Guarda il trailer ufficiale del
nuovo film di Gabriele Salvatores,
Il Ragazzo Invisibile, prodotto
daIndigo Film con
Rai Cinemae Babe
Films.
Il film ha per protagonista
Michele, un adolescente apparentemente come tanti che vive in una
tranquilla città sul mare. Non si può dire che a scuola sia
popolare, non brilla nello studio, non eccelle negli sport. Ma a
lui in fondo non importa. A Michele basterebbe avere l’attenzione
di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di
guardare. Eppure ha la sensazione che lei proprio non si accorga di
lui. Ma ecco che un giorno il succedersi monotono delle giornate
viene interrotto da una scoperta straordinaria: Michele si guarda
allo specchio e si scopre invisibile. La più
incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio.
Il
Ragazzo Invisibile prodotto da Indigo Film con Rai
Cinema, coprodotto da Faso
Film e Babe Films in
associazione con Ifitalia Spa Gruppo BNP
Paribas e Sting Occhiali by De Rigo
Spa, uscirà nelle sale italiane il 18 dicembre distribuito
da 01Distribution.
“Scusate il ritardo,
sono appena arrivato dall’aeroporto”. Ha esordito così
Kevin Costner questa mattina, dopo aver tardato di
qualche minuto all’incontro stampa per presentare nell’ambito del
Festival di Roma 2014 il suo ultimo film, Black and
White. La pasta della grande star ce l’hanno in
pochi, e lui è sicuramente tra questi; sorridente, disponibile e
gentile, ha continuato: “Vedere la stanza piena di giornalisti
che mi aspettano mi scalda il cuore”. E scommettiamo che
almeno in parte la cosa sia vera, visto che sembrava non vedere
l’ora di condividere i suoi pensieri sul film che lo vede
protagonista e produttore.
-Cosa l’ha colpita della
storia del film e che consigli può dare a noi italiani che stiamo
cominciando a sentire molto da vicino le problematiche razziali che
il film mette in scena?
“L’argomento è molto delicato e
non pretendo di avere le risposte. Credo però che la bellezza del
Mondo sia nelle sue differenze; alcune delle cose più belle che mi
sono capitate sono venute da persone con le quali non condividevo
nemmeno la lingua che parlavamo. Il razzismo, ancora oggi, è un
problema molto sentito negli USA. Per costruire il paese abbiamo
importato degli schiavi, e questa è una piaga, un peccato che non
potremo mai espiare, che ci porteremo dietro per sempre. Ho scelto
di parlare di razzismo in questo film non attraverso la Storia, non
con un racconto sul razzismo, ma con una vicenda che potesse essere
attuale, che tutti possono capire e che può accadere a tutti. Ho
letto la sceneggiatura e ho deciso che volevo fare questo film, ne
ho parlato con mia moglie e così ci abbiamo messo anche i soldi.
Gli studios non ci vedevano un guadagno, io invece penso il
contrario, il film può fare anche soldi e può essere molto utile
perché a me ha scaldato il cuore, e può farlo con tutti gli
spettatori. Il film parla de razzismo, è drammatico, ma è anche
molto divertente.”
-La sua carriera è
costellata da ruoli di eroi d’azione, ma ci sono stati anche
moltissimi eroi romantici. Quali ruoli preferisce? C’è una
preparazione per ogni tipo di ruolo?
“L’approccio, per un attore, è
sempre diverso. Non ho voluto costruirmi una carriera su un solo
tipo di ruolo, anche se forse non è stata la scelta più furba.
Diventare un modello di genere è forse la scelta migliore per il
successo a Hollywood, in questo modo ti conoscono e sanno che film
farai. A volta quando sta per uscire un mio film, qualcuno,
distributori, produttori, si chiedono ‘che film avrà fatto ora?’.
Io in questo modo mi sento libero di poter fare grandi e piccoli
film, i film che voglio e se nessuno me li finanzia io li faccio lo
stesso da sola. Nella vita ti viene offerta solo una chance e
bisogna sempre coglierla.”
-Per interpretare il nonno
nel film ti sei basato sulla figura di tuo nonno?
“Avevo un nonno ma il
personaggio del film è prevalentemente frutto di sceneggiatura. Il
mio personaggio ha perso la moglie e la figlia, e questa bambina è
l’ultimo legame che ha con le due donne della sua vita. Nella vita,
quando sai per cosa combattere, sai anche cosa devi fare.”
-Come concilia il lavoro da
attore e quello di papà a tempo pieno avendo sette
figli?
“Faccio un sacco di cose nella
vita, sono musicista e attore, viaggio molto, e tutte queste cose
cambiano, mentre la cosa che non cambia mai è la responsabilità di
essere un padre. Sto molto a casa e quando ci sono, io porto i
bambini a scuola e poi vado a riprenderli, per me è una grande
gioia. Tutti mi vedono come un attore e un musicista, ma quello che
non vedono è la parte di me che mi da più gioia, la mia famiglia e
i miei amici. Essere famosi è una cosa strana, non è la norma. Mi
da tanti privilegi, la gente è sempre gentile con me, mi mostrano
il loro meglio, la parte più bella della loro città, stanotte
dormirò in una bellissima stanza e apprezzo tanto tutto questo.
Vengo da una famiglia modesta e quando dissi a mio padre che volevo
fare l’attore, divenne molto triste perché non poteva sostenermi,
per tutti i padri è importante sostenere i propri figli. Nella mia
vita ho avuto più di quanto potessi mai immaginare, sono molto
grato per questo. Ma mi auguro che mi crediate quando dico che ho
una vita estremamente normale con la mia famiglia. Sono qui con mia
figlia che ha una piccola parte nel film. La mia vita ha una parte
insolita in cui parlo alla stampa, e poi una parte normale, in cui
posso passeggiare per Roma con mia figlia che è diventata una
bellissima donna.”
-Cosa accade nelle
produzioni hollywoodiane? Come mai sempre più attori di grande fama
fanno film piccoli?
“Penso che tutti a Hollywood
vogliano fare l’esperienza di produrre un film. Ci sono tantissimi
film e c’è uno spazio importante per i grandi film, le grandi
produzioni, poi ci sono i film più piccoli, che possono essere
amati dal pubblico e che magari fanno anche tanti soldi. Balla coi
Lupi è costato 16 milioni, ma ne ha incassati 500. I miei grandi
successi sono piccoli film.”
-Per le belle donne che
fanno le attrici c’è sempre il pregiudizio che non siano poi tanto
brave, vale anche per gli uomini?
“Quando vediamo una donna che
qualcuno crede sia brutta in un angolo ad una festa, pensiamo che
sia timida. Quando vediamo una bella donna in un angolo ad una
festa, pensiamo che sia timida. Perché? Nella vita viviamo di
impressioni e così è anche il razzismo. Abbiamo delle sensazioni,
ma possiamo sbagliarci. Nel cinema, se sei bello e alto, alcune
persone penseranno che non hai cervello; io non sono molto
intelligente ma sono stato fortunato. Mia moglie è molto bella e
all’inizio ero attratto da questo, ma mi sono innamorato della
persona con cui ho parlato, e sono stato di nuovo molto molto
fortunato.”
Il 18 dicembre arriverà nelle sale
italiane il lungometraggio d’animazione Disney Big Hero
6: un’incredibile avventura d’azione ispirata
all’omonimo fumetto Marvel dove Baymax, un tenero robot
all’avanguardia progettato per prendersi cura delle persone, viene
trasformato dal piccolo enfant prodige Hiro in un nuovo, adorabile,
super eroe.
In attesa di essere catapultati
nella colorata città di San Fransokyo, Disney Italia premia la
creatività con il concorso “Crea il tuo robot”, con cui offre a
tutti gli utenti la possibilità di progettare il proprio robot e
vederlo diventare realtà.
Fino al 21 dicembre, caricando sul
sito www.creailtuorobot.it una foto o una scansione del proprio
disegno, si potrà partecipare all’estrazione settimanale di un
premio istant win. Disney riprodurrà con una stampante 3D la
creazione del fortunato vincitore, trasformando il robot dei suoi
sogni in una reale miniatura tridimensionale.
Al termine del concorso saranno
selezionati, da una giuria qualificata, le 10 migliori creazioni:
il primo classificato vincerà una proiezione privata del nuovo film
di Natale Big Hero 6, la miniatura del proprio robot e per tutti i
classificati ci sarà un simpatico kit di gadget del film.
