La Paramount
Pictures ha annunciato lo spostamento delle date d’uscita
di alcuni dei film che ha in catalogo, tra cui segnaliamo l’atteso
World
War Z 2, il tredicesimo
film del franchise di Venerdì 13, che sarà un
nuovo remake, e il film di Darren Aronofsky con
protagonista Jennifer Lawrence (Galeotto) che si
intitolerà mother!.
Slittate la date d’uscita di
alcuni film Paramount Pictures
World
War Z in particolare era stato annunciato per il
9 giugno 2017 mentre Venerdì 13 per il 13 ottobre
di quest’anno. Entrambe le date d’uscita sono state sospese senza
essere di nuovo assegnate.
Per quanto riguarda il film di
Aronofsky, è subentrato all’uscita di
Venerdì 13, assicurandosi la data del 13 ottobre
2017. Nel film, al fianco di Jennifer Lawrence, ci
saranno anche Domhnall Gleeson, Michelle
Pfeiffer, Javier Bardem e Ed Harris.
Ricordate i bei tempi
andati? 80 for Brady racconta la storia di quattro
amici anziani che intraprendono un viaggio in macchina verso
Houston per assistere al Super Bowl LI e vedere il loro eroe, il
leggendario Tom Brady, e i suoi storici New
England Patriots vincere il loro quinto campionato mondiale.
Cast: Lily Tomlin,
Jane Fonda, Rita Moreno, Sally Field, Tom Brady, Billy Porter, Rob
Corddry, Alex Moffat, Guy Fieri, Harry Hamlin, Bob Balaban, Glynn
Turman, Sara Gilbert, Jimmy O. Yang, Ron Funches, Matt Lauria,
Sally Kirkland, Alex Bentley, Rob Gronkowski, Danny Amendola, e
Julian Edelman
Data di uscita: 3
febbraio
Titanic: 25esimo anniversario
Sulla scia di Avatar: La via dell’acqua, James
Cameron riporterà al cinema il suo kolossal più iconico,
Titanic, giusto in tempo per il suo 25°
anniversario e, conoscendo Cameron, questa riedizione
Paramount sarà qualcosa di fantastico.
Cast: Leonardo
DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Frances Fisher,
Bernard Hill, Jonathan Hyde, Danny Nucci, David Warner e Bill
Paxton
Data di uscita: 10
febbraio
Scream 6
Dopo il successo di
Scream (2022), Ghostface porta il suo regno di
terrore omicida a New York City con Scream 6 e, anche se la protagonista del
franchise Neve Campbell non sarà presente, questo film dovrebbe
comunque essere in cima alla vostra lista di titoli da
spuntare!
Cast: Courteney
Cox, Melissa Barrera, Jenna Ortega, Hayden Panettiere, Jasmin Savoy
Brown, Mason Gooding, Dermot Mulroney, Henry Czerny, Samara
Weaving, Tony Revolori, Jack Champion, Devyn Nekoda, Liana
Liberato, Josh Segarra e Roger L. Jackson
Data di uscita: 10
marzo
Dungeons & Dragons: L’onore dei
ladri
Chris
Pine è il protagonista di questo film corale targato
Paramount, Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri e, con
Jonathan Goldstein e John Francis
Daley (Game Night) al timone, ci si
aspetta che questo film possa sorprendere ed essere uno dei più
divertenti blockbuster dell’anno!
Cast: Chris Pine,
Michelle Rodriguez, Regé-Jean Page, Justice Smith, Sophia Lillis,
Hugh Grant, Chloe Coleman, Jason Wong e Daisy Head
Data di uscita: 31
marzo
Transformers: Il Risveglio
Autobot, in marcia!
Optimus Prime e gli Autobot sono
tornati in una nuova avventura,
Transformers: Il Risveglio, che vede Steven
Caple Jr. (Creed II) prendere le redini
del franchise e guidarlo in una direzione completamente nuova, dove
incontreremo i Maximals e i Terrorcons1.
Cast: Anthony
Ramos, Dominique Fishback, Luna Lauren Vélez, Tobe Nwigwe, Peter
Cullen, Ron Perlman, Peter Dinklage, Pete Davidson, Liza Koshy,
Cristo Fernández, John DiMaggio, Michelle Yeoh, David Sobolov e
Michaela Jaé Rodriguez
Data di uscita: 9
giugno
Mission: Impossible – Dead
Reckoning Part One
Finalmente Ethan
Hunt torna in azione in Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One,
e la posta in gioco non è mai stata così alta. Anche se abbiamo
visto il teaser, il regista Christopher McQuarrie
è stato decisamente schivo sui potenziali dettagli della trama ma,
conoscendo i suoi trascorsi con Tom Cruise, c’è da
scommettere che ci aspetta una bella sorpresa quando questo film
arriverà la prossima estate.
Cast: Tom Cruise,
Ving Rhames, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Hayley
Atwell, Shea Whigham, Marcin Dorocinski, Pom Klementieff, Esai
Morales, Rob Delaney, Henry Czerny, Cary Elwes, Indira Varma, Mark
Gatiss, Charles Parnell, Greg Davis, Marcin Dorociński, Lampros
Kalfuntzos e Mariela Garriga
Data di uscita: 14
luglio
Teenage Mutant Ninja Turtles:
Mutant Mayhem
Non sappiamo molto del
prossimo film Paramount di Seth
Rogen e Evan Goldberg, Teenage
Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem, ma siamo pronti a
scommettere che varrà la pena aspettare, visto che i due attori
hanno dato una nuova veste ai supereroi adolescenti più amati dai
fan.
Cast: TBD
Data di uscita: 4
agosto
PAW Patrol: The Mighty Movie
Nonostante l’uscita in
contemporanea su Paramount+, PAW Patrol: The
Movie ha incassato più di 144,3 milioni di dollari l’anno
scorso con un budget di produzione stimato di 26 milioni di
dollari, quindi non deve sorprendere che la Paramount fosse
intenzionata a riportare questi cuccioli nelle sale. Non si sa
molto altro, ma questo dovrebbe essere un divertente regalo di
Halloween per i vostri bambini.
Su Paramount Network
– canale di intrattenimento di ViacomCBS Networks Italia
visibile sul 27 del digitale terrestre, sul 27 di Tivusat e
sul 158 di Sky – anche la Festa del Papà diventa un’occasione per
supportare la campagna #iorestoacasa. Giovedì 19 marzo il
canale amato dagli story lovers invita a trascorrere la serata in
compagnia di un film a tema, continuando a rispettare le regole di
comportamento di questo momento storico e a rimanere tutti a
casa.
Inoltre, per l’occasione, Paramount
Network presenta anche i dati più significativi della ricerca
Modern Dads, condotta da ViacomCBS Global
Consumer Insights*. Cosa vuol dire essere padre
oggi? Quale migliore occasione per chiedercelo se non
La Festa del papà che vede la figura maschile
sempre più coinvolta nella vita familiare e nella gestione dei
figli in tutte le diverse attività quotidiane, ancora di più in
queste giornate.
Oggi come non mai il ruolo del papà
è cambiato grazie ad una svolta culturale e sociale che incoraggia
sempre di più gli uomini a mostrare le proprie emozioni e la
propria vulnerabilità. Uno scenario nuovo che si riflette
positivamente nelle dinamiche familiari dove non esistono più
regole fisse, basate sul genere, ma solo regole proprie.
Il 70% dei papà in Italia infatti afferma che “un uomo è
capace al pari della donna di crescere i figli”.
Sono moltissimi i papà che definiscono la relazione con i propri
figli “forte e sentita”: il 90% dei papà in Italia
afferma che “avere figli è uno degli eventi più importanti della
vita” e l’81% dice che “avere figli mantiene
giovani”. E rientra a pieno titolo negli obiettivi di vita del
mondo maschile: il 76% degli uomini senza figli
afferma che vorrebbe diventare padre.
Rispetto al passato, le figure
paterne oggi, sono più consapevoli e attente. Dichiarano di voler
essere attivi e presenti durante la crescita dei figli e,
soprattutto, desiderano essere per loro un buon
esempio. Per questo curano il proprio benessere fisico e
mentale: in Italia il 50% dei padri si mantiene in
forma (vs. 48% dei maschi senza figli) e il 40%
dichiara di saper gestire lo stress (vs 30%).
