Torna al cinema in 70 sale
dal 12 gennaio Barry Lyndon, quello che
secondo molti è il capolavoro assoluto del più grande tutti:
Stanley Kubrick. Il film restaurato dalla Cineteca di Bologna
tornerà al cinema in una nuova versione che da maggiore giustizia
all’incredibile lavoro di Kubrick e al suo genio a metà tra la
sociopatia e la divinità.
Celeberrimo per essere stato girato
completamente a luce naturale, sia di notte che di giorno, e per
l’utilizzo di un leggendario zoom ottico citato in ogni manuela di
tecnica cinematografica che si rispetti, Barry Lyndon è un film
senza tempo eppure saldamente ancorato all’epoca storica in cui è
ambientato; è un film immortale caratterizzato da alcune delle più
grandi invenzioni tecniche che la settima arte annoveri, eppure si
muove nel magma del cinema classico a sfondo storico con la
leggerezza di una commedia.
Per i suoi primi magnifici 40 anni
il film torna al cinema per stregare un’altra ammirata generazione
di cinefili.
Sono bastati pochi anni ed una
manciata di ruoli a Barry Keoghan per imporsi come
uno degli interpreti più talentuosi della sua generazione. Egli ha
infatti dimostrato di non essere solo una bella faccia, ma un
attore completo capace di spaziare tra i generi e di arricchire
ogni personaggio con il suo innato carisma. Egli continua così a
guadagnare consensi e a prendere parte a film di sempre maggior
prestigio, lasciando immaginare una carriera sempre più
promettente.
Ecco 10 cose che non sai di Barry Keoghan.
Barry Keoghan: i suoi film e le serie TV
1. Ha preso parte a film di
diverso genere. Keoghan ha debuttato al cinema nel 2011
con il film Between the Canals, per poi recitare in
piccoli film come Stalker (2012), King of the
Travellers (2012) e Stay (2013). Un primo successo
arriva grazie al film ’71 (2014), incentrato
sul conflitto nordirlandese. Da quel momento Keoghan ha recitato in
titoli più noti come Mammal (2016), Codice
criminale (2016) e Il sacrificio del cervo
sacro (2017), con cui si consacra. Tra i suoi ultimi
titoli si annoverano invece Dunkirk (2017), American Animals
(2018), L’ombra della violenza (2019), Sir Gawain e il Cavaliere
Verde (2021), Eternals (2021) e The Batman (2022).
2. Ha recitato in celebri
serie TV. Oltre al cinema, Keoghan ha negli anni preso
parte anche ad alcuni prodotti televisivi, come le serie Jack
Taylor (2010), Fair City (2011), Love/Hate
(2013) e Rebellion (2016). In anni più recenti ha recitato
in due episodi della serie Chernobyl (2019). Attualmente
l’attore è impegnato nelle riprese della miniserie Masters of
the Air, dove interpreterà il tenente Curtis Biddick, il quale
insieme ad altri soldati americani combetterono contro l’aviazione
nazista. Accanto a lui
Barry Keoghan e Joker
3. Si è detto interessato al
ruolo. Quello del Joker è da sempre un personaggio
particolarmente amato dal pubblico e ogni volta che questo sembra
essere pronto per tornare al cinema partono le speculazioni su chi
potrebbe interpretarlo. Dopo Jared Leto e
Joaquin
Phoenix, in molti hanno indicato proprio Keoghan come
l’attore ideale per il ruolo, per via del suo viso enigmatico e il
suo sorriso beffardo. Lo stesso Keoghan ha affermato di essere
interessato al personaggio e spera di poterlo interpretare in
futuro.
Barry Keoghan in Dunkirk
4. È stato uno dei
protagonisti del film. Uno dei ruoli per cui Keoghan è
maggiromente noto è quello del giovane George Mills nel film
Dunkirk, di Christopher
Nolan. Il suo è un giovane che impulsivamente si
unisce all’anziano Dawson e al figlio di lui Pete nell’andare in
barca verso la spiaggia di Dunkirk, dove si trovano i soldati
inglesi. Nel corso dell’impresa, tuttavia, George va incontro ad un
incidente che lo porta alla morte, ma la storia del suo eroismo
viene resa nota ed egli diventa un vero e proprio eroe di
guerra.
5. È rimasto impressionato
dal set. Per Keoghan quello di Dunkirk è stato il
primo vero grande set della sua carriera. Egli si è infatti trovato
a confrontarsi con un numero maggiore di reparti e attori,
rimanendo impressionato dalla capacità di Nolan di gestire tutto
ciò. In particolare, Keoghan ricorda la grandezza delle scenografie
e la responsabilità avvertita nel trovarsi lì a recitare. Anche se
le condizioni climatiche non erano favorevoli, rendendo complesso
rimanere concetrati, l’attore si è impegnato al massimo per non
sentirsi da meno rispetto agli altri.
Barry Keoghan in Chernobyl
6. Ha avuto un piccolo ruolo
nella serie. Nella popolare e acclamata serie
Chernobyl, incentrata sul disastro nucleare del 1986,
l’attore ha ricoperto il ruolo di Pavel Gremov, un civile che si
offre volontario per alcune missioni all’interno della centrale.
Egli compare in realtà soltanto in due dei cinque episodi della
serie, ovvero il terzo, Oper Wide, O Earth, e il quarto,
The Happines of All Mankind. Pur se piccolo, anche questo
personaggio gli ha permesso di ottenere ulteriore popolarità.
Barry Keoghan in The Batman
7. Ha un ruolo
segreto. Per volontà dei produttori e del regista, la
trama di The Batman è sempre stata tenuta per lo più
segreta. Al di là di alcune informazioni note, sono molti i
risvolti ancora non chiariti e che troveranno risposta solo con una
visione del film. Uno dei principali interrogativi è quello
relativo al ruolo interpretato da Keoghan. L’attore si è rifiutato
di confermare ogni teoria sorta nel mentre e ad oggi il suo
personaggio è ancora indicato come “Unseen Arkham
Prisoner”.
Barry Keoghan e Dior
8. È l’uomo immagine della
nota società di moda. Con la sua sempre crescente
popolarità, Keoghan ha richiamato su di sé numerose attenzioni,
venendo anche indicato come uno degli uomini di cinema più
affascinanti del momento. Non sorprende dunque che la celebre
società d’alta moda Dior lo abbia scelto come suo
testimonial. L’attore ha infatti preso parte a diversi eventi
firmati Dior in qualità di uomo immagine e ambasciatore, sfoggiando
sempre nuovi completi firmati dalla celebre società.
Barry Keoghan non è su Instagram
9. Non ha un profilo
ufficiale su Instagram. A differenza di molti suoi
colleghi, Keoghan ha deciso di non avere un profilo Instagram.
L’attore è infatti piuttosto restìo a condividere dettagli della
propria vita privata, preferendo porre una netta distinzione tra
questa e il suo lavoro. I suoi fan, tuttavia, possono seguire i
diversi account a lui dedicati, dove si possono ritrovare foto e
notizie circa le sue attività.
Barry Keoghan: età e altezza dell’attore
10. Barry Keoghan è nato a
Dublino, in Irlanda, il 18 ottobre del 1992. L’attore è
alto complessivamente 175 centimetri.
Barry Keoghan, star di
Eternals e The Batman, è stato
arrestato a Dublino. Metro riferisce che l’attore è stato arrestato
per ubriachezza. Fonti affermano che le autorità hanno risposto a
una denuncia per rumore di un uomo che ha sentito un putiferio
fuori dalla sua finestra.
Presumibilmente,
Keoghan non era minaccioso, ma si stava semplicemente
divertendo un po’ troppo fuori. I testimoni hanno confermato questa
storia. Fortunatamente per tutte le parti coinvolte, l’incidente è
giunto al termine ed è stato risolto. Un “avviso di addebito fisso”
significa che la persona in custodia viene rilasciata senza alcun
procedimento legale. Quindi, non abbiamo una situazione sul modello
di quello Ezra Miller in questo caso. Non c’è
stata alcuna dichiarazione né dai Marvel Studios né dalla DC Comics
su questa faccenda. Ecco cosa ha detto la polizia irlandese a Metro
su questa situazione.
“Gardaí ha arrestato un uomo sui
20 anni per un incidente di ordine pubblico avvenuto a Clongriffin,
intorno alle 6:45, domenica 10 aprile 2022. Successivamente è stato
rilasciato senza accusa e gli è stato rilasciato un FCN (avviso di
addebito fisso).”
Il progetto del biopic sui
Beatles di Sam Mendes comincia a prendere forma. A
febbraio, la Sony Pictures ha annunciato che il regista premio
Oscar per American Beauty, sta sviluppando quattro distinti film
sui Beatles – uno dal punto di vista di ciascun membro della band –
che si intersecheranno per “raccontare la sorprendente
avventura della più grande band della storia”. E sembra che
questi biopic sui quattro Beatles, ancora senza titolo, abbiano
trovato i Fab Four: Harris
Dickinson,Paul
Mescal,
Barry Keoghan e George Harrison.
Secondo quanto riportato
dall’insider Jeff Sneider nella sua newsletter
“The InSneider”, la Sony avrebbe
scritturato Harris Dickinson (Triangle
of Sadness) per il ruolo di John Lennon,
il candidato all’Oscar Paul Mescal (Aftersun) per
quello di Paul McCartney, il candidato all’Oscar
Barry Keoghan (Gli
spiriti dell’isola) per Ringo Starr e
Charlie Rowe (Slow
Horses) per George Harrison.
Sony Pictures Entertainment sta
finanziando e distribuirà nelle sale cinematografiche di tutto il
mondo tutti e quattro i film sui Beatles nel 2027. L’ordine e le
date di uscita non sono stati annunciati, ma la Sony ha descritto
la serie di quattro film come “innovativa e
rivoluzionaria”. Mendes, i cui crediti da regista includono
anche Era mio padre, 1917 e i sequel
di James Bond Skyfall e
Spectre,
dirige e produce.
I The Beatles nel documentario Get Back.
Tutto quello che sappiamo sui
quattro biopic dedicati ai Beatles
Paul McCartney, Ringo
Starr e le famiglie dei defunti John
Lennon e George Harrison hanno concesso i
diritti completi sulla storia della vita e sulla musica per i film.
“Sono onorato di raccontare la storia della più grande rock
band di tutti i tempi e sono entusiasta di sfidare il concetto di
ciò che costituisce un viaggio al cinema”, ha detto Mendes in
una nota.
Oltre a dirigere, Sam
Mendes produrrà insieme alla sua partner di
Neal Street ProductionsPippa
Harris e Julie Pastor di Neal
Street. Jeff Jones sarà il produttore
esecutivo per Apple Corps Limited, l’organizzazione multimediale
fondata dai Beatles nel 1968.
“Vogliamo che questa sia
un’esperienza cinematografica unica, elettrizzante ed epica:
quattro film, raccontati da quattro diverse prospettive che
raccontano un’unica storia sulla band più celebre di tutti i
tempi”, ha dichiarato Harris in una nota. “Avere la
benedizione dei Beatles e della Apple Corps per fare questo è un
immenso privilegio”.
Questa è la prima volta che i
Beatles garantiscono il loro pieno sostegno ad un
film su di loro che non sia un documentario. La band è stata
oggetto di numerosi documentari, tra cui il film degli anni ’70
Let It Be, che raccontava lo scioglimento del
gruppo, così come Get Back di Peter
Jackson, che catturava la realizzazione del loro album
Let It Be. Le loro canzoni hanno anche ispirato
film come il musical jukebox del 2007 Across the
Universe.
