Arriverà nei cinema di tutto il
mondo il 13 dicembre La Vita Nascosta, il
nuovo film di Terrence Malick già visto e amato al
Festival di Cannes 2019. Il film non ha ancora una data di
distribuzione italiana, ma la Fox Searchlight ha acquistato i
diritti di distribuzione del film nel nostro Paese, cosa che fa
sperare i fan in una uscita all’inizio del 2020.
Ecco la clip del film:
La storia di A Hidden
Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino
austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente
cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di
arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.
Star Wars: Gli Ultimi
Jedi non ha entusiasmato i fan, che hanno criticato
moltissimo alcune scelte del regista Rian Johnson.
Ad oggi, però, il film rimane quello con la maggiore portata
rivoluzionaria all’interno del franchise e sembra che la sua scena
conclusiva sia la chiave per capire l’intero mondo di
Star Wars.
Ricordiamo che la scena conclusiva
del film vedeva la Ribellione scampare alla minaccia di Kylo Ren,
ormai Leader Supremo, ma, dall’altra parte della Galassia, un
bambino, orfano e schiavo, usava la Forza per sollevare un manico
di scopa e svolgere i suoi compiti, mentre indossava un anello con
il simbolo dei ribelli e guardava, speranzoso, il cielo
stellato.
La democratizzazione della Forza ha
portato a numerosissime critiche, in quanto molti credevano che si
trattasse di un dono per pochi, per gli Skywalker, ad esempio. Per
questo, nel film di Johnson, Rey è figlia di nessuno. Anche lei,
che viene dal nulla, può essere in grado di sentire la Forza, senza
predestinazione, senza retaggio nel sangue. Questo dettaglio potrà
ancora essere confutato da L’Ascesa di
Skywalker, al cinema dal 18 dicembre, ma la scena
finale parla chiaro: la Forza può scorrere in chiunque.
Proprio questo è il succo della
spiegazione che Kathleen Kennedy ha fornito
durante un’intervista rilasciata a io9 in merito al film
in uscita e al proseguimento della saga. Commentando l’ultima scena
di Episodio XIII, la produttrice ha
dichiarato:
“Il vero significato della Forza
è il senso di Star Wars. Sicuramente sarà anche parte di Episodio
IX. Ma la Forza è una parte enorme della conversazione sul futuro
della saga e su cosa racconterà dopo Star Wars. Una volta che
archivieremo Episodio IX e continueremo a raccontare altre storie,
la Forza sarà il fondamento di Star Wars.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nei cinema a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Sappiamo ormai da diverso tempo –
anche per stessa ammissione del diretto interessato – che
Quentin Tarantino si ritirerà (o dovrebbe
ritirarsi, il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo!) dopo
il suo decimo film.
Quale sarà l’ultima avventura di
Quentin Tarantino sul grande schermo è al centro
di dibattiti e speculazioni ormai da diverso tempo: sarà la sua
chiacchieratissima versione vietata ai minori di Star
Trek? Oppure il terzo capitolo della saga di
Kill Bill?
Lo scorso luglio era stato lo stesso
Tarantino a rivelare che lui e Uma Thurman stavano
“seriamente” considerando l’idea di un nuovo capitolo della saga
con protagonista Beatrix Kiddo. Oggi, in una recente intervista con
Andy Cohen, il regista e
sceneggiatore di Pulp Fiction e C’era una volta a
Hollywood ha aggiornato in merito al progetto, spiegando di
avere “un’idea interessante” su ciò che vorrebbe fare con
il terzo potenziale film.
“Proprio ieri ho cenato con Uma
Thurman”, ha spiegato Tarantino. “Eravamo in un ristorante
giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi
piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione
è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è
successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare
adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che
possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea
che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei
subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è
sicuramente nei miei piani.”
In attesa che Tarantino ci delizi
con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill
3, ricordiamo che il suo ultimo film,
C’era una volta a
Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai
Golden Globes
2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia),
Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per
Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non
Protagonista per Brad Pitt.
È stato diffuso un nuovo simpatico
spot tv di Dolittle, il nuovo film con
Robert Downey Jr. in cui l’attore fa le audizioni
agli animali per entrare nel cast della sua avventura nei panni del
veterinario che parla con gli animali.
Nel cast
vocale del film ci sono Rami Malek, Emma
Thompson, Michael Sheen, Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio
Banderas, John Cena, Marion Cotillard e Tom
Holland.
Robert Downey
Jr. è impegnato al momento nel press tour di Avengers:
Endgame, che si concluderà il 26 aprile con l’uscita
del film in tutto il mondo (da noi in Italia il film è programmato
per il 24 aprile).
Il Dottor Dolittle
è stato creato dall’autore britannico Hugh
Lofting nel 1920. L’epoca Vittoriana, un medico decide di
curare animali invece che persone perché si scopre in grado di
parlare con loro.
Già nel 1967 c’era stato un
adattamento per il cinema, con Rex Harrison
che interpretò il personaggio e il film che vinse due Oscar, per la
migliore canzone e per gli effetti visivi.
Il sito Production Weekly ha
riportato il titolo di lavorazione per The
Batman, che naturalmente potrebbe dare qualche
indicazione sulla storia che il film racconterà, mentre intanto la
data di inizio delle riprese si fa sempre più vicina.
Il sito conferma che il titolo
provvisorio del film è Vendetta.
Purtroppo, a parte questo, non ci sono altre informazioni sulla
produzione. In relazione a Batman, la parola Vendetta può assumere
diversi significati, tutti abbastanza consoni al personaggio.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin
Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald
Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova
Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright
(commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss Carmine Falcone.
Nel cast anche Peter Sarsgaard ma c’è ancora
mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di
Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder
Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere
nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il
mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di
Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
A 35 anni dall’arrivo in sala del
primo film sugli Acchiappafantasmi, Ghostbusters:
Legacy sarà il primo “vero” seguito del franchise con
protagonisti Bill Murray, Dan Aykroyd,
Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Harold Ramis.
Il trailer del film, diretto da
Jason Reitman e arrivato ieri in rete, ci ha dato la possibilità di
dare un primo sguardo al film che, oltre all’atmosfera di cinema
per ragazzi anni ’80 e al tono devoto, rispetto agli originali,
presenta già dei riferimenti e degli omaggi al film del
1984. Ecco di seguito i riferimenti all’originale nel trailer
di Ghostbusters: Legacy.
I tasti del pianoforte
Subito dopo il minuto 1 del
trailer, poco prima di vedere il nome di Jason Reitman e subito
dopo che il personaggio di Paul Rudd pronuncia le parole “una
trappola per fantasmi”, si sentono suonare tre tasti di pianoforte.
Le note sono certamente inquietanti, in linea con Ghostbusters, ma
non si tratta della prima volta che ascoltiamo questa combinazione
di tasti.
Nel film originale, poco prima che
la squadra incontri il loro primo fantasma, i tre protagonisti
trovano una pila verticale di libri sul pavimento, alta quanto
loro. Dopo averla esaminata, Ray Stantz (Dan
Aykroyd) si distrae e dice: “Senti, senti l’odore di
qualcosa?” Subito dopo che Ray dice: “Ascolta” sentiamo esattamente
la stessa combinazione dei tasti del piano che ascoltiamo qui.
La colonna sonora originale
Anche il secondo
riferimento è sonoro. Quando si tratta della colonna sonora di
Ghostbusters, la canzone di Ray Parker Jr. è certamente la prima
cosa a cui la maggior parte delle persone pensa, ma va ricordato
che la colonna sonora di Elmer Bernstein per il film è
straordinariamente buona, nonché ormai iconica.
Durante la sequenza in cui Paul Rudd
sta condividendo con i due bambini la storia degli
Acchiappafantasmi originali, e vediamo scene del primo film
rielaborate come filmati di notiziario, è possibile ascoltare un
pezzo della colonna sonora che, nel film, era stato utilizzato per
indicare gli incontri con i fantasmi. È appena accennato, ma è
proprio lì, a beneficio dei fan attenti.
Spore, muffe e funghi
Questo trailer ci conferma
che le voci in merito alle quali il film seguisse le famiglie di
uno dei Ghostbusters originali erano vere. Il trailer ci dà la
risposta in merito a chi sarà il patriarca dei protagonisti del
film, e una scena molto specifica ci dà il suggerimento
definitivo.
Vediamo la giovane ragazza usare un
familiare pezzo di equipaggiamento di Ghostbusters per farsi strada
in uno scantinato pieno di cose interessanti. Oltre a trovare uno
zaino protonico lì, vediamo anche una raccolta di piastre di Petri
etichettate con nomi di vari microbi. Nel Ghostbusters originale,
Egon Spengler dice a Jeanine che raccoglie “spore muffe e funghi”.
Abbiamo appena trovato la sua collezione.
Le tute
Mentre gli altri attrezzi
dei vecchi Acchiappafantasmi che compaiono nel trailer di
Ghostbusters: Afterlife non fanno parte della lista, il
ritrovamento delle tute è un momento molto emozionante, e potreste
averlo perso. Inoltre, la tuta che si vede nel video è quella di
Egon Spengler.
Se non aveste collegato la presenza
del rilevatore ectoplasmatico con le collezione di muffe, il nome
sulla tuta vi renderà chiaro che la ragazzina che vediamo nel
trailer è la nipote di Egon Spengler!
Miniera Shandor
Questo è probabilmente
l’indizio potenzialmente più interessante trai vari riferimenti nel
trailer. Vediamo due bambini avvicinarsi a un cartello che recita
Shandor Mining Co. Considerando che la presenza spettrale che
vediamo all’inizio del trailer proviene dal sottosuolo, sembra che
qui si concentrerà il centro della nostra storia.
Il serio fan di Ghostbusters
riconoscerà il nome Shandor. Nello specifico, nel film originale,
Egon fa riferimento a Ivo Shandor in quanto fu l’architetto che
progettò il condominio di New York City al centro del film
originale. La domanda è: si tratta semplicemente di un Easter Egg
che i fan possono riconoscere o è, come sembra più probabile a
questo punto, esattamente il nodo che collega questo film al film
originale?
Chiamalo destino
Nello stesso tempo in cui
vediamo il nome Shandor sullo schermo, sentiamo una voce familiare.
Si tratta di quella di Bill Murray. È il dialogo del primo film in
cui Peter Venkman diventa filosofico con Ray Stantz dopo che sono
stati cacciati dalla loro università.
La battuta si riferisce a come Peter
crede che le cose accadano per predestinazione. Ciò implica che
qualunque cosa stia succedendo in Ghostbusters:
Legacy, potrebbe anche accadere per una ragione.
Sembra di nuovo che si provi a stabilire una connessione diretta
tra questo film e il primo, e suggerisce anche che, sì, gli
Acchiappafantasmi originali potrebbero tornare in qualche modo.
Il mastino di Gozer
Per un film di
Ghostbusters, quello che vediamo poco nel primo trailer sono i
fantasmi. C’è una breve occhiata a qualcosa che potrebbe essere
Slimer, ma potrebbe anche non essere lui. Tuttavia, sembra apparire
un altro piccolo animale spaventoso del primo film. Il mastino
demoniaco che sedeva al fianco di Gozer.
Verso la fine del trailer vediamo
un’enorme zampa artigliata cofano della macchina di Paul Rudd, e
insieme ad essa si sente un ringhio molto familiare. Sembra che i
mostri che abbiamo visto possedere Sigourney Weaver e Rick Moranis
nel primo film potrebbero essere tornati. Questa è anche una prova
in più che la trama di Ghostbusters:
Legacy si collegherà direttamente al primo film.
Nella giornata di ieri sono state
ufficialmente annunciate le nomination dei
Golden Globes 2020, la cui cerimonia di
premiazione si svolgerà il prossimo 5 gennaio.
Le scelte dell’Hollywood Foreign
Press Association in merito alle migliori produzioni
cinematografiche e televisive dell’anno che sta per chiudersi ci
indicano in linea di massima quale sarà l’orientamento della
stagione dei premi (Oscar inclusi) in materia di candidature, salvo
gli immancabili colpi di scena dell’ultimo minuto.
