Che bella
giornata si conferma ovviamente al primo posto,
stracciando altri record. Buon esordio per Vi presento
i nostri in seconda posizione, mentre
Hereafter scende al terzo posto. Discreti
risultati per le altre new entry.
Che bella
giornata si mantiene saldamente al primo posto del
botteghino italiano, raccogliendo altri 7,9 milioni nel suo secondo
fine settimana: in soli 12 giorni la commedia campione di incassi
con Checco Zalone arriva al totale di 31,4 milioni di euro,
polverizzando i 29 milioni raggiunti a fine corsa da un’altra
pellicola italiana di successo di questa stagione, ovvero
Benvenuti al Sud. Il film registra così il secondo
migliore weekend di sempre, dietro gli 8,7 milioni di
Avatar.
Considerando i dati cinetel, Che bella giornata supera
quindi i 31,2 milioni ottenuti tredici anni fa da La vita è
bella. Tuttavia, a differenza di quanto hanno affermato in
massa i media italiani, la quota da superare per piazzarsi al primo
posto della classifica dei migliori incassi di sempre per un film
italiano è di 47 milioni di euro: è questo, infatti, il totale
incassato dal film premio Oscar di Roberto Benigni, secondo i dati
completi Siae.
C’è poco da dubitare: Zalone dovrebbe
riuscire nell’impresa…
Vi presento i
nostri debutta al secondo posto con 2,2 milioni,
un dato piuttosto positivo per il
capitolo conclusivo della trilogia sulla famiglia
Focker. Hereafter scende in terza posizione,
raccogliendo 1,4 milioni e giungendo a 5,4 milioni
complessivi: un risultato decisamente buono per il film di
Clint Eastwood.
Seguono tre new entry. La pellicola
catastrofica Skyline conquista il
quarto posto con 862.000 euro. La versione di
Barney, con Paul Giamatti fresco di Golden
Globe, raccoglie poco meno, ovvero 849.000 euro, mentre
L’Orso Yoghi ottiene 732.000
euro.
Tron
Legacy scende al settimo posto con 377.000 euro,
che gli consentono di giungere a 5,7 milioni totali.
Segue La banda dei
Babbi Natale, in ovvio calo dopo cinque
settimane, che arriva a 21,2 milioni con altri 356.000
euro.
The
Tourist regge ancora nella top10, scendendo al
nono posto con altri 213.000 euro che gli consentono di
superare gli 11 milioni complessivi: indubbiamente un ottimo
risultato per il film rivelatosi un flop ai
botteghini internazionali.
Chiude la top10 Le cronache di Narnia: Il viaggio del
veliero, arrivato a 10 milioni totali con
altri 182.000 euro.
Da segnalare infine il diciottesimo
posto di Kill me, please: la pellicola
che ha ottenuto il Marc’Aurelio come Miglior Film all’ultimo
Festival di Roma raccoglie 42.000 euro nelle 21 sale in cui ha
debuttato.
Consegnati, durante la consueta
cerimonia a Los Angeles, i Golden Globes 2011, i premi che la
stampa estera accreditata a Hollywood (HFPA) consegna ogni anno
alle migliori produzioni di cinema e TV.
Qui trovate il nostro commento, ma intanto ecco la lista
completa dei vincitori:
Miglior Film Drammatico:
The Social Network
Miglior Film Musical o Commedia:
The Kids Are All Right
Miglior Attore in un Film Drammatico:
Colin Firth per The King’s Speech
Miglior Attrice in un Film Drammatico:
Natalie Portman per Black Swan
Miglior Attore in un Musical o Commedia:
Paul Giamatti per Barney’s version
Miglior Attrice in un Musical o Commedia:
Annette Bening per The Kids Are All Right
Miglior Attore non Protagonista in un Film Drammatico,
Musical o Commedia:
Christian Bale per The Fighter
Miglior Attrice non Protagonista in un Film Drammatico,
Musical o Commedia:
Melissa Leo per The Fighter
Miglior Regia:
David Fincher per The Social Network
Miglior Sceneggiatura:
The Social Network (Aaron Sorkin)
Miglior Canzone Originale:
Burlesque – You Haven’t Seen The Last of Me
Miglior Colonna Sonora:
The Social Network (Trent Reznor, Atticus Ross)
Miglior Film d’Animazione:
Toy story 3 – La grande fuga
Miglior Film in Lingua Straniera:
Hævnen
Migliore Serie TV di Genere Drammatico:
Boardwalk Empire
Migliore Serie TV di Genere Musicale o
Commedia:
Glee
Migliore Mini Serie TV o TV Movie:
Carlos
Miglior Attore in una Mini Serie TV o TV
Movie:
Al Pacino per You Don’t Know Jack
Miglior Attrice in una Mini Serie TV o TV
Movie:
Claire Danes per Temple Grandin – Una donna straordinaria
Miglior Attore in una Serie TV di Genere Musicale o
Commedia:
Jim Parsons per The Big Bang Theory
Miglior Attrice in una Serie TV di Genere Musicale o
Commedia:
Laura Linney per The Big C
Miglior Attore in una Serie TV di Genere
Drammatico:
Steve Buscemi per Boardwalk Empire
Miglior Attrice in una Serie TV di Genere
Drammatico:
Katey Sagal per Sons of Anarchy
Miglior Attore non Protagonista in una Serie TV, Mini
Serie TV o TV Movie:
Chris Colfer per Glee
Miglior Attrice non Protagonista in una Serie TV, Mini
Serie TV o TV Movie:
Il cartone animato più longevo
nella storia della Tv – essendo trasmesso ininterrottamente da
oltre vent’anni – diventa una porno-parodia. Sto parlando dei
Simpson, trasposti in un film porno dal titolo “The Simpsons XXX
Parody.
Il film è prodotto da Full Spread
Entertainment & LFP Video, e interpretato da noti attori di film
per adulti come Briana Blair, Evan Stone e Andy San Dimas. I
personaggi sono quindi in carne e ossa, tutti dipinti di giallo e
con le parrucche colorate per assomigliare il più possibile ai
personaggi originali.