Pochi film del Marvel Cinematic Universe hanno
diviso i fan quanto Eternals,
il film della regista premio Oscar Chloe Zhao,
dove si esaminano le storie dei supereroi noti come Eterni nel
corso dei secoli. Sebbene i Marvel Studios non abbiano ancora dato
pubblicamente il via libera a un sequel del film, molte persone
coinvolte nella produzione sperano di tornare per un nuovo
capitolo, che riprenda il racconto lì dove terminava il primo. Uno
di questi è Barry Keoghan, l’attore che nel film
interpreta Druig. Secondo Keoghan, un’idea per un sequel potrebbe
in realtà essere un film da solista che segua Druig nella sua buffa
trasformazione da eroe in cattivo.
“Mi piacerebbe vedere un film
con lui che gioca a controllare la mente di tutti“, ha detto
l’attore recentemente visto i Saltburn
durante un’intervista con GQ. “No, davvero, il movente
è il controllo mentale per il solo gusto di farlo. La preparazione
per i film di supereroi è che devi umanizzarti. Non bisogna giocare
a fare i supereroi, ma cercare di far emergere il loro lato
umano”. Druig si è in effetti affermato come uno dei
personaggi più interessanti del film e ha già dato prova di
possedere idee e modi di fare controversi, che potrebbero
facilmente portarlo a passare dal lato del male. Se davvero dovesse
esserci un sequel, sarebbe interessante vedere di più di lui.
La trama e il cast di Eternals
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre
2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il potente
Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Dopo aver
scorrazzato per i corridoi di una grande casa mostrandosi come
mamma lo ha fatto in Saltburn,Barry Keoghan è tornato con un’altra
illustre interpretazione musicale in Bird. Nel
film di Andrea Arnold, presentato in anteprima
mondiale al
Festival di Cannes, Keoghan interpreta un giovane padre e ad un
certo punto canticchia una versione stonata di “The
Universal” dei Blur in quello che è un
dolce momento in cui balla.
Per l’attore, la musica è un impegno
totale nei confronti dei ruoli che interpreta. “Non penso di
saper ballare. Sono un pessimo ballerino”, ha confessato
l’attore candidato all’Oscar durante la conferenza stampa del film.
“Penso che la bellezza di ballare sullo schermo sia lo sforzo
di provarci.” “La musica gioca un ruolo importante in tutto
ciò che faccio, so che anche Andrea è appassionata di musica”,
ha detto Barry Keoghan.
Sono dei mesi molto intensi per
Barry Keoghan che dopo la nomination agli
Oscar per Gli
spiriti dell’isola è stato visto in Masters of the
Air ed è atteso anche come nuovo Joker
per il The Batman di Matt
Reeves.
L’attore di Gli
spiriti dell’isola e Saltburn,
Barry Keoghan sarà il protagonista di
Amo Saddam, il nuovo film del regista di
Chernobyl,Johan Renck, incentrato sugli
ultimi giorni di vita del terrorista Saddam
Hussein. Stando a quanto riportato da THR, Keoghan interpreterà un
soldato americano incaricato di sorvegliare Saddam durante il suo
processo e la sua esecuzione. Il film è basato sul best-seller di
Will Bardenwerper dal titolo The
Prisoner in His Palace: Saddam Hussein, His American Guards, and
What History Leaves Unsaid, un resoconto dei 12
soldati americani che hanno sorvegliato Hussein durante il suo
processo per crimini contro l’umanità. Darby
Kealey ha adattato il libro per lo schermo.
“Nei sei mesi che precedono
l’esecuzione di Saddam, il nostro soldato si avvicina a Saddam,
condividendo l’aria stantia di un palazzo bombardato trasformato in
una prigione di massima sicurezza e navigando sulla sottile linea
che separa fatti e finzione“, si legge nel trafiletto del
progetto. “Amo Saddam cerca di fare i conti con la macchina
imperiale americana che è arrivata a definire il XXI secolo“.
Parlando con THR, Renck ha detto che spera di catturare “in
modo davvero coinvolgente e autentico” l’esperienza di
trovarsi a Baghdad nel 2006 senza i “tipici tropi di un film di
guerra“. L’azione del film si svolge a Camp Victory, il
complesso che fungeva da base per le forze di occupazione in
Iraq.
“C’è questa enclave americana
circondata da mura, mentre fuori c’è Baghdad, questo quadro di
violenza settaria alla Goya, dove si svolge tutto il caos scatenato
dalle azioni del mondo occidentale. Questo contrasto è qualcosa a
cui attingiamo nella sceneggiatura”, dice Renck. “In un
modo strano, è un film sulle carceri, un film di guerra e quasi un
film dell’orrore. C’è un po’ di mescolanza tra questi generi“.
Ad oggi l’attore che andrà ad interpretare Saddam non è ancora
stato scelto, ma Renck ha detto di essere alla ricerca di un
“attore molto bravo della regione, che parli arabo e possa
incarnare autenticamente il ruolo“.
Johan Reneck sul perché ha scelto
Barry Keoghan come protagonista
“Barry ha dimostrato più volte
di essere un attore molto abile nell’interpretare personaggi molto
complessi e non potremmo essere più felici di averlo come
protagonista per quello che sarà un film impegnativo, ambizioso e,
speriamo, davvero speciale“, ha dichiarato Michael Parets, che
produrrà Amo Saddam insieme a Reneck. Le riprese
principali sono previste per l’autunno. Renck ha vinto un Emmy per
la sua regia di Chernobyl della HBO ed è noto per il suo
lavoro su Breaking Bad e Bloodline. Il suo ultimo
film, Spaceman
– prodotto da Parets per Netflix e interpretato da Adam
Sandler, Paul Dano e Carey
Mulligan – sarà presentato in anteprima mondiale al
Festival di Berlino la prossima settimana.
Barry Keoghan
ha parlato del finale di Saltburn (qui la recensione), il film di
Emerald Fennell
disponibile dal 22 dicembre su Prime Video, per il quale l’attore si è
letteralmente messo a nudo. Un finale, questo, che ha scioccato i
vari spettatori che in questi giorni hanno visto il film e riguardo
il quale la regista ha dichiarato che inizialmente non era previsto
che Keoghan danzasse totalmente nudo attraverso il maniero.
L’attore ha poi infatti raccontato a EW che in una prima versione
della sceneggiatura il protagonista “si dirigeva verso la
colazione, dove il maggiordomo gli serviva delle uova alla
coque“, il che sarebbe stato un richiamo a una scena
precedente in cui gli venivano appunto servite delle uova alla
coque.
Alla fine, però, si è optato per la
scena finale vede Oliver ballare per Saltburn senza vestiti mentre
si ascolta “Murder on the Dance Floor” di Sophie
Ellis-Bextor. Quando gli è stata proposta la cosa, Keoghan
non ha esitato ad accettare la sfida. “Mi sembrava
assolutamente giusta“, ha detto Keoghan. “È una questione
di proprietà. Quello è il mio posto. Ho piena fiducia nel fatto che
posso fare quello che voglio in quella casa. Posso spogliarmi e
ballare il valzer perché è mia. Sì… è stato divertente“.
Sebbene
Barry Keoghan fosse pronto per la scena, quando si è trattato
di girarla, all’inizio ha avuto qualche normale esitazione.
“La prima cosa che ho fatto è
stata quella di non avere vestiti addosso. Sono un po’… ehhh“,
ha ricordato. “Ma dopo la prima ripresa ero pronto a partire.
Pensavo: ‘Riprendiamo. Andiamo di nuovo’. In un certo senso te ne
dimentichi, perché si crea un ambiente così confortevole che ti dà
la possibilità di dire: “Va bene, ora si tratta della
storia”“. Fennell ha poi dichiarato che la scena è stata
girata 11 volte e alla settima ripresa era “tecnicamente
perfetta” ma non aveva la “gioia assolutamente
diabolica” che voleva dal personaggio. “Barry, a suo
merito, l’ha rifatta altre quattro volte fino a quella che vedete,
che ha una gioia di vivere fottutamente malvagia con cui è
impossibile non essere d’accordo“.
Barry Keoghan ha
condiviso la scena eliminata di The Batman in cui
compare nei panni del nuovo Joker, scrivendo un
breve post in cui rende omaggio a tutti gli incredibili attori che
hanno interpretato il personaggio prima di lui.
Honestly I am stuck for words but I am very
very BLESSED to play this role after the AMAZING AMAZING Actors
before me.
Here’s my version
Enjoy
🃏❤️🐺 https://t.co/AKyD5dgcq3
Prima di Keoghan gli attori
a interpretare Joker erano stati, tra gli altri, Cesar
Romero nella serie con Adam West,
Jack Nicholson nel 1989 per TimBurton in Batman,
Heath Ledger ne Il Cavaliere
Oscuro, Jared Leto
in Suicide Squad, e Joaquin
Phoenix in Joker, oltre a
Mark Hamill che ha prestato la sua voce al
personaggio.
The Batman, il film
The
Batman diretto da Matt Reeves
uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
L’attore candidato all’Oscar
Barry Keoghan si è unito ufficialmente
al cast dell’atteso film di Netflix Peaky Blinders, come rivelato in esclusiva da Deadline. Conosciuto per i suoi
ruoli di spicco in The Banshees of
Inisherin e Saltburn,
Keoghan reciterà accanto a Cillian Murphy, che
riprenderà il suo iconico ruolo di Tommy Shelby. Il film,
diretto da Tom Harper, ha recentemente aggiunto al suo cast anche Rebecca
Ferguson, anche se i dettagli sui personaggi che Keoghan e
la Ferguson interpreteranno sono ancora sconosciuti.
Il film Peaky Blinders è la
continuazione dell’amata serie televisiva creata da
Steven Knight, che ha anche scritto il
film. Knight ha già lasciato intendere che la storia si svolgerà
durante la Seconda Guerra Mondiale, promettendo un altro capitolo
epico della saga della famiglia Shelby. L’inizio della produzione
del film è previsto per settembre.
La carriera di Keoghan continua a
salire dopo la nomination all’Oscar e la vittoria ai BAFTA per
The
Banshees of Inisherin. Nel 2024 ha già recitato nella
serie limitata di Apple
TV+Masters of the Air e in
Birddi Andrea Arnold ,
presentato in anteprima a Cannes. È inoltre impegnato in
Bring Them Down, presentato in anteprima
al TIFF, e ha in programma altri progetti di alto profilo, tra cui
un film con Trey Edward Shults e un potenziale
ruolo nell’adattamento di Amazon MGM Studios della novella
Crime 101di Don
Winslow.
Di cosa parlerà il film di “Peaky
Blinders”?
Cillian Murphy in Peaky Blinders
I dettagli sul film non sono ancora
stati resi noti. Tuttavia, in un’intervista a Esquire, Knight ha
lasciato intendere di avere un’idea generale della trama, che
ruoterà intorno a due storie. Preferisce lasciare che sia il film
stesso a guidare la direzione narrativa. Si prevede che il film
esplorerà la nuova generazione di personaggi pur rimanendo legato
agli Shelby, con Thomas Shelby che avrà un ruolo centrale. Ecco
cosa ha detto sulla regia del film.
