Running Point di
Netflix
è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine della prima
stagione di Running Point e come influirà su una potenziale
seconda stagione di Running Point. La nuova serie comica sul
basket con Kate Hudson ha visto tutti e 10 i suoi episodi
pubblicati su Netflix, e l’accoglienza mista di Running
Point su Rotten Tomatoes non ha ostacolato la sua popolarità.
Running Point parte da una premessa unica e la sviluppa in
direzioni diverse, con i vari membri della famiglia Gordon che
vedono le loro storie individuali scontrarsi nel finale della prima
stagione di Running Point.
Running Point racconta la
storia di Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, figlia dell’ex
presidente dei Los Angeles Waves, Jack Gordon. Dopo che suo
fratello Cam Gordon viene coinvolto in uno scandalo, viene mandato
in una struttura di riabilitazione e nomina Isla nuova presidente
dei Waves. Isla deve superare il sessismo dell’industria del
basket mentre guida la squadra di basket in difficoltà verso il
successo, insieme ai suoi due fratelli e al resto del cast di
Running Point. Running Point è stato paragonato alla
serie Apple
Ted Lasso, anche se il finale dello show dimostra quanto
le due serie siano diverse.
Cosa succede nel finale di
Running Point
Dopo aver superato ogni tipo di
prova nel corso di Running Point, Isla Gordon,
interpretata da Kate Hudson, porta finalmente i Waves al
successo, qualificandosi per la settima partita dei playoff.
Con grande sorpresa di molti, però, i Waves perdono, ponendo fine
alla loro stagione prima del previsto. Questo porta tutti i membri
della famiglia Gordon allo sconforto, specialmente Isla, che sta
ancora soffrendo per l’abbandono del fidanzato un mese prima. Nello
stadio vuoto dopo la partita, Isla ha una conversazione con
l’allenatore delle Waves, Jay Brown, e i due finiscono per
baciarsi.
Qualche tempo dopo, Isla torna nel
suo ufficio presso la sede dei Waves e trova una sorpresa: Cam
Gordon. Cam era stato ricoverato in una clinica di riabilitazione
nell’episodio 1 di Running Point, ma a quanto pare è uscito
durante gli eventi dell’episodio 10. Cam sembra aver ripreso il suo
vecchio lavoro, forse in risposta alla tragica sconfitta dei Waves.
Nel frattempo, Travis rimane nella sua nuova struttura di
riabilitazione, Jackie viene accettata nella famiglia Gordon, Sandy
e il suo ex fidanzato tornano insieme e i Waves iniziano a
prepararsi per la prossima stagione.
Qual è il piano di Cam Gordon
per i Waves?
Running Point – stagione 1
termina con un enorme colpo di scena, con la rivelazione di Cam
Gordon che arriva immediatamente prima dei titoli di coda. Sebbene
non sia esplicitamente spiegato, Cam seduto sulla sedia di Isla
implica che è tornato a lavorare per i Waves, riprendendo il suo
vecchio lavoro. Questo è sorprendente, dato che era stato lui a
nominare Isla alla sua assenza. Nessuno dei Gordon si aspettava che
Cam uscisse così rapidamente dalla clinica di riabilitazione e,
mentre Sandy e Ness avevano inizialmente cercato di estromettere
Isla dal ruolo, nessuno sembra essere contento del ritorno di
Cam.
Cam potrebbe riprendere il
controllo dei Waves dopo la loro sconfitta, rispondendo ad alcuni
dei fallimenti dell’amministrazione di Isla. Sebbene abbia avuto
una stagione più positiva rispetto agli anni precedenti, il
sessismo unito alla dura sconfitta potrebbero aver spinto Cam a
tornare. Potrebbe anche essere che Cam avesse sempre pianificato
di tornare, indipendentemente dal successo o meno di Isla. Le
polemiche che circondano Cam e i fallimenti della sua precedente
presidenza avranno senza dubbio un impatto importante sulla
squadra, creando una dinamica interessante per la seconda stagione
di Running Point.
Isla e Lev torneranno insieme
(o lei finirà con il coach Brown)?
Nell’episodio 9 di Running
Point, Lev lascia Isla, rompendo il loro fidanzamento a causa
del suo impegno nel lavoro. All’inizio dell’episodio 10 di
Running Point, si scopre che è passato un mese da quando
Lev se n’è andato, senza alcun segno di ritorno. Questo rimane
vero fino alla fine del finale, quando Isla prende la sorprendente
decisione di baciare il coach Brown dopo la straziante sconfitta
nella settima partita. Questo potrebbe dare vita a un interessante
triangolo amoroso nella seconda stagione di Running Point,
con Isla divisa tra il suo ex fidanzato e il suo nuovo amore.
Isla capisce che ricorderà
sempre le sconfitte più delle vittorie
Prima di baciare il coach Brown,
Isla ha una breve conversazione con lui, durante la quale discutono
della sconfitta straziante. Isla spiega che, nonostante i successi
della stagione, si sente un fallimento. Brown le spiega
allora che, nel basket come nella vita, si ricordano sempre più le
sconfitte che le vittorie. Questo aiuta Isla a capire perché si
sente così, e lei comprende immediatamente questo punto di
vista.
Questo è uno dei temi principali di
Running Point, che coinvolge quasi tutti i personaggi.
Sandy, Ness e Isla affrontano tutti questo problema nelle loro
relazioni con i rispettivi partner, mentre Travis lo affronta con
la sua dipendenza dalla droga e Dyson con le sue prestazioni nel
basket. I personaggi
di Running Point si tormentano costantemente invece di
riconoscere i propri successi, e questo è qualcosa su cui tutti i
membri del cast dovranno lavorare in futuro.
Il vero significato del finale
di Running Point
Ha a che fare con la leadership
di Isla
Sebbene Running Point abbia
molti temi, uno dei principali ha a che fare con la leadership di
Isla nei Waves. Anche se riesce a emulare suo padre, Jack Gordon,
si rende presto conto che non è la strada giusta. Isla deve invece
mettere in campo il suo metodo di leadership unico. Mentre i
giocatori di basket dicono che prima si sentivano come cavalli da
tiro, Isla si prende cura di loro e li tratta come persone,
mettendo il loro benessere al di sopra delle prestazioni della
squadra. Anche se questo approccio rende la vita di Isla più
difficile in alcuni momenti, Running Point sostiene che
sia il modo migliore di esercitare la leadership.
Come il finale di Running Point
prepara la seconda stagione
Ci sono molte trame irrisolte alla
fine della prima stagione di Running Point, molte delle
quali potrebbero essere continuate in una seconda stagione. La
trama principale che verrà continuata ha a che fare con la
leadership di Cam nei Waves, con Isla che senza dubbio entrerà in
conflitto con lui per la sua posizione dopo il cliffhanger della
prima stagione. Nel frattempo, anche la potenziale relazione di
Isla con il coach Brown potrebbe svilupparsi dopo il loro incontro
romantico nel finale. Potrebbe anche essere approfondito il periodo
di Travis Buggs in riabilitazione, dato che la sua storia è una
delle più irrisolte di Running Point.
High
Potential ha finalmente concluso la sua stagione
pilota, ma le trame principali rimangono in parte irrisolte. Sulla
scia di Morgan di Kaitlin Olson, High Potential è incentrato
su una donna decisamente eccentrica che entra a far parte della
polizia di Los Angeles grazie al suo alto QI e alle sue
impressionanti capacità deduttive. Tuttavia, la prima stagione di
High Potential ha dimostrato che Morgan è molto più del suo
QI, con alcune delle trame più importanti della stagione che hanno
messo in evidenza come il vero superpotere di Morgan in High
Potential sia la sua empatia. Per Morgan, essere una consulente
della polizia viene dopo essere madre dei suoi tre figli: Ava
(Amirah J), Elliot (Matthew Lamb) e la piccola Chloe.
Ad affiancare Morgan nel cast della
High Potential – stagione 2 c’è Daniel Sunjata nel ruolo
di Adam Karadec, il detective che, nonostante inizialmente
dubitasse di Morgan, è diventato il suo collega più stretto (e
forse qualcosa di più). Morgan e Karadec sono diventati una coppia
dinamica in High Potential, veri e propri partner che hanno
risolto casi insieme settimana dopo settimana quasi senza fallire
mai. Al di là della sinergia professionale all’interno della Major
Crimes Division della polizia di Los Angeles, Morgan ha instaurato
un legame con i colleghi Lev “Oz” Ozdil (Deniz Akdeniz),
Daphne Forrester (Javicia Leslie) e il tenente Selena Soto (Judy
Reye), tutti messi alla prova durante il caso più difficile della
serie, nell’episodio 13 di High Potential.
Cosa è successo a Roman in High
Potential?
Il primo marito di Morgan era il
mistero alla base della prima stagione di High Potential
Sin da quando è stato accennato per
la prima volta nell’episodio pilota, le teorie sul mistero di Roman
in High Potential si sono moltiplicate. Mentre la serie ha
lasciato la scomparsa di Roman come un filo conduttore dell’intera
stagione, il finale della prima stagione di High Potential
ha aggiornato significativamente il caso. Dopo che Gio Conforth
(Domenick Lombardozzi) riappare come informatore losco per
informare Morgan di una possibile minaccia di nome Lila Flynn, i
due si scambiano i numeri per interagire direttamente, escludendo
la polizia di Los Angeles. Jocko Sims ritorna poi nei panni
dell’agente speciale Ronnie Oliver per dire a Karadec che Lila
Flynn era un’agente dell’FBI sotto copertura uccisa 15 anni fa.
Guarda High Potential e il
suo predecessore francese HPI su Hulu.
Non appena High Potential
introduce questa possibile spiegazione per la scomparsa di Roman,
la situazione si complica ulteriormente. Il mistero svanisce mentre
la storia principale si svolge, ma Morgan riceve una chiamata da
Karadec nei momenti finali dell’episodio. Grazie alle indagini di
lui e Ronnie, l’episodio 13 di High Potential rivela che
Roman è vivo ed era un informatore sotto copertura dell’FBI.
Questo dettaglio fondamentale apre un nuovo mondo di possibilità su
ciò che è successo a Roman in passato e, cosa ancora più
importante, su ciò che accadrà a Roman nel futuro di High
Potential.
Chi è il rapitore nell’episodio
13 di High Potential?
Quasi tutti gli episodi della prima
stagione di High Potential seguono la stessa struttura, con
un crimine presentato nella prima scena e la squadra Major Crimes
che lo risolve entro la fine. L’episodio 13 di High
Potential rompe gli schemi introducendo alcuni elementi chiave:
Ava sta imparando a guidare, c’è un gala della polizia in
programma, ecc. L’azione non ha inizio fino a quando la squadra non
riceve improvvisamente un’e-mail con allegata l’immagine di un uomo
apparentemente tenuto in ostaggio. Il cartello appeso al collo
dell’uomo dà il tono all’episodio: “Lui non ha voluto giocare
con me, tu lo farai?”
Sebbene non sia riuscito a uccidere
nessuno durante l’episodio 13 di High Potential, il rapitore
ha lasciato ciascuna delle sue vittime in una situazione in cui
sarebbero morte se la polizia di Los Angeles avesse impiegato
troppo tempo: la prima sarebbe entrata in chetoacidosi diabetica
senza medicine, la seconda stava finendo l’aria in una cassaforte
chiusa a chiave e la terza era incatenata sul fondo di una
piscina.
Morgan, Karadec, Oz e Daphne
partecipano ai giochi contorti ideati dal rapitore, con enigmi e
puzzle da risolvere e informazioni salvavita come premio. Che si
trattasse di Loco Ocho per scegliere un sentiero escursionistico o
di campana per trovare le coordinate del periscopio, la squadra ha
fatto i salti mortali per salvare l’uomo prima di rendersi conto
che ilHigh Potential episodio 13 colpevole era un
rapitore serialecon giochi sinistri nel suo arsenale. I
giochi continuavano a diventare sempre più criptici, con Morgan che
lottava per affrontare la sensazione insolita di avere un nemico
intelligente quanto lei.
Come è riuscito a scappare il
rapitore nel finale di stagione di High Potential
Sebbene l’Unità Crimini Gravi abbia
decifrato tutti i codici che il rapitore aveva loro assegnato, il
mistero continuava a svelarsi anche quando la polizia di Los
Angeles pensava di essere vicina a un sospetto. Per gran parte
dell’episodio, la squadra ha pensato che il rapitore fosse un uomo
disturbato di nome David, che prendeva di mira i membri del gruppo
di sostegno che frequentava. All’inizio, la polizia di Los Angeles
aveva chiesto a un disegnatore di creare un identikit del
sospettato mentre indagava sulla vita di David. Verso la fine
dell’episodio 13 di High Potential, la polizia di Los
Angeles si rende conto di aver indagato sull’uomo sbagliato.
Il rapitore ha assunto l’identità
di David nel finale di stagione di High Potential,
mentre il vero David si trova in una clinica di riabilitazione.
Proprio mentre la squadra della Major Crimes (senza Morgan) se ne
rende conto, però, il vero rapitore si rade la barba, si taglia i
capelli lunghi e cambia atteggiamento per sembrare un tipico
giovane (in quello che sembra un flashback esplicativo). Il
rapitore si avvicina persino a Morgan e ai bambini mentre lei sta
caricando la spesa in macchina, senza destare sospetti fino a
quando Morgan arriva a casa e si accorge che c’è un mazzo di carte
che non ha comprato con un messaggio: “Giocheremo di nuovo. Io
e te.”
Oz muore nel finale di stagione
di High Potential?
Una rivelazione su scala minore
durante l’episodio 13 di High Potential è stata che Oz era
un membro del gruppo di sostegno che era stato preso di mira,
poiché aveva scelto di non dire a nessuno tranne Daphne che suo
padre era morto. Proprio come le altre vittime, Oz è stato infine
individuato e rapito dopo che il colpevole ha manomesso gli airbag
della sua auto per renderli inefficaci e metterlo fuori
combattimento. Daphne si preoccupa quando lui è in ritardo di
un’ora per il gala della polizia, ma tutto ciò che trova quando lo
cerca è un biglietto con scritto “MARCO!” attaccato a una
clessidra. Alla fine lo trovano in una piscina, privo di sensi.
Karadec lo trascina fuori dall’acqua
e, dopo un montaggio teso in cui Daphne gli pratica la rianimazione
cardiopolmonare, Oz espelle l’acqua dai polmoni. Anche se ci è
mancato poco, Oz sopravvive al finale di stagioneHigh
Potential.
Il suo salvataggio è avvenuto prima
della rivelazione che il rapitore non era David, mettendo in
discussione se Oz fosse il vero obiettivo fin dall’inizio come
membro della Major Crimes o se il rapitore, per ragioni
sconosciute, avesse preso di mira l’intero gruppo di sostegno.
Indipendentemente da ciò, Oz è un membro fondamentale del
sottovalutato cast di High Potential, e la sua morte sarebbe
stata irreparabile.
Cosa ha rivelato il finale di
stagione di High Potential sul passato di Morgan
Sebbene High Potential avesse
accennato al passato di Morgan all’inizio della stagione, il finale
la vede vulnerabile mentre racconta una storia emotiva della sua
infanzia con Karadec. Mentre ricorda il passato, Morgan ammette di
aver interagito raramente con i suoi coetanei. Dopo aver accettato
un’offerta inaspettata di giocare a jack con gli altri bambini
durante la ricreazione, Morgan ha raccontato a suo padre del gioco.
Lui ha disapprovato con veemenza il fatto che lei giocasse con i
suoi compagni di classe, insistendo che non meritavano la
“perspicacità intellettuale” di Morgan. Per anni, Morgan è
stata emarginata a causa della falsa impressione che guardasse gli
altri dall’alto in basso a causa della sua intelligenza.
I genitori di Morgan non sono mai
apparsi in High Potential, e questa storia offre una
spiegazione ma anche l’opportunità di rivisitare vecchie ferite se
suo padre dovesse mai ricomparire. Durante la sua storia
nell’episodio 13 di High Potential, Morgan rivela che
anche suo padre aveva un HPI. Anche se questo avrebbe dovuto essere
un motivo di legame, l’esperienza di Morgan dopo aver giocato a
jack mette in luce quanto suo padre fosse presuntuoso e critico.
Sebbene ci sia ancora molto da esplorare sul passato di Morgan,
questo piccolo assaggio del suo rapporto con il padre spiega perché
Morgan è quella che è, sia come persona che come genitore.
Come il finale di stagione di
High Potential ha preparato il terreno per la lenta evoluzione
della relazione tra Morgan e Karadec
Prima del finale, la stagione 12 di
High Potential ha visto un grande sviluppo nella relazione
tra Morgan e Karadec. Dopo aver interagito con Ronnie, il vecchio
partner di Karadec, la sua nuova collaborazione con Morgan si è
rafforzata. Tuttavia, anche se il loro legame professionale si è
rafforzato, c’era qualcosa di non strettamente platonico appena
sotto la superficie. Morgan e Karadec hanno avuto una chimica in
High Potential fin dall’inizio, ma il finale della prima
stagione di High Potential si concentra sul loro potenziale
romantico e allude al fatto che Karadec sia quello che sta
sviluppando dei sentimenti.
Karadec si congeda (ma non
senza uno sguardo malinconico, quasi struggente).
Quando Morgan entra al gala con il
suo abito rosa, High Potential si concentra sulla reazione
sbalordita di Karadec. Karadec la saluta con un complimento,
offrendole goffamente da bere al bar. Più tardi, i due ballano
insieme mentre Karadec pronuncia alcune delle battute più
emozionanti dell’intera stagione, spiegando come desideri essere
coinvolto nel caso di Roman semplicemente perché sa quanto sia
importante per Morgan. Quando Tom (JD Pardo) arriva
all’inseguimento di Morgan, Karadec si congeda (ma non senza uno
sguardo malinconico, quasi struggente).
Come l’episodio 13 di High
Potential prepara la seconda stagione
A parte il rapitore ancora in
libertà (che ora ha messo gli occhi su Morgan), il finale
della prima stagione di High Potential ha lasciato indizi
che preparano il terreno per la seconda stagione. L’indagine su
Roman non è finita, ma ora ha preso una piega completamente nuova e
potrebbe avere molte conseguenze per la vita di Morgan. Roman
potrebbe tornare e legarsi ad Ava, ma questo potrebbe avere un
impatto anche sul resto della dinamica familiare. Con la lenta
evoluzione della relazione tra Karadec e Morgan e la breve storia
d’amore di Morgan con Tom in High Potential, le sottotrame
romantiche saranno tutt’altro che semplici, soprattutto con il
possibile ritorno del suo primo marito dopo 15 anni.
Più in generale, ci sono opportunità
di crescita per tutti i personaggi. High Potential stagione
2 potrebbe aumentare il ruolo dei figli di Morgan, o almeno avere
più trame che li coinvolgono. La seconda stagione potrebbe
continuare ad ampliare la collaborazione tra Oz e Daphne o
concentrarsi sui problemi di Selena nella lotta contro la
burocrazia della polizia di Los Angeles. Naturalmente, la squadra
risolverà altri casi mentre continua la ricerca del rapitore.
Sebbene ci siano infinite nuove possibilità per le trame future,
una cosa è certa: il finale della stagione di High
Potential ha appena condannato l’attesa della seconda
stagione a sembrare una tortura assoluta.
Il dramma dei Dutton sta di nuovo
galoppando verso di noi. Anche se la quinta
stagione di Yellowstone ha trasmesso l’ultimo
episodio l’anno scorso, non abbiamo ancora chiuso il libro
sulla storia della famiglia Dutton. Questa domenica, 23 febbraio,
il prequel del 1923 di Yellowstone torna
per la sua seconda stagione, quindi è naturale che la famiglia di
allevatori più famosa del Montana sia nei nostri pensieri.
I complicati rapporti tra i Dutton
nella serie principale erano già abbastanza difficili da seguire,
ma se li si combina con i personaggi dei prequel, 1883, 1923 e
il prossimo 1944,
ci sono un sacco di Dutton da tenere d’occhio. Tenendo presente
questo, T&C ha messo insieme una guida per
rendere più facile la comprensione di tutti questi legami
familiari. Continua a leggere per scoprire tutto ciò che sappiamo
(finora) sul lignaggio della prima famiglia
di Yellowstone.Spoiler in arrivo!
1883
James Dutton
Il patriarca del 1883,
James (Tim McGraw), era un contadino del
Tennessee. Tormentato dalle sue esperienze nella Guerra Civile,
dove aveva servito nell’esercito confederato durante la Battaglia
di Antietam e successivamente era stato tenuto prigioniero di
guerra, James scelse di partire per una nuova vita nell’Ovest con
la sua famiglia nel 1883. Insieme alla moglie Margaret,
ai figli Elsa e John, alla sorella Claire e alla figlia di
quest’ultima, Mary Abel, James partì con una carovana da Fort
Worth, in Texas, ma il viaggio fu funestato dalla tragedia. Dopo la
morte di Elsa durante il viaggio, John e il resto della famiglia
decisero di stabilirsi nel Montana, in quella che un giorno sarebbe
diventata la famosa fattoria Dutton di Yellowstone.
Margaret Dutton
Margaret (Faith
Hill), moglie sicura di sé e senza compromessi di James,
era la matriarca della famiglia Dutton
nel 1883. Leader forte e ferocemente protettiva
nei confronti della sua famiglia, partì con James e i loro figli
per il viaggio verso ovest, per poi stabilirsi in una fattoria nel
Montana dopo la morte della figlia Elsa.
Elsa Dutton
La vivace Elsa (Isabel
May) era la figlia maggiore di James e Margaret Dutton e
fu la narratrice di “1883”. Appassionata e caparbia,
Elsa era un’abile cavallerizza e cowgirl, con grande disappunto di
sua madre. All’età di diciassette anni, partì con la famiglia su un
carro trainato da cavalli alla ricerca di una nuova vita
nell’Ovest. Lungo il percorso, si innamorò di un cowboy, Ennis, e i
due progettarono di sposarsi prima che Ennis venisse ucciso da un
gruppo di banditi. Più tardi, Elsa si invischiò con Sam, un
guerriero Comanche che le salvò la vita durante il viaggio. Sebbene
lei e Sam avessero riconosciuto che lei era sua moglie, lui sentiva
di non poter lasciare le sue terre e la sua gente, ed Elsa accettò
di tornare da lui dopo che la sua famiglia avesse completato il
viaggio e trovato una fattoria. Tuttavia, non molto tempo dopo,
Elsa fu colpita da una freccia durante un attacco di rappresaglia
alla carovana e alla fine morì per le ferite riportate. In suo
onore, James sistemò il resto della famiglia nel luogo in Montana
dove Elsa esalò l’ultimo respiro.
Sam
Sam (Martin
Sensmeier), un guerriero comanche che i Dutton
incontrarono lungo la pista dei carri
nel 1883, affermò di aver preso il nome dall’uomo
che uccise sua moglie. In seguito iniziò una storia d’amore con
Elsa Dutton, e i due si sposarono senza cerimonia ufficiale.
Sentendosi legato alla terra e non potendo lasciarla, Sam rimase
indietro mentre Elsa proseguiva con la sua famiglia, con la
promessa che sarebbe tornata da lui.
Claire nata Dutton
La severa sorella di James Dutton
(Dawn Olivieri) non era molto entusiasta di unirsi
a James e alla sua famiglia nella loro escursione verso ovest, ma
si unì a loro sotto protesta, insieme alla figlia adolescente Mary
Abel, dopo essere rimasta vedova e senza alternative a causa della
morte del marito Henry. Claire non andò molto lontano lungo il
sentiero, però. Dopo che una banda di teppisti si vendicò del
disprezzo di Claire sparando a diversi membri della carovana, tra
cui Mary Abel, Claire si suicidò accanto alla tomba di sua
figlia.
Henry
Il marito di Claire, sorella di
James Dutton. Morì poco prima degli eventi del 1883,
portando sua moglie e sua figlia, Mary Abel, a viaggiare con i
Dutton.
Mary Abel
L’unica dei sette figli di Claire e
Henry a sopravvivere fino al 1883, Mary Abel (Emma
Malouff) si trovava per un breve periodo sulla pista per
l’Oregon con suo zio James Dutton e la sua famiglia. Non lontano da
Fort Worth, in Texas, il loro gruppo fu molestato da una banda
locale e nel mezzo dell’alterco, Mary Abel fu uccisa a colpi di
arma da fuoco.
Figlio di James e Margaret Dutton,
John (James Badge Dale) era solo un bambino quando
la sua famiglia fondò la fattoria nel Montana, la terra che alla
fine sarebbe diventata il ranch Yellowstone Dutton. Da adulto,
lavorò con suo zio, Jacob Dutton, nella terra di famiglia e creò
una famiglia propria, con sua moglie Emma e suo figlio Jack. Alla
fine, John fu ucciso in un’imboscata dai nemici della famiglia.
Emma Dutton
Moglie di John Dutton Sr. e madre di
Jack Dutton. Dopo la morte del suo amato marito, John, Emma
(Marley Shelton) si suicidò.
Jack Dutton
Portando avanti l’eredità della sua
famiglia, Jack (Darren Mann) lavorò con suo padre,
John Dutton Sr. e il suo prozio, Jacob Dutton, nel ranch di
famiglia in Montana. (Nota: poiché Jack è a volte un soprannome di
John, è possibile che Jack sia John Dutton Jr. ma ciò non è stato
confermato sullo schermo). In seguito sposò Elizabeth, la figlia
ben educata di un altro allevatore locale. Al momento, Jack rimane
uno dei principali candidati a essere il nonno di John Dutton
di Yellowstone, ma anche questo non è stato ancora
confermato.
Elizabeth Dutton
Moglie di Jack, Elizabeth ha
studiato sulla costa orientale prima di tornare nel Montana per
sposare il suo innamorato. Alcuni fan hanno ipotizzato che potrebbe
essere la madre di John Dutton II, ma Michelle Randolph, che
interpreta il personaggio, ha ammesso che nemmeno lei sa se
Elizabeth sia la nonna di John di Yellowstone.
“Tutti noi facciamo avanti e indietro su ciò che pensiamo che
accadrà, ma [il creatore dello show Taylor Sheridan] ama tenerci
sulle spine. Quindi siamo confusi proprio come tutti gli
altri”, ha detto a THR.
Spencer Dutton
Secondo figlio di James e Margaret
Dutton, Spencer nacque qualche tempo dopo che la famiglia si era
stabilita nel Montana. Anche Spencer prestò servizio nella prima
guerra mondiale e, come suo padre, rimase ossessionato dalle sue
esperienze sul campo di battaglia. Invece di tornare al ranch di
famiglia dopo la guerra, divenne un cacciatore di grossa selvaggina
in Africa. Fu lì che incontrò sua moglie, Alexandra, prima di
decidere di tornare in America.