Come da tradizione, l’annuncio delle
nomination – che si tratti dei Globi d’Oro o di qualsiasi altro
premio – comporta sempre una certa dose di disappunto, soprattutto
in vista di quei film, quei registi o quegli attori che secondo la
maggioranza non hanno ricevuto la giusta considerazione.
Di seguito abbiamo raccolto i più
grandi titoli e le più grandi personalità (tra registi e attori)
“snobbati” dalla 77esima edizione dei Golden
Globes:
Piccole Donne
Il nuovo adattamento
dell’iconico romanzo di Louisa May Alcott farà il
suo esordio nelle sale cinematografiche a breve ed è già uno dei
film più attesi della stagione 2019/2020. La regista Greta
Gerwig (Lady Bird) ha diretto un cast a dir poco stellare,
che include – tra gli altri – Saoirse Ronan, Emma Watson,
Timothée Chalamet, Laura Dern e Meryl
Streep. Ciononostante, il film è riuscito a conquistare
soltanto due candidature: Migliore Attrice Protagonista in un film
Drammatico (Saoirse Ronan) e Miglior Colonna Sonora Originale
(Alexandre Desplat).
Lo scarso apprezzamento che
l’Hollywood Foreign Press Association ha dimostrato nei confronti
della pellicola potrebbe condizionare il resto della stagione dei
premi e rendere la corsa di Piccole Donne
agli Oscar meno appetibile di quello che la Sony Pictures avrebbe
desiderato.
Adam Sandler, Uncut Gems
Per quanto concerne gli attori, il
più grande snobbato di questa edizione è sicuramente Adam
Sandler, che ha ricevuto grandi lodi da parte della
critica per la sua interpretazione nella commedia drammatica
Uncut Gems. Diretto da Josh
Safdie e Benny Safdie, il film vede
Sandler nei panni di Howard Ratner, un gioielliere vittima del
gioco d’azzardo, raccontandone gli alti e bassi della dipendenza,
inclusi i metodi sperimentati dall’uomo per cercare di restare a
galla.
Il film arriverà nelle sale
americane soltanto a Natale, ma per Adam Sandler
si è parlato fin dall’inizio di una possibile candidatura agli
Oscar. Nonostante la vittoria di un National Board of Review e di
una candidatura ai Critics’ Choice, l’HFPA lo ha deliberatamente
escluso dalla cinquina del Miglior Attore. Solo il tempo ci dirà se
toccherà all’Academy onorare il suo lavoro con una sorprendente ma
a quanto pare più che meritata nomination…
Robert De Niro, The Irishman
Si è ampiamente discusso dell’ultima
epopea cinematografica di Martin Scorsese. Ancor
prima del suo arrivo su Netflix, il film aveva già fatto parlare di
sé per la lunga e travagliata lavorazione e per l’utilizzo della
tecnica del de-aging. A The Irishman è
già stato conferito il titolo di capolavoro, anche se la lunga
durata avrà certamente messo a dura prova lo spettatore più
pigro.
Il film è riuscito a conquistare una
serie di candidature importanti, ma con grande sorpresa il
protagonista Robert De Niro è stato escluso dalla
cinquina del Miglior Attore in un film Drammatico: alla sua
interpretazione del sicario Frank Sheeran, l’HFPA ha preferito le
interpretazioni di Christian Bale, Antonio Banderas, Adam
Driver, Joaquin Phoenix e Jonathan
Pryce.
When They See Us
Per quanto riguarda il mondo della
televisione, una delle più grandi sorprese è stato vedere come
When They See Us, la miniserie creata e diretta da
Ava DuVernay e basata sul noto caso della jogger
di Central Park del 1989, sia rimasta letteralmente a mani vuote,
senza riuscire a conquistare neanche una nomination. La
miniserie aveva fatto incetta di candidature all’ultima edizione
degli Emmy Awards (ben 11), portando a casa il premio per il
Miglior Attore Protagonista in una miniserie o film per la
televisione, conferito al talentuosissimo Jharrel
Jerome.
Tuttavia Netflix, che ha prodotto e
distribuito la miniserie, non potrà di certo ritenersi
insoddisfatta, dal momento che grazie ad altri suoi suoi show – tra
cui The Crown, Unbelievable e
The Politician – è riuscita a mettere a
segno un totale di 17 candidature.
Bombshell
Un altro film che non è ancora
arrivato al cinema, ma che sta già raccogliendo numerosi consensi,
soprattutto per la presenza nel cast di tre attrici straordinarie:
Charlize Theron, Margot Robbie e Nicole
Kidman. Eppure, nonostante l’incredibile e attuale storia
vera alla base del film (le accuse di molestie sessuali ai danni di
Rogert Ailes, ex direttore di Fox News interpretato nel film da
John Lithgow), il dramma biografico di Jay
Roach sembra non essere riuscito a conquistare totalmente
i membri dell’HFPA.
Soltanto due le candidature ricevute
dal film, entrambe per le attrici: la Theron nominata come Migliore
Attrice in un film Drammatico e la Robbie candidata come Migliore
Attrice Non Protagonista. Vedremo se una maggiore attenzione verrà
riservata a Bombshell nei mesi a venire:
riuscirà il film a fare meglio in vista dei prossimi Oscar?
Noah Baumbach, Storia di un matrimonio
L’ultima fatica di Noah
Baumbach, Storia di un
matrimonio, è riuscita a conquistare ben sei
candidature, quasi tutte nelle categorie principali; ma a quanto
pare Baumbach deve essere apprezzato più per le sue doti di
sceneggiatore che di regista. Il film ha infatti ricevuto una
candidatura per la Miglior Sceneggiatura Originale, ma Noah
Baumbach non è riuscito a rientrare nella cinquina per il Miglior
Regista.
È innegabile che il lavoro svolto da
Baumbach con Adam Driver e Scarlett
Johansson – un lavoro che ha conferito ancora più
intensità alle loro struggenti interpretazioni – non abbia nulla da
invidiare a quello degli altri illustri colleghi nominati, ossia
Bong Joon-ho, Sam Mendes, Todd Phillips, Martin
Scorsese e Quentin Tarantino.
Lupita Nyong’o, Noi
Il debutto sul grande schermo di
Jordan Peele, Scappa – Get
Out, ha permesso al regista e sceneggiatore
statunitense di conquistare addirittura un premio Oscar. Ecco
perché c’era moltissima attesa per la sua seconda creatura
cinematografica, Noi, una storia
affascinante dalle atmosfere dark, in cui all’intero cast è stato
chiesto di interpretare due ruoli: il personaggio della storia ed
il suo relativo doppelganger.
Tra questi, il più importante è
sicuramente Adelaide/Red, interpretato dal premio Oscar
Lupita Nyong’o. Una performance bizzarra e al
tempo stesso sbalorditiva, che a quanto pare non sembra aver
conquistato il cuore dei membri dell’HFPA: l’attrice, infatti, non
è stata candidata per la sua interpretazione. Al suo posto, nella
categoria “Drama”, le favorite sono risultate Cynthia
Erivo, Scarlett Johansson, Saoirse Ronan, Charlize Theron
e Renée Zellweger. Un brutto colpo per tutti gli
appassionati del genere horror…
Matt Damon, Le Mans ’66 – La Grande Sfida
Le Mans ’66 – La Grande
Sfida è un altro di quei film che in molti pensavano
sarebbe diventato uno dei protagonisti della stagione dei premi.
Così non è stato, dal momento che l’ultima fatica di James
Mangold non è riuscita a conquistare nessuna importante
nomination, fatta eccezione per il co-protagonista
Christian Bale, incluso nella cinquina del Miglior
Attore in un film Drammatico.
E proprio a proposito di questa
categoria, non si può fare a meno di notare come Matt Damon
– altro co-protagonista del film – sia stato altamente
snobbato. Naturalmente, i Golden Globes non sono un indicatore
preciso e infallibile di quelle che saranno le nomination degli
Oscar: speriamo, quindi, che Damon possa avere ancora una
possibilità!
Avengers: Endgame
Nonostante abbia infranto qualsiasi
record e sia diventato il film con il maggior incasso nella storia
del cinema, Avengers: Endgame è stato
completamente snobbato dalle candidature dei Golden Globes, non
riuscendo a conquistare alcuna nomination, nonostante la Disney
abbia spinto il film a suon di campagne promozionali in occasione
della stagione dei premi. Ma lo sappiamo: i cinecomic hanno da
sempre un rapporto piuttosto complicato con i premi e le
candidature, nonostante i recenti successi di Deadpool,
Logan e Black Panther (che
a modo loro sono riusciti a scrivere la storia del genere) e le
quattro nomination conquistate quest’anno da
Joker di Todd
Phillips.
Avengers:
Endgame non ha raccolto i medesimi consensi,
nonostante il successo planetario, gli effetti speciali
sbalorditivi e una storia profondamente incentrata sui personaggi.
Probabilmente, viste le numerose candidature ottenute da
The Irisham e le recenti dichiarazioni di
Martin Scorsese sui film Marvel, il dibattito sui cinecomics e sul loro essere o meno cinema
continuerà ancora a causa delle decisioni dell’HFPA…
Euphoria
Tornando a parlare di piccolo
schermo e di serie tv, insieme a When They See
Us non si può non annoverare
Euphoria tra i grandi snobbati di
quest’anno. Nonostante sia stata elogiata dalla critica, che ne ha
particolarmente apprezzato l’autenticità nel raccontare la cruda
realtà giovanile, la serie creata da Sam
Levinson per HBO con protagonista Zendaya
non ha ricevuto neanche una candidatura.
Un vero e proprio smacco nei
confronti di uno show che si è fatto notare per la finezza della
scrittura e per la bellezza delle immagini. Un prodotto che avrebbe
meritato maggiore considerazione in questa stagione dei premi, dal
momento che sempre più raramente si utilizzano forme così eleganti
per raccontare di sofferenze ed abissi così profondi.
Joker
ha incassato oltre 1 miliardo di dollari al box office mondiale,
ricevendo il plauso della critica fin dalla sua anteprima
all’ultima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia
(dove è stato addirittura premiato con il Leone d’Oro): non
sorprende, dunque, che il film di Todd Phillips risulti tra i grandi
protagonisti dell’ultima edizione dei Golden
Globes, le cui nomination sono state
annunciate nella giornata di ieri.
Joker,
cinecomic DC vietato ai minori, è riuscito a portare a casa ben
quattro candidature, di cui tre in altrettante categorie
principali: Miglior Film Drammatico, Migliore Regista (Todd
Phillips), Miglior Attore in un film Drammatico (Joaquin
Phoenix) e Miglior colonna sonora originale
(Hildur Guðnadóttir).
Variety è
riuscito ad intervistare il regista Todd Phillips in merito all’attenzione
riservata dall’Hollywood Foreign Press Association
(l’organizzazione di giornalisti professionisti che assegna i Globi
d’Oro) al suo film. Ecco le parole di Phillips in merito:
“Quando ho proposto per la
prima volta il film alla Warner Bros., non ho mai pensato a incassi
o a nomination. Pensavo solo a come avrei potuto convincerli a
realizzare il film. Per quanto concerne l’interesse del pubblico,
credo abbiano giocato diversi fattori: sicuramente la performance
così coinvolgente di Joaquin Phoenix… si era totalmente immerso in
quello che stava facendo. Sul set dicevo sempre al direttore della
fotografia che non avevamo bisogno di effetti speciali perché
Joaquin era il nostro grande effetto speciale. Prima ancora di
iniziare a girare, sapevo quanto avesse investito in questo ruolo e
io stesso sapevo di avere tra le mani qualcosa di molto
speciale.”
Nel corso della medesima intervista
è stato chiesto a Todd Phillips un commento sul
chiacchieratissimo sequel del film: ci sarà o non ci sarà? Evitando
di scendere nei dettagli, il regista ha commentato brevemente:
“È veramente troppo presto per dirlo. Vi giuro che non ho
ancora neanche parlato con Joaquin di quello che potrebbe o non
potrebbe succedere.”
Joker
diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais ed è
arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e
racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione
nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.
Il mito di Baby
Yoda non accenna a tramontare, e mentre la serie
The Mandalorian, in onda su Disney +,
continua a raccogliere consensi, il piccolo e tenero alieno
appartenente alla stessa razza del famoso maestro Jedi, continua ad
essere uno dei personaggi più amati dell’anno.