“Il film so esattamente di cosa
parla.E so quali sono le due storie che racconterà.Come si svolgerà la storia, non lo so.Quello che
succederà dopo, voglio che dipenda dal film.Per quanto ne
sappiamo, qualcuno salterà fuori – credo di sapere chi sarà.Nella sesta serie stiamo introducendo la nuova generazione, che
farà parte di ciò che accadrà nel film.Credo che si tratti
di trovare quegli attori che, quando li guardi, pensi: “Ecco,
questo è il futuro””.Ecco il futuro”.
Restate sintonizzati per ulteriori
aggiornamenti su Peaky Blinders, la cui produzione
inizierà il mese prossimo. Tutte le stagioni di Peaky
Blinders sono disponibili su Netflix.
Fresco della sua nomination ai
Golden Globe per Gli Spiriti dell’Isola,Barry
Keoghan, che tra Druig di Eternals e
Joker di The Batman ha avuto un anno molto intenso
per quello che riguarda i cinecomics, ha commentato la risposta tiepida del
pubblico e della critica a Eternals, il film del Marvel Cinematic Universe diretto
dalla premio Oscar Chloé Zhao.
Keoghan ha recitato nel film del
2021 nei panni di Druig, uno degli alieni immortali che danno il
titolo al film, la sua abilità è la capacità di manipolare le menti
delle persone, ma il personaggio abbandona la sua famiglia dopo
essersi disinteressato alla loro regola di stare fuori dagli affari
umani. Druig viene trascinato nella lotta tra il resto degli Eterni
e i Devianti quando le loro antiche controparti riemergono dopo
migliaia di anni di clandestinità. Nonostante sia stato co-scritto
e diretto dalla vincitrice dell’Oscar Chloé Zhao,
Eternals ha ricevuto le peggiori recensioni di
qualsiasi film MCU fino ad oggi.
Durante una recente apparizione nel
podcast Happy Sad Confused, Barry Keoghan ha riflettuto sul tempo
trascorso nell’MCU fino ad ora con Eternals e
sulla risposta contrastante riservata al film. L’attore di Druig ha
difeso l’approccio di Chloé Zhao alla produzione
del film MCU, sostenendo che la regista ha apportato un’energia
unica al progetto. Keoghan sembra anche indicare che la risposta
mista al film MCU derivi da questo diverso approccio al franchise,
e il pubblico non era pronto per un tale cambiamento. “Penso
che Chloe [Zhao] abbia portato un intero tipo di atmosfera. Sai?
Quindi Chloe porta – come hai visto dai suoi film passati –
performance grezze e performance davvero, davvero toccanti. Non
credo che fosse… penso che fosse nuovo. Penso che fosse solo nuovo.
Era nuovo per il mondo Marvel.”
La posizione dell’attore non è da
scartare: Eternals è
un film che ha prodotto un modo di racconto, un tono e un approccio
completamente diverso a ciò a cui ci ha abituato il Marvel
Cinematic Universe e forse il pubblico non era preparato. Resta il
fatto che un grande racconto come quello del MCU ha bisogno di
coerenza e quando questa viene a mancare è comprensibile che si
rimanga destabilizzati.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Durante gli ultimi minuti della
cerimonia infatti, ai presentatori Warren
Beatty e Faye Dunaway era stata
consegnata la busta sbagliata contenente il nome di Emma
Stone associato quindi a La La Land,
scatenando il caos sul palco degli Academy Awards.
Ospite al South By
Southwest (SXSW), il regista di MoonlightBarry Jenkins ha condotto una speciale masterclass
dove si è discusso del suo passato a Miami, della sua formazione e
dei primi passi nel mondo del cinema.
Inoltre Jenkins ha avuto modo di
condividere con gli spettatori accorsi il “vero” discorso che aveva
preparato nel caso Moonlight avesse vinto l’Oscar
al Miglior Film. Queste le sue parole:
“Tarell Alvin McCraney [drammaturgo e autore
della piéce originale] e io siamo Chiron.Noi siamo
quel ragazzo. E quando guardi Moonlight, non pensi che un ragazzo
cresciuto nello stesso modo in cui siamo cresciuti e dove siamo
cresciuti possa un giorno realizzare un’opera d’arte che vincerà un
Academy Award. Di sicuro non penso potesse mai aspirare a vincere
come Miglior film. Per molto tempo mi sono negato quel sogno – non
voi, nessun altro – solo io. E così, a chiunque guardi Moonlight
come specchio della propria vita, sia questo film un simbolo, una
riflessione che ti possa portarvi ad amare voi stessi. Perché farlo
potrebbe fare la differenza tra sognare e realizzare sogni che non
hai mai avuto il permesso di avere.“
Sarà disponibile dal 14 maggio su
Amazon Prime VideoThe Underground Railroad, la nuova serie
Amazon Original firmata dal premio Oscar Barry
Jenkins. Basato sull’omonimo romanzo premio Pulitzer
di Colson Whitehead, lo show si
distanzia dalla trama originale per accogliere svolte nuove e
impreviste, seguendo l’istinto del suo creatore ma rispettando lo
spirito di partenza.
Jenkins in persona ha raccontato
qual è stato il suo approccio alla realizzazione di questo
progetto, la sua prima volta a confronto con un modo diverso di
fare narrazione per immagini.
Che cosa speravi di
catturare nel raccontare la storia di Cora sullo
schermo?
Ho amato tanto il
libro di Colson Whitehead
e ho pensato che potesse essere un ottimo modo per
ricontrattualizzare la storia dei nostri antenati, concentrandoci
su questa giovane donna, Cora (Thuso Mbedu).
Guardi la serie e vedi che Cora cerca di sconfiggere la condizione
degli schiavi d’America, cercando allo stesso tempo di
riconciliarsi con l’abbandono della madre. Mi è sembrato un modo
molto bello per raccontare questa storia, presentata in maniera
autentica ma anche epica, dalla grande portata che alla fine
racconta la genitorialità ma anche il trovare una strada da soli.
Ho pensato che fosse bello mettersi alla prova con una storia di
questa portata.
È il primo
approccio in tv di questa portata. Come mai era così importante
raccontare questa storia in questo formato?
Quando vai al
cinema, vivi un’esperienza che ti cattura, spegni il telefono e sei
immerso completamente. Data la portata di alcune di queste
immagini, io volevo che lo spettatore fosse in grado di mettere
pausa, riprende, saltare. Volevo che lo spettatore scegliesse come
guardarla, questo è un motivo per cui ho scelto di farne una serie.
Inoltre mi sembrava il modo migliore per dare a Cora la possibilità
di incontrare tutte le persone che incrocia sul suo cammino con
molta calma e spazio.
Perché si è
scelto il linguaggio della metafora per rappresentare alcune scene
della serie?
Credo che molto
dipenda dal gusto personale. La prima volta che ho sentito
l’espressione ‘underground railroad’ ho proprio visualizzato delle
persone su un treno, sottoterra, in maniera molto realistica, ed
era un’immagine infantile, ero piccolo. Così la prima cosa che ho
pensato è stata di realizzare un immaginario molto concreto, che si
rifacesse a quell’immaginario di bambino che avevo avuto.
Dopo il travolgente successo del
“live action” diretto da Jon
Favreau nel 2019, la Disney torna nelle Terre del
Branco con Mufasa:
Il Re Leone, una storia prequel sul famoso papà di
Simba che questa volta vede il coinvolgimento, sulla sedia di
regia, del premio Oscar Barry Jenkins.
Cosa spinge un regista noto per il cinema indie a realizzare un
costoso blockbuster per la Disney? Secondo
Jenkins è
stata la sceneggiatura. Ecco cosa ha raccontato alla stampa
romana: “Non
ho ancora capito come mai la Disney ha pensato a me, in che modo il
regista di Moonlight poteva essere adatto a dirigere questo film.
Quando sono venuti da me la prima volta ho risposto di no. Il mio
agente mi ha chiamato, dicendomi che la Disney mi voleva per un
film su Il Re Leone, e io ho risposto di no, senza neanche leggere
la sceneggiatura. Ma lui mi ha risposto che non si poteva dire di
no alla Disney, e così è passato del tempo. E visto che loro
insistevano, io ho chiesto al mio agente di leggere la
sceneggiatura per dirmi se fosse valida o meno, ma lui mi ha
risposto che non poteva, era del materiale top secret a cui solo io
potevo avere accesso. Dopo 8 giorni, mia moglie (la regista Lulu
Wang, ndr) mi ha detto che ero stupido a rifiutarlo senza leggere,
e così l’ho fatto. Avete visto i primi 39 minuti e 50 secondi di
film perché è a questo punto che mi sono fermato, nella lettura, e
ho pensato che ci fosse qualcosa di speciale in questa storia. La
sceneggiatura mi ha convinto.”
Lui, come Greta Gerwig,
Ryan Coogler, Chloe Zhao, ha parte di una generazione di
registi indipendenti che hanno deciso di prestare il loro occhio al
cinema mainstream. Come si spiega questo fenomeno?
Barry Jenkins – Foto Cortesia @Disney
“Negli anni ’70 e ’80 questi
franchise non esistevano. E credo di far parte della prima
generazione di registi che è cresciuta con quei franchise e che ora
si trova ad avere la possibilità di dirigerne un pezzo. Quando la
possibilità di dirigere questi film arriva a me non è come un
elemento esterno che entra nella mia vita, ma è come una parte
diversa della mia vita. Perché io divido la mia vita di spettatore
in due fasi: i film che ho visto prima della scuola di cinema e i
film che ho visto dopo la scuola di cinema.”
Scardinare una storia che tutti
credono di conoscere da 30 anni
Come si racconta la storia
di Mufasa, un personaggio che tutti credono di conoscere da 30
anni, ma che poi si rivela sorprendente?
“In tutto il mondo, chiunque
sollevi in alto un pupazzetto di peluche sa che quel gesto fa
riferimento a Rafiki che presenta Simba agli animali, è un gesto
universale che da 30 anni tutto il mondo condivide e per questi 30
anni tutti abbiamo pensato che Mufasa è re perché è un leone saggio
e giusto e discende dai re, che Scar è cattivo perché è nato
cattivo. Eppure io ho sempre creduto alla differenza tra natura e
cultura. All’inizio di questo film, Mufasa perde tutta la sua
famiglia e viene trovato da Taka e dalla sua famiglia. Vediamo come
il papà di Taka sia un pessimo padre e come invece sua madre, a cui
viene affidato il piccolo Mufasa, insegni al giovane leone i
segreti e gli equilibri della natura. Poteva succedere il
contrario, è un caso che i due siano stati cresciuti con due
modelli di genitorialità differenti. E diventano così degli adulti
completamente diversi tra loro.”
Lo scontro tra natura e cultura, nel
racconto di Barry Jenkins, si fonde anche con il
giusto valore al merito a scapito della predestinazione di nascita,
un tema che il regista sente molto suo.
“La leadership non è determinata
dalla tua origine, in questo film. Questo è uno degli aspetti che
ho amato di più, perché mi rispecchia. Io sono nato in un quartiere
che ricorda molto la realtà di Moonlight, era difficile per me
immaginare che avrei girato il mondo promuovendo un film de Il Re
Leone che avrei diretto io, eppure eccomi qui, il film esiste e io
sono qui. La vita che conduci e la comunità che costruisci intorno
a te fanno la differenza.”
