La superstar della WWE Drew McIntyre è entrata ufficialmente a far parte del cast di Highlander, il film della United Artists di Amazon MGM Studios diretto da Chad Stahelski, come riportato da Deadline. McIntyre reciterà al fianco di Henry Cavill nel ruolo di Angus MacLeod, fratello del suo personaggio MacLeod. Una scelta di casting che è stata subito accolta con grande entusiasmo.
McIntyre, come sapranno i fan della disciplina, è un wrestler professionista scozzese, due volte campione WWE e vincitore del Royal Rumble 2020. Highlander lo riunisce con la squadra di stuntman e action team 87Eleven di Stahelski e con il wrestler in pensione Dave Bautista, che ha già lavorato con McIntyre nel suo debutto cinematografico in The Killer’s Game della Lionsgate.
Cosa sappiamo di Highlander
Il nuovo film Highlanderè il remake di un fantasy d’azione del 1986 su guerrieri immortali, con l’attore Henry Cavill di L’Uomo d’Acciaio e The Witcher nel ruolo principale. La regia è affidata a Chad Stahelski, già regista della serie John Wick. Il resto del cast è poi composto da Russell Crowe nel ruolo del mentore originariamente interpretato da Sean Connery nel classico del 1986, Djimon Hounsou, Dave Bautista e Marisa Abela.
Con l’arrivo su IWONDERFULL Prime Video Channel, Quattro figlie di Kaouther Ben Hania torna a interrogare il pubblico sulla potenza del cinema documentario e sulla sua capacità di trasformarsi in esperienza collettiva. Presentato in concorso a Cannes 2023, premiato con l’Œil d’or e candidato all’Oscar 2024, il film ha imposto la regista tunisina come una delle voci più radicali e riconoscibili del panorama contemporaneo. La sua uscita in streaming coincide con il debutto in sala de La voce di Hind Rajab, ulteriore tassello di un percorso che non separa mai la sperimentazione formale dal confronto con la realtà sociale e politica.
Una storia che non poteva restare ai margini
Al centro del film c’è la storia di Olfa Hamrouni, madre tunisina di quattro figlie, segnata dalla scomparsa delle due maggiori, partite adolescenti verso la Libia e inghiottite dalla spirale del jihadismo. Per colmare quel vuoto, Ben Hania immagina un dispositivo inedito: accanto a Olfa e alle due figlie minori, due attrici professioniste interpretano le figlie assenti, mentre una terza – la celebre Hend Sabri – entra in scena come alter ego della madre. Non si tratta quindi di una semplice ricostruzione, ma di un vero e proprio gioco di specchi che rende visibili le contraddizioni di una famiglia e di una società intera.
Ben Hania incontra Olfa per la prima volta nel 2016, dopo aver ascoltato un’intervista radiofonica. La sua vicenda la colpisce immediatamente, come ha raccontato a CNC, ma non trova subito la chiave per raccontarla. Per anni il progetto resta sospeso, finché non matura l’idea di un dispositivo capace di restituire quella storia senza ridurla a cronaca. Il film nasce così: da un bisogno di tradurre l’assenza in presenza, di dare corpo al non detto, di rendere visibile il dolore senza spettacolarizzarlo.
Un dispositivo che fonde realtà e finzione
Come anticipavamo, la struttura di Quattro Figlie è assolutamente inedita. Olfa e le due figlie minori compaiono in scena insieme a tre attrici: due interpretano le sorelle assenti, mentre la star Hend Sabri veste i panni della madre nelle sequenze più dolorose. Non si tratta di ricostruzioni fedeli, ma di un laboratorio della memoria. Le protagoniste reali osservano le attrici, le dirigono, le contestano, e a volte prendono persino il loro posto.
Il risultato è un continuo gioco di scambio tra chi ha vissuto i fatti e chi li rappresenta. La linea di confine tra documentario e finzione si fa labile, e proprio in questo spazio di ambiguità si sprigiona la forza del film. Ogni scena diventa un’occasione di confronto, un modo per interrogare i ricordi e scoprire come il passato abiti ancora il presente.
D’altra parte, la regista non ha mai nascosto la sua diffidenza verso l’idea di un documentario neutrale: «Non credo un secondo all’oggettività. Quando qualcuno dice di essere obiettivo, io mi insospettisco. Per me, ogni film è un punto di vista» (SCAM, 15 dicembre 2023). Una dichiarazione che diventa principio estetico e politico: Quattro figlie non promette di raccontare “come sono andate le cose”, ma costruisce davanti ai nostri occhi un processo di elaborazione.
Per rendere tangibile questo patto con lo spettatore, la regista decide di rompere la barriera con la macchina da presa. Durante le interviste, Olfa guarda direttamente in camera grazie a un teleprompter che riflette il volto della regista: «Volevo che fosse chiaro che parlava a me e, allo stesso tempo, al pubblico», ha ricordato Ben Hania. In questo modo, il film espone i suoi strumenti e chiede a chi guarda di partecipare a una riflessione attiva.
Un set come laboratorio della memoria
Quasi tutto il film è girato in un unico luogo, l’ex hotel “Tour Eiffel” di Tunisi, trasformato in un vero e proprio teatro della memoria. Un reticolato diventa cella, una stanza evoca la cucina di famiglia, un corridoio si apre come spazio di passaggio. Non c’è ricerca di realismo, ma di suggestione: un ambiente chiuso che permette libertà, improvvisazione, imprevisto.
«Non volevo la pesantezza dei set mobili, con spostamenti e camion. Avevo bisogno di uno spazio che ci permettesse di sperimentare e di essere sorpresi», ha spiegato Ben Hania a SCAM. In questo modo, le scene non vengono ripetute più volte; spesso la prima ripresa resta definitiva, proprio perché cattura l’emergere inatteso di una parola o di un ricordo.
Olfa tra amore e violenza
Il cuore del film è la figura di Olfa, ritratta in tutta la sua ambivalenza: madre affettuosa e al tempo stesso autoritaria, capace di violenza, segnata da un patriarcato interiorizzato che finisce per trasmettere alle figlie. Ben Hania decide di affiancarle un doppio attoriale per gestirne la forza travolgente: «Olfa aveva una personalità così potente che rischiava di fagocitare il film. La presenza di Hend Sabri mi ha permesso di restituirla nella sua complessità».
Il film non cerca di assolvere né di condannare, ma di comprendere. Laddove i media tunisini avevano spesso dipinto Olfa come “mostro” o “madre snaturata”, il dispositivo cinematografico ne svela la fragilità e le contraddizioni, permettendo allo spettatore di coglierne la dimensione umana.
Le figlie come specchio di una società
Se Olfa è il centro magnetico del racconto, le figlie minori – Eya e Tayssir – ne sono il contrappunto vitale. Cresciute nella Tunisia post-rivoluzionaria, vivono il bisogno di libertà attraverso gesti quotidiani: truccarsi, vestirsi di nero, indossare o togliere il velo. Sono segni di ribellione ma anche strategie di sopravvivenza, che il film registra con attenzione.
