Lucky
Red ha diffuso il trailer italiano ufficiale
di Borg
McEnroe, biopic che racconta i 14 incontri nei
quali i due tennisti Bjorn
Borg e John McEnroe si
sono confrontati sul campo. I due sportivi saranno interpretati
da Sverrir Gudnason (Borg)
e Shia Labeouf (McEnroe).
Presentato all’interno della
selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2017,
Borg McEnroe, diretto da Janus
Metz, racconta la storica rivalità tra due grandi campioni
di tennis: John Patrick McEnroe e Bjorn
Borg. Il film segue la carriera dei due campioni fino alla
famosa finale di Wimbledon 1980.
Il regista Janus
Metz tratteggia le figure dei grandi tennisti, rivelando
anche due grandi personalità, senza seguire una struttura
schematica ma passando dal presente al passato in maniera coerente
e fluida servendosi anche dell’ausilio delle didascalie che aiutano
a collocare meglio la scena nel tempo. Borg e McEnroe vengono
ritratti in modo bilanciato nonostante il fatto che si stia
parlando di un campione affermato, da una parte, e di un tennista
in ascesa che mira a rovesciare dal trono il campione in carica,
dall’altra. Nel film è presente anche materiale di repertorio che
riguarda i due atleti, filmati utilizzati in apertura a introdurre
il racconto.
Borg McEnroe, il film
Con scopi e intenti ben diversi, il
film di Metz è il secondo, nell’arco di poco tempo, quest’anno, a
parlare di tennis e fa coppia con La Battaglia dei
sessi. In quel caso, la sfida tra Billie Jean
King e Bobby Riggs rappresenta un passo
decisivo verso la parità di trattamento tra tennisti uomini e
donne, in questo caso invece si mette “semplicemente” in scena la
rivalità trai due sportivi.
Borg McEnroe, il film
Per quanto riguarda i protagonisti,
nei panni del campione Borg troviamo Sverirr
Gudnason, attore svedese di cinema e televisione noto
soprattutto in patria. Il suo è un personaggio razionale,
calcolatore, metodico che trattiene tutte le emozioni dentro di sé.
In campo è veloce, potente e non manca mai un obiettivo. Il
pubblico lo ama molto e sembra il re indiscusso del tennis.
John Patrick McEnroe è
interpretato invece da Shia LaBeouf, noto per aver preso parte a
Transformers e a Nymphomaniac. LaBeouf incarna un tennista in ascesa, noto
per il suo carattere irascibile e imprevedibile. Non è molto amato
da pubblico per i suoi continui insulti ma sul campo si dimostra
essere come una lama affilata che colpo dopo colpo affonda
l’avversario.
Completano il cast
Stellan Skarsgard, Tuva Novonthy, Ian Blackman, Robert
Emms e Scott Arthur. Skarsgard in
particolare, interpreta l’allenatore e manager di Borg. Il suo
personaggio non solo è fondamentale per la carriera sportiva del
campione, ma lo accompagna anche in ogni altro aspetto della sua
vita. Borg McEnroe, in un susseguirsi di partite,
conferenze, interviste e momenti privati, coniuga la grande
rivalità sportiva, passata alla storia per gli amanti del tennis,
con lo spettacolo senza mai perdere credibilità, tanto che risulta
appassionante e comprensibile anche per chi non conosce i due
campioni oppure non segue il tennis. Lo spettatore è accompagnato
ad appassionarsi alla storia dei due campioni destinati a diventare
leggende.
È stata pubblicata una nuova
anteprima del trailer di Borderlands per
l’adattamento cinematografico del videogioco.
IGN ha rivelato una clip di nove
secondi del film di Borderlands,
che offre ai fan un breve sguardo a
Jack Black nel ruolo di Claptrap,
Cate Blanchett nel ruolo di Lilith,
Kevin Hart nel ruolo di Roland,
Jamie Lee Curtis nel ruolo della dottoressa
Patricia Tannis, Ariana Greenblatt nel ruolo di
Tiny Tina e uno Psycho. Nel video si legge anche che domani uscirà
un trailer completo del film.
Borderlands
è diretto da Eli Roth da una sceneggiatura scritta da Roth e Joe
Crombie. È prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions,
insieme a Erik Feig di Picturestart. Il film sarà prodotto
esecutivamente dal fondatore di Gearbox Randy Pitchford e dal CEO
di Take-Two Interactive Strauss Zelnick. James Myers e Aaron
Edmonds di Lionsgate supervisionano il progetto insieme a Emmy Yu
di Arad e Lucy Kitada e Royce Reeves-Darby di Picturestart.
Chi è il protagonista di
Borderlands?
Borderlands è
interpretato da
Cate Blanchett,
Jamie Lee Curtis,
Kevin Hart,
Jack Black,
Edgar Ramirez, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu,
Haley Bennett, , Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar, Gina
Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron Davis,
Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.
La serie di videogiochi
Borderlands arriverà presto al cinema per
mano della Lionsgate. Ad agosto del 2015, infatti,
lo studio ha annunciato di essere a lavoro su un adattamento
cinematografico con la produzione di Avi Arad
insieme a suo figlio Ari.
La notizia di oggi, riportata
dall’Hollywood Reporter, è che Aaron Berg,
sceneggiatore di G.I. Joe 3, è stato
ingaggiato per scrivere la sceneggiatura del film. L’intento dei
produttori è quello di realizzare un “Mad Max nello Spazio”: quasi
sicuramente, dunque, la produzione punterà al divieto ai
minori.
In attesa di ulteriori dettagli su
Borderlands,
vi sottoponiamo la trama dei giochi come riportata su
Wikipedia:
In un lontano futuro numerose
navi colonizzatrici atterrano su Pandora, un pianeta ai margini
della galassia; i coloni sono alla ricerca di una vita migliore e
sperano di diventare ricchi sfruttando le risorse minerarie del
loro nuovo mondo. Ben presto però molti capiscono che il pianeta ha
ben poco da offrire e la situazione degenera quando le compagnie
minerarie abbandonano il pianeta lasciando gli abitanti degli
insediamenti alla mercé dei criminali addetti ai lavori forzati. A
quel punto alcuni coloni tentano di arricchirsi depredando le
misteriose rovine aliene sparse su Pandora e così essi scoprono la
Cripta, un gigantesco bunker alieno che si dice contenga preziosa
tecnologia e segreti dal valore inestimabile. Nessuno sa come
accedere nella Cripta ma forse un nuovo colono, appena giunto nella
cittadina di Fyrestone, potrebbe risolvere il mistero.
Lionsgate Films
dopo
la preview di ieri ha rilasciato il primo trailer di
Borderlands per l’imminente adattamento
cinematografico della popolare serie di videogiochi di Gearbox
Software. L’uscita nelle sale americane è prevista per il 9 agosto
2024.
“Lilith (Blanchett), una famigerata
cacciatrice di taglie dal passato misterioso, torna a malincuore
nella sua casa, Pandora, il pianeta più caotico della galassia”,
recita la sinossi. “La sua missione è trovare la figlia scomparsa
di Atlas (Ramírez), il più potente S.O.B. dell’universo. Lilith
stringe un’alleanza inaspettata con una squadra di disadattati:
Roland (Hart), un mercenario esperto in missione; Tiny Tina
(Greenblatt), una demolizionista preadolescente e selvaggia; Krieg
(Munteanu), il muscoloso protettore di Tina; Tannis (Curtis), uno
scienziato stravagante che ha visto tutto; e Claptrap (Black), un
robot saccente.
Insieme, questi improbabili eroi
devono combattere una specie aliena e pericolosi banditi per
scoprire uno dei segreti più esplosivi di Pandora. Il destino
dell’universo potrebbe essere nelle loro mani, ma combatteranno per
qualcosa di più: l’uno per l’altro. Basato su una delle serie di
videogiochi più vendute di tutti i tempi, benvenuti in
Borderlands”.
Borderlands
è diretto da Eli Roth da una sceneggiatura scritta da Roth e Joe
Crombie. È prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions,
insieme a Erik Feig di Picturestart. Il film sarà prodotto
esecutivamente dal fondatore di Gearbox Randy Pitchford e dal CEO
di Take-Two Interactive Strauss Zelnick. James Myers e Aaron
Edmonds di Lionsgate supervisionano il progetto insieme a Emmy Yu
di Arad e Lucy Kitada e Royce Reeves-Darby di Picturestart.
Chi è il protagonista di
Borderlands?
Borderlands è
interpretato da
Cate Blanchett,
Jamie Lee Curtis,
Kevin Hart,
Jack Black,
Edgar Ramirez, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu,
Haley Bennett, , Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar, Gina
Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron Davis,
Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.
Inizio settimana sono
iniziate a circolare voci secondo cui il regista diDeadpool e Terminator:
Dark Fate, Tim Miller, aveva
rivelato l’incarico di regista di Eli Roth nel
prossimo film di Borderlands. Ora, Deadlineha condiviso alcuni dettagli aggiuntivi su ciò che sta
realmente accadendo al film. EliRoth, i cui crediti alla regia includono
successi horror comeHostel e The
Green Inferno, farà il suo debutto d’azione ad
alto budget con questo adattamento per videogioco.
Tuttavia, ora ha ceduto le
redini del film Borderlands
al suo amico Tim Miller, per le due settimane di
riprese che restano. Mentre si ipotizzava che EliRoth fosse stato licenziato, oggi il noto sito
americano rivela che in realtà il regista deve rispettare alcuni
impegni presi e iniziare a lavorare sul suo prossimo film
horrorThanksgiving, quindi
sembra si tratti solo di un caso di problemi di programmazione
piuttosto che di qualcosa di nefasto!
Deadline
ribadisce che Roth non è stato licenziato e che si è trattato di
un“passaggio amichevole del
testimone”. Le riprese in corso sono “solo”
dei reshoot aggiuntiva che orami fanno parte di una normale
programmazione per un film a grande budget, e il brusio che
circonda Borderlands rimane
positivo. Come sempre, non possiamo fare a meno di chiederci
se ci sia qualcosa di più rispetto alle informazioni rivelate, ma
in ogni caso sarò improbabile che verrà a galla, dunque non resta
che aspettare la fine delle riprese e i crediti ufficiali del
film.