Dai creatori dei lungometraggi di
successo Frozen – Il Regno di Ghiaccio e Ralph Spaccatutto, la
nuova avventura Disney Big Hero 6 arriverà nelle sale italiane il
18 dicembre, anche in 3D.
Quest’oggi al Festival
Internazionale del film di Roma 2014 per la sezione
Prospettive Italia, si è tenuta la conferenza stampa di
Largo Baracche l’ultimo film di
Gaetano di Vaio. Presso la sala Petrassi oltre al
regista era presente il cast composto Carmine Monaco,
Gianluca Curti e Giovanni
Savio, il produttore Fabio Venditti e
Toni D’Angelo l’autore del corto Ore
12 che ha ispirato il film.
Questo film mostra per la prima volta una prospettiva
sul futuro dei giovani di quartieri, sembra dire di rimboccarsi le
maniche e di non creare alibi per il futuro. È un discorso che hai
fatto anche tu stesso?
Gaetano di Vaio: Ogni strumento è fondamentale, il cinema
e l’arte in particolare, ha quegli elementi in più per permettere
agli individui di operare anche su una presa di coscienza ma non è
il cinema che salva, ma esistono le persone che ad un certo punto
capiscono che si possono salvare da soli ed in seguito cercano gli
strumenti. Nel mio caso sicuramente, il cinema è stato uno
strumento, però onestamente se non mi salvavo io non lo faceva
nessuno, quindi se è valso per me potrebbe valere anche per gli
altri.
Dietro Largo Baracche c’è un progetto più
ampio chiamato Socialmente Pericolosi, io
avendo lavorato fino a quel momento solo su Scampia dove poi è nato
il laboratorio che ha permesso a Toni D’angelo di
realizzare il corto Ore 12 (presente
al Festival di Roma n.d.r.), c’era già un percorso più lungo
con determinati ragazzi che già sapevano di quello di cui stavamo
parlando. Con Largo Baracche ho colto quel momento e i
ragazzi dicevano sempre questa frase che mi faceva incazzare ed
entrare in conflitto con loro “Tu ci salvi a noi” è stato difficile
dire “nessuno ti salva se non ti rimbocchi tu le maniche”, io alla
fine non sono nessuno, non ho il potere di salvarli, sono una
persona che ha degli strumenti ma se i ragazzi non erano in grado
di recepire quello che avevo da offrire, potevo stare anche dieci
anni sullo stesso argomento ma loro sarebbero stati sempre gli
stessi. Il punto è che i ragazzi hanno capito questo concetto,
l’idea del salvatore non rovina Napoli, rovina L’Italia. Aspettare
i vari Renzi, Prodi e Berlusconi non serve, il popolo deve
reagire.
La lingua è molto
importante nel tuo cinema, si parla in un altro modo che ha diverse
sfumature che non si aggrappano a determinate logiche
cinematografiche, ma è un lavoro sul campo che sfonda dall’interno.
Come sei riuscito in tutto ciò?
G.V.: In questi anni mi sono conquistato degli spazi e
ritengo che sia giusto utilizzarli non solo per se stessi anche
perché io nel momento in cui uso questi strumenti, rilancio e
contro rilancio e quindi già c’è un ritorno. Infondo è un dare e
avere, un prendere e un restituire, la mia produzione e la mia
realtà ha certamente una componente politica, vuole trattare
determinate cose e ovviamente da soli non andiamo da nessuna parte,
il nostro grido arriva piano piano, anche a quelle istituzionali in
maniera tale che il nostro scopo sia fattibile. Tutto ciò esige
tutto il nostro impegno, è una battaglia quella che facciamo. La
mia collaborazione con Rai Cinema ha pian piano
fatto capire che c’era la voglia, la volontà di raccontare un altro
punto di vista che non è per niente la verità assoluta ma
semplicemente qualcosa di interno che prova a venire fuori e questo
lo stiamo facendo un po’ alla volta, si sta allagando anche la rete
di rapporti per permettere ad una Napoli “sotto proletaria” di
potersi esprimere, di non essere sempre e solo precaria di
qualcuno, anche molto bravo, che riprende e racconta. Noi siamo un
gruppo di persone che di volta in volta cerca di fare delle cose,
ma con il concetto di “insieme”. Ci sono queste Napoli che
purtroppo non si incontrano mai, in questo caso specifico tentiamo
di farlo, lo strumento arte sicuramente favorisce questo
aspetto.
Toni il tuo documentario,
Ore 12 è un film viscerale che trasuda voglia di cinema e
di divertimento Toni D’Angelo: Si hai toccato il punto che
preferisco di più del cinema, non ho paura di divertirmi, di
cercare l’autorialità nel genere e di cercare di poter arrivare a
tutti attraverso il cinema, cercando di dire qualcosa di importante
che sia fruibile a tutti. Con questo cortometraggio Gaetano mi ha
dato la possibilità di raccontare attraverso un genere, che guarda
un po’ al cinema di Hong Gong, i luoghi cosiddetti “a rischio” dove
l’amore è più forte della violenza e della camorra o quanto meno
l’amore ci può far sperare di distruggere la camorra.
Nel penultimo giorno della nona
edizione Festival Internazionale del Film di
Roma è stato presentato nella sezione Gala e
Alice nella città l’ultimo film di Kevin
Costner, Black and White per la
regia di Mike Binder. La storia segue la dolorosa
storia familiare dell’avvocato Elliot Anderson che, dopo la morte
della figlia, educa insieme alla moglie la nipote nata da una
relazione interrazziale. Quando la tragedia bussa di nuovo alla
porta, Elliot scopre che Rowena, nonna della bambina, è
intenzionata a sottrargli la custodia legale della nipote.
Nel cast troviamo: Octavia
Spencer, Anthony Mackie, Andre Holland, Bill Burr, Mpho Koaho,
Gillian Jacobs, Jennifer Ehle e Jillian
Estell.
Nella sezione Mondo Genere è stato
presentato Nightcrawler opera prima di
Dan Girloy (Sceneggiatore di The Bourne
Legacy) che vede protagonista Jake
Gyllenhaal. La storia racconta di Lou e di come non riesca
a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente
stradale e osservando dei reporter d’assalto in azione ha
un’intuizione fulminea. Si procura una videocamera e da quel
momento trascorre le notti recandosi sui luoghi delle emergenze,
per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai
network televisivi. La sua scalata al successo lo rende sempre più
spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale
interferisce pericolosamente con l’arresto di due assassini.
Nel cast troviamo: Rene Russo, Riz Ahmed e
Bill Paxton.
“Prima avevo tutto e non ero mai
contento. Ora non ho niente e sono sereno.” Pasquale
Scimeca porta al Festival di Roma 2014,
in concorso, nella sezione Cinema
D’Oggi, Biagio, storia del famoso missionario
di Palermo. Ripercorrendo passo passo cosa ha portato
Biagio Conte alle scelte radicali della sua vita,
Scimeca ci offre un personaggio ispirante, poco conosciuto dalle
generazioni più giovani.
Parte di una famiglia benestante di
Palermo, Biagio (Marcello
Mazzarella) decide di andarsene di casa a 25 anni. Cercato
dalla famiglia anche tramite Chi L’Ha Visto?, era
lui stesso a non voler essere trovato. Nauseato dal
materialismo e dal consumismo che lo circondavano nella vita di
tutti i giorni,oltre che alla sofferenza che vedeva nei volti di
tante persone, decide di riavvicinarsi alla verità immergendosi
nella natura. Vive da eremita per un po’ in mezzo alle
montagne siciliane, aiutato dai pastori locali (Vincenzo
Albanese e Omar Noto), che si accorgono da subito che
quell’uomo magrolino e con un berretto ricavato da una manica di un
maglione non poteva nuocere a nessuno. In solitudine Biagio ritrova
la serenità e si ritrova negli scritti e nella spiritualità
di San Francesco.Si reca in pellegrinaggio a piedi ad Assisi e
di ritorno, pronto ad andare ad aiutare i poveri in Africa, si
sentirà costretto a rimanere a Palermo. Il degrado e la sofferenza
che ritrova nella sua città gli fanno capire che la sua missione è
lì, proprio nel luogo da cui era scappato. Nasce così la sua
Missione di Speranza e Carità dove aiuta le persone più bisognose,
i suoi “fratelli”.