Spencer è anche candidato a
diventare il nonno di John Dutton, di Yellowstone, ma
nemmeno Brandon Sklenar, che interpreta il personaggio, sa se sarà
così. “Onestamente non lo so”, ha detto Sklenar a THR.
“Fin dal primo giorno, abbiamo detto tutti: ‘No, è questa persona!
No, sono io. È Jack. Ma non lo so. Potrebbe andare in entrambi i
modi.”
Alexandra Dutton
La libera Alexandra (Julia
Schlaepfer) era in Africa per celebrare il suo imminente
matrimonio con il figlio del conte di Sussex, prima di cadere tra
le braccia di Spencer Dutton. Sebbene il loro corteggiamento fosse
tutt’altro che tipico per un aristocratico britannico (leopardi
furtivi, rimorchiatori che affondano e squali affamati tendono a
farlo), la coppia si sposò comunque mentre era in viaggio verso
l’America per ricongiungersi alla famiglia di Spencer nel Montana.
Sebbene siano stati separati con la forza dopo che Spencer ha
ucciso la sua ex fidanzata in un duello, lo show ha lasciato
intendere che lei potrebbe essere incinta, alimentando le
speculazioni che Alex potrebbe essere la futura nonna di John
Dutton III.
Jacob Dutton
Fratello di James Dutton, Jacob
(Harrison
Ford) divenne il patriarca della famiglia al posto del
fratello all’inizio del 1900. Sposato con Cara, lavorava nella
fattoria dei Dutton insieme al nipote John Sr. e al pronipote
Jack.
Cara Dutton
Moglie di Jacob Dutton, Cara
(Helen
Mirren) era la matriarca della famiglia Dutton
nel 1923. Cara, anche lei immigrata, si trovò a
dover affrontare altri allevatori e pastori mentre sostituiva il
marito ferito nella commissione per il bestiame, e fece da
capofamiglia in tempi difficili.
Yellowstone
John Dutton II
Il secondo John della famiglia,
sarebbe poi diventato il padre di John Dutton
III e il nonno di Lee, Jamie, Beth e Kayce
Dutton. Ancora oggi, l’identità dei suoi genitori rimane uno
dei più grandi misteri dell’universo di Yellowstone,
anche se sappiamo che era un discendente diretto di James e
Margaret Dutton, vissuti nel 1883.
John Dutton III
Nessuno nella famiglia Dutton ha
preso più seriamente il proprio dovere verso la terra di John
(Kevin
Costner), ex proprietario del Yellowstone Dutton
Ranch, il più grande ranch contiguo degli Stati Uniti. Uomo ricco,
potente e intransigente, John viveva secondo il proprio codice
morale, a volte aggirando la legge, a volte ignorandola
completamente per raggiungere i propri scopi, una prospettiva resa
ancora più complicata quando divenne governatore del Montana. John
aveva un rapporto complicato con i suoi figli, Lee, Jamie, Beth e
Kacey, ora deceduti, ma adorava suo nipote Tate.
Dopo l’uscita
di Costner tra la prima e la seconda metà della quinta
stagione, John è stato eliminato dalla serie, essendo stato ucciso
da un sicario ingaggiato da Jamie e dalla sua amante Sarah Atwood.
La scena è stata messa in scena per far sembrare che la morte fosse
autoinflitta.
Evelyn Dutton
Forse il grande amore della vita di
John Dutton, sua moglie Evelyn (Gretchen Mol) morì
in un incidente a cavallo quando i suoi figli erano piccoli. Sia
Beth che Kayce erano con lei al momento dell’incidente, e ognuna
portò il proprio trauma legato all’evento, con Beth in particolare
che si sentiva in colpa per la morte della madre.
Lee Dutton
Il mondo
di Yellowstone avrebbe potuto essere molto diverso
se non fosse stato per la morte del figlio maggiore di John ed
Evelyn, Lee (Dave Annable). Essendo il primogenito, era Lee che
John aveva pianificato di lasciare il ranch, ma in una scaramuccia
per il bestiame rubato, Lee fu ucciso, dando il via a una
complicata questione di eredità per i suoi fratelli rimasti.
Jamie Dutton
La pecora nera della famiglia
Dutton, Jamie (Wes Bentley), è combattuto tra il
risentimento e il rispetto per suo padre, John. Avendo trascorso
gran parte della sua vita alla disperata ricerca di approvazione,
l’avvocato Jamie si è schierato e ha tradito a intermittenza gli
obiettivi della sua famiglia e mantiene un rapporto profondamente
conflittuale con sua sorella Beth. Da adulto, scopre
accidentalmente di non essere un membro biologico della famiglia
Dutton, essendo stato adottato da John ed Evelyn quando il suo
padre biologico fu imprigionato per aver ucciso la madre di Jamie
quando lui era ancora un neonato. Ha un figlio in comune con
Christina, ex collaboratrice elettorale e sua ex fidanzata.
Sebbene non siano stati ancora
rivelati tutti i dettagli, nella quinta stagione Jamie inizia una
relazione con Sarah Atwood, consulente della società Market
Equities, da tempo avversaria dei Dutton. Jamie ha accennato
all’idea di far uccidere sua sorella Beth, ma in seguito è stato
rivelato che lui e la Atwood hanno invece fatto uccidere suo padre,
John Dutton.
Christina
La madre del figlio di Jamie,
Christina (Katherine Cunningham), incontrò Jamie mentre lavorava
alla sua campagna per il procuratore generale dello stato. In
seguito si unì al padre biologico di Jamie, Garrett Randall, per
incoraggiare Jamie a lavorare contro i Dutton.
James Dutton (II)
Qualche tempo dopo che Christina
aveva concluso la sua relazione con Jamie, diede alla luce un
bambino. Durante la quinta stagione della serie, viene rivelato che
il bambino è stato chiamato come suo padre, anche se inizialmente
non era chiaro se il suo nome fosse James o Jamie. Verso la fine
della quinta stagione, è stato finalmente rivelato che il suo nome
è James.
Beth Dutton
Unica figlia di John Dutton, Beth
(Kelly
Reilly) ha la reputazione di essere implacabile e
spietata, sia negli affari che nella vita privata. Ciononostante,
Beth ha un lato segreto più tenero, che si rivela solo nella sua
incrollabile dedizione a suo padre e nel suo amore pluridecennale
per suo marito Rip. Beth è lo squalo aziendale della famiglia, che
si scontra con interessi commerciali che minacciano la terra dei
Dutton, anche se lei stessa non sente alcun legame speciale con il
ranch.
Prova un odio particolare per Jamie,
che le ha causato una sterilizzazione involontaria da adolescente,
e ha giurato di rovinare ogni parvenza di felicità nella sua vita.
Beth ha subito creduto che Jamie fosse dietro la morte del padre
nella quinta stagione e ha iniziato a lavorare per vendicarsi.
Rip Wheeler
Il braccio destro di lunga data di
John Dutton, Rip (Cole Hauser) è arrivato al ranch Dutton di
Yellowstone da adolescente ribelle. In fuga dopo aver ucciso l’uomo
che aveva assassinato la sua famiglia, Rip fu preso sotto l’ala di
John e divenne fortemente devoto a lui, accettando anche i lavori
più sgradevoli e segreti. Forse l’unica competizione con John per
la lealtà di Rip è la sua devozione a Beth. Anche se si sono
innamorati da adolescenti, ci sono voluti decenni prima che
avessero una vera relazione, combattendo contro i loro demoni
comuni e alla fine sposandosi.
Kayce Dutton
Il più giovane dei fratelli Dutton,
l’ex Navy SEAL Kayce (Luke Grimes) ha ereditato il temperamento
focoso della sua famiglia. Aveva un rapporto conflittuale con suo
padre, John, anche se condividevano l’amore per l’allevamento e la
terra. Sono stati separati per molti anni, in parte a causa della
relazione di Kayce con sua moglie Monica e della sua decisione di
non lasciare che suo figlio Tate si avvicinasse al resto della
famiglia. Sebbene sia tornato nella famiglia Dutton, Kayce non si
sente a suo agio nella sua posizione, dubitando di poter mantenere
il ranch e il proprio matrimonio.
Monica Dutton
Indipendente e attenta alla
giustizia, Monica (Kelsey Asbille) non è mai una che si tira
indietro di fronte a ciò che ritiene giusto, anche se questo
significa andare controcorrente. Cresciuta nella riserva di Broken
Rock, Monica ha lavorato come insegnante sia nella riserva che
all’università statale. Spesso diffida della famiglia Dutton, che
considera un’influenza potenzialmente pericolosa per lei e per il
figlio di Kayce, Tate. Nella quinta stagione della serie, ha perso
il figlio non ancora nato in un incidente d’auto mentre andava in
ospedale per partorire.
Tate Dutton
Figlio di Kayce e Monica,
l’entusiasta Tate (Brecken Merrill) ha meno esitazioni dei suoi
genitori riguardo ai parenti Dutton. Sebbene abbia subito un trauma
a causa del suo legame con la famiglia, essendo stato rapito a
causa loro, sembra comunque amare il ranch e soprattutto i cavalli.
Andava d’accordo con suo nonno, John, che vedeva in Tate il futuro
del ranch.
Heretic, al cinema
dal 27 febbraio con Eagle Pictures, segna il
debutto ufficiale di Hugh
Grant nell’horror, un genere che sembra sposarsi alla
perfezione con la sua consueta sfacciataggine che, ormai lo abbiamo
capito, è capace di declinare ben oltre le faccette corrucciate
nelle commedie romantiche. Heretic beneficia prima di tutto di una
raffinata interpretazione dell’attore britannico, che ne
costituisce la principale ragione del successo, sulla scia del
quale arriva da noi in Italia. Un thriller psicologico inquietante
e verboso con una svolta horror, Heretic è diretto da Scott Beck e
Bryan Woods, gli stessi di A Quiet Place.
La storia di Heretic
La trama ruota attorno a
due giovani missionarie mormoni, interpretate da Sophie Thatcher e
Chloe East, che durante la loro attività porta a porta si imbattono
in Mr. Reed, un uomo enigmatico e affabile interpretato da Grant.
Reed le accoglie con un’insolita ospitalità, invitandole a entrare
nella sua casa remota e architettonicamente bizzarra, dove si
dipana un gioco dialettico sulla fede, il dubbio e la
manipolazione. Quella che inizia come una discussione teologica si
trasforma rapidamente in un’esperienza claustrofobica e minacciosa,
mettendo alla prova non solo le convinzioni religiose delle due
giovani donne, ma anche il loro istinto di sopravvivenza.
Grant regala
un’interpretazione magnetica e sinistra, mescolando il suo consueto
charme britannico con un’inquietante insistenza filosofica. Il suo
Mr. Reed è un uomo colto e vanitoso, con un’inquietante ossessione
per la religione e il potere della credenza. Con il suo tipico
sorriso malizioso e lo sguardo allusivo, Grant conferisce al
personaggio una profondità che va oltre il semplice antagonista: è
un uomo che si nutre delle incertezze altrui, un predatore
psicologico che utilizza la logica e la retorica come armi
letali.
Le giovani protagoniste,
in particolare Chloe East nei panni della ingenua Sister Paxton,
sono perfettamente in sintonia con l’atmosfera di crescente
tensione del film. Sister
Paxton, con la sua ingenuità e il suo fervore religioso, è il
perfetto contrappunto all’arguta e più disillusa Sister Barnes
(Sophie Thatcher). La loro dinamica è costruita con sottigliezza e
realismo, permettendo al film di esplorare in modo convincente la
vulnerabilità della fede di fronte alla manipolazione.
Uno stimolo
intellettuale e primordiale
Uno degli elementi più
affascinanti di Heretic è la sua capacità di fondere orrore e
filosofia in un thriller che stimola sia l’istinto primordiale
della paura che la riflessione intellettuale. Il film si
interroga sulle fondamenta della fede e sulla facilità con cui
l’essere umano può essere condotto a credere in qualcosa sulla base
di una narrazione persuasiva. Mr. Reed mette costantemente in
discussione le certezze delle due protagoniste, portandole a
dubitare non solo della loro missione, ma anche della realtà
stessa. Un gioco di potere sottile e perverso.
Dal punto di vista
tecnico, il film si fregia della preziosa fotografia di
Chung-hoon Chung (“Oldboy”, “The Handmaiden”), che
trasforma l’interno della casa di Mr. Reed in un labirinto di
angoli bui e ombre minacciose. La regia di Beck e Woods è serrata,
con inquadrature ravvicinate che enfatizzano la crescente
claustrofobia della narrazione. Il loro uso del sonoro è
altrettanto efficace: il ticchettio di un orologio, il crepitio di
un pavimento di legno, il suono soffocato della torta ai mirtilli
che cuoce in forno diventano strumenti di tensione crescente.
Se però la prima metà è
costruita magistralmente con un ritmo implacabile, la seconda parte
perde un po’ della sua potenza quando la tensione psicologica deve
necessariamente sfociare in un’azione più concreta, svelando il
mistero. Alcune scelte narrative nell’atto finale possono apparire
forzate o meno incisive rispetto alla premessa iniziale, ma non
abbastanza da compromettere il film nel suo insieme.
Heretic è un horror avvincente e una
riflessione sulla fede, il dubbio e il bisogno umano di trovare
risposte nell’ignoto. Con una sceneggiatura intelligente, una regia
coinvolgente e una performance di Hugh Grant tra le migliori della
sua carriera recente, il film si distingue come uno dei
thriller psicologici più intriganti dell’anno.
Bridget Jones è
tornata.
Ma questa volta, l’eroina goffa e irresistibile che ha fatto
innamorare generazioni di spettatori è cambiata, e con lei anche la
sua storia. Bridget
Jones: Un amore di ragazzo,
quarto capitolo della saga con Renée
Zellweger,
segna una svolta più matura e riflessiva rispetto ai film
precedenti, affrontando temi di perdita, crescita e nuove
opportunità con un tono più intimo e profondo. Il miglior sequel
del franchise senza ombra di dubbio.
Diretto da
Michael Morris (To
Leslie, Better Call
Saul),
il film riprende la vita di Bridget dopo una tragedia inaspettata:
la morte del suo grande amore, Mark Darcy (Colin
Firth),
avvenuta quattro anni prima durante una missione umanitaria in
Sudan. Ora, Bridget è una madre single, alle prese con la crescita
di Billy (9 anni) e Mabel (4 anni), mentre cerca di ritrovare un
equilibrio tra famiglia, lavoro e – su pressione della sua
inseparabile “Famiglia Urbana” – una vita sentimentale che sembra
sempre più difficile da ricostruire.
Se nei capitoli precedenti Bridget era la regina delle disavventure
romantiche, qui la ritroviamo più consapevole e presente a sé
stessa. Non è più solo la single impacciata che inciampa nelle
proprie insicurezze, ma una donna che ha attraversato il dolore e
sta imparando a rimettersi in gioco. Non mancano quindi le
situazioni imbarazzanti, marchi di fabbrica del personaggio, ma il
cuore della storia è diverso: meno frivolo, più emotivo.
La nuova vita (e gli
amori) di Bridget Jones
Oltre al supporto dei
suoi amici storici – Shazzer, Jude, Tom e la collega Miranda – e
alla presenza sempre pungente della madre (Gemma
Jones) e della ginecologa Dr. Rawlings (Emma
Thompson, guru meravigliosa e insostituibile,
che ha esordito nel terzo film), Bridget si trova divisa tra due
uomini. Da un lato, il giovane e affascinante ragazzo conosciuto su
un’app di incontri (Leo
Woodall, rivelazione di The White
Lotus), che le offre leggerezza e passione, ma anche una
differenza d’età importante, che grava sulla proiezione futura di
una vita insieme. Dall’altro, il severo e razionale professore di
scienze di suo figlio, interpretato da Chiwetel
Ejiofor, che rappresenta una presenza stabile ma anche
una sfida emotiva per la protagonista, oltre a essere una figura
molto legata al suo primogenito che lei non vorrebbe mai
compromettere.
E poi c’è Daniel Cleaver.
Il ritorno di Hugh
Grant,
dopo l’assenza nel terzo capitolo, è una delle sorprese più
riuscite del film. Il suo personaggio, sempre cinico e seducente,
mostra inaspettati momenti di tenerezza, in una dinamica che non è
più solo quella dello storico “stronzo affascinante”, ma di
qualcuno che, come Bridget, è cambiato con il tempo. Il loro
rapporto è uno degli elementi di maggiore piacere dell’intero
film.
Una storia di
rinascita
Il merito della
sceneggiatura – scritta da Helen Fielding con il contributo di Abi
Morgan e Dan Mazer – è quello di saper dosare il classico umorismo
della saga con una riflessione più ampia sulla crescita e sulle
seconde possibilità. Se Bridget Jones’s Baby aveva
cercato di portare avanti la storia del personaggio facendo leva
sulla “fretta biologica” di avere un figlio, questo nuovo capitolo
sceglie la strada opposta: affronta il passare del tempo con
delicatezza e intelligenza, mettendo al centro il tema della
resilienza.
La regia di Michael
Morris si distingue per un tocco più intimo e meno patinato
rispetto ai precedenti film, concentrandosi sulle emozioni
autentiche dei personaggi. Le scene con Billy, in particolare, sono
tra le più toccanti: il rapporto tra madre e figlio è reso con una
dolcezza che aggiunge profondità al film, mostrando come Bridget
non sia più solo una donna alla ricerca dell’amore, ma ormai una
madre che si preoccupa di proteggere il proprio bambino dal dolore
della perdita e fa quello che può, come tutti. Ancora una volta la
protagonista è specchio di tante imperfette realtà.
Renée Zellweger e il
ritorno di un’icona
Renée
Zellweger, due volte premio Oscar, dimostra ancora una
volta perché Bridget Jones sia il ruolo più iconico della sua
carriera. La sua interpretazione riesce a catturare con naturalezza
tutte le sfumature della protagonista: dalla goffaggine che l’ha
resa celebre alla malinconia di chi ha perso qualcosa di prezioso,
fino alla determinazione di chi non vuole arrendersi alla
solitudine. E sebbene il film sia più riflessivo, non manca lo
spirito ironico che ha reso celebre la saga. Le battute taglienti e
volgari, le situazioni surreali e i momenti di puro imbarazzo sono
ancora lì, ma con una consapevolezza diversa. Bridget non è più la
trentenne che cerca disperatamente l’amore: è una donna che ha
vissuto, che ha sofferto, ma che sa ancora lasciarsi sorprendere
dalla vita.
Il film non si limita a riproporre la solita commedia romantica, ma
racconta la crescita di una donna che ha fatto ridere e commuovere
milioni di spettatori, adattandola alla realtà di chi, nel
frattempo, è cresciuto con lei.
L’arte della gioia
è l’audace adattamento televisivo del romanzo postumo di
Goliarda Sapienza. Con la regia di
Valeria Golino (Euforia,Miele)
e una sceneggiatura realizzata in collaborazione con Luca
Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e
Stefano Sardo, il drama si fa portavoce di
un’epoca in cui le convenzioni venivano messe a nudo. Tecla
Insolia, nel ruolo di Modesta, incarna una giovane donna
spregiudicata, sensuale e coraggiosa, la cui figura trasgressiva
scuote i pilastri di un’Italia ancora legata a vecchie regole.
L’arte della gioia rappresenta
dunque anche una riscoperta del romanzo omonimo, scritto dalla
siciliana Goliarda Sapienza e completato nel 1976,
per essere pubblicato integralmente solo nel 1998, dopo la morte
dell’autrice.
Presentata in anteprima mondiale
alla 77ª edizione del Festival di
Cannes nel 2024, in occasione del centenario della scrittrice,
la produzione coinvolge attrici del calibro di Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca e un nutrito cast di
interpreti. Tra loro Guido Caprino, Alma Noce, Giovanni
Bagnasco e Giuseppe Spata.
La trama di L’arte della
gioia
Modesta nasce il 1° gennaio 1990 in
Sicilia, in una terra segnata dalla povertà. Fin da piccola, il suo
spirito si distingue per una curiosità inarrestabile e un desiderio
profondo di amore e libertà, qualità che la spingono a sfidare i
limiti imposti da una società patriarcale e rigida. Un tragico
evento familiare segna l’inizio di un percorso difficile e
trasformativo.
Privata dell’affetto, la giovane
trova rifugio in un convento, dove il sostegno della comunità
religiosa le offre un barlume di speranza e stabilità. In questo
ambiente, il suo ingegno e la determinazione non passano
inosservati: la Madre Superiora Leonora (Jasmine Trinca), si accorge del potenziale
nascosto in Modesta e decide di prenderla sotto la sua ala,
guidandola lungo un percorso di crescita e apprendimento che le
permetterà di confrontarsi con le sfide della vita in modo
consapevole.
Il destino la porta successivamente
a varcare la soglia della sontuosa villa della Principessa Gaia
Brandiforti (Valeria Bruni Tedeschi). In questo
contesto di potere e rigide convenzioni sociali, Modesta riesce a
ritagliarsi uno spazio sempre più importante, dimostrando la sua
capacità di navigare con astuzia tra le dinamiche di un ambiente
elitario. La sua evoluzione non è solo esteriore: attraversa un
profondo percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta
a esplorare e superare i limiti tra ciò che è considerato lecito e
ciò che non lo è. Tentando di riaffermare il suo diritto
inalienabile a vivere pienamente.
L’arte della gioia:
l’impalpabile
C’è un che di impalpabile ne
L’arte della gioia. Qualcosa di etereo, che sfugge
allo sguardo e alla comprensione. Lo si avverte immediatamente. A
partire da quella inquadratura in cui, all’interno del “primo atto”
della serie, Modesta cerca di afferrare Dio sfiorando il fascio di
luce che, attraverso la finestra, filtra nella sua stanza; e nel
farlo esce dal campo.
L’immagine, sembra suggerire fin da
subito Golino, non è forse in grado di contenere il racconto nella
sua interezza. Perché al di là di quanto è possibile intravedere
tra le pieghe di una narrazione che sceglie di alternare linearità
e rimosso, c’è un mondo quasi invisibile fatto di fuori campo e
segreti. Un “al di fuori” che, almeno inizialmente, preserva anche
la dimensione carnale della storia. Non per timore di mostrarla,
bensì per caricare l’erotismo di cui si fanno portavoce gesti e
gemiti che aleggiano nel convento come spettri. Avvicendandosi alla
violenza che, anch’essa di soppiatto, brucia con la medesima
intensità delle fiamme che distruggono la casa d’infanzia di
Modesta – prigione di abusi e umiliazioni che, alla stregua di
mitologiche creature, sembrano tuttavia risorgere dalle ceneri
della memoria.
Forze della natura
Abile nel dosare alcune soluzioni
sorrentiniane a intrighi e suggestioni di di matrice esterofila
(pensiamo alle atmosfere de Il
racconto dell’ancella e all’organizzazione delle Bene
Gesserit nell’universo di Dune: Prophecy), la regista semina nel
racconto il germe di una oscurità latente che assume però i
contorni di un desiderio di sopravvivenza e di una diversità
intrinseca. Nonché di una convinta affermazione di non appartenenza
a un mondo che frustra la passione di Modesta imponendole la gabbia
del dogma, dell’abito e del ruolo.
A prevalere è tuttavia la dimensione
privata di una storia che, lacerata da rotture della quarta parete
e ricordi, sfuma i contorni della vita della protagonista con
quelli delle indomabili forze della natura. Fino a confonderli
nella distesa d’acqua azzurra che, agognata fin dall’infanzia,
colma lo sguardo libero di una donna che è come il mare.
Inafferrabile e incontenibile.
La serie antologica dark comedy di
Mike White, The
White Lotus, è tornata per la sua trionfale
terza stagione all’inizio del 2025 ed è già stata rinnovata per
una quarta stagione. In onda dal 2021, ogni stagione della serie è
ambientata in una delle località della catena di resort che dà il
titolo alla serie, con panorami meravigliosi ed esotici che fanno
da sfondo alla trama. La parte davvero importante sono i personaggi
che trascorrono le vacanze nel resort e i dipendenti che vi
lavorano, le cui vite complicate (e talvolta anche il loro sangue)
vengono messe a nudo davanti a tutti in colpi di scena sempre più
scioccanti.
La terza stagione trasferisce
l’antologia in Thailandia e presenta un nuovo gruppo di viaggiatori
disparati, ognuno con le proprie storie oscure da raccontare.
Inoltre, il cast di The White Lotus diventa sempre
più stellato con ogni stagione che passa, come dimostrano i nomi di
prim’ordine presenti nella terza stagione. Con una serie di premi
al suo attivo e un pubblico enorme su Max, sembra che The White
Lotus sia destinato a rimanere in onda ancora per molto tempo.
A dimostrazione della fiducia della rete nella creazione di Mike
White, Max ha rapidamente rinnovato la serie per una quarta
stagione.
Ultime notizie su The White
Lotus – stagione 4
Rivelata la location della
stagione 4
Con la terza stagione conclusa, le
ultime notizie arrivano sotto forma di un indizio sulla location
della quarta stagione di The White Lotus. Senza confermare
apertamente un’ambientazione precisa, il creatore della serie Mike
White ha anticipato che la quarta stagione si allontanerà da ciò
che si è visto nelle puntate precedenti. “Voglio allontanarmi
un po’ dalle onde che si infrangono sulle rocce”, ha detto
White, suggerendo che la prossima volta non ci sarà una
location sul mare. Questo non restringe molto il campo, ma apre la
porta a nuove idee.
Una location innevata è stata in
gran parte esclusa negli aggiornamenti precedenti, ma sono
sempre possibili luoghi più aridi. Il turismo è un business davvero
internazionale e la catena di resort White Lotus potrebbe essere
presente in ogni parte del mondo. Tuttavia, i commenti di White
sono interessanti perché collega l’oceano al simbolismo delle varie
stagioni.
Leggi qui i commenti completi di
Mike White:
“Per la quarta stagione, vorrei
allontanarmi un po’ dalle onde che si infrangono sulle rocce, ma
c’è sempre spazio per altri omicidi negli hotel White
Lotus”.
La quarta stagione di The
White Lotus è confermata
Con una mossa che non ha
sorpreso quasi nessuno,Max ha deciso di rinnovare The White
Lotus per una quarta stagionecirca un mese prima della
premiere della terza stagione. Sebbenei rinnovi
anticipati siano ancora eccezionalmente rari nell’era dello
streaming, la popolarità travolgente e il successo di
critica di The White Lotus lo rendono una delle grandi eccezioni
alla regola. Non è chiaro il motivo esatto per cui Max abbia deciso
di annunciare il rinnovo così presto, ma potrebbe contribuire ad
attirare un pubblico ancora più vasto alla terza stagione, dato che
ora è garantito che ci sarà almeno un altro episodio.