Eli Roth, ad esempio, non ha
molta esperienza nei film d’azione, mentre Miller è una specie di
esperto in quel campo. Questo tipo di cose sono accadute in passato
anche per altri film ad alto budget, come ad esempio per ifilm
come Harley Quinn: Birds of
Prey, dove il regista diJohn WickChad
Stahelski è stato arruolato per prendere il timone di
alcune scene d’azione data l’inesperienza di Cathy
Yan, quindi è probabile che sia anche questo il
caso.
Borderlands, cosa sappiamo sul film!
Indipendentemente da ciò,
inBorderlands,
Lilith (Cate
Blanchett), un famigerato fuorilegge con un passato
misterioso, torna con riluttanza sul suo pianeta natale di
Pandora per trovare la figlia scomparsa del più
potente SOB dell’universo, Atlas (Edgar
Ramirez).
Lilith forma un’alleanza con
una squadra inaspettata: Roland (Kevin
Hart), un ex mercenario d’élite, ora alla disperata
ricerca di redenzione; Tiny Tina (Ariana
Greenblatt), una selvaggia demolitrice
pre-adolescente; Krieg (Florian Munteanu),
protettore muscoloso e retoricamente sfidato di Tina; Tannis
(Jamie
Lee Curtis), lo scienziato con una debole presa sulla
sanità mentale; e Claptrap (Jack
Black), un robot persistentemente saggio.
Dopo aver anticipato
un’uscita nel 2024, la data di
uscita del film Borderlandsè stata ufficialmente fissata e comunicata durante il San
Diego Comic-Con 2023 in corso.La data di uscita del
film Borderlands è
stata fissata per il 9 agosto 2024, con la notizia che arriva
tramite gli account Twitter ufficiali per il film
Borderlands, nonché daRandy
Pitchford co-fondatore di Gearbox Software e
creatore della serie Borderlands.
Il film Borderlands è
interpretato da
Cate Blanchett, Kevin Hart,
Jack Black,
Jamie Lee Curtis, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu, Haley
Bennett,
Édgar Ramírez, Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar,
Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron
Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.
Il film è diretto da Eli
Roth e si basa su una sceneggiatura scritta da Craig Mazin
(che ha recentemente rimosso il suo nome dal film e sarà
accreditato con uno pseudonimo). Nel cast anche Haley
Bennett, Janina Gavankar, Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles
Babalola, Benjamin Byron Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Bobby
Lee.
Borderlands è prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions,
insieme a Erik Feig di Picturestart. Il
produttore esecutivo sarà Randy Pitchford, fondatore di Gearbox, e
Strauss Zelnick, CEO di Take-Two
Interactive. James
Myers e Aaron Edmonds di Lionsgate stanno supervisionando il
progetto insieme a Emmy Yu di Arad e Lucy Kitada e Royce
Reeves-Darby di Picturestart.
Borderlands
ha rilasciato un nuovo spot in questi giorni, ampliando la
percezione del pubblico sulla visione di Eli Roth
per la popolarissima serie di videogiochi. Il
primo trailer suscitò diverse reazioni; ci sono state critiche
per lo stile visivo e per il potenziale recupero del tropo degli
“strambi in missione” che ha caratterizzato film come Guardiani della Galassia e
Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves.
È stato anche lodato il fatto che il film abbia Cate Blanchett come protagonista, in contrasto
con la tradizione che vede gli studios scegliere un’attrice più
giovane per i progetti d’azione. Ma la domanda più grande rimane:
perché Borderlands ci ha messo così tanto ad arrivare sul
grande schermo? La risposta si trova in un groviglio di cambiamenti
creativi che risalgono a quasi un decennio fa.
Borderlands ha visto salire a
bordo del progetto diversi sceneggiatori, oltre a un cambio di
regia
Le prime voci su un film di
Borderlands risalgono al 2015, quando Lionsgate
annunciò che il progetto era ufficialmente in fase di
sviluppo. Avi Arad, noto soprattutto per
aver prodotto i film di Spider-Man della
Sony, è salito a bordo come produttore insieme al fratello Ari.
All’epoca, lo stato dei film sui videogiochi era considerato
radioattivo; il pubblico era reduce da Sonic the
Hedgehog e
The Super Mario Bros. Movie.
Borderlands era anche molto popolare, il che potrebbe aver
allettato la Lionsgate, che stava concludendo la lavorazione dei
film di Hunger Games e aveva bisogno di un
nuovo grande franchise. “Questa alleanza è in una posizione ideale
per creare un fenomeno cinematografico audace, provocatorio e senza
esclusione di colpi che delizierà le attuali legioni di fan di
Borderlands e affascinerà gli spettatori di tutto il mondo”,
ha dichiarato Strauss Zelnick, amministratore delegato di Take-Two
Entertainment, editore di Borderlands .
Il proclama di Zelnick è durato
poco. Dal 2015 al 2021, diversi sceneggiatori sono saliti a
bordo e hanno lasciato il progetto. Il primo è stato
Aaron Berg, assunto nel 2016, poi
Oren Uziel, arrivato per riscrivere la
sceneggiatura. Anche la ricerca di registi sembrava piuttosto
perigliosa: inizialmente si vociferava che Leigh
Whannell avrebbe dovuto dirigere Borderlands, ma
l’idea è passata rapidamente a Chris McKay.
Infine, Eli Roth ha assunto la regia
e Craig Mazin ha scritto una nuova incarnazione
della sceneggiatura. Sulla carta, sembrava un’accoppiata perfetta,
dato che la sensibilità di Roth si adattava perfettamente alla
struttura di Borderlands, mentre Mazin era stato autore di
film molto apprezzati dalla critica come
Chernobyl e
The Last of Us.
Mazin ha poi rivelato di
non essere stato coinvolto nella stesurafinale diBorderlands . Ha inoltre smentito le
voci secondo cui avrebbe scritto materiale per il film con uno
pseudonimo, dichiarando a Variety: “Non sono uno scrittore
accreditato per il film, quindi non posso rivendicare alcun tipo di
paternità di Borderlands, tanto meno di “co-scrittura”. Ho
visto la notizia dello pseudonimo, che è falsa. Non ho usato uno
pseudonimo. Se il nome in questione è davvero uno pseudonimo, posso
solo dire che… non è mio”. È stato rivelato che nove
scrittori hanno contribuito con materiale aggiuntivo alla
sceneggiatura, che include una collezione eclettica di
talenti come Sam Levinson(Euphoria), Juel
Taylor (They Cloned Tyrone) e
Zak Olkewicz (Bullet
Train).
Borderlands è stato sottoposto
a nuove riprese con un nuovo regista, anch’egli appassionato di
videogiochi
L’anno scorso Tim
Miller è intervenuto per effettuare i
reshooting di Borderlands, suscitando una nuova ondata
di speculazioni. Sebbene facciano parte di quasi tutte le grandi
produzioni cinematografiche, i reshoots sono diventati sinonimo di
problemi. Per ogni Rogue One, c’è un
Justice League. Miller si è
affrettato a mettere le cose in chiaro, affermando di
essersi occupato dei reshoots a causa di un conflitto di
programmazione con Roth per ilGiorno del
Ringraziamento.
“È stata un’esperienza
interessante entrare e fare i reshoots di un film che non è tuo. È
un’esperienza liberatoria in cui ti senti come se fossi qui per
aiutare dove posso“, ha detto a Collider, rivelando
anche il suo desiderio di fare un grande adattamento del
videogioco. Ma la mia ragione principale, oltre al fatto che ho
un enorme affetto per l’industria dei videogiochi e che voglio che
ogni adattamento di videogiochi abbia successo, è che, sarò onesto…
mi sentivo un po’ arrugginito, quindi ero felice di tornare in
sella”. Il film si alza e si muove. È una bella
cavalcata“.
Il lavoro precedente di Miller è
sicuramente una buona notizia per Borderlands,
dato che le sue precedenti regie hanno affrontato materiale
videoludico. Infatti, uno dei suoi primi progetti è stato
quello di dirigere la sequenza cinematografica di apertura di
DC
Universe Online, uno sforzo ad alto numero di
ottani che vede le icone della DC, tra cui Batman, Superman e
Wonder Woman, sfidarsi con i loro vari nemici.
In un’intervista con il Chief Creative Officer della DC Comics,
Jim Lee, Miller ha spiegato il suo amore per
l’Universo DC. Miller ha anche co-fondato Blur Studio, una società
di effetti visivi che ha lavorato ai film di Sonic the
Hedgehog e alle scene tagliate dei giochi di Halo ,
consolidando ulteriormente l’esperienza di Miller nei
videogiochi.
Miller potrebbe essere noto ai fan
per il suo lavoro sul primo film di
Deadpool , che vede Ryan Reynolds tornare
a vestire i panni di Wade Wilson dopo il poco acclamato
X-Men Origins:Wolverine. È riuscito a bilanciare
battute sconclusionate e azione rapida, il che non solo ha dato il
tono alle future opere di Deadpool (tra cui Deadpool
& Wolverine di quest’estate), ma è
perfettamente in sintonia con l’esteticadiBorderlands . La
serie è nota per le sue esplosioni di commedia nera, ma anche per
le sparatorie sufficienti per cinque film d’azione. Il lavoro di
Miller su Deadpool, combinato con la tendenza di Roth per
i film grindhouse, sembra essere perfetto per l’uno e per l’altro.
I fan diBorderlands e il pubblico in generale vedranno se
i frutti del lavoro di entrambi i registi si tradurranno in un
adattamento soddisfacente nel corso dell’estate.
Eagle Pictures ha
diffuso un nuovo inedito e intenso spot di Borderlands,
il film scritto e diretto da Eli Roth e basato
sull’omonimo videogioco. Il film ha per protagonisti
Cate Blanchett,
Kevin Hart, Jack Black, Ariana Greenblatt e
Jamie Lee Curtis arriva al cinema dal 7 Agosto
2024.
Il popolare gioco di Gearbox ha
venduto oltre 75 milioni di copie, con un fatturato netto di oltre
un miliardo di dollari. I fan sono entusiasti di vedere la serie di
videogiochi di culto adattata per il grande schermo e molti sono
curiosi di sapere come la produzione sarà in grado di realizzare il
raro stile visivo. Le texture disegnate a mano e i colori
luminescenti danno vita a una giocabilità fuori dal comune: ci sono
pochi giochi come questo e, da quanto è stato detto sul film,
l’esperienza cinematografica sarà ineguagliabile.