Biagio, il film
Storie come questa sono illuminanti
di questi tempi, un periodo storico che non comprende scelte del
genere, una popolazione devota al dio denaro e l’accumulo di beni
non primari. Biagio Conte è un uomo che ha votato la sua vita
all’aiuto del prossimo, missionario non in luoghi lontani, ma nel
suo stesso paese che lo ha esasperatamente portato alle scelte
drastiche della sua vita. Scimeca racconta in modo
intimo e coinvolgente quest’uomo, rendendoci partecipi delle sue
scelte e immedesimandosi con lo stesso Biagio, senza giudicare o
osannare le sue azioni e regalando una splendida fotografia
dell’entroterra siciliano.
Universal Pictures Italia e
Alitalia presentano il concorso “Vola con Alitalia e
vinci Hunger Games: il canto della rivolta” , valido
dal 20 ottobre fino al 23 novembre 2014.
Andando su 9nl.cc/VinciPremiereLondra, tutti
gli utenti in possesso di un biglietto
aereo. Alitalia-Tariffa Giovani,
acquistato on line sul sito www.alitalia.it, nel periodo dal
20/10/2014 al 30/10/2014, potranno partecipare al concorso, fino al
30 ottobre, e vincere la première a Londra
con il cast del film “HUNGER GAMES: IL CANTO DELLA
RIVOLTA – Parte 1”.
Non solo… In palio anche
20 Kit Hunger Games con gadget del
film per tutti gli utenti, di età compresa tra i 14 e i
25 anni, iscritti al Programma
MilleMiglia di Alitalia,
che parteciperanno collegandosi su 9nl.cc/VinciPremiereLondra, dal
20 ottobre al 23 novembre 2014.
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Il fenomeno mondiale di
Hunger Games torna ad illuminare l’oscurità con Hunger Games: Il
Canto della Rivolta – Parte 1. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence)
si trova ora nel Distretto 13 dopo aver annientato i giochi per
sempre. Sotto la guida della Presidente Coin (Julianne Moore)
e i consigli dei suoi fidati amici, Katniss spiega le sue ali in
una battaglia per salvare Peeta (Josh Hutcherson) e un intero Paese
incoraggiato dalla sua forza.
Hunger Games: Il Canto della
Rivolta – Parte 1, è diretto da Francis Lawrence per la
sceneggiatura di Danny Strong e Peter Craig, e prodotto dalla Color
Force di Nina Jacobson con il produttore Jon Kilik. Il libro
da cui il film è tratto è il terzo della trilogia scritta da
Suzanne Collins, stampata in più di 65 milioni di copie solo in
U.S.
La Lionsgate presenta, una
produzione Color Force / Lionsgate, di Francis Lawrence
. HUNGER GAMES: IL CANTO DELLA RIVOLTA – PARTE
1 uscirà in Italia il 20 novembre 2014 al
cinema
Arriva da oggi al
cinema Boyhood, il nuovo incredibile film
diRichard
Linklaterche in 12 anni ha scritto la storia
del cinemaVincitore del Orso
d’argentoper il miglior registaal Festival di Berlino 2014.
Girato per brevi periodi tra il
2002 e il 2013, Boyhood è un’esperienza cinematografica innovativa
che copre 12 anni di vita di una famiglia. Al centro della storia
c’è Mason, che assieme alla sorella Samantha, vive un viaggio
emozionale e trascendente attraverso gli anni, dall’infanzia
all’età adulta.
Dan Gilroy, già
sceneggiatore di The Bourne Legacy insieme a suo fratello Tony
Gilroy, lì nella doppia veste anche di regista, firma una
pellicola accattivante, adrenalinica e dark, Lo
sciacallo – Nightcrawler(in
italiano Lo Sciacallo) che vede
protagonisti
Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton e Riz
Ahmed.
Protagonista di Lo
sciacallo – Nightcrawler è Lou Bloom, un giovane
disoccupato che vive nella caotica metropoli losangelina ed è in
cerca di un lavoro. Un’impresa apparentemente impossibile al giorno
d’oggi, finché non si ritrova casualmente coinvolto- come
spettatore- in un incidente d’auto mortale. Ha un’improvvisa
epifania: si procura una videocamera e si reca sui luoghi dove
avvengono cruenti fatti di cronaca per immortalarne le immagini,
per poi venderle ad un’emittente televisiva per realizzare dei
servizi esclusivi- ricavandoci del denaro, ovviamente. La qualità
delle immagini e i loro contenuti catturano l’attenzione di Nina,
direttrice di un network locale, che decide di sfruttare
l’occasione per rilanciare anche la sua carriera. Man mano che la
rapida ascesa si incrementa, Lou diventa sempre più spietato, fino
a spingersi ad un estremo punto di non ritorno quando, per cercare
di avere un servizio in esclusiva e in anteprima su tutti, si
spinge ad interferire con le indagini della polizia e con l’arresto
di due pericolosi sospettati.
Lo sciacallo – Nightcrawler, il film
Gilroy dimostra di padroneggiare
alla perfezione il genere thriller, creando suspense attraverso
l’uso delle inquadrature e del montaggio, utilizzato in modo tale
da dare il ritmo giusto allo sviluppo narrativo. Ma Lo
sciacallo – Nightcrawler non si può contenere in un
unico genere, vincolato da rigidi codici audiovisivi: la pellicola
oscilla vertiginosamente, assumendo le fattezze di una psichedelica
ed adrenalinica corsa in auto per le strade di Los Angeles. Come un
novello Travis Bickle in Taxi Driver,
anche qui un disturbante
Gyllenhaal – tornato ai fasti inquietanti di
Donnie Darko, ghigno bieco e diabolico
incluso- si cala con mimetica perfezione nei panni di Lou, un
personaggio apparentemente disturbato e disturbante, che però ci
conduce verso una riflessione più torbida: il ragazzo, in fondo, è
il frutto dell’ambiente in cui vive, un arrampicatore sociale
pronto a tutto pur di compiere la sua inesorabile scalata,
realizzando i suoi sogni e le sue ambizioni.
E il mondo spregiudicato
dei Network televisivi, a caccia di notizie sempre più
sensazionali, di scoop live ed esclusivi avvalendosi perfino
dell’aiuto degli stessi utenti/ telespettatori- fenomeno noto come
citizen journalism – gli stendono il tappeto rosso e gli
spalancano la porta d’ingresso verso il dorato mondo della
comunicazione di massa. Ma tutto questo, a che prezzo? Forse il fio
da pagare è troppo caro, perché Lou sembra ormai una sorta di
automa distaccato, cinico ed egoista, un inquietante sciacallo
assetato di notizie e di sangue fresco.
Con Lo sciacallo –
Nightcrawler Gilroy mette in scena il mondo della stampa
deformandolo attraverso una lente, mostrandone- fino all’eccesso-
gli spietati istinti che spingono i network ad essere più
interessati agli ascolti che ad una questione deontologica: il
confine tra bene e male sposta pericolosamente il suo baricentro e
il risultato è che spesso vengono premiati coloro che,
sovvertendolo , non sono altro che il frutto malsano del nostro
branco chiamato società.
Cresce l’attesa per i nuovi episodi
di Brooklyn Nine-Nine, la nuova
serie televisiva comedy giunta alla seconda stagione e trasmessa
dal network americano della Fox.
Brooklyn
Nine-Nine, dove l’attrazione
che Jake ed Amy hanno
cercato di ignorare ritornerà a galla nel momento meno opportuno,
ovvero in un weekend romantico con i rispettivi
compagni, Teddy e Sophia.
Brooklyn
Nine-Nine è una serie
televisiva statunitense che va in onda dal 17
settembre 2013 sul canale Fox e che nella sua
prima stagione ha vinto il Golden Globe come miglor serie
comica. Il 7 marzo 2014 viene rinnovata per una seconda stagione,
che viene trasmessa dal 28 settembre 2014.
Un giovane e brillante detective
dell’NYPD, tuttavia poco incline a rispettare le regole, è alle
prese con diversi casi polizieschi sotto la guida del nuovo e
severo Capitano Holt. Fanno parte della squadra investigativa del
dipartimento anche i detective Amy Santiago, Rosa Diaz, Charles
Boyle, e il sergente Terry Jeffors.
