E’ di provenienza giapponese il
primo teaser trailer ufficiale de Il piccolo
principe, l’attesissimo film di Mark
Osborne (creatore di Kung Fu Panda), tratto
dall’omonimo e popolarissimo libro per ragazzi di Antoine
de Saint-Exupéry. Grazie alla Francia, invece, abbiamo
anche il poster ufficiale. Eccoli per voi di seguito.
Si preparino grandi e piccini:
Il piccolo principe sta per arrivare al cinema! Sarà Lucky
Red a portare nelle sale italiane l’attesissimo film di Mark
Osborne (creatore di Kung Fu Panda), tratto dall’omonimo e
popolarissimo libro per ragazzi di Antoine de
Saint-Exupéry.A 71 anni dalla sua
pubblicazione,Il Piccolo
Principeha venduto 145 milioni di copie nel
mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di
270 lingue e dialetti. Dopo la Bibbia, il
libro più tradotto nel mondo!
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il
rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia
dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta
generazioni di lettori di ogni età. Realizzato in
animazioneCGI e stop motion con un budget di 80
milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto il
progetto di animazione più atteso del prossimo anno. Una crew di
250 talenti provenienti da Disney, Pixar e Dreamworks per
raggiungere un livello di eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève
(L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’slife,
Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co,
Gli Incredibili, Up), Hidetaka
Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il
gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch,
Cars, Ratatouille, Wall-E,
Up).
Un cast di voci all star
per la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges
(l’aviatore), Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la
madre), James Franco (la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro
(il serpente), il premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul
Giamatti (il professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky
Gervais (il presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del
piccolo principe è di Riley Osborne.
A supporto del lancio mondiale, una
campagna pubblicitaria senza precedenti con il coinvolgimento di
moltissimi di partner. In Italia il licensing sarà seguito
direttamente dalla Lucky Red, con lo scopo di creare numerose
sinergie anche a livello nazionale. L’uscita in sala è
prevista per il primo gennaio 2016.
Ne Il Piccolo
Principe in una città colorata esclusivamente di toni di
grigio, quasi in bianco e nero, una piccola bambina prodigio mira
ad entrare in un’importante (ma tristissima) accademia e mettere in
cassaforte un futuro di successo. Supportata dalla madre, che
organizza e controlla in modo minuzioso ogni minuto del suo tempo
tramite un enorme tabellone magnetico, la piccola segue
rigorosamente gli schemi per crescere come la società impone, in
modo standard e regolato. Nell’isolato però, accanto alla nuova
casa dei due personaggi, vive un signore alquanto strambo,
estroverso e apparentemente anarchico.
Un anziano aviatore dal pollice
verde che colleziona vecchi giocattoli, dischi in vinile e ama alla
follia il suo aereo ad elica, ormai ridotto un rottame. È il suo
spirito libero e saggio che fa conoscere alla piccola la meraviglia
e i colori accesi de Il Piccolo Principe,
la favola visionaria di Antoine de
Saint-Exupéry.
Mescolando grafica computerizzata e
stop motion, Mark Osborne (già co-regista di
Kung Fu Panda) inserisce la storia
originale del principe bambino all’interno di un universo
immaginario e oscuro, laddove tutto è tremendamente schematizzato,
prevedibile e freddo. Una concezione artistica che, nonostante sia
estrema e stilizzata, è in realtà abbastanza verosimile rispetto
alla società contemporanea che ci circonda.
Vi è dunque una critica feroce ai
modelli d’insegnamento, ai genitori ossessionati dalle regole
(quando non sono del tutto assenti) e un mondo del lavoro ostile
alla creatività. Temi di un universo adulto che si insinuano fra le
pieghe di un discorso più diretto rivolto ai più piccoli:
non si deve aver paura di crescere, l’importante è
ricordarsi di essere stati bambini per conservare la medesima
purezza d’animo. Il risultato è un’opera emozionante e
appassionante, dall’alto tasso educativo e allo stesso tempo
divertente. Dopo una prima parte delicata e poetica, arriva una
seconda quasi interamente votata all’azione e allo spettacolo. Due
stili differenti che in parte cozzano fra loro e spezzano
l’incantesimo, rompendo un equilibrio altrimenti perfetto.
La fattura de Il Piccolo
Principe è comunque di altissima qualità, soprattutto alla
luce del supporto di studios come la Paramount, la Warner Bros., la
Wenstein Company, di una cura particolare al look generale e il
contributo musicale di Hans Zimmer insieme a
Richard Harvey. La colonna sonora infatti è ricca
di sfumature e contrasti, sa bene come far nascere una risata
oppure ribaltare completamente lo scenario e accompagnare una
lacrima lungo la guancia. Fondamentale anche lo stellare cast di
doppiatori, che nella versione inglese vanta nomi del calibro di
Jeff Bridges,
Rachel McAdams,
Paul Rudd, James Franco,
Benicio Del Toro,
Paul Giamatti e Marion Cotillard, che presta la voce anche
alla versione francese del film. Da vedere categoricamente insieme
a tutta la famiglia.
Arriva finalmente online il primo
trailer ufficiale de Il piccolo principe,
l’attesissimo film di Mark Osborne (creatore di
Kung Fu Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro
per ragazzi di Antoine de Saint-Exupéry. Potete
vedere il video di seguito.
Si preparino grandi e piccini:
Il piccolo principe sta per arrivare al cinema!
Sarà Lucky Red a portare nelle sale
italiane l’attesissimo film di Mark Osborne (creatore di Kung
Fu Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro per
ragazzi di Antoine de Saint-Exupéry.
A 71 anni dalla sua
pubblicazione,Il Piccolo
Principeha venduto 145 milioni di copie nel
mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di
270 lingue e dialetti.
Dopo la Bibbia, il libro più
tradotto nel mondo!
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il
rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia
dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta
generazioni di lettori di ogni età.
Realizzato in
animazioneCGI e stop motion con un budget di 80
milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto il
progetto di animazione più atteso del prossimo anno.
Una crew di 250 talenti provenienti
da Disney, Pixar e Dreamworks per raggiungere un livello di
eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève
(L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’slife,
Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co,
Gli Incredibili, Up), Hidetaka
Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il
gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch,
Cars, Ratatouille, Wall-E,
Up).
Un cast di voci all star per
la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges (l’aviatore),
Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la madre), James Franco
(la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro (il serpente), il
premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul Giamatti (il
professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky Gervais (il
presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del piccolo
principe è di Riley Osborne.
A supporto del lancio mondiale, una
campagna pubblicitaria senza precedenti con il coinvolgimento di
moltissimi di partner.
In Italia il licensing sarà seguito
direttamente dalla Lucky Red, con lo scopo di creare numerose
sinergie anche a livello nazionale.
L’uscita in sala è prevista
per il primo gennaio 2016.
Ecco la prima clip ufficiale de Il piccolo
principe, l’attesissimo film di Mark
Osborne (creatore di Kung Fu
Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro per
ragazzi di Antoine de
Saint-Exupéry.
A 71 anni dalla sua
pubblicazione, Il Piccolo
Principe ha venduto 145 milioni di copie nel
mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di
270 lingue e dialetti.
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro
di Saint-Exupéry: il rispetto della persona e
della diversità, la salvaguardia dell’ambiente, la pace. Una favola
che appassiona senza sosta generazioni di lettori di ogni età.
Realizzato
in animazione CGI e stop motion con un budget
di 80 milioni di dollari, Il Piccolo
principe conta di una crew di 250 talenti
provenienti da Disney, Pixar e Dreamworks per raggiungere un
livello di eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De
Sève (L’Era
Glaciale, Mulan, A
Bug’slife, Alla ricerca di Nemo), Lou
Romano(Monsters &
Co, GliIncredibili, Up),
Hidetaka Yosumi (Bolt), Bob
Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek
2, Il gatto con gli stivali), Jason
Boose (Lilo &
Stitch, Cars, Ratatouille, Wall-E, Up).
Un cast di voci all star per la
versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges
(l’aviatore), Mackenzie Foy (la bambina),
Rachel McAdams (la madre), James
Franco (la volpe), il premio Oscar Benicio Del
Toro (il serpente), il premio Oscar Marion
Cotillard (la rosa), Paul Giamatti (il
professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari),
Ricky Gervais (il presuntuoso), Bud
Cort (il re). La voce del piccolo principe è di
Riley Osborne.
Pubblicato un nuovo trailer del film
d’animazione Il Piccolo Principe,
tratto dall’omonimo famoso romanzo di Antoine de
Saint-Exupéry e diretto da Mark
Osborne, nelle nostre sale il 1 di gennaio.