I ‘Modern Dads’ vogliono
passare con i figli del tempo “di qualità” ed essere più
coinvolti emotivamente nel rapporto con loro. Incoraggiano la
comunicazione e la condivisione anche circa temi delicati e
vogliono instaurare una relazione più aperta e autentica:
il 74% dei papà intervistati in Italia desidera “essere un
amico per i propri figli” e il 48% vuole “avere un rapporto diverso
– per certi aspetti – rispetto a quello avuto con i propri
genitori”. I benefici fisici ed emotivi dell’essere padre sono
impagabili. Addirittura, per il 90% dei papà “stare con i propri
figli rende allegri ogni giorno”. Sempre per il 90%
dei papà intervistati “giocare con i figli è la prima attività che
li rende felici”, in questi giorni diventata attività necessaria
per trascorrere del tempo di qualità insieme in casa.
Non dimentichiamoci dunque di
festeggiare questi papà così moderni, bravi e attenti! Su
Paramount Network – il canale il 27 del digitale
terrestre, sul 27 di Tivusat e sul 158 di Sky – per
l’occasione va in onda, giovedì 19 marzo alle
21.10, la divertente commedia Due padri di
troppo diretta da Ivan Reitman (anche regista di
Ghostbusters) con l’attore premio Oscar Robin
Williams, interprete di numerose pellicole di successo (tra
cui ricordiamo L’attimo fuggente e Will Hunting –
Genio ribelle con cui vinse ben due statuette) e l’amico e
attore Billy Crystal, indimenticabile protagonista della
commedia cult Harry, ti presento Sally… Il film mette al
centro la fuga d’amore di un sedicenne che costringe la madre a
chiedere aiuto ai due ex amanti: Jack, affermato avvocato di Los
Angeles, e Dale, uno scrittore che prova a sbarcare il lunario a
San Francisco. I due uomini si ritroveranno coinvolti nella
disperata, quanto divertente, ricerca del loro pseudo figliolo
innamorato. Riusciranno nella loro impresa comune? Non ci
resta che scoprirlo e augurare una buona visione a tutti i
papà!
Paramount ha annunciato oggi che
l’antologia di cortometraggi dedicati alla giustizia sociale,
In Bloom, sarà presentata in anteprima venerdì 1°
marzo su Pluto TV.
In Italia, In
Bloom sarà trasmesso sul canale Pluto TV Film
venerdì 1° marzo alle 21.30; su MTV (canale Sky
131 e in streaming su NOW),
venerdì 8 marzo alle 23.55, e sabato 9 marzo alle 20.30.
IN BLOOM sarà inoltre disponibile dal 14 marzo su Paramount+.
L’antologia sarà disponibile anche
su YouTube e sui social media di MTV Shuga.
Disponibili in prossimità della
Giornata Internazionale della Donna – venerdì 8 marzo – i film,
unici nel loro genere, attraversano paesi, continenti e culture,
approfondendo la complessità delle questioni di genere con
personaggi che si trovano sull’orlo di momenti decisivi per la loro
vita, per scelta o per via delle circostanze.
In Bloom
è stato prodotto dalla MTV Staying Alive Foundation, da Paramount
Global e dalla Bill & Melinda Gates Foundation. La selezione
racconta storie inaspettate e inascoltate che affrontano una serie
di questioni cruciali come la povertà mestruale, il matrimonio
infantile, la violenza di genere, lo stigma dell’HIV, la
pianificazione familiare e l’emancipazione economica delle donne.
L’antologia è stata realizzata da cinque registe emergenti
provenienti da Nigeria, Kenya, India, Stati Uniti e Brasile, che
hanno saputo sostenere in modo creativo le nuove voci e hanno dato
vita a conversazioni approfondite per smantellare le ingiustizie
sistemiche.
I cinque film sono In
Bloom:
Period – Come molte compagne di classe poco
abbienti della sua scuola, Fay non può permettersi i prodotti
mestruali, così intraprende una crociata per ottenerli
gratuitamente. Scritto e diretto da Nicole Teeny, con Yasmina
El-Abd.
Alta – Un’adolescente ribelle che si rifiuta
di uscire dal bagno costringe il padre disperato a cercare aiuto
per far ragionare la ragazza, ma le cose prendono una piega
inaspettata quando viene rivelata la loro vera relazione. Scritto e
diretto da Priyanka Banerjee, con Mazel Vyas.
Maré – Una madre vicina all’esaurimento cerca
conforto da una situazione di vita tumultuosa. Scritto e diretto da
Giuliana Monteiro, con Vanessa Giácomo.
Kifungo – Un’ambiziosa e romantica lotta con
l’accettazione di sé dopo aver scoperto di essere sieropositiva.
Scritto e diretto da Voline Ogutu, con Brenda Wairimu.
Aféfé – Quando l’anziana e malata suocera si
trasferisce inaspettatamente, la vita di un’appassionata estetista
prende una piega spaventosa. Scritto e diretto da Dolapo “LowlaDee”
Adeleke, con Folu Storms.
Oltre alle 5 registe, IN BLOOM è prodotto da Georgia Arnold,
Richard Chang-Warburton e Sara Piot per MTV Staying Alive. Il film
è finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation.
L’antologia si basa sull’impegno di
Paramount di porre l’equità di genere al centro, un percorso
condiviso che l’azienda ha iniziato da tempo e che ha portato a una
maggiore rappresentanza di donne in ruoli di primo piano nei suoi
contenuti.
Paramount Pictures
ha in mente grandi progetti a livello di animazione. Proprio per
questo motivo è stato ingaggiato Lino Di Salvo,
capo animazione nel film premio Oscar
Frozen, che diverrà il nuovo creative
director per la Paramount. L’annuncio è stato dato da Adam
Goodman, che supervisiona l’animazione come presidente
della Paramount Film Group, ma Di Salvo aveva reso noto il
trasferimento in un Tweet già tre settimane fa.
Di Salvo ha lavorato per 16 anni
alla Walt Disney Animation Studios, lavorando come
supervisore per Rapunzel e
Bolt, e prendendo parte alla produzione
di numerosi altri film d’animazione. Ora Di Salvo assisterà Goodman
per costruire un grande team d’animazione alla Paramount. Queste le
parole di Goodman: Sin dall’inizio, abbiamo aspirato a lavorare
con i più grandi artisti e storytellers del settore, e l’aggiunta
di Lino alla nostra piccola famiglia di animazione è emozionante
dato il suo incredibile talento. L’animazione CG è ancora agli
albori della sua straordinaria artisticità e, insieme con il
potenziale infinito del mezzo,ci dala possibilità di avere del
tempo incredibilmente eccitante per costruire la nostra
attività di animazione, e ci molta e continua ispirazione per
il futuro creativo.
Queste, invece, le parole e il
Tweet di Di Salvo, all’inizio della sua nuova avventura:
Non potevo lasciarmi sfuggire
questa incredibile opportunità di lavorare con l’all-star team di
artisti alla Paramount Animation. Le possibilità di reinventare e
rivisitare il CG in funzione dell’animazione sono praticamente
infinite, e sono entusiasta di essere alla Paramount aiutare a
forgiare quella incredibile, nuovo futuro.
Recentemente la nota rivista di
cinema hollywoodiana Variety ha pubblicato un articolo in
cui riportava il risultato di un sondaggio condotto sugli
appartenenti al FDC Faith Driven Consumer in merito
ai film a tema biblico. La casa di produzione
Paramount ha accusato la rivista di aver
manipolato il sondaggio, in quanto in esso non era contenuto nessun
riferimento diretto a Noah, il film di
Darren Aronofsky su Noè prodotto proprio da
Paramount, ma solo un riferimento generico ai film
che avessero come argomento un tema biblico.
Per contrastare il sondaggio
riportato da Variety (sul quale vi invitiamo a
leggere qualcosa in più a questo articolo), la Paramount ha
fatto un altro tipo di analisi per monitorare il grado di attesa in
relazione al film di Aronofsky. Tale indagine ha portato allo
straordinario risultato di un 83% di potenziali spettatori che
vogliono vedere il film.
Dal punto di vista di un
osservatore esterno, l’intera vicenda sembra invece solo a servizio
della pubblicità per il film, dal momento che, trattandosi di due
sondaggi completamente differenti e rivolti ad un campione di
popolazione differente, un paragone non ha assolutamente ragione
d’esistere.