Cresce l’attesa per i nuovi episodi
di Grey’s Anatomy 11, l’attesissimo
undicesimo ciclo di puntate della serie televisiva di enorme
successo trasmessa dal network americano della ABC.
Grey’s
Anatomy, dove l’episodio che andrà in onda l’undici
novembre è assolutamente imperdibile,
dato Amelia, l’abuso di sostanze
stupefacenti e la ricaduta che ha avuto mentre partecipava allo
show Private
Practice diventeranno materiale scottante di
discussione al Grey Sloan Memorial.
Grey’s
Anatomy è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2005. È
un medical drama incentrato sulla vita della
dottoressa Meredith Grey,
una tirocinante di chirurgia nell’immaginario
Seattle Grace Hospital di Seattle. Il titolo di Grey’s
Anatomy gioca sull’omofonia fra il cognome della
protagonista, Meredith Grey, ed Henry Gray, autore del celebre
manuale medico di anatomia Gray’s
Anatomy (Anatomia del Gray). Seattle Grace è invece
il nome dell’ospedale nel quale si svolge la serie. I titoli dei
singoli episodi sono invece anche i titoli di una o
più canzoni.
Inizialmente partita come una serie
in midseason, Grey’s Anatomy ha ben
presto attratto pubblico, ricevendo anche numerosi premi e
riconoscimenti nel corso degli anni. Insieme a Desperate
Housewives e Lost, è considerata una
delle serie TV che hanno riportato al successo ilnetwork
televisivo statunitense ABC. Nel 2007 ha
generato uno spin-off, Private Practice, di cui è
protagonista Kate Walsh nel ruolo diAddison Montgomery.
Un adattamento della serie in versione soap opera,
intitolato A Corazón Abierto, è andato in onda
in Colombia dal 26 maggio 2010.
La serie è trasmessa in prima
visione assoluta negli Stati Uniti da ABC. In lingua
italiana la serie viene trasmessa in Italia in prima
visione dal canale satellitare Fox Life, e in
chiaro da Italia 1 (fino alla settima stagione) e
da LA7 (dall’ottava stagione); in Svizzera è
invece trasmessa daRSI LA1.
Cresce l’attesa per l’arrivo
di Glee 6, l’attesissimo sesto e
ultimo ciclo di puntate della serie televisiva di enorme successo
trasmessa dal network americano della Fox.
In Glee
6, Rachel accetterà il
lavoro che una volta era di Mr.
Schue, uno dei suoi ex la raggiungerà, la speranza
non è perduta del tutto
tra Blaine e Kurt e
nel terzo
episodio Brittany e Santana si
fidanzeranno e questo ci fa ben sperare in un matrimonio.
Glee è
una serie televisiva musicale statunitense, prodotta
e trasmessa negli Stati Uniti da Fox.
Lo show si concentra sulle
Nuove Direzioni, il glee club del liceo William McKinley, e sui
suoi studenti, i quali competono contro cori rivali facendo intanto
i conti con problemi adolescenziali e sociali, vivendo i loro primi
amori e la loro sessualità, imparando pian piano a diventare una
squadra compatta e unita. Gli iniziali dodici membri del cast
principale erano il neo-direttore del club e insegnante di
spagnolo Will Schuester (Matthew Morrison), la coach
delle cheerleader della scuola Sue Sylvester (Jane
Lynch), la psicologa scolastica Emma Pillsbury (Jayma
Mays), la moglie di Will Terri (Jessalyn Gilsig), e otto
membri del club, interpretati da Dianna Agron, Chris
Colfer, Kevin McHale, Lea Michele, Cory
Monteith, Amber Riley, Mark Salling, e Jenna
Ushkowitz. Nelle stagioni successive, il cast principale si è
allargato arrivando talvolta a quattordici o quindici membri.
La serie è stata
creata da Ryan Murphy, Brad Falchuk, e Ian Brennan,
il quale aveva inizialmente sviluppato l’idea
di Glee come un film. I tre hanno scritto tutti
gli episodi delle prime due stagioni, sia Murphy che Falchuk hanno
inizialmente diretto alcune puntate dello show. L’episodio pilota
fu trasmesso in America il 19 maggio 2009, e la prima
stagione iniziò ufficialmente il 9 settembre 2009, terminando
l’8 giugno 2010. Le successive stagioni hanno tutte seguito lo
stesso schema, iniziando a settembre e terminando a giugno; la
quinta stagione è iniziata negli USA il 26 settembre 2013, e una
sesta stagione è già stata annunciata.. In Italia, l’episodio
pilota è stato trasmesso in anteprima su Fox il 25
dicembre 2009. La prima stagione è iniziata il 21 gennaio 2010 e
terminata il 30 ottobre dello stesso anno. La seconda stagione è
iniziata il 2 dicembre 2010, e a partire dall’undicesimo episodio
(in onda negli USA il 6 febbraio e in Italia il 14), gli episodi
vengono trasmessi a distanza di 48 ore in versione originale
sottotitolata e la settimana seguente doppiati in italiano. A
partire dalla quinta stagione, lo show va in onda su Sky
Uno, con gli episodi sottotitolati trasmessi a meno di 24 ore di
distanza dalla messa in onda in America, e quelli doppiati in onda
12 giorni dopo.
Cresce l’attesa per i nuovi episodi
di The Vampire Diaries 6,
l’attesissimo sesto ciclo di puntate della serie televisiva di
successo trasmessa dal network americano della The
CW.
In The Vampire Diaries
6 rivedremo due volti familiari molto presto e
nel flashback che ci riporterà negli
anni Novanta vedremo Damon flirtare
con una giovanissima Liz Forbes e
finalmente scopriremo qualcosa sul misterioso passato
di Sarah.
The Vampire
Diaries è una serie
televisiva statunitense di genere
fantasy creata da Kevin Williamson e Julie
Plec, che ha debuttato il 10 settembre 2009 sul
network The CW. È basata sull’omonima serie di libri
di Lisa Jane Smith, dal titolo italiano Il diario del
vampiro.
La protagonista
è Elena Gilbert, una normale ragazza adolescente che vive
a Mystic Falls, in Virginia. La sua vita viene sconvolta
quando scopre che il suo ragazzo, Stefan Salvatore, è
un vampiro, e che è stata adottata. Stefan si accorge che
Elena è identica alla prima donna della sua vita, la vampira che
trasformò lui e suo fratello Damon
Salvatore nel 1864: Katherine Pierce. I due fratelli
si innamorano anche di Elena ed entrano a far parte della sua vita.
Il loro scopo è proteggerla dal
vampiro Originale Klaus e da altre forze che
ambiscono al pieno controllo della ragazza, che si è rivelata
essere una delle doppelgänger di Amara. Gli amici di
Elena vengono spesso coinvolti nelle situazioni soprannaturali e
combattono per vivere serenamente a Mystic Falls, un luogo
costantemente tormentato dal proprio passato.
La serie ha
ricevuto un’ottima accoglienza da parte del pubblico, vincendo
quattro People’s Choice Awards, uno nel 2010, uno
nel 2012 e due nel 2014, e venticinque Teen
Choice Awards, sette nel 2010, cinque nel 2011, sei
nel 2012, tre nel 2013 e quattro nel 2014.
E ‘ufficiale: Christian
Bale interpreterà Steve
Jobs nel prossimo film biografico basato sul romanzo
di Walter Isaacson e diretto da Danny
Boyle. La pellicola si baserà su una sceneggiatura scritta
dall’acclamato sceneggiatore Aaron Sorkin.
Quest’ultimo ha così commentato l’annuncio:
“Avevamo bisogno del miglior
attore sulla carta e ora abbiamo Chris Bale. Lui non ha dovuto
fare un’audizione. E’ bastato un incontro.”
Dunque Bale
interpreterà il ruolo scritto dallo sceneggiatore di The
Social Network, noto per i suoi dialoghi veloci e ben scritto.
L’attore era stato inizialmente corteggiato per la parte poi andata
a Leonardo DiCaprio che però ha recentemente rinunciato per
dedicarsi a The Revenant. David Fincher invece è stato accreditato
come regista per molto tempo, poi a sorpresa ha rinunciato al film
ed è stato ingaggiato il regista Danny Boyle per sostituirlo.
