La Lionsgate ha diffuso online un
bellissimo poster in versione IMAX di Hunger Games – La ragazza di
fuoco, secondo capitolo della saga tratta dai
libri di Suzanne Collins che sarà presentato
fuori Concorso nel corso dell’ottava edizione
del Festival Internazionale
del Film di Roma. Eccolo di seguito.
La trama del film:
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.
Arrivano nuovi scatti fotografici
rubati sul set dell’attesissimo prossimo film di
Christopher Nolan, l’annunciato
Interstellar di cui si stanno
svolgendo tutt’ora le riprese a Los Angeles.
Le foto sono interessanti per un semplice motivo, i due
protagonisti coprono vistosamente i costumi di scena, potrebbero
rivelarci qualcosa del film?
Interstellar, il film
Dal celebrato regista Christopher Nolan (la serie di “The Dark
Knight”, “Inception”), Interstellar
vede come interpreti il premio Oscar Matthew McConaughey (“Dallas Buyers Club”), il
premio Oscar Anne Hathaway (“Les Miserables”), la candidata
all’Oscar Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”),
Bill Irwin (“Rachel Getting Married”), il premio
Oscar Ellen Burstyn (“Alice Doesn’t Live Here
Anymore”) ed il premio Oscar
Michael Caine (“Le regole della casa del
sidro”).
Il cast principale include anche
Wes Bentley,
Casey Affleck, David Gyasi, Mackenzie Foy e
Topher Grace. La trama: Quando i nostri giorni
sulla Terra stanno per giungere al termine, un team di esploratori
dà il via alla missione più importante nella storia dell’uomo: un
viaggio attraverso la galassia per scoprire se l’uomo potrà avere
un futuro tra le stelle.
Diretto da
Christopher Nolan, il film è stato sceneggiato da
Jonathan Nolan e
Christopher Nolan. Emma Thomas, Christopher
Nolan e Lynda Obst hanno prodotto
Interstellar
con Jordan Goldberg, Jake Myers, Kip Thorne e
Thomas Tull come produttori esecutivi. Il team
creativo dietro la macchina da presa del film di Nolan, è stato
guidato dal direttore della fotografia Hoyte Van
Hoytema (“Her”), lo scenografo candidato all’Oscar
Nathan Crowley (“The Dark Knight”), il montatore
candidato all’Oscar Lee Smith (“The Dark Knight”)
e la costumista candidata all’Oscar Mary Zophres
(“Il Grinta”). La colonna sonora è stata composta dal premio Oscar
Hans Zimmer (la trilogia di “The Dark Knight” “Il
Re leone”).
Dopo Iron Man 3, che ha sancito l’apertura
della Fase 2 del Marvel Cinematic
Universe, ecco arrivare Thor: The Dark World, che
vedremo dal prossimo 20 novembre al cinema e che riporterà sul
grande schermo il biondo eroe asgardiano per una nuova avventura in
“solitaria”. Un’avventura che già dal titolo si preannuncia oscura,
pericolosa, e che metterà il nostro di fronte a scelte difficili e
alla sofferenza, mentre cerca, ancora una volta, di trovare un
equilibrio nella sua famiglia divina ma anche, in fatto di problemi
e criticità, terribilmente umana.
La trama diThor: The Dark
World
Dopo l’avventura vissuta sulla
Terra ed essersi unito ai Vendicatori per arrestare l’invasione
aliena di New York, Thor (Chris
Hemsworth) fa rientro ad Asgard, con i suoi compagni e
suo fratello Loki (Tom
Hiddlestone), il quale viene incarcerato a causa dei
crimini commessi sul pianeta degli umani.
Odino (Anthony
Hopkins), re di Asgard, cerca di convincere suo figlio
Thor a dimenticare Jane Foster (Natalie
Portman), l’astronoma di cui si è innamorato. Nel
frattempo la scienziata è andata a vivere a Londra e fa del suo
meglio per non pensare al Dio del Tuono. Mentre lavora con la
stagista Darcy Lewis (Kat
Dennings), Jane scopre l’Aether, un materiale fluido
dotato di poteri eccezionali.
Il misterioso liquido la legherà di
nuovo a Thor, dal momento che è proprio ciò che bramano molti tra
gli esseri che popolano il regno di Asgard e dei pianeti limitrofi:
chi lo possiede, infatti, ottiene una forza sovrumana ed
estremamente pericolosa capace di dominare ogni cosa. Intanto sul
pianeta di Thor, gli Elfi Oscuri, antichi nemici, si risvegliano,
richiamati proprio da questo oscuro potere, desiderosi di vendicare
i soprusi subiti in passato. Tutti sono coinvolti nella lotta e
persino la regina Frigga (René
Russo), anche lei molto potente, cerca di proteggere come
può i suoi cari. Tuttavia, il dolore e la morte seminati da questo
popolo dell’oscurità saranno per alcuni intollerabili. Ancora una
volta Thor si trova costretto a intervenire per salvaguardare ciò
che ama: difendere Jane e la sua famiglia non sarà però
semplice.
Alan Taylor,
regista con una robusta esperienza televisiva (I Soprano,
Il
Trono di Spade), dirige con grande perizia questo film
Marvel che supera le aspettative,
molto basse in partenza, di vedere sul grande schermo un’avventura
a tratti sbilenca ma divertente. Thor: The Dark
World è un mix di azione e ilarità, che ormai sembra
essere diventato un irrinunciabile binomio marveliano. Certo, la
reiterazione di alcuni momenti comici sembra a tratti forzata e
soprattutto la rappresentazione di Thor quale stupido scimmione
dopo un po’ stanca, ma si tratta di stereotipi che piacciono la
pubblico più giovane, e che quindi vanno considerati come elementi
per “vendere” meglio.
Buona prova quella di Taylor, che
ci regala ottime scene d’azione supportate soprattutto da
un’attenzione alla messa in scena davvero notevole. I costumi e le
armature di questi personaggi appartenenti ad un passato mitico
sono sempre al limite del credibile, tuttavia i concept e il design
dei diversi mondi, la fluidità della tecnologia, l’architettura
asgardiana che finalmente possiamo ammirare in tutto il suo dorato
splendore, restituiscono al film una bella coerenza estetica.
Ed è senza dubbio questo l’aspetto
forte del film, che per il resto è forse il più debole che il
Marvel Cinematic Universe abbia
proposto al suo pubblico fino ad ora. Probabilmente è però una
questione che si trascinerà in tutti i film che vedranno
protagonista Thor, dal momento che proprio la rappresentazione del
personaggio e del suo habitat risulta ostica per una trasposizione
cinematografica. Nel primo film, l’impronta fortemente
shakespeariana di Kenneth Branagh si sposava con i personaggi
originali, ma non troppo con le esigenze spettacolari del cinema e
del format Marvel, che insistendo sull’aspetto
comico dei personaggi, spogliava di gravitas personaggi
che invece voleva essere presi un po’ più sul serio. Anche in
questo caso, l’impronta da comedy dei film Marvel male si incastra con
l’aspirazione epica di molti momenti del film, che perdono potenza
proprio perché si costruiscono su scene con toni troppo distanti e
diversi.
Ritroviamo ancora nei panni di Thor
Chris Hemsworth, che con buona pace delle sue
fan si presta anche in questo caso ad una inutile scena ben più
lunga di quanto sia necessario in cui mostra gli addominali, cosa
che i film Marvel non mancano di fare con
tutti i suoi muscolosi protagonisti. Gli fanno da contraltare la
bellissima Natalie Portman/Jane Foster e la combattiva
Jaimie Alexander/Sif che fanno la gioia del
pubblico maschile, e che purtroppo si trovano a maneggiare del
materiale poco approfondito e dei personaggi bidimensionali. Sembra
che però i Marvel Studios siano fermamente intenzionati a
controbilanciare decenni di voyeurismo maschile al cinema,
spogliando ad ogni occasione possibile e gratuitamente i loro
forzuti e scolpiti eroi.
Chi non è certo scolpito o forzuto
è Loki, che nella forma longilinea di Tom
Hiddleston torna a far danni e a causare problemi: un
personaggio capace di fare il bello e il cattivo tempo grazie ad un
fandom assolutamente fuori di testa e super affezionato, elemento
tenuto in assoluto conto dalla writers room di casa Marvel. Innegabile la sensazione
che il suo ruolo sia stato scritto e ampliato per compiacere quelle
orde, ma pur vero che l’attore britannico si presta con grande
gioia ad interpretare il bad guy della coppia Loki/Thor. Nel cast
tornano
Anthony Hopkins, Rene Russo,
Idris Elba e tutti gli interpreti già visti in Thor
insieme alle new entry Christopher Eccleston, nei panni del temibile
villain, l’Elfo Oscaro Malekith, e Zachary Levi che sostituisce Josh
Dallas nei panni di Fandral.
Tra momenti che tendono all’epicità
della mitologia quasi commoventi, sonore risate, cameo inaspettati
e forse qualche momento di confusione in cui le esplosioni hanno la
meglio sulla coerenza narrativa, Thor: the Dark
World è un film abbastanza godibile, forse poco centrato
nelle intenzioni, ma sicuramente ben interpretato, mentre
Alan Taylor alla regia fa del suo meglio alla
guida di un carrozzone che non sa bene quale strada percorrere.
Forse il capitolo più debole del MCU fino a questo punto, ma che
comunque disegna una tappa importante nel grande disegno di
Kevin Feige.
Una lieta novella è in arrivo per
tutti i fan italiani di 50 sfumature di
grigio, trasposizione
cinematografica dell’omonimo bestseller ad alto contenuto
erotico della scrittrice inglese E.L.
James.
A quanto pare alcune scene,
precisamente quelle riguardanti il viaggio di nozze tra
Anastasia Steele (Dakota Johnson) e
Christian Gray (Jamie Dornan), saranno girato a
Milano, nel cosiddetto quadrilatero della moda.