Partecipando alla messa in scena, le ragazze si confrontano con il ricordo delle sorelle assenti: un esercizio doloroso, a tratti ludico, che diventa occasione di consapevolezza. «La loro resistenza al patriarcato non nasce da un discorso politico, ma da un istinto quasi organico» afferma la regista. Ed è forse questa spontaneità a rendere il film così universale.
Un solo volto per gli uomini
Un’altra scelta radicale di Quattro Figlieriguarda le figure maschili: a interpretarle tutte è lo stesso attore. Non per mancanza di risorse, ma per una precisa intenzione. I padri, i compagni, gli uomini che circondano la famiglia di Olfa hanno un ruolo intercambiabile e marginale; ciò che conta, per Ben Hania, è la coralità delle voci femminili. In questo modo il film sottolinea come la vicenda di Olfa e delle sue figlie sia soprattutto un racconto di sguardi e di corpi femminili, di legami che resistono e di ferite che si trasmettono.
Il montaggio come scrittura
Il percorso di Quattro figlie per arrivare sul grande schermo è stato lungo e accidentato. Il primo montaggio durava cinque ore e, solo attraverso un intenso lavoro di sottrazione, Ben Hania e i suoi collaboratori sono riusciti ad attestarsi su un minutaggio di 110 minuti. «Ho capito che il film era pronto quando ho provato ad aggiungere scene che amavo e il film, come se fosse vivo, le ha rifiutate» (CNC). È un processo che conferma come il documentario non equivalga meramente a una registrazione passiva, ma atto di scrittura.
Pur senza agitare fragorosamente bandiere, Quattro Figlie resta un documento profondamente politico, che interroga le radici del patriarcato, il ruolo dei media, la responsabilità delle istituzioni. Non è un caso che sia stato il primo film tunisino in concorso a Cannes dopo più di cinquant’anni: un segnale della vitalità di un cinema capace di guardare alla propria realtà senza timori. «Il patriarcato non è solo una questione di uomini. Molte donne lo interiorizzano, lo riproducono come unica forma di protezione» ha dichiarato Ben Hania a TROISCOULEURS.
Quattro figlie non è solo un documentario, ma un’esperienza che ridefinisce il rapporto tra chi racconta e chi guarda. Preferisce mostrare la complessità delle relazioni, i silenzi, le contraddizioni, la fragilità della memoria: è in questo spazio che il cinema di Kaouther Ben Hania trova la sua forza, restituendo dignità al dolore, dando voce a chi è rimasto nell’ombra e mostrando come il racconto, per quanto terribilmente doloroso, possa diventare la forma più radicale di resistenza.
Mentre Robert Downey Jr. si prepara a tornare nel Marvel Cinematic Universe in Avengers: Doomsday, uno dei precedenti registi della Marvel Studios, reagisce alla sua scelta per il ruolo di Dottor Destino. In una nuova intervista con ComicBook, il regista di Iron Man 3, Shane Black, ha infatti commentato il ritorno dell’ex attore di Tony Stark nel franchise, ma ora come antagonista centrale dell’attuale narrazione della Marvel Studios.
Dopo aver lavorato con la star nel film del 2013, che ha incassato 1,2 miliardi di dollari al botteghino mondiale, il regista ha condiviso quanto segue sul sorprendente casting: “Penso che con questo ruolo riuscirà a rinvigorire da solo l’intero settore dei film tratti dai fumetti. All’inizio sembrava un’idea cinica, del tipo: “Oh, torniamo al vecchio trucco dell’unico tizio che sembra salvarci sempre”. Ma funzionerà. Funzionerà davvero. E lui ha portato… Non posso dire nulla, non che io sappia. Sono entusiasta perché sarò il primo a vederlo. Non ho visto tutti i film Marvel. Vedrò prima quello”.
L’attore premio Oscar ha recentemente terminato le riprese con il cast diAvengers: Doomsday, ma il film del 2026 non è l’unico progetto MCU in cui apparirà. Dottor Destino tornerà anche in Avengers: Secret Wars, le cui riprese inizieranno più avanti, molto probabilmente nel 2026. Date anche le parole di Black, che non è però chiaro cosa e quanto sappia del ruolo di Downey Jr. nel film, c’è da aspettarsi che Dottor Destino avrà un peso enorme non solo sulla conclusione di questa saga ma anche sull’inizio della prossima.
Dopo il ritorno sul grande schermo dell’Uomo d’Acciaio quest’estate con la nuova incarnazione cinematografica di David Corenswet, il finale del film di Supermanè solo l’inizio per l’amato supereroe. Dato che il film del 2025 ha superato i 615 milioni di dollari al botteghino mondiale, oltre a ricevere diverse recensioni positive, è stato ufficialmente deciso di realizzare un sequel, dato cheJames Gunn ha già terminato la sceneggiatura del nuovo film: Man of Tomorrow.
Tuttavia, i dettagli sono ancora estremamente limitati, compreso il tipo di nuova minaccia che l’ultimo figlio di Krypton dovrà affrontare tra circa due anni. In una nuova intervista con Entertainment Weekly, Gunn è stato però ora finalmente interrogato sulla misteriosa pagina della sceneggiatura di Man of Tomorrow, che ha dato vita alla teoria secondo cui Brainiac sarà il cattivo principale del film del 2027. Tuttavia, il co-CEO della DC Studios ha condiviso la seguente risposta sullo status del famoso antagonista nel prossimo capitolo:
“Ascoltate, ovviamente non ignoravo che quando ho pubblicato la copertina della sceneggiatura ci sarebbero state discussioni su quel particolare argomento. Ma penso che per il momento non riveleremo cosa succederà esattamente”, si è limitato a dire Gunn. Le sue parole dunque non smentiscono Brainiac come antagonista del film, ma potrebbero esserci altre sorprese in merito oppure la sua partecipazione potrebbe comportare qualcosa di particolare che al momento è difficile da prevedere. Come sempre, non resta che attendere maggiori novità.
Tutto quello che sappiamo su Man of Tomorrow
Le riprese principali di Man of Tomorrow dovrebbero iniziare nella primavera del 2026, con una data di uscita fissata per il 9 luglio 2027. David Corenswet riprenderà il ruolo nel sequel al fianco di Lex Luthor, interpretato da Nicholas Hoult, poiché i due si alleeranno contro questo nuovo nemico, come ha dichiarato il regista.
James Gunn ha infatti affermato: “È una storia in cui Lex Luthor e Superman devono collaborare in una certa misura contro una minaccia molto, molto più grande. È più complicato di così, ma questa è una parte importante. È tanto un film su Lex quanto un film su Superman. Mi è piaciuto molto lavorare con Nicholas Hoult. Purtroppo mi identifico con il personaggio di Lex. Volevo davvero creare qualcosa di straordinario con loro due. Adoro la sceneggiatura”.