Non è certo se la quarta
stagione arriverà nel 2026 o più tardi.
Per quanto riguarda la data in
cui gli spettatori potranno effettivamente vedere la quarta
stagione sul piccolo schermo, è difficile da prevedere. La prima e
la seconda stagione sono state trasmesse a cadenza annuale (nel
2021 e nel 2022), maci sono voluti più di due anni
perché la terza stagione vedesse la luce. Sebbene gran
parte di questo ritardo possa essere attribuitoagli
scioperi di Hollywood del 2023che hanno paralizzato
l’industria per gran parte dell’anno, ci è voluto comunque più di
un anno dopo la risoluzione degli scioperi per tornare alla
normalità. Detto questo, non è certo se la quarta stagione arriverà
nel 2026 o più tardi.
The White Lotus stagione 3 è
stata trasmessa per la prima volta il 16 febbraio 2025.
Dettagli sulla trama della
quarta stagione di The White Lotus
Sebbenesia
impossibile indovinare esattamente cosa succederà nella quarta
stagione di The White Lotus, è possibile fare delle
ipotesi sui temi della stagione. Una delle cose che rende la serie
così brillante è che mette senza pietà alla berlina le questioni di
classe, dando però a ogni personaggio il giusto peso. A differenza
di altre serie e film che distruggono i ricchi, The White Lotus li
infonde di un’umanità con cui è facile identificarsi, aggiungendo
così un livello di interesse in più. Poiché ogni stagione esplora
essenzialmente idee simili, ci si aspetta che anche la quarta
stagione faccia lo stesso.
qualcuno o addirittura un
gruppo di persone non tornerà vivo dalla vacanza.
L’ambientazione della quarta
stagione sarà fondamentale per spiegare cosa succederà,
poiché spesso è proprio il contesto a determinare il tipo di
vacanzieri che soggiornano in quella località del White Lotus.
Indipendentemente dai dettagli, qualcuno o addirittura un gruppo di
persone non tornerà vivo dalla vacanza. Questo colpo di scena
aggiunge un ulteriore livello di intrigo alla commedia dark, eThe White Lotusnon ha paura di uccidere nessuno
dei personaggi della stagione.
Nella terza
stagione, Reacher elabora un piano complicato per
infiltrarsi nell’operazione di Beck, sospetto
trafficante di droga, che diventa tanto più complesso quanto più si
approfondisce. La terza stagione adatta Persuader, il
settimo romanzo della serie dell’autore Lee
Child e la storia inizia seriamente
quando Reacher (Alan
Ritchson) scorge per strada un vecchio nemico che pensava
di aver ucciso anni prima, il che porta alcuni agenti della DEA a
reclutarlo per una pericolosa missione sotto copertura che
coinvolge l’importatore di tappeti Zack
Beck (Anthony Michael Hall).
La première della terza stagione
di Reacher si apre dunque con il
protagonista che salva il figlio di
Beck, Richard (Johnny
Berchtold), da un tentativo di rapimento e si ritrova
nella proprietà di Beck. I primi tre episodi rimangono fedeli al
romanzo, dove il protagonista deve improvvisare e superare i suoi
nuovi datori di lavoro mentre il piano affrettato che ha ideato con
l’agente della DEA Duffy (Sonya
Cassidy) si dipana lentamente intorno a loro. L’obiettivo
è dunque quello di infiltrarsi negli affari di Beck è però in
contrasto con quello di Duffy: lei vuole salvare un’informatrice
scomparsa, mentre Reacher vuole solo
uccidere Quinn (Brian
Tee) una volta per tutte.
Come Reacher e gli agenti della DEA
hanno inscenato il tentativo di rapimento del figlio di Beck
Il rapimento che apre la terza
stagione di Reacher è tratto
direttamente da Persuader: l’antieroe di Ritchson
“salva” Richard da un rapimento e lo riporta da Beck. I fan della
serie potrebbero subito sospettare che ci sia qualcosa di strano,
come la probabilità che Reacher si imbatta in un rapimento e porti
con sé una grossa magnum. Questo perché il rapimento di Richard era
in realtà un elaborato stratagemma per far entrare il protagonista
nella villa di Beck, e l’episodio racconta di come Reacher, Duffy e
gli altri agenti della DEA abbiano organizzato il rapimento passo
dopo passo.
Reacher deve sparare sia con
munizioni vere che a salve, con cartucce per simulare gli spari.
Devono simulare la morte della guardia del corpo di Richard
lanciando una granata nella sua auto, che in realtà è una flashbang
progettata per stordire. Reacher è anche consapevole di dover
eliminare l’opzione di portare Richard alla polizia, quindi fa
credere di aver ucciso un poliziotto per sbaglio durante la
sparatoria; in realtà, l’agente della
DEA Villanueva (Roberto
Montesinos) è stato imbottito di squibs per simulare
questo effetto.
In sostanza, si tratta di un piano
folle che non accadrebbe mai nella realtà, ma che è in qualche modo
accettabile in questo contesto. La cosa funziona anche a loro
favore: Beck è talmente grato a Reacher da offrirgli un lavoro e
una nuova casa. Tuttavia, proprio come pensava Reacher, c’erano
delle falle nel piano a cui non avevano pensato, che causano grossi
problemi negli episodi successivi.
La verità sulla missione sotto
copertura
L’agente Duffy è l’ultimo interesse
amoroso di Reacher ed è lei che lo recluta per andare sotto
copertura con Beck. Come per Reacher, anche per lei la missione è
personale. Ha infatti inviato un’informatrice confidenziale di
nome Teresa sotto copertura all’interno
dell’operazione di Beck, che poi è scomparsa. Sebbene l’operazione
sia finalizzata a distruggere Beck e il suo misterioso datore di
lavoro, l’obiettivo principale di Duffy è salvare Teresa. Proprio
come in Persuader, la terza stagione svelerà questo
mistero. Reacher trova l’orecchino di Teresa in una cella del
complesso di Beck, a riprova della sua presenza, ma non sa se sia
viva o morta.
Reacher vuole invece trovare Quinn e
ucciderlo una volta per tutte. Quinn faceva parte dei servizi
segreti militari durante il periodo in cui Reacher lavorava con i
110° Investigatori Speciali ed era sospettato di aver venduto
informazioni riservate; Reacher reclutò una giovane e brillante
sergente di nome Kohl (Mariah
Robinson) per indagare sul caso insieme a lui. I due
stringono una stretta amicizia lavorando insieme e alla fine
Reacher la incarica di arrestare Quinn.
Tragicamente, Quinn ha però la
meglio e Reacher scopre in seguito il corpo gravemente mutilato di
Kohl nella casa di Quinn. Nel libro, questo lo porta a rintracciare
Quinn e a sparargli in testa, cosa a cui l’agente disonesto riesce
però a sopravvivere. Il terzo episodio della terza stagione,
“Numero 2 con una pallottola”, ha confermato che Quinn è
il capo di Beck e che in precedenza aveva fatto rapire, torturare e
tagliare l’orecchio a suo figlio Richard in un gioco di potere per
impadronirsi degli affari di Beck.
Come Reacher copre i suoi omicidi e
prende il posto di Duke
Nel secondo e terzo episodio della
terza stagione di Reacher, il personaggio
diventa quindi un tirapiedi di Beck. Gli vengono affidati vari
compiti noiosi, come guidare un camion o scortare il figlio di Beck
in città, ma il capo della sicurezza di
Beck, Duke (Donald
Sales), che in realtà lavora per Quinn, tiene Reacher
fuori dal giro degli affari interni. Reacher decide che, per
portare a termine la sua missione, deve dunque prendere il posto di
Duke come capo della sicurezza di Beck.
Prima di arrivare a questo punto, il
secondo episodio “Truckin‘” vede Reacher in coppia con un
criminale soprannominato Angel
Doll (Manuel Rodriguez-Saenz) per
identificare il camion guidato dal presunto rapitore. Beck sospetta
che il tentativo di rapimento provenga da una banda rivale, quindi
Angel Doll e Duke indagano su questa possibilità. Purtroppo Reacher
non è l’attore più convincente, quindi quando Angel Doll ispeziona
il veicolo distrutto, nota dei buchi nella storia di Reacher.
Quando affronta l’antieroe di Ritchson alla fine dell’episodio,
Reacher decide che sarebbe più facile uccidere Angel Doll per
eliminarlo come minaccia.
L’episodio 3 prevede che il
protagonista esca di nascosto dal complesso di Beck per ripulire il
casino che ha fatto con Angel Doll, solo che lui e Duffy vengono
attaccati da due camionisti che si imbattono nella scena. Dopo aver
ucciso anche loro, Reacher e Duffy nascondono i loro corpi in
container vuoti, mentre Duffy entra nelle e-mail di Angel Doll per
rintracciare le sue attività precedenti. Le fa poi inviare
un’e-mail da Angel Doll a Duke, affermando di sapere dove si
nascondono i rapitori.
Si tratta di una trappola tesa dal
protagonista per mettere alle strette Duke e, una volta entrati,
punta la pistola contro il capo della sicurezza di Beck. Duke si
rifiuta di spifferare tutto e sostiene che egli è uno sprovveduto,
dato che aveva avuto l’impressione che lui sia della DEA. Reacher
lo uccide con un colpo alla testa. Poi spara alla casa per
convincere Beck che è appena avvenuto un furioso scontro a fuoco,
prima di farla saltare in aria per eliminare tutte le prove.
Consegna poi anche la pistola di Angel Doll a Beck, che ritiene che
il primo lo abbia venduto a una banda rivale.
Reacher diventa il braccio destro
di Beck
La rapida scalata di Reacher
all’interno dell’operazione di Beck è fenomenale, ma è molto
mirata. Con Duke
e Paulie (Olivier
Richters) che sospettano profondamente di lui e il tempo
potenzialmente a disposizione di Teresa che sta per scadere, ha
bisogno di conoscere rapidamente i dettagli dell’operazione di
Beck. L’unico modo per farlo è togliere di mezzo Duke e, poiché
Beck è a corto di uomini, Reacher è l’unica vera scelta per
sostituirlo.
La morte di Duke assicura quindi al
protagonista la promozione che cercava, e nei prossimi episodi si
vedrà come si comporterà in questo ruolo. Non ha ancora incontrato
Quinn, ma dato che quest’ultimo è sopravvissuto a malapena a un
colpo alla testa, è possibile che non ricordi nulla del suo nemico.
In ogni caso, con l’inevitabile scontro tra Reacher e Paulie
all’orizzonte, le cose potrebbero farsi più intense nella serie di
Amazon.g
Jack Reacher è tornato, duro e
carico di umorismo come al solito. La terza stagione di
Reacher, basata sul settimo romanzo della saga di
Lee Child, Persuader (in Italia
noto come La vittima designata), riporta in primo piano
l’azione intensa, l’intrigo investigativo ma anche il forte
umorismo che hanno reso tanto amate anche la
Stagione 1 e la
Stagione 2. Alan
Ritchson torna dunque a vestire i panni dell’ex
maggiore della polizia militare con una performance che unisce
forza fisica e introspezione, consolidando ulteriormente la sua
interpretazione del personaggio.
La nuova stagione, però, introduce
anche significative novità, a partire da un maggior legame con il
passato di Jack Reacher, qui incarnato da uno dei nemici più
celebri del personaggio. Si costruisce così una stagione che
ragiona in modo approfondito sui traumi irrisolti del passato ma
anche sulla genitorialità, con Reacher che diventa sempre più una
figura da mentore. Il risultato, dunque, è un altro convincente
tassello nella narrazione seriale che Prime Video sta costruendo dell’eroe di
Child.
La trama di Reacher –
Stagione 3
La trama di questa terza stagione si
sviluppa attorno a un’operazione sotto copertura orchestrata dalla
DEA, in cui Reacher si infiltra nella vita di Zachary
Beck (Anthony Michael Hall), un
imprenditore sospettato di traffico di droga. Beck gestisce infatti
un’azienda di importazione di tappeti che funge da copertura per
attività illecite. Reacher gli si avvicina grazie ad un inganno che
ha coinvolto il figlio Richard e da lì entra a far parte del suo
team di protettori. La missione si complica però ulteriormente
quando Reacher scopre che dietro le attività di Beck si cela un
nemico del suo passato, ritenuto morto, che riemerge con intenzioni
vendicative.
Quando ritroviamo Reacher in questa
terza stagione è come sempre in movimento da un luogo ad un altro.
Eterno vagabondo, egli non può però fare a meno di attirare i guai,
anche se il suo coinvolgimento in essi significa avere la certezza
che la persona giusta è sul luogo per risolverli. Questa volta,
però, Reacher deve giocare ancor di più d’astuzia, guadagnandosi la
fiducia dei cattivi per un’operazione quanto mai delicata. Una
situazione accentuata dal ritmo serrato, dal continuo alternarsi di
momenti di tensione e sequenze d’azione coreografate fino
all’ultimo dettaglio.
Sebbene sia infatti una stagione che
punta prevalentemente sul Reacher investigatore che non su quello
del super soldato, le due cose sono in fin dei conti inscindibili
ed ecco dunque che anche la terza stagione si dota di grandi
esplosioni di violenza, colpi di scena e combattimenti attesi sin
dal primo episodio. Su tutti, quello con il mastodontico
Paulie (interpretato da Olivier
Richters). La resa dei conti tra loro culmina infatti in
una sequenza di combattimento di circa 14 minuti, girata con grande
realismo e intensità.
Momenti come questi consentono a
questa terza stagione di garantirsi quel tasso di adrenalina che ha
conquistato sin da subito gli spettatori e continua a tenerli
interessati a questa serie. Ma Reacher non è solo
botte da orbi, come si diceva, con sceneggiatura firmata da
Nick Santora che accompagna adeguatamente gli
spettatori attraverso l’indagine del protagonista, fornendo indizi,
tracce e prove a partire dalle quali si è attivamente chiamati a
cercare di risolvere il mistero insieme al protagonista. Ancora una
volta, dunque, Reacher dimostra di sapere come far
sentire coinvolto il suo pubblico.
Una terza stagione che riconferma
il valore della serie
La stagione si distingue però anche
per l’approfondimento dei personaggi secondari. Frances
Neagley, interpretata da Maria Sten,
assume infatti un ruolo più centrale, tornando a ricoprire il suo
ruolo di confidente e alleata di Reacher, ma trovando spazio anche
per una sua maggiore caratterizzazione psicologica. La sua
presenza, non prevista nel romanzo originale, è infatti stata
introdotta per offrire un contrappunto alle riflessioni interiori
del protagonista, rendendo più dinamica la narrazione. Anche
Sonya Cassidy, nel ruolo dell’agente della DEA
Susan Duffy, contribuisce a delineare un quadro più complesso delle
forze in gioco, sostenendo anche l’elemento romantico di questa
stagione.
Loro due, ma anche gli altri
co-protagonisti di questa stagione, permettono dunque con il loro
contributo di far spiccare ulteriormente Alan
Ritchson nei panni di Reacher. Ormai sempre più padrone
del ruolo, dei suoi temi, della sua comicità ma anche della sua
presenza scenica, l’attore si conferma come l’interprete giusto per
il ruolo, divenendo ormai a tutti gli effetti uno degli elementi
per cui vale la pena di seguire la serie. Con una
quarta stagione già confermata, la terza di
Reacher rappresenta dunque un ulteriore passo
avanti, recuperando l’efficacia narrativa e l’intensità emotiva che
avevano caratterizzato le precedenti due.
La serie d’azione di Prime VideoReacherè uno dei successi più esplosivi della TV e ora è
stata rinnovata per una quarta stagione in arrivo. In uscita nel
2022 (basata sulla serie di romanzi di Lee Child), Reacher
segue il personaggio principale, un ex ufficiale militare che ora
vive una vita nomade, che spesso si ritrova a combattere pericolose
organizzazioni criminali e a svelare complotti mortali in tutti gli
Stati Uniti. I libri di Child offrono una ricchezza di storie
emozionanti di Jack Reacher da esplorare, ed è chiaro che la serie
originale di Amazon Prime Video ha fatto centro con Alan Ritchson
nel ruolo dell’eroe omonimo.
La terza stagione adatta il libro di
Child Persuader e vede il gigante geniale alle prese con
un’organizzazione criminale. Mentre cerca di smantellare la banda
malvagia, Reacher si fa strada a pugni tra una serie di scagnozzi e
scopre segreti che vanno ben oltre la semplice attività criminale.
Con una serie di avventure tipiche di Reacher ancora da adattare,
il colosso Prime Video potrebbe continuare a imperversare per
diverse altre stagioni, e la piattaforma di streaming ha già
ordinato la quarta stagione. Questo rinnovo anticipato è un buon
segno che Jack Reacher tornerà con casi ancora più emozionanti nei
prossimi anni.
Ultime notizie suReacher
– Stagione 4
Lee Child offre un aggiornamento
sulla produzione
A poche settimane dal debutto della
terza stagione, le ultime notizie confermano
quando inizieranno le riprese della quarta stagione di
Reacher. L’aggiornamento arriva direttamente da Lee
Child, che ha parlato apertamente della timeline di Reacher
per il 2025. “Le riprese inizieranno in estate”, ha detto
Child, dopo aver rivelato che le sceneggiature sono già state
scritte. Con le riprese previste per l’estate, è probabile che la
serie tornerà all’inizio del 2026.
La quarta stagione di Reacher è
confermata
Prime Video rinnova Reacher in
anticipo
Con la notizia diffusa diversi mesi
prima della premiere della terza stagione, nell’ottobre 2024 è
stato confermato che la quarta stagione di Reacher è stata
rinnovata.
La decisione di rinnovare la serie
in anticipo è arrivata senza quasi nessun dettaglio sulla quarta
stagione, ma questo è probabilmente dovuto al desiderio di evitare
spoiler sulla terza stagione. Questa decisione non è insolita per
Reacher, e anche la terza stagione è stata sviluppata in fretta per
sfruttare il grande successo della seconda.
Reacher stagione 3 ha
debuttato il 20 febbraio 2025.
Poiché la serie è stata rinnovata
così presto, è logico che la produzione della quarta stagione
inizierà molto presto. Quando Prime Video ha ordinato in
anticipo la terza stagione, ha permesso che lo sviluppo iniziasse
rapidamente, evitando lunghi ritardi. Con la TV in streaming che è
diventata un appuntamento fisso, si sono aggiunte anche lunghe
attese per alcune delle serie più popolari. Tuttavia,
Reacher è stato piuttosto costante fin dall’inizio e,
sin dal suo debutto, è stato trasmesso quasi ogni anno.
Dettagli sul cast della quarta
stagione di Reacher
Chi affiancherà Jack Reacher
nella sua prossima missione?
Poiché finora ci sono pochissime
informazioni sulla quarta stagione di Reacher, è difficile
prevedere con esattezza chi apparirà nei prossimi episodi. L’unica
certezza è il ritorno di Alan Ritchson nei panni del muscoloso e
brillante eroe Jack Reacher, ruolo che ha catapultato Ritchson allo
status di superstar in poche stagioni. Ogni stagione di
Reacher manda il protagonista in una nuova avventura, il che
richiede un cast quasi completamente nuovo con cui collaborare o
combattere. Tuttavia, senza alcun dettaglio sulla quarta stagione,
non c’è modo di sapere chi sarà.
Oltre a Ritchson nel ruolo del
protagonista, l’unica altra figura ricorrente è stata Maria Sten
nei panni di Frances Neagley. L’ex sergente maggiore
dell’esercito americano ha un forte legame con Reacher e lo ha
aiutato in un modo o nell’altro in tutti e tre i casi che ha
affrontato finora. È molto probabile che Sten torni nei panni di
Neagley, soprattutto con lo spin-off di Reacher in
lavorazione incentrato sul suo personaggio. Il ritorno di altri
personaggi è meno probabile, anche se non del tutto
impossibile.
Dettagli sulla trama della
quarta stagione di Reacher
Il libro della quarta stagione
non è ancora stato annunciato
Anche se la serie TV ha tracciato
una propria strada e si è in qualche modo discostata dai libri,
ogni stagione è stata comunque basata su un singolo romanzo di Lee
Child. Per questo motivo, è quasi impossibile indovinare cosa
succederà nella quarta stagione di Reacher fino a quando non
verrà rivelato il libro. Con oltre due dozzine di libri di
Reacher pubblicati, si può dire con certezza che la serie
potrebbe prendere qualsiasi direzione nella scelta del materiale di
partenza. La stagione 1 è iniziata con The Killing Floor (il
primo libro pubblicato, ma il quinto in ordine cronologico), e le
stagioni successive non hanno seguito alcun schema nella scelta dei
libri.
Ci sono molte speculazioni su quale
libro farà da sfondo alla quarta stagione, ma non sarà chiaro fino
a quando non saranno disponibili maggiori dettagli. Tuttavia,
questo è il bello dell’esclusiva Prime Video, e ogni stagione è
essenzialmente un reset della storia, con il personaggio principale
che salta da una parte all’altra del paese, trovandosi sempre nei
guai. La quarta stagione di Reacher sarà più chiara
una volta conclusa la terza stagione.
Zero Day di Netflix
è finalmente arrivato, ed ecco cosa significa il titolo e cos’è in
realtà un attacco Zero Day. La nuova miniserie con
Robert De Niro è stata ideata da Eric Newman, uno
degli showrunner della serie Narcos, insieme a Noah
Oppenheim e Michael Schmidt. Il thriller politico prende in esame
un attacco informatico che potrebbe benissimo verificarsi nella
vita reale, utilizzando una lente realistica per esaminare come il
mondo reagirebbe a un attacco Zero Day.
Zero Day segue George Mullen,
interpretato da Robert De Niro, un ex presidente
che viene riportato nel mondo della politica dopo che un devastante
attacco informatico provoca innumerevoli morti e instabilità in
tutto il mondo. Mullen viene incaricato di guidare una task force
governativa che lavora per scoprire chi c’è dietro gli attacchi.
Tuttavia, Mullen scopre presto che il complotto Zero Day è molto
più profondo di quanto si pensasse inizialmente.
Zero Day è un tipo specifico di
attacco informatico
Ecco cosa significa realmente il
titolo
La serie NetflixZero Day prende il nome da un termine
reale utilizzato nel campo della sicurezza informatica. Le
vulnerabilità zero-day si verificano quando un software viene
rilasciato al pubblico con un codice che contiene una vulnerabilità
o un exploit di cui il fornitore non è a conoscenza. Se qualcuno
sfrutta questa vulnerabilità del codice prima che il fornitore se
ne accorga, si parla di vulnerabilità zero-day, poiché il fornitore
ha zero giorni per preparare una patch per risolverla.
Quando tutti i pezzi vanno al loro
posto alla fine di Zero Day, diventa chiaro che l’attacco
informatico della serie Netflix non è un vero attacco zero-day.
Tuttavia, l’idea che si tratti di una vulnerabilità zero-day viene
utilizzata in tutta la serie. Inoltre, la serie ricorda
costantemente agli spettatori quanto tempo è passato da Zero
Day, che è il nome dato al giorno dell’attacco nell’universo
della serie.
Zero Day è possibile nella vita
reale?
Sì, ma è improbabile
L’attacco informatico in Zero
Day è più grande di qualsiasi cosa si sia mai vista nella vita
reale, con tutti i sistemi di comunicazione, le reti elettriche e
altro ancora che smettono di funzionare contemporaneamente per un
minuto intero. Ipoteticamente, è possibile che un attacco di questa
portata possa verificarsi nella vita reale, con un potenziale
devastante per il mondo.
Tuttavia, considerando il modo in
cui l’attacco è stato condotto in Zero Day, è improbabile
che un attacco zero-day possa verificarsi prima che qualcuno si
accorga della falla nel codice. Tuttavia, data la complessità dei
sistemi di comunicazione e di alimentazione nel mondo, è
impossibile dire con esattezza di cosa siano capaci gli hacker, il
che significa che l’attacco in Zero Day rappresenta
un rischio reale.
Zero Day è
finalmente arrivato e qui viene spiegato cosa succede alla fine
della miniserie. Zero Day di Netflix è
una delle uscite in streaming più attese del 2025, grazie al cast
stellare e agli impressionanti creatori che lo rendono
incredibilmente degno di nota. Ora che tutti e sei gli episodi
di Zero Day sono stati rilasciati, c’è molto da
analizzare, con il complicato thriller politico che presenta ogni
tipo di colpi di scena. Ecco quindi cosa succede nel finale
di Zero Day, quali questioni lasciate in sospeso dalla
serie e come Zero Day potrebbe collegarsi alla
vita reale.
Zero Day racconta la storia di George Mullen,
interpretato da Robert
De Niro, un ex presidente costretto a lasciare il
pensionamento dopo che un devastante attacco informatico ha
destabilizzato l’intero pianeta. Mullen viene messo a capo della
Commissione Zero Day grazie alla schiacciante popolarità dell’ex
presidente, anche se questa diminuisce man mano che le sue tattiche
diventano sempre più autoritarie nel corso della serie. Alla fine
di Zero Day, Mullen scopre che i cospiratori di
Zero Day sono in realtà funzionari governativi che hanno
messo in atto gli attacchi per raggiungere i propri obiettivi, e
Mullen li smaschera prima di porre fine alla Commissione Zero
Day.
Come è avvenuto l’attacco Zero
Day
È stato portato a termine
tramite le app di Monica Kidder
Quando si sono verificati i primi
attacchi Zero Day, si è pensato che fossero di origine russa, con
frammenti di codice che facevano riferimento a Euromaidan.
Tuttavia, la Zero Day Commission ha poi iniziato a credere che gli
attacchi Zero Day fossero il prodotto di un gruppo estremista di
sinistra con sede negli Stati Uniti, con i riferimenti russi che
non erano altro che depistaggi. A quanto pare, entrambe le piste
erano false, e gli attacchi Zero Day erano in realtà il prodotto di
alcuni dei più ricchi individui degli Stati Uniti e di alcuni dei
più potenti politici del paese.
Monica Kidder è un magnate della
tecnologia nel mondo di Zero Day, e
l’attacco Zero Day è stato il risultato delle sue app.
Si dice che le app di Kidder siano
presenti sull’80% dei telefoni del mondo, con un codice sfruttabile
che permetteva loro di hackerare praticamente tutta la tecnologia
del mondo e di spegnerla per un minuto. Non è mai stato chiarito
come l’app di Kidder sia riuscita a fare tutto questo senza essere
notata, dato che Kidder si è suicidata o è stata uccisa mentre era
in prigione. Tuttavia, questa vulnerabilità finì per essere
incredibilmente pericolosa, causando la morte di molte persone e
provocando una massiccia instabilità globale.