Il film, soggetto a numerose
difficoltà quali la necessità di effettuare un recast per il
personaggio di Christian Gray (Jamie
Dornan) in seguito all’abbandono di Charlie
Hunnan, l’affidamento a Mark Bomback
il compito di dare una sistemata alla sceneggiatura scritta in
origine da Kelly Marcel e l’annuncio del
rinvio delle di circa un mese, sembrerebbe dunque pronto a sbarcare
in Italia.
Possibile è anche un cameo
di Alessandro Proto, finanziere italiano a
cui la James si ispirò durante la stesura del
libro. Non sono mancate, tuttavia, le smentite
di Proto, il quale, ha ammesso di essere
stato contattato dalla produzione per organizzare un incontro con
l’autrice e Dorman, incontro che l’uomo è
stato costretto a declinare perché impegnato nel processo che lo
vede come imputato.
Il film, diretto da Sam
Taylor-Johnson, è al momento previsto nelle sale per il 1
agosto 2014.
Il regista Alan
Taylor e i protagonisti del nuovo film MarvelThor The Dark
World commentano in questa prima featurette
in italiano gli incredibili set sui quali sono stati ricostruiti
alcuni dei Nove Regni governati da Odino e attraverso i quali si
svolgono gli eventi del film.
Per le news sul film vi
segnaliamo il nostro speciale: Thor 2, mentre per tutte le
info sul film nella nostra
Scheda Film: Thor The Dark
World.Tutte
le foto in buona qualità le trovate nella nostra foto gallery del
film:
Il film MarvelThor: The Dark Worldriporta
sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per
salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico
dell’universo stesso. Dopo i film MarvelThor e The
Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i
pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith
minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un
nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve
intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua
vita, costretto a stringere un’alleanza con lo sleale Loki per
salvare non solo il suo popolo e coloro che ama… ma l’intero
universo.
Da giovedì 31 ottobre a
domenica 3 novembre torna Lucca Comics & Games
2013 coninteramente dedicati agli
appassionati di cinema, fumetti e giochi. Torna anche
quest’anno Movie Comics & Games, l’area di Lucca Comics & Games
interamente dedicata al mondo del cinema e ai suoi
protagonisti. Giunta ormai alla sua terza edizione,
è diventata un appuntamento irrinunciabile per tutti gli
appassionati del genere: forte del successo delle precedenti
annate, Movie Comics & Games torna con tante novità e anteprime
esclusive. Le più importanti case di distribuzione cinematografica
hanno confermato Lucca come palcoscenico ideale per la promozione
dei propri film, e grazie alla collaborazione con QMI quest’anno
saranno presenti a Lucca con anteprime o contenuti
esclusivi: The Walt Disney Company
Italia, Warner Bros Pictures
Italia, Universal Pictures Italy, 01
Distribution, Lucky
Red, Medusa, Eagle
Pictures, Cinecittà
Luce, Minerva, Nexo
Digital, Exit med!a e la 20th Century
Fox Home Entertainment.
Lo Stile di Capitol City
In linea con il tema “questione di stile” di Lucca Comics & Games 2013, all’area
Movie, lo stile Hunger Games è protagonista in attesa dell’uscita
del secondo episodio della saga, Hunger Games: La Ragazza
di Fuoco, al cinema dal 27 novembre. Sabato 2 novembre, al
Loggiato Pretorio, il look maker Stefano Bongarzone e lo stilista
Fabrizio Crispino trasformeranno cinque modelle e un modello
professionisti e uno tra i selezionati al casting in cittadini a
pieno titolo di Capitol City. Il casting si tiene nei due giorni
precedenti presso l’atelier di Hunger Games.
Thor, a Lucca l’anteprima
nazionale
Ne ha parlato anche la prestigiosa rivista “The Hollywood
Reporter”: The Walt Disney Company Italia ha
scelto Lucca per l’anteprima italiana del secondo
capitolo della saga Thor: The Dark World. Il countdown
per l’anteprima inizierà venerdì 1
novembre in Piazza San Michele con
musiche e un set d’effetto per l’inaugurazione della suggestiva
installazione dedicata al film. Sabato 2
novembre si celebrerà il SATHORDAY, con tre
proiezioni gratuite in anteprima nazionale al Cinema
Astra. Inoltre, nello stesso giorno è atteso l’arrivo in città
del puppet di Thor, che concluderà a Lucca il suo viaggio
realizzato in collaborazione con Marvel Cosplay Italia.
Ogni giorno soprese e anteprime
esclusive
Come sempre le numerose anteprime di Movie Comics & Games spaziano
tra i generi più cari al pubblico di Lucca: si
comincia giovedì 31 ottobre al cinema
Astra con due film di animazione: il
pluripremiato Arrugas di Ignacio Ferreras tratto
dall’omonimo graphic novel, scritto da Paco Roca e L’arte
della felicità, dell’italiano Alessandro Rak, direttamente
dalla 28esima Settimana della Critica all’ultima Mostra del cinema
di Venezia. Venerdì 1 novembre sarà la volta di altre due anteprime
nazionali: Prisoners di Denis Villeneuve e
l’attesissimo Machete Kills di Robert Rodriguez,
preceduto dalla presentazione dell’attesissimo Capitan
Harlock 3D, il nuovo adattamento in grafica digitale 3D del
celebre pirata spaziale creato dal maestro Leiji Matsumoto. La
presenza della grande animazione è rafforzata anche dalla
presentazione in anteprima di Frozen – Il Regno di
Ghiaccio, accompagnata dall’inaugurazione di tre statue
di ghiaccio ispirate al film.
Al cinema Centrale si festeggia il 25° anniversario dell’uscita
di Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki, con una
proiezione speciale del film; a seguire la proiezione
di Sharknado, il fenomeno virale di quest’anno che è
già diventato un cult su internet.
La giornata terminerà con un evento speciale dedicato
a Ender’s Game e a seguire la proiezione del
film.
Sabato 2 novembre, oltre agli
appuntamenti del SATHORDAY, il programma è ricco
di altri appuntamenti tra cui i nuovi episodi della 7° stagione
di The Big Bang Theory. La serata proseguirà con una
proiezione speciale dei cortometraggi
d’autore presentati all’ultima edizione del Japan
Media Arts Festival, un evento in collaborazione con il
prestigioso Festival di arti multimediali, che viene organizzato
annualmente in Giappone dal Ministero della Cultura
Giapponese e dalla televisione nazionale NHK.
Al termine dell’evento, per celebrare l’uscita dell’edizione home
video di Wolverine – L’immortale, tutti i fan di Logan sono
invitati alla Maratona Wolverine in cui verranno
proiettati i due capitoli della saga cinematografica del mutante
con lo scheletro di adamantio. Domenica 3 novembre saranno presentati tra gli altri,
la nuova edizione restaurata di Frankestein
Junior di Mel Brooks introdotto da una sessione di trucco
“mostruosa” ad opera della Compagnia della Rancia e un contenuto
esclusivo di Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato.
Gli ospiti dell’edizione
2013
Per questa edizione Movie Comics & Games ha il piacere di ospitare
due giovani artisti italiano molto amati dal pubblico, che
quest’anno debuttano alla regia cinematografica: si tratta
di Pierfrancesco Diliberto, in
arte Pif,
e Paolo Ruffini.
Pif, seguitissimo con il suo programma Il testimone in onda su MTV,
sarà protagonista sabato 3
novembre con una masterclass aperta al
pubblico per parlare della sua carriera e del suo esordio
alla regia cinematografica con La mafia uccide solo
d’estate. Domenica 3 novembre sarà la volta di
un altro attore, autore, conduttore e adesso anche
regista: Paolo Ruffini. Il livornese conosciuto anche
per i ridoppiaggi dell’Associazione Cinematografica il Nido del
Cuculo, incontrerà il pubblico per parlare della sua prima opera da
regista cinematografico, Fuga di Cervelli, insieme al
cast del film.
Il detersivo Nelsen è uno dei tanti
prodotti storici che si trova in ogni casa italiana. Adesso, per
venire incontro alle esigenze economiche, ma anche di perso e
spazio di tutti, nasce Nelsen Ultra Concentrato,
un flacone di detersivo per i piatti da 600 ml che può durare fino
a 10 settimane. Ma come presentare in maniera innovativa al
pubblico un prodotto del genere? Nelsen Ultra
Concentrato ha scelto la strada della guerrilla
marketing, girovagando per tutta Italia (Milano, Torino,
Bologna e Verona) cercando di farsi conoscere dai consumatori.
“Se il tuo Nelsen potesse
trascorrere 10 settimane nella tua cucina, a cosa
assisterebbe?” E’ la simpatica domanda a cui i potenziali
consumatori hanno dovuto far fronte. E le risposte sono state varie
e anche divertenti: iniziare e finire una dieta mille volte,
mangiare di nascosto la cioccolata, cambiare colore di capelli,
lamentarsi per il rientro dalle ferie. Ogni affermazione è stata
fotografata e caricata sulla piattaforma web del brand.
Ma l’attività più divertente che ha
inconsapevolmente coinvolto i consumatori è stata quella di candid
camera, che vi mostreremo in calce, e che ha offerto a persone
ignare la possibilità di pagare il conto dell’happy hour o, in
alternativa, di lavare i piatti. La campagna, chiamata
Wash or Pay, è stata avviata con la
collaborazione di Scotch Brite di 3M. Il video, disponibile dall’11
ottobre, è stato girato al Carlsberg Barrio Alto di Via Serio 14,
noto locale milanese.
I clienti ignari si vedono proporre
dal cameriere di lavare i piatti con detersivo Nelsen Ultra
Concentrato e con la spugna di Scotch Brite al posto del “classico”
saldo del conto.
E’ interessante e divertente vedere
come hanno risposto i clienti e soprattutto in che modo la
pubblicità, oggi, può assumere sfaccettature sempre nuove e
intriganti per riuscire a proporsi al meglio sul mercato.