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefao Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassman,
Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif eAlessandro
Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
Dopo l’inaspettata
decisione da parte della Paramount di ritirare dal mercato USA
Il Piccolo Principe,Netflix ha deciso di salvare il film diretto da
Mark Osborne e che ha raccolto un buon successo di
pubblico e critica in Europa.
La settimana scorsa era infatti
arrivata la notiza inaspettata che la casa di distribuzione non
avrebbe più fatto uscire in sala il film basato sul classico di
Antoine de Saint-Exupery e vincitore del premio César come
miglior film d’animazione. La piattaforma però ha deciso di rendere
disponibile il film sul suo catagologo così da poter permettere a
tutti gli abbonati di usufruire di un’esperienza cinematografica
commovente e interessante. Non c’è ancora una data certa per
l’uscita su Netflix del film, ma sembra che il film
arriverà a disponibilità entro quest’anno.
[nggallery id=2291]
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro
Gassman, Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif e
Alessandro Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
Tutti i grandi sono
stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.
Il Piccolo principe, Antoine
de Saint-Exupéry
***
Si preparino grandi e piccini:
Il piccolo principe sta per arrivare al cinema!
Sarà Lucky Red a portare nelle sale
italiane l’attesissimo film di Mark Osborne (creatore di Kung
Fu Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro per
ragazzi di Antoine de Saint-Exupéry.
A 71 anni dalla sua
pubblicazione,Il Piccolo
Principeha venduto 145 milioni di copie nel
mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di
270 lingue e dialetti.
Dopo la Bibbia, il libro più
tradotto nel mondo!
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il
rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia
dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta
generazioni di lettori di ogni età.
Realizzato in
animazioneCGI e stop motion con un budget di 80
milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto il
progetto di animazione più atteso del prossimo anno.
Una crew di 250 talenti provenienti
da Disney, Pixar e Dreamworks per raggiungere un livello di
eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève
(L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’slife,
Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co,
Gli Incredibili, Up), Hidetaka
Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il
gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch,
Cars, Ratatouille, Wall-E,
Up).
Un cast di voci all star per
la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges (l’aviatore),
Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la madre), James Franco
(la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro (il serpente), il
premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul Giamatti (il
professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky Gervais (il
presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del piccolo
principe è di Riley Osborne.
A supporto del lancio mondiale, una
campagna pubblicitaria senza precedenti con il coinvolgimento di
moltissimi di partner.
In Italia il licensing sarà seguito
direttamente dalla Lucky Red, con lo scopo di creare numerose
sinergie anche a livello nazionale.
L’uscita in sala è prevista
per il primo gennaio 2016.
Ecco le interviste ad alcuni dei
doppiatori italiani de Il Piccolo
Principe, film presentato al Festival
di Cannes e visto anche lla Festa del Film di Roma lo scorso
ottobre.
Hanno prestato la voce per la
versione italiana alcuni tra i più noti attori del nostro cinema
come TONI SERVILLO (l’Aviatore), PAOLA CORTELLESI (la Mamma),
STEFANO ACCORSI (la Volpe), MICAELA RAMAZZOTTI (la Rosa),
ALESSANDRO GASSMANN (il Serpente), GIUSEPPE BATTISTON (l’Uomo
d’affari), PIF (il Re), ANGELO PINTUS (il Signor Principe) e
ALESSANDRO SIANI (il Vanitoso)
Non potevano essere che
stelle a prestare la voce per la versione italiana de Il
piccolo principe, distribuito da Lucky Red in collaborazione
con RTI. Dopo aver annunciato la partecipazione del film al
68° Festival
di Cannes, siamo orgogliosi di comunicare gli altri
grandi nomi che – insieme al già citato TONI SERVILLO nel
ruolo dell’Aviatore – contribuiranno a rendere unico questo
prezioso film. PAOLA CORTELLESI sarà la
Mamma, STEFANO ACCORSI sarà la
Volpe, MICAELA RAMAZZOTTI sarà la
Rosa, ALESSANDRO GASSMANN sarà il
Serpente, GIUSEPPE BATTISTON sarà l’Uomo
d’affari, PIF sarà il Re, e con
ALESSANDRO SIANI che sarà il
Vanitoso. Darà la voce al Piccolo Principe Lorenzo
D’Agata, già nel cast, tra gli altri, di Toy Story 3 e
Monster University. La bambina, invece, sarà
Vittoria Bartolomei che gli appassionati dell’animazione
ricorderanno anche per il ruolo di Chihiro ne La città
incantata.
Il Piccolo Principe un film
di Mark Osborne
Un vecchio ed
eccentrico aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina
molto matura trasferitasi nel quartiere insieme alla madre.
Attraverso le pagine del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la
bambina scopre come molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato
in un deserto e avesse incontrato il Piccolo Principe, un
enigmatico ragazzino giunto da un altro pianeta. Le esperienze
dell’aviatore e il racconto dei viaggi del Piccolo Principe in
altri mondi contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la
bambina. Affronteranno insieme una straordinaria
avventura, alla fine della quale la bambina avrà imparato ad usare
la sua immaginazione e a ritrovare la sua infanzia.
Dal regista
di Kung Fu Panda, un tributo al popolare e amatissimo
racconto scritto nel 1942 da Antoine de Saint-Exupéry, tradotto in
oltre 250 lingue e venduto in 145 milioni di copie in tutto il
mondo.
Arriverà nelle nostre sale il
prossimo primo gennaio 2016, intanto di seguito trovate un video
dal backstage de Il piccolo principe, in
cui vediamo i volti dei doppiatori italiani del film.
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefao Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassman,
Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif e
Alessandro Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
Ecco i character poster italiani de
Il Piccolo Principe, film
presentato al Festival
di Cannes e visto anche lla Festa del Film di Roma lo scorso
ottobre.
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefao Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassman,
Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif e
Alessandro Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
Ecco due nuove clip in italiano del
film Il piccolo
principe di Mark
Osborne, film d’animazione in arrivo al cinema e basato
sull’omonimo celebre racconto di Antoine de
Saint-Exupéry.
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro
Gassman, Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif e
Alessandro Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
La 16^ edizione di VIEW Conference
parte alla grande con e la sua presentazione dedicata al suo
ultimo lavoro: Il Piccolo Principe.
Commentando l’iconica ed emozionale
opera, Mark Osborne ha dichiarato: “Mamma perché piangi?,
questa è la domanda che i bambini generalmente pongono al genitore
che si emoziona dopo aver raccontato loro una fiaba. E’ la stessa
situazione che mi piacerebbe si ricreasse conIl Piccolo
Principe, un film per tutti non solo per bambini. Gli adulti
ritroveranno il proprio “io” e il “via” per una conversazione
intima e transgenerazionale con i propri figli.”
Un inizio incredibile per la prima
giornata della kermesse, che ha visto il susseguirsi sul palco di
imprendibili presentazioni, come quella del premio Oscar® Lorne
Peterson della Industrial Light and Magic con il suo keynote
Scolpire una Galassia: Dentro il Laboratorio Modelli
di Star
Wars. E sebbene l’animazione talvolta possa
sembrare un ambiente prevalentemente maschile, VIEW ha raccolto le
donne d’eccellenza a presentare il fronte rosa con il
panelDONNE NELL’ANIMAZIONE: 50/50 ENTRO IL
2015 che ha visto protagoniste, tra le altre, la
produttrice Jinko Gotho e Kim White, Direttrice della fotografia di
Pixar.
A chiudere una giornata dedicata al
meglio dell’animazione contemporanea e del futuro è stato
il Panel Registi di Animazione: Lo Storytelling in Mondi
Immaginari con Mark Osborne, Jorge R.
Gutierrez, Kris Pearn, Richard Starzak e Shannon
Tindle.
Uscito il 1 gennaio 2016,
Il Piccolo Principe di Mark
Osborne ha sfondato nel week end la soglia degli otto
milioni, totalizzando a oggi 1.242.908
spettatori.
Un risultato eccezionale, che pone
il film in cima al podio dei successi della società di
distribuzione guidata da Andrea Occhipinti, in questo caso anche
coproduttore.
“Il Piccolo Principeè
stata la più importante produzione a cui abbiamo partecipato e
questo successo ci rende felici e orgogliosi” – dichiara
Andrea Occhipinti – “Il pubblico ci ha premiato e ha apprezzato
questo magnifico adattamento cinematografico di un classico
intramontabile, arricchito da uno straordinario e prestigioso cast
di voci”.
Molti sono i record battuti dal
film: oltre ad essere il più grande successo di Lucky Red in quasi
trent’anni di attività, Il Piccolo Principe è il più
grande successo di un film di animazione non americano ed è già il
terzo incasso di sempre per un film francese negli ultimi quindici
anni.