Sul canale Youtube stryder
HD viene infatti proposto un nuovo video in cui l’alieno verde
scende in campo contro le armate di Thanos sulle pianure wakandiane
in Avengers: Infinity War. Ecco di seguito l’esilarante video in
cui per le truppe del Titano Pazzo non resta scampo.
Senza apparentemente nessun tipo di
problemi, Baby Yoda si adatta perfettamente all’universo MCU, quasi come se avesse sempre
aspettato dietro le quinte di entrare in scena tra le fila dei
Vendicatori. Basta vedere in che modo la battuta di Bruce Banner si
adatta all’arrivo di Baby Yoda e Mando, che arrivano proprio quando
la battaglia sembra persa. Il tema musicale di Star Wars,
inoltre, sembra così naturale con la scena montata in quel
modo.
Steve Rogers / Captain America
(Chris Evans) è il nonno di Peter Quill /
Star-Lord (Chris Pratt)? La teoria, abbastanza
“selvaggia” sta impazzando in rete da un bel po’, e parte
dall’osservazione di un fan molto attento che ha intercettato Laura
Haddock in Captain America: Il Primo
Vendicatore.
Andiamo con ordine: un fan del
MCU ha visto che Laura
Haddock, attrice che in Guardiani della
Galassia interpreta Meredith, la mamma di Peter
Quill, compare anche nel primo film di Cap nei panni di una fan del
Super Soldato. Questo ha portato ad alcune speculazioni. La donna
non può essere, per questioni anagrafiche, la mamma di Peter, ma
potrebbe essere sua nonna. E se durante quell’incontro, magari
intimo, con Cap, l’eroe le avesse lasciato in grembo una bambina,
la futura mamma di Peter?
A rispondere sulla questione è
intervenuto James Gunn, che, dopo lo stop dai social a seguito del
licenziamento da parte di Disney, sta riprendendo la sua intensa
attività social, rispondendo a molte domande dei fan.
Il regista ha smentito la teoria. Su
Twitter ha citato un articolo che riporta la teoria, smentendola. A
sostegno della sua risposta, Gunn cita anche il fatto che abbiamo
effettivamente incontrato il nonno di Peter Quill in entrambi i
film sui Guardiani, interpretato da Gregg Henry.
In effetti, la questione si scontra
anche con ciò che tempo fa Chris Evans disse di
Steve. In un’intervista, l’attore disse che Captain
America potrebbe essere ancora vergine (ai tempi di
The Avengers). Prima della
trasformazione, Steve non era certo un adone, benché avesse un
grande cuore. Dopo la trasformazione, quando le donne cadevano ai
suoi piedi, è stato molto preso da faccende molto importanti e
serie, cosa che forse lo ha tenuto lontano della attenzioni delle
signorine, inoltre l’amore con Peggy non è stato forse mai
consumato prima del suo incidente trai ghiacci. Per cui la stessa
teoria che Cap possa essere il nonno di Peter Quill non sta affatto
in piedi.
Per fortuna, gli eventi di
Endgame hanno rimesso le cose al loro
posto, e Steve ha avuto tutto ciò che avrebbe sempre meritato dalla
vita, una famiglia, dei figli, l’amore della sua vita.
Arriva da Collider la notizia che
Jonathan Groff
(Mindhunter) si è unito al cast di
The
Matrix 4, attualmente in produzione con la regia
di Lana Wachowski.
Il ruolo è al momento segreto ma
sembra che Groff si schiererà con Neil Patrick
Harris, già confermato nel
cast, dalla parte dei nuovi cattivi contro cui si scontreranno
i nuovi eroi di quest’altro capitolo. Vi ricordiamo che nel cast
sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II,
Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e
che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski.
Secondo quanto riportato da
Justin Kroll di Variety, quello di Reeves
non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”,
dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più
giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre
indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il
personaggio interpretato nella trilogia originale da
Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
Al recente Brazilian Comic
Con è stato presentato il primo trailer
ufficiale di Wonder Woman 1984, ma la
convention nerd è stata anche una ghiotta occasione per la regista
Patty Jenkins – presente all’evento insieme alla
star Gal Gadot – di parlare del futuro del
franchise sul grande schermo.
Naturalmente, come tutti i grandi
franchise che si rispettino, le avventure di Diana Prince al cinema
potrebbero non terminare con l’uscita di Wonder Woman
1984 e a tal proposito la Jenkins ha rivelato di
avere già una storia pronta per un terzo potenziale film. Queste le
sue dichiarazioni in merito riportate dall’Hollywood
Reporter:
“In realtà conosciamo già
l’intera storia di un terzo possibile film. Si tratta solo di
cambiare alcune idee, soprattutto in merito a quando potremmo
realizzarlo. Di sicuro non vogliamo realizzarlo nell’immediato. È
stato bello realizzare i primi due film quasi back-to-back, ma
credo che adesso ci sia bisogno di una pausa. Mi piacerebbe
dedicarmi ad altri progetti nel mezzo, senza contare che Gal ha
altre cose da fare. Non mi piace prendere decisioni con largo
anticipo. Dobbiamo vedere se entrambe avremo ancora voglia di fare
un altro film: se così sarà, lo faremo quando sarà il
momento.”
Ma un terzo possibile capitolo
dedicato a Wonder Woman non è l’unica progetto
legato al franchise che sembra occupare i pensieri di Patty
Jenkins. Sempre in occasione dell’ultima edizione del
CCXP, la regista ha rivelato che lei e la Warner Bros. hanno
considerato la possibilità di uno spin-off dedicato alle
Amazzoni.
La regista non ha rivelato
particolari dettagli, ma stando a quanto raccontato da un
giornalista di CinePop su Twitter, la
Jenkins dovrebbe essere coinvolta nel progetto solo in qualità di
produttrice esecutiva e non di regista. Se il progetto dovesse
essere confermato, si tratterebbe del secondo spin-off ambientato
nell’Universo DC dopo l’annunciato film dedicato alle Creature della
Fossa viste in Aquaman.
Vi ricordiamo
che Wonder Woman 1984 uscirà
il 6 giugno 2020. Il film è stato definito
dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta
per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno
anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal.
Dopo l’uscita di Suicide
Squad nelle sale, i fan della DC hanno reclamato a gran
voce un film interamente dedicato al personaggio di Harley
Quinn: quel sogno sembra essersi finalmente concretizzato
con Birds of Prey, che arriverà nelle
sale a febbraio del prossimo anno.
Dovranno ricredersi, però, tutti
quelli che speravano che il cinecomic Birds of
Prey con protagonista Margot Robbie
sarebbe stato un film interamente dedicato alla Mattacchiona (anche
a causa della campagna promozionale che, tra immagini, trailer e
poster, ha privilegiato il personaggio della supercriminale),
perché stando ad alcune recenti dichiarazioni della regista
CathyYan, il film
racconterà sì la storia di Harley Quinn, ma al tempo stesso non
sarà una pellicola interamente dedicata a lei.
“È la storia di Harley, ma è
anche la storia di tutte queste altre donne”, ha spiegato la
regista in una recente intervista con Screen Rant, facendo
riferimento agli altri personaggi che vedremo nel film. “E in
un certo senso la storia di una richiama quella dell’altra. Ecco
perché il sottotitolo ‘The Emancipation of One Harley Quinn’: si
tratta di una storia che viene portata avanti. All’inizio del film
troviamo Harley da sola, senza il Joker: durante il film scoprirà
che non ha bisogno di nessuno se non di se stessa. Non stringerà
per forza amicizia con queste altre donne, ma il loro incontro le
porterà ad intraprendere un vero processo di emancipazione. Mi
piace il fatto che non sia il film di Harley Quinn: è una cosa
sulla quale ho riflettuto tanto quando ho letto la sceneggiatura. È
un film dal respiro molto più ampio: non si può parlare neanche di
un film di squadra per certi versi…”
A detta della regista, quindi,
Birds of Prey avrà modo di concentrarsi
su ogni singolo personaggio femminile che vedremo entrare in azione
al fianco di Harley Quinn: “Le vediamo
insieme, come fossero una squadra. Ma ci sarà anche la possibilità
di trascorrere del tempo con ognuna di loro. Tutte sono le
protagoniste del film e questo aspetto mi piace tantissimo. Credo
che una storia così non sia mai stata raccontata in questo
modo.”
Sempre intervistata da Screen Rant,
CathyYan ha poi parlato del
modo in cui il film affronterà i problemi legati alla salute
mentale di Harley, problemi che saranno strettamente connessi
all’evoluzione del personaggio: “In lei coesiste una profonda
dualità. C’è Harley Quinn, ma c’è ancora la dottoressa Harleen
Quinzel, con tutta la sua intelligenza. E credo che sia proprio
questo che definisca, almeno in parte, il suo superpotere. Al tempo
stesso però è facilmente manipolabile, ha un’autostima molto bassa…
per non parlare di tutti i problemi nati dalla relazione con il
Joker. Insomma, è una grande opportunità per esplorare la donna
dietro Harley Quinn, esplorare quella dualità e approfondire la sua
psiche”.
E a proposito della relazione tra
Harley Quinn e il Joker, già
esplorata in Suicide Squad di David Ayer,
la produttrice Sue Kroll ha invece specificato –
sempre alle pagine di Screen Rant – che
Birds of Prey sarà “un film autonomo,
non collegato a Suicide Squad. Non è un sequel, né una
continuazione di quella storia. Lei e il Joker si sono lasciati.
Birds of Prey sarà il viaggio dell’emancipazione di Harley Quinn e
di tutte queste altre donne.”
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.“
I primi character poster di
Wonder Woman 1984 ci hanno mostrato la
prima foto ufficiale alla Barbara Ann Minerva di Kristen
Wiig. Dai fumetti sappiamo che il personaggio dell’attrice
comica si trasformerà ad un certo punto in Cheetah, avversario di
Diana.
Sempre dai testi originali, sappiamo
che il costume di Cheetah è in qualche modo impegnativo perché fa
parte di quegli abiti che, in live action, potrebbero risultare
ridicoli, per cui è probabile che vedremo un costume della villain
adattato alle esigenze del grande schermo, così come capitato
diverse volte nella storia dei costumi dei supereroi.
Da Instagram e da alcune
dichiarazioni che ha rilasciato Patty Jenkins al
CCXP di San Paolo, adesso, abbiamo più informazioni su ciò che sarà
il costume di Cheetah. La Warner Bros ha usato il
social per diffondere i primi character poster del film, in cui
vediamo Diana, Steve, Minerva stessa e Maxwell. Nel poster dedicato
al personaggio della Wiig, vediamo che Minerva indossa abiti a
stampa animalier, che potrebbero rappresentare uno stadio mediano
dello sviluppo del costume, che sarà, secondo le dichiarazioni
della regista, comune fondato su elementi practical. Nessuna tutina
in CGI, dunque!
In merito al costume, Jenkins ha
dichiarato che si tratterà principalmente di effetti pratici,
quindi un costume vero e proprio da indossare, ma che si arriva
“ad un punto in cui sei un po’ oltre ed hai bisogno di
aiuto.”
Vi ricordiamo che Wonder Woman
1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il
film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima
iterazione della supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris Pine (volto del
redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.
La Disney e la Lucasfilm ci hanno
ormai abituato alla totale segretezza che vige attorno alla trama
degli episodi di Star Wars, e
naturalmente Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker non sfugge a questa regola, considerato che
si tratta non solo del capitolo finale della trilogia sequel, ma
anche dell’atto finale dell’intera saga degli Skywalker.
Nonostante i numerosi trailer
internazionali, le immagini promozionali, gli spot e le featurette
di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker,
possiamo tranquillamente affermare di non conoscere ancora nel
dettaglio la trama del film di J.J. Abrams: molto
riguardo al film è ancora avvolto nel mistero e siamo certi che non
mancheranno i momenti più emozionanti o le scene “a rischio
convulsioni”, così come i colpi di scena.