Arriva da Stan Winston School un
divertentissimo video in cui vediamo il leggendario Stan
Lee in visita ai Legacy
Studios dove lo staff lo ha accompagnato per un
intenso viaggio nello spazio dedicato ai suoi personaggi. Il video
è stato ripreso da Badtaste:
Vi ricordiamo che il prossimo film
che vedremo dall’universo creato da Stan Lee
sarà Thor The Dark
World
Tutte le foto della premiere:
[nggallery id=317]
Tutte le foto ufficiali:
[nggallery id=316]
Per le news sul film vi
segnaliamo il nostro speciale: Thor 2, mentre per tutte le info
sul film nella nostra
Scheda Film: Thor: The Dark
World.Tutte
le foto in buona qualità le trovate nella nostra foto gallery del
film:
Il film MarvelThor: The Dark Worldriporta
sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per
salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico
dell’universo stesso. Dopo i film MarvelThor e The
Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i
pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith
minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un
nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve
intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua
vita, costretto a stringere un’alleanza con lo sleale Loki per
salvare non solo il suo popolo e coloro che ama… ma l’intero
universo.
Quando il gioco d’azzardo diventa
un argomento inflazionato e le possibilità di parlarne in modo
ancora diverso e, allo stesso tempo, convincente sono
pericolosamente vicine al nulla, allora vuol dire che è arrivato il
momento di cambiare argomento! Runner Runner!
In Runner Runner
dopo il crollo del mercato di Wall Street, Richie Furst (Justin
Timberlake), un giovane con grande acume per gli affari, è
costretto a ricominciare da zero: inizia a studiare senza sosta a
Princeton e, per pagarsi la retta, mette in piedi un circuito di
gioco d’azzardo online all’interno dell’università. Quando anche
questo lucroso progetto va in fumo a causa di un sito di scommesse
che lo ha raggirato, Richie parte senza troppe esitazioni per la
Costa Rica, per affrontare direttamente il pezzo grosso del
business del gioco d’azzardo online: Ivan Block (Ben
Affleck). Tuttavia, in Costa Rica, Richie ottiene molto più
di quello che aveva sperato: Block diviene il suo mentore e lo
introduce alla bella vita, quella dai soldi facili e qualche affare
sporco di poco conto.
Runner
Runner trova il suo punto debole nella scrittura.
Chiudendo anche un occhio sulla trama già vista, sui clichè del
ragazzo brillante costretto ad immischiarsi in affari loschi per
permettersi gli studi, quello del mentore che apre tutte le porte
del paradiso, mentre prenota i biglietti per l’inferno e del
triangolo con la ‘donna del capo’; volendo anche godere del minimo
intrattenimento con poche pretese, non si riesce comunque a trovare
in Runner Runner una minima dose di
coinvolgimento che possa spingere lo spettatore a godere della
visione del film.
Non c’è suspense, non c’è
contrasto, non c’è emozione, non c’è verve, non ci sono dialoghi
brillanti, non c’è neanche l’emozione per la più banale storia
d’amore perché tutto è approssimativo, senza la minima cura del
dettaglio. La visione del film procede senza infamia e senza lode,
con un susseguirsi di luoghi comuni che sembrano voler bastare a se
stessi, senza necessità di dare coesione ad una storia che non può
certo reggersi solo sui personaggi canonici del film di genere. Gli
sceneggiatori hanno purtroppo dato un po’ per scontato le dinamiche
drammaturgiche, lasciando il da fare a personaggi che nella
migliore delle ipotesi sono poco più che abbozzati.
Curioso come Ben Affleck, fresco di Oscar con il suo
Argo non si sia accorto della cantonata a
cui andava incontro accettando il copione, di profilo talmente
basso da non poter neanche giudicare le performance degli attori,
che, fossero stati dei volti sconosciuti, non avrebbero tolto nulla
al film.
Dopo le prime foto dal set del film
(vedi qui) ecco
arrivare una nuova news sul cast dell’annunciato film The Secret
Service diretto da Matthew
Vaughn e adattamento dell’omonima serie a fumetti
scritta da Mark Millar, già autore fra gli
altri di Kick-Ass.
L’attrice Sofia Boutella è entrata
ufficialmente nel cast, a confermarlo è il noto sito
Deadline, quindi la
Boutella si unisce ai già
confermati Colin Firth, Taron Egerton, Michael Caine,
Samuel L. Jackson e Sophie Cookson. Nel
cast anche Lady Gaga, David Beckham, Adele e
Elton John.
Tutte foto del film nella nostra
foto gallery:
The Secret
Servicevede protagonista un piccolo criminale
originario dei sobborghi di Londra (interpretato
da Taron Egerton) che viene reclutato dallo
zio (Colin Firth) e portato in una scuola di spie che forgia
raffinati e sofisticati gentlemen alla 007. Vaughn ha firmato la
sceneggiatura del film insieme a Jane Goldman e ne sarà anche il
produttore tramite la sua Marv Films. Il Secret Service è impostato
per uscire il 14 Novembre 2014 negli USA.
In vista dell’uscita
nelle sale il 20 novembre del nuovo e attesissimo film MarvelThor The Dark World, Disney
Italia ha ideato uno speciale concorso dedicato ai blogger
italiani con il quale mette in palio due esclusivi viaggi a Londra
all’anteprima di un film Marvel di prossima uscita.
Tutti gli utenti potranno, infatti,
vincere un viaggio a Londra votando il blogger che a loro
giudizio abbia scritto il miglior articolo, resoconto, critica,
recensione, relativamente al mondo del possente dio del Tuono.
Il concorso terminerà il 24 novembre
e, sia per il blogger che avrà raccolto il maggior numero di voti
che per uno dei votanti estratto a sorte, Disney Italia mette in
palio un viaggio A/R con soggiorno a Londra valido per 2 persone
per assistere all’anteprima di un film Marvel di prossima uscita e un
kit Thor composto dall’edizione speciale della Graphic Novel di
Loki e da altri gadget del film.
Inoltre tanti altri premi in palio
per i 4 blogger successivi in graduatoria per numero di voti e per
i 4 utenti estratti dopo il primo.
Per partecipare al concorso, gli
utenti potranno recarsi sulla pagina Facebook del film, scegliere
uno dei blogger già candidati e votarlo. In alternativa,
utilizzando la maschera presente nell’applicazione all’indirizzo
https://www.facebook.com/Thorilfilm/app_314481778692137,
è possibile candidare il proprio blogger inserendo i suoi dati
(comprensivi di indirizzo e-mail) e le URL del blog o sito e della
news nel quale si trova un contenuto dedicato al mondo di Thor e
votarlo.
Per le news sul film vi
segnaliamo il nostro speciale: Thor 2, mentre per tutte le info
sul film nella nostra
Scheda Film: Thor: The Dark
World.Tutte
le foto in buona qualità le trovate nella nostra foto gallery del
film:
Il film MarvelThor: The Dark Worldriporta
sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per
salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico
dell’universo stesso. Dopo i film MarvelThor e The
Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i
pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith
minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un
nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve
intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua
vita, costretto a stringere un’alleanza con lo sleale Loki per
salvare non solo il suo popolo e coloro che ama… ma l’intero
universo.
Nikolaj
Coster-Waldau (Game of Thrones) sarà il
protagonista di A Second Chance, il nuovo film della
regista danese Susanne Bier. Noto ai più per il ruolo di Jaime
Lannister nella serie Game of Thrones della HBO,
Nikolaj Coster-Waldau ha all’attivo anche
una promettente carriera cinematografica. Dopo la recente
apparizione in Oblivion al fianco di Tom Cruise, giunge
notizia che l’attore danese sarà il protagonista di A
Second Chance, il nuovo film di Susanne
Bier.
Al momento disponiamo di scarse
informazioni su A Second Chance. Sappiamo che il film è
scritto dallo sceneggiatore Anders Thomas Jensen (In un mondo
migliore) e che uscirà nell’autunno 2014. Per Nikolaj Coster-Waldau si tratta del primo ruolo
da protagonista in un film danese dopo ben dieci anni.
La regista ha ultimato le riprese
di un lungometraggio in lingua inglese intitolato Serena,
che schiera la coppia de Il Lato Positivo Jennifer
Lawrence e Bradley Cooper. Coster-Waldau è invece attualmente
impegnato nelle riprese della quarta stagione di Game of
Thrones, ma apparirà prossimamente sul grande schermo in
Gods of Egypt e The Other Woman.
Ormai sono iniziate le riprese
dell’atteso Fast and Furious
7 e l’attore protagonista e
produttore Vin Diesel non la smette di
postare foto dal suo profilo Facabook. Arriva, infatti, un nuovo
scatto che ritrae l’attore in compagnia di Dwayne
Johnson:
Tutte le foto del film:
[nggallery id=305]
Nel cast di Fast
and Furious 7 confermati Vin
Diesel, Paul Walker, Jason Statham, Kurt Russell, Ronda
Rousey, Tony Jaa e Tyrese
Gibson. Al momento non si hanno ulteriori notizie riguardo
al ruolo che dovrebbe interpretare. Vi ricordiamo che la pellicola
sarà in sala dall’11 luglio del 2014, e vedrà James Wan per la
prima volta alla regia del franchise, con Chris Morgan autore dello
script.
Fast and Furious
7 sarà diretto dal regista malese James
Wan (Saw – L’enigmista; The
Conjuring), alla sua prima volta con un episodio della saga
Fast and Furious. Considerando che gli ultimi 4 capitoli della
serie erano stati diretti
da JustinLin, si
tratta di una piccola rivoluzione. Arriva il 10 Luglio
2014.
Arriva a sorpresa un nuovo trailer
dell’atteso nuovo film di Martin
Scorsese, The Wolf of Wall
Street, con protagonisti un cast d’eccezione
composto daLeonardo
DiCaprio, Jonah Hill, Matthew McConaughey, Jon Bernthal,
Cristin Milioti.
Trama: Jordan Belfort, un broker di
Long Island, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo aver
rifiutato di collaborare alle indagini su di un massiccio caso di
frode atto a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni ’90 a
Wall Street e nel mondo bancario americano.
