Sebbene si vociferasse del suo
coinvolgimento prima dell’uscita del film, una delle più grandi
sorprese di Deadpool &
Wolverine per chiunque non fosse al passo con le
chiacchiere online è stata un cameo della star di L’Uomo d’AcciaioHenry Cavill nei panni di una variante di
Wolverine che Wade Wilson chiama “The
Cavillerine“. Dal momento che sono gli stessi
protagonisti e gli account Marvel a pubblicare i contenuti,
possiamo considerarci fuori dalla zona spoiler.
L’ex attore DCEU si presenta quando
il Mercenario Chiacchierone sta cercando nel Multiverso un’altra
versione di Logan da presentare alla TVA come un nuovo Essere
Ancora. Wade è molto emozionato di vedere Cavill e gli dice che i
Marvel Studios lo tratteranno molto meglio di
“quei pezzi di m***a in fondo alla strada“.
Ora, Cavill è andato sui social
media per condividere una prima immagine ufficiale di The
Cavellerine, con una didascalia divertente: “Per
sicurezza, mi sono rasato i baffi per questo. Solo i
baffi”.
Si è ipotizzato che Cavill potrebbe
finire per prendere il posto di Hugh Jackman come
Wolverine dell’MCU, ma è più probabile che si
tratti di un’apparizione una tantum.
E’ online il trailer della
miniserie The Casual Vacancy, attesa da
molto perché adattamento dell’omonimo romanzo scritto da nientemeno
che J.K. Rowling, autrice della saga di
Harry Potter.
Il romanzo Il seggio
vacante è ambientato nella cittadina di Pagford, dall’aspetto
esteriore impeccabile ma dai tanti segreti e conflitti esistenti
tra gli abitanti, con figli in lotta con i genitori, coppie in
crisi, e i insegnanti alle prese con studenti complicati.
L’HBO ha rivelato il traile
ufficiale della miniserie HBO/BBC The Casual
Vacancy, adattamento dell’omonimo romanzo di
J.K. Rowling:
Il romanzo Il seggio
vacante è ambientato nella cittadina di Pagford, dall’aspetto
esteriore impeccabile ma dai tanti segreti e conflitti esistenti
tra gli abitanti, con figli in lotta con i genitori, coppie in
crisi, e i insegnanti alle prese con studenti complicati.
La donna più potente nel Regno
Unito dopo la Regina ha in pubblicazione un atltro romanzo. J. K.
Rowiling ha infatti scritto, come già annunciato qualche tempo fa,
un nuovo romanzo dal titolo The Casual Vacancy, in cui si narrano i
dissidi e le incomprensioni nascoste in un piccolo paese
dell’Inghilterra. Ecco la trama ufficiale e la copetina del
libro:
Quando Barry
Fairbrother muore inaspettatamente a poco più di quarant’anni, la
piccola città di Pagford piomba in stato di
shock.
Pagford ha tutto l’aspetto di un’idilliaca cittadina
inglese, con un mercato su una piazza acciottolata e un’antica
abbazia: ma dietro questa maschera si cela una città in
guerra.
Dissidi tra ricchi e poveri,
adolescenti in lotta con i genitori, le mogli con i mariti, gli
insegnanti con gli studenti… Pagford non è ciò che sembra.
E il seggio vacante lasciato da Barry nel consiglio
parrocchiale diviene la causa scatenante della più grande
guerra che la città abbia mai vissuto. Chi trionferà in
quest’elezione colma di passioni, doppiogiochismi e rivelazioni
inaspettate?
Un grande romanzo su una piccola città, The Casual Vacancy è
il primo romanzo per adulti di J.K. Rowling. L’opera di una narratrice come
nessun’altra.
E’ stato presentato nella sera
The
Card Counter, il nuovo film del regista Paul
Schrader presente insieme al cast sul red carpet:
Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan.
Nel film William Tell è un ex
inquirente militare che vive nell’ombra e fa il giocatore
d’azzardo, ma senza correre troppi rischi. La sua vita meticolosa
finisce nello scompiglio dopo l’incontro con Cirk, un giovane
intenzionato a vendicarsi di un comune nemico. Con l’aiuto della
misteriosa finanziera La Linda, Tell introduce Cirk nel circuito
dei casinò per condurlo su una nuova strada. Ma i fantasmi del
passato non lo abbandoneranno tanto facilmente.
Raccontato con l’intensità che è da
sempre il marchio di fabbrica dello sceneggiatore e regista
Paul Schrader, The
Card Counter (Il collezionista di carte) vede come
protagonista Oscar Isaac nel ruolo di William Tell, un ex
militare che vive nell’ombra come giocatore d’azzardo di piccolo
cabotaggio. La vita meticolosa di Tell viene scossa dall’incontro
con Cirk (Tye Sheridan), un giovane in cerca di
vendetta contro un nemico comune. Con il sostegno della misteriosa
finanziatrice La Linda (Tiffany Haddish), Tell
porta Cirk nel circuito dei casinò per condurlo su una nuova
strada. Dei fantasmi del passato, però, non ci si libera così
facilmente…
Sceneggiatore e regista,
Paul Joseph Schrader nasce il 22 luglio 1946 in
Michigan, in una famiglia olandese calvinista. Ha compiuto i suoi
studi al Calvin College e all’UCLA Film School, lavorando come
critico cinematografico (il suo testo più celebre è “Il
trascendente nel cinema”, pubblicato per la prima volta nel 1972).
In seguito ha frequentato la classe inaugurale all’AFI. Come
sceneggiatore ha scritto – tra gli altri – quattro film di Martin
Scorsese, a cominciare da Taxi Driver. Nel 1978 esordisce come
regista con Tuta blu, tratto da una sceneggiatura scritta insieme
al fratello. Nello stesso anno dirige Hardcore, cui fanno seguito,
tra gli altri film, American Gigolo, Il bacio della
pantera, Mishima e Affliction. Nel 2019
ottiene la nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura con il
suo film First Reformed.
Ambientato sulle
alture innevate dell’Ontario, il film narra le
vicende di Matt (Ryan Reynolds),
nel ruolo del padre di una ragazza che scompare misteriosamente,
solo per tornare ben otto anni dopo. Nel film sono presenti le star
Scott Speedman e Rosario Dawson,
i quali interpreteranno due detective al lavoro sul caso di
scomparsa della giovane.
The
captive è stato proiettato quest’anno al
Festival
di Cannes. Il resgista Egoyan ha già
ricevuto molti consensi e riconoscimenti dai giudici e dagli
addetti ai lavori a Cannes per i suoi precedenti
lavori, Exotica nel 1994
e per The sweet hereafter nel
1997, guadagnando anche una nomination
all’Oscar per la regia con quest’ultimo.
Tuttavia sembra che
questa nuova fatica di Eoyang non sia stata
accolta positivamente dalla critica.
The
Captive sarà distribuito da A24, che non ha ancora fissato una data
ufficiale per il rilascio.