Steven Paul Jobs, noto
semplicemente come Steve
Jobs (San Francisco, 24
febbraio 1955 – Palo Alto, 5
ottobre 2011), è stato un imprenditore eproduttore
cinematografico statunitense.
Fondatore di Apple Inc., ne è
stato amministratore delegato fino al 24 agosto 2011,
quando si è dimesso per motivi di salute (assumendo la
carica di Presidente del consiglio di amministrazione). Ha fondato
anche la società NeXT Computer. È stato inoltre amministratore
delegato di Pixar Animation Studios prima dell’acquisto
da parte della Walt Disney Company, della quale era inoltre
membro del consiglio di amministrazione oltre che maggior
azionista.
È noto per aver introdotto al
grande pubblico il primo personal computer con il mouse (Apple
Lisa) e per prodotti di successo come Macintosh, iMac, iPod,iPhone
e iPad. È stato tra i primi a intuire la potenzialità del mouse e
dell’interfaccia a icone presenti sullo Xerox Star ideando il
Macintosh. Jobs venne classificato primo tra i 25 uomini d’affari
più potenti per il 2007 da Fortune e
persona dell’anno 2010 dal Financial Times.
In Sala Sinopoli alle ore
19.30 verrà presentato in prima
mondiale Biagio di Pasquale
Scimeca, autore e produttore tra i più coerenti del cinema
indipendente italiano. Con i suoi film, tra cui Il giorno
di San Sebastiano,Placido Rizotto, Carlo
Giuliani, Ragazzo, Il cavaliere
sole e I Malavoglia ha partecipato ai
più importanti festival internazionali di cinema, da Venezia a
Toronto, da Londra a Locarno, vincendo numerosi premi. Il suo nuovo
lavoro narra la storia vera di Biagio, che lascia Palermo e inizia
a condurre una vita da eremita. Tornato in città, inizia un nuovo
cammino fondando la “Missione di speranza e carità”: attorno a lui
cresce la solidarietà e la Missione diventa sempre più
importante.
Alle ore 20, in Sala Petrassi, sarà
la volta di Index Zero di
Lorenzo Sportiello, regista molto attivo nel mondo dei videoclip e
della pubblicità, autore della prima web serie
italiana, Wannabe a Filmmaker. Dopo aver diretto
diversi cortometraggi, presentati ai principali festival
internazionali, firma il suo lungometraggio
d’esordio, Index Zero, una storia di “fantascienza
umanista” che fa incontrare Puglia e Repubblica Ceca, proiettando
nel futuro le attuali politiche legate alla sostenibilità delle
economie e della crescita demografica: nel 2035, un uomo e una
donna sono catturati dalla polizia mentre cercano di entrare
illegalmente negli Stati Uniti d’Europa, per dare un futuro al
figlio che aspettano. I due sono separati con la forza perché la
donna incinta è considerata “non sostenibile” e deve essere
espulsa.
L’attore statunitense
Jake Gillenhall – che si è fatto conoscere dalle
platee di tutto il mondo grazie alle sue interpretazioni
in Donnie Darko, I segreti di Brokeback
Mountain, The Day After Tomorrow – L’alba del giorno
dopo– è il protagonista
di Nightcrawler, nel ruolo di un
giornalista freelance in cerca di uno scoop nelle notti di Los
Angeles. La pellicola – che sarà proiettata alle ore 22.00 presso
la Sala Petrassi – è l’opera prima di Dan Gilroy, apprezzato
sceneggiatore di alcuni film di successo come Rischio a
due, Real Steel, The Bourne
Legacy. Nel cast del film, Bill Paxton (Apollo
13, Conflitti del cuore, Titanic)
e Rene Russo, ex modella e attrice di film come Gioco a
due, Nel centro del mirino, Virus
letale e Thor.
Il cinema di Bollywood
ritorna al Festival: domani, venerdì 24 ottobre alle ore 21.30, si
terrà l’anteprima di Haider, il
nuovo film di Vishal Bhardwaj, regista, sceneggiatore, produttore,
compositore e cantante indiano famoso per i suoi magistrali e
innovativi adattamenti delle opere di
Shakespeare: Maqbool nel 2003, tratto da
“Macbeth”, e Omkara nel 2006, tratto da
“Otello”, grandi successi di pubblico e critica in patria e
all’estero, costituiscono i primi due capitoli della trilogia che
si chiude con Haider, tratto dall’Amleto.
Il film, che verrà proiettato nella
Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, ospita un
importante cast di star bollywodiane: Shahid Kapoor, vincitore ai
Filmfare Awards, i premi più importanti assegnati dal cinema
indiano, e Tabu, considerata una delle migliori attrici del cinema
Hindi, più volte premiata per le sue interpretazioni con il
prestigioso National Film Award, interprete de Il destino
nel nome presentato al Festival di Roma.
Sul red carpet delle ore 21,
sfileranno Vishal Bhardwaj e Shahid Kapoor, con il corpo di ballo
“BollyMasala Dance Company”, specializzato nella danza del cinema
indiano ‘bollywood’ e diretto da Ambili Abraham, ballerina e
coreografa di Cinematic dance, dal 2000 icona della danza bollywood
in Italia. Il gruppo ballerà sulle note della colonna sonora del
film, già accolto in India con grande successo di pubblico e
critica.
Il Festival Internazionale del Film di
Roma ospita oggi venerdì 24
ottobre, uno dei divi più amati dal
pubblico: Kevin Costner. L’attore premio
Oscar, autore e protagonista del successo planetario Balla
coi lupi, indimenticabile volto del capolavoro di Brian de
Palma The Untouchables – Gli intoccabili e
interprete dei blockbuster Robin Hood – Principe dei
ladri e Guardia del corpo incontrerà
il pubblico del Festival alle ore 16 presso la Sala Sinopoli. A
seguire si terrà la proiezione dell’ultimo film che lo vede
protagonistaBlack and White, firmato dal
regista, attore, sceneggiatore Mike Binder (Una
moglie ideale, Litigi d’amore, Il
diario di Jack). Presentato in collaborazione con la sezione
autonoma e parallela Alice nella città, Black and
White esplora le tensioni provocate dalle differenze
razziali puntando l’obiettivo sulla dolorosa storia familiare
dell’avvocato Elliot Anderson che, con la moglie, ha cresciuto la
nipote di colore Eloise. Rimasto vedovo, dovrà lottare con Rowena,
nonna della bambina, per ottenere la custodia legale. Nel cast del
film, al fianco di Kevin Costner, ci sono Octavia Spencer,
vincitrice dell’Oscar® per The Help e
protagonista di Snowpiercer, proiettato a Roma nel
2013, Anthony Mackie (Real Steel, Il quinto
potere, Captain America – Il soldato d’inverno)
e Jennifer Ehle (Le idi di marzo,Contagion, Zero Dark
Thirty). Secondo Screen, in questo film “Kevin Costner offre
una delle sue più convincenti interpretazioni degli ultimi anni”.
L’attore statunitense e il regista saranno sul red carpet alle ore
15.30.
E’ finalmente arrivato nelle sale
italiane il nuovo atteso film Marvel, Guardiani
della galassia di James
Gunn e interpretata da Chris Pratt, Zoe
Saldana, Dave Bautista, con le voci
di Vin Diesel e Bradley
Cooper. Tra le peculiarità più apprezzate di questo
nuovo cinecomics c’è senz’altro la colonna sonora, fatta
di grandi successi del passato, ma anche composta dalla partitura
di Tyler Bates.
1. Morag
2. The Final Battle Begins
3. Plasma Ball
4. Quill’s Big Retreat
5. To the Stars
6. Ronan’s Theme
7. Everyone’s an Idiot
8. What a Bunch of A-Holes
9. Busted
10. The New Meat
11. The Destroyer
12. Sanctuary
13. The Kyln Escape
14. Don’t Mess With My Walkman
15. The Great Companion
16. The Road to Knowhere
17. The Collector
18. Ronan’s Arrival
19. The Pod Chase
20. Sacrifice
21. We All Got Dead People
22. The Ballad of the Nova Corps. (Instrumental)
23. Groot Spores
24. Guardians United
25. The Big Blast
26. Groot Cocoon
27. Black Tears
28. Citizens Unite
29. A Nova Upgrade
Trama: L’audace esploratore Peter
Quill è inseguito dai cacciatori di taglie per aver rubato una
misteriosa sfera ambita da Ronan, un essere malvagio la cui
sfrenata ambizione minaccia l’intero universo. Per sfuggire
all’ostinato Ronan, Quill è costretto a una scomoda alleanza con
quattro improbabili personaggi: Rocket, un procione armato; Groot,
un umanoide dalle sembianze di un albero; la letale ed enigmatica
Gamora e il vendicativo Drax il Distruttore. Ma quando Quill scopre
il vero potere della sfera e la minaccia che costituisce per il
cosmo, farà di tutto per guidare questa squadra improvvisata in
un’ultima, disperata battaglia per salvare il destino della
galassia.