Nonostante la produzione abbia
completato il cast in tempo utile per l’inizio delle riprese, oggi
arriva una notizia che non farà felici i fan in trepida attesa
dell’adattamento 50 Sfumature di grigio.
Infatti, pare che le riprese siano state rimandate di circa un
mese, motivo, l’abbandono di Charlie Hunnam per la
frivola sceneggiatura ha fatto riflettere la Focus e la Universal
che hanno ingaggiato un nuovo
sceneggiatore, Mark Bomback per
rimaneggiare lo script, operazione che ha fatto slittare il via
delle alle riprese di un mese esatto. Quindi dai primi di Novembre
si passerà al 2 Dicembre, giorno in cui gli
attori Jamie Dornan, Luke Grimes, Dakota Johnson e
Jennifer Ehle faranno rivivere in carne ed ossa i
personaggi partoriti dalla penna di El James
Ma i dolori non finiscono qui,
perche il nuovo sceneggiatore non è certo un nome per cui stare
sonni tranquilli, infatti i suoi precedenti non fanno ben
sperare, The Wolverine, Live Free or Die Hard, il nuovo
Total Recall non erano certo grandi film. In ogni caso il 1 Agosto
2014, salvo slittamenti il film uscirà nelle sale USA per quella
che certamente sarà una nuova trilogia.
50 sfumature di
grigioè un romanzo, caratterizzato dalla
descrizione di scene di esplicito erotismo e da elementi di
pratiche sessuali BDSM, ha in breve tempo raggiunto una vasta
popolarità e un grande successo di vendite negli Stati Uniti e in
Gran Bretagna. L’intera serie ha venduto oltre 70 milioni di copie
in tutto il mondo e i diritti sono stati venduti in 37 paesi.
Il film è stato scritto
da Kelly
Marcele,mentre a dirigere
sarà Sam Taylor-Johnson (moglie
dell’attore Aaron Taylor-Johnson). A produrre
il film, invece, ci saranno Michael De
Luca, Dana Brunetti e l’autrice
del romanzo E.L. James, per
un’uscita fissata per il 14 Agosto 2014.
Crescere è la cosa più difficile
che viene richiesta ad ogni essere umano. Non tutti cresciamo allo
stesso modo. Ognuno di noi intraprende il proprio percorso per
cercare di capire se stesso e il mondo che lo circonda. Tutto è
finalizzato, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, alla
ricerca della propria verità. Il francese François Ozon,
regista di Nella casa, arrivato in Italia
lo scorso Aprile, torna sui nostri schermi con una storia del
genere, la storia della crescita di una ragazzina diciassettenne e
della sua trasformazione in una giovane donna; un viaggio fatto di
scelte di vita discutibili, che la maggior parte di noi sarebbe
subito pronta a definire estreme o forse, addirittura, prive di
senso.
In Giovane e bella,
Isabelle, interpretata dalla bellissima Marine Vacth,
decide, al rientro dalle vacanze estive, di cominciare a
prostituirsi. È una scelta assolutamente libera, e in questa scelta
Isabelle intravede l’unico modo per riuscire a conoscersi, a
esplorarsi, a comprendersi. Non lo fa per soldi, né tantomeno per
seguire una perversione. La prostituzione è per lei un mezzo per
giustificare un fine: quello di fuggire dalla realtà, da quella
sensazione di insoddisfazione tipica degli adolescenti di oggi, per
confrontarsi con i conflitti che tormentano il suo fragile
animo.
La narrazione si svolge lungo
l’arco di quattro stagioni. Il film comincia in estate, quando
Isabelle conosce la propria sessualità; prosegue in autunno, quando
il suo alter ego Lea (così si fa chiamare dai clienti) vive ormai
di luce propria; si complica in inverno, quando la giovane è
inevitabilmente costretta a fare i conti con le conseguenze delle
sue scelte; termina in primavera, dove quella maturità tanto
ricercata sembra fare capolino e dove Isabelle appare finalmente
pronta ad assumersi la responsabilità delle sue azioni. A scandire
il passaggio da una fase all’altra, fatto di specifici rituali come
in ogni esperienza proibita che si rispetti, ci pensano anche le
canzoni di François Hardy, che accentuano il carattere
malinconico della pellicola già filtrato attraverso i disordini
interiori della sua protagonista.
Il film di Ozon non offre una
spiegazione psicologica al comportamento di Isabelle, lo spettatore
dunque può tranquillamente giustificare come preferisce la
protagonista e le sue azioni. Inoltre, seppur non emergendo per una
sceneggiatura particolarmente brillante, la pellicola si distingue
per la singolare capacità di non giudicare mai gli atti della
ragazza, limitandosi a osservarli e a raccontarli con profondità e
leggerezza allo stesso tempo.
Nelle sale italiane dal 7 novembre,
Giovane e bella, presentato in concorso
all’ultima edizione del Festival
di Cannes, non sconfina mai nell’indagine sociologica, ma si
impone come il racconto multiforme e misterioso di una maturazione,
non solo sessuale, ma anche, e soprattutto, intima e personale.
François
Ozon all’età di soli quarantacinque anni vanta già
una solida formazione nel settore che gli ha permesso di affermarsi
come una delle figure di spicco della cinematografia francese. È
ormai prossimo all’uscita nelle sale il suo nuovo film
Giovane e bella che racconta la storia di
Isabelle, acerba ragazza diciassettenne alla scoperta della propria
sessualità la cui maturazione, scandita in quattro diversi
capitoli, avviene tramite la decisione di prostituirsi sotto la
falsa identità di Lea. Ozon torna dunque ad indagare le complesse
dinamiche della sessualità e le sue sfaccettate implicazioni
nell’universo femminile.
Dopo aver frequentato la scuola di
cinema La Fémis, François Ozon si laurea in
storia del cinema nel 1993 ed esordisce nel 1998 con il suo primo
lungometraggio Sitcom- La famiglia è simpatica. Non a
caso proprio il tema della famiglia, con le sue relazioni di
facciata che rispondono all’ipocrisia di una società che resta di
fatto immutata dagli anni Cinquanta ad oggi, costituisce una dei
pilastri portanti della sua filmografia.
Il più delle volte al suo seguito
troviamo un cast formidabile tutto al femminile: oltre
all’eccezionale Valeria Bruni Tedeshi (CinquePerDue –
Frammenti di vita amorosa, 2004; Il tempo che
resta, 2005), i suoi film recuperano quanto sembrano
perdere a livello di funzionamento della trama narrativa grazie
all’interpretazione di attrici del calibro di Catherine Deneuve,
Fanny Ardant, Charlotte Rampling, Emmanuelle Béart. Difficile
definire il genere prediletto di questo autore in grado di giocare
con i più diversi stili dei generi classici e di saper ogni volta
reinventare un modo di fare cinema ricorrendo a tinte che vanno dal
gotico al musical, dal thriller alla favola moderna (quale ad
esempio quella di Ricky in Ricky –Una storia d’amore e
libertà dove una mamma operaia dà alla luce un bimbo a cui
crescono misteriosamente le ali), dalla commedia teatrale al
racconto romanzesco.
Famosa inoltre la «Trilogia del
lutto» (Sotto la sabbia, 2000; Il tempo che
resta, 2005; Il rifugio, 2009) in cui
il regista mette a nudo il sentimento del dolore e della perdita
tramite tre diverse storie: la prima racconta di una coppia di
mezz’età misteriosamente separatasi, la seconda di un giovane
fotografo che decide di vivere la fase terminale della sua malattia
in totale solitudine e la terza di una ragazza tossicodipendente
che resta incinta del suo compagno morto di overdose. L’amore
omosessuale rappresenta certo una costante per questo regista
dichiaratamente gay, anche quando non direttamente messo in scena.
Tuttavia la pellicola che lo consacra al grande pubblico è la
commedia noir Otto donne e un mistero, film del 2002
ambientato negli anni Cinquanta dove un ben architettato coro di
attrici francesi (Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle
Huppert, Emmanuelle Béart, Virginie Ledoyen, Danielle Darrieux,
Ludivine Sagnier, Firmine Richard) si staglia su di una scena
di impianto più prettamente teatrale (il film è infatti ispirato
alla pièce teatrale Huit femmes di Robert
Thomas) che non prevede l’apertura a spazi esterni e che in un
crescendo di sospetti e in un continuo alternarsi di stacchetti
musicali spingerà le otto donne ad indagare su un omicidio
rimanendo sempre rinchiuse tra le quattro mura domestiche.
In Swimming pool
(2003) una scrittrice di gialli interpretata da Charlotte
Rampling che da Londra si trasferisce nella casa francese del
suo editore per ritrovare la concentrazione, è costretta invece a
condividere la casa con una ragazza sessualmente disinibita che la
coinvolgerà in un omicidio simile a quelli che la scrittrice
immagina per il suo pubblico. L’attrazione tra le due, non
dichiarata, è comunque sempre costantemente percepibile. Ma nella
trama c’è l’inganno che si rivela inaspettato alla fine del film.
Ecco delineato un altro tema portante del linguaggio
cinematografico di Ozon: l’interfacciarsi continuo tra realtà e
immaginazione, spesso realizzato proprio grazie allo stratagemma
della scrittura che consente l’effetto a scatola cinese della
“storia nella storia”; è quanto avviene ad esempio nel film
Nella casa (2012) dove un adolescente portato per la
scrittura ed incoraggiato dal suo insegnante inizia a fantasticare
sulla vita famigliare di un compagno di classe, che tra l’altro si
innamora di lui, frequentando quotidianamente la casa dove abita,
spiando di soppiatto i problemi che la riguardano e facendo di essa
la principale fonte d’ispirazione dei suoi racconti, gli stessi che
tanto appassionano l’insegnante contro ogni ossequio al rispetto e
alla morale.