La versione porno inizia con Marge
e Homer, papà e mamma Simpson, intenti a fare un filmino con la
telecamera; nel dvd in cui appare subito la scritta di
presentazione, “Il sesso non è mai stato così giallo”, si ritrovano
anche altri storici personaggi come Flanders, Boe, McBain e
Barney.
Ecco in arrivo la seconda immagine
di Capitan America in corsa, tratta da una scena del film.
Il Los Angeles Times a pubblicato la seconda immagine inedita di
Captain America: The First
Avenger. Nella foto Chris Evans nel costume di Capitan
America in azione:
Ormai è quasi certo che il prossimo
film di Gulliermo Del toro sara l’adattamento cinematografico in 3D
de Le Montagne della Follia di H.P. Lovecraft prodotto da James
Cameron. Ora iniziano a farsi insistenti le voci su un presunto
casting iniziato. A quanto pare uno dei primi nomi ad essere
accostato al film è quello di Tom Cruise nei panni di uno dei
protagonisti della storia.
Deadline ha confermato che Tom
Cruise è legato al progetto di Del Toro. Intano ulteriori conferme
arrivano proprio dall’agente dell’attore che rilasciando un
intervista ha precisato: Cruise non è sotto contratto, tuttavia ci
sono buone possibilità che accetti la parte. Se non sarà lui, sarà
probabilmente James McAvoy, il quale ha ricevuto un’offerta ma non
ha ancora accettato. Entrambi gli attori hanno una scaletta fitta
di impegni, e nel caso accettassero di partecipare al film
probabilmente le riprese verranno organizzate anche base alle loro
esigenze.
Per quanto riguarda il cast
sarebbero già stati contattati anche Ron Perlman (attore feticcio
di Del Toro) e Hugh Jackman, mentre voci su Liam Neeson sono state
smentite.
Emmanuel Lubezki
ha lavorato in moltissimi film diversi come Burn After Reading, The
New World, Sleepy Hollow e I figli degli uomini. Che cosa, secondo
il veterano direttore della fotografia, ha fatto del set di Tree of
Life un’esperienza così unica?
“Appena credi di aver
capito la formula di ripresa, ti rendi conto che non esiste nessuna
formula! Non ho mai lavorato in questo modo su nessun
set.”
Le riprese di questo film hanno
interessato soggetti di diversa natura oltre agli uomini, mostrando
la grande potenza di fenomeni cosmici (con la supervisione della
NASA) e la forza bruta della natura, spesso al posto di quella di
un attore. Lubezki descrive il processo in questo modo:
“La fotografia in questo film
non viene utilizzata per illustrare il dialogo o una performance.
E’ usata per catturare le emozioni in modo che il film risulti
molto esperienziale. Ha lo scopo di innescare molti di ricordi,
come un profumo o una sensazione. “
Il regista Terrence Malick (La
sottile linea rossa) è ben noto per l’inserimento di ambienti
naturali nei suoi film. E anche nel trailer di Tree of Life si
possono ammirare tanti scorci naturali da far apparire il mondo
naturale più espressivo degli attori stessi. Ed è compito Emmanuel
adattare lo stile unico Malick alla ripresa. In un’intervista con
24 Frames del Los Angeles Times, il direttore della fotografia ha
commentato la sua opera:
“Gli attori eseguono il
dialogo, ma Terry (Malick) non è interessato al dialogo. Così
mentre loro parlano noi riprendiamo un iflesso o il vento o la
cornice della finestra, e poi finalmente andiamo su di loro
quando hanno finito il dialogo “.
Mentre il trailer ci suggerisce che
il direttore della fotografia e il regista abbiano trovato il loro
modo di collaborare, forti anche della precedene esperienza con The
New World, ci si chiede in che modo star come Brad Pitt e
Sean Penn abbiano reagito a tutto questo anticonformismo.
“Penso che (gli attori) abbiano
pensato che fossimo pazzi. Sean (Penn) è un regista, e sono sicuro
che si chiedeva qualcosa del tipo ‘voglio imparare un metodo del
genere’. Per Brad penso che che ci sia voluto un po’ di tempoper
entrare nello spirito giusto “.
Tree of Life uscirà nei cinema il
27 maggio 2011, nel cast anche Joanna Going, Fiona Shaw, Tom
Townsend e Jessica Chastain. Per vedere il trailer del film clikka
qui.
L’attesa sembra essersi
parzialmente placata, invece i fan più accaniti, come chi scrive,
aspettano ancora una data precisa: 13 luglio! La data dell’uscita
la cinema di Harry Potter e i Doni della Morte Parte II.
Dopo la pioggia di locandina, foto,
clip e trailer che ha preceduto l’uscita della Parte I, adesso
cominciano a trapelare notizie e fotografie relative alla Parte II;
ecco infatti una foto diffusasi su Facebook che ritrae Neville
Paciock (Matt Lewis) durante la battaglia di
Hogwarts.
Sulla sfondo si può vedere la
sagoma sfocata di Bellatrix Lastrange (Helena Bonham
Carter). Tuttavia gli evidenti errori presenti nelle
scritte sulla foto (watermarks) fanno pensare ad una dubbia
provenienza della suddetta. Restando in attesa di una foto
migliore, ricordiamo che Harry Potter e i Doni della Morte Parte II
concluderà, si spera alla grande, la Saga cinematografica di Harry,
cominciata nel 2001 con La Pietra Filosofale.
Finalmente online il full trailer
di Scream 4, sequel della fortunata serie “da paura di Wes Craven.
Nel cast ritorna Neve Campbell, con Courtney Cox e David
Arquette…
Ecco il trailer
A completare il cast, oltre ai già
citati anche Emma Roberts, Hayden Panettiere, Marielle Jaffe, Rory
Culkin, Nico Tortorella, Erik Knudsen, Marley Shelton, Anthony
Anderson, Adam Brody, Alison Brie, Mary McDonnell, Anna Paquin,
Kristen Bell e Brittany Roberts. Scream 4 uscirà il 15 aprile 2011
negli USA.
L’attesa sembra essersi
parzialmente placata, invece i fan più accaniti, come chi scrive,
aspettano ancora una data precisa: 13 luglio! La data dell’uscita
la cinema di Harry Potter e i Doni della Morte Parte II.
