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Festival di Roma 2013 Alex De La Iglesia incontra il pubblico

Festival di Roma 2013 Alex De La IglesiaL’incontro con Alex De La Iglesia prende vita dopo la proiezione di una serie di sequenze tratte dai suoi film più famosi, Acciòn Mutante, Perdida Durango, El Dia de la Bestia, La Comunidad, El Crimen Perfecto, The Oxford Murders, La Chispa de la vida, Balada Triste de Trumpeta e il nuovissimo Las Brujas de Zugarramurdi.

Il regista catalano comincia la chiacchierata raccontando la genesi del suo ultimo film parlando della sequenza iniziale, nella quale un rapinatore, camuffato da Cristo, con tanto di croce sulle spalle, assalta un banco dei pegni trasformandosi in feroce assassino. De La Iglesia racconta che aveva avuto questa idea vent’anni prima, per un film che poi non è mai stato realizzato perché ritenuto troppo estremo e demenziale,  all’interno del quale trovavano spazio anche le figure di alcune streghe, divenute poi il punto centrale del suo ultimo film.

Festival di Roma 2013 Alex De La IglesiaLa scelta di ambientare la storia nel piccolo paese di confine tra Spagna e Francia chiamato Zagarramurdi è stata pressochè obbligata, poiché tale luogo sembra essere l’equivalente della cittadina americana di Salem, nota per le sue oscure vicende legate alla stregoneria. A Zagarramurdi sembra prendere origine tutta la stregoneria del vecchio continente ed in particolare, in una grotta limitrofa al paesino, sembra che avvenissero sabba di dimensioni incredibili, che coinvolgevano centinaia, forse migliaia di adoratrici del demonio. De La Iglesia racconta divertito di aver girato la sequenza finale del film proprio in quella grotta e di aver scoperto durante le ricerche per sviluppare la storia del film le vere origini di alcune abitudini stregonesche, come quella di cavalcare le scope, pratica legata ad una forma di autoerotismo al fine di assimilare una mistura a base di veleno di rospo e altre sostanze allucinogene spalmate sul manico dell’utensile; il volare altro non sarebbe che una visione metaforica dell’orgasmo allucinatorio raggiunto attraverso tale pratica.

Poi si è lungamente soffermato su uno dei temi principali del suo ultimo film, ma anche di tante altre sue opere, ovvero il difficile, se non impossibile, rapporto tra uomo e donna, ma anche sull’ipocrisia che a suo avviso è insita nella convivenza quotidiana tra esseri umani, molte volte basata su una subdola forma educazione superficiale quasi sempre malcelata. A proposito di tali dichiarazioni non si può non pensare ai rapporti degenerati tra condomini bellicosi de La Comunidad, o quello che avveniva tra i commessi del grande magazzino de El Crimen Perfecto. Alex De la Iglesia definisce gli esseri umani degli animali feroci, ma stupidamente intelligenti, che stentano a convivere e faticano a non sbranarsi l’uno con l’altro.

Torna poi nuovamente a sottolineare la dipendenza inconsapevole degli uomini dalle donne e il continuo loro bisogno di fare ritorno a l’utero materno e sentenzia beffardo che l’egoismo e la sopravvivenza sono la vera natura dell’amore e ciò che di conseguenza alimenta l’animo di tutti i suoi personaggi e motore di molte delle sue storie.

Alla domanda di come faccia ad avere uno stile così particolare e riconoscibile, lui semplicemente risponde che quello è il suo occhio e che naturalmente lui racconta ciò che lo circonda. Afferma che quella che si vede nei suoi film è la sua visione della vita, senza sforzarsi di voler costruire una sua originalità autoriale. Un buon regista, sostiene, deve essere come un barman, ovvero bravo a miscelare gli ingredienti già esistenti, senza dover necessariamente inventare chissà cosa. E’ convinto che non esista l’innovazione, ma che tutto è ricordo del futuro, che le idee differenti tra loro lottano, ma al tempo stesso si sostengono.  Dice che andare avanti, significa guardare indietro.

In conclusione e in maniera simpaticamente provocatoria si autodefinisce un immorale e prostituto mentale, che farebbe di tutto per soldi, ma ride sornione, e noi sappiamo bene che non è così.

Las brujas de Zugarramurdi recensione del film di Alex De La Iglesia

Las brujas de Zugarramurdi recensioneJosè in compagnia di un gruppo di balordi compie una rapina in un banco di pegni e ruba venticinquemila fedi nuziali. Porta con sé il figlio di appena otto anni, facendolo partecipare attivamente al colpo all’insaputa della moglie, in lotta con lui per l’affidamento del bambino. Ma qualcosa va storto, la rapina si trasforma in una caneficina e Josè, con il figlio, un altro strampalato rapinatore, un ignaro tassista e un ostaggio, fuggono verso il confine francese. Ma nella loro fuga approdano a Zugarramurdi, un piccolo paese popolato da streghe bellicose che non hanno nessuna intenzione di lasciarli andare via.

Las brujas de Zugarramurdi recensione posterDopo Balada triste de trumpeta, film molto personale e apice indiscusso della sua poetica, Alex De La Iglesia torna a realizzare un film più leggero e scanzonato, ma non per questo meno riuscito. La libertà espressiva di cui ormai dispone gli permette di confezionare un piccolo gioiellino che si barcamena disinvoltamente tra generi diversi e che stupisce lo spettatore con continue sorprese e cambi di rotta improvvisi. Si parte con un action-movie rutilante, al cardiopalma, che immediatamente si trasforma in commedia per poi scivolare nell’horror, con punte di puro splatter, ma senza mai perdere di vista significati e riflessioni importanti, disseminate di citazioni colte camuffate sapientemente con elementi pop.

E’ un turbinio di continue invenzioni, a cominciare da Gesù Cristo rapinatore che nasconde un fucile a pompa nella croce, il lercio omino che vive imprigionato sotto al cesso pubblico, le bislacche abitudini goderecce delle streghe, fino ad arrivare ad un sabba infernale rivisitato come un moderno rave  debitore delle pitture nere di Goya e pregno di fondatissime ricerche folkloristiche e antropologiche.

La sceneggiatura è una macchina ben oliata, che scorre disseminando battute a raffica che ironizzano e fanno riflettere sui rapporti tra uomo e donna e tra esseri umani in generale. E quando il discorso sembra farsi troppo serio ecco che arrivano a sorpresa folgoranti sequenze visionarie colme d’azione e trovate strabilianti, personaggi improbabili e creature uscite direttamente da un libro di fiabe. Gli interpreti sono tutti azzeccati e in grande sintonia, in particolare una divertita Carmen Maura e i due protagonisti Hugo Silva e Carolina Bang.

Ne Las brujas de Zugarramurdi si respira l’aria migliore del nuovo cinema iberico, si sente lontano l’eco di Almodovar (suo primo produttore), si intravede nella nebbia l’affabulazione gotica di Del Toro, ma soprattutto si gusta la stupefacente esibizione poetica e stilistica di Alex De La Iglesia.

Festival di Roma 2013 Jonathan Demme incontra il pubblico

Jonathan Demme

Oggi pomeriggio il Festival di Roma 2013 ha dato l’opportunità al pubblico di partecipare all’incontro col grande regista americano Jonathan Demme. L’autore di film come Il silenzio degli innocenti e Philadelphia, solo per citare i due più famosi e premiati, non ha perso occasione per mettere in luce la sua passione per il cinema e per far trasparire la sua ironia.