Ad un certo punto il film prosegue
rendendo sempre più difficile allo spettatore il compito di
distinguere cosa è reale e cosa appartiene invece alla mente
creativa del ragazzo. La scrittura e la conseguente dicotomia
realtà-immaginazione è al centro di un altro film intitolato
Angel – La vita, il romanzo; questa volta la figura
femminile eletta da Ozon è una giovane scrittrice inglese che agli
inizi del Novecento, pur essendo impreparata e incolta, tenta di
mettere a frutto il suo talento e la sua traboccante capacità
immaginativa per elevarsi dalle sue origini proletarie e diventare
una famosa scrittrice di best-seller rosa che ottengono un enorme
successo di pubblico. Ma la vita che ha puerilmente immaginato, la
stessa che ha messo su carta, si scontra con una realtà più dura
che indirizzerà inevitabilmente la sua ascesa verso la caduta.
Angel è un angelo caduto che ricorda a tratti la Madame Bovary
vittima delle sue letture, a tratti L’Anna Karenina vittima della
sua passione. Ma è al genere classico del melò hollywoodiano anni
Quaranta che Ozon guarda reinterpretando il melodramma nella sua
maniera moderna e originale.
Nel 2010 il film Potiche – La
bella statuina con Catherine Deneuve e Gérard
Depardieu, ottiene vasti consensi dalla critica ricevendo
quattro candidature ai premi César 2011. Di nuovo una figura
femminile questa volta magistralmente interpretata da Catherine
Deneuve: una donna che negli anni Settanta del Novecento
abbandona il ruolo di “bella statuina” all’interno della casa, di
moglie premurosa e accondiscendente verso un marito arrogante e
dispotico, l’industriale Robert Pujol, per riscoprire la sua natura
carismatica, mettersi a capo della fabbrica del marito e difendere
i diritti dei lavoratori. Da “bella statuina” a “iron lady”.
È evidente che l’universo femminile
sia il più delle volte al centro dell’opera artistica di questo
giovane regista pieno di sorprese. L’occhio attento alla condizione
della donna e alla sua sessualità tenta di scavalcare e di
abbattere l’ipocrisia moralistica che regge tanto la società quanto
l’istituzione famigliare. La restrizione in cui la donna il più
delle volte viene relegata facilita ovviamente ogni discorso
sull’indipendenza e l’affermazione di sé, così come l’attenzione
posta alle differenze di classe. Ma tale riflessione è sempre
alleggerita da toni sarcastici, allegri e spesso paradossali. Si
tratta, forse, di una tematica prevedibile che accomuna tanti
registi omosessuali e alla quale Ozon si allinearsi, avvitandosi su
degli stilemi ricorrenti. Ma la sua originalità va riconosciuta, in
lui non c’è sentimento di rivalsa che vada ad incupire la trama
narrativa, ma semplicemente una genuina e divertita presa d’atto.
Originale è anche il modo con cui, giocando tra realtà e finzione,
invita a riflettere sulle apparenze e sul perbenismo di facciata
che spesso dettano le regole. Per questo, se già è possibile
prevederne alcuni aspetti, il film Giovane e bella
lascia comunque un’attesa piena di aspettative.
Arrivano novità riguardo al primo
trailer di The Amazing Spider-man 2. A quanto pare
Mark Webb è una persona piuttosto chiara e così ha
deciso di dirci, via Twitter, quando potremo vedere il primo
trailer del suo prossimo film sul Spiderman.
Il regista ha tweettato una frase in
elfico, che, tradotta in inglese, non lascia dubbi: “Watch for
The Amazing Spider-Man 2 trailer in
front of The Hobbit in 3D” (Guardate per il trailer di The Amazing
Spider-Man 2 in testa a Lo Hobbit 3D, ndt). La frase sembra
specificare che il trailer sarà visibile solo in testa alle copie
3D del film di Peter Jackson, e non anche prima di quelle in
2D.
In The Amazing Spiderman 2, per
Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata –
tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con
la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato
le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre
di Gwen di proteggerla – ma questa è una promessa che
semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per
Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli
abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan),
ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.
La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba è il film
del 1971 di Emilio P. Miraglia con Anthony
Steffen; Marina Malfatti; Rod Murdock; Giacomo Rossi Stuart;
Umberto Raho; Enzo Tarascio; Roberto Maldera; Joan C. Davies; Erika
Blanc
La trama di La Notte che
Evelyn Uscì dalla Tomba
La Notte che Evelyn Uscì
dalla Tomba racconta le macabre vicende che vedono
coinvolto il nobile inglese Lord Alan Victor Cunningham, uomo
ossessionato dalla morte della moglie Evelyn. Per colmare questa
enorme mancanza e i sensi di colpa che lo attanagliano, Alan si
dedica ad un hobby particolare: l’omicidio, con la predilezione
verso giovani donne dai capelli rossi
somiglianti alla compianta sposa.
Successivamente si sposa con Gladys, ma l’uomo continua a mostrare
segni di squilibrio, a maggior ragione quando compare lo spirito di
una misteriosa donna che tutti riconoscono come la compianta Evelyn
e una serie di strane morti turbano la quiete del maniero
L’analisi del film
Si tratta di un tipico esempio di
horror italiano anni ’70, sulla scia dei tanti capolavori di
Mario Bava e dell’enfant prodige
Dario Argento.
Stephen King liquidò il film in poche righe, con un
commento negativo a piè di pagina; probabilmente il noto scrittore
non ha apprezzato la pellicola, un anomalo e sperimentale connubio
tra due generi diversi come il gotico, caratterizzato da atmosfere
retrò inquietanti e fatiscenti, e l’horror- thriller argentiano di
ultima leva che aveva portato il noto regista alla ribalta grazie a
pellicole immortali e cult evergreen come Il Gatto a
Nove Code, L’uccello dalle Piume di Cristallo, Quattro Mosche di
Velluto Grigio e tanti altri. Molto probabilmente il
film paga il fatto di essere vittima di effetti speciali
improvvisati ma forte del suo impatto emotivo legato all’immortale
fascino del gotico, perché in fondo le storie di fantasmi, manieri
diroccati, possessioni e delitti fanno sempre presa sul pubblico in
cerca di emozioni travolgenti.
In occasione dell’uscita del film,
addirittura, la distribuzione si organizzò per servire al pubblico
che si recava al cinema dei pop corn di colore rosso (tanto per
sottolineare il mood macabro della pellicola). Girato in inglese e
doppiato in un secondo tempo in italiano, il film vanta nella
distribuzione internazionale nei paesi anglofoni circa nove
versioni, molte delle quali pesantemente censurate o vittima di
tagli di montaggio che ne hanno alterato la coerenza della
trama.
Ma non sono solo questi
accorgimenti che hanno relegato il film nella nicchia dei
cosiddetti B- Movies: Alcuni errori tecnici o sviste pesanti
(come la palese presenza di luci extra- diegetiche in presenza di
scene scarsamente illuminate) oppure il fatto di voler ambientare a
tutti i costi una storia del genere nella suggestiva Inghilterra,
ma girandola interamente in Italia (in Veneto, per la precisione)
come si deduce dalle targhe applicate alle auto e dalla loro
improbabile guida- improvvisata- a sinistra servono in realtà ad
accrescere il fascino cult di una pellicola entrata di diritto
nell’immaginario dei film “weird” tipici della nostra filmografia
di genere anni ’70.
Blood Simple – Sangue
facile è il film del 1984 diretto da Joel
Coen con protagonisti Dan Hedaya,
Frances McDormand, John Getz, M. Emmet Walsh, Samm-Art
Williams, Deborah Neumann, Raquel Gavia, Van Brooks, Loren Bivens,
William Creamer, Nancy Finger, Shannon Sedwice.
La trama di Blood Simple – Sangue facile
Il film ruota intorno alla liaison
clandestina tra Abby, moglie di Marty, proprietario di un locale
dalle indiscutibili origini greche, e Ray, un suo lavoratore
stipendiato. Tra i due si accende la passione travolgente, ed è
galeotta una “passeggiata” in auto per riaccompagnare la donna a
casa, durante la quale riescono ad esternare entrambi i loro
sentimenti e decidono di agire affittando la stanza di un motel e
facendo subito l’amore.
Marty, dal canto suo, non accetta
di essere cornuto e contento, così assolda un investigatore
privato, tale Loren Visser, per spiare le loro messe. Quando l’uomo
conferma ad un gelosissimo Marty che i due amanti traditori
continuano a vedersi, l’uomo decide di pagare lautamente Visser
affinché elimini fisicamente i due con un mossa sola.
L’analisi di Blood Simple – Sangue facile
Blood Simple – Sangue
facile, nella traduzione italiana, è l’opera prima dei
fratelli del Minnesota. La storia segue fondamentalmente una
tradizionale trama noir, con un triangolo amoroso, omicidi, sangue
e tensione: ma l’abilità dei fratelli Coen (Joel,
accreditato come regista, ed Ethan, solo come produttore) sta
proprio nel sovvertire le regole di un genere che ben conoscono e
con il quale sono cresciuti, al fine di decostruirlo e
ristrutturarlo in un modo totalmente diverso ed atipico.
Particolare triangolo di inganni e
riflessi, come in un gioco di specchi, tutti i personaggi coinvolti
sono allo stesso tempo vittime e carnefici, predatori e prede,
accollandosi colpe non loro e macchiandosi di peccati
incancellabili anche quando sono palesemente innocenti oppure, in
realtà, proprio per via dei loro comportamenti scorretti pagano
l’ironia sadica di un destino beffardo?
I Coen, ancora lontani
dall’umorismo prettamente cinico e cattivo che li contraddistingue,
si concedono però di riprendere con sguardo beffardo il destino
crudele che accomuna Marty, Abby, Ray e Visser: pedine sulla
scacchiera della vita colta nelle sue infinite sfumature di bianco
e nero, con la luce borderline che taglia il nero denso della notte
irrompendo, come un faro, sulla colpevolezza delle loro nefandezze.
Gli esseri umani sono tendenzialmente cinici e malvagi, e così si
comportano se viene data loro l’occasione; alcuni critici hanno
mosso al film particolari critiche legate alla crudeltà delle
immagini e dei suoi personaggi, all’odio che traspare dalla storia
e dalla pellicola stessa.