Mufasa è un film di Barry
Jenkins
In che modo Mufasa è un film
di Barry Jenkins?
“Quando ho letto la
sceneggiatura ho pensato che poteva diventare un mio film, con
tanto lavoro. Chi ha lavorato con me è stato molto paziente, dovevo
capire bene come adattare questa tecnologia al mio modo di
lavorare, tenendo accanto a me il nucleo centrale della produzione,
il direttore della fotografia e la montatrice. Chi ha lavorato agli
effetti visivi del film è stato particolarmente paziente e
gentile.”
Jenkins ha continuato spiegando come
il lavoro con la motion capture non è stato possibile in questo
processo di apprendimento. Mufasa: Il Re
Leone infatti è stato realizzato a partire dalla
colonna sonora, registrando tutte le voci dei personaggio, come
fosse un radio dramma. Questa colonna è stata poi montata e
storyboardata, e poi, alla fine, sui disegni, sono state realizzate
le animazioni che non hanno coinvolto attori, ma animatori veri e
propri che, con una tecnologia particolare hanno disegnato i
personaggi con i loro movimenti. Barry Jenkins si è trovato quindi
a dirigere il corpo degli animatori.
In che modo Mufasa si
connette ai suoi film precedenti?
“Credo che Mufasa e Chiron
(protagonista di Moonlight, ndr) abbiamo moltissime cose in comune.
Entrambi sono orfani e devono attraversare la vita da soli, per
conoscere se stessi e il mondo in cui vivono, costruendosi intorno
una realtà in cui sono degni di amore. Sto descrivendo sia l’uno
che l’altro, e la cosa incredibile è che non l’ho scritto io
Mufasa, ma è arrivato da me. La somiglianza più grande però la vedo
nella sfera personale. Nel film, Mufasa incontra Taka, poi Rafiki,
Sarabi e Zazu, e comincia a costruirsi una famiglia intorno con
delle persone che lo amano e che lui ama. La sua vita diventa il
risultato dei suoi incontri ed è quello che è successo a me, con i
miei amici e i miei collaboratori che ormai sono la mia
famiglia.”
Il film ha involontariamente
rappresentato una preparazione a un lutto importante: “Mia
madre è morta mentre facevo questo film. E non mi sono reso conto
in che modo potente e folle questo film mi stava preparando al
trauma della perdita di mia madre – ha
raccontato Barry Jenkins– Mi è
stato detto che i film che facciamo dovrebbero essere un riassunto
delle nostre vite in quel momento, e guardandoli uno per uno
dovresti sapere esattamente a che punto della vita eri quando lo
hai girato. E con Mufasa posso farlo.”
Mufasa: Il Re
Leone arriva al cinema il 19 dicembre, in tempo per
le feste natalizie, e è distribuito da The Walt Disney Company
Italia.
Uno dei temi da sempre più attuali
negli Stati Uniti (e nel mondo) è quello della segregazione
razziale nei confronti delle persone di colore. Anche il cinema
negli anni si è speso in racconti a riguardo, tratti o meno da
storie vere, con il fine di condannare una volta di più tale
atteggiamento. Film recenti come Selma – La strada per la
libertà, 12 anni schiavo e Il diritto di contare
hanno tutti incontrato il favore di critica e pubblico e così è
stato anche per Barriere (qui la recensione), film del
2016 diretto dall’attore premio Oscar Denzel
Washington, qui alla sua terza regia per il
cinema.
Il film è l’adattamento
cinematografico della celebre opera teatrale del 1983 di
August Wilson, vincitore per questa del premio
Pulitzer per la drammaturgia. Da sempre indicato come uno dei più
importanti titoli legati al tema razziale, questo è però anche uno
splendido racconto sulla genitorialità, sulla paura che tale ruolo
comporta e sulle barriere emotive che ognuno costruisce dentro di
sé. Per anni si tentò di portare tale storia anche sul grande
schermo, ma il desiderio di Wilson che a dirigere il film fosse un
afroamericano sembrava essere un ostacolo a ciò. Deceduto nel 2005,
Wilson sarebbe stato contento di vedere il suo desiderio
avverarsi.
Il film di Washington è infatti
estremamente attento ad ognugna delle tematiche presenti
nell’opera, ed è stato indicato come uno dei più bei film
dell’anno, guadagnando anche ben quattro nomination al premio Oscar
tra cui, appunto, quello di miglior film. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Barriere: la trama del film
Ambientato negli anni Cinquanta, il
protagonista del film è Troy Maxson, considerato
un tempo un astro nascente del baseball, il quale si è però
ritrovato ad essere espulso dalla Major League in quanto
afroamericano. In conseguenza di ciò ha dovuto ripiegare su un
lavoro come netturbino nel tentativo di mantenere la figlia
Rose e i due figli Lyons, avuto
da un precedente matrimonio, e Cory. Con il tempo,
però, il suo compito come padre e marito si limita ad essere quello
di sostenere la famiglia, senza avere però cura di altri aspetti.
Quelli che dà ai figli sono per lo più ordini invece che
insegnamenti e la durezza del suo animo non manca di renderlo
spiacevole a chi gli è intorno.
Ai suoi occhi, egli cerca solo di
evitare che i suoi figli possano farsi male inseguendo progetti
troppo ambiziosi, proprio come è stato per lui. Ormai consapevole
del modo in cui le persone di colore vengono trattate nella
società, mira a togliere a Lyons e Cory ogni possibile
illusione a riguardo. Cory però sogna di giocare a baseball e
mentre aiuta il padre a costruire uno steccato in legno intorno a
tutta la casa, gli annuncia che un procuratore sportivo vuole
prenderlo nella squadra come professionista e ha bisogno che gli
firmi il consenso. Dall’opposizione di Troy, nascerà un conflitto
che porterà padre e figlio a riscoprirsi, scontrarsi e forse
perdonarsi.
Barriere: il cast del film
Oltre a dirigere il film, Washington
ha ritagliato per sé il ruolo di Troy Maxson. Egli aveva già
interpretato questo personaggio a teatro oltre cento volte,
conoscendolo dunque in ogni sua minima sfumatura. Essendo divenuto
un grande esperto anche dell’opera di Wilson nella sua totalità,
Washington affermò che trasportarla sul grande schermo fu piuttosto
facile, senza dover dunque apportare grandi modifiche. Egli
contribuì anche a riscrivere alcuni passaggi della sceneggiatura,
non facendosi però accreditare in tale ruolo ma lasciando comparire
lo stesso Wilson come sceneggiatore. Al momento delle nomination
all’Oscar, Washington venne nominato come miglior attore e per il
miglior film.
Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Rose Lee, vi è invece l’attrice Viola Davis,
che Washington aveva già dirietto nel suo film d’esordio come
regista Antwone Fisher. Pur essendo la protagonista
femminile del film, in accordo con i produttori la Davis venne
promossa come “non protagonista”, potendo così ottenere maggiori
riconoscimenti come il premio Oscar, vinto dopo due nomination
precedenti. Nel ruolo dei figli di Troy, Cory e Lyons, si ritrovano
invece gli attori Jovan Adepo, qui al suo esordio
cinematografico, e Russell Hornsby, noto in
particolare per la serie Grimm. Nel film è poi presente
anche l’attore caratterista Stephen McKinley
Henderson, interprete veterano dell’opera di Wilson nel
ruolo di Jim Bono.
Barriere: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Barriere grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 29 novembre alle ore 21:00
sul canale Iris.
Si intitolerà
Barriere da noi il film con protagonisti
Viola Davis e Denzel Washington
che è invece stato distribuito negli USA con il titolo di
Fences. Di seguito potete vedere alcune immagini
dalla pellicola, basata sull’omonima opera teatrale di
August Wilson, vincitrice del premio
Pulizer per la drammaturgia.
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Barriere è candidato a 3
SAG Awards e a 2 Golden
Globe, fra cui Miglior attoreDenzel
Washington e Migliore attrice non protagonistaViola Davis.
Barriere racconta
la storia di un ex giocatore di baseball (Washington) che, dopo
esser stato respinto dalla major league in quanto afroamericano,
adesso lavora come netturbino a Pittsburgh. Il film esplora le
complesse relazioni dell’uomo con sua moglie (Davis), suo figlio e
i suoi amici.
Washington si occuperà anche della
regia del film, tornando così dietro la macchina da presa a quasi
10 anni di distanza dall’ultimo The Great Debaters Il
potere della parola.
Scott Rudin e
Todd Black si occuperanno della produzione insieme
allo stesso Washington. Le riprese inizieranno questo mese a
Pittsburgh.
L’ultima volta che abbiamo visto
Denzel Washington sul grande schermo è stato ne
I Magnifici Sette in cui
recitano anche Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio,
Matt Bomer e Peter Sarsgaard.
Viola Davis,
invece, ha fatto parte del cast del cinecomic Suicide Squad, arrivato nelle
sale ad agosto. Proprio ieri è stato annunciato che sarà tra i
protagonisti del nuovo film di Steve McQueen, dal
titolo Windows.
Barriere,
il nuovo film diretto ed interpretato dal Premio Oscar
Denzel Washington, si prepara ad affrontare la
propria, lanciatissima corsa verso la notte più “stellata”
dell’anno. Tra musical patinati e drammatici racconti di
formazione, si colloca questo film desiderato da Washington da
molto tempo, da quando – leggendo per la prima volta l’opera
teatrale di August Wilson – ne rimase talmente
folgorato da volerla adattare per il grande schermo. E questo 2017
(almeno per noi italiani) si prospetta come l’anno giusto:
Barriere trova il suo punto di forza nella
scrittura incalzante e blues del suo autore, esponente di spicco
della letteratura teatrale afroamericana, vincitore di un Premio
Pulitzer per la drammaturgia nel 1988 e di un Tony Award alla
migliore opera teatrale proprio con questa
pièce, sesto dramma del suddetto Ciclo di
Pittsburgh.
Barriere:
Viola Davis e Denzel Washington
protagonisti
Il film ruota intorno alle dinamiche
familiari di Troy Maxson (Washington) e di sua moglie Rose
(Viola Davis): sposati da diciassette anni, vivono
la loro tranquilla routine da famiglia afroamericana del ceto medio
– basso destreggiandosi tra i figli Lyons e Cory, fratellastri
diversi, il primo con la passione per la musica jazz e la bella
vita e il secondo per il football. Diversi e opposti rispetto al
padre, faticano ad entrare in totale empatia con la personalità
espansiva, ridondante e a tratti eccessiva del genitore, che
commette un tragico errore vivendo una relazione extra – coniugale
con una donna dalla quale ha una figlia, Raynell, che viene
accettata anche da Rose.
Barriere:
dal teatro al cinema
Vita, morte, eternità, lavoro,
Amore: massimi sistemi, grandi rivelazioni che si annidano nelle
piccole cose quotidiane e nei gesti reiterati che compongono la
normale routine di una tranquilla famiglia: Washington in
Barriere non cerca di costruire – a livello
audiovisivo – una narrazione epica: la maestosità si annida nelle
parole e non nelle azioni, parole che non servono a far procedere
il dramma quanto a mostrare la natura eclettica ed istrionica degli
interpreti coinvolti nel progetto. Washington e la Davis si
contendono la scena abbandonandosi ad una impressionante mimesi tra
realtà e palcoscenico, finzione teatrale e verosimiglianza
richiesta dalla macchina da presa; non sono da meno gli attori che
li affiancano calandosi nei ruoli dei figli, degli amici o dei
congiunti (un esempio, il fratello con gravi problemi psichiatrici
Gabe). Nonostante i pregi legati soprattutto agli aspetti
interpretativi e drammaturgici, però,
Barriere non aggiunge nessun contributo
originale alla già vasta filmografia di genere: dietro la volontà
di rinnovare un linguaggio “classico” si stempera fin dai primi
“assoli” degli attori, facendo scivolare il lungometraggio in un
lento adattamento dal sapore incompleto.