Dopo una breve filmato iniziale, Jonathan Demme ha iniziato a rispondere alle domande, la prima delle quali piuttosto generica, sul concetto di comunicare con il cinema e sulla sensazione che si prova:

“Io ho sempre riflettuto sulla dimensione narrativa del cinema. Raccontare storie è sempre primario per me. Se non hai una storia forte o non la sai raccontare, sei nei guai. Tutti le persone che ruotano intorno al film raccontano una storia e hanno una responsabilità completa. Dagli attori all’operatore, tutti con il loro lavoro raccontano storie”.

La discussione si è poi spostata sugli inizi cinematografici di Demme e non è potuto mancare il riferimento al regista e produttore Roger Corman:

“Posso considerarlo un maestro. Io adoro fare cinema e incontrare Corman è stato un momento unico, di quelli che ti capitano una volta nella vita. Corman mi fece scrivere una sceneggiatura e io ero agli inizi. Mi propose di andare a Los Angeles e lavorare al film. Dissi di si senza neanche far passare un secondo”.

Inevitabile poi la domanda riguardante Fear of Falling, un film che andrà in onda domani 11 Novembre 2013 al Festival del Cinema di Roma in anteprima mondiale. Si tratta di un progetto particolare, poiché è un film basato su un progetto teatrale, un mondo con il quale Demme non si era mai confrontato:

“Pensavo sarebbe stato facile trasportare il teatro al cinema. Invece mi sono reso conto, quando ho cominciato il lavoro, che non è affatto semplice perché il tipo di performance teatrale non è adatta per il cinema. Posso dire che Fear of Falling sia il progetto più coraggioso che abbia mai realizzato. Alcuni amici che l’hanno già visto mi hanno detto che assomiglia ad un film di Bergman però visto sotto l’effetto di Lsd”…

Poi Demme ha continuato, spiegando perché dopo aver raggiunto grandi traguardi cinematografici, sia tornato un po’ agli albori, voltando le spalle alle grandi industrie:

“Non mi piace dire che ho voltato le spalle. Quando si inizia la propria carriera come regista indipendente, si hanno budget limitatissimi, ho fatto un film anche con 125.000 dollari. Quando poi vai avanti e fai successo, sai come gestire meglio dei budget più elevati, anche milioni di dollari. Ma sai anche che hai delle responsabilità, ovvero fare un film che debba almeno pareggiare il bilancio. Ecco, io non avevo più voglia di queste responsabilità. A me piace lavorare con cifre minori e lavorare in tempi più stretti”.

In ultimo, anche al pubblico è stato concesso un piccolissimo spazio ed in particolare una domanda ha fatto scatenare le risate della sala,vista la risposta tanto secca quanto esplicativa di Demme:

Se qualcuno mi ha mai chiamato per girare un film di supereroi che tanto hanno successo negli ultimi anni? Semplicemente, no.

 

La nostra foto gallery del Festival:
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Entre nos recensione del film di Paulo Morelli

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Entre nos recensione del film di Paulo Morelli

Presentato in Concorso alla ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, Entre Nos racconta la storia di un gruppo di giovani, spensierati e ottimisti, che passano insieme una parte della lroo vita prima che questa cambi radicalmente. Isolati dal resto del mondo in una magnifica tenuta di campagna, i giovani amici decidono di scrivere delle lettere indirizzandole ai se stessi che diventeranno da li ai dieci anni successivi, e di seppellirle con la promessa di ritornare in quel luogo al tempo stabilito per rileggerle insieme. Il giorno stesso, però, in seguito a un tragico e imprevisto incidente automobilistico, ognuno di loro prende strade diverse. Contro ogni previsione il gruppo affiatato all’inizio si perde di vista, e la loro vita prenderà una piega completamente diversa. A dieci anni di distanza però i protagonisti si ritroveranno, riuniti a causa della morte di uno di loro e da un mistero che li tiene involontariamente uniti. Riaffioreranno così vecchie passioni, nuove frustrazioni e un oscuro segreto sepolto nel passato.

A dirigere il film Paulo Morelli, italiano per metà, che ci racconta un tipo di storia che è stato già affrontato, anche se con toni nelle intenzioni pià leggeri, dal nostro cinema con Immaturi. Come nel film di Paolo Genovese, un gruppo di amici si ritrova dopo aver trascorso anni senza vedersi, e così la loro vita cerca di riprendere in qualche modo lì dove si era interrotta. Purtroppo però le intenzioni del regista vengono ostacolate da un plot banale, da una sceneggiatura piatta e da una serie di cliché ripetuti, che contribuiscono a fare di Entre Nos un film non riuscito.

I personaggi stessi del racconto sono appena abbozzati, riducendosi a sagome che inscenano schemi interpersonali fissi. Nel cast Caio Blat, Carolina Dieckmann, Maria Ribeiro, Paulo Vilhena, Martha Nowill, Julio Andrade, Lee Taylor. Il film non manca di una certa leggerezza che, unita alla durata ragionevole, aiuta lo spettatore a procedere nella visione; ma il prodotto finale rimane patinato e scontato, come in un lungo spot televisivo.

Song’e Napule: recensione del film dei Manetti Bros

Song’e Napule: recensione del film dei Manetti Bros

E’ stato presentato Fuori Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma l’ultima impresa dei Manetti Bros , Song’e Napule. Tra il comico, il noir e il poliziesco, il film è un cocktail di generi a cui i registi romani si sono affezionati particolarmente con la serie tv L’Ispettore Coliandro interpretato da Giampaolo Morelli. Il loro attore-feticcio torna protagonista di questa storia, riunendo le forze con i fratelli Antonio e Marco per raccontare una Napoli diversa, diversa anche da quella raccontata da Gomorra e co. senza troppa angoscia e rifiuti, ma con un film rilassato e positivo.

Song’e Napule segue le vicende di Paco Spillo (Alessandro Roja), un pianista diplomato in conservatorio che si ritrova a fare il poliziotto per sfuggire alla disoccupazione. La sua dote musicale tornerà utile quando all’Ispettore Cammarota (Paolo Sassanelli) dell’anticrimine serve un infiltrato al matrimonio della figlia del boss di Somma Vesuviana per acchiappare il famoso latitante O’ Fantasma. Paco, non con poca riluttanza ,si trasformerà da signorino del conservatorio a tamarro cafone per entrare a far parte della band di Lollo Love (Giampaolo Morelli), un famoso cantante neo melodico ben inserito nel giro delle feste. Suo malgrado, Paco in arte Pino Dynamite, si troverà a rischiare la sua vita incappando in piacevoli rapporti di amore e amicizia.

Song’e Napule, il film

Song'e Napule recensione

 

Con un cast costellato di tanti amici , oltre che a Roja, Morelli e Sassanelli troviamo Serena Rossi, Carlo Buccirosso, Antonio Pennarella e un cammeo di Peppe Servillo, sempre centratissimo nel personaggio. I Manetti Bros realizzano quasi una serenata a Napoli con le canzoni di Lollo Love interpretate da Morelli, arrangiamenti di musiche degli Avion Travel e tanti altri omaggi alla canzone napoletana grazie a Franco Ricciardi, Ivan Granatino, Antonio Buonomo, Serena Rossi, Pino Moccia e Rosario Miraggio.

Raccontato in modo semplice e vero, Song’e Napule regala risate dall’inizio alla fine, senza mai scadere nella comicità demenziale ma facendo affidamento a gli unici tempi comici della “lingua napoletana”. Un bell’affresco di Napoli che mostra non solo la parte brutta “della fogna dell’Italia” ma anche la parte onesta senza troppo buonismo del , sempre più generalizzato , Napoletano medio.

Questo è stato l’ultimo film prodotto da Luciano Martino, fermo sostenitore dell’idea di Morelli.