Gunn annunciato Man of Tomorrow sui social media il 3 settembre. Nel suo annuncio, lo sceneggiatore e regista ha incluso un’immagine tratta dal fumetto in cui Superman è in piedi accanto a Lex Luthor nella sua Warsuit. Nei fumetti DC, Lex crea la tuta per eguagliare la forza e le abilità di Superman. Mentre l’immagine teaser suggeriva che Lex e Superman sarebbero stati di nuovo in contrasto, ora sembra che Lex userà la sua Warsuit per poter essere allo stesso livello di Superman per qualsiasi grande minaccia si presenti loro. Al momento, è confermata la presenza della Lois Lane di Rachel Brosnahan.
Il film è stato in precedenza descritto come un secondo capitolo della “Saga di Superman”. Ad oggi, Gunn ha affermato unicamente che “Superman conduce direttamente a Peacemaker; va notato che questo è per adulti, non per bambini, ma Superman conduce a questo show e poi abbiamo l’ambientazione di tutto il resto della DCU nella seconda stagione di Peacemaker, è incredibilmente importante”.
È il 1971, Clint Eastwoodpresenta al mondo uno dei personaggi più iconici suoi e di Hollywood, l’ispettore “Dirty” Harry Callahan nel thriller d’azione Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo di Don Siegel. Callahan è la definizione stessa di una mina vagante, un poliziotto duro e cinico che non esita a spingersi oltre i limiti della legge per catturare i criminali di San Francisco. Armato di un atteggiamento risoluto e di una Magnum .44, Callahan è alla ricerca di un serial killer. Nel mondo reale, in quegli anni, anche la polizia di San Francisco era alla ricerca di un serial killer: il famigerato Killer dello Zodiaco. Una coincidenza? Niente affatto. Il film è infatti basato sulla storia vera della caccia della polizia di San Francisco all’inafferrabile assassino.
Chi era il Killer dello Zodiaco su cui è basato il film
Dal 1969 al 1974, un uomo conosciuto solo come Killer dello Zodiaco ha fatto vivere nella paura la popolazione di San Francisco. Il suo regno di terrore è iniziato il 20 dicembre 1968, quando il diciassettenne David Faraday e la sua ragazza, la sedicenne Betty Lou Jensen, sono stati trovati fuori Vallejo, in California. Entrambi erano stati uccisi a colpi di pistola, apparentemente in modo casuale. Il killer dello Zodiaco colpì nuovamente il 5 luglio 1969, quando una coppia, la ventiduenne Darlene Ferrin e il diciannovenne Mike Mageau, fu avvicinata da un uomo mentre era in macchina. Il killer dello Zodiaco sparò una raffica di colpi contro i due, ferendo gravemente Mageau e uccidendo Ferrin.
Nel settembre 1969, Cecelia Shepard e Bryan Hartnell furono aggrediti da un uomo che indossava un cappuccio e una maglietta con un simbolo a forma di cerchio e croce sulla riva del lago Berryessa. Furono legati e poi pugnalati senza pietà. Entrambi sopravvissero a stento all’aggressione, ma purtroppo Shepard morì poco dopo a causa delle gravi ferite riportate. L’ultimo omicidio attribuito direttamente al Killer dello Zodiaco avvenne poco dopo, quando un tassista di 29 anni, Paul Stine, fu ucciso a colpi di pistola nel quartiere Presidio Heights di San Francisco. Cinque omicidi in tutto, ma il numero potrebbe arrivare fino a 37, come sostenuto dallo stesso killer dello Zodiaco. Ciò che era più inquietante non era necessariamente la casualità degli omicidi, ma la spavalderia dell’assassino.
Egli provocava il pubblico e la polizia attraverso una serie di lettere e telefonate, rivelando senza timore i luoghi e rivendicando la responsabilità dei suoi omicidi. Le lettere iniziavano con “qui parla Zodiac” ed erano firmate con un disegno che assomigliava a un mirino. Quattro delle lettere erano crittogrammi, uno dei quali fu decifrato in pochi giorni e recitava: “Mi piace uccidere le persone perché è molto divertente”. Un altro codice, che iniziava con “Spero che vi stiate divertendo molto a cercare di catturarmi”, non è stato decifrato fino al 2020 da un trio di decodificatori dilettanti. Altrettanto inquietante era il fatto che, nonostante le impronte digitali, le descrizioni, le segnalazioni e le piste, il killer Zodiac non è mai stato trovato e potrebbe benissimo essere ancora in libertà.
Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo affronta il Killer dello Zodiaco, più o meno
Una donna viene uccisa mentre nuota in una piscina sul tetto a San Francisco. L’assassino, chiamato “Scorpio” (Andy Robinson), lascia una lettera in cui chiede 100.000 dollari, altrimenti ucciderà altre persone. La nota viene trovata dall’ispettore Harry Callahan della polizia di San Francisco, alias “Dirty” Harry, che è frustrato quando il sindaco cede alle richieste di Scorpio. Durante la pausa pranzo, Callahan si imbatte in una rapina in banca. Uccide uno dei rapinatori e tiene sotto tiro l’altro, intimandogli di arrendersi (il leggendario monologo “Mi sento fortunato?”). Ora, insieme al suo partner Chico Gonzalez (Reni Santoni), cercano di catturare Scorpio dopo che un elicottero della polizia lo ha avvistato, ma senza successo.
Il giorno dopo arriva un’altra lettera di Scorpio, in cui afferma di aver rapito un’adolescente e che la ucciderà se non gli verranno dati 200.000 dollari. Callahan deve consegnare il denaro e Scorpio lo fa rincorrere le telefonate da una cabina all’altra in tutta la città prima di mandarlo finalmente al Mount Davidson Cross. Scorpio ha la meglio su Callahan, intenzionato a ucciderlo e a lasciar morire l’adolescente. Callahan riesce a fuggire pugnalando Scorpio alla gamba, ma Scorpio riesce a scappare di nuovo. Callahan finisce per rintracciarlo al Kezar Stadium, gli spara alla gamba e gli calpesta la ferita, torturando Scorpio affinché riveli dove si trova l’adolescente.
La cattiva notizia è che la ragazza è già morta. Peggio ancora, le prove raccolte da Callahan sono inammissibili a causa del trattamento che gli ha riservato. Scorpio è un uomo libero, ma Callahan lo segue ovunque. Quando Callahan è costretto a smettere di seguire Scorpio, quest’ultimo ruba una pistola da un negozio, dirotta uno scuolabus e chiede un riscatto che include un volo fuori città. Callahan rintraccia l’autobus e salta sul tetto. L’autobus si schianta contro un cumulo di terra vicino a una cava, spingendo Scorpio a prendere un ostaggio. Callahan lo fissa dopo aver liberato l’ostaggio ferendo Scorpio. Ripete l’ultimatum che aveva dato in precedenza al rapinatore di banca.