Dopo la pioggia di locandina, foto,
clip e trailer che ha preceduto l’uscita della Parte I, adesso
cominciano a trapelare notizie e fotografie relative alla Parte II;
ecco infatti una foto diffusasi su Facebook che ritrae Neville
Paciock (Matt Lewis) durante la battaglia di
Hogwarts.
Sulla sfondo si può vedere la
sagoma sfocata di Bellatrix Lastrange (Helena Bonham
Carter). Tuttavia gli evidenti errori presenti nelle
scritte sulla foto (watermarks) fanno pensare ad una dubbia
provenienza della suddetta. Restando in attesa di una foto
migliore, ricordiamo che Harry Potter e i Doni della Morte Parte II
concluderà, si spera alla grande, la Saga cinematografica di Harry,
cominciata nel 2001 con La Pietra Filosofale.
V per Vendetta è
un film del 2006 diretto da James McTeigue e
scritto dai Fratelli Wachowski, ora noti come
Lilly e Lana Wachowski. Nel cast del film
Natalie Portman,
Hugo
Weaving, Stephen Rea, Rupert Graves, Stephen Fry,
Sinéad Cusack e John Hurt.
“Non si sfugge al
Giudizio!”
La mia idea per questa recensione è
la seguente: indurre alla riflessione. E non è un caso che io abbia
cominciato esponendovi un’idea, poiché V per
Vendetta vuole celebrare innanzitutto il potere delle
idee, come rivelato nel prologo. Mi accingo pertanto a
presentarvi un’opera cinematografica che, in virtù delle sue
analogie con la nostra attualità, continuerà a far discutere ancora
per molto.
V per Vendetta è
tratto dalla graphic novel di
Alan Moore illustrata da David
Lloyd, pubblicata per la prima volta nel 1988. Tra i
numerosi fan del fumetto troviamo i fratelli Andy e Larry
Wachowski che, dopo aver scritto la sceneggiatura del
film anni fa, sono riusciti a mettere in atto il progetto, diretto
da James McTeigue: prima esperienza per lui alla
regia.
V per Vendetta
L’intreccio appare piuttosto
diverso rispetto all’originale, motivo per cui Alan
Moore ha preferito dissociarsi dal progetto: in realtà,
nonostante vari cambiamenti – tra i quali le coordinate temporali,
per ovvie esigenze – la sceneggiatura risulta efficace e
convincente.
V per
Vendetta è ambientato a Londra in un futuro a noi
prossimo – la vicenda si svolge intorno al 2030 – in cui il Regno
Unito è divenuto uno stato totalitario governato da un regime di
matrice nazi-fascista. Il leader del governo è l’Alto Cancelliere
Adam Sutler (Susan, nell’originale), il cui nome – e non solo
quello – richiama la figura di Adolf Hitler.
Si tratta di un’epoca di
grande oppressione in cui gli Stati Uniti non esistono più per cui,
appropriandosi dello scenario politico, “l’Inghilterra domina”:
questo è il motto del regime. Quest’ultimo esercita una forte
discriminazione che si manifesta nella xenofobia, nel razzismo,
nell’odio nei confronti del ‘diverso’ inteso anche in termini di
ideologia: tra i principali nemici del governo, tra l’altro, vi
sono i musulmani.
Su questo sfondo cupo
e opprimente si staglia un individuo attivista e carismatico che,
sentendosi tradito da Madame Giustizia, si rifugia tra le braccia
dell’Anarchia: il suo nome è V. Il suo volto è celato dietro una
maschera di Guy Fawkes, il cittadino britannico che il 5
novembre 1605 tentò di far esplodere il Parlamento inglese in nome
di un’idea. Volendo imprimere questa data nella memoria di tutti, V
ci insegna la filastrocca del “Ricorda per sempre il 5
Novembre”.
Nel momento in cui V esce
dall’ombra, o meglio, dalla Galleria della Ombre, come chiama la
sua casa, egli si imbatte in una giovane donna che viene aggredita
dai Castigatori, o uomini del Dito, la polizia speciale. V salva la
ragazza, Evey Hammond che, da quel momento, si schiererà dalla sua
parte in nome della libertà.
V è infatti un eroe anticonformista
che si impegna in una lotta politica, contro il regime totalitario,
e personale, contro coloro che hanno devastato la sua vita. Egli
intende vendicarsi a causa degli eventi che hanno caratterizzato il
suo oscuro passato: prima di tutto, prima di essere un Violento,
egli è una Vittima. E porta avanti una lotta senza esclusione di
colpi, agendo da terrorista.
In apertura, egli pone fine
all’opprimente silenzio del suo Paese facendo esplodere l’Old
Bailey in un ‘concerto’, come da lui definito, reso festoso da
musica e fuochi d’artificio. Ma V non teme nulla e ha ben altro in
mente: Guy Fawkes aveva infatti intenzione di far saltare in aria
il Parlamento perché, afferma V, “l’edificio è un simbolo, come lo
è l’atto di distruggerlo”. E sono gli uomini a conferire potere ai
simboli.
Oggi viviamo
l’era post-11 settembre e un simile discorso può apparire
sfrontato. Ma ciò che è da considerare e valutare è il contenuto,
non la forma. La domanda più scottante è: può un terrorista essere
un eroe? Del resto questo film fa maturare un’inquietante
considerazione circa l’identità del colpevole: è V il nemico, il
terrorista, che uccide, che assale, che distrugge? O è il governo,
che ha asservito la scienza, la religione, i media, la
giustizia, che opera un massacro e viola l’identità
dell’uomo?
Nel corso della vicenda saranno
fatte importanti rivelazioni, e l’uomo imparerà che non sono i
popoli a dover temere i propri governi, bensì sono i governi che
dovrebbero aver paura dei popoli. L’unità non si ottiene attraverso
la forza, bensì nella condivisione di un medesimo ideale. Per
questo non ha alcuna importanza il volto di colui che si cela
dietro la maschera perché, come dice V, “dietro la maschera non c’è
solo carne: dietro la maschera c’è un’idea”. A seguire l’idea e a
precedere l’azione ci sono le parole: con le parole V riesce ad
entrare nel cuore della gente e nel cuore di Evey.