Festival di Roma 2013: Video commento dei film del terzo giorno

Festival di Roma 2013

Nella terza giornata del Festival di Roma 2013 è stato presentato e accolto calorosamente dalla stampa Her di Spike Jonze di con Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde e la calorosa voce di Scarlett Johansson. Nella sezione Fuori Concorso è stato presentato Las brujas de Zugarramurdi di Álex de la Iglesia, il regista che aveva segnato il festival di Venezia con La ballata dell’odio e dell’amore, nel cast troviamo Javier Botet, Mario Casas, Carmen Maura, Hugo Silva e Carlos Areces.
Di seguito il video commento dei film con i trailer:

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Tutte le foto del Frestival di Roma 2013 nella nostra gallery:

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Festival di Roma 2013 Joaquin Phoenix, Spike Jonze e Rooney Mara presentano Her

Festival di Roma 2013 HERE’ stato presentato nella selezione ufficiale in Concorso alla ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma Her, ultimo film di Spike Jonze in cui un magnifico Joaquin Phoenix si innamora della voce sensuale di Scarlett Johansson. Sono arrivati a Roma per presentare il film il regista Spike Jonze, il protagonista Joaquin Phoenix e Rooney Mara, che nel film interpreta l’ex moglie del protagonista. L’incontro con la stampa è stato, come c’era da aspettarsi, atipico, essendo note a tutti le stranezze di Phoenix e la sua ritrosia verso i giornalisti e le domande sul suo lavoro.

Ciò nonostante l’attore si è mostrato insolitamente loquace, anche se ha prevalentemente scherzato sul suo ruolo e con i suoi colleghi. Il regista Jonze ha commentato così la sua esigenza di raccontare il film: “Volevo raccontare questa storia perché tratta temi sui quali ho riflettuto, nei confronti delle quali ho una valutazione un po’ confusa. Il modo in cui viviamo e gestiamo i nostri rapporti, che non sempre sono semplici.”

In una delle poche risposte esaurienti concesse, Joaquin Phoenix ha accennato alla complicità di sua sorella (e sua manager) nella partecipazione al progetto: “E’ stata mia sorella e mia agente a passarmi la sceneggiatura. Mi ha detto che Spike aveva una sceneggiatura per me, l’ho letta e ci siamo innamorati.”

Rooney Mara ha invece dovuto lottare per ottenere il suo ruolo: “Mi hanno inviato la sceneggiatura e volevo partecipare al film, solo che Spike diceva che ero troppo giovane. Quando ci siamo incontrati però sono riuscita a convincerlo che la forza interiore del personaggio era senza tempo e che quindi ero adatta al ruolo.”

I costumi e gli arredi sono vintage ma il film è ambientato in un vicino futuro. Può motivare questa scelta?

SJ: “L’obbiettivo era creare un mondo accogliente, e questo mi sembrava il modo migliore per mettere in scena questa esigenza di gradevolezza e facilità della vita. Tuttavia ci sono ancora personaggi che desiderano qualcosa, a cui manca qualcosa.”

In che modo Joaquin e Scarlett hanno interagito sul set per parlarsi senza che la Johansson fosse presente?

SJ: “Quando abbiamo girato il film c’era un’altra attrice, Samantha Morton, che ci ha accompagnati nella lavorazione. Era sul set e parlava con Joaquin. Poi in post produzione è arrivata Scarlett che è stata accompagnata da entrambi per registrare le sue parti e creare un’intimità.”

 

Tutte le nostre Foto dal Festival:

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Her: recensione del film con Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson

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Spike Jonze ci ha da sempre abituati a viaggiare in mondi straordinari, che con profonda malinconia coinvolgono lo spettatore, trasportandolo in una realtà parallela e deliziandolo con storie magistralmente raccontate. Il suo ultimo film Her non fa eccezione. Interpretato da Joaquin Phoenix, il film racconta di Theodore, un uomo dal cuore spezzato che sta cercando di metabolizzare la separazione e l’imminente divorzio dall’amata moglie (Rooney Mara).

In una Los Angeles futuristica ed insieme straordinariamente malinconica, Theodore trascorre le sue giornate tra il lavoro e il suo solitario appartamento, fino a che non incontra Samantha, un sistema operativo senziente e intuitivo (cui da la voce Scarlett Johansson), e in grado di evolversi con l’uso, con la quale Theo comincia una relazione particolare che trasformerà sia l’umano che l’artificiale fino a giungere ad un epilogo inevitabile e struggente.

La domanda che ci pone Jonze è semplice e complessa insieme: si può amare qualcuno nel corso di tanti anni, accettandone e consentendone i cambiamenti fondativi di un essere umano in continuo divenire? Si può amare ed essere ricambiati anche attraverso il tempo di una vita che cambia e trasforma?

Her, il film

Her

Il caro Theodore, personaggio con il quale non si può non entrare in sintonia, ci conduce con mesta compostezza nella sua vita, e noi impariamo molto su di lui e su possibili risposte alle domande dello stesso regista. Mattatore incontrastato del film è Joaquin Phoenix, attore straordinario, uno dei migliori della propria generazione, che ad ogni nuova prova d’attore riesce a scavare in se stesso e nell’animo dello spettatore, completamente rapito dai suoi occhi, dalle sue movenze, da questo essere romantico e triste che l’attore dipinge sullo schermo.

A dare voce al sistema operativo c’è Scarlett Johansson, che per una volta rinuncia a sfruttare la sua prorompente presenza scenica e ci regala solo il suono della sua sensuale voce, creando con pochi mezzi un personaggio artificiale per natura ma allo stesso tempo estremamente umano. Completano il cast una diafana Rooney Mara e Amy Adams, che riesce con pochi sguardi a dare profondità anche al più piccolo dei personaggi.

Il film di Spike Jonze è un viaggio nella coscienza di un uomo che può essere ognuno di noi, è un viaggio nell’amore e nella sua trasformazione in quanto sentimento tanto universale quanto privato e mutevole, un viaggio ambientato in una bellissima Los Angeles delicatamente futuristica che funge da perfetta cornice per il nostro malinconico protagonista. Her è un racconto coinvolgente e struggente, romantico, tenero e profondamente devastante, che emoziona lo spettatore e lo induce a riflettere con inquietante profondità ed urgenza sulla propria vita.

 

 

The invisible Life recensione del film di Vítor Gonçalves

The invisible Life recensione del film di Vítor Gonçalves

the invisible life recensioneThe Invisible Life (A Vida Invisìvel) è un film diretto da Vítor Gonçalves presentato in Concorso alla ottava edizione del Festival Internazionale del film di Roma.

 

È notte fonda e Hugo, un impiegato statale, siede sui gradini del Ministero in cui lavora. Non ha il coraggio di tornare a casa e non riesce a togliersi dalla mente le immagini di un misterioso filmino in 8mm che ha ritrovato in casa del defunto Antonio. Ricorda quindi il giorno in cui Antonio, suo superiore al Ministero, gli rivelò che stava per morire. Hugo ha sempre creduto che Antonio volesse in realtà confidargli qualcosa che lo riguardava direttamente. Spinto dal desiderio di comprendere questo segreto inconfessato, rispolvera ricordi sepolti da tempo. E ripensa all’ultima volta che ha visto Adriana, la donna che amava. Ancora una volta lo assale il pensiero che la sua è stata una vita non vissuta.

the invisible life recensione poster

Gonçalves sceglie la strada del racconto a posteriori per mostrarci il viaggio interiore del protagonista Hugo (Filipe Duarte); un racconto in voce fuori campo in cui seguiamo in una serie di accavallamenti temporali il percorso del personaggio, tra ricordo del passato e indagine nel futuro alla ricerca di un misterioso messaggio che forse non è mai stato scritto.

