Dopo l’annuncio
della sceneggiatrice, Lisa Joy, che ha di recente
firmato la serie Westerworld per la HBO,
arriva la notizia che sarà Francis Lawrence a
dirigere l’adattamento dicnematografico di Battlestar
Galactica, la serie del 1978 creata da Glen
A. Larson.
Reduce dai successi degli ultimi tre
film del franchise di Hunger Games, Lawrence è pronto per una nuova
avventura mentre è ancora in stand-by il suo annunciato progetto
sull’Odissea.
I piani precedenti vedevano il
coinvolgimento di Bryan Singer e di Jack
Paglen (Transcendence) alla
sceneggiatura.
La prima serie televisiva, Galactica
(Battlestar Galactica in originale),
venne trasmessa nel 1978 e fu seguita da un breve sequel nel 1980
(Galactica 1980). Il franchise originale comprende inoltre una
collana di romanzi, una serie a fumetti, un gioco da tavolo e
diversi videogame.
Ronald D. Moore e
David Eick svilupparono nel 2003 la miniserie
televisiva Battlestar Galactica, remake
della serie originale, che venne seguita dall’omonima serie
televisiva trasmessa tra il 2004 e il 2009. È invece del 2010 il
prequel Caprica.
E’ iniziata la ricerca per sostituire
il regista Gary Ross al timone del nuovo franchise di successo
The Hunger Games. Oggi il nome più gettonato per
raccogliere l’eredità è Francis Lawrence.
In attesa di vedere la seconda
parte di Hunger Games Il Canto della Rivolta, in arrivo
nei nostri cinema il 19 novembre, arriva la notizia che il regista
Francis Lawrence sarebbe interessato ad occuparsi
della regia di Red
Sparrow, thriller spionistico tratto dall’omonimo
romanzo di Jason Matthews (in Italia il libro è
uscito col titolo Nome in codice: Diva) che avrebbe
dovuto essere diretto prima da Darren Aronofksy e
poi da David Fincher.
La sceneggiatura del film, che sarà
ambientato nella Russia di Putin e racconterà di un’agente speciale
dei Servizi Segreti che viene addestrata come seduttrice, porterà
la firma di Eric Singer, già autore dello script
di American Hustle di David O. Russell.
Quando al progetto era ancora
collegato il nome di David Fincher, si era parlato di
Rooney Mara come possibile protagonista del film.
Ad oggi, non sappiamo se l’attrice sarà effettivamente coinvolta
nel progetto. Vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi.
Francis Ford
Coppola ha condiviso i suoi pensieri sull’attuale sistema
degli studi cinematografici durante la conferenza stampa del
Festival
di Cannes per il suo film autofinanziato Megalopolis,
affermando che potrebbero non esistere ancora per molto.
“Temo che l’industria
cinematografica sia diventata sempre più una questione di persone
assunte per far fronte ai propri debiti perché gli studi
cinematografici hanno grandi, grandi debiti. E il lavoro non è
tanto fare buoni film, il lavoro è assicurarsi che paghino i loro
debiti”, ha detto Francis Ford Coppola.
“Ovviamente, le nuove aziende come Amazon, Apple e Microsoft,
hanno un sacco di soldi, quindi potrebbe darsi che gli studi che
conoscevamo da così tanto tempo, alcuni meravigliosi, non saranno
più qui in futuro.”
I giornalisti hanno anche virato le
loro domande sul piano politico, chiedendo a Francis Ford
Coppola se il film fosse un commento su Donald
Trump, spingendolo a condividere i suoi pensieri sullo
stato attuale della politica americana. Coppola ha detto:
“Se posso dirlo, una delle caratteristiche del nostro
meraviglioso cast è che riflette ogni sorta di idee politiche.
Questa non è una nozione.”
Coppola ha cercato di realizzare
Megalopolis per
decenni, utilizzando alla fine 120 milioni di dollari del suo
impero vinicolo per produrre il film. Il film è stato oggetto di
polemiche nel periodo precedente alla sua première, poiché i suoi
costi e, secondo quanto riferito, le risposte modeste alle prime
proiezioni hanno reso difficile garantire la distribuzione.
Megalopolis segna
il primo film del regista ottantacinquenne in oltre un decennio, da
Twixt del 2011. La storia è quella dell’architetto Cesar
Catilina (Adam
Driver), che dopo un incidente distrugge una metropoli
in stile New York City, lavora per ricostruirla come un’utopia
sostenibile. Il sindaco corrotto Franklyn Cicero (Giancarlo
Esposito) sfida Cesar e vuole restare fedele allo status
quo, ma sua figlia Julia (Nathalie
Emmanuel) si frappone tra i due uomini.
Senza dubbio, Francis
Ford Coppola è sul monte Rushmore delle leggende del
cinema americano vivente. Il suo lavoro negli anni ’70 è
probabilmente la striscia di film più intensa per qualsiasi
regista nella storia del cinema. Vincitore di 14 premi Oscar
(con 55 nomination!), due volte vincitore della Palma d’Oro a
Cannes e una litania di riconoscimenti dai festival di tutto il
mondo. Coppola ci ha stuzzicato per anni con la sua satira urban
fantasy, Megalopolis. A causa
degli eventi dell’11 settembre 2001, la produzione è crollata e il
film è stato accantonato. Ora, 23 anni dopo, Coppola ha finalmente
scelto di condividere Megalopolis con il pubblico assetato
di un’esperienza cinematografica nuova e pronto per una storia
eccezionalmente rara.
Megalopolis è una nuovissima visione cinematografica
che ritrae una metropoli in decadenza chiamata Nuova Roma.
All’interno, l’architetto idealista Cesar (Adam
Driver) ottiene la licenza di demolire e ricostruire
la città. La sua nemesi, il sindaco Cicero (Giancarlo
Esposito), rimane impegnato a mantenere New Rome così
com’è. In mezzo a loro c’è Julia (Nathalie
Emmanuel), la figlia mondana di Franklyn e interesse
amoroso di Cesar, che, attraverso il tumulto, continua la sua
ricerca del significato della vita.
Parlando con Collider il
regista ha approfondito Megalopolis. Coppola spiega
eloquentemente perché sceglie di rieditare alcuni dei suoi film
decenni dopo l’uscita, il genuino ottimismo che prova nei confronti
di questo mondo e come ha filtrato questi sentimenti attraverso la
sua attesa favola epica.
“I film non sono un fast food,
ma una forma d’arte vivente”
Credo che gli artisti non
debbano avere paura del rischio. Il rischio fa parte della formula
artistica. A volte bisogna lanciarsi nell’ignoto per esprimere ciò
che si prova. Non si può essere come un’azienda che vuole produrre
un fast food che sia abitudinario, in modo da sapere che la gente
mangerà sempre la stessa cosa. Stanno cercando di fare lo stesso
con i film. I film non sono fast food. I film sono una forma d’arte
vivente che cerca di illuminare la vita delle persone, che le aiuta
a vedere il mondo in cui vivono nel modo più chiaro
possibile.
Ci sono molte riprese di New
York. Le ha fatte un grande fotografo di nome Ron Fricke. È un
filmato bellissimo, ma non ho usato molto delle riprese dell’11
settembre perché ritenevo che così tante persone avessero perso le
loro famiglie e i loro cari che sarebbe stato improprio per me
usare quel filmato. Ce n’è un po’, solo per un motivo struggente,
perché ci colpisce il cuore quando lo vediamo. Mi sono sentito più
rispettoso nei confronti delle persone che hanno perso i loro
familiari. Ma sì, ci sono molte riprese di Ron Fricke nel film. È
molto bello.
È risaputo che lavoro su
qualcosa finché non lo odio, poi lo abbandono e inizio a lavorare
su qualcos’altro. Poi lo odio, lo abbandono e dico: “Quello di
prima non era così male. Farò quello”. Stavo lavorando a un altro
film che ho abbandonato per fare Megalopolis. In un certo senso
faccio sempre un film in ritardo. [Ma sentivo che i temi di questo
film sono così importanti per il mondo di oggi.
Stiamo uccidendo molti dei
nostri cugini esseri umani e molti dei nostri figli. Siamo
una specie geniale. Non possiamo sprecarci a vicenda.
Abbiamo tutti un talento unico. Non c’è un problema che dobbiamo
affrontare che non abbiamo la capacità di risolvere. Qualcuno deve
dirlo, credo, ed è quello che dice questo film.
Francis Ford
Coppola ha elogiato Joker:
Folie à Deux (qui
la recensione) e il regista Todd Phillips. Il
controverso sequel ha esordito in sala ben al di sotto delle
aspettative dopo essere diventato il primo film di fumetti della
storia a ricevere un D CinemaScore. Nonostante le reazioni negative
di molti fan, il film ha la sua quota di difensori e ora può
contare Coppola tra loro.
“Fin dal meraviglioso Una notte
da leoni, è sempre stato un passo avanti al pubblico, non facendo
mai ciò che si aspettavano. Congratulazioni a Joker: Folie à Deux”, ha scritto
Coppola su Instagram.