Scorpio, sentendosi fortunato, cerca di prendere la pistola ma non ci riesce e viene ucciso dall’ultimo proiettile di Callahan. Callahan poi prende il suo distintivo della polizia e lo getta in una pozza d’acqua. Il parallelismo più evidente tra Dirty Harry e il caso reale del Killer dello Zodiaco è il nome dell’assassino, Scorpio. Come lo Zodiac, Scorpio provoca la polizia attraverso lettere e telefonate, anche se in modo molto più diretto rispetto a quanto faceva il vero killer (niente uccide un thriller d’azione più rapidamente che vedere dei tizi che cercano di decifrare una lettera sullo schermo). A un certo punto del film, Scorpio indossa una maschera, cosa per cui era noto il Killer dello Zodiaco.
In una lettera da lui inviata, questi minacciava di dirottare uno scuolabus. Anche se ciò non si è mai verificato, il climax del film riproduce questo scenario. Un altro aspetto del film ispirato alla vita reale è lo stesso Callahan, basato sul detective della polizia Dave Toschi, che all’epoca lavorava al caso. Il detective era, come Callahan, un tipo anticonformista, schietto e imprevedibile (anche se non così imprevedibile), e non solo ha ispirato “Dirty” Harry Callahan, ma anche Steve McQueen in Bullitt (Toschi ha ammesso che gli piacevano McQueen e la sua interpretazione, ma ha abbandonato la proiezione di Dirty Harry perché troppo simile alle indagini sul Killer dello Zodiaco).
Dirty Harry ha avuto successo dove la polizia di San Francisco ha fallito
Il successo di Harry Callahan sta nel fatto che è riuscito a ottenere ciò che la polizia di San Francisco non è riuscita a fare: porre fine alle azioni del serial killer. In questo senso, il film diventa una sorta di fantasia, presentando un agente vendicativo e tenace che rintraccia e uccide il serial killer che ha paralizzato la città nella paura. Callahan non ha rispettato le regole e non ha esitato a ricorrere a qualsiasi mezzo necessario per salvare la città e i suoi abitanti. La polizia di San Francisco ha rispettato le regole, anche Toschi, e, ingiustamente o meno, il pubblico voleva risultati, non correttezza. Il finale del film lo dimostra. Quando Callahan uccide Scorpio, la .44 Magnum lo fa cadere all’indietro con forza, diventando una catarsi per la gente, un senso di giustizia servita. Se non nel mondo reale, almeno da qualche parte.
E quando Callahan getta via il suo distintivo della polizia, riconosce visivamente che nemmeno lui vede la polizia di San Francisco fare ciò che dovrebbe. Non tutti hanno provato piacere nel vedere “Dirty” Harry fare giustizia. Il film è stato controverso al momento dell’uscita, con molti che hanno citato il fatto che la percezione positiva del vigilantismo denigrasse i diritti dell’imputato. Ciononostante, Dirty Harry è stato un successo che ha dato vita a quattro sequel: Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, Cielo di piombo, ispettore Callaghan, Coraggio… fatti ammazzare e Scommessa con la morte. Dei cinque, solo Dirty Harry aveva un legame con eventi della vita reale e per giunta molto attuali. E, cosa inquietante, è molto probabile che lo Zodiac Killer fosse seduto in un cinema della città che aveva terrorizzato, godendosi il racconto fittizio di ciò che aveva fatto.
Il seguito di The Social Network del premio Oscar Aaron Sorkin è ora ufficialmente intitolato The Social Reckoninge uscirà nelle sale il 9 ottobre 2026, come annunciato dalla Sony Pictures.
Tutto quello che c’è da sapere su The Social Reckoning
Il film vedrà la partecipazione dell’attore premio Oscar Mikey Madison (“Anora”, “C’era una volta a… Hollywood”), del vincitore del Golden Globe e dell’Emmy Award Jeremy Allen White (“The Bear”, “Springsteen: Liberami dal Nulla”), del candidato all’Emmy e al Grammy Bill Burr (“Old Dads”, “The King Of Staten Island”) e del candidato all’Oscar Jeremy Strong (“The Apprentice”, “Succession”) reciteranno in The Social Reckoning, con Strong confermato nel ruolo del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg.
Il film è scritto e diretto da Sorkin, che è anche produttore insieme a Todd Black, Peter Rice e Stuart Besser. La produzione dovrebbe iniziare il mese prossimo. Descritto come un “compagno” di “The Social Network”, il nuovo film si concentra sugli eventi che hanno avuto luogo quasi vent’anni dopo che il giovane programmatore geniale e un gruppo di pionieri della tecnologia hanno inventato quella che sarebbe diventata la più grande piattaforma di social media al mondo.
The Social Reckoning racconta la storia vera di come Frances Haugen (Madison), una giovane ingegnere di Facebook, chieda l’aiuto di Jeff Horwitz (White), un giornalista del Wall Street Journal, per intraprendere un viaggio pericoloso che finirà per svelare i segreti più gelosamente custoditi del social network. Il reportage di Horwitz, una serie di articoli noti come “The Facebook Files”, è stato pubblicato nel 2021 e ha denunciato Facebook per i suoi effetti dannosi sugli adolescenti e la sua consapevole diffusione di disinformazione, che ha contribuito ad atti di violenza politica.
Il film The Social Network del 2010, uscito anch’esso nel mese di ottobre, è stato un successo di critica e di pubblico, incassando 226 milioni di dollari al botteghino mondiale e ricevendo otto nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film. La vittoria di Sorkin per la migliore sceneggiatura non originale (il film era liberamente ispirato al libro di Ben Mezrich “The Accidental Billionaires”) è stata una delle tre statuette che il film ha portato a casa.
Il finale di Jurassic World – Il Dominio (qui la recensione) conclude la trilogia di Jurassic World e la storia iniziata con Jurassic Park. Il film termina infatti con Owen, Claire e il team del primo film – Ellie Sattler, Alan Grant e Ian Malcolm – che fuggono dalla Biosyn mentre il santuario brucia dopo che Lewis Dodgson ha tentato di distruggere le prove relative alle locuste prima che la notizia venisse diffusa. Dopo aver salvato Maisie, il dottor Henry Wu studia il suo DNA per creare un agente patogeno che alteri il DNA delle locuste, impedendo loro di distruggere i raccolti globali e ripristinando l’equilibrio dell’ecosistema.
Con la Biosyn ormai al collasso in seguito alla testimonianza di Ramsay Cole, la valle viene dichiarata santuario globale per tutti i dinosauri, che possono vagare liberi senza timore di essere catturati illegalmente. Il finale del film conclude così la storia iniziata in Jurassic World e chiude il cerchio per tutti i personaggi, vecchi e nuovi, prima che scorrano i titoli di coda. Tuttavia, ci sono ancora alcuni elementi del finale che potrebbero non essere chiari e alcuni aspetti che vale la pena approfondire.
La spiegazione del piano della Biosyn
Negli anni successivi a Jurassic Park, Lewis Dodgson è andato oltre il semplice furto di embrioni di dinosauro. È diventato l’amministratore delegato della Biosyn, un’azienda genetica con le risorse per sperimentare sui genomi dei dinosauri. L’azienda ha anche creato un santuario per i dinosauri nelle Dolomiti italiane. Sebbene l’azienda si vanti di sperimentare sui dinosauri nel tentativo di curare le malattie umane e aiutare il mondo, Lewis ha in realtà creato locuste dinosauri che si nutrono dei raccolti di tutto il mondo che non provengono direttamente dalla Biosyn.