Qui di seguito la top 5 Lucky Red
(in ordine di numero di spettatori):
Il sogno di molti diventa realtà e
le atmosfere e l’ambientazione de Il Piccolo
Principe diventano realtà in un parco divertimenti
a Mulhouse, in Francia. Largo 24 ettari il parco ha aperto i
battenti lo scorso 1 luglio 2014 ed è definito da molti il
primo parco aereo, vista la presenza di due mongolfiere che sono le
attrazioni principali. Nel parco anche un cinema 3D, un
planetarium, un roseto, la serra delle farfalle, un labirinto,
delle giostre e tanto altro. Per omaggiate l’autore del libro
Saint-Exupéry e la sua scomparsa misteriosa c’è un
biplano come quello col il quale scomparve nel 1944 nel Mar
Tirreno durante la Seconda Guerra Mondiale. [nggallery id=888]
Il piccolo principe di Antoine de
Saint-Exupéry, uno dei romanzi più amati di tutti tempi, diverrà un
film per la regia di Mark Osborne, già coregista di Kung Fu
Panda.
Mad
Entertainment e Alessandro
Rak ancora insieme su un nuovo film
d’animazione, Il Piccolo Principe di
Shangri-La, il cui progetto viene presentato
oggi, 6 marzo, al Cartoon
Movie di Bordeaux –
l’evento di coproduzione e pitching per lungometraggi d’animazione
europei.
Dieci anni dopo il film “L’arte
della felicità” vincitore dell’EFA European Film
Awarde dopo “Gatta
Cenerentola”,Mad
Entertainment, la factory
napoletana di Luciano Stella, Maria
Carolina Terzi, Carlo Stella e Lorenza
Stella, punto di riferimento per l’animazione in
Italia, è nuovamente accanto ad Alessandro
Rak per la realizzazione di un film d’animazione
ispirato alle vite straordinarie dell’esploratrice Alexandra
David-Neel e Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama. «Un
viaggio bambino alla ricerca di una spiritualità perduta o nuova,
per salvare il mondo adulto
dall’alienazione». Alessandro Rak
Il Piccolo Principe di Shangri-La, la
trama
Esiste un Regno dello Spirito
chiamato Shangri-La. Questa terra è sotto l’assedio delle forze di
un Oscuro Signore che vuole insidiarne il Trono. Ora che il Kundun,
l’anima luminosa che illumina il cammino dell’umanità, è morto, la
fine del Regno dello Spirito sembra ineluttabile. Cosa possono fare
due bambini ed un anziano monaco per salvare l’antica anima del
mondo? Unire le forze e mettersi sulle tracce di un Piccolo
Principe che riporti la luce perduta.
Anche se il piano del signor Reed in
Heretic(qui
la nostra recensione) può sembrare confuso, lo schema ha un
senso e i modi in cui va in pezzi hanno tutti un senso se si guarda
di nuovo il film. L’eretica è un film horror della A24 su
una coppia di missionarie mormoni, la sorella Barnes di Sophie
Thatcher e la sorella Paxton di Chloe East, che si ritrovano
intrappolate quando un uomo apparentemente amichevole le invita a
entrare per discutere di religione. Mentre la conversazione si fa
aspra e il tempo fuori peggiora, le due donne spaventate chiedono
di andarsene. Il signor Reed, interpretato da Hugh Grant, che prima
era affascinante, le informa che non possono andarsene e inizia un
gioco psicologico.
Il
cast diHereticè
sorprendentemente ridotto, con solo Grant, East e Thatcher che
appaiono sullo schermo per la maggior parte del film. Alla fine,
Reed dice che Paxton e Barnes possono andarsene, ma i loro
tentativi di fuga li portano solo in uno scantinato umido. Lì
incontrano una donna anziana emaciata che mangia una torta
avvelenata su ordine di Reed. Muore poco dopo, solo per tornare
apparentemente in vita pochi minuti dopo. Sussurra un criptico
avvertimento alle donne prima di scomparire mentre Paxton e Barnes
sono impegnate a cercare una via di fuga alternativa. È allora che
il piano di Reed diventa più chiaro.
La spiegazione del piano
completo del signor Reed in Heretic
Il signor Reed ha usato
l’inganno e il finto sequestro per mettere alla prova suor Barnes e
suor Paxton
Barnes accusa Reed di aver inscenato
la morte della donna più anziana e il suo successivo risveglio,
dicendo che molto probabilmente ha solo vissuto un’esperienza di
pre-morte. Questa ipotesi sembra far infuriare il solito placido
cattivo, che improvvisamente taglia la gola a Suor Barnes senza
preavviso. Mentre lei muore dissanguata, Reed le rimuove un
dispositivo contraccettivo e afferma che questa è la prova che si
tratta di una “simulazione” e non di una persona reale. La
suora Paxton, che prima era ingenua, si rifiuta di credere a questa
affermazione e accusa Reed di improvvisare per nascondere il fatto
che il suo piano è andato storto. Divertito, Reed chiede a Paxton
di approfondire la sua teoria.
Reed aveva pianificato tutto
questo per dimostrare a Barnes e Paxton che tutte le religioni
organizzate si basavano sul controllo coercitivo, piuttosto che
sulla fede.
Sorella Paxton indovina con
precisione il piano di Reed nel
finale di Heretic, e questo è un macabro e contorto test
della sua fede. La donna che apparentemente è morta e rinata era,
in realtà, due donne diverse. La prima è morta veramente dopo aver
mangiato la torta avvelenata, mentre la seconda ha spostato il suo
corpo e ha preso il suo posto. Reed aveva pianificato tutto questo
per dimostrare a Barnes e Paxton che, a suo avviso, tutte le
religioni organizzate si basavano sul controllo coercitivo,
piuttosto che sulla fede. Quando la vecchia donna uscì dal copione
e disse a Barnes che “non è reale”, Reed uccise Barnes per
giustificare questo commento, sostenendo che Barnes “non era
reale”.
Sebbene Heretic,
horror religioso, sembri spesso di natura soprannaturale,
Heretic, nella sua trama, accenna sottilmente alla realtà
concreta del piano di Reed nel corso della storia. Reed parla
della canzone di successo degli Hollies, “The Air That I Breathe”,
e dei suoi legami con “Creep” dei Radiohead e, successivamente, con
“Get Free” di Lana Del Rey, mentre discute delle differenze tra le
varie iterazioni. Per spiegare la stessa cosa, usa una metafora che
coinvolge The Landlord Game e il suo imitatore
Monopoly, paragonando le religioni abramitiche a queste
forme d’arte ripetitive e derivate. Anche se a Sister Paxton ci
vuole un po’ per rendersene conto, Reed allude anche alla realtà
che si cela dietro il suo profeta apparentemente immortale.
Reed non ha una prigioniera che può
resuscitare ripetutamente, ma ha invece numerose prigioniere
intercambiabili che ucciderà volentieri per dimostrare qualcosa. A
differenza di molti film horror recenti, i trailer di Heretic
non hanno rivelato nessuno dei suoi colpi di scena, e questo
rende il piano di Reed più difficile da indovinare prima che venga
svelato. Tuttavia, ci sono indizi sulla rivelazione sparsi in tutta
la trama. Quando incontra per la prima volta i missionari, Reed li
mette a loro agio affermando che la sua moglie inesistente sta
preparando una torta di mirtilli immaginaria. Il fatto che il
profeta muoia mangiando una torta di mirtilli suggerisce quindi un
altro inganno.
La spiegazione dello scopo del
test del signor Reed
Potrebbe essere difficile per gli
spettatori decifrare esattamente a cosa mira Reed, poiché sembra
essere critico nei confronti della religione organizzata, ma ha
anche costruito un elaborato culto della morte nella sua
labirintica casa. Tuttavia, il piano del cattivo di Heretic
ha senso se si prendono in considerazione gli ultimi commenti di
Reed a Paxton. Reed vuole dimostrare ai missionari che ogni
credo religioso si basa sul controllo, poiché le
circostanze possono sempre essere manipolate per plasmare la
prospettiva di una determinata persona. Dopo aver offerto a Suor
Barnes e Suor Paxton una prova apparente di vera immortalità, Reed
mette alla prova la loro fede nelle sue prove.
Reed si offre di uccidere Paxton per
dimostrare che tornerà in vita, proprio come sostiene che abbia
fatto il suo profeta. Quando Paxton rifiuta e spiega come ha
davvero messo in atto il piano, Reed si diverte. Ciò che rende
l’horror religioso di A24 così spaventoso è che il suo cattivo non
sembra avere un motivo se non quello di sottolineare i pericoli
della religione organizzata. Il suo esperimento prende gli elementi
più coercitivi delle religioni organizzate, come la misoginia e
l’inganno, li distilla e crea quella che lui chiama l’unica
“vera religione”. In questo modo contorto, il personaggio di
Grant sta cercando di aiutarli a raggiungere l’illuminazione.