Il racconto, il ricordo e la ricerca sono però raccontati attraverso uno stile statico, che non fa nulla per coinvolgere lo spettatore, addentrandosi in un racconto autoreferenziale e complesso, difficilissimo da comprendere a ancora più difficile da gradire. Nonostante Duarte sia un interprete molto intenso, la scelta registica di utilizzare prevalentemente la camera fissa non fa altro che ostacolare ulteriormente la fluidità di un racconto che non decolla mai.

Completano il cast Maria João Pinho, João Perry, Pedro Lamares e Susana Arrais.

The Invisible Life è un racconto pretensioso e poco interessante di una vita misteriosa sì, ma chiusa in se stessa e che non ha nessuna voglia di mostrarsi benevola nei confronti dello spettatore.

World of Warcraft primi concept presentati da Duncan Jones

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Sabato scorso, in occasione del BlizzCon 2013, il regista Duncan Jones ha reso pubblici i primi concept per il film World of Warcraft, tratto dal leggendario gioco di ruolo e finalmente in fase avanzata di pre-produzione.

Ecco i disegni:

World of Warcraft concept World of Warcraft primi concept World of Warcraft primi concept World of Warcraft primi concept 2

Il film su World of Warcraft si baserà sul popolare e omonimo videogame e avrà a disposizione un budget di 100 milioni di dollari, non tantissimi, ma comunque una cifra rispettabile per realizzare un fantasy con i fiocchi.

Pre quanto riguarda il casting del film, al progetto era stato accostato Johnny Depp, ma non si sa ancora nulla di certo a riguardo.

Il film sarà basato su una sceneggiatura di Charles Leavitt, già sceneggiatore del bellissimo Blood Diamond.

World of Warcraft (letteralmente “il mondo di Warcraft”, spesso abbreviato in WoW) è un gioco di ruolo fantasy tridimensionale. Sviluppato dalla Blizzard Entertainment, è stato pubblicato il 23 novembre 2004. World of Warcraft è il gioco di ruolo più giocato al mondo, con circa 12 milioni di iscrizioni attive. Il gioco è ambientato nell’universo di Warcraft, ambientazione nata con la pubblicazione di tre precedenti videogiochi strategici in tempo reale della Blizzard (Warcraft, Warcraft II, Warcraft III). Il server di gioco, originariamente disponibili solo in inglese, francese e tedesco, sono stati successivamente resi attivi in altre lingue, mentre il supporto in italiano è arrivato solo il 29 agosto del 2012.

Fonte: CS

Batman vs Superman ecco alcuni contendenti per il ruolo di Nightwing

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Come vi avevamo accennato qualche giorno fa (qui la notizia), è probabile che in Batman vs Superman, titolo provvisorio del sequel di Man of SteelL’Uomo d’Acciaio, comparirà un altro iconico supereroe dell’universo DC: Nightwing.

Già si era parlato di Adam Driver, visto in Girls, come possibile spalla di Ben Affleck/Batman, tuttavia oggi arrivano due nuovi nomi che potrebbero fare al caso della produzione. Entrambi molto giovani e dotati, sarebbero in competizione per interpretare Dick Grayson Penn Badgley (27 anni) visto in Gossip Girls e Ezra Miller (21) straordinario interprete di Noi siamo Infinito e di …E ora parliamo di Kevin.

Per adesso il ruolo di Nightwing è ancora in forse, e anche la partecipazione al casting di questi attori citati è da considerarsi all’interno della sfera del rumors. Vi ricordiamo che L’uomo d’Acciaio è uscito negli USA il 14 giugno 2013, il 20 giugno in Italia, e nel cast oltre a Henry Cavill e Russell Crowe ci sono anche Amy Adams, Diane Lane,  Kevin Costner, Laurence Fishburne, Michael ShannonL’uomo d’Acciaio è diretto da Zack Snyder. Tutte le info utili nella nostra Scheda Film: L’uomo d’Acciaio. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel.

Fonte: CBM

Buon Compleanno Ennio Morricone

Buon Compleanno Ennio Morricone

Compositore e direttore d’orchestra, sì, ma pop: il preferito di The Edge degli U2, ha ispirato uno dei Kasabian nella scelta del nome del figlio (Ennio, appunto) e viene regolarmente omaggiato da rockstar del calibro dei Muse (che nei live suonano sempre un brano da C’era una volta il West per introdurre la loro canzone Knights of Cydonia), dei Metallica e di Springsteen.  Per non parlare del fan n° 1 di Ennio Morricone, lo stalker Tarantino, che lo ha spudoratamente saccheggiato in Kill Bill e Bastardi senza gloria, finché non ha potuto godere di una collaborazione ufficiale col Maestro in Django Unchained, col brano Ancora qui interpretato da Elisa.

Prima diventare un’icona del cinema mondiale, Morricone fa il trombettista, e nel ‘58 lavora pure in RAI. Per un giorno. Assunto come assistente musicale, si licenzia subito quando scopre che gli è preclusa ogni possibilità di carriera (non si trasmettono brani composti dai dipendenti). Ottima mossa, perché di lì a poco scriverà la prima colonna sonora importante: è il ’64, il regista è un ex compagno delle elementari, Sergio Leone, e Per un pugno di dollari dà inizio a una solida collaborazione, con titoli come Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa, fino all’ultima opera di Leone, C’era una volta in America. Lanciato dagli spaghetti-western (definizione che lui odia), Morricone in realtà ha prodotto solo una trentina di colonne sonore per questo filone, essendosi poi cimentato in tutti i generi cinematografici nel corso di una carriera lunga mezzo secolo. Dalla fantascienza al thriller, dal film erotico alla commedia: da Carpenter a Verdone, insomma. Indimenticabili le melodie di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Mission, Gli intoccabili, Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano, Canone inverso, Malèna. Ma con più di 500 colonne sonore al suo attivo, e 70 milioni di dischi venduti, l’elenco è piuttosto riduttivo; ed è impossibile riportare tutti i premi vinti dal Maestro, perciò ci limitiamo a quelli alla carriera: il Leone d’Oro nel ‘95 e l’Oscar nel 2007.

Dopo 5 nomination a vuoto, l’Academy riconosce finalmente il suo inestimabile contributo al cinema, e chiede al cowboy Clint Eastwood di consegnare a Morricone l’ambita statuetta. Noi gli consegniamo la torta e lo aiutiamo a spegnere le 85 candeline. TANTI AUGURI MAESTRO!

Jared Leto video intervista sul red carpet del Festival di Roma 2013

Jared-Leto-Festival-di-Roma-2013Guarda l’intervista sul red carpet del Festival di Roma 2013. L’ottava edizione dell’evento diretto da Marco Muller, al secondo anno al timone della kermesse capitolina ha accolto nella bellissima cornice dell’Auditorium le prime due star internazionali, Jared Leto, protagonista dell’intenso Dallas Buyers Club (recensione). Abbiamo scambiato qualche battuta con il cantante e attore.

Tutte le nostre Foto dal Festival:

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Jared Leto e le foto del secondo giorno del Festival di Roma 2013

Guarda tutte le foto di Jared Leto e degli ospiti del secondo giorno del Festival di Roma 2013. L’ottava edizione dell’evento diretto da Marco Muller, al secondo anno al timone della kermesse capitolina ha accolto nella bellissima cornice dell’Auditorium le prime due star internazionali, Jared Leto (INTERVISTA) protagonista dell’intenso Dallas Buyers Club (recensione) e John Hurt (incontro e Intervista)che ha incontrato il pubblico e accreditati. Domani invece è il grande giorno di Spike Jonze,  Joaquin Phoniex, Scarlett Johansson, Rooney Mara. Stay tuned

Ecco tutte le nostre Foto:

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In uscita un docufilm in onore della scrittrice Dacia Maraini

In uscita un docufilm in onore della scrittrice Dacia Maraini

Dacia Maraini

Il regista livornese Irish Braschi ha deciso di omaggiare una delle più grandi scrittrici italiane, Dacia Maraini, in un docufilm biografico, Io sono nata viaggiando.

