Francesco Di Leva
(Il
Sindaco del Rione Sanità) racconta la sua esperienza
in Benvenuti in Casa Esposito, il nuovo film
diretto da Gianluca Ansanelli e presentato in anteprima al
Monte-Carlo Film Festival. Il film arriverà in sala il 2 agosto
2021, distribuito da Vision Distribution.
Tenetevi forte. Preparatevi a ridere
e a commuovervi. Sono arrivati gli Esposito! Il rione Sanità, dove
è nato il principe della risata Totò, è uno dei più affascinanti e
misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua famiglia allargata,
Tonino Esposito, orfano di un boss della camorra. Tonino riceve dal
clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si
intestardisce a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi.
Perché è goffo, sfigato, arruffone, incapace di difendersi: un
antieroe tragicomico e decadente, che tra incubi e visioni,
ingenuità e imbranataggini, ne combina di tutti i colori. In un mix
esilarante tra i Cesaroni e i Soprano, uno spaccato divertente e
allo stesso tempo crudele della Napoli contemporanea, città dalle
mille contraddizioni e dalle tante difficoltà, capace però di non
perdere mai la speranza per un futuro migliore.
Distintosi tra cinema, televisione e
teatro, Francesco Di Leva è oggi uno dei più
promettenti interpreti italiani. Attore brillante e in grado di
assumere ruoli molto diversi tra loro, ha dato prova nel corso
degli anni di saper scegliere i progetti più adatti a sé,
arricchendoli con la propria presenza e il proprio carisma.
Apprezzato dalla critica, l’attore è oggi uno dei nomi più
richiesti per il cinema nazionale.
Ecco 10 cose che non sai di
Francesco Di Leva.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Di Leva: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Tra i primi ruoli ricoperti dall’attore per
il cinema vi è quello nel film erotico La donna lupo
(1999). Successivamente recitò per titoli come Pater
familias (2003), Mater Natura (2005), Noi
credevamo (2008) e Una vita
tranquilla (2010), con Toni
Servillo. Successivamente, grazie alla notorietà
raggiunta, prende parte a film come Milionari (2014),
La stoffa dei
sogni (2014), con Sergio
Rubini, Natale col boss (2015), Caccia al
tesoro (2017), Metti la nonna in
freezer (2018), con Miriam
Leone, e Bob & Marys – Criminali a domicilio
(2018), con Rocco
Papaleo. Nel 2019 è protagonista del film Il sindaco del rione
Sanità.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. All’inizio della sua carriera, Di
Leva ha preso parte a titoli televisivi come il film Un nuovo
giorno (1999) e le serie La squadra (2003),
R.I.S. – Delitti imperfetti (2006), Crimini
(2006) e Squadra antimafia – Palermo oggi (2010). Nel 2013
diventa celebre grazie al suo ruolo nella serie Il clan dei
camorristi, dove recita accanto a Stefano
Accorsi.
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Negli ultimi anni l’attore ha attirato su
di sé le attenzioni della critica e dell’industria, che lo ha in
particolare apprezzato nei suoi ruoli per i film Una vita
tranquilla e Il sindaco del rione Sanità. Per questi,
è infatti stato candidato rispettivamente come miglior attore non
protagonista e miglior attore protagonista ai David di Donatello,
nel 2011 e nel 2020.
Francesco Di Leva è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network con un
profilo seguito da 13,7 mila persone. All’interno di questo, Di
Leva è solito condividere prevalentemente immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete, sia attraverso articoli sia attraverso
interviste rilasciate. Non mancano però anche immagini della sua
quotidianità.
Francesco Di Leva: ha una
moglie?
6. È molto
riservato. Della vita privata dell’attore si sa poco e
nulla. Di Leva è più interessato a dar vita a discorsi sul proprio
mestiere che sulla sua sfera sentimentale. Neanche dai suoi profili
social è possibile determinare se abbia o meno una moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Di Leva a teatro con
Gomorra
5. Ha recitato nello
spettacolo teatrale tratto dal romanzo. Nel 2007, l’attore
è protagonista dell’adattamento teatrale del libro di Saviano,
divenuto in seguito un film e una serie TV. Lo spettacolo,
realizzato con il Teatro Stabile di Napoli, permise a Di Leva di
ottenere grande visibilità a livello nazionale, e contribuendo alla
maggior offerta di ruoli al cinema e in televisione.
Francesco Di Leva in Il clan dei
camorristi
4. Era attratto dalla
negatività del personaggio. Nella serie Il clan dei
camorristi, l’attore ha ricoperto il ruolo dello spietato
Ciccio Capuano. Nel parlare del personaggio, Di Leva ha affermato
di essere da subito rimasto affascinato dalla sua malvagità. Per
l’attore si tratte del classico “fascino del male”, e desideroso di
comprenderne i meccanismi accettò il ruolo.
3. Ha studiato a lungo per
il ruolo. Per poter dar vita ad un realistico ritratto del
personaggio, l’attore si è concentrato sul ricostruire le fasi di
quella che può essere realmente la vita di un boss malavitoso. In
particolare, Di Leva ha puntato tutto sull’imprevedibilità di
Capuano, elemento che lo rende tanto pericoloso.
Francesco Di Leva è Il sindaco del
rione Sanità
2. Prova sentimenti
contrastanti per il personaggio. Di Leva ha raccontato di
essersi trovato davanti ad una grande sfida nell’interpretare
Antionio Barracano, protagonista del film. In quanto attore, un
ruolo del genere è per lui un’occasione magnifica, ma come uomo lo
disprezza fortemente. Per lui è stato dunque complesso non
giudicare il personaggio, ma limitarsi a dargli vita in modo
oggettivo.
Francesco Di Leva: età e
altezza
1. Francesco Di Leva è nato
a Napoli, Italia, il 4 settembre 1978. L’attore è alto
complessivamente 172 centimetri.
Arriva
nelle sale italiane il 28, 29 e 30
aprile Francesco da Buenos Aires – La rivoluzione
dell’uguaglianza, il film biografico sulla vita di
Jorge Mario Bergoglio.
Un’uscita record per il distributore
Microcinema in oltre 300 copie, che oltre a confermare il grande
interesse del pubblico per Papa Francesco, la rende l’unico, grande
sfidante italiano rispetto ai blockbuster
americani The Amazing Spider-Man
2, Noah
e Rio 2.
Il film, girato da Miguel
Rodriguez Arias e Fulvio Iannucci, narra
la vita di Jorge Mario Bergoglio, dall’infanzia
all’età adulta, da quando era arcivescovo a Buenos Aires fino
all’elezione al Soglio Pontificio.
Moltissime le rivelazioni inedite
del film, raccontate dalle voci stesse delle persone a lui più
vicine, come la sorella Maria Elena e gli amici che gli furono
accanto durante gli anni del vescovato in Argentina, compresa la
sua attività per salvare diverse vite umane durante la dittatura
militare.
Un appuntamento imperdibile per
scoprire quegli aspetti più umani e popolari di Papa Francesco e
che lo hanno reso così amato.
E’ facile immaginare che per
Francesca Scorsese il mondo del Festival
di Cannes non sia del tutto nuovo, ma è chiaro che partecipare
al Festival con un cortometraggio in concorso è sicuramente
un’esperienza differente. Scorsese, che al festival del 2023
presenta Fish Out of Water, ha parlato anche delle sue passate
esperienze a Cannes: “Ricordo solo il tappeto quando ero
più piccola e ricordo di aver guardato tutti perché avevo
probabilmente 10 anni o addirittura di meno”.
Fish Out of Water
segue la storia di una figlia che si riconnette con il padre
separato e la madre sempre più malata, e Francesca
Scorsese ha approfondito il concetto per la sua tesi di
laurea alla New York University. Sebbene la relazione padre-figlia
nel film non abbia, dice, alcuna relazione con la vita reale,
c’erano aspetti in linea con le esperienze di sua madre.
“Penso che volevo principalmente
raccontare una storia di legame familiare attraverso la malattia e
momenti davvero difficili, così come la cura di un membro della
famiglia, perché è qualcosa che ho fatto per la maggior parte della
mia vita con mia madre che ha il Parkinson. Quindi, è stato un po’
il mio modo di affrontare quei ricordi.”
Suo padre, Martin Scorsese, ha sostenuto enormemente i
suoi sogni di regista e questo film, ha detto. “L’ho mostrato a
mio padre. Mio padre lo ha inviato ai suoi amici. Sono abbastanza
sicuro che Ari Aster l’abbia visto. Ero tipo, ‘Oh mio
dio.'”
Ma ha poi spiegato che a causa della
rappresentazione della malattia del personaggio della madre, era
estremamente nervosa all’idea di mostrare il film a sua madre.
“È stato assolutamente terrificante mostrarlo a mia madre, più
che a tutte le altre persone”, ha detto. “Lei diceva
sempre, ‘Oh, voglio vederlo.’ E io dicevo, ‘OK, ma potresti non
essere davvero felice.’ Ovviamente è un argomento molto delicato.
Ma mostrandoglielo, mi sono seduta nella stanza e mio padre mi ha
detto che dovevo restare nella stanza. Ero tipo, ‘Vado, andiamo’. E
lui, ‘Siediti in quella stanza, resta nella stanza. Devi essere lì
con lei, basta tenerle la mano.’ E e poi gli ho detto, ‘Hai
ragione. Davvero.’”
Sarà
quella di Francesca Michielin, la voce scelta da Videa per
interpretare Tu sei una favola, canzone originale per il
film d’animazione Ballerina nelle sale dal 16 febbraio, che
appassionerà grandi e piccini e ambientato nell’incantato mondo
della danza in una fiabesca Parigi di fine Ottocento.
Una
tra le voci più belle del panorama musicale
italiano FRANCESCA
MICHIELIN per Tu sei una
favola, canzone originale del
film d’animazione BALLERINA – AL CINEMA DAL 16 FEBBRAIO
Dopo il
grande successo del singolo doppio platino Nessun grado di
separazione, con la quale ha rappresentato l’Italia
all’Eurovision Song Contest 2016 e gli ottimi risultati dei singoli
Un Cuore in due e Almeno Tu che hanno dominato le
classifiche radiofoniche, Francesca Michielin ha da poco
terminato di 20are Live, il suo tour nei club completamente
sold out.
SINOSSI BREVE
Ballerina è la storia di Felicie, una piccola
orfana che sogna di diventare un’Etoile all’Opéra di Parigi. Un
meraviglioso film d’animazione sull’importanza dei sogni, destinato
ad emozionare grandi e piccini e che ci ricorda come nulla sia
davvero impossibile.