Si intitola Thanks for the
Memories, Grimm 4×01, la prima
puntata dell’attesissimo quarto ciclo di episodi della serie
televisiva di successo Grimm, trasmessa dal network americano
della NBC.
Grimm è una serie
televisivastatunitense trasmessa dal 28
ottobre 2011 sul
canale NBC. In Italia viene invece trasmessa in prima visione a
partire dal 2 luglio 2012 sul canale paySteel e successivamente da Premium
Action; in
chiaro su Italia
2 a partire dal 10
aprile 2013.
Nick
Burkhardt è un detective della omicidi di Portland con una
particolare abilità: vedere il lato oscuro, le “bestie selvagge”,
che si nascondono nelle persone che lo circondano. La sua vita
cambia improvvisamente dopo l’incontro con sua zia Marie, che gli
rivela di essere l’ultimo discendente di una famiglia di cacciatori
chiamati col nome “Grimm”, che combattono una famiglia di creature
soprannaturali noti come Wesen, per
difendere il genere umano. Dopo aver indagato sul suo passato, Nick
si rende conto di dover seguire il proprio destino.
I Wesen sono quasi sempre uomini bestia tranne rare
e potenti eccezioni e non tutti sono aggressivi nei confronti degli
esseri umani.
Nick Burkhardt (stagione 1-in
corso), interpretato da David Giuntoli, doppiato
da Francesco Venditti.
Il protagonista della serie. Detective della polizia di
Portland fa parte di una famiglia di cacciatori di creature
malvagie chiamati Grimm.
Hank Griffin (stagione 1-in
corso), interpretato da Russell Hornsby, doppiato
da Massimo Bitossi.
È il partner di Nick. Nel corso della prima stagione è
completamente all’oscuro dei poteri e dei compiti del collega, ma
nei primi episodi della seconda stagione apprende quali siano le
capacità di Nick.
Juliette Silverton (stagione
1-in corso), interpretata da Bitsie Tulloch, doppiata
da Francesca Manicone.
È la fidata fidanzata di Nick. Dopo essere caduta in coma alla fine
della prima stagione a causa di un maleficio, viene risvegliata, ma
non ricorda più chi sia Nick; per Juliette lui è un completo
estraneo. Alla fine della seconda stagione, dopo aver riacquistato
la memoria apprenderà anche lei la verità sulle capacità di
Nick.
Monroe (stagione 1-in corso),
interpretato da Silas Weir Mitchell, doppiato da Fabrizio
Vidale.
È un Blutbad (lupo mannaro) che grazie ad una
serie di diete e al pilates è riuscito a controllare la
creatura dentro di lui. Si unirà a Nick per aiutarlo a risolvere i
casi e col tempo diverranno amici.
Capitano Sean Renard (stagione
1-in corso), interpretato da Sasha Roiz, doppiato
da Riccardo Niseem Onorato.
È un ufficiale superiore della polizia di Portland, nonché
discendente di una potente famiglia reale nel mondo delle creature.
Non è bene accetto dalla famiglia di suo padre a causa delle sue
origini (sua madre era una Hexenbiest,
una strega). È un personaggio carismatico ma
ambiguo.
Sergente Drew Wu (stagione 1-in
corso), interpretato da Reggie Lee, doppiato da Guido Di
Naccio.
È un sergente del Portland Police Department, uno stimato
collega di Nick e Hank.
Rosalee Calvert (stagione 1-in
corso), interpretata da Bree Turner, doppiata da Sabrina
Duranti.
È una Fuchsbau che aiuta Nick e Monroe nelle loro
indagini fornendo informazioni utili e rimedi per risolvere i
problemi legati al soprannaturale.
Adalind Schade (stagione 1-in
corso), interpretata da Claire Coffee, doppiata
da Barbara De Bortoli.
È una Hexenbiest che nel corso della prima
stagione lavora per Sean Renard. Dopo l’ingestione del sangue di
Nick, è diventata un normale essere umano. Proprio per vendicarsi
di quanto Nick le ha tolto, ha causato il coma e la successiva
amnesia di Juliette.
Si intitola Nowhere
Man, Haven 5×07, la
settima puntata della quinta stagione della serie
televisiva Haven, che andrà in onda
sul network americano Syfy
In Haven
5×07 Audrey e Nathan si
sono appena ritrovati dopo i terribili avvenimenti che li hanno
tenuti a distanza per lunghissimo tempo, ma la coppia non avrà
tempo per rallegrarsi, dato che un problema dotato di un fortissimo
potere li separerà nuovamente e li costringerà a nuove sfide per
ritrovarsi e riuscire a stare finalmente insieme
Si intitola Non Est
Asylum, la prima puntata della prima stagione della
nuova serie televisiva basata sul noto personaggio della Vertigo/DC
Comics e trasmessa dal network americano della NBC.
http://www.youtube.com/watch?v=GRdspFW1O4I
In Constantine
1×01 conosceremo il cacciatore di demoni e maestro
dell’occulto John Constantine, che possiede
un potere oscuro che utilizza per combattere contro il male,
sebbene la sua anima appartenga all’inferno; dopo essersi ritirato
dalla lotta ai malvagi, si ritrova a dover rientrare in azione
quando la figlia di un vecchio amico finisce nel mirino di potenti
entità sovrannaturali.
Mentre la
prima stagione continua la sua programmazione arriva oggi la
conferma di una new entry nel cast di Gotham, la serie trasmessa da
FOX e basata sull’universo DC Comice. Si tratta
dell’attrice Morena Baccarin che interpreterà la
dottoressa Leslie Thompkins.
TVLine ha confermato
dell’arruolamento dell’attrice per i prossimi episodi
di Gotham:
vedremo Morena Baccarin infatti nella
serie nei primi mesi del 2015 nei panni della dottoressa Thompkins,
un medico di talento e dedicato che era un’amica dei defunti Thomas
e Martha Wayne.
La Thompkins è determinata a usare
le sue abilità per aiutare Gotham e più
bisognosi, il che significa lavorare presso l’Arkham
Asylum, la struttura psichiatrica giudiziaria; in aggiunta
alle sue competenze mediche, la sua freddezza quando è sotto
pressione le serve per resistere all’attrazione che prova verso
James Gordon (Ben McKenzie) e nelle situazione di
pericolo.
Il regista Brad
Anderson è arrivato a Roma per parlare del suo ultimo
film Stonehearts Asylum , presentato nella
categoria Mondo Genere al Festival di Roma
2014. Non solo stampa, domani il regista de L’Uomo
senza sonno e Session 9 incontrerà il pubblico.
Stonehearts Asylum è
ispirato liberamente da una racconto breve di Edgar Allan Poe, come
mai la scelta di questa novella poco
conosciuta?“Il racconto si intitola Il
Sistema del Dottor Catrame e del Professor Piuma, e lo
sceneggiatore Joe Gangemi aveva scritto questo
copione circa 15 anni fa ed è da allora che cerca di portare alla
luce questo progetto. Diversi registi si sono dimostrati
interessati e anche diversi attori, come Johnny
Depp e Natalie Portman in una certa fase
del progetto erano stati coinvolti come protagonisti ma ogni
volta non se ne faceva nulla. Ho deciso quindi di farlo io perchè
appena ho letto la sceneggiatura me ne sono immediatamente
innamorato, sia dei personaggi che della storia d’amore in se,
oltre che delle diverse chiavi di lettura che si potevano
applicare. C’erano già diversi di film basati su storie di Poe ma
erano cose datate anni ’60 e ’70, come i film di Vincent Price.
Quindi ho pensato che questo era il giusto mondo per far tornare a
splendere l’intelligenza dei racconti di Poe e, per presentarlo ad
un pubblico più ampio, ho preferito scegliere questo racconto poco
conosciuto, piuttosto che magari Il Corvo. E’ stato un lungo
processo di realizzazione del film, ma una volta che mi sono unito
al progetto e abbiamo scritturato questo fantastico cast, sono
arrivati i finanziamenti.”