Folie à Deux non ha sicuramente dato
al pubblico ciò che si aspettava… nel bene e nel male. Invece di
seguire il Joker dopo gli eventi del primo film,
la storia si concentra su Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) che si assume la responsabilità dei crimini
che ha commesso e rifiuta la sua identità di
Joker. A Arkham, Fleck incontra Lee Quinzel
(Lady
Gaga) e la coppia si cimenta in diversi numeri
musicali mentre Arthur viene processato per omicidio. Sarebbe
sempre stata una direzione rischiosa da prendere per questo sequel,
ma l’esecuzione sembra aver ricevuto più critiche dell’idea
generale.
Anche l’ultimo film di Coppola,
Megalopolis, sta lottando al botteghino e ha
ottenuto un
punteggio CinemaScore di D+ solo leggermente migliore. Il film
ha avuto un esito ancora peggiore al botteghino, debuttando con 4
milioni di dollari contro un budget di produzione di 120 milioni di
dollari prima del marketing. Coppola ha raccolto i fondi da solo e
ha anche investito un bel po’ di soldi suoi prima che la
Lionsgate salisse a bordo.
Il regista Francis Ford
Coppola è già sul set di un nuovo film: l’italoamericano sta
segretamente girando un thriller con protagonisti Val Kilmer ed
Elle Fanning…
Francis Ford Coppola ha porto un commosso
omaggio a William Friedkin, ieri, dopo la notizia della
dipartita del collega. I due registi, insieme a Peter Bogdanovich, sono stati grandi amici e
sodali all’inizio della loro carriera, tanto che hanno fondato una
casa di produzione insieme, la Directors Company, che però ha avuto
vita breve.
Dopo la morte di Friedkin a 87 anni, Coppola ha rilasciato una
dichiarazione in omaggio al regista de L’esorcista
e Il braccio violento della legge, in cui si legge
in parte:
“William Friedkin è stato il mio
primo amico tra i registi della mia generazione e sono addolorato
per la perdita di un compagno molto amato“, ha scritto
su Instagram Coppola. “I suoi successi nel cinema sono
straordinari e unici. È l’unico collega che conoscevo il cui lavoro
ha effettivamente salvato la vita di un uomo (The People vs. Paul
Crump). Il lavoro di Billy rappresenta delle vere pietre miliari
nel Cinema, una lista che non sarà mai dimenticata; certamente
Il braccio violento della legge,
L’esorcista e Il salario della
paura, ma tutti i suoi film sono vivi nel suo genio.
Scegli uno di loro da un cappello e rimarrai abbagliato. La sua
personalità amabile e irascibile era la copertura di un gigante di
un uomo bello, brillante e profondo. È molto difficile capire che
non godrò mai più della sua compagnia, ma almeno il suo lavoro lo
sostituirà”.
Francis Ford Coppola ha reso omaggio a
Gene Hackman, protagonista di La
Conversazione, dopo che è stato
trovato morto a 95 anni insieme alla moglie Betsy
Arakawa nella loro casa di Santa Fe mercoledì.
“La perdita di un grande artista
è sempre motivo di lutto e di festa: Gene Hackman è un grande
attore, fonte di ispirazione e magnifico nel suo lavoro e nella sua
complessità”, ha scritto Coppola su Instagram con una foto di
lui sul set con Hackman. “Piango la sua perdita e celebro la
sua esistenza e il suo contributo”.
Gene Hackman ha recitato in La
Conversazione, il thriller neo-noir del 1974 di
Francis Ford Coppola, nel ruolo di Harry Caul, un
esperto di sorveglianza che affronta un dilemma morale quando le
sue registrazioni rivelano un potenziale omicidio. È stato
presentato in anteprima al Festival
di Cannes, dove ha vinto la Palma d’oro e ha ricevuto tre
nomination all’Oscar per miglior film, sceneggiatura originale e
sonoro.
Nel frattempo, su X, Edgar
Wright ricordava semplicemente Hackman come “il più
grande”, mentre George Takai scriveva:
“Abbiamo perso uno dei veri giganti dello schermo. Gene Hackman
poteva interpretare chiunque e si poteva percepire un’intera vita
dietro di lui. Poteva essere chiunque e nessuno, una presenza
imponente o un Joe qualunque. Ecco quanto era potente come attore.
Ci mancherà, ma il suo lavoro vivrà per sempre”.
Hackman e Arakawa sono stati trovati
morti mercoledì pomeriggio nella loro casa a Santa Fe, N.M.
L’ufficio dello sceriffo della contea di Santa Fe ha confermato la
loro morte a Variety, osservando che non c’erano indicazioni
immediate di un atto criminale. Non è stata possibile fornire una
causa immediata della morte. Hackman aveva 95 anni e Arakawa
63.
Gene Hackman è
considerato uno dei più grandi attori della seconda metà del XX
secolo, ha vinto l’Oscar per il ruolo di Jimmy “Popeye” Doyle nel
thriller d’azione del 1971 di William Friedkin “Il braccio
violento della legge” e come sceriffo antagonista nel western
del 1992 di Clint Eastwood “Gli spietati“. Fu
anche candidato all’Oscar per le sue interpretazioni in “Bonnie e
Clyde” (1967), “Non ho mai cantato per mio padre” (1970) e
“Mississippi Burning” (1988). Era anche noto per aver interpretato
Lex Luthor in “Superman” del 1978 e nel sequel del
1980 “Superman II“. Si era ritirato dalla
recitazione nel 2004.
Il
leggendario regista Francis Ford Coppola
(Il
Padrino,
Apocalypse Now) ha criticato aspramente a più
riprese in film di supereroi/fumetti in passato e, più
recentemente, ha individuato nell’ascesa del cinema di
“prototipi” di supereroi come un fattore negativo che ha
influenzato l’operatività gli studi che esitano maggiormente nel
prendersi un rischio su operazioni meno note o non basate su
IP.
“C’erano dei film in studio. Ora ci sono le opere
della Marvel. E cos’è un’immagine
Marvel? Un’immagine Marvel è un prototipo di film che
viene realizzato ancora e ancora e ancora e ancora e ancora per
sembrare diverso”, ha affermato il regista durante
un’intervista con GQ all’inizio di quest’anno. Nonostante il chiaro
disprezzo di Coppola per i film di supereroi definiti “spregevoli”,
sembra però che abbia apprezzato un certo Mercenario con la bocca!
“Mi è piaciuto Deadpool, ho pensato che fosse
fantastico”, ha riferto il regista a Variety. L’attore di Wade
Wilson Ryan Reynolds ha risposto con il seguente
Tweet.
Francis Ford
Coppola è considerato a pieno titolo uno dei più grandi
registi dagli anni ’70 a oggi, i suoi film hanno fama
internazionale, sono apprezzati e premiati, da pubblico e critica e
sicuramente la trilogia de Il Padrino è l’elemento
più rappresentativo della sua filmografia. Tuttavia sembra che il
regista in persona non fosse molto propenso a realizzarne tre
film.
Durante un’intervista
con Film
Comment, Coppola ha confessato che in realtà non
voleva affatto realizzare due sequel del suo film seminale. Durante
l’intervista è stato chiesto a Coppola della sua relazione
personale con la scena del terzo Padrino in cui la figlia di
Michael Corleone (Al Pacino), interpretata da sua
figlia Sofia Coppola, muore, data la scomparsa prematura del suo
primogenito Gian Carlo, in un incidente nel 1986.
“Beh, quel film… Non avrei mai
voluto fare un Padrino Parte III. Non avrei mai voluto fare un
Padrino Parte II. Non credevo che Il Padrino potesse essere una
storia da serie. Per me solo Il Padrino è stato Il Padrino, tutto
il resto è stata avidità”.
Tuttavia, commentando il distacco
che c’è stato tra i primi due e il terzo Padrino, Francis
Ford Coppola ha ammesso che proprio quel film lo ha
rimesso in carreggiata, aiutandolo in un momento di difficoltà
finanziaria e permettendogli di lavorare ad altri progetti, tra cui
anche alcuni dei primi film della figlia Sofia, come Lost
in Translation, Marie Antoinette e
Somewhere.
L’amatissimo regista Francis
Ford Coppola ha tra le mani una nuova storia che presto
diventerà il suo prossimo film. Si tratta della storia di una
famiglia italo americana che si svolgerà nell’arco dei trent’anni
che va dagli anni ’30 agli anni ’60 e si focalizzerà sulla vita e
sulla crescita di un bambino e di una bambina. Inevitabili sono le
similitudini con la saga de Il padrino, ambientata nell’arco di un
decennio e trilogia archetipica del lavoroo di Coppola, del
racconto della saga familiare e del gangster movie.
Francis Ford
Coppola ha appena occupato i suoi studi presso la
Paramount, anche se non è ancora certo il coinvolgimento della
major nei finanziamenti del film dal momento che sono più di dieci
anni che Coppola lavoro da solo. Infatti i suoi ultimi tre progetti
sono film che il regista si è finanziato da solo. Si tratta di
Twixt, Tetro e
Un’altra giovinezza,
quest’ultimo film simbolo che ha rotto il suo silenzio durato dieci
anni ed è stato presentato proprio qui in Italia, alla Festa di
Roma del 2007.
Avrete sicuramente letto o seguito i
recenti commenti di Martin
Scorsese e Francis Ford
Coppola (con tanto di repliche da parte di James
Gunn e Sebastian
Stan) riguardo i cinecomic, ritenuti quanto di più
culturalmente e produttivamente lontano dalla loro idea di cinema.