E proprio in materia di colpi di
scena e di svolte narrative impreviste che è stato intervistato
Richard E. Grant, tra le new entry di Episodio IX
nei panni del Generale Pryde. Quando – in una recente intervista
con Yahoo – è stato
chiesto al noto attore britannico quale sarà, a suo avviso, il
momento del film che sconvolgerà maggiormente gli spettatori, Grant
ha fatto riferimento ad un grande plot twist che
riguarderà uno dei personaggi principali, affermando:
“Ci sarà un grande plot twist
che riguarderà uno dei personaggi, ed è qualcosa che non mi sarei
mai aspettato di vedere. Ha senso tanto dal punto di vista emotivo
quanto da quello della storia, e ho pensato che fosse qualcosa di
particolarmente intelligente. Credo sia incredibile prendere
qualcosa che è iniziato con il primo film nel 1977 e, dopo nove
episodi, portarlo ad una risoluzione.”
Ovviamente, Richard E.
Grant non ha potuto rivelare il nome del personaggio in
questione. È probabile che questo grande colpo di scena possa
riguardare uno dei nuovi personaggi della trilogia sequel, forse
Rey o Kylo Ren, ma non è escluso che tale svolta narrativa possa
riguardare anche il personaggio di Finn, dal momento che nel film
verranno esplorate le origini dell’ex Stormtrooper; o ancora, è
probabile che il grande plot twist possa essere collegato
al personaggio di Palpatine, il cui ruolo nella storia è stato
tenuto nascosto fin dall’uscita del primo trailer ufficiale.
Per scoprirlo bisognerà attendere il
18 dicembre, quando Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker farà finalmente il suo debutto nelle sale
italiane.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Tra i nuovi personaggi che verranno
introdotti nell’attesissimo Black Widow,
il cinecomic interamente dedicato al personaggio della Vedova Nera
interpretata nel MCU da Scarlett
Johansson, figura anche Red Guardian, che
avrà il volto di David Harbour, star della serie
Stranger Things e del recente reboot di Hellboy.
Il primo trailer
ufficiale di Black Widow ci ha
permesso di dare un primo sguardo a quello che sarà il look del
Guardiano Rosso, ma adesso è grazie alla Hasbro
che possiamo osservare ancora più nel dettaglio il costume che
sfoggerà l’agente speciale nel cinecomic in arrivo al cinema il
prossimo anno.
La società statunitense che produce
giocattoli, infatti, ha annunciato la nuova linea di action figure
interamente dedicata al cinecomic che darà ufficialmente il via
alla Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel. È proprio una prima
immagine ufficiale delle bambole giocattolo ad offrirci uno sguardo
completo al costume di Red Guardian, con tanto del
tradizionale scudo che il Difensore brandisce nei fumetti.
Non abbiamo la conferma che anche
nel film vedremo David Harbour entrare in azione
con lo scudo, dal momento che questo tipo di action figure si
basano generalmente su concept art e non sul prodotto finito.
Potete vedere l’immagine delle
action figure di Black Widow, che includo
anche i personaggi di Vedova Nera e di Taskmaster, di seguito:
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden con Captain
Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Nancy, folgorante
debutto al lungometraggio della sceneggiatrice e regista Christina
Choe premiato al Sundance Film Festival, al
Sitges Film Festival, dopo esser stato presentato
il 15 novembre in anteprima italiana come pellicola d’apertura al
RIFF Rome Independent Film Festival arriverà nelle sale italiane il
12 dicembre grazie a Mariposa Cinematografica e 30 Holding.
Nancy, un teso dramma psicologico
in cui nulla è quello che sembra, vede protagonista la
pluripremiata Andrea Riseborough (Birdman,
Mandy, Morto Stalin Se Ne Fa Un Altro, La Battaglia dei Sessi,
Animali Notturni,
Oblivion) nei panni di una giovane donna tormentata
che decide di presentarsi a quelli che sostiene essere i propri
veri genitori, che la credevano scomparsa da trent’anni.
La Riseborough, interprete dotata e
camaleontica dall’impressionante filmografia, è affiancata da uno
straordinario Steve Buscemi (Fargo, Le Iene, Boardwalk
Empire) e da un gruppo di eccellenti caratteristi del grande
schermo con esperienze di assoluto prestigio nella serialità
televisiva: Ann Dowd (The Handmaid’s Tale, The
Leftovers, Masters of Sex), J. Smith-Cameron
(Succession, Rectify) e John Leguizamo (John Wick,
Bloodline, E.R.). Nancy è un racconto intimo e perturbante che
esplora con sorprendente originalità il tema dei legami che
uniscono le persone tra loro, e che coglie con grande potenza
l’identità di un’epoca nella quale i confini tra verità e menzogna
si confondono continuamente.
Realizzato da un team produttivo
composto all’80% da donne (contro una media di settore del 12%) e
forte di interpretazioni intense e ricche di sfumature, di un ritmo
incalzante e di una colonna sonora ipnotica, Nancy è stato salutato
dalla critica internazionale come uno dei migliori debutti del
2018.
La trama del film Nancy
Nancy (Andrea Riseborough) è una
ragazza di 35 anni dall’indole tormentata e con una vita difficile:
è sola, non ha un impiego stabile, vive con una madre malata e
burbera (Ann Dowd) e non riesce a sfondare come scrittrice. Nel suo
mondo la realtà e la finzione si con- fondono, e nemmeno
l’incontro con un uomo gentile e affranto come lei, Jeb (John
Legui- zamo), sembra poter cambiare le cose. Un giorno però Nancy
si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo (Steve
Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith), una coppia che aveva visto
sparire nel nulla la propria bambina trent’anni prima, mostrano
come sarebbe oggi il volto della loro figlia, e quel volto somiglia
incredibilmente a quello di Nancy. La ragazza deciderà di
contattare i due spiegando di esser stata rapita da bambina e da
lì inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e
diffidenza.
In occasione del lancio del
Morandini 2020 – storico dizionario dei film e
delle serie tv che quest’anno dedica la copertina al film
di Bellocchio “Il Traditore” –
Zanichelli e Il Cinemino lanciano
una singolare iniziativa per tutti gli appassionati cinefili: sulla
pagina ufficiale Facebook della Casa Editrice, dall’11
dicembre 2019 al 20 febbraio 2020, una selezione di film e
serie tv si sfideranno in più confronti ad eliminazione diretta.
Sarà quindi il pubblico a decretare i vincitori del
contest.
Inoltre, il film vincitore sarà
proiettato al Cinemino durante una serata esclusiva il 27 febbraio
2020.
Il nuovo Morandini 2020 edito da Zanichelli
Come da tradizione, anche quest’anno
il Morandini 2020, la storica guida alle
produzioni cinematografiche e televisive, sceglie per la copertina
un film italiano: quello ritenuto il migliore della passata
stagione. Quest’anno la “bibbia dei cinefili” premia l’ultimo
lavoro di Marco Bellocchio Il
Traditore.
Dopo due anni consecutivi di
vittoria, Paolo Virzì passa idealmente il testimone al cineasta più
anticonformista del panorama italiano, Marco
Bellocchio, che conquista la vetta con la sua ultima opera
“Il Traditore”, aggiudicandosi ben 4 stelle.
Premiato con 7 Nastri d’Argento e un
Globo d’Oro, Il Traditore è un
“un’opera politica, civile, di denuncia sociale dove (…)
l’Autore documenta i fatti con una precisione, una puntualità e
un’asciuttezza di linguaggio e di immagini davvero
ammirevoli.”
Francesco Favino, protagonista
poliedrico, padroneggia con lucidità e carisma il ruolo del “boss
dei due mondi” “che sceglie di parlare non per vendetta, ma
perché non si riconosce più in quella che per lui era una sorta di
confraternita, una società di mutuo soccorso con regole e leggi
interne, diventata una banda criminale che scatena guerre insensate
e uccide innocenti, donne e bambini compresi”.
Il Morandini 2020
(16.500 opere censite nella versione cartacea, 27.000 in quella
digitale, dal 1902 all’estate del 2019), promuove altri film
celebri della passata stagione cinematografica: 4 stelle anche per
Domani è un altro giorno di Simone Spada,
con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. “È una commedia
drammatica esistenziale di forte impatto emotivo, che offre
leggerezza, ma mai in modo superficiale, diversi spunti di
riflessione.”
Matteo Rovere, con Il
Primo Re, riceve invece 3 stelle; nel suo film
muscoloso e cinetico, fatto di terra e sangue e privo di
sentimento, racconta l’epica tragedia di Romolo e Remo.
“Spudorato, coraggioso, brutale, ambizioso”, si legge
nella guida.
Stesso punteggio per
Dafne di Federico Bondi – un film intenso
e delicato che affronta con sensibilità il rapporto padre-figlia
“senza retorica e senza paternalismo” – e per
Il Grande Spirito di Sergio Rubini.
L’opera n°13 di Rubini è una vera e
propria “dichiarazione d’amore per le proprie radici
contaminate da un discutibile progresso”.
UNA STAGIONE DI GRANDI SERIE
TELEVISIVE
Il Morandini 2020,
oltre ai film, dedica un’ampia appendice alle serie tv italiane ed
estere; nella sua ultima edizione raccoglie oltre 1100 titoli.
Nella guida, una menzione speciale è
riservata alla serie tv Il Commissario
Montalbano: da 13 stagioni intrattiene il pubblico
italiano con le rocambolesche avventure del Commissario Salvo
Montalbano, che con acume e i suoi metodi non sempre del tutto
ortodossi risolve casi complessi e difficili da gestire.
“Dall’ottima penna di Andrea Camilleri, – si legge infatti
nel Morandini – la serie più tipicamente italiana e insieme
meglio riuscita che sia mai stata realizzata nel Belpaese, con un
Luca Zingaretti di una bravura raramente vista in Italia e così
perfetto per il personaggio da dare l’impressione che i libri siano
stati scritti per lui”.
Un grande successo anche per la
serie Gomorra: con taglio
cinematografico, un ottimo cast e splendide musiche, la serie
ispirata al romanzo di Roberto Saviano racconta la lotta per il
mantenimento del potere da parte del clan Savastano di
Secondigliano, in cui spicca il giovane Ciro detto «L’immortale».
“Azione e complotti, sparatorie e tradimenti, per una serie
italiana di ottimo livello, dove la legge sembra impotente e la
narrazione si svolge fra i gruppi criminali che detengono il potere
assoluto sul territorio”.
Saverio Costanzo scrive e dirige la
trasposizione dei romanzi di Elena Ferrante e dà vita alla serie
L’amica geniale, prodotto tv
italo-statunitense acclamato dal pubblico, dalla critica e anche
dal Morandini. La prima stagione si rifà al primo libro, nel quale
si narra il legame fra Elena Greco e Lila Cerullo che crescono
insieme, tra enormi difficoltà, in un quartiere degradato della
Napoli Anni ‘50.
Bocciato invece
Baby, il teen drama tutto
italiano firmato Netflix. Liberamente ispirata allo scandalo romano
delle baby squillo dei Parioli, la serie narra le vicende di due
adolescenti parioline senza problemi economici che per ozio, per
insicurezza e per autolesionismo finiscono per prostituirsi.
“L’ambientazione ammicca troppo a serie americane, abusa di
stereotipi e di dialoghi improbabili. Le validi interpreti
avrebbero meritato una sceneggiatura migliore”, afferma senza
mezzi termini la critica Morandini.
Mentre comincia la stagione dei
premi (Oscar, Golden Globes, David di Donatello, Nastri d’Argento
ecc) e tutti premiano i film, la Rete degli Spettatori lancia il
PREMIO ALLO SPETTATORE, un concorso che dà la possibilità al
pubblico di vincere gli accrediti per i principali festival
italiani.
I film più in vista godono di
distributori potenti e lanci milionari e gli spettatori non hanno
problemi a vederli. Ci sono però dei film quasi invisibili che a
volte valgono molto di più. Ecco l’obiettivo della Rete: scovare
spettatori-esploratori, curiosi, appassionati, che hanno voglia di
condividere i loro pensieri. Spettatori che meritano un premio.
Partecipare al concorso è facile:
basta aver visto uno dei 18 film della rassegna A TUTTO SCHERMO (la
lista completa la trovate a questo link) e
scrivere una recensione attraverso i social: per esempio un post su
Facebook, oppure un tweet o un video per Instagram o YouTube con le
vostre opinioni, ricordando di taggare Rete degli Spettatori.