In Borderlands Lilith
(Blanchett), una famigerata cacciatrice di taglie dal passato
misterioso, è costretta a tornare, a malincuore, su Pandora, il suo
pianeta natale che è il più caotico della galassia. La sua missione
è trovare la figlia scomparsa di Atlas (Ramírez), il più potente
figlio di p*****a dell’universo. Lilith stringerà un’alleanza
con un’improbabile squadra di reietti: Roland (Hart), un mercenario
esperto, Tiny Tina (Greenblatt), una adolescente amante degli
esplosivi e il suo muscoloso protettore Krieg (Munteanu), Tannis
(Curtis), una scienziata pazza che ne ha viste di tutti i colori e
Claptrap (Black), un robottino logorroico e saccente.
Insieme, questi strampalati eroi dovranno sconfiggere una specie
aliena e pericolosi banditi e scopriranno uno dei segreti più
incredibili di Pandora. Il destino dell’universo potrebbe
essere nelle loro mani, ma alla fine combatteranno per qualcosa di
più grande: la loro amicizia. Basato su una delle serie di
videogiochi più vendute di tutti i tempi, benvenuti in BORDERLANDS.
Ad agosto solo al cinema!
Adattato a partire dall’acclamato e
omonimo videogioco, Borderlands arriva al cinema
in data 7 agosto. Il nuovo film di Eli Roth,
distribuito da Eagle Pictures, ci trasporta
nell’universo post-apocalittico del pianeta Pandora, dove un gruppo
di disadattati è chiamato a unirsi per affrontare pericoli
inimmaginabili.
Con Cate Blanchett
nei panni della protagonista Lilith, il progetto può contare su un
cast di grande livello, di cui fanno parte anche Jamie Lee
Curtis, Kevin Hart, Jack Black,
Ariana Greenblatt, Gina Gershon e
Bobby Lee.
Borderlands: la trama
Tornata a calcare le rosse sabbie di
Pandora, Lilith, una figura leggendaria del sottobosco criminale
galattico, è spinta da un oscuro segreto del suo passato. La sua
missione, apparentemente semplice, è ritrovare la figlia scomparsa
di Atlas, il signore del crimine più temuto nell’universo. Ma la
protagonista sa che, dietro all’incarico, si nasconde qualcosa di
molto più grande.
Nel corso di questa pericolosa
impresa, Lilith si ritrova inaspettatamente a far parte di una
squadra eterogenea di individui ai margini della società: Roland,
un ex mercenario consumato dal rimorso in cerca di redenzione, Tiny
Tina, la giovane “dispersa”, appassionata di esplosioni e con
un’irrefrenabile voglia di caos (protetta dal taciturno Krieg),
Tannis, una scienziata tormentata da visioni e Claptrap, un robot
comico molto insistente che funge da collante tra le differenti
anime del gruppo.
Mano a mano che la squadra si
addentra nelle profondità di Pandora, i segreti di un complotto
cosmico che coinvolge la ragazza scomparsa vengono a galla. E di
fronte a mostri alieni, fazioni rivali e mirabolanti scontri a
fuoco, alcune domande iniziano a fare capolino: e se la figlia di
Atlas fosse più di un semplice ostaggio? E chi è davvero
Lilith?
Borderlands: un nuovo tassello
Ricavare un film da un videogioco
non è un’impresa semplice. I tentativi in merito, specialmente
negli ultimi vent’anni, si sono rincorsi con sempre maggior
frequenza, andando a coinvolgere un grande numero di franchise e
affrontando il giudizio più che severo della comunità dei gamer.
Dal Tomb Raider con
Angelina Jolie al
Resident Evil
con Milla Jovovich, da Prince of
Persia ad Assassin’s Creed, passando per
Warcraft, Uncharted,
Gran Turismo e i recenti esperimenti seriali
di The Last of Us
e Fallout.
Sebbene il piccolo schermo abbia
fatto registrare un certo grado di apprezzamento da parte di
pubblico e critica, numerosi sono stati i prodotti rigettati dai
fan, spesso perché incapaci di cogliere lo spirito dell’opera
originale o, al contrario, fin troppo legati alla matrice e
impreparati a sfruttare le basi preesistenti per innestarvi uno
sviluppo convincente e coinvolgente. L’estate 2024, in questo
senso, porta con sé un nuovo progetto del suddetto filone,
affidando il mondo intergalattico di Borderlands
alla regia dello statunitense Eli Roth –
nuovamente al cinema a distanza di una manciata dallo slasher
Thanksgiving, uscito nel novembre 2023.
Borderlands: appiattimento dell’immagine
Dall’horror alla space-adventure.
Eli Roth si conferma cineasta particolarmente
eclettico, disposto a calare la propria visione in contesti e
generi profondamente diversi, seppur conditi dalla stessa comicità
irriverente, dal medesimo umorismo nero. Torna la violenza,
sublimata nei colori e in una spettacolarizzazione che molto
richiama il James Gunn di
Guardiani della
Galassia. Ed emerge senza dubbio il desiderio di
rendere giustizia al mondo sviluppato da Gearbox
Software a partire dal 2009 – nonché di recuperare e fare
propria l’apprezzata grafica cartoonesca caratteristica del
gioco.
Malgrado gli intenti però, questo
nuovo Borderlands in salsa cinematografica – che
si propone di ripercorrere le medesime orme narrative del
manoscritto digitale da cui trae spunto – fallisce proprio in quel
primario intento ludico che avrebbe dovuto garantirgli una certa
dose di appeal nei confronti del pubblico. Perché se è vero che il
film procede fin da subito a un riciclo di immaginario che – dalle
location starwarsiane alla frenesia tipica di Mad Max –
ricalca in qualche modo l’operazione effettuata da
Snyder con le prime due parti di Rebel Moon, quel che
davvero manca a Roth è quella capacità di risemantizzazione e
recupero calcolato del “mito” che avevamo invece analizzato nel
dettaglio proprio in occasione dell’uscita della space-opera del
collega.
Così che, a dispetto del buon cast e
di un racconto che, per quanto basilare, avrebbe potuto regalare
più di qualche emozione, ciò a cui Borderlands va
purtroppo incontro è un generale appiattimento di un immagine a cui
non riesce a donare nuova linfa. Preferendo rifugiarsi nella
comodità di un set standardizzato che, in fin dei conti, andrà solo
ad arricchire la lista di prodotti dimenticabili dell’annata.
La serie di videogiochi
Borderlands arriverà presto al cinema per
mano della Lionsgate. Lo Studio ha annunciato di essere a lavoro su
un adattamento cinematografico con la produzione di Avi
Arad insieme a suo figlio Ari.
Rob Friedman e
Patrick Wachsberger della Lionsgate hanno diffuso
un comunicato stampa su cui si legge: “Pensiamo di aver scelto
i partner giusti, il team creativo ideale e il prodotto perfetto
per lanciare un nuovo blockbuster per un pubblico mondiale. Parte
della nostra strategia nell’entrare nel mondo dei videogiochi con
Peter Levin è stata dedicata a cercare nuovi brand con un grande
pubblico che possano trasformarsi in grandi film e grandi serie tv.
La saga di Borderlands non risparmia un colpo, e noi faremo il film
con lo stesso approccio che ha reso i videogiochi un
mega-franchise”.
Presto sapremo di più in merito al
progetto. Di seguito intato vi sottoponiamo la trama dei giochi
come riportata su Wikipedia:
In un lontano futuro numerose
navi colonizzatrici atterrano su Pandora, un pianeta ai margini
della galassia; i coloni sono alla ricerca di una vita migliore e
sperano di diventare ricchi sfruttando le risorse minerarie del
loro nuovo mondo. Ben presto però molti capiscono che il pianeta ha
ben poco da offrire e la situazione degenera quando le compagnie
minerarie abbandonano il pianeta lasciando gli abitanti degli
insediamenti alla mercé dei criminali addetti ai lavori forzati. A
quel punto alcuni coloni tentano di arricchirsi depredando le
misteriose rovine aliene sparse su Pandora e così essi scoprono la
Cripta, un gigantesco bunker alieno che si dice contenga preziosa
tecnologia e segreti dal valore inestimabile. Nessuno sa come
accedere nella Cripta ma forse un nuovo colono, appena giunto nella
cittadina di Fyrestone, potrebbe risolvere il mistero.
Ecco il trailer italiano di Borderlands,
il nuovo film di Eli Roth, adattamento
cinematografico della popolare serie di videogiochi di
Gearbox Software. Il film che promette azione e
divertimento vanta un super cast guidato da
Cate Blanchett e
Jamie Lee Curtis. Con loro anche
Kevin Hart,
Jack Black,
Edgar Ramirez, Ariana Greenblatt,
Florian Munteanu, Gina
Gershon.
Borderlands, la
trama
Lilith (Blanchett), una famigerata
cacciatrice di taglie dal passato misterioso, è costretta a
tornare, a malincuore, su Pandora, il suo pianeta natale che è il
più caotico della galassia. La sua missione è trovare la figlia
scomparsa di Atlas (Ramírez), il più potente figlio di p*****a
dell’universo. Lilith stringerà un’alleanza con
un’improbabile squadra di reietti: Roland (Hart), un mercenario
esperto, Tiny Tina (Greenblatt), una adolescente amante degli
esplosivi e il suo muscoloso protettore Krieg (Munteanu), Tannis
(Curtis), una scienziata pazza che ne ha viste di tutti i colori e
Claptrap (Black), un robottino logorroico e saccente.
Insieme, questi strampalati eroi dovranno sconfiggere una specie
aliena e pericolosi banditi e scopriranno uno dei segreti più
incredibili di Pandora. Il destino dell’universo potrebbe
essere nelle loro mani, ma alla fine combatteranno per qualcosa di
più grande: la loro amicizia. Basato su una delle serie di
videogiochi più vendute di tutti i tempi, benvenuti in BORDERLANDS.
Ad agosto solo al cinema!
Finalmente l’universo caotico della
serie di videogiochi Borderlands sta
per arrivare sul grande schermo. L’atteso adattamento di
Eli Roth, con
Cate Blanchett e
Kevin Hart nei panni degli originali cacciatori di
caveau Lilith e Roland, uscirà nelle sale il prossimo
agosto e concluderà una saga quasi decennale per portare in vita i
personaggi di Gearbox.