In particolare ha fatto discutere la dichiarazione di Coppola che
definisce i film di supereroi come “spregevoli”, motivandone le
ragioni, lasciando intendere che qualsiasi prodotto del genere
nell’industria abbia in qualche modo deluso le sue aspettative.
Ma a quanto pare non è così, come
suggerito da uno dei registi di Spider-Man: Un Nuovo
Universo, Peter Ramsey, su Twitter.
È qui infatti che fa sapere che l’autore de Il Padrino ha in realtà
apprezzato molto il progetto complimentandosi per il risultato
finale.
“Francis l’ha visto e ci ha
fatto tantissimi complimenti per l’animazione innovativa e le
performance animate. Quindi non tutto è sbagliato…“
Forse questa notizia dovrebbe
spingere il pubblico a riconsiderare il senso delle affermazioni di
Coppola e ad interpretarle correttamente.
Spider-Man: Un Nuovo
Universo racconta le vicende del teenager Miles Morales e
delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una
persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo
Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo
genere. Il film è stato diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey,
Rodney Rothman, con Shameik Moore e Jake Johnson. Uscita al cinema
il 25 dicembre 2018. Durata 117 minuti. Distribuito da Warner Bros.
Italia.
Il cast di doppiatori americano
comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber,
Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, Nicolas Cage.
L’aggettivo “spregevole” era
rimbalzato da una pagina all’altra del web accompagnando il
commento di Francis Ford Coppola sui cinecomic
Marvel, dichiarazione che faceva
eco a quella di Martin Scorsesechiarita a più
riprese dal regista di The
Irishman nei giorni scorsi. Così le testate riportavano le
parole dell’autore americano, ma a quanto pare (e come spesso
accade), c’è bisogno di alcune precisazioni in merito, perché la
polemica fomentata nelle ultime settimane si è basata su un banale
fraintendimento.
Coppola
è stato raggiunto con un’intervista da Deadline, cogliendo
l’occasione per spiegare meglio i termini della sua risposta sulla
“critica” di Scorsese ai film Marvel, erroneamente interpretata
come una condanna a questo genere in toto. In realtà, sottolinea
l’articolo, il regista poneva l’accento sul pericolo rappresentato
dal numero sempre più crescente di franchise cinematografici la cui
chiara finalità è l’incasso e non l’arte.
Dunque
cosa si nasconde dietro l’appellativo “spregevole” e quali sono
i sentimenti del regista nei confronti dei cinecomic?
“Personalmente non mi piace l’idea di
franchising, cioè che puoi continuare a ripetere quello che è
essenzialmente lo stesso film per il solo guadagno
finanziario.Sento che viene
adottato un approccio che riduce il rischio economico dei film e
ritengo che il “fattore di rischio” sia un elemento che talvolta
rende i film fantastici. Inoltre, film con questa formula attirano
la maggior parte delle risorse disponibili per loro, lasciando poco
per produzioni più audaci, riducendo la diversità.In un certo senso, penso che il cinema sia
come il cibo; sicuramente puoi aggiungere cose per renderlo
allettante, gustoso e divertente, ma deve anche essere nutriente
per qualificarsi come vero cibo.“
Francis Ford Coppola chiarisce il
suo commento sui cinecomic
Questa
invece era stata la dichiarazione di Coppola diversi giorni fa, in
occasione della consegna del Prix Lumière, in risposta all’opinione
di Scorsese: “Bisogna ragionare
sull’essenza della sua affermazione. Se gli chiedessi se c’è
talento cinematografico, o espressione cinematografica, allora
direbbe che c’è un ottimo lavoro anche in alcuni film Marvel. Ma il suo punto è un altro:
il concetto del film Marvel che ha consumato tutto
l’ossigeno, vale a dire che le risorse non sono tanto diverse da
quelle per i parchi di divertimento, piuttosto che per quello che
chiamiamo cinema. Sì, concordo con lui. Anche la pubblicità
televisiva è cinema, ma è una bella forma di cinema? La risposta è
no“.
“Oggi non esiste una New Hollywood perché c’è
mancanza di rischio nella produzione. Marty Scorsese
afferma che l’immagine della Marvel non è il cinema, ed ha
ragione perché ci aspettiamo di imparare qualcosa dal cinema, ci
aspettiamo di ottenere un po’ di illuminazione, un po’ di
conoscenza, un po’ di ispirazione. Probabilmente, non so come
qualcuno possa ottenere qualcosa vedendo lo stesso film più e più
volte. Una cosa che non ha rischi, e fare un film senza rischi è
come fare un bambino senza sesso. In parte è il rischio ciò che lo
rende così interessante, ecco perché impariamo così tanto quando
viene realizzato.”
[…]
Inoltre, c’è questa filosofia che una persona dalle grandi
ricchezze possa essere giusta o ingiusta. È davvero importante.
Guadagnare ingiustamente esaurisce solamente, non contribuisce”, ha
concluso Coppola. “Il benessere deriva solo da quello che è giusto,
da quello che apporta qualcosa in più alla società. Il cinema
funziona allo stesso modo. Il vero cinema dona qualcosa, un
meraviglioso regalo alla società. Non si prende solo i soldi
rendendo ricca la gente. Questo è spregevole. Quindi Martin è stato
gentile quando ha detto che non è cinema, non ha detto che è
spregevole, mentre io l’ho appena fatto“.
Il settore cinematografico ha
globalmente subito un duro colpo negli anni dalla pandemia, con le
sale chiuse per periodi prolungati di tempo e magri incassi al box
office. Il guadagno inaspettato di quasi un miliardo di dollari
complessivamente prodotto dai film campione d’incassi Barbie
e Oppenheimer, usciti nello
stesso giorno in gran parte del mondo – è una grande vittoria per
l’industria, secondo l’iconico regista premio Oscar Francis
Ford Coppola, che ha condiviso la sua pensieri a riguardo
tramite le Instagram Stories del suo profilo ufficiale.
“Devo ancora vedere Barbie e Oppenheimer, ma il fatto che le persone stiano
riempiendo i cinema pur di vederli e che entrambi i film non siano
né sequel né prequel, né abbiano nessun altro tipo di numero legato
a loro, nel senso che sono veri pezzi unici, è una vittoria per il
cinema”, ha scritto Coppola, rispondendo ad un follower che
gli chiedeva un parere riguardo ai due film del momento. In un
altra Storia, Coppola è poi andato oltre, affermando che “la
mia impressione è che siamo sull’orlo di una nuova età dell’oro.
Cinema meraviglioso e illuminante visto nelle grandi sale.
Francis Ford Coppola torna al cinema con
Megalopolis
Come noto, anche Coppola
prossimamente tornerà al cinema con un suo blockbuster d’autore, il
tanto atteso Megalopolis. Il
film è caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’innovativa idea di
ricostruire New York City come un’utopica città all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture di quella
originale. Fanno parte del cast di MegalopolisAdam Driver,
Forest Whitaker,
Nathalie Emmanuel, Jon Voight,
Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire,
Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar.
Dopo diversi decenni e qualche
polemica, il progetto di passione di Coppola ha dunque finalmente
iniziato a prendere vita, con le riprese che si sono ora concluse.
Come noto, la prima idea molto ambiziosa per il progetto è da lui
stata sviluppata nel 1980, ma il film richiedeva un finanziamento
molto importante e così è stato davvero difficile metterlo in
piedi. Contro ogni previsione, Coppola è però riuscito a far
decollare il film tramite un proprio investimento, permettendo così
di far iniziare ufficialmente la sua produzione. Attualmente, non è
ancora stata comunicata la data di uscita in sala.
Tutto quello che c’è da sapere su Barbie e
Oppenheimer
Barbie
(qui la recensione) è il film
della sceneggiatrice e regista candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird),
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. In esso si racconta del viaggio di Barbie da Barbieland al
mondo reale per scoprire da cosa sono dovuti gli strani sintomi che
la rendono meno perfetta delle altre. Da quando è uscito al cinema,
il 21 luglio, Barbie ha ad oggi incassato 774 milioni,
affermandosi come un successo clamoroso per la Warner Bros., lo
studio che distribuisce il film.
Oppenheimer (qui la recensione) è invece il
film scritto e diretto daChristopher Nolan, un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia dell’enigmatico uomo che deve rischiare di
distruggere il mondo per poterlo salvare. Cillian Murphy
interpreta J. Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica,
mentre accanto a lui si ritrovano anche Emily Blunt,
Emily Blunt,
Robert Downey Jr. e
altri ancora. Ad oggi il film, uscito a sua volta il 21 luglio, ha
incassato ben 400 milioni di dollari, affermandosi come uno dei
maggiori successi di Nolan.
Francis Ford
Coppola si unisce alla querelle che
vede “schierato” Martin Scorsese contro i
cinecomic della Marvel. Il regista di
Apocalypse Now ha supportato le
dichiarazioni del collega ed amico.
“Quando Martin Scorsese dice che
i film Marvel non sono cinema, ha ragione,
perché ci aspettiamo di imparare qualcosa dal cinema – ha
spiegato Coppola – Ci aspettiamo di ottenere qualcosa che sia
illuminazione, conoscenza, ispirazione. Non vedo in che modo
qualcuno possa ottenere qualcosa guardando e riguardando sempre lo
stesso film. Martin è stato anche gentile quando ha detto che non è
cinema.Non ha detto che sono spregevoli e lo dico
io”. Chiude, in maniera chiaramente provocatoria.
