I Dinosauri, gli animali preistorici
per eccellenza che da sempre affascinano adulti e bambini, sono
pronti a tornare al cinema grazie alla nuova avventura in 3D di A
Spasso con i Dinosauri ispirata alla miniserie tv della
BBC Walking with Dinosaurs, ed in arrivo in
Italia a Gennaio 2014.
Di seguito potrete ammirare il
poster finale della pellicola:
Il film racconta la storia di un cucciolo di
dinosauro che deve imparare a vivere in un mondo di predatori. Il
film è diretto da Neil
Nightingale e Pierre De Lespinios e
sceneggiato da John Collee.
Quanto vorrei che la vita
fosse un musical. E in particolare, la vita qui, alla Mostra del
Cinema, con Baratta e Barbera che intonano un duetto giocando sulle
assonanze dei loro nomi e la loro vicinanza al campo semantico dei
vini e dei posti dive ci si ubriaca di brutto. Con gli addetti alla
sicurezza che ti controllano le borse in movimenti coordinati come
se fosse nuoto sincronizzato cavalcando le note di ‘Isis
cos I’m cool’, con i colleghi che in conferenza stampa
pongono le classiche domande in rima baciata, del tipo ‘qual
facezia essere a Venezia’, e gli intervistati che rispondono in
contrappunto con entusiasmo fuori dal comune anche di fronte alle
più imbarazzanti delle questioni. E come vorrei essere il
protagonista di un musical io, in grado di far fronte alle
scempiezze della vita danzando e cantando come uno stronzo anche
quando per correre all’appuntamento di turno, per il quale sono
incontrovertibilmente in ritardo, mi incaglio lo scroto nella zip
dei pantaloni. Invece di un lacerante urlo di dolore, come per
magia uscirebbe dalle mie labbra un soave ritornello che recita
‘This is the wonderful Land of Sticazzi – oh! oh! –
Sticazzi! – Let’s do the Sticazzi agaiiiin!’, e mi
metterei a sgambettare con eleganza con lo sfondo dei pianeti o di
qualsiasi altra cazzata vi venga in mente dopo una gita sotto
acido.
Ecco,
La-La-Land, il film d’apertura di
quest’anno, è un po’ così. Però è bello. Perché in finale il cinema
consiste anche nel riuscire a emozionare lo spettatore anche a
seguito delle peggiori cazzate. Non deve essere realistico, basta
che sia presente a sé stesso e a me, che sono un tipo semplice, mi
basta e mi avanza. So che ‘a me mi’ non si dice ma provateci voi a
stare attenti all’ortografia e alla grammatica con lo scroto
incagliato nei pantaloni.
Applausi a scena aperta, da
parte di tutta la sala. Dopo Whiplash è
stato deciso che in ogni film in cui compaia anche alla lontana un
pezzo jazz, fosse anche la suoneria d’attesa del Radio Taxi, ci
deve stare J.K. Simmons, per cui aspettatevi interminabili
improvvisazioni ‘à-la-bite-de-chien’ anche nel
prossimo film di Batman, se tanto mi dà tanto.
(Ang)
E in effetti… ‘This is the Isis
of the night, the night oh yeahh!’ Ti canterebbe
Corona – non Fabrizio, ci riferiamo alla
gnoccolona anni ’90 che quando s’è scoperto che non cantava con la
voce sua ci ha provocati certi traumi che manco la scena della
mamma di Bambi – mentre fai dribbling tra i macigni messi per
evitare camion omicidi. Perché qui al Lido, come s’è più volte
detto e come hanno ribadito nella conferenza d’apertura, quest’anno
con la sicurezza si fa sul serio. Ti pigliano il badge, te lo
osservano con cura. Stringono gli occhietti tre quattro volte per
capire se sei davvero tu. Insomma, ci dedicano il tempo. Anche
perché metà della gente ha la foto del tesserino che assomiglia al
massimo a suo figlio ora, se solo ne avesse uno, quindi vabbè… alla
fine famo a fidasse e tanti saluti. Ho visto anche io La La
Land, e mi sono immaginata noi romani sul GRA –
che qui sono abituati a chiamarlo ‘Sacro’ per via del Leone d’oro
di qualche anno fa, ma per noi è profanissimo – sotto al sole,
imbottigliati come criceti in una ruota, a cantare tutti insieme
‘It’s another sunny day!’, ballando fuori dalla macchina sorridenti
e gioiosi. Ma sul film si è già espresso Ang, quindi andiamo avanti
e cambiamo argomento:
Secondo il modello di sviluppo a
fasi di Freud, la fase anale è il secondo periodo
di sviluppo del bambino: essa succede alla fase orale e precede la
fase fallica. Si colloca a un’età compresa fra i 18 e i 36 mesi
circa. Per bimbo Gabriele Muccino questo passaggio
si manifesta eccezionalmente alla soglia dei cinquanta. Avete
presente quando da bambini vi fissate con una parolaccia e
continuate a ripeterla compulsivamente con delle varianti? Facciamo
un esempio a tema. Diciamo che scoprite la parola
‘culo’. Per giorni e giorni, e la felicità dei
vostri parenti e di chi vi sta attorno, o per mesi, o addirittura
anni, è tutto un susseguirsi di ‘culone, culetto, culaccio, culino,
inculata, culacchione, culatello, culinaria’ (……….. aggiungere ad
libitum). Ecco, tutti sanno che nei film di Muccino ci sono sempre
scene in cui la gente grida parolacce in maniera concitata,
peraltro, di solito, termini mai usati durante un’autentica
litigata (tipo in Baciami ancora, che era
tutto un ‘fottiti’ e ‘fottutissimo’. Ma chi cazzo dice ‘fottiti’ e
‘fottutissimo’ quando bisticcia in Italia?). Ecco, ne
L’Estate addosso è uguale, ma tutto
declinato in chiave gay. Che sostanzialmente è una storia di gente
che scopre che esistono gli omosessuali e, dapprima intimorita, poi
gli si apre un mondo, che viene accolto con un entusiasmo affannato
e contagioso. La ragazzetta protagonista, dapprima suorina
virginale e introversa, si trasforma nel giro di tipo dieci secondi
in una specie di degustatrice ufficiale di orge, saltando da una
strusciata lesbo in discoteca a un convegno di rappresentanze
falliche come se si trovasse su un trampolino elastico. Aiutano i
dialoghi, col protagonista maschile che vive al centro di Roma ma
parla come er peggio trucido de Torpigna, ed è commovente quando
elemosina l’amore della bella – che, come facilmente intuibile, la
dà a qualsiasi composto contenente azoto sulla faccia del pianeta
tranne che a lui, compreso un barattolo di varecchina – aggrottando
le ciglia come se stesse per aggredirla, stravolto da cotanto
desiderio, e finendo invece pè fasse na pippa al bagno come il
peggiore dei disperati. Un film generazioanale, oserei dire. E, no,
non è un refuso. Noi a bimbo Gabriele gli vogliamo bene, e speriamo
che superi questa difficile fase di crescita quanto prima. Intanto
però, oltre all’Estate, guardando il film addosso se semo fatti
pure altro.
Chiudiamo anche noi con una foto di
euforia paradossa, scattata dopo la proiezione al baretto che c’ha
servito il necessario caffè. E stiamo solo al primo giorno. Chissà
quali altre meraviglie ci attendono.
Nell’anno di Operazione
UNCLE, della quinta avventura di Ethan Hunt e della
24° volta di James
Bond al cinema, anche il maestro Steven Spielberg si dedica al film
di spionaggio con Il Ponte delle Spie,
con un protagonista d’eccezione, Tom Hanks.