Per un genitore la paura più grande
è senza dubbio quella di perdere il proprio figlio. È ciò che
succede in The Captive – Scomparsa, film
del 2014 diretto da Atom Egoyan, dove il
protagonista si trova a doversi confrontare con un rapimento
inspiegabile, che lo separa dall’amata figlia per anni. Una vicenda
quanto mai drammatica, raccontata in modo avvincente e con una
tensione che trattiene il fiato sospeso fino alla fine. Con tale
racconto, si evidenzia ancora una volta la paura umana dell’ignoto,
dove anche una risposta negativa è meglio di nessuna risposta. Ciò
che spaventa ancor di più durante la visione, però, è sapere che
storie come questa si verificano purtroppo più spesso di quanto non
sembri.
Il regista, infatti, ha raccontato
di essersi ispirato per il suo film ad un episodio realmente
accaduto. È il 1991 quando un bambino di nome Michael
Dunahee scompare nel nulla nella città di Victoria, in
Canada. È bastato un attimo di distrazione della madre perché di
questi non si avesse più traccia. Le ricerche iniziano da subito,
mobilitando l’intera città. Ancora oggi, tuttavia, di Michael non
si hanno notizie. Si tratta di una vicenda che ha sconvolto
profondamente la comunità e quanti l’hanno seguita. Vivendo nella
stessa città, lo stesso Egoyan rimase profondamente turbato dalla
cosa, covando dentro di sé il racconto poi trasformato in film.
Anche grazie ad un film come The
Captive – Scomparsa è infatti possibile mobilitare nuovamente
l’attenzione pubblica, spingendo affinché si abbiano risultati
concreti alle indagini. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
The Captive – Scomparsa: la trama
del film
Protagonista del film è
Matthew Lane, il quale si trova a vivere
un’esperienza indicibile quando, dopo aver lasciato la figlia
Cassandra momentaneamente sola in auto, non la
trova più al suo ritorno. Da subito l’uomo viene invaso dal panico,
e inizia a cercare ovunque. La sua speranza è che la bambina, di
appena dieci anni, non possa essersi allontanata troppo. Le
ricerche si estendono poi anche alle autorità, ma tutto sembra
vano. A causa dell’evento, i rapporti di Matthew con la moglie
Tina si incrinano irrimediabilmente. Passano otto
anni, e di Cassandra non si ha ancora avuto notizia. Sconfortato
dalla mancanza di sostegno delle autorità, Matthew decide di
iniziare una propria ricerca personale.
Ciò però lo porterà a scontrarsi con
l’agente Jeffrey Cornwell, appartenente all’unità
che monitora lo sfruttamento minorile sul Web. Questi inizia
infatti a sospettare dello stesso padre, il quale potrebbe aver
rapito la figlia per pagare i propri debiti. Una svolta nel caso,
però, arriva proprio nel momento in cui una foto di quella che
potrebbe essere Cassandra viene ritrovata su un sito pornografico.
Matthew sente così di essere vicino alla soluzione, e si getta con
ancor più convinzione nelle sue ricerche. Ora più che mai è
determinato a riabbracciare sua figlia, dimostrando così anche la
propria innocenza.
The Captive – Scomparsa: il cast
del film
Per il suo complesso e drammatico
film, il regista si è avvalso della partecipazione di alcuni noti
attori di provenienza internazionale. Primo fra tutti Ryan Reynolds,
che interpreta Matthew Lane, padre della ragazza scomparsa. Dopo
diversi ruoli comici, l’attore si è così cimentato con un ruolo
particolarmente drammatico, per il quale ha ricevuto diverse lodi.
Per prepararsi alla parte, poi, Reynolds ha raccontato di aver
studiato a fondo casi simili a quello qui raccontato, cercando di
riprodurre il senso di smarrimento che un genitore può provare
dinanzi a ciò. Nei panni di sua moglie Tina, vi è invece l’attrice
Mireille Enos, mentre la figlia Cassandra è da
prima interpretata da Peyton Kennedy, e poi da
Alexia Fast nella versione più grande.
L’agente Jeffrey Cornwell ha invece
il volto dell’attore Scott Speedman, noto in
particolare per aver recitato in alcuni film della saga di
Underworld. L’attrice
Rosario Dawson,
recentemente vista nei panni di Ahsoka Tano nella serie The Mandalorian, veste invece i panni
dell’agente Nicole Dunlop. Nei panni dei due
principali sospettati del rapimento si ritrovano gli
attori ChristineHorne, nei
panni di Vicky, e Kevin Durand, noto per la serie
The Strain. Quest’ultimo ha raccontato di essersi
avvicinato al personaggio di Mika cercando di non giudicarlo, pur
rimanendo consapevole dell’orrore delle sue azioni. Si è trattato
di un ruolo molto difficile, per il quale ha a sua volta ricevuto
diversi riconoscimenti.
The Captive – Scomparsa: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Captive – Scomparsa grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di giovedì 28 gennaio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Ecco il trailer di The Campaign,
nuova commedia targata Warner Bros in cui Will Ferrell e Zach
Galifianakis si combattono a colpi di campagna elettorale.
Per dar vita ad un buon thriller
non serve mostrare ogni cosa allo spettatore. Come ormai più volte
confermato, è proprio ciò che non si vede a fare più paura. Un film
di questo genere può dunque costruirsi anche in buona parte su una
chiamata telefonica, rendendo ugualmente accattivante la vicenda.
Un esempio è il film The Call, scritto da
Richard D’Ovidio e diretto da Brad
Anderson. Questi si era in particolare già distinto con
celebri film di genere come L’uomo senza sonno e
Vanishing on 7th Street. Abile dunque nel padroneggiare la
tensione e atmosfere cupe, Anderson ha dato nuovamente conferma del
suo talento con questo nuovo progetto.
Originariamente, però, la storia di
The Call era stata pensata per una serie televisiva,
diluendo dunque molto la narrazione così da coprire un’intera
stagione. D’Ovidio decise però di ridurre il tutto ad un film,
certo che condensare la storia in un lungometraggio avrebbe
favorito la costruzione di una maggior tensione. Lo sceneggiatore e
il regista iniziarono allora a condurre approfondite ricerche sul
lavoro degli operatori per le linee d’emergenza, al fine di
risultare fedeli al loro lavoro. Importante per loro era anche che
a guidare la storia vi fosse un personaggio femminile forte, capace
di gestire da sé l’intera situazione.
Al momento della sua uscita The
Call si affermò come un autentico successo, guadagnando circa
70 milioni di dollari a fronte di un budget di 13. Ricevette
inoltre diversi premi e lodi, in particolare per le interpretazioni
delle protagoniste. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
The Call: la trama del film
Protagonista del film è la
centralinista del 911 Jordan Turner. La donna vive
da ormai sei mesi con i sensi di colpa per non essere riuscita a
mantenere il collegamento telefonico con una giovane rapita,
impedendo così alla polizia di rintracciarla. La morte di questa
ragazza ha così scosso profondamente Jordan, che da quel momento
vive con la paura di commettere nuovamente un errore. Per questo,
la donna è ora incaricata di fare semplicemente da insegnante ai
nuovi tirocinanti che desiderano intraprendere quel lavoro. Jordan
viene però richiamata all’azione nel momento in cui nota una sua
collega in difficoltà nel gestire una chiamata di soccorso.
