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Tomb Raider: tante nuove clip dal film con Alicia Vikander

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Tomb Raider: tante nuove clip dal film con Alicia Vikander

Ecco tante nuove clip dal film con Alicia Vikander che racconterà di nuovo, sul grande schermo, il personaggio di Lara Croft, protagonista del videogioco Tomb Raider, già portato al cinema da Angelina Jolie.

https://www.youtube.com/watch?v=CPStoLUeXHw

https://www.youtube.com/watch?v=M3aEXK47KMk

https://www.youtube.com/watch?v=nMVAwK83kqY

https://www.youtube.com/watch?v=bLMzsqt6xgg

https://www.youtube.com/watch?v=wMjjGFP7618

https://www.youtube.com/watch?v=BGKKGPnpes8

Di seguito dei b-roll dal film:

https://www.youtube.com/watch?v=5sRvEGPWkjM

https://www.youtube.com/watch?v=kl0t6VP3W-I

https://www.youtube.com/watch?v=mHk57i0vd-0

https://www.youtube.com/watch?v=reFcwJJ5L54

Tomb Raider – il nuovo trailer

La sinossi: “Sette anni dopo la scomparsa del padre, Lara, 21 anni, ha rifiutato di prendere le redini del suo impero di affari. Lavora invece come corriere in bicicletta a Londra, mentre frequenta il college. Dopo un po’ decide di scoprire cosa è accaduto a suo padre e viaggia verso la sua ultima posizione conosciuta: una tomba su un’isola da qualche parte sulla costa del Giappone. D’improvviso, la posta in gioco non può essere più alta per Lara, che, contro gli auspici e armata solo della sua mente affilata, della sua cieca fede e dell’innato spirito testardo, deve imparare a spingersi oltre i suoi stessi limiti nel suo viaggio verso l’ignoto. Se dovesse sopravvivere a questa pericolosa avventura, potrebbe trattarsi della sua realizzazione, e guadagnarsi il nome di tomb raider.”

Alicia Vikander è nota per aver interpretato Ex Machina, The Man From U.N.C.L.E. e ha vinto l’Oscar per The Danish Girl. Nel cast confermato anche Walton Goggins.

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A dirigere il nuovo film  sarà Roar Uthaug (L’onda) e racconterà la storia di una giovane Lara Croft impegnata a sopravvivere dalla sua prima avventura. Il produttore sarà Graham King. La sceneggiatura del film è stata affidata a Geneva Robertson-Dworet che lavorerà anche a Sherlock Holmes 3 e a Gotham City Sirens.

Tomb Raider arriverà al cinema il 16 marzo 2018.

Avengers: Infinity War, una promo art rivela chi possiede la Gemma dell’Anima – spoiler

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All’attesa per Avengers: Infinity War si unisce anche la curiosità di sapere dove si nasconde la Gemma dell’Anima, ultimo prodigioso oggetto che andrà a completare il Guanto dell’Infinito di Thanos.

Sapevamo già che doveva essere sulla Terra e che quindi non poteva essere in possesso di Heimdall, come ipotizzato, e tutto lascia pensare che la Gemma dell’Anima possa essere custodita nel Wakanda.

L’assenza dell’oggetto dalla storia di Black Panther ha rimesso le carte in gioco e una nuova promo art comparsa su Reddit potrebbe dare l’indicazione finale.

ATTENZIONE SEGUONO POSSIBILI SPOILER DA Avengers: Infinity War

Non sappiamo in realtà se si tratti di una promo ufficiale ma, stando a quanto mostra il disegno, la Gemma dell’Anima è nelle mani di Iron Man.

Le Gemme sono accostate, in quattro casi su sei, a personaggi che sono in diretta connessione con le Gemme stesse: Star Lord alla Gemma del Potere, l’Orb visto in Guardiani della Galassia; Doctor Strange alla Gemma del Tempo, che l’eroe custodisce nll’Occhio di Agamotto; Thor alla Gemma della Realtà, tenuta in custodia dal Collezionista ma comparsa in Thor: The Dark World (l’Aether); Visione alla Gemma della Mente, che ovviamente si trova sulla sua fronte ed era nello Scettro di Loki.

Avengers: Infinity War, la Marvel rivela i segreti delle Gemme dell’Infinito

La Gemma dello Spazio è invece accostata a Captain America. Il collegamento potrebbe essere quello ovvio che il Tesseract è comparso per la prima volta in Captain America: Il Primo Vendicatore. Ma qual è il legame tra Iron Man e la Gemma dell’Anima? Ebbene pensiamo proprio che Tony Stark possa custodirla e che Infinity War ci svelerà qualche dettaglio davvero intrigante.

Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i Vendicatori contro Thanos

Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).

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Solo: A Star Wars Story, tre fantastici character poster

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Mentre cresce l’attesa per il debutto al cinema di Solo: A Star Wars Story, oggi la Lucas Film ha diffuso tre fantastici character poster dell’atteso spin-off basato sulla saga di Star Wars.

Solo: A Star Wars Story, ecco a che punto della timeline si colloca

Solo-Star-Wars-Story-International-Japan-Poster

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Vi ricordiamo che Alden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke, Donald Glover e Woody Harrelson.

Solo: A Star Wars Story arriverà nelle sale il 25 maggio 2018, con la regia di Ron Howard e la sceneggiatura di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

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Justice League: Lex Luthor nel concept art inedito

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Nella scena post credit della Justice League, abbiamo visto che Lex Luthor ormai fuggito in qualche modo dall’Arkham Asylum, era libero e indisturbato su uno yacht dove ha incontrato Deathstroke per discutere della formazione della lega di ingiustizia. 

Questa è stata l’unica apparizione del noto cattivo della DC Comics nel film, nonostante le numerose voci che lo davano come parte integrante della storia di Justice League, e dato che in buona parte è merito suo l’arrivo Steppenwolf sulla terra, le voci avevano un suo senso. Addirittura si è parlato di un incontro di Lex con Steppenwolf e quella scena potrebbe essere stata girata in effetti da Zack Snyder, ma con ogni probabilità i tagli e le riprese aggiuntive di Joss Whedon hanno compromesso il ruolo del personaggio.  

Ora, sono emersi alcuni concept art che mostrano Luthor dietro le sbarre meditando sul futuro, forse in una scena nel quale progettava come scappare dalla prigione? 

LEGGI ANCHE: Justice League: aperto il crowdfounding per produrre un documentario sulla versione di Zack Snyder

Justice LeagueLEGGI ANCHE: Justice League: Zack Snyder sul significato di una scena eliminata con Superman

Cosa ne pensate di questa concept art di Justice League? Fateci sapere i vostri pensieri sulla nostra pagina facebook. 

Justice League, sarà disponibile dal 21 Marzo nei formati DVD, Blu-ray, Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Diretto da Zack Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di Batman, Henry Cavill come Superman, Gal Gadot nel ruolo dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra Miller come The Flash, Jason Momoa nei panni di Aquaman e Ray Fisher come Cyborg.

I Contenuti Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al cinema.

The Lodgers, recensione del film di Brian O’Malley

The Lodgers, recensione del film di Brian O’Malley

In uscita l’8 marzo, The Lodgers (letteralmente “Gli Inquilini”) è un horror indipendente di origine irlandese. Presentato al Toronto International Film Festival lo scorso settembre, è la prima sceneggiatura di David Turpin ed ha riscosso un discreto successo.

Si apre con un’inquietante ninna nanna, The Lodgers, che scopriamo poi non essere altro che la serie di regole che i due inquilini della casa devono tassativamente rispettare. “Mai andare a letto dopo mezzanotte; mai fare entrare estranei in casa; mai separarsi”La litania getta le basi per le numerose domande che lo spettatore si pone man mano che si dipana la storia. 

Due fratelli gemelli, Rachel (Charlotte Vega) e Edward (Bill Milner), sono ossessivamente legati alla magione di famiglia, un’enorme e decadente dimora di età vittoriana. Soli e isolati dal resto del mondo, subiscono ancora il trauma del suicidio dei propri genitori – affogati nel lago della tenuta – e degli avi prima di loro. L’acqua è un elemento ricorrente: foriera di morte, trasuda continuamente dalle pareti della villa, sfidando persino le leggi gravitazionali. La domanda è: riusciranno i due gemelli a sfuggire alla maledizione che sembra gravare sulla casa?

Il film inscena un’atmosfera gotica vecchio stile davvero eccezionale. Sarà forse merito della location? La troupe infatti ha girato gran parte degli esterni nella Loftus Hall, la casa più infestata di Irlanda, che è circondata da talmente tanti miti e leggende sovrannaturali da contribuire sicuramente all’aria lugubre del film.

Come in ogni gothic drama scricchiolii, porte che sbattono, apparizioni improvvise la fanno da padroni, per non parlare di un’ottima fotografia desaturata che colora le scene degli interni della casa con i toni del bianco e del grigio. 

Tuttavia per quanto visivamente impeccabile, The Lodgers dimostra le sue carenze a livello narrativo: la trama infatti è piuttosto debole. Nonostante non si pretenda mai troppa credibilità da un racconto horror-gotico, la storia di due gemelli sotto la morsa pressante di una maledizione (che arrivati verso il finale si scoprirà essere molto poco originale) non è chiara. 

Le vicende scorrono lente e disarticolate, anche quando vengono immessi i personaggi secondari nel tentativo di dare un nuovo imput al mistero.

Nei panni dei comprimari due vecchie conoscenze per chi segue Il Trono di Spade: David Bradley ed Eugene Simon (rispettivamente Walder Frey e Lancel Lannister), che però non aiutano a risollevare un plot piuttosto piatto e prevedibile. 

È da apprezzare comunque il tentativo del cinema indipendente irlandese di risalire la china, portandosi all’attenzione del pubblico grazie alle sue opere originali (un anno prima di The Lodgers, dall’Irlanda proveniva quel piccolo capolavoro che è Sing Street).

Nome di donna: recensione del film di Marco Tullio Giordana

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Nome di donna: recensione del film di Marco Tullio Giordana

Arriva in sala l’8 marzo Nome di Donna, il nuovo film di Marco Tullio Giordana con protagonista Cristiana Capotondi.