Noah
di Darren Aronofsky arriverà in Italia il
prossimo 10 aprile 2014. La storia riprende la storia Noè, il
patriarca biblico, il più importante dopo Adamo e prima di
Abramo. Secondo la narrazione biblica è il costruttore
dell’Arca di Noè grazie a cui l’Umanità continuò la propria
esistenza sulla Terra; sull’Arca furono ospitate 7 coppie degli
animali puri ed una coppia di tutti gli altri animali (secondo
Genesi 6,19; secondo Genesi 7,2).
Transformers: Rise of the Beasts si concludeva con il
Noah di Anthony Ramos che, dopo aver salvato la situazione, si
presentava a un colloquio di lavoro per quello che pensava fosse un
semplice lavoro di sicurezza.
L’intervistatore sapeva in qualche
modo che aveva salvato il mondo e, dopo aver ringraziato Noah per
il suo servizio, gli rivelava che era giunto il momento di farsi
avanti e unirsi al suo gruppo. Perché? Perché sono nel bel mezzo di
una guerra. A questo punto, il misterioso agente Burk di Michael
Kelly consegna a Noah un biglietto da visita e sposta una targa sul
muro per rivelare la sua base segreta.
Insieme al protagonista del film,
abbiamo poi appreso che il biglietto era blasonato con la semplice
scritta “G.I. Joe“.
Dopo aver preparato il terreno per
l’atteso film crossover Transformers/G.I. Joe, i
fan non vedono l’ora di vederlo prendere forma. Il regista di
Rise of the Beasts, Steven Caple Jr., era stato
brevemente invitato a dirigere il film, ma ora non è più in lizza
e, fino a questo momento, non si è ancora parlato di uno
sceneggiatore.
The Hollywood Reporter ci informa
che Derek Connolly è stato ingaggiato dalla
Paramount Pictures per scrivere la sceneggiatura del film, ancora
senza titolo.
Connolly è noto
per essere un frequente collaboratore del regista Colin
Trevorrow e per aver scritto le sceneggiature di Jurassic
World e Jurassic World: Fallen Kingdom. Connolly ha
collaborato con Safety Not Guaranteed e ha
lavorato anche per Kong: Skull
Island,
Star Wars: The Rise of Skywalker e Detective Pikachu.
Recentemente ha lavorato alla sceneggiatura di The Legend
of Zelda per il regista Wes Ball e la Sony Pictures.
La star di Avengers:
Endgame,
Chris Hemsworth, è già in lizza per il ruolo di
protagonista, anche se i commenti del produttore di Transformers e
G.I. Joe, Lorenzo Di Bonaventura, hanno indotto i fan a moderare le
aspettative su come sarà esattamente questo crossover.
“Non considero le cose come un
universo, ma come una storia e [i Joe] saranno parte della storia.
Penso anche che il termine ‘crossover’ significhi cose diverse per
persone diverse. Per me i Joe, chiunque essi siano, entrano nel
mondo dei Transformers, non uniscono i due mondi“.
“Il piano è di fare alla fine
[un crossover]. Ma, per il prossimo film, saranno i Joe a entrare
in scena per qualsiasi cosa il finale di Rise of the Beasts ci
abbia fatto credere che sia possibile“.
“Oh, interagiranno. Non abbiamo
ancora sviluppato una sceneggiatura, però. Quello che posso dire è
che, proprio come facciamo con tutti gli altri film, sarà una
squadra di Transformers e umani a combattere la battaglia. I Joe ne
faranno parte“. Il film Transformers/G.I.
Joe, ancora senza titolo, non ha una data di uscita
confermata.
Oltre all’annuncio
dello slittamento della quinta stagione di Yellowstone,
Paramount ha annunciato ben due nuovi spin-off della serie:
1944, una serie prequel di Yellowstone
che Sheridan ha creato per la Paramount nell’ambito del suo ampio
contratto complessivo e 2024, una nuova serie
ambientata nei giorni scorsi.
1944 segue la
strategia prequel che in precedenza ha lanciato sia 1883
che 1923
su Paramount+, con ciascuna serie che esplora la vita
dei Dutton nell’anno titolare. Non sono disponibili dettagli
sulla trama di 2024, a parte il fatto che si prevede che inizierà
la messa in onda dopo la conclusione di Yellowstone.
Secondo una persona a conoscenza della serie, conterrà nuovi membri
del cast e luoghi con anche alcuni personaggi
crossover.
Con l’annuncio che lo show di punta si
sarebbe concluso con la quinta stagione, la Paramount aveva già
annunciato la nuova serie contemporanea ambientata nel mondo di
Yellowstone,
che originariamente avrebbe dovuto iniziare la messa in onda nel
dicembre di quest’anno. In precedenza era stato anche riferito che
Matthew McConaughey era in
trattative per recitare nella serie.
Sheridan è artefice anche delle serie
tv Mayor of Kingstown, Tulsa King, Special Ops: Lioness,
Land Man e Lawmen: Bass Reeves alla
Paramount+, con molti altri in fase di
sviluppo.
Yellowstone è stato
co-creato da Sheridan e John Linson. I produttori esecutivi
includono John Linson, Art Linson, Sheridan, Costner, Glasser, Bob
Yari, Stephen Kay e Christina Voros. Sia Yellowstone che il
nuovo sequel sono prodotti da MTV Entertainment Studios e 101
Studios.
“Il successo globale di ‘Yellowstone’
continua ad entusiasmare ed entusiasmare noi di 101 Studios e
Bosque Ranch. È stato un viaggio davvero esaltante con i
nostri partner di MTV Entertainment Studios e non vediamo l’ora di
portare “1944” e “2024” al pubblico di tutto il mondo”, ha
affermato David Glasser, CEO di 101 Studios.
“In cinque anni, abbiamo
trasformato Yellowstone
da uno show via cavo americano di successo con cinque milioni di
spettatori in un franchise di successo globale con oltre 100
milioni di fan in tutto il mondo e molteplici estensioni – e siamo
appena all’inizio“, ha affermato Chris McCarthy , presidente e
amministratore delegato di Showtime e MTV Entertainment
Studios.“Sulla scia del successo di ‘1883’ e
‘1923’, i nostri nuovi spin-off pianificati, ‘1944’ e ‘2024’,
porteranno il pubblico in un viaggio emozionante, nuovo e
inaspettato con la narrazione complessa e avvincente che è
diventata un segno distintivo di il franchise e ha contribuito a
trasformarlo in un fenomeno culturale mondiale, grazie alla mente
creativa di Taylor Sheridan”.
Oggi la Paramount
Animation ha rilasciato la data d’uscita di
numerosi film dello studio, che approderanno nelle sale a
partire dal Marzo del prossimo anno fino ad arrivare a pellicole
che usciranno nel Marzo 2019.
Tra tutti questi film, il primo che
vedrà il buio in sala sarà Il Piccolo
Principe, in uscita il prossimo 18 Marzo. Diretto
dal Mark Osborne (Kung Fu
Panda), la pellicola è il primo adattamento animato
del celeberrimo romanzo di Antoine de
Saint-Exupéry.
Monster
Truck, una collaborazione tra Paramount
Pictures e Nickelodeon Movies,
raggiungerà invece i cinema il 13 Gennaio del 2017. Il film sarà un
ibrido di live action e animazione in CGi, e sarà diretto da
Chris Wedge (Epic, Robots, L’era
glaciale).
L’8 Febbraio 2019 lo studio porterà
in sala Spongebob Squarepants 3, sempre
in collaborazione con Nickelodeon Movies e confermando tutto il
team che ha contribuito alla realizzazione di Spongebob
– Fuori dall’acqua, e sarà diretto da Paul
Tibitt.
Amusement
Park approderà al cinema il 22 Marzo 2019, a cura del
veterano dell’animazione Dylan Brown
(collaboratore di rilievo in progetti come
Ratatouille e Toy
Story).
La Paramount Animation ha inoltre
annunciato che Sherlock Gnomes arriverà
in sala il 12 Gennaio 2018, in collaborazione con
Metro-Goldwyn Mayer e diretto da John
Stevenson (Kung Fu Panda).