Jordan si offre di assumere la
chiamata, trovandosi a dialogare con una ragazza di nome
Casey, la quale è stata aggredita da uno
sconosciuto e imprigionata nel bagagliaio della sua auto. Per
Jordan si tratta dell’occasione per rimediare ai propri errori, ma
stavolta non dovrà assolutamente sbagliare se vuole che la ragazza
venga ritrovata viva. Attraverso la telefonata, Casey riesce a
fornire a Jordan tutti i dettagli possibili e utili alla sua
individuazione. Quando le cose si complicheranno, però, la
centralinista capirà di non poter più restare dietro al telefono,
ma di dover attivamente andare a cercare la ragazza.
The Call: il cast del film
Ad interpretare Jordan Turner vi è
l’attrice premio Oscar Halle Berry.
Questa accettò da subito il ruolo, entusiasta di poter prendere
parte ad un film dove una donna comune ma forte prende in mano le
redini della situazione diventando un’eroina. Dedicatasi a fondo al
suo personaggio, la Berry propose anche alcune modifiche nella
caratterizzazione e nei dialoghi, così da far risultare più
realistica la donna. Per comprendere il suo ruolo, inoltre, ebbe
modo di incontrare vere centraliniste del 911, apprendendo da loro
cosa occorre fare e dire in situazioni d’emergenza e come gestire
al meglio lo stress e anche le situazioni più complesse.
L’attore Morris
Chestnut è presente nei panni di Paul Phillips, collega e
fidanzato di Jordan. Per prepararsi al ruolo, egli ebbe a sua volta
modo di incontrare veri poliziotti, seguendoli nei loro giri di
perlustrazione per la città. Nei panni della ragazza rapita, Casey
Welson, vi è l’attrice candidata all’Oscar Abigail
Breslin, mentre il suo rapitore è Michael Foster,
interpretato da Michael Eklund, noto per i suoi
ruoli da cattivo o antieroe. Per ottenere il ruolo, questi inviò un
video-provino ai produttori, dimostrandosi inquietante e viscido il
giusto per il personaggio. Nel film sono poi presenti il wrestler
David Otunga nei panni dell’ufficiale di polizia
Jake Devans e Michael Imperioli in quelli di Alan
Denado. L’attrice Roma Maffia è invece Maddy.
The Call: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. The Call è infatti
disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e
Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 4 maggio alle ore
21:25 sul canale Nove.
“Tutti i film che ho realizzato,
che ho scelto di realizzare, riguardano la sottile linea tra il
bene e il male. E anche la sottile linea che esiste in ognuno di
noi. Questo è ciò di cui parlano i miei film”. Con questa
citazione del regista William Friedkin viene introdotto
alla Mostra del Cinema di Venezia il suo
nuovo film dal titolo The Caine Mutiny
Court-Martial, che arriva a dodici anni dal suo precedente
lungometraggio, Killer Joe, dopo
essersi scolpito un posto nella storia del cinema grazie a film
come Il braccio violento della legge, L’esorcista e Vivere e
morire a Los Angeles.
Si tratta, come noto, dell’ultima
fatica cinematografica di Friedkin, venuto a mancare nell’agosto di
quest’anno, prima di poter dunque presentare il nuovo film al
grande pubblico. Arrivato a Venezia senza il proprio regista,
The Caine Mutiny Court-Martialsi
dimostra essere in ogni caso la testimonianza di un Friedkin in
piene forze, che adatta l’opera teatrale di Herman
Wouk dal titolo Corte marziale per l’ammutinamento del
Caine con meticolosa precisione, gusto per la parola e completa
padronanza del ritmo, facendo dunque di questo nuovo lungometraggio
un’opera di grande valore.
The Caine Mutiny Court-Martial, la trama del
film
La vicenda narrata vede l’avvocato
Greenwald (Jason Clarke)
difendere con riluttanza Maryk (Jake
Lacy), l’ufficiale della Marina che ha sollevato dal
comando il tirannico capitano Queeg
(Kiefer
Sutherland), accusato di instabilità mentale nel corso
di una violenta burrasca. Man mano che il processo va avanti,
Greenwald diventa sempre più interessato a fare chiarezza,
domandandosi se quello del Caine sia stato un vero ammutinamento o
semplicemente l’atto coraggioso di un gruppo di marinai che non
potevano più fidarsi del loro instabile capitano.
Dal testo allo schermo
Legal drama a tutti gli
effetti, The Caine Mutiny
Court-Martialera un film che Friedkin
ambiva a realizzare da tempo, affascinato dai dubbi che il racconto
morale solleva e da quel confine tra bene e male esistente in ogni
essere umano e che per tutta la sua carriera il regista ha
esplorato. Lo spettatore viene dunque fatto entrare in una piccola
aula dove si svolge il processo tra Maryk e Queeg e qui rimarrà
sostanzialmente fino alla fine, ascoltando le testimonianze dei due
diretti in causa come anche quelle di una serie di testimoni ed
esperti. Ci si trova dunque di fronte ad un film dalla forte
economia narrativa, dove alla parola è conferita massima
attenzione.
Friedkin, anche sceneggiatore del
film, riadatta il testo non solo per aggiornarlo ma anche per
incrementare la musicalità delle battute, delle parole, dando così
vita ad un film che è un piacere ancora solo da ascoltare.
The Caine Mutiny Court-Martialè
però non solo una vera e propria lezione di adattamento, quanto
anche di costruzione delle immagini. Quelle che potrebbero apparire
delle limitazioni – la sola location e il forte uso della parola –
non impediscono a Friedkin di lavorare su una ricerca del ritmo e
in generale della messa in scena degni di un maestro quale è lui.
Non è un film facile questo, specialmente se non si è amanti di
questo genere di opere, ma è davvero difficile staccare gli occhi
dallo schermo.
Il confine tra bene e male
Friedkin riesce dunque a rendere
appassionante la vicenda narrata, fornendo indizi, testimonianze,
prove o suggestioni che permettono di far emergere tutta
l’ambiguità e l’universalità di quanto proposto. Lo spettatore si
trova infatti a dover scegliere egli stesso da che parte stare, se
da quella dell’ufficiale Maryk o quella del capitano Queeg. Per
scegliere, occorre ascoltare quanto viene detto, cercare di
formulare il proprio giudizio, che può essere naturalmente
influenzato da innumerevoli fattori personali. Il regista sceglie
di rimanere volutamente ambiguo, proponendo sì una risoluzione dei
fatti ma concentrandosi sul far emergere, una volta di più, quel
confine tra bene e male e la sua facilità nell’oltrepassarlo, sia
in un senso che nell’altro.
Paramount+ ha annunciato l’arrivo di
The Caine Mutiny Court-Martial – scritto
e diretto dal celebre regista premio Oscar William
Friedkin e basato sull’omonima opera teatrale di Hermon
Wouk, vincitrice del premio Pulitzer – prossimamente in Italia e in
tutti i mercati internazionali in cui il servizio è attualmente
attivo.
L’avvincente film, che è stato
presentato ieri in anteprima all’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, segue le vicende di un primo ufficiale della Marina
degli Stati Uniti che viene processato per aver orchestrato un
ammutinamento dopo che il suo capitano inizia a dare segni di
squilibrio, mettendo a repentaglio la vita del suo equipaggio.