L’attrice è una delle più conosciute  intellettuali italiane viventi ed è davvero nata viaggiando, trasferitasi subito dopo la nascita nel 1936 a Fiesole da un’aristocratica famiglia cosmopolita, visse l’infanzia in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, dove è stata in un campo di concentramento con i genitori prima di tornare in Italia. Ha vissuto in Sicilia, terra natìa della madre, e poi a Roma col padre, viaggiando per tutto il mondo , per lavoro ma anche per diletto.

L’attrice dice di sé stessa che realmente è nata viaggiando:

“Io sono nata viaggiando. Il primo sapore che ho conosciuto, e di cui conservo la memoria, è il sapore del viaggio. Un gusto di bagagli appena aperti: naftalina, lucido da scarpe e quel profumo che impregnava i vestiti di mia madre in cui affondavo la faccia con delizia.”

Il regista Braschi, ex assistente di Paolo Virzì, ha girato questo docufilm che uscirà nelle sale italiane solo per tre giorni, L’ 11, il 12 e il 13 Novembre, prima di essere proiettato su Sky in occasione del compleanno dell’attrice. La voce narrante del film sarà Maria Pia di Meo, celebre doppiatrice di Meryl Streep e Audrey Hepbrun.

Batman vs Superman: Zack Snyder parla al fan event su Man of Steel

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Dopo le voci sulle tre attrici provinate per il ruolo di Wonder Woman e il rumors legato alla possibilità di vedere Nightwing nel film arrivano le dichiarazioni di Zack Snyder dal Fan event su Man of Steel, dove il regista ha parlato del personaggio di Lex Luthor più volte, senza però dichiarare apertamente se sarà o meno nell’atteso sequel, per poi soffermarsi sulla possibilità del ritorno di Hans Zimmer:

“Penso che sarebbe fantastico se Hans ritornasse anche in questo film, ritornando così ad esplorare Batman” anche se le dichiarazioni di Zimmer no erano state molto positive in merito (leggi qui). Poi le domande si sono intensificate sulla costruzione di alcuni set attualmente in corso e sulla possibilità di rivedere nuovamente Illinois come Smallville. La sua risposta però è stata vaga per puoi annunciare che no può parlarne.

Batman vs SupermanIntanto sono arrivati qualche giorno fa nuovi dettagli sul Batman che vedremo (LEGGI QUI), mentre Ben Affleck ha già iniziato ad allenarsi, e sembra davvero in forma in queste foto: VEDI QUI.

Manto Acuìfero recensione del film di Michael Rowe

Manto Acuìfero recensione del film di Michael Rowe

manto acuìfero recensioneL’australiano Michael Rowe ci racconta Manto Acuìfero, narrazione che celebra il rito di passaggio dall’infanzia al mondo degli adulti di una bambina che sta vivendo un momento particolare della sua giovane esistenza.

Caro ha otto anni. I suoi genitori divorziano e lei va vivere con la madre e il suo nuovo fidanzato, che lei fatica a vedere come il nuovo padre. Nonostante la madre le abbia fatto capire a chiare lettere che non vuole più avere a che fare con il padre, Caro si sente abbandonata e non desidera nient’altro che il genitore ritorni. Giocando in giardino, si rifugia nei pressi del pozzo del cortile dietro casa, un luogo segreto che nutre la sua fervida immaginazione. Si allontana sempre di più dalla madre, che d’altro canto sembra tutta protesa verso il nuovo compagno e poco propensa ad aiutare la figlia in questa particolare fase di cambiamenti importanti. Contemporaneamente riscopre foto, segreti e interessi del padre lontano, con morbosa attenzione, tanto che finisce per creare una specie di santuario a lui dedicato in fondo al pozzo dove si rifugia.

Come accennato, il film ci racconta il passaggio dall’innocenza all’età adulta, dalla purezza dell’essere bambino alla crudeltà di commettere il primo atto violento, la prima efferatezza, il primo gesto da adulto (con tutte le implicazioni negative del caso). Rowe ci racconta una storia a misura e ad altezza di bambino, o meglio di bambina, questa Caro che, taciturna e apparentemente assente in famiglia, è vivace, curiosa e intelligente in mezzo alla natura, in questo immenso giardino nel quale lei riscopre animali e insetti che nutrono la sua fantasia.

La narrazione procede lenta, prevalentemente affidata a piani fissi e silenziosi, che ci mostrano semplicemente la quotidianità della vita nel suo svolgersi inesorabile e continuo. Proprio per questo Manto Acuìfero risulta essere particolarmente ostico, non riesce a mantenere alta l’attenzione e naufraga in un tentativo di raccontare lo svezzamento alla violenza e alla vita “vera”, concentrando nei secondi finali tutto il significato di un film che altrimenti raccontato sarebbe stato ben più interessante.

Nel cast un taciturno terzetto di attori Zaili Sofía Macías Galván, Tania Arredondo e Arnoldo Picazzo che realizzano ritratti essenziali e quotidiani di personaggi che non hanno nulla di straordinario.

La normalità è una dimensione che al cinema è spesso sottovalutata, ma che qualche volta ha bisogno di qualche orpello per risultare interessante.

Justin Lin alla regia di The Bourne Legacy: il sequel

Justin Lin alla regia di The Bourne Legacy: il sequel

Dopo aver lasciato la regia di Fast and Furious, Justin Lin sarà alla regia del sequel di The Bourne Legacy, che vedrà l’attore Jeremy Renner di nuovo nei panni di Aaron Cross. Stavolta il film sarà sceneggiato da Anthony Peckham ( Sherlock Homes e Invictus), e Lin prenderà il posto del regista secolare della saga The Bourne, Tony Gilroy che è stato anche sceneggiatore degli altri film.

La saga di The Bourne è ispirata ai libri scritti da Eric Van Lustbader, che ha proseguito la saga iniziata nel 2001 dallo scrittore Robert Ludlum. Ancora non è stato annunciato un titolo ufficiale, ma se si seguirà l’ordine dei romanzi potrebbe essere The Bourne Betrayal- La colpa di Bourne. Anche la trama dovrebbe essere simile a quella del libro:

Jason Bourne si è lasciato tutto alle spalle: la CIA, l’identità fittizia della quale era rimasto prigioniero e il dolore per la perdita della propria famiglia. Ma quando Martin Lindros, vicedirettore della Central Intelligence e suo amico, scompare durante un’azione in Etiopia, solo un cane sciolto come Bourne può scoprire cosa sia veramente successo, e sperare di salvargli la vita. La data d’uscita dovrebbe essere fissata per l’estate 2015, ma ancora non si sa niente di certo.

EFA 2013 ecco i nominati

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EFA 2013 ecco i nominati

European Film Academy 2013 logoAl Seville European Film Festival,  European Film Academy ed  EFA Productions hanno annunciato le nomination per la  26ma  edizione degli European Film Awards. Gli oltre 2900 membri dell’EFA voteranno ora i vincitori che saranno annunciati nel corso della cerimonia di premiazione il  7 Dicembre a Berlino.