Francis Ford
Coppola vs cinecomic, dalla parte di Scorsese
A chiusura del suo intervento, a
Lione, dove è stato insignito di un riconoscimento per il suo
contributo al cinema, Coppola ha dichiarato di essere al lavoro sul
suo progetto più impegnativo,
Megalopolis, che ha in cantiere da circa
vent’anni.
“Vorrei fare un film
sull’espressione umana di quello che è il paradiso in terra –
ha detto – Direi che si tratta del mio film più ambizioso al
quale ho lavorato, più di Apocalypse Now. Credo che costerebbe più
di Apocalypse Now”.
Chissà cosa ne pensano i vertici
Marvel Studios di questa posizione così decisa
di Francis Ford Coppola nei confronti del genere
cinema che ha guadagnato di più nel corso degli ultimi dieci
anni.
Francis Ford
Coppola afferma che i Marvel Studios stanno rovinando i film dei
grandi studi, film come Dune
e No Time
To Die, per esempio. Oltre ai film sui supereroi, ci
sono una manciata di altri film usciti nel 2021 che sono diventati
i preferiti dalla critica e dai fan. L’elenco include Dune
di Denis Villeneuve per la Warner Bros. e il film
di James
Bond di Cary Fukunaga, No Time
To Die. Secondo Coppola, anche questi film, diretti da
persone di talento, risentono dell’estetica e del sistema di
produzione dei film Marvel.
Sulla scia delle aspre osservazioni
di Martin Scorsese contro i film Marvel nel 2019, Coppola si è unito
alla conversazione per sostenere il suo collega. Il regista de
Il Padrino ha fatto eco alle precedenti
dichiarazioni di Scorsese sul fatto che l’MCU non fosse cinema. In effetti,
ha anche fatto un ulteriore passo avanti, definendo il franchise
“spregevole”. Il trambusto si è placato per un po’ fino a poco
tempo fa, quando Ridley Scott e Roland Emmerich l’hanno rianimato condividendo
essenzialmente Scorsese e il pensiero di Coppola.
Coppola sta espandendo le sue
critiche ai film Marvel. In un’intervista con
GQ, l’acclamato regista afferma che i film del MCU sono più o meno tutti gli
stessi, qualcosa che ha già detto in precedenza. Ma aggiunge anche
che crede che, a causa di quanto sia generico il franchise, stia
indirettamente rovinando altri film in studio, citando sia le scene
d’azione di Dune
che No Time
To Die come presumibilmente troppo simili.
“Una volta c’erano i film da
studio. Ora ci sono i film Marvel. E cos’è un film Marvel? Un film Marvel è un film prototipo che
viene realizzato ancora e ancora e ancora e ancora e ancora per
sembrare diverso. Anche le persone di talento – potresti prendere
Dune,
realizzato da Denis Villeneuve, un artista estremamente talentuoso
e dotato, e potresti prendere No Time to Die, diretto da… Gary?
Cary Fukunaga – artisti estremamente dotati, talentuosi e
bellissimi, e tu potresti prendere entrambi quei film, e tu e io
potremmo tirare fuori la stessa sequenza da entrambi e metterli
insieme. La stessa sequenza in cui tutte le auto si scontrano.
Hanno tutti quella roba dentro e quasi devono averla, se vogliono
giustificare il loro budget. E questi sono i buoni film e i registi
di talento”.
È Francis Ford
Coppola in persona a condividere un video in cui possiamo
dare un first look a Megalopolis,
il suo prossimo film che sarà presentato in Concorso al prossimo
Festival
di Cannes. Nel giorno del compleanno di sua moglie, scomparsa
pochi giorni fa, Coppola sceglie di diffondere il video del film
che sarà dedicato a lei.
Di cosa parla Megalopolis?
L’idea di Megalopolis è
stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il
film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di
ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il
pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che
il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che
impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate
per The Mandalorian.
Coppolla, che scrive e dirige il
film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello
che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre
a Adam
Driver, nel cast compaiono anche Forest
Whitaker, Nathalie
Emmanuel, Jon Voight, Laurence
Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia
LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar. Ad oggi
non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che
potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.
Il leggendario regista,
sceneggiatore e produttore statunitense Francis Ford Coppola aprirà la 68ma edizione
del Taormina Film Fest con The Godfather (Il
Padrino) domenica 26 giugno nella suggestiva
cornice del Teatro Antico. Il grande regista presenterà la versione
restaurata del suo film, che è stato distribuito quest’anno a
livello mondiale da Paramount Pictures per celebrare il
cinquantesimo anniversario.
Icona cinematografica senza eguali,
Coppola ha creato indimenticabili pietre miliari nella storia del
cinema quali La conversazione,
Apocalypse Now e la stessa trilogia de
Il Padrino e, nel corso di una carriera
lunga settant’anni, ha ricevuto sei Premi Oscar, due Palme d’Oro al
Festival
di Cannes e il Leone alla Carriera alla Mostra internazionale
d’arte cinematografica di Venezia. È attualmente in preparazione il
suo ultimo epico film Megalopolis con Adam Driver, Forest Whitaker, Nathalie
Emmanuel, John Voight e Lawrence Fishburne.
I direttori del Taormina Film Fest
Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia dichiarano:
“Avere il maestro Francis Ford Coppola per tenere a battesimo la
68ma edizione ci riempie di gioia e orgoglio. Assistere alla
proiezione de Il Padrino al Teatro Antico alla presenza di
uno dei massimi cineasti di sempre, si candida sin d’ora quale
evento imperdibile dell’estate cinematografica e culturale italiana
e internazionale”.
Tratto dall’omonimo romanzo di Mario
Puzo, interpretato da Marlon Brando, Al Pacino, Diane Keaton, James
Caan, Robert Duval, fra gli altri, il film acclamato dalla critica
ha battuto numerosi record di incassi e si è attestato come
campione di incassi nel 1972. Il Padrino ha vinto tre Oscar:
Miglior film, Migliore sceneggiatura non originale per Francis Ford
Coppola e Mario Puzo, Migliore attore a Marlon Brando.
Cinquant’anni dopo il film continua
ad abitare il nostro immaginario collettivo, con un lascito
culturale indelebile e un’impronta duratura nella società di
massa.
Ambientato nella New York del
Dopoguerra, Il Padrino racconta le
vicende della famiglia Corleone guidata da don Vito Corleone
(Brando), capo mafia più potente della Grande Mela. Rimasto vittima
di un attentato orchestrato da un boss rivale, sarà il figlio
Michael Corleone (Pacino) a scalare l’impero della famiglia, fino a
diventare il nuovo padrino. Il film è stato girato negli Stati
Uniti e in Sicilia.
Uno degli eventi di punta della
manifestazione Produced By è stata la
conferenza di Francis Ford Coppola, il regista ha
catalizzato l’attenzione del pubblico e dei giornalisti parlando di
vari aspetti del cinema moderno, dalla piattezza del cinema
commerciale, fino a nuove tipologie di spettacolo da
sperimentare nel futuro.
Parlando dell’attuale Hollywood,
Coppola ha riconosciuto come ci siano alcuni registi affiliati ai
grandi studios che riescono a fare ottimo cinema (Wes
Anderson, Alexander Payne, David O. Russell), ma sono
poche eccellenze che combattono contro i numerosi “creatori di film
industriali”, come li ha voluti definire il leggendario regista. Ha
poi proseguito con una nuova possibilità di fare cinema (lui che in
tempi non sospetti preannunciò la conversione da pellicola a
digitale):
“Probabilmente il prossimo
passo sarà una sorta di live-cinema in cui lo spettacolo è
proiettato su un qualsiasi schermo all’istante, anche in streaming!
una sorta di teatro che però si svolge sul set e non sul palco, in
cui magari gli spettatori possono decidere cosa accadrà nelle
prossime scene” Coppola ha poi raccontato un aneddoto su come
ha superato alcune difficoltà durante le riprese de Il
Padrino – Parte II con una divertente, quanta strana,
affermazione in una sorta di monologo interiore: “Quando il
produttore ha saputo che Brando non voleva partecipare al film è
corso dal regista che gli ha risposto: vai dallo
sceneggiatore”
Naturalmente tutti e tre i
protagonisti della storia erano incarnati da una sola persona,
ovvero Coppola stesso, che dice di essere stato estremamente
soddisfatto dalla riscrittura di quella parte, sopratutto per non
aver buttato soldi e tempo. E proprio mentre parlava della trilogia
del padrino non ha mancato di ricordare Gordon
Willis, il direttore della fotografia di tutti e 3 i film,
scomparso di recente: “Aveva un’estetica precisa, pensava che
il cinema dovesse essere raccontato con inquadrature precise ma che
si doveva muovere la macchina da presa il meno possible e
legare ogni inquadratura in modo da relazionarla con la
seguente”
E restando in tema di grandi
direttori della fotografia ha parlato anche di Vittorio
Storaro, suo collaboratore per Apocalypse
Now: “Vittorio pensava di
poter scrivere il film con la macchina da
presa, voleva utilizzarla come se fosse un uccello e catturare
tutto dal volo”
Infine il regista ha chiuso
parlando di Apocalypse Now e come fu poco apprezzato all’inizio
(“ma l’arte ha la capacità di cambiare, e sopratutto di
cambiare tutti con essa”) e delle possibilità per colmare il
divario tra arte e l’essere commerciale: “Non credo si possa
colmare più di tanto questo divario, penso anzi che
bisognerebbe scegliere tra i due nonostante ci
sia gente come George Gershwin e Steven Spielberg che riesce a
coniugare benissimo queste due anime.Fare cinema non
dovrebbe riguardare solo il fare soldi e diventare famoso, ognuno
dovrebbe fare un lavoro personale in base a cosa sente e cosa
conosce.L’arte deve essere personale e piena di vita,
dovrebbe illuminare i nostri tempi”
Barry Levinson
dirigerà Francis And The Godfather, con
Oscar Isaac nei panni di Francis Ford Coppola e
Jake Gyllenhaal nei panni di Robert Evans in un
dramma sulle battaglie leggendarie e selvagge che hanno portato
alla realizzazione del classico del 1972, Il padrino.