Édgar Ramírez si opporrà all’eccentrico gruppo
di strampalati su Pandora nel ruolo di Atlas, descritto come
“il più potente S.O.B. dell’universo” e padre della
ragazza scomparsa che hanno il compito di salvare. In vista del suo
ruolo di cattivo, ha dato a Steve Weintraub di
Collider un breve teaser di ciò che ci si può
aspettare dal film “stravagante” e “gonzo”
durante un’intervista al Festival di Cannes per Emilia Pérez.
Ci sono pochi franchise come
Borderlands,
una serie di sparatutto in prima persona ambientata principalmente
sul pianeta di Pandora, abitato da banditi, dove le corporazioni e
i cacciatori di tesori vanno per arricchirsi o morire nel
tentativo. Mentre i cosiddetti cacciatori di caveau cercano le
favolose camere aliene che si suppone siano piene di ricchezze, si
imbattono in personaggi sopra le righe e nell’avidità aziendale,
insieme a una moltitudine di animali selvatici mortali e a miliardi
di armi fatte per distruggere qualsiasi cosa si trovi sulla loro
strada.
Édgar Ramírez ritiene che il film di Roth
catturi la stessa energia con un mix di commedia, caos e violenza.
Più specificamente, ritiene che il film evochi un’epoca bizzarra di
fantascienza e di cinema italiano degli anni ’70 che egli paragona
alla sensazione che si prova dopo una sbornia.
“Sì, è così divertente. È un
bel film. È un film molto stravagante, molto gonzo. Quel film è un
po’ come una sbornia. È come la sbornia dopo una sbornia, perché
questo è lo spirito del gioco. Eli Roth è stato molto chiaro nel
creare questa atmosfera quasi italiana anni ’70, fantascientifica,
quindi sono molto eccitato“.
Borderlands
ha avuto un paio di mani stabili per dirigerlo finalmente oltre il
traguardo, con Tim Miller che è intervenuto per
guidare i reshoots mentre Eli Roth ha lasciato il
film per lavorare allo slasher Thanksgiving. Anche
se Édgar Ramírez non ha visto molti filmati del
prodotto finale, ha fatto ampiamente eco ai sentimenti di Miller,
secondo cui il film è una corsa divertente e “folle” per i
fan. “Sono molto eccitato“, ha aggiunto. “Ci siamo
divertiti molto. C’è qualcosa di veramente oltraggioso, proprio
come lo spirito del gioco“.
Lilith avrà un ruolo di primo piano
in Borderlands,
in quanto torna sul suo pianeta natale ed esplora il suo misterioso
passato nel bel mezzo della sua missione. A lei e a Roland, un ex
membro della Crimson Lance e un altro cacciatore di volte che
proviene dal gioco del 2009 che ha dato il via a tutto, si aggiunge
un’ampia gamma di personaggi preferiti dai fan, tratti direttamente
dal materiale di partenza. Ariana Greenblatt
interpreterà l’esplosiva e iperattiva adolescente Tiny Tina insieme
al suo protettore psicopatico Krieg, interpretato da
Florian Munteanu, mentre Jack
Black darà voce al buffo robottino Claptrap e Jamie Lee Curtis vestirà i panni della
bizzarra xenoarcheologa Patricia Tannis.
Il cast di supporto comprende anche
personaggi che appaiono o sono ispirati ai giochi, tra cui
Gina Gershon nel ruolo di Mad Moxxi, Bobby Lee nel
ruolo di Larry, Olivier Richters nel ruolo di
Krom, Janina Gavankar nel ruolo del Comandante
Knoxx, Cheyenne Jackson nel ruolo di Jakobs, Charles
Babalola nel ruolo di Hammerlock, Benjamin Byron Davis nel
ruolo di Marcus, Steven Boyer nel ruolo di Scooter
e Ryann Redmond nel ruolo di Ellie con
Haley Bennett in un nuovo ruolo legato al passato
di Lilith.
Lionsgate ha diffuso un lungo
dietro le quinte di Borderlands,
l’atteso adattamento cinematografico dell’omonimo videogames che in
Italia debutterà al cinema il 07 Agosto distribuito da Eagle
Pictures.
Borderlands
sottolinea che gli adattamenti dei videogiochi hanno raggiunto
una nuova alba. Con effetti visivi di prim’ordine e un cast
stellare, il film si presenta come un’avventura divertente e
selvaggia che probabilmente troverà la sua forza nello scontro tra
le personalità del cast principale – e del robot. Nonostante non
siano sempre d’accordo, sembra che la squadra si divertirà molto e
troverà un modo per lavorare insieme mentre viaggia attraverso
diversi pianeti, tra cui Pandora, il pianeta più caotico
della galassia.
Borderlands
ha avuto un paio di mani stabili per dirigerlo finalmente oltre il
traguardo, con Tim Miller che è intervenuto per
guidare i reshoots mentre Eli Roth ha lasciato il
film per lavorare allo slasher Thanksgiving. Anche
se Édgar Ramírez non ha visto molti filmati del
prodotto finale,
ha fatto ampiamente eco ai sentimenti di Miller, secondo cui il
film è una corsa divertente e “folle” per i fan. “Sono
molto eccitato“, ha aggiunto. “Ci siamo divertiti molto.
C’è qualcosa di veramente oltraggioso, proprio come lo spirito del
gioco“.
Lilith avrà un ruolo di primo piano
in Borderlands,
in quanto torna sul suo pianeta natale ed esplora il suo misterioso
passato nel bel mezzo della sua missione. A lei e a Roland, un ex
membro della Crimson Lance e un altro cacciatore di volte che
proviene dal gioco del 2009 che ha dato il via a tutto, si aggiunge
un’ampia gamma di personaggi preferiti dai fan, tratti direttamente
dal materiale di partenza. Ariana Greenblatt
interpreterà l’esplosiva e iperattiva adolescente Tiny Tina insieme
al suo protettore psicopatico Krieg, interpretato da
Florian Munteanu, mentre Jack
Black darà voce al buffo robottino Claptrap e Jamie Lee Curtis vestirà i panni della
bizzarra xenoarcheologa Patricia Tannis.
Il cast di supporto comprende anche
personaggi che appaiono o sono ispirati ai giochi, tra cui
Gina Gershon nel ruolo di Mad Moxxi, Bobby Lee nel
ruolo di Larry, Olivier Richters nel ruolo di
Krom, Janina Gavankar nel ruolo del Comandante
Knoxx, Cheyenne Jackson nel ruolo di Jakobs, Charles
Babalola nel ruolo di Hammerlock, Benjamin Byron Davis nel
ruolo di Marcus, Steven Boyer nel ruolo di Scooter
e Ryann Redmond nel ruolo di Ellie con
Haley Bennett in un nuovo ruolo legato al passato
di Lilith.
Via le bombe! Il film di
Borderlands arriverà
nelle sale il 9 agosto 2024, nove anni dopo aver fatto sognare i
fan della serie originale di videogiochi. Finalmente libero
dall’inferno dello sviluppo, questo esplosivo adattamento non perde
tempo e porta il pubblico nel caos di Pandora, il pianeta più
selvaggio della galassia, con il co-sceneggiatore e regista
Eli Roth al timone.
In vista dell’imminente arrivo di
Borderlands nelle sale cinematografiche, Collider ha
chiacchierato con i membri del cast Benjamin Byron
Davis, che interpreta Marcus, Janina
Gavankar, che interpreta il Comandante Knoxx, e
Bobby Lee, che interpreta un personaggio
completamente originale scritto apposta per lui, Larry, al San
Diego Comic-Con 2024. I protagonisti hanno parlato della
presenza del creatore del gioco sul set, del calarsi in questi
personaggi e di molto altro ancora.
JANINA GAVANKAR: Randy
Pitchford, il creatore del gioco e di Gearbox, è stato presente per
tutto il tempo. Averlo tra i piedi significava chiedersi: “Questo
sembra giusto? Questo sembra giusto? È il colore rosso giusto?”. [È
stato divertente testare tutto con la sua opinione.
BENJAMIN BYRON DAVIS: Randy era
presente ogni giorno e il suo occhio per i dettagli… Quando diceva
che era corretto, lo prendevi in parola. Quindi, tutte le armi,
tutti i veicoli – i fan del gioco troveranno una tonnellata di
materiale che riconosceranno.
Le riprese di Borderlands si sono
svolte durante il COVID di Budapest
GAVANKAR: L’abbiamo girato
subito dopo la disponibilità dei vaccini e prima che arrivasse la
prima variante. Eravamo in un momento perfetto in cui potevamo
andare in giro e sentirci liberi dopo essere stati terrorizzati per
così tanto tempo.
Non potevo crederci. In
effetti, ricordo che ero sull’aereo e [Janina] era sull’aereo.
Pensavo: “Devo salutarla?”. Perché sull’aereo dovevamo tutti
indossare maschere e altro. Era la prima volta che mi trovavo
all’aperto. È stato incredibile. Fare un film dopo essere stato in
casa per un paio d’anni mi è sembrato un miracolo. Non credo in
Gesù, ma è stata un’esperienza benedetta da Dio… Chi altro ha
partecipato? Cate Blanchett, che pelle tenera. La sua pelle è così
morbida e tenera. Capite cosa intendo? È una bellissima persona
bianca. E poi Jamie Lee Curtis, che bella donna.
“Lilith (Blanchett), una famigerata
cacciatrice di taglie dal passato misterioso, torna a malincuore
nella sua casa, Pandora, il pianeta più caotico della galassia”,
recita la sinossi. “La sua missione è trovare la figlia scomparsa
di Atlas (Ramírez), il più potente S.O.B. dell’universo. Lilith
stringe un’alleanza inaspettata con una squadra di disadattati:
Roland (Hart), un mercenario esperto in missione; Tiny Tina
(Greenblatt), una demolizionista preadolescente e selvaggia; Krieg
(Munteanu), il muscoloso protettore di Tina; Tannis (Curtis), uno
scienziato stravagante che ha visto tutto; e Claptrap (Black), un
robot saccente.
Insieme, questi improbabili eroi
devono combattere una specie aliena e pericolosi banditi per
scoprire uno dei segreti più esplosivi di Pandora. Il destino
dell’universo potrebbe essere nelle loro mani, ma combatteranno per
qualcosa di più: l’uno per l’altro. Basato su una delle serie di
videogiochi più vendute di tutti i tempi, benvenuti in
Borderlands”.