Ma, parlando di un film, non
bisogna dimenticare che l’aspetto più importante nella
caratterizzazione di un personaggio è l’interpretazione. E
interpretare un personaggio del calibro di V risulta un’impresa.
Ebbene, Hugo Weaving ci ha regalato una performance straordinaria:
“Interpretare un personaggio con una maschera”, ha dichiarato, “è
per un attore una specie di esercizio tecnico, ma a poco a poco la
cosa si è fatta interessante”. Come spiega l’attore, oltre alle
varie difficoltà tecniche che si riscontrano nel recitare con una
maschera, è necessario dare vita alla maschera: questo avviene
mediante le parole, il tono della voce, i gesti, anche i movimenti
più insignificanti. Ed egli è riuscito magistralmente nell’impresa,
offrendoci un personaggio eccentrico e carismatico, dotato di una
certa teatralità. Il culmine è nel punto di vista dello spettatore
giacché, a seconda delle scene e con la progressiva familiarità che
instauriamo col personaggio, sembra che la maschera assuma
paradossalmente espressioni diverse.
Lodevoli anche le interpretazioni
del resto del cast, a partire da un’eccellente Natalie
Portman che si rivela la migliore interprete che si
potesse ingaggiare per il ruolo di Evey Hammond. L’attrice ha
inoltre dimostrato un certo coraggio: per esigenze di copione,
in una scena del film, la Portman si è sottoposta alla
completa rasatura dei capelli, che prelude alla trasformazione
interiore del personaggio. Da sottolineare che l’attrice, in uno
dei ruoli migliori della sua carriera, è in grado di eccellere
nelle scene più emotive e ricche di pathos.
V per Vendetta
risulta impeccabile anche tecnicamente: dalle bellissime
musiche di Dario Marianelli agli effetti speciali,
superbi nella sequenza finale; la fotografia, che riproduce le cupe
atmosfere del regime; la scenografia, esuberante soprattutto nella
rappresentazione della Galleria delle Ombre. Una nota di
approvazione anche per il doppiaggio, in particolare per il
personaggio di V – la voce italiana è di Gabriele Lavia – ma il
film in lingua originale è nettamente superiore. Infatti la
versione originale rende al meglio le citazioni, da Shakespeare
(Macbeth e La Dodicesima Notte)
al Conte di Montecristo. E, a proposito di citazioni, è facile
cogliere le affinità di V per Vendetta
con un’altra grande opera: 1984 di George
Orwell, tra le fonti di ispirazione del fumetto.
È dunque un film politico? Un
monito, una visione del futuro? Ebbene, come afferma Natalie
Portman, “tutto dipende da chi sei tu, dal contesto dal quale
provieni e soprattutto da ciò in cui credi”.
Di certo si tratta di un film che
induce alla riflessione sull’importanza delle parole,
dell’espressione, della libertà di pensiero. V per
Vendetta intrattiene con interesse il pubblico – che può
inoltre dilettarsi nell’enumerare i vari riferimenti alla ‘V’ e al
‘5’ –, commuove e fa pensare. Non è semplicemente “V per
Vendetta“, ma V per Vox Populi. Valori. Virtù. Volontà.
Vittoria. E soprattutto… Verità.
A breve debutterà nei cinema il
suo The Green Hornet . Ma nonostante ciò Michel Gondry
infatti, ha aggiunto un nuovo progetto ai tanti già resi noti nel
passato. E anche questo davvero originale.
Si tratta infatti di un documentario dedicato ad
uno dei più noti ed importanti intellettuali dei giorni nostri,
Noam Chomsky: linguista, filosofo, teorico della comunicazione,
punto di riferimento dei movimenti di mezzo mondo, definito dal
quotidiano britannico The Guardian “tra le dieci fonti più citate
nella storia della cultura”. Fattore questo di grande interesse, ma
csa ancora più intrigante è che nelle intenzioni del regista,
il documentario sarà realizzato in animazione.
“Ho già intervistato Chomsky
molte volte,” ha raccontato Gondry, “e l’ho registrato
sempre, e ripreso pochissimo. Farò tutto in animazione, con una
Bolex 16mm e realizzerò io tutti i disegni. Lo faccio tutte le sere
quando torno in casa. Sarà emozionante, ed è complesso perché
parliamo molto di linguistica, Chomsky ha delle idee molto
personali e convincenti su come il linguaggio sia nato come una
mutazione genetica invece che come un lento processo evolutivo, ed
io illustrerò il tutto.”
Interrogato sui tempi, Gondry ha
risposto a modo suo: “Spero di finirlo prima di morire. O che
muoia lui. O che muoia il mondo. Quindi direi entro due anni: al
massimo.”
Vallanzasca – Gli angeli
del male racconta un uomo con il lato oscuro un po’
pronunciato. Renato Vallanzasca è un rapinatore di banche. Lui e la
sua banda operano perlopiù a Milano e nell’hinterland, irrompono
negli edifici e con fare da film americano, depredano gli istituti
di credito. Vallanzasca dice di essere nato ladro, come si nasce
biondi o a Roma o Milano e che quindi non ci può fare niente, è la
sua natura.
Passa quindi dalla rapina ai
rapimenti, entra ed esce dalla galera, alla fine viene arrestato a
Roma. Renato è ha una buona parlantina e davanti ai
giornalisti e alle telecamere che stanno riprendendo l’evento dà
esempio della sua battuta pronta. E’ anche belloccio, il che gli
vale diverse copertine sulle riviste e l’appellativo di “Bel Renè”.
In carcere riceve moltissime lettere di ammiratrici, una la sposa,
addirittura. Quindi evade per l’ultima volta, e ne approfitta
per andare a Radio Popolare a concedere un’intervista, poi sulla
strada per forse ricominciare la propria vita in qualche altro
modo, si addormenta, viene raggiunto dalla polizia che lo arresta
definitivamente. Vallanzasca è tutt’ora in carcere, dallo scorso
Marzo può uscire per lavorare.