Il film è basato su una
sceneggiatura della lista nera di Andrew Farotte
che è stata rielaborata da Levinson. Mike Marcus, Doug Mankoff e
Andrew Spaulding di Echo Lake Entertainment producono con Kevin
Turen, Jon Levin e Jason Sosnoff della Baltimore Pictures.
Sebbene Il Padrino sia considerato uno dei più grandi
film americani e un simbolo dell’era d’autore degli anni ’70,
realizzarlo non è stato un compito facile. Coppola aveva 31 anni
all’epoca, determinato a convincere Evans e lo studio a
permettergli di girare a New York e caro prezzo la storia di un
romanzo che sarebbe diventato un grande bestseller. Questo dopo che
la sceneggiatura originale di Mario Puzo era
ambientata nella contemporanea Kansas City.
Tra gli altri dibattiti c’era
l’idea di scommettere su Marlon Brando, un
personaggio eclettico che non recitava in un film di successo da
anni, per interpretare il patriarca della famiglia mafiosa, Don
Vito Corleone (per il quale avrebbe vinto l’Oscar come miglior
attore), e anche Al Pacino nei panni di Michael
Corleone, un personaggio che lentamente vorrebbe allontanarsi
dall’attività di famiglia per riprenderla quando diventa chiaro che
suo padre sarebbe stato ucciso e che lui era l’unico in grado di
succedergli ai vertici della famiglia.
Restiamo in attesa di sapere come
sarà composto il resto del cast e in che modo Levinson deciderà di
compiere questa missione che sembra, sulla carta, difficile almeno
quanto la realizzazione stessa del film. Non si tratta inoltre
dell’unico film che racconterà il backstage di un capolavoro della
storia del cinema, dal momento che anche David Fincher è alle prese con
Mank, sulla realizzazione di Quarto
Potere.
Inutile negarlo: sembra che in
mancanza di solidi progetti e storie originali il cinema
d’intrattenimento stia ripiegando su un approccio seriale grazie
alla produzione di franchise.
Alcuni durano ormai da più di dieci
anni (pensate al MCU), altri hanno
attraversato e legato addirittura più di due generazioni di
spettatori (vedi Star
Wars), e poi ci sono quelli che resistono al tempo e
alle critiche negative, riuscendo comunque a racimolare ottimi
incassi al botteghino.
Tuttavia, per quanto il pubblico
possa amarli, ci sono dei franchise
cinematografici che mostrano qualche cedimento e che
dovrebbero finalmente chiudere il proprio ciclo.
CBR ne ha elencati 8
fra quelli ancora in vita: scopriamo di seguito il nome degli
“sfortunati”.
Fast & Furious
Nato 2001,
il franchise di Fast & Furious ha portato al
cinema le appassionanti corse automobilistiche di Dominic
Toretto e famiglia, con il pregio di aver saputo evolvere
un semplice pretesto ludico in qualcosa di più concreto dal punto
di vista narrativo. Dopo otto film però, il peso degli anni e di
uno schema alquanto ripetitivo potrebbero essere problemi
irrisolvibili; ovviamente, spinti dal guadagno economico che non
accenna a diminuire, gli studios puntano a produrre ancora nuovi
capitoli, con Vin Diesel che ha annunciato altri
due film in programma per il 2020 e il 2021. Inoltre l’attore ha
specificato che il decimo capitolo sarà anche l’ultimo della serie,
ma non finisce qui: diversi spinoff sono attualmente in fase di
sviluppo, e ruoteranno attorno ai personaggi di
Hobbs e Shaw.
Star Wars
Per una
parte di appassionati, Star Wars è fermo alla
trilogia originale: il franchise avrebbe iniziato il suo lento
declino dai tre film prequel (Episodio I, II e
III) prima di ripetersi, almeno negli schemi
narrativi, nella nuova serie di film che ha esordito con Il
Risveglio della Forza e proseguito con il contestato
Gli Ultimi Jedi. Ovviamente esiste una fetta di
fan che non la pensa così, tuttavia è normale avere delle
aspettative alte nei confronti di un marchio che ha regalato alle
vecchie generazioni il cuore di un’epica moderna incentrata su
grandi storie e personaggi ancestrali. Tutto sta nelle mani dei
nuovi sceneggiatori e registi, che finora hanno proposto le loro
visioni di Star Wars anche deragliando un po’ dalla strada maestra
(vedi Rian Johnson con Gli Ultimi
Jedi), oppure aggiungendo valore a film già molto classici
(come Rogue One).
Indiana Jones
Si,
Indiana Jones è un’icona culturale senza tempo, ma
rivederlo in azione nel film del 2008 (Indiana Jones e il
regno teschio di cristallo) ha leggermente diminuito
l’entusiasmo nei confronti del personaggio e della storia. Anche la
critica non si era mostrata benevola nei confronti del nuovo
capitolo, eppure gli studios hanno già annunciato la produzione
dell’ultimo film di Indiana Jones. Certo, il fatto che al timone ci
sia ancora Steven Spielberg lascia ben
sperare…incrociamo le dita.
X-Men
Il
problema principale nel franchise di X-Men è
sempre stata la coerenza in termini di timeline, ed era un limite
che X-Men: Giorni di un futuro passato avrebbe
dovuto risolvere.
Questo non è
successo purtroppo, ma anzi abbiamo visto l’attenzione spostarsi
sui personaggi di Mystique,
Xavier e Magneto, invece di
Wolverine, il personaggio forse più centrale dei
vecchi film. Ora che Logan non c’è più, i film
dovranno fare affidamento sugli altri personaggi per attirare il
pubblico: ci riusciranno?
Harry Potter
La serie
di film tratta dai romanzi di Harry Potter è stata
un trionfo su tutta la linea: ognuno fedele a suo modo
all’originale di J.K.Rowling, dove registi di talento si
sono alternati per restituire al pubblico una degna
rappresentazione della storia. E una volta che il ciclo si è
concluso…i fan ne volevano ancora: ecco quindi arrivare al cinema
Animali fantastici e dove
trovarli, trasformato poi in vero franchise (il
prossimo capitolo arriverà nel corso nel 2018). Ma è davvero
possibile un confronto tra i due? Riuscirà questo ad emulare la
magia di Harry Potter?
Pirati dei Caraibi
All’inizio
degli anni duemila, La maledizione della prima
luna (Pirati dei Caraibi) era riuscito a
riproporre con successo un genere sepolto da decenni grazie
soprattutto all’iconico personaggio di Jack
Sparrow (e al rilancio di Johnny Depp nel
cinema popolare), alle storie appassionanti e ad una gestione della
narrazione esemplare. Tuttavia, dopo la prima trilogia e l’addio
alla saga di Orlando Bloom e Keira
Knightley (tornati per poche scene nell’ultimo capitolo),
Pirati dei Caraibi ha subito un tracollo evidente.
Trame incoerenti e ripetitive, unite ad una mancanza di idee sono
stati i maggiori problemi. Un sesto film è attualmente in fase di
sviluppo con Kaya Scodelario, ma le speranze di vedere
qualcosa di entusiasmante stanno a zero.
James Bond
James
Bond è la vera icona delle spie internazionali e per
decenni il personaggio creato da Ian Fleming è
stato sviluppato al cinema con grande stile e molte sfumature.
Tuttavia, nel corso degli svariati capitoli, il franchise è
diventato sempre più simile ad un complesso di film d’azione e
thriller di spionaggio. Forse sarebbe meglio mettere un punto così
da permettere ad un’altra figura di prendere il suo posto nel
cinema.
Transformers
Sebbene
abbia generato miliardi su miliardi di incasso, il franchise di
Transformers iniziata da Michael
Bay non è mai riuscita a coinvolgere il pubblico come i
giocattoli e le serie di cartoni animati su cui si basava. Spesso
il divertimento di fondo si è trasformato in roboanti esplosioni e
in uno spettacolo intriso di umorismo adolescenziale; certo i
progetti degli studios si stanno concentrando sul futuro del
franchise, con Bay che si è detto fuori per adesso e uno spin-off
in uscita incentrato su Bumblebee. Se ne sentiva
davvero il bisogno?
Se un film ottiene un grande
successo al botteghino, è molto probabile che se ne svilupperà un
franchise, indipendentemente dal genere.
E, se questa scelta è spesso
concorde coi desideri del pubblico che ha imparato ad affezionarsi
a un personaggio, sperando di poterlo seguire in altre avventure,
molto spesso accade invece che il sequel non sia all’altezza
dell’originale, come ha messo in evidenza Screenrant.