Interpretato da un cast eccezionale, The
Caine Mutiny Court-Martial vede il coinvolgimento di
Kiefer Sutherland (24), Jason Clarke (Oppenheimer), Jake Lacy (White
Lotus), Monica Raymund (Chicago Fire),
Lewis Pullman (Top Gun: Maverick), Jay
Duplass (Transparent), Tom Riley (The
Nevers) e Lance Reddick (John Wick).
All’inizio della corte marziale
della Marina, Barney Greenwald (Clarke), uno scettico avvocato
della Marina, accetta con riluttanza di difendere il tenente Steve
Maryk (Lacy), un primo ufficiale della Marina che ha preso il
controllo della U.S.S. CAINE dal suo capitano autoritario, il
tenente Philip Francis Queeg (Sutherland) durante una violenta
tempesta in acque ostili. Con l’avanzare del processo, Greenwald si
preoccupa sempre di più e si chiede se gli eventi a bordo del Caine
siano stati un vero ammutinamento o semplicemente atti di coraggio
di un gruppo di marinai che non si fidavano del loro leader
instabile.
Il lungometraggio della Republic
Pictures, The Caine Mutiny Court-Martial, è un
film di William Friedkin (The French Connection,
L’esorcista) basato sull’opera teatrale di Herman Wouk.
Scritto e diretto da Friedkin, il film è
prodotto da Annabelle Dunne (Joan Didion: The Center Will Not
Hold, Everything Is Copy And Fake Famous) e Matt Parker
(Beasts of the Southern Wild) con Michael Salven (Dungeons &
Dragons: Honor Among Thieves) e Mike Upton (John Wick)
come produttori esecutivi. Il film è distribuito da
Paramount Global Content Distribution.
Il film, The Caine Mutiny
Court-Martial, è stato completato poco prima della morte
di William Friedkin, avvenuta il 7 agosto scorso.
Sono iniziate le riprese di The
Cage – Nella Gabbia, di Massimiliano
Zanin, con Aurora Giovinazzo, Valeria Solarino, Brando
Pacitto, Alessio Sakara, Desirèe
Popper e con Patrizio Oliva e
con la partecipazione di Fabrizio Ferracane.
Il film, prodotto da Rodeo Drive, Wave
Cinema, Fairway Film con Rai
Cinema, è uno sport-action movie al femminile, ambientato
nella spettacolare arena dell’MMA (Mixed Martial
Arts).
Il racconto, infatti, vede protagonista Giulia (Aurora
Giovinazzo), ex promessa dell’MMA femminile, che ha
lasciato il mondo degli incontri dopo un tragico incidente avvenuto
proprio durante uno dei suoi combattimenti. Lavora in un piccolo
zoo insieme al fidanzato Alessandro (Brando
Pacitto) ma la sua nuova vita è scossa dal forte desiderio
di ritornare sul ring per ottenere la sua rivincita contro Beauty
Killer (Desirèe Popper), l’atleta che è stata
causa del suo abbandono. Ad aiutarla ed incoraggiarla c’è Serena
(Valeria Solarino), la sua nuova allenatrice. Il
loro legame profondo aiuterà Giulia ad affrontare le sue paure
liberandola dalla gabbia all’interno della quale rischia di
rimanere rinchiusa.
The
Cage – Nella Gabbia è un boxing movie adrenalinico e
pieno di sorprese in cui l’MMA – sport in grande ascesa nazionale e
internazionale – è il filo conduttore della storia. Un racconto
intimo, delicato e toccante basato su amicizia, amore, competizione
e voglia di riscatto. Le riprese del film si svolgeranno tra
Roma e Padova (nella cornice
dello zoo Tiger Experience) e dureranno fino a
fine ottobre, per una durata complessiva di 6 settimane.
Opera prima di Drew Goddard
(già produttore e sceneggiatore di Cloverfield e delle serie tv
Alias e Lost), scritto a quattro mani con Joss Whedon (padre di
Buffy l’ammazzavampiri e Angel, regista di The Avengers) che ne è
anche produttore, l’attesissimo, allucinante horror THE CABIN IN
THE WOODS uscirà nelle sale italiane il 13 aprile in contemporanea
con gli USA, distribuito da M2 Pictures.
Nel cast Chris Hemsworth (Thor),
Jesse Williams (star di Gray’s Anatomy), Richard Jenkins, Bradley
Whitford, Kristen Connolly e in un cameo anche Sigourney Weaver. Un
gruppo di amici, in vacanza in un cottage isolato fra i boschi,
deve improvvisamente affrontare una minaccia di origine
sconosciuta. Una pellicola che, dichiara Goddard: “metterà la
parola fine a tutti gli altri horror sulle case stregate”.
Proiettato in 112 Sale
The Butterfly Room – La stanza delle
farfalle è stato il nono film più visto in tutta la
Russia nel secondo weekend di giugno e si appresta ora ad essere
distribuito anche in Kazakistan e in Ucraina, dove il pubblico lo
potrà vedere già da questo fine settimana. Grazie a questi numeri
“The Butterfly Room” è tra i film italiani che negli ultimi decenni
hanno avuto il migliore risultato al botteghino russo.
«Abbiamo incassato $63.000 nel
primo weekend» – ha dichiarato il regista Jonathan Zarantonello –
«Non è molto, ma è più di quanto hanno fatto in totale in Russia
“Gomorra” e “Il Divo” messi assieme, senza aver avuto il trampolino
di lancio di Cannes. Lo dico da sempre che bisogna ripartire dal
genere, per esportare i film all’estero, ma nessuno mi crede».
Nelle nostre sale invece il film è
stato distribuito dalla stessa produzione – Achab Film – per
mancanza di un reale interesse da parte dei distributori.
In attesa dell’uscita nei cinema
statunitensi, il film, premiato in numerosi festival e apprezzato
da pubblico e critica, si fregia di un cast che lo ha reso cult già
prima di qualsiasi uscita, grazie a icone dell’horror come Barbara
Steele (“La maschera del demonio”), Erica Leerhsen (“Non aprite
quella porta”) e Heather Langenkamp (“Nightmare”), un cast di
idolatrate Scream Queen a cui si affiancano Ray Wise (“Twin Peaks”)
e altre giovani promesse del genere.
The Butterfly
Room è entrato nella terza settimana di
programmazione come Late Night Show all’UCI di Parco Leonardo A
ROMA.
Era il 2004 quando The
Butterfly Effect usciva nelle sale con la regia di
Eric Bress e Jonathan Mackye
Gruber e con protagonisti Ashton
Kutcher e Amy Smart. Un film
capace di incassare 96 milioni di dollari in tutto
il mondo, a fronte dei “soli” 13 spesi per la sua
realizzazione.
A distanza di quasi 10 anni
FilmEngine e Benderspink annunciano
il remake, di cui ancora si conoscono pochi dettagli ma che
sicuramente potrà interessare tutti quelli che hanno apprezzato il
film originale. Per ora possiamo annunciare i produttori del film,
che sono gli stessi della pellicola originale: Anthony Rhulen,
Chris Bender e JC Spink.
Come detto, i dettagli sono davvero
pochi e non si hanno informazioni nè sul cast nè sul regista del
film. Per quanto riguarda la trama, essendo un remake dovremmo
trovarci di fronte a quanto di più vicino possibile all’originale.