Blood Simple – Sangue
facile è stato definito duro, irritante e rozzo (anche
a livello tecnico), senza però negare la sottile genialità e il
talento di Joel Coen, premiato dalla giuria del Sundance Film
Festival del 1985, che confeziona in coppia con il fratello un
prodotto ben lontano dagli standard e dalle finezze del genere
noir, caratterizzato da meccanismi perfetti ad orologeria, ma forse
troppo chiuso nella sua austera e rarefatta perfezione tanto da
perdere di vista la verità dei personaggi e il realismo
antropologico dei comportamenti umani.
Nel 2009 il regista cinese
Zhang Yimou ne realizza un remake più in salsa
comedy intitolato Blood Simple – a Woman, a Gun and a
Noodle Shop.
Cast: Terence Stamp, Peter Fonda, Luis Guzman,
Lesley Ann Warren, Barry Newman, Melissa George
Trama: L’inglese
Wilson (Terence Stamp), attempato rapinatore che
ha passato metà della vita al fresco, lascia la madrepatria per
recarsi in California e scoprire la verità sulla tragica fine della
figlia Jennifer (Melissa George), che negli USA di
era legata a Terry Valentine (Peter Fonda), ricco
e potente produttore discografico coinvolto in loschi traffici.
Analisi: Spesso si
parla di autore per indicare un cineasta che scrive e gira il film,
dando vita a un prodotto che è figlio adorato dell’anima del
creatore. Per uno come Steven Soderbergh è buona
cosa scomodare il termine autore, anche se il nostro non ama
imbracciare la penna (ma lo ha fatto, per esempio, con il celebrato
lungometraggio d’esordio: Sesso, bugie e
videotape); Soderbergh ha infatti costruito negli
anni un suo inconfondibile stile mostrativo e narrativo, pronto a
cogliere storie (d’altri, va bene) e a restituirle allo spettatore
lasciando indubbia traccia, senza paura di suggerire a chi guarda
interrogativi sulla sostanza del cinema e dei suoi meccanismi.
La vena
“personale” dell’autore di Atlanta – decisamente meno registrabile
nei suoi tanti film legittimamente commerciali, più tradizionali –
percorre il prezioso L’inglese, opera
d’arte incastrata tra il clooneyano Out of
Sight e l’attillato Erin
Brockovich. Film breve (meno di un’ora e mezza),
L’inglese racconta una bella e semplice
storia di (quasi) vendetta e tardiva maturazione personale che fa
perno sul grande Terence Stamp, dinoccolato
protagonista-manichino dal piglio british, il cuore inquieto e
l’occhio che perfora. Soderbergh racconta frammentando la linea
temporale, confondendo piccoli pezzi di storia, che si mescolano e
inseguono, giocando senza requie con la temporalità della colonna
visiva e della colonna sonora; e dà vita a un dinamico affresco che
molto deve alla fotografia di Edward Lachmann e
che a tratti, di concerto con la recitazione assente di Stamp, con
il goffo evolversi delle scene violente, fa prendere al film pieghe
di sognante irrealtà.
Per rispolverare il passato di
Wilson, Soderbergh attinge alla storia del cinema, ripescando
Poor Cow, un film di Ken
Loach degli anni sessanta proprio con Terence
Stamp (che fa il delinquente) uscito poco prima della
potentissima hit degli Who The Seeker che apre
L’inglese … all’inglese. Uno squarcio in
ricordo di Sua Maestà, un istante prima di tuffarsi in cerca di
vendetta e verità nel sole e nelle piscine della West Coast. A
proposito di musica: è validissima la colonna sonora originale,
firmata da Cliff Martinez (batterista dei primi
Red Hot Chili Peppers e fedelissimo di Soderbergh), capace
di seguire con azzeccati motivi l’enigmatica costruzione del film e
i travagli del protagonista. Ottime le prove fornite da tutti gli
interpreti – spiccano un falsissimo Peter Fonda e
l’immutabile caratterista Luis Guzman – chiamati
al difficile compito di recitare per poi finire frullati nella
sinfonia audiovisiva di Steven Soderbergh.
Dell’autore Steven Soderbergh.
Un amore di
testimone è il film del 2008 diretto da Paul Weiland e con
protagonisti Patrick Dempsey, Michelle Monaghan, Kevin McKidd,
Sydney Pollack, Busy Philipps
InUn amore di
testimone un’amicizia nata tra le lenzuola ai tempi
dell’università. Una stanza al buio, la scelta di una maschera
sadomaso per rendere l’incontro off-limits e Tom (Patrick
Dempsey) che finisce nel letto della ragazza sbagliata.
Ovviamente quella notte andrà in bianco, ma da quel momento Anna
(Michelle Monaghan), da comico errore di una notte
decisamente troppo alcolica, diventerà la sua migliore amica. E
dopo dieci anni nulla è cambiato. Tom è il solito casanova assetato
di donne, e Anna la sua adorata e affezionata spalla, sua dama ai
matrimoni nonché sua confidente d’eccezione. Non c’è
romanticismo tra i due, ma quando, in Scozia, Anna incontrerà il
duca dei suoi sogni e con cui deciderà di convolare a nozze, Tom
non potrà più nascondere i suoi sentimenti. E allora da “damigella
d’onore”, in qualità di suo migliore amico, si trasformerà nel
guastafeste di turno, ostinato a trovare nella vita edulcorata del
lord scozzese scabrosi nei che possano far desistere Anna dallo
sposarlo.
Un amore di testimone,
l’analisi
Un amore di
testimone è una commedia anglo-americana realizzata dal
creativo e regista (per lo più televisivo) britannico Paul
Weiland, conosciuto soprattutto per aver ideato alcuni tra
gli spot pubblicitari più premiati e per aver diretto Rowan
Atkinson nella serie Mr Bean, padrona indiscussa del
british humour da tubo catodico.
Non sempre un talento riesce a
trovare il modo di esprimersi attraverso tutti i canali e
linguaggi, quello che risulta creativo nella pubblicità o in
televisione non è necessariamente originale al cinema così com’è
valido il contrario. E parlando di Paul Weiland e del suo amore di
testimone, non si può certo dire che il linguaggio cinematografico
sia proprio nelle sue corde. Che fosse una commedia piena di cliché
era chiaro sin dall’inizio, è bastata l’intro dell’errore di letto
a dichiarare l’intento del film e la sua formula banale. Non era un
mistero neanche che fosse una commedia assolutamente prevedibile e
senza colpi di scena. Magagne su cui, tuttavia, avremmo potuto
chiudere un occhio, considerando la fiacca e trita retorica che
ormai regna nella maggior parte delle commedie rosa, come se il
romanticismo al cinema fosse l’equivalente di “storia
frivola, inconsistente ed effimera, priva di qualunque
accortezza stilistica e sostanza narrativa”.
Ma la nota veramente stonata della
pellicola di Paul Weiland è la sua profonda
inettitudine a stimolare anche la fantasia e il sogno d’amore della
più romantica delle donne. Non genera alcuna piacevole
immedesimazione, nessuna forma di tenera sublimazione, né tantomeno
quella conviviale forma di abbandono che, di solito, si prova
assistendo ad un accadimento già scritto. Alle volte, lasciarsi
trasportare da storie presumibili, è garanzia di appagamento
emotivo. E’ come vedere per l’ennesima volta la stessa scena o lo
stesso episodio di una serie tv: sapere come va a finire ti
consente di godere maggiormente dei dettagli della storia e di
trovare rifugio nella sua certezza, gravida di inequivocabili punti
fermi. Un amore di testimone è purtroppo
non molto di più della brutta copia de Il matrimonio
del mio miglior amico.
In un periodo storico
in cui l’idea di una terza trilogia dedicata all’universo di
Star
Wars apre all’innovazione attraverso la figura di
J.J. Abrams e guarda ai classici con il ritorno alla
sceneggiatura di Lawrence Kasdan, storico sceneggiatore de
L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello
jedi, a consolare i fan preoccupati ci pensa la scoperta di
un Laser Disc contenente ben 30 minuti di montaggio
alternativo dell’ultimo episodio della saga.
Il disco, presentato da George
Lucas nel lontano 1984 al fine di pubblicizzare un
macchinario per il montaggio digitale realizzato dalla Lucas
Film è ricomparso dopo quasi 30 anni, acquistato da un
collezionista anonimo che ne ha resa possibile la fruizione
attraverso la seguente pagina facebook.
In attesa di notizie circa il
settimo episodio di un’opera infinita, gli appassionati potranno
rivivere alcuni dei momenti più emozionanti della saga attraverso
punti di vista nuovi di zecca.
Miles Teller, nel corso del Savannah Film
Festival, ha rilasciato alcune dichiarazioni circa la sua
presenza nel reboot firmato Josh Tank de I Fantastici
4. Teller, primo indiziato a rivestire il ruolo di Mr
Fantastic, al momento è in attesa di iniziare le riprese di
Insurgent, sequel di Divergent, ad
aprile. L’attore si è manifestato interessato a prendere parte al
nuovo film firmato 20th Century Fox, sebbene le sue parole
siano rimaste nel vago (“Se tutto dovesse andare per il meglio,
allora sarò eccitato”).
In attesa di conferme circa il cast che sarà impegnato a far
rinascere Mr Fantastic, la Cosa, la Donna
Invisibile e la Torcia Umana, l’unico dato certo di cui
si è a conoscenza è la data di rilascio: il 6 marzo
2015.
Il produttore Kevin Feige,
nel corso di un’intervista ai microfoni di Collider, ha rilasciato
alcune dichiarazioni circa Thor: The Dark World, seconda
pellicola dedicata al personaggio Marvel. In attesa dell’uscita
del film nelle sale, Feige ha già speso parole circa i contenuti
extra presenti nel Blu-Ray, in particolar modo ha sostenuto che il
disco conterrà circa 10 minuti di scene eliminate.
Ancora, si è soffermato
sull’umorismo presente nel film, sostenendo che così come in
Iron Man o nel precedente Thor, anche
in questo sequel ci saranno dei momenti esilaranti, negando ogni
intenzione di passare a tematiche più “dark”, nonostante il
titolo.