Ecco il trailer finale italiano del film.
Il
titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte
realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke,
che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di
scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli
della Germania Est.
Il film è basato sulla storia vera
di James Donovan (Tom Hanks), un
avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda
quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di
Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano.
La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha
subito in seguito una revisione da parte dei fratelli
Coen, alla loro prima collaborazione con il
regista di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John Williams alla
sua 27esima collaborazione con Steven
Spielberg.
Nel cast di Bridge of
Spies ci sono anche Mark Rylance,
Amy Ryan, Alan Alda e Eve
Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
La premiere del nuovo film di
Steven Spielberg è avvenuta questa
domenica al New York Film Festival. Il ponte delle
spie ha ottenuto un’accoglienza davvero calorosa, con
una standing ovation al regista e al cast guidato da Tom
Hanks, subito dopo essere partiti i titoli di cosa.
Una delle sequenze del film, che
hanno maggiormente colpito il pubblico, è proprio quella iniziale
che mostra le strade di New York, senza sottofondo musicale, ma con
solo i rumori della città. Gli spettatori hanno anche
apprezzato i volti familiari del teatro sullo schermo,
come Mark Rylance, Scott
Shepherd, Billy Magnussen, al fianco di
attori del calibro di Alan Alda
e Amy Ryan.
”È un po’ terrificante”, ha
detto Shepherd della Wooster Group, che
interpreta un ufficiale della CIA, ”Ti aspetti che Spielberg,
che ha fatto così tanti film, sia un po’ stanco. Ma la sua energia
sul set è contagiosa, è forte”.
”Basta essere preparati e
arrivare. Questo è quello che mi hanno insegnato Tom e
Steven”, ha detto Magnussen, ”Fai il tuo
lavoro per prepararti ed essere tempestivo”.
Anche un attore come Tom
Hanks, che ha lavorato più volte con il regista, da
Salvate il soldato Ryan a Prova a Prendermi,
tiene molto a non deludere Spielberg: ”Non vuoi altro che
compiacere quest’uomo”, ha dichiarato l’attore.
Il titolo,
Il Ponte delle spie si riferisce a un
ponte realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di
Glienicke, che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso
luogo di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e
quelli della Germania Est.
Bridge of Spies è basato sulla storia vera di
James Donovan (Tom Hanks), un
avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda
quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di
Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano.
La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha
subito in seguito una revisione da parte dei fratelli
Coen, alla loro prima collaborazione con il
regista di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John Williams alla
sua 27esima collaborazione conSteven
Spielberg.
Nel cast de Il ponte della
Spie ci sono anche Mark
Rylance,Amy Ryan, Alan
Alda e Eve Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
Dalla retorica politica,
machiavellica e inattaccabile di Lincoln, a quella etica, pura, di Donovan.
Steven Spielberg torna in sala con un altro
grande film che racconta il rovescio della medaglia del suo
precedente, riuscendo a essere ancora una volta maestro di grande
cinema.
La storia è quella di James
Donovan, avvocato assicurativo che, nella Berlino appena spaccata
dal muro, trattò uno scambio di prigionieri tra Stati Uniti, Unione
Sovietica e Germania dell’Est. Un occhio a una storia ‘piccola’ che
permette a Spielberg di esercitare ancora la mano in un cinema
classico e perfetto, eppure estremamente personale per temi e messa
in scena, per toni rassicuranti e alchimie puramente
cinematografiche, come la costruzione delle scene e l’uso della
luce e della fotografia.
L’etica a tutti i costi diventa ben
presto il punto di forza, la certezza del film, che nella prima
parte si focalizza sul rapporto di stima e fiducia tra la presunta
spia sovietica e l’avvocato assunto per difendere il nemico, l’uomo
che in nome di quell’etica riesce a farsi nemica una nazione ma che
non indietreggia nonostante tutto. E mai come ne Il
Ponte delle Spie, Spielberg evita la stucchevolezza
del patriottismo e del sogno americano, citando la Costituzione e
facendoci sentire nel profondo che è la cosa giusta, coinvolgendoci
e facendoci stare, irremovibili, dalla parte di quest’uomo tutto
d’un pezzo. Il carisma di James Donovan è il vero protagonista del
film, carisma veicolato dal solido Tom Hanks. Il due volte premio Oscar si
confronta con Mark Rylance nei panni della spia
Rudolf Abel. Il rapporto trai due è raccontato, strutturato e
esposto con grande equilibrio nella prima parte della storia, salvo
poi passare in secondo piano rispetto all’azione quando Donovan
diventa oltre che avvocato anche negoziatore per l’incolumità di
due giovani americani fatti prigionieri.
Mantenendo sempre al centro del
racconto l’uomo comune che si trova a fronteggiare situazioni
straordinarie, Spielberg non riesce a fare a meno di tratteggiare
gli altri personaggi in maniera un po’ macchiettistica, soprattutto
quando si tratta di mettere in scena personaggi che giocano con la
vita altrui per far valere la propria volontà.
Il ritmo del film è
monocorde, granitico, solido, caratteristiche che possono risultare
magari di difficile fruizione ma che fanno risaltare la fedeltà di
Spielberg stesso al suo percorso cinematografico.
Complementare a Lincoln, Il Ponte delle
Spie si attesta come un altro importante tassello
nella composizione della filmografia di un regista che continua a
percorrere la sua personale strada, questa volta accantonando lo
spettacolo e la retorica posticcia per raccontare una storia vera
sorprendentemente nelle sue corde.
Tornati a casa con Donovan siamo
tutti stanchi e esausti, ma siamo soddisfatti per aver assistito al
trionfo della retorica, quella giusta ed etica.
Arriva online il primo trailer ufficiale italiano del nuovo film di
Steven Spielberg, ovvero
Il Ponte delle Spie, thriller drammatico
con protagonista il due volte premio Oscar Tom
Hanks. Potete vederlo di seguito:
https://www.youtube.com/watch?v=zVq0vnPQbkc
Il titolo,
letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte realmente
esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke, che univa la
zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di scambi di
prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania
Est.
Il film è basato sulla storia vera
di James Donovan (Tom Hanks), un
avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda
quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di
Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano.
La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha
subito in seguito una revisione da parte dei fratelli
Coen, alla loro prima collaborazione con il
regista di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John Williams alla
sua 27esima collaborazione con Steven
Spielberg.
Nel cast di Bridge of
Spies ci sono anche Mark Rylance,
Amy Ryan, Alan Alda e Eve
Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
Il
titolo, letteralmente “Ponte delle spie” si riferisce a un ponte
realmente esistito a Berlino, oggi noto come Ponte di Glienicke,
che univa la zona est a quella ovest, e che era spesso luogo di
scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli
della Germania Est.
Il film è basato sulla storia vera
di James Donovan (Tom Hanks), un
avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda
quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di
Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano.
La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha
subito in seguito una revisione da parte dei fratelli
Coen, alla loro prima collaborazione con il
regista di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John Williams alla
sua 27esima collaborazione con Steven
Spielberg.
Nel cast di Bridge of
Spies ci sono anche Mark Rylance,
Amy Ryan, Alan Alda e Eve
Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
Ecco una nuova clip
da Il Ponte delle Spie (in inglese
Bridge of Spies), l’ultimo film
di Steven Spielberg con
protagonista Tom Hanks e da oggi al
cinema.