Il mondo dei reality
show non conosce crisi. Mentre autori e produttori
impegnati si adoperano per diversificare i cataloghi delle
piattaforme streaming e i palinsesti televisivi, la maggior parte
dei pubblico predilige l’intrattenimento trash. Dopo una
faticosa giornata di lavoro, passata magari a lottare con clienti
maleducati e boss fin troppo esigenti, l’unica cosa che l’italiano
medio vuole fare è rilassarsi davanti alla tv. I reality show sono
perfetti per chi vuole semplicemente staccare la spina. Programmi
come Il Grande Fratello, L’isola dei
Famosi, Jersey Shore, Al Passo
con i Kardashian, oltre a creare nuove piccole star della
tv, forniscono la giusta dose d’intrattenimento. Uno dei reality
più amati degli ultimi tempi è senza dubbio Too Hot To
Handle, che ha fatto la fortuna di molti giovani
influencer tra cui la bella Francesca
Farago.
Se non avete mai visto una puntata
di Too Hot To Handle e non sapete chi sia
Francesca Farago, venite con noi a scoprire alcune
delle curiosità sulla nuova stellina di web.
Francesca Farago, le origini:
scopriamo chi è
Francesca Farago, età 26
anni, è nata il 19 novembre del 1994 a
Victoria, in Canada, ed è una famosa
modella e influencer.
Dopo aver acquistato una certa notorietà a Vancouver, Francesca
comincia a lavorare anche al di fuori dei confini canadesi. Grazie
alla sua bellezza e alle sue curve mozzafiato, la Farago diventa
molto famosa soprattutto sui social e ben presto comincia a
viaggiare verso Los Angeles per lavoro.
Definita come ‘la Kim Kardashian
canadese’ per il suo fisico statuario, Francesca decide di
cavalcare l’onda del successo e ampliare i suoi orizzonti. Ben
presto, infatti, la Farago si dà al fashion design, lanciando una
linea di costumi da
bagno. Vegana per scelta e molto
rispettosa verso l’ambiente, la ragazza avvia anche un suo marchio
personale, Farago The Label, un
e-commerce che produce in modo sostenibile e
green.
Bellissima e intraprendente, tra le
passioni di Francesca ci sono il fitness e la cura
del corpo, indispensabili per il suo lavoro. Ma oltre a fare del
semplice esercizio fisico, per mantenere intatte le sue curve, la
ragazza è molto attenta alla sua alimentazione che spesso è
argomento di conversazione sui suoi account social. A differenza,
infatti, di molte sue colleghe, Francesca ama utilizzare il cibo e
la sua passione per la cucina per nutrire il suo corpo nel modo
giusto.
Oltre al fitness, Francesca ama
molto la fotografia, la lettura e
gli animali, in particolare i cani; la ragazza ha,
infatti, un adorabile cagnolino, Romeo Jonathan Webb, che
può vantare un suo personale profilo Instagram.
Tra le sue passioni, inoltre, c’è
anche il mare. Francesca ama starsene al sole immersa in
meravigliosi paradisi tropicali e pare, infatti, sia stata proprio
questa sua passione a portarla sul set di Too Hot To
Handle.
Francesca Farago in Too Hot To
Handle
Nel 2019, i produttori britannici
Laura Gibson e Charlie Bennett,
hanno ideato un nuovo format per un reality show che ha come
protagonisti alcuni dei single più sexy del web. Il programma, dal
titolo Too Hot To Handle è stato rilasciato da
Netflix all’inizio di
quest’anno, il 17 aprile del 2020. La serie, ferma per ora a una
sola stagione di 9 episodi di circa 40 minuto
ciascuno, segue le avventure hot di dieci ragazzi e ragazze
single.
I dieci concorrenti arruolati per
questo misterioso reality, vengono condotti in un magnifico resort
su di una spiaggia dove resteranno per quattro settimane. Durante
questo periodo di convivenza forzata, i ragazzi potranno trovare
l’amore e vincere bel 100 mila dollari. Ma
l’entusiasmo dei concorrenti, fin troppo eccitati per
l’esperimento, si spegno subito.
Dodici ore dopo il loro arrivo al
resort, i ragazzi vengono informati sulle regole che dovranno
osservare durante la loro permanenza per poter vincere il premio
finale. I concorrenti potranno conoscersi e interagire tra loro ma
non potranno avere nessun tipo di contatto fisico o sessuale. Ogni
violazione al codice sottrarrà soldi al montepremi finale.
Nonostante lo shock iniziale, i
ragazzi accettano di continuare la loro avventura ma, durante il
corso delle settimane, diventerà per loro sempre più complicato
seguire le regole. I concorrenti cominceranno a conoscersi e,
complici vari giochi e prove hot, anche a piacersi.
Francesca Farago e Harry
Jowsey
Tra i concorrenti di Too
Hot To Handle, i più chiacchierati sono stati sicuramente
Francesca Farago e Harry Jowsey. Conosciutisi
all’interno del reality, tra i due sin da subito si è formata una
forte attrazione fisica. Nonostante i tentativi da parte degli
autori di complicare le cose forzando i ragazzi a interagire tra
loro, esplorando più relazioni sentimentali, Francesca e Harry si
sono mostrati la coppia più forte.
Francesca è stata oggetto di
attenzioni da parte di più concorrenti, come Kelz e Kori, ma alla
fine solo Harry l’ha spuntata. Il ragazzo è rimasto subito colpito
dalla bellezza e dalla personalità prorompente della Farago e,
conoscendosi meglio durante le settimane, la semplice attrazione
fisica ha lasciato il posto a qualcosa di più.
I ragazzi si sono innamorati
all’interno del reality è la loro relazione è poi continuata anche
fuori dal resort. Francesca e Harry si sono fidanzati ufficialmente
e pare che insieme stiano progettando un matrimonio in un futuro
non troppo lontano. In un’intervista rilasciata ad aprile a
Esquire, Francesca
Farago ha dichiarato:
“Harry è davvero adorabile, la
sua risata è contagiosa ed è così carino che è impossibile non
andarci d’accordo […] Stiamo ancora insieme ma al momento [aprile
2020] siamo in quarantena e non siamo nemmeno nella stessa parte
del mondo. E’ molto dura. Stiamo anche cercando il modo di
oltrepassare il confine senza farci vedere per stare insieme
[ride]. E’ davvero durissima stare lontani.” [fonte: Esquire]
Francesca Farago su Instagram
Se volete essere sempre aggiornati
su tutte le avventure private e professionali di Francesca
Farago, conosciuta da suoi amici e follower come
Frankie, vi consigliamo di seguire il suo account
Instagram.
Un piccolo avviso però per tutti i deboli di cuore: armatevi di
bibite ghiacciare e ventilatori perché Frankie è davvero too
hot to handle!
“La pelle più bella del cinema
Italiano”: così, con poche e semplici parole, il regista
Marco Ferreri descrive Francesca
Dellera, determinandone la fama internazionale a
Cannes con il film “La
Carne”.
Con una carriera alle spalle che
l’ha resa icona indiscussa di una femminilità
carnale, Francesca Dellera si trasferisce a
Roma dopo la maturità classica dove inizia a
lavorare come fotomodella: ha infatti posato per
alcuni dei più importanti maestri della fotografia internazionale,
tra i quali Helmuth Newton, Michel Comte, Andrè Rau,
Dominique Issermann e Greg Gorman.
Proprio grazie alle diverse
apparizioni sulle copertine delle principali
rivisteinternazionali, nonché
modella e amica di Jean Paul Gaultier, Francesca
Dellera viene notata anche da importanti registi come
Giuseppe Patroni Griffi che la vuole protagonista
nel film TV remake “La Romana” e che la fa
conoscere ad Alberto Moravia, il quale le
dedicherà un articolo su L’Espresso. La sua
sensualità, evidenziata dalle doti artistiche, ha saputo suscitare
l’interesse di personaggi di spicco del mondo cinematografico e
artistico come il maestro Federico Fellini, che la
sceglie per il ruolo della fata in “Pinocchio”, film mai realizzato
per la prematura scomparsa del regista.
Definita dal critico cinematografico Tullio
Kezich “una bellezza dalla fisicità parlante che
possiede quel qualcosa in più che hanno le figure schermiche di
eccezione”, Francesca Dellera è simbolo di una fascino senza
tempo, condito da un carisma artistico esclusivo che ne ha
determinato il successo. In occasione della 68esima edizione del
Festival diCannes, l’attrice
fotomodella ha ritrovato lo stesso calore internazionale che ne
aveva segnato la popolarità, accompagnata dall’attore e sex symbol
Alain Delon con il quale aveva recitato nel film
“L’ours en peluche” di Jacques
Deray. La sua seducente bellezza, inoltre, ha fatto
breccia nel cuore di personaggi celebri come l’attore
Christopher Lambert, il musicista
Prince e il tennista Noah.
Oggi Francesca è ancora un’ icona di
affascinante femminilità nel panorama artistico cinematografico, un
simbolo di quella bellezza parlante che l’ha resa la
Romana di Patroni Griffi e la Contessa di
Castiglione di Josèe Dayan allo stesso
tempo, indelebile dalla mente dei suoi seguaci.
In occasione della pubblicazione del
portale ufficiale, lo staff del sito hanno voluto
regalare ai suoi fan una versione biografica totalmente esclusiva,
accompagnata da una galleria inedita ed esaustiva di
tutti gli scatti apparsi su copertine e prime
pagine delle più rinomate riviste.
Nel frattempo, ci auguriamo di
rivederla presto sul piccolo o sul grande schermo.
Francesca
Comencini racconta della sua esperienza nella
realizzazione di Django – La
Serie, per la quale ha rivestito il ruolo di
direttrice creativa e regista. La serie è disponibile su Sky e NOW
dal 16 febbraio e vede protagonista Matthias Schoenaerts nei panni dello
“Straniero”.
Django,
che rilegge in chiave contemporanea l’omonimo film di Corbucci, è
una serie TV in dieci episodi prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya
e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky
Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction
e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del
governo rumeno.
Completamente girati in inglese, i
primi quattro episodi sono diretti da Francesca
Comencini (Gomorra – La serie), anche
direttrice artistica della serie, mentre i seguenti episodi sono
diretti da David Evans (Downton Abbey) e
da Enrico Maria Artale(Romulus). Le
riprese si sono svolte in Romania, tra Racos, Bucharest e l’area
del Danubio.
Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico
personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock
nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah,
la figlia di Django,
e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e
spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri
interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O.
Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di
John Ellis e Tom Austen in quelli del cowboy
Eljiah Turner.
Il premiato attore Matthias
Schoenaerts è acclamato in tutto il mondo per film come Un
sapore di ruggine e ossa, Bullhead – La vincente ascesa di Jacky,
The Mustang, Amsterdam. Fra i suoi prossimi progetti il film
The Way of the Wind di Terrence Malick, di cui sarà il
protagonista, e la miniserie HBO The Palace, in cui
diretto da Stephen Frears reciterà accanto a Kate Winslet; Nicholas
Pinnock, fondatore della Silver Milk Productions, è apparso sul
grande schermo nei film The Last Tree e Dark
Encounter, ed è conosciuto in TV per le famose serie TV
Counterpart, Top Boy, Fortitude,
Marcella e, più di recente, For Life; la
talentuosa attrice in ascesa Lisa Vicari è conosciuta per le sue
performance nel film Luna e, negli ultimi anni, nella
popolare serie TV Dark; la premiata attrice Noomi
Rapace è celebre per i suoi ruoli nella trilogia
Millennium, nei film Prometheus e Seven Sisters, così
come per i film indipendenti Lamb e Non sarai sola.
Django è
una coproduzione italo-francese creata e scritta da
Leonardo Fasoli (Gomorra –
La Serie, ZeroZeroZero) e Maddalena
Ravagli (Gomorra – La Serie), entrambi
anche co-autori del soggetto di serie insieme a
Francesco Cenni e Michele
Pellegrini. Completa il team di scrittura Max
Hurwitz (ZeroZeroZero, Manhunt),
che firma due sceneggiature. La distribuzione internazionale
è di STUDIOCANAL.
Divenuta celebre dopo aver vinto il
concorso Miss Italia, Francesca Chillemi ha nel
tempo dimostrato non solo di essere una donna ricca di fascino, ma
anche di talento. Sono infatti molti i ruoli, cinematografici e
televisivi, con cui si è distinta nel mondo della recitazione,
svolgendo dunque con sempre più costanza il ruolo di attrice e
ricoprendo anche importanti ruoli da protagonista.
Ecco 10 cose che non sai di Francesca
Chillemi.
Francesca Chillemi: i suoi film e le serie TV
1. È nota per diverse serie
TV. Il suo primo ruolo da attrice la Chillemi lo ottiene
per la fiction Un medico in famiglia, recitando nel ruolo
di Costanza in due episodi della quarta stagione. Interpreta poi
dal 2007 al 2008 il personaggio di Laura Flestero in Carabinieri,
mentre sempre nel 2008 è Teresa Sciacca nell’episodio La luna
di carta di Il commissario Montalbano, con Luca
Zingaretti. Negli anni ha poi recitato nelle serie
Squadra antimafia – Palermo oggi (2010), Sposami
(2012) e Che Dio ci aiuti (2011-2021), ricoprendo qui i
panni di Azzurra Leonardi per ben 112 episodi, recitando accanto ad
Elena Sofia
Ricci. Nel 2021 recita invece in Leonardo e
Glow & Darkness (2021). Nel 2022 è invece protagonista
della fiction Viola come il mare.
2. Ha recitato anche in
diversi film. L’attrice ha debuttato sul grande schermo
nel 2009, recitando nell’episodio Gaymers del
film Feisbum – Il film. Nello stesso anno ha avuto un
ruolo di maggior rilievo nel film campione d’incassi Cado dalle
nubi, con CheccoZalone. È tornata poi sul grande schermo
con Natale da chef (2017) e poi nuovamente in
Reefa, Una relazione, con Guido Caprino,
e Anima bella, tutti e tre del 2021.
Francesca Chillemi e Can Yaman
3. Sono i protagonisti di
una nuova fiction. Dal settembre del 2022 l’attrice torna
sul piccolo schermo con la fiction Viola come il
mare, in onda su Canale 5. Basata sul romanzo
Conosci l’estate? di Simona Tanzini, in
essa la Chillemi recita nei panni di Viola Vitale, una giornalista
alla ricerca del padre mai conosciuto. Mentre lavora per la cronaca
neraa, farà la conoscenza dell’ispettore Francesco Demir,
interpretato dall’attore Can Yaman,
finendo con il lavorare fianco a fianco con lui.
4. Hanno presentato insieme
la fiction a Venezia. Nel corso del Festival del Cinema di
Venezia i due attori hanno avuto modo di presentare in anteprima la
fiction Viola come il mare, sfilando insieme sul red
carpet. La loro presenza ha mandato in estasi i loro fan, che non
hanno mancato di notare come i due abbiamo scelto di presentarsi
con abiti semplici ma eleganti e soprattuto abbinati tra loro.
Francesca Chillemi: il marito e la figlia
5. È fidanzata con un
imprenditore. Dal 2015 la Chillemi ha una relazione con
Stefano Rosso, imprenditore e dirigente sportivo
italiano, figlio del noto Renzo Rosso.
Inizialmente attivo nel campo della moda, essendo cofondatore e CEO
di D-Cave e membro del consiglio di OTB Group, dal 2018 egli è
anche presidente del club calcistico L. R. Vicenza.
6. Ha avuto una
figlia. Dalla sua relazione con Stefano Rosso, l’attrice
ha dato alla luce nel 2016 una figlia, di nome
Rania. In più occasioni la Chillemi ha raccontato
di quanto la figlia sia importantissima per lei e di come l’abbia
messa davanti ad una crescita importante. L’attrice cerca però di
essere anche protettiva nei confronti della figlia, evitando che
venga esposta in modo eccessivo ai media.
Francesca Chillemi è su Instagram
7. Ha un profilo sul celebre
social network. L’attrice possiede un proprio profilo con
tanto di spunta blu sul celebre social network Instagram. Qui vanta
ad oggi un totale di 1.2 milioni di followers e con i suoi oltre
800 post è solita condividere con i fan scatti dei progetti a cui
ha partecipato come attrice e modella, ma anche foto che la
ritraggono durante eventi di gala e premiere in giro per il mondo.
Diverse sono però anche le immagini legate alla sua vita
quotidiana, tra amici e famiglia. Seguendola si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Francesca Chillemi ha vinto Miss Italia
8. È stata eletta Miss
Italia. Nel 2003, all’età di appena 18 anni, Francesca
Chillemi viene eletta Miss Italia, ricevendo la corona dalla
celebre attrice Claudia Cardinale.
Grazie a quella vittoria, la Chillemi intraprende una carriera da
modella, approdando poi alla recitazione e distinguendosi per il
suo talento.
9. Ha completato gli
studi. Dopo aver vinto il celebre concorso di bellezza, la
Chillemi non si è però gettata subito tra le braccia della
celebrità, preferendo tornare prima in Silicia, sua regione di
nascita, per terminare gli studi. Qui consegue infatti il diploma
al liceo classico. Solo dopo aver ottenuto ciò, nel 2004 ha
iniziato a lavorare come modella e attrice, distinguendosi in
entrambi i campi.
Francesca Chillemi: età e altezza dell’attrice
10. Francesca Chillemi è nata a Barcellona Pozzo di
Gotto, in provincia di Messina, il 25 luglio del 1985.
L’attrice è alta complessivamente 1.71 metri.
Attrice dal volto unico,
Frances McDormand è diventata negli anni una vera
e propria icona, affermandosi non solo per le sue straordinarie
doti recitative ma anche per il suo carattere dirompente. È noto il
suo sodalizio con i fratelli Coen, ma molti sono i registi con cui
ha avuto modo di collaborare, divenendo una tra le più celebri
interpreti degli ultimi decenni.
Ecco 10 cose che non sai su
Frances McDormand.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Frances McDormand: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film di culto. L’attrice debutta al cinema nel 1984 con il
film Blood Simple – Sangue
facile, di Joel Coen. Successivamente ha
preso parte a pellicole come Arizona Junior (1987),
Mississippi Burning (1988), Darkman (1990),
Crocevia della morte (1990), America oggi (1993)
e Fargo (1996), con cui si consacra come interprete. Negli
anni successivi continua ad affermarsi grazie a film come
Schegge di paura (1996), Quasi famosi (2000),
L’uomo che non c’era (2001), Miss Pettigrew
(2008), Burn After Reading (2008), con Brad
Pitt, Transformers
3 (2011), This Must Be the
Place (2011), con Sean
Penn, Moonrise
Kingdom (2012), Ave, Cesare!
(2016), Tre manifesti a Ebbing,
Missouri (2017), dove recita accanto
a Sam
RockwelleWoody
Harrelson, e The French Dispatch (2020).
9. Si è distinta come
doppiatrice. Negli ultimi anni l’attrice ha ricoperto in
diverse occasioni anche il ruolo di doppiatrice. In Madagascar 3 –
Ricercati in Europa dà infatti la voce al personaggio del
capitano Chantal Dubois, mentre nel film Pixar Il viaggio di
Arlo è la voce della madre del protagonista. Più noto
ancora è il suo doppiaggio per il film d’animazione L’isola dei
cani (2018), dove è la voce dell’interprete Nelson.
8. Ha recitato anche per la
televisione. Nel corso della sua carriera l’attrice
non si è fatta mancare alcuni ruoli televisivi. Nei primi anni ha
infatti recitato in alcuni episodi di serie come Ai confini
della realtà (1986), Un detective in gamba (1987), e
Great Performances (1995), come anche in film come
Pazze d’amore (1992), The Good Old Boys (1995) e
Precint Hollywood (2005). Nel 2014 è protagonista della
miniserie Olive Kitteridge, mentre nel 2019 è la voce di
Dio della serie Good Omens.
Frances McDormand: chi è suo
marito
7. È sposata con un noto
regista. Nel 1984 l’attrice sposa il regista Joel
Coen, conosciuto grazie al set di Blood Simple –
Sangue facile. I due formano ancora oggi una delle coppie più
note di Hollywood, e si sono distinti anche per la loro
riservatezza. Nel 1994 i due adottano un bambino del Paraguay, che
portano a vivere con loro a New York.
6. Ha recitato in molti film
del marito. Dal primo film girato con il marito, Blood
Simple – Sangue facile, l’attrice ha collaborato con Coen in
altre sei occasioni. Arizona Junior, Crocevia della morte,
Fargo, L’uomo che non c’era Burn After Reading, e Ave,
Cesare!. Sia con ruoli da protagonista che non parti più
marginali, l’attrice si è contraddistinta per aver sempre espresso
al meglio lo humor nero ricercato dal marito.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Frances McDormand e gli Oscar
5. Ha vinto più volte
l’ambito premio. Nel 1997, grazie al ruolo di Marge
Gunderson, l’attrice vince il suo primo Oscar come miglior attrice
protagonista. Un riconoscimento che le permette da quel momento di
vivere una carriera ancor più ricca. Nel 2018, con la sua
struggente performance in Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, ottiene invece la sua seconda statuetta, sempre come
protagonista. Vanta poi altre tre nomination come non protagonista
per i film Mississipi Burning, Quasi famosi e North
Country.