In Nome di Donna Nina (Cristiana Capotondi) si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Brianza per lavorare come assistente in una residenza per anziani facoltosi, con un parroco responsabile del personale che sembra più esperto di aliquote iva che di rosari e un amministratore, Marco Maria Torri, che ha instaurato un sistema di favori alle sue dipendenti con un secondo fine. Quando anche Nina si troverà ad affrontare l’amministratore Torri (Valerio Binasco) si dovrà scontrare con mille avvesità per far rispettare la sua dignità.

Marco Tullio Giordana mancava dagli schermi cinematografici dal 2010, anno di Romanzo di una strage. Dopo alcuni film per la tv, tre anni fa si è imbarcato nella realizzazione di questo film che affronta una tematica taboo per il cinema e la società: la molestia di stampo sessuale sul luogo di lavoro. Il film si sviluppa come un legal drama, che prima di arrivare in tribunale espone il problema in forma quasi di thriller, con alcune scene girate in modo tale da rendere l’idea di come l’abuso di potere perpetuato da Torri fosse diventato, coscientemente o meno, una sorta di rito di passaggio da cui le dipendenti passavano per avere assicurato il posto e anche degli aiuti supplementari.

Nome di donna, il film

In questa “normalità” si inserisce Nina, che ha come priorità il rispetto di se stessa e capisce subito come ci sia qualcosa di storto nel comportamento di colleghe e superiori. La parte più difficile è trovare la forza di sfondare il muro di gomma di omertà e di sfiducia che le si crea intorno. Giordana rende bene chiari quali sono i nemici, quelli più ovvi: il comportamento malato del superiore, la reazione tesa a insabbiare lo scandalo della dirigenza ecclesiale, ma anche quelli inaspettati: i sindacati che vogliono usare Nina per portare l’azienda in tribunale, le colleghe che vogliono che Nina si adegui.

Raggelanti sono due battute; una collega apostrofa Nina dicendole, prima che lei incontri il superiore per la prima volta: “Perchè devi lavorare? Non hai un uomo che lavori per mantenerti?  Allora è l’uomo sbagliato!” e la battuta della formidabile Adriana Asti, che qui interpreta un’anziana attrice ancora in attività che vive nella residenza anziani e  che ricorda l’opinione di Catherine Denevue sulle molestie e sul movimento #metoo: “Molestie? Ai miei tempi si chiamavano complimenti”.

Queste due battute vanno pesate in modo diverso, ma in comune hanno l’opinione che la donna era costretta ad avere di se stessa: una persona passiva, che non poteva partecipare al suo benessere, quindi lavorare, ma che doveva riceverlo da altri, così come doveva accettare, in modo passivo, i “complimenti”, facendo finta di niente su quelli più pesanti.

Per quanto sia essenziale in tutta questa discussione mantenere una lucida distinzione tra molestia, violenza e, per citare nuovamente la Deneuve, la semplice goffagine di qualche uomo incapace di corteggiare in modo galante, il film pone finalmente il riflettore su di una quotidianità comune a molte donne che viene iscritta nella normalità ma che non rientra affatto nella normalità lavorativa, in cui tutti, di qualsiasi sesso, etnia e religione, dovrebbero avere la garanzia di riuscire a lavorare senza subire molestie di alcun tipo.

Marco Tullio Giordana e il cast presentano Nome di donna

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Marco Tullio Giordana e il cast presentano Nome di donna

All’affollata conferenza stampa che segue la proiezione di Nome di donna, nuovo film di Marco Tullio Giordana, regista, tra gli altri de I cento passi e La meglio gioventù, è impossibile evitare di parlare dell’attualità che questo film affronta. A parlarne per prima è la sceneggiatrice, Cristiana Mainardi: “Ho avuto la prima idea sul soggetto del film tre anni fa, pensando al fatto che in Italia la legge che afferma che lo stupro è un delitto contro la persona e non solo contro la morale è di soli 20 anni fa e come la molestia sul lavoro subita solitamente dalle donne cada in un limbo di omertà e indifferenza in cui la vittima viene criticata e discriminata invece che sostenuta. Quando è esploso il caso Weinstein mi sono detta che era ormai arrivato il tempo giusto per far cambiare le cose anche in questo ambiente.”

Il produttore Lionello Cerri afferma di aver accettato subito di entrare a fare parte del progetto: “Ho trovato interessante questa idea prima di tutto perchè questo tema non era mai stato affrontato da nessuno al cinema, il tempo era quello giusto”.

Il regista Marco Tulli o Giordana afferma che: “Non è un film militante, è piuttosto un’indagine su di una donna coraggiosa che decide di rompere gli schemi e le reazioni delle altre donne intorno a lei, visto che come dicono le statistiche, il 99.7% delle donne non trova il coraggio di denunciare. Il personaggio di Nina rappresenta l’inizio di un ribaltamento culturale, ed era inevitabile che prima o poi accadesse”.

A Cristiana Capotondi viene ricordato come questo sia il secondo film in pochi anni in cui interpreta una donna impegnata a difendere i propri diritti sul lavoro. In precedenza, in 7 minuti di Michele Placido, si trattava di difendere il diritto ad una pausa pranzo umana, in questo film rivendica invece il diritto di poter lavorare senza subire molestie: “Nina, il mio personaggio, vuole solo lavorare, non vuole fare compromessi con altro. Vuole che la sua dignità sul luogo di lavoro venga rispettata. La sua lotta è comune a molte altre donne che si trovano nella stessa situazione tutti i giorni. Il movimento che si è creato in questi mesi è molto importante, ha finalmente fatto luce sul lato oscuro del potere, ma è sempre importante mantenere la giusta distinzione tra la molestia e la violenza, altrimentei si rischia di far diventare l’intera campagna una caccia alle streghe”.

Nome di donna  è in sala a partire dall’8 marzo in 200 copie.

Independent Spirit Awards 2018: i vincitori

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Independent Spirit Awards 2018: i vincitori

In attesa degli Oscar 2018, i premi assegnati ai film dell’industria hollywoodiana, sono stati assegnati gli Independent Spirit Awards 2018, che invece premiano il cinema indipendente. Mai come quest’anno, i titoli in concorso nelle due macro-categorie coincidono, con Get Out, Lady Bird, Chiamami col tuo nome e Tre Manifesti a Ebbing, Missouri che saranno trai protagonisti anche della notte degli Oscar, tra poche ore.

Di seguito, tutti i vincitori degli Independent Spirit Awards 2018

MIGLIOR FILM
“Get Out” (WINNER)

MIGLIOR FILM D’ESORDIO
“Ingrid Goes West” (WINNER)

JOHN CASSAVETES AWARD
“Life and Nothing More” (WINNER)

MIGLIOR REGISTA
Jordan Peele, “Get Out” (WINNER)

MIGLIOR SCENEGGIATURA
Greta Gerwig, “Lady Bird” (WINNER)

MIGLIORE SCENEGGIATURA D’ESORDIO
Emily V. Gordon, Kumail Nanjiani, “The Big Sick” (WINNER)

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Sayombhu Mukdeeprom, “Call Me by Your Name” (WINNER)

MIGLIOR MONTAGGIO
Tatiana S. Riegel, “I, Tonya” (WINNER)

MIGLIORE ATTRICE
Frances McDormand, “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri” (WINNER)

MIGLIOR ATTORE
Timothée Chalamet, “Call Me by Your Name” (WINNER)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Allison Janney, “I, Tonya” (WINNER)

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Sam Rockwell, “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri” (WINNER)

ROBERT ALTMAN AWARD
“Faces Places,” directed by Agnés Varda, JR, produced by Rosalie Varda (WINNER)MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE
“A Fantastic Woman,” Sebastián Lelio, Chile (WINNER)

BONNIE AWARD
Chloé Zhao (WINNER)

JEEP TRUER THAN FICTION AWARD
Jonathan Olshefski, Director of “Quest” (WINNER)

KIEHL’S SOMEONE TO WATCH AWARD
Justin Chon, Director of “Gook” (WINNER)

PIAGET PRODUCERS AWARD

Giulia Caruso & Ki Jin Kim
Ben LeClair
Summer Shelton

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Per saperne di più sui nominati a miglior film:

Razzie Awards 2018: i vincitori, Emoji: Accendi le emozioni è il peggior film dell’anno

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Si è svolta la cerimonia di premiazione dei Razzie Awards 2018, i “premi” di cinema più irriverenti, divertenti e forse attesi dell’anno. Alla vigilia degli Oscar 2018, il Razzie, il lampone dorato, viene assegnato al peggior cinema dell’industria hollywoodiana.

Quest’anno è stato incoronato peggior film dell’anno Emoji: Accendi le emozioni, mentre il premio al Peggiore attore è andato a Tom Cruise, che aspettiamo al cinema in Mission Impossible: Fallout.

Ecco tutti i vincitori dei Razzie Awards 2018

Peggior film

  • Emoji: Accendi le emozioni

Peggior attrice

  • Tyler Perry / Boo 2! A Madea Halloween

Peggior attore

  • Tom Cruise / La Mummia

Peggior attore non protagonista

  • Mel Gibson / Daddy’s Home 2 

Peggior attrice non protagonista

  • Kim Basinger / Cinquanta sfumature di nero 

Peggiore combo sullo schermo

  • Emoji: Accendi le emozioni / Qualunque combinazione di emoji odiose 

Peggior remake o sequel

  • Cinquanta sfumature di nero

Peggior regista

  • Tony Leondis / Emoji: Accendi le emozioni 

Peggior sceneggiatura

  • Emoji: Accendi le emozioni 

Fonte: THR

Benvenuti a casa mia, recensione del film di Philippe de Chauveron

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Dopo il successo travolgente di Non sposate le mie figlie, torna nelle sale italiane Philippe de Chauveron con Benvenuti a casa mia e, dopo i neri, gli ebrei, gli arabi e gli asiatici, prende a soggetti del suo nuovo racconto i Rom. Un’altra comunità nella Francia di oggi utilizzata come veicolo narrativo per raccontare una storia che, dietro l’intenzione di voler smascherare vizi e virtù della borghesia francese, sembra virare netamente verso una direzione politica precisa.