I nominati  sono:

FILM EUROPEO 2013

LA MIGLIOR OFFERTA                                              

Italia, 130 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Giuseppe Tornatore
PRODOTTO DA: Isabella Cocuzza & Arturo Paglia

BLANCANIEVES

Spagna/Francia, 104 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Pablo Berger
PRODOTTO DA: Ibon Cormenzana, Jérôme Vidal & Pablo Berger
THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Belgio, 100 min
DIRETTO DA: Felix van Groeningen
SCRITTO DA: Carl Joos & Felix van Groeningen
PRODOTTO DA: Dirk Impens
LA GRANDE BELLEZZA
Italia/Francia, 140 min
DIRETTO DA: Paolo Sorrentino
SCRITTO DA:: Paolo Sorrentino & Umberto Contarello
PRODOTTO DA: Nicola Giuliano & Francesca Cima
OH BOY!
Germania, 83 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Jan Ole Gerster
PRODOTTO DA: Marcos Kantis & Alexander Wadouh
LA VIE D’ADELE: CHAPITRES 1 & 2 
Francia, 179 min
DIRETTO DA: Adellatif Kechiche
SCRITTO DA:: Abdellatif Kechiche & Ghalya Lacroix
PRODOTTO DA: Brahim Chioua, Vincent Maraval & Abdellatif Kechiche
 COMMEDIA EUROPEA 2013
LOS AMANTES PASAJEROS
Spagna, 90 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Pedro Almodóvar
PRODOTTO DA: Agustín Almodóvar & Esther García
BENVENUTO PRESIDENTE!
Italia, 100 min
DIRETTO DA : Riccardo Milani
SCRITTO DA: Fabio Bonifacci
PRODOTTO DA: Nicola Giuliano & Francesca Cima
DEN SKALDEDE FRISØR (LOVE IS ALL YOU NEED)
Danimarca, 111 m
DIRETTO DA: Susanne Bier
SCRITTO DA: Anders Thomas Jensen & Susanne Bier
PRODOTTO DA: Sisse Graum Jørgensen, Vibeke Windeløv
SVECENIKOVA DJECA (THE PRIEST’S CHILDREN?
Croazia/Serbia, 93 min
DIRETTO DA: Vinko Brešan
SCRITTO DA: Mate Matišić & Vinko Brešan
PRODOTTO DA: Ivan Maloča
REGISTA EUROPEO 2013
Pablo Berger per BLANCANIEVES
Felix van Groeningen per THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Abdellatif Kechiche per LA VIE D’ADELE (Adele)
François Ozon per DANS LA MAISON (In the House)
Paolo Sorrentino per LA GRANDE BELLEZZA 
Giuseppe Tornatore per LA MIGLIOR OFFERTA

ATTRICE EUROPEA 2013

Keira Knightley in ANNA KARENINA
Veerle Baetens in THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Barbara Sukowa in HANNAH ARENDT
Naomi Watts in LO IMPOSIBLE (The Impossible)
Luminita Gheorghiu in POZITIA COPILULUI (Child’s Pose)

ATTORE EUROPEO 2013

Jude Law in ANNA KARENINA
Johan Heldenbergh in THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Fabrice Luchini in DANS LA MAISON (In the House)
Toni Servillo in LA GRANDE BELLEZZA
Tom Schilling in OH BOY

SCENEGGIATORE EUROPEO 2013

Tom Stoppard per ANNA KARENINA
Giuseppe Tornatore per LA MIGLIOR OFFERTA
Carl Joos & Felix van Groeningen per THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
François Ozon per DANS LA MAISON (In the House)
Paolo Sorrentino & Umberto Contarello per LA GRANDE BELLEZZA 

Festival di Roma 2013: Video commento dei film del secondo giorno

Un interessante secondo giorno al Festival Internazionale del Film di Roma numerosi sono stati i film in programma ma chi ha convinto di più sono stati nella sezione In Concorso, Dallas Buyers Club diretto da Jean-Marc Vallée e con Matthew McConaughey, Jennifer Garner e un sorprendente Jared Leto. Per la sezione Fuori Concorso è stato presentato il film italiano Come il vento di Marco Simon Puccioni con Valeria Golino e Filippo Timi ed infine per la sezione Alice nella città l’adattamento cinematografico di Belle et Sébastien di Nicolas Vanier.
Di seguito il video commento dei film con immagini dei trailer:

Inoltre qui sotto tutta la nostra Gallery:

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Transformers age of extinction, ecco un arwork dei dinobot

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Joblo ha pubblicato una nuova immagine di Transformers Age of Exctinction, quarto episodio della saga fantascientifica di Michael Bay.

Questa volta parliamo di un artwor, nel quale vediamo Optimus Prime a cavallo di un dinobot. Si tratta di Grimlock, un T-Rex robot. La notizia che i dinobot sarebbero apparsi nel film era già intuibile nelle riprese di alcune scene, che erano state raccontate all’interno di alcuni reportage dal set. Ora abbiamo la conferma ufficiale della presenza dei dinobot, con questo primo artwork:

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Vi ricordiamo che per tutte le news sul film potete consultare il nostro speciale: Transformers 4. Mentre per le info utili sulla pellicola c’è la nostra Scheda Film: Transformers 4. Le riprese cominceranno in giugno e la pellicola uscirà negli Stati Uniti il 27 Giugno 2014. Transformers Age of Extinction sarà diretto nuovamente da Michael Bay con protagonisti: Jack Reynor, Nicola Peltz e Kelsey Grammer.

Piccole anticipazioni sulla trama. Il film comincerà dove è finito il terzo capitolo, in un mondo in cui nonostante la minaccia dei Deception è stata debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi così tanto, quando alcuni  uomini potenti, cercando di studiare la tecnologia dei robot alieni.

 

Lone Survivor: nuovo trailer con Mark Wahlberg

Lone Survivor: nuovo trailer con Mark Wahlberg

La Universal ha diffuso online un nuovo trailer di Lone Survivor, dramma di guerra diretto da Peter Berg, già regista di Hancock e Battleship, con protagonista Mark Wahlberg. La pellicolaè basata sull’autobiografia omonima di Marcus Luttrell e racconta la storia della missione Redwingm del 2005 dei Navy Seals in Afghanistan, rimasti poi vittima di un agguato ad opera dei talebani; Luttrell è stato l’unico superstite e nel film è interpretato da Wahlberg. Ecco il trailer:

Il cast di Lone Survivor include Taylor Kitsch, Eric Bana, Emile Hirsch, Ben Foster ed Alexander Ludwig. La pellicola verrà distribuita limitatamente in America il 27 dicembre 2013, per poi essere rilasciata ufficialmente in tutte le sale statunitensi il 10 gennaio 2014. Dopo il trailer, vi presentiamo anche il primo poster.

La desolazione di Smaug: Evangeline Lilly parla di Tauriel

La desolazione di Smaug: Evangeline Lilly parla di Tauriel

Interessante intervista di Evangeline Lilly, che si è aperta con Entertainment Weekly, parlando del personaggio che interpreta in Lo Hobbit: la Desolazione di Smaug, il secondo capitolo della nuova trilogia di Peter Jackson. Parliamo dell’elfa guerriera Tauriel, che i più appassionati lettori tolkeniani sapranno essere assente nel romanzo. L’attrice interpreterà dunque questo character nato dalle idee del regista neozelandese.

Ecco i dettagli rivelati dall’attrice, riguardanti il passato dell’elfa Tauriel:

Cos’è che vuole? E’ una bella domanda, è questo il motore di ogni storia. Per me la cosa più eccitante di questo personaggio è che in un film con protagonisti degli uomini, egoisti e con fini propri, che sia una corona o dell’oro, Tauriel è uno dei pochi personaggi che combatte per la verità e la giustizia. Ci tiene a conquistarle molto più di qualunque traguardo personale. Molte persone non conoscono il suo passato, e nel film non troverà spazio, ma Tauriel è un’orfana. I suoi genitori sono stati uccisi dagli orchi. Quando capisci questo dato, diventa chiaro perchè sia così motivata a combattere il male, perchè sia diventata una macchina da guerra, capo della guardia elfica, e perchè Thranduil l’abbia messa sotto la sua ala protettiva.