Tutti coloro che sono stati
coinvolti nell’attacco Zero Day: tutti i cospiratori
Nel governo e al di fuori di
esso
All’attacco Zero Day sono stati
coinvolti tutti i tipi di cospiratori, con George Mullen
che ha ammesso verso la fine della serie che la Zero Day Commission
non è neanche lontanamente vicina a trovarli tutti.
Tuttavia, ce ne sono alcuni principali. All’interno del governo,
George Mullen viene informato per la prima volta degli attacchi da
sua figlia, Alexandra Mullen. Alexandra spiega che lei e molti
altri membri del Congresso erano a conoscenza degli attacchi prima
che avvenissero, con Richard Dreyer che diceva loro che
l’instabilità avrebbe portato a una nuova era di forza e unità
americana.
Nel frattempo, anche diverse figure
potenti esterne al governo erano coinvolte. Come già spiegato, sono
state le app di Monica Kidder a rendere possibili gli attacchi,
permettendole di essere utilizzate per hackerare ogni tipo di
tecnologia. Anche il ricco investitore Robert Lyndon ha svolto un
ruolo importante, comunicando con i vari cospiratori e persino
mettendo in corto circuito il mercato prima degli attacchi per
trarre profitto dall’instabilità. Alla fine della serie, George
Mullen nomina diversi altri cospiratori minori, con la trama
di Zero Day che va ben oltre il cast principale
dello show.
Perché George Mullen ha scelto
di non insabbiare la cospirazione
Ha abbandonato il
copione
Alla fine del finale di Zero
Day, George Mullen tiene una conferenza stampa, in cui
condivide le scoperte della Commissione Zero Day. Sebbene Mullen
avesse inizialmente ricevuto il permesso di parlare del ruolo di
Kidder e Lyndon nella cospirazione, si discosta dal copione e
rivela i nomi dei funzionari governativi coinvolti nella
cospirazione. Mullen lo ha fatto per denunciare la corruzione
all’interno del governo, ritenendo che i funzionari eletti
dovrebbero cercare il bene comune e non nascondersi dalle dure
verità. Ispirato dalla decisione di sua figlia di costituirsi,
Mullen ha deciso che anche tutti gli altri dovrebbero affrontare la
giustizia.
Che cosa è successo a Robert
Lyndon?
Il destino di Robert Lyndon è un po’
misterioso alla fine di Zero Day, non si sa esattamente
cosa abbia combinato. In una scena, Robert Lyndon è sul suo
yacht, mentre continua a nascondere gli attacchi di Zero
Day attraverso la comunicazione online. Lì, Lyndon spiega
che si sta preparando a fuggire dal paese, portando con sé la sua
ricchezza e salpando. Probabilmente è quello che è successo dopo la
fine di Zero Day, con Lyndon che ha usato la sua
ricchezza per nascondersi dalle conseguenze e iniziare una nuova
vita.
Cosa succede dopo la fine di
Zero Day
Anche se Zero
Day termina dopo l’episodio 6, la storia è tutt’altro che
finita, poiché il mondo deve ancora riprendersi dall’attacco di
Zero Day. Come dice George Mullen nella sua presentazione, la Zero
Day Commission sta ufficialmente terminando, il che significa che
può tornare in pensione. Tuttavia, afferma anche che il governo è
ben lontano dall’aver concluso le indagini sui cospiratori, con i
cospiratori nominati che vengono accusati e quelli ancora
sconosciuti che sono ancora ricercati.
Inoltre, Mullen spiega anche
che è necessario un solido pacchetto di sicurezza informatica
per garantire che gli attacchi Zero Day non si ripetano
mai più. I tentativi del governo di fermare futuri tentativi di
guerra informatica saranno anche una trama importante che
continuerà dopo la fine di Zero Day. Dopo tutto, c’è
ancora la possibilità di ulteriori attacchi Zero Day dopo i primi
due, il che significa che queste vulnerabilità devono essere
risolte rapidamente.
Zero Day è possibile nella vita
reale?
L’attacco zero day descritto in Zero
Day potrebbe effettivamente verificarsi nella vita reale.
Se tutti i sistemi di comunicazione del mondo venissero interrotti
anche solo per un minuto, molto probabilmente si avrebbero
conseguenze fatali, poiché i sistemi di trasporto e sanitari non
sarebbero in grado di funzionare. Sebbene sia improbabile che il
metodo di hacking descritto in Zero Day possa
essere utilizzato per un attacco di questo tipo, la dipendenza del
mondo dalla tecnologia ci rende vulnerabili a queste minacce
informatiche. Quindi, anche se alcuni elementi possono essere
esagerati, Zero Day funge da monito per un
pericolo reale.
La serie
thriller Scissione
(Severance) di Apple TV+ è
diventata la serie più vista di tutti i tempi sulla piattaforma di
streaming, detronizzando Ted
Lasso. Lo streamer ospita una serie di programmi di vari
generi, molti dei quali hanno ricevuto il plauso della critica. Tra
questi ci sono commedie come Ted
Lasso, commedie poliziesche come Bad
Monkeye altri spettacoli strabilianti come la
serie di fantascienza Dark
Matter. La piattaforma è diventata anche la sede di
molteplici franchise, come dimostra l’imminente Monarch:
Legacy of Monsters – stagione 2, parte del Monsterverse, e
l’espansione di For
All Mankind con uno spinoff, intitolato Star
City.
Sono le serie di fantascienza
come queste ultime due che hanno riscosso il maggior successo
suApple TV+, ottenendo
un alto numero di spettatori e premi per i suoi programmi del
genere. Ad esempio, le stagioni 3 e 4 di Silo sono state confermate dopo l’alto
numero di spettatori sulla piattaforma, incluse le numerose
nomination ai premi per la stagione 1. Altri grandi show di
fantascienza sulla piattaforma includono Fondazione, basato sulla serie di libri di
Isaac Asimov, e Invasion, che è stato rinnovato per la
terza stagione nonostante le recensioni contrastanti. Tuttavia, uno
show si è dimostrato il thriller di fantascienza di maggior
successo di Apple TV+ e ora è lo
show più popolare di sempre.
Scissione (Severance) è
diventato lo show più visto di sempre su Apple TV+
Secondo un nuovo
rapporto, “Severance”è diventato
il programma televisivo più visto nella storia di Apple
TV+. Il thriller fantascientifico segue un gruppo di
lavoratori della Lumon Industries che si sono volontariamente
sottoposti al processo di “separazione”, separando i loro ricordi
lavorativi da quelli esterni. Tuttavia, le vite interne ed esterne
del protagonista Mark Scout (Adam Scott) iniziano a scontrarsi
quando un amico di lavoro lo visita fuori, il catalizzatore di una
serie di eventi misteriosi che circondano l’azienda. La seconda
stagione di Severance è in corso, con cinque
episodi su dieci rilasciati al momento della stesura.
Ora, Deadline
Hollywood ha confermato
che Severance è la serie più vista di tutti i
tempi su Apple TV+,
superando Ted Lasso in termini di numero di
spettatori. L’affermazione del servizio di streaming è stata
supportata dai dati di Nielsen: la serie è riuscita a
totalizzare 589 milioni di minuti nei tre giorni successivi alla
messa in onda dell’episodio 1 della seconda stagione, di cui il
28% nell’episodio in questione. È stato anche accreditato un
aumento del 126% degli abbonati mensili alla piattaforma dal 1°
gennaio al 19 gennaio 2025, in coincidenza con il titolo da
record.
Cosa significa la popolarità di
Severance per la serie
La popolarità della serie non
sorprende, considerando che l’intervallo di tre anni tra una
stagione e l’altra ha fatto crescere l’attesa per il ritorno.
Anche Apple
TV+ ha fatto un’intensa attività di marketing, con
l’attrazione di attori come Scott e creativi dietro le quinte come
Ben Stiller che hanno contribuito a far conoscere la serie al
pubblico. Aiuta il fatto che la serie faccia progressi continui nei
suoi misteri ad ogni nuovo episodio, contribuendo alla sua
popolarità grazie alla promessa di risposte che alla fine
arriveranno.
La CBS ha rinnovato le serie
Tracker
e Georgie & Mandy’s First Marriage insieme ad altre
sette. Tracker è una serie tratta dal romanzo di Jeffery
Deaver The Never Game, pubblicato nel 2024, che segue le
avventure del solitario cacciatore Colter Shaw (Justin Hartley,
protagonista di This Is Us). Georgie & Mandy’s First
Marriage è il secondo spin-off della sitcom di successo The
Big Bang Theory, che segue la vita coniugale del fratello
maggiore di Sheldon, Georgie Cooper (Montana Jordan), e di sua
moglie Mandy (Emily Osment) dopo gli eventi del finale della
serie Young Sheldon.
Paramount ha annunciato il rinnovo di nove programmi
della CBS. L’annuncio comprende Tracker – stagione 3,
Georgie & Mandy’s First Marriage stagione 2, Elsbeth
– stagione 3, Fire Country – stagione 4, NCIS – stagione 23, NCIS: Origins – stagione 2,
NCIS: Sydney – stagione 3 e Hollywood Squares –
stagione 2.
Hanno anche rinnovato la sitcom
Ghosts per due stagioni, che quindi andrà in onda fino al 2027 con
la quinta e la sesta stagione. Altri ordini e rinnovi di serie sono
previsti in un secondo momento.
Cosa significano questi rinnovi
per la CBS
Questa ampia serie di rinnovi vede
il programma della CBS per la stagione 2025-2026 prendere forma, in
gran parte in un colpo solo. I programmi rinnovati si aggiungono a
un palinsesto che già include la seconda stagione di
Matlock, l’ottava stagione di FBI (già confermata
nell’ambito di un precedente rinnovo per due stagioni) e nuovi
programmi tra cui lo spin-off di Fire Country, Sheriff Country, lo spin-off di
Blue Bloods, Boston Blue, e il talent show canoro senza
copione The Road.
Boston Blue vedrà Donnie
Wahlberg riprendere il ruolo del detective Danny Reagan, che ha
interpretato in tutte le 14 stagioni della serie poliziesca della
CBS.
Le serie sceneggiate esistenti che
rimangono in bilico includono ancora la serie poliziesca
S.W.A.T. (che è stata rinnovata per l’ottava stagione in
corso dopo che la settima era stata precedentemente fissata come
l’ultima), le sitcom The Neighborhood e Poppa’s
House, il dramma poliziesco The Equalizer e le restanti
serie FBIFBI: International e FBI: Most
Wanted. Resta da vedere se alcune o tutte queste serie saranno
rinnovate. Tuttavia, il fatto che la CBS abbia concesso il rinnovo
a una combinazione di serie di lunga data e show al loro esordio
indica che tutte potrebbero avere una possibilità.
Storia della mia
famiglia è la nuova serie Netflix ideata
da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini,
disponibile sulla piattaforma dal 19 febbraio con tutti e sei gli
episodi rilasciati contemporaneamente. Una serie che, partendo da
un nucleo drammatico, riesce a tessere un racconto che alterna
leggerezza e profondità, allegria e dolore, affrontando un ampio
spettro di emozioni con grande naturalezza.
Il protagonista della storia è
Fausto, interpretato con grande intensità da Eduardo Scarpetta, la serie ci accompagna nel
suo ultimo giorno di vita. Malato terminale, padre single di due
bambini, Fausto affida la sua eredità a delle registrazioni vocali
e i suoi figli alla sua famiglia allargata: madre, fratello e
migliori amici, “i fantastici quattro” come li chiama lui. Accanto
a lui, un cast affiatato che contribuisce in modo determinante alla
riuscita della narrazione: Vanessa Scalera,
Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e
Antonio Gargiulo incarnano i membri della sua
famiglia sgangherata, ognuno alle prese con il proprio bagaglio di
errori, paure e speranze.
Storia della mia famiglia non
convenzionale ma contemporanea
Uno degli aspetti più riusciti della
serie è proprio la rappresentazione della famiglia. Non un nucleo
tradizionale, bensì un clan eterogeneo, una tribù, come la
definisce il creatore, fatto di legami elettivi, responsabilità
inattese e affetto incondizionato. Gravino e Cupellini costruiscono
un ritratto autentico della famiglia contemporanea, lontano dagli
stereotipi, in cui il legame affettivo diventa la base su cui si
costruisce la fiducia verso un futuro, merce rarissima per i
giovani di questa generazione. Una messa in pratica, nella serie,
di quello che era il pensiero di Michela Murgia sulla famiglia
allargata, concepita come un insieme di individui che scelgono di
esserci l’uno per l’altro, e ispirazione dichiarata per Gravino. Si
crea così un nucleo sociale intorno ai più piccoli, che non è più
formato dalla dualità madre/padre, ma da tante persone che
contribuiscono alla crescita dell’individuo, arricchendolo di
esperienze e punti di vista, formando una rete di salvataggio
fisica e emotiva.
Dal punto di vista
stilistico, la regia di Cupellini è misurata, accompagnata da una
selezione musicale accattivante, che accompagna la narrazione senza
mai risultare invasiva. Le inquadrature sono studiate per
valorizzare l’intensità delle interpretazioni, mentre la fotografia
contribuisce a creare un’atmosfera calda e realistica, ogni
elemento è al servizio degli attori, che mettono in scena
personaggi sfaccettati, fallibili, spaventati, che elaborano un
lutto drammatico sforzandosi di rimettere insieme i pezzi delle
loro vite. La serie non si rifugia in una rappresentazione patinata
della realtà, ma abbraccia la sua imperfezione, rendendo i
personaggi ancora più vicini al reale. Un trattamento che si
riflette nell’onestà con cui vengono tratteggiati i personaggi.
Nessuno di loro è idealizzato o perfetto: tutti commettono errori,
spesso macroscopici, ma allo stesso tempo sono capaci di gesti di
grande umanità.
Il perdono al di là della nostra
mediocrità
Questo equilibrio tra mediocrità e
grandezza, tra fallibilità e redenzione, rappresenta uno degli
aspetti più originali della serie che dribbla con intelligenza il
messaggio pedagogico: l’essere umano è fatto di contraddizioni, e
nell’accettazione di queste imperfezioni si trova la chiave per
costruire legami autentici. Il perdono diventa così il tema
portante della narrazione, un invito a comprendere e accettare gli
altri nonostante i loro difetti, perché è questa l’unica via per
sopperire a quelle mancanze e a quegli errori che prima o poi tutti
commettiamo.
La forza di Storia della mia
famiglia risiede nella sua capacità di parlare a tutti.
Chiunque si ritroverà in uno dei suoi personaggi, nelle loro
debolezze e nei loro sogni, nelle loro paure e nei loro gesti
d’amore. Una serie che celebra la complessità della natura umana,
che tocca corde profonde, e racconta con grande intelligenza e
modernità la condizione dura e dolorosa di chi elabora un lutto ma
che non può lasciarsi andare all’inattività e deve reagire.
Storia della mia famiglia
è, a sorpresa, una delle proposte più interessanti del panorama
televisivo italiano recente. Un racconto autentico e vibrante che,
ci ricorda che, nonostante tutti i suoi dilemmi e complessità, la
famiglia in ogni sua forma è il luogo in cui possiamo sempre
tornare.
La Pixar ha sempre saputo costruire storie uniche
partendo da idee semplici ma affascinanti: e se i giocattoli
fossero vivi? E se le emozioni avessero una loro personalità? E se
i supereroi fossero anche genitori? Con Win or
Lose, la chiarezza dei concept storici della casa di
produzione viene meno, e le intenzioni non sono immediatamente
chiare.
La serie segue una
struttura “a punti di vista”, raccontando l’arco di tempo di una
stessa settimana attraverso il punto di vista di più personaggi
che, alla fine di ogni episodio, si ritrovano alla stessa partita
di softball. Ogni episodio offre uno sguardo unico su un
protagonista, personalizzando lo stile d’animazione e le metafore
visive per rappresentare il suo mondo interiore.
Al centro di Win or
Lose troviamo Laurie (Rosie Foss), figlia dell’allenatore,
viene sopraffatta dall’ansia, rappresentata da una gigantesca
macchia di sudore che la segue. Frank (Josh Thomson), l’arbitro
della partita, utilizza la sua attrezzatura come una corazza
emotiva per proteggersi dal dolore di una recente rottura. Rochelle
(Milan Elizabeth Ray) si sente costretta a crescere troppo in
fretta, e la sua percezione cambia radicalmente quando vediamo la
storia dal punto di vista di sua madre, Vanessa (Rosa Salazar), per
i primi quattro episodi.
A quale pubblico è
rivolta Win or Lose?
Questo approccio
narrativo solleva anche una questione fondamentale: a chi è
destinata la serie? Alcuni elementi possono risultare troppo
infantili per gli adulti, mentre altri potrebbero risultare
complessi per i bambini. L’equilibrio tra leggerezza e profondità a
volte si perde, rendendo l’esperienza altalenante. Tuttavia, man
mano che la serie procede, il quadro generale diventa più chiaro e
coinvolgente, migliorando episodio dopo episodio.
Dal punto di vista
tecnico, la Pixar mantiene la sua eccellenza nell’animazione. Le
metafore visive utilizzate per mettere in scena le emozioni si
inserisce in quel percorso, per chi scrive problematico, che
prosegue ormai da diverso tempo e che ha l’effetto di una
ridondante esigenza di spiegare il contesto, quello che succede e
quello che si vede, aggirando proprio la metafora narrativa più
raffinata, sfidante per lo spettatore. La struttura episodica fa sì
che ogni puntata si concluda con un cliffhanger, rendendo la
visione frammentata se non affrontata come un’unica maratona.
Win or Lose
L’arrivo di Win or
Lose su Disney+ si inserisce in un momento in
cui la Pixar sta ancora cercando di definire il proprio ruolo nella
serialità televisiva. Con precedenti esperimenti come Dreams
Production, lo studio ha trovato modi interessanti per
espandere i suoi universi, ma senza mai raggiungere la stessa
rilevanza dei suoi film. In questo contesto, Win or Lose
rappresenta un passo avanti, dimostrando che la serialità può
offrire opportunità narrative che un film non permetterebbe.
Win or Lose tratta temi
complessi
Uno dei punti di forza
della serie è proprio la sua capacità di trattare temi complessi in
modo accessibile: le pressioni genitoriali, gli appuntamenti
online, la gestione dei social media, le difficoltà finanziarie e
le sfide della moralità quotidiana. Nonostante qualche incertezza,
questi elementi conferiscono a Win or Lose una profondità
inaspettata, rendendola un passatempo per molti versi
“impegnato”.
Win or Lose non è
un trionfo assoluto, ma nemmeno un fallimento. È una serie con
momenti di grande impatto emotivo. La Pixar potrebbe non aver
ancora trovato la formula perfetta per la tv a episodi, ma questo
esperimento è sicuramente un passo nella giusta direzione.
La serie TV di successo della HBO
con protagonista Zendaya ha concluso la seconda stagione nel
febbraio 2022 e, tre anni dopo, stanno arrivando le prime notizie
sulla terza stagione di Euphoria.
Dopo la prima uscita nel 2019, la seconda stagione di
Euphoria ha fatto attendere a lungo il suo pubblico, con
oltre due anni di pausa tra la prima e la seconda stagione (ad
eccezione di due episodi speciali incentrati sui personaggi di Rue,
interpretato da Zendaya, e Jules, interpretato da
Hunter Schafer). La seconda stagione di Euphoria si è rivelata
controversa nonostante la sua popolarità alle stelle, alimentando
accese discussioni sui social media sia sui retroscena della serie
che su alcune delle scelte creative fatte durante la sua messa in
onda. La seconda stagione di Euphoria riprende qualche tempo dopo
gli eventi del finale della prima stagione, con Rue che ha avuto
una ricaduta ed è ancora separata dalla sua (ormai ex) fidanzata
Jules dopo che lei l’ha lasciata alla stazione ferroviaria.
Jules non sa che Rue ha avuto una
ricaduta, anche se è subito chiaro che qualcosa non va. Non è
ancora chiaro quale sarà il futuro di Euphoria, dato che il
finale della seconda stagione non offre un quadro molto chiaro di
ciò che potrebbe riservare la serie. Nonostante questi difetti, la
sicurezza con cui la serie è stata realizzata fa pensare che la
terza stagione di Euphoria potrebbe superare la
precedente.
Le ultime notizie sulla terza
stagione di Euphoria
Mentre i lavori per la tanto attesa
terza stagione procedono, le ultime notizie arrivano sotto forma di
un video BTS della terza stagione di Euphoria. Il clip è
stato fornito dall’utente X (ex Twitter)
@euphoriacentral e mostra Cassie, interpretata da Sydney Sweeney, che cammina lungo la navata in
abito da sposa. Non è chiaro chi stia sposando, ma i dettagli della
scenografia mostrano le iniziali “C&N”. Questo implica che
sposerà Nate, anche se non c’è ancora nulla di confermato. D’altra
parte, potrebbe anche trattarsi di una sequenza onirica, come già
utilizzato in precedenza nella serie.
Euphoria stagione 2 si è
conclusa il 27 febbraio 2022.
Stato della produzione di
Euphoria – Stagione 3
Zendaya e Hunter Schafer in Euphoria
Le riprese sono iniziate nel
febbraio 2025
Più tempo ci vorrà per la
realizzazione della terza stagione di Euphoria, meno il pubblico
sarà propenso ad aspettare.
Anche se la terza stagione di
Euphoria è stata approvata dalla HBO nel 2022, ciò non
significa che uscirà a breve. Tra i ritardi dovuti alla
programmazione e la perdita di gran parte del 2023 a causa degli
scioperi di Hollywood, è stato ora rivelato che Euphoria
non tornerà prima del 2026. La HBO non ha ancora fornito una
data di uscita più precisa.
La prima notizia positiva sulla
terza stagione è arrivata nel luglio 2024 con l’annuncio che le
riprese dei nuovi episodi sarebbero iniziate nel gennaio 2025. Il
direttore della HBO Casey Bloys ha confermato con enfasi la data
delle riprese nel gennaio 2025 in una dichiarazione del novembre
2024, rivelando che la terza stagione avrà otto episodi. Purtroppo,
più tempo ci vorrà per la realizzazione della terza stagione di
Euphoria, meno il pubblico sarà propenso a rimanere fedele
alla serie. Le riprese sono state annunciate all’inizio di febbraio
2025, ma non è stata rivelata alcuna tempistica.
Gli scioperi della WGA e della
SAG/AFTRA si sono protratti da maggio a novembre 2023 e hanno
causato il ritardo o la sospensione di molte produzioni televisive
e cinematografiche.
Dettagli sul cast della terza
stagione di Euphoria
Il cast della terza stagione di
Euphoria vedrà molti ritorni, ma ci sono anche alcuni membri
del cast principale che non torneranno. Le protagoniste Zendaya e
Hunter Schafer torneranno nei panni di Rue e Jules, mentre Jacob
Elordi tornerà nei panni di Nate. Eric Dane tornerà nei panni del
padre di Nate, Cal, mentre Sydney Sweeney riprenderà il ruolo di
Cassie nella prossima stagione. Anche Alexa Demie (che interpreta
Maddy) e Maude Apatow (Lexi) torneranno nei ruoli fissi della
serie, mentre Colman Domingo sarà guest star nel ruolo di Ali. La
candidata all’Oscar Sharon Stone (Casino) si è unita al
cast della serie in un ruolo ancora sconosciuto.
Dominic Fike tornerà nella terza
stagione nei panni di Elliot, mentre Martha Kelly (Laurie) e Chloe
Cherry (Faye) sono state promosse a personaggi fissi. Tra i nuovi
arrivati figurano Akinnuoye-Agbaje (Suicide Squad) e Toby Wallace
(Babyteeth) come personaggi fissi, insieme alla vincitrice
di Grammy Rosaliá, l’ex star della NFL Marshawn Lynch e
Kadeem Hardison. Darrell Britt-Gibson (She Taught
Love), Priscilla Delgado (Julieta), James Landry Hébert
(1883) e Anna Van Patten (Gossip Girl) si sono
aggiunti al cast in ruoli secondari.
La terza stagione non vedrà la
partecipazione di Storm Reid nel ruolo di Gia, e la giovane star
non riprenderà il suo ruolo. Mentre il resto del cast principale
dovrebbe tornare, l’unico punto interrogativo era Barbie Ferreira
nel ruolo di Kat Hernandez. Dopo diversi scontri con lo showrunner
Sam Levinson, Ferreira ha finalmente annunciato che avrebbe
lasciato Euphoria perché non le piaceva la direzione che stava
prendendo il suo personaggio. L’attrice ha rivelato il motivo della
sua partenza, dicendo (tramite Cinema Blend):
“Penso che il mio personaggio,
che amo tantissimo, non avesse un futuro. … Penso che avrebbe
potuto avere un futuro, ma non credo che sarebbe stato adatto alla
serie. Non so se gli avrebbe reso giustizia”.
Dettagli della trama Euphoria –
Stagione 3
Cosa succederà nella terza
stagione?
Nonostante una serie controversa e
un finale piuttosto confuso, la fine della seconda stagione di
Euphoria apre numerose possibilità per la trama della terza
stagione. Mentre non è chiaro dove alcuni personaggi siano diretti
– Rue sembra essere sulla via della redenzione, ma c’è anche un
accenno che potrebbe ricadere – ci sono relazioni che devono
essere seguite. La terza stagione vedrà anche un salto temporale
che porterà i personaggi fuori dall’ambiente scolastico, anche se
non è chiaro dove finiranno.
La scomparsa di Angus Cloud
richiederà probabilmente alcuni cambiamenti nella trama per tenere
conto della sua assenza.
Dalla caduta di Fez e dalla sua
reazione alla morte di Ashtray, alla relazione tra Cassie e Maddy
(e la storia d’amore della prima con Nate), ci sono molti spunti da
cui attingere per la terza stagione di Euphoria.
Tuttavia, la scomparsa di Angus Cloud richiederà probabilmente
alcune modifiche alla trama per giustificare la sua assenza. Dopo
che altri personaggi come Kat, Jules ed Elliot sono stati messi da
parte, non è chiaro cosa li attenda nella prossima stagione.
Ogni secondo di ogni giornata, la
nostra mente è affollata di pensieri. Cerchiamo di dar ascolto a
tutti, rischiando di generare un caos incontrollato. Ecco perché a
volte, quello che serve fare, è spegnere l’interruttore e lasciarsi
andare. Sono queste le fondamenta su cui si costruisce
FolleMente,
il nuovo film di Paolo
Genovese,
che torna al cinema schierando un parterre di star di tutto
rispetto del nostro panorama cinematografico per raccontare, da un
lato, la bellezza
della semplicità nei rapporti umani
e, dall’altro, la complessità
della personalità maschile e femminile.