Nel film del 2004, si raccontava la storia di Evan (Aston Kutcher),
un bambino dal passato orribile ma che non era in grado di
ricordare. Egli sviluppa la capacità di viaggiare nel tempo, ma,
come in ogni buona storia sul viaggio del tempo che si rispetti,
cambiare un dettaglio del passato può influire pesantemente
sul futuro.
Non resta che attendere dettagli
ulteriori, ricordando che The Butterfly
Effect possiede anche un secondo ed un terzo
capitolo, disponibili però soltanto in home video.
Per timore della devastante
tempesta tropicale Isaac sono state sospese per una settimana le
riprese di
The Butler, in corso a New Orleans da luglio. Non ci
sono altri film in lavorazione nella principale città della
Louisiana. Diretto da Lee Daniels, the Butler è un biopic dedicato
al longevo maggiordomo afroamericano della Casa Bianca Eugene
Allen, a servizio dai tempi di Eisenhower fino all’era Reagan. Nei
panni del protagonista, il bravo Forest Whitaker. Nel cast
anche Liam Neeson, Jane Fonda, Cuba Gooding Jr, Jhon Cusack
e Oprah Winfrey. The Butler prende spunto da un articolo
scritto da Wil Haygood nel 2008 sul Washington Post.
Lee Daniels torna
al cinema dopo il grande successo di
Precious, che lo lanciò tra i nuovi
registi emergenti del cinema indipendente americano, con la storia
vera di Eugene Allen, maggiordomo afroamericano della Casa Bianca,
che assiste per 34 anni ai cambi di presidenze che hanno portato
alla fine della segregazione razziale.
The Butler ha già incassato
moltissimo negli states e ora si prepara alla stagione dei premi
con la consapevolezza di essere quantomeno tra i protagonisti della
gara. Nel cast troviamo Forest Whitaker (nel ruolo
del maggiordomo),Oprah Winfrey,John
Cusack, Jane Fonda, Cuba Gooding
Jr.,Terrence Howard,Melissa
Leo, Robin Williams e Liev
Schreiber. Di seguito trovate poster e trailer del film
che in Italia uscirà a Gennaio 2014
The Butler – Un maggiordomo
alla casa bianca è un intensissimo dramma che racconta,
con profondità e schiettezza, una grossa ed importante fetta di
storia degli Stati Uniti, una lunga parabola familiare che
abbraccia tutte le lotte per i diritti civili, da Martin
Luther King sino ad arrivare a Barack
Obama. Diretto con grande bravura da Lee
Daniels (Precious)
The Butler è un film che
trae spunto da una storia vera essendo liberamente ispirato
all’articolo di Wil Haygood, uscito nel 2008 sul
Washington Post, che narrava l’incredibile storia di
Eugen Allen.
In The Butler – Un
maggiordomo alla casa bianca il giovane Cecil Gaines
(Aml Ameen) assiste inerme alla morte del padre,
ucciso a sangue freddo dallo spietato padrone bianco. Il ragazzo
viene preso in custodia dall’anziana padrona, la sig.ra Westfall
(Vanessa
Redgrave) che fa di lui un “negro di casa”, un
domestico. Diventato ormai uomo, Cecil decide di partire per il
mondo onde evitare di finire come il padre; sfruttando le sue
competenze come domestico, che raffinerà con gli anni, arriverà
così ad ottenere il primo impiego in un importante albergo della
capitale, Washington, che gli aprirà la più importante delle
opportunità: lavorare come maggiordomo alla Casa Bianca.
Daniels realizza un film che vuole
raccontare le lunghe e difficili tappe che hanno portato ad avere
oggi un presidente di colore, proponendoci una prospettiva inedita
e diversa, quella di un uomo di colore che per quasi trent’anni ha
servito silente e fedele i protagonisti del potere.
The Butler, il film
The Butler è un
lungo romanzo familiare, dove la storia del paese si intreccia con
gli affetti e le più intime relazioni di un uomo e del suo
difficile e tormentato rapporto con il figlio il quale, aderendo da
subito ai primi movimenti civili per i diritti umani, si allontana
inesorabilmente da un padre visto semplicemente come servo del
grande padrone bianco.
Un film che pone il pubblico
americano di fronte ad un passato spesso poco edificante e con cui
non è facile confrontarsi; un film che racconta senza remore ed
esitazioni ma con una cruda e spietata sincerità. Daniels raccoglie
un cast straordinario evidenziando il desiderio di molti grandi
interpreti, spesso in prima fila nella lotta per i diritti umani,
ad esserci, anche solo per brevi camei. Non possiamo non dedicare
una breve riflessione sullo splendido Forest Whitaker, in odore di Oscar, che
interpreta con intensità ed una bravura commovente il difficile
ruolo del protagonista; accanto a lui un’ottima e sorprendente
Oprah Winfrey, la regina dei talk show, che
dimostra una grande capacità recitativa. Quindi una schiera di nomi
noti che scorrono sullo schermo stupendo via via lo spettatore:
dalla rock star Lenny Kravitz, impeccabile nel
ruolo di un giovane cameriere timido e taciturno, ad un Robin Williams perfetto nei panni del
presidente Eisenhower, o a Jane Fonda, impressionante per somiglianza
alla ex first lady Nancy Reagan, per arrivare a
John Cusack bravissimo a impersonare un
sinistro e tormentato Richard Nixon.
The Butler – Un
maggiordomo alla casa bianca è un film destinato ad
avere un ruolo da protagonista ai prossimi Academy Awards, e lo
sarà meritatamente perché è uno di quei film che rimangono dentro,
che lasciano un segno. Da gennaio al cinema.
Sono tanti i film statunitensi che
negli anni si sono concentrati sul raccontare la vita dei più noti
presidenti del paese. Per una volta, invece, ad essere stata
portata sul grande schermo è la storia di una figura apparentemente
marginale, ma in grado di raccontare nuovi aspetti dell’America. Si
tratta di Eugene Allen, maggiordomo di colore
della Casa Bianca per più di trent’anni. La sua storia è raccontata
nel film del 2013 The Butler – Un
maggiordomo alla Casa Bianca, diretto da
Lee Daniels, e ispirato dall’articolo del
Washington Post intitolato A Butler Well Served by This
Election.
A seguito della scomparsa di Allen,
avvenuta nel 2010, la Columbia Pictures acquisì infatti i diritti
per realizzare un film su di lui, avvalendosi di un numeroso cast
di grandi interpreti. Il film copre infatti un arco temporale
particolarmente ampio, e numerosi sono i ruoli presenti nel film.
Tale grandezza ha generato molte aspettative nei confronti del
film, che venne poi accolto favorevolmente tanto dalla critica
quanto dal pubblico. Al momento della sua uscita in sala, infatti,
The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca incassò un
totale di circa 176 milioni di dollari, a fronte di un budget di
soli 30.
Il film fu considerato anche uno
dei maggiori contendenti al premio Oscar, ritrovandosi poi però
privo di nomination. Ciò non ha ovviamente inficiato sul valore del
film, apprezzato in ogni dove per l’aver raccontato una storia
tanto dimenticata quanto importante. Lo stesso presidente degli
Stati Uniti di allora, Barack Obama, si dichiarò
un grande fan del film, affermando di essere rimasto commosso nel
vedere ritratto il valore della vita di Allen, simbolo per intere
generazioni di oppressi ancora oggi.