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, il film

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, secondo capitolo della trilogia uscirà al cinema il 12 dicembre 2013. Lo Hobbit: La desolazione di Smaug è il secondo capitolo della Trilogia di Peter Jackson tratta dall’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien. La pellicola uscirà il 12 dicembre 2013 in Italia ed è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. La terza parte, invece intitolata Lo Hobbit: Racconto di un ritorno è atteso per il 14 Dicembre 2014. Il cast del film comprende Martin Freeman, Benedict Cumberbatch, Ian McKellen, Evangeline Lilly, Luke Evans, Richard Armitage, Elijah Wood, Orlando Bloom, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Christopher Lee e Andy Serkis.

Trama: Le avventure di Bilbo Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia, formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago Smaug.

I Am not Him recensione del film di Tayfun Pirselimoglu

I Am not Him recensione del film di Tayfun Pirselimoglu

I Am not Him recensionePresentato in Concorso alla ottava edizione del Festival Internazionale del film di Roma, I Am not Him (BEN O DEĞILIM) è diretto dal regista turco Tayfun Pirselimoglu e vede protagonista una strana coppia di interpreti, Ercan Kesal e Maryam Zaree, che danno vita ad una storia triste ed intensa, un racconto sospeso tra realtà e mondi impossibili.

L’introverso Nihat, è turbato da Ayşe, una misteriosa donna assunta da poco come lavapiatti. Le inequivocabili attenzioni della donna nei suoi confronti provocano imbarazzo e nervosismo in Nihat. Nonostante sappia che la donna è sposata con un uomo destinato a scontare molti anni di carcere, Nihat accetta un invito a cena a casa di Ayşe. È l’inizio di una relazione di coppia strana e sospesa. Quando Nihat scopre una foto del marito della donna e si rende conto di somigliargli in maniera inquietante, la loro relazione diventa ancora più morbosa, fino a che eventi irreversibili e inspiegabili porteranno il protagonista a costruirsi una nuova vita e un futuro incerto.

Tayfun Pirselimoglu compone un film che si fonda sul racconto lento, cadenzato, apparentemente banale di una storia d’amore che nasce tra due anime sole, introverse e a loro modo violente. I due protagonisti disegnano due personaggi con cui è facile entrare in empatia, anche se il ritmo lento, le inquadrature fisse e la quasi totale assenza di musica ci rendono il film ostico, almeno nella prima parte. Dopo un colpo di scena inaspettato, siamo costretti a rivedere il giudizio, in quanto il film si trasforma in un gioco di doppie identità e di sovrapposizioni di personalità in cui il protagonista si trova invischiato fino al punto di non ritorno.

I Am not Him è nettamente diviso in due parti. Nella prima parte seguiamo al triste vita solitaria di Nihat, e dopo l’inizio della sua relazione con Ayşe, la storia prende un’altra piega, inaspettata e affascinante che intriga lo spettatore e lo lascia sospeso, proteso verso un finale chiarificatore che però non fa altro che porci altre domande.

Il film affronta il tema filosofico del doppio e dell’appropriazione indebita dell’identità altrui, filo conduttore che coinvolge i protagonisti in maniera speculare.

I Am not Him è un film molto interessante, che riserva delle interessanti sorprese nella seconda parte e lascia la sala insieme allo spettatore che continuerà a farsi qualche domanda anche dopo i titoli di coda.

Trailer italiano per Philomena con Judi Dench

Trailer italiano per Philomena con Judi Dench

La Lucky red ha diffuso il trailer italiano del film Philomena di Stephen Frears, basato su una storia vera, che è stato presentato alla scorsa edizione della Mostra Internazionale del cinema di Venezia.

Philomena è l’adattamento di un romanzo dal nome The Lost Child of Philomena Lee di Martin Sixsmith, ed è interpretato dall’attrice premio Oscar Judi Dench, che interpreta Philomena la protagonista.

Philomena è una donna irlandese, rimasta incinta da adolescente nel 1952, che venne costretta ad abbandonare suo figlio in un convento, essendo poi chiusa lei stessa lì in quanto “donna del peccato”. la donna si mise alla ricerca del figlio perduto appena uscita dal convento, per almeno 50 anni. Fino a scoprire che il figlio era stato affidato ad una famiglia americana. La ricerca sarà fatta assieme al giornalista Martin Sixsmith, intepretato da Steve Coogan, e insieme partiranno per l’America per affrontare questo viaggio, che creerà un legame particolare tra i due. Philomena uscirà nelle sale italiane il prossimo 19 Dicembre.

Festival di Roma 2013 John Hurt incontra il pubblico di Roma

John Hurt Festival di Roma 2013Il Festival di Roma 2013 oggi ha accolto uno dei suoi primi ospiti internazionale, il grande attore inglese John Hurt, che nella cornice della sala petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ha incontrato pubblico e accreditati per un evento che celebra la sua straordinaria carriera. Tra i film più noti ricordiamo The Elephant Man di David Lynch, Alien di Ridley Scott, I cancelli del cielo di Michael Cimino, ma è stato anche Olivander nella saga di Harry Potter, Trevor ‘Broom’ Bruttenholm in Holdboy di Guillermo del Toro. L’attore con la sua gentilezza si è aperto a domande che hanno ripercorso la sua carriera. A proposito degli inizi Hurt ha rivelato come si è avvicinato alla recitazione:

E’ nata dalla scuola, a 8 anni mi hanno preso per la parte di una bambina, era una scuola per soli maschi e mi hanno scelto per una rappresentazione scolastica, ed ero convinto che questo sarebbe stato il mio futuro, è stato un momento rivelatore. Purtroppo i miei genitori non erano molto contenti di questa cosa, loro amavano il teatro ma per loro era troppo. Non credevano che io potessi diventare un attore, poi dopo la guerra le cose più importanti erano la rispettabilità e la sicurezza, due cose che difficilmente vengono associale al mestiere dell’attore,    quindi all’inizio ho avuto qualche problema. Poi quando ho conosciuto due ragazzi australiani che mi hanno suggerito e iscritto loro materialmente alla Royal Academy of Dramatic art li ho inizia a  studiare, anche grazie a una borsa di studio.ù

John Hurt ha poi parlato di come sceglie i ruoli e di cosa comporta questo difficile momento per un attore..

Non è mai facile, anzi non lo è per niente. Da giovane sei fresco, e grazie a questa freschezza di butti su un film o copione a tasta bassa, senza nessuna difficoltà. Leggi e magari dici non lo voglio fare, non pensi, hai quella immediatezza che spesso funziona. Però questo atteggiamento negli anni cambia, invecchiando, cambia in un modo molto interessante secondo me, però quella freschezza non si recupera più. Se guardi i musicisti o i pittori il loro tratto o la loro musica cambia. Il primo Beethoven ha questa freschezza mentre quello più maturo, molto più pensiero, è molto più profondo e riflessivo. Ora non voglio paragonarmi a Beethoven però è senz’altro un ottimo esempio per comprendere come cambia l’atteggiamento nelle scelte.

E’ stato chiesto anche con quale regista l’attore abbiamo instaurato un feeling particolare citando Jim Jarmush e Lars Von Trier, Hurt ha subito replicato con entusiasmo..

Beh i registi da le citati son due registi che io non metterei mai in discussione se loro mi chiamano, non gli chiedo nulla, solo quando e dove. Sono così, lavorano cosi. Non puoi dirgli di cosa parlerà il film, o di leggere il copione, prendi il loro lavoro e basta. E’ un percorso, un viaggio su questa barca..ed è straordinario lavorare con loro.