Lara e Piero sono due sconosciuti al
loro primo appuntamento, ma anziché seguire la comune prassi di
incontrarsi in un ristorante, si vedono a casa di lei. Una scelta
inusuale per Piero, che arriva sotto casa della ragazza con mille
dubbi e ipotesi sul perché abbia optato per questa soluzione. Si
chiede se sarà all’altezza, se riuscirà a rompere il ghiaccio dopo
sei mesi di astinenza. Lara, nel frattempo, si preoccupa invece di
quale atmosfera creare e se il suo look sia adeguato. Quando
finalmente si incontrano sulla soglia della porta, i loro pensieri
iniziano ad accavallarsi. Nella testa di Piero si scambiano battute
Il Professore, Eros, Valium e Romeo, in quella di Lara a
confrontarsi sono invece Giulietta, Trilli, Scheggia e Alfa. Cosa è
meglio dire? Cosa fare? Ogni loro riflessione prende forma,
svelandoci gli ingranaggi nascosti dietro le parole che scegliamo e
le azioni che compiamo.
Mente caotica, pensieri veloci a
cui mettere il freno
Guardando FolleMente,
è facile pensare al libro di successo di John Gray, Gli
uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere. L’autore,
con attenta analisi, raccontava le differenze nel modo di pensare,
agire e amare tra uomini e donne. Due mondi distinti, ma in qualche
modo complementari. Nel primo incontro tra Lara e Piero ci troviamo
di fronte proprio a questo: le loro riflessioni e la percezione
dell’altro vengono esplicitate da figure in carne e ossa che
incarnano le varie sfumature della loro personalità e mentalità.
Entrambi hanno un assetto consolidato di pensieri e attitudini: c’è
la parte romantica, quella folle, quella razionale e quella
erotica. Lara e Piero hanno quindi più in comune di quanto credano,
incluso il non riuscire a mettere a tacere le voci
nella loro testa, che impediscono loro di essere
completamente spontanei. Ciò che cambia è il loro modo di
relazionarsi, elemento che diventa la forza della pellicola.
Nella loro “control room” (per
citare Inside Out), nessuno ha però il pieno
controllo: ogni lato del loro carattere e ogni pensiero si fanno
spazio e prendono il sopravvento. Questo permette alle dinamiche
che si creano nei tre spazi – quello fisico dei protagonisti e
quelli mentali, teatro di tutte le vicende – di rendere
la narrazione più ritmata e coinvolgente,
sostenuta da una regia solida e
incalzante e da un cast affiatato con la giusta
alchimia.
Un cast da applausi
Ed è proprio
il cast la punta di
diamante di FolleMente. Pilar Fogliati
ed Edoardo Leo sono attori noti per la loro vena comica – pur
essendo eccellenti anche in ruoli drammatici – e questo
contribuisce a creare un’atmosfera divertente e frizzante, capace
di suscitare nel pubblico continue risate. Inoltre, avendo
un’ottima padronanza dei tempi comici e della cadenza delle
battute, hanno la capacità di rendere il racconto ancora più
credibile e autentico. E lo stesso vale per i loro comprimari,
Claudio Santamaria, Marco Giallini, Rocco
Papaleo, Maurizio Lastrico, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi,
Emanuela Fanelli e Mariachiara Giannetta, in perfetta sintonia.
Grazie alle loro brillanti
interpretazioni, ci si lascia trasportare in quelli che sono –
letteralmente – gli scontri e il caos che ognuno di noi ha nella
propria testa. Rendendoci conto, di conseguenza, di quanto spesso
ci lasciamo travolgere da un’infinità di pensieri inutili, che ci
impediscono di goderci il momento, facendoci rischiare di perdere
occasioni che potrebbero cambiarci la vita.
Lasciarsi andare al fluire
incontrollato delle cose
Ecco, dunque, cosa ci
ricorda FolleMente: per quanto uomini e donne abbiano
impostazioni mentali diverse, questo non basta a renderli davvero
distanti. Perché, in fondo, a prescindere dal genere, abbiamo tutti
bisogno di spegnere il cervello e abbandonarci a ciò che accade
senza pensare troppo. Per quanto sia bello dare libero sfogo ai
nostri pensieri.
La serie romantica di grande
successo ambientata nell’epoca della Reggenza ha già fatto battere
i cuori per tre stagioni e Netflix ha rinnovato in anticipo Bridgertonper la quarta stagione. Basata sulla serie di libri
di Julia Quinn, Bridgerton racconta le vicende dei vari
membri dell’omonima famiglia che cercano l’amore nella “ton”
durante l’epoca della Reggenza nella storia inglese. Noto per i
suoi design colorati e l’approccio anacronistico al tema storico,
Bridgerton ha conquistato il pubblico con il suo fascino e
le sue storie d’amore appassionate sin dal suo debutto su Netflix
nel 2020.
Ennesimo fiore all’occhiello di
Netflix, Bridgerton è diventato rapidamente
uno dei programmi più popolari della piattaforma e la sua
reputazione è cresciuta negli anni. Nel 2023 è stato prodotto uno
spin-off intitolato Queen Charlotte: A Bridgerton Story, e il colosso dello
streaming è diventato un franchise prima ancora che uscisse la
terza stagione. I migliori drammi in costume sono sempre spettacoli
sontuosi, ma Bridgerton è riuscito a alzare la posta in
gioco e ha dato il via a un boom di produzioni anacronistiche
ambientate in epoche passate. Il rinnovo anticipato di Netflix per
la quarta stagione significa che i fan non dovranno preoccuparsi e
che il futuro di Bridgerton sembra assicurato.
Ultime notizie sulla quarta
stagione di Bridgerton
Mentre continua l’attesa per il
ritorno della serie, arrivano le ultime notizie sotto forma di
nuove immagini della quarta stagione di Bridgerton. Le due
immagini sono state condivise tramite l’account ufficiale di
Bridgerton su X (ex Twitter) e offrono un indizio
su alcune interessanti deviazioni dal romanzo An Offer From A
Gentleman. Una delle immagini mostra Eloise e Penelope che
passeggiano per le strade di Londra mentre chiacchierano, mentre
l’altra introduce le nuove arrivate Rosamund Li (Michelle Mao) e
Posy Li (Isabella Wei). Le due sono le sorellastre di Sophie Baek e
sono chiaramente ispirate alle perfide sorellastre di Cenerentola
della classica fiaba.
L’immagine è unica perché anticipa
una scena in cui le sorelle di Benedict, Hyacinth ed Eloise,
ospitano i fratelli di Sophie, ma è chiaro che le cose non stanno
andando bene. Questa scena non è presente nel libro e suggerisce
che la quarta stagione andrà oltre i confini del romanzo. Non è
ancora chiaro come la storia cambierà, ma ulteriori dettagli sono
attesi a breve.
La quarta stagione di
Bridgerton è confermata (e il libro è stato scelto)
A differenza di altre serie che
lasciano i fan con il fiato sospeso per mesi in attesa di conoscere
il destino del loro show preferito, Netflix ha deciso in anticipo
di rinnovare Bridgerton. Dopo il successo della seconda
stagione, la piattaforma di streaming non ha perso tempo e ha
rinnovato preventivamente Bridgerton per la terza e la
quarta stagione contemporaneamente. Anche se il futuro oltre la
quarta stagione è ancora incerto, è probabile che siano in
lavorazione altre stagioni della serie romantica ambientata
nell’epoca della Reggenza.
La prima parte della terza stagione
di Bridgerton è stata trasmessa il 16 maggio 2024, seguita
dalla seconda parte il 13 giugno 2024.
Con il clamore ancora vivo intorno
alla terza stagione della grande hit di Netflix, la quarta stagione
ha già rubato la scena con l’annuncio che Benedict sarà il
protagonista della prossima storia. Ciò significa che il libro
che verrà adattato per le prossime stagioni sarà presumibilmente
An Offer from a Gentleman di Quinn, il terzo della
serie. Per commemorare l’inizio delle riprese nel settembre 2024,
Netflix ha condiviso un’immagine di Ha e Luke Thompson,
protagonista di Benedict, insieme per la prima volta. Di seguito il
post di Netflix su X
(precedentemente Twitter):
Stato della produzione della
quarta stagione di Bridgerton
Le riprese della nuova stagione di
Bridgerton sono iniziate a settembre 2024, il che significa
che la stagione non uscirà prima della fine del 2025 o del 2026,
con alcune speculazioni che la serie potrebbe puntare a un’uscita a
dicembre o febbraio. Le stagioni precedenti sono state pubblicate a
dicembre, marzo e maggio, quindi è probabile che l’uscita avvenga
in inverno/primavera. Inoltre, la showrunner Jess Brownell ha
spiegato a giugno che c’è un lungo processo tra l’inizio delle
riprese e l’uscita della serie (tramite The Hollywood
Reporter).
Stiamo lavorando per cercare di
pubblicare le stagioni più rapidamente, ma ci vogliono otto mesi
per girare, poi devono essere montate e doppiate in tutte le
lingue. Anche la scrittura richiede molto tempo, quindi siamo su un
ritmo di due anni. Stiamo cercando di accelerare, ma rimarremo
comunque in quel lasso di tempo.
Con un ritmo biennale, la quarta
stagione uscirebbe nella primavera del 2026.
Cast della quarta stagione
di Bridgerton
Il cast di Bridgerton è ovviamente
un ensemble enorme e molti dei personaggi sono rimasti fedeli alla
serie di stagione in stagione. L’unica eccezione di rilievo è stata
Simon Basset (Rege-Jean Page), che non si vede dalla prima
stagione, perché Page ha deciso di lasciare la serie. Di
conseguenza, anche Daphne appare sempre meno, anche se Antony e
Kate sono entrambi apparsi in tutta la terza stagione. È già stato
rivelato che Penelope e Colin torneranno nella quarta stagione di
Bridgerton – e con Penelope nei panni di Lady Whistledown, sarebbe
impossibile immaginare la serie senza di lei! Anche se la portata e
l’entità dei loro ruoli sono sconosciuti, questo significa che
Nicola Coughlan e Luke Newton torneranno a interpretare i loro
ruoli.
Tra i ritorni quasi certi ci sono
Golda Rosheuvel nei panni della regina Charlotte, Adjoa Andoh nei
panni di Lady Agatha Danbury e la maggior parte del clan
Bridgerton. Anthony Bridgerton, interpretato da Jonathan Bailey, ha
trovato il suo vero amore in Kate (Simone Ashley) nella seconda
stagione, e Bailey è confermato per il ritorno nella quarta
stagione al fianco di Kate. Nel frattempo, Benedict (Luke
Thompson) ed Eloise (Claudia Jessie) non hanno ancora vissuto i
loro momenti romantici sotto il sole, quindi dovranno
riprendere i loro ruoli. Francesca, interpretata da Hannah Dodd, ha
invece vissuto una storia d’amore nella terza stagione, ma i fan
del libro sanno che questo è solo l’inizio della sua storia.
In un cambiamento radicale
stabilito alla fine della terza stagione di Bridgerton, sembra che
Julie Andrews potrebbe non tornare come voce della narratrice Lady
Whistledown, dopo che Penelope ha abbandonato il suo personaggio
per continuare il suo giornale mondano con il proprio nome. Anche
la questione se Anthony e Kate torneranno davvero dall’India è
urgente, ma la responsabilità di Anthony come visconte e capo
della sua famiglia significa che non può stare lontano per
sempre.
Un nuovo personaggio che sappiamo
avrà un ruolo nella quarta stagione di Bridgerton è Michaela
Stirling, interpretata da Masali Baduza, che cattura immediatamente
l’attenzione di Francesca. I fan del libro riconosceranno l’origine
del suo nome e probabilmente potranno immaginare quale ruolo avrà
nella storia di Francesca. Allo stesso modo, Yerin Ha si è unita
al cast della quarta stagione nel ruolo di Sophie Baek (rinominata
Sophie Beckett nei libri), l’interesse amoroso di Benedict.
Katie Leung interpreterà Lady Araminta Gun, mentre Isabella Wei e
Michelle Mao interpreteranno rispettivamente Posy Li e Rosamund Li.
Le sorelle Li sono le perfide sorellastre di Sophie.
La serie romantica di grande
successo ambientata nell’epoca della Reggenza ha già fatto battere
i cuori per tre stagioni e Netflix ha rinnovato in anticipo
Bridgertonper la quarta stagione. Basata sulla serie di libri
di Julia Quinn, Bridgerton racconta le vicende dei vari
membri dell’omonima famiglia che cercano l’amore nella “ton”
durante l’epoca della Reggenza nella storia inglese. Noto per i
suoi design colorati e l’approccio anacronistico al tema storico,
Bridgerton ha conquistato il pubblico con il suo fascino e
le sue storie d’amore appassionate sin dal suo debutto su Netflix
nel 2020.
Ennesimo fiore all’occhiello di
Netflix, Bridgerton è diventato rapidamente uno dei
programmi più popolari della piattaforma e la sua reputazione è
cresciuta negli anni. Nel 2023 è stato prodotto uno spin-off
intitolato Queen Charlotte: A Bridgerton Story, e il colosso
dello streaming è diventato un franchise prima ancora che uscisse
la terza stagione. I migliori drammi in costume sono sempre
spettacoli sontuosi, ma Bridgerton è riuscito a alzare la
posta in gioco e ha dato il via a un boom di produzioni
anacronistiche ambientate in epoche passate. Il rinnovo anticipato
di Netflix per la quarta stagione significa che i fan non dovranno
preoccuparsi e che il futuro di Bridgerton sembra
assicurato.
Ultime notizie sulla quarta
stagione di Bridgerton
Mentre continua l’attesa per il
ritorno della serie, arrivano le ultime notizie sotto forma di
nuove immagini della quarta stagione di Bridgerton. Le due
immagini sono state condivise tramite l’account ufficiale di
Bridgerton su X (ex Twitter) e offrono un indizio
su alcune interessanti deviazioni dal romanzo An Offer From A
Gentleman. Una delle immagini mostra Eloise e Penelope che
passeggiano per le strade di Londra mentre chiacchierano, mentre
l’altra introduce le nuove arrivate Rosamund Li (Michelle Mao) e
Posy Li (Isabella Wei). Le due sono le sorellastre di Sophie Baek e
sono chiaramente ispirate alle perfide sorellastre di Cenerentola
della classica fiaba.
L’immagine è unica perché anticipa
una scena in cui le sorelle di Benedict, Hyacinth ed Eloise,
ospitano i fratelli di Sophie, ma è chiaro che le cose non stanno
andando bene. Questa scena non è presente nel libro e suggerisce
che la quarta stagione andrà oltre i confini del romanzo. Non è
ancora chiaro come la storia cambierà, ma ulteriori dettagli sono
attesi a breve.
La quarta stagione di
Bridgerton è confermata (e il libro è stato scelto)
A differenza di altre serie che
lasciano i fan con il fiato sospeso per mesi in attesa di conoscere
il destino del loro show preferito, Netflix ha deciso in anticipo
di rinnovare Bridgerton. Dopo il successo della seconda
stagione, la piattaforma di streaming non ha perso tempo e ha
rinnovato preventivamente Bridgerton per la terza e la
quarta stagione contemporaneamente. Anche se il futuro oltre la
quarta stagione è ancora incerto, è probabile che siano in
lavorazione altre stagioni della serie romantica ambientata
nell’epoca della Reggenza.
La prima parte della terza stagione
di Bridgerton è stata trasmessa il 16 maggio 2024, seguita
dalla seconda parte il 13 giugno 2024.
Con il clamore ancora vivo intorno
alla terza stagione della grande hit di Netflix, la quarta stagione
ha già rubato la scena con l’annuncio che Benedict sarà il
protagonista della prossima storia. Ciò significa che il libro
che verrà adattato per le prossime stagioni sarà presumibilmente
An Offer from a Gentleman di Quinn, il terzo della
serie. Per commemorare l’inizio delle riprese nel settembre 2024,
Netflix ha condiviso un’immagine di Ha e Luke Thompson,
protagonista di Benedict, insieme per la prima volta. Di seguito il
post di Netflix su X
(precedentemente Twitter):
Stato della produzione della
quarta stagione di Bridgerton
Le riprese della nuova stagione di
Bridgerton sono iniziate a settembre 2024, il che significa
che la stagione non uscirà prima della fine del 2025 o del 2026,
con alcune speculazioni che la serie potrebbe puntare a un’uscita a
dicembre o febbraio. Le stagioni precedenti sono state pubblicate a
dicembre, marzo e maggio, quindi è probabile che l’uscita avvenga
in inverno/primavera. Inoltre, la showrunner Jess Brownell ha
spiegato a giugno che c’è un lungo processo tra l’inizio delle
riprese e l’uscita della serie (tramite The Hollywood
Reporter).
Stiamo lavorando per cercare di pubblicare le stagioni più
rapidamente, ma ci vogliono otto mesi per girare, poi devono essere
montate e doppiate in tutte le lingue. Anche la scrittura richiede
molto tempo, quindi siamo su un ritmo di due anni. Stiamo cercando
di accelerare, ma rimarremo comunque in quel lasso di
tempo.
Con un ritmo biennale, la quarta
stagione uscirebbe nella primavera del 2026.
Cast della quarta stagione
di Bridgerton
Il cast di Bridgertonè
ovviamente un ensemble enorme e molti dei personaggi sono rimasti
fedeli alla serie di stagione in stagione. L’unica eccezione di
rilievo è stata Simon Basset (Rege-Jean Page), che non si vede
dalla prima stagione, perché Page ha deciso di lasciare la serie.
Di conseguenza, anche Daphne appare sempre meno, anche se Antony e
Kate sono entrambi apparsi in tutta la terza stagione. È già stato
rivelato chePenelope e Colin torneranno nella quarta
stagione di Bridgerton– e con Penelope nei panni di Lady
Whistledown, sarebbe impossibile immaginare la serie senza di lei!
Anche se la portata e l’entità dei loro ruoli sono sconosciuti,
questo significa cheNicola Coughlan e Luke Newton
torneranno a interpretare i loro ruoli.
Tra i ritorni quasi certi ci
sono Golda Rosheuvel nei panni della regina Charlotte, Adjoa Andoh
nei panni di Lady Agatha Danbury e la maggior parte del clan
Bridgerton. Anthony Bridgerton, interpretato da Jonathan
Bailey, ha trovato il suo vero amore in Kate (Simone Ashley)
nella seconda stagione, e Bailey è confermato per il ritorno nella
quarta stagione al fianco di Kate. Nel frattempo,Benedict (Luke Thompson) ed Eloise (Claudia Jessie) non hanno
ancora vissuto i loro momenti romantici sotto il sole,
quindi dovranno riprendere i loro ruoli. Francesca, interpretata da
Hannah Dodd, ha invece vissuto una storia d’amore nella terza
stagione, ma i fan del libro sanno che questo è solo l’inizio della
sua storia.
In un cambiamento radicale
stabilito alla fine della terza stagione di Bridgerton, sembra che
Julie Andrews potrebbe non tornare come voce della narratrice Lady
Whistledown, dopo che Penelope ha abbandonato il suo personaggio
per continuare il suo giornale mondano con il proprio nome. Anche
la questione se Anthony e Kate torneranno davvero dall’India è
urgente, mala responsabilità di Anthony come visconte e
capo della sua famiglia significa che non può stare lontano per
sempre.
Un nuovo personaggio che
sappiamo avrà un ruolo nella quarta stagione di Bridgerton è
Michaela Stirling, interpretata da Masali Baduza, che cattura
immediatamente l’attenzione di Francesca. I fan del libro
riconosceranno l’origine del suo nome e probabilmente potranno
immaginare quale ruolo avrà nella storia di Francesca. Allo stesso
modo,Yerin Ha si è unita al cast della quarta stagione
nel ruolo di Sophie Baek (rinominata Sophie Beckett nei libri),
l’interesse amoroso di Benedict.Katie Leung
interpreterà Lady Araminta Gun, mentre Isabella Wei e Michelle Mao
interpreteranno rispettivamente Posy Li e Rosamund Li. Le sorelle
Li sono le perfide sorellastre di Sophie.
Il seme del fico
sacroè
un’opera potente, che guarda con lucidità alla politica e alla
società, e conferma Mohammad
Rasoulof come
una delle
voci più coraggiose e
incisive del cinema contemporaneo. Dopo il
pluripremiato Il
male non esiste,
il regista iraniano torna a denunciare l’oppressione del regime di
Teheran con un film che mescola tensione, dramma e un’intensità
emotiva che non lascia scampo.
Il seme del fico
sacro, tra realtà e finzione
Girato in condizioni
estreme e portato clandestinamente fuori dall’Iran, il film
racconta la storia di Iman, comandante delle milizie Basij,
incaricato di reprimere le proteste del 2022 scoppiate dopo
la morte di Mahsa
Amini. Le sue due figlie, però, giovani e volitive, e
soprattutto ignare della vera natura del lavoro di loro padre, si
fanno coinvolgere nelle proteste. In mezzo a questo gigantesco e
pericolosissimo conflitto di interessi c’è la moglie di Iman,
Najmeh, consapevole sia del vero ruolo del marito
nel regime, sia del desiderio di rivolta che infiamma le
figlie. La narrazione si sviluppa quindi come un dramma
familiare che sfocia in un vero e proprio conflitto generazionale e
politico, con una tensione crescente che riflette il clima di paura
e oppressione vissuto in Iran. Rasoulof costruisce il film come se
fosse un thriller, con uno sguardo lucido e implacabile sul sistema
repressivo iraniano.
Il peso della
repressione e il coraggio della ribellione
Uno degli aspetti più
incisivi di Il seme del fico sacro è la
rappresentazione del regime iraniano attraverso la figura di Iman.
Il protagonista non è un semplice ingranaggio della macchina
repressiva, ma un uomo che si confronta con il lato più brutale del
sistema e che lo sottoscrive scientemente. Rasoulof non lo dipinge
come un semplice carnefice, ma come un uomo all’inizio combattuto,
e poi tragicamente cosciente del suo operato, travolto dal suo
senso di disciplina inculcatogli dal regime e dalla sua
posizione.
Le figlie sono invece un
contraltare perfetto, sono la speranza e la resistenza: una
generazione che rifiuta di piegarsi e che, nonostante il pericolo,
lotta per la libertà. La loro ribellione è la miccia che innesca il
conflitto interiore di Iman, mettendo a nudo la violenza
sistematica del regime che prende il sopravvento anche quando di
fronte a lui c’è il sangue del suo sangue. Non ci sono sconti per
chi ostacola il regime, anche se si tratta della propria
famiglia.
La regia di
Rasoulof: realismo e intensità
Lo stile
di Rasoulof è asciutto, privo di
retorica, e si affida a una messa in scena cruda e immersiva. Le
riprese in interni, spesso claustrofobiche, contribuiscono a
trasmettere il senso di oppressione vissuto dai protagonisti anche
grazie all’utilizzo di primi piani intensi per catturare la
sofferenza e il conflitto emotivo dei personaggi. Agli interni
stretti e angusti si alternano i filmati reali degli scontri per le
strade di Teheran, raccolti mettendo a repentaglio sul serio la
propria vita. Finestre documentarie all’interno di una storia di
fiction che prima di diventare metafora in un finale imprevedibile,
è un resoconto più che plausibile della condizione di vita in
Iran.
Più che un film, Il
seme del fico sacro è un atto di resistenza. Rasoulof ha
dovuto affrontare enormi difficoltà per realizzarlo, e la sua
condanna all’esilio dimostra quanto il regime consideri pericolosa
la sua voce. Il film non si limita a denunciare le ingiustizie, ma
vuole scuotere il pubblico, mostrando realtà scomode e mostrando il
prezzo della libertà.
Un atto di resistenza
cinematografica
Non è un caso che il
titolo richiami il fico sacro, simbolo di rinascita e resistenza.
Il film si chiude lasciando nello spettatore un senso di
inquietudine, ma anche di speranza: per quanto oppressiva possa
essere una dittatura, il desiderio di libertà non può essere
soffocato. Il film, protagonista nella stagione dei premi 2025,
batte bandiera tedesca, dal momento che solo da rifugiato in
Germania e con quei contributi, Rasoulof è riuscito a completare il
film. Tuttavia, dal Festival di
Cannes 2024 (dove ha vinto il premio della
Giuria), che ne ha visto l’esordio, fino alla Notte
degli Oscar 2025, dove il film concorre come Miglior Film
Internazionale, Il seme del fico sacro sta
raccontando al mondo la sua storia e la storia dell’Iran.
Il seme del fico
sacro è un film capace di unire denuncia politica e
intensità narrativa con straordinaria
efficacia. Mohammad Rasoulof è il
regista di cui il cinema ha bisogno per confermarsi, oltre a forma
d’espressione artistica, anche voce di popoli e di resistenza.
Anche se i fan
di Outlander non potranno vederla per un
po’, Starz ha confermato l’ottava stagione della serie storica
fantasy. Basata sui libri di Diana Gabaldon, Outlander racconta
la storia di Claire Randall (Caitríona Balfe),
un’infermiera della Seconda Guerra Mondiale che viene spedita
indietro nel tempo, nel 1743, in Scozia. Mentre cerca di fare del
suo meglio per tornare al presente, Claire si ritrova presto divisa
tra le sue lealtà, poiché si innamora di Jamie Fraser (Sam
Heughan), un ribelle highlander scozzese, e vuole aiutare
la sua famiglia dopo aver scoperto il loro ruolo nella ribellione
giacobita.
Come molti dei migliori adattamenti
di libri per la TV, Outlander ha dovuto prendersi
alcune libertà creative con la serie, dato che Gabaldon sta ancora
scrivendo i libri. Mentre gli sceneggiatori televisivi si sono
assicurati di includere eventi importanti della trama (come la
battaglia di Culloden e la guerra rivoluzionaria americana), hanno
anche ampliato gli archi narrativi di alcuni personaggi (come
Murtagh Fitzgibbons) per assicurarsi che le cose siano il più
imprevedibili e fresche possibile.
Anche la stagione 8 seguirà
probabilmente un approccio simile, con gli sceneggiatori che
alzeranno ancora di più la posta in gioco, soprattutto perché è
stata annunciata come l’ultima stagione.
Ultime notizie su Outlander –
Stagione 8
Rivelati i dettagli della nuova
storia dell’ottava stagione
Con l’entusiasmo crescente per
l’ultima stagione della serie, le ultime notizie
confermano alcuni dettagli della trama
dell’ottava stagione di Outlander. Durante una
recente intervista, la showrunner Maril Davis e l’autrice Diana
Gabaldon hanno rivelato quali libri saranno trattati in ogni
stagione. Sebbene fosse noto che la stagione 8 avrebbe affrontato
alcuni degli eventi del libro 9 (Go Tell the Bees I Am
Gone), hanno anche annunciato che un decimo libro, non
ancora pubblicato, sarebbe stato preso in considerazione.