Jean-Etienne Fougerole, intellettuale di sinistra, sedicente progressista e di vedute ampie e comunitarie, promuove in televisione il suo ultimo libro (“A braccia aperte”). Durante il dibattito in diretta nazionale, incalzato dalla provocazione del suo rivale, un giovane candidato (anche lui scrittore) di destra, Fougerole afferma che, in linea con le sue ideologie, sarebbe disposto ad accogliere in casa sua una famiglia Rom se questa fosse venuta a bussare. La famiglia di Babik, simpatico Rom con tanto di madre, moglie figli e nipoti, riunita intorno al televisore, raccoglie l’invito e si presenta alla porta della lussuosa villa dell’intellettuale. Questi, per non venir meno alla parola data davanti alla nazione, invita la famiglia Rom ad accomodarsi in giardino, con roulotte, automobili sgangherate e animale domestico, un maiale.

Benvenuti a casa miaPhilippe de Chauveron ha un approccio buonista e divertito, sia nei confronti della borghesia intellettuale di sinistra, aperta ma non troppo all’accoglienza dell’altro, sia nei confronti della rumorosa famiglia Rom. A nessuna delle due parti si risparmiano cliché fastidiosi, come l’esigenza di Fougerole di essere un intellettuale attivo nella vita reale, che si scontra con la naturale avversione nei confronti del diverso e colorito popolo Rom. Dall’altro lato però Babik e famiglia sono un riassunto sgradevole dei luoghi comuni legati ai Rom: misogini, ladri, sporchi, sgradevoli, con denti di metallo e cattive abitudini igieniche.

Insomma, se con Non sposate le mie figlie de Chauveron realizzò una commedia sul pregiudizio “fatta in casa”, pur con le sue implicazioni sociali, con questo film dice male dei Rom, della sinistra intellettuale francese, sembra schierarsi, risolvendo le questioni prettamente narrative e cinematografiche con soluzioni populiste e semplicistiche.

Tuttavia Benvenuti a casa mia riesce a far sorridere, specialmente quando le vicende assumono pieghe surreali ma nel complesso è un lavoro poco ispirato, strutturato su cliché.

MCU: 8 villain che non hanno deluso le aspettative

MCU: 8 villain che non hanno deluso le aspettative

Molte delle aspettative dei fan del MCU cadono sulla rappresentazione più o meno degna dei villain: da quando l’universo cinematografico dei Marvel Studios ha esordito, sono diversi gli antagonisti che si sono dati il cambio portando aria fresca nei film e talvolta superando addirittura la figura del supereroe “buono”.

Leggi anche – MCU: 5 coppie di attori nemici nella vita reale

Ma quali, fra tutti i villain finora mostrati, sono realmente i più riusciti? E quali non hanno deluso le aspettative? CBR ha stilato la sua personale lista di 8 candidati:

Avvoltoio

mcuL’Avvoltoio interpretato da Michael Keaton in Spider-Man: Homecoming  viene introdotto sullo schermo come uomo semplice con una famiglia di cui occuparsi. Subito dopo perde il lavoro e viene catapultato in una inedita situazione di malvagità a causa della disperazione: insomma sviluppa un arco narrativo coerente che ci fa comprendere le sue ragioni, senza mai sminuire il ruolo dell’eroe Peter Parker. 

Nebula

mcuComparsa per la prima volta sullo schermo in Guardiani della Galassia, Nebula è la sorella “cattiva” di Gamora e figlia sprezzante di Thanos. Come saprete, il personaggio doveva morire alla fine del film ma è tornata in Guardiani della Galassia Vol.2 ampliando la sua storia e approfondendo le sue ragioni di odio per Gamora.

Loki

mcuI fan del MCU amano Loki, un po’ per l’interpretazione di Tom Hiddleston, un po’ per il modo in cui è stato introdotto e trattato il personaggio dal primo Thor ad Avengers. In questo soggetto sociopatico c’è in realtà un’anima in cerca di appartenenza e affetto, e proprio come molti esseri umani, Loki è emotivamente confuso.

Elektra

mcuLa serie Netflix Daredevil ci ha regalato una degna e fantastica rappresentazione di Elektra, dimostrando che il personaggio poteva essere sia detestabile che affascinante. Elektra Natchios una macchina da guerra che lotta per diventare qualcosa di meglio, versatile e interessante quando interagisce con Murdock.

Kingpin

mcuDefinrie Kingpin come un semplice boss della mafia è riduttivo: fortunatamente nella serie Daredevil il personaggio appare come un villain splendidamente concepito e scritto, forse uno dei più complessi visti nel MCU.

Alexander Pierce

mcuAlexander Pierce potrebbe essere definito uno dei cattivi meno interessanti nel MCU, tuttavia non è così. O almeno, è un ottimo villain per film di spionaggio, come visto in Captan America: The Winter Soldier (che è infatti molto più di un semplice film di supereroi).

Billy Russo

mcu Billy Russo non esordisce nella serie The Punisher come classico villain, ma nel tempo dventa sempre più avido e la sua frustrazione lo porta a sviluppare un altro lato di sé. Inoltre è riuscito ad intavolare una forte discussione su importanti argomenti quali l’assistenza sanitaria mentale e il supporto per i veterani di guerra. Un antieroe perfetto.

Killmonger

mcu È ormai consolidata l’idea che Killmonger sia uno dei migliori villain della storia del MCU. Come antagonista, sfida l’eroe e gli ideali di Black Panther, ma va anche oltre. Ci costringe a riconsiderare i nostri valori in materia dii società e identità. Ecco perché Killmonger è affascinante: il personaggio va oltre una semplice storia di vendetta, ed è era parte integrante della storia di Wakanda. 

Peter Rabbit: una clip dal film con Domhnall Gleeson

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Peter Rabbit: una clip dal film con Domhnall Gleeson

Domhnall Gleeson è il protagonista di Peter Rabbit, nuovo film in live action in arrivo nelle nostre sale dal 22 marzo. Di seguito, ecco una clip dal film:

Peter Rabbit, l’eroe dispettoso e audace che ha affascinato intere generazioni di lettori, ora è il protagonista di una grintosa e irriverente commedia di ambientazione contemporanea.

Nel live action, in Italia in uscita il 22 Marzo, l’ostilità tra Peter e Mr. McGregor (Domhnall Gleeson) si intensifica più che mai, quando arrivano a contendersi l’affetto della loro vicina di casa, una ragazza adorabile e amante degli animali (Rose Byrne).

Domhnall Gleeson è stato visto di recente al cinema in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, in cui interpreta per la seconda volta, dopo Il Risveglio della Forza, il generale del Primo Ordine Hux. È stato anche protagonista, nei panni dello scrittore di Winnie the Pooh, in Vi presento Christopher Robin e ha avuto una piccola parte in madre! di Darren Aronofski.

Ecco il poster italiano di Peter Rabbit

SONY Picture IT

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, esiste un’altra scena tagliata con Luke e Rey

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In Star Wars: Gli Ultimi Jedi abbiamo visto Luke Skywalker trasmettere i suoi ultimi insegnamenti all’allieva Rey sul pianeta Ahch-To. Un po’ come aveva fatto nella vecchia trilogia il maestro Yoda.

Tuttavia le recenti dichiarazioni di Rian Johnson hanno rivelato una scena tagliata dal montaggio finale in cui Luke insegnava a Rey una preziosa lezione su come i Jedi non possano coinvolgersi in ogni conflitto. 

Nella scena vediamo infatti l’eroina arrivare al cospetto di Skywalker mentre osserva l’orizzonte dalla costa di Ahch-To: notando una serie di luci sul mare, si dirige verso il villaggio dove vivono i Caretakers. Luke poi informa Rey che quelle luci provengono da una tribù che è solita razziare il villaggio, così Rey non perde tempo e afferra la sua spada laser per correre ad aiutare i Caretakers.

Tuttavia l’entusiasmo di Rey viene subito frenato dall’anziano Jedi: anche se in quel momento il suo aiuto avrebbe potuto risolvere la situazione, quella tribù sarebbe tornata poche settimane dopo per seminare altre violenze.

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ecco come sarebbe dovuto finire

In effetti originariamente si era parlato di tre grandi lezioni che Luke trasmette a Rey, ma solo due di queste erano state assolte nel film. Secondo Rian Johnson però, il consiglio a “non agire” non sarebbe la lezione mancante:

All’inizio l’avevamo pensato come un rottura per lei. Della serie ‘Ok, Skywalker è andato troppo lontano’. Poi è diventato più un pensiero come ‘Okay, se non vuole aiutare, allora ho perso troppo tempo qui.

Per Johnson inoltre, la frustrazione di Rey nei confronti del maestro era una mossa narrativa necessaria per condurla a Kylo Ren e agli scontri mentali con la Forza che sono protagonisti assoluti del film.

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, J.J.Abrams parla dei fan che hanno stroncato il film

Star Wars: Gli Ultimi Jediil nuovo capitolo pieno d’azione della famosa saga, dopo essere stato acclamato dalla critica e aver conquistato il primo posto nella classifica dei film con i maggiori incassi del 2017 in tutto il mondo, arriva dall’11 aprile in home video in tutti i migliori negozi, sulle piattaforme e-commerce e digitali.

Star Wars Gli ultimi Jedi è il primo film distribuito da Disney Italia ad essere disponibile anche nel formato 4K Ultra HD oltre che nei classici Blu-Ray 3D, Blu- Ray, DVD e nella versione Steelbook da collezione con un’iconica copertina in metallo.

Fonte: EW

Avengers: Infinity War, i nuovi poster mostrano l’Ordine Nero

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Ecco una nuova ondata di poster per Avengers: Infinity War in cui vediamo i protagonisti da vicino. Possiamo notare alcune dettagli verdi della nuova tuta di Vedova Nera, la tuta di Iron Spider, l’espressione da adolescente contrariato di Teen Groot, ma soprattutto vediamo bene i componenti dell’Ordine Nero, i comandanti delle legioni di Thanos, suoi figli adottivi e condottieri che guideranno l’invasione della Terra da parte del Titano Pazzo.

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Avengers: Infinity War, chi ha indossato il Guanto dell’Infinito prima di Thanos?

Una festa esagerata: trailer e poster del film di e con Vincenzo Salemme

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Medusa Film Official ha diffuso il primo trailer di Una festa esagerata, il nuovo film di e con Vincenzo Salemme, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale dell’attore napoletano.