Un cast straordinario che comprende Jim Sturgess, Kate
Beckinsale, Ben Kingsley, Michael Caine e David Thewlis tra gli
altri: era il cast che voleva?“Assolutamente
si, sono stato da subito molto soddisfatto del cast. In ogni film
ci sono quegli attori che magari vorresti ma non sono disponibili,
o non gli vengono offerti abbastanza soldi, io invece non potevo
chiedere per un cast migliore! Avevo Kate Beckinsale, Jim
Sturgess e Michael Caine, mio dio! Ho
avuto la possibilità di lavorare con una leggenda del genere e
metterlo a confronto sullo schermo con Ben
Kingsley. Loro non avevano mai lavorato insieme, se non in
un film degli anni 80 in cui interpretavano Sherlock Holmes e
Watson. Quindi è stato fantastico poterli riunire sul set dopo
tanti anni. Inizialmente Kingsley doveva interpretare il
personaggio del Dottor Salt, e Michael Caine del Dottor Lamb. Ma
alla fine abbiamo cambiato direzione perchè Ben rispecchiava alla
grande il personaggio di Silas Lamb nel film.”
Non è la prima volta che
inscena un suo film in un manicomio, era già successo in Session 9,
quali sono le differenze?“Abbiamo portato gli
elementi che più ci piacevano della storia di Poe, come il
tono della storia e la trama con il suo colpo di scena più
significativo, ma poi è stata opera di Joe Gangemi
di inserire e creare personaggi ed elementi che più lo
affascinavano. Quando stavamo finendo di preparare il film ed
eravamo pronti a girare io e Joe abbiamo cercato di accentuare
ancora di più la sensibilità di Poe nel film. Invece
Session 9, il mio altro film ambientato in un
manicomio, era chiaramente una storia più indirizzata verso
l’horror, mentre questa secondo me è più una storia d’amore. Ci
sono certamente diversi elementi horror ma la cosa bella, che mi
aveva affascinato anche solo alla lettura della sceneggiatura, era
il finale inaspettato e che ti porta a chiedere ‘Cos’è
veramente l’insanità mentale?‘.”
Il film è prodotto tra
gli altri da Avi Lerner, storico produttore dei film di Stallone,
come è stato lavorare con lui?“La
Millenium Entertainement ha prodotto questo film e
loro sono abituati a fare grandi film d’azione, con grandi budget e
cast, come I Mercenari, mentre con questo film si sono un po’
staccati dal loro campo sicuro. Ho apprezzato molto il loro
coinvolgimento perchè hanno investito in tempo e cura e attenzioni
in questo film più piccolo, tanto quanto fanno con i grandi film
che producono. Ma Avi e gli altri produttori sono stati molto
collaborativi e abbiamo girato questo film in Bulgaria, dove hanno
diversi sound stage e girano la maggior parte dei loro film. Allo
stesso tempo è stata un po’ una sfida perché dovevamo ricreare un
ambientazione vittoriana tipicamente inglese in un paesaggio
post-sovietico. Quindi sia trovare le location che la giusta
fotografia è stato un po’ complicato ma avevamo una grande
produzione alle nostre spalle, quindi è filato tutto liscio.”
Ci sono diverse
similitudini nei tuoi film, oltre che in Session 9, perché alla
fine ognuno dei protagonisti non è del tutto positivo e ha sempre
qualcosa da nascondere della propria natura, come succedeva anche
ne L’Uomo Senza Sonno, quindi qual’è la visione dei tuoi
personaggi?“Penso che in molti dei miei film,
Session 9, L’Uomo Senza Sonno,
Transsiberian, i protagonisti convivono spesso con
una grande verità che non hanno ancora scoperto. Ad esempio ne
L’Uomo Senza Sonno, il personaggio di
Christian Bale per sbaglio investe un ragazzo, e
noi lo scopriamo alla fine del film, ma lui rifiuta la verità e
solo quando ha quell’orribile epifania che realizza ed è desideroso
di pagare il prezzo di ciò che ha fatto. Stessa cosa in
Session 9, c’è un personaggio che, noi scopriremo
alla fine, ha ucciso tutta la sua famiglia, ma ancora cerca di
sovvertire la verità. E infine in questo film, molti dei personaggi
vivono in modo molto veritiero ciò che pretendono di essere. Ad
esempio Ben Kingsley, quando lo vediamo all’inizio
nei panni del Dottor Lamb è tutto ben educato e crede nel suo
essere, mentre verso la fine scopriamo che il suo essere è ben
diverso. Molti dei mie personaggi vivono quindi in modo molto
convinto la loro natura, per poi arrivare al punto di catarsi e
rivelarsi per ciò che sono realmente e sono pronti a pagare il
prezzo delle loro azioni. Mi piacciono molto questo tipo di
personaggi perchè aiutano anche a portare avanti la storia fino
alla fine rivelatoria, ed è significativo che uno dei mie film
preferiti sia A Venezia…Un Dicembre Rosso
Shocking di Nicolas Roeg con
l’orribile rivelazione finale, perché penso che questo abbia molto
influenzato la mia formazione.”
Brad Anderson, anche se
è considerato un regista dei film dell’orrore, continua all’interno
del suo cinema a cambiare di volta volta, non essere
identificabile in nessuna categoria produttiva può essere un
rischio?“Si, faccio film e scelgo storie e
sceneggiature che in quel momento della mia vita mi interessano e
affascinano e se l’idea di realizzarne un film mi entusiasma. Da
regista non voglio ripetermi, mi piace avere nuove sfide, e
raccontare sempre cose nuove, e nuove avventure in termini di
realizzazione ed è questo che mi diverte come regista. E’ saggio
dal punto di vista della mia carriera? Forse no, ma io voglio
realizzare film che mi soddisfino creativamente perché passerò due
anni della mia vita a farli e quindi devo essere appassionato del
progetto, non lo faccio come passatempo. Ho iniziato, e ancora
sono, un regista indipendente, quindi scelgo solo ciò che mi
interessa. Ad esempio il mio nuovo progetto è una storia d’amore
ambientata nel diciottesimo secolo in Perù su la prima donna che ha
navigato il Rio delle Amazzoni, una storia d’amore storica che non
assomiglia a nulla di ciò che ho fatto in precedenza, ma è basato
su The Mapmaker’s Wife che è un libro che mi
è piaciuto tantissimo ed è una avventura drammatica ed esotica
secondo me molto divertente da girare. Ogni film è la mia piccola
avventura.”
Oltre che film, si è
cimentato anche nella regia di serie televisive prima che
diventasse più comune tra i registi e gli attori di cinema passare
alla televisione, cosa preferisce
fare?“Sicuramente la direzione che sta
prendendo la tv è affascinante, e per un regista è allettante
riuscire ad esprimersi in 5-6 episodi piuttosto che in un film di
due ore, come ad esempio con True Detective. E
anche scegliendo certi network piuttosto che altri c’è più libertà
creativa. Ma con i film si ha un esperienza visiva diversa, c’è un
inizio e c’è una fine. Breaking Bad è fantastica,
ma devi guardare non si sa quante stagioni per entrare in contatto
veramente con la storia. E penso che non c’è nulla come
l’esperienza di sedersi in un cinema, al buio, e avere questa
drammatica esperienza completa dall’inizio alla fine, invece che
guardare qualcosa a casa, con il telefono che squilla, i bambini
che interrompono, insomma è più difficile immergersi veramente ed
essere trasportati all’interno della storia secondo me.”
L’uscita del trailer non ha fatto
altro che aumentare l’attesa per l’uscita di Avengers
Age of Ultron di Joss Whedon e
mentre finalmente l’altro film Marvel,
Guardiani della Galassia è uscito anche
in Italia, oggi l’attore James Spander che nel film sui Vendicatori
interpreta il cattivo Ultron ha parlato proprio del suo
ruolo:
“C’è un aspetto umoristico in
lui, che è qualcosa di cui parlammo molto nella prima conversazione
che ho avuto con Joss [Whedon]. In molti modi lui è un bambino,
questo personaggio, perché è un essere nuovo di zecca che è appena
venuto alla luce. Eppure, attraverso l’intelligenza artificiale, ha
un’incredibile capacità e un’incredibile conoscenza. Per questo lui
è molto potente, è come un bambino intelligente.”