La stretta collaborazione tra
i creatori della serie e l’autrice dei libri permette di rendere lo
show completo di alcuni dettagli molto prima che un libro venga
pubblicato.
Sebbene nessuno dei due sia stato
in grado di rivelare molto sul misterioso decimo libro, Davis ha
lamentato il fatto che la serie non sarà in grado di coprire
completamente la serie di libri di Gabaldon. Come per le serie
precedenti (principalmente Game of
Thrones), la stretta collaborazione tra i creatori della
serie e l’autrice dei libri permette di inserire alcuni dettagli
nella serie molto prima che un libro venga pubblicato.
Leggi i commenti completi di Davis
e Gabaldon qui sotto:
Maril
Davis:La settima stagione in realtà
comprende l’ultima piccola parte del sesto libro, perché non siamo
riusciti a finire la sesta stagione, poi il settimo e l’ottavo
libro. L’ottava stagione sarà il nono libro… Vorrei che ci fosse
più del decimo libro.
Diana
Gabaldon:[E] piccoli pezzi del decimo
libro.
Davis:Vorrei
che ci fosse più libro dieci… Voglio dire, mi piacerebbe finire
[tutti i libri]. Voglio dire, che tutti i personaggi sopravvivano o
meno, non sopravvivono nella stagione 8. Mi piacerebbe tornare per
il libro dieci.
Confermata Outlander – Stagione
8
L’epico romanzo di viaggio nel
tempo si conclude con la stagione 8
Con le riprese terminate a
settembre 2024, la stagione 8 potrebbe arrivare prima del
previsto.
Nel gennaio 2023 è stato rivelato
che Outlander
è stato rinnovato per un’ottava stagione,
con Starz che ha anche confermato che questa sarà
l’ultima. La stagione 8, composta da 10 episodi, vedrà il
ritorno dei produttori esecutivi Ronald D. Moore, Matthew B.
Roberts e Maril Davis per aiutare a dare ai personaggi amati dello
show il commiato che meritano. Come per tutte le altre stagioni,
anche per la stagione 8 l’autrice Diana Gabaldon sarà probabilmente
coinvolta come consulente. Le riprese si concluderanno a settembre
2024, quindi la stagione 8 potrebbe arrivare prima del
previsto.
La seconda parte della settima
stagione di Outlander si è conclusa il 17 gennaio
2025.
Il cast di Outlander – Stagione
8
Chi tornerà per l’ultima
stagione?
Con Starz che conferma che la
stagione 7 e 8 porteranno “la storia d’amore di Claire e Jamie a
una conclusione epica”, si può dire con certezza
che Caitríona
Balfe e Sam Heughan torneranno a interpretare i
personaggi preferiti dai fan di Outlander, Claire
e Jamie Fraser. Poiché la stagione 8 sarà incentrata sul nono libro
di Gabaldon, Go Tell The Bees That I’m Gone, gli
spettatori dovrebbero aspettarsi di vedere anche Brianna,
interpretata da Sophie Skelton, e Roger, interpretato da Richard
Rankin, poiché anche loro sono fondamentali per la trama. Al
contrario, Tobias
Menzies ha confermato che non tornerà nei panni di Jack
nella stagione 8.
Il probabile cast di include:
Caitríona Balfe nel ruolo di Claire Fraser
Sam Heughan nel ruolo di Jamie Fraser
Sophie Skelton nel ruolo di Brianna
Richard Rankin nel ruolo di Roger
César Domboy nel ruolo di Fergus Fraser
Lauren Lyle nel ruolo di Marsali Fraser
John Bell nel ruolo del giovane Ian Fraser
Kristin Atherton nel ruolo di Jenny Murray
David Berry nel ruolo di Lord John Grey
Charles Vandervaart nel ruolo di William Ransom
Izzy Meikle-Small nel ruolo di Rachel Hunter
Dettagli della storia di
Outlander – Stagione 8
Come andrà a finire?
Sebbene non siano stati confermati
molti dettagli sulla stagione 8 di Outlander, Gabaldon
ha rivelato che la stagione finale si concentrerà
principalmente sul suo nono libro, Go Tell The Bees
That I’m Gone (via TV
Guide). In quel romanzo, la relazione tra Jamie e Claire
viene nuovamente messa in subbuglio quando la guerra rivoluzionaria
americana minaccia di separare loro e la loro famiglia.
Anche il decimo libro, non ancora
pubblicato, avrà un ruolo, ma i dettagli rimangono ancora
sconosciuti.
Dopo che il malvagio Rob Cameron
(che è anche uno dei principali personaggi della settima
stagione diOutlander) ha causato il
caos per Brianna, Roger e la loro famiglia nel XX
secolo, Go Tell The Bees I’m Gone approfondisce
anche le loro preoccupazioni e paure che altri cospiratori cerchino
di rintracciarli. Un filo conduttore
introdotto nel
finale della settima stagione dovrà sicuramente essere
spiegato, ovvero il vero destino della primogenita di
Jamie e Claire, Faith. A lungo ritenuta morta alla nascita nella
seconda stagione, è stato rivelato che in qualche modo è
sopravvissuta e ha generato Jane e Frances.
Frances canta la canzone “I Do Like
to Be Beside the Seaside” e questo suscita immediatamente
l’interesse di Claire perché lei la cantava alla sua bambina morta,
Faith, tanti anni prima. Ciò che rende la cosa ancora più
intrigante è che Frances rivela che sua madre le ha insegnato la
canzone, nonostante non sia stata scritta fino al
1907. Outlander è noto per i suoi colpi di
scena, ma la rivelazione alla fine della settima stagione prepara
il terreno per un finale davvero scioccante.
Una star di The Good
Place è stata ufficialmente scritturata per
la sesta
stagione di The Handmaid’s
Tale. The
Handmaid’s Tale, basato sull’omonimo romanzo di Margaret
Atwood, si svolge in una società totalitaria governata da un regime
fondamentalista e segue Offred, alias June Osbourne, una delle
donne fertili rimaste costrette alla servitù, mentre lotta per
sopravvivere e ritrovare la figlia che le è stata tolta. La prima
parte della sesta stagione di The Handmaid’s Tale è prevista per
l’8 aprile 2025, mentre il finale andrà in onda il 27 maggio.
La Carden, nota per i suoi ruoli in
The Good Place e Nobody Wants This, apparirà come guest-star nei
prossimi episodi.
Cosa significa questo per la
stagione finale di The Handmaid’s Tale
Al contrario, Carden potrebbe
semplicemente espandere i suoi orizzonti avventurandosi in un ruolo
diverso. In ogni caso, la partecipazione di Carden, insieme
a Elisabeth
Moss e ad altri personaggi fissi della serie, potrebbe
offrire qualcosa di nuovo allo show, pur mantenendo il dramma che
ha caratterizzato le stagioni precedenti.
Con l’ultimo episodio dello show in
onda nel 2022, la sesta stagione continuerà a esplorare i temi del
potere, del controllo e della resistenza, con il ruolo di Carden
che contribuirà alla lotta in corso per la liberazione. Sebbene non
siano ancora stati rivelati dettagli specifici sulla trama, la sua
partecipazione a The Handmaid’s Tale suggerisce l’introduzione di
nuovi personaggi che potrebbero sfidare o aiutare June e i suoi
alleati.
Alcune delle migliori serie
tv K-Dramaincorporano
elementi fantasy nelle loro storie migliori, riscuotendo il plauso
della critica e del pubblico. Il folklore ben noto, i romanzi
fantasy familiari o il fascino odierno per la magia e le realtà
multiple si fanno strada nella coscienza culturale e poi prendono
vita in televisione nei K-drama. Molti dei migliori
drammi romantici coreani incorporano aspetti di realismo
magico nelle loro trame. Tuttavia, i migliori spettacoli
fantasy si spingono oltre, approfondendo mondi nascosti e temi
soprannaturali.
Le trame fantastiche elevano
le narrazioni stereotipate, come i drammi procedurali, includendo
un altro livello di mistero e intrigo.
Avere personaggi che esistono in
mondi fantastici o che hanno poteri mistici richiede attori e
attrici forti per dare vita a questi ruoli complessi. Il fantasy è
uno strumento efficace per una serie TV per mettere in scena i
desideri del personaggio che altrimenti rimarrebbero nascosti.
Inoltre, le trame fantastiche elevano le narrazioni stereotipate,
come i drammi procedurali, includendo un altro livello di mistero e
intrigo. Anche se il fantasy è talvolta criticato per essere
irrealistico, il pubblico dovrebbe sospendere la propria
incredulità e lasciarsi trasportare.
The King: Eternal Monarch
(2020)
Due dimensioni alternative si
scontrano e nel frattempo riuniscono amanti improbabili
Lee Gon (Lee Min-ho) è un re in un
universo parallelo, ma trova una porta per un mondo più simile a
quello reale, dove dà la caccia a suo zio, l’uomo responsabile
della morte del padre di Lee Gon. Lì incontra Jeong Tae-eul (Kim
Go-eun), un detective con cui fa squadra per rintracciare suo zio e
impedirgli di distruggere entrambe le realtà. Suo zio, Lee Lim (Lee
Jung-jin), è un cattivo complesso che getta un’ombra sullo
show.
Per la sua dedizione al
romanticismo, alla fantasia e all’attento equilibrio tra più
trame, The King: Eternal Monarch è stato
enormemente popolare al momento della sua uscita e rimane un
caposaldo del genere. Nel complesso, la serie si preoccupa
meno di spiegare scientificamente il ponte tra gli universi e si
affida alle forti relazioni tra i personaggi. In gran parte grazie
alla dinamica tra Lee Gon e Jeong Tae-eul, che crescono amandosi e
rispettandosi a vicenda.
The King: Eternal Monarch
in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
My Love From The Star (2013 –
2014)
Un alieno bloccato sulla Terra
si ritrova attratto da una bellissima attrice
Bloccato sulla Terra da 400 anni,
Do Min-joon (Kim Soo-hyun) deve aspettare solo qualche altro mese
prima di essere riportato a casa. Tuttavia, i suoi piani vengono
interrotti dai suoi sentimenti per l’attrice Cheon Song-yi (Jun
Ji-hyun). Cheon Song-yi inizia a fare affidamento su Do
Min-joon per aiuto e consigli, e i due si ritrovano coinvolti in
un’indagine sulla morte di uno dei rivali professionali di
Cheon Song-yi. My Love From The Star è consapevole
della natura comica della sua premessa, ma non ha paura di prendere
sul serio la storia d’amore tra i due protagonisti e di infondere
un po’ di dramma legale nella storia.
My Love From The
Star in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Hotel del Luna
In Hotel del Luna, Lee
Ji-eun è un’idolo K-pop diventato un grande attore in un K-drama,
come molti giovani artisti che applicano il loro talento alla
musica e allo schermo. Tuttavia, la serie non è solo questo,
poiché la premessa dello show è che l’hotel titolare serve
solo fantasmi e tutto lo staff è tra i morti, tranne il direttore
generale. A causa dell’argomento, Hotel del
Luna parla di dolore e di questioni irrisolte.
Tuttavia, non mancano i colpi di
scena tra i personaggi ricorrenti. Koo Chan-sung (Yeo Jin-goo), il
direttore, e Jang Man-wol (Lee Ji-eun) all’inizio sono in
disaccordo, ma presto scoprono che gestire l’hotel li unisce in
modi che non si sarebbero mai aspettati. L’uso di questi aspetti
soprannaturali permette un continuo avvicendarsi di guest star che
portano nuove sfide in ogni episodio.
While You Were Sleeping
(2017)
Attraverso i loro sogni
profetici, un gruppo di persone si riunisce per risolvere i
crimini
Nam Hong-joo (Bae Suzy) è
nata con la capacità di vedere il futuro nei suoi
sogni, ma questi riguardano quasi sempre la morte di
qualcuno, senza alcuna informazione su quando ciò accadrà. Salvando
le vite di Jung Jae-chan (Lee Jong-suk) e Han Woo-tak (Jung Hae-in)
da bambini, Nam Hong-joo ha trasmesso loro le sue capacità. Ora, il
trio lavora per risolvere i crimini che vede nei suoi sogni prima
che possano avverarsi. Fantasia e crimine/drammatici legali di
solito non sono combinati in TV, ma While You Were
Sleeping bilancia gli elementi drammatici con i momenti del
soprannaturale.
A Korean Odyssey
(2017-2018)
Una giovane donna con il potere
di vedere i fantasmi si innamora di uno spirito che desidera
l’immortalità
Son Oh-gong (Lee Seung-gi), un
immortale escluso dal paradiso, si ritrova la sua vita intrecciata
con Jin Seon-mi (Oh Yeon-seo), una donna con il potere di vedere i
fantasmi. A Korean Odyssey fa capire fin
dall’inizio al pubblico che le vite e l’amore dei protagonisti sono
condannati, ma questo non impedisce loro di essere
personaggi avvincenti in cui è facile immedesimarsi. Per la maggior
parte dello show, i due combattono insieme i demoni in trame
episodiche, ma la trama generale dei loro destini con il
paradiso crea una narrazione più snella che fa sì che lo spettatore
torni a vederlo.
The Legend Of The Blue Sea (2016 –
2017)
Una sirena e l’uomo che ama
sono attratti l’uno dall’altra attraverso le linee
temporali
Nella loro prima vita, Se-hwa (Jun
Ji-hyun) e Kim Dam-ryeong (Lee Min-ho) hanno vissuto un’epica
storia d’amore che si è conclusa in tragedia, e nel futuro le loro
reincarnazioni lavorano instancabilmente per evitare che lo stesso
destino torni a perseguitarli. The Legend of the Blue
Sea sfrutta gli aspetti ben noti della tradizione e delle
storie sulle sirene, ma le reinventa in modo che risultino
nuove al pubblico odierno. Inoltre, l’alchimia tra i due
protagonisti eleva la narrazione, rendendo avvincente la loro
relazione. Le due trame del loro passato e del loro futuro rendono
più veloce il ritmo e fanno sì che la serie non annoi mai.
W: Two Worlds (2016)
Una giovane donna scopre che un
mondo immaginario di webtoon è importante quanto la sua
realtà
I webtoon sono un popolare formato
narrativo, spesso usato come ispirazione per i K-drama,
ma W: Two Worlds non si limita a trarre
ispirazione dai K-drama. La serie vede la protagonista Oh
Yeon-Joo (Han Hyo-Joo) catapultata in un mondo di webtoon chiamato
W, dove ad attenderla c’è il bello e ricco Kang Cheol (Lee
Jong-Suk). Naturalmente, non ci vuole molto perché i due opposti si
innamorino.
Quando Oh Yeon-Joo viene
trasportata nel mondo immaginario, si rende conto che suo padre è
scomparso. Inoltre, la famiglia di Kang Cheol è morta e lui sta
dando la caccia ai loro assassini. Insieme, fanno squadra per
risolvere il mistero che circonda questi atti violenti. Anche
se W segue la narrativa evasiva della maggior parte dei
contenuti dei webtoon, ha comunque un peso emotivo e rende facile
interessarsi ai personaggi, immaginari o meno.
Tale Of The Nine Tailed (2020 –
2023)
Lo spirito della volpe che
funge da guardiano di una montagna soprannaturale abbandona il suo
posto per trovare il suo primo amore
Tale of the Nine
Tailed Lee Yeon (Lee Dong-wook) vuole proteggere il mondo
dagli spiriti maligni nella sua posizione di Gumiho, ma il ricordo
del suo vero amore lo perseguita. Ha atteso per molti secoli la sua
reincarnazione, ma quando appare come Nam Ji-ah (Jo Bo-ah), non è
sicuro che sia lei. Insieme, lavorano per impedire agli spiriti
vendicativi di sfogare la loro rabbia sul mondo umano.
Lungo il percorso, scoprono i
segreti del passato e del futuro di Nam Ji-ah, il che dimostra
quanto fossero importanti l’una per l’altra nella sua vita passata.
Tuttavia, gli spiriti maligni che li hanno tenuti separati in
passato non vogliono essere fermati di nuovo. La serie è
particolarmente interessante per quanto si ispira al
folklore coreano e traduce antiche storie e divinità nel mondo
moderno.
Alchemy Of Souls (2022 –
2023)
I maghi trasferiscono le loro
anime in corpi diversi in un dramma storico romanzato
La prima e la seconda parte
di Alchemy of Souls illustrano ciò che rende lo
show rivoluzionario: si reinventa costantemente, grazie alla
premessa. Nello show, un gruppo di giovani con poteri
magici lancia un incantesimo che permette loro di trasportare le
loro anime in corpi diversi, complicando le loro vite e le loro
abilità. Per questo motivo, gli attori devono cambiare spesso la
loro performance e caratterizzazione per adattarsi a chiunque sia
l’anima che dovrebbe essere nel loro corpo. Se questo è già
abbastanza intrigante di per sé, ci sono anche più grandi
macchinazioni di magia nera all’opera, che uniscono la trama
avvincente a un cast affascinante.
Guardian: The Lonely And Great
God (2016 – 2017)
Un goblin immortale incontra
una ragazza umana che cambia la sua vita per sempre
Guardian: The Lonely and Great
God non è solo una fantastica serie fantasy, ma anche uno
dei migliori K-Drama con un cast corale.
Conosciuta anche come Goblin, la serie segue
Kim Shin (Gong Yoo), un uomo maledetto con l’immortalità che sarà
liberato dal suo fardello solo quando incontrerà la sua
sposa. I personaggi che si uniscono a lui includono molte
anime reincarnate dal suo passato e un tristo mietitore (Lee
Dong-wook). Insieme, i personaggi usano i loro poteri
soprannaturali per aiutare gli altri. Mescolando con successo
romanticismo, fantasia e lezioni morali, Guardian: The
Lonely and Great God è un caposaldo dei drammi
coreani fantasy.
Il finale di The
Recruit per la prima
stagione si è chiuso con un colpo di scena che ha lasciato
in sospeso l’imprevedibile seconda stagione di The
Recruit. The Recruit combina elementi
di Jack Ryan e The Bourne Identity,
quest’ultimo diretto da Doug Liman, che è anche produttore
esecutivo di The Recruit. Come i migliori thriller di
spionaggio pieni d’azione, The Recruit crea molti
misteri nel corso della prima stagione, la maggior parte dei quali
vengono risolti alla fine. Tuttavia, dopo la fine della prima
stagione di The Recruit rimangono diverse domande senza
risposta a cui la seconda stagione deve rispondere.
Il finale di The
Recruit ha continuato l’azione senza sosta dello show, con
le storie di Owen (Noah
Centineo), Max e la mafia russa che culminano in una
sparatoria che si conclude con Owen che uccide un uomo, cambiando
così l’avvocato per sempre e dando una direzione molto diversa alla
seconda stagione di The Recruit. La seconda metà del
finale di The Recruit spiegava la storia in un
epilogo e sembrava che lo show di Netflix sarebbe
finito con una nota positiva. Tuttavia, con Owen rapito e
Max colpito da Karolina, il finale di The
Recruit ha riservato il suo più grande colpo di
scena.
La figlia di Max è viva?! Il
colpo di scena di Karolina in The Recruit
Il colpo di scena più sorprendente
nel finale di The Recruit nella serie Netflix è stato il fatto che Karolina fosse viva.
All’inizio
della stagione 1 di The Recruit, quando Max era
ancora in prigione in attesa che Owen cercasse di tirarla fuori,
l’ex agente della CIA è stata aggredita da una delle sue compagne
di cella. Max ha minacciato la famiglia della detenuta, ma ha fatto
in modo di sottolineare che non avrebbe mai fatto del male alla
loro figlia perché anche lei, Max, aveva una
figlia. Max non ha mai detto che Karolina era morta,
ma lo ha lasciato intendere.
Tuttavia, il finale di The
Recruit ha spiegato che Karolina era viva fin dall’inizio.
È importante ricordare che, durante la prima stagione
di The Recruit, nell’episodio 7, Owen incontra in un
bar una donna che si chiama Marta. Anche se la serie Netflix ha
rivelato subito che Marta era una spia il cui vero nome sembrava
essere Nichka, questo nuovo misterioso personaggio aveva un altro
livello di segretezza. Nichka era un altro alias di Karolina, la
figlia di Max, che era viva e spiava Owen e Max da quando il duo
era tornato in Europa.
Perché Karolina ha sparato a
Max?
Karolina potrebbe essersi
sentita tradita dalla madre
Karolina ha sparato a sua madre,
Max, nel finale di The Recruit, un colpo di scena
scioccante per la serie, considerando che Max la ricordava con
affetto. Max credeva che sua figlia fosse morta, quindi non aveva
idea del perché sua figlia le avesse sparato. Anche se la
rivelazione di Karolina in The Recruit avviene solo alla fine della
prima stagione, ci sono abbastanza indizi in tutta la serie Netflix
per ipotizzare il motivo per cui Karolina abbia sparato a
Max. Karolina era una spia russa che lavorava con una
squadra per impedire a Max di smascherare Kirill, capo
della mafia russa, e sua moglie. Karolina e sua madre erano su
fronti opposti.
Max Meladze è stata una spia
per anni, quindi il suo rapporto con sua figlia doveva essere
complicato.
Il fatto che Karolina lavorasse
come spia russa non spiega perché abbia sparato a Max. La
situazione era stata risolta alla fine della serie di Netflix. Se
Karolina provava ancora affetto per sua madre, avrebbe potuto
assicurarsi che Max Meladze non fosse un problema per il governo o
la mafia senza ucciderla. Perché Karolina non abbia mai rivelato di
essere viva e poi abbia sparato a sua madre, il personaggio deve
sentirsi come se Max l’avesse tradita in qualche modo. Max Meladze
è stata una spia per anni, quindi il suo rapporto con sua figlia
deve essere stato complicato.
Max è morta nel finale di The
Recruit?
Il finale fa sembrare che sia
morta
Max muore nel finale, o almeno
questo è ciò che il finale di The Recruit vuole
far credere al pubblico. Karolina spara a Max vicino al
petto, ma la prima stagione di The
Recruit finisce subito dopo. Max era il personaggio
principale di The Recruit insieme a Owen, e se
fosse morta, la seconda stagione di The
Recruit sarebbe stata molto diversa. Max sanguinava e in
completo silenzio dopo essere stata colpita, il che significa che
la seconda stagione di The Recruit potrebbe
iniziare confermando la morte di Max o rivelando che è
sopravvissuta. Max ha indossato la stessa tuta per tutto
l’episodio, ma potrebbe avere un giubbotto antiproiettile
sotto.
Perché Owen vuole lasciare
l’Agenzia
Prima di essere rapito da Karolina
e scoprire che anche Max era stata rapita, Owen ha chiamato Hannah
e le ha rivelato che voleva lasciare la CIA. Owen era entrato nella
CIA come avvocato e, pur ammettendo di essere alla ricerca di
emozioni forti a causa dei ricordi del padre scomparso, non avrebbe
mai immaginato di trovarsi coinvolto in così tante
morti. Owen ha ucciso un agente russo della squadra di
Karolina nel finale di The Recruit, un evento
che lo ha segnato, dato che non aveva mai ucciso nessuno prima.
Ecco perché Owen decide di lasciare la CIA.
Owen e Hannah torneranno
insieme in The Recruit?
La serie Netflix ha
giocato con l’interrogativo su chi finisca con Owen per tutta la
prima stagione. Owen e Hannah si erano lasciati prima degli
eventi della prima stagione, ma erano rimasti coinquilini,
e provavano ancora qualcosa l’uno per l’altra. Nonostante entrambi
fossero andati avanti, con Owen che usciva con Amelia e poi si
avvicinava a Max, la serie Netflix non ha escluso la possibilità
che Owen e Hannah tornassero insieme.
In effetti, Hannah è volata in
Europa solo perché era preoccupata per Owen. Il finale
di The Recruit spiegava che Owen e Hannah
avrebbero cercato di ricostruire la loro relazione, ma Owen è stato
rapito per primo.
Perché Owen è stato rapito nel
finale di The Recruit?
Owen ha lavorato con Max Meladze
per gran parte della prima stagione di The Recruit.
Pertanto, qualsiasi nemico Max potesse avere avrebbe preso di mira
anche Owen. Karolina non spiega perché ha rapito Owen o
perché ha sparato a Max, ma suggerisce che tutto abbia a che
fare con sua madre. Karolina ha chiesto a Owen perché andava in
giro con sua madre, il che può essere interpretato come
un’ammissione da parte di Karolina che sta lavorando contro Max e
chiunque la stia aiutando.
Owen e Max hanno fatto molto rumore
in Europa, con Owen che ha persino ucciso uno degli uomini di
Karolina nella serie Netflix. Qualunque cosa Karolina abbia
pianificato per Owen sarà rivelata nella seconda stagione
di The Recruit.
Come il finale di The Recruit
prepara la seconda stagione
Owen è cambiato molto dopo gli
eventi del finale di The Recruit. Prima di essere
rapito, Owen era pronto a lasciare l’Agenzia e ricostruire
il suo rapporto con Hannah. Owen voleva anche prendere le
distanze da Max, rendendosi conto di essere diventato troppo vicino
a qualcuno che poteva tradirlo. Il finale di The
Recruit ha spiegato la promessa di un Owen diverso nella
seconda stagione, ma le cose peggioreranno per l’avvocato diventato
agente prima di migliorare, dato che Owen è stato rapito. Se Max è
morto nel finale della prima stagione di The Recruit,
la seconda stagione potrebbe essere incentrata sulla vendetta di
Owen.
Il vero significato del finale
della prima stagione di The Recruit
Il tema principale della prima
stagione di The Recruit è che Owen sta
cercando di capire il suo posto nel mondo. Ha capito che essere
un agente della CIA non lo rendeva felice e voleva uscirne. Questo
è diventato più chiaro quando ha lavorato con Max, perché si è reso
conto che le emozioni e i brividi che si aspettava da una spia non
erano come pensava che sarebbero stati. Quando ha dovuto uccidere
delle persone e poi guardare Max morire accanto a lui, Owen ha
capito che questa vita da spia non è per tutti.
Dopo la morte di Max, Owen sembrava
pronto a lasciarsi alle spalle la CIA, ma non gli fu permesso.
Questo è l’altro significato importante della storia che si è
svolta nella prima stagione. Proprio come la mafia, spesso non c’è
modo di uscire vivi dal giro. Anche se la CIA avrebbe potuto
permettere a Owen di andarsene, il suo rapimento dimostra che una
volta varcata quella linea, non si poteva più tornare indietro.