Frances McDormand in Fargo
4. Non era convinta del
ruolo. Tra le interpretazioni più memorabili dell’attrice
vi è quella della poliziotta incinta Marge Gunderson in
Fargo, che le è valso anche il premio Oscar. L’attrice ha
raccontato che tuttavia inizialmente non era convinta di voler
accettare il ruolo, poiché alla ricerca di una parte da killer o da
prostituta. Dopo aver accettato, affermò che quel personaggio è
stato uno dei regali più belli della sua carriera.
3. Ha usato un cuscino per
simulare il pancione. Per dare vita allo stato di
gravidanza del suo personaggio, l’attrice ha indossato all’altezza
dello stomaco uno speciale cuscino. Nel film, inoltre, l’attrice
riproduce perfettamente i movimenti di una donna in quello stato,
ma non è stata una cosa volontaria da parte sua. Il cuscino
realmente limitava la sua agilità e il suo equilibrio.
2. Ha scritto la backstory
del proprio personaggio. Il regista Joel
Coen ha dato carta bianca all’attrice per scrivere una
biografia del proprio personaggio, così da poter entrare meglio
nella sua mentalità. La McDormand inventò allora di aver conosciuto
suo marito sul lavoro, ed entrambi erano poliziotti. Al momento del
matrimonio, decisero che uno dei due avrebbe rinunciato al proprio
lavoro. Poiché Marge era un poliziotto migliore, fu lei a
continuare la carriera nelle forze dell’ordine.
Frances McDormand: età e
altezza
1. Frances McDormand è nata
a Gibson City, Illinois, Stati Uniti, il 23 giugno 1957.
L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
Frances McDormand presiederà la
giuria del Festival di San Sebastian dal 16 al 24 settembre. La
cittadina basca situata nel nord della Spagna arriverà quest’anno
alla 59° edizione e vedrà in giuria un gruppo vario e valido di
esperti di settore: Guillermo Arriaga (sceneggiatore e regista),
Alex de la Iglesia (regista), Bent Hamer (regista), Bai Ling
(attrice), Sophie Okonedo (attrice) e Sophie Maintigneux (direttore
della fotografia).
L’attrice, da poco vista in
Trasformers 3, è stata diretta da Paolo Sorrentino in This Must Be
the Place, film che vedremo questo autunno in Italia.
Frances McDormand è stata protagonista
dell’ultima stagione dei premi durante la quale ha vinto tutti i
riconoscimenti per la migliore interpretazione femminile in
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Le ultime
informazioni che avevamo sul film erano relative alla writers room
istituita per portare avanti la stesura di uno script.
Godzilla vs Kong
al momento non ha ancora un regista ma ha un anno di uscita, il
2020. Il 22 marzo 2019 è invece atteso Godzilla King of
Monsters, sequel del film diretto da Gareth Edwards e
affidato a Michael Dougherty (Krampus) con protagonisti Kyle
Chandler, Vera Farmiga e Millie Bobby Brown.
In Frances Ha
Frances (Greta
Gerwig) è il ritratto di una ragazza che corre,
incessantemente e senza sosta, per le strade di New York sul
ritornello di “Modern Love” di David Bowie, un po’ come corre la
sua esistenza. Non ha un luogo fisso in cui vivere (o meglio, come
diceva Holly Golightly, non ha ancora trovato un
posto in cui si sente “a casa”), è squattrinata e costantemente
denominata dal suo amico Benj “infidanzabile” (“undateable”) ovvero
una persona che non riesce o non vuole mantenere dei rapporti e dei
legami.
Frances, un po’ come tutti, insegue
il suo sogno, quello di diventare una ballerina, attendendo
pazientemente di entrare a far parte della compagnia per cui è
ancora una semplice tirocinante. Condivide le giornate con la sua
coinquilina e amica Sophie, con la quale intrattiene l’unico vero
legame di amicizia, raccontato quasi come se fosse una storia
d’amore. La storia segue uno spaccato della sua esistenza un po’
instabile esordendo con l’improvviso abbandono di Sophie che
deciderà di andare a convivere con il fidanzato, lasciando Frances
da sola e sgretolando così le poche sicurezze rimaste nell’eterna
adolescente. Frances Ha si può definire
come una commedia dolce ma allo stesso tempo molto introspettiva,
che traccia con un naturalismo molto sentito le paure e le
insicurezze di una ragazza che a fatica riesce a rimanere
all’interno dei margini della società.
Eppure la vera sfida per
Frances è stare al passo di una realtà che non accenna minimamente
a rallentare e che, spesso, non soddisfa le nostre aspettative (un
concetto che si delinea particolarmente quando viene mostrato il
viaggio “a vuoto” di Frances a Parigi). Buffa, dolce, goffa,
inadeguata ma sempre speranzosa, Greta
Gerwig riesce a dar anima a un personaggio di una
disarmante ingenuità che tuttavia affronta con ottimismo tutte le
sfortunate coincidenze che le prospetta il destino, un’icona quasi
dei tempi moderni, alla ricerca di un suo posto nel mondo.
Un personaggio che si sposa alla
perfezione con la ricerca del realismo e dell’improvvisazione nei
dialoghi e nelle situazioni da parte del regista Noah
Baumbach, che, con questa pellicola, consolida la seconda
collaborazione con la Gerwig
(entrambi avevano già lavorato insieme in Greenberg), qui non solo
semplice musa del regista ma anche co-autrice della sceneggiatura.
Baumbach ci offre la storia di una dimensione umana ricavata nella
cornice di una metropoli newyorkese resa perfettamente romantica
e atemporale dalla fotografia in bianco e nero, con non pochi
riferimenti alla New York di Woody Allen (Manhattan,
Io e Annie) e al cinema francese. Uno sguardo
ravvicinato a un’esistenza scoordinata alla ricerca di una
destinazione.
Uscito nel 2008, The Host
(L’Ospite), ha rappresentato l’abbandono da parte di Stephanie
Meyer degli scenari vampireschi per esplorare territori più alieni.
Come era prevedibile, il romanzo avrà presto un adattamento per il
grande schermo, che sarà diretto da Andrew Niccol (Gattaca, Lord Of
War, In Time).
Frances Fisher (il cui ruolo più
conosciuto, in una carriera nella quale ha alternato cinema
televisione, è stato forse quello della madre di Kate Winslet in
Titanic) è la più recente aggiunta a un cast che vedrà Saoirse
Ronan (Hanna) nel ruolo della protagonista affiancata tra gli altri
da William Hurt, Diane Kruger e Jake Abel. Il film è ambientato
trai pochi terrestri sopravvissuti a un particolare tipo di
invasione aliena, quella delle Anime, che prendono possesso degli
abitanti dei paesi da loro visitati per condurli a una vita
pacifica. La protagonista si rivelerà particolarmente ‘resistente’
all’influenza aliena, cercando di convivere assieme a un piccolo
gruppo di ribelli. Le riprese del film sono appena cominciate;
l’uscita è prevista alla fine di marzo 2013.
Dopo aver ottenuto i finanziamenti
necessari, Catherine Hardwicke (Twilight, Cappuccetto Rosso sangue)
ha cominciato subito a mettersi all’opera sul suo nuovo film,
un thriller intitolato Plush: la regista si è recentemente
assicurata la presenza nel film di Frances Fisher.
La protagonista, interpretata da
Emily Browning, è una rock star in piena ascesa
che cade in una spirale depressiva quando il fratello, che è anche
uno dei componenti della sua band, muore per un’overdose; a
risollevarla sarà il chitarrista (Xavier Samuel) che arriverà a
sostituirlo… almeno fino a quando non si scoprirà che anche lui ha
qualche serio problema, stavolta mentale.
Del cast farà parte anche Cam
Gigandet, nel ruolo del marito della protagonista. Frances
Fisher sarà invece la tata dei due figli della coppia.
Hardwicke sta scrivendo la sceneggiatura assieme ad Artie
Nelson.
Quando il film
France 2021 di Bruno Dumont è uscito,
ha ricevuto un’accoglienza divisa sia dal pubblico che dalla
critica. Per un gruppo di persone, è una satira mediatica
magistralmente realizzata sul mondo contemporaneo. Per altri,
invece, non è altro che un assurdo dramma umano con una mancanza di
chiarezza nel suo soggetto. In ogni caso, il film viene lodato per
l’interpretazione della protagonista, Lea
Seydoux, che interpreta il personaggio principale con
grande ricchezza. Per fare chiarezza, in occasione del suo
passaggio in prima visione in TV, in questo articolo forniamo una
spiegazione del suo finale e approfondiamo
il significatodei suoi temi
principali.
La trama di
France
Il film parla di un’affascinante
giornalista e presentatrice televisiva, France de
Meurs (Lea
Seydoux). È molto influente nel suo lavoro e la gente
la adora e la venera come un semidio. Nelle scene iniziali, il
regista Dumont stabilisce questa nozione in modo squisito, con
pedoni a caso che scattano selfie con lei o le chiedono un
autografo. In una scena, il presidente francese Emmanuel
Macron sembra piuttosto affascinato dalla figura di France
quando gli viene posta una domanda da lei. Oltre al suo fascino,
c’è però un altro lato della personalità della Francia. È molto
brava nel suo lavoro di creare spettacoli mediatici proiettandosi
al centro di tutto.
In uno dei suoi servizi sulla forza
resistente anti-ISIS nel Sahel, detta abilmente ai soldati come
comportarsi in modo “più forte” e “più duro” davanti alla
telecamera. Al momento della trasmissione di questo servizio, lo
monta con la sua intervista ai soldati e fa una perfetta
spettacolarizzazione della guerra stessa. Il film si sofferma anche
sulla vita personale di France. È sposata con uno scrittore di nome
Fred e ha un figlio, Jojo. Ha
però un rapporto piuttosto estraneo con il marito. Le loro
interazioni notturne si riducono tra litigi narcisistici,
arrampicate sulla politica di genere e momenti di cura reciproca.
D’altra parte, il figlio di France non sembra avere molto affetto
per i genitori e vive per lo più nella sua piccola bolla.