Il film arriverà in sala a partire dal 22 Marzo e vedrà protagonisti lo stesso Salemme al fianco di Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino, Iaia Forte con la partecipazione di Nando Paone e con Francesco Paolantoni.

Di seguito il poster del film:

Ecco la trama:

Napoli. A casa Parascandolo fervono i preparativi per una magnifica festa sulla splendida terrazza dove il capofamiglia, l’ingenuo Gennaro, geometra e piccolo imprenditore edile, vive con Teresa, famelica moglie dalla feroce ambizione di salire sempre più in alto nella scala sociale. Per il diciottesimo compleanno della figlia Mirea, Teresa ha deciso di fare le cose in grande e non ha badato a spese, dal catering agli arredi, ha persino scritturato un cameriere indiano relegando in cucina la vecchia domestica non ritenuta abbastanza esotica per una festa così importante! Gennaro, pur di accontentare le donne della sua vita e con l’aiuto di Lello, l’invadente aiutante del portiere, continua ad assecondare ogni loro capriccio e a spendere una fortuna per una festa che lui stesso definisce “esagerata”. Tutto sembra perfetto, gli invitati iniziano ad arrivare, ma un’inaspettata notizia giunge dal piano di sotto, da casa Scamardella, dove abitano un padre molto anziano e la figlia zitella: la sfortuna ha deciso che il signor Scamardella doveva morire proprio il giorno della festa. Cosa fare? Come si fa una festa con un morto sotto casa?

Oscar 2018: i candidati a miglior film diventano le statuette

L’artista Olly Gibbs ha immaginato i nove candidati agli Oscar 2018 per il Miglior Film come fossero le statuette dorate ambite dal popolo del cinema.

Di seguito ecco Dunkirk, Get Out, The Post, L’Ora più Buia, La forma dell’acqua, Il Filo Nascosto, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, Lady Bird e Chiamami col tuo nome.

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Per saperne di più sui nominati a miglior film:

Chi si accontenta, Goldrake! di Andrea Guglielmino a Grosseto

Appuntamento con i libri a Grosseto. Domenica 4 marzo alle 18.30 alla sede di Kansassiti (via Porciatti, 10), associazione che si occupa di attività culturali  e che nel nome ricorda come Luciano Bianciardi aveva definito il capoluogo maremmano,  è in programma la presentazione del libro “Chi si accontenta, Goldrake!” di Andrea Guglielmino, giornalista e critico cinematografico. Si tratta di un libro di aforismi 2.0 in cui status da social network diventano strumento di satira della quotidianità grazie all’inventiva dell’autore. Ad introdurre l’autore sarà Federico Raponi, noto per la trasmissione “Visionari” di Radio Onda Rossa.

Il testo è edito da Edizioni Progetto Cultura ed è disponibile in due varianti con le copertine dei fumettisti Tuono Pettinato e Sudario Brando. È una raccolta di frasi scelte dall’autore tra dieci anni di riflessioni su Facebook, per lo più ironiche, sarcastiche e satiriche ma anche in grado di far riflettere sul momento storico che stiamo vivendo. Prefazione e post-fazione portano la firma rispettivamente di Valentina Pettinato e Francesco Alò, critici e giornalisti cinematografici.

The Batman: Matt Reeves lascia il film? Il regista smentisce

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Sebbene l’atmosfera in casa DC Films non sia delle migliori (anche in vista del recente addio di Joss Whedon dal progetto su Batgirl e i dubbi sul futuro del franchise), Matt Reeves ha voluto smentire qualsiasi voce circa un suo allontanamento dal film su The Batman che circolava in questi giorni.

L’ha fatto attraverso un Tweet, in risposta ad un fan che supplicava Reeves di non abbandonare la nave:

https://twitter.com/mattreevesLA/status/969477080617336833?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cinemablend.com%2Fnews%2F2382102%2Fmatt-reeves-has-something-important-to-say-about-those-batman-rumors

Come sapete il regista è ancora al lavoro sulla storia da portare sul grande schermo, che potrebbe addirittura essere esterna al DCEU rilanciando così il personaggio sotto una veste inedita.

The Batman: J.K.Simmons non ha ancora incontrato Matt Reeves

The Batman sarà prodotto da Ben Affleck Geoff Johns che firmano anche la sceneggiatura. Nel cast anche Joe Manganiello mentre si attende conferma sulla presenza o meno di Affleck come Batman. Tra i nomi dei papabili sostituti è spuntata quello di Jake Gyllenhaal.

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The Batman: Jake Gyllenhaal sostituirà davvero Ben Affleck?

Fonte: Cinemablend

Jurassic World – Il Regno Distrutto, Claire vuole salvare i dinosauri dall’estinzione

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È stato diffuso da Universal Pictures un nuovo virale che promuove Jurassic World – Il Regno Distrutto. Il video mostra Claire (Bryce Dallas Howard) che si impegna a favore della protezione dei dinosauri; il film infatti si concentrerà sul problema dell’estinzione dei dinosauri sull’isola Nublar, dove sono stati lasciati alla fine del primo film.

Claire, che ha completamente cambiato il suo approccio verso le creature preistoriche riportate in vita dalla scienza, adesso è diventata una provetta animalista, unendosi al coro di #WeCanSameThem (possiamo salvarli).

Ecco il video:

Jurassic World: Il Regno Distrutto è stato diretto da J.A. Bayona e vede protagonisti Chris PrattBryce Dallas Howard, BD Wong, James Cromwell, Ted Levine, Justice Smith, Geraldine Chaplin, Daniella Pineda, Toby Jones, Rafe Spall e Jeff Goldblum.

Meraviglie, avventure e brividi hanno reso questo franchise uno dei più famosi e di successo nella storia del cinema, il nuovissimo evento cinematografico vede il ritorno degli amati personaggi e dinosauri, insieme a nuove specie più imponenti e terrificanti che mai. Benvenuto in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Di seguito la sinossi: Sono passati quattro anni da quando il resort di lusso Jurassic World è stato distrutto da dinosauri fuori controllo. Isla Nabur è ora abbandonata dagli umani mentre i dinosauri sopravvissuti sono liberi nella giungla. Quando il vulcano dormiente dell’isola comincia a ruggire, Owen (Chris Pratt) e Claire (Bryce Dallas Howard) montano una campagna per salvare i dinosauri rimasti sull’isola da un evento che potrebbe farli estinguere. Oqwen è spinto nell’impresa dal desiderio di trovare Blue, il suo raptor che è ancora perso nella foresta, e Claire ha intanto sviluppato un animo animalista nei confronti delle creature, e quindi adesso vuole salvarle. 

Arrivati sull’isola instabile, mentre la lava comincia a cadere dal cielo, la loro spedizione viene messa di fronte a una minaccia che potrebbe compromettere l’intero pianeta, in una catastrofe mai vista prima dall’era preistorica. Con tutta la meraviglia, il brivido, l’avventura, sinonimi di questo famosissimo franchise, questo nuovo film evento vede tornare sullo schermo personaggi amati e i dinosauri, insieme a nuove razze, ancora più meravigliose e terrificanti di prima.

César 2018: ecco i vincitori degli Oscar francesi

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César 2018: ecco i vincitori degli Oscar francesi

Come da tradizione, il venerdì prima della Notte degli Oscar, la Francia assegna i suoi premi al cinema e di seguito trovate la lista dei principali vincitori dei César 2018.

A conquistare la maggior parte dei premi 120 battiti al minuto di Robin Campillo.

Di seguito i vincitori dei César 2018

Miglior film: 120 battiti al minuto

Miglior attore: Swann Arlaud per 120 batti al minuto

Miglior attrice: Jeanne Balibar per Barbara

Miglior regista: Albert Dupontel per Au revoir là-haut

Miglior attore non protagonista: Antoine Reinartz per 120 battiti al minuto

Miglior attrice non protagonista: Sara Giraudeau per Petit paysan

Miglior speranza maschile: Nahuel Perez Biscayart per 120 battiti al minuto

Miglior speranza femminile: Camelia Jordana per Le Brio

Miglior montaggio: Robin Campillo per 120 battiti al minuto

Miglior fotografia: Vincent Mathias per Au revoir là-haut

Miglior colonna sonora: Arnaud Rebotini per 120 battiti al minuto

Miglior film d’animazione: Le Grand méchant Renard et autres contes di Benjamin Renner e Patrick Imbert

Miglior sceneggiatura non originale: Albert Dupontel e Pierre Lemaitre per Au revoir là-haut

Miglior sceneggiatura originale: Robin Campillo per 120 battiti al minuto

Miglior film straniero. Loveless di Andrey Zvyagintsev

Miglior documentario: I am not your negro di Raoul Peck

Miglior opera prima: Petit paysan di Hubert Charuel

Avengers: Infinity War, i primi giochi di Occhio di Falco conservano il mistero sul personaggio

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Sono stati fotografati da Diskingdom i primi giocattoli di Avengers: Infinity War dedicati a Occhio di Falco. Il personaggio, che tornerà nel film dei Fratelli Russo, non è stato ancora visto nel materiale promozionale né nei trailer e spot diffusi ad oggi.

Sappiamo che l’Agente Clint Barton si sarebbe dovuto ritirare dopo gli avvenimenti di Avengers: Age of Ultron, ma che si è lasciato coinvolgere dalla Civil War, dalla parte di Cap. Questo ha fatto di lui un “fuorilegge”. Che ne sarà stato di Clint e della sua famiglia? Si suppone che Occhio di Falco sarà uno degli elementi più interessanti per la storia e che svelare adesso il suo look possa essere compromettente per la trama del film.

Ecco arco e frecce di Occhio di Falco, l’unica cosa inerente al personaggio che è stata resa nota fino a questo momento.

L’unica immagine di Jeremy Renner nei panni di Occhio di Falco per Avengers: Infinity War risale al servizio fotografico di Vanity Fair dello scorso novembre.

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).

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Shazam!: ci saranno altri eroi del DCEU ma in “formato ridotto”

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Shazam!: ci saranno altri eroi del DCEU ma in “formato ridotto”

Mentre proseguono le riprese di Shazam!, il nuovo cinecomic targato DC, una testimonianza dal set fa sapere che molte delle scene finora girate si sono svolte all’interno di un negozio di giocattoli.