Pirati dei Caraibi (2003, 2006,
2007, 2011, 2017)
Nonostante si debba
ammettere che Pirati dei
Caraibi: la maledizione del forziere fantasma e
Pirati dei
Caraibi: ai confini del mondo siano sequel piuttosto
sottovalutati all’interno del franchise, nessuno di questi è mai
stato all’altezza di La maledizione della prima
luna. La Disney ha anche provato a
replicare quel successo al di fuori del franchise con il recente
Jungle Cruise, ma ancora non è riuscita ad
avvicinarsi al classico del 2003.
Anche se Jungle Cruise è sulla buona strada per avere
dei sequel, si spera che questi siano migliori del “punto più
basso” toccato da Pirati
dei Caraibi, ovvero Pirati dei
Caraibi: oltre i confini del mare. Il franchise si è
ripreso poi di poco con Pirati dei
Caraibi: la vendetta di Salazar, seppur fosse già
assodato che fosse ormai impossibile procedere oltre con ulteriori
storyline.
Ti presento i miei (2000, 2004,
2010)
Ti
presento i miei è stata una delle pellicole più iconiche
dei primi anni ’80. E anche dopo la sua uscita nelle sale, è
diventato un pilastro della TV via cavo. Quindi, naturalmente, i
sequel ne sono stati la conseguenza diretta.
Sfortunatamente, questi sequel sono
stati Mi presenti i tuoi e Vi presento i nostri, tutt’altro che
apprezzati dai fan. Mi presenti i tuoi presenta
certamente alcune buone citazioni e momenti, che sono tuttavia
tipicamente troppo grossolani. Tutta la dolcezza di Ti presento i miei viene rimossa in favore di
battute a sfondo sessuale, mentre in Vi presento i nostri è stato invece assemblato
un cast di star, senza una solida sceneggiatura a sorreggerli.
Anche con ripetute visioni, niente di Vi presento i nostri sarà conservato nella
memoria del pubblico, il che è probabilmente dovuto al fatto che
Ti presento i miei non ha mai avuto bisogno di un
sequel in primo luogo.
Una notte da leoni (2009, 2011,
2013)
Vi era un clima di
entusiasmo attorno all’uscita di Una notte da leoni, ma pochi avrebbero potuto
prevedere che la commedia vietata ai minori sarebbe diventata
l’evento che è stato. Il motivo per cui ha funzionato bene weekend
dopo weekend è stata la rinfrescante mancanza di prevedibilità; si
avvertiva infatti come la prima commedia dopo molto tempo che non
avrebbe alimentato il pubblico con battute cliché e infantili.
Le qualità del successo del primo
film svanirono purtroppo in Una notte da leoni 2. L’energia frizzante che
permeava il primo film di Todd Phillips è stata
sostituita da un tono cupo e da una posta in gioco forse troppo
alta. Tuttavia, rispetto a Una
notte da leoni 3 (pressoché privo di trama), il
secondo capitolo è un seguito ancora ritenuto adeguato.
Men In Black (1997, 2002, 2012,
2019)
L’originale Men in
Black è uno dei blockbuster per eccellenza: è frizzante e
attraversa i generi, con performance clamorose da star come
Tommy Lee Jones e Will Smith (che hanno una chimica notevole e
inaspettata).
Il seguito Men in Black II è stato considerato molto più
povero di spessore. Sorprendentemente, quella debacle apertamente
sfacciata e orientata ai bambini (ma eccessivamente sessuale) viene
dallo stesso regista del primo, grande film (così come il solido
MiB 3). L’ultima uscita, Men
in Black: International, è stato un tentativo di
reboot che non è mai decollato e tanto meno si è avvicinato
all’originale.
Iron Man (2008, 2010, 2013)
Iron
Man è stato un caposaldo della stagione
cinematografica estiva del 2008. E’ stato propulsore iniziatico di
un movimento con una portata che non è ancora stata repressa (sia
in termini di portata che di incassi): Il MCU.
Iron Man 2 è visto da molti come il nadir del Marvel Cinematic
Universe e, mentre questo primo capitolo è stato
reputato considerevole sotto tutti i punti di vista, il sequel è
certamente carente.
Iron Man 3 si comporta in maniera completamente
diversa rispetto ai primi due capitoli del franchise, per lo più
astenendosi dall’impiegare tropi di film di supereroi a favore di
una sottotrama di PTSD che purtroppo non rivela molto di nuovo su
Tony Stark. Questo di per sé è ciò che mette il
primo Iron Man in cima: la pellicola ha infatti
restituito un ottimo lavoro di caratterizzazione del personaggio,
seguendolo attentamente tra prove da superare, tradimenti e
l’acquisizione di un potere in crescita.
Il Re Leone (1994, 1998, 2004,
2019)
Il re Leone 2: il
regno di Simba è meglio della maggior parte dei sequel
Direct-to-DVD che la Disney ha sfornato sulla scia
delle uscite teatrali di successo degli anni ’90. Tuttavia, anche
con il ritorno di Matthew Broderick,
Nathan Lane e Ernie Sabella,
manca molto di ciò che era presente ne
Il Re Leone.
Il Re Leone 3: Hakuna
Matata è stato un’interessante rivisitazione del
franchise, riportando ancora una volta gran parte del cast
principale dell’originale per quello che equivaleva a un remake
(dalla prospettiva di Timon e
Pumbaa). Tuttavia, non poteva ancora reggere il
confronto con la potenza dell’originale, proprio come il remake 2019 di
Jon Favreau, pieno di CGI.
Alien (1979, 1986, 1992, 1997,
2012, 2017)
Alien
di Ridley Scott è stato quasi eguagliato da
Aliens di James Cameron, ma
quello di Scott è considerato da molti il film migliore dell’intero
franchise. Alien 3 ha comunque i suoi meriti, ma è
stato definito da numerosi fan un vero “disastro” (anche
se la director’s cut funziona). Alien:
Resurrection è dimenticabile nel migliore dei casi per i
fan, mentre “meno si parla di Prometheus o Alien: Covenant e meglio è”
(entrambi avevano un grande potenziale che è stato sprecato in
egual misura).
Si avverte tuttora come Alien sia sempre stato un
film in anticipo sui tempi, il che è rafforzato da una
legittimamente notevole uscita in 4K per l’originale di
Scott. La Nostromo è un incubo
dettagliato e terrificante di per sé: il suo design interno è
grottesco come qualsiasi attributo dello xenomorfo, una creatura
che non è mai stata più terrificante che qui.
Pur considerando già
Creed come un ottima pellicola,
Rocky ha sancito l’inizio di uno dei franchise più
amati di sempre. La svolta di Stallone è il film del benessere per
eccellenza: tutto quello che dovrebbe esserci nella narrazione è
lì, affermano i fan, e le performance in generale del franchise
sono abbastanza organiche da non rendere i momenti saccenti
opprimenti.
I sequel – soprattutto Rocky
II, Rocky III e Rocky IV
– hanno seguito l’intera struttura vita
familiare-allenamento-combattimento in tre atti, ma con un effetto
minore. Rocky V ha provato qualcosa di diverso ed
è diventato conosciuto come il nadir della serie, mentre il reboot,
Rocky Balboa, è andato sul versante
deprimente/pedantico. E anche se Creed II ha i
suoi momenti notevoli, non è niente in confronto a
Creed, che si conferma ancora un sequel che non
potrebbe superare Rocky.
Die Hard (1988, 1990, 1995, 2007,
2013)
I sequel di Die Hard variano notevolmente in termini di
qualità. Il quarto capitolo del franchise, Live Free or Die
Hard è un actioner troppo patinato che manca
dello spirito di Die Hard; a Good Day to Die Hard
si allontana da questo spirito ancora di più, difatti la maggior
parte dei fan lo raputano privo di qualsiasi qualità
redimibile.
Tuttavia, Die Hard
2 e Die Hard: With A Vengeance sono film
solidi e rivedibili. La posizione dei sequel testimonia l’impatto
del film originale: non importa quanto sia eccellente il seguito,
non c’è niente di meglio dell’introduzione del pubblico al
poliziotto medio John McClane.
Il franchise di 007 con Daniel
Craig (2006, 2008, 2012, 2015, 2021)
Casino
Royale aveva la stessa grande pretesa alla corona e allo
status di 007 di Goldfinger, tuttavia la corsa di
Craig come Bond nel
franchise non ha raggiunto picchi altrettanto elevati:
Quantum of Solace è un film “a dir poco utile”,
secondo le parole dei fan, che è stato anche vittima di uno
sciopero degli sceneggiatori.
Skyfall è stato un rimbalzo significativo che ha anche
impostato il tono visivo per i film successivi.
Skyfall è stato l’apice dei restanti anni di
Bond di Craig, ma sia Spectre che No
Time to Die hanno i loro meriti: infatti, l’ultima
performance dell’attore nel ruolo è una delle sue migliori, il che
aiuta ad elevare nel complesso No Time to Die, ma Casino
Royale rimane l’apice del suo mandato come Bond.
Sono partite a Roma le riprese del
documentario su Francesco Totti, campione
amatissimo, non solo dai tifosi della Roma, giocatore dalla
carriera longeva e strabiliante, ambito da club nazionali e
mondiali, uno dei pochi atleti al mondo che ha militato tutta la
carriera in una sola squadra. Maglia, quella giallorossa, che il
Capitano ha “tradito” solo per quella della nazionale.