Ciò che il signor Reed voleva
ottenere in Heretic
Il signor Reed vuole che i
missionari riconoscano l’unica vera religione
Dal momento in cui i missionari
entrano in casa sua fino al sanguinoso finale, il signor Reed
vuole far capire all’eroina di Heretic che la
religione è controllo piuttosto che libertà. Il gruppo di
prigionieri intrappolati sotto casa sua segue i suoi ordini invece
di cercare di fuggire, il che implica che potrebbero essere stati
in precedenza emissari religiosi che hanno iniziato a seguire Reed
dopo essere stati convinti dalla sua apparente capacità di
resuscitare i morti. Reed vuole dimostrare a Suor Barnes e Suor
Paxton che la loro devozione alla fede non è altro che una
devozione a coloro che hanno potere su di loro.
Paxton elabora il suo piano
prima di uccidere Reed con l’aiuto di una morente Barnes e di
fuggire dalla casa.
A tal fine, Reed offre quella che
sembra una prova schiacciante di una vera resurrezione. Quando
questo non riesce a convincere Barnes, la uccide e cerca di
convincere Paxton. Invece, Paxton elabora il suo piano prima che
lei uccida Reed con l’aiuto di un Barnes morente e fugga dalla
casa. Anche se Paxton riesce a decifrare la truffa ed evita di
cadere nei trucchi di Reed, nei momenti finali di Heretic,
non confuta ancora le sue affermazioni. Si affida alla preghiera
per fuggire dalla sua casa degli orrori, ma Heretic
non offre mai una risposta definitiva sul fatto che la
visione negativa di Reed della religione organizzata fosse in
definitiva giusta o sbagliata.
Ecco il primo trailer italiano de
Il Piano di Maggie, nuovo film di
Rebecca Miller con protagonisti Greta
Gerwig e Ethan Hawke. Il film è
l’adattamento cinematografico del romanzo di Karen Rinaldi
A cosa servono gli uomini edito in Italia
da Rizzoli.
https://youtube.com/watch?v=MFA8__taDXU
Nella divertente e moderna commedia
romantica di Rebecca Miller, Il Piano
di Maggie, Greta Gerwig è Maggie
Hardin, un’allegra e affidabile trentenne newyorkese, che lavora
come insegnante. La vita di Maggie è pianificata, organizzata e
calcolata. Maggie non ha molto successo in amore ma decide comunque
che è arrivato il momento di avere un figlio. Da sola. Ma quando
conosce John Harding (Ethan Hawke), uno
scrittore/antropologo in crisi, Maggie s’innamora per la prima
volta, e così è costretta a modificare il suo piano di diventare
mamma. A rendere tutto ancora più complicato c’è il fatto che
John è infelicemente sposato con Georgette Nørgaard
(Julianne Moore), una brillante professoressa
universitaria danese. Mentre i suoi amici, gli eccentrici ed
esilaranti Tony e Felicia (interpretati da Bill
Hader e Maya Rudolph), stanno a osservare
sarcasticamente dalle retrovie, Maggie mette in atto un nuovo piano
che la lancia in un ardito triangolo amoroso con John e Georgette,
e così le loro vite s’intrecciano e si uniscono in modi
inaspettati e divertenti. Maggie apprende in prima persona che a
volte il destino dovrebbe essere lasciato indisturbato.
Il Piano di
Maggie rappresenta una divertente analisi delle
imprevedibili complessità dell’amore moderno; è un film che
miscela cuore e humour, in una storia sulla deliziosa mutevolezza
delle relazioni d’amore nel corso della vita.
Il film arriverà al cinema il 30
giugno, nel cast completo Greta Gerwig, Ethan Hawke, Bill
Hader, Travis Fimmel, Maya Rudolph e il premio Oscar
Julianne Moore.
Arriva al cinema distribuito da
Adler Entertainment Il piano di Maggie la commedia diretta
da Rebecca Miller, con protagonisti Greta
Gerwig e Ethan Hawke.
In Il piano
di Maggie New York, oggi, inverno. La gente corre
freneticamente, un po’ per ingannare il freddo, un po’ per
raggiungere presto le proprie mete. In una città così dinamica e
sempre in movimento, ci ritroviamo alle spalle di Maggie, il passo
leggero accompagnato da dolci note, una donna matura ma ancora
giovane, subito riconoscibile in mezzo alla folla: indossa vestiti
vintage, calze colorate e maglioni di taglie più grandi, ispira
tenerezza soltanto a guardarla. Rebecca Miller,
cineasta indipendente americana, sceglie la più classica delle
ambientazioni per Il piano di Maggie , suo quinto film
liberamente tratto dal romanzo di Karen Rinaldi:
sullo sfondo newyorkese caro a Woody Allen e
nell’umore generazionale di Noah Baumbach, la
regista prova a inquadrare con ironia e leggerezza la
contemporaneità dell’universo femminile in un tempo storico che
vede un parziale, se non totale, rovesciamento dei ruoli.
Nella vita
professionale, Maggie Hardin si sente appagata e d’aiuto per gli
altri (lavora infatti come insegnante), mentre in quella privata
percepisce una mancanza, un vuoto da colmare, come quel rito di
passaggio che dovrebbe renderci adatti alla società. Vuole un
figlio, ma la sua condizione di trentenne single e poco fortunata
in amore è un ostacolo, una sfida da pianificare, un grido di
ribadita indipendenza dagli uomini. Ormai interprete inarrivabile
di questa inadeguatezza femminile ai generi e alle regole di
staticità, Greta Gerwig si fa mezzo di
comunicazione, ancora una volta in equilibrio tra il buffo e il
tragico, due soluzioni separate da una linea molto sottile che lei
percorre con una naturalezza spiazzante. D’altronde, partendo da
una sceneggiatura così aderente ai suoi canoni interpretativi, il
successo di un film come Il piano di Maggie non
poteva essere meno brillante e apprezzabile del risultato finale;
merito della Miller, ovviamente, ma soprattutto della
“composizione” della scena da screwball comedy rivista e rivisitata
con un parterre di attori in stato eccellente.
La sorpresa arriva da
Julianne Moore. Nessun dramma recente di pianti e
autocommiserazioni potrà avvicinarsi all’efficacia del personaggio
qui proposto, un’anaffettiva e pericolosa donna accademica di
origini scandinave che in diversi momenti spegne i riflettori della
protagonista. Elemento maschile di rottura e squilibrio, Ethan Hawke raccoglie l’eredità di quegli
uomini subordinati e insoddisfatti di sé completando il quadro
comico di Rebecca Miller con grande puntualità.
“Castigata” dagli abiti che non rendono affatto giustizia al suo
corpo burroso e passionale, Greta
Gerwig rimane però il vero punto di luce di un
film che gode della bellezza della fotografia di Sam
Levy (già collaboratore di Baumbach per
Mistress America e Frances
Ha), un lavoro tecnico impercettibile allo sguardo ma
capace di diffondere calore all’interno di una realtà sociale
altrimenti fredda e distaccata.
Ecco la prima clip in italiano di
Il Piano di Maggie – A cosa servono gli
uomini, nuovo film di Rebecca Miller
con protagonisti Greta Gerwig e Ethan
Hawke. Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo
di Karen Rinaldi A cosa servono gli
uomini edito in Italia da Rizzoli.
Il piano di Maggie – A
cosa servono gli uominirecensione del film con Greta
Gerwig
Atteso per il 30 giugno in Italia,
il film arriverà un giorno prima, il 29 giugno.
Di seguito la clip:
Nella divertente e moderna commedia
romantica di Rebecca Miller, Il Piano
di Maggie, Greta Gerwig è Maggie
Hardin, un’allegra e affidabile trentenne newyorkese, che lavora
come insegnante. La vita di Maggie è pianificata, organizzata e
calcolata. Maggie non ha molto successo in amore ma decide comunque
che è arrivato il momento di avere un figlio. Da sola. Ma quando
conosce John Harding (Ethan Hawke), uno
scrittore/antropologo in crisi, Maggie s’innamora per la prima
volta, e così è costretta a modificare il suo piano di diventare
mamma. A rendere tutto ancora più complicato c’è il fatto che
John è infelicemente sposato con Georgette Nørgaard
(Julianne Moore), una brillante professoressa
universitaria danese. Mentre i suoi amici, gli eccentrici ed
esilaranti Tony e Felicia (interpretati da Bill
Hader e Maya Rudolph), stanno a osservare
sarcasticamente dalle retrovie, Maggie mette in atto un nuovo piano
che la lancia in un ardito triangolo amoroso con John e Georgette,
e così le loro vite s’intrecciano e si uniscono in modi
inaspettati e divertenti. Maggie apprende in prima persona che a
volte il destino dovrebbe essere lasciato indisturbato.