Segui il nostro speciale con tutte le news sul Festival di Roma 2013

Ecco tutte le nostre Foto dal Festival:

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Festival di Roma 2013 Jared Leto presenta Dallas Buyers Club

La prima cosa che è stata chiesta a Jared Leto è stata se la star punta all’Oscar con il suo ultimo ruolo in Dallas Buyers Club, il film che l’attore ha presentato in questa seconda giornata di Festival di Roma, edizione 2013, nella sezione in Concorso.

L’attore ha confessato di sentirsi lusingato per essere stato messo anche solo nella categoria di attore, e si è concentrato di più sul suo cambiamento fisico, davvero impressionante per questo ruolo. “Non importa quanto peso perdi, ma come il cambiamento ti influenza – ha detto Jared alla gremita platea della sala Petrassi dell’Auditorium – Volevo cambiare fisicamente per capire cosa prova il mio personaggio. Mi sento molto fortunato ad aver avuto la possibilità di interpretare un ruolo complesso e commovente come Rayon. La sua situazione è delicata, vuole essere donna, si sente tale, ma è nato con un corpo da uomo. Non volevo che fosse un cliché, ma volevo verità per lui”.

Per chi lo conoscesse poco, Jared è prevalentemente il frontman della rock band Thirty Seconds to Mars, in realtà la sua carriera cinematografica è molto lunga, anche se costruita con calibrate e sporadiche interpretazioni in film molto diversi tra loro. “Non mi interessa fare tanti film, ma fare film interessanti. La musica assorbe quasi tutte le mie energie. L’ultimo film che ho fatto prima di Dallas Buyers Clubera Mr. Nobody.

Per quale ruolo uccideresti?

“Non so, forse non è stato ancora scritto. Non si sa mai cosa ti riserva il futuro, se dieci anni fa mi avessero detto che avrei interpretato un trans e mi sarei depilato completamente il corpo, avrei pensato ‘sono pazzi'”.

Interpretare Rayon ha richiesto non solo una straformazione fisica, ma anche emotiva. Come ti sei trovato a lavorare con Matthew e Jennifer? 

Non ho mai incontrato Matthew e Jennifer prima delle premiere a Toronto. Sul set ero nel personaggio, quindi non ho mai avuto un rapporto col loro, ma lo ha avuto solo Rayon. Il viaggio interiore in un lavoro come questo è la parte più importante. E’ stato cruciale per il mio personaggio. So di aver contribuito a raccontare una storia davvero speciale.”

Portatore di anime artistiche molto diverse (Leto dirige i suoi videoclip, canta e suona con la sua band, recita e dipinge, facendo tutto molto bene) l’attore ha candidamente affermato che preferirebbe fare un grande concerto piuttosto che recitare in un bel film. Il rapporto che si crea sul palco con il pubblico è intenso e speciale, e Jared l’ha dimostrato anche in conferenza, scherzando con il pubblico e facendo battute, come fa una vera rockstar!

Segui il nostro speciale con tutte le news sul Festival di Roma 2013.

 

Hunger Games – La ragazza di fuoco, spot internazionale con scene inedite

Scene inedite nell’ultimo spot internazionale di Hunger Games – La ragazza di fuoco, secondo capitolo della saga tratta dai libri di Suzanne Collins che sarà presentato fuori Concorso nel corso dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Ecco il nuovo spot:

Hunger Games – La ragazza di Fuoco, il film

Hunger Games – La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche Josh HutchersonLiam HemsworthPhilip Seymour HoffmanWoody HarrelsonElizabeth Banks, Lenny Kravitz, Jeffrey WrightStanley Tucci, Donald Sutherland, Amanda Plummer e Lynn Cohen. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games – La ragazza di Fuoco.

La trama del film: Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

Thor the dark world: ecco il poster-mondo e le locandine degli artisti

Il prossimo film MarvelThor The Dark World diretto da Alan Taylor, sarà nelle sale italiane il 20 novembre. Nell’attesa dell’evento Rollingtone ha diffuso un poster-mondo dedicato al film, realizzato dall’illustratore Ken Taylor. Ve lo mostriamo:

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Anche Shortlist ha fatto realizzare alcuni poster (non ufficiali) del film, commissionando il lavoro ad alcuni artisti. Tra questi Matt Needle, Peter Stults, Ollie Boyd, Matt Ferguson, Paul Jeffrey, Scott Woolston, Liam Bushby,  e Jamie Roberts.

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Vi ricordiamo che nel cast del film vi sono anche: .  Il film esordirà nelle nostre sale il 20 novembre 2013.

Trama:

Il film Marvel Thor: The Dark World riporta sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico dell’universo stesso. Dopo i film Marvel Thor e The Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua vita, costretto a stringere un’alleanza con lo sleale Loki per salvare non solo il suo popolo e coloro che ama… ma l’intero universo.

La luna su Torino recensione del film di Davide Ferrario

La luna su Torino recensione del film di Davide Ferrario

LA-LUNA-SU-TORINO

Torino è la città sul 45° parallelo, esattamente a metà strada tra il Polo Nord e l’Equatore: metafora di personaggi che, vivendoci, camminano in equilibrio sul filo della verità. Ugo, Maria e Dario convivono in modo prevedibile, alternando i momenti comunitari a momenti in cui ciascuno si isola nella propria solitudine, alla ricerca della ricetta per la felicità.

Presentato Fuori Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma il film La luna su Torino di Davide Ferrario che dirige e sceneggia la storia di tre protagonisti-personaggi che riflettono sulla loro esistenza e identità; osservano il mondo che li circonda con uno sguardo attento e perso, intrappolati nei loro pensieri e nelle loro riflessioni su ciò che vorrebbero della loro vita attraverso incontri sperati e svolte auspicate.
LA LUNA SU TORINO Walter LeonardiIl regista lombardo propone così, un film che incentra il suo pensiero più profondo nelle opere di Leopardi, a cui i personaggi si appigliano come per dare un significato verbale a ciò che non riescono a trovare e provare nelle loro vite. Seppur la storia sia punteggiata da numerose voci fuori campo, essa non si lascia trasportare in uno stampo filosofico anzi, non essendoci un vero dispiegamento di fatti in cui i personaggi agiscono all’interno della storia, questa riesce ad arricchirsi di toni leggeri e battute divertenti che conferiscono la giusta spontaneità ed introspezione allo spettatore che segue le loro vicende. In quest’ottica e con un discorso narrativo lineare, Ferrario studia l’inquadratura attraverso la camera fissa e prospettive ricercate, caratterizzate da piani sbilanciati o sfocature particolari che insieme alle ampie panoramiche, sottolineano una delle tante metafore che incorniciano il film. Ossia, trovare un’equilibrio e quindi la felicità a cui i protagonisti attribuiscono una loro personale definizione. Questi sono interpretati da Walter Leonardi (Walter) Manuela Parodi (Maria) e Eugenio Franceschini (Dario), che nella loro prova, riescono a caratterizzare i loro personaggi in maniera diversificata e particolare in cui troviamo; Walter come il grande pensatore che vive di rendita, Maria che cerca un amore “classico”, come i film che ama e recita; ed infine Dario, un ragazzo che ama scrivere di ciò che vede anziché vivere quello che possiede o potrebbe avere in quel momento.

La luna su Torino è un film esistenzialista che gioca su dei concetti e cliché ampiamente rivisitati nel panorama cinematografico, ma che segue un flusso di coscienza guidato dai versi di Le operette morali di Giacomo Leopardi. è una storia leggera e ricercata ma che intrattiene grazie alla battute spontanee di questi tre personaggi del tutto contemporanei.

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