Questo sta devastando il sistema ecologico mondiale, poiché le locuste mangiano le fonti di cibo degli animali. Questo li lascia affamati e minaccia di sterminarli, il che si ripercuoterebbe sugli esseri umani che mangiano proprio questi animali. Interrompere la catena alimentare è ciò che Lewis vuole, perché costringerebbe il mondo a fare affidamento sulla Biosyn come risorsa primaria. Le locuste che distruggono i raccolti globali mettono effettivamente la Biosyn al controllo del sistema ecologico. Soprattutto, Lewis voleva il controllo e il potere. Nascondere la missione aziendale della Biosyn era il modo migliore per ottenere qualcosa di sinistro con il pretesto di fare del bene.
Perché il dottor Henry Wu ha deciso di aiutare
Il dottor Henry Wu è stato un antagonista per gran parte della serie Jurassic World. Sebbene il suo ruolo in Jurassic Park fosse stato ridimensionato, alla fine è salito a posizioni di potere all’interno della InGen ed è stato responsabile della creazione di dinosauri ibridi come l’Indominus Rex. In Jurassic World – Il Dominio, Henry prova un forte senso di colpa per ciò che la Biosyn stava facendo; non gli andava giù che le locuste stessero danneggiando il sistema ecologico mondiale.
Ha visto con i propri occhi la distruzione causata dagli esperimenti sui genomi dei dinosauri e ha voluto contribuire a risolvere il problema dimostrando che la sperimentazione sul genoma poteva effettivamente aiutare a risolvere il problema delle locuste e a curare le malattie. Henry ha deciso di studiare il DNA clonato di Maisie per capire come Charlotte Lockwood fosse riuscita a rimuovere qualsiasi anomalia genetica dalla sequenza.
Capendo e comprendendo il genoma di Maisie, Henry poteva alterare il DNA delle locuste in modo che si estinguessero nel giro di una generazione e smettessero completamente di nutrirsi dei raccolti. Il piano di Henry contribuì efficacemente a salvare il mondo dal disastro ecologico e aprì la strada alla possibilità che i patogeni genomici potessero curare le malattie umane su scala globale.
La clonazione di Maisie Lockwood e la spiegazione del retcon di Il regno distrutto
Jurassic World – Il regno distrutto ha rivelato che Maisie Lockwood era il clone di Charlotte Lockwood, la figlia di Benjamin Lockwood presumibilmente morta in un incidente d’auto. Tuttavia, Jurassic World – Il Dominio ha confermato che Maisie non era solo il clone di Charlotte, ma che Charlotte stessa era la madre biologica della quattordicenne. Charlotte desiderava davvero un figlio e, in qualità di una delle principali genetiste della InGen, ha clonato se stessa e ha portato Maisie in grembo per nove mesi prima che nascesse.
Inoltre, Charlotte non è affatto morta in un incidente stradale, ma a causa di una malattia genetica di cui non si era resa conto fino alla nascita di Maisie. Tuttavia, Charlotte è riuscita a creare una cura che ha garantito che il DNA di Maisie non presentasse alcuna malattia genetica, permettendole di vivere una vita diversa da quella di Charlotte. La decisione di Charlotte di clonare se stessa è ciò che alla fine ha portato alla rottura tra Benjamin e il suo socio in affari John Hammond, ex amministratore delegato della InGen e fondatore del Jurassic Park.
Cosa succede ai personaggi originali di Jurassic Park dopo questo film?
Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcolm sono tornati in Jurassic World – Il Dominio, collaborando per chiudere la Biosyn e rivelare al mondo cosa stava realmente facendo l’azienda con le locuste. Dopo il loro successo, i tre personaggi di Jurassic Park hanno testimoniato contro la Biosyn e rivelato la verità su ciò che stava accadendo. Alan ed Ellie sono tornati insieme dopo essersi corteggiati per tutto il film.
Alan decide di non tornare ai suoi scavi paleontologici, scegliendo invece di unirsi a Ellie. Questo è significativo perché la coppia inizialmente si era lasciata a causa dell’amore di Alan per i dinosauri piuttosto che per Ellie. Il futuro di Ian Malcolm è meno chiaro, anche se probabilmente continuerà a tenere conferenze sulla coesistenza tra dinosauri e esseri umani ora che non è più impiegato dalla Biosyn.
Come Jurassic World – Il Dominio conclude la storia di Owen e Claire
Owen e Claire hanno trascorso la maggior parte di Jurassic World – Il Dominio alla ricerca della rapita Maisie. Dopo averla salvata e essere fuggiti dalla Biosyn, Owen e Claire tornano alla loro baita nel bosco con Maisie. Claire continuerà probabilmente a essere un’attivista per i diritti degli animali e a liberare i dinosauri dalla prigionia, anche se è possibile che lo farà in modo diverso. Claire e Owen sono ancora insieme alla fine e si sono stabilizzati nei loro ruoli di genitori di Maisie. Ora che Maisie non è più in pericolo, può vivere una vita più normale invece di nascondersi.
Gli attori Laura Dern e Sam Neill in una scena di Jurassic World – Il dominio
Cosa succederà agli altri personaggi di Jurassic World Dominion?
Jurassic World – Il Dominio ha presentato una miriade di personaggi, molti dei quali hanno svolto un ruolo attivo nella trama. Alla pilota Kayla Watts viene assegnato un nuovo aereo dopo che il suo è stato distrutto durante la missione di salvataggio alla Biosyn. Dopo aver contribuito a salvare Maisie, è improbabile che Kayla torni a trasportare merci illegali e dinosauri in cattività. Ramsay Cole, nel frattempo, ha testimoniato su ciò che stava facendo la Biosyn.
Dopo il finale di Jurassic World – Il Dominio, è possibile che guiderà progetti sul genoma dei dinosauri molto più morali di quelli di Lewis, contribuendo al progresso della biologia umana. Barry, che è tornato qui dopo essere stato visto l’ultima volta nel primo film, continuerà a lavorare con i servizi segreti francesi, mentre Franklin Webb e Zia Rodriguez rimarranno probabilmente al fianco di Claire come attivisti per i diritti degli animali.
Perché il T-Rex e il Therizinosaurus hanno collaborato per sconfiggere il Giganotosaurus
La lotta tra il Tyrannosaurus rex e il Therizinosaurus contro il Giganotosaurus è stata esagerata e di breve durata, ma i due hanno collaborato per sconfiggere quest’ultimo e dimostrare la loro supremazia. Il Giganotosaurus era il carnivoro più grande e potente, cosa che viene menzionata spesso in Jurassic World – Il Dominio.