Il film è basato sulla storia vera
di James Donovan (Tom
Hanks), un avvocato che si trova suo malgrado al centro
della Guerra Fredda quando la CIA lo manda in missione per
negoziare il rilascio di Francis Gary Powers,
un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura, firmata
da Matt Charman, ha subito in seguito una
revisione da parte dei fratelli Coen, alla
loro prima collaborazione con il regista
di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John
Williams alla sua 27esima collaborazione
conSteven Spielberg.
Nel cast di Bridge
of Spies ci sono anche Mark
Rylance, Amy Ryan, Alan
Alda e Eve Hewson. Sarà il
compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
Il film è basato sulla storia vera
di James Donovan (Tom Hanks), un
avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda
quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di
Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano.
La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha
subito in seguito una revisione da parte dei fratelli
Coen, alla loro prima collaborazione con il
regista di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John Williams alla
sua 27esima collaborazione con Steven
Spielberg.
Nel cast di Bridge of
Spies ci sono anche Mark Rylance,
Amy Ryan, Alan Alda e Eve
Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
La 20th Century
Fox ha diffuso due nuove clip inedite
di Il Ponte delle Spie,
l’attesissimo nuovo film di Steven Spielberg che arriverà al
cinema questa settimana.
Il film è basato sulla storia vera
di James Donovan (Tom Hanks), un
avvocato che si trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda
quando la CIA lo manda in missione per negoziare il rilascio di
Francis Gary Powers, un pilota di U-2 americano.
La sceneggiatura, firmata da Matt Charman, ha
subito in seguito una revisione da parte dei fratelli
Coen, alla loro prima collaborazione con il
regista di Salvate il soldato Ryan e la
colonna sonora sarà composta da John Williams alla
sua 27esima collaborazione con Steven
Spielberg.
Nel cast di Bridge of
Spies ci sono anche Mark Rylance,
Amy Ryan, Alan Alda e Eve
Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
In occasione
dell’uscita al cinema di Il Ponte delle
Spie di Steven Spielberg, scritto dai
fratelli Coen con Tom Hanks,
Cinefilos.it, in collaborazione con 20th Century Fox, offre la
possibilità agli studenti dei maggiori atenei universitari italiani
e licei di assistere gratuitamente all’anteprima del
film.
La data è unica per tutti: il
10 dicembre alle ore 11 nelle principali sale
cinematografiche del circuito Uci Cinemas.
8 le città coinvolte in questa
iniziativa sono nello specifico:
UCI CINEMAS PARCO LEONARDO – ROMA
UCI CINEMAS ROMA MARCONI
UCI CINEMAS BICOCCA – MILANO
UCI CINEMAS CASORIA – NAPOLI
UCI CINEMAS PALERMO
UCI CINEMAS MOLFETTA – BARI
UCI CINEMAS TORINO LINGOTTO
UCI CINEMAS MERIDIANA – BOLOGNA
UCI CINEMAS FIRENZE
Partecipare è semplice! Basta
inviare una mail all’indirizzo di posta [email protected]
con scritto:
Cinefilos.it nome e
cognome numero di
telefono città Facoltà cinema di
interesse
L’invito è valido per due persone,
fino ad esaurimento posti.
Drammatico thriller a sfondo
storico, Il Ponte delle Spie di Fox 2000
Pictures/DreamWorks Pictures, è la storia di James Donovan, un
avvocato assicurativo di Brooklyn, che si ritrova catapultato nella
Guerra Fredda, quando la CIA lo recluta per negoziare il rilascio
del pilota americano dell’aereo spia U-2 catturato dai
sovietici.
Diretto dal premio Oscar
Steven Spielberg, il film
Il ponte delle
spie ripercorre una delle più note vicende
facenti parte della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione
Sovietica. Scritto dai fratelli Joel ed
Ethan Coen insieme a Matt
Charman, il film è un intenso thriller di spionaggio che
si avvale della presenza del celebre Tom
Hanks e dell’allora semi sconosciuto Mark
Rylance, i quali furono entrambi acclamati per le loro
interpretazioni di alto livello.
10. Si basa su una storia
vera. Nell’America della guerra fredda, l’avvocato James
Donovan viene assegnato alla difesa della spia russa Rudol’f Abel’,
catturata sul suolo statunitense. Dopo aver instaurato un buon
rapporto con questi, Donovan si batte affinché gli venga evitata la
pena di morte, suggerendo invece di usare la spia per richiedere lo
scambio con un pilota ed uno studente americani catturati dai
sovietici a Berlino. Lo scambio dovrà avvenire sul ponte di
Glienicke, soprannominato “il ponte delle spie”.
Il ponte delle spie: il cast del
film
9. Tom Hanks ha accettato
il ruolo senza leggere la sceneggiatura. Lieto di poter
tornare a collaborare con Spielberg, l’attore firmò per un ruolo
nel film senza neanche voler leggere la sceneggiatura. Prima di
farlo, Hanks non sapeva nulla della storia di Donovan, e quando ne
scoprì le vicende ne rimase affascinato a tal punto da considerare
il film una delle cose più entusiasmanti della sua carriera.
8. Mark Rylance venne
scoperto mentre recitava a teatro. Benché pressoché
sconosciuto al cinema, Rylance era una leggenda per il teatro
inglese. Spielberg rimase impressionato da lui dopo averlo visto
recitare nello spettacolo Twelfth Night, per il quale poi
l’attore vinse il premio Tony.
7. Hanks è stata la prima
scelta per il ruolo. Per dar vita all’avvocato Donovan,
personalità mite e del tutto ordinaria, la prima scelta fu da
subito l’attore
Tom Hanks. Secondo il regista e la casting director,
questi era infatti la persona più idonea per rendere credibile il
personaggio di un “everyman” come Donovan.
6. Rylance ha dovuto
svolgere molte ricerche. Della spia russa Rudol’f Abel’
quasi non esistono fotografie o interviste. Molto poco, infatti, si
sa di lui al di là del processo che lo ha visto protagonista. Per
potersi calare nel ruolo, Rylance ha perciò dovuto condurre
ricerche particolarmente approfondite, arrivando infine a trovare
una propria idea del personaggio e del suo modo di fare.
Il ponte delle spie: i premi
vinti
5. Ha vinto premi in tutto
il mondo. Acclamato come uno dei migliori film del 2015,
Il ponte delle spie ha ricevuto nomination e premi da
parte di diverse istituzioni come gli Oscar, i Bafta e i Critic’s
Choice Awards . In particolare, ad aver ottenuto il maggior numero
di riconoscimenti è stato Rylance, che per il suo ritratto della
spia russa si è aggiudicato l’Oscar al miglior attore non
protagonista.
Il ponte delle spie: dove vederlo
in streaming
4. È presente sulle
principali piattaforme. Per chi desidera vedere o rivedere
il film, è possibile farlo affidandosi ad alcune tra più ricche
piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano
infatti Chili, Rakuten TV e Infinity. In base a quale di queste si
sceglie, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film per poterlo rivedere in tranquillità.
Il ponte delle spie: la storia
vera
3. Spielberg voleva che il
film fosse il più realistico possibile. Grande
appassionato di storia, Spielberg si è più volte cimentato con
eventi realmente accaduti nel corso della sua carriera. Per
realizzare Il ponte delle spie, condusse approfondite
ricerche con ogni reparto del film, affinché ogni aspetto potesse
risultare il più fedele possibile.