Cancellato dalla Legendary Pictures
per via del budget insostenibile, Paradiso Perduto avrebbe dovuto
essere diretto da Alex Proyas e avrebbe visto all’opera un
ricchissimo cast con l’ormai famoso Bradley Cooper,Casey Affleck,
Djimon Housou, Diego Boneta, Camilla Belle, Sam Reid e Rufus
Sewell.
Dell’ambizioso progetto, tratto
dall’omonima opera di John Milton, restano solo i concept dei
personaggi che l’artista Brian Matyas aveva preparato e che adesso
sono stati diffusi online. Li potete vedere qui sotto:
Alexander Payne,
ritorna dopo ben sette anni dal suo fortunato ed ultimo lavoro
Sideways, e lo fa ancora una volta facendo incetta di nomination
agli Oscar. Per certi versi in questo caso il suo merito è minore
rispetto alla precedente pellicola, che sorprese molto per la
brillantezza della sceneggiatura e per l’ironica malinconia che
sarebbero poi diventate lo stilema prediletto del regista, autore
anche di A proposito di Schmidt.
The Descentans, titolo originale
del film da noi tradotto Paradiso Amaro, racconta
la storia di Matt King, un marito e padre da sempre
indifferente e distante dalla famiglia. Ma quando la moglie rimane
vittima di un incidente in barca nel mare di Waikiki è costretto a
riavvicinarsi alle due figlie, e quindi a riconsiderare il suo
passato e valutare un nuovo futuro. Mentre i loro rapporti si
ricompatteranno, Matt è anche alle prese con la difficile decisione
legata alla vendita di un terreno di famiglia, richiesto dalle
élite delle Hawaii ma anche da un gruppo di missionari.
Paradiso Amaro, il film
Paradiso Amaro
racconta la dimensione tragica di un uomo difronte a degli eventi
drammatici con cui irrimediabilmente deve fare i conti e che
rappresenta un bivio non solo per la propria esistenza, ma anche
per la sua famiglia. Alexander Payne ancora una volta dimostra di
essere molto abile nel muoversi dentro questo substrato di vissuto
pieno di dolore e malinconia, abile nello scrutare con il suo
sguardo le difficoltà e le peripezie di una condizione così, senza
togliere il dubbio di quanto essa rappresenti l’inevitabile
conclusione di una strada sinuosa e difficile da attraversare.
Paradiso Amaro è
un film su un percorso da affrontare, è il tentativo di rimettere
insieme un rapporto e una famiglia che fino ad ora era vissuta
in totale agonia, è soprattutto l’intenzione di King
(George
Clooney) di voler rimediare al passato, cercando di
vivere il presente e modificare il futuro, cercare di riconciliare
un puzzle che è per sua stessa natura in frantumi.
Nonostante le buone
intenzioni Paradiso Amaro, pur assicurandosi
l’ampia sufficienza, ha alcuni lati negativi che in qualche maniera
ne offuscano la brillantezza. Se da un lato colpisce il lato
tragicomico che regala forse i momenti migliori della pellicola,
d’altro canto sorprende nell’accezione negativa, la forzata ricerca
di una drammaticità eccessiva, che rileva l’intenzione di voler
commuovere a tutti i costi. In questo è lo stesso Payne a peccare,
nella mancata ricerca di un equilibrio perfetto fra le due nature
che compongono il nucleo centrale della narrazione, che avrebbe
reso il film più sincero e più dolce.
Detto ciò, rimangono i bei momenti
del film e un cast che sorprende soprattutto nelle loro
protagoniste femminili, fra tutte una delle due figlie di King,
Alexandra, interpretata con sincera passione da
Shailene Woodley, all’altezza del compito e capace di
duettare con il talento di George Clooney.
Arrivano due
interessanti featurette che vede protagonisti George Clooney e
Alexander Payne, attore e regista di Paradiso Amaro, entrambi candidati all’Oscar
per il film. I due deliziano il pubblico in una conversazione su
registi della storia del cinema che hanno iniziamo con commedie per
arrivare a film drammatici.
Nel corso della sua filmografia, il
regista e sceneggiatore Alexander Payne ha
raccontato con il suo classico black humor vizi e virtù della
società americana contemporanea con titoli come Sideways – In
viaggio con Jack o il recente
The Holdovers – Lezioni di vita. Nel 2011 aveva invece
realizzato lo struggente Paradiso amaro (il cui
titolo originale è The Descendants). Si tratta di un
racconto che, mentre racconta le tematiche care al regista, si
concentra in particolare sul lutto, sulla difficoltà di elaborarlo
e andare avanti.
Paradiso amaro
(qui la recensione) è
l’adattamento del romanzo omonimo scritto da Kaui Hart
Hemmings e pubblicato nel 2007. Divenuto un vero e proprio
best seller, questo attirò l’attenzione di Payne per la delicatezza
con cui si affrontava il tema del lutto, raccontato nei suoi
aspetti più crudi e realistici. Per mantenersi quanto più fedele
possibile al libro, il regista scelse poi di girare il suo film
alle isole Hawaii, dove il racconto è ambientato. In particolare,
la maggior parte delle riprese sono state effettuate a Honolulu e
nei dintorni della Baia di Hanalei.
Ad oggi, Paradiso
amaro è uno dei lungometraggi più maturi e apprezzati di
Payne, per molti il suo personale capolavoro artistico. A distanza
di un decennio, è ancora considerato come un vero e proprio
gioiello. In questo articolo, approfondiamo dunque alcuni dettagli
sul film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è l’avvocato
Matt King, discendente di una facoltosa famiglia
hawaiiana. Marito indifferente e padre assente, egli è ora
impegnato in un importante affare che riguarda la possibile vendita
dei territori di famiglia sull’isola di Kauai, di cui è
amministratore fiduciario. I suoi cugini, con cui ha la
comproprietà dei terreni, spingono affinché la cessione si
verifichi, così da poterne ricavare milioni di dollari. Matt però
non è convinto di voler svendere così il patrimonio naturale
ereditato.
A sconvolgere ancor di più la
situazione arriva la notizia che la moglie
Elizabeth è stata vittima di un incidente nautico
e che è entrata in coma irreversibile. Da quel momento Matt si
trova a doversi prendere più cura della figlia adolescente
Alexandra e della piccola
Scottie, facendo così il padre a tempo pieno e
scoprendo finalmente tutto ciò che non sapeva delle due figlie.
Attraverso un litigio con la più grande delle due, Matt viene
infine a sapere che Elizabeth aveva un amante, di cui deciderà poi
di andare alla ricerca.
Il cast del film
Ad interpretare il protagonista Matt
King vi è il premio Oscar George Clooney,
rimasto particolarmente attratto dal ruolo per via della gamma di
emozioni che questo richiedeva e che lo ha poi portato ad essere
candidato come Miglior attore agli Oscar. Prima di Clooney, altri
attori considerati per il ruolo erano Robin Williams,
Tom Hanks e Richard Gere. Matthew
Lillard, celebre per aver interpretato Shaggy nei film su
Scooby-Doo, è Brian Speer, l’amante di Elizabeht, mentre
Judy Greer è sua moglie Julie.
Nel ruolo della figlia maggiore
Alexandra vi è Shailene
Woodley, qui al suo primo film di grande successo. Per
la parte si erano presentate anche Amanda Seyfried,
Kristen Stewart e
Brie Larson, senza però ottenere il ruolo. La
piccola Scottie è invece interpretata da Amara
Miller, scelta poche settimane prima dell’inizio delle
riprese. Per il ruolo di Sid, lo strano amico di Alexandra, è stato
scelto Nick Krause. L’attore attore Robert
Forster, celebre per Jackie Brown, è Scott
Thorson, suocero di Matt.
La risposta è no. Non c’è una storia
vera alla base di Paradiso amaro, ma come già
riportato il è tratto dall’omonimo romanzo di Kaui Hart
Hemmings, scrittrice statunitense che vive e lavora nelle
Hawaii. Questo suo primo romanzo, tradotto in 22 lingue è poi stato
inserito nella lista dei bestseller del The New York Times. Nello
scriverlo, però, Hemmings ha raccontato di non essersi basata su
nessuna storia reale, ma solo di aver tratto ispirazione dai luoghi
che vive e frequenta e da una serie di riflessioni sulle tematiche
poi affrontate nel libro e nel film.