Un dato che non può sorprendere visto che uno dei protagonisti del film, l’alter-ego umano del supereroe Shazam!, è un adolescente di nome Billy Batson, Tuttavia questo dettaglio ha assunto ancora più rilevanza dal momento che le foto rubate dal set mostrano le versioni giocattolo di personaggi dei fumetti DC come Batman, Wonder Woman, Harley Quinn e Superman.

Sembrerebbe quindi nel DCEU, proprio come accaduto in Justice League, i bambini siano consapevoli dell’esistenza di questi supereroi e li idolatrino anche in forma di merchandise. Lo stesso veniva mostrato nel MCU, con ragazzini travestiti da Iron Man o Spider-Man.

Dobbiamo aspettarci un cameo in formato ridotto di Gal Gadot, Margot Robbie, Henry Cavill e Ben Affleck? Staremo a vedere.

Shazam!: ecco Zachary Levi in costume – foto dal set

Vi ricordiamo che il film farà ovviamente parte dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.

Sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa trasformarsi nel Supereroe Shazam per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Nel cast Zachary Levi (Shazam!), Asher Angel (Billy Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus Sivana)Jack Dylan Grazer (Freddy), Grace Fulton (Mary), Faithe Herman (Darla), Ian Chen (Eugene), Jovan Armand (Pedro), Cooper Andrews e Marta Milans (genitori adorrivi di BillyVictor e Rosa Vasquez), Ron Cephas Jones (Il Mago).

Shazam!: il regista David F. Sandberg condivide una foto dal set

Fonte: Cinemablend

Il Corvo: ecco quando uscirà il remake con Jason Momoa

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Il Corvo: ecco quando uscirà il remake con Jason Momoa

Sony Pictures ha finalmente annunciato la data di uscita ufficiale del remake de Il Corvo, che vedrà Jason Momoa nei panni del protagonista Eric Draven.

Il film arriverà nelle sale l’11 Ottobre 2019, dunque si presume che la produzione avrà inizio nel corso di quest’anno.

Corin Hardy, regista di The Nun, è stato scelto per dirigere la pellicola.

Il Corvo, il regista dell’originale: “Lasciate che rimanga un film di Brandon”

Il corvo – The Crow (The Crow) è un film del 1994 diretto da Alex Proyas, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr. Il film segna l’ultima e più famosa interpretazione cinematografica di Brandon Lee, morto accidentalmente a causa di un colpo di pistola durante le riprese del film.

Proyas dovette ricorrere a trucchi digitali e a controfigure per poter terminare l’opera, raddoppiandone di fatto i costi. Lo strepitoso successo del film ripagò più che abbondantemente le somme investite, arrivando ad incassare in tutto il mondo la somma complessiva di circa 170 milioni. Vennero successivamente girati tre sequel: Il corvo 2 – La città degli angeli (unico film a collegarsi al primo), Il corvo 3 – Salvation e Il corvo – Preghiera maledetta, che però non hanno mai raggiunto il successo del primo capitolo.

Il Corvo: il remake cambia produttori

Kristen Stewart vorrebbe essere una delle nuove Charlie’s Angels

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Dovrebbero iniziare il 18 aprile a Budapest le riprese del reboot di Charlie’s Angels, che sarà diretto da Elizabeth Banks (Pitch Perfect 2). La produzione però è ancora alla ricerca delle tre attrici protagoniste che prenderanno il posto di Cameron DiazLucy Liu e Drew Barrymore (gli angeli del film originale), e pare che una delle papabili, Kristen Stewart, sia davvero interessata al progetto.

Durante una recente intervista infatti, la Stewart ha dichiarato:

Mi piacerebbe farlo e spero che ciò si realizzi. Purtoppo non sai mai veramente che sarai in un film finché non sei fisicamente sul set. Sono un grande fan di Elizabeth Banks e penso che sia la persona perfetta per raccontare questa storia in questo periodo“.

Charlie’s Angels: ecco quando inizieranno le riprese del reboot

Tempo fa, quando addirittura la Banks si era ritirata dalla regia (per poi tornare nuovamente), i nomi di Kristen Stewart e Lupita Nyong’o erano in lizza per interpretare gli agenti segreti nel reboot. Da allora nessuna conferma o smentita ufficiale è arrivata da parte della produzione. Per ora sappiamo che la sceneggiatura sarà scritta da David Auburn e che l’uscita del film è fissata al 7 Giugno 2019.

Charlie’s Angels diretto da Elizabeth Banks, vedrà protagonisti Elizabeth BanksKristen StewartNaomi Scott, Ella Balinska, Sam Claflin, Noah Centineo, Patrick Stewart, Nat Faxon, Djimon Hounsou, Jonathan Tucker, Chris Pang, Luis Gerardo Méndez.

Charlie’s Angels nasce come una serie televisiva prodotta da Aaron Spelling Leonard Goldberg, ed è andata in onda dal 1976 al 1981 sul canale statunitense ABC. Ne sono stati trasmessi 118 episodi, preceduti da un film-pilota andato in onda sei mesi prima dell’inizio effettivo della serie (21 marzo 1976). I tre “angeli” della prima stagione sono Sabrina Duncan (interpretata da Kate Jackson), Jill Munroe (Farrah Fawcett) e Kelly Garrett (Jaclyn Smith).

Dal telefilm sono stati già tratti due lungometraggi: Charlie’s Angels (2000) e Charlie’s Angels – Più che mai (2003), entrambi diretti da McG, in cui le attrici scelte per il ruolo degli “angeli” sono Cameron DiazDrew Barrymore Lucy Liu, nei ruoli rispettivamente di Natalie, Dylan ed Alex, a cui si aggiunse Demi Moore nel ruolo dell’angelo “caduto” Madison per il sequel. I lungometraggi hanno suscitato pareri abbastanza controversi tra i fans del telefilm originale, e non sappiamo in che modo il pubblico accoglierà questo nuovo adattamento.

Fonte: ET

Oscar 2018: Casey Affleck non ci sarà, ecco chi premierà la Miglior Attrice

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Come annunciato settimane fa dallo stesso Casey Affleck, l’attore non sarà presente domani alla 90° cerimonia degli Oscar per presentare il premio della Miglior Attrice Protagonista.

Variety fa sapere a sostituirlo sul palco del Kodak Theatre saranno Jodie Foster e Jennifer Lawrence.

Il clima intorno ad Affleck era già teso lo scorso anno, prima che le battaglie sociali del movimento Time’s Up contro gli abusi e le violenze sulle donne esplodessero ad Hollywood: durante la cerimonia degli Oscar 2017 infatti, quando Brie Larson lo premiò come Migliore attore protagonista per Manchester By the Sea, mostrò freddezza nel consegnargli la statuetta.

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

L’attrice si era fatta portavoce di un dissenso comune relativo ai fatti avvenuti nel 2010, quando Affleck venne denunciato da Magdalena Górka e Amanda White, due donne che lavoravano al film I’m still here con protagonista Joaquin Phoenix.

Per ora non è arrivato alcun commento da parte dell’escluso.

Oscar 2018 previsioni: chi vincerà? Chi vorremmo vincesse?

Fonte: Variety

Avengers: Infinity War, l’armatura di Iron Man nel dettaglio – action figure

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Ecco delle foto di una magnifica nuova armatura che Iron Man indosserà in Avengers: Infinity War. Le immagini raffigurano l’eroe in ogni dettaglio: un’armatura piena di nuovi gadget che sicuramente lo metteranno in condizione di combattere al meglio contro Thanos!

Gemme dell’Infinito: 10 oscuri segreti da conoscere

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Fonte

Thor: Ragnarok in arrivo in blu-rauy e dvd

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Thor: Ragnarok in arrivo in blu-rauy e dvd

Il film dei Marvel Studios Thor: Ragnarok, terzo capitolo dedicato al dio del Tuono all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, ha elettrizzato il pubblico e la critica incassando più di 845 milioni di dollari al botteghino globale. Ora, questa coloratissima avventura cosmica piena di azione, umorismo, momenti drammatici e scene spettacolari arriverà in Blu-Ray 3D, Blu-Ray e DVD dal 7 marzo  insieme a un prezioso cofanetto che racchiude tutte e tre le avventure del supereroe con il martello.

Gli esclusivi e inediti contenuti speciali nelle versioni in alta definizione comprendono scene eliminate. Il Gran Maestro è sicuramente uno dei personaggi che il pubblico ha più amato. Scopriamo 2 Scene eliminate che lo vedono protagonista:

Gli altri bonus comprendono esilaranti papere sul set; un cortometraggio esclusivo intitolato Team Darryl, terzo capitolo del documentario fittizio Team Thor, incentrato su un nuovo ed eccentrico coinquilino; un contenuto dedicato all’evoluzione degli eroi dell’Universo Cinematografico Marvel che giungerà al culmine in Avengers: Infinity War. Oltre a numerosi dietro le quinte che esplorano la visione unica del regista Taika Waititi, Ie inarrestabili donne del film, il carismatico Korg, il tirannico Gran Maestro, dittatore di Sakaar, e i fumetti Marvel che hanno dato origine al film; un commento audio di Waititi; e molto altro.