2. Vi sono alcune
inesattezze. Nonostante la volontà del regista affinché
l’opera fosse il più fedele possibile alla storia vera, vi sono
alcune scene che sono state riadattate per la finzione
cinematografica. Una di queste è quella dove l’avvocato Donovan
vede sparare a dei giovani che tentavano di scavalcare il muro di
Berlino. Ciò, nella realtà, non avvenne mai.
Il ponte delle spie: le frasi
migliori del film
1. Ci sono frasi diventate
celebri. Scritto anche dai fratelli Coen, il film contiene
molta della loro pungente ironia, ma vi è racchiusa anche molta
della poetica che da sempre Spielberg tramanda con i propri film.
Ecco allora alcune delle frasi più celebri.
– “Ogni uomo merita una difesa,
ogni uomo è importante” (James Donovan)
– “Qual è la mossa successiva
se non si sa quale sia il gioco?” (Rudol’f Abel’)
– “Lei non si preoccupa mai?” –
“Servirebbe?” (James Donovan e Rudol’f Abel’
– Lei mi ricorda
un uomo per cui non provavo per niente ammirazione. Veniva sempre a
casa dei miei genitori e mio padre diceva sempre di guardarlo ma io
non lo guardavo mai. Un giorno vennero a casa alcune guardie
partigiane di confine e presero a botte mio padre e mia madre e
anche quel signore lì. Io lo guardavo, quei due uomini gli diedero
un pugno, ma lui si rialzò. Un calcio, ma si rialzò. Allora le
guardie sorprese lo lasciarono vivere e dissero una frase in russo
che tradotto significava “uomo tutto di un pezzo”.(Rudol’f Abel’)
ULTIMO GIORNO DISPONIBILE PER
PRENOTARE IL PROPRIO BIGLIETTO!!!
In occasione
dell’uscita al cinema di Il Ponte delle
Spie di Steven Spielberg, scritto dai
fratelli Coen con Tom Hanks,
Cinefilos.it, in collaborazione con 20th Century Fox, offre la
possibilità agli studenti dei maggiori atenei universitari italiani
e licei di assistere gratuitamente all’anteprima del
film.
Drammatico thriller a sfondo
storico, Il Ponte delle Spie di Fox 2000
Pictures/DreamWorks Pictures, è la storia di James Donovan, un
avvocato assicurativo di Brooklyn, che si ritrova catapultato nella
Guerra Fredda, quando la CIA lo recluta per negoziare il rilascio
del pilota americano dell’aereo spia U-2 catturato dai
sovietici.
Dal 14 al 21 novembre si terrà
il Camerimage, il festival internazionale
della cinematografia che si terrà a Bydgoszcz, in Polonia. Ad
aprire il festival sarà Il Ponte delle
Spie, il nuovo atteso film di Steven Spielberg.
Ricordiamo che
IlPonte delle
Spie è basato sulla storia vera di James
Donovan (Tom Hanks), un avvocato che si
trova suo malgrado al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo
manda in missione per negoziare il rilascio di Francis Gary
Powers, un pilota di U-2 americano. La sceneggiatura,
firmata da Matt Charman, ha subito in seguito una
revisione da parte dei fratelli Coen, alla loro
prima collaborazione con il regista di Salvate il
soldato Ryan e la colonna sonora sarà composta da
John Williams alla sua 27esima collaborazione
conSteven Spielberg.
Nel cast de Il ponte della
Spie ci sono anche Mark
Rylance,Amy Ryan, Alan
Alda eEve Hewson.
Sarà il compositore Thomas Newman ad occuparsi
delle musiche prendendo così il posto di John
Williams.
“Le porte dell’inferno sono aperte
notte e giorno; la discesa è agevole e la via facile. Ma per
tornare e vedere i cieli allegri, in questo risiede il compito e la
fatica più grande”. Con queste parole, Lucio Vero (Paul
Mescal) realizza una delle scene migliori
del Gladiatore II di Ridley Scott. Recita i versi
all’imperatore Geta (Joseph Quinn) dopo aver sconfitto uno
dei gladiatori del senatore Thraex (Tim McInnerny)
a una festa e stupisce tutti i presenti. Macrinus (Denzel
Washington) riconosce immediatamente i versi come
appartenenti all’antico poeta romano Virgilio, ma
perché queste parole lasciano tutti scioccati?
I versi che Lucio recita fanno
parte dell’Eneide di Virgilio
Sembra strano che un gladiatore
conosca la poesia, ma è importante ricordare che in quella scena la
gente conosceva Lucio come “Hannone”, un prigioniero della
campagna numidica, da cui la sorpresa di Geta. La poesia non
era forse qualcosa di diffuso tra le classi inferiori della società
romana, ma i versi di Virgilio erano in circolazione da
oltre un secolo ed erano molto popolari: fanno parte
dell’Eneide,
una delle più grandi opere artistiche di Roma.
L’Eneide fu scritta da
Virgilio nel tentativo di dare a Roma un mito di fondazione
legato alla mitologia greca classica, continuando la
storia raccontata da Omero nell’Iliade
e nell’Odissea.
L’Eneide racconta il viaggio di Enea, un troiano che guida
un gruppo di sopravvissuti alla caduta di Troia verso l’Italia e,
infine, fonda Roma – in Troy del 2004, persino Paride
(Orlando Bloom) lo incarica di
questo compito (Frankie Fitzgerald).
I versi specifici pronunciati da
Lucio sono tratti dal Libro 6 dell’Eneide, quando Enea si reca negli
inferi per ricevere dal padre una visione del futuro di Roma. Il
loro significato è tuttora discusso, in quanto Enea li sente come
un avvertimento che scendere agli Inferi è
facile, ma uscirne vivi è pericoloso e
difficile.
I versi di Virgilio acquistano
un nuovo significato nel “Gladiatore II”
Non è chiaro quanto il Gladiatore
II sia ambientato dopo il film originale, ma sembra che i
due imperatori gemelli siano saliti al potere nel vuoto della morte
di Commodo (Joaquin
Phoenix). Questa sequenza di terribili
monarchi ha portato Roma sull’orlo del collasso, creando
un sentimento di agitazione tra i cittadini romani. Prima di loro,
però, Roma era stata guidata da Marco Aurelio (Richard
Harris) nel film originaleIl
gladiatore, che era un leader capace
e godeva del rispetto del popolo – Macrino accenna persino a Lucilla (Connie
Nielsen) di aver letto le
Meditazioni dell’imperatore, una serie di
riflessioni personali sulla vita e sulla politica che rimane
attuale. Marco Aurelio aveva il suo “sogno di Roma” come nazione
che proteggeva e provvedeva a tutti i suoi cittadini, ma
questa visione fu smantellata da Commodo e,
successivamente, dagli imperatori gemelli.
I versi di Virgilio, in questo
senso, sono una metafora del rapido e faciledeclinodi Romain un disordine politicograzie
alla fame di potere di coloro che seguirono Marco Aurelio.
Il “lavoro possente” consiste nel riportare Roma al suo antico
splendore, poiché è sempre più difficile ricostruire che
distruggere.
I versi funzionano anche come
una velata minaccia di Lucio agli imperatori
Geta sembra non solo sorpreso ma
anche un po’ offeso quando Lucio gli recita i versi di Virgilio. In
quella scena, è chiaro che l’intento di Lucio non era solo
quello di recitare poesie, ma di lanciare una frecciatina ai due
imperatori, e Geta è il bersaglio perfetto. È il
più intelligente e politicamente abile tra lui e Caracalla
(Fred Hechinger), quindi è in grado di
percepire una minaccia quando si manifesta.