Le nomination ai premi Oscar di
Paradiso amaro
Oltre ai tanti premi vinti da
Paradiso amaro, si annoverano poi anche 5
nomination ai premi Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regia,
Miglior attore protagonista, Miglior montaggio e Miglior
sceneggiatura non originale. Il film vinse poi in quest’ultima
categoria, mentre per le prime tre qui riportate il premio andò al
film The Artist, al suo regista Michel
Hazanavicious e all’attore Jean Dujardin. Il premio per il miglior
montaggio venne invece vinto dal film Millennium – Uomini che odiano le donne.
Il trailer di Paradiso
amaro e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Paradiso amaro è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
15giugno alle ore 21:20
sul canale Canale 5.
Matt King è un marito e
padre da sempre indifferente e distante dalla famiglia. Ma quando
la moglie rimane vittima di un incidente in barca nel mare di
Waikiki è costretto a riavvicinarsi alle due figlie: e quindi a
riconsiderare il suo passato e valutare un nuovo futuro. Mentre i
loro rapporti si ricompatteranno, Matt è anche alle prese con la
difficile decisione legata alla vendita di un terreno di famiglia,
richiesto dalle elite delle Hawaii ma anche da un gruppo di
missionari. Paradiso Amaro Dal 17 Febbraio al Cinema.
Il prossimo 24 febbraio 2012,
distribuito dalla 20th Century Fox, arriverà nelle sale italiane il
nuovo film del regista Premio Oscar, Alexander Payne, “Paradiso
amaro” (The Descendants in lingua originale), con George Clooney,
Shailene Woodley, Amara Miller, Nick Krause e Beau Bridges.
Ecco il trailer di Paradise:
una nuova vita, il nuovo film di Davide Del
Degan, con VINCENZO NEMOLATO, GIOVANNI CALCAGNO e KATARINA
ČAS. Paradise uscirà il 30 settembre nelle sale del veneto e del
Friuli Venezia Giulia, mentre dall’8 ottobre arriverà in tutte le
sale italiane, distribuito da Fandango.
Paradise: una nuova vita, la
trama
Calogero è un uomo ordinario che ha
fatto una scelta straordinaria. Siciliano, venditore di granite, un
giorno assiste ad un omicidio di mafia e decide di fare qualcosa
che non tutti avrebbero il coraggio di fare: testimoniare. Ed è
così che Calogero viene impacchettato e spedito, sotto il programma
protezione testimoni, nel posto più lontano dalla Sicilia: tra le
montagne del Friuli, a Sauris, un villaggio di gente ospitale, ma
che lui fa fatica a capire. Calato in una realtà completamente
diversa così distante da tutto ciò che ama, tra le nevi e nessuno a
cui vendere granite, Calogero si ritrova solo, perso, spaesato.
Ancora alle prese con il rammarico per aver perso il contatto con
la sua famiglia, che si è rifiutata di seguirlo, e con la sua unica
figlia, che non ha neanche fatto in tempo a veder nascere, un
arrivo in paese crea altro scompiglio nella sua nuova vita. Il
killer contro cui lui ha testimoniato è diventato a sua volta un
collaboratore di giustizia e, per un errore amministrativo
tipicamente italiano, è stato spedito nella stessa località, con lo
stesso falso nome. Il nostro Calogero è convinto che sia lì per
ammazzarlo, e non sa che il killer, contrariamente a lui, vive
questa cesura col proprio passato come un’opportunità che la vita
gli ha voluto regalare.
Disney+ ha diffuso il trailer
di Paradise, la serie drama
di Dan Fogelman interpretata
da Sterling K. Brown, James Marsden e Julianne
Nicholson, che debutterà il 28 gennaio sulla piattaforma
streaming con 3 episodi disponibili al lancio, seguiti da uno a
settimana.
La serie è interpretata
da Sterling K. Brown, James
Marsden, Julianne Nicholson, Sarah Shahi, Nicole Brydon Bloom,
Aliyah Mastin e Percy Daggs IV.
Gli executive producer
sono Dan Fogelman, Sterling K. Brown, John Requa,
Glenn Ficarra, John Hoberg, Jess Rosenthal e Steve
Beers. La serie è una produzione 20th Television.
La trama di Paradise
Paradise è ambientata in una
tranquilla comunità esclusiva abitata da alcune delle persone più
importanti del mondo. Ma questa serenità va in frantumi quando si
verifica uno scioccante omicidio e si apre un’indagine ad alto
rischio.
Provare a definire
questo nuovo prodotto seriale targato Hulu (disponibile
su Disney+)
potrebbe risultare piuttosto complesso. Non
perché Paradise non possa essere fin
troppo facilmente incasellato nel genere del thriller distopico,
tutt’altro: il fatto è che fin dall’episodio pilota la serie creata
da Dan Fogelman (This Is
Us) sembra essere stata concepita appositamente per
fuorviare lo spettatore, per farlo adattare psicologicamente a un
determinato genere per poi catapultarlo dentro un altro, diverso ma
non antitetico al precedente.
Altro motivo per cui non
è affatto semplice inquadrare la serie consiste nel fatto che,
dietro il gioco di specchi architettato dalla messa in scena e
dalla trama, si tratta fondamentalmente di un dramma umano, di un
cosiddetto “character study” in alcuni episodi davvero
potente.
La trama
di Paradise
Passiamo alla trama
principale di Paradise: l’agente segreto
Xavier Collins (Sterling K. Brown) è da anni
addetto alla sicurezza del Presidente degli Stati Uniti Cal
Bradford (James
Marsden), anche dopo che è tornato alla vita privata.
Il rapporto tra i due, all’inizio consolidato attraverso una
sincera amicizia, si è incrinato a causa di una tragedia passata.
Quando però Collins trova il suo datore di lavoro nella sua camera
da letto con la testa fracassata, il senso del dovere spinge l’uomo
a iniziare un’indagine privata e molto pericolosa per scoprire
l’assassino di Bradford. La tranquilla cittadina in cui l’ex
Presidente si è ritirato nasconde numerosi e sconvolgenti
misteri…
Mette davvero molta carne
in pentola Paradise, probabilmente troppa, dal momento che non
riesce a gestire allo stesso livello di intensità emotiva tutti i
personaggi in scena. Il meccanismo narrativo che Fogelman ha già
adoperato con sapienza in This Is Us è
quello di raccontare la backstory dei diversi protagonisti
adoperando numerosi flashback che raccontano come sono arrivati al
momento in cui la trama principale comincia. Se tale sviluppo ad
incastri funziona indubbiamente per dare ritmo ai vari episodi,
bisogna commentare che non tutte le vicende personali dei
personaggi sono emotivamente sullo stesso livello.
Un buon cast guidato da
Sterling K. Brown
Quella sviluppata in
maniera maggiormente convenzionale è senza dubbio la storia
dell’antagonista principale, Samantha, figura in chiaroscuro a cui
neppure un’attrice solitamente efficace come Julianne
Nicholson riesce a conferire il necessario spessore.
Miglior sorte tocca al protagonista assoluto Xavier
Collins, anche se in fin dei conti non si discosta troppo
dal classico uomo e padre di famiglia diviso tra attaccamento alla
famiglia e fervente senso del dovere.
In maniera piuttosto
paradossale il personaggio che conquista maggiormente nei primi
episodi è il braccio destro di Xavier, Billy, interpretato con
evidente competenza da quel Jon
Beavers che si era già messo in luce
in Horizon: An American
Saga di Kevin Costner. Se lo
show contribuisse ad affermare definitivamente l’attore all’interno
dell’establishment hollywoodiano non potremmo che esserne contenti,
dal momento che soprattutto la presenza scenica di Beavers appare
indiscutibile. Altra nota di merito va a James Marsden nel ruolo di
un Presidente bradford travagliato, sbruffone, “uomo del popolo” ma
mai populista. Per contrappasso, il suo ruolo sopra le righe rende
ancora più efficace l’interpretazione robusta e trattenuta
di Sterling K. Brown, attore di ormai sicuro
affidamento.