Le migliori recensioni saranno
pubblicate sui nostri canali e parteciperanno a inizio 2020 alla
premiazione ufficiale del Premio allo Spettatore. Regolamento
completo a questo link.
Si apre nell’immacolato panorama
dei ghiacciai dell’Antartide il nuovo film di Richard
Linklater, intitolato Che fine ha fatto
Bernadette?, trasposizione dell’omonimo romanzo, e
con protagonista assoluta l’attrice premio Oscar Cate
Blanchett. Un luogo, quello mostrato in apertura, che
si rivelerà fondamentale per lo sviluppo del personaggio. Nel
silenzio e nel candore di un luogo così ai confini del mondo, la
protagonista avrà modo di perdersi e ritrovarsi, portando a
compimento tanto la storia quanto la metafora che si porta sulle
spalle. Sfortunatamente, il nuovo lungometraggio dell’autore di
Slacker e Boyhood si
rivela essere un prodotto confusionario, trasposizione poco
riuscita di un omonimo romanzo evidentemente difficile da riportare
in immagini.
La storia è quella di Bernadette
Fox (Cate
Blanchett), leggenda nel campo dell’architettura ma da
tempo ritiratasi a vita privata, e che dietro i grandi occhiali
scuri nasconde modi scostanti e un’abrasiva ironia nei confronti
del mondo e delle persone. Quando come premio per la pagella
perfetta sua figlia Bee chiederà a lei e al padre Elgie un viaggio
in Antartide, Bernadette si preparerà come può all’imminente
viaggio, che sembra scombussolare la sua routine. Incapace di
gestire intoppi e disastri del quotidiano, Bernadette abbandonerà
infine i preparativi, facendo perdere le sue tracce. Sarà a quel
punto proprio Bee, insieme a suo padre, a dover ricomporre il
puzzle e scoprire che fine ha fatto sua madre.
Che fine ha fatto Bernadette?: il
film
Un film di Linklater è facilmente
riconoscibile per il suo approccio alla storia, ai personaggi, per
i temi che animano il racconto e per il suo saperli far emergere
con grande spontaneità. Sono caratteristiche queste che, seppur più
camuffate rispetto ad altre occasioni, si ritrovano anche
in Che fine ha fatto Bernadette?,
nuovo film dell’autore texano. Per permettere di entrare nel mondo,
e nella testa, di Bernadette, Linklater costruisce una prima parte
del film ricca di eccessi, dialoghi, personaggi che si incontrano e
scontrano. Li fa muovere senza fornire grandi spiegazioni sul loro
passato e sulla loro vera natura. L’effetto è, col senno di poi,
funzionale al tema della storia. Partecipando al caos della vita
quotidiana della protagonista, anche lo spettatore ne rimane
frastornato, ritrovandosi incastrato in quello stesso limbo
avvertito da Bernadette, incapace di dar vita a nuovi progetti
artistici.
Nel momento in cui tutti questi
incastri raggiungono l’apice, ecco che si apre una seconda parte di
film dedicata alla ricerca di un nuovo equilibrio, il quale ha
inizio con la fuga che genera la domanda del titolo. Fuggire dalla
Seattle caotica per la pacifica Antartide diventa così
rappresentazione visiva del moto che porta alla possibilità di
uscire da una fase stagnante della propria vita, per dare nuovo
sfogo alla vena creativa. Una grande metafora nella quale chiunque
artista può ritrovarsi, e che stando a quanto affermato dal regista
è proprio ciò che lo ha attratto di più del progetto.
Allo stesso tempo, circondata da
dispositivi elettronici e dalle ultime trovate della tecnologia,
Bernadette sembra trarre un beneficio solo effimero da questi, i
quali vengono a sparire dallo schermo nel momento della fuga in
Antartide. Tale massiccia presenza, seguita poi da totale assenza,
sembra sottolineare ulteriormente come la creazione artistica
dipenda esclusivamente da sé stessi, di fatto non potendo delegare
tale talento alle intelligenze artificiali che oggi ci circondano,
e che sembrano non poter essere di nessun aiuto a riguardo.
Che fine ha fatto Bernadette? è
una trasposizione dal mancato potenziale
Nonostante l’universale e
apprezzabile tematica, il film vive tuttavia di una serie di
incidenti di percorso che lo rendono probabilmente uno dei lavori
meno rilevanti dell’autore. Assegnato a Linklater dalla casa di
produzione Annapurna, il film soffre l’adattamento
di un romanzo epistolare di difficile riproposizione
cinematografica. Ciò si nota in particolare nell’inclusione di una
serie di sotto trame che non trovano adeguato approfondimento,
finendo con l’apparire elementi superflui e poco incisivi. Tra
tutte, quella riguardante i criminali russi è certamente la più
evidente.
Benché funzionale alla metafora, lo
stesso caos generato nella prima parte del film impedisce la
possibilità di entrare facilmente in empatia con la protagonista,
che risulta criptica forse troppo a lungo. Nonostante alla
sceneggiatura vi sia la mano di Linklater, noto per il suo talento
a riguardo, il film appare sbilanciato nella proposizione degli
eventi, generando lunghi periodi di vuoto in cui il film sembra non
partire mai realmente.
Fortunatamente alla regia vi è
Linklater, che pur se non al suo meglio, sa costruire una messa in
scena e una gamma di inquadrature e movimenti di macchina mirati a
raccontare più di quanto non facciano le parole, che dal canto loro
escono senza freni dalle bocche dei personaggi principali. Data la
sua presenza, il film riesce in fin dei conti a non cadere
nell’anonimato. Nella sua interpretazione di Bernadette, invece,
Cate Blanchett si muove, come il film in sé, sul
filo del rasoio, a volte eccedendo nella caratterizzazione, altre
risultando emotivamente coinvolgente, sempre però con la classe che
la contraddistingue.
Difficile negare che
Che fine ha fatto Bernadette? sia un
mezzo passo falso per Linklater, che negli anni ha incantato con
film di ben più alta levatura, e che in questa occasione poco o
nulla aggiunge al suo percorso artistico. Nonostante il suo
impegno, il film manca di sfoggiare il suo potenziale, rimasto
inespresso, dovendosi accontentare di essere una discreta commedia
sul processo artistico e la genitorialità.
ll primo trailer
ufficiale di No Time to Die è stato
ufficialmente rilasciato. Naturalmente, le prime immagini della
nuova avventura di James Bond – che dovrebbe
essere l’ultima per Daniel Craig – ha lasciato
aperte una serie di domande che, ovviamente, troveranno risposta
soltanto quando il film arriverà nelle sale di tutto il mondo (in
Italia uscirà l’8 aprile 2020).
Di seguito abbiamo raccolto le 10
principali domande che ci ha lasciato il trailer del nuovo film
dedicato all’iconica spia britannica, diretto da Cary Joji
Fukunaga e interpretato anche il premio Oscar Rami
Malek:
Quali segreti nasconde la maschera?
Il trailer ci mostra la
famigerata maschera in stile Fantasma dell’Opera usata dal villain
Safin, interpretato da Rami Malek. La maschera
sembra essere in qualche modo connessa anche al passato dalla
fidanzata di Bond, Madeleine Swann. Se per Safin la maschera viene
utilizzata per coprire il volto cicatrizzato, per Madeleine la sua
esistenza sembra essere fonte di dolore e anche di paura.
Molti fan, via Twitter, sembrano
essere già saltati alle conclusioni e hanno ipotizzano un
collegamento tra il personaggio di Safin (o almeno, la sua
maschera!) e il villain Blofeld (Christopher
Waltz). Tra le vecchie pellicole di Bond interpretate da
Daniel Craig è iniziata la cassa a qualsiasi tipo
di collegamento con il tratto distintivo del nuovo villain
interpretato dalla star di Bohemian Rhapsody.
Per quanto tempo Bond si è ritirato?
Internet ci dice che Bond è stato
assente dal MI6 per circa 2 anni, ma il trailer fa sembrare
l’assenza dell’agente segreto dall’agenzia di spionaggio molto più
lunga. Alla fine di Spectre, cinque anni
fa, era chiaro che Bond si era ritirato e si stava preparando ad
abbracciare una nuova vita insieme a Swann. Il trailer non
specifica cosa abbia fatto in tutti questi anni, a parte alcune
brevi immagini che sembrano alludere a quel periodo.
E se Bond fosse diventato un
mercenario? Dov’è stato insieme a Swann per quasi 2 anni? E cosa è
successo in questo lasso di tempo? Ma soprattutto: cosa lo ha
spinto a tornare in azione per aiutare il suo amico Felix Leiter
(Jeffrey Wright)?
Com’è possibile che Bond venga reintegrato dall’MI6?
Nel trailer vediamo Daniel
Craig recitare ancora una volta la battuta più iconica
dell’intera saga – ossia “Bond, James Bond!” – mentre si
introduce all’interno dell’MI6. È chiaro tanto dal materiale
promozionale quanto dal trailer che Bond ha lasciato i servizi
segreti di Sua Maestà per un po’ di tempo…
Ma come fa a rientrarvi, e perché M
lo permetterebbe? In Licenzia di
Uccidere, quando Bond – interpretato all’epoca da
Timothy Dalton – minacciò di lasciare l’MI6, gli
fu detto: “Non siamo un Country Club!”, lasciando
intendere che l’agente poteva andarsene solo quando gli veniva
ordinato. A quanto pare le circostante del reinserimento del Bond
di Craig nell’MI6 saranno un parte fondamentale della storia di
No Time to Die…
Perché Leiter chiede aiuto a Bond?
Supponendo che l’amico di Bond,
Felix Leiter, stia ancora lavorando per la CIA, perché dovrebbe
chiedere aiuto ad un agente che ha deciso di ritirarsi? Nel
trailer, Felix afferma che Bond “è l’unico di cui si può
fidare”, mentre dal materiale promozionale si evince che
Leiter sta cercando aiuto per ritrovare uno scienziato
scomparso.
Nell’universo di Bond, la CIA è
chiaramente ben equipaggiata e pronta a gestire qualsiasi crisi:
molte volte è stata proprio l’organizzazione a tirare fuori dai
guai 007. Inoltre, Leiter è sempre stato un amico leale nei
precedenti film con Craig, quindi è altamente improbabile che
scelga di mettere ‘agente in una posizione che potrebbe
comprometterlo. Perché sia la CIA che Leiter sembrano avere un
disperato bisogno dell’aiuto di Bond?
Che ruolo avrà Blofeld?
È chiaro dal trailer che la cattura
del villain Ernst Stavro Blofeld in
Spectre avrà tutta una serie di
conseguenze in No Time to Die. Bond lo
affronta mentre il cattivo si trova in una cella fatta di vetro,
una cella che ricorda quella usata per imprigionare Silva
(Javier Bardem) in
Skyfall. La breve sequenza assomiglia
molto al celebre incontro tra l’agente Starling e il Dottor Lecter
ne Il Silenzio degli Innocenti, un
momento cult nella storia del cinema che ha generato decine di
topoi simili, sulla scia del “Chiedi all’assassino come trovare un
altro assassino!”.
Ad ogni modo, Blofeld sembra essere
la chiave dell’intricato puzzle al centro della storia di
No Time to Die, ma viene da chiedersi se
non sia lui non a manipolare Bond o, peggio, la Dottoressa Swann. E
ancora: conosce Safin? Lo sta aiutando ad incastrare 007?
Chi è intrappolato sotto il ghiaccio?
Nelle scene del trailer ambientate
sotto la neve, vediamo qualcuno che lotta per tornare in
superficie, intrappolato sotto uno strato di ghiaccio abbastanza
spesso, mentre Safin osserva la scena dall’alto. Chi sta affogando
nell’acqua fredda? Forse Bond? O si tratta dello scienziato
scomparso che abbiamo menzionato in precedenza?
Ci auguriamo che nel film la figura
in questione possa riemergere presto dall’acqua, in modo che la
scena non risulti poco credibile agli occhi del pubblico…
Perché Bond guida una vecchia auto?
Forse non sarà la domanda più
importante di tutte, ma potrebbe risultare comunque interessante.