Il T-Rex e il Therizinosaurus non sono certo intervenuti per proteggere i personaggi umani che cercavano di sfuggire al Giganotosaurus. La loro alleanza era più che altro una dimostrazione di forza. Con il Giganotosaurus che dominava il santuario della Biosyn, gli altri due dinosauri hanno pensato che fosse il momento opportuno per andare in battaglia. Due dinosauri sono meglio di uno contro il carnivoro più minaccioso in circolazione.
I dinosauri possono davvero coabitare sulla Terra con gli esseri umani?
Jurassic World – Il Dominio afferma che gli esseri umani e i dinosauri hanno convissuto a malincuore per quattro anni. Ian Malcolm afferma con fermezza che gli esseri umani non hanno il dominio sulla natura, ma sono subordinati ad essa. I dinosauri fanno parte della natura, anche se il loro numero non è superiore a quello della popolazione umana, che ora dispone di diversi modi per impedire loro di distruggere le persone e le vite che si sono costruite.
La fine di Jurassic World – Il Dominio dimostra che sì, i dinosauri e gli esseri umani possono coabitare sul pianeta senza che nessuna delle due specie venga sterminata. Alcuni dinosauri vengono mostrati mentre corrono accanto ai cavalli e volano con gli uccelli. I dinosauri più grandi e pericolosi sono tenuti nel santuario globale che un tempo era di proprietà della Biosyn. E ora che il problema delle locuste è stato risolto, la modifica del genoma dei dinosauri dimostra che queste creature possono vivere insieme agli esseri umani e alla popolazione animale mondiale senza causare danni devastanti.
Cosa significa davvero il finale di Jurassic World – Il Dominio
Questo film si concentra molto sulla coesistenza tra esseri umani e dinosauri. Per molto tempo, gli esseri umani sono stati al vertice della catena alimentare, ma la ricomparsa dei dinosauri ha influenzato e sconvolto notevolmente l’attuale livello di dominio. Tuttavia, il tema generale è fermamente convinto che gli esseri umani debbano cooperare e adattarsi al loro nuovo mondo se vogliono sopravvivere e, soprattutto, prosperare.
A tal fine, il film offre un messaggio di tolleranza, di adattamento al cambiamento a prescindere da ciò che accade, di rispetto per tutti gli esseri viventi, siano essi umani, animali, cloni o ibridi. Il finale conferma anche ciò che Ian Malcolm dice sulla vita: essa trova sempre una via d’uscita e si libera. Jurassic World – Il Dominio è una vetrina primaria di questi temi, una combinazione di valorizzazione della vita invece che di distruzione, a prescindere da ciò che accade.
Scott Beck e Bryan Woods, già co-autori del primo A Quiet Place, firmano con 65 – Fuga dalla Terra (qui la recensione) un’opera che mescola fantascienza, azione e suggestioni survival. Il film, interpretato da Adam Driver e Ariana Greenblatt, costruisce un racconto che unisce il futuro tecnologico con il passato primordiale della Terra, riportando in scena i dinosauri in una veste spettacolare e al tempo stesso spaventosa. Ma dietro la sua patina di avventura e spettacolo, la pellicola propone anche un nucleo emotivo forte, fatto di perdita, lutto e ricerca di un nuovo legame umano. Il finale, in particolare, si rivela il momento più intenso e ricco di significati, con una combinazione di azione frenetica e rivelazioni emotive che meritano di essere analizzate nel dettaglio.
La trama di 65 – Fuga dalla terra
La vicenda ha inizio con Mills (Driver), un pilota spaziale proveniente da un pianeta lontano, incaricato di trasportare passeggeri verso una destinazione ignota. La sua missione viene improvvisamente stravolta quando la nave che comanda entra in collisione con un ammasso di asteroidi. I danni sono gravissimi e il veicolo precipita su un pianeta sconosciuto. Ben presto, però, lo spettatore scopre che non si tratta di un mondo alieno: Mills è atterrato sulla Terra, ma 65 milioni di anni fa, in piena era dei dinosauri. L’impatto uccide quasi tutti i passeggeri, e l’unica superstite oltre a lui è una bambina di nome Koa (Greenblatt).
Inizia così un viaggio disperato per raggiungere la metà ancora integra della nave, dove si trova la capsula di salvataggio che potrebbe permettere loro di fuggire. Fin dalle prime battute, 65 – Fuga dalla Terra gioca sulla tensione derivata dall’incontro tra un uomo armato di tecnologia avanzata e un mondo dominato da creature preistoriche. I blaster e i sensori sofisticati non bastano a garantire la sopravvivenza, perché Mills e Koa devono affrontare una natura ostile fatta di predatori giganteschi, ambienti letali e continue insidie. Questa lotta per la sopravvivenza diventa presto una metafora più ampia: non si tratta solo di resistere ai dinosauri, ma di fare i conti con i propri traumi personali.
Mills porta con sé una ferita profonda, la morte della figlia Nevine, che condiziona ogni sua scelta. Koa, dal canto suo, è ignara del destino dei propri genitori e viaggia con la speranza di ritrovarli. Il film chiarisce sin dall’inizio che Mills non proviene dal futuro terrestre, ma da un altro pianeta in cui la civiltà è tanto avanzata da sembrare umana sotto ogni aspetto. Non c’è quindi un viaggio nel tempo, bensì un curioso intreccio tra specie distanti nello spazio ma simili nella forma e nelle emozioni. Questa scelta narrativa consente agli autori di evitare spiegazioni complesse e concentrarsi sul cuore del racconto: lo scontro tra l’avanzata tecnologia e la brutalità primitiva del mondo in cui Mills si ritrova intrappolato.
Una delle intuizioni più forti della sceneggiatura è l’introduzione del meteorite che causò l’estinzione di massa dei dinosauri. Nel cielo compare infatti una scia rossa che cresce progressivamente, inizialmente scambiata per una nave di soccorso. Lo scanner di Mills rivela invece la verità: si tratta della gigantesca meteora destinata a schiantarsi sulla Terra, l’evento che cambierà per sempre la storia del pianeta. Il legame con la vicenda è ancora più stretto: gli stessi frammenti che hanno colpito la nave di Mills provengono proprio da quella meteora, anticipando il disastro imminente. La scoperta trasforma la sopravvivenza dei protagonisti in una vera corsa contro il tempo.
Il trauma personale di Mills viene mostrato con forza. Dopo l’incidente, l’uomo appare quasi rassegnato alla morte: cancella il messaggio di soccorso, considera inutile continuare e arriva a pensare di togliersi la vita. La disperazione deriva dal peso della perdita della figlia Nevine, morta mentre lui era lontano per lavoro. Il trasporto dei passeggeri, infatti, era stato accettato da Mills per pagare le cure necessarie alla figlia, ma il tempo lo ha tradito. Nonostante i suoi sforzi, non è riuscito a salvarla e il senso di colpa lo divora. L’incontro con Koa cambia radicalmente le cose. La bambina, con la sua vitalità e il suo bisogno di protezione, diventa per lui un nuovo motivo per andare avanti, quasi una figlia surrogata.