Una serie che ha bisogno di
tempo
Va concesso tempo
a Paradise per affermarsi con pienezza
nella mente dello spettatore. Vanno superati alcuni momenti in cui
la verosimiglianza scricchiola di fronte all’enormità della storia
raccontata. Quando lo show si assesta e procede dritto verso quello
che vuole veramente raccontare, ecco che il livello di tensione e
l’adesione emotiva nei confronti di personaggi e situazioni prende
quota. E possiamo garantirvi che il settimo episodio sarà capace di
spaventarvi, di farvi preoccupare seriamente di fronte a quello che
potrebbe essere il futuro – anche prossimo, ahinoi – del nostro
pianeta. Non abbiamo ancora visto l’ottavo e ultimo capitolo dello
show, e francamente non abbiamo poi così tanta fretta di tornare ad
esperire quel livello di angoscia…
Non è la prima volta che Netflix ci pone davanti a prodotti distopici,
interessanti o meno, e ci mostra un mondo dominato dalla tecnologia
avanzata. Anche Paradise così come i suoi
predecessori – Black Mirror per citare il
capostipite di questa famiglia – viaggia in un futuro
fantascientifico dove tutto le potenze mondiali hanno puntato sulla
ricerca e sulle risorse bio perdendo per sempre la loro umanità.
Sì, perché l’umanità ha un costo che si paga con il tempo: ogni
individuo che ha raggiunto la maggiore età può dare i suoi anni a
qualcun altro (solo se compatibile con il DNA). Ci sono le ragioni
più varie per farlo ma la principale sono i soldi.
È così che incontriamo
Max (interpretato da Kostja Ullmann) mentre dà del filo da torcere
a un giovane, forse alla fine dell’adolescenza: rinunciare a 15
anni della sua vita in cambio di 700.000 euro. Un altro affare,
un’altra tacca da aggiungere alla carriera perfetta alla Aeon per
il quale ha mediato per 276 anni, facendogli guadagnare un premio
come venditore dell’anno dall’amministratore delegato
Sophie Thiessen (interpretato da Iris
Berben). Per festeggiare torna a casa dalla moglie Elena
(interpreta da Marlene Tanczik), una vita perfetta
si direbbe ma qualcosa sta per rompere l’equilibrio di Paradise.
Tre linee temporali destinate a intrecciarsi come i destini dei tre
protagonisti che dovranno anche combattere contro l’unità
terroristica che prende di mira il CEO di Aeon:
chiunque venderà o riceverà anni in più sarà sterminato.
Paradise, la trama
Il titolo apparentemente allusivo (e
ironico) a una condizione di pace e benessere se non fosse che
Paradise ci mostra i punti di debolezza dell’essere umano. Il
tempo, l’unico fattore che va contro l’uomo e la natura. L’unico
fattore che l’uomo non controlla eppure nel film di quasi due ore
di Netflix (originale tedesco) si arriva anche a
questo. In contrapposizione al titolo la figura dell’oscura
Lilith (Lisa Loven Kongsli) che
guida la banda di ribelli che cerca di punire coloro che sostengono
questa ingiustizia, il che porta alle limitate scene d’azione di
questo thriller fantascientifico a basso budget. Anche se la
premessa del film sembra interessante si perde nelle scene di
azione che seppur presenti in poche quantità appaiono forzate e
caricaturate.
Il regista tedesco Boris
Kunz insieme agli sceneggiatori, Simon
Amberger e Peter Cocyla, descrivono
questo nuovo mondo con ironia. Parlano dei successi della ricerca,
degli investimenti più sostenibili e si soffermano su quanto in
realtà il valore dell’umanità si sia ridotta a una moneta di
scambio. È quello che in prima persona vivono Max ed Elena che in
seguito a un incendio nella loro casa sono costretti a rispettare
una clausola del mutuo: estinguere il debito con quarant’anni di
vita. Una volta estinto il debito, una vecchia Elena (ora
interpretata da Corinna Kirchhoff) e Max devono
affrontare questa tragedia di coppia, che avrebbe voluto creare una
famiglia.
Cosa succede quando i valori morali
vengono meno
Se nella prima metà di
Paradise i toni sono neutri e accesi
(soprattutto quando ci viene mostrato il dipartimento generale di
Aeon), nella seconda parte il tono cambia e i
colori diventano più scuri. Questo perché in parallelo all’umore
del protagonista qualcosa sta cambiando e ci viene mostrato il
primo sconvolgimento di trama. Infatti, una società così evoluta
come quella raccontata in Paradise nasconde in
realtà gli stessi problemi moderni: l’avidità dell’uomo e il suo
egoismo. Max vuole invertire il processo di
invecchiamento della moglie ma per farlo deve ritrovare il donatore
che ha ricevuto i suoi anni.
Una volta scoperto di chi si tratta,
Max mette in moto il suo piano di vendetta che
consiste nell’uscire di nascosto dalla Germania per un’operazione
illegale, e così forse Elena potrà riavere i suoi anni. Durante il
viaggio per il paese ancora una volta
Paradise ci avverte di quanto le cose
possano diventare rivoltanti quando gli uomini di scienza vendono
avidamente le loro anime per un guadagno capitalistico. Non manca
neanche la denuncia allo sfruttamento delle classi sociali meno
abbienti per soddisfare i capricci di ricchi imprenditori e uomini
di potere.
Tutto cambia
La peculiarità di
Paradise però è sconvolgere totalmente
l’equilibrio iniziale del film. All’inizio Max è
l’impiegato del mese, non sbaglia una mossa, è quasi asservito al
sistema. Elena, sua moglie, è comprensiva con sé
stessa e con gli anni che gli sono stati sottratti, raggiunge anche
una maturità da donna vissuta. Alla fine, questo equilibrio non
solo si rompe ma viene totalmente capovolto. Avviene una rottura
dello schema canonico con cui vengono raccontate le storie e per le
quali dovrebbe essere previsto un ritorno alla situazione iniziale,
invece con Paradise questo non avviene.
Ancora una volta per i prodotti sci-fi di Netflix, l’elemento distopico e
fantascientifico serve per raccontare una grande metafora sulla
vita moderna: drammi familiari, morale e progressi tecnologici.
In un bianco e nero elegante e
pastoso, Andrei Konchalovsky
torna in Concorso a Venezia
73 con Paradise
(Rai), un film che nel titolo espone il
suo scopo, il suo senso ultimo: la ricerca per l’uomo di un
paradiso misterioso e sconosciuto, che per alcuni è il tradizionale
oltretomba tra gli angeli, secondo la propria fede, per altri è la
realizzazione di un sogno in terra. Lo scopriamo solo
successivamente che questo sogno è quello della perfezione razziale
nazista, della pulizia etnica, dell’orrore che tante volte è stato
raccontato al cinema.
Attraverso tre interrogatori di un
soldato tedesco, una prigioniera ebrea-russa e un poliziotto
francese, entriamo a far parte dell’orrore dei campi di sterminio
durante la Seconda Guerra Mondiale. La prospettiva inedita ci
consegna un racconto molto lungo, 130 minuti, in cui una prima
parte relativamente farraginosa ci mostra solo quadri e momenti
apparentemente non legati tra loro. Il film si fa più coeso nella
seconda parte, dove la violenza imperversa unitamente a una storia
d’amore atipica, tratteggiata con pennellate altrettanto insolite
dal regista che segue i personaggi sempre da una distanza di
sicurezza. La camera fissa, i fuori campo, ciò che accade ma che
non vediamo si fa parte integrante e fondamentale di un racconto
doloroso.
L’intensità di
Konchalovsky si fa opera d’arte nel momento in cui
riscrive la Shoah come una convinzione, senza giustificare, ma
adottando i punti di vista di vittime e carnefici. Perché alla
fine, come ci dice l’eroina della storia, il male fluisce
incontrollato, mentre il bene ha bisogno di un piccolo aiuto, un
contributo che possa portare frutto.
Con
Paradise, Andrei
Konchalovsky si conferma il maestro di un cinema difficile
ma capace di contribuire non solo all’arte ma anche alla persona,
al bene.
Disney+ ha diffuso il
nuovo avvincente trailer
di Paradise, la serie drama di Dan
Fogelman interpretata da Sterling K.
Brown, James
Marsden e Julianne Nicholson, che debutterà il 28
gennaio sulla piattaforma streaming con 3 episodi disponibili al
lancio, seguiti da uno a settimana.
La trama e il cast di Paradise
Paradise è ambientata in
una tranquilla comunità abitata da alcune delle persone più
importanti del mondo. Ma questa serenità va in frantumi quando si
verifica uno scioccante omicidio e si apre un’indagine ad alto
rischio.