The Butler – Un maggiordomo alla
Casa Bianca: la trama del film
Protagonista del film è Cecil
Gaines, il quale negli anni Venti cresce nella piantagione di
cotone dove la sua famiglia lavora. Sottoposto a torture e traumi,
egli riesce infine a fuggire dalla tirannia conosciuta nel Sud,
desideroso di costruirsi una vita migliore altrove. Egli inizia
così a formarsi, acquisendo competenze che lo portano a lavorare
come maggiordomo all’interno della Casa Bianca. Qui egli rimane dal
1957 al 1986, prestando servizio sotto ben sette presidenti, da
Eisenhower a Kennedy, da Nixon a Reagan. Lavorando a stretto
contatto con tali figure, egli diventa testimone di alcuni dei
momenti più importanti della storia degli Stati Uniti, in
particolare quelli legati al movimento per i diritti civili. Tali
eventi si ripercuotono ovviamente su Cecil sia come padre di
famiglia che come maggiordomo.
The Butler – Un maggiordomo alla
Casa Bianca: il cast del film
Il film presenta un ricchissimo
cast di celebri attori, tra cui molti premi Oscar. Questi ricoprono
ruoli che, seppur talvolta brevi, si affermano tutti a loro modo
come memorabili. Il primo della lista è Forest
Whitaker, che dà volto al protagonista Cecil Gaines.
Per potersi calare meglio nella parte, questi studiò a lungo la
vita del vero maggiordomo su cui il film è basato, cercando di
comprenderne gli sviluppi emotivi e di pensiero. Nel ruolo di
Gloria Gaines, sua moglie, vi è Oprah Winfrey,
mentre David Oyelowo è il figlio Louis Gaines. Vi
sono poi Cuba Gooding Jr. nei panni di Carter
Wilson e Lenny Kravitz in quelli di James
Holloway, entrambi dipendenti presso la Casa Bianca. Terrence
Howard recita nel ruolo di Howard, vicino dei Gaines,
mentre Vanessa
Redgrave è Annabeth Westfall, proprietaria della
piantagione dove lavora Cecil da bambino.
Per i ruoli dei presidenti degli
Stati Uniti, come anche di altre personalità ad essi legati, sono
stato poi chiamati a recitare noti attori come Robin
Williams nei panni di Dwight D. Eisenhower e James
Marsden in quelli di John F. Kennedy, con
Minka Kelly ad interpretare la celebre Jackie
Kennedy. Liev
Schreiber ha interpretato Lyndon B. Johnson, mentre
John
Cusack è stato Richard Nixon. Infine, Alan
Rickman interpreta Ronald Reagan, l’ultimo presidente
servito da Cecil. Jane
Fonda è invece presente nei panni della first lady
Nancy Reagan. Vi sono poi anche diverse figure storiche di rilievo,
come Martin Luther King interpretato da Nelsan
Ellis, e l’attivista James Lawson, che ha qui il volto di
Jesse
Williams.
The Butler – Un maggiordomo alla
Casa Bianca: la vera storia dietro al film
Il film presenta alcune sostanziali
differenze rispetto alla vera vita di Allen, il cui nome viene nel
film cambiato in Cecil Gaines. Ciò ha permesso agli autori di
raccontare alcuni storici eventi del paese visti attraverso gli
occhi di un uomo solo parzialmente ispirato al vero maggiordomo. Le
differenze iniziano sin dallo stabilire la provenienza di questi.
Il vero Allen è infatti nato in una piantagione di cotone in
Virginia, e non vi sono molte notizie circa i suoi primi anni di
vita. Nel 1952, questi viene poi assunto a lavorare alla Casa
Bianca dopo che una sua conoscenza gli suggerì la posizione aperta
di maggiordomo. Qui egli inizia a lavorare come garzone di cucina,
divenendo poi valletto e infine maggiordomo personale del
presidente.
Egli inizia così una gloriosa
carriera durata trentaquattro anni, durante la quale si è
guadagnato la fiducia, la stima e l’affetto dei presidenti per i
quali ha lavorato. In particolare, egli è stato invitato a prendere
parte ad alcuni dei momenti più importanti della vita politica,
come il funerale di Kennedy. Allen rifiutò però di partecipare,
affermando che avrebbe reso più omaggio al presidente rimanendo
nella Casa Bianca ad organizzare il servizio seguente la cerimonia.
La sua storia si conclude poi sotto il presidente Reagan, con il
quale possedeva a sua volta un buon rapporto, non minacciato dai
conflitti sull’apartheid vigenti all’epoca. Nel 2008, Allen viene
convocato nuovamente nel luogo dove ha lavorato per la maggior
parte della sua vita. Qui incontra il neoeletto Barack Obama, il
quale lo ringrazia per il suo servizio e il suo valore.
The Butler – Un maggiordomo alla
Casa Bianca: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. The Butler – Un
maggiordomo alla Casa Bianca è infatti presente su
Rakuten TV, Google Play e Apple iTunes. Per poter
usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento
generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi
possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in
programma in televisione per lunedì 26 ottobre
alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Dopo il primo sguardo dato ad
Alan Rickman in
The Butler,
ecco il cosiddetto first look di Jane Fonda che
nel film interpreta la moglie di Rickman, ovvero la first lady
Nancy Reagan. Con lei sul set anche Oprah Winfrey
che vediamo impegnata in una seduta di trucco per farla apparire
più vecchia. La presentatrice più famosa d’America ha
tweettato:
“Another wonderful day on set.
Getting ‘aged’ with prosthetic skin” – [Un altro bellissimo giorno
sul set, sto diventando più vecchia con la pelle finta]
Ecco le foto della Fonda e della
Winfrey (grazie a Just Jared):
Le riprese di
The Butler, biopic dedicato al longevo maggiordomo
della Casa Bianca Eugene Allen, sono in corso da alcuni mesi.
Forest Whithaker interpreta il protagonista, a
servizio dai tempi di Eisenhower sino all’era Reagan. Ed oggi vi
mostriamo proprio uno scatto dal set con Alan
Rickman e Jane Fonda nei panni di Ronald
Reagan e sua moglie Nancy; con loro, anche il regista Lee
Daniels e Oprah Winfrey, che in
The Butler è signora Allen. Eccoli!
Nel folto cast di
The Butler troviamo, tra i tanti, Robin Williams
(Dwight D. Eisenhower), John Cusack (Richard Nixon), Liev Schriber
(Lyndon Johnson), Minka Kelly (Jackie Kennedy), Lenny Kravitz
(James Holloway) e James Mardsen (J.F. Kennedy). The Butler uscirà
nel 2013.
The Butler, l’affascinante storia
made in Usa di un maggiordomo afroamericano che lavorò nella Casa
Bianca per più di trent’anni, si mostra con un nuovo
poster-locandina e con ben 4 video.