Il Piano di
Maggie rappresenta una divertente analisi delle
imprevedibili complessità dell’amore moderno; è un film che
miscela cuore e humour, in una storia sulla deliziosa mutevolezza
delle relazioni d’amore nel corso della vita.
Il film arriverà al cinema il 29
giugno, nel cast completo Greta Gerwig, Ethan Hawke, Bill
Hader, Travis Fimmel, Maya Rudolph e il premio Oscar
Julianne Moore.
Ecco una nuova clip in italiano di
Il Piano di Maggie – A cosa servono gli
uomini, nuovo film di Rebecca Miller
con protagonisti Greta Gerwig e Ethan
Hawke. Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo
di Karen Rinaldi A cosa servono gli
uomini edito in Italia da Rizzoli.
Il piano di Maggie – A
cosa servono gli uominirecensione del film con Greta
Gerwig
Nella divertente e moderna commedia
romantica di Rebecca Miller, Il Piano
di Maggie, Greta Gerwig è Maggie
Hardin, un’allegra e affidabile trentenne newyorkese, che lavora
come insegnante. La vita di Maggie è pianificata, organizzata e
calcolata. Maggie non ha molto successo in amore ma decide comunque
che è arrivato il momento di avere un figlio. Da sola. Ma quando
conosce John Harding (Ethan Hawke), uno
scrittore/antropologo in crisi, Maggie s’innamora per la prima
volta, e così è costretta a modificare il suo piano di diventare
mamma. A rendere tutto ancora più complicato c’è il fatto che
John è infelicemente sposato con Georgette Nørgaard
(Julianne Moore), una brillante professoressa
universitaria danese. Mentre i suoi amici, gli eccentrici ed
esilaranti Tony e Felicia (interpretati da Bill
Hader e Maya Rudolph), stanno a osservare
sarcasticamente dalle retrovie, Maggie mette in atto un nuovo piano
che la lancia in un ardito triangolo amoroso con John e Georgette,
e così le loro vite s’intrecciano e si uniscono in modi
inaspettati e divertenti. Maggie apprende in prima persona che a
volte il destino dovrebbe essere lasciato indisturbato.
Il Piano di
Maggie rappresenta una divertente analisi delle
imprevedibili complessità dell’amore moderno; è un film che
miscela cuore e humour, in una storia sulla deliziosa mutevolezza
delle relazioni d’amore nel corso della vita.
Il film arriverà al cinema il 29
giugno, nel cast completo Greta Gerwig, Ethan Hawke, Bill
Hader, Travis Fimmel, Maya Rudolph e il premio Oscar
Julianne Moore.
Nel corso della sua carriera il
regista polacco Roman Polański ha realizzato opere
di diverso genere entrate ormai di diritto nella storia del cinema,
dall’horror Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New
York al noir Chinatown, dal
thriller L’inquilino del terzo piano fino
al dramma in costume Tess. Il suo film
più personale, però, è senza ombra di dubbio Il
pianista, realizzato nel 2002, dramma storico che
ripercorre una storia vera con diversi elementi in comune con la
vita dello stesso Polański. Con questo film, che lo ha
definitivamente consacrato tanto in Europa quanto negli Stati
Uniti, egli racconta della deportazione degli ebrei nel corso della
Seconda guerra mondiale.
Per fare ciò si affida alla storia
di Władysław Szpilman, un pianista ebreo realmente
vissuto in quegli anni, trovatosi a poter contare solo sulla musica
come strumento di sopravvivenza, fisica e spirituale. Quanto nel
film narrato è basato sull’autobiografia di Szpilman dal titolo
omonimo. In essa Polański ha ritrovato molta della propria
esperienza personale: anche lui infatti sopravvisse a un ghetto
polacco e ai campi di concentramento dove la sua famiglia perse
invece la vita. Mosso dalla volontà di affrontare quel trauma, il
regista ha così realizzato quello che ancora oggi è considerato uno
dei suoi film più belli, importanti e struggenti.
Premiato con la Palma d’Oro al
Festival di
Cannes e poi agli Oscar, dove Polański ha vinto il
premio per la miglior regia, Il pianista ripercorre dunque
una delle pagine più nere della storia dell’umanità con una
sensibilità e un gusto per la messa in scena rari. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Il pianista
Il racconto ha inizio nella
Varsavia del 1939. La Germania ha appena dichiarato guerra alla
Polonia e quella che diventerà la Seconda guerra mondiale ha così
inizio. In tale contesto, Władysław Szpilman è un
giovane e prodigioso pianista ebreo la cui vita viene
drammaticamente sconvolta da questo evento, similmente a quella di
tutti gli altri ebrei. Con l’occupazione di Varsavia, infatti, la
libertà individuale e quella collettiva vengono definitivamente
messa al bando. Il giovane Szpilman si ritrova esiliato insieme ai
suoi familiari e a tutti gli ebrei della città all’interno di un
Ghetto. Eppure, egli non si lascerà schiacciare dalle avversità e
cercherà di lottare fino all’ultimo per la propria libertà. In
questo, la musica si rivelerà una preziosa alleata.
Per il ruolo di Władysław
Szpilman, Polański ha incontrato oltre mille attori ma
solo un giovanissimo Adrien Brody
risultò convincente ai suoi occhi, ottenendo così la parte. Per
potersi connettere con la sensazione di perdita necessaria per
interpretare il ruolo di Wladyslaw Szpilman, Brody ha lasciato il
suo appartamento, venduto la sua auto e smesso di guardare la
televisione. Inoltre è dimagrito 14 kg e ha imparato a suonare il
pianoforte. Grazie alla sua intensa interpretazione, Brody ha poi
vinto l’Oscar come Miglior attore, divenendo all’età di 29 anni il
più giovane ad ottenere il riconoscimento in tale categoria. Ad
interpretare il capitano Wilm Hosenfeld, che avrà
un ruolo cruciale nella vicenda di Szpilman, vi è invece l’attore
Thomas Kretschmann.
La vera storia dietro Il pianista
Come anticipato, quella raccontata
in Il pianista è una storia vera non solo da un punto di
vista del contesto quanto anche per i personaggi protagonisti. In
particolare, questa la storia di Władysław
Szpilman, nato il 5 dicembre del 1911 in una famiglia
ebrea di musicisti. Mentre il padre era violinista, sua madre
suonava invece il piano ed è proprio questo secondo strumento che
Szpilman decide di imparare a suonare. Ha così preso le sua prime
lezioni di pianoforte con sua madre, sapere che questa scelta in
futuro gli avrebbe salvato la vita. Szpilman decide infatti di
portare avanti quella sua passione, ottenendo poi una borsa di
studio dal 1931 al 1933 presso l’Accademia delle Arti di
Berlino.
Nel 1935, Wladyslaw Szpilman
divenne il pianista della Radio di Stato polacca a Varsavia,
suonando opere classiche e jazz. Suonò qui fino al 1 settembre
1939, il giorno in cui la Germania invase la Polonia e mise in moto
gli eventi della Seconda guerra mondiale. I tedeschi hanno poi
costretto la radio di stato polacca a chiudere e l’ultima
trasmissione in diretta che la gente ha potuto ascoltare prima
dell’occupazione tedesca è stata l’esecuzione di Szpilman del
Notturno in do diesis minore di Chopin. Wladyslaw Szpilman
e la sua famiglia furono poi collocati nel ghetto di Varsavia, il
più grande di tutti i ghetti ebraici istituiti dai nazisti durante
la seconda guerra mondiale.
Il ghetto, estremamente angusto,
imprigionava oltre 400.000 ebrei e forniva minime razioni di cibo.
Periodicamente si verificavano deportazioni, con le quali alcuni
ebre veniva trasferiti nei campi di concentramento. Nonostante ciò,
Szpilman ha continuato a suonare e per mantenere la sua famiglia,
ha lavorato come pianista in un caffè chiamato Café Nowaczesna.
L’estate del 1942 fu però l’inizio delle deportazioni su larga
scala nei campi di concentramento e di sterminio. Sebbene siano
riusciti a stare al sicuro per un po’, alla fine Szpilman e la sua
famiglia ricevettero l’ordine di essere deportati a Treblinka, un
campo di sterminio in Polonia.
Al momento di essere deportati,
però, un membro della polizia del ghetto ebraico riconobbe Szpilman
da uno dei suoi concerti e lo portò via prima che salisse sul
treno. Sebbene si fosse salvato, Szpilman dovette guardare i suoi
genitori, il fratello e le due sorelle venire spediti a Treblinka,
dove nessuno di loro sarebbe sopravvissuto. Szpilman rimase nel
ghetto film al 13 febbraio 1943, quando riuscì a fuggire. Per lui
ha inizio un periodo di vagabondaggio, che lo porterà ad incontrare
un ufficiale tedesco, Wilm Hosenfeld, il quale
dopo aver scoperto delle sue abilità con il pianoforte gli chiese
di suonare per lui un brano di Chopin.