Lucio che recita i versi di
Virgilio è la rivelazione di tale minaccia. Un gladiatore che
conosce la poesia è strano, ma Lucio non è davvero Hanno di
Numidia, bensì il nipote ed erede di Marco Aurelio, fuggito
da Roma dopo la morte di Commodo per ottenere protezione.
Ora, il suo ritorno a Roma è l’occasione per rimetterla sul
suo glorioso cammino. Quindi, il fatto che reciti questi
versi a Geta è la minaccia definitiva che essi stessi cadranno e
Roma risorgerà. La poesia è roba potente.
Il
Più Grande Sogno, che uscirà nelle sale il prossimo 24 Novembre
a Roma e dal 1 Dicembre in tutta Italia, distribuito da ANTANI in
collaborazione con Kino produzioni.
Presentato alla 73. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Orizzonti –
Concorso, questo film è dedicato a chi lotta ogni giorno per la
vita che sogna. Il Più Grande Sogno vede la regia di Michele
Vannucci con Mirko Frezza, Alessandro Borghi, Vittorio
Viviani, Milena Mancini, Ivana Lotito, Ginevra De
Carolis e Crystel Frezza.
La
trama del film Il Più Grande
Sogno
A 39
anni Mirko è appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di
Roma, lo aspetta un futuro da inventare. Quando viene eletto
Presidente del comitato di quartiere, decide di sognare
un’esistenza diversa. Non solo per sé e per la propria famiglia, ma
anche per tutta la borgata in cui vive. Questo film racconta di un
“bandito” che, aiutato dal suo migliore amico Boccione, vuol
trasformare l’indifferenza del quartiere in solidarietà, l’asfalto
in un rigoglioso campo di pomodori, inventandosi custode di una
felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. È la storia di
un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi
non credeva di meritarsi neanche un presente.
Per la sua opera prima, Il
più grande sogno, Michele Vannucci ha
scelto una storia vera, onesta e semplice e proprio per questo con
un cuore grande così. La storia è quella di Mirko, che a 39 anni è
appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di Roma, lo
aspetta un “futuro da riempire”, possibilmente in modo onesto.
Quando viene eletto a furor di popolo Presidente del comitato di
quartiere, decide di sognare un’esistenza diversa. Non solo per sé
e per la propria famiglia, ma per tutta la borgata in cui vive.
Questo film racconta di un “bandito” che si inventa custode di una
felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. È la storia di
un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi
non credeva di meritarsi neanche un presente.
A interpretare Mirko c’è lui
stesso, Mirko Frezza, che racconta la sua storia
senza filtri e senza abbellimenti, con un approccio, quello di
Vannucci, alla Accattone di
Pasolini, meno disperato e sporco ma ugualmente
appassionato. Lo script semplice ed essenziale racconta la storia
in maniera lineare, con gli alti e i bassi, mostrando con
particolare cura e enfasi i momenti di difficoltà affrontati dallo
stesso Mirko per realizzare il più grande sogno. Pur essendo un
attore esordiente alle prese con il personaggio di se stesso (e
forse proprio per questo), Frezza consegna allo schermo
un’interpretazione autentica, così come quella del suo partner
sullo schermo, Alessandro Borghi, che torna a interpretare un
figlio della periferia di Roma, un po’ semplice e rustico, ma con
tanto cuore. Il Vittorio di Non essere cattivo si conferma
all’altezza del ruolo.
Il Più Grande
Sogno: trailer con
Alessandro Borghi
Il regista effettua un pedinamento
dei protagonisti nel loro ambiente reale, nella tenacia con cui
mettono insieme una vita che fatica a stare in piedi.
L’inseguimento dei personaggi appare però soffocante, i personaggi
finiscono per non avere il loro spazio, nemmeno
nell’inquadratura.
Nonostante la bellezza e il
coraggio della vicenda raccontata, Il più grande
sogno può essere il riscatto di molti, di tanti che
cercano di ricostruirsi una vita dopo una partenza infelice, ma
forse proprio per questo una vicenda anonima.
Guarda il trailer di Il più bel secolo della mia
vita, diretto
da Alessandro Bardani, che firma
anche la sceneggiatura con Luigi Di Capua,
con protagonisti un inedito Sergio
Castellitto e Valerio
Lundini. Nel cast anche Carla Signoris, Antonio Zavatteri,
Elena Lander, Marzio El Moety con Betti Pedrazzi nel ruolo di Suor
Grazia e con l’amichevole partecipazione di Sandra Milo Nel film è
presente il brano inedito “La vita com’è” di Brunori SAS Una
produzione Goon Films, Lucky Red con Rai Cinema In collaborazione
con Prime Video. Il film sarà presentato in anteprima
assoluta al 53 Giffoni Film Festival nella sezione Generator +18 il
prossimo 23 luglio 2023 e al cinema il 7 Settembre 2023.
La trama del film
Un’assurda legge ancora in vigore
in Italia impedisce a Giovanni, figlio non riconosciuto alla
nascita, di sapere l’identità dei suoi genitori biologici prima del
compimento del suo centesimo anno di età. Per riuscire ad attirare
l’opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità
di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita.
Il solo che avrebbe il diritto di avvalersi di questa normativa ma
che sembra non aver alcun interesse a farlo. Il più bel
secolo della mia vita racconta l’incontro tra un
centenario proiettato nel futuro e un giovane ancorato al passato e
del loro viaggio alla riscoperta delle proprie origini.
Alessandro
Bardani, regista, attore e sceneggiatore, ha scelto il
Giffoni Film
Festival per presentare in anteprima
Il più bel secolo della mia
vita, il suo film che vede protagonista
l’insolita coppia composta da Valerio Lundini e
Sergio Castellitto. Il
primo, comico, autore di programmi radiofonici e televisivi, reduce
dal successo del programma TV Una pezza di Lundini e da un
altrettanto fortunato spettacolo teatrale, si distingue per una
comicità a tratti surreale. Al cinema ha partecipato a Nel
bagno delle donne di Marco Castaldi (2021) e a Gli idoli delle donne
di Lillo e Greg ed Eros Puglielli (2022).
Ne Il più bel secolo
della mia vita è per la prima volta protagonista.
Sergio Castellitto non ha bisogno di
presentazioni, essendo uno tra i più apprezzati attori italiani,
con una lunga e fruttuosa carriera, basti ricordare i suoi lavori
con registi come Scola e Tornatore, Monicelli e Bellocchio, oltre
al suo percorso da regista. Il più bel secolo della mia
vita prende le mosse da uno spettacolo teatrale di
grande successo del 2015, scritto e diretto a quattro mani da
Bardani e Luigi Di Capua dei The
Pills, interpretato da Francesco
Montanari e Giorgio Colangeli.
La trama de Il più bel secolo
della mia vita
Gustavo, Sergio
Castellitto, è un anziano signore dal carattere a dir poco
spigoloso, ospite di una casa di riposo gestita da suore. Una
mattina si presenta da lui Giovanni, Valerio
Lundini, membro di un’associazione di figli non
riconosciuti alla nascita, che si batte per far cambiare una legge
italiana. Secondo questa legge, chi è nella loro condizione può
avere informazioni sulle proprie origini, solo al compimento del
centesimo anno di età. Essendo Gustavo l’unico centenario
abbandonato alla nascita in Italia, Giovanni gli ha chiesto di
andare con lui all’associazione e aprire insieme il fascicolo che
riguarda i suoi genitori naturali.