Le Barriere del film, spazio reale
e figurato
Le Barriere a cui
accenna il titolo sono un riferimento alle recinzioni, in
particolare allo steccato (in originale
Fences) che Rose spinge Troy a edificare,
una sorta di cerchio magico nel quale racchiudere il proprio nucleo
familiare, dove l’uomo può essere il Re incontrastato dagli
aneddoti brillanti, parlantina svelta e le canzoni blues
laconiche, mentre la donna si trasforma nella Regina che cerca di
difendere, ad ogni costo, da qualunque attacco esterno l’integrità
dei propri affetti.
Nei fumetti Marvel, due personaggi hanno
assunto l’identità di Barone Zemo. Il primo è
stato Heinrich Zemo, un cattivo che Captain America ha affrontato
durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la sua morte, è entrato in
scena suo figlio, Helmut Zemo, che ha assunto il ruolo ed è
diventato il nemico di Cap per una nuova generazione di
appassionati lettori. Nel MCU, la versione impiegata è quella,
appunto, di Helmut.
Daniel Bruhl ha interpretato per la prima
volta Barone Zemo in Captain
America: Civil War ed è stato responsabile della
trasformazione di Bucky nel Soldato d’Inverno. Si tratta di un
grande cambiamento rispetto ai fumetti (in quel caso, il
responsabile era un russo di nome Aleksander Lukin), ma ha comunque
permesso a Zemo di svolgere un ruolo importante nel MCU. Ma è
davvero un villain “perfetto”?
Screen Rant ha raccolto 5 motivi per cui Barone Zemo è davvero
la quintessenza dell’antagonista e altri 5 per cui non lo è:
1Un’attesa troppo lunga
Daniel Bruhl è un grande attore e si merita
una possibilità di brillare nei panni del Barone Zemo. Il problema
è che Captain
America: Civil War è uscito cinque anni fa.
Non si tratta di un periodo eccessivamente lungo, ma è anche vero
che da allora sono stati distribuiti altri 10 film del MCU, incluso
il dittico dedicato allo scontro con il temibile Thanos.
La domanda sorge dunque spontanea: a
qualcuno importa davvero del ritorno di Zemo in
The Falcon and the Winter Soldier? La risposta è
sì, ma è anche vero che la maggior parte dei fan si aspetta che il
suo coinvolgimento porterà a qualcosa di molto più grande.
Paramount+ ha presentato oggi il trailer
ufficiale di Bargain – Trattativa
Mortale, nuova serie thriller distopica
sudcoreana. Tutti i sei episodi della serie saranno trasmessi in
anteprima mondiale giovedì 5 ottobre su Paramount+ in Italia oltre
che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, Australia,
America Latina, Brasile, Francia, Germania, Svizzera e Austria.
Nella serie Bargain –
Trattativa Mortale, gli uomini vengono attirati in un
hotel isolato con la scusa di un incontro sessuale, per poi essere
coinvolti in un traffico di organi che vengono venduti all’asta al
miglior offerente. Dopo un terremoto catastrofico, le vittime, i
trafficanti e gli acquirenti rimangono intrappolati nell’edificio
in rovina. Tagliati fuori dal mondo esterno, devono lottare per
sopravvivere ad ogni costo.
Bargain – Trattativa
Mortale ha come protagonisti gli attori Jin Sun-kyu
(Extreme Job), Jun Jong-seo (Money Heist: Korea)
e Chang Ryul (My Name) ed è un adattamento dell’omonimo
cortometraggio pluripremiato del regista Lee Chung-hyun, uscito nel
2015. Il regista e scrittore Jeon Woo-sung, che faceva parte del
team di produzione del cortometraggio originale, ha ripreso la
storia e l’ha sviluppata in una serie in sei parti. La serie è
co-scritta da Choi Byeong-yun e Kwak Jae-min e prodotta dallo
showrunner e creatore Byun Seungmin e da Bang Jin Ho.
Bargain – Trattativa
Mortale è stata sviluppata da Paramount+ e TVING
attraverso una partnership tra Paramount e il colosso coreano
dell’intrattenimento CJ ENM. In Corea, Paramount+ si presenta
all’interno di TVING, una piattaforma di streaming controllata da
CJ ENM e attualmente operativa in Corea. L’accordo consente inoltre
la diffusione di contenuti coreani nelle attività di streaming di
Paramount all’estero. Bargain – Trattativa
Mortale è concessa in licenza da Paramount Global
Content Distribution al di fuori di Corea, Giappone e Taiwan.
La serie è stata premiata con il
Critics’ Choice Award al Seriencamp Festival di Colonia a giugno e
ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Canneseries
all’inizio di quest’anno. Bargain – Trattativa
Mortale è inoltre stata selezionata ufficialmente per
il Toronto International Film Festival del 2023, dove sarà
presentata in anteprima per il Nord America il 9 settembre.
Ecco il nuovo trailer di
Barely Lethal, nuova film che vede
protagonista Hailee Steinfeld nei panni di
un’assassina poco più che adolescente.
Ecco il trailer:
Nel cast di Barely
Lethal accanto a Hailee Steinfeld ci
saranno anche Samuel L. Jackson, Jessica Alba, Jaime
King e Sophie Turner.
La commedia action è diretta da
Kyle Newman (Fanboys) e
Hailee interpreta una giovane e letale assassina
che fine la sua morta per cercare di costruirsi una vita normale.
Così si iscrive al liceo fingendosi una studentessa, ma,
scommettiamo, le cose non andranno come lei aveva sperato.
Guarda il primo trailer ufficiale
del film Barely Lethal, l’action comedy
che vede protagonista la coppia inedita Hailee
Steinfeld e Samuel L. Jackson:
On line una clip e un nuovo poster
per Barely Lethal, l’action comedy
diretto da Kyle Newman
(Fanboys) con Hailee
Steinfeld, Jessica Alba, Sophie
Turner e Samuel L. Jackson.
Il nuovo poster di Barely Lethal
Sceneggiato da John
D’Arco, il film racconta la storia della sedicenne Megan
Walsh (Hailee Steinfeld), addestrata per essere
una spia-killer internazionale ma desiderosa di trascorrere una
vita “normale”, come i suoi coetanei. La ragazza simula perciò la
propria morte e si iscrive ad una scuola di periferia.
Scoprirà suo malgrado che “la vita nomale” è molto più difficile di
quanto sembri. Jessica Alba interpreta Victoria Knox, ex
addestratrice di Megan, ora sua nemesi, che arruola Heather
(Sophie Turner) perchè si finga una studentessa
del liceo e recuperi in incognito la ribelle. Samuel L.
Jackson è Hardman, mentore di Megan.
Nel cast anche Rachael
Harris, Dove Cameron, James King, Thomas Mann, Alexandra
Krosney e Dan Fogler.
Il film, prodotto dalla Main Street Films, dalla Hopscotch Pictures
e da RatPac Entertainment, esce nelle sale americane il 29
maggio.
Si intitola Barely
Lethal il prossimo film che vedrà protagonista la
giovanissima, ma già super impegnata Hailee
Steinfeld, attrice lanciata nel firmamento delle star dai
fratelli Coen con Il
Grinta e che abbiamo visto di recente nei tragici
panni di Giulietta nell’ennesimo (e superfluo) rifacimento
cinematografico della tragidia shakespeariana.
La giovane attrice guadagnò infatti
con il film dei Coen la sua prima nominaton agli Oscar come
migliore attrice non protagonista a soli 15 anni e ora a 17 è
protagonista del nuovo film, una commedia action, diretto da
Kyle Newman (Fanboys)in
cui interpreta una giovane e letale assassina che fine la sua morta
per cercare di costruirsi una vita normale. Così si iscrive al
liceo fingendosi una studentessa, ma, scommettiamo, le cose non
andranno come lei aveva sperato.
Diventato un appuntamento
imperdibile sulle rive del Garda, torna dal 21 al 25
giugno 2023 ilBardolino
Film Festival– Immagini, suoni e
parole sull’acqua per una terza edizione all’insegna
del cinema e dell’intrattenimento di qualità in una location
davvero unica. Organizzato e sostenuto dal Comune di Bardolino, con
la direzione artistica del giornalista e critico
cinematografico Franco Dassisti, il BFF
nelle edizioni precedenti ha ospitato grandi talenti del panorama
cinematografico e culturale italiano e internazionale, consolidando
la propria immagine come uno degli eventi principali dell’estate
sul lago. Milena Vukotic, Pierfrancesco Favino, Mario Martone,
Francesco Bruni, Cristiana Dell’Anna, Barbara Ronchi sono solo
alcuni dei grandi ospiti che in questi anni hanno preso parte alla
manifestazione.
Fil rouge del
Bardolino Film Festival 2023 è il tema “In viaggio…
sulla strada e nell’anima”. I percorsi narrativi proposti
dai film in concorso evocheranno non solo una delle più
classiche tematiche come il viaggio on the road, ma anche il
viaggio nell’anima inteso come introspezione e scoperta del sé.
“Dopo le prime due edizioni
intitolate “Re-Start” (dedicata alle ripartenze post-pandemia) e
“Figli della terra” (sul rapporto fra uomo e ambiente), per questa
terza edizione vogliamo esplorare il tema del viaggio, fisico o
interiore. Cosa ci porta a spostarci da un luogo all’altrodel mondo o della nostra anima? Cosa siamo prima di un viaggio
e cosa diventiamo dopo averlo intrapreso? Cercheremo le risposte
nei film dei due concorsi, cortometraggi e documentari. Ma anche
nelle cinque serate di cinema con grandi ospiti in riva al
lago” commenta Franco Dassisti,
Direttore del Bardolino Film Festival.
Principale novità di quest’anno sarà
il sempre maggiore coinvolgimento del territorio: lo splendido
parco Carrara Bottagisio di Bardolino ospiterà infatti un villaggio
del cinema, aperto al pubblico per l’intera giornata per tutta
durata della manifestazione, con stand enogastronomici e non
solo.
Per l’edizione 2023 Villa Carrara
Bottagisio diventerà la venue principale del
BFF, che oltre al villaggio del cinema sarà la location delle
proiezioni serali vista lago.
“Il Bardolino Film Festival si
conferma anche quest’anno l’appuntamento culturale che vede
Bardolino dal 21 al 25 giugno location perfetta per le proiezioni
di film ed incontri con i maggiori attori e registi della scena
cinematografica nazionale nella suggestiva cornice del parco
di Villa Carrara Bottagisio. La volontà dell’amministrazione è
di creare un vero e proprio “Villaggio del cinema”, luogo di
ritrovo e di confronto nei giardini di Villa Carrara
prospicenti le sponde del lago di Garda, dove sarà possibile
incontrare gli artisti, ascoltare presentazioni di libri e
apprezzare le eccellenze enogastronomiche locali. E dove ogni sera,
all’imbrunire, si potrà assistere alla proiezione sul grande
schermo di uno dei migliori film della stagione e incontrarne
i protagonisti” aggiunge Nica Currò, Assessore alla Cultura del
Comune di Bardolino “Il mio intento è continuare ad investire
in cultura e nello specifico nella cultura cinematografica perché
credo fermamente che questa sia capace di incidere nel costume e
nella ricerca di quei valori di cui la nostra società ha sempre più
disperatamente bisogno” aggiunge Nica
Currò, Assessore alla Cultura del Comune di
Bardolino.