Owen dovrà fare molte altre cose cattive, cambiando strada, e
potrebbe non avere mai il suo lieto fine con Hannah.
Come è stato accolto il finale
di The Recruit
Le recensioni per la prima stagione
di The Recruit sono state leggermente superiori
alla media, con un 68% di gradimento, ma il punteggio del pubblico
è stato molto più alto, con l’84% di gradimento sul Tomatometer. Un
esempio di ciò che hanno scritto molti spettatori: un
telespettatore ha definito la serie “una serie
frenetica e divertente che sembra essere un prodotto del cinema di
Guy Ritchie. La storia piena di colpi di scena (con qualche
difetto) è resa perfetta dall’eccellente cast”. Tuttavia, un
esempio delle recensioni contrastanti arriva da Lauren Sarner
del New
York Post:
“[The Recruit] potrebbe
funzionare se la serie fosse una commedia completamente ridicola su
un uomo non qualificato incaricato di compiti pericolosi, come
MacGruber. Ma non è così; cerca di essere entrambe le cose, in
parti uguali thriller spionistico e gioco demenziale, e non riesce
in nessuno dei due.”
Alcuni fan hanno guardato il finale
della prima stagione di The Recruit,
e molti di loro avevano delle teorie al riguardo. In
un thread
di Reddit, @therecruit ha scritto: “Penso che la
morte di Max sia stata inscenata. Probabilmente è l’unico modo in
cui può essere libera, cioè se la CIA e la mafia pensano che sia
morta, e avere Owen come testimone...” Molti utenti di Reddit
sono d’accordo e credono che nella seconda stagione Owen cercherà
di nascondere il segreto, il che potrebbe rivelare tutti i segreti
dell’agenzia.
Molti dei membri del cast
della prima
stagione di The Recruit tornano
nell’attesissima seconda stagione, che presenta anche una manciata
di personaggi nuovi di zecca. The
Recruit – stagione 2 arriva dopo una
pausa di due anni dal suo anno di debutto, diventata una delle
serie più popolari su Netflix nel
2022. Dopo un finale inaspettato della prima stagione
di The Recruit, Owen Hendricks, interpretato
da Noah Centineo, un avvocato della CIA
appena assunto, affronta un viaggio di spionaggio completamente
nuovo nella seconda stagione.
La prima stagione di The
Recruit ha seguito la relazione altalenante di Owen con
l’ex agente russo della CIA Max (Laura Haddock), il cui
coinvolgimento nella seconda stagione era stato uno dei più grandi
misteri irrisolti. L’aggiunta più
entusiasmante alcast
dellaseconda
stagione di The Recruit è Teo
Yoo, diventato famoso per il suo ruolo da protagonista al
fianco di Greta Lee nel film Past Lives, candidato al
premio Oscar 2024 come miglior film. Oltre a lui, la serie vanta
anche un cast stellare.
Noah Centineo nel ruolo di Owen
Hendricks
Attore: Noah
Centineo, 28 anni, è un attore americano nato a Miami,
in Florida. Centineo è diventato famoso dopo aver interpretato
Peter nella serie romantica per giovani adulti di NetflixA tutti i ragazzi che ho
amato (2018). Centineo ha debuttato come attore nel film
commedia d’avventura del 2009 The Gold
Retrievers e ha continuato a recitare nel ruolo di Jesus
Adams Foster in diverse stagioni di The
Fosters (2015-2018). Centineo appare anche in
diversi video musicali popolari come “Are You Bored Yet?”
dei Wallows con Clairo.
Negli ultimi anni Centineo ha
recitato in diversi progetti Netflix, tra cui The Perfect
Date (2019), A tutti i ragazzi: per
sempre (2021) e un episodio di XO,
Kitty (2025). Al di fuori del mondo dello streaming,
Centineo è anche una stella nascente del cinema hollywoodiano,
apparendo nei panni di Langston nel reboot del 2019
di Charlie’s Angels, di Dylan nel film di Nicolas CageA24Dream
Scenario e di Atom Smasher/Al Rothstein nel 2022
in Black
Adam al fianco di Dwayne Johnson.
Personaggio: Centineo
torna nei panni di Owen Hendricks nella seconda stagione
di The Recruit, un avvocato della CIA costretto a
lavorare sul campo dopo aver scoperto che una spia minaccia di
rivelare segreti dell’agenzia.
Teo Yoo nel ruolo di Jang
Kyun
Attore: Teo Yoo, 43 anni, è
un attore sudcoreano-tedesco nato a Colonia, in Germania. Nato come
Kim Chi-hun, Yoo ha debuttato nel cinema nel 2004 nel film
drammatico Brooklyn Bound. È noto soprattutto per il
ruolo di Hae Sung nel film Past Lives, candidato al
premio Oscar 2024 come miglior film, che gli è valso una nomination
al BAFTA come miglior attore. Prima di recitare nella seconda
stagione di The Recruit, Teo Yoo è apparso in
progetti Netflix come The School Nurse
Files (2020) e Arthdal
Chronicles (2019).
Teo Yoo parla correntemente tre
lingue: tedesco, coreano e inglese.
Mentre Past
Lives ha dato a Teo Yoo fama internazionale, l’attore ha
anche recitato in una manciata di altri film celebri. Tra
questi, Decision to Leavedel 2022, scritto e
diretto da Park Chan-wook, acclamato
per Oldboy e The Handmaiden, e il
dramma romantico Leto (2018), nominato per la
Palma d’Oro al Festival di
Cannes 2018. Yoo è diventato un personaggio fisso in serie
recenti come The Window (2022) e Love to
Hate You (2023) e dovrebbe recitare nel prossimo film di
Takashi Doscher Karoshi al fianco di Isabel May
(1883, Yellowstone).
Personaggio: Teo Yoo si
unisce al cast della seconda stagione di The
Recruit nel ruolo di Jang Kyun, che si vede litigare con
Owen in un nightclub nel trailer della seconda stagione
di The Recruit.
Maddie Hasson nel ruolo di
Nichka
L’attrice: Maddie Hasson, 30
anni, è un’attrice americana nata a New Bern, nella Carolina del
Nord. Ha debuttato nel cinema nel 2011 nella commedia
dark God Bless America, prima di diventare una presenza
fissa nella serie originale della Fox The Finder.
Dopo essere apparsa in un episodio
della serie fantasy della NBC Grimm nel 2012,
Hasson ha ottenuto il suo ruolo da protagonista come Jo Masterson
nella serie della ABC Family Twisted (2013-2014).
Il suo lavoro in televisione è proseguito
con Impulse (2018-2019) e Mr.
Mercedes (2017-2019).
Hasson ha anche recitato in diversi
film importanti,
come Elevation (2024), Bone
Lake (2024), Fixation (2022)
e Malignant (2021). Dopo essere apparsa nella
seconda stagione di The Recruit, Hasson dovrebbe
recitare nel thriller poliziesco Violence dello
scrittore e regista Connor Marsden.
Personaggio: Hasson
torna nei panni di Marta, che nella seconda stagione di The
Recruit si è rivelata essere Nichka Lashin, un membro
della mafia russa.
The Recruit – Stagione 2 Cast e
personaggi non protagonisti
Fivel Stewart nel ruolo di
Hannah Copeland: Stewart riprende il ruolo di Hannah Copeland,
ex fidanzata e compagna di stanza di Owen. Tra i suoi lavori più
importanti
ricordiamo Roar (2022), Umma (2022)
e Atypical (2018-2021).
Daniel Quincy Annoh nel ruolo di
Terence: Annoh riprende il ruolo dell’altro compagno di stanza
di Hannah e Owen, Terence. È noto soprattutto per Bus
Stop (2019) e Black ‘N’ White (2021).
Shin Do-Hyun nel ruolo di Yoo
Jin Lee: Shin Do-Hyuan si unisce al cast della seconda stagione
di The Recruit. Tra i suoi lavori precedenti
figurano Into the Ring (2020) e Hospital
Playlist (2020).
Kaylah Zander nel ruolo di
Amelia: Zander torna nel ruolo di Amelia, avvocato della CIA e
interesse romantico. È nota soprattutto per Fire Country (2022), Smoke
Eater (2022) e The 100 (2019).
Vondie Curtis-Hall nel ruolo di
Walter Nyland: Curtis-Hall riprende il ruolo di Walter Nyland,
il capo di Owen. Tra i suoi lavori precedenti
figurano Romeo + Giulietta (1996), Falling
Down (1993) e Waist Deep (2006).
Colton Dunn nel ruolo di Lester
Kitchens: Dunn torna nei panni di Lester, un agente della CIA.
È noto per Superstore (2015-2021)
e Blockers (2018).
Aarti Mann nel ruolo di Violet
Ebner: Mann torna nei panni di Violet, la partner di Lester
alla CIA. È apparsa in precedenza in Never Have I
Ever (2020), The Big Bang Theory (2010-2011)
e The Good Doctor (2022).
Angel Parker nel ruolo di Dawn
Gilbane: Parker torna nei panni di Dawn, un’agente della CIA. È
apparsa di recente in The
Rookie (2019-2024)
e Runaways (2017-2019).
Kristian Bruun nel ruolo di
Janus Ferber: Bruun torna nei panni di Janus, uno dei colleghi
della CIA di Owen. È noto per Ready or Not (2019)
e Snowpiercer (2022-2024).
Omar Maskati nel ruolo di Jae
King: Maskati si unisce al cast della seconda stagione
di The Recruit. È noto per Good
Sam (2022), Unbelievable (2019)
e Better Call
Saul (2016).
Jesse Collin nel ruolo di
Dodge: Collin torna nei panni di Dodge, il partner della CIA di
Dawn. È noto per Fargo (2015) e Mayor of
Kingstown (2022).
Kim Young-uh nel ruolo di Grace
Cho: Kim Young-uh si unisce al cast della seconda stagione
di The Recruit. È apparsa in Badland
Hunters (2024) e The Anchor (2022).
La seconda stagione
di Reacher si
conclude con la 110a Unità Investigativa Speciale che porta a
termine la sua missione di vendetta, ma questo è solo metà di ciò
che accade nel finale pieno di azione. Jack Reacher ha
iniziato la sua nuova missione con la morte del suo ex compagno di
squadra militare e di Frances Neagley, Cal Franz, ma il suo
omicidio è stato solo l’inizio di un profondo mistero che alla fine
ha coinvolto anche gli altri loro amici, Manuel Orozco e Jorge
Sanchez, anch’essi trovati morti. A peggiorare le cose, c’erano i
sospetti che un altro investigatore speciale, Tony Swan, potesse
averli fatti uccidere.
Il caso si rivelò troppo pericoloso
solo per Jack e Neagley, così coinvolsero altri alleati: i colleghi
investigatori speciali David O’Donnell e Karla Dixon, nonché il
poliziotto newyorkese Guy Russo. Certo, essere per lo più
circondati da persone che conoscevano Jack in precedenza alterò il
solito atteggiamento di distacco del personaggio. Ha anche reso il
finale meno sorprendente, poiché non c’era dubbio che la 110a Unità
Investigativa Speciale avrebbe fallito nel cercare vendetta contro
coloro che avevano ucciso i propri uomini. Invece, la parte più
interessante del finale della seconda stagione
di Reacher è ciò che accade dopo la vittoria di
Jack e della sua squadra.
La spiegazione del piano finale
degli investigatori speciali per la seconda stagione di Reacher
(per intero)
Il piano di Jack è abbastanza
semplice, ma deve essere eseguito correttamente.
Il piano di Jack per salvare Dixon e
O’Donnell è piuttosto semplice, ma estremamente difficile da
portare a termine a causa dell’enorme rischio che comporta. Si
lascia catturare, in modo da potersi infiltrarsi nella struttura,
mentre Neagley, con l’aiuto della gente del senatore Lavoy, si fa
strada all’esterno e usa l’elemento sorpresa per mettere Langston
in difficoltà. Certo, ci sono alcune sorprese lungo il percorso, ma
gli investigatori speciali sono abbastanza capaci da adattarsi
facilmente alla situazione. Dopo una colluttazione in elicottero,
Jack mantiene la parola data e getta Langston fuori dall’aereo.
Perché Reacher e Dixon non
stanno insieme
È una rottura meno triste
rispetto a quella di Roscoe.
La stagione 1 di
Reacher termina con Jack che rompe con Roscoe
Conklin dopo aver avuto una relazione con lei durante il caso a
Margrave. Nella stagione 2, Jack inizia una nuova storia d’amore
con il collega investigatore speciale Dixon, ma decide ancora una
volta di separarsi. Questa volta, tuttavia, la loro separazione è
meno triste rispetto a quella di Roscoe, soprattutto perché Dixon
capisce che Jack non è in grado di stabilirsi in un posto. I due
passano l’ultima notte insieme e poi si salutano. Detto questo, non
significa che non possano riunirsi in futuro.
Cosa è successo veramente a Tony
Swan
Il legame della 110a Unità
Investigativa Speciale viene messo in discussione nella seconda
stagione di Reacher, quando Swan diventa un sospetto
cospiratore della New Age Technology. Man mano che le prove contro
di lui si accumulavano, Jack e la squadra iniziarono ad avere
opinioni contrastanti sulla sua innocenza. Alla fine, si scopre che
Swan non ha causato la morte di Franz, Orozco e Sanchez. Invece, è
stato lui a denunciare le operazioni illegali di Langston,
causandone la morte. Il cattivo ha tenuto gli occhi solo a scopo di
verifica, cosa che ha rivelato a Jack nel finale della seconda
stagione di Reacher.
Il finale della seconda stagione
di Reacher prepara i futuri cameo della 110a
Alla fine della seconda stagione
di Reacher, Jack, Neagley, O’Donnell e Dixon prendono
strade diverse. La sopravvivenza dei quattro alla prova della New
Age permette alle stagioni future della serie Amazon Prime Video di riportarli indietro, nel
caso in cui la narrazione lo richieda. Mentre i libri di Child
assumono una forma di narrazione antologica, cosa che lo show sta
adattando, la seconda stagione di Jack
Reacher infrange una delle regole dei
romanzi riportando
Oscar Finlay nella seconda stagione di Jack
Reacher dopo il suo coinvolgimento nella prima
stagione. Questo crea un precedente per il ritorno degli
investigatori speciali.
Perché Jack Reacher tiene i
soldi (e cosa ne fa)
Dopo essersi occupato di Langston e
dei suoi uomini nella seconda stagione di Reacher, Jack e gli
investigatori speciali concludono la faccenda dando la caccia ad
AM. È interessante notare che il cattivo, solitamente calmo e
composto, agisce in preda al panico; cerca di uscire dalla
situazione ricordando a Jack che è solo l’intermediario in tutta
questa transazione. Tuttavia, è così coinvolto nel crimine che non
c’è dubbio che finirà morto. Nel frattempo, gli uomini del senatore
Lavoy vengono arrestati dalla Sicurezza Nazionale, e Jack fa
affidamento sui legami di Joe con l’organizzazione.
Invece di consegnare il denaro
confiscato alla AM, Jack decide di tenerlo per sé. Lo distribuisce
a tutti coloro che sono stati vittime di questa terribile vicenda,
inviandolo ai familiari sopravvissuti di Franz, Orozco, Sanchez e
persino Russo. Nel frattempo, il taglio di Swan viene donato a un
rifugio per animali a suo nome. Per i membri sopravvissuti del
110°, il padre di Neagley riceve assistenza medica 24 ore su 24,
come parte della sua parte; Dixon riceve la sua sotto i nomi dei
suoi figli, preparandoli per il futuro; e Dixon riceve abbastanza
per avviare una propria azienda.
Gli investigatori speciali
avevano davvero bisogno di uccidere TUTTI nel finale della seconda
stagione di Reacher?
Quando Jack si mise alla ricerca
degli assassini di Franz, era già determinato a fargliela pagare.
Alla fine, anche se Langston è la mente di tutto il brutale piano
omicida, lui e la squadra decidono di assicurarsi che tutti i
coinvolti paghino per quello che è successo ai suoi amici, comprese
le persone che erano state appena pagate da Langston. Considerando
il legame che unisce la 110a Unità Investigativa Speciale e il modo
in cui alcuni dei suoi membri sono stati uccisi, è comprensibile
che Jack, Neagley, Dixon e O’Donnell decidano di uccidere tutti
coloro che hanno avuto un ruolo nella loro morte.
La spiegazione delle ultime
parole di Reacher a Neagley
Poiché l’intera operazione nella
seconda stagione di Reacher è iniziata con il
ricongiungimento di Jack e Neagley, ha senso che finisca anche con
la loro separazione. Mentre si salutano, Neagley gli ordina
dolcemente di tenersi in contatto mentre lui vaga per il paese e
termina con un severo “è chiaro?”. Jack risponde
semplicemente “Sì, sergente maggiore”, riferendosi al
suo grado militare.
Cosa aspettarsi dalla terza
stagione di Reacher
La produzione della terza
stagione di Reacher è in corso, anche se al momento i
dettagli della trama sono ancora scarsi. Detto questo, Alan
Ritchson ha anticipato che Jack si ritroverà isolato in una nuova
città e che potrebbe occuparsi di un caso che non ha nulla a che
fare con il suo passato. Ci sono diverse opzioni dai libri di Child
che Prime
Video può adattare in seguito. Forse, una volta terminata
ufficialmente la seconda stagione di Jack
Reacher, verrà confermato il prossimo romanzo che la serie
affronterà.
La popolarissima serie Reacher di Amazon
Prime Video tornerà presto per una terza stagione e ci
sono molti aggiornamenti interessanti sugli episodi in arrivo.
Basata sulla serie di romanzi di Lee Child, Reacher segue l’omonimo personaggio che,
dopo essere entrato nella vita civile, usa i suoi anni come
investigatore militare per risolvere casi di alto profilo.
Combinando l’arguzia e il fascino della serie di libri con un sacco
di emozionanti scene d’azione sullo schermo, la
serie Prime Video è già
diventata una delle sue produzioni più popolari.
Accolta con una valanga di elogi
dalla critica, Reacher è stata particolarmente
applaudita per il suo impegno nei confronti della serie di libri di
Lee Child (tramite Rotten
Tomatoes). Oltre ai riconoscimenti della
critica, Reacher si è rivelato anche una grande
attrazione per Prime Video, e la serie è stata rinnovata per una
seconda stagione anche se altri spettacoli sono stati cancellati
dallo streamer. La seconda stagione dovrebbe continuare il trend
positivo della serie Reacher, ma il suo successo non
avrà molta influenza sul destino della terza stagione. In una mossa
senza precedenti, la terza stagione di Reacher ha
ricevuto il via libera ancor prima dell’inizio della seconda
stagione.
Rivelato il trailer completo
della stagione 3
Con la saga piena d’azione che
continuerà a febbraio, le ultime notizie arrivano sotto forma
di un
trailer completo della stagione 3di Reacher. Sulla
base della hit dei Kansas “Carry On My Wayward
Son”, l’anteprima del
trailermanda Reacher sotto copertura con un
importatore di tappeti di successo che è sospettato di essere
coinvolto in affari loschi. Infiltrandosi nell’operazione,
Jack è riluttante a collaborare con l’imponente Paulie, ma i due
sono in disaccordo fin dall’inizio. Alla fine, la copertura
di Jack viene scoperta ed è costretto a combattere per
uscirne usando tutti i mezzi a sua disposizione.
Data di uscita di Reacher –
Stagione 3
La prossima avventura di Reacher
inizia a febbraio
Continuando a essere uno dei più
grandi successi di Prime Video, lo streamer ha effettivamente
rinnovato la terza stagione prima che la seconda fosse stata
presentata in anteprima, e ciò ha permesso allo show di continuare
la produzione senza interruzioni. Pertanto, Prime Video avrà solo
un anno di intervallo tra le stagioni, con la terza
stagione di Reacher in arrivo il 20 febbraio
2025. La stagione continuerà con il programma di uscita
settimanale, con i primi tre episodi in uscita il 20 febbraio e i
restanti cinque ogni giovedì fino al 27 marzo.
Considerando lo stile antologico
delle storie di Reacher, non è facile fare ipotesi su
chi apparirà nel cast della terza stagione.
Ovviamente, Alan Ritchson riprenderà il ruolo del muscoloso
Reacher, ed è stato confermato che Maria Stern tornerà nei panni di
Frances Neagley.
La terza stagione ha aggiunto una
serie di nuovi membri al cast, tra cui Anthony Michael Hall
nel ruolo dell’uomo d’affari corrotto Zachary Beck e Sonya
Cassidy nel ruolo dell’agente della DEA Susan Duffy. Brian
Tee è stato scelto per interpretare il malvagio Quinn, un uomo
legato al passato oscuro di Reacher. Johnny Berchtold interpreterà
Richard Beck, uno studente universitario il cui tentativo di
rapimento è l’incidente scatenante della stagione. Reacher sarà
affiancato dall’agente della DEA Guillermo Villanueva, interpretato
da Roberto Montesinos, e dall’agente novellino Steven Elliot,
interpretato da Daniel David Stewart.
Il cast noto della terza stagione
di Reacher include:
Alan Ritchson – Jack Reacher
Maria Stern Frances – Neagley
Anthony Michael Hall – Zachary Beck
Sonya Cassidy – Agente Susan Duffy
Brian Tee – Quinn
Johnny Berchtold – Richard Beck
Roberto Montesinos – Agente Guillermo Villanueva
Daniel David Stewart – Agente Steven Elliot
Olivier Richters – Paulie
Storia della terza stagione di
Reacher
Dopo molte speculazioni su quale dei
romanzi di Lee Child sarebbe stato il soggetto della terza
stagione, la star della serie Alan Richson ha finalmente messo fine
alla questione quando ha annunciato nel gennaio 2024
che Persuader sarebbe stata la fonte. Il
settimo libro di Reacher, Persuader, segue
l’eroe titolare mentre viene arruolato per aiutare a far cadere un
potente boss della droga infiltrandosi nella sua organizzazione.
Nel frattempo, Reacher ha anche il compito di salvare un
agente della DEA sotto copertura che è immerso
nell’organizzazione e sta rapidamente perdendo la sua
copertura.
Sebbene ogni stagione abbia
utilizzato i libri come punto di partenza, la terza stagione
di Reachernon seguirà alla lettera
il romanzo, come dimostra il ritorno di Frances Neagley. La partner
e confidente di Reacher ha fatto parte di ogni stagione finora, e
Stern ha già confermato il suo ritorno nella terza stagione, anche
se Neagley non era un personaggio di Persuader di
Child.
Trailer della terza stagione di
Reacher
Insieme alla data di uscita, Prime
Video ha pubblicato un teaser trailer per la terza
stagione di Reacher, in uscita a
dicembre 2024. La clip di 45 secondi mette in evidenza la nuova
avventura di Reacher e rivela che in qualche modo è collegata al
suo passato. Mentre Jack e Neagley lavorano di nuovo insieme, il
teaser rivela il suo nuovo nemico, il gigantesco Paulie. Con un
cattivo grande il doppio di lui, Reacher dovrà usare la mente
invece della forza bruta per vincere.
Poco dopo l’uscita del primo teaser,
Amazon Prime Video ha pubblicato un trailer completo per la
terza stagione di Reacher, che illustra la
trama della stagione in modo più dettagliato. Arruolato dalla DEA
per infiltrarsi nelle operazioni di un importante importatore di
tappeti, Reacher deve ingraziarsi l’organizzazione potenzialmente
criminale. Questo lo mette faccia a faccia con l’enorme Paulie, e
gli alleati riluttanti si azzuffano fin dall’inizio. Come al
solito, le cose peggiorano e Jack deve farsi strada dopo che la sua
copertura è saltata.
Il finale della prima
stagione di Reacher è
ricco di azione ed emozioni, ma alcuni dettagli e motivazioni
potrebbero non essere ancora chiari. La prima
stagione di Reacher è
un adattamento relativamente fedele del primo romanzo di Lee Child
su Jack Reacher, Killing Floor. Due dei libri
successivi della serie di Child sono stati precedentemente adattati
in film con Tom
Cruise nel ruolo del protagonista in Jack
Reacher (2012) e Jack Reacher – Punto di
non ritorno (2016). Detto questo, la serie
di Prime
Video è molto più fedele ai libri e alla
caratterizzazione del suo personaggio principale, preparando la
storia della seconda stagione di Reacher per una
continuazione di questo.
Reacher inizia nella
città di Margrave, dove il personaggio viene arrestato per un
omicidio che non ha commesso, e quindi lavora per riabilitare il
suo nome. L’indagine rivela legami scioccanti con suo fratello,
un’enorme operazione di contraffazione a Margrave e una corruzione
che arriva fino al sindaco, Grover Teale, e al misterioso
benefattore della città, Kliner. La prima stagione
di Reacher termina con il personaggio che lascia
Margrave dopo aver ripulito la città dalla corruzione, bruciato
l’operazione di contraffazione e vendicato l’omicidio di suo
fratello. Ecco il finale della prima stagione
di Reacher spiegato per intero e come si prepara
una continuazione prima del trailer
della seconda stagione di Reacher.
La seconda
stagione di Reacher adatterà l’undicesimo libro della
serie di Lee Child, Bad Luck and Trouble, invece di
passare al secondo libro. In questo modo, la serie andrà avanti,
saltando nove storie rispetto al materiale originale.
Chi ha ucciso Joe
Reacher?
L’omicidio di Joe Reacher è ciò che
tiene Jack Reacher coinvolto oltre il semplice desiderio di
ripulire il suo nome per poter lasciare la città e andare avanti
con la sua vita. Prima ancora di aver visto il corpo e scoperto la
sua identità nell’episodio 1 di Reacher, “Benvenuto a
Margrave”, Reacher deduce che tre uomini devono essere stati
coinvolti nell’omicidio in base a come gli è stata descritta
l’autopsia del corpo; il colpo mortale è stato sparato da un
tiratore calmo e professionale, qualcuno che era “squilibrato” ha
picchiato il corpo dopo la morte di Joe, e una terza persona è
stata responsabile del lavoro inefficace di nascondere il
corpo.
Nel finale della prima stagione
di Reacher, i sospetti di Reacher sul team di tre
uomini e sulla loro identità vengono confermati. Il sindaco Teale e
Kliner Sr. avevano la maggior parte della città sotto il loro
controllo in un modo o nell’altro, ma era Kliner Jr. a essere
dietro l’omicidio stesso. KJ era il sicario che uccise Joe Reacher
e ripulì i bossoli. Il suo amico Dawson era quello che colpì il
corpo dopo la morte di Joe. Questo lasciò il capo della polizia
Edward Morrison, a disagio per il suo coinvolgimento e desideroso
di lasciare rapidamente la zona, a nascondere in fretta il corpo
con un cartone scomodo.