In un secondo momento, Feige ha
lanciato uno sguardo al futuro, suo e della Marvel, sostenendo di essere
intenzionato a continuare il lavoro con la casa di produzione e
sostenendo che prima della fine dell’anno arriveranno ulteriori
notizie circa il casting del film dedicato ad
Ant-Man. Infine ha aperto le porte ad ulteriori
annunci che potrebbero allietare i fan Marvel già a partire da metà del
prossimo anno.
Dopo anni di proficua
collaborazione sfociata nella rinascita di brand di successo come
la trilogia di Batman o il reboot di un classico come
Superman, sembrerebbe che lo sceneggiatore David S.
Goyer e la Warner Bros. hanno siglato un contratto
di tre anni. È il primo accordo che lo sceneggiatore firma con la
Warner, in quanto, le precedenti collaborazioni non prevedevano
alcun contratto di esclusiva.
In cima ai progetti di cui Goyer si
occuperà risalta un thriller dai risvolti Hitchockiani
caratterizzato da ambientazioni e tematiche sci-fi (attualmente è
incaricato alla scrittura del progetto Doug Jung). Mentre
l’accordo prevede ovviamente anche il film
sulla Justice League.
Goyer, al momento impegnato nella
stesura di Batman Vs. Superman, si è detto assolutamente
felice del contratto offertogli, dl momento che, negli ultimi dieci
anni, proprio la Warner è stata la sua principale fonte di impiego.
Infine Goyer ha commentato la scelta di Ben Affleck come
nuovo Batman, sostenendo che l’attore interpreterà il ruolo
con “orgoglio”.
E’ sempre difficilissimo superarsi,
e quando si torna alla ribalta dopo un grandissimo successo è
sempre dietro l’angolo lo spettro delle aspettative, la paura di
non farcela e di non essere all’altezza di se stessi. Così capita a
Checco Zalone, che dopo Che Bella
Giornata, stratosferico successo al botteghino
italiano (45 milioni circa, l’incasso più alto di sempre), torna
con Sole a Catinelle, una commedia
leggera, ambientata nella quotidianità della crisi economica, con
un protagonista che proprio delle crisi non vuole saperne.
“Se sarai promosso con tutti
dieci papà ti regala una vacanza da sogno”. È questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Peccato però che papà
Checco mantiene sempre le promesse, e che Niccolò riesce
nell’impresa di guadagnare tutti 10 alla fine dell’anno. Che fare
visto che per Checco la situazione economica non è delle migliori?
L’uomo si imbarca in una avventura con il figlio scettico, ma si
imbatterà in Zoe, una ricca ereditiera che permetterà a lui e al
suo bimbo di vivere davvero la vacanza dei sogni. Immerso in uno
stile di vita a lui totalmente sconosciuto, Checco si troverà con
brio e ingenuità a fronteggiare situazioni che lo vedranno
perennemente fuori posto ma allo stesso tempo sempre vincente per
il suo innato ottimismo e la sua travolgente simpatia.
Scritto a quattro mani dal regista
Gennaro Nunziante e dal protagonista
Luca Medici, alias
Checco Zalone, Sole a Catinelle è il perfetto
continuum cinematografico delle precedenti storie
raccontate dal comico nato a Zelig. Adesso il personaggio Zalone è
padre, un uomo immerso nei guai economici fino al collo, che
nonostante tutto cerca nell’ottimismo la soluzione a tutto. I suoi
metodi servono a poco nella vita vera, ma la sua indole ingenua e
la sua simpatia gli permetteranno di aiutare, inconsapevolmente,
altre persone e di trovare infine una via d’uscita.
Nunziante dirige un film semplice,
che come unica pretesa ha quella di ricercare la risata a tutti i
costi attraverso la mimica del suo personaggio principale, noto per
la sua indole fondamentalmente razzista, omofobica e qualunquista,
che fa della parolaccia la sua arma segreta e dell’ottimismo la sua
bandiera. Nonostante le sue grandi pecche, Checco fa simpatia al
suo pubblico che però questa volta non ride, non abbastanza. Nel
pieno stile “zaloniano” il film è disseminato di canzoni, scritte
ed interpretate dallo stesso Checco, che appesantiscono la
narrazione e stancano con la reiterazione dei luoghi comuni e del
linguaggio volutamente scorretto, suo marchio di fabbrica.
La percezione a caldo, è che
Sole a Catinelle riuscirà a raggiungere
incassi di tutto rispetto, anche se probabilmente, dato il momento
storico, non batterà i celeberrimi 45 milioni; allo stesso tempo il
film ci mette davanti al mistero imperscrutabile dei gusti
cinematografici dello spettatore medio italiano.
Il prossimo 16 novembre, l’attrice
Anna Foglietta condurrà la serata di premiazione
dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma
(8-17 novembre 2013) e continuerà a fare gli onori di casa anche
nella seconda parte della serata, nel corso della cerimonia di
assegnazione del Maverick Director Award a Tsui
Hark, il regista, produttore e sceneggiatore che ha
guidato la rivoluzione del cinema di Hong Kong a partire dalla fine
degli anni Settanta. Alla premiazione seguirà la proiezione
dell’ultimo film di Tsui Hark,
Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon
3D(Di Renjie zhi shendu longwang 3D).
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ANNA FOGLIETTA: note
biografiche
Attrice cinematografica, televisiva
e teatrale. Nata a Roma, ha recitato per alcuni dei più noti
registi della commedia italiana come Carlo Vanzina (Ex – Amici
come prima!, 2011, e Mai Stati Uniti, 2013) e Neri
Parenti (Colpi di fulmine, 2012). Inizia a farsi notare sul
grande schermo con una parte nell’episodio La donna del
mister diretto da Claudio Cupellini, all’interno del film
4-4-2 – Il gioco più bello del mondo (2006) prodotto da
Paolo Virzì.
Nel 2010 fa parte del cast
internazionale di The American, diretto da Anton Corbijn,
con protagonista George Clooney. Nel 2011 interpreta il
brillante ruolo di Eva in Nessuno mi può giudicare, diretto
da Massimiliano Bruno, con Paola Cortellesi e Raul Bova, che le
vale la nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento come
miglior attrice non protagonista. Per lo stesso film vince il
Premio Ischia Breakout Actress Award come attrice rivelazione
dell’anno e il Premio Antica Fratta come miglior attrice
nell’ambito della commedia ai Nastri d’Argento 2011. Nel 2012, è la
protagonista de L’amore è imperfetto di Francesca Muci,
mentre in Colpi di fulmine (con Christian De Sica e, tra gli
altri, Lillo & Greg, Luisa Ranieri, Arisa), Anna Foglietta è la
pittoresca pescivendola Adele, per cui viene nominata ai Nastri
d’Argento 2013 come miglior attrice non protagonista. È stata tra
gli interpreti principali dell’ultimo film di Carlo Vanzina, Mai
Stati Uniti (2013), commedia corale con Vincenzo Salemme, Ambra
Angiolini, Ricky Memphis e Giovanni Vernia.
Anna Foglietta ha al suo attivo una
lunga carriera teatrale, iniziata nel 1997, durante la quale ha
interpretato opere del grande teatro italiano (De Filippo,
Scarpetta, Pirandello). È conosciuta e amata dal grande pubblico
anche per il ruolo dell’agente scelto Anna De Luca nella serie
televisiva La squadra, in onda su Rai 3 dal 2004 al 2005.
Nel 2008 è entrata a far parte del cast della serie Distretto di
polizia, dove interpreta l’ispettore Elena Argenti. A gennaio
2014 sarà protagonista della nuova commedia di Paolo Genovese,
Tutta colpa di Freud, al fianco di Marco Giallini, Vittoria
Puccini e Vinicio Marchioni.
CINEMA
2006 “SFIORATI” regia di Angelo
Orlando
2005 “LA DONNA DEL MISTER”,
episodio di “4-4-2 – IL GIOCO PIÙ BELLO DEL MONDO”, regia di
Claudio Cupellini
2006 “TARTARUGHE – EUCLIDE ERA UN
BUGIARDO”, regia di Viviana Di Russo
2008 “SE CHIUDI GLI OCCHI”,
regia di Lisa Romano
2008 “SOLO UN PADRE”, regia
di Luca Lucini
2009 “ARRIVANO I MOSTRI”,
regia di Enrico Oldoini
2009 “FEISBUM! IL FILM –
EPISODIO: DEFAULT”, regia di Alessandro Capone
2009 “THE AMERICAN”, regia di
Anton Corbjin
2009 “IL VELO DI WALTZX”
(cortometraggio) regia di Sergio Stivaletti
2010 “NESSUNO MI PUÒ
GIUDICARE”, regia di Massimiliano Bruno
2011 “EX – AMICI COME
PRIMA!”, regia di Carlo Vanzina
2011 “LA NUOVA OSSESSIONE”, regia di
Luca Tornatore
2012 “L’AMORE È IMPERFETTO”,
regia di Francesca Muci
2012 “MAI STATI UNITI”, regia di
Carlo Vanzina
2012 “COLPI DI FULMINE”,
regia di Neri Parenti
2013 “TUTTA COLPA DI FREUD”, regia
di Paolo Genovese
TELEVISIONE
2004 – 2005 “La Squadra” VI/VII/VIII
serie – AA.VV.
2009 “DISTRETTO DI POLIZIA 9”, regia
di Alberto Ferrari
2008 “DISTRETTO DI POLIZIA 8”, regia
di Alessandro Capone
2011 “IL COMMISSARIO REX”, un
episodio, regia di Andrea Costantini
2012 “CESARE MORI – IL PREFETTO DI FERRO”, miniserie in due
puntate, regia di Gianni Lepre
2013 “RAGION DI STATO”, regia di
Marco Pontecorvo
2013 “L’ORO DI SCAMPIA”, regia di
Marco Pontecorvo
TEATRO
1997 “L’ISOLA DI TULIPATAN” da J.