Con tutti i veicoli che Bond può avere a disposizione, perché nel
trailer lo vediamo alla guida di una Aston Martin D75 del 1964? È
vero che si tratta di un modello modificato, con tanto di
mitragliatrici e vetri antiproiettile…
Potrebbe anche esserci nascosto un
ordigno esplosivo al suo interno, dal momento che Bond ha
minacciato M (Judi Dench) in
Skyfall… ma se ti stai preparando per
tornare in azione, soprattutto nel 21° secolo, una reliquia con 50
anni di storia alle spalle non sembra essere lo strumento più
adatto per vincere uno scontro armato!
Chi è il nuovo Agente Doppio 0?
Com’era già accaduto con la
trasformazione di Michelle Yeoh nel ruolo
dell’agente Wai Lin ne Il Domani Non
Muore Mai, i fan si chiedono adesso chi sia in realtà
il nuovo Agente Doppio 0 interpretato da Lashana
Lynch. Il trailer ci mostra un personaggio carismatico,
sicuro di sé particolarmente abile, proprio come Bond.
Dal materiale promozionale emerge
chiaramente che potrebbe trattarsi della controparte di Bond
all’interno dell’MI6. Il suo ruolo diventa ancora più misterioso
quando la vediamo insieme alla Dottoressa Swann in fondo ad un
lungo corridoio, o quando suggerisce a Bond di “stare al suo
posto!”. È probabile però che una volta che le cose si
complicheranno, aiuterà l’agente nella sua missione.
Chi è il nuovo villain?
In quella che dovrebbe essere
un’altra grande trasformazione da star, l’attore Rami
Malek interpreta il malvagio Safin, un uomo mascherato e
sfigurato che si oppone ai piani di 007 e che tenta disperatamente
di fermarlo. Tuttavia, quali siano i piani di Safin e cosa vuole
non solo da James Bond ma anche dalla Dottoressa Safin, è avvolto
nel mistero…
Lui e Swann sono legati da un oscuro
passato? Swann è figlia del traditore Mr. White, interpretato da
Jesper Christensen in tutti e tre i precedenti
capitoli della saga con Daniel Craig. Esiste una
relazione con Safin? E soprattutto, è Blofeld che in qualche modo
controlla e comanda le azioni di Safin da lontano? Ci auguriamo che
il personaggio sia così sfaccettato e così perfettamente delineato
da coinvolgere il pubblico al pari di altri iconici villain del
passato.
Perché Swann avrebbe tradito Bond?
La più grande domanda arriva a 10
secondi dall’inizio del trailer. Perché l’amore della vita di Bond
dovrebbe tradirlo? Ciò che quel tradimento comporta e quale impatto
avrà sulla loro relazione appare secondario rispetto al fatto che
le loro vite sono nuovamente a rischio. Chiaramente, le azioni
della Dottoressa Swann e il mondo in cui queste influenzeranno gli
altri nuovi personaggi rappresenta uno dei punti cruciali della
storia di No Time to Die.
Le ripercussioni di questo
tradimento, di questo segreto nascosto, risuoneranno probabilmente
lungo tutto l’arco narrativo del film. Perché qualcuno dovrebbe
ingannare Bond e fino a che punto questo qualcuno è disposto a
spingersi per riscattarsi? Se questo film sarà davvero l’ultimo 007
interpretato da Daniel Craig, è probabile che
questo altro tradimento porterà l’agente ad intraprendere percorsi
narrativi inesplorati…
Storia del
matrimonio di Noah Baumbach, uno
sguardo bruciante sulla fine di una relazione, ha ottenuto sei
nomination ai Golden Globes 2020. A produrre il
film c’è Netflix, il gigante dello streaming, che ha investito
miliardi di dollari in contenuti originali negli ultimi anni.
Quello che ormai potremmo definire uno studio a tutti gli effetti,
oltre a primeggiare in campo cinematografico, ha anche guidato le
nomination sul fronte televisivo, segnando quattro nomination a
testa per The
Crown e Unbelievable.
In totale, Netflix ha conquistato 34 nomination ai Golden Globes,
tra televisione e cinema, dominando la concorrenza e superando
qualsiasi altra compagnia di intrattenimento.
Un altro titolo Netflix, l’epopea
di gangster di Martin ScorseseThe Irishman, ha raccolto cinque
nomination ai Globes, pareggiando con C’Era una
volta a Hollywood di Quentin
Tarantino. Chernobyl di
HBO ha pareggiato con i due show Netflix a quattro nomination.
Il risultato delle nomination
annunciate nella mattinata losangelina del 9 dicembre, è un segno
di un nuovo ordine mondiale a Hollywood, che è sempre più dominato
dai servizi di streaming. Insieme a Netflix, Hulu e Amazon Prime
hanno di che festeggiare, con le nomination a
Catch-22 e a La Favolosa
Signora Maisel, mentre Apple raccoglie consensi
per The Morning Show.
Intanto, mentre Disney ha già
lanciato Disney + in Nord America e Olanda, Comcast e WarnerMedia
stanno preparando i loro sfidanti, Peacock e HBOMax.
La corsa alla regia cinematografica
non ha incluso nessuna regista donna, escludendo artisti del
calibro di Greta Gerwig per il suo lavoro in
Piccole donne o Lulu
Wang per The Farewell – Una Bugia Buona. La
categoria vede comunque una serie di nomi di grandissimo prestigio:
Tarantino, Scorsese, Jong-Ho, Mendes e Phillips.
Visto che i Golden Globes
2020 dividono le categorie comedy/musical e drama,
C’era una volta a Hollywood concorrerà
contro Jojo Rabbit, Cena con Delitto,
Dolemite is My Name e Rocketman. Mentre The
Irishman se la vedrà con 1917,
Storia di un Matrimonio, I
due papi e Joker.
La cerimonia annuale, ospitata
dalla Hollywood Foreign
Press Association, è la tappa più divertente della
maratona della stagione dei premi, e non sempre rappresenta uno
specchio di quello che accadrà ali Oscar, vista proprio la
divisione in due categorie dei film che partecipano.
L’edizione 2020 promette di essere
costellata di stelle di altissimo livello, alla luce di una
stagione cinematografica ricca di titoli di grande pregio. Se la
categoria drammatica per il migliore attore vede lo scontro
titanico tra Christian Bale (Le
Mans ’66), Adam Driver
(Storia di un Matrimonio),
Joaquin Phoenix (Joker),Antonio
Banderas (Dolor
y Gloria), insieme al decano Jonathan
Pryce (I due papi), quella per
il migliore attore comico vede Daniel Craig,
improbabile investigatore di Cena con
Delitto, confrontarsi con Leonardo
DiCaprio (C’era una volta a
Hollywood), Taron Egerton
(Rocketman), Eddie
Murphy (Dolemite Is My Name) e
Roman Griffin Davis, il giovane artista che ha
fatto il suo debutto con Jojo Rabbit.
La categoria per la migliore
attrice in una commedia/musical è un bel misto, con
Cate Blanchett (Che fine ha fatto,
Bernadette) ed Emma Thompson
(E poi c’è
Katherine), che si scontrano con le stelle
nascenti Awkwafina (The Farewell – Un
Bugia Buona) Ana de Armas
(Cena con Delitto) e Beanie
Feldstein (Booksmart). La
migliore attrice drammatica, invece, presenta una rosa altrettanto
interessante: Cynthia Erivo (Harriet),Scarlett Johansson (Storia di un
matrimonio), Saoirse Ronan
(Piccole donne) e due mutaforma
Charlize Theron (Bombshell) e
Renée Zellweger (Judy), qui onorate per
le camaleontiche interpretazioni di Megyn Kelly e Judy Garland.
Trai grandi esclusi, annoveriamo
Robert De Niro e Adam Sandler,
che hanno ottenuto alcune delle migliori recensioni delle loro
carriere per il loro lavoro in The
Irishman e Uncut Gems, ma
non sono riusciti a raggiungere la cinquina. Allo stesso modo,
Sandra Oh, una vincitrice dell’anno scorso per
Killing Eve, è stata esclusa. Forse il
più scioccante è stato il fatto che When They See
Us, di Ava DuVernay sul caso del
jogger di Central Park, è stato completamente ignorato dai
Golden Globes 2020, nonostante il diffuso plauso
della critica.
Nella migliore interpretazione di
un’attrice in una serie televisiva drammatica, Jodie
Comer è in competizione con artisti del calibro di
Jennifer Aniston (The Morning
Show), Olivia Colman
(The Crown), Nicole
Kidman (Big Little Lies) e
Reese Witherspoon, riconosciuta per il suo ruolo
in The Morning Show. Le concorrenti come
migliore attrice nella categoria di una serie comica sono
Christina Applegate (Dead to
Me), Rachel Brosnahan
(La favolosa signora Maisel),
Kirsten Dunst (On Becoming a God in
Central Florida), Natasha Lyonne
(Russian Doll) e Phoebe
Waller-Bridge (Fleabag).
La categoria miglior attore di una
serie comica comprende attori come Michael Douglas
(The Kominsky Method) e Paul
Rudd (Living with Yourself), che
sono però meglio conosciuti per il loro lavoro sul grande schermo.
Si scontreranno con Bill Hader
(Barry), Ben Platt
(The Politician) e Ramy Youssef
(Ramy). E mentre Game of
Thrones è stato ampiamente trascurato dagli elettori
di Globes, la star Kit Harrington è riuscita a
mettere a segno la nomination come miglior attore drammatico. La
sua competizione sarà con Brian Cox
(Succession), Rami Malek
(Mr. Robot), Tobias
Menzies (The Crown) e
Billy Porter (Pose).
Oltre ai servizi di streaming, ci
sono studios “tradizionali” che hanno comunque fatto la voce grossa
alle nomination ai Golden Globes 2020, tra questi
c’è Sony Pictures, che ha ottenuto otto nomination, oltre a due
candidature per la divisione artistica Sony Pictures Classics.
Disney e Warner Bros. hanno registrato sei nomination a testa, con
Frozen 2 e
Joker. In campo televisivo, l’unica che
può ambire a far paura a Netflix è solo la HBO, che ha conquistato
quindici nomination con Barry, Chernobyl
e Succession.
Per quanto riguarda le serie, oltre
a Game of Thrones che avrebbe meritato un
posto d’onore, almeno per quanto riguarda il suo posto nella storia
produttiva del mezzo, è vergognosa l’assenza di
Euphoria, una delle migliori pagine di
storia recente della tv mai scritte.
La cerimonia di quest’anno sarà
condotta da Ricky Gervais, il creatore di The
Office, che ha presentato i Golden
Globes altre 4 volte e sostituisce la coppia dello scorso
anno, formata da Andy Samberg e Sandra
Oh. La cerimonia andrà in onda il 5 gennaio su NBC.
Ecco il primo trailer di Ghostbusters:
Legacy (Ghostbusters:
Afterlife in originale).
In versione originale:
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale,
composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per
ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della
storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale
dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche
Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon,
Paul Rudd.
Sinossi:
Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre
single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione
con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata
dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman
& Gil Kenan.
Gli Avengers
possono non aver ancora incrociato le strade con gli Eterni
nell’MCU, ma Kevin
Feige ha rivelato che gli Eterni
sono già consapevoli della presenza degli eroi. Sappiamo che
l’attesissimo film con Angelina Jolie e
Kit Harington è la seconda voce della lista della
Fase 4 della Marvel, ma a parte questo, dettagli
come trama e ambientazione sono tenuti nascosti.
Apparendo al CCXP di quest’anno, i
Marvel Studios hanno mostrato i primi filmati degli
Eterni, insieme ad alcuni nuovi filmati di
Black Window, previsto per il 2020.
Il presidente dei Marvel Studios ha anche spiegato come gli
Eterni si relazionano con i più potenti eroi della Terra, che sono
sicuramente destinati a interagire in qualche punto della
narrazione, per un crossover epico.
Comic Book era
presente a una conferenza stampa al CCXP durante la quale
Kevin Feige ha discusso brevemente del rapporto
tra Vendicatori ed Eterni, oltre ad anticipare l’arrivo dei
Celestiali.
“Gli Eterni sanno dell’esistenza
di I Vendicatori. I Vendicatori non sanno molto di Gli Eterni …
eppure. I Celestiali sono una parte importante del MCU, ne abbiamo visti alcuni in
Guardiani della Galassia. Da nessuna parte li abbiamo però visti
nella loro piena potenza, e questo accadrà ne Gli Eterni”.