La serie è interpretata da Sterling K. Brown, James Marsden,
Julianne Nicholson, Sarah Shahi, Nicole Brydon Bloom, Aliyah Mastin
e Percy Daggs IV. Gli executive producer sono Dan Fogelman,
Sterling K. Brown, John Requa, Glenn Ficarra, John Hoberg, Jess
Rosenthal e Steve Beers. La serie è una produzione 20th
Television.
Un thriller fantascientifico con
agghiaccianti risvolti etici, ecco come descrivere il film
di NetflixParadise,
di produzione tedesca. Diretto da Boris Kunz
(Hindafing), il film è infatti un racconto oscuro pieno di
commenti sociali sulla bellezza, l’età, lo stato socioeconomico e
l’industria tecnologica in continua crescita. Con un cast di
talento, un’estetica inquietante e una premessa quantomai
intrigante, Paradise si sta consolidando come uno dei
migliori film di fantascienza su Netflix, divenendo in breve uno
dei titoli più visti sulla piattaforma, che ogni appassionato del
genere non dovrebbe lasciarsi sfuggire.
La trama e il cast di Paradise
Il film è ambientato in un futuro
non troppo lontano, in cui la società AEON è diventata un grande
conglomerato farmaceutico multimiliardario. La start-up ci è
riuscita con una tecnologia rivoluzionaria che permette di
trasferire la durata della vita da una persona all’altra. Ciò ha
naturalmente gravi conseguenze per parti della società.
Protagonista del racconto è Elena, la quale si
trova a dover affrontare richieste di risarcimento assicurative che
lei e suo marito Max non possono pagare. La donna,
quindi, si sente obbligata a vendere 40 anni della sua vita ad
AEON.
Max, che lavora proprio per
l’azienda, cerca però ogni modo possibile per poter poi recuperare
gli anni perduti di sua moglie. Nel corso di questa ricerca, però,
egli si rende conto che il CEO di AEON, Sophie
Theissen, sembra stia prendendo proprio di mira la vita di
Elena, per motivi però sconosciuti. Per Max ed Elena inizia dunque
una vera e propria caccia, che non solo li porterà oltre i confini
nazionali, ma anche al limite dei propri concetti morali.
L’obiettivo, ad ogni modo, rimarrà sempre quello di riuscire a
recuperare gli anni di Elena prima che sia troppo tardi.
L’attore tedesco Kostja
Ullmann interpreta Max. Egli ha avuto il suo primo ruolo
da protagonista con Sommersturm (Tempesta
estiva). Ha poi continuato a lavorare per produzioni tedesche
per la maggior parte della sua carriera, ritagliandosi però alcuni
ruoli in alcuni film internazionali, come A Most Wanted Man.
L’attrice Marlene Tanczik interpreta invece Elena.
Il cast del film include poi rispettati attori tedeschi come
Iris Berben (Triangle of Sadness),
Corinna Kirchhoff (Ein Leben Lang),
Lisa-Marie Koroll (Wir sind jetzt),
Alina Levshin (Combat Girls),
Lorna Ishema (Der Überfall),
Numan Acar (Homeland) e Lisa
Loven Kongsli (Justice League di Zack Snyder).
Paradise: la spiegazione
del finale del film
Sebbene Elena abbia accettato il suo
destino di donna di quasi 70 anni, andando a vivere con i suoi
genitori e riprendendo il suo lavoro di medico in un ospedale
pubblico, Max è determinato a trovare una soluzione. Egli pensa che
il suo capo potrebbe dar loro una mano, ma presto scopre che il CEO
di AEON, Sophie Theissen, è in realtà il beneficiario della
donazione di sua moglie. C’è di peggio: è del tutto possibile che
l’incendio della loro casa non sia stato affatto un incidente, ma
un modo calcolato per costringere Elena a diventare una donatrice e
permettere a Sophie di aumentare la sua durata di vita.
Dopo aver scoperto che ci sono
cliniche illegali in Lituania che eseguono procedure di trapianto
di età al di fuori della portata di AEON, Max escogita un piano:
rapire Sophie e recarsi in uno di questi luoghi clandestini in modo
che Elena possa riavere i suoi anni. Dopodiché, ricominceranno una
vita insieme da qualche altra parte. Non tutto però va secondo i
piani. Non del tutto sicuro di come sia una Sophie Theissen di 38
anni più giovane, Max commette infatti un errore e rapisce sua
figlia Marie. Teoricamente, dal momento che
condividono lo stesso DNA, Marie andrebbe ugualmente bene per un
trapianto di età con Elena.
Subentra però un problema etico: Max
e Elena intendono davvero rubare quattro decadi a una donna
innocente che per giunta si oppone alle idee di sua madre? Quella
domanda persiste mentre superano gli ostacoli per raggiungere la
Lituania, il tutto mentre sono seguiti dall’esercito privato di
Theissen. Quando stanno per farcela, vengono però intercettati da
un gruppo noto come Adam, che ha combattuto contro il lavoro di
AEON uccidendo persone che hanno beneficiato di trapianti di età.
La loro leader, Lilith, rivela che Max ha
incontrato Elena solo perché Sophie ha voluto così, sapendo che
Elena era l’unica persona compatibile con il suo DNA.
Il piano di Lilith è dunque quello
di usare Max ed Elena come esca per attirare Sophie in un edificio
lituano abbandonato. Quando l’incontro avviene, le forti tensioni
tra i due eserciti portano allo scoppio di un massiccio scontro a
fuoco. Lilith viene uccisa, ma Sophie sopravvive. Max riesce a
scappare dall’edificio con Elena e Marie. Mentre si assicura
un’auto, Marie cerca di sparare a Elena con una pistola scarica,
dissipando ogni dubbio che Elena potrebbe avere sull’usarla per
riavere la sua giovinezza. Max, d’altra parte, ha cambiato idea.
Guidando verso la clinica illegale, cerca di convincere sua moglie
a non andare avanti con il piano.
Come mostrano le ultime scene di
Paradise, Elena esegue l’intervento e il suo corpo ringiovanisce
lentamente di 38 anni, mentre Marie invecchia. Il film poi fa un
indeterminato salto nel tempo per rivelare i destini di Max ed
Elena. Nell’ultima scena, Max guarda da lontano un’Elena incinta,
che è sulla spiaggia con il suo nuovo ragazzo. Quindi torna
indietro e va verso un’auto dove lo stanno aspettando i membri
sopravvissuti del gruppo Adam. Apparentemente, Max si è unito alla
lotta contro AEON, ancora in corso. Un finale che lascia dunque
aperta una porta ad un possibile sequel, che racconti i tentativi
di abbattere per sempre la AEON.
Il trailer di Paradise e
come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Paradise unicamente grazie alla sua
presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente
è al 1° posto della Top 10 dei film più
visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà
dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma
scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare
il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video,
avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel
catalogo.
La star di Paradise Sterling
K. Brown anticipa la trama della seconda stagione prima del finale.
Dal suo debutto su Hulu a fine gennaio, la nuova serie del creatore
di This Is Us, Dan Fogelman, è stata piena di colpi di
scena. È iniziata come un semplice mistero su chi avesse ucciso il
presidente Bradford (James Marsden), trasformandosi poi in una
distopia fantascientifica e diventando sempre più movimentata. La
seconda stagione di Paradise è stata
confermata molto prima del finale della prima stagione, il che
significa che i colpi di scena sono probabilmente solo
all’inizio.
In un’intervista con TV
Insider, Sterling K. Brown riassume il
thriller che mescola i generi e offre un’anteprima di dove potrebbe
andare a finire la storia. Brown, anche produttore esecutivo della
serie, menziona che il prossimo capitolo del successo di
Hulu esplorerà cosa è successo al resto del mondo in mezzo
a tutto il caos:
“Sappiamo cosa hanno fatto i
miliardari e le persone al potere. Hanno costruito una città,
giusto? Poi abbiamo scoperto nell‘[episodio 4] che c’è ancora aria
respirabile. Nell’[episodio 7] si vede che le bombe atomiche non
sono esplose, che c’è ancora vita come la conosciamo, ma forse
molto diversa perché il disastro naturale è ancora in
atto.Quindi penso che nella seconda stagione l’idea
sia quella di esplorare cosa è successo al resto del mondo, come si
presenta?“
Cosa significano i commenti di
Brown per Paradise
La serie thriller mostra una grande ambizione narrativa nella
prima stagione, con quasi ogni
finale di Paradise che rivela aspetti che
gli spettatori potrebbero non aver considerato. Non è una mossa
sorprendente da parte del creatore di This Is Us, che è
stata costruita attorno a un enorme colpo di scena per quasi ogni
stagione e poi a diversi più piccoli che arrivano come una
sorpresa. La differenza con Paradise, a parte
il genere, è il ritmo.