Diretto da Alex
Infascelli (Vincitore del David di Donatello
per S is for Stanley), e tratto dal
libro Un Capitano scritto
da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli), il
documentario sarà un viaggio emozionante, raccontato in prima
persona da Totti stesso, che narra le imprese dell’uomo e del
calciatore, e sarà arricchito da immagini inedite tratte dal suo
archivio personale.
Co-prodotto
dalla Wildside di Lorenzo Mieli e Mario
Gianani con Fremantle, Capri
Entertainment di Virginia Valsecchi
e Vision Distribution che lo distribuirà
al cinema.
Ecco la nostra intervista a
Francesco Patané, protagonista maschile di
Ti mangio il cuore, di Pippo Mezzapesa, presentato a Giornate
degli Autori nell’ambito di Venezia
79.
Puglia. Arso dal sole e dall’odio,
il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano
venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una
terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A
riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore
proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e
Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione
fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai
Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata,
si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.
Nel cast del film di Pippo
Mezzapesa anche Elodie, Lidia Vitale,
Francesco Di Leva,
Michele Placido e Tommaso
Ragno.
Se non si ha mai avuto modo di
vedere un film con Francesco Pannofino, si avrà
però certamente avuto occasione di sentire la sua voce. Interprete
di celebri film e serie TV, egli è infatti anche un notissimo
doppiatore, che ha prestato la propria voce ad alcuni tra i più
noti interpreti statunitensi. Versatile e carismatico, Pannofino è
considerato uno dei migliori interpreti dell’attuale panorama
cinematografico, con numerosi successi dalla sua parte.
Ecco 10 cose che non sai di
Francesco Pannofino.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Pannofino: i suoi film,
le serie TV e il doppiaggio
9. Ha preso parte a note
produzioni televisive. Negli anni Pannofino non ha mancato
di perseguire anche una carriera televisiva, iniziata recitando in
serie come Cuore (2001), La squadra (2001),
Distretto di polizia (2005), Giovanni Falcone – L’uomo
che sfidò Cosa Nostra (2006), e Il generale Della
chiesa (2007). Il vero successo arriva però grazie alla serie
Boris, dove dal 2007 al 2010 ricopre il ruolo di René
Ferretti recitando accanto a Carolina Crescentini,Pietro
Sermonti e Paolo
Calabresi. Ha in seguito recitato in televisione anche
per titoli come Un caso di coscienza (2009-2010), Nero
Wolfe (2012), Adriano Olivetti – La forza di un sogno
(2013), Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana (2018)
ed Enrico Piaggio – Un sogno italiano (2019).
8. È un noto
doppiatore. Pannofino deve molta della sua popolarità
all’attività di doppiatore. Egli è infatti la voce ufficiale degli
attori Denzel Washington,
George Clooney,
Philip Seymour Hoffman e Kurt
Russell, ma tanti altri sono i celebri interpreti a
cui ha prestato la voce, come ad esempio Tom Hanks per il film Forrest
Gump. Ha inoltre partecipato al doppiaggio di numerosi
film d’animazione come Fantastic Mr. Fox e Klaus,
ma anche di serie televisive, cartoni animati e videogiochi. Ad
oggi è una delle voci più note e apprezzate del doppiaggio
italiano.
Francesco Pannofino: gli
audiolibri
7. Ha registrato le sue
letture di celebri libri. Attività particolarmente
apprezzata dall’attore è anche quella della registrazione di
audiolibri. Egli è infatti noto per le sue letture di alcuni dei
romanzi dedicati al detective Sherlock Holmes come Sherlock
Holmes e i cinque semi d’arancio e Sherlock Holmes e
l’uomo dal labbro spaccato. In particolare, è noto per aver
realizzato audiolibri dell’intera saga di Harry Potter, compresi
Il Quidditch attraverso i secoli e Gli animali
fantastici: dove trovarli.
Francesco Pannofino in Boris
6. Ama profondamente il suo
personaggio. Il personaggio più famoso interpretato
dall’attore è quello di René Ferretti nella serie Boris.
Questi è il regista di una scalmanata troupe intenta a dar vita
alle riprese di una soap opera di dubbio gusto intitolata Gli
occhi del cuore. Pannofino ha sempre dichiarato di aver molto
a cuore il ruolo, definendolo un incontro felice tra attore e
personaggio. Più volte ha espresso il suo desiderio di poterlo
riprendere in una quarta stagione della serie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Pannofino è tifoso della
Lazio
5. È appassionato di
calcio. Pur affermando di non essere un fanatico del
calcio, Pannofino non ha mai nascosto la sua passione per tale
sport, nata durante il periodo in cui lavorava allo stadio come
“bibitaro”. In particolare, l’attore è un grande tifoso della
Lazio, e squadra da lui tifata sin dal 1974, anno dello scudetto.
La possibilità di essere presente per lavoro durante alcune delle
loro partite gli fece sviluppare un naturale legame con tale
squadra, da lui ancora oggi sostenuta, senza però gli estremismi da
lui mal sopportati.
Francesco Pannofino è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 41,7 mila persone. All’interno
di questo Pannofino è solito condividere immagini e video relative
ai suoi lavori da interprete o doppiatore, svelando retroscena
curiosità. Non mancano però anche immagini legate alla sua
quotidianità, con momenti di svago in compagnia di amici o
colleghi. Tramite il proprio profilo l’attore è poi solito
sostenere alcune cause sociali da lui ritenute importanti.
Francesco Pannofino: la laurea
3. Non ha mai completato gli
studi. Durante un’intervista l’attore ha affermato di non
essersi mai laureato, ma di essersi iscritto all’Università per
poter evitare la leva militare. Qui sostenne tre esami, grazie ai
quali poté rimandare di circa un anno il suo coinvolgimento nelle
forze armate. Decise però poi di lasciare gli studi e svolgere il
suo periodo di leva, terminato il quale iniziò a dedicarsi alla
carriera di interprete e doppiatore.
Francesco Pannofino: moglie e
figlio
2. È sposato con
un’attrice. Pannofino è sposato con Emanuela
Rossi, anche lei celebre come attrice ma ancor più come
doppiatrice. È infatti la voce italiana delle attrici Michelle
Pfeiffer e Emma
Thompson. I due si conoscono durante la loro attività
di doppiaggio, e dalla loro unione nasce il figlio Andrea. La
coppia si separa nel 2006, per poi però tornare insieme e sposarsi
nel 2011. Per mantenere un loro equilibrio, tuttavia, hanno deciso
di vivere in case separate, come dichiarato dallo stesso
Pannofino.
Francesco Pannofino: età e
altezza
1. Francesco Pannofino è
nato a Pieve di Teco, in provincia di Imperia, in Liguria,
il 14 novembre del 1958. L’attore è alto complessivamente 173
centimetri.
Al Festival Internazionale del film
di Roma si omaggia un regista che da quattro anni non parla né
cammina più, in seguito ad un coma durato due mesi e mezzo e che lo
ha segnato duramente al risveglio: Francesco Nuti. Autore di questo
docu-film dal titolo “Francesco Nuti…e vengo da lontano” è Mario
Canale, già regista di due biografie dedicate a due mostri sacri
del cinema italiano: Vittorio De Sica e Marcello
Mastroianni.
Francesco
Montanari al Lido di Venezia per il corto
La Notte Prima. L’attore romano ha presentato
durante la 75esima edizione del Festival di Venezia il corto
della regista Annamaria Liguori con protagonisti
Antonia Liskova, Giorgio Colangeli, Imma Piro, Alessandro
Bardani ed Emanuela Grimalda.
Il corto è liberamente ispirato a
una delle storie di donne con tumore al seno metastatico raccolte
nell’ambito della campagna Voltati. Guarda.
Ascolta., promossa da Pfizer in
collaborazione con Fondazione AIOM, Europa Donna
Italia e Susan G. Komen Italia con
l’obiettivo di rompere il silenzio attorno a questa malattia.
Alessandra è una giovane donna determinata e ambiziosa che si
divide tra gli impegni professionali e i preparativi del
matrimonio, ormai alle porte. Una diagnosi inaspettata, però,
sconvolge all’improvviso la sua vita e la costringe a rivedere
scelte fondamentali.
Parte da qua La notte
prima di Annamaria Liguori: un cortometraggio d’autore
dedicato alle donne con tumore al seno metastatico, per la
sceneggiatura di Davide Orsini, che verrà presentato in anteprima
internazionale lunedì 3 settembre, alle ore 18.00 al Cinema Astra,
nell’ambito della 75a Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia – sezione Venice Production
Bridge. Parte della colonna sonora del cortometraggio, è
interpretato dal cantante Diodato e dal musicista Roy Paci ed è
stato in gara al Festival di Sanremo 2018. Durante
l’intervista abbiamo chiesto all’attore se ci sono velleità
registiche nel suo futuro, ci ha risposto sicuro di sé: “non sarò
un regista, non è nei miei piani futuri”.
Tra le personalità più eclettiche
del nuovo panorama cinematografico italiano, Francesco
Mandelli ha saputo affermarsi come attore in alcuni film
di successo, per poi debuttare anche come regista, sceneggiatore e
conduttore televisivo. In più occasioni, grazie ai suoi lavori, ha
saputo conquistarsi la simpatia del pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Francesco Mandelli.