Il maggiordomo in questione Eugene
Allen sarà interpretato da Forest Whitaker. Si
tratta di un adattamento molto particolare, non da un un libro o da
un racconto, ma da un articolo di giornale pubblicato sul
Washington Post, che narrava appunto la vicenda del maggiordomo che
passò attraverso le cariche di 8 presidenti degli Stati
Uniti tra il 1952 e il 1986. Materiale troppo vasto per
scrivere solo un articolo di giornale ed invece ricc a sufficienza
per la realizzazione di un lungometraggio.
Diretto da Lee
Daniels (Precious; The Paperboy)
The Butler vanta un cast molto
nutrito e, oltre a Whitaker, troviamo anche John
Cusack, Robin Williams,
Alex Pettyfer, Terrence
Howard, James Marsden, Alan
Rickman, Jane Fonda, Cuba Gooding
Jr, Vanessa Redgrave, ma anche
personalità legate maggiormente al mondo musicale, come
Lenny Kravitz e Mariah Carey o
alla televisione, come Oprah Winfrey.
Esce il 16 Agosto
negli Stati Uniti. Qui sotto i 4 video:
Abbandonati i toni drammatici di
Prescious e lo scandalo a Cannes con The
Paperboy, il regista statunitense Lee Daniels pensa al cast
per il suo prossimo film,
The Butler. I nomi sono altisonanti e quasi tutti
riconducibili a Nomination e Premi Oscar quali Forest
Whitaker, David Oyelowo, Alan Rickman, Jane Fonda, Oprah Winfrey,
Minka Kelly, Cuba Gooding Jr, Terrance Howard, e
Lenny Kravitz e da poco si è unito anche
Alex Pettyfer reduce dal set Magic
Mike.
Ma non è finita qui, in questo film
corale, sono in corso le trattative anche con Vanessa Redgrave. Il
personaggio di Pettyfer è previsto sin dalle prime scene del film e
sembra avere un ruolo determinante nella vita del
personaggio-maggiordomo di Forest Whitaker. Le riprese inizieranno
a metà luglio a New Orleans ed il produttore è Hillary Schor.
The Burnt Orange Heresy inizia con un assunto
interessante, ovvero che la critica può inventare a seconda della
sua fantasia ragionata i significati nascosti dell’opera e far
credere a chi legge l’opera attraverso i suoi occhi che quella sia
la verità. A dirlo, nel film diretto da Giuseppe
Capotondi e tratto dall’omonimo romanzo di Charles
Willeford, è James Figueras (Claes Bang), critico
d’arte e scrittore forse fallito che per campare tiene lezioni per
i turisti interessati solo a Michelangelo e Caravaggio (“come se
fossero gli unici pittori della storia”) in un lungo monologo
ripreso dal regista de La doppia ora in due piani
alternati: da una parte c’è la prova nella sua stanza, il recitare
davanti allo specchio simulando il discorso, dall’altra la
performance vera con il pubblico, le pause studiate per l’applauso,
il congedo della vittoria.
Peccato
che in questo gioco di bugie ben architettato arrivi l’imprevisto –
nella vita come nel modo in cui ci approcciamo all’arte e alle
intenzioni dell’autore – nella forma di una giovane donna
misteriosa seduta in fondo alla sala. James incontra Berenice
(Elizabeth Debicki), passano la notte insieme, e
complici decidono di trascorrere un weekend nella villa sul lago di
Como di un ricco collezionista (Mick Jagger)
determinato a ottenere, tramite intercessione di Figueras, l’ultimo
dipinto di Jerome Debney (Donald
Sutherland).
Curiosamente la 76a Mostra del cinema di Venezia si chiude con
un altro film che parla di maschere e relazioni personali legate o
proprio ambientate nel mondo dell’arte (dopo Le
Verità di Kore-eda Hirokazu), solo che
qui Capotondi sceglie di addentrarsi nelle stanze del thriller alla
Hitchcock, al quale rende omaggio in più di un’occasione,
mescolando il linguaggio del giallo e del noir per raccontare i
limiti dell’ambizione umana, le bugie che diciamo per raggiungere i
nostri obiettivi e gli effetti spesso violenti e negativi che
questa manipolazione della realtà produce.
E
spostando l’azione da Palm Beach, luogo originale del romanzo,
all’Italia lacustre del nord pericolosa e conturbante,
l’adattamento di The Burnt Orange Heresy si rivela
allo spettatore come un classico gioco di inganni e potere con
attori bellissimi ed elegantissimi che sembrano usciti dalla
Hollywood d’oro degli anni Cinquanta e Sessanta, rispettando tutti
i codici della tradizione hitchcockiana senza nemmeno provare a
riscriverli o ad aggiornarli ai tempi moderni.
Gli spunti di riflessione ci sono,
e abbracciano temi che vanno dal complicato rapporto tra l’arte e
la critica al ruolo della critica stessa nel discorso contemporaneo
alle contraddizioni di un protagonista accecato dalla propria
ambizione, passando per metafore più o meno esplicite (e alcune
anche un po’ maldestre) che devono accompagnare il viaggio
dell’anima dei personaggi costretti ad un punto di svolta nelle
loro vite, tuttavia non sono sufficienti a risollevare le sorti di
un’opera che sembra già scritta fin dalla prima scena, incastrata
nei suoi rigidi schemi eppure gestita con grande sapienza dal
regista.
Guillermo Arriaga è
l’acclamato sceneggiatore di film quali Amores perros,
21 grammi e Babel, tutti diretti dall’amico
regista Alejandro González Iñárritu. Si è però poi
distinto anche per la sceneggiatura dei film Le tre
sepolture e Ti guardo. Dopo essersi occupato solo di scrittura,
nel 2008 Arriaga ha però deciso di debuttare alla regia con il film
The Burning Plain – Il confine della solitudine,
da lui anche scritto e presentato in concorso alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica
di Venezia. Come già avvenuto per i suoi precedenti film
diretti da Iñárritu, anche in questo caso Arriaga ricorre ad un
racconto dove si intrecciano più storie separate nel tempo e nello
spazio.
Storie apparentemente scollegate ma
che si rivelano in realtà essere parte della medesima vicenda,
raccontata però attraverso una narrazione non lineare che permette
allo sceneggiatore e regista di esplorare e approfondire gli
effetti nel tempo di determinate cause senza dover ritardare il
loro completo manifestarsi. Il risultato, che può inizialmente
sembrare straniante, acquista senso una volta giunti al finale,
dove tutte le vicende sfociano verso un’unica conclusione che dona
senso a quanto fino a quel momento mostrato.
Per gli appassionati di storie di
questo tipo, dunque, è questo un film da non perdere, scritto da
uno dei più brillanti autori cinematografici in fatto di
esplorazione dell’animo umano. In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a The
Burning Plain – Il confine della solitudine. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The
Burning Plain – Il confine della solitudine
In una piccola cittadina di
frontiera nel New Mexico vive Gina, moglie e madre
di quattro bambini, che ha una relazione clandestina con un uomo
sposato, Nick Martinez. Senza che i due se ne
accorgano, però, la figlia adolescente della donna, scopre del
segreto della madre. In preda alla rabbia e alla delusione per quel
tradimento verso il padre, la giovane decide di attuare un piano di
“vendetta” nei loro confronti, con conseguenze drammatiche. Nel
mentre, una giovane di nome Mariana conosce e
inizia a frequentarsi con un ragazzo di nome
Santiago, del quale rimane incinta e con cui
deciderà di scappare in Messico.