Questi commenti ribadiscono che i
Celestiali svolgono un ruolo vitale nella storia, e abbiamo già
visto una loro concept
art. Non è stato elaborato il modo in cui gli Eterni vedono i
Vendicatori o cosa stavano facendo durante gli eventi di
Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame, quindi sarà
interessante vedere se vengono fornite spiegazioni durante il film
in merito a questo buco.
Gli Eterni,
diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast
Angelina Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit Harington (Black
Knight) Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan
(Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Il trailer di
Wonder Woman 1984 diffuso ieri in
occasione del CCXP di San Paolo in Brasile ha lasciato molti dubbi,
con tanti fan che già parlano di una versione femminile di Thor: Ragnarok.
Vuoi la scelta della musica e per l’ambientazione anni ’80, vuoi
per una questione cromatica e di look, il film sembra
effettivamente ricordare quello di Taika
Waititi.
Tuttavia, sappiamo che la seconda
collaborazione di Gal Gadot e Patty Jenkins riserverà molte
sorprese, a partire dai segreti nascosti nel trailer che potete
scoprire di seguito:
L’amicizia di Diana
con Cheetah
Il trailer di
Wonder Woman 1984 si apre con una scena
che mostra Diana e la sua amica Barbara Minerva, la donna che è
destinata a diventare il supercattivo Cheetah. Questo ritratto
sembra essere vagamente ispirato alla recente serie di fumetti di
Greg Rucka, in cui si è aggiunta una nota di tragedia alla storia
di Cheetah rivelando che era una delle amiche più care di Diana
prima che cadesse in disgrazia.
Le due donne discutono di amori
perduti e le loro prospettive contrastanti fanno luce sulle loro
differenze. Sembra che Diana non abbia mai superato il tempo
trascorso con Steve Trevor nei fatti raccontati in
Wonder Woman, e piange ancora per la sua
perdita; questo elemento può far parte del suo personaggio o può
semplicemente indicare la differenza tra una figlia degli dei con
una memoria molto lunga e un essere umano.
Maxwell Lord, il villain
Cheetah di Kristin
Wiig è stata anticipata come il cattivo principale di
Wonder Woman 1984, ma il trailer è molto
più interessato al Maxwell Lord di Pedro Pascal.
Nei fumetti, Lord è il figlio di un uomo d’affari ricco e benevolo,
profondamente colpito dalla morte di suo padre, che arriva a
credere che il potere fosse la cosa più importante al mondo. Era
particolarmente preoccupato per la possibilità che supereroi come
Superman e Wonder Woman mancassero della responsabilità adeguata ai
loro poteri, tanto che inizialmente è uno dei finanziatori della
Justice League.
La versione DCEU di Maxwell Lord
sembra essere leggermente diversa. Invece di concentrarsi sul
potere, sembra essere centrato sul capitalismo stesso, e in un
centro commerciale offre alla gente la possibilità di ricevere
“tutto ciò che hai sempre desiderato”. Non è chiaro quale sia il
suo prezzo, ma il trailer di Wonder Woman
1984 mostra rapidamente il fatto che non ha certo
buone intenzioni.
Wonder Woman rompe una telecamera
di sicurezza
Una scena chiave del
trailer di Wonder Woman 1984 mostra Diana
che usa il suo diadema per rompere una telecamera di sicurezza. A
prima vista può sembrare un gesto innocuo, ma in realtà è
abbastanza significativo. Una delle storie più famose di Maxwell
Lord è stata liberamente ispirata dal libro di George
Orwell, 1984, una delle distopie politiche più
importanti di tutti i tempi.
Pubblicato nel 1949, il romanzo di
Orwell è ambientato in un futuro distopico del 1984, in cui si
immagina un mondo caduto vittima di una guerra perpetua, una
sorveglianza pervasiva del governo e una propaganda costante.
Questa scena è il primo suggerimento nel trailer che Diana crede di
operare in uno stato di sorveglianza ed è determinata a fuggire. È
interessante notare che la videosorveglianza si è effettivamente
diffusa negli Stati Uniti negli anni ’80 e in quel momento era
particolarmente focalizzata su aree pubbliche come questo centro
commerciale.
“Pensa finalmente di avere tutto
quello che hai sempre desiderato”
Maxwell Lord sembra offrire
a chiunque stia ascoltando la sua trasmissione l’opportunità di
esaudire il desiderio del proprio cuore. La voce fuori campo è
accompagnata da inquadrature di Diana e Barbara Minerva. Diana sta
fissando un aereo mentre vola in alto, senza dubbio ricordando il
pilota Trevor, il suo amore perduto da tempo.
L’inquadratura di Minerva è molto
meno chiara; sembra essere in un laboratorio di qualche tipo. I
lettori di fumetti si renderanno immediatamente conto che può
trattarsi del momento in cui nasce Chetaah. Un report di giugno
suggeriva che il personaggio avrebbe seguito lo stesso arco di
fumetti in Wonder Woman 1984,
inizialmente emulando Diana ma poi tentando di soppiantarla.
Il misterioso ritorno di Steve
Trevor
Il trailer di
Wonder Woman 1984 mostra il misterioso
ritorno di Steve Trevor. Chris Pine ha esordito
nei panni di Steve Trevor in Wonder Woman
e l’eroico pilota ha sacrificato la sua vita per salvare il mondo.
I poteri di Maxwell Lord sembrano averlo resuscitato dai morti e il
suo ritorno lascia Diana scossa fino al midollo.
È interessante notare che questa
riunione avviene in un luogo pubblico, una sorta di incontro
formale a cui Diana partecipa, forse anche sotto copertura. In tal
caso, la domanda non è solo in merito a come Steve sia stato
riportato indietro dalla morte, ma anche perché si è presentato in
questa situazione specifica.
Brother Eye
L’inquadratura successiva
nel trailer di Wonder Woman 1984 è
cruciale, perché conferma che il film è davvero basato sulla storia
più famosa di Maxwell Lord. Ci viene mostrato il Brother Eye, un
enorme satellite che – nei fumetti – è stato creato dallo stesso
Batman per condurre una sorveglianza clandestina su tutto il
pianeta. È anche in grado di assumere il controllo di alcuni eroi
cibernetici, soppiantando le loro volontà.
Con l’aiuto di Lord, Brother Eye
sviluppa strumenti noti come OMAC – One-Man Army Corps. I nanobot
trasformano uomini e donne innocenti in OMAC, potenti guerrieri che
possono persino affrontare uno contro uno Superman o Lanterna
Verde. Il Brother Eye, ovviamente, prende il nome da “Grande
Fratello” in 1984 di George Orwell, e
questo potrebbe spiegare il titolo del film.
Steve Trevor e Wonder Woman nel jet
invisibile?
Ci sono state voci secondo
cui Wonder Woman 1984 introdurrà il jet
invisibile di Diana, e queste voci sembrano apparentemente
confermate dal trailer, che sembra mostrare Diana e Steve Trevor
che volano su di esso attraverso uno spettacolo pirotecnico.
Il jet invisibile è una delle idee
più strane dei fumetti di Wonder Woman, e originariamente
serviva da allegoria per il modo in cui tradizionalmente ci si
aspettava che le donne fossero invisibili nel mondo degli uomini.
La versione a fumetti dell’aereo è stata costruita su Themyscira e
vola a 40 miglia al secondo, ma la sua origine cinematografica e le
sue capacità sono attualmente sconosciute.
Amazzoni in allenamento (su
Bana-Mighdall?)
Il trailer di
Wonder Woman 1984 passa poi ad una serie
di inquadrature con protagoniste le Amazzoni, che si allenano in
una specie di arena; il costume e la scenografia sembrano
leggermente diversi dalla Themyscira dal primo film, forse perché
queste sono in effetti le Amazzoni della remota nazione egiziana di
Bana-Mighdall.
Nei fumetti, questa realtà fu
fondata da un gruppo di Amazzoni che lasciarono Themyscira circa
tremila anni prima; rinunciarono agli dei dell’Olimpo per cercare
vendetta sugli uomini che avevano così danneggiato la loro razza.
Il film Wonder Woman ha esplorato
sottilmente il tema di come le persone rispondono alla violenza,
con Diana che rifiuta di guardare dall’altra parte mentre il mondo
scende in guerra; sarà affascinante vedere in che modo questa tribù
di amazzoni si scaglia per vendetta contro chi ha usato loro
violenza.
Wonder Woman cavalca il
fulmine
Uno dei momenti più
sorprendenti del trailer di Wonder Woman
1984 vede Diana che usa il suo lazo di verità per
cavalcare fulmini nel cielo. È un’abilità che non è mai stata
mostrata nei fumetti, anche se potrebbe avere senso, dato che Diana
dovrebbe essere la figlia di Zeus.
Mentre questa inquadratura è
sorprendente, solleva un spinoso problema di continuità per il
DCEU; perché Wonder Woman non ha mostrato questo potere in
Batman V Superman: Dawn of Justice o
Justice League? La verità è che Warner
Bros. probabilmente non è troppo preoccupata della continuity.
La Golden Eagle di Wonder
Woman
Il trailer di
Wonder Woman 1984 termina con uno
splendido shot di Diana nella sua nuova armatura “Golden Eagle”.
Questa armatura fu introdotta nella storia di Elseworlds del 1996,
Kingdom Come, con Diana che la indossava per scendere in
guerra in prima linea.
Da allora è stata incorporato nella
continuity della DC Comics, e Diana la indossa praticamente ogni
volta che sta per andare in guerra. L’armatura dell’Aquila reale è
resistente ed efficace e nei fumetti è stata forgiata dalla madre
di Diana, Ippolita. Il DCEU potrebbe cambiare un po’ le cose, dal
momento che Diana potrebbe aver ottenuto l’armatura dopo la sua
visita a Bana-Mighdall.
Dakota Fanning, Susan
Kelechi Watson e Tim Allen insieme agli
ambasciatori dei Golden Globe Dylan e Paris
Brosnan, il presidente della Hollywood Foreign Press
Association Lorenzo Soria hanno annunciato le
nomination ai Golden Globes 2020.