L’obiettivo è dunque offrire la sua
testimonianza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla iniquità
di questa legge e la necessità di modificarla. Gustavo ha
accettato, più per lasciare il convento dove Suor Grazia,
Betty Pedrazzi, decide tutto della sua vita, che
per convinzione. I due, dunque, partono per questo viaggio che li
vedrà condividere tutto. Un giovane e un anziano, due opposti
apparentemente inconciliabili. Troveranno un punto d’incontro?
Riusciranno ad arrivare a destinazione? E Gustavo farà ciò che ha
promesso a Giovanni?
Castellitto e Lundini, la strana
coppia
La prima domanda che ci si pone
davanti a Il più bel secolo della mia vita è se l’inedita
e stramba coppia Castellitto–Lundini funzionerà. A questo
proposito, occorre dire che al primo il ruolo di Gustavo ha
regalato la possibilità di cimentarsi in un’interpretazione
complessa, misurata e al contempo efficacissima. Il ruolo non gli
consentiva istrionismi, ma forse è proprio questo a dare maggiore
forza all’interpretazione. Castellitto sa rendere con lo sguardo e
con la parola la tempra che non può rendere con il corpo. Quella di
un personaggio indomito, nonostante l’età.
Dal canto suo, Valerio
Lundini in parte fa Lundini, in parte cerca nuove strade,
adattando il suo registro comico surreale al cinema. Intraprende
così un percorso di individuazione attoriale i cui esiti aspettiamo
di vedere, per scoprire se si distanzierà ancora di più da quanto
già visto in tv o a teatro, trovando una cifra diversa e più
completa. A funzionare tra Castellitto e Lundini è il gioco degli
opposti: il pusillanime e lo sfrontato, il timido e lo spavaldo, il
logorroico e il taciturno.
I due protagonisti hanno però una
ferita e un malessere comune. Uno più disilluso, l’altro, forse,
illuso. Uno che, paradossalmente, da giovane, resta intrappolato
nel passato e l’altro che, altrettanto paradossalmente, da anziano,
non pensa al passato, ma guarda sempre avanti. Brava poi
Carla Signoris nei panni di Gianna, madre adottiva
di Giovanni. Nel cast anche Sandra Milo in un
cameo.
Sorriso e riflessione ne Il
più bel secolo della mia vita
Il più bel secolo della
mia vita, oltre che una commedia gustosa e leggera, è
anche una riflessione sul tema di una legge assurda, che va
cambiata. Su questo il regista non ha dubbi. Il che non significa
che il film sia retorico o paternalistico. Anzi, ha uno sguardo sul
reale disincantato, ironico, a volte sarcastico, quel sarcasmo
romano che il personaggio di Gustavo incarna così bene. Scelta
intelligente da parte di Bardani, in grado così di veicolare
messaggi su temi anche importanti senza risultare stucchevole.
Anche la presa di posizione sulla genitorialità e sulle famiglie “
non convenzionali” – qui si parla di genitori adottivi e genitori
naturali – è molto chiara e di buon senso e stimola una
riflessione.
Buon ritmo e durata agile
Il film ha un buon ritmo e mantiene
viva l’attenzione, seguendo le scorribande di Gustavo e gli
inconvenienti cui Giovanni, accompagnandolo, deve far fronte. La
durata, 90 minuti, è quella giusta per un’agile commedia. Della
colonna sonora de Il più bel secolo della mia
vita fa parte anche il brano inedito di Brunori SAS,
“La vita com’è”.
Un interessante esordio nel
lungometraggio
Come primo lungometraggio, Bardani
– già autore del corto “Ce l’hai un minuto?” del 2013, con
Giorgio Colageli e Francesco Montanari – confeziona un lavoro tra
commedia e dramma, intrattenimento e riflessione, avendo il
coraggio di distanziarsi dalla coppia di attori che gli aveva dato
successo in teatro, proprio con lo spettacolo a cui il film si
ispira. Bardani scopre un’alternativa efficace e originale,
lasciandosi alle spalle l’impianto teatrale per adattare la vicenda
al linguaggio filmico. Un esordio con una storia dagli elementi
narrativi ben definiti, senza materiale in eccesso, di cui il
regista riesce a controllare tutti gli elementi.
Il più belsecolo della mia vita è prodotto dalla
Goon Films di Gabriele Mainetti,
il quale, dopo Denti da squalo, produce quello che
potremmo considerare un altro racconto di formazione, seppure sui
generis. Giovanni è infatti arricchito dall’incontro con Gustavo,
mentre dell’infanzia e della crescita di Gustavo parlano i
flashback. Se lì c’era la favola vera e propria, qui c’è un viaggio
tra il reale e il surreale, che diverte e fa riflettere. Un mix
difficile da gestire, perché si rischia di non essere credibile, di
allontanare lo spettatore. Bardani però sa dosare le due
componenti. Vedremo nelle sue prossime prove se cambierà registro o
questa resterà una sua cifra. Il film è prodotto con Lucky Red con Rai
Cinema e in collaborazione con Amazon Prime Video. Al cinema dal
7 settembre.
In occasione dell’uscita in sala di
Il più bel secolo della mia vita, ecco la
nostra intervista al regista Alessandro Bardani, e
ai protagonisti Valerio Lundini e Sergio Castellitto. Il più bel secolo
della mia vita esce il 7 settembre distribuito da Lucky
Red.
Nel cast anche Carla Signoris,
Antonio Zavatteri, Elena Lander, Marzio El Moety con Betti Pedrazzi
nel ruolo di Suor Grazia e con l’amichevole partecipazione di
Sandra Milo Nel film è presente il brano inedito “La vita com’è” di
Brunori SAS Una produzione Goon Films, Lucky Red con Rai Cinema In
collaborazione con Prime Video. Il film sarà presentato in anteprima
assoluta al 53 Giffoni Film Festival nella sezione Generator +18 il
prossimo 23 luglio 2023 e al cinema il 7 Settembre 2023.
La trama del film
Un’assurda legge ancora in vigore
in Italia impedisce a Giovanni, figlio non riconosciuto alla
nascita, di sapere l’identità dei suoi genitori biologici prima del
compimento del suo centesimo anno di età. Per riuscire ad attirare
l’opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità
di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita.
Il solo che avrebbe il diritto di avvalersi di questa normativa ma
che sembra non aver alcun interesse a farlo. Il più bel
secolo della mia vita racconta l’incontro tra un
centenario proiettato nel futuro e un giovane ancorato al passato e
del loro viaggio alla riscoperta delle proprie origini.
Sono in corso le riprese
de Il
più bel secolo della mia
vita, diretto
da Alessandro Bardani, che firma
anche la sceneggiatura con Luigi Di Capua,
con protagonisti un inedito Sergio
Castellitto e Valerio
Lundini. Il film è una coproduzione Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema e in
collaborazione con Amazon Prime.
Gabriele Mainetti riveste il ruolo di produttore
creativo.
Distribuito da Lucky
Red, il film è tratto dall’omonimo spettacolo
teatrale, campione d’incassi, degli stessi autori ed è un
dramedy che porta sul grande schermo l’assurdità di una legge tutta
italiana che impedisce ai figli non riconosciuti di conoscere
l’identità dei genitori naturali se non al compimento dei 100 anni,
il fatidico secolo.
Sergio Castellitto e Valerio Lundini interpretano
due personaggi diversi per età, provenienza, cultura e stile di
vita, accomunati da un’unica ferita: sono N.N., ovvero due persone
non riconosciute alla nascita. Condannati entrambi dalla cosiddetta
“Legge dei 100 anni” ad un ergastolo invisibile.