Offenbach, regia di P. Gallina
1998 “TEATRO IN PEZZI” di P.
Gallin, regia di P. Gallina
1999 “LE FALSE CONFIDENZE” da
Marivaux, regia di E. Metalli
2000 “BARBABLÙ” da J. Offenbach,
regia di P. Gallina
2000 “A NUTTATA ‘E SAN LORENZO” di
C. Belsito, regia di M. Conte
2000 “DONNE DI RIPICCHE” di A.
Quadrelli, regia di Pastiglia, Conte, Turchetta
2000 “PULCINELLA SCIÒ” di A. Petito,
regia di A. Avallone
2000 “TRE PECORE VIZIOSE” di
E. Scarpetta, regia di A. Avallone
2000 “MORTE DI CARNEVALE” di
R. Viviani, regia di A. Avallone
2001 “MISERIA E NOBILTÀ” di
E. Scarpetta, regia di A. Avallone
2001 “O SCARFALIETTO” di E.
Scarpetta, regia di A. Avallone
2001 “UOMO E GALANTUOMO” di
E. de Filippo, regia di A. Avallone
2002 “QUESTI FANTASM” di E. de
Filippo, regia di A. Avallone
2002 “CAFÉ CHANTANT” di E.
Scarpetta, regia di A. Avallone
2003 “MILES GLORIOSUS” di T.M.
Plauto, regia di V. Zingaro
2009 “LA NIPOTE DELLA BABILA” di A.
Foglietta, regia di A. Foglietta
2011 “ALLA RICERCA DELLA ROMANITÀ
PERDUTA”, curato da Fabrizio Sabatucci
Le vediamo nelle loro
espressioni di marmo, nei loro corpi androgini che sembrano
rispecchiare l’assenza di emozioni in passerella. Eppure alla
presentazione del film, sul tappeto rosso di Cannes, Marine
Vacth ha ceduto alla commozione. Di sicuro non era la prima
volta che si trovava sotto i riflettori, tuttavia, questa volta non
ha messo in gioco solo la sua immagine ma anche il suo debutto da
attrice, dopo alcuni ruoli secondari. È lei la protagonista di
Giovane e bella, ultima pellicola di François
Ozon, in uscita il 7 novembre in Italia.
Quattro diverse melodie composte da
Françoise Hardy ci accompagneranno nelle quattro stagioni
dell’adolescenza di Isabelle, ognuna delle quali narrata dal punto
di vista di un personaggio (il fratello, un cliente, la madre e il
patrigno). La diciassettenne, dopo aver perso la verginità durante
l’estate, tornerà in città e inizierà, quasi per gioco, a
prostituirsi, fin quando, in uno degli incontri, un avvenimento
cambierà la sua vita.
Ad affiancare la Vacth,
ci sarà, nei panni della madre, Charlotte Rampling, nella
sua quarta collaborazione con Ozon, ma anche Géraldine
Pailhas,Frédéric Pierrot, Nathalie Richard e
Johan Leysen.
Un film girato con la consapevolezza
di dover rappresentare uno dei periodi più complessi della vita, un
periodo in cui, ha ammesso Ozon, “violentiamo il nostro corpo per
riuscire a sentirlo e spingere all’estremo i limiti”. La
prostituzione si prestava a questo scopo. Isabelle cresce in una
famiglia benestante, non ci sono problemi economici o famigliari a
turbarla, c’è solo la voglia di riconfigurare la sua identità: è
ancora ragazza, ma sta diventando una donna e, per farlo, cerca di
accumulare esperienza senza che a muoverla ci sia la perversione.
Il racconto dei diversi punti di vista è utile a far comprendere
allo spettatore che le trasformazioni che coinvolgono la ragazza in
primo luogo, hanno conseguenze sui personaggi che ha attorno.
Con la Trilogia del
Lutto (Sotto la sabbia, Il tempo che resta, Il
rifugio) il regista aveva sondato le dinamiche della
perdita e della rinascita, della vita e della morte, passando poi
per il successo internazionale con 8 donne e un
mistero, un noir che riportava in auge alcune importanti
attrici francesi (Catherine Deneuve, Fanny
Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Virginie
Ledoyen) e mescolava la commedia, il giallo e il musical.
Oltre alla straordinaria capacità di sperimentare i generi più
disparati, Ozon non disdegna di ispirarsi ad altre forme di
narrazione come il teatro (dapprima con Gocce d’acqua su
pietre roventi, 8 donne e un mistero, poi con Potiche
– La bella statuina, fino al più recente
Nella casa) e il romanzo (Angel
– La vita, il romanzo,Ricky – Una storia d’amore e
libertà).
È probabilmente uno dei registi che
tiene alta la qualità del cinema francese, ormai priva di Rohmer e
Truffautt. L’interesse per le dinamiche umane combinato a uno
spirito ironico, fa sì che anche la tematica della sessualità venga
trattata senza banalità e generalizzazioni.
Alla sua terza prova
da attore cinematografico con Sole a
Catinelle, Checco Zalone (alias
pubblico di Luca Medici) deve fare i conti con il
peggior nemico di sempre, se stesso, o meglio con il suo precedente
e travolgente successo, Che Bella
Giornata, film che ha portato a casa 45 milioni di
euro, l’incasso più alto della storia del cinema italiano, di tutti
i tempi.
A parlare per primo di questo
“nemico”, questo grande fantasma che grava sulle aspettative di
tutti, è stato Pietro Valsecchi, che produce, con
Taodue Film, il film diretto da Gennaro Nunziante
e interpretato da Checco Zalone.
“Eravamo preoccupati! – ha
detto Valsecchi – non è un caso se a scrivere questa storia
abbiamo impiegato due anni. Gli applausi che ho sentito poco
fa (a fine proiezione stampa, ndr.) mi fanno pensare che
vincerò una scommessa che abbiamo fatto Checco ed
io sugli incassi di Sole a catinelle. Se vinco io,
offro una bella vacanza a Checco, altrimenti lui mi paga una cena.
Sono contento anche della grande fiducia che ci hanno dimostrato
gli esercenti italiani, che hanno messo a disposizione del nostro
film più di 1200 sale. Sole a catinelle non è un
film pensato a tavolino, scritto per compiacere, è stato più
difficile degli altri due, più costoso, ma dopo la proiezione di
oggi, sento che potrò dormire sonni tranquilli“.
A fare i conti con le prenotazioni
registrate nelle ultime 24 ore nei due principali circuiti che
distribuiscono il film, The Space e UCI, sembra che Valsecchi possa
davvero dormire tranquillo: sono infatti 30.000 i biglietti già
prenotati. Ma in conferenza stampa il regista Gennaro
Nunziante non deve fare solo i conti con le lodi e gli
applausi. “Noi odiamo il buonismo – dice il regista, il
cui film è stato accusato di buonismo appunto – ma ancora di
più detestiamo il cinismo. Nella commedia il cinismo non è una
qualità: è una cagata che qualcuno ha incensato e che poi è
diventata di gran moda. Non accusateci di essere trash. Non siamo
mai stati trash, e se dite che il nostro film in alcuni momenti è
sboccato, ci rovinate. Noi non siamo volgari: per noi è volgare
tutto quello che è goffo. Ci opponiamo alla gag telefonata e alla
battuta scontata e abbiamo capito la cosa per noi più importante è
fare davvero quello che ci piace”.
A Checco invece non resta che
raccontare la genesi del progetto: “Ci piaceva l’idea che il
protagonista della vicenda fosse un padre – io lo sono diventato da
pochi mesi nella vita. Non è stato semplice arrivare a questa
storia: mica ci vengono sempre in mente delle cagate da farvi
vedere! Ci divertiva il fatto che il Checco del film fosse il
prodotto di 20 anni di berlusconismo: lui è uno che ci ha creduto,
uno a cui però vuoi bene. Il nostro atteggiamento nei suoi
confronti è bonario, non di condanna. Ci siamo concentrati sulla
crisi, anche se ci siamo andati leggeri. Il nostro personaggio
doveva far finta che non ci fosse. Volevamo un uomo completamente
refrattario alla crisi“.
L’attore, comico e cantante
continua, parlando della fruttifera collaborazione con Nunziante:
“Siamo una coppia di fatto, viviamo in appartamenti contigui e
praticamente facciamo tutto insieme, semplicemente non ci baciamo.
Ci capita di raccontarci un fatto, di riderci sopra e di costruirci
una storia. Questa l’abbiamo ambientata in tante diverse regioni
d’Italia, in luoghi uno più bello dell’altro. Quello che ho amato
di più è stato il Molise, a cui però non ho reso giustizia perché
l’ho descritto come un posto terribile. Quando il presidente della
regione mi ha detto: ‘Voglio ringraziarvi per tutto quello che
avete fatto per noi’, mi sono sentito una cacca“.
E mentre Checco
Zalone ancora non sa spiegare il motivo del suo successo e
Nunziante, pur provandoci, sembra dare risposte poco soddisfacenti
(“la ricetta della nostra commedia migliore, quella che ha
saputo pescare dalla realtà“), Valsecchi ritorna su toni seri,
abbozzando un discorso sui problemi del cinema italiano: “Il
cinema italiano è vecchio, bisogna cercare nuovi linguaggi,
dobbiamo ripettare le esigenze, i gusti e i desideri del pubblico
più giovane. Noi l’abbiamo fatto scommettendo su I soliti
idioti. Per un produttore portare un film in sala è una
responsabilità, dobbiamo incentivare le novità. Con la mia
Taodue avrei potuto riposare sugli allori, invece
mi sono da poco lanciato in una nuova avventura: un film con i
comici Pio e Amedeo in cui credo molto“. Insomma, un discorso
che più che cercare di individuare una soluzione sembra limitarsi
all’auto-celebrazione.
Sole a Catinelle, in cui troviamo
anche Aurore Erguy, Miriam Dalmazio e il piccolo
Robert Dancs, uscirà il prossimo giovedì 31
ottobre, distribuito da Medusa Film in circa 1200 copie.