Successivamente, Hosenfeld ha
continuato a tenere nascosto Szpilan. Gli portava periodicamente
pane e marmellata e gli lasciò un soprabito militare tedesco per
non soffire il freddo. I tedeschi furono poi sconfitti nel 1945.
Wladyslaw Szpilman era sopravvissuto alla guerra, ma non ha saputo
il nome dell’ufficiale che lo ha aiutato fino al 1950. Wilm
Hosenfeld è stato successivamente condannato per presunti crimini
di guerra e condannato a 25 anni di lavori forzati. Secondo quanto
riferito, Hosenfeld ha salvato altri ebrei durante la guerra.
L’ufficiale è poi deceduto nel 1952 in un campo di prigionia
sovietico. Szpilman, invece, continuò a dedicare la sua vita alla
musica fino alla sua morte, avvenuta il 6 luglio del 2000.
Il trailer di Il pianista
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Il pianista grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV e Prime
Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8
maggio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Apple
TV+ ha rilasciato oggi il trailer italiano della
seconda stagione della pluripremiata serie di storia naturale
Il Pianeta Preistorico, invitando il pubblico ad
intraprendere un viaggio alla scoperta di nuovi dinosauri e antichi
habitat.
La serie, dai produttori esecutivi
Jon Favreau e Mike Gunton e da BBC Studios Natural
History Unit (“Planet Earth”), narrata da Sir David Attenborough e
con la colonna sonora originale di Hans Zimmer, Anže Rozman e Kara
Talve per Bleeding Fingers Music, debutta a livello globale su
Apple TV+ a partire dal 22 maggio. Questa stagione è formata da
cinque episodi rilasciati nell’arco di una settimana e trasporta
gli spettatori milioni di anni nel passato – alla scoperta del
nostro mondo e dei dinosauri che lo abitavano – con dei
dettagli straordinari. Nell’esplorare cinque nuovi habitat, il
pubblico verrà trasportato nei vulcani attivi dell’India, nelle
paludi del Madagascar, negli oceani profondi vicino al Nord America
e in molti altri luoghi. Durante questa stagione, la serie e i suoi
creatori ci porteranno direttamente negli habitat dei dinosauri per
sperimentare i pericoli, le avventure e persino il cameratismo tra
specie diverse da quelle che abbiamo visto finora.
https://youtu.be/M8NRS-dXXHk
Come si vede dal trailer, la
seconda stagione di “Il Pianeta Preistorico”
mostra entusiasmanti scoperte scientifiche che hanno portato alla
luce vari comportamenti dei dinosauri e introduce predatori mai
visti prima. Nuovi studi mostrano che i dinosauri erbivori giganti,
come il Tarchia, erano formidabili combattenti: la loro pelle
corazzata li proteggeva dai predatori e nelle lotte per
l’accoppiamento. Mentre il T. Rex era noto per essere il più
potente predatore sulla terraferma, un rivale meno noto dominava i
mari: il gigantesco Mosasaurus era una lucertola acquatica di 17
metri in grado di accelerare attraverso l’acqua a velocità
incredibili e lanciare attacchi che la sua preda non poteva
prevedere; l’Isisaurus è uno dei tanti dinosauri che fanno il loro
debutto sullo schermo nella seconda stagione. I reperti fossili
mostrano che potrebbero aver nidificato in enormi aree ricoperte di
lava, deponendo deliberatamente le uova dove il calore vulcanico
riscaldava il terreno. Sono stati trovati anche predatori
dell’aria; il Quetzalcoatlus era un rettile volante delle
dimensioni di una giraffa e l’animale più grande che abbia mai
volato. Questi incredibili pterosauri potevano attaccare e volare
con prede fino a 45 chili, armati di un becco lancinante lungo 2
metri.
La seconda stagione di Il
Pianeta Preistorico introduce molte specie di
dinosauri nuove dal mondo Cretaceo, catalogate negli ultimi anni, e
accenna anche ad altri animali che vivevano accanto ai dinosauri,
inclusi i primi membri della maggior parte dei gruppi di animali,
come i mammiferi e i rettili, ancora oggi esistenti.
Insieme alla nuova stagione della
serie, Apple TV+ presenterà in anteprima un nuovo
podcast chiamato “Il Pianeta Preistorico: The Official Podcast”.
Unisciti al produttore esecutivo Mike Gunton ogni settimana, mentre
racconta l’arte e la scienza che hanno dato vita alla storica serie
Apple Original. Il primo episodio dei quattro del podcast, in
uscita lunedì 8 maggio, conterrà un’intervista esclusiva e
approfondita con il produttore esecutivo Jon Favreau. Gli episodi
successivi saranno disponibili ogni lunedì fino al 29 maggio. Tra
gli ospiti troveremo paleontologi esperti, animatori e altro
ancora, che riveleranno la ricerca scientifica e la tecnologia
utilizzate per portare in vita i magnifici habitat e le creature
che li abitavano.
Apple TV+
ha annunciato oggi la data d’uscita della seconda stagione di “Il
pianeta preistorico”, la pluripremiata serie-evento di storia
naturale, realizzata dai produttori esecutivi Jon Favreau e Mike Gunton
della BBC Studios Natural History Unit (“Pianeta Terra”) e narrata
da Sir David Attenborough. La nuova stagione,
composta da cinque episodi, farà il suo debutto nel corso di
una serie di eventi di cinque giorni su Apple TV+,
a partire dal 22 maggio, ed è pronta per trasportare gli
spettatori indietro nel tempo alla scoperta del nostro mondo e dei
dinosauri che lo popolavano. Il tutto arricchito da dettagli
sbalorditivi e condito dalla colonna sonora originale dal
pluripremiato Hans Zimmer.
«La pluripremiata prima stagione di “Il
pianeta preistorico” ha riportato in vita i dinosauri in
un modo che il pubblico non aveva mai visto prima», ha dichiarato Jay Hunt, Creative Director,
Europe, Apple
TV+. «Collaborando con il brillante Jon
Favreau e con i nostri fantastici partner della BBC, siamo
entusiasti di poter offrire ancora una volta agli spettatori
l’opportunità di immergersi nel nostro mondo come era 66 milioni di
anni fa e di farli entrare in contatto con creature ancora più
strane e meravigliose».
La serie ha ottenuto il 100% del
punteggio della critica su Rotten Tomatoes ed è stata definita come
“assolutamente incantevole” (Inverse), “sbalorditiva” (Daily Mail
UK) e “stupefacente” (Decider). “Il pianeta preistorico” è stata
anche premiata, tra gli altri, dai Television Critics Association
Awards, dai Visual Effects Society Awards, dagli Annie Awards,
dagli Hollywood Music in Media Awards e dai Cinema Eye Honors
Awards.
Il pianeta
preistorico combina la miglior regia naturalistica, le più
recenti conoscenze paleontologiche e l’utilizzo di tecnologie
all’avanguardia per svelare gli spettacolari habitat e gli abitanti
dell’antica Terra, in un’esperienza immersiva unica nel suo genere.
La serie è prodotta dal dal team della BBC Studios Natural History
Unit con il supporto degli effetti visivi fotorealistici di MPC
(“Il re leone”, “Il libro della giungla”), applicati alla concept
art creata da Jellyfish Pictures (“Il Libro di Boba Fett”, “Spirit
– Il ribelle”). La seconda stagione di “Il pianeta preistorico”
continua a far rivivere la storia della Terra come mai prima d’ora:
la serie presenta al pubblico nuovi dinosauri, nuovi habitat e
nuove scoperte scientifiche, portando gli spettatori in un’epica
avventura: con nuove creature, come il Tarchia, uno dei più grandi
Anchilosauri, e con il ritorno di ‘personaggi’ famosi come il
Tyrannosaurus rex e molti altri, la serie torna con una nuova
stagione di meraviglie preistoriche.
Colonna sonora di Hans Zimmer e
Andrew Christie per Bleeding Fingers Music. Partitura originale di
Zimmer, Anže Rozman e Kara Talve per Bleeding Fingers Music. La
prima stagione completa è disponibile in streaming su Apple TV+.
Il Pianeta delle
scimmie è il film culto del 1968 di Franklin
J. Schaffner con protagonisti nel cast Charlton
Heston, Roddy McDowell, Kim Hunter e Maurice
Evans.