Resta confermata la struttura del
festival con le due sezioni competitive internazionali, BFF Doc e
BFF Short, per ognuna delle quali le giurie composte da personaggi
del mondo del cinema e dell’audiovisivo assegneranno il Premio per
il Miglior Film.
Ad accompagnare i
concorsi, cinque serate speciali in riva
al lago che vedranno protagonisti altrettanti ospiti d’eccezione
che si racconteranno al pubblico del festival e presenteranno
alcuni tra i film di questa stagione cinematografica che meglio
hanno saputo declinare il tema dell’edizione.
Non mancherà inoltre la sezione BFF
Books, dedicata agli incontri con gli autori di libri sempre
percorrendo la traiettoria ideale tracciata dal tema della
manifestazione. Le iscrizioni per le candidature dei film sono
aperte al seguente indirizzo: https://filmfreeway.com/BardolinoFilmFestival
Tutto pronto per l’avvio
di Bardolino
Film Festival– Immagini, suoni e
parole sull’acqua, che accenderà i riflettori
sulla terza edizione dal 21 al 25 giugno
nella rinomata località sul lago di Garda. Organizzato e sostenuto
dal Comune di Bardolino e dalla Fondazione Bardolino Top con la
direzione artistica di Franco Dassisti, il BFF proporrà anche
quest’anno due sezioni competitive internazionali con 11
documentari e 28 cortometraggi da tutto il mondo, accompagnate
dalle cinque serate di BFF Nights con i grandi protagonisti del
cinema italiano.
“Quello di quest’anno è un
programma di cui siamo estremamente fieri. Siamo arrivati alla
terza edizione del festival e ci inorgoglisce vedere l’interesse
crescente da parte non solo del pubblico, ma anche degli ospiti e
delle distribuzioni che scelgono proprio Bardolino come arena per
presentare i propri film. La terza edizione è dedicata al tema “In
viaggio…” e noi siamo pronti a salpare” dichiara Franco
Dassisti, direttore artistico del BFF.
“Il Bardolino Film Festival è
cresciuto in queste tre edizioni, è un progetto in cui credo e che
intendiamo valorizzare sempre di più consapevoli dell’importanza
del festival per Bardolino e la sua
comunità” prosegue Domenica Currò, Assessore alla
Cultura, Istruzione, Servizi sociali, Famiglia e Terza età – Comune
di Bardolino “Da quest’anno avremo anche una nuova casa,
il Villaggio del Cinema presso lo splendido parco Villa Carrara
Bottagisio, ad ulteriore testimonianza della presenza del festival
nella vita del territorio e della città”.
Si comincia mercoledì 21 giugno con
l’anteprima di Le mie ragazze di carta, nuovo film diretto
da Luca Lucini e in sala dal 13 luglio per Adler Entertainment, che
sarà celebrato con il Ciak d’Oro – Colpo di
fulmine per l’interpretazione. A ritirare il
prestigioso premio assegnato dal mensile di cinema Ciak, media
partner della manifestazione, sarà Andrea
Pennacchi, volto noto del piccolo e grande schermo
recentemente premiato con il Nastro d’Argento per Miglior Attore
Non Protagonista nella serie Tutto chiede salvezza.
L’anteprima di Le mie ragazze di carta (ore 21.00)
inaugurerà il programma delle BFF Nights nella nuova meravigliosa
location del Parco di Villa Carrara Bottagisio, da quest’anno
cuore pulsante della manifestazione con il villaggio del
festival.
Ma il programma del BFF prende il
via nel pomeriggio con le proiezioni dei due concorsi presso il
cinema Corallo. Si inizia con i film di BFF Short (ore 16.00):
Friend di Andrey Svetlov, alla
presenza dei distributori Andrea Rapallini e Pierfrancesco Bigazzi
di Materiali Sonori, Nostos di
Mauro Zingarelli con protagonista Aurora
Giovinazzo, The Silent
Whistle di Li
Yingtong, Metamorfosi di Paolo
Porporati, che presenterà il film insieme ad alcuni membri del
cast, e A year to life di Nikki
Hevesy. Sarà inoltre presentato Alea
di Niccolò Buttigliero Junior, accompagnato a Bardolino dalla
protagonista Wanda Gomboli, che precederà la proiezione serale a
Villa Carrara Bottagisio.
La proiezione dei film del concorso
corti sarà invece preceduta dalla visione
di Onde, il cortometraggio
realizzato dagli studenti della Scuola Media Falcone-Borsellino di
Bardolino nell’ambito della nuova collaborazione con il festival.
Per la sezione documentari il programma di mercoledì 21
proporrà Will You Look at
me della cinese Shuli Huang, un viaggio
attraverso territori da riscoprire e salvaguardare,
e Nei giardini della mente di Matteo
Balsamo, in cui il regista osserva la vita un’associazione per la
salute mentale sul lago di Como (ore 18.00, Cinema Corallo).
Presso il Villaggio del festival
prendono il via anche gli appuntamenti letterari
di BFF Books, moderati dalla giornalista
Chiara Pizzimenti. Sono due gli incontri letterari per la giornata
di martedì (a partire dalle ore 17.00 presso Villa Carrara
Bottagisio): si inizia con Antonello
Menne e il suo Il cammino di Santiago. Ti
mancherà (Primiceri Editore) per proseguire
con Riccardo Vischioni e La
coppia di Verona (Edizioni03).
Il programma proseguirà fino a
domenica 25 giugno con tantissime anteprime e ospiti tra cui Paola
Sini, Selene Caramazza, Claudia Gerini, Rocco Papaleo, Daniele
Vicari. Contrariamente a quanto annunciato, a causa di sopraggiunti
impegni, Michele Placido sarà a Bardolino per ritirare il Premio
BFF Cineasta dell’anno nella serata di sabato 24 anziché domenica
25 giugno: si preannuncia quindi un sabato di grandi nomi
all’insegna dell’eccellenza cinematografica italiana.
Dopo il successo della prima
edizione, torna dal 15 al 19 giugno
2022 il Bardolino Film
Festival – Immagini, suoni e parole
sull’acqua, presso una delle più rinomate località sulle
rive del lago di Garda. Organizzato e sostenuto dal Comune di
Bardolino, con la direzione artistica del giornalista e critico
cinematografico Franco Dassisti, alla
sua seconda edizione Bardolino Film Festival si conferma un
appuntamento ricco di contenuti unici in una location dal fascino
senza pari.
Il tema che accompagnerà l’edizione
2022 è “Figli
della Terra”: la selezione del Bardolino Film Festival
presenterà opere che affrontano direttamente tematiche come il
rapporto dell’uomo con il territorio e l’ambiente che lo circonda,
ma amplierà i suoi orizzonti anche a temi come la transizione green
e il legame con le proprie radici, società e cultura.
“Lo scorso anno con la parola
d’ordine “Re-Start”, abbiamo voluto dare un segnale di ripartenza
attraverso film che raccontassero svolte di vita e nuovi inizi dopo
una caduta.” dichiara il direttore artistico Franco
Dassisti “Ma dopo la ripartenza è arrivato il momento
della riflessione sul nostro rapporto con il pianeta che ci ospita
e con i legami che ci ancorano ad esso. “Figli della terra” nasce
così, come una presa di coscienza da cui far partire una nuova
consapevolezza su chi siamo e dove stiamo andando”.
“Dopo il successo dello scorso
anno, riconosciuto da pubblico, turisti e organi di stampa che
hanno affollato le cinque giornate di proiezioni e incontri,
l’Amministrazione Comunale ha fortemente voluto continuare il
percorso intrapreso con il Bardolino Film Festival. L’edizione di
quest’anno riparte dal binomio fondamentale rappresentato da
cultura e territorio: i meravigliosi paesaggi del lago faranno da
sfondo ancora una volta alle visioni cinematografiche e agli
incontri dal vivo con cineasti e letterati, all’insegna di una
rinnovata attenzione al tema della
sostenibilità.” commenta Domenica Currò, Assessore alla
Cultura – Comune di Bardolino “Non c’è mezzo
che più del cinema sia in grado di raccontare il controverso
rapporto fra l’uomo, l’ambiente che lo circonda e i legami che con
esso stabilisce. Istanze di grande attualità alle quali la nostra
amministrazione è particolarmente attenta. Siamo quindi orgogliosi
di annunciare la seconda edizione del BFF che conferma ancora una
volta Bardolino come paese di grandi risorse turistiche e
culturali”.
Anche quest’anno saranno due i
concorsi, uno dedicato ai documentari e l’altro ai cortometraggi,
con un’ampia selezione di titoli italiani e internazionali. Per
ognuna delle due sezioni competitive, BFF Doc e BFF Short, sarà
assegnato il Premio per il Miglior Film: i vincitori saranno
decretati da due giurie composte da personaggi del mondo del cinema
e dell’audiovisivo.
Oltre alla programmazione dei film
in concorso, il festival proporrà cinque serate
speciali in riva al lago, nel corso delle quali
saranno presentati i film di questa stagione cinematografica che
meglio hanno saputo raccontare il tema di questa edizione. Per
ognuna delle cinque soirée sarà assegnato un riconoscimento
speciale ad un ospite d’eccezione, che
saluterà il pubblico del festival nella suggestiva arena sul lago.
La sezione BFF Specials comprenderà inoltre un programma di
proiezioni di film fuori concorso che si svolgeranno al Cinema
Corallo.
Anche l’edizione 2022 proporrà la
sezione BFF Books, dedicata agli incontri con gli autori di libri a
loro volta in linea con la tematica principale del Festival, per
proseguire il legame con la tradizione di “Parole sull’acqua”.
Cuore pulsante del Festival sarà
anche quest’anno il Lido Mirabello di Bardolino, strepitosa venue a
bordo lago affacciata sulle acque del Benaco. Il Lido Mirabello con
il suo blue carpet sarà la splendida cornice per
le cinque serate speciali del festival, con un grande e suggestivo
schermo affacciato sull’acqua. La programmazione dei concorsi Doc e
Short sarà invece ospitata presso il cinema Corallo, mentre gli
eventi collaterali avranno luogo nei locali sul lungolago.
Dopo il successo della prima
edizione, torna dal 15 al 19 giugno
2022 il Bardolino Film
Festival – Immagini, suoni e parole
sull’acqua, presso una delle più rinomate località sulle
rive del lago di Garda. Organizzato e sostenuto dal Comune di
Bardolino, con la direzione artistica del giornalista e critico
cinematografico Franco Dassisti, alla
sua seconda edizione Bardolino Film Festival si conferma un
appuntamento ricco di contenuti unici in una location dal fascino
senza pari.
Due concorsi rispettivamente
dedicati a cortometraggi (BFF Short) e documentari (BFF Doc),
cinque serate di grande cinema sul lago per la sezione BFF
Specials, presentazioni di libri e incontri sul tema portante di
questa seconda edizione: “Figli della Terra”.