Léa Seydoux in France
Un giorno, mentre si reca al lavoro,
France inavvertitamente colpisce un giovane fattorino per le strade
di Parigi, lasciandolo con un ginocchio slogato. Piuttosto
sconvolto da questo incidente, France cerca di aiutare il ragazzo e
la sua famiglia di immigrati nordafricani. La famiglia del ragazzo
è una grande fan del lavoro di France e inizialmente esita ad
accettare il suo aiuto. Alla fine, però, accettano l’aiuto di
France e si commuovono per il suo gesto. Ma a causa di questo
incidente, la giornalista diventa una notizia da prima pagina e i
paparazzi seguono costantemente le sue attività per avere altre
storie a riguardo. Con tutto ciò che accade intorno a lei,
l’immagine esteriore di celebrità di France comincia a incrinarsi e
lei inizia a mettere in discussione le sue priorità.
Ha quindi una sorta di esaurimento
nervoso e, di conseguenza, lascia il lavoro. Per riprendersi, si
reca in un ritiro alpino. Lì incontra un giovane enigmatico e
affascinante di nome Charles Castro. Egli
affascina la giornalista e le dà conforto e amore, cose che le
mancano molto nel suo matrimonio con Fred. Ma non appena arrivano a
Parigi, lei scopre che Charles è un giornalista e sta scrivendo un
articolo proprio su di lei. L’atto d’amore è quindi stato fatto
solo per il suo tornaconto, per raccogliere informazioni su di lei.
Sconvolta da questa notizia, rompe ogni legame con Charles,
nonostante lui affermi di essersi veramente innamorato di lei.
Dopo un po’ di tempo, torna alla sua
precedente posizione in TV e inizia a fare dei nuovi servizi sulle
zone di guerra. Durante uno di questi, si imbatte in un gruppo di
rifugiati che cercano di attraversare il Mediterraneo su una barca.
Rimane con loro e raccoglie una quantità redditizia di filmati del
loro viaggio in mare, proiettandosi con loro durante tutto il
viaggio, nonostante la loro grande barca sia sempre intorno a loro.
Quando questo servizio viene trasmesso, Lou,
l’assistente di France, invia per sbaglio le loro conversazioni
dietro lo schermo su come lei manipola gli spettatori per creare
uno spettacolo con i fatti.
Léa Seydoux in France 2021
Questo diventa un argomento
scottante per i media, con tutti che criticano France per questo
comportamento. Mentre a Parigi accade tutto questo, Fred e Jojo
trascorrono le loro vacanze in montagna. Lì vanno incontro ad un
incidente di carte fatale che li uccide entrambi. France sembra a
questo punto piuttosto sconvolta dall’incidente, eppure rimane
molto concentrata sul suo lavoro. Un giorno va a intervistare la
moglie di uno stupratore e assassino seriale. Anche in questo caso,
utilizza la stessa tecnica di manipolazione che abbiamo visto in
precedenza nel film, quando racconta la guerra. Completa
l’intervista e torna a casa.
La spiegazione del finale del film
A casa, la vediamo prepararsi per il
suo show. In quel momento, però, Charles arriva nel suo
appartamento e la affronta. Lei gli dice che il lavoro la sta
uccidendo, ma che se ne fa una ragione. Da ciò possiamo presumere
che France accetti la sua realtà e che, d’ora in poi, non abbia più
bisogno di rifugiarsi nel falso sé della celebrità. Inoltre, nel
suo monologo, afferma che Charles è l’unica persona fuori da questa
follia della fama. Nell’ultima scena, li vediamo entrambi uscire
dall’appartamento per le strade di Parigi. È quindi possibile che
France perdoni Charles e che d’ora in poi si sosterranno a
vicenda.
Una volta uscita dall’appartamento,
i due vedono un uomo che picchia con rabbia una bicicletta
parcheggiata vicino al marciapiede. France e Charles rimangono
sconcertati. Dopo l’uscita di scena del furioso individuo, France
appoggia la testa sulla spalla di Charles e la telecamera zooma sul
suo volto, che lentamente si trasforma in un ampio sorriso.
L’intera scena potrebbe dunque indicare che, come la bicicletta
viene distrutta, l’involucro esterno di France – che è solo un
oggetto da esibire per il pubblico – si rompe completamente e lei
impara ad accettare il suo vero io. Così, alla fine, appoggia la
testa sulla spalla di Charles, compiendo un atto umano dopo tutte
le falsificazioni dei fatti compiute nel corso della sua carriera
giornalistica.
Blanche Gardin e Léa Seydoux in France
Il significato dei temi del film
France è un film
che ci mostra ampiamente il nostro fascino e la nostra ossessione
per le immagini. Nell’era dei social media, tutto per noi è mero
contenuto. Anche se si tratta dell’interazione con una celebrità,
questa interazione può essere un atto umano, ma nell’era moderna,
questo è degradato a mero contenuto. Nel film, pedoni a caso
chiedono a France un autografo o il permesso di fare una foto con
lei. Con questo tipo di azione ripetitiva, il regista Bruno
Dumont suggerisce che nella società moderna le persone
sono più interessate all’idea di umanità attraverso le immagini o
qualsiasi altra forma di oggetto che proietta umanità, piuttosto
che all’atto umano vero e proprio.
Il film mostra anche costantemente
come i media manipolino i fatti e creino una sorta di iperrealtà.
Il tentativo di France di catturare la guerra con una costruzione
degli eventi molto pianificata (dal suo discorso alle possibili
angolazioni delle telecamere) mostra come i media possano creare
spettacoli fuori dall’ordinario. La dettatura di France su come far
apparire i soldati “più forti” e “più duri” esemplifica la nozione
di come i media vedono la realtà. Per loro è una semplice opera
d’arte da confezionare nel modo migliore possibile, anche
falsificandola se necessario. E attraverso di essa, reporter e
giornalisti come France hanno l’opportunità di creare una sorta di
celebrità intorno a loro, proiettandosi come l’agente che porta la
realtà alla luce.
Per la maggior parte del film,
inoltre, si parla della crisi esistenziale di
France. Essendo una giornalista famosa, lei è
costantemente proiettata su se stessa. Di conseguenza, crea un
guscio intorno a sé, nascondendo la sua vera persona. Ma quando si
imbatte per la prima volta nell’incidente con Baptiste, il ragazzo
delle consegne, quel guscio inizia a rompersi. Mette quindi in
discussione le sue priorità e la sua persona. Di conseguenza,
crolla e si sente distaccata dal lavoro, dalla famiglia e persino
da se stessa. Questa alienazione diventa così prevalente che alla
fine diventa la ragione della sua rovina.
Artisti 7607 ricorda Franca
Valeri, tra le prime sostenitrici della collecting dei
diritti connessi al diritto d’autore. Dalla pagina facebook della
collecting le parole dell’attrice vengono lette in video in suo
ricordo, da Urbano Barberini, Claudio Bisio, Paolo
Calabresi, Chiara Colizzi, Cecilia Dazzi, Elio Germano, Carmen
Giardina, Valeria Golino, Caterina Guzzanti, Georgia Lepore, Neri
Marcorè, Cinzia Mascoli, Valerio Mastandrea, Alberto Molinari,
Paco Reconti, Alessandro Riceci e Michele
Riondino, che danno voce ai pensieri scritti e tratti dai
libri della Valeri: ”Bugiarda no, reticente”, “La vacanza
dei superstiti” e “Il secolo della noia”,
di Einaudi Editore.
Nel 2012, partecipando al video di
Artisti 7607 ”Una commedia italiana che non fa
ridere”,Franca Valeri affermava combattiva
<<Abbiamo la forza di ottenere tutto questo. Sapete
perché? Perché abbiamo sufficienti competenze per
farlo>>. Nel giorno della sua scomparsa, arriva
il sentito saluto di Artisti 7607: <<Cara
Franca, le attrici e gli attori italiani non dimenticheranno quanto
hai fatto per i loro diritti sostenendo con coraggio e fiducia il
progetto Artisti 7607, oggi una realtà importante anche grazie a
te. Ciao da noi cretinetti>>.
Dopo il grande successo
dell’anteprima mondiale alla 73esima Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, M2 Pictures porta sul
grande schermo Franca Chaos and Creation,
il film diretto da Francesco Carrozzini e ritratto
intimo di sua madre, Franca Sozzani,
leggendario Direttore di Vogue Italia, scomparsa prematuramente lo
scorso di dicembre.
Il documentario arriva al
cinema intre giornate evento imperdibili, da
lunedì 25 settembre a mercoledì 27 settembre, grazie a
M2 Pictures.
Dal satirico al sublime, le
sorprendenti ma spesso controverse copertine create da Franca
Sozzani non solo hanno infranto le regole, ma hanno fissato un
nuovo status nella moda, l’arte e il business nel corso degli
ultimi venticinque anni. Dalla famosa “Black Issue” alla “Plastic
Surgery issue”, è sempre stata profondamente impegnata
nell’esplorare tematiche off-limits, al fine di scuotere lo status
quo e ridefinire, occasionalmente, il concetto di bellezza.
Con interviste a Karl
Lagerfeld, Bruce Weber, Baz Luhrmann, Naomi Campbell, Marina
Abramovic, Courtney Love, Donatella Versace e molti altri,
Carrozzini ci porta dietro le quinte del processo creativo di sua
madre, così come alla scoperta delle sue vulnerabilità
presenti e passate.
Profondo e spesso emotivo, il film
è come una lettera d’amore di un figlio a sua madre.
Franca Chaos and Creation è prodotto da
Daniele Di Lorenzo per LDM Comunicazione in associazione con
Artemis Rising.
La star di “La Tata” e presidente
della SAG-AFTRA Fran Drescher si è unita al cast
del film sul ping-pong di Josh Safdie “Marty
Supreme“. Interpreterà la madre del personaggio di
Timothée Chalamet.
Accanto a Chalamet e Drescher ci
sono Gwyneth Paltrow (al suo primo ruolo
cinematografico sullo schermo da “Avengers: Endgame” del 2019) e Tyler the Creator (al suo debutto
cinematografico). Odessa A’zion recita anche
accanto al mago Penn Jillette (di Penn & Teller), all’investitore e
personaggio di “Shark Tank” Kevin O’Leary (alias
Mr. Wonderful) e al regista di “Bad Lieutenant” Abel
Ferrara.
Fran Drescher è
meglio conosciuta come la protagonista della sitcom della CBS “La
Tata”, andata in onda dal 1993 al 1999 e che le è valsa due
nomination agli Emmy e due ai Golden Globe. I suoi crediti
cinematografici includono “The Beautician and the
Beast“, “UHF“, “This Is Spinal
Tap” e i film animati “Hotel
Transylvania“.