Ecco tutte le nomination ai Golden Globes
2020
Best Performance by an Actor in a Limited Series or
Motion Picture Made for Television
Christopher Abbott (“Catch-22”)
Sacha Baron Cohen (“The Spy”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice”)
Jared Harris (“Chernobyl”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)
Best Performance by an Actress in a Limited Series or
Motion Picture Made for Television
Kaitlyn Dever (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Helen Mirren (“Catherine the Great”)
Merritt Wever (“Unbelievable”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon”)
Best Television Limited Series or Motion Picture Made
for Television
“Catch-22″ (Hulu)
“Chernobyl” (HBO)
“Fosse/Verdon” (FX)
The Loudest Voice (Showtime)
“Unbelievable” (Netflix)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a
Series, Limited Series or Motion Picture Made for
Television
Alan Arkin (“Kominsky Method”)
Kieran Culkin (“Succession”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Stellan Skarsgård (“Chernobyl”)
Henry Winkler (“Barry”)
Best Television Series – Musical or Comedy
“Barry” (HBO)
“Fleabag” (Amazon)
“The Kominsky Method” (Netflix)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)
“The Politician” (Netflix)
Best Original Score – Motion Picture
Daniel Pemberton (“Motherless Brooklyn”)
Alexandre Desplat (“Little Women”)
Hildur Guðnadóttir (“Joker”)
Thomas Newman (“1917”)
Randy Newman (“Marriage Story”)
Best Screenplay – Motion Picture
Noah Baumbach (“Marriage
Story”)
Bong Joon-ho and Han Jin-won (“Parasite”)
Anthony McCarten (“The Two Popes”)
Quentin Tarantino (“Once
Upon a Time in Hollywood”)
Steven Zaillian (“The
Irishman”)
Best Original Song – Motion Picture
“Beautiful Ghosts” (“Cats”)
“(I’m Gonna) Love Me Again” (“Rocketman”)
“Into the Unknown” (“Frozen II”)
“Spirit” (“The Lion King”)
“Stand Up” (“Harriet”)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a
Series, Limited Series or Motion Picture Made for
Television
Patricia Arquette (“The Act”)
Helena Bonham Carter (“The Crown”)
Toni Collette
Meryl Streep (“Big Little Lies”)
Emily Watson (“Chernobyl”)
Best Performance by an Actor in a Television Series –
Musical or Comedy
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Ben Platt (“The Politician”)
Paul Rudd (“Living with Yourself”)
Ramy Youssef (“Ramy”)
Best Performance by an Actress in a Television Series –
Musical or Comedy
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Kirsten Dunst (“On Becoming a God in Central Florida”)
Natasha Lyonne (“Russian Doll”)
Phoebe Waller-Bridge (“Fleabag”)
Best Performance by an Actor in a Television Series –
Drama
Brian Cox (“Succession”)
Kit Harington (“Game of Thrones”)
Rami Malek (“Mr. Robot”)
Tobias Menzies (“The Crown”)
Billy Porter (“Pose”)
Best Performance by an Actress in a Television Series –
Drama
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Olivia Colman (“The Crown”)
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Nicole Kidman (“Big Little Lies”)
Reese Witherspoon (“Big Little Lies”)
Best Actor in a Supporting Role in Any Motion
Picture
Tom Hanks (“A Beautiful Day in the Neighborhood”)
Anthony Hopkins (“The Two Popes”)
Al Pacino (“The Irishman”)
Joe Pesci (“The Irishman”)
Brad Pitt (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Best Actress in a Supporting Role in Any Motion
Picture
Kathy Bates (“Richard Jewell”)
Annette Bening (“The Report”)
Laura Dern (“Marriage Story”)
Jennifer Lopez (“Hustlers”)
Margot Robbie (“Bombshell”)
Best Actor in a Motion Picture – Musical or
Comedy
Daniel Craig (“Knives Out”)
Roman Griffin Davis (“Jojo Rabbit”)
Leonardo DiCaprio (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Taron Egerton (“Rocketman”)
Eddie Murphy (“Dolemite Is My Name”)
Best Motion Picture – Animated
“Frozen II” (Disney)
“How to Train Your Dragon: The Hidden World” (Universal)
“Missing Link” (United Artists Releasing)
“Toy Story 4” (Disney)
“The Lion King” (Disney)
Best Director – Motion Picture
Bong Joon-ho (“Parasite”)
Sam Mendes (“1917”)
Todd Phillips (“Joker”)
Martin Scorsese (“The Irishman”)
Quentin Tarantino (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Best Actor in a Motion Picture – Drama
Christian Bale (“Ford v Ferrari”)
Antonio Banderas (“Pain and Glory”)
Adam Driver (“Marriage Story”)
Joaquin Phoenix (“Joker”)
Jonathan Pryce (“The Two Popes”)
Best Actress in a Motion Picture – Musical or
Comedy
Awkwafina (“The Farewell”)
Ana de Armas (“Knives Out”)
Cate Blanchett (“Where’d You Go, Bernadette”)
Beanie Feldstein (“Booksmart”)
Emma Thompson (“Late Night”)
Best Television Series – Drama
“Big Little Lies” (HBO)
“The Crown” (Netflix)
“Killing Eve” (BBC America)
“The Morning Show” (Apple TV Plus)
“Succession” (HBO)
Best Actress in a Motion Picture – Drama
Cynthia Erivo (“Harriet”)
Scarlett Johansson (“Marriage Story”)
Saoirse Ronan (“Little Women”)
Charlize Theron (“Bombshell”)
Renée Zellweger (“Judy”)
Best Motion Picture – Musical or Comedy
“Once Upon a Time in Hollywood” (Sony)
“Jojo Rabbit” (Fox Searchlight)
“Knives Out” (Lionsgate)
“Rocketman” (Paramount)
“Dolemite Is My Name” (Netflix)
Best Motion Picture – Drama
“The Irishman” (Netflix)
“Marriage Story” (Netflix)
“1917”
(Universal)
“Joker” (Warner Bros.)
“The Two Popes” (Netflix)
È giunta al giro di boa la 29ma
edizione del Noir in Festival che dopo l’esordio a Como si
concluderà a Milano la sera di mercoledì 11
dicembre con l’anteprima de Il mistero Henri
Pick(Le mystère Henri
Pick) (ore 21:30 – IULM 6, Auditorium), in sala dal
19 dicembre per I Wonder Pictures.
Fabrice Luchini e
Camille Cottin sono i protagonisti della pellicola
diretta da Rémi Bezançon, adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo di David Foenkinos, che ruota attorno alla figura di un
misterioso scrittore e del suo romanzo: come ha fatto Henri Pick,
semplice pizzaiolo, a scrivere un libro che in breve tempo diventa
bestseller? Chi si nasconde dietro la sua identità? Una commedia
brillante e sorprendente, piena di colpi di scena e rivelazioni
inaspettate, perfetta conclusione di quel viaggio dalla letteratura
al cinema, dalle parole alle immagini e, viceversa, che quest’anno
il Noir in Festival celebra assieme a SIAE.
Per la mattinata di martedì 10, il
Noir in Festival rende omaggio a due registi che nella loro
carriera si sono ampiamente confrontati, seppur in maniera diversa,
con il genere: il primo è Claudio Bonivento, a cui
quest’anno va il Premio Luca Svizzeretto, che
racconterà la sua esperienza di regista e produttore tra cinema e
televisione (ore 10:00 a IULM 6, sala dei 146). A seguire
Fulci Talks, un incontro con la regista Antonietta
De Lillo e il critico Marcello Garofalo dedicato alla riscoperta di
un maestro del genere come Lucio Fulci (ore 11:00
– IULM 6, sala dei 146).
Per il Premio Caligari scendono in
campo 5 è il numero perfetto, esordio di
Igort dietro la macchina da presa ispirato all’omonima graphic
novel dell’autore, che sarà presentato in sala dall’attore da
Lorenzo Lancellotti (ore 17:00 – IULM 6,
Auditorium), e Gli uomini d’oro,
intrigante noir metropolitano diretto da Vincenzo
Alfieri (presente in sala) ispirato a un fatto di cronaca
accaduto a Torino nel 1996 (ore 22:00 – IULM 6, Auditorium).
Arrivano invece dall’America Latina
i due film del concorso internazionale in programma martedì 10
dicembre: 4X4 di Mariano Cohn (ore 15:00
– IULM 6, Auditorium) è una pellicola avvincente all’interno di un
fuoristrada lussuoso che si trasforma in un bunker da cui è
impossibile fuggire, mentre il brasiliano
Bacurau (ore 19.30 – IULM 6, Auditorium)
racconta dei fatti strani che si verificano in un piccolo villaggio
in seguito alla morte della matriarca.
Infine, a partire dalle ore 18:00
presso la Feltrinelli di Piazza Duomo, Gianrico
Carofiglio (La misura del tempo,
Einaudi) e Antonio Moresco (Canto di
D’Arco, SEM) dialogheranno su letteratura e
generi.
Arriverà al cinema dal 24 Dicembre
distribuito da Bim
DistributionThe Farewell – Una Bugia Buona,
diretto da Lulu Wang e con protagonista
Awkwafina.
Con The Farewell – Una
bugia buona, premio del pubblico al Sundance London e
applaudito all’ultima Festa del Cinema di Roma, la
sceneggiatrice/regista Lulu Wang ha creato un’intima celebrazione
del ruolo che ognuno di noi ha nella famiglia e, insieme, del modo
in cui la viviamo nel profondo, intrecciando con maestria il
ritratto garbatamente ironico della bugia in azione e il racconto
toccante di ciò che nella famiglia può unirci e renderci più forti,
spesso a dispetto di noi stessi.
The Farewell – Una Bugia Buona: trailer
La trama del film The Farewell – Una Bugia Buona
Billi (Awkwafina), nata in Cina e
cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun,
scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano
solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la
verità alla diretta interessata.
Per proteggere la sua serenità, si
riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato.
Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di
famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da
festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da
bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che
continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto.
The Farewell – Una Bugia Buona, il film
Tutto inizia quando Bill,
un’aspirante artista di New York che a stento conosce la Cina dove
è nata, si unisce al viaggio dei suoi genitori e dei parenti venuti
da ogni parte del mondo per rendere l’estremo saluto alla matriarca
della famiglia. I dottori li hanno informati che a Nai-Nai
(mandarino per nonna) restano solo pochi mesi di vita, la diretta
interessata ignora però la sua sorte, e la famiglia si adopera
affinché lei ne resti assolutamente all’oscuro. Invece di dirle
come stanno le cose, fingono che vada tutto bene, e spiegano a
Nai-Nai di essersi riuniti tutti non certo per dirle addio, ma per
festeggiare un felice, sebbene alquanto repentino, matrimonio.
Per Bill, imbevuta di cultura e
indipendenza americane, il piano contravviene sicuramente ad ogni
logica e probabilmente anche ad ogni etica. Eppure eccola lasciare
New York, nel peggiore dei momenti, spinta dal bisogno di vedere
Nai-Nai un’ultima volta, ma impossibilitata a spiegarle la ragione
della sua visita improvvisa. I maldestri tentativi di Bill di
tener fede alla bugia, mentre naviga in un mare di differenze
generazionali e culturali, creano momenti di comicità dal gusto
secco e spumeggiante come lo champagne per il brindisi del
matrimonio. Ma c’è anche una corrente più profonda che scorre
sotto la superficie: perché l’espediente del viaggio di Bill ritrae
ciò che le famiglie tengono celato e ciò che invece rivelano, ciò
che la famiglia esige da ognuno, e ciò che ognuno, in cambio, ne
riceve.
Wang tratta il tema con un misto di
leggerezza e gravità che rispecchia le emozioni che si
provano in certe riunioni familiari a cui non si è sicuri di
riuscire a sopravvivere, e che pure restano indimenticabili.
Una nuova anteprima di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker,
l’attesissimo episodio finale della celebre saga fantascientifica,
verrà presentata in esclusiva all’interno di
Fortnite.
Dopo aver lanciato la trilogia
sequel nel 2015 con Il Risveglio della Forza,J.J.
Abrams torna dietro la macchina da presa con
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, film
che chiuderà ufficialmente non soltanto la nuova trilogia, ma anche
l’intera saga degli Skywalker, iniziata nel lontano 1977.
Per celebrare l’arrivo nelle sale di
tutto il mondo dell’attesissimo Episodio IX (in Italia dal 18
dicembre), nuove immagini esclusive del film verranno mostrate ai
fan della saga e a tutti gli appassionati di videogame: il prossimo
14 settembre, infatti, basterà accedere all’area “Rapide Rischiose”
del noto videogioco e godere – a partire dalle 20:00 (ora italiana)
– di una scena esclusiva tratta proprio da L’Ascesa di
Skywalker, che verrà introdotta nientemeno che da J.J.
Abrams. Il collegamento partirà dalle 19:30 (ora
italiana).
Non è la prima volta che la casa di
sviluppo di videogiochi Epic Games unisce le forze
con la Disney e la Lucasfilm per
promuovere la saga di Star Wars: già in passato,
una partnership tra la realtà videoludica e il media franchise –
partnership che ha visto sempre il coinvolgimento di
Fortnite – era stata stretta per l’arrivo del
videogioco Star Wars Jedi: Fallen
Order.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Arriva via Twitter la
conferma che anche Peter Sarsgaard si unisce al
cast di The Batman. Matt
Reeves in persona ha pubblicato un tweet in cui dà il
benvenuto all’attore nel suo cast.
L’annuncio però non riporta
l’identità del personaggio che Sarsgaard interpreterà; potrebbe
essere il vice commissario Peter Grogan, oppure, come dice THR, si
potrebbe trattare di un poliziotto corrotto di nome Wasserman o un
procuratore distrettuale. In caso dell’ultima ipotesi, è chiaro
che, parlando di procuratore distrettuale, nel mondo di Batman, il
nome che salta alla memoria è Harvey Dent, già visto sul grande
schermo con il volto di Aaron Eckart. Nulla però è
confermato.
Questo non è il primo ruolo di
Sarsgaard in un film DC. In precedenza l’attore figlio e fratello
d’arte ha interpretato Hector Hammond in Lanterna
Verde del 2011.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin
Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald
Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova
Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright
(commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss Carmine
Falcone.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di
Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder
Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere
nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il
mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di
Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.