Una riflessione sul rapporto tra l’uomo e il pianeta, ma anche
sulla transizione green e il legame con le proprie radici, società
e cultura.
Tanti saranno i grandi nomi del
cinema italiano attesi a Bardolino, protagonisti delle cinque
soirée nel corso delle quali saranno assegnati una serie di
riconoscimenti speciali del festival. Un parterre di ospiti a
testimonianza delle vitalità del nostro cinema, che presenteranno
opere tra le più acclamate dal pubblico e pluricandidate sia agli
ultimi David di Donatello che ai Nastri d’Argento.
Reduce dal successo all’ultimo
Festival di Cannes, sarà sul blue carpet del
BFF Pierfrancesco Favino, tra i volti più
noti e amati del nostro cinema, che sarà omaggiato con il Premio
Bardolino e presenterà l’ultimo film di Mario
Martone, Nostalgia. Il cinema di Mario
Martone sarà protagonista anche della serata
conclusiva del festival nel corso della quale Qui rido
io riceverà il prestigioso Premio Ciak d’oro alla
presenza del regista, dell’attrice Cristiana
Dell’Anna e della
sceneggiatrice Ippolita Di Majo.
A ritirare il Premio alla Carriera sarà
quest’anno Milena Vukotic, attrice amata del
cinema e della televisione nota al grande pubblico per il
personaggio leggendario di Pina Fantozzi o più recentemente per
quello di nonna Enrica nella serie Un medico in
famiglia, che ha attraversato il cinema e il teatro italiani
dagli anni ‘60 ad oggi.
Gli appuntamenti dedicati al cinema
al femminile prevedono inoltre il Premio BFF Scintilla a Rosa Palasciano per la sua straordinaria
interpretazione in Giulia di
Ciro De Caro, e Barbara Ronchi, premiata
con il BFF Shooting Star per Settembre, opera prima
di Giulia Steigerwalt acclamata da pubblico e critica in sala per
01 Distribution.
Tra gli ospiti della manifestazione
anche il regista e sceneggiatore Francesco Bruni,
che guiderà la giuria del concorso documentari insieme alla moglie,
l’attrice Raffaella Lebboroni, e alla
figlia Irene Bruni, fotografa e cinefila: è
la prima volta che la giuria di un festival cinematografico viene
affidata ad un nucleo familiare. A giudicare i film del concorso
cortometraggi saranno invece l’attore e regista Paolo
Sassanelli, l’attrice Daphne
Scoccia e Alessandro Giorgio,
organizzatore del Torino Short Film Market e programmatore presso
il Centro Nazionale del Cortometraggio.
A Paolo Sassanelli e Daphne Scoccia
il festival dedicherà due speciali omaggi legati al mondo dei
cortometraggi, con le proiezioni
di Uerra e Ammore, entrambi
diretti da Paolo Sassanelli, e di Piano Terra, Via Lattea,
Specchio e Io sono Matteo, interpretati da
Daphne Scoccia.
I titoli dei due concorsi sono tutti
selezionati tra le opere di giovani autori che meglio raccontano il
tema cardine di questa edizione.
Il Concorso Documentari offre un
viaggio tra le storie e i paesi declinando il tema Figli della
Terra attraverso molteplici sfumature: dalle storie degli hotel
abbandonati in Serbia di Signs of
life di Marko Nikolić alle campagne cinesi
investite dalla crisi ecologica di Earth:
Muted di Åsa Ekman, Oscar Hedin, Mikael
Kristersson fino alle strade di una Damasco soleggiata filmata da
un gruppo di giovani registi in Summer, city and a
camera di Anas Zawahri, dalla Napoli
di Addio dolce casa mia di Ciro
Scuotto e La carovana biancadi
Angelo Cretella e Artemide Alfieri alla storia di immigrazione
nella periferia parigina in Rue
Garibaldi di Federico Francioni. E poi ancora
l’eccezionale impresa di due alpinisti
in Primascesa di Leonardo
Panizza, il viaggio alla scoperta delle proprie radici compiuto da
Inês Luís e André Marques in Antes de mim, o
fim, i racconti ancestrali intrisi di tradizioni
de La guaritrice Pomak di
Ignazio Mascia e Sacro
moderno di Lorenzo Pallotta, le storie dei
nomadi della città di Amsterdam
in Pagirnis di Anastasija
Pirozenko, la dipendenza e lo sfruttamento della terra
in Slow return di Philip
Cartelli.
Anche la selezione di BFF Short
ospita 26 film provenienti da tutto il mondo che vogliono
raccontare la terra a 360 gradi, con titoli più strettamente legati
a tematiche ambientali ma anche con opere di più ampio respiro in
grado di raccontare il rapporto con il territorio.
Non potrà inoltre mancare la sezione
BFF Books, dedicata agli incontri letterari, per proseguire il
legame con la tradizione di “Parole sull’acqua”. Undici libri, tra
saggi e romanzi, che declinano la tematica principale del
Festival.
Questa seconda edizione ospiterà
inoltre la mostra Locandine Ipotetiche,
realizzata in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Verona:
una serie di ipotetiche locandine del Bardolino Film Festival
realizzate dagli studenti del Biennio Magistrale in Italian
Strategic Design.
Bardolino Film Festival aderisce a
Verona Green Movie Land, un progetto di cinema, cultura e turismo
per un territorio sostenibile che guarda al futuro del proprio
ambiente. Il progetto prevede un programma completo ed eterogeneo
formato da cinque “inquadrature”, diversi punti di vista sul tema
della sostenibilità: la più significativa è Verona Green Movie
Festival, il coordinamento e la promozione di sei festival
cinematografici, sul territorio veronese, accomunati oltre che
dalla passione per il cinema in tutte le sue declinazioni, da una
speciale attenzione a sostenibilità e responsabilità sociale. Il
primo festival con il marchio VGML è proprio il Bardolino Film
Festival.
Bardolino Film
Festival è organizzato e sostenuto dal Comune di Bardolino
con la direzione artistica di Franco Dassisti. Main media partner
della manifestazione è il mensile di cinema Ciak.
Si svolgerà dal 21 al
25 giugno 2023 la terza edizione
del Bardolino Film Festival – Immagini, suoni e parole
sull’acqua, manifestazione dedicata al cinema e
all’intrattenimento di qualità in una delle più rinomate località
sulle rive del lago di Garda. Il festival, organizzato e sostenuto
dal Comune di Bardolino e dalla Fondazione Bardolino Top con la
direzione artistica di Franco Dassisti, dopo i grandi successi
delle prime due edizioni anche per il 2023 si conferma un
appuntamento ricco di contenuti unici in una location dal fascino
senza pari.
La formula vincente del festival
riconferma i due concorsi rispettivamente dedicati a cortometraggi
(BFF Short) e documentari (BFF Doc), impreziositi da cinque serate
di grande cinema con le BFF Nights accompagnate da ospiti di
rilievo del panorama cinematografico italiano nella splendida
cornice del Parco di Villa Carrara Bottagisio sul lungo lago, ma
anche presentazioni di libri e incontri che esploreranno il tema di
questa edizione: “In viaggio… sulla strada e
nell’anima”. Si esploreranno percorsi narrativi tramite i
film e gli incontri con gli autori per riflettere su una tematica
come quella del viaggio, intesa non solo nel senso più classico del
viaggio on the road, ma cercando anche significati e letture più
profonde come il viaggio nell’anima o la scoperta del sé.
Fiore all’occhiello della
manifestazione sono le serate di BFF Nights, arricchite dalla
presenza di ospiti di rilievo del panorama cinematografico italiano
che saranno premiati con i riconoscimenti speciali del festival.
Dalla commedia al cinema d’autore, il programma delle BFF Nights
porterà a Bardolino tanti protagonisti dalle carriere e
sfaccettature diverse, per un mosaico quanto più variegato e
interessante del nostro cinema.
Dopo un ultimo anno di grande
cinema, sarà a Bardolino Michele Placido, regista
e attore tra i più illustri del nostro cinema che riceverà
il Premio BFF Cineasta dell’anno per una
stagione costellata di successi tra cui la sua straordinaria
interpretazione in Orlando di Daniele Vicari
oltre all’ultima regia del suggestivo L’ombra di
Caravaggio. A rappresentare uno dei generi più amati del
cinema italiano sarà a Bardolino Rocco
Papaleoche ritirerà il Premio BFF
Comedian per il suo ultimo Scordato,
raffinata commedia blues che lo vede anche protagonista al fianco
di Giorgia. Nell’ambito delle BFF Nights sarà inoltre assegnato il
Premio Ciak d’Oro – Colpo di fulmine per
l’interpretazione assegnato dal mensile di cinema Ciak (media
partner della manifestazione) agli attori del film Le mie
ragazze di carta di Luca Lucini, in sala dal 13 luglio
per Adler Entertainment. A ritirare il premio sarà presente
l’attore Andrea Pennacchi.
Saranno due le protagoniste
femminili delle soirée, tra cui Paola
Sini premiata a Bardolino con il Premio
BFF Shooting Star per la sua folgorante
interpretazione in La terra delle donne, di cui è
anche sceneggiatrice e produttrice. La rivelazione dell’anno, cui
sarà assegnato il Premio BFF Scintilla, è
invece Selene Caramazzache
presenterà Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta di cui è
protagonista.
Ma il parterre di ospiti prosegue. A
presiedere la giuria del concorso cortometraggi sarà
Claudia Gerini, regina indiscussa della nostra
commedia e attrice tra le più amate del nostro paese, cui il
festival dedicherà un omaggio con la proiezione del suo esordio
alla regia Tapirulàn. Claudia Gerini inoltre
presenterà il suo esordio letterario Se chiudo gli occhi.
Vita, amori e passioni di una pragmatica sognatrice. Ad
affiancarla nella giuria del concorso corti
saranno Cosimo Calamini, scrittore e
sceneggiatore per cinema, serie tv e documentari (tra i suoi
lavori Per niente al mondo, Sei nell’anima, I delitti del
Bar Lume), e Carlo Griseri, giornalista
e critico cinematografico nonché direttore artistico del festival
Seeyousound International Music Film Festival di Torino.
Presidente della giuria di BFF Doc
sarà invece Daniele Vicari, regista di
numerosi lungometraggi (tra gli altri Velocità
massima, Diaz e Orlando con Michele Placido
che sarà proiettato nella serata di chiusura), documentari (Il
mio paese, La nave dolce) ma anche serie tv
(L’alligatore). A giudicare i film del concorso
documentari saranno anche Francesca Sofia
Allegra, montatrice che ha recentemente firmato due
docu-serie di successo
come SanPa e Veleno oltre al
recente Le Mura di Bergamo di Stefano Savona, e
il giornalista e critico cinematografico Giovanni
Bogani.