Drescher è stata eletta presidente
di SAG-AFTRA nel 2021 e, nel 2023, ha
guidato il sindacato durante lo sciopero degli
attori durato cinque mesi che ha sconvolto l’industria
dell’intrattenimento e ha fatto guadagnare agli artisti un aumento
del salario minimo, nuovi residui per lo streaming e protezioni
contro l’intelligenza artificiale.
Il film di A24 sarà
incentrato su un professionista del ping pong. I dettagli della
trama di “Marty Supreme” non sono stati resi noti,
ma A24 ha pubblicato l’immagine di una pallina da ping pong con la
scritta “coming soon” dopo che
Variety ha dato notizia del progetto a luglio. La
sceneggiatura originale di “Marty Supreme” è stata
scritta da Safdie e Ronald Bronstein, che producono entrambi
insieme a Eli Bush, Anthony Katagas e Chalamet.
Opera prima scritta e diretta da
Lisa Joy, co-creatrice della serie
Westworld, il film Frammenti del Passato
– Reminiscence (qui la recensione) è uno
struggente racconto che fa dei ricordi il suo elemento primario,
intorno a cui si costruiscono e definiscono tanto i personaggi
quanto gli eventi. Sempre più, infatti, il cinema diventa strumento
per riflettere sul passato, sul valore dei ricordi e sul concetto
di umanità in un mondo sempre più tecnologico. La regista, cognata
di Christopher Nolan, costruisce dunque un film
particolarmente ambizioso in cui contenere tutti questi temi.
Il risultato è un puro neo-noir che
trae le sue ispirazioni narrative dalle opere letterarie e
cinematografiche di Raymond Chandler, ma anche in
modo piuttosto evidente dal film
Chinatown di Roman
Polanski. Il racconto di personaggi controversi e delle
loro torbide vite vien però qui inserito in un contesto
fantascientifico, che immagina un mondo futuro segnato dal
cambiamento climatico e dall’utilizzo di tecnologie che sembrano
richiamare il film Blade Runner.
Visivamente Frammenti dal Passato – Reminiscence è
un’opera che dunque rielabora idee precedenti allo stesso modo in
cui il suo protagonista rielabora il proprio passato e quello
altrui.
Per costruire il suo raccontato,
invece, la Joy ha preso spunto da molti aspetti della sua vita,
soprattutto sul “desiderio di poter tornare a vivere o sentire
emozioni passate, sognando di poterle imbottigliare ed averle con
sé per sempre“. Per la storia d’amore tra i protagonisti,
invece, si è ispirata in parte al mito di Orfeo e Euridice. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Frammenti
dal Passato – Reminiscence
Il film è ambientato in un futuro
distopico, nel quale il nostro pianeta è divenuto ormai un enorme
oceano a causa del riscaldamento globale. Le acque, infatti, hanno
sommerso tutte le terre emerse e le città sono allagate. Per via
del troppo caldo, la popolazione globale vive e lavora di notte, in
completa oscurità, riposandosi di giorno. Protagonista del racconto
è lo scienziato e investigatore privato Nick
Bannister, che mediante l’uso di una specifica tecnologia,
chiamata Reminiscenza, riesce a scavare nella memoria delle
persone, così da riportare a galla determinati ricordi e aiutarle a
risolvere i loro problemi odierni.
Un giorno bussa alla sua porta una
donna tanto affascinante quanto misteriosa, Mae,
desiderosa di scandagliare il proprio passato per ritrovare un
oggetto perduto. Nick s’innamora subito di lei, ma quando prova a
rintracciarla, la donna sembra sparita nel nulla. È così che decide
di indagare sulla sua scomparsa, ma non immagina di certo che le
sue ricerche lo porteranno a scoprire una cospirazione violenta.
Ora che è a conoscenza di questo intrigo, Bannister ha solo una
scelta da fare: spingersi oltre, pur di scoprire cosa è successo
all’amata Mae, o tornare sui suoi passi.
Ad interpretare Nick Bannister vi è
l’attore Hugh Jackman,
prima ed unica scelta per il ruolo della regista. La seducente Mae,
invece, è interpretata da Rebecca
Ferguson. I due attori avevano già lavorato insieme in
The Greatest Showman. Fanno poi parte del cast anche
Thandiwe Newton nel ruolo di Emily “Watts”
Sanders, assistente di Nick. Cliff Curtis ricopre
il ruolo del poliziotto corrotto Cyrus Boothe, mentre
Angela Sarafyan è Elsa Carine, amante del potente
sindaco di Miami Walter Sylvan, interpretato da Brett
Cullen. Marina de Tavira e
MojenaAria sono invece
rispettivamente la moglie Teresa e il figlio Sebastian di
Sylvan.
La spiegazione del finale di
Frammenti dal Passato – Reminiscence
Il finale di Frammenti dal
Passato – Reminiscence risponde alla maggior parte delle
domande poste durante il film, ma ne solleva anche di nuove basate
sul destino di Nick. Viene infatti rivelato che, dopo aver
stabilito la morte di Mae e aver bloccato eternamente Cyrus nel suo
peggior ricordo, Nick sceglie di trascorrere il resto della sua
vita all’interno della macchina della reminiscenza. Questo gli
permette di rivivere il suo tempo con Mae in loop richiamando un
registro della memoria intitolato “The Story“, che pone la
domanda: l’intero film era in realtà un ricordo? In superficie, la
risposta sembra essere sì.
Il ricordo di Nick inizia con lo
stesso discorso che Hugh Jackman fa all’inizio del film e inizia
con il capitolo “Lost Keys“. Il film mostra quindi cosa
sta succedendo all’interno dell’esperienza della reminiscenza di
Nick e del suo primo incontro con Mae prima di saltare in diverse
parti del loro tempo insieme. Ma la risposta al fatto che
Reminiscence fosse o meno un ricordo è un po’ più
complicata e potenzialmente fonte di confusione. Per cominciare, la
prima scena di Reminiscence non è l’incontro tra Nick e
Mae, quindi sembra anche un po’ strano che Nick abbia scelto di
trascorrere il resto dei suoi giorni rivivendo l’intera esperienza
con Mae invece che solo le parti positive.
Questa storia non ha un lieto fine,
quindi Nick che sceglie di vivere un crepacuore senza fine è una
decisione piuttosto strana. Nel frattempo, la fine del film include
un salto temporale che mostra Nick come un uomo più anziano ancora
nella macchina e Watts che si prende cura di lui. Ciò infrange la
teoria secondo cui tutto Reminiscence è un loop di
memoria, anche se si potrebbe sostenere che tutto fino a quel
momento è il loop di memoria di Nick. Il significato ultimo del
finale di Reminiscence è dunque ovviamente legato al
potere della memoria. Uno dei temi ricorrenti del viaggio di Nick
nel film riguarda il modo in cui concentrarsi sul passato significa
perdere ciò che è proprio di fronte a lui.
Ciò include l’interesse romantico di
Watts per lui e ciò che Mae stava davvero facendo. Sebbene la
nostalgia e i ricordi siano considerati un lusso nel mondo di
Reminiscence, il film conclude che concentrarsi troppo sul
passato fa perdere alle persone ciò che sta accadendo nel presente.
La voce fuori campo di Nick sostiene che c’è un posto per la
memoria in modo che possiamo guardare indietro a coloro che abbiamo
perso con affetto, ma Watts crede invece che le persone scomparse
facciano ancora parte della vita e che la tristezza aiuti le
persone ad apprezzare la dolcezza dell’esistenza.
Il trailer di Frammenti dal
Passato – Reminiscence e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Frammenti dal Passato grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Google Play e Netflix. Su quest’ultima piattaforma si
trova attualmente al 1° posto nella Top 10 dei film
più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
“La nostalgia non passa mai di
moda”, sono queste le parole con cui il protagonista di
Frammenti dal passato – Reminiscence
sintetizza il tema del film stesso. Opera prima scritta e diretta
da Lisa Joy, co-creatrice della
serie Westworld, la pellicola è uno struggente racconto
che fa dei ricordi il suo elemento primario, intorno a cui si
costruiscono e definiscono tanto i personaggi quanto gli eventi.
Concepito dalla regista tra la scomparsa di suo nonno e la nascita
del primo figlio, il film tenta di offrire una nuova risposta
all’umano desiderio di poter rivivere ancora e ancora i propri
ricordi più belli, evitando dunque che questi si perdano
nell’oceano della memoria.
Nasce da qui la storia di
Nick Bannister (Hugh
Jackman), un investigatore privato
della mente, che riesce a scavare nel mondo oscuro e affascinante
del passato dei suoi clienti, aiutandoli ad accedere ai ricordi
perduti. Vivendo ai margini della costa sommersa di Miami, la sua
vita cambia per sempre quando incontra una nuova cliente,
Mae (Rebecca
Ferguson), che lo contatta per una semplice questione:
lo smarrimento di un oggetto. Da quel momento, tutto si trasforma
per Nick in una pericolosa ossessione. Mentre lotta per indagare
sulla scomparsa di Mae, egli si ritrova coinvolto in una complessa
cospirazione, che lo porterà a chiedersi fino a che punto ci si può
spingere per tenere strette le persone che amiamo.
“Siamo noi a tormentare il passato”
Ambientato in un futuro non lontano,
Frammenti dal passato –Reminiscence si apre su
una Miami sommersa dall’innalzamento del livello del mare e
pertanto estremamente simile ad una Venezia. Le temperature in
continua crescita hanno inoltre portato la popolazione a
stravolgere i propri ritmi, dormendo di giorno per uscire con il
favore del fresco notturno. In un contesto tanto affascinante da
meritare un racconto a sé, si svolge una vicenda dalle tinte
noir, comprensiva di investigazione su un potente magnate
e di letale femme fatale. A distinguere il film dai suoi
simili, oltre al già citato ambiente, vi è però l’elemento del
ricordo.
In un mondo che per via dei
cambiamenti climatici è sempre più diviso in classi sociali, e dove
il meglio sembra ormai essere alle spalle di tutti, i ricordi sono
l’unico luogo salvifico possibile. Nick Bannister, consapevole del
potere della nostalgia, si definisce pertanto come i remi che
conducono i suoi clienti ai loro ricordi più dolci. Attraverso il
suo macchinario Reminiscence, egli permette poi anche a noi
spettatori di vedere questi rappresentati tridimensionalmente.
Tutti questi elementi conferiscono al film un fascino estetico a
cui è un piacere abbandonarsi.