Vi ricordiamo che nel
cast Avengers Age
of Ultron sono presenti Robert
Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett
Johansson, Cobie Smulders, Jeremy Renner, Aaron Taylor-Johnson,
Elizabeth Olsen oltre a Paul Bettany,
Samuel L. Jackson e James
Spader. Il terzo capitolo del franchise di Avengers è
scritto e diretto, come sempre, da Joss
Whedon. Le riprese hanno avuto luogo inizialmente agli
Shepperton Studios (Surrey,Inghilterra), ma in seguito sono state
effettute delle riprese aggiuntive in Italia, Korea e in varie
parti dell’Inghilterra.
L’uscita del film nelle sale
cinematografiche è
prevista per il primo maggio 2015.
Sono stati presentati questa
mattina alla stampa Stonehearst
Asylum di Brad Anderson e
La foresta di Ghiaccio di Claudio
Noce. Ecco il nostro commento a caldo dei due titoli più
importanti di oggi.
Nel caso non vedeste il video da mobile CLICCATE QUI
[nggallery id=1123]
La foresta di
ghiaccio è l’opera seconda di Claudio Noce, regista di
numerosi cortometraggi fra i quali Aria, vincitore
del David di Donatello, del Nastro d’Argento e dell’European Film
Award a Venezia, e autore del lungometraggio Good Morning,
Aman, che gli vale (sempre a Venezia) il premio FICE come
miglior autore esordiente. Il nuovo film di Noce, presentato a Roma
in prima mondiale nella linea di programma Cinema d’Oggi, racconta
come dietro l’apparente serenità di un piccolo paese alpino si
nasconda una rete di torbidi misteri. Nel cast, Emir Kusturica,
Ksenia Rappoport, Adriano Giannini, Domenico Diele, Maria Roveran.
Sul red carpet delle ore 19, il regista con Ksenia Rappoport,
Adriano Giannini, Domenico Diele.
Settimo giorno al Festival di Roma
2014 e tra gli ospiti fotografati ci
sono Geraldine Chaplin, Kseniya Rappoport, Adriano
Giannini e molti altri. Ecco tutte le foto:
[nggallery id=1123]
La foresta di
ghiaccio è l’opera seconda di Claudio Noce, regista di
numerosi cortometraggi fra i quali Aria, vincitore
del David di Donatello, del Nastro d’Argento e dell’European Film
Award a Venezia, e autore del lungometraggio Good Morning,
Aman, che gli vale (sempre a Venezia) il premio FICE come
miglior autore esordiente. Il nuovo film di Noce, presentato a Roma
in prima mondiale nella linea di programma Cinema d’Oggi, racconta
come dietro l’apparente serenità di un piccolo paese alpino si
nasconda una rete di torbidi misteri. Nel cast, Emir Kusturica,
Ksenia Rappoport, Adriano Giannini, Domenico Diele, Maria Roveran.
Sul red carpet delle ore 19, il regista con Ksenia Rappoport,
Adriano Giannini, Domenico Diele.
Alla conferenza stampa del film
La Foresta di Ghiaccio erano presenti il
regista Claudio Noce, gli attori Ksenia
Rappoport, Domenico Diele e Adriano Giannini, insieme al
delegato di produzione Rai Cinema e ai produttori Andrea
Paris e Matteo Rovere per Ascent
Film.
La prima domanda che è stata
rivolta al regista riguarda lo sviluppo narrativo del film, che
vede alcune linee narrative messe in risalto e altre che si perdono
nel corso dello sviluppo diegetico, a parte il fil rouge
della vendetta personale. Secondo Noce, proprio il fatto di
cimentarsi con con le regole fisse del genere- in questo caso il
noir con i suoi meccanismi narrativi- non svincolano però l’autore/
regista dall’analisi introspettiva dei personaggi e delle loro
emozioni.
Noce ha evidenziato il ruolo
fondamentale dell’impervio paesaggio alpino nell’economia del
discorso narrativo, sottolineando le evidenti difficoltà che hanno
reso questo progetto simile ad una sfida, ma anche l’opportunità di
usarle a loro vantaggio, soprattutto da parte degli attori per
calarsi al meglio nei loro personaggi.
Giannini, parlando del suo
personaggio- il contabile Lorenzo- ha messo subito in chiaro che
Noce, mentre lo scriveva, pensava proprio a lui: così, quando un
anno e mezzo dopo gli ha consegnato lo script definitivo, ha
cominciato subito a lavorarci sopra per cercare di renderlo più
credibile, togliendosi quell’aria da “bello dei Parioli” per
sembrare sempre di più un abitante di quei luoghi, e senza dubbio
le condizioni climatiche e i costumi lo hanno aiutato a calarsi
nella parte nel migliore dei modi.
Di un parere
simile è anche l’altro interprete, Diele, che nel film è Pietro:
visto che il suo personaggio è nato nei Balcani per poi essere
adottato da una famiglia italiana, l’attore aveva parecchio
materiale a proposito della sua backstory sul quale lavorare;
infatti, ha cercato di lavorare a lungo anche sul linguaggio e sul
trucco, evidenziato dei difetti fisici che erano più in linea col
suo personaggio- un dente sbeccato, per esempio.
La Rappoport, abituata alle
impervie condizioni della sua Russia, ha ribadito e confermato
l’opinione dei suoi colleghi uomini, e ha aggiunto che il suo
personaggio era- in sceneggiatura- il più misterioso, quello con
una backstory meno definita e più ambigua: lavorarci sopra, creando
quindi da zero una personalità complessa al ruolo di Lana, è stata
la sfida più difficile. Per costruirsi il personaggio si è ispirata
alla raffigurazione dell’orso nelle fiabe russe: un animale
spaventoso fuori, ma pronto ad intervenire e a salvare gli altri
dai guai. Un’anima buona, in fondo.
Un’ultima domanda ha riguardato,
ovviamente, la presenza del regista Emir Kusturica
qui nella veste d’attore: Noce all’inizio confessa di essersi
trovato in imbarazzo all’idea di dirigere un cineasta premiatissimo
ed unico come lui, ma quest’ultimo si è dimostrato umano,
propositivo e coinvolto dal progetto, superando un’iniziale
diffidenza che si è poi subito trasformata in fiducia e curiosità.
Semmai, la difficoltà è stata quella di contenere la sua
istintività sul set, cosa che spesso lo portava ad improvvisare
mutando un po’ il punto di vista del regista su alcune scene.
Luis Ortega arriva
al Festival di Roma 2014 a presentare in Cinema d’Oggi
Lulu, film che racconta le avventure di
Lucas e Ludmila, due ragazzi innamorati che vivono in strada. Si
muovono attraverso la città come in un parco giochi. Lucas lavora
con un amico che raccoglie esche dalle macellerie. Nel suo tempo
libero commette reati e spara con la sua pistola sui monumenti
della città. Ludmila è sulla sedia a rotelle con un proiettile
vicino alla sua colonna vertebrale, non sappiamo come il proiettile
sia finito lì, ma immaginiamo che uno degli scherzi di Lucas sia
finito male. Non troppo male, dal momento che la ragazza sta bene
anche se continua ad utilizzare la sedia a rotelle pur non avendone
la necessità.
Il titolo del film è
l’unione dei due nomi dei protagonisti Lu – dmila e Lu – cas, Lulu,
giovani con cui dovremmo simpatizzare ma che le circostanze, i
fatti e i loro stessi atteggiamenti ci rendono davvero
insopportabili.
Ortega realizza una rappresentazione
raccogliticcia, approssimativa, per una coppia che non desta la
minima simpatia. Forse l’intento era quello di rappresentare una
realtà, fotografata nel suo svolgersi, ma il risultato è davvero
qualcosa di troppo poco interessante per raccontarci una storia che
il pubblico possa apprezzare.
Il film potrebbe anche rappresentare
un’indagine su un determinato tipo di essere umano, su un modo di
affrontare la vita, una filosofia dell’esistenza che si basa
sull’incapacità di concepire la violenza come una qualcosa di
negativo e sulla rappresentazione di un amore estremo eppure
infantile, quell’amore totale che provano i bambini, così come in
fondo sembrano bambini che giocano a fare gli adulti i nostri due
protagonisti.