CONTENUTI SPECIALI

Blu-ray:

  • Introduzione del regista
  • Scene eliminate e estese – Scene Eliminate: Lo Stregone Supremo, Skurge trova Heimdall, Hulk insegue Thor attraverso Sakaar, e Scene Estese: Thor incontra il Gran Maestro, Avenger Stupido contro Avenger Piccolo, Il Gran Maestro e Topaz
  • Papere sul set – Divertiti a guardare questa collezione di errori, gaffe e scivoloni commessi dal cast del film
  • Cortometraggio esclusivo/Team Darryl – Subito dopo essere stato spodestato come sovrano di Sakaar, il Gran Maestro arriva sulla Terra per iniziare una nuova vita. È passato più di un anno da quando Thor ha lasciato l’Australia e Darryl sta faticando a pagare l’affitto. Ora Darryl ha bisogno di un nuovo coinquilino che lo aiuti nei pagamenti mensili: sfortunatamente per Darryl, l’unico a rispondere al suo annuncio “Cercasi Coinquilino” è il Gran Maestro, che si trasferisce a casa sua con risultati esilaranti.
  • Marvel Studios: I Primi Dieci Anni – L’Evoluzione degli Eroi – L’Universo Marvel è vastissimo e trascende i limiti del tempo e dello spazio. In questo contenuto, esamineremo l’Universo Cinematografico Marvel nella sua interezza e scopriremo dove si trova ciascun eroe all’interno dell’attuale linea temporale dell’Universo Cinematografico, dato che tutte le loro storie culmineranno in un grande evento: Avengers: Infinity War.
  • Entrare in contatto con il proprio Thor interiore – Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok, ha portato la sua sensibilità e il suo senso dell’umorismo unico all’interno del film in maniera grandiosa, ma è soprattutto l’evoluzione del senso dell’umorismo di Thor a emergere di più nel nuovo film. Questo contenuto esplora il contributo di Chris Hemsworth allo sviluppo del suo amatissimo personaggio e celebra il potente cast artistico e tecnico del film, che vi racconterà il duro lavoro necessario per dare vita agli eccentrici comprimari di Thor, ma anche i momenti più divertenti vissuti durante la realizzazione.
  • Donne Inarrestabili: Hela e Valchiria – Questo documentario esplora la forza dei personaggi femminili di Thor: Ragnarok, la loro importanza all’interno del MCU, le incredibili attrici che le hanno interpretate e le loro epiche origini fumettistiche.
  • Alla Ricerca di Korg – Una spassosa intervista con Taika incentrata sul casting di Korg. Il regista racconta la difficile ricerca dell’aspetto migliore per Korg e descrive le sfumature di questo personaggio, divenuto subito iconico all’interno del MCU. Durante questa conversazione, il regista approfondirà anche gli straordinari effetti visivi che hanno dato vita a Korg, a Sakaar e agli altri mondi di Thor: Ragnarok.
  • Sakaar: Ai Confini del Conosciuto e dell’Ignoto – Sakaar è il luogo in cui vanno a finire tutte le cose perse e trascurate. Questo documentario risponderà a tutte le vostre domande conosciute e sconosciute, ed esplorerà allo stesso tempo il duro lavoro e la creatività necessari per creare l’aspetto e l’atmosfera di Sakaar. Dalle scenografie ispirate alle celebri opere di Jack Kirby fino all’impegno mostrato dal team addetto allo sviluppo visivo nella creazione di straordinari set reali e digitali, vedrete questo mondo distante prendere vita.
  • Viaggio nel mistero – Un esauriente documentario con gli sceneggiatori, con il regista e con il produttore Kevin Feige incentrato sui fumetti Marvel che hanno ispirato Thor: Ragnarok. Il documentario si concentra principalmente sulla serie limitata dedicata allo scontro dei campioni, in cui il Gran Maestro metteva i nostri eroi preferiti l’uno contro l’altro proprio come accade nel film. Inoltre, il documentario esplora ulteriormente le origini fumettistiche di Thor e le sue storie classiche attraverso alcune interviste con alcuni dei più importanti creatori di fumetti, come Walt Simonson e Jack Kirby.
  • Scene in 8bit – La battaglia finale sul ponte + La battaglia sull’astronave attraverso Sakaar. Alcuni  scene fondamentali, presentate nello stile di un videogioco vintage.
  • Commento del regista

 Esclusive digitali:

  • L’evoluzione dell’amicizia tra Thor e Hulk – Esamineremo questa amicizia tra supereroi, sviluppatasi nell’arco di svariati film Marvel. Dal loro primo combattimento sull’Helicarrier fino all’ormai iconico pugno di Hulk nel primo Avengers, scoprite come i più potenti supereroi della Marvel siano diventati i più straordinari superamici.
  • Scene eliminate aggiuntive – Viaggio ad Asgard, Corsa verso il wormhole

Con il suo carico di adrenalina, divertimento e azione Thor:Ragnarok arriva in home video dal 7 marzo per trasportare il pubblico in un viaggio inedito viaggio attraverso l’universo!

Oscar 2018 previsioni: chi vincerà? Chi vorremmo vincesse?

Oscar 2018 previsioni: chi vincerà? Chi vorremmo vincesse?

Anche gli Oscar 2018 causeranno qualche scontento, come ogni anno, come ogni premio. Ma a soli due giorni dalla cerimonia numero 90 per il prestigioso riconoscimento al cinema hollywoodiano, sono immancabili le previsioni sui vincitori, anche per uno show che negli ultimi anni ha riservato pochissime sorprese, a meno che non si sia trattato di cambi di busta involontari.

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Di seguito ecco le nostre previsioni ai vincitori e, con piccola licenza, chi invece vorremmo vincesse la statuetta.

Oscar 2018 – le nostre previsioni

Miglior Film: Tre Manifesti a Ebbing, Missouri/Chiamami col tuo nome

Parla di vendetta, ma parla anche di perdono, due sentimenti molto differenti. Il primo condivisibile, l’altro auspicabile. Tre Manifesti è buon cinema, realizzato da solidi professionisti, da attori capaci, ancora di più è il film che meglio rappresenta i tempi di Hollywood. Una donna sola alza la voce contro il potere per trovare la giustizia che cerca. Tutto cade estremamente a pennello sulla situazione politica contemporanea che sta scuotendo Hollywood. Il film vincerà per motivi chiaramente socio-politici, perché “è giusto” che sia così, questo però non ne diminuisce il grande valore artistico.

C’è una ragione se Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino è riuscito a conquistare il cuore di tutti, fin dalla sua prima proiezione quasi un anno fa al Sundance Film Festival: il racconto universale sulla scoperta del desiderio e sull’accettazione del dolore incontra il linguaggio del cinema come unica via possibile per trasmettere certe emozioni, anche solo sussurrate. E quella scena finale (insieme al dialogo in coda tra padre e figlio) sono la testimonianza di un regalo del regista a noi, e a chi verrà dopo di noi. Un’opera di inestimabile bellezza che meriterebbe certamente questo premio.

Miglior Regia: Guillermo del Toro/Paul Thomas Anderson

A parte Greta Gerwig, autrice di un film piccolo ma prezioso, la cinquina di categoria mostra nomi con una forte idea di regia, per quanto, in alcuni casi (Jordan Peele) acerba. Guillermo del Toro è sulla scena da anni e questa volta ricompare in tutta la sua simpatica mole da protagonista nel panorama di Hollywood. L’Academy ha mostrato di amare il Messico, negli ultimi anni, e del Toro può continuare la tradizione. Lo fa forte di un film che riassume le sue idee di cinema, omaggiando i generi più vari, dal cinema erotico al musical passando per l’horror, con una grande coerenza. Il premio sarà suo.

Si, Guillermo del Toro è il favorito di questa stagione ed ha già portato a casa diversi premi (tra cui un Golden Globe e un Bafta), tuttavia crediamo sia altrettanto degno di un riconoscimento Paul Thomas Anderson per questa lettera d’amore al cinema e al suo attore feticcio Daniel Day Lewis, la vera luce all’interno di un film già di suo risplendente come Il Filo Nascosto. La concezione dell’immagine unita alla visione eterea, senza eguali nel panorama contemporaneo, fanno di questo straordinario autore il più innovativo dai tempi della New Hollywood. Un oscar, dopo quei capolavori de Il petroliere e The Master, sarebbe più che meritato.

Miglior Attore Protagonista: Gary Oldamn/Timothée Chalamet

Non perché sia la sua migliore performance in assoluto, ma perché è arrivato il suo momento. Come capitato con Leonardo DiCaprio, con Martin Scorsese e con altri mostri sacri di Hollywood, l’Oscar quanto arriva arriva, anche se non dovesse essere per la migliore performance (o per il miglior film) in carriera. Così Gary Oldman porterà a casa il premio per una perfomance filologica e precisa, ma forse priva di quell’anima così ribelle e allo stesso tempo elegante di cui l’attore inglese riempie ogni suo personaggio. L’abbondante make up inoltre aiuta. L’Academy ama le trasformazioni.

La maschera di Gary Oldman (perfetto nei panni del Primo Ministro Winston Churchill in L’ora più buia) ha già fatto incetta di premi, ma non sembra poterci lasciare traccia come l’interpretazione del giovanissimo Timothée Chalamet in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Il ragazzo ci sa fare, ed è meraviglioso tanto quanto doloroso guardarlo struggersi per un amore che non sa controllare, quello che si prova per la prima volta e che ci distrugge l’anima. In molte scene Chalamet dimostra più maturità dei suoi anni, soprattutto in quell’inquadratura fissa lunga 7 minuti sul finale del film che ancora oggi fatica a togliersi dalla nostra testa.

Miglior Attrice Protagonista: Frances McDormand/Margot Robbie

Ha sbaragliato la concorrenza di contendenti giovani e rampanti e nel corso di tutta la stagione dei premi ha fatto sentire la sua voce fuori dal coro, priva di orpelli, essenziale e sempre memorabile, come la sua Mildred di Tre Manifesti. Adesso, a tanti anni da Fargo, Frances McDormand è pronta per il suo secondo Oscar e, scommettiamo, per un discorso che lascerà il segno. Nel caso di Frances non si tratta soltanto di un premio all’artista, ma anche alla struggente performance.

Il sudore, la determinazione, il coraggio, la sfacciataggine, l’ironia: c’è tutto (e anche di più) nell’interpretazione di Margot Robbie in I, Tonya. L’attrice è l’anima del film, autoprodotto e fortemente voluto, l’ennesima prova di un talento che avevamo già intravisto in The Wolf of Wall Street e Suicide Squad e che qui esplode in tutta la sua incredibile ferocia. Irresistibile, semplicemente favolosa, la Robbie meriterebbe davvero questa benedetta statuetta (con tutto il rispetto e l’ammirazione per un’icona come Frances McDormand).