IL PIÙ BEL SECOLO DELLA
MIA VITA
Regia: Alessandro Bardani
Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bardani e Luigi Di
Capua con la supervisione diLeonardo
Fasoli e Maddalena Ravagli
Fotografia: Timoty Aliprandi
Scenografia: Marta Marrone
Montaggio: Arzu Volkan
Costumi: Eva Coen
Casting: Eleonora Barbiero
Makeup & prosthetics designer: Andrea
Leanz
Prodotto da: Goon Films e Lucky Red con
Rai Cinema e in collaborazione con Amazon
Prime.
Distribuito da: Lucky Red
La trama del film
Un’assurda legge impedisce a
Giovanni, figlio non riconosciuto alla nascita, di
sapere l’identità dei suoi genitori biologici prima del
compimento del suo centesimo anno di età. Per riuscire ad attirare
l’opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità
di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita.
Il solo che avrebbe il diritto di avvalersi di questa normativa ma
che sembra non aver alcun interesse a farlo. Il più bel secolo
della mia vita racconta l’incontro tra un centenario
proiettato nel futuro e un giovane ancorato al passato e della loro
inaspettata amicizia.
La sentenza è lapidaria e non lascia
scampo. Lo slogan della nuova foto promozionale di
Batman v Superman Dawn of
Justice prende le parti del figlio di Krypton e ci
mette di fronte alla realtà dei fatti: l’uomo, Batman, non può
sconfiggere il dio, Superman.
“Temendo le azioni incontrastate
di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e
fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più
riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte
per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e
Superman in guerra, sorge
qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto
prima”.
Ricordiamo
che Batman v Superman : Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman : Dawn
of Justice arriverà nelle sale di
tutto il mondo il 6 maggio 2016.
Arriva da
Deadline la notizia che Il
Pinguino di Colin Farrell che apparirà in
The
Batman, l’atteso film sul pipistrello firmato da
Matt Reeves che debutterà il il 4 marzo
2022 diventerà il protagonista di una serie
spin-off per HBO MAX. Colin Farrell sarà protagonista e produttore
esecutivo della nuova serie HBO Max che sarà incentrata
sull’ascesa al potere di Penguin nel
mondo criminale di Gotham. Lauren LeFranc è accreditata come la
scrittrice della serie tv. Il regista Matt Reeves e il
produttore di The
Batman, Dylan Clark saranno coinvolti
nelle vesti di produttori esecutivi della serie Penguin
rispettivamente con le loro società 6th & Idaho e Dylan Clark
Productions. Lo show sarà prodotto da Warner Bros Television. HBO
Max non ha fornito alcun commento a riguardo.
The
Penguin sarebbe il secondo spin-off HBO
Max dell’imminente The
Batman di Reeves. Il primo,
ambientato al dipartimento di polizia di Gotham, vedrà Joe Barton
coinvolgo come showrunner. La
sinossi ufficiale di The
Batman rilasciata dalla Warner
Bros rivela che il film mostrerà il disilluso e arrabbiato
Batman di Pattinson che indaga su un inquietante
mistero che ha terrorizzato Gotham. Questa sinossi sottolinea anche
il comportamento violento di Batman e la presa di coscienza che non
è migliore dei criminali che sta fermando. Il
riassunto piuttosto dettagliato ha continuato a descrivere una
serie di indizi che condurranno Batman attraverso il mondo
sotterraneo di Gotham, dove affronterà la Catwoman di
Selina Kyle e una galleria di ladri che si rifugiano nel
ventre criminale della città. Questo indica un film che
potenzialmente corre il rischio di essere molto sovraffollato.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Lunedì 23 settembre, il cinema
Colosseo di Milano ha ospitato l’anteprima
italiana del film Universal Pictures Il
Piccolo Yeti, il nuovo film d’animazione targato
Dreamworks Animation e Pearl Studio, scritto e diretto dalla
regista Jill Culton (Boog & Elliot a caccia di
amici, Monsters & Co., Toy Story 2) e in uscita nella sale
italiane dal prossimo 3 ottobre anche in 3D con
Universal Pictures.
Protagonista assoluta della serata
per la prima volta in Italia Chloe Bennet, la
giovane attrice, cantante e attivista americana di origini cinesi,
famosa per il suo ruolo nella serie TV Agents of Shield
della Marvel e voice talent della
protagonista YI nella versione oroginale del film
Molti gli ospiti della serata, tra
cui tantissimi giovani attori, influencer e youtuber: Jody
Cecchetto, Gordon, Jason Gagliani, Marta Losito, Valeria Vedovatti,
Veronica Falco, Antony Ipant’s e Red Nose e molti altri.
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro
Gassman, Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif e
Alessandro Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
Ecco il trailer italiano de
Il Piccolo Principe, film d’animazione
diretto da Mark Osborne e basato sull’omonimo best
seller di Antoine de Saint-Exupéry.
Il film verrà presentato in
anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma. Tra le
voci italiane del film ci sono Toni Servillo, Paola
Cortellesi, Stefao Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassman,
Giuseppe Battiston, Angelo Pintus, Pif e
Alessandro Siani.
Sinossi: Un vecchio ed eccentrico
aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura
trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine
del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come
molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi
avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino
giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell’aviatore e il
racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi
contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che
affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della
quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a
ritrovare la sua infanzia.
Dopo la versione originale arriva
anche quella italiana di Il piccolo
principe, l’attesissimo film di Mark
Osborne (creatore di Kung Fu Panda), tratto
dall’omonimo e popolarissimo libro per ragazzi di Antoine
de Saint-Exupéry. Potete vedere il video di seguito.
Si preparino grandi e piccini:
Il piccolo principe sta per arrivare al cinema!
Sarà Lucky Red a portare nelle sale
italiane l’attesissimo film di Mark Osborne (creatore di Kung
Fu Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro per
ragazzi di Antoine de Saint-Exupéry.
A 71 anni dalla sua
pubblicazione,Il Piccolo
Principeha venduto 145 milioni di copie nel
mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di
270 lingue e dialetti.
Dopo la Bibbia, il libro
più tradotto nel mondo!
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il
rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia
dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta
generazioni di lettori di ogni età.
Realizzato in
animazioneCGI e stop motion con un budget di 80
milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto il
progetto di animazione più atteso del prossimo anno.
Una crew di 250 talenti provenienti
da Disney, Pixar e Dreamworks per raggiungere un livello di
eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève
(L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’slife,
Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co,
Gli Incredibili, Up), Hidetaka
Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il
gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch,
Cars, Ratatouille, Wall-E,
Up).
Un cast di voci all star
per la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges
(l’aviatore), Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la
madre), James Franco (la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro
(il serpente), il premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul
Giamatti (il professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky
Gervais (il presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del
piccolo principe è di Riley Osborne.
A supporto del lancio mondiale, una
campagna pubblicitaria senza precedenti con il coinvolgimento di
moltissimi di partner.
In Italia il licensing sarà seguito
direttamente dalla Lucky Red, con lo scopo di creare numerose
sinergie anche a livello nazionale.
L’uscita in sala è prevista
per il primo gennaio 2016.
Ecco il trailer italiano de
Il piccolo principe, l’attesissimo film
di Mark Osborne (creatore di Kung Fu
Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro per ragazzi
di Antoine de Saint-Exupéry. Potete vedere il
video qui:
Si preparino grandi e piccini:
Il piccolo principe sta per arrivare al cinema!
