vera famiglia è quella che ti ama e ti sostiene, indipendentemente dalle origini biologiche. Questi temi sono particolarmente potenti in un mondo sempre più globalizzato e multiforme, dove l’inclusione, la tolleranza e l’empatia sono valori non solo cruciali, ma necessari.

Una fiaba classica e rincuorante

Pur avendo ridotto ai minimi termini un racconto e dei personaggi molto più ricchi e articolati nell’opera originale di Ende, il film di Gansel riesce a portare con estrema delicatezza e commozione una fiaba classica dai messaggi universali. Con scenografie ed effetti speciali teatrali, che contribuiscono alla creazione di un’atmosfera immaginaria “d’altri tempi”, le avventure di Jim e dei suoi amici non sono solo fisiche, ma anche, e soprattutto, emotive. Queste avventure guidano Jim e lo stesso pubblico attraverso un percorso di crescita personale semplice ma profondamente significativo.

Le Avventure di Jim Bottone, richiamando un mondo fantastico e nostalgico dove il bene trionfa sempre sul male, non solo intrattiene dignitosamente lo spettatore, ma si presenta anche come una storia senza tempo, capace di parlare al cuore di ogni generazione.

Le avventure di Jim Bottone: al cinema il film dal romanzo di Michael Ende

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Arriva al cinema il 1° agosto Le avventure di Jim Bottone, il film fantasy d’avventura diretto da Dennis Gansel e basato sull’omonimo libro scritto da Michael Ende, autore de La Storia Infinita. Adattato per il cinema da Andrew Birkin, il film vede nel cast Henning Baum, Annette Frier, Christoph Maria Herbst, Michael Bully Herbig, Uwe Ochsenknecht e Solomon Gordon. Distribuito da Be Water, il film arriva in sala il 1° agosto.

Le avventure di Jim Bottone, la trama

Questa epica avventura fantasy segue un giovane orfano Jim Bottone, il suo migliore amico Luca e una magica macchina a vapore chiamata Emma mentre viaggiano attraverso il mondo alla ricerca della verità sulle origini di Jim. Combattendo contro pirati e draghi, superando in astuzia giganti apparenti, devono viaggiare attraverso la Foresta delle Mille Meraviglie, oltre la Fine del Mondo, per trovare la Città nascosta dei Draghi.

Le avventure di Huck Finn: Steven Spielberg e Taika Waititi al lavoro sul nuovo film

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Ecco un viaggio lungo il fiume Misssissippi che non vi aspettavate. La Universal ha appena lanciato una bomba letteraria assicurandosi i diritti di James, una rivisitazione moderna del classico di Mark Twain Le avventure di Huckleberry Finn, scritto da Percival Everett. Dietro le quinte sono coinvolti talenti di prim’ordine: Steven Spielberg e Taika Waititi si occuperanno del progetto. Secondo un’esclusiva di Variety, Spielberg sarà produttore esecutivo attraverso la Amblin Partners, mentre Waititi è già in trattative per la regia.

Dopo il successo del premio Oscar di American Fiction, adattamento di Erasure di Everett, James è diventato un bestseller. Everett, finalista al Pulitzer, ha aggiunto questa storia al suo impressionante catalogo di 30 libri. La storia capovolge il classico di Twain concentrandosi su Jim, che si nasconde a Jackson Island per evitare di essere venduto e separato dalla sua famiglia. Huck Finn, invece, finge di essere morto per sfuggire al padre violento e intraprende un pericoloso viaggio lungo il fiume Mississippi.

Il libro originale di Twain è uno dei romanzi più famosi e influenti della letteratura americana. Pubblicato nel 1884, è stato per decenni un punto fermo nei programmi scolastici e i suoi temi di amicizia, libertà e giustizia sociale risuonano profondamente. I personaggi di Huck e Jim sono iconici e la loro storia è ampiamente riconosciuta e citata in vari contesti culturali.

Qual è l’eredità di Huckleberry Finn sul grande schermo?

L’iconico romanzo di Mark Twain “Le avventure di Huckleberry Finn” ha visto la sua giusta dose di adattamenti, ognuno dei quali ha portato un tocco unico all’epico viaggio sul fiume di Huck e Jim. L’avventura è iniziata al cinema con la versione muta del 1920, seguita dalla memorabile interpretazione di Mickey Rooney nel 1939. Il musical del 1960 ha visto Eddie Hodges cantare lungo il Mississippi, mentre l’adattamento del 1974 con Jeff East e Paul Winfield è rimasto più fedele ai temi grintosi di Twain. Le avventure di Huck Finn (1993) della Disney, con Elijah Wood, puntava a un’atmosfera più familiare. Ogni film ha affrontato i complessi temi di Twain a modo suo e ora, con il prossimo James, l’attenzione si sposta sulla prospettiva di Jim, promettendo una rivisitazione fresca e moderna di questo racconto classico.

Per quanto riguarda il prossimo film all’orizzonte? Steven Spielberg, tre volte vincitore di un Oscar, è pronto a dirigere per la Universal un film sull’evento del 2026 con Emily Blunt, mentre Waititi, che ha vinto un Oscar per Jojo Rabbit, è attualmente in fase di post-produzione di Klara and the Sun della Sony con Jenna Ortega.

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