Anno: 1968
Regia: Franklin
J. Schaffner
Cast: Charlton
Heston, Roddy McDowell, Kim Hunter, Maurice Evans
Il pianeta delle scimmie, trama
Alle soglie
dell’anno 4.000, l’equipaggio ibernato di una navetta spaziale
viene ‘svegliato’ allorché il veicolo si approssima ad un pianeta
con caratteristiche simili a quelle della Terra.
I tre astronauti superstiti (una
quarta, unica donna della missione, è morta per un guasto alla sua
capsula nel corso del viaggio), sbarcano e si avviano
all’esplorazione, incrociando un gruppo di esseri umani ad uno
stadio primitivo di civilizzazione… Improvvisamente, vengono
attaccati da un gruppo di scimmie a cavallo: uno dei tre muore, gli
altri due vengono catturati.
Da qui in poi la storia seguirà le
vicende di uno di loro, Taylor (Charlton Heston),
il quale prima comprenderà di trovarsi di fronte a un pianeta in
cui le scimmie si sono evolute mentre il genere umano è rimasto ad
uno stadio primitivo, diventando in seguito una sorta di
cavia nel momento in cui mostrerà di saper parlare
correttamente; in seguito, con l’aiuto di due scimmie
particolarmente sensibili, Zira e Cornelius (Kin Hunter e
Roddy McDowall) e di uno scienziato più ostile, ma in
fondo comprensivo, (Maurice Evans) Taylor riuscirà a fuggire
assieme a Nova, donna primitiva assieme alla quale era stato
imprigionato, solo per scoprire in seguito di trovarsi proprio
sulla Terra che, devastata da una guerra nucleare, ha visto il
genere umano regredire e le scimmie diventare la specie
dominante.
Il pianeta delle scimmie, il film
di fantascienza
Il pianeta delle scimmie è tratto da un
romanzo del francese Pierre Boulle, rispetto al quale
diverse sono le libertà narrative prese, a partire dal pianeta che
nel libro non è la Terra, e dallo stato evolutivo delle scimmie
che, molto più ‘tecnologiche’ nel libro, nel film hanno raggiunto
uno stadio sociale molto più vicino a quello dell’Alto Medioevo,
compreso l’atteggiamento della classe dominante, che conserva e il
proprio potere in forza di un dogmatismo che mescola scienza e
religione in modo da preservare lo status quo. L’arrivo dell’umano
‘intelligente’ metterà in crisi molte convinzioni, o meglio
rischierà di portare alla luce una verità tenuta nascosta.
L’anno di uscita, 1968, è
emblematico del clima che si respirava ai tempi, che alla fine
influenza tutto Il pianeta delle scimmie: le
tensioni razziali (simboleggiate dalle diverse specie di primati
inserite nel film, coi gorilla nelle vesti di una spietata casta
militare), le proteste civili (la scena dell’aggressione e della
cattura dei primitivi appare riprodurre una carica della polizia
nei confronti di un gruppo di manifestanti), il sogno di una
coesistenza civile (con la celebre scena del bacio tra Taylor e
Zira, probabilmente il primo ‘bacio inter-specie’ della storia del
cinema), fino al monito lanciato a un mondo sull’orlo della
catastrofe (non sono passati tanti anni dalla crisi dei missili di
Cuba), con la celeberrima sequenza finale con la testa della Statua
della Libertà a emergere dalle sabbie (scena che porta il pathos ai
massimi livelli, con la natura di quella statua a lentamente
svelata) rendono l’opera un efficace specchio delle questioni
sociali che caratterizzavano quel periodo.
Allo stesso tempo, Il
pianeta delle scimmie fa segnare una svolta epocale
per i trucchi utilizzati, anche se bisogna dire che sotto questo
profilo non ha resistito al passare del tempo: visto oggi, può
sembrare per certi aspetti grottesco, se non ridicolo, pur essendo
godibile, cercando di immedesimarsi nel pubblico dell’epoca.
Il pianeta delle scimmie,
caposaldo dal 1968
Il
Pianeta delle Scimmie a oltre 40 anni di distanza resta
ancora oggi un caposaldo nella storia del genere; ha forse avuto la
sfortuna di uscire nello stesso anno di 2001 Odissea nello spazio, risultando già
‘vecchio’ rispetto al capolavoro di Stanley
Kubrick, tuttavia col tempo si è conquistato un posto nel
cuore degli appassionati e non solo, visto che nel 2001 è
stato inserito nel Registro Nazionale dei Film della Libreria del
Congresso Americano, che ne ha riconosciuto il valore storico e
culturale.
Il successo de Il
Pianeta delle Scimmie all’epoca è stato tale da produrne
ben quattro sequel, due serie tv, e due remake (poco riuscito
quello firmato nel 2001 da Tim Burton, più efficace il più recente,
L’alba del pianeta delle scimmie, basato in
realtà su 1999 Conquista della Terra, quarto film
della serie), e ha rappresentato uno degli apici del successo
sia di Charlton Heston, che del regista
Franklin J Schaffner, per il quale questo fu il
primo film ‘importante’ e che in seguito diresse Patton
(per il quale venne premiato con l’Oscar), Papillon e
I ragazzi venuti dal Brasile.
A riprova dell’importanza
de Il Pianeta delle Scimmie vi sono anche le
tante parodie e citazioni che ne sono state fatte nel corso degli
anni, basti ricordare le allusioni contenute in
Balle Spaziali di Mel Brooks e gli omaggi presenti in
più episodi dei Simpson.
Andy Serkis è
tornato a parlare del franchise Il Pianeta delle
Scimmie, in cui ha interpretato il protagonista
Cesare negli ultimi due film, L’Alba del Pianeta delle
Scimmie e Apes Revolution.
La rivelazione è che questa nuova serie potrebbe non fermarsi ad
una trilogia:
Potrebbero essere tre film,
potrebbero essere quattro. Potrebbero essere cinque. Chi lo sa? Il
viaggio continua. Potrebbe non necessariamente essere
riassunto o completamente adempiuto in questo prossimo
film. Il punto è che, alla fine, sappiamo che stiamo andando a
finire di nuovo in ‘Il Pianeta delle Scimmie’, ma che si tratti di
questo film o no, io non lo so.
Ecco il video dell’intervista di Andy Serkis ad
MTV:
Vi ricordiamo che l’ultimo film del
franchise uscito al cinema è stato Apes
Revolution Il Pianeta delle Scimmie: La crescente
nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da una banda
di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci anni
prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sul’orlo di una guerra che deciderà
quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ancora nel
ruolo di Caesar. Nel cast di Apes Revolution Il
Pianeta delle Scimmie ci sono
anche Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby), Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series), Keri
Russell (The Americans, Mission Impossible
III), Toby Kebbell (The Prince of
Persia, Wrath of the Titans, Rock N
Rolla), Kodi Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Il terzo capitolo, ancora sprovvisto
di titolo ufficiale, uscirà al cinema il 29 luglio del
2016.
Continua indisturbato il
proliferare di film sul franchise de Il Pianeta delle
Scimmie. Dopo L’alba del Pianeta delle
Scimmie e Apes Revolution Il Pianeta
delle Scimmie, uscito quest’estate con grande
consenso di critica e di pubblico, la Fox ha deciso di portare
avanti ancora il franchise con un ennesimo film in uscitail 14
luglio del 2017.
Il titolo è ancora un mistero e non
si sa nulla di del cast tecnico e artistico che verrà
coinvolto.
L’unica cosa che davvero può essere interessante e stimolante
per il pubblico italiano è: quale titolo avrà, nel nostro Paese,
questo futuro film?Fonte: CBM
La scioccante conclusione
dell’adattamento originale de Il pianeta delle
scimmie (qui
la recensione) è stato – ed è tutt’oggi – uno dei finali
cinematografici più memorabili di tutti i tempi. Basato sul romanzo
di Pierre Boulle, la storia immagina un pianeta in
cui le scimmie diventano la specie dominante e gli esseri umani
sono sottomessi come animali. Ricco di commenti politici, il film è
anche un pezzo fondamentale del
cinema di fantascienza e di quello a
tema post-apocalittico, elevandosi da film di serie B a vero e
proprio successo al botteghino. La sua impresa più importante è
però stata quella di lanciare un enorme franchise cinematografico,
che continua ancora oggi.
Con Charlton Heston nei
panni dell’astronauta Taylor, la semplice premessa
de Il pianeta delle scimmie era arricchita da un
brillante lavoro di trucco e da una colonna sonora sorprendente.
Spesso ricordato come uno dei
film di fantascienza più strabilianti degli anni ’60,
Il pianeta delle scimmie non ha perso nulla della
sua forza nei molti decenni trascorsi dalla sua uscita. Non
basandosi solo sulle idee della fantascienza classica, il film
mescola anche elementi di mistero, azione e orrore, dando
all’adattamento un tono unico che ha contribuito a distinguerlo dal
diluvio di fantascienza della fine degli anni Sessanta. Il colpo di
scena finale, poi, conclude la storia in un modo particolarmente
scioccante.