Vi è infine la storia di
Sylvia, una donna che lavora in un lussuoso
ristorante in Oregon e che conduce una vita solitaria senza
particolari imprevisti, con un’anonima routine in cui sembra aver
trovato la propria dimensione. Tuttavia anche per lei le cose
cambieranno drasticamente quando, un giorno, un uomo misterioso
inizia a seguirla e Sylvia capirà che il suo passato è tornato a
cercarla. Chiamate a fare i conti con le loro azioni, le storie di
queste tre donne si intrecceranno in modi inaspettati, portando
alla luce profondi legami e traumi con cui fare i conti.
Ad interpretare Mariana vi è
l’attrice Jennifer Lawrence, qui al suo primo ruolo di
rilievo e grazie al quale ha vinto il Premio Marcello Mastroianni
alla 65ª Mostra del Cinema di Venezia. Ad interpretare Mariana da
adulta, che si fa chiamare Sylvia, vi è invece la premio Oscar
Charlize Theron, la quale ha in seguito
affermato di non aver avuto alcun problema a girare le scene di
nudo previste. L’attrice Kim Basinger, invece, è Gina, madre della
protagonista. Gli attori JD Pardo e Danny
Pino interpretano Santiago da ragazzo e da adulto, mentre
Joaquim de Almeida è Nick Martinez. Infine,
L’attrice Tessa Ía interpreta Maria, la figlia
ormai adolescente della protagonista.
La spiegazione del finale e il significato del film
Nel finale del film, capiamo che
Sylvia e Mariana non sono altro
che la stessa donna in età diverse, mentre Gina è
la madre. Stabilito tale legame tra le tre, risulta dunque chiaro
che Maria è la figlia che Sylvia/Mariana ha avuto
da Santiago, figlio dell’uomo con cui Gina aveva
una relazione. La protagonista ha così l’occasione di conoscere la
figlia Maria e abbracciando il suo ruolo di madre dal quale invece
era fino a quel momento rifuggita. Una difficoltà a riconoscersi
genitore, la sua, dovuta a quanto compiuto in gioventù nei
confronti della sua stessa madre. Sylvia inizia però ora a capirsi
meglio, a riconoscere i propri errori e ad intraprendere così un
percorso di espiazione.
Dopo aver stabilito dunque questo
primo contatto con Maria, Sylvia accetta anche di recarsi
nell’ospedale dove si trova Santiago, in attesa di essere operato a
seguito di un terribile incidente. Sylvia non sa se l’uomo che ha
amato si risveglierà e decide pertanto di confessargli la sua
colpa, ovvero quello di essere l’artefice dell’incendio nel quale
sono periti sua madre e il padre di Santiago. Non è dato sapere se
quest’ultimo ha avuto modo di sentire le parole di Sylvia, ma il
solo fatto che lei le abbia pronunciate ad alta voce testimonia il
suo processo di guarigione in corso. Quando più tardi viene
annunciato che Santiago e fuori pericolo, Maria corre da lui
seguita da Sylvia.
Riguardo al film e al significato
del suo racconto, lo sceneggiatore e regista ha descritto la
premessa narrativa affermando che: “Ci sono storie d’amore
molto intense che si svolgono in luoghi e tempi diversi, con
personaggi che cercano di trovare i poteri curativi dell’amore, del
perdono e della redenzione“. Amore, perdono e redenzione sono
due i valori portanti del film, che si manifestano nel corso del
tempo e dello spazio, trovando sempre il modo per emergere in tutta
la loro forza. È così che nonostante tutto il dolore passato,
The Burning Plain – Il confine della solitudine
può concludersi su note di speranza.
Il trailer di The Burning
Plain – Il confine della solitudine e dove vedere il film
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Burning Plain – Il confine della solitudine grazie alla
sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di
Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale alla piattaforma e si avrà a quel punto modo
di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 10 aprile alle ore
21:00 sul canale Iris.
Il trailer
di The Burning Girlssvela il nuovo thriller dellaParamount+con protagonsitaSamantha Morton, ex star di
The Walking Dead, eRuby Stokes(Bridgeton), che raccontadi un villaggio infestato da una
storia oscura e turbolenta.“Quando una parroca e
una figlia quindicenne si trasferiscono a Chapel Croft nella
speranza di un nuovo inizio, la loro nuova vita inizia male poiché
scoprono che il villaggio è pieno di cospirazioni e segreti“,
secondo la sinossi ufficiale.
Basato sul romanzo di CJ
Tudor, The Burning Girls è un adattamento di Hans Rosenfeldt
(Marcella), con la regia di Charles Martin (Skins) e Kieron Hawkes
(Ripper Street). Richard Tulk-Hart e Tony Wood sono i produttori
esecutivi insieme a Tudor e Rosenfeldt. Dai un’occhiata al
trailer di Burning Girls:
The Burning
Girls debutterà su Paramount+ nel Regno Unito il 19 ottobre. Non ci
sono conferme su un debutto in Italia.Insieme a
Morton e Stokes, il cast comprende Conrad Khan
(Peaky Blinders), Rupert Graves (Sherlock, Emma),
la star di Stranger ThingsElodie Grace Orkin,
Janie Dee, David Dawson (The Last Kingdom), Paul
Bradley (EastEnders), Jane Lapotaire. (The
Crown, Marie Curie), Jack Roth (Bohemian Rhapsody), Mollie
Holder (Sanditon), Safia Oakley-Green (The Origin, Sherwood), Beth
Cordingly (Imparare a camminare di nuovo) e John Macmillian (La
casa del drago).
Dopo il successo di critica
del suo adattamento animato in stop-motion di Pinocchio ,
sembra che il regista Guillermo del Toro abbia
ufficialmente trovato il suo prossimo progetto animato con Netflix. Deadlineha annunciato che il regista premio Oscar sta attualmente
sviluppando l’adattamento cinematografico animato diThe Buried Giant , basato
sull’omonimo romanzo fantasy del vincitore del premio Nobel
Kazuo Ishiguro.
“The
Buried Giantcontinua la mia
partnership di animazione con Netflix e
la nostra ricerca di stop-motion come mezzo per raccontare storie
complesse e costruire mondi illimitati“, ha dichiarato del
Toro in una nota. “È un grande onore e una maggiore
responsabilità per me dirigere questa sceneggiatura che io e Dennis
Kelly stiamo adattando dal romanzo profondo e fantasioso di Kazuo
Ishiguro“.
The Buried
Giant sarà diretto da Guillermo del Toro
da una sceneggiatura che sta scrivendo insieme a Dennis
Kelly (Matilda the
Musical). La storia si svolge in
un’immaginaria Inghilterra post-arturiana, dove nessuno è in grado
di conservare ricordi a lungo termine. È incentrato su
un’anziana coppia britannica, che sta cercando il figlio che
ricordano vagamente.
The Buried
Giant sarà prodotto da Guillermo del
Toro, con ShadowMachine come studio in stop-motion. Questo
segna l’ultima collaborazione di del Toro con Netflix
dopo aver lavorato insieme per la prima volta a spettacoli animati
tra cuiTrollhunters: Tales of
Arcadiae
Trollhunters: Rise of the
Titans.