Allo stesso tempo, è proprio
nell’utilizzo della tecnologia Reminiscence che il film racconta
gli aspetti migliori di sé. Che la tendenza alla nostalgia sia in
questi ultimi anni più forti che mai è riscontrabile ovunque
e il film della Joy rielabora tale tendenza aggiornandola
alle contemporanee modalità di fruizione, quale in questo caso la
realtà virtuale. Così facendo racconta di come il desiderio del
passato si trasformi in un’ossessione e ribalta il punto di vista
secondo cui sarebbero i ricordi a tormentare l’essere umano.
Frammenti dal passato –
Reminiscence: la recensione del film
Nei suoi significati più metaforici
e nei suoi aspetti più estetici, il film della Joy è dunque
un’opera particolarmente apprezzabile. Tutto ciò, come anticipato,
è poi sostenuto da una classica storia noir, forse fin troppo
classica (tanto da ricordare in certi momenti il capolavoro del
1974 di Roman Polanski, Chinatown) per il
potenziale che le idee iniziali del film offrivano. La Joy è
certamente attenta nel costruire l’intrigo e nel disseminare indizi
lungo il percorso, riuscendo anche in un paio di occasioni a far
immaginare conclusioni poi rivelatesi errate. Eppure, si avverte la
presenza di numerose scene che poco aggiungono sia al racconto sia
all’arco dei personaggi.
La forza dell’intero film è dunque
frenata da una serie di scelte poco felici (tra cui spicca anche
una voice over onnipresente), che portano il film a concentrarsi su
alcuni aspetti meno interessanti di altri, tra cui l’indagine in
sé. Se è vero che a guidare Nick nella sua ricerca sono una serie
di ricordi mai chiariti, ribadendo dunque l’idea che siamo noi a
tormentare il nostro passato, allo stesso tempo lo svolgimento
sembra non sostenere le ambizioni di un film incentrato sulla
memoria. Il risultato è un finale sbrigativo, certamente
struggente, ma nettamente al di sotto delle aspettative.
Nick Bannister (Jackman), è un
investigatore privato della mente, che riesce a scavare nel mondo
oscuro e affascinante del passato dei suoi clienti, aiutandoli ad
accedere ai ricordi perduti. Vivendo ai margini della costa
sommersa di Miami, la sua vita cambia per sempre quando incontra
una nuova cliente, Mae (Ferguson), che lo contatta per una semplice
questione: lo smarrimento di un oggetto. Ma presto tutto si
trasforma in una pericolosa ossessione. Mentre Bannister lotta per
indagare sulla scomparsa di Mae, scopre una cospirazione violenta,
e alla fine dovrà rispondere alla domanda: fino a che punto ci si
può spingere per tenere strette le persone che amiamo?
Al fianco del candidato all’Oscar,
Jackman (“Les Misérables”, “The Greatest Showman”), di Ferguson
(l’imminente “Dune”,
i film “Mission: Impossible”) e di Newton (“Solo: A Star Wars Story”), recitano
nel film Cliff Curtis (“Shark – Il primo squalo”, “Fast & Furious:
Hobbs & Shaw”), la nominata all’Oscar, Marina de Tavira (“Roma”),
Daniel Wu (“Into the Badlands” in TV “Warcraft: L’inizio”), Mojean
Aria (le serie TV “See” e “Dead Lucky”), Brett Cullen (“Joker”),
Natalie Martinez (le serie “The Stand” e “The Fugitive”), Angela
Sarafyan (la serie TV “Westworld – Dove tutto è concesso”) e Nico
Parker (“Dumbo”).
Lisa Joy (“Westworld – Dove tutto è
concesso”) con Frammenti Dal Passato –
Reminiscence debutta alla regia di un lungometraggio, e
dirige una sua sceneggiatura originale. Il film è prodotto dalla
stessa Joy, Jonathan Nolan, Michael De Luca e Aaron Ryder. I
produttori esecutivi sono Athena Wickham, Elishia Holmes e Scott
Lumpkin.
Il team creativo include molti dei
suoi collaboratori di “Westworld – Dove tutto è concesso”, tra cui
il direttore della fotografia Paul Cameron, lo scenografo Howard
Cummings, il montatore Mark Yoshikawa e il compositore Ramin
Djawadi, insieme alla costumista Jennifer Starzyk (“Bill & Ted Face
the Music”).
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Kilter Films / Michael De Luca / Filmnation, un film di
Lisa Joy, Frammenti Dal Passato – Reminiscence. Il
film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures ed
uscirà al cinema in Italia dal 26 agosto.
Framing Britney
Spears, la docu-inchiesta della serie The New York Times
Presents, curata a livello televisivo dal Times, ripercorre
la burrascosa storia di Britney, dalla sua incredibile ascesa al
suo indecoroso declino. Analizza i suoi problemi con le dipendenze
e gli eccessi ai quali si è lasciata andare negli anni Duemila,
motivo per il quale le sue facoltà mentali sono state messe in
dubbio ed è stata considerata incapace di prendere autonomamente
decisioni e la sua tutela è stata affidata al padre, James “Jamie”
Spears. Prigioniera di se stessa, della sua casa Britney vive in
una campana di vetro lontana dai suoi fan e dal resto del mondo. È
questa l’immagine di Britney Spears che viene
dipinta dai sostenitori del movimento #FreeBritney, coloro che
sostengono che, da quando il padre James è diventato il tutore e
l’amministratore di tutti i suoi beni, la popstar si è chiusa in sé
stessa e cerca in modo disperato di chiedere aiuto.
Il documentario indaga
sulla verità di questa situazione che risulta ancora controversa:
il tribunale continua a mantenere James Spears come tutore legale
della cantante in tutto e per tutto malgrado la netta contrarietà
di Britney. Ci sono ancora molti punti oscuri da chiarire,
questioni irrisolte, polemiche e proteste che il Times ha deciso di
portare alla luce con questa inchiesta.
Arrivano con tutta la
loro carica di colore, amore ed energia i Fraggle Rock, per la
“nuova” serie di Apple
TV+Fraggle Rock: ritorno alla grotta. In
realtà non si tratta proprio di una serie nuova, formata da 13
episodi tutti disponibili sulla piattaforma dal 21 gennaio, ma del
reboot del classico show degli anni ’80 della
Jim Henson Company, ideato da Henson stesso e ora riportato in
auge dalla sua compagnia e dalla squadra guidata da Lisa Henson e
Halle Stanford in vesti di produttrici.
Fraggle Rock: ritorno alla
grotta, di nuovo in tv!
I divertentissimi
Fraggles di Jim Henson sono tornati: a Gobo, Red,
Boober, Mokey, Wembley, Uncle Traveling Matt si uniscono i nuovi
Fraggles e Doozers doppiati da special guest star, come Patti
LaBelle, Cynthia Erivo, Daveed Diggs, Ed Helms, Kenan Thompson e
anche un cameo dei Foo Fighters.
Il mondo è sempre quello
di Fraggle Rock, i protagonisti sempre dei pupazzi animati da
mastri pupazzieri di comprovata fama e bravura e lo spirito sempre
quello che Henson voleva regalare alle sue creature: una bontà
innata e un senso superiore per il divertimento.
E la natura, semplice e
diretta dello show è tutta in questi due concetti: da una parte la
serie si propone di raccontare anche gli argomenti più spinosi e
attuali, come la tolleranza e la comprensione, in maniera amorevole
e delicata, che, lungi dal rivelare un approccio banale, è proprio
autentica e genuina. Dall’altra, la natura canterina originale
dello show lo rende di grande intrattenimento e ne aumento al
difficoltà in fase di scrittura.
Le sfide principali di Fraggle Rock: ritorno alla
grotta
E qui si aprono le due
caratteristiche produttive più interessanti di Fraggle
Rock: ritorno alla grotta. La serie è completamente
realizzata con effetti practical, il che mette i pupazzieri in
condizione di dover svolgere un lavoro titanico per riprodurre
movimenti, animazione e reazioni con l’0ambiente che è interamente
costruito in studio e che non ricorre quasi mai alla CGI. Un altro
elemento degno di nota è il lavoro che si fa invece in fase di
scrittura, con Matt Fusfeld e Alex
Cuthbertson che si abbracciano la responsabilità non solo
di trattare argomenti seri in maniera leggera, come dicevamo prima,
ma anche il compito non semplice di scrivere diverse canzoni per
ogni episodio, in modo tale che ogni puntata (sono 13 da 30 minuti
circa) risulti ugualmente ricca, divertente e coinvolgente.
Fraggle Rock:
ritorno alla grotta mette sul piatto il senso autentico
dell’arte pratica, una scrittura raffinatissima, come solo la
scrittura schietta e diretta sa essere, un proposito che può
sembrare scontato ma che in tempi bui come quelli in cui viviamo
non lo è mai davvero.
In occasione della
presentazione di Fraggle Rock: Ritorno alla grotta, disponibile
su Apple
TV+ dal 21 gennaio 2022 con 13 nuovi episodi, abbiamo
avuto il piacere di parlare con la squadra produttiva del progetto
della Jim Henson Company, un remoto che, nelle
parole di Halle Stanford, ancora oggi ha molto da
dire al pubblico.
“Lavoro per questa
realtà da 26 anni – ha raccontato Stanford – e Fraggle
Rock è la ragione per cui volevo lavorare per la Jim Henson
Company. Abbiamo onorato tutto quello che potevamo della serie
originale. Vedrete le stesse creature, i stessi personaggi,
torneremo a quelle location e abbiamo fatto tutto quello che
potevamo per farlo percepire come un posto reale. Da piccola
pensavo proprio a questo, che poteva essere un posto magico proprio
dietro casa mia. Quindi, abbiamo reso omaggio a questo e abbiamo
cercato di amplificarlo. Abbiamo cercato di mescolare in armonia il
vecchio e il nuovo.”
Nonostante sembra
indirizzata a un pubblico molto giovane, la serie parla forte e
chiaro a ogni tipo di spettatore, dal momento che si fa carico di
argomenti universali e di interesse comune, ma lo fa con gioia e
leggerezza: “Quando Jim Henson creò Fraggle Rock, disse che lo
show serviva a portare la pace nel mondo e rendere la nostra vita
migliore – ha continuato Stanford – Nella serie ci sono
molti messaggi di questo tipo che le famiglie dovrebbero ascoltare
ora. Credo che il mondo abbia bisogno dei Fraggle ora più che mai.