Borderlands
è diretto da Eli Roth da una sceneggiatura scritta da Roth e Joe
Crombie. È prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions,
insieme a Erik Feig di Picturestart. Il film sarà prodotto
esecutivamente dal fondatore di Gearbox Randy Pitchford e dal CEO
di Take-Two Interactive Strauss Zelnick. James Myers e Aaron
Edmonds di Lionsgate supervisionano il progetto insieme a Emmy Yu
di Arad e Lucy Kitada e Royce Reeves-Darby di Picturestart.
Chi è il protagonista di
Borderlands?
Borderlands è
interpretato da
Cate Blanchett,
Jamie Lee Curtis,
Kevin Hart,
Jack Black,
Edgar Ramirez, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu,
Haley Bennett, , Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar, Gina
Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron Davis,
Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.
Arriva il prossimo
7 agosto in sala Borderlands,
l’adattamento cinematografico dell’omonima serie di videogiochi
Action RPG, sviluppati da Gearbox Software e pubblicati
da 2K Games a partire dal 2009. Distribuito in
Italia da Eagle Pictures, il film vanta un cast di
superstar, guidato da
Cate Blanchett e
Jamie Lee Curtis. Con loro
Kevin Hart,
Jack Black e
Edgar Ramirez.
A cimentarsi
nell’impresa di portare al cinema il videogame di successo c’è
Eli Roth, che ha co-scritto e diretto il film. Ma
quanti, prima di lui, hanno tentato l’impresa di portare in sala un
videogioco di successo? Ecco di seguito quelli che, secondo noi,
sono i migliori adattamenti da videogiochi:
Borderlands
Arriva al cinema con la
promessa di accompagnare gli spettatori in un viaggio travolgente.
Lilith (Cate
Blanchett), una famigerata cacciatrice di taglie dal
passato misterioso, è costretta a tornare, a malincuore, su
Pandora, il suo pianeta natale che è il più caotico della galassia.
La sua missione è trovare la figlia scomparsa di Atlas
(Edgar
Ramirez), l’uomo più potente dell’universo. Lilith
stringerà un’alleanza con un’improbabile squadra di reietti, con i
quali dovrà sconfiggere una specie aliena e pericolosi banditi,
scoprendo uno dei segreti più incredibili di Pandora. Il destino
dell’universo potrebbe essere nelle loro mani, ma alla fine
combatteranno per qualcosa di più grande: la loro amicizia.
La mente creativa di
Eli Roth è riuscita a portare sullo schermo non
solo l’estetica cartoonesca del videogioco ma soprattutto l’ironia
che caratterizza l’originale. Soprattutto il film si avvale di una
delle più grandi attrici viventi in un ruolo del tutto inedito.
Imperdibile.
Sonic – Il
Film
Non solo il riccio blu
antropomorfo ha offerto una grande avventura cinematografica nel
2020, ma ha generato anche due sequel (il terzo è previsto per la
fine del 2024). Basato sul famosissimo franchise videoludico Sega,
Sonic
– Il Film racconta la storia del riccio più veloce del
mondo e della sua incredibile avventura nella sua ‘nuova casa’, la
Terra. Nel film, Sonic e il suo nuovo migliore amico Tom
(James
Marsden) si uniscono per difendere il pianeta dal
genio malvagio, il Dr. Robotnik (Jim
Carrey) e dai suoi diabolici piani per il dominio del
mondo.
Il film, pensato per
ragazzi e famiglie vede tra gli altri la partecipazione di Tika
Sumpter nei panni di Annie Wachowski, moglie dello sceriffo
Tom. In tutto il franchise cinematografico, splende
Jim Carrey in una delle sue preziosissime
interpretazioni.
Super Mario
Bros – Il Film
È forse il personaggio
più famoso dei videogiochi in tutto il mondo e il suo ultimo
adattamento cinematografico lo ha reso anche il più remunerativo.
Super Mario
Bros. – Il Film (2023), diretto da Aaron Horvath e Michael
Jelenic, ha inizio quando i due fratelli
idraulici Mario e Luigi, durante il
tentativo di riparare una tubatura sotterranea, si ritrovano
catapultati in un universo magico, attraverso un misterioso
condotto.
Ma quando i due si
separano, Mario intraprende una frenetica avventura alla ricerca
del fratello perduto. Fortunatamente nella sua missione può contare
sull’amicizia di Toad, abitante del Regno dei Funghi, e
sui saggi consigli della determinata guerriera Principessa Peach,
alle prese con l’imminente invasione del cattivissimo Bowser. Mario
dovrà fare appello a tutte le sue forze non solo per ritrovare
Luigi, ma anche per fermare l’attacco di Bowser, trovando altri
alleati. Il film, accolto con favore dalla stampa e dal pubblico,
ha prodotto un sequel attualmente in lavorazione.
Silent
Hill
Facciamo un passo
indietro nel tempo fino al 2006 quando Christophe Gans ha portato al cinema il primo adattamento del
videogioco survival horror Silent
Hill. I coniugi Rose e Christopher De Silva sono preoccupati per la loro figlia
adottiva Sharon, che da qualche tempo manifesta sintomi di
sonnambulismo accompagnati dall’ossessiva ripetizione del nome
‘Silent Hill’.
Convinta che la risposta
a questi turbamenti sia proprio in quella città, Rose decide di
partire nonostante l’opposizione di suo marito. Ma la donna ha un
incidente, perde i sensi e si risveglia avvolta da una coltre di
nebbia e cenere. Mentre si addentra a Silent Hill, Rose assiste a
fenomeni inspiegabili e agghiaccianti, prima di rendersi conto che
è completamente isolata e le è impossibile tornare indietro.
La nebbia è uno degli
aspetti più caratteristici del gioco e del film, che li lega in
maniera indissolubile e ha contribuito negli anni a renderli parte
della cultura di massa. Non solo, le atmosfere di suspance del
gioco, mutuate in maniere puntuale dal film, lo rendono uno dei
migliori adattamenti di videoghi mai realizzati.
Pokémon:
Detective Pikachu
Senza dubbio uno degli
adattamenti più originali del passato recente, basato su un
videogioco che è stato più un fenomeno di massa per ragazzini. I
Pokemon hanno davvero segnato un’era e sono ancora
estremamente popolari trai bambini. Quest’adattamento inaspettato,
che parte dei simpatici animaletti per costruire una storia di
avventura adatta a tutta la famiglia, senza risparmiarsi per quello
che riguarda l’aspetto del divertimento, è stato davvero una
sorpresa, quando è arrivato al cinema nel 2019.
L’adolescente Tim si
imbarca in un’avventura per scoprire cosa sia successo, quando
suo padre, il geniale detective privato Harry Goodman, scompare
misteriosamente. Ad aiutarlo nelle indagini l’ex compagno Pokémon
di Harry,Detective
Pikachu: un adorabile, esilarante e saggio
super-investigatore che sorprende tutti, persino se stesso.
Equipaggiati per comunicare tra loro in modo singolare, Tim e
Pikachu uniscono le loro forze in un’avventura elettrizzante per
svelare l’intricato mistero.
Oggetto di un
paio di progetti cinematografici divenuti iconici nel tempo con
protagonista Angelina Jolie, il franchise si è poi
rinnovato con un adattamento del 2018 in cui l’impavida Lara Croft
è più giovane, meno prosperosa e decisamente più realistica. Il
compito è stato affidato ad
Alicia Vikander che ha portato al cinema una
convincente protagonista di un film d’avventura molto buono. In
questo caso, più che un lavoro di adattamento fedele al videogame
(la versione del 2013), si tratta di un buon film d’avventura con
una protagonista femminile estremamente in gamba e
affascinante.
La 21enne Lara Croft,
fiera ed indipendente figlia di un eccentrico avventuriero, non ha
grilli archeologici per la testa, non filtra gli eventi con intuito
e sarcasmo, e tra una lezione e l’altra all’università, non sa
ancora cosa fare del proprio futuro. I modi incerti ed empatici
della giovane Lara, estranei alla versione più matura del
personaggio, rimandano a una base di inesperienza e problemi
irrisolti. Uno fra tutti: la scomparsa di suo padre, eccentrico
archeologo partito in missione alcuni anni prima e mai più
ritornato. Lara, spinta dalla convinzione che il genitore sia
ancora vivo, si imbarcherà in un lungo viaggio per mare, che la
porterà sulle coste di un’isola misteriosa al largo del Giappone
alla ricerca di una tomba leggendaria, ultima destinazione nota di
suo padre prima della sua misteriosa scomparsa.
Resident
Evil
Datato 2002 è sicuramente
uno dei film più noti basati su una serie di videogiochi, oltre ad
aver generato il franchise più longevo in termini di tenuta nel
tempo. La serie originale si concentra su videogiochi survival
horror e include film live action, film di animazione, fumetti,
libri, drammi audio e merchandising. In generale, la storia segue
focolai di zombi e altri mostri generati da esperimenti sfuggiti al
controllo della Umbrella Corporation.
La verità però è che
oltre alla generale semplicità ed efficacia della storia, il
franchise cinematografico si fonda sull’iconica Milla Jovovich, che presta il volto all’eroina
Alice, appositamente creata per il film e vera e propria eroina che
si scontra con la Umbrella Corporation, le cui armi biologiche
hanno scatenato un’apocalisse zombie.
Siria, Aprile 2012, Aya e Fatima
sono due giovani sorelle siriane profondamente religiose. Una
mattina la loro quotidianità viene spezzata dall’arrivo di
Muhammad, un fiancheggiatore di quei ribelli che da mesi combattono
contro il governo. Egli rivela loro che il marito di Fatima, un
ufficiale, ha deciso di disertare dall’esercito e di unirsi
all’Esercito Siriano Libero. La conseguenza della sua decisione
pone Aya e Fatima davanti a un bivio. Continuare e vivere nella
loro casa a Baniyas o rischiare di esporsi alla vendetta degli
shabiha (milizia che sostiene la milizia del governo).