Vallanzasca – Gli angeli del male, il film
Michele Placido affronta ancora una volta il
decennio più attivo, controverso e vivace della storia italiana:
gli anni settanta. Questa volta affronta la biografia di Renato
Vallanzasca, scritta a quattro mani con il giornalista di
Repubblica Carlo Bonini “I fiori del male”. A differenza di
“Romanzo criminale” e “Il grande sogno”, questa storia non è
collettiva, ma riguarda un solo uomo, Renato, interpretato da
Kim Rossi Stuart, questa volta alle prese con
il dialetto milanese, e l’incoscienza apparente con cui attraversa
la sua vita. Non esiste una banda a cui portare rispetto e fedeltà,
non esiste un gruppo politico di cui rispettare le regole.
Il bel Renè è il re
dell’improvvisazione, fa quello che gli viene in mente. Il regista
non sembra prendere una posizione giudicante nei suoi confronti, il
personaggio Vallanzasca è già controverso di suo,
appare come un immaturo effettivamente condannato da un destino già
segnato a fare il criminale, anche se senza troppi rimorsi. Il
personaggio non si riesce a ben delineare, è un uomo immaturo con
la battuta pronta che non si rende conto della gravità delle cose
che sta facendo o un lucido criminale che intesse in prigione
relazioni e redige trattati di amicizia usando come sigillo il
matrimonio con una delle tante ammiratrici? Sono del suo carattere
che rimangono un po’ sospesi.
A differenza della storia delle
Brigate Rosse e della Banda della Magliana, qui non c’è una
parabola. Sia perché Vallanzasca è ancora vivo, ma anche perché
effettivamente, non si avverte mai un sentimento di sconfitta o di
naturale fine, si tratta semplicemente di un gioco di guardia e
ladri in cui alternativamente vince uno o l’altro personaggio.
Quello che viene fuori dal film è comunque un ritratto interessante
della nostra nazione in quegli anni, con alcune anticipazioni di
ciò che sarà. Le copertine dei giornali, le interviste alla radio,
la creazione del personaggio Vallanzasca avviene tramite i media
che da lì a poco avranno un ruolo principale nella costruzione
dell’opinione pubblica. La volontà di rimanere fuori, Placido la
sottolinea anche con i piani fissi accentuati che sono presenti in
buona parte del film, in cui ha un ruolo importante anche il suono,
più volte usato come connessione tra una sequenza e l’altra e
anche in termini evocativi.
La fotografia di
Vallanzasca – Gli angeli del male è calda e con
molto chiaroscuro, nei momenti drammatici, ossia gli scontri in cui
perdono la vita i membri della banda della Comasina di Vallanzasca
o i poliziotti, sono invece desaturati e contrastati, forse a
sottolineare di essere capitoli importanti per il cambiamento del
personaggio. Un capitolo a parte va dedicato poi al personaggio di
Enzo, interpretato drammaticamente da Filippo Timi. Una mina vagante nella banda
della Comasina, completamente schiavo della dipendenza da droga.
Valeria Solarino, che interpreta la prima
compagna di Vallanzasca, appare nella prima mezz’ora di film, per
poi eclissarsi. La produzione che è dietro alla pellicola è Fox, la
stessa di Romanzo Criminale, film e serie. Il che mi lascia
ipotizzare che forse ci sia un interesse a tentare la stessa
operazione anche con questo personaggio, vedremo.
Questa è proprio una mattina da
supereroe. Dopo il costume di Spiderman, ecco arrivare
infatti la prima immagine di Chris Evans sul set di Capitan
America: The First Avenger con indosso il costume completo del
supereroe…
Entertainment Weekly ha pubblicato
una nuova immagine di Chris Evans sul set di Capitan America: The
First Avenger, dove è visibile il costume con tanto di elmetto e
scudo. A quando pare il design del film è molto fedele al fumetto,
e altrettanto affascinante. Che sia riusciti a metter su le giuste
carte per una nuova strabiliante saga?…
Rimanendo in attesa di altre foto
ricordiamo che Captain America: The First
Avenger è diretto da Joe Johnston e uscirà il 22 luglio 2011
(il 27 luglio in Italia). Nel cast del film Chris Evans, Sebastian
Stan, Hayley Atwell, Hugo Weaving.
Tra mille attese finalmente arriva
la primissima immagine ufficiale di Andrew Garfield nei panni
di Spider-Man, il reboot della saga diretto da Marc Webb, le
cui riprese sono attualmente in corso a Los Angeles.
La Sony ha diffuso questa prima
foto ufficiale, con un piccolo particolare che rende più fedele il
costume al fumetto originale: gli spara-ragnatele.
Rimanendo in attesa di altre foto
ricordiamo che il film è diretto da Marc Webb, ed uscirà negli USA
in 3D il 3 luglio 2012. Nel cast oltre a Andrew Garfield (Peter
Parker), Emma Stone (Gwen Stacy), Martin Sheen (Zio Ben) e Rhys
Ifans, che sarà il villain.
Fulco Pratesi (Presidente Onorario
Wwf Italia), Gabriella Pession (madrina dell’iniziativa) e
Guglielom – Moviemax – Marchetti hanno presentato questa mattina
alla stampa romana il film Animals United ed hanno raccontato al
pubblico la validità del progetto, che non è solo un film come gli
altri, ma come fa sospettare la presenza del rappresentante del Wwf
è anche un mezzo per sensibilizzare i giovanissimi verso il
problema dell’inquinamento e per raccogliere fondi che possano
sostenere la lotta del Wwf per un mondo migliore.
Uscirà il prossimo maggio “La
conquete” (La conquista), film in salsa thriller sull’ascesa
politica dell’attuale Presidente della Francia Nicolas Sarkozy.
Il regista è Xavier Durringer, che
ha già firmato “J’irai au paradis car l’enfer est ici” (1997) e
“Chok Dee” (2005). Ad interpretare Sarko, l’attore Denis Podalydès,
a lui molto somigliante. Nel film appaiono anche la prima moglie di
Sarkozy Cécilia Sarkozy (Florence Pernel), Dominique de Villepin
(Samuel Labarthe), Laurent Solly (Grégory Fitoussi), Franck
Louvrier (Mathias Mlekuz) e Rachida Dati (Saida Jawad). Non ci sarà
invece nessuna attrice a recitare il ruolo dell’attuale first lady
francese, Carla Bruni, che infatti non appare nella storia.