Un’altra serie avrebbe potuto dedicare un’intera stagione a
rivelare la natura malvagia di Sinatra, soprattutto considerando il
calibro dell’attrice Julianne Nicholson e il suo contributo al cast
di Paradise. Invece, la sua rivelazione avviene in un
solo episodio. Anche se è innegabile che il ritorno della serie
potrebbe aver bisogno di una narrazione più ampia, che vada oltre
gli Stati Uniti e queste poche persone, il finale avrà
sicuramente colpi di scena più grandi.
Paradise,
originariamente e provvisoriamente intitolato Lamb of God,
saràl’esordio registico di Diablo Cody,
sceneggiatrice cinematografica, conosciuta soprattutto per aver
curato lo script di Juno (2008) che le
consegnò il premio oscar proprio per la sceneggiatura.
Il film narra la storia di Lamb
(Julian Hough), una donna molto religiosa che,
dopo essere sopravvissuta ad un incidente aereo, attraversa un
periodo di crisi con la fede e decide di trasferirsi a Las Vegas
per esplorare…il lato selvaggio della vita. Una volta lì,
incontrerà un coppia molto improbabile formata da un barman
(Russell Brand) ed una croupier (Octavia
Spencer) che la aiuteranno a trascorrere questa “vacanza
del peccato”. Nel cast presenti anche Nick
Offerman e Holly Hunter.
Il film sarà prima disponibile on
demand su internet a partire dall’8 Agosto, poi nelle sale
americane dal 18 Ottobre. Ecco il trailer:
Ecco il primo teaser di
Paradise Lost, film che vede protagonista
Benicio Del Toro nei panni del leggendario Pablo
Escobar. Con Del Toro anche il giovane Josh
Hutcherson. Nella stessa impresa si erano cimentati
diversi registi molto famosi, tra cui Oliver Stone, Antoine
Fuqua e Joe Carnahan, ma sembra che solo
Di Stefano sia riuscito a trovare una giusta chiave di lettura per
raccontare la leggendaria figura.
Nel film
Paradise Lost, Del Toro interpreta una
versione romanzata di Escobar, posta in secondo piano rispetto alla
coppia di protagonisti, Josh Hutchersone
Claudia Traisac, intorno ai quali si sviluppa la vicenda
principale.
Entrambi gli attori arriveranno il
prossimo autunno al cinema: Del Toro sarà il Collezionista in
Guardiani della Galassia, che da noi
arriva solo ad ottobre, mentre Hutcherson sarà di nuovo Peeta per
il franchise di Hunger Games, a novembre
al cinema con il terzo capitolo.
Radius ha rilasciato il nuovo
trailer di Paradise Lost, film che
vede protagonista Benicio Del Toro nei panni del
leggendario Pablo Escobar. Il biopic è firmato Andrea Di Stefano.
Ecco il trailer:
Nel film
Paradise Lost, Del Toro interpreta una
versione romanzata di Escobar, posta in secondo piano rispetto alla
coppia di protagonisti, Josh Hutchersone
Claudia Traisac, intorno ai quali si sviluppa la vicenda
principale.
Entrambi gli attori arriveranno il
prossimo autunno al cinema: Del Toro sarà il Collezionista in
Guardiani della Galassia, che da noi
arriva solo ad ottobre, mentre Hutcherson sarà di nuovo Peeta per
il franchise di Hunger Games, a novembre
al cinema con il terzo capitolo.
La serie televisiva dell’Universo
DC Paradise
Lost, che dovrebbe essere il primo progetto
legato a Wonder Woman dei DC Studios, riceve un aggiornamento da
James Gunn. Con diversi film e show
televisivi del DC Universe Capitolo 1: “Dei e Mostri” in
lavorazione, ci sono ancora alcuni progetti che non hanno fatto
progressi come altri dopo l’annuncio iniziale del gennaio 2023. Uno
di questi è Paradise Lost, che dovrebbe essere un prequel
di Wonder Woman ambientato anni prima della nascita di Diana.
Quando un fan ha chiesto a
Gunn su Threads cosa sta facendo questo fine settimana, ha
aggiunto che non solo sta lavorando a Superman, Creature Commandos e
Peacemaker, ma sta anche leggendo “alcune
sceneggiature che non ho avuto modo di leggere”. In
una risposta successiva a un altro utente che chiedeva se ci
fossero stati progressi sulla serie di Wonder Woman,
Paradise
Lost, e se fossero state inviate bozze per lo show, Gunn
ha risposto: “Sì”.
Nel
luglio del 2024, a Gunn è stato chiesto se Paradise
Lost fosse ancora in produzione, e lui ha risposto :
“Niente è ‘in produzione’ a meno che non sia
stato autorizzato”. Gunn ha anche
aggiunto che “Paradise Lost, come molti altri
titoli noti e sconosciuti, è ancora in fase di sviluppo molto
attiva – sarà in produzione quando avremo una o più sceneggiature
che riteniamo ottime e pronte da girare, mai prima.A
parte questo, non siamo ufficialmente nel cast di nulla che non sia
stato autorizzato”.
Che cosa significano i commenti
di James Gunn su Paradise Lost per il prequel di Wonder
Woman?
Se Gunn conferma che Paradise
Lost è ancora in lavorazione, significa che i DC
Studios non hanno abbandonato il progetto e si stanno solo
prendendo il tempo necessario per realizzare lo show dalle
fondamenta. Non è ancora chiaro con quali sceneggiatori si
sia incontrato per il prequel di Wonder Woman, dato che
non è stato annunciato pubblicamente alcun talento per Paradise
Lost. È possibile che vogliano vedere quale visione degli
autori si adatta a Paradise Lost prima di essere scelti
come creatori/showrunner.
È possibile che il motivo per cui
stanno impiegando un po’ più di tempo con Paradise Lost
sia perché lo stanno rielaborando come un’opera originale della HBO
piuttosto che essere distribuito solo su Max. È quello che è
successo con l’imminente serie televisiva Lanterns e con The
Penguin, visto che quest’ultima va ora in onda su HBO,
mentre la prima è stata formalmente autorizzata ad andare in onda
sulla popolare rete via cavo in futuro. Dal momento che
Paradise Lost è ispirato a Game of Thrones, la
qualità deve essere la più alta possibile.
Andrea Di Stefano
sta cercando di portare sullo schermo la vita di Pablo Escobar, il
criminale colombiano vissuto nella seconda metà del ‘900. Nella
stessa impresa si erano cimentati diversi registi molto famosi, tra
cui Oliver Stone, Antoine Fuqua e Joe
Carnahan, ma sembra che solo Di Stefano sia riuscito a
trovare una giusta chiave di lettura per raccontare la leggendaria
figura, oltre ad avere dalla sua uno degli attori più talentuosi in
circolazione: Benicio Del Toro.
Nel film Paradise
Lost, Del Toro interpreta una versione romanzata di
Escobar, posta in secondo piano rispetto alla coppia di
protagonisti, Josh Hutchersone Claudia
Traisac, intorno ai quali si sviluppa la vicenda
principale.
Ecco la prima immagine ufficiale di
Benicio nei panni di Escobar:
Ecco anche un video dal set del film, messa a disposizione dalla
Pathé per la tv francese:
Ecco la trama del film: Il
giovane surfista Nick pensa che tutti i suoi sogni si avvereranno
una volta arrivato in Colombia. Mentre è immerso nel paradisiaco
mondo dell’America Latina, tra lagone blu e spiagge bianchissime,
incontro Maria, una ragazza colombiana, e se ne innamora. E’ tutto
perfetto fino a che non incontra lo zio della ragazza, un certo
Pablo Escobar.
Come spesso succede i biopic
vengono raccontati per vie traverse, ovvero si racconta una storia
parallela al personaggio che davvero interessa al regista per avere
uno sguardo sulla Storia più libero.