Border, il film
di Alessio Cremonini è stato presentato nella sezione
Fuori Concorso del Festival Internazionale del Film di
Roma. La sceneggiatura scritta dallo stesso regista e
Susan Dabbons ripercorre attraverso la storia vera di due
sorelle le vite e le vicende dei rifugiati che per cercare la pace
dai disordini interni viaggiano lungo i boschi che li condurrà al
confine con la Turchia. La sceneggiatura seppur sviluppi bene la
storia e la vita dei suoi protagonisti, che segue e riprende in
diverse fasi all’interno del film, rimane piuttosto sobria non
volendo ricreare alcuna atmosfera di ciò che sta accadendo nelle
loro vite. Tutto questo viene affrontato come una fatto di cronaca
che fa percepire l’intera vicenda lontana, ed anche se i
protagonisti hanno battute fin troppo argomentate, riescono a
restituire una sorta di “abitudine” agli orrori della loro vita.
Raramente li vediamo sconvolti o impreparati, se non quando
arrivano importanti svolte narrative che l’occhio del regista
inquadra con forte evidenza.
Questa esperienza,
senza profondità, è forse da imputarsi ad alcune domande non
risposte sui personaggi, che seppur impariamo a conoscere nelle
situazioni più disparate, non riescono a supportare tutte le idee
che il film cerca di sviluppare sin dall’inizio del viaggio, dando
voce a molteplici aspetti e ad diversi personaggi-ruoli che il
conflitto ha coinvolto. Difatti, ciò che viene a mancare è il tema
del viaggio, e le molte tensioni ed emozioni ad esse associate che
se osservate da un unico punto di vista, avrebbero reso più
immediato il racconto del film.
Gli attori Wasim Abo Azan, Sara El Debuch e Dana
Keilani seppur siano degli esordienti riescono a
caratterizzare i loro personaggi in maniera forte e decisa, facendo
comprendere la cultura e l’esperienza di vita di un paese dilaniato
da sempre dalla guerra.
Border è un film
interamente italiano che da voce ai siriani, che parla di rifugiati
e dei segni che lasciano le guerre civili sulle persone senza
ricorrere a linee propagandistiche e politiche, preferendo
piuttosto testimoniare, senza artifici, la contemporaneità della
vita dei siriani.
Deadline riporta la notizia che
Will Ferrell e John C Reilly
reciteranno ancora insieme (per la terza volta) nella nuova
commedia di Adam McKay intitolata
Border Guards.
La sceneggiatura del film verrà
scritta da Jesse Armstrong e, secondo le prime
indiscrezioni, la pellicola racconterà la storia di due amici per
la pelle che, per il bene dell’America, decidono di sorvegliare il
confine con il Messico, ritrovandosi coinvolti in una serie di guai
che li costringeranno a cercare di ritornare in patria al più
presto.
Ferrell e McKay produrranno la
pellicola insieme a Kevin Messick, con
Michael De Luca e Jonathan Kadin
che supervisioneranno il progetto per la Sony
Pictures.
Questo pomeriggio presso lo spazio
BNL si è tenuta la conferenza stampa del film fuori concorso
Border, di Alessio
Cremonini. A presentare il film oltre al regista erano
presenti gli attori Sara El Debuch, Dana Keilani, Sami
Haddad, Jamal El Zohbi, la co-sceeneggiatrice
Susan Dabbous e prodotto da Francesco
Melzi d’Eril.
Perché hai voluto
raccontare una storia del genere? Alessio Cremonini: Perché sono italiano e mi
riguarda molto, nel senso che la Siria ha molte cose in comune con
noi, almeno storicamente, come alcune città dell’impero romano. C’è
stata una foto sul Corriere della Sera bellissima, che
forse mi ha spinto a fare il film, in cui si vedeva una
famiglia siriana rifugiata in una tomba dell’impero romano. E li ho
pensato, se ci fosse la guerra in Italia questo potrebbe accadere
anche alla mia famiglia, rifugiarsi in un posto che una volta era
un tomba romana. Inseguito anche perché Damasco è a poche ore di
volo da qui, qualche papa del medioevo era siriano, un signore che
si chiama San Paolo si è convertito sulla via di damasco e
poi siamo tutti quanti nel mediterraneo e forse noi italiani
siamo i più mediterranei o comunque i più vicini
geograficamente all’altra sponda del mediterraneo. Quindi chi
meglio di noi italiani, può comprendere e magari raccontare agli
altri europei cosa sta accadendo dall’altra parte del mediterraneo.
Ed in aggiunta, mi ha spinto l’indignazione per quello che
accadeva, questo non è un film politico e non vuole assolutamente
esserlo, anche perché è una storia vera, però è un film da
indignato, come lo sono probabilmente tutte le persone che hanno
partecipato e lo hanno fatto, cioè la sceneggiatrice Susan Dabbous
, gli attori protagonisti, il terzo protagonista non è qui oggi
perché in questo momento, grazie ad alcune leggi italiane, non
faccio i nomi dei politici, è dovuto andare via dall’Italia dove
risiedeva da dieci anni e il protagonista maschile Wasim Abo Azan è
ora rifugiato, richiedente asilo politico in Svezia, che è l’unico
paese che accoglie i siriani. Quindi questo film è uno spaccato
della Siria di oggi.
Il film inizia con
delle immagini di repertorio e poi parla dei rapporti umani, questa
scelta dell’intreccio del passaggio di testimone all’interno del
film c’è stato sin dall’inizio e si è evoluto in
seguito? A.C.: Io ho cominciato a cercare qualche storia,
tramite amici e via dicendo, ed infine mi sono imbattuto in questa
storia, quindi sostanzialmente io e Susan abbiamo cercato di
renderla cinematografica, quindi abbiamo cercato di riportare
quella storia che io avevo incontrato piano piano, facendomi
accogliere dalla comunità siriana. Loro sono stati accolti nel mio
paese e io sono sono stato accolto nel mio paese da loro, è stato
uno scambio e c’è stata anche un arricchimento personale enorme,
quindi in realtà queste entrate uscite purtroppo sono
tendenzialmente della vicenda umana di quelle persone che poi si è
salvata, piccole cose le abbiamo dovute aggiustare. Tutti gli stop
and go di cui tu parli esistevano e dato che volevamo fare un film
che fosse vero, che fosse il più puro possibile abbiamo cercato di
intervenire il meno possibile sulla storia.
Susan Dabbous: Ciò che mi preme dire da giornalista che questa
storia da questa parte del mediterraneo si ha il privilegio di
vedere come spettatori è una storia di tante storie che io ho
raccolto sul campo e che sono tremende ecco. Sono molto contenta di
aver portato questo contributo perché rende questo film reale,
aldilà che sia una storia vera, siamo abituati al cinema a vedere
riprodotte storie vere in modo completamente artefatto. questo è un
film che il direttore del Toronto Film Festival è stato trasmesso
in anteprima mondiale e definito “sensibile e disadorno” ed è stato
un modo di rappresentare questa realtà e lo abbiamo fatto senza
giudizio, questo è importante. Il film racconta la storia da una
parte ma fa vedere anche l’altra ed è questa la complessità di ciò
che sta succedendo nello scenario. Non vogliamo dare dei giudizi
vogliamo raccontare delle storie che purtroppo accadono
realmente.
Credi che essendo un film
del tutto italiano, non ti saresti potuto permettere in un altro
contesto? A.C.: Tanto cinema in Siria non si fa, per esempio
una cosa che a me e Susan ha spinto inizialmente e che noi italiani
abbiamo del cinema che racconta noi stessi anche per le generazioni
future i siriani in questo caso no. E quindi se non hanno fatto
prima cinema non credo che lo faranno adesso, dove le strutture
produttive non lo permettono facilmente. S.D.: è un film che molti scambiano per
documentario, non è un documentario ma ha un valore
documentaristico sicuramente importante.
Sara e Dana come vivete
questo rapporto molto stretto di Italiane e damascane? Dana Keilani: Io devo dire la verità, molte cose
le ho approfondite dopo lo scoppio della guerra, molte cose non se
ne parlavano in casa, non si parlava di questo. è vero che io ho
sempre vissuto qui per un periodo con i miei genitori, inseguito
loro sono ritornati a Damasco e sono rientrati da poco. Non avevamo
le idee chiare dal punto di vista politico in Siria, è una specie
di delusione, vedere il nostro paese ridotto in queste condizioni
proprio da quelle persone che non pensavamo potessero fare
questo. Sara El Debuch: Lo stesso vale per me, ho 18 anni,
andavo in Siria ogni anno e di politica non se ne parlava e quindi
molte cose come Dana ha precisato sono dovuta andare a rivederle a
sapere perché certe cose non si sapevano a meno che tu non avessi
subito qualcosa nell’ambito politico. Inseguito ho conosciuto
Alessio, che fortunatamente ha fatto questo film e siamo riusciti a
raccontare la storia di queste due ragazze che mostra a tutti gli
italiani cosa accade in Siria e cosa si sta vivendo, in piccola
misura, perché non si può mostrare in un film la sofferenza di un
popolo che va avanti da circa tre anni.
Come sono state scelte
le attrici? A.C.: Questo è un film molto fortunato, è
miracoloso a fare un film del genere, non ho dovuto fare tanto
casting perché ho avuto tanti angeli custodi che mi hanno
accompagnato, la prima persona che mi ha aperto le porte della
comunità siriana è stata Susan, da lei ho conosciuto molte persone
tra cui Sami Haddad Abdul Ahmed e Sara El Debuch e inseguito lei mi
ha portato a conoscere Dana, da entrambe ho conosciuto Wasim che
inseguito mi ha fatto conoscere Jamal! Ovviamente ho conosciuto
molte altre persone però anche gli attori hanno fatto il
casting. S.D.: Nel casting l’oggetto discriminate è che
dovevano essere siriani e quindi parlare siriano e non arabo, non
valeva un egiziano o un tunisino, questo era l’importante.
Come è nato il rapporto con
la comunità siriana? Non c’era la paura che questa vicenda fosse
strumentalizzata? A.C.: Loro si sono presi il rischio di chi non ha
voce, loro hanno poca voce, hanno creduto ad una persona che
umilmente ha provato a dargli voce, non sono Fellini, Antonioni o
Rosi ma ci provo. Non so se loro sono intelligenti o stupidi ma si
sono fidati… D.K.: …è stata una grandissima occasione,
l’abbiamo sfruttata subito, di poter portare questa tragedia qui
che ciocca in prima persona, la nostra famiglia è lì. Poi non solo,
parliamo di storia, architettura, vite umane che dovevamo parlarne
in qualche modo e questa è stata un occasione perfetta.