I titoli dei due concorsi,
selezionati tra le numerose opere candidate, offrono un
interessante percorso che riesce a scandagliare tutte le anime del
tema di questa edizione. Gli 11 film di BFF Doc
propongono una riflessione sul viaggio a 360° gradi: da quello in
luoghi da riscoprire e far sopravvivere, come nel caso
di Will You Look at me della
cinese Shuli Huang o di Prato
Bello di Paolo Vinati, ambientato in un piccolo
paesino del bresciano in cui le tradizioni cercano un equilibrio
tra passato e futuro. Viaggi interiori alla (ri)scoperta di sé
stessi come nell’assurdo caso giudiziario di Peso
morto, opera di Francesco Del Grosso che rievoca
l’errore giudiziario che ha portato Angelo Massaro, innocente, a
scontare 21 anni di carcere. Si parla di viaggi personali anche
nell’opera di Matteo Balsamo Nei giardini della
mente, che racconta di un’associazione per la salute
mentale sul lago di Como. Ma anche ironiche storie sulla difficoltà
di trovare una propria strada nella vita come nella società. É il
caso del Davide Crudetti e del
suo Comunisti in cui il
regista, nato nel 1991 quando il comunismo era giunto alla fine,
scava nella sua identità e nella fine dell’ideologia. Spazio anche
ai temi sociali, come nel
mockumentary MILVA di Nico
Campogna, un viaggio nel futuro nella Taranto del 2036 in cui
l’ILVA è diventata una fabbrica di canapa indiana e del suo passato
industriale resta solo un museo, o il
toccante Malafede che ci porta
nella comunità LGBT campana dei femminielli. E poi
ancora storie di personaggi come in Neighbour
Abdi di Douwe Dijkstra, in cui il protagonista
ripercorre alcuni episodi della sua vita, fra guerra e
criminalità, Ci sarà una
volta di Paolo Geremei in cui quattro donne si
raccontano attraverso le loro origini, cultura e abitudini,
o Guardiano del farodi Lorenzo
Ferrò, storia di impiegato il cui compito è quello di trovare
lampioni non funzionanti nella città di Roma. Non manca il
viaggio inteso come scoperta del paesaggio come
in Transcendence in cui Michelle
Smith racconta il percorso di recupero attraverso la pratica
dell’arrampicata di Adrien Costa, ex ciclista professionista,
amputato della gamba destra dopo un incidente in montagna.
La selezione di BFF Short è un vero
e proprio viaggio attraverso 13 paesi con 28 film che raccontano
società e culture. Tra i titoli in programma arriva al BFF arriva
il vincitore dell’Oscar al Miglior Cortometraggio Live Action,
An Irish Goodbye, e accanto ai tanti titoli internazionali
anche una ricca selezione made in Italy che vanta alcune delle
interpreti più interessanti del nostro cinema tra cui Aurora
Giovinazzo (Nostos), Barbara Ronchi (La neve coprirà
tutte le cose), Daphne Scoccia (Letizia), Anna
Ferzetti (Me & You), Valentina Bellé (Miranda’s
Mind), Claudia Potenza (SeMe).
Bardolino Film Festival da sempre,
proseguendo nella tradizione di “Parole sull’acqua”, pone l’accento
anche sulla cultura con la sezione dedicata agli incontri letterari
BFF Books, che quest’anno proporrà quattordici appuntamenti con gli
autori.
Il poster di questa edizione nasce
dalla collaborazione tra BFF e Accademia di Belle Arti Statale di
Verona, frutto di un workshop che ha coinvolto studenti dell’ultimo
anno del Biennio magistrale in Italian Strategic Design. Il
manifesto di BFF 2023, firmato dalla studentessa Lucrezia
Picariello, è stato selezionato tra le 19 locandine proposte dagli
studenti del corso, che saranno tutte esposte in una mostra
visitabile per il periodo della manifestazione.
Bardolino Film Festival sottolinea
il suo rapporto il territorio attraverso la scuola con una nuova
iniziativa che vede coinvolta la scuola media secondaria
Falcone-Borsellino di Bardolino. Un gruppo di giovani studenti ha
infatti seguito un percorso formativo di cinematografia per
produrre un cortometraggio che sarà proiettato al BFF.
Torna il Bardolino
Film Festival– Immagini, suoni e
parole sull’acqua, manifestazione di punta dell’estate
sulle rive del Garda, la cui quarta edizione si
terrà dal 19 al 23 giugno 2024. Organizzato e
sostenuto dal Comune di Bardolino con la direzione artistica del
giornalista e critico
cinematografico Franco Dassisti, il BFF
negli anni ha saputo imporsi come manifestazione culturale di
qualità in una location dal fascino senza pari.
Nelle precedenti edizioni, accanto
ad una proposta cinematografica internazionale di assoluto
interesse, hanno partecipato al festival numerose personalità del
mondo del cinema tra cui Michele Placido, Milena Vukotic, Rocco
Papaleo, Barbara Ronchi, Claudia Gerini, Pierfrancesco Favino,
Mario Martone e anche per quest’anno il BFF promette una cinque
giorni di grande cinema che non deluderà le aspettative.
Tema dell’anno, che farà da filo
conduttore alla selezione delle due sezioni competitive BFF Doc e
BFF Short, è “Ritrovarsi” inteso nelle sue
molteplici sfaccettature: il recupero di un’appartenenza
individuale, culturale o sociale ma anche la riscoperta di sé
stessi come della propria comunità.
“Il Bardolino Film Festival in
quattro anni ha saputo crescere e diventare un appuntamento fisso
dell’estate festivaliera italiana. Nato immediatamente dopo il
lockdown ha interpretato il desiderio di ripartenza nella prima
edizione (intitolata “Re-Start”), ha indagato il rapporto con le
radici nella seconda (“Figli della terra”), si è messo “In viaggio”
lo scorso anno, verso luoghi altri, fisici o dell’anima. Per questa
quarta edizione abbiamo immaginato un’umanità che guarda dentro sé
stessa o dentro la propria comunità, per “Ritrovarsi”, che è il
tema col quale dovranno misurarsi i film dei due concorsi, Doc e
Short. E la sera, nello splendido scenario di Villa Carrara
Bottagisio, davanti alle acque del Benaco, dialogheranno col
pubblico i protagonisti della stagione cinematografica italiana.
Format vincente, non si cambia” commenta Franco Dassisti,
Direttore del Bardolino Film Festival.
Oltre alle opere in concorso, tra
cui verrà decretato il Miglior Film per ciascuna categoria che
riceverà un premio in denaro, il programma del BFF sarà arricchito
da cinque serate speciali in riva al lago con
proiezioni e incontri alla presenza di altrettanti ospiti
d’eccezione. Non mancherà inoltre la sezione BFF
Books, dedicata agli incontri con gli autori di libri
sempre percorrendo la traiettoria ideale tracciata dal tema della
manifestazione.
Venue principale del festival sarà
il parco di Villa Carrara Bottagisio, location dal fascino
suggestivo che ospiterà le proiezioni serali sul lungolago, mentre
le proiezioni dei film in concorso si terranno come di consueto
presso il Cinema Corallo, nel cuore di Bardolino.
“Il Bardolino Film Festival ha
ormai consolidato la sua presenza nel nostro territorio. La sempre
maggiore frequenza di spettatori ai tanti eventi di cui si compone
questa manifestazione, nel corso degli anni ha portato ad un
incremento dell’interesse per il cinema da parte dei nostri
concittadini, oltre a rappresentare un’attrattiva turistica legata
anche alla location privilegiata del “Villaggio del cinema”,
allestito presso il Parco di Villa Carrara, prospicente alle sponde
del lago di Garda. Si conferma quindi la volontà’
dell’amministrazione comunale di impegnare energie e risorse in
questo progetto come peraltro confermato dalle scelte espresse dal
mio assessorato, con la realizzazione durante i mesi invernali di
un cineforum a cadenza mensile con la proiezione di film di grande
attualità nel Cinema Teatro Corallo, divenuto di recente di
proprietà del Comune di Bardolino. Il nostro territorio esprime
così il meglio delle proprie potenzialità coniugando bellezza e
cultura. Il Bardolino Film Festival si conferma una grande ed
importante testimonianza di tutto
ciò” dichiara Nica Currò,
Assessore alla Cultura del Comune di Bardolino.
Sono state annunciate le giurie dei
due concorsi cinematografici al centro della
seconda edizione di Bardolino Film
Festival, in programma nell’incantevole località sulle
rive del lago di Garda dal
15 al 19 giugno 2022:BFF
Doc e BFF Short. Le due giurie
saranno chiamate a decretare i migliori film della selezione
documentari e cortometraggi che meglio rispecchiamo la tematica di
quest’anno, “Figli della terra”.
Per la prima volta in un festival
italiano, sarà una vera e propria “famiglia d’arte” a costituire la
giuria di un festival. A decretare il vincitore della sezione BFF
Doc saranno infatti Francesco Bruni e la sua
famiglia, quasi al completo. Accanto al regista, giudicheranno i
documentari in concorso l’attrice Raffaella
Lebboroni, moglie di Bruni, e la
figlia Irene, fotografa dalla forte
formazione cinefila. È la prima volta che un festival “adotta” una
giuria di famiglia, e sarà curioso scoprire quali film metteranno
d’accordo tutti i giurati.
“Sarà una giuria molto
impegnativa per me” dichiara il regista Francesco
Bruni “perché Raffaella non mi dà mai ragione praticamente
su niente, e mia figlia Irene, la più cinefila di tutti,
sicuramente avrà gusti molto diversi dai miei”.
Dopo essere stati premiati al BFF
2021 con il Premio BFF – W4O per Cosa sarà, assegnato al
film che maggiormente aveva saputo esaltare il valore della scienza
e il ruolo dei medici, Francesco Bruni e Raffaella Lebboroni
tornano quindi al Bardolino Film Festival in una nuova veste.
La giuria della sezione dedicata ai
cortometraggi sarà invece presieduta da Paolo
Sassanelli, attore molto amato per i suoi personaggi al
cinema e in tv (tra i tanti La CapaGira e la
serie Un medico in famiglia), nonché per le sue
interpretazioni a teatro.
“Per me è un grande onore essere
il presidente della giuria di un concorso di cortometraggi, perché
mi piacciono i corti e sono anche un regista di corti. Inoltre sarà
un enorme piacere partecipare ad un festival che si svolge in una
location bellissima come Bardolino” dichiara Paolo
Sassanelli “Credo che, essendo tre giurati, sarà facile
arrivare ad un giudizio comune con i miei colleghi. Chi comincia a
fare cinema lo fa molto spesso attraverso queste piccole poesie per
immagini, per cui apprezzo moltissimo che ci sia un concorso di
questo tipo perché promuovere i cortometraggi significa per me
promuovere il cinema”.
Ad accompagnare Sassanelli nella
giuria di BFF Short ci saranno l’attrice Daphne
Scoccia, rivelazione nel 2016
con Fiore di Claudio Giovannesi che vedremo
prossimamente al cinema in Umami – Il quinto
sapore di Angelo Frezza e Rido perché ti
amo di Paolo Ruffini oltre che in tv nella terza stagione
della serie Nero a metàattualmente in onda su Rai1,
e Alessandro Giorgio, organizzatore del
Torino Short Film Market e programmatore presso il Centro Nazionale
del Cortometraggio.
Anche per l’edizione 2022 il
Bardolino Film Festival, organizzato e sostenuto dal Comune di
Bardolino con la direzione artistica di Franco Dassisti, oltre ai
due concorsi cinematografici (BFF Doc e BFF Short) e agli incontri,
proporrà cinque serate speciali con ospiti d’eccezione nella
spettacolare venue a bordo lago del Lido Mirabello. Spazio anche ai
libri, nella sezione BFF Books, con aperitivi letterari e incontri
con gli autori di opere sui temi della sostenibilità e del rapporto
col territorio.