Adam Driver stars in 65.
La relazione tra i due protagonisti è al centro del film. All’inizio il rapporto è complicato: non parlano la stessa lingua, e questo genera incomprensioni, frustrazione e conflitti. Mills cerca di mantenere l’autorità, mentre Koa agisce spesso di testa propria, rischiando di compromettere la loro sicurezza. Col passare del tempo, però, le barriere si sciolgono. Un momento chiave è la scena in cui guardano insieme l’ologramma di Nevine: per Mills è un ricordo doloroso, per Koa un modo per conoscere meglio l’uomo che la protegge. Da quel momento, il loro legame si consolida, trasformandosi in una relazione autenticamente padre-figlia.
Parallelamente, il viaggio mette in mostra la brutalità del pianeta. I dinosauri, resi con grande efficacia visiva, sono solo una parte delle minacce. Ci sono insetti giganti, sabbie mobili, geyser bollenti, grotte instabili e campi di catrame pronti a inghiottire chi vi si avventura. L’ambiente stesso diventa nemico, rendendo ogni passo un rischio. Questa attenzione ai dettagli ambientali contribuisce a costruire un mondo ostile e immersivo, in cui lo spettatore percepisce costantemente la fragilità dei protagonisti.
Uno degli snodi emotivi più forti riguarda la menzogna che Mills racconta a Koa. Per motivarla durante il viaggio, le dice che i suoi genitori la aspettano vicino alla capsula di salvataggio. In realtà, sa bene che sono morti nello schianto. Quando la verità viene a galla, Koa si sente tradita e si ribella, arrivando a considerare inutile continuare senza di loro. Solo la confessione di Mills sul destino di Nevine riesce a ristabilire il loro legame. L’uomo le racconta il dolore della perdita e ammette che proteggerla è diventato per lui un modo per fare ciò che non ha potuto fare per sua figlia. Questa condivisione sincera permette a Koa di perdonarlo e di proseguire insieme a lui verso la salvezza.
La spiegazione del finale del film
Il climax del film concentra tutta la tensione accumulata. I frammenti della meteora cominciano a devastare la zona, minacciando di spazzare via ogni cosa. Mills e Koa raggiungono la capsula di salvataggio e avviano la sequenza di lancio, ma una frana causata dall’impatto li fa precipitare di nuovo. Sopravvissuti per miracolo, si ritrovano assediati da due enormi dinosauri. Mills tenta di distrarli, ma la sua arma smette di funzionare. Quando tutto sembra perduto, un ologramma di Nevine, mostrato da Koa, gli ridà la forza per combattere. Riesce a ferire i dinosauri, e uno di loro, urtando la capsula, la rimette in posizione di decollo.
Il pericolo, però, non è finito: uno dei dinosauri sopravvive e si scaglia nuovamente contro di loro. Mills decide di sacrificarsi attirandolo verso i geyser bollenti incontrati all’inizio del viaggio. Ferito e stremato, sembra destinato a soccombere, ma Koa interviene e con coraggio colpisce la bestia, spingendola definitivamente verso la morte. Questa sequenza suggella la crescita della bambina, che non è più soltanto una vittima da proteggere, ma una compagna capace di salvare la vita del suo “nuovo padre”.
Con la meteora ormai vicinissima, i due protagonisti riescono a decollare all’ultimo istante. Il film li mostra in fuga nello spazio, mentre la Terra viene colpita dalla gigantesca esplosione che segna la fine dei dinosauri e l’inizio di una nuova era. Il destino di Mills e Koa non viene mostrato esplicitamente, ma il fatto che siano diretti verso un punto di intercettazione lascia intendere che abbiano una reale possibilità di essere salvati. I titoli di coda completano il quadro, mostrando l’evoluzione del pianeta dopo l’impatto e la nascita della civiltà umana.
Adam Driver and Ariana Greenblatt stars in 65.
Il finale di 65 – Fuga dalla Terra è quindi duplice: da un lato, lo spettacolo visivo dell’estinzione dei dinosauri e della fuga disperata nello spazio; dall’altro, la conclusione emotiva del rapporto tra Mills e Koa. La loro unione, costruita passo dopo passo tra diffidenza, bugie e rivelazioni, diventa il cuore pulsante della storia. Mills trova una sorta di redenzione nel proteggere Koa, colmando simbolicamente il vuoto lasciato dalla perdita di sua figlia. Koa, dal canto suo, impara a fidarsi e a lottare, trasformandosi da bambina fragile a giovane sopravvissuta consapevole.
Oltre all’azione e all’avventura, il film invita a riflettere su temi universali: il dolore del lutto, la possibilità di trovare speranza anche nelle situazioni più disperate, la forza dei legami umani capaci di nascere anche tra individui inizialmente lontani e diffidenti. Il contrasto tra la tecnologia futuristica di Mills e la brutalità primitiva della Terra preistorica diventa il simbolo di una lotta più intima e personale: quella tra la rassegnazione e la volontà di andare avanti nonostante tutto.
In definitiva, 65 – Fuga dalla Terra è un film che unisce spettacolarità e intimità emotiva. Il suo finale, teso e adrenalinico, è al tempo stesso una chiusura catartica che regala ai protagonisti un barlume di speranza. Sopravvivere all’estinzione significa anche, per Mills e Koa, aver trovato un senso nuovo alla propria esistenza. Ed è proprio questo messaggio, più che le battaglie con i dinosauri, a restare impresso nello spettatore.
Ottobre sarà un mese speciale per Netflix, che celebra 10 anni di attività in Italia con una ricca programmazione di film, serie, documentari e una collection dedicata ai titoli che hanno segnato la piattaforma nel nostro Paese: dalle storie d’attualità come Sulla mia pelle e SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano, alle avventure in costume come Il Gattopardo e La legge di Lidia Poët, passando per serie cult come Baby, Suburra – La serie e Strappare lungo i bordi, fino agli show che ci hanno fatto ballare (Nuova Scena) e ai film applauditi da pubblico e critica come È stata la mano di Dio e Il treno dei bambini.
Oltre alle celebrazioni, ottobre porta nuove stagioni, debutti e film inediti: la nuova serie true crime Monster: La storia di Ed Gein apre il mese, tornano L’Amore è Cieco, The Diplomat e Nobody Wants This, arriva la quarta stagione di The Witcher e debutta un nuovo film Original il 24 ottobre. Non mancano contenuti per tutti i gusti: animazione (Winx Club: The Magic Is Back, Ranma 1/2 S2), docuserie, classici dell’horror (Scary Movie 1-3), blockbuster (Aquaman e il Regno Perduto) e nuovi show dedicati alle star (Victoria Beckham).
Le novità Netflix di ottobre 2025
Monster: La storia di Ed Gein (dal 3 ottobre)
Nuovo capitolo della serie true crime Monster, dedicato a uno dei più noti assassini seriali americani. Dopo Jeffrey Dahmer e Lyle ed Erik Menendez, Netflix esplora un altro caso reale che ha sconvolto l’opinione pubblica.