Candidato all’Oscar® per il
Miglior Trucco, già vincitore
agliEFA per
iMigliori effetti visivi,
del premio per il Miglior Film
a Cannes nella sezione Un
Certain Regard, e in Italia Miglior Film
all’ultimo Noir in Festival, Border – creature di
confine arriva in sala il 21 marzo,
distribuito
da Wanted, PFA e Valmyn.
Ecco il trailer del film.
Secondo lungometraggio del regista
svedese di origini iraniane Ali Abbasi BORDER, è
tratto dal racconto Gräns dello
scrittore John Ajvide Lindqvist, definito lo
“Stephen King scandinavo”, già autore del fortunato best
seller horror vampiresco tradotto in 12
lingue Lasciami entrare (Marsilio).
Tina (Eva Melander), impiegata alla
dogana, è nota per il suo olfatto eccezionale. È come se riuscisse
a fiutare il senso di colpa, la paura, la vergogna. Tina si
dimostra infallibile fino al giorno in cui Vore (Eero Milonoff), un
uomo all’apparenza sospetto, le passa davanti e le sue abilità per
la prima volta sono messe alla prova. Tina sente che Vore nasconde
qualcosa che, però, non riesce a decifrare. Peggio ancora, ne è
irresistibilmente attratta e la storia d’amore con lui le
farà scoprire la sua vera identità. Con Vore, infatti, Tina
condivide una natura segreta. Tutta la sua esistenza non è stata
che una menzogna e ora dovrà scegliere se continuare a vivere una
bugia o accettare la sconvolgente verità che le ha offerto
Vore.
«Per me il film non parla della
contrapposizione “Noi / Loro” ma di una persona che può ed è in
grado di scegliere la propria identità. Voglio credere che tutti
siamo in grado di scegliere chi essere. […] Vedo gli esseri umani
come degli animali particolarmente evoluti e mi interessano tutte
quelle situazioni in cui i nostri istinti bestiali cozzano contro
la struttura della società».
Candidato all’Oscar
per il Miglior Trucco, vincitore agli EFA per i Migliori effetti
visivi, Miglior Film al Festival
di Cannes, sezione Un Certain Regard, e
in Italia Miglior Film all’ultimo Noir in Festival,
BORDER– CREATURE DI CONFINE
(guarda il trailer)
sarà in sala dal 28 marzo, distribuito
da Wanted, PFA e Valmyn.
Secondo
lungometraggio del regista svedese di origini iraniane Ali Abbasi
BORDER, è tratto
dal racconto Gräns dello
scrittore John Ajvide Lindqvist, definito lo
“Stephen King scandinavo”, già autore del fortunato best
seller horror vampiresco tradotto in 12
lingue Lasciami entrare (Marsilio).
Tina (Eva
Melander), impiegata alla dogana, è nota per il suo
olfatto eccezionale. È come se riuscisse a fiutare il senso di
colpa, la paura, la vergogna. Tina si dimostra infallibile fino al
giorno in cui Vore (Eero Milonoff), un uomo
all’apparenza sospetto, le passa davanti e le sue abilità per la
prima volta sono messe alla prova. Tina sente che Vore nasconde
qualcosa che, però, non riesce a decifrare. Peggio ancora, ne è
irresistibilmente attratta e la storia d’amore con lui le
farà scoprire la sua vera identità. Con Vore, infatti, Tina
condivide una natura segreta. Tutta la sua esistenza non è stata
che una menzogna e ora dovrà scegliere se continuare a vivere una
bugia o accettare la sconvolgente verità che le ha offerto
Vore.
«Per me il film
non parla della contrapposizione “Noi / Loro” ma di una persona che
può ed è in grado di scegliere la propria identità. Voglio credere
che tutti siamo in grado di scegliere chi essere. […] Vedo gli
esseri umani come degli animali particolarmente evoluti e mi
interessano tutte quelle situazioni in cui i nostri istinti
bestiali cozzano contro la struttura della società».
Si intitola Grans,
che vuol dire confine, (Border il titolo
internazionale) il nuovo film di Ali Abbasi,
regista iraniano da tempo di base in Svezia, al suo secondo
lungometraggio, presentato a Un Certain Regard del
Festival
di Cannes 2018. Proprio di confini sembra voler
parlare il regista, prima di tutto perché la nostra protagonista,
Tina, è una doganiera, poi perché i film, partendo dal thriller e
sfociando nel fantasy, a tratti grottesco, parla di linee di
confine tra umano e non umano, tra istinto ed educazione, fino a
incaricarsi, addirittura, di tracciare un altro confine, quello tra
il bene e il male, natura e cultura.
Traghetti che partono e approdano,
boschi fitti, cielo grigio, aria fredda. La nostra protagonista è
Tina, e il lavoro alla dogana le permette di mettere a frutto il
suo straordinario talento: un olfatto con cui non solo percepisce
gli odori, ma che sembra captare anche gli stati d’animo, rendendo
per lei facilissimo scovare un malintenzionato che attraversa il
confine. Grazie a questa dote, quasi un superpotere, mette la
polizia sulle tracce di un giro di pedopornografia, parallelamente
però incontra Vore, un uomo che ha chiaramente qualcosa in comune
con lei e che Tina non riesce a inquadrare.
Tina crede di avere un cromosoma in
meno, cosa che giustifica il suo aspetto peculiare, lo stesso
aspetto che rintracciamo da subito nel misterioso viandante. La
donna si sente attratta da questo individuo che neppure il suo
olfatto riesce a capire, una persona che sembra provare un forte
interesse nei suoi confronti e che si rivelerà una fonte di enorme
sorpresa.
Sebbene dall’inizio il film
palesi la sua appartenenza al thriller, con ambientazioni, ritmi e
fotografia che si sposano con il genere, Abbasi è
intelligente nel disseminare la storia di indizi che tengono lo
spettatore all’erta, fino alla rivelazione, a metà tra l’esilarante
e il prodigioso.
È chiaro che al regista interessa
raccontare la diversità, la paura e la violenza, e tenta di farlo
attraverso il fantasy, componendo una storia che unisce la cronaca
ai miti boschivi, risultando naturale eppure incredibile. Pur
fondamentale nel racconto, l’elemento fantasy è sempre raccontato
con realismo, come se il regista faticasse a lasciarsi andare o, e
forse questa è l’ipotesi giusta, come se volesse trasformare questa
fantasia in realtà, regalando ai fatti un background storico.
Tuttavia, proprio per questo
tentativo di voler spiegare anche il fantastico, il film perde quel
vitalismo liberatorio, che prova anche la protagonista, di fronte
alla scoperta dell’elemento soprannaturale. Riconducendo nel finale
il racconto agli eventi di partenza, Grans
(Border) riesce addiruttira a chiudere una storia
dolorosa e violenta su note di tenerezza.
Arriva a poco più di 10 giorni
dalle elezioni presidenziali 2020 negli USA Borat: seguito
di film, il secondo capitolo delle avventure del reporter
kazako ideato e interpretato da Sacha Baron Cohen e conosciuto in tutto il
mondo con il primo trascinante capitolo nel 2006.
In tempo di fake news,
nessuno sa gestire la materia meglio di Cohen, che con il suo
lavoro le ha in qualche modo inventante, portando il genere del
mockumentary (il finto documentario) ad un livello altissimo di
satira politica. Nel 2020, il raffinato interprete torna con il suo
personaggio in un mondo, e in un’America, che è profondamente
diversa da quella di 14 anni fa.
Borat: seguito di film, la recensione
E già la realizzazione del film è
un piccolo miracolo, visto che è stato girato e ultimato in piena
pandemia, oltre ad essere un atto comico di rivolta con una potenza
mediatica e una portata virale davvero incredibile, e sarà
sicuramente uno strumento di coinvolgimento importantissimo per gli
elettori, laddove non arrivano pubblicità e propaganda seri.
Come il suo precedente, anche
questo film ha le sembianze di un documentario approvato dal
regime, ed ha lo scopo di riabilitare il nome della nazione agli
occhi del mondo attraverso la captatio benevolentiae degli
Stati Uniti e quindi del suo presidente e dei suoi sostenitori.
Presi nel mirino ci sono in particolare il Vice Presidente
Mike Pence e l’ex sindaco di New York e
sostenitore di Trump, Rudolph Giuliani (che
sicuramente dovrà dare delle spiegzioni a seguito del film). Ma non
solo i personaggi politici, Borat “tocca” anche l’aborto, le teorie
complottiste, il razzismo ovviamente, fa apparire il Ku Klux Klan,
tutti elementi che, agli occhi del reporter, piacciono al “nuovo
magnifico premier”, McDonald Trump.
Ebbene sì, perché di
fronte ad un personaggio come Trump, che ha dimostrato una totale
impermeabilità alla parodia, Baron Cohen e il suo team di co-autori
sgretolano il personaggio Trump presentando un Borat che venera il
presidente, un uomo che dalla Stanza Ovale sostiene razzismo e
misoginia, trovandosi totalmente allineato con lui. Un’ammirazione
a distanza, quella del reporter per il presidente, che nasconde
tutta la chiave della satira di Sacha Baron Cohen.
Quando la politica diventa
ridicola, il lavoro della satira si fa più difficile, e a questo
risponde Borat: seguito di film, che fa fronte anche ad
un’altra difficoltà. Il film prende in giro non solo il presidente,
ma anche tutti i suoi sostenitori, e che tipo di effetto può avere,
oggi, che Borat in quanto personaggio è ormai famosissimo? Non a
caso Baron Cohen passa moltissima parte del film con travestimenti
buffi e improponibili invece che con il suo distintivo completo
grigio, cosa che gli ha permesso di infiltrarsi alla manifestazione
di estrema destra lo scorso giugno e che è finita nel film,
perfettamente in trama con ciò che la storia racconta.
Satira raffinata e comicità demenziale
Proprio la narrazione è una novità
rispetto al film precedente, dal momento che Borat: seguito di film
cinema ha una trama strutturata e precisa, che sicuramente toglie
freschezza e senso di improvvisazione, ma che rende questo prodotto
un oggetto forse più facile da fruire e sicuramente con meno
momenti sgradevoli e grevi rispetto al primo film (non che qui
siano assenti, tranquilli).