Miglior Attrice Non Protagonista: Allison Janney/Laurie Metcalf

Sono stati tanti gli attori che hanno interpretato nella loro carriera personaggi sgradevoli. Ma una madre sgradevole verso la propria figlia è davvero un ruolo complesso da mettere in scena e nonostante Laurie Metcalf, diretta concorrente, sia stata una magnifica madre con cui entrare in conflitto in Lady Bird, Allison Janney è la genitrice da odiare, per la figlia (Margot Robbie) e per il pubblico). Una superba interpretazione che merita il riconoscimento, anche per una carriera sempre al top ricca di piccoli e preziosi ruoli.

Questa delle attrici non protagoniste è la categoria più tosta dell’anno: non sapremmo chi scegliere tra l’istrionica Allison Janney di I, Tonya, la materna e silenziosa Mary J. Blige di Mudbound o la spassosissima Octavia Spencer di La forma dell’acqua. Eppure una preferita ce l’abbiamo, ed è Laurie Metcalf. La mamma di Lady Bird è uno di quei personaggi che di raro si vedono sul grande schermo, ma grazie alla scrittura di Greta Gerwig e all’interpretazione della Metcalf, questa figura tradizionale del cinema viene trasportata in una dimensione nuova, ancora più fragile ma forte e complessa. Da oscar, è il caso di dirlo.

Miglior Attore Non Protagonista: Sam Rockwell/Richard Jenkins

Da sempre portatore sano di follia per tutti i personaggi sopra le righe che ha interpretato, Sam Rockwell è il favori e quasi sicuramente il vincitore di questo premio. Il suo personaggio mette in scena moltissimi umori e condizioni, grazie alla fine scrittura di Martin McDonagh e all’evoluzione psicologica del personaggio stesso, che mette in condizioni Rockwell di consegnarci la sua migliore performance nella vita.

È facile far rumore alzando la voce, ma entrare nello spettatore in punta di piedi, nei panni di un uomo solo e silenzioso è l’impresa che è riuscita a Richard Jenkins in The Shape of Water. Il suo personaggio non è coraggioso, né particolarmente brillante, né temerario, ma si prodiga per l’unica amica che ha, con i mezzi che possiede, e regala al film una tenerezza immensa. Se il mondo si fermasse ad apprezzare la lentezza e la delicatezza, Jenkins sarebbe il vincitore.

Miglior Fotografia: Blade Runner 2049

Ex Aequo con se stessp senza ombra di dubbio: Roger Deakins deve vincere il suo primo Oscar e vorremmo che lo vincesse lui. Dopo ben quattordici candidature, è ora che il maestro della fotografia porti a casa il riconoscimento che vale una vita di capolavori (ultimo fra questi Blade Runner 2049).

Miglior Sceneggiatura Originale: Tre Manifesti a Ebbing/ Lady Bird

Martin McDonaugh, inglese trapiantato nell’America di periferia di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, ha cercato di proporre la sua lettura di certi stereotipi e piaghe sociali che affliggono il paese a stelle e strisce: ne è venuta fuori una sceneggiatura sarcastica, cinica e sorprendentemente commovente, dai toni quasi tragici, che rappresenta in tutto e per tutto la vera gemma del film.

Che Greta Gerwig fosse una scrittrice sopraffina ne avevamo già avuto prova vedendo Frances Ha e Mistress America, le due pellicole da lei sceneggiate insieme a Noah Baumbach. Con Lady Bird, che ha anche diretto, è venuta fuori la sua vena più intimista che raccoglie le memorie del passato e traduce nel linguaggio dell’arte (e cioè della finzione, della proiezione su personaggi fittizi a cui vorremmo somigliare) quei ricordi di un’adolescenza comune. Potrà anche sembrare banale, eppure le trame tessute dalla Gerwig sono millimetriche, precise, e la storia circolare, insomma perfetta. Non c’è via di scampo, tra lacrime e grandi sorrisi. perché Lady Bird vola alto e sarebbe bello premiarlo con questa statuetta.

Migliore sceneggiatura non originale: Chiamami col tuo nome/Logan – The Wolverine

A 90 anni, James Ivory potrebbe diventare il premiato dall’Academy più anziano di sempre. Il regista e sceneggiatore di Chiamami col tuo nome si è brillantemente cimentato nell’adattamento dell’opera di Andre Aciman che ha fatto la fortuna di Luca Guadagnino. L’adattamento delicato e puntuale della storia, al netto delle differenze con il romanzo, mostra delle doti che l’autore non deve certo dimostrare ma che saranno senz’altro riconosciute da chi assegna i premi.

Scott Frank, Michael Green e James Mangold (anche regista) hanno scritto la storia. Logan è il primo cinecomic a ricevere una nomination in questa categoria così importante, un riconoscimento che arriva in vece di tutti quelli, magari ai migliori attori, che non sono arrivati per il film che ha segnato in qualche modo la storia del genere ad oggi più celebre e redditizio dell’industria. Sarebbe bello che Logan vincesse per le categorie in cui non è stato nominato, per consacrare la rivoluzione che ha segnato, soprattutto perché ha reso comune e normale, umano, un personaggio che siamo abituati a vedere, al cinema e nei fumetti, come un supereroe. Prima di ogni altre cosa però, il premio andrebbe a un coraggiosissimo e compiuto lavoro di adattamento.

Migliore scenografia: Blade Runner 2049/The Shape of Water

Dennis Gassner e Alessandra Querzola hanno riportato in vita il mondo di Ridley Scott, questa volta affidato alle mani di Denis Villeneuve. La costruzione degli ambienti, dai più piccoli ai più grandi e maestosi trasmettono il senso di decadimento, ma anche di esigenza di umanità del protagonista. Un lavoro da Oscar, senza dubbio, per un film che purtroppo non è stato considerato nelle categorie principali.

Il lavoro di squadra di Paul Denham Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin ha permesso alla scenografia di The Shape of Water di essere narrante. Dalle sale fredde del laboratorio di ricerca, alla casa di Elisa, piccola e accogliente, persino per un dio pesce. Se il film fosse muto, come la sua protagonista, potrebbe senz’altro parlare con i suoi luoghi e i suoi oggetti. Una favola raccontata prima di tutto dalle stanze, dalle ambientazioni dove si svolgono le vicende dei protagonisti.

Miglior Colonna Sonora: The Shape of Water/Il Filo Nascosto

Magica e senza tempo, la musica composta da Alexandre Desplat per La forma dell’acqua ha il fascino dei classici che non invecchieranno mai. Nemmeno tra cent’anni, quando la favola di Guillermo Del Toro verrà mostrata alle generazioni dopo di noi e poi ai loro figli, per tramandare i messaggi universali dell’amore e del valore della diversità. Un ottimo lavoro di egregia fattura sicuramente candidato numero uno al premio.

La quota alternativa della categoria è lui, componente dei Radiohead e collaboratore di lunga data di Paul Thomas Anderson: Jonny Greenwood, un genio nel vero senso della parola, musicista ricco di contaminazioni e sfumature sperimentali che non smetterà mai di stupirci. Nemmeno con la magnetica colonna sonora composta per Il filo nascosto, autentico capolavoro che si sposa perfettamente ad un’opera altrettanto perfetta.

Miglior Canzone Originale: Coco/Chiamami col tuo nome

Remember Me di Coco (film d’animazione Pixar candidato quest’anno) è il collante sonoro dell’ennesimo gioiello della casa di produzione, un omaggio alla tradizione musicale messicana popolare che riassume in pochi versi e semplici accordi lo spirito della storia e il messaggio finale.

Vedere trionfare nella categoria miglior canzone originale Mystery of Love di Sufjan Stevens sarebbe un sogno, ma forse anche un’utopia. L’artista indipendente ha composto il brano appositamente per Chiamami col tuo nome, modellando le parole all’estate del desiderio di Elio, il protagonista del film. Il risultato è un brano commovente, quasi evanescente, come è ormai solito abituare i suoi fan il cantautore di Detroit.

Miglior film d’animazione: Coco/Loving Vincent

La Pixar è una cara vecchia amica dell’Academy e Coco è un gioiello della produzione Pixar. Sembra che i giochi siano già fatti e che il film possa portare a casa l’ennesimo Oscar per la casa di Produzione della Lampada. Come sempre il premio sarebbe meritato, basta aver visto le avventure di Miguel per essere d’accordo.

Un occhio all’arte e al fascino di un uomo tormentato realizzato con originalità. Loving Vincent potrebbe essere il film giusto per portare una ventata di novità nei premi Oscar 2018, anche se non sembra questo il campo in cui l’Academy vuole innovarsi, almeno per quest’anno.

Per saperne di più sui nominati a miglior film

Oscar: i 15 momenti indimenticabili della storia del premio

In attesa degli Oscar 2018, che si svolgeranno al Dolby Theatre il prossimo 4 Marzo, ecco di seguito alcuni dei momenti, nel corso degli ultimi 89 anni, che hanno segnato la storia dei premi Oscar.

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Nel corso degli anni sono stati abbattuti muri etnici, superati momenti imbarazzanti e segnate anche alcune delle pagine più “misteriose” della storia dei prestigiosi premi.

Ecco i 15 momenti che hanno fatto la storia degli Oscar

1940: Hattie McDaniel è il primo premio Oscar afroamericano

Soltanto nel 1940 l’Academy Awards assegnò un premio Oscar a un’attrice di colore. La prescelta fu Hattie McDaniel per Via Col Vento, nella categoria migliore non protagonista. Tuttavia, nonostante il suo status di vincitrice, non è stata risparmiata dall’umiliazione di sedersi separatamente rispetto agli altri membri del cast e da feroci critiche. Sarebbero passati altri 51 anni per replicare il risultato, Whoopi Goldberg che vinse per il suo ruolo di supporto in Ghost. Nel 1964 Sidney Poitier vinse il premio per il Migliore attore protagonista, primo uomo di colore nella storia, per il film I gigli del campo. Dopo 38 anni, Denzel Washington ha replicato il risultato con Training Day. Per il primo Oscar alla migliore attrice assegnato ad una interprete di colore, abbiamo aspettato invece fino al 2002, quando Halle Berry vinse la statuetta per Monster’s Ball. Non c’è ancora stata un’altra afroamericana a vincere lo stesso premio, anche se lo scorso anno Viola Davis portò a casa un meritatissimo Oscar da non protagonista.