Spiegazione dell’operazione di
contraffazione di Reacher
Al centro di tutti gli omicidi nella
prima stagione di Jack Reacher c’è una complessa
operazione di contraffazione che opera da Margrave, in Georgia.
Sebbene Reacher identifichi rapidamente che è probabile che in
città sia in corso un progetto di contraffazione, nel corso della
serie commette diversi errori di calcolo su come funziona
esattamente. La Fondazione Kliner crea quantità oscene di valuta
falsa e la utilizza per guidare l’economia di Margrave. La carta
utilizzata per le banconote è descritta come la parte più difficile
da ottenere in “La ricerca”, poiché viene rivelato che
Joe, il fratello di Reacher, aveva bloccato tutti i processi di
produzione per garantire che nessuno potesse essere creato o
rubato.
Tuttavia, tutte le banconote in
valuta statunitense hanno le stesse dimensioni. Pertanto, i falsari
hanno scoperto che potevano lavare le banconote da 1 dollaro per
rimuovere l’inchiostro prima di ristamparle come banconote da 100
dollari. Tuttavia, i criminali furono costretti a utilizzare la
versione del 1990 della banconota da 100 dollari, precedente
all’introduzione delle bande magnetiche utilizzate per identificare
il taglio della valuta in tutte le banconote superiori a 2 dollari.
Potevano quindi spedire le banconote in Venezuela per essere
utilizzate nel mercato nero, poiché la valuta statunitense è
considerata stabile per tali scopi. Paul Hubble era responsabile
della produzione del denaro, che veniva fatto passare attraverso la
Fondazione Kliner per apparire legittimo.
Durante la prima stagione
di Reacher, vengono forniti alcuni strani dettagli
aggiuntivi per aiutare a spiegare il piano di contraffazione di
Margrave. Inizialmente avevano usato le sostanze chimiche per
pulire le banconote in un’altra città, ma il deflusso della loro
contraffazione aveva causato un inquinamento estremo nella città di
Chester e avevano dovuto chiudere bottega per evitare di essere
scoperti. Quando si stabilirono a Margrave, usarono mangimi
macinati per animali per assorbire le sostanze chimiche esaurite in
modo da non essere scoperti di nuovo allo stesso modo.
La Guardia Costiera vicino a
Margrave aveva represso il movimento di merci illegali, il che
significava che l’operazione di contraffazione non poteva spedire
alcuna delle loro banconote false da 100 dollari per un periodo di
tempo prolungato. Di conseguenza, questo stava causando tensioni
con i venezuelani, che hanno portato a rappresaglie contro le
persone coinvolte nell’operazione. Nel finale della prima stagione
di The Expanse, Reacher non solo uccide tutti coloro
che sono coinvolti nel processo, ma brucia anche il loro magazzino,
portando con sé le sostanze chimiche e tutte le banconote false
accumulate.
Perché Reacher lascia Margrave e
Roscoe?
Durante la prima stagione
di Reacher, uno degli aspetti più importanti è il
rapporto tra Reacher e l’ufficiale Roscoe Conklin. Anche se sembra
che il loro rapporto possa continuare dopo la fine della prima
stagione di Reacher, Jack Reacher lascia la città.
Durante lo show, spiega la sua convinzione che ci siano quelli che
stanno accanto al fuoco e quelli che vagano, ritenendosi lui stesso
come questi ultimi. Questo è sottolineato dall’uso di canzoni blues
in Reacher che si riferiscono a questa tradizione,
come “Police Dog Blues” di Blind Blake.
In Killing Floor,
Reacher fornisce ulteriori informazioni sulla sua decisione di
lasciare Margrave piuttosto che rimanere con Roscoe. Reacher spiega
che non può rimanere e le chiede di andare con lui, cosa che lei
rifiuta. Reacher riflette sul fatto che le conseguenze
dell’indagine lo terrebbero legato per almeno due anni. Per quanto
riguarda Roscoe, lei rivela che sta pensando di candidarsi a
sindaco. Mentre Reacher considera di rimanere per lei, riconosce
che vogliono cose diverse. Nel finale della prima stagione
di Reacher, parte di questa spiegazione viene invece
fornita a Finlay, che copre Reacher in modo che non debba essere
intervistato.
Perché Reacher ha seppellito la
medaglia per Joe
Prima di lasciare Margrave alla fine
della prima stagione di Reacher, Reacher visita il
luogo in cui Joe è stato ucciso da KJ e seppellisce la medaglia che
il nonno aveva ricevuto per il coraggio dimostrato di fronte al
pericolo. Durante la prima stagione di Reacher, i
flashback mostrano che la madre ha sempre affermato che Joe avrebbe
cercato di risolvere tutti i problemi del mondo, mentre Reacher era
una persona forte che aveva il coraggio di fare la cosa giusta.
Quando Reacher seppellisce la medaglia, dice: “Ci vuole coraggio
per risolvere i problemi del mondo. Anche per Joe”.
Questa scena permette a Reacher di
riconoscere che la madre non è sempre stata giusta nel descriverli
e serve come addio per Reacher, che si rende conto dell’importanza
dell’esempio di Joe nella loro giovinezza. È interessante notare
che questo non è incluso in Killing Floor, dove Reacher
organizza un funerale a cui non è presente. Reacher chiede quindi
che le ceneri di Joe vengano sparse nel punto in cui Blind Blake
aveva suonato tanti anni prima.
Will Roscoe, Finlay e Neagley
appariranno nella seconda stagione di Reacher?
Il finale della prima stagione
di Reacher accenna al futuro di Roscoe e Finlay
dopo che Reacher ha lasciato la città. Roscoe si candiderà a
sindaco, mentre Finlay ha intenzione di lasciare la polizia e
tornare a Boston. Basandosi sui libri di Jack Reacher,
è improbabile che uno di questi personaggi appaia di nuovo nella
serie TV Reacher, poiché non sono presenti in nessuno
dei romanzi successivi, nonostante Roscoe abbia dato a Reacher il
suo numero di telefono in entrambe le versioni della storia.
Dopo l’uscita della prima stagione
di Reacher e il via libera alla seconda, lo
showrunner Nick Santora ha parlato con Collider,
dove è stato menzionato un potenziale ritorno di Finlay e Roscoe. A
Santora è stato chiesto se lui e il suo team avessero discusso
della possibilità di riportare in vita Finlay e Roscoe, vista la
buona accoglienza riservata ai personaggi. In risposta, Santora ha
dichiarato:
” Adoro i personaggi di Finlay e
Roscoe. Se ci fosse un modo per farli apparire in modo organico
nella vita di Reacher, sarebbe fantastico. Ma non faremo nulla che
possa incasinare la tradizione di Reacher. Reacher non può andare
in giro per il paese con la sua squadra di combattenti del crimine.
Non è Jack Reacher.So per certo che Lee Child direbbe
di no, e anch’io direi di no. Dobbiamo essere fedeli alla serie di
libri.
La stagione 1
di Reacher introduce anche il personaggio di
Neagley. Neagley non appare in Killing Floor, ma
compare in diversi libri successivi. È stato confermato che la
stagione 2 di Reacher adatterà Bad Luck
and Trouble, una storia in cui compare
Neagley. Reacher ha presentato la sua assistente
come un personaggio alla pari del protagonista della serie, in
grado di aiutarlo indipendentemente da dove si trovino. Mentre
Roscoe e Finlay non torneranno, Neagley è stata determinante per il
finale della prima stagione di Reacher e
apparirà nella seconda per mantenere un legame con il primo, oltre
al personaggio titolare stesso.
Se siete curiosi di sapere come
finisce È colpa mia: Londra (My Fault: London),
ecco tutti gli spoiler su ciò che accade nel film. Remake
del film spagnolo del 2023, Culpa Mia, racconta la storia di una
ragazza, Noah, che insieme alla madre si trasferisce nella casa del
nuovo marito di quest’ultima e del suo patrigno. Questo le fa
sviluppare una relazione complessa con il suo fratellastro, Nick.
Quindi, Nick è vivo o morto alla fine di My Fault: London, e
lui e Noah stanno insieme?
È colpa mia: Londra (My Fault:
London) è uno spin-off britannico della popolare serie di film
spagnoli Mea
Culpa. Il fatto che sia uno dei franchise più popolari
su Prime
Video è una ragione sufficiente per pubblicare più o
meno la stessa storia in lingua inglese per il pubblico globale.
L’attenzione qui è più sul dramma e sull’elemento misterioso che
sulla storia d’amore passionale. Noah aveva preparato le sue cose
per trasferirsi dalla Florida a Londra. Sua madre si era innamorata
di un uomo inglese e voleva che Noah rimanesse con loro. Il
rapporto di Noah con suo padre era incasinato, ma ci torneremo più
tardi.
Lasciare la sua migliore amica,
Haley, e il suo ragazzo, Dan, non è stato facile, ma Noah non aveva
molta scelta. Era pronta a odiare la sua nuova vita, soprattutto il
suo fratellastro, Nick. Condividere lo stesso spazio con qualcuno
della sua età che conosceva a malapena e che avrebbe dovuto essere
suo fratello era troppo strano. Ma Noah odierà per sempre Nick o le
cose cambieranno tra loro? Chi ha già visto Mea Culpa sa come andrà a finire la relazione tra
fratellastri, ma per chi si stesse ancora chiedendo cosa sia
successo, di seguito entriamo nei dettagli.
Asha Banks e Matthew Broome in È colpa mia Londra (My Fault
London)
In È colpa mia: Londra (My
Fault: London) Noah e Nick si sono innamorati?
All’inizio Noah ha faticato a capire
cosa provasse vedendo Nick in piscina nella sua nuova casa. Voleva
odiarlo, ma c’era qualcosa in lui che la incuriosiva. All’inizio si
davano sui nervi a vicenda, litigando sempre e senza fare alcuno
sforzo per capirsi. Ma Noah si è resa conto che Nick teneva a lei
quando è venuto in suo soccorso dopo che qualcuno aveva corretto il
suo drink a una festa. Quando Noah disse a Nick che il gangster
locale, Tom, voleva andare a letto con lei senza il suo consenso,
lui si infuriò. Finì per prendere a pugni Tom in faccia e lasciò la
festa con Noah. Nel frattempo, Noah aveva recentemente scoperto che
Nick era la mente dietro un’app scaricata da milioni di persone, e
che aveva fatto un sacco di soldi all’età di diciassette anni.
Aveva erroneamente pensato che vivesse grazie alla ricchezza di suo
padre e che fosse un buono a nulla. Nick aiutò Noah a raggiungere
la sua camera da letto e, mentre la rimboccava, notò dei segni sul
suo corpo che suggerivano abusi passati. Si rese anche conto che
lui e Noah avevano lo stesso tatuaggio, una corda annodata che
simboleggiava la forza.
Uno dei motivi per cui Noah e Nick
si legarono fu perché entrambi avevano avuto un passato traumatico.
La madre di Nick era un’alcolista che li aveva lasciati, lui e suo
padre, per migliorare. Mentre lei cercava di legare con Nick
durante la cura, lui non mostrava alcun interesse. Aveva solo
dodici anni e faticava a comprendere la situazione. Un paio di anni
fa, Nick e sua madre si sono riavvicinati e lei ha voluto rimanere
in contatto, soprattutto per trascorrere del tempo con la sua
sorellina Maddie. Noah, che era sempre coinvolto in risse e si
interessava solo alle corse automobilistiche, ha potuto vedere il
lato tenero di Nick quando era con Maddie.
In È colpa mia: Londra (My
Fault: London) Noah si rese conto che era stata dura con lui
senza aver mai affrontato le difficoltà che lui aveva dovuto
superare. Anche lei aveva un passato simile. Suo padre era un
alcolizzato che in seguito divenne dipendente dall’OxyContin e
diventava mostruoso ogni volta che ne assumeva una dose. Un giorno,
divenne violento e aggredì fisicamente Noah. Lei aveva cercato di
chiudersi in una stanza, ma lui riuscì a entrare e il ricordo
traumatico continuò a tormentarla. In seguito testimoniò contro il
padre in tribunale e la sua testimonianza fu la ragione per cui fu
mandato in prigione. Anche se sapeva che era la cosa giusta da
fare, si sentì in colpa per essere stata lei a metterlo dietro le
sbarre. L’unico bel ricordo che Noah aveva di suo padre era quando
le insegnò a guidare; era un pilota e le piaceva passare del tempo
con lui, ma la dipendenza le portò via tutto. Nick e Noah credevano
di essere due esseri umani distrutti che si erano incrociati in
modo del tutto inaspettato, ma insieme avevano trovato la volontà
di guarire. Anche se erano fratellastri e sapevano che non era il
tipo di relazione romantica che la società avrebbe accettato
volentieri, non erano disposti a negarsi la gioia che provavano
quando stavano insieme.
Matthew Broome e Asha Banks in È colpa mia Londra (My Fault
London)
Chi stava dietro a
Noah?
La madre di Nick era convinta che
suo figlio avesse sviluppato un atteggiamento aggressivo nel
periodo in cui lei se n’era andata. Non potendo controllare la
situazione, sentiva il bisogno di farsi del male e di cimentarsi
nella violenza. Anche se aveva dimostrato il suo potenziale con
l’app, si era messo con le persone sbagliate e si divertiva a
passare il tempo a gareggiare con le auto o a iscriversi a
combattimenti a pagamento. Dopo che una sera Nick aveva dato un
pugno a Tom, il capo della sua banda, Ronnie, che era stato
recentemente rilasciato dal carcere, sfidò Nick a correre contro di
lui. Ronnie era ossessionato dal desiderio di punire i ricchi e
aveva voglia di distruggere Nick. Tutti davano per scontato che
Nick avrebbe perso la gara, e fu allora che intervenne Noah.
Era una pilota esperta e saltò
sull’auto di Nick per correre contro Ronnie. Dopo che Noah vinse la
gara, Ronnie accusò Nick di aver evitato la sfida. Era agitato e
chiese a Nick di combattere contro di lui uno contro uno, e solo
allora si sarebbe riposato. Nick accettò l’accordo. Essendo
cresciuta in una famiglia violenta, Noah non sopportava litigi e
alterchi. Voleva che Nick non litigasse più, e anche se lui pensava
di non avere scelta, Noah gli ricordò che c’era sempre una scelta.
La notte della rissa tra Nick e Ronnie, Noah era tra la folla.
Tutto quel sangue la faceva sentire ansiosa e, anche se Nick stava
per vincere, si rifiutò di stare a guardare la rissa. Non solo non
seguì il suo consiglio, ma stava anche rovinando le sue possibilità
di incontrare Maddie regolarmente. La madre di Nick aveva una sola
condizione: Nick non poteva venire a casa sua con ferite e
tagli.
Nel momento in cui Nick vide Noah
andarsene, capì che l’avrebbe fatta arrabbiare e non era pronto a
combattere. Ronnie era furioso e prese la McLaren di Nick come
pagamento per non aver affrontato la sfida. Mentre Noah e Nick
riuscirono a superare la situazione, si trovarono presto ad
affrontare di nuovo Ronnie e la sua banda in una stazione di
servizio. Non c’era alcun motivo dietro l’attacco e tutto ciò che
Noah e Nick potevano fare era guidare il più velocemente possibile.
L’attacco successivo fu contro il migliore amico e allenatore di
Nick, Lion. Fu picchiato, gli misero del nastro adesivo in bocca e
lo rinchiusero in una macchina nel garage di Nick. Dopo che Lion fu
portato in ambulanza per essere curato, il padre di Nick decise che
era meglio che Noah e sua madre rimanessero in un hotel mentre
cercavano di arrivare al fondo della questione. Dopo che Noah se ne
fu andato, il padre di Nick lo presentò al detective Sato, secondo
il quale i ripetuti attacchi erano stati pianificati dal padre di
Noah.
È colpa mia Londra (My Fault London) sequel
Come è morto Travis in È
colpa mia: Londra (My Fault: London)?
Mentre Nick aveva pensato che tutto
fosse successo perché si era tirato indietro dal combattimento con
Ronnie, in realtà non era così. Il padre di Noah, Travis, era evaso
di prigione e aveva usato il suo passaporto falso per andare a
Londra e poi aveva assunto Ronnie. Quando Nick vide la fotografia
di Travis, lo riconobbe immediatamente. Era lì la notte
dell’aggressione ed era uno degli uomini che avevano attaccato lui
e Noah al distributore di benzina. Mentre Nick cercava di capire
cosa stesse succedendo, Travis e Ronnie rapirono Noah dall’hotel.
Ma qual era il movente di Travis? Voleva semplicemente dei soldi.
Travis sapeva che William era un uomo ricco e voleva approfittare
dell’occasione. Chiese un milione in cambio di Noah, e mentre
William e il detective pianificavano la loro prossima mossa, Nick
cercò di trovare una soluzione. All’improvviso gli venne in mente
che la McLaren rubata da Ronnie aveva un sistema di localizzazione
e che potevano usarlo per trovare Noah. Contattò suo padre e gli
raccontò il piano e gli disse dove si trovava in modo che la
polizia potesse seguirlo sul posto. Nick aveva ragione; il
localizzatore lo condusse nel luogo in cui Noah era tenuta
prigioniera.
Mentre Ronnie si occupava di Nick,
Travis fuggì con Noah. Ronnie pugnalò Nick nel tentativo di
fermarlo, ma fortunatamente Nick riuscì a mettere le mani su una
sbarra di ferro e la usò per atterrare Ronnie. A Ronnie non
importava dei soldi; tutto ciò che voleva era dare una lezione a
persone ricche come Nick, ma le cose non andarono come avrebbe
voluto. Travis sparò a Nick alcune volte per spaventarlo mentre
dava istruzioni a Noah di guidare. Mentre seguiva Noah e Travis,
Nick ricordò che Noah gli aveva detto che l’unico modo per
raggiungerla era prendere una scorciatoia, e così fece. Scegliendo
un altro vicolo, finì per tagliare la strada a Noah. Le auto si
scontrarono e Nick riuscì a malapena a uscire dalla sua.
Durante il finale di È colpa
mia: Londra (My Fault: London), Travis teneva sua figlia sotto
tiro quando la polizia lo circondò. Quando Travis puntò la pistola
contro Nick, Noah riuscì a scappare e si aggrappò a Nick. Senza
Noah, Travis non aveva più alcuna influenza e sapeva che, qualunque
cosa avesse fatto, avrebbe dovuto affrontare delle ripercussioni.
Così, Travis scelse l’unica opzione che gli restava: si sparò.
Asha Banks in È colpa mia Londra (My Fault London)
Noah e Nick finiscono
insieme?
L’intera vicenda segnò profondamente
Noah. Stava solo cercando di guarire dal suo trauma passato quando
accadde qualcosa di ancora peggiore. Anche se voleva credere che
suo padre non fosse del tutto un essere umano orribile, alla fine
lui le dimostrò che si sbagliava. L’aveva cresciuta, sperando di
sfruttarla un giorno, e sapere la verità non fu sicuramente facile
per Noah. Anche se in quel momento lo odiava, vederlo morire
proprio davanti ai suoi occhi fu traumatizzante. E non doveva
vedersela solo con suo padre; Noah andò nel panico quando vide Nick
che lottava per rimanere cosciente dopo aver perso molto sangue.
Quindi Nick è sopravvissuto? A quanto pare sì.
È colpa mia: Londra (My Fault:
London) avrebbe potuto concludersi in modo triste, ma per
fortuna Nick si è ripreso. Il finale suggerisce che non hanno
intenzione di lasciarsi solo perché sono fratellastri. Anche se la
situazione non era ideale, credevano di aver trovato l’amore e
volevano tenerlo stretto. Nel frattempo, William ed Ella si
chiedevano se ci fosse una scintilla romantica tra Noah e Nick, ma
hanno scrollato di dosso il pensiero, pensando che fosse troppo
folle per essere preso in considerazione. Beh, faranno meglio a
prepararsi perché li aspetta una sorpresa! Dato che il film è
basato sulla trilogia “Culpables” di Mercedes Ron, possiamo
aspettarci che È colpa mia: Londra (My Fault:
London) torni con dei sequel.
Ogni stagione di The White
Lotus segna un’espansione di ambizione e portata. La prima
stagione, concepita come un progetto di emergenza nell’era COVID e
girata alle Hawaii, si è trasformata in un fenomeno culturale. La
seconda ha ampliato l’orizzonte narrativo di quello che è poi
diventato un franchise sbarcando in Sicilia, esplorando temi di
sesso e potere. Con la terza stagione, The
White Lotus alza ulteriormente il livello, sia in
termini geografici che concettuali, e spinge la narrazione verso un
territorio meno immediato ma altrettanto intrigante: la
spiritualità.
The White Lotus 3 vola in
Thailandia
Girata in gran parte sull’isola
thailandese di Koh Samui, con escursioni spettacolari a Bangkok e
in ambienti lussuosi come yacht e discoteche, questa stagione si
presenta come la più grandiosa di sempre. Con otto episodi, è anche
la più lunga, confermando l’evoluzione della serie e l’intenzione,
motivata anche dal suo successo, di ampliare le sue ambizioni.
Tuttavia, mentre la prima stagione affrontava le dinamiche di
classe e la seconda il sesso come strumento di potere, la terza
sceglie un tema meno immediatamente scandaloso: la ricerca di
senso. Il lusso sfrenato a cui The White Lotus ci ha abituati fa da
sfondo a una riflessione più introspettiva, mentre i protagonisti
esplorano concetti come il distacco dal desiderio e la comprensione
della propria sofferenza e, più generalmente, fanno i conti con se
stessi rispetto a quale momento della loro vita stanno vivendo.
Come da tradizione, la stagione si
apre con un mistero: un cadavere non identificato viene ritrovato
nella proprietà, mentre un ospite prega per la sicurezza di una
persona cara davanti a una statua del Buddha. Mike
White costruisce la tensione con la consueta maestria,
facendo gravare una costante minaccia sullo sviluppo degli eventi.
L’espansione del cast e il maggior numero di episodi, tuttavia,
rendono l’avvio più diluito rispetto alle stagioni precedenti,
richiedendo pazienza da parte dello spettatore.
I misteri di The
White Lotus
Il nuovo gruppo di ospiti è composto
da tre gruppi principali. Una famiglia del sud degli Stati Uniti,
guidata da Jason Isaacs e Parker Posey,
si ritrova a seguire la figlia (Sarah Catherine
Hook) in un percorso di meditazione, accompagnata dai
fratelli (Patrick Schwarzenegger e Sam
Nivola). Poi c’è un trio di amiche di lunga data (Michelle
Monaghan, Carrie Coon e Leslie Bibb) in
viaggio per ritrovare il legame perduto, e infine un uomo
tormentato (Walton
Goggins) che tratta con disprezzo la sua giovane e
devota fidanzata (Aimee Lou Wood). Come sempre,
dietro la facciata scintillante di ospiti benestanti si celano
segreti, rancori e tensioni che esploderanno nel corso della
stagione.
Anche il personale dell’hotel ha una
caratterizzazione interessante e differente rispetto al passato. Il
direttore generale, Fabian (Christian Friedel), è
un personaggio più sfumato e meno centrale rispetto ai suoi
predecessori. Spiccano invece la carismatica Sritala (Lek
Patravadi), ex attrice divenuta guru del benessere, e il
magnetico Valentin (Arnas Fedaravičius), un
“guaritore energetico” che entra nelle dinamiche del trio di
amiche. Ritroviamo anche Belinda (Natasha
Rothwell), la massaggiatrice tradita da Tanya nella prima
stagione, ora in Thailandia per un programma di scambio che la
mette a confronto con il personale locale. Il suo ritorno serve a
creare un gancio con la prima stagione, così come la presenza della
stessa Tanya aveva svolto lo stesso ruolo tra il primo e il secondo
ciclo. Nella terza stagione Tanya è assente, ma si scoprirà presto
che è un’assenza giustificata e che ha degli strascichi.
Tempi più lunghi
Rispetto alle precedenti stagioni,
la terza fatica di The White Lotus richiede più tempo per
ingranare. White sembra ora più consapevole del successo della
serie e si prende la libertà di costruire la narrazione con
maggiore lentezza, introducendo gradualmente i conflitti e le
tematiche centrali. Alcuni personaggi hanno una resa meno
immediata: Posey, ad esempio, spinge la sua interpretazione verso
un registro sopra le righe, mentre Goggins sorprende con un ruolo
più cupo e tormentato del solito. Tuttavia, una volta che la storia
prende slancio, la serie ritrova il suo ritmo avvincente, portando
lo spettatore in un vortice di eventi imprevedibili, ma soprattutto
replica con grande efficacia quella costruzione costante della
tensione che sembra portare tutti i personaggi a un inevitabile
punto di rottura, spingendoli sempre di più sul proverbiale “orlo
di una crisi di nervi”.
Uno dei punti di forza di questa
stagione è il modo in cui riesce a riflettere sulla Thailandia come
destinazione turistica, andando oltre la semplice esotizzazione. Il
confronto tra la ricca clientela occidentale e il personale locale
è più accentuato rispetto al passato, e White si diverte a
sottolineare le contraddizioni del turismo di lusso in un paese con
una storia complessa. E questo elemento viene fuori ancora meglio
quando si confronta questo ritratto delle contraddizioni della
Thailandia con l’affresco da cartolina ricco di cliché che l’autore
aveva invece riservato alla Sicilia nella fastidiosa stagione due.
Un episodio che segue una notte di follia a Bangkok è tra i momenti
più riusciti della stagione, ricordando al pubblico quanto The
White Lotus sappia mescolare satira e dramma in modo
magistrale.
Un finale
enigmatico
Come sempre, il finale sarà il vero
banco di prova per valutare il significato complessivo della
stagione. White ha dimostrato di saper costruire climax
sorprendenti e di usare la morte e il dramma in senso ampio come
strumento per rivelare il cuore tematico della storia. Se le
precedenti stagioni hanno messo in evidenza le disuguaglianze
economiche e il cinismo delle relazioni umane, la terza stagione si
muove su un terreno più spirituale e meno tangibile. Il rischio è
che questa svolta possa sembrare meno incisiva rispetto al passato,
ma White è troppo abile per lasciare che la narrazione perda il suo
mordente.
La terza stagione di The
White Lotus è un’opera ampia, ambiziosa e riflessiva, che
chiede allo spettatore di concederle il tempo necessario per
svelare le sue carte. Forse meno immediata e provocatoria delle
precedenti, ma comunque capace di affascinare con la sua satira
sociale tagliente e il suo cast impeccabile (su tutti splende
Jason Isaacs). Se l’obiettivo era espandere
ulteriormente l’universo narrativo della serie, possiamo dire che
la missione è riuscita.