C’è invece l’ex Presidente Jacques
Chirac, col quale Sarkozy (Ministro degli interni quando il primo
era Presidente della Repubblica francese) non aveva un grande
rapporto. E’ interpretato da Bernard Le Coq.
In un 3D a tratti molto convincente
i registi/sceneggiatori e produttori Reinhard Klooss e Holger Tappe
ci raccontano Animals United 3D, film d’animazione
liberamente ispirato al libro ‘La conferenza degli animali’ di
Erich Kastner.
Il pianeta sta subendo profonde
mutazioni, i ghiacci si sciolgono e le savane desertificano. A
pagare le conseguenze dell’inquinamento umano è la natura e gli
animali che vedono trasformato il loro habitat. La ricerca di un
posto migliore in cui vivere, un paradiso, fa incontrare animali di
diverse provenienze geografiche. Il loro disagio comune li renderà
alleati contro un’orribile nuova specie, senza peli che si fa
chiamare razza umana. Questa è la premessa di Animals
United 3D, un incrocio tra un’odissea alla ricerca
dell’acqua e un episodio biblico, quello dell’arca di Noè, che
invece che verso l’asciutto va verso … il bagnato.
Il viaggio lo facciamo tutti
insieme a personaggi davvero particolari: la mangusta Billy, il
leone (rigorosamente vegetariano) Socrate e tanti altri, le
tartarughe ultra-centenarie, che portano nella memoria tutta la
cattiveria che l’uomo ha riversato sulla natura, l’orso polare
Sushi, che soffre terribilmente l’innalzamento del clima, il
diavolo della Tazmania Diablo, che ricorda agli umani l’importanza
dell’aria pulita, e infine il pollo Charles, gaelico di origine e
con un forte accento francese (neanche a dirlo!).
Animals United 3D
assolve le due funzioni fondamentale del cinema: intrattiene con
una discreta efficacia e istruisce con un messaggio diretto e
didascalica, che appare retorico ma straordinariamente e
terribilmente vero. Per la prima volta (nel film) la natura chiede
all’uomo conto delle sue malefatte e la risposta della razza umana
non viene mostrata, ma il film parte dal basso, punta alla
sensibilizzazione dei piccoli che dovrebbero essere il futuro di un
mondo migliore. Portate i bambini a vederlo, a loro piacerà
sicuramente!
A grande sorpresa Access Hollywood
ha annunciato che sul prossimo numero di Entertainment Weekly verrà
pubblicata la prima immagine ufficiale di Breaking Dawn che ritrae
Robert Pattinson e Kristen Stewart.
I due personaggi sono ritratti
durante la luna di miele che occuperà la prima parte del film.
A grande sorpresa Access Hollywood
ha annunciato che sul prossimo numero di Entertainment Weekly verrà
pubblicata la prima immagine ufficiale di Breaking Dawn che ritrae
Robert Pattinson e Kristen Stewart.
I due personaggi sono ritratti
durante la luna di miele che occuperà la prima parte del film.
Per vedere la scheda di The
Twilight Saga: Breaking Dawn parte I clikka qui.
Ronald Howard –
noto al grande pubblico per aver interpretato il rosso e imbranato
“Ricky Cunningham” della fortunatissima serie tv americana “Happy
days” – torna al cinema da regista con il film The dilemma, la cui
uscita in Italia è prevista per marzo.
Howard si è già fatto apprezzare
come regista per film fantasy, sentimentali o trasposizioni di
famosi volumi: “Splash – Una sirena a Manhattan” (1984), “Cocoon –
L’energia dell’universo” (1985), “Cuori ribelli” (1992), “Apollo
13” (1995), “Il Grinch” (2000), “A beautiful mind” (2001),
“Cinderella man” (2005). Ma soprattutto “Il codice Da Vinci”
(2006), “Frost/Nixon, il duello” (2009) e “Angeli e de{jcomments
on}moni” (2009).
Ma torniamo a The dilemma.
Protagonisti sono due grandi amici e colleghi di lavoro, Vaughn e
James, il cui rapporto si incrina a causa del dilemma morale
che rode uno dei due: ha visto la moglie dell’amico (la
Ryder) al ristorante, in atteggiamenti intimi con un altro uomo, e
non sa se dire la verità o tacere. Deciso a saperne di più, Ronny
avvierà una personalissima indagine amatoriale che trasformerà la
sua vita in un comico caos e scoprirà che anche Nick gli ha tenuto
nascoste un po’ di cose. Sotto pressione per la chiusura del
progetto di una vita, riuscirà a fare la scelta giusta per salvare
la loro amicizia e anche gli affari?
Il cast vede la partecipazione di
Vince Vaughn, Winona Ryder, Kevin James, Jennifer Connelly,
Channing Tatum.
Commedia divertente lontana dai
canoni usuali del regista americano. Ma non è l’unico lavoro in
programma per Howard. Entro quest’anno uscirà anche “The
originals”, commedia su un gruppo di giovani che si riunisce per un
fine settimana a New York dopo aver saputo che l’insegnante che ha
formato la loro infanzia è caduto in un coma misterioso; “The dark
tower”, trasposizione per la Tv di un’opera di Stephen King; “The
Parsifal mosaic” thriller-poliziesco. Questi ultimi sono in
programma per il 2012.
Romania, secolo XV: il conte Vlad
Tepes affronta e sconfigge i Turchi allontanandoli dal Paese. Per
vendetta, i nemici fanno credere a sua moglie Elisabetta che è
caduto in battaglia, procurando il suo suicidio. Di fronte al
rifiuto di dare una sepoltura cristiana alla donna, Vlad rinnega
Dio e la Chiesa che aveva difeso, diventando un vampiro, il conte
Dracula.
Alla fine del XIX secolo il giovane
avvocato Jonathan Harker si reca in Transilvania, per trattare
l’acquisto di una proprietà a Londra con il misterioso conte
Dracula, lasciando in Inghilterra l’adorata promessa sposa Mina.
Dracula imprigiona Harker nel suo castello, in balìa delle sue
concubine vampire, dopo aver riconosciuto in Mina la reincarnazione
della defunta moglie e parte per Londra, dove cercherà di sedurla.