La spiegazione del finale de
Il pianeta delle scimmie
Dopo aver fatto amicizia con gli
scienziati Cornelius e Zira,
Taylor viene liberato dagli utili primati e
portato con la sua compagna di prigionia, Nova,
nella Zona Proibita. Lì, a Taylor viene mostrato un gruppo di
manufatti umani che provano che un tempo l’uomo era stato
industrioso sul pianeta. Arriva però il Dr. Zaius
e rivela di essere sempre stato a conoscenza dei manufatti umani.
Zaius permette a Taylor e Nova di esplorare la Zona Proibita, ma li
avverte che ciò che troveranno potrebbe non piacergli. Zira e
Cornelius vengono invece portati via dal dottor Zaius e processati
per eresia, mentre Nova e Taylor iniziano a esplorare l’arida terra
desolata in cerca di risposte.
Dopo aver presumibilmente esplorato
per qualche tempo, il duo umano si ritrova su un tratto di costa
che termina con la presenza di una distrutta Statua della Libertà.
È a questo punto che Taylor si rende conto di essere stato sulla
Terra per tutto il tempo e che il suo viaggio di secoli non lo ha
fatto precipitare su un altro pianeta ma gli ha solo permesso di
evitare il massiccio evento di estinzione causato dall’uomo che ha
distrutto la civiltà umana e ha portato le scimmie ad assumere il
controllo. Per lui non c’è dunque nessun pianeta terra su cui
tornare, poiché non lo ha mai lasciato.
Il cattivo dr. Zaius è anche uno dei
personaggi principali più intelligenti de Il pianeta delle
scimmie e sa di non avere più motivo di trattenere Taylor.
Dopo aver permesso all’umano curioso di esplorare la Zona Proibita,
sa che qualsiasi cosa Taylor scopra lì non farebbe alcuna
differenza. Si può presumere che Zaius sappia già tutto ciò che
Taylor avrebbe trovato, e non c’era modo di minacciare la società
delle scimmie con questa conoscenza, dato che a nessuno importava
cosa pensassero o sentissero gli umani. Taylor sarebbe dunque
rimasto nella Zona Proibita o sarebbe tornato nelle città delle
scimmie per essere ricatturato e tornare a vivere da schiavo.
Il dottor Zaius vuole mantenere il
segreto sui manufatti umani
Il pianeta delle scimmie ha rivelato
che il dottor Zaius non solo ha fatto arrestare Zira e Cornelius
alla fine per eresia, ma ha anche ordinato di sigillare la grotta
piena di artefatti umani. Le linee temporali de Il pianeta
delle scimmie divergono negli eventuali sequel e reboot
della serie, ma la ricerca di Zaius di sedare la conoscenza era
ancora parte integrante del dominio della società delle scimmie.
Allo stesso modo in cui la società umana copriva gli aspetti più
oscuri della sua storia, la decisione di Zaius di mantenere il
passato segreto permetteva alla struttura sociale di rimanere
intatta.
Con frasi come “legge delle
scimmie” lanciate di frequente, era ovvio che la società di
questo pianeta fosse fondata sulla presunta superiorità delle
scimmie su tutti gli altri esseri viventi. Se si scoprisse che gli
umani sono in realtà esseri altamente capaci, questo potrebbe non
solo dare forza agli umani soggiogati, ma anche portare gli umili
gorilla a mettere in discussione il loro posto nella società. In
linea con l’elemento migliore de Il pianeta delle
scimmie, i suoi cattivi, il dottor Zaius ha ritenuto di
suo interesse mantenere il segreto sui manufatti umani e su ciò che
essi rivelano, per evitare che il suo posto elevato nella società
venga messo in discussione.
La rivelazione della Statua della
Libertà alla fine del film è un’immagine suggestiva che ha lasciato
gli spettatori sotto shock, ma il suo scopo nel film va ben oltre
il semplice valore di shock. Il romanzo di Boulle era stato scritto
per un pubblico francese e tutti i suoi punti di riferimento
attingevano alla cultura francese. Tuttavia, l’adattamento del 1968
fu prodotto negli Stati Uniti e quei riferimenti dovevano dunque
essere modificati.
Il finale di Planet of Apes –Il
pianeta delle scimmie, film del 2001 di Tim Burton, era ad esempio più fedele al
romanzo, ma il film originale ha creato un proprio immaginario che
ha contribuito a distinguerlo dal resto del franchise de Il
pianeta delle scimmie.
Considerando che la Statua della
Libertà è stata usata come simbolo degli Stati Uniti, era
l’immagine perfetta per rivelare a Taylor che si trovava sulla
Terra e nel suo Paese natale. Al di là del modo in cui lo collegava
al suo pubblico primario, aveva anche implicazioni su quanto
avvenuto sulla Terra e sembra suggerire che gli Stati Uniti abbiano
avuto un ruolo importante nella caduta dell’uomo. La rabbiosa
diatriba di Taylor sui suoi predecessori che hanno fatto saltare
tutto in aria dimostra che ha capito che la sua ex nazione deve
essere stata la causa dell’estinzione.
Il vero significato del finale de
Il pianeta delle scimmie
Sebbene il primo sequel,
L’altra faccia del pianeta delle scimmie (1970),
sia particolarmente cupo, lo è anche il suo predecessore, solo in
modo più sottile. Il romanzo è piuttosto esplicito nel commentare
la classe e il dominio dell’uomo sulla Terra, mentre il film del
1968 affronta le stesse idee ma senza essere troppo esplicito.
Molti media dell’epoca della Guerra Fredda avevano lanciato foschi
avvertimenti sulla guerra nucleare, ma tutti avevano l’idea
piuttosto egoistica che la distruzione dell’uomo sarebbe stata la
fine del mondo stesso. Il finale de Il pianeta delle
scimmie era completamente diverso, in quanto suggeriva che
la distruzione dell’uomo non avrebbe posto fine al pianeta, ma solo
al suo dominio.
Lo scorso dicembre abbiamo appreso
la notizia che un nuovo
film del franchise de IlPianeta delle
Scimmieè stato ufficialmente messo in fase di
lavorazione. Trattandosi del primo dei classici Fox a subire il
trattamento di riqualificazione da quando la Disney ha acquisito la
maggior parte dello studio e dei suoi titoli, in molti hanno subito
pensato che il nuovo film sarebbe stato l’ennesimo reboot della
saga.
In realtà, non sarà così! Nella
giornata di ieri, un report di DiscussingFilm
sosteneva che il nuovo film della saga de Il Pianeta
delle Scimmie affidato a Wes Ball
(regista di Maze Runner) sarebbe stato un vero e proprio
reboot. A poche ore di distanza dalla diffusione della notizia,
però, è arrivata la smentita di Ball in persona via Twitter: il nuovo
film porterà avanti la storia di Cesare, il protagonista della
serie reboot (interpretato da Andy Serkis)
iniziata 2011 con L’alba del pianeta delle
scimmie e proseguita nel 2014 e nel 2017
rispettivamente con Apes Revolution – Il pianeta delle
scimmie e The War – Il pianeta delle
scimmie.
Attraverso il suo profilo Twitter
ufficiale, in risposta ad un fan che ha sottoposto alla sua
attenzione la presunta “conferma” del reboot, Wes
Ball ha dichiarato:
“Non è mai stato più facile per
un giornalista di cinema entrare direttamente in contatto con le
vere persone che conoscono davvero i fatti… ma forse il punto,
oggigiorno, non è proprio la mancanza di un controllo dei
fatti?
Non importa. Non preoccupatevi.
Non voglio in alcun modo rovinare la sorpresa, ma posso
tranquillamente dire che l’eredità di Cesare continuerà…”
(Photo: Twitter / @wesball)
Wes Ball sarà
anche a capo della produzione del film, con il suo partner alla
Oddball Entertainment, Joe Hartwick.
Il pianeta delle
scimmie (Planet of the Apes) è una media franchise
composto da nove film, due serie televisive e vari libri, fumetti e
videogiochi. È basato sul romanzo “Il pianeta delle scimmie (La
Planète des Singes)” di Pierre Boulle, pubblicato
per la prima volta nel 1963 in cui gli esseri umani si scontrano
per il controllo della terra con scimmie intelligenti (Simius
sapiens).
L’adattamento cinematografico del
1968, Il pianeta delle scimmie, è stato un successo per la
critica e per il pubblico, iniziando una serie di sequel, tie-in e
opere derivate. Originariamente in mano a Arthur P. Jacobs,
produttore dei primi film della serie, dal 1973 i diritti della
serie sono andati alla 20th Century Fox.