Abbiamo tutti attraversato un sacco di cose nell’ultimo periodo, e
sento che abbiamo bisogno di gioia, magia e speranza. E questo è lo
scopo di Fraggle Rock: rendere la speranza cool, di nuovo. Le
famiglie vogliono questi messaggi, ma vogliono anche divertirsi, e
questo è lo scopo della serie.”
Da veterana della
Jim Henson Company, per Halle Stanford è stato un
passaggio fondamentale quello di lavorare a Fraggle Rock: Ritorno alla grotta:
“Lavorare al reboot di Fraggle Rock per me è come chiudere un
cerchio. Ho cominciato come assistente creativa alla Jim Henson
Company e per me questo nuovo lavoro è molto più che importante.
Credo che il segreto di questo prodotto sia che la tv deve essere
molto divertente ma anche un’esperienza trasformativa, e credo che
con Fraggle Rock possiamo portare la gioia, possiamo affrontare gli
argomenti seri del mondo con amore. So che suona banale, ma è
quello che amo dello show!”
L’entusiasmo di Stanford
sembra condiviso dagli showrunner, Matt Fusfeld e
Alex Cuthbertson, che sono convinti che la serie
debba poter rimanere se stessa per avere una credibilità e un
appeal sul pubblico di oggi. “Questo show non ha mai provato ad
essere una cosa che non è – ha detto Fusfeld – non ha mai
provato a strizzare l’occhio a un particolare tipo di spettatore.
Ha sempre parlato di umanità, e credo ci sia qualcosa di
incredibilmente attraente in questi pupazzi che ti danno proprio il
senso di realtà di poter fuggire in questo mondo di fantasia. E per
questo nuovo show abbiamo accolto proprio questa idea. I set sono
tutti bellissimi e ricchi, i pupazzi sono senza tempo. La nostra
speranza è che, invece di seguire noi un certo tipo di vibe, sia il
pubblico a seguirci per come siamo sempre stati.”
E Cuthbertson lo segue a
ruota spiegando come il lavoro a Fraggle Rock: Ritorno alla grotta sia stato a
tutti gli effetti uno sforzo di squadra: “Credo sia uno dei
lavori più collaborativi che io abbia mai fatto. Quindi anche
quando abbiamo avuto problemi, tutto è stato gestito in gruppo
– ha raccontato – Poi, quasi tutto ciò che si vede nella
serie è frutto di effetti speciali: se un Fraggle si tuffa nello
stagno, c’è un grande splash, e via dicendo. Tutto quello che
vedete è stato effettivamente realizzato, c’è pochissima computer
grafica. La sfida sul set è stata proprio quella di ricreare tutto
con effetti practical e ricreare la magia che aveva fatto nascere
per la prima volta Jim Henson con questi personaggi.”
Una magia che ha
richiesto mesi e mesi di lavoro per ogni episodio, che dura 30
minuti! Ma quando si lavora con questo entusiasmo, le cose sembrano
sempre facili, o almeno è quello che si intuisce parlando con
Gobo, Red e Boober, le vere star della serie che
sono intervenute, raccontando cosa piace ad ognuno dell’altro (ad
esempio Boober adore l’energia di Red, che a sua volta ammira molto
le doti da leader di Gobo!), ma anche dando qualche buon consiglio
alle “sciocche creature dallo spazio”, così come i Fraggle
chiamano gli umani. Da buon leader, Gobo ha spiegato: “Non
conosciamo le sciocche creature dallo spazio, ma per noi sono un
po’ sciocchi. Tutto quello che facciamo noi è ascoltarci a vicenda
e cercare di guardare le cose da un punto di vista differente. E
poi cantiamo e balliamo.” E tutto sommato non sembra un
cattivo modo di andare tutti d’accordo!
Academy Two ha diffuso la prima
clip in italiano di Foxtrot, il nuovo film di
Samuel Maoz (Lebanon) presentato
in Concorso alla 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Il filmato in questione è una suggestiva sequenza
d’animazione; il film arriverà nelle nostre sale a partire dal 22
Marzo.
Foxtrot è la danza
di un uomo con il suo destino, è una parabola filosofica che
analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un
padre e di un figlio, fisicamente lontani ma che nonostante la
distanza riusciranno a cambiare l’uno il destino dell’altro. Tre
atti, come in una tragedia greca, per mettere in discussione un
intero mondo, le sue convinzioni, i suoi sensi di colpa
atavici.
Venezia
74: Foxtrotrecensione del film di
Samuel Maoz
Diretto da Samuel
Maoz, il film vede protagonisti Lior
Ashkenazi, Sarah Adler e Yonatan
Shiray.
Dopo il Leone d’Oro del 2009 di
Lebanon, Samuel Maoz torna a
raccontare la guerra, la vita e la morte alla Mostra
del cinema di Venezia con Foxtrot,
selezionato nel Concorso ufficiale di Venezia 74.
Toccante e brillante allo stesso
tempo, il film racconta il dolore di un padre che scopre la morte
del figlio arruolato nell’esercito. Il dolore, esplode in apertura
film con una violenza insostenibile, quando viene comunicato ai
genitori del soldato la perdita del figlio. La seconda parte del
film si sposta invece alla vita del soldato, con i suoi
commilitoni, nel mezzo del nulla, alle prese con un posto di blocco
fantasma, inutile, mentre il conteiner dove i quattro giovani
soldati dormono sprofonda nel fango. Nella parte conclusiva, il
terzo atto, si cambia ancora tono, e si va ad indagare il dolore
dei genitori, le dinamiche di coppia, il loro amore reciproco e per
il figlio.
Toccante e brillante allo stesso tempo
Maoz cerca con
formalizzazioni alla Sorrentino di dare un tocco magico, onirico,
al suo racconto che si concentra comunque sulle brutture della
guerra. La scelta precisa è quella di utilizzare un tono surreale
per la sequenza centrale e spostarsi poi sull’iperrealismo nella
prima e nella terza scena.
Il risultato è una danza che torna
al punto di partenza, come il foxtrot appunto, e che si fa metafora
di una parabola umana dolorosa e piena di segreti nascosti nel
passato dei protagonisti. Questo grande dolore si esterna poi, in
una scena liberatoria e malinconica, nel finale, in una
chiacchierata schietta, romantica, realista, tra i due coniugi che
hanno perso il loro primogenito.
La sequenza meglio realizzata è
però la seconda, quella che descrive la vita dei soldati, dove si
applica al meglio la tendenza onirico/surrealista che trova la sua
massima espressione in una bella sequenza animata. Le quattro vite,
i quattro volti, accomunati dalla divisa e dal fango ma tutti ben
distinti tra loro, appresentano una gioventù e un futuro che non è
dato per scontato, che non è detto arrivi per tutti. In una danza
circolare e senza scopo, la poesia della sofferenza di Maoz in
Foxtrot si svela riflessione sull’esistenza,
ammantata di un gusto per il gioco e per il sorriso che sembre
lenire il dolore delle ferite del cuore.
Il film arriverà nelle nostre sale a
partire dal 22 Marzo.
Foxtrot è la danza
di un uomo con il suo destino, è una parabola filosofica che
analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un
padre e di un figlio, fisicamente lontani ma che nonostante la
distanza riusciranno a cambiare l’uno il destino dell’altro. Tre
atti, come in una tragedia greca, per mettere in discussione un
intero mondo, le sue convinzioni, i suoi sensi di colpa
atavici.
Venezia
74: Foxtrotrecensione del film di
Samuel Maoz
Diretto da Samuel
Maoz, il film vede protagonisti Lior
Ashkenazi, Sarah Adler e Yonatan
Shiray.
Foxtrot, Gran
Premio della Giuria all’ultimo Festival di Venezia, uscirà in sala il
22 Marzo. Il film è scritto e diretto
dall’israeliano Samuel Maoz, il regista di
Lebanon, Leone d’Oro a Venezia nel
2009.
Foxtrot è la danza
di un uomo con il suo destino, è una parabola filosofica che
analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un
padre e di un figlio, fisicamente lontani ma che nonostante la
distanza riusciranno a cambiare l’uno il destino dell’altro. Tre
atti, come in una tragedia greca, per mettere in discussione un
intero mondo, le sue convinzioni, i suoi sensi di colpa
atavici.
Venezia
74: Foxtrotrecensione del film di
Samuel Maoz
Diretto da Samuel
Maoz, il film vede protagonisti Lior
Ashkenazi, Sarah Adler e Yonatan Shiray.
Ecco le prime immagini ufficiali dal film:
Si è tenuto ieri martedì 7 novembre
il party FoxLife Official Night Out presso Spazio
Orobia. Accompagnati dal Dj Set di Syria, gli
ospiti hanno potuto conoscere il mondo di FoxLife,
il brand multimediale di intrattenimento che celebra il mondo
femminile nelle sue tante accezioni.
Dalla tv con il canale sulla
piattaforma Sky al nuovo web magazine Foxlife.it all’universo
social, FoxLife parla alle donne che amano
informarsi e divertirsi ma anche impegnarsi per dare il proprio
contributo al cambiamento.
Gli ospiti hanno potuto conoscere
le novità del mondo di FoxLife. Oltre ai contributi video
appositamente creati per la serata, anche due prestigiose
partecipazioni artistiche. La mostra fotografica Secret’s room di
Roberta Krasnig (una stanza privata con più di 100 ritratti di
donne diverse ed eccellenti: personaggi del mondo dello spettacolo,
della musica designers e artiste) che per l’occasione ha ritratto
anche gli ospiti presenti.
A rendere ancora più unica la
serata, Elena Xausa, artista internazionale, ha realizzato dal vivo
un’opera graffiti che rappresenta il manifesto della nuova realtà
di FoxLife.
A fare gli onori di casa Kathryn
Fink, Amministratore delegato di Fox Networks Group Italia, azienda
che fa dell’empowerment femminile la sua forza con il 55% di donne
in posizione manageriale.
1 di 16
Molte le celebrities appassionate
del mondo FoxLife che hanno partecipato al party FoxLife Official
Night Out: Syria, Giulia Bevilacqua, Alessandro Roja, Martina
Colombari, Cristiana Dell’Anna, Raz Degan, Andrea Delogu, Francesco
Montanari, Benedetta Porcaroli, Nicolas Vaporidis, Eleonora Carisi,
Justine Mattera, Alessandra Airò, Ludovica Sauer, Andrea Montovoli,
Ilenia Lazzarin, Georgia Luzi, Flavio Montrucchio, Sonia Peronaci,
Camihawke, Alice Mangione, Martina Dell’Ombra, Alvaro Von Richetti,
Giulia Mizzoni, Max Pezzali, Claudio Cecchetto, e molti altri.