Jonathan riesce poi a fuggire e torna nella capitale britannica,
dove si avvicinerà la resa dei conti con il vampiro.
Il titolo del film è Bram Stoker’s
Dracula, Dracula di Bram Stoker, perché
Francis Ford Coppola vuole rifarsi al romanzo
epistolare di Bram Stoker, più volte tradito al
cinema. In realtà, se ne distacca abbastanza, introducendo nuovi
elementi, innanzitutto il richiamo alla vera figura di Vlad Tepes,
e introducendo il tema della storia d’amore e della reincarnazione
tra Dracula e Mina, arricchendo la storia di romanticismo e
passione, ma allontanandosi molto dalla vicenda originale, dove non
c’era nessun coinvolgimento, meno che mai d’amore, tra i due
personaggi.
Dracula di Bram
Stoker, sontuoso film dell’orrore d’autore, è anche un
omaggio al cinema dalle sue origini (con un paio di sequenze con
lanterne magiche e film muti), all’arte liberty e al gotico, una
storia d’amore e di morte appassionata, sensuale e tragica,
leggibile ed apprezzabile da più punti di vista e non solo per gli
appassionati di cinema horror, anche se non mancano sangue,
trasformazioni, scene di paura.
Gary Oldman, lontano anni luce fisicamente e come
recitazione dai pur ottimi Dracula di Christopher Lee e di Frank Langella, è un
ottimo antieroe romantico, deliziosa la Mina di Winona
Ryder, attrice perfetta per i ruoli in costume e si
rimpiange che non sia riuscita più a trovare un giusto passo dopo
gli ottimi film degli esordi, un po’ troppo istrionico il Van
Helsing di Anthony Hopkins, decorativi
Keanu Reeves e Cary Elwes, sexy e
terrificanti le spose del vampiro, tra cui spiccano la finta
innocente vampirizzata Sadie Frost e l’allora
esordiente Monica Bellucci, al centro di una delle
scene più erotiche del film.
In tempi di vampiri riletti in
maniera forse un po’ tanto buonista e snaturante in pellicole per
adolescenti, e di frotte di vampiri televisivi moderni, belli e
dannati, è senz’altro da vedere e rivedere questa storia di
vampiri, in cui Dracula è temibile, dannato, ma è anche
incredibilmente sensuale ed affascinante, al centro di una storia
d’amore che fa impallidire i sospiri di Edward e Bella come forza,
tra orrore e sangue, passione e amore, sacrificio e riscatto, con
un finale che lascia un groppo in gola.
Durante le feste i cinepanettoni
governano incontrastati nelle sale cinematografiche italiane,
costringendo molti concorrenti d’oltre oceano ad arrivare con
grande ritardo nel timore di restare schiacciati . “ Little Fockers
“ appartiene alla grande categoria degli esclusi , avendo esordito
in patria il 22 dicembre con 34 milioni di dollari per poi arrivare
in Italia il 14 gennaio col titolo di “vi presento i nostri
“; ciononostante, l’ultimo capitolo delle disavventure
familiari di Greg Fotter può a ragione definirsi un cugino
d’oltreoceano di Christian De Sica per temi intenzioni , forte dei
grandi incassi e di un cast stellare che da tempo ha rinunciato a
prendersi troppo sul serio . Sono passati dieci anni ormai da
quando “ti presento i miei “ (meet the parents ) arrivò sul grande
schermo rivelandosi un grandissimo successo al botteghino ( 330
milioni di dollari raccolti in tutto il mondo ) riuscendo a
proporre secondo schemi a dir poco esilaranti il più classico dei
topoi cinematografici ( storico conflitto fra il futuro genero e il
padre della sposa sin dal primo incontro ) grazie soprattutto
alla dicotomia Ben Stiller – Robert De Niro , entrambi in grande
forma anche se è quest’ultimo a stupire di certo con un lato comico
assolutamente inedito . “mi presenti i tuoi “ alzò il tiro con
risultati altrettanto divertenti , ammettendo nel clan Dustin
Hoffman e Barbra Streisand nei panni dei genitori di Greg e
incassando un totale di quasi 516.642.939 dollari .
L’ultimo
capitolo racconta sposta l’attenzione sulla nuova famiglia di Greg
Fotter , ormai da tempo sposato con la sua Pam e padre di due
gemellini che sembrava davvero aver conquistato definitivamente il
rispetto del suocero ex agente della Cia Jack Byrnes . Quando la
paura di non farcela a occuparsi della sua famiglia convince Greg a
prestarsi a spacciare in nero un particolare farmaco illegale su
consiglio della conturbante Andie , la festa di compleanno per i 5
anni dei gemellini si presenta come l’occasione che Jack stava
aspettando da sempre per poter finalmente screditare il genero e
riavvicinare la sua adorata figlia al perfetto e benestante ex
fidanzato Kevin Rawley .
La saga
familiare più redditizia degli ultimi anni si è dunque trovata a
correre il rischio di una possibile stanchezza ,ma anche con
difficoltà produttive di non poco conto : Jay Roach rimane in veste
di produttore e lascia la regia a Paul Weisz , fratello buono di
Chris , che con “about a boy “ e il sottovalutato “aiuto vampiro”
aveva dimostrato non poche qualità , pur confrontandosi per la
prima volta con una pellicola brillante ; il cast già stellare si
arricchisce di altri volti indimenticabili (da Jessica Alba ad
Harvey Keitel fino a Laura Dern ) e proprio l’esorbitante cache ha
causato un curioso episodio che ha coinvolto uno dei suoi membri
storici ; Dustin Hoffman , che incapace di arrivare a un accordo
coi produttori aveva definitivamente lasciato il cast , è stato
addirittura ripescato a pellicola ultimata a causa del cattivo
esito di alcuni test screener : per soli 5 giorni di riprese e
poche battute , la Paramount lo ha voluto alla modica cifra di 7
milioni e mezzo di dollari .