All’inzio del film troviamo Borat
in un lager, mentre è condannato ai lavori forzati per aver gettato
la vergogna sul suo paese, il Kazakistan (inteso come stato
generico geograficamente incollocabile da parte dell’americano
medio). Convocato dal ministro della propaganda, gli viene
assegnata la missione di ingraziarsi il favore e il rispetto di
Trump, e quindi del mondo, con un regalo. Prima viene scelta una
scimmia, poi, a seguito di problemi logistici, Borat decide di
offrire la sua figlia quindicenne, interpretata da Maria
Bakalova (anche qui troviamo finalmente una spiegazione ad
un’altra infiltrazione di Baron Cohen, questa volta alla CPAC,
travestito da Trump).
L’intuizione di Borat: seguito di film è quella di giocare
sullo stesso territorio dell’assurdo dell’obbiettivo della sua
satira. Certo, con un pubblico vigile e attento, che riconosce
Borat per strada, è difficile valutare, ora, quanto sia stato
documentato e quanto sceneggiato, resta però notevole la maniera in
cui Sacha Baron Cohen cammina sulla linea tra
umorismo becero e acuta satira politica.
Sacha Baron Cohen,
nei panni del celebre giornalista kazako Borat, è tornato in tv per
presentare Brothers Grimsby
(qui il trailer del film), la nuova commedia in
cui recita al fianco di Mark Strong.
Ecco il video della sua presentazione da Jimmy
Kimmel:
https://youtu.be/hcH0gPaMay8
Il film ruota proprio attorno ad un
agente appartenente ai Black Ops inglesi che è costretto ad
allearsi con il fratello hooligan per via di un nuovo e delicato
incarico. I due non sono in contatto ormai da tempo, ma la fuga che
li attende diventerà un modo per riavvicinarsi.
Diretto da Louis
Leterrier, nel cast ci sono Sacha Baron
Cohen, Mark
Strong, Penélope
Cruz, Isla
Fisher, Rebel
Wilsone Ian
McShane.
Si intitolerà Borat: Gift
of Pornographic Monkey to Vice Premiere Mikhael Pence to Make
Benefit Recently Diminished Nation of Kazakhstan il
sequel di Borat, il folle mockumentary di
Sasha Baron Cohen uscito nel 2007. Il titolo del
film potrebbe tradursi così: Borat: il dono della scimmia
pornografica al Vice Premier Mikhael Pence a beneficio della
nazione del Kazakhstan sminuita di recente.
Il film sarà distribuito su
Amazon Prime Video a partire dal 23
ottobre e nelle prossime ore potremo beneficiare di un trailer
esteso, mentre di seguito vi mostriamo un teaser e un poster
decisamente audace che è apparso sull’account Instagram ufficiale di Cohen
e che ironizza sull’uso della mascherina. Ecco di seguito i
contenuti:
Borat Sagdiyev (in cirillico: Борат Сагдиев) è un
giornalista immaginario kazako inventato e interpretato da
Sacha Baron Cohen. Borat è il protagonista del
film Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit
Glorious Nation of Kazakhstan, in italiano Borat –
Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione
del Kazakistan. Borat 2 arriverà il
23 ottobre su Amazon Prime Video.
Si intitolerà BORAT
SUBSEQUENT MOVIEFILM: DELIVERY OF PRODIGIOUS BRIBE TO AMERICAN
REGIME FOR MAKE BENEFITONCE GLORIOUS NATION OF
KAZAKHSTAN il
sequel di Borat, il folle mockumentary di
Sasha Baron Cohen uscito nel 2007.
Il film sarà distribuito su
Amazon Prime Video a partire dal 23
ottobre. Il film seguirà le assurde vicende del giornalista del
titolo, personaggio che incarna e smaschera le contraddizioni della
società americana con una satira spesso greve ma sempre efficace.
Sarà interessante capire in che modo il film si rivolgerà alla
situazione odierna in un’America sempre più messa alla prova da
rivolte, imminenti elezioni presidenziali e una pandemia ancora in
corso.
BORAT SUBSEQUENT MOVIEFILM:
DELIVERY OF PRODIGIOUS BRIBE TO AMERICAN REGIME FOR MAKE BENEFIT
ONCE GLORIOUS NATION OF KAZAKHSTAN è diretto da Jason
Woliner, scritto da Sacha Baron Cohen & Anthony Hines & Dan Swimer
& Peter Baynham & Erica Rivinoja & Dan Mazer & Jena Friedman & Lee
Kern, prodotto da Sacha Baron Cohen, Monica Levinson e Anthony
Hines, executive producer: Buddy Enright, Nicholas Hatton, Peter
Baynham, Dan Mazer e Stuart Miller, con Sacha Baron Cohen & Irina
Nowak.
Iniziate a Rome le riprese di Bop Decameron. La nuova commedia
di Woody Allen che prenderà spunto dal Decamerone di Boccaccio.
Ecco arrivare le prime foto:
E’ Variety, che in un articolo
svela ufficialmente il titolo del nuovo film di Woody Allen che
girerà a roma: Bop Decameron. Inoltre, vengono svelati anche alcuni
dettagli sulla trama.
Era già stato annunciato
tempo fa che la Warner era a lavoro su un film con protagonista
Booster Gold (in coppia con Blue Beetle) e adesso sembra
essere arrivato il momento per questo nuovo personaggio DC di
arrivare sul grande schermo.
La scelta dipenderebbe dalle grandi
critiche avute per il toni dark di Batman v Superman Dawn of
Justice. Il progetto dovrebbe essere infatti
molto più leggero e Zack
Stentz, sceneggiatore di Thor e
di Power Rangers, sarebbe già all’opera
su uno script, almeno stando a quanto riferisce Birth.Movies.Death.
Il sito riporta anche che sia la
Warner che (soprattutto) Ben Affleck sono davvero
consapevoli di ciò che è andato male in
BvS e quindi il lavoro per questo film
farà tesoro delle critiche ricevute. Il report informa però che
questo progetto non vedrà, per ora, la presenza di Blue
Beetle, come annunciato in precedenza.
Vi terremo aggiornati.
Booster Gold è un personaggio dei
fumetti creato da Dan Jurgens, pubblicato dalla DC Comics. La sua
prima apparizione è in Booster Gold (prima serie) n. 1 (febbraio
1986).
È un supereroe, membro della
Justice League proveniente dal XXV secolo.
Peculiarità del personaggio è il fare il supereroe per professione,
ovvero dedicarsi a imprese eroiche (sempre enfatizzate) a scopo di
lucro, utilizzando numerosi sponsor e pubblicizzando dei prodotti.
Booster è sempre accompagnato da Skeets, un robottino dorato
sarcastico che lo punzecchia e prende in giro in continuazione. Era
anche un grande amico di Ted Kord, il secondo Blue Beetle, insieme
al quale ha dato vita a numerosi sketch comici durante la gestione
di Keith Giffen e J.M. DeMatteis della Justice League
International.
Una nuova indiscrezione che circola
in rete sostiene che la prevista serie DC Studios/Max
Booster Gold abbia trovato il suo protagonista e
che l’eroe saltatore nel tempo sarà interpretato da un attore che
ha debuttato nel MCU solo tre anni fa. Secondo
Nexus Point News, Kumail
Nanjiani – che ha interpretato Kingo in Eternals
dei Marvel Studios – sarebbe stato scritturato per
il ruolo di Michael John Carter nel prossimo show del DCU.
La fonte è stata affidabile in
passato e sembra molto fiduciosa riguardo questa notizia di
casting, quindi potrebbe esserci del vero. Per avere la certezza
assoluta, però, bisognerà aspettare che i produttori o James Gunn la confermino. Tuttavia,
considerando che ci si aspetta che Nanjiani riprenda ancora i panni
di Kingo nel MCU – dato anche il finale di
Eternals
– sarebbe piuttosto strano vederlo impegnato contemporaneamente in
un progetto della rivale DC, motivo per cui la notizia è per ora da
ritenere solo un rumor infondato.
Precedenti rumor avevano riportato
che gli attori Dylan Playfair, Fionn Whitehead e
Patrick Schwarzenegger stavano tutti facendo dei
provini per il ruolo di Booster, ma ad oggi non ci sono conferme
ufficiali a riguardo. Sappiamo che le priorità di DC Studios sono
Superman
e
Supergirl: Woman of Tomorrow, come primi personaggi ad
arrivare sul grande schermo. Ma chi sarà il prossimo? Sembra che la
serie Lanterns
stia prendendo forma, mentre si dice che anche Booster Gold sia vicino all’inizio della
produzione.
Il regista James Gunn ha precedentemente affermato che la
serie comedy esplorerà la “sindrome dell’impostore come
supereroe”. Il co-CEO dei DC Studios, Peter
Safran, ha descritto Booster Gold come “un perdente
del futuro che utilizza la tecnologia per tornare al presente”
e finge di essere un supereroe. Nexus Point News ha precedentemente
riferito che Gunn e Peter Safran avrebbero ingaggiato Danny
McBride, John Carcieri e Jeff
Fradley, il team creativo dietro la serie originale HBO
Max The Righteous Gemstones, per lavorare allo show.
Questo potrebbe dare credito a una
precedente indiscrezione secondo la quale il frequente
collaboratore del team Jody Hill (The
Righteous Gemstones, Eastbound and Down, Vice Principals)
sarebbe stato assunto come regista/showrunner. Gunn ha recentemente
smentito una notizia secondo la quale la produzione sarebbe
iniziata a breve, ma ha rivelato che “la maggior parte” degli show
basati sul DCU attualmente in cantiere ha definito i propri
team creativi.
Booster Gold è un
personaggio dei fumetti creato da Dan Jurgens, pubblicato dalla DC
Comics. La sua prima apparizione è in Booster Gold (prima
serie) n. 1 (febbraio 1986). È un supereroe, membro della
Justice League proveniente dal XXV secolo.
Peculiarità del personaggio è il fare il supereroe per professione,
ovvero dedicarsi a imprese eroiche (sempre enfatizzate) a scopo di
lucro, utilizzando numerosi sponsor e pubblicizzando dei prodotti.
Booster è sempre accompagnato da Skeets, un robottino dorato
sarcastico che lo punzecchia e prende in giro in continuazione.