1969: Barbra Streisand e Katharine Hepburn pareggiano

Per quanto possano sembrare scontati, i sistemi del voto agli Oscar hanno dato spesso risultati inaspettati e nel 1969 è capitato che il risultato fosse un pareggio. Katharine Hepburn e Barbra Streisand vinsero entrambe il premio per la migliore attrice protagonista. La presentatrice Ingrid Bergman rimase scioccata quando aprì la busta. Il pareggio è stato reso meno imbarazzante dal fatto che la Hepburn, che vinse per Il Leone d’Inverno, per sua abitudine, non partecipò alla premiazione, lasciando la Streisand a festeggiare nel momento della sua prima vittoria agli Oscar per Funny Girl.

1973: Sacheen Littlefeather rifiuta un Oscar a nome di Marlon Brando

Marlon Brando è stato premiato come miglior attore per il suo ruolo ne Il Padrino. Quindi, quando l’attrice e attivista dei nativi americani Sacheen Littlefeather si è presentata agli Oscar al suo posto è stata una grande sorpresa. Quello che aveva da dire era ancora più sorprendente. “Stasera rappresento Marlon Brando – disse Littlefeather – e mi ha chiesto di dirvi… che purtroppo non può accettare questo premio molto generoso, la ragione della sua scelta è il trattamento che li indiani d’America oggi subiscono nell’industria cinematografica.” Il suo discorso venne accolto da un misto di fischi e applausi; poco tempo dopo Littlefeather dichiarò: “John Wayne era sul retro, pronto a farmi andar via dal palco.”

1974: Robert Opel nudo sul palcoscenico degli Oscar

Proprio mentre l’attore David Niven stava per presentare Elizabeth Taylor, Robert Opel ha attraversato il palco completamente nudo. Niven riuscì a replicare freddamente all’apparizione: “Non è affascinante pensare che probabilmente l’unica risata che l’uomo riuscirà a ricevere mai nella sua vita sarà stata spogliandosi e mostrando i suoi difetti?”. Fu forse più scioccante il fatto che Opel non venne arrestato o addirittura cacciato dallo spettacolo. Infatti, ha tenuto una conferenza stampa, dicendo ai giornalisti: “La gente non dovrebbe vergognarsi di essere nuda in pubblico. Inoltre, è un modo infernale per iniziare una carriera”.

1993: Susan Sarandon, Tim Robbins e Richard Gere sono banditi a vita… più o meno

Susan Sarandon, Tim Robbins e Richard Gere hanno usato la loro presenza sul palcoscenico degli Oscar per parlare delle cause politiche care ai loro cuori. (Sarandon e Robbins hanno parlato del trattamento degli haitiani sieropositivi, mentre Richard Gere ha denunciato l’invasione del Tibet da parte della Cina). Il clamore suscitato dalla politicizzazione degli Academy Awards ha fatto sì che tutti e tre fossero banditi a vita dallo spettacolo. Questo divieto è scomparso, tuttavia, quando Sarandon ha vinto per la migliore attrice nel 1996 per Dead Man Walking, seguita dalla vittoria di Robbins come miglior attore non protagonista nel 2004 per Mystic River. Nessuna notizia sul fatto che il divieto di Richard Gere sia stato misteriosamente rimosso…

1993: Marisa Tomei vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista

Marisa Tomei era una contendente nella corsa agli Oscar del 1993; ha interpretato la sfacciata, rumorosa Mona Lisa Vito nella commedia Mio cugino Vincenzo, che non è esattamente il tipico film da Oscar. Inoltre, si trovava di fronte a potenze teatrali come Judy Davis, Vanessa Redgrave e Miranda Richardson. Sembrava impossibile per lei vincere, eppure fu proprio il suo nome che venne annunciato da Jack Palance. La vittoria di Tomei fu così inaspettata che ci furono voci insistenti sul fatto che Palance avesse sbagliato nome, ma l’Academy e persino gli esigenti contabili che verificano i risultati negarono con veemenza.

1999: Shakespeare in Love batte Salvare il soldato Ryan come miglior film

Uno dei più grandi sconvolgimenti della storia degli Oscar fu la vittoria del premio a Miglior film di Shakespeare in Love, il film storico/romantico interpretato da Gwyneth Paltrow (anche lei vincitrice, contro la Cate Blanchett di Elizabeth)e Joseph Fiennes. Il film riuscì a portare a casa il premio più importante, quando in gara c’erano Elizabeth, Salvate il soldato Ryan, La sottile linea rossa e La vita è bella. Un mistero per tutti ancora oggi.

1999: Roberto Benigni salta sulle sedie e sale sul palco

L’attore-regista italiano Benigni ha portato a casa il premio al miglior film in lingua straniera per il suo lavoro nello straziante La vita è bella, oltre a quello come migliore attore protagonista. Benigni era così eccitato quando Sophia Loren lo annunciò come il vincitore che (con un piccolo aiuto da Steven Spielberg) si alzò in piedi sulla sua sedia e agitò le mani come manifestazione di pura gioia. Saltando a pie’ pari i gradini del palco, è poi corso ad abbracciare la Loren.

2006: Crash batte I segreti di Brokeback Mountain

I Segreti di Brokeback Mountain era il favorito agli Oscar 2006, ma Crash di Paul Haggis vinse a sorpresa il premio al Miglior Film. Certo, Ang Lee vinse per la regia, ma il volto storidito di Jack Nicholson che annuncia la vittoria del film di Haggis non ha prezzo. A oggi Crash è ricordato come il peggior film film ad essere mai arrivato sul tetto di Hollywood.

2009: Heath Ledger vince un Oscar postumo

È stato un momento agrodolce l’annuncio della vittoria di Heath Ledger come migliore non protagonista agli Oscar 2009. L’attore ha conquistato il premio per la sua interpretazione del Joker ne Il Cavaliere Oscuro. Il premio venne ritirato dai genitori e dalla sorella al posto della figlia Matilda, detentrice adesso del premio, che all’epoca aveva solo tre anni.

2010: La prima Migliore regista

Kathryn Bigelow è stata la prima donna nella storia degli Oscar e vincere la statuetta come migliore regista. La prima in 80 anni di premio, su appena quattro nominate: Lina Wertmuller nel 1977 per Pasqualino Settebellezze; Jane Campion nel 1994 per Lezioni di piano; Sofia Coppola nel 2004 per Lost in Translation; e appunto Kathryn Bigelow nel 2010 per The Hurt Locker. Quest’anno si unisce al ristretto club anche Greta Gerwing per Lady Bird. Nel 2010 la Bigelow ha battuto la concorrenza di James Cameron per Avatar, Quentin Tarantino per Bastardi senza gloria, Lee Daniels per Precious e Jason Reitman per Tra le nuvole.

2011: Melissa Leo ha pronunciato la parola con la F

La migliore attrice non protagonista Melissa Leo vinse nel 2011 per il suo ruolo in The Fighter, ma il titolo del film non fu la sola parola con la F che si sentì quella sera, durante il suo discorso. “Quando ho visto Kate [Winslet] due anni fa, sembrava così fottutamente facile!” Chiaramente la parolaccia è stata prontamente beepata su tutti i video, ma live fu un vero momento di imbarazzo, la prima volta nella storia che the F-word venne pronunciata sul palco degli Oscar.

2013: Jennifer Lawrence cade

Jennifer Lawrence
Actress Jennifer Lawrence falls as she walks up the steps to accept the award for best actress for her role in “Silver Linings Playbook” at the 85th Academy Awards in Hollywood, California February 24, 2013. REUTERS/Mario Anzuoni (UNITED STATES TAGS:ENTERTAINMENT) (OSCARS-SHOW)

Jennifer Lawrence probabilmente sarebbe d’accordo sul fatto che questa gaffe l’ha resa celebre quasi quanto i suoi film e i suoi premi. Mentre saliva le scale per andare a prendere la sua statuetta dalle mani di Jean Dujardin, l’attrice è inciampata nel voluminoso abito Dior. La caduta improvvisa le è valsa una standing ovation. “Voi ragazzi siete semplicemente in piedi perché vi sentite male che sono caduta – ha scherzato nel suo discorso di accettazione.

2014: John Travolta presenta Adele Dazeem

https://www.youtube.com/watch?v=rECG1Wlb-lA

John Travolta ha presentato nel 2014 la performance di Indina Menzel che cantava Let it go, canzone vincitrice dell’Oscar di categoria. Tuttavia qualcosa è andato storto e l’attore e Travolta ha annunciato tale Adele Dazeem. L’anno successivo la cantante si è presa la sua rivincita, presentando Glom Gazingo: proprio il nostro John.

2017: Moonlight vince il miglior film dopo che La La Land è stata erroneamente annunciata

L’annuncio del miglior film è sempre il culmine eccitante di una lunga e sfavillante notte di premi. Ma nel 2017 è stato ancora più sorprendente del solito. Il presentatore Warren Beatty ha letto il vincitore sbagliato, La La Land, dopo aver erroneamente ricevuto la busta sbagliata, un duplicato di quella della Migliore Attrice (Emma Stone – La la Land). Solo dopo che il cast e la troupe del film sono arrivati ​​sul palco l’errore è stato corretto, e il produttore di La La Land, Jordan Horowitz, ha preso il microfono per dire “Mi dispiace, c’è un errore. Moonlight, voi ragazzi avete vinto per il film migliore”.

Sharlto Copley debutta alla regia con Sapien Safari

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Sharlto Copley debutta alla regia con Sapien Safari

QC Entertainment produrrà l’esordio alla regia di Sharlto Copley (District 9, ElysiumSapien Safari, di cui l’attore è anche autore della sceneggiatura.

Secondo Deadline, che ha riportato la notizia, il film sarà una commedia sociale e racconterà la vita del naturalista alieno Riblik mentre cerca di convincere il nuovo proprietario della Terra a proteggere la sua specie.

In un ambiente sempre più avverso al rischio, il team di QC è stato come un’enorme benedizione per me” ha dichiarato Copley, “Hanno un occhio per le storie audaci, taglienti e originali con del potenziale commerciale. Una volta a bordo, sostengono con tutto il cuore il regista. Non potevo chiedere di più.”

L’attore tornerà inoltre sullo schermo il prossimo anno in Gringo, la pellicola che vede nel cast David Oyelowo, Charlize Theron e Joel Edgerton.

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