Inevitabile chiedersi quale possa
essere stato il risultato e come quest’incursione improvvisa si sia
potuta amalgamare con un prodotto ormai concluso : la critica in
patria sembra unanime nel massacrare il film sotto tutti i punti di
vista , con un misero 10 % sul noto sito di critica cinematografica
“Rotten Tomatoes “ , nonostante gli accorati appelli dello stesso
Robert De Niro che osanna la sua ultima fatica come un’opera
genuina ,capace di far ridere e parodiare anche l’impossibile (
proprio quest’ultimo prenderebbe in giro addirittura” il padrino “,
una delle sue cinematografiche più amate ) senza volgarità .
Possiamo sentirci di concordare col grande Robert? Solo una visione
ce lo dirà .
L’ASC Awards (American Society of Cinematographers,
l’associazione dei direttori della fotografia) ha annunciato
le nominetion di categoria che andranno a formare la lista dei
candidati all’oscar 2011. Trai i favoriti Roger Deakins (il grinta)
e Wally Pfister (Inception).
Tempo fa vi avevamo riportato delle dichiarazioni di Ivan
Reitman sullo script di Ghostbusters 3. A quanto pare la cosa è
vera e ora sembra che la produzione stia aspettando il benestare di
Bill Murray per avviare il film.
Tempo fa vi avevamo riportato delle dichiarazioni di Ivan
Reitman sullo script di Ghostbusters 3. A quanto
pare la cosa è vera e ora sembra che la produzione stia aspettando
il benestare di Bill Murray per avviare il film. Il sito Deadline,
spiega come questo non sia un aspetto da sottovalutare: Murray è un
vero e proprio cane sciolto, capace di far parlare di Oscar quando
partecipa a un film, ma anche di fare scelte totalmente
imprevedibili. Non a caso, non ha più un agente da anni, né un
pubblicista che la stampa possa contattare.
Di conseguenza la produzione conosce molto bene l’intemperanze
dell’attore e non darà il via libera sino a che l’attore non abbia
dato l’ok definitivo. Anche perchè Murray come il resto del cast
storico ha l’ultima parola sul film. Nonostante ciò comunque esiste
una previsione d’uscita per l’estade del 2012, quindi significa che
la Sony è decisa a farlo, ma non senza la presenza e il benestare
di Murray.
La sceneggiatura, scritta da Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky, è
stata poi ritoccata da Dan Aykroyd, Harold Ramis e dallo stesso
Ivan Reitman. Che dire non ci resta che incrociare le dita e
aspettare un annuncio ufficiale.
Una sfilata di vip ha accolto i
giornalisti al cinema Adriano stamattina, per la conferenza stampa
di Immaturi, ultimo film di Paolo Genovese, dal 21 gennaio in 500
sale italiane. Per Genovese il film è stata una specie di
“scrittura catartica. Quello di ripetere l’esame di maturità è
un mio incubo ricorrente, se dovesse capitare sarei terrorizzato,
poi ho scoperto che molte persone lo sognano con terrore proprio
come me”.
Paolo Genovese porta al cinema un suo incubo:
dover rifare l’esame di maturità. Il brillante regista lo fa
attorniandosi di un cast di volti che attirano il pubblico ed una
piccola storia, divertente ma non ridanciana, che ha una sua
dignità. Immaturi racconta la storia di “sei
personaggi in cerca d’autore” o meglio di maturità, sei uomini e
donne che provano attraverso una regressione al liceo ad aggirare o
superare le proprie paure e le proprie insicurezze.
Lo fa Giorgio/Raoul
Bova, che affronta un dilemma cruciale con la sua
compagna: è giusto fare un figlio solo perché si ha paura di
perdere la donna amata? E lo fa Francesca/Ambra
Angiolini: si può conciliare una dipendenza dal sesso
ossessivo compulsivo con una storia d’amore adulta? E come loro gli
altri personaggi che nel corso del film imparano che infondo
crescere non è così traumatico e che una vita adulta può anche
avere risvolti positivi.
Immaturi, il film
Questo affresco di una mezza
generazione Genovese ce lo racconta con
discrezione, la sua regia è una semplice segnaletica che segue lo
svolgimento dei fatti senza mai invadere lo spazio che è tutti
degli attori. Molte inquadrature ed ambientazioni, molti momenti
del film hanno un profumo romantico e sincero che riesce a
coinvolgere lo spettatore; il cast, in ottima sintonia, si trova a
proprio agio in ogni set, in ogni occasione, certo a tratti mancano
un po’ i tempi comici che ogni tanto erano richiesti dalla
sceneggiatura, la quale a sua volta non è brillante in
assoluto.
Ci sono diversi spunti di interesse
e qualche personaggio ben tratteggiato, su tutti forse proprio
Ricky Menphis, classico ‘bamboccione’
all’italiana, affiancato da due ottimi attori quali sono
Maurizio Mattioli e Giovanna
Ralli, ma anche il personaggio di Luca
Bizzarri, diviso tra una vera amante ed una finta moglie
convince e diverte, senza strafare, ma mantenendo un buon umore
diffuso che sottende tutto il film. Notevole, come già ne La Banda dei Babbi Natale, è la colonna
sonora, alla quale Genovese dimostra di prestare sempre molta
attenzione, sfociando anche nel nostalgico più assoluto quando
ripresenta canzoni universali come la sigla di Ufo Robot; ma i suoi
momenti migliori Immaturi li mostra senza pudore
(per fortuna) nelle scene ambientate in radio, davvero poetiche,
con un Bizzarri che dimostra un talento che si sospettava avesse,
ma che non era ancora emerso del tutto.
Poche parole restano per il resto
del cast (Raul
Bova,
Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Paolo, Kessisoglu, Anita
Caprioli,
Luisa Ranieri), che convince con riserva, soprattutto
la bella e imbranata Luisa di Barbora Bobulova,
che esprime molta più enfasi di quella che sarebbe stata
necessaria. In definitiva Genovese con Immaturi
confeziona un buon film, una divertente commedia sul diventare
grandi, sui molteplici significati di tale trasformazione
schiacciando a volte la corda nostalgica che fa sempre presa sul
pubblico. Non un film imperdibile, ma sicuramente godibile, che
indica il discreto stato di salute dell’industria cinematografica
italiana negli ultimi mesi … attenzione, discreto non buono.