Sarà Lucky Red a portare nelle sale
italiane l’attesissimo film di Mark Osborne (creatore di Kung
Fu Panda), tratto dall’omonimo e popolarissimo libro per
ragazzi di Antoine de Saint-Exupéry.
A 71 anni
dalla sua pubblicazione, Il Piccolo
Principe ha venduto 145 milioni di copie nel mondo
(16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di 270
lingue e dialetti.
Dopo la Bibbia, il libro più
tradotto nel mondo!
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il
rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia
dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta
generazioni di lettori di ogni età.
Realizzato in
animazioneCGI e stop motion con un budget di 80
milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto il
progetto di animazione più atteso del prossimo anno.
Una crew di 250 talenti provenienti
da Disney, Pixar e Dreamworks per raggiungere un livello di
eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève
(L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’slife,
Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co,
Gli Incredibili, Up), Hidetaka
Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il
gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch,
Cars, Ratatouille, Wall-E,
Up).
Un cast di voci all star per
la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges (l’aviatore),
Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la madre), James Franco
(la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro (il serpente), il
premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul Giamatti (il
professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky Gervais (il
presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del piccolo
principe è di Riley Osborne.
A supporto del lancio mondiale, una
campagna pubblicitaria senza precedenti con il coinvolgimento di
moltissimi di partner.
In Italia il licensing sarà seguito
direttamente dalla Lucky Red, con lo scopo di creare numerose
sinergie anche a livello nazionale.
E’ di provenienza giapponese il
primo teaser trailer ufficiale de Il piccolo
principe, l’attesissimo film di Mark
Osborne (creatore di Kung Fu Panda), tratto
dall’omonimo e popolarissimo libro per ragazzi di Antoine
de Saint-Exupéry. Grazie alla Francia, invece, abbiamo
anche il poster ufficiale. Eccoli per voi di seguito.
Si preparino grandi e piccini:
Il piccolo principe sta per arrivare al cinema! Sarà Lucky
Red a portare nelle sale italiane l’attesissimo film di Mark
Osborne (creatore di Kung Fu Panda), tratto dall’omonimo e
popolarissimo libro per ragazzi di Antoine de
Saint-Exupéry.A 71 anni dalla sua
pubblicazione,Il Piccolo
Principeha venduto 145 milioni di copie nel
mondo (16 milioni soltanto in Italia) ed è stato tradotto in più di
270 lingue e dialetti. Dopo la Bibbia, il
libro più tradotto nel mondo!
Valori universali e senza tempo
quelli narrati nel capolavoro di Saint-Exupéry: il
rispetto della persona e della diversità, la salvaguardia
dell’ambiente, la pace. Una favola che appassiona senza sosta
generazioni di lettori di ogni età. Realizzato in
animazioneCGI e stop motion con un budget di 80
milioni di dollari, Il Piccolo principe è in assoluto il
progetto di animazione più atteso del prossimo anno. Una crew di
250 talenti provenienti da Disney, Pixar e Dreamworks per
raggiungere un livello di eccellenza senza pari.
Per citarne alcuni: Peter De Sève
(L’Era Glaciale, Mulan, A Bug’slife,
Alla ricerca di Nemo), Lou Romano (Monsters & Co,
Gli Incredibili, Up), Hidetaka
Yosumi (Bolt), Bob Persichetti (Mostri contro
Alieni, Wallace & Gromit, Shrek 2, Il
gatto con gli stivali), Jason Boose (Lilo & Stitch,
Cars, Ratatouille, Wall-E,
Up).
Un cast di voci all star
per la versione originale: il premio Oscar Jeff Bridges
(l’aviatore), Mackenzie Foy (la bambina), Rachel McAdams (la
madre), James Franco (la volpe), il premio Oscar Benicio Del Toro
(il serpente), il premio Oscar Marion Cotillard (la rosa), Paul
Giamatti (il professore), Albert Brooks (l’uomo d’affari), Ricky
Gervais (il presuntuoso), Bud Cort (il re). La voce del
piccolo principe è di Riley Osborne.
A supporto del lancio mondiale, una
campagna pubblicitaria senza precedenti con il coinvolgimento di
moltissimi di partner. In Italia il licensing sarà seguito
direttamente dalla Lucky Red, con lo scopo di creare numerose
sinergie anche a livello nazionale. L’uscita in sala è
prevista per il primo gennaio 2016.
Ne Il Piccolo
Principe in una città colorata esclusivamente di toni di
grigio, quasi in bianco e nero, una piccola bambina prodigio mira
ad entrare in un’importante (ma tristissima) accademia e mettere in
cassaforte un futuro di successo. Supportata dalla madre, che
organizza e controlla in modo minuzioso ogni minuto del suo tempo
tramite un enorme tabellone magnetico, la piccola segue
rigorosamente gli schemi per crescere come la società impone, in
modo standard e regolato. Nell’isolato però, accanto alla nuova
casa dei due personaggi, vive un signore alquanto strambo,
estroverso e apparentemente anarchico.
Un anziano aviatore dal pollice
verde che colleziona vecchi giocattoli, dischi in vinile e ama alla
follia il suo aereo ad elica, ormai ridotto un rottame. È il suo
spirito libero e saggio che fa conoscere alla piccola la meraviglia
e i colori accesi de Il Piccolo Principe,
la favola visionaria di Antoine de
Saint-Exupéry.
Mescolando grafica computerizzata e
stop motion, Mark Osborne (già co-regista di
Kung Fu Panda) inserisce la storia
originale del principe bambino all’interno di un universo
immaginario e oscuro, laddove tutto è tremendamente schematizzato,
prevedibile e freddo. Una concezione artistica che, nonostante sia
estrema e stilizzata, è in realtà abbastanza verosimile rispetto
alla società contemporanea che ci circonda.
Vi è dunque una critica feroce ai
modelli d’insegnamento, ai genitori ossessionati dalle regole
(quando non sono del tutto assenti) e un mondo del lavoro ostile
alla creatività. Temi di un universo adulto che si insinuano fra le
pieghe di un discorso più diretto rivolto ai più piccoli:
non si deve aver paura di crescere, l’importante è
ricordarsi di essere stati bambini per conservare la medesima
purezza d’animo. Il risultato è un’opera emozionante e
appassionante, dall’alto tasso educativo e allo stesso tempo
divertente. Dopo una prima parte delicata e poetica, arriva una
seconda quasi interamente votata all’azione e allo spettacolo. Due
stili differenti che in parte cozzano fra loro e spezzano
l’incantesimo, rompendo un equilibrio altrimenti perfetto.
La fattura de Il Piccolo
Principe è comunque di altissima qualità, soprattutto alla
luce del supporto di studios come la Paramount, la Warner Bros., la
Wenstein Company, di una cura particolare al look generale e il
contributo musicale di Hans Zimmer insieme a
Richard Harvey. La colonna sonora infatti è ricca
di sfumature e contrasti, sa bene come far nascere una risata
oppure ribaltare completamente lo scenario e accompagnare una
lacrima lungo la guancia. Fondamentale anche lo stellare cast di
doppiatori, che nella versione inglese vanta nomi del calibro di
Jeff Bridges,
Rachel McAdams,
Paul Rudd, James Franco,
Benicio Del Toro,
Paul Giamatti e Marion Cotillard, che presta la voce anche
alla versione francese del film. Da vedere categoricamente insieme
a tutta la famiglia.