Francesco Mandelli film
1. Ha debuttato molto
giovane. A soli 20 anni l’attore prende parte al suo primo
lungometraggio, intitolato Tutti gli uomini del deficiente
(1999). Successivamente partecipa ai film Ora o mai più
(2003) e Manuale d’amore (2005), con cui ottiene una prima
notorietà. E’ poi nel cast di Natale a Miami (2005),
Natale a New York (2006) e Generazione 1000 euro
(2009). Nel 2011 arriva il grande successo con I soliti idioti
– Il film, di cui nel 2012 arriva il sequel intitolato
I 2 soliti
idioti. E’ poi il protagonista dei film Pazze di
me (2013), Colpi di
fortuna (2013), La solita commedia –
Inferno (2015), Natale col boss (2015), I
babysitter (2016), Super vacanze di Natale (2017) e
Si muore tutti democristiani (2018).
2. E’ celebre per una serie
TV. A conferire a Mandelli il vero successo è stata la
serie TV I soliti idioti, composta di 38 episodi e andata
in onda su MTV dal 2009 al 2012.
Francesco Mandelli Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 235 mila
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago o sui set dei film a cui
prende parte. Non mancano inoltre anche foto promozionali dei suoi
progetti futuri.
Francesco Mandelli fidanzata e
figlia
4. E’ fidanzato.
L’attore è fidanzato con Luisa Bertoldo, fondatrice di una propria
agenzia di pubbliche relazioni. I due si sono conosciuti ad una
festa di amici in comune a Milano, stringendo da subito un ottimo
rapporto.
5. La coppia ha avuto una
figlia. Mandelli e la Bertoldo hanno in seguito avuto una
figlia, a cui l’attore ha dedicato il libro Mia figlia è un
astronave.
Francesco Mandelli Fabrizio
Biggio
6. Hanno costituito un
popolare duo. Gli attori Mandelli e Biggio si sono fatti
conoscere come I soliti idioti, duo comico celebre per l’omonima
serie tv e relativi film cinematografici. Dopo il secondo film,
uscito nel 2012, i due hanno deciso di sciogliere il duo, accortisi
di aver perso il controllo del progetto alla base del loro
successo. Nessun litigio, ma solo una pausa per intraprendere
percorsi personali in attesa di tornare in seguito a lavorare
insieme.
Francesco Mandelli I soliti
idioti
7. Non è soddisfatto dei
film per il cinema. Dopo i due film usciti rispettivamente
nel 2011 e nel 2012, il duo composto da Mandelli e Biggio si è
sciolto. L’attore afferma infatti di non essere rimasto soddisfatto
dei due lungometraggi, poiché questi estrapolavano i due personaggi
più celebri della serie per costruire una loro personale storia. Al
di fuori del loro contesto originario, questi hanno tuttavia
riscontrato scarso successo, mostrando i limiti
dell’operazione.
8. Ha detto basta al
ruolo. Mandelli si è accorto in tempo che il suo ruolo nel
duo stava diventando logoro, decidendo per ciò di abbandonare i
personaggi ricoperti nella serie e la loro comicità. Da lì in poi
ha cercato continuamente di rinnovarsi, partecipando a film
indipententi, programmi culturali e portando avanti la sua passione
per la musica. Così facendo l’attore spera di non essere più
identificato con i personaggi con cui è divenuto celebre, ma con i
nuovi progetti a cui si dedica da qualche anno a questa parte.
Francesco Mandelli libro
9. Ha pubblicato un
romanzo. L’attore ha scritto un libro dal titolo Mia
figlia è un’astronave, dedicato proprio alla figlia avuta
dalla compagna. All’interno del romanzo, attraverso una storia
semplice e sincerà, Mandelli si propone di approfondire il punto di
vista maschile sulla paternità e su tutti i cambiamenti e gli stati
d’animo che essa genera.
Francesco Mandelli età e
altezza
10. Francesco Mandelli è
nato a Erba, in provincia di Como, il 3 aprile 1979.
L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Grazie ad alcuni progetti
cinematografici di alto profilo, Francesco Gheghi
è stato capace di conquistare una sempre crescente popolarità e
affermarsi come uno degli attori più dotati della sua generazione.
Ci è riuscito con la sua delicatezza, con la fragilità ma anche
l’ironia e la forza che sa far confluire nei suoi personaggi. Non
sorprende dunque che sia oggi uno dei più richiesti del momento,
distinguendosi per progetti diversi e dove riesce sempre a dare
prova del suo talento.
I film e le serie TV a cui ha partecipato Francesco
Gheghi
1. Ha recitato in noti
film. Gheghi ha esordito sul grande schermo all’età di 14
anni col film di Daniele Luchetti Io sono Tempesta (2018),
nel ruolo del figlio di Elio Germano. L’anno seguente si è fatto
notare come protagonista del film Mio fratello rincorre i dinosauri, nel ruolo del
fratello maggiore di un bambino con la sindrome di Down. È apparso
poi in Padrenostro
(2020), accanto a Pierfrancesco Favino, per poi recitare in
Il filo
invisibile (2022), Come le tartarughe (2022),
Piove
(2022), Roma Blues (2023), Maschile plurale
(2024) e Familia (2024), con Barbara Ronchi e
Francesco Di Leva.
2. Ha preso parte ad un film
per la TV. Per quanto riguarda il piccolo schermo, ad oggi
Gheghi ha partecipato unicamente ad un film per la TV, dal titolo
A muso duro – Campioni di vita (2022), ispirato alla
storia vera di Antonio Maglio, medico e dirigente INAIL che dedicò
la sua vita al pieno recupero sociale delle persone disabili, e che
nella Roma del 1960 organizzò i primi Giochi Paralimpici della
storia.
La sua formazione da attore
3. Ha studiato in una nota
scuola di recitazione. Gheghi comincia a studiare
recitazione a tredici anni, partecipando a laboratori teatrali come
Heart for Dance, Roma Arte e Spettacolo e Carpe Diem –
Teatro. Importante per la sua formazione da attore sarà la sua
frequentazione della scuola di recitazione “Jenny Tamburi”, tra i
cui ex allievi oggi noti vi sono Ludovica Martino, Alessandro Borghi e Valentina Romani.
4. Ha ottenuto un
prestigioso riconoscimento. Il 2024 è un anno
particolarmente importante per Gheghi, che interpreta un giovane
parricida nel film tratto da una storia vera, Familia. La
sua interpretaziione in questo film gli vale il premio Orizzonti al
migliore attore alla Mostra del cinema di Venezia, all’età di 22
anni.
Francesco Gheghi in Maschile plurale
5. Ha recitato nel sequel di
Maschile singolare. In Maschile plurale,
il sequel del fortunato film con Giancarlo
Commare, Gheghi interpreta Ricky, un ragazzo che vive
nella casa di accoglienza, molto problematico, chiuso, scontroso e
diffidente, che dichiara di essere eterosessuale e di far sesso con
altri uomini solo a pagamento. Ricky viene coinvolto da Luca e
Antonio nel progetto di riapertura di una vecchia pasticceria.
Francesco Gheghi in Familia
6. Ha convinto il regista
con un provino molto particolare. Riguardo il suo ruolo di
Luigi Celeste in Familia, Gheghi ha raccontato in
un’intervista a Vanity Fair: “Ho comprato il
libro di Luigi Gentile, l’ho letto in un paio di giorni. Lì ho
avuto la certezza: era una storia a cui si doveva portare rispetto.
L’ultimo provino doveva durare più di tre ore, ho convinto
Costabile dopo un paio di minuti. Nel provare una scena mi sono
lanciato contro una finestra, mi hanno dato 10 punti. Costabile mi
aveva chiesto il sangue e io gliel’ho dato letteralmente”.
Francesco Gheghi e la sua famiglia
7. Ha sempre potuto contare
sul sostegno dei genitori. Figlio di un pizzaiolo, dei
suoi genitori Gheghi ha affermato: “Mi hanno sempre sostenuto.
Ora il premio di Venezia è nella loro pizzeria a Marino, vicino
Roma. Quando sono salito sul palco a ritirarlo, i miei erano lì e
qualcuno ha girato un video di quel momento. Quando riguardo
l’emozione che provano mentre vinco, inizio a piangere. L’unica
condizione che aveva messo mia madre quando ho iniziato a recitare
era che prendessi il diploma, e anche con un voto alto”.
Familia recensione Film 2024 – screenshot dal trailer
Youtube
Francesco Gheghi è su
Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 27.200 persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi
pubblicato appena un centinaio di post, tutti relativi alle sue
attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Francesco Gheghi è fidanzato con Lea Gavino
9. È fidanzato con una nota
attrice. L’attore, come da lui reso noto in diverse
occasioni, è fidanzato con l’attrice Lea Gavino,
attrice nota per le ultime due stagioni uscite di SKAM
Italia e per il film L’ombra
di Caravaggio. I due, conosciutisi ad un provino, cercano
comunque di mantenere un certo livello di riservatezza sulla
propria vita privata, evitando di condividere troppo a riguardo sia
durante le interviste che sui rispettivi social.
L’età e l’altezza di Francesco Gheghi
10. Francesco Gheghi è nato
il 19 agosto 2003, Marino,
comune della Città Metropolitana diRoma. L’attore è alto
complessivamente 1,80 metri.