Rivali (dal 1 ottobre)
Nuova serie Netflix che debutta ad ottobre (data da definire), pronta ad arricchire l’offerta del mese. Rivali racconta tensioni, competizione e alleanze in un contesto ad alto tasso drammatico, con un cast tutto da scoprire.
L’Amore è Cieco – stagione 9 (dal 1° ottobre)
Nuova stagione del dating show di successo che mette alla prova i sentimenti di coppie che si incontrano senza vedersi.
The Diplomat – Stagione 3 (dal 16 ottobre)
Terza stagione della serie politica con Keri Russell, che torna nei panni dell’ambasciatrice Kate Wyler tra crisi internazionali e intrighi personali.
Il Mostro (dal 22 ottobre)
Nuova serie Netflix che arricchisce l’offerta del mese. In arrivo il 22 ottobre, Il Mostro promette atmosfere cupe e tensione crescente, aggiungendosi ai titoli crime e thriller che hanno reso celebre la piattaforma.
Nobody Wants This – Stagione 2 (dal 23 ottobre)
Seconda stagione per la serie Original che mescola commedia e dramma raccontando le sfide di un gruppo di trentenni alle prese con scelte di vita e di cuore.
The Witcher – Stagione 4 (dal 30 ottobre)
L’attesissimo ritorno della saga fantasy tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski. La quarta stagione segna un nuovo capitolo per Geralt di Rivia, Ciri e Yennefer tra battaglie, magia e complotti.
Young Sheldon S7, Winx Club: The Magic Is Back, Ranma 1/2 S2, Le avventure di Ortone, Spartacus S1-4, Starting 5: Il Quintetto Iniziale S2 – Un’ondata di titoli per famiglie, animazione e serie cult arricchiscono il catalogo fin dai primi giorni del mese.
Film Original Netflix
A House of Dynamite (dal 24 ottobre su Netflix)
Presentato in anteprima in concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, segna il ritorno alla regia della premio Oscar Kathryn Bigelow. Dopo l’uscita in cinema selezionati dall’8 ottobre, il film sarà disponibile in streaming su Netflix dal 24 ottobre.
Il thriller parte da un incipit ad altissima tensione: un singolo missile, non attribuito ad alcuna nazione, viene lanciato contro gli Stati Uniti. Inizia così una corsa contro il tempo per scoprire i responsabili e decidere come reagire, tra pressioni politiche, intrighi internazionali e il rischio di escalation globale. Una pellicola che promette di unire lo sguardo autoriale della regista alla sua capacità di raccontare l’attualità con ritmo serrato e tensione crescente.
Blockbuster e grandi library
Tra i film in arrivo Scary Movie 1-3, Aquaman e il Regno Perduto, La donna della cabina numero 10, Don’t Say a Word, Steve, Hunger Games, Dallas Buyers Club, John Wick 4 e molti altri.
Oscura, adrenalinica e gotica, Underworld è una delle saghe più iconiche degli ultimi vent’anni. Nata nel 2003 con il primo film diretto da Len Wiseman, ha reinventato il fantasy-horror portando sul grande schermo un universo popolato da vampiri e licantropi impegnati in una guerra millenaria fatta di vendette, intrighi e passioni proibite. Il successo immediato al botteghino – e l’impatto estetico del look dark, delle scenografie e della fotografia blu-grigio – hanno trasformato Underworld in un cult capace di fondere azione e mitologia gotica in un racconto che mescola combattimenti spettacolari, politica dei clan e storie d’amore tormentate.
Protagonista assoluta è Selene, la guerriera vampira interpretata da Kate Beckinsale, che nel corso dei film diventa filo conduttore di un arco narrativo in continua evoluzione. Oggi i cinque capitoli della saga (più il cortometraggio animato Endless War) sono disponibili sulle principali piattaforme streaming, da Prime Video a Netflix, e continuano ad attrarre nuove generazioni di fan.
Tutti i film della saga Underworld
La serie cinematografica Underworld è composta da cinque lungometraggi live-action distribuiti tra il 2003 e il 2016, a cui si aggiunge il progetto animato Underworld: Endless War.
Underworld (2003)
Il film Underworldche dà il via alla saga introduce l’universo e i suoi codici: una guerra segreta e plurisecolare tra vampiri aristocratici e licantropi reietti. Selene, letale “death dealer” vampira, scopre che la battaglia non è così netta come le hanno sempre raccontato. Mentre dà la caccia ai licantropi incontra Michael, un medico umano che diventerà la chiave di un nuovo equilibrio di potere. Atmosfere gotiche, sparatorie coreografate e un’estetica che ha fatto scuola.
Underworld: Evolution (2006)
Underworld: Evolution, secondo capitolo diretto ancora da Len Wiseman, amplia il mito introducendo i primi vampiri Marcus e William. Selene e Michael sono in fuga mentre scoprono i segreti delle origini dei due clan. Più spettacolare e sanguigno del precedente, Evolution sposta il conflitto verso un piano quasi biblico, mettendo alla prova la relazione tra i protagonisti.
Underworld: La ribellione dei Lycans (2009)
Prequel che racconta la nascita dei licantropi liberi e la storia d’amore tra il loro leader Lucian (Michael Sheen) e Sonja (Rhona Mitra), figlia del potente vampiro Viktor (Bill Nighy). Ambientato secoli prima, svela le radici della guerra e introduce temi di oppressione e libertà, con atmosfere più medievali e un tono epico.
Underworld: Awakening – Il risveglio (2012)
Ritorno al presente Underworld: Awakening – Il risveglio: gli umani hanno scoperto l’esistenza di vampiri e licantropi e li sterminano. Selene si risveglia da un sonno criogenico in un mondo ostile, scoprendo di avere una figlia ibrida dotata di poteri unici. Inizia una corsa contro il tempo per salvarla e sfuggire alle forze militari che le danno la caccia.
Underworld: Blood Wars (2016)
Underworld: Blood Wars, quinto capitolo diretto da Anna Foerster. Selene, sempre più isolata, deve affrontare nuove fazioni e proteggere la figlia in un conflitto che deciderà il destino dei clan. Intrighi politici, nuove alleanze e un finale che apre a possibili sviluppi futuri chiudono provvisoriamente la saga live-action.
(Da segnalare anche i tre corti animati di Underworld: Endless War del 2011, che raccontano missioni di Selene in epoche diverse e colmano alcuni vuoti narrativi.)
I protagonisti della saga
Cuore pulsante di Underworld è Kate Beckinsale, che con Selene ha creato un’icona pop: la sua interpretazione fisica e intensa ha dato credibilità a un personaggio divenuto simbolo dell’action gotico. Al suo fianco Scott Speedman nel ruolo di Michael, umano trasformato in ibrido, e Michael Sheen, straordinario nel dare spessore al leader licantropo Lucian. Bill Nighy interpreta Viktor, il patriarca vampiro gelido e spietato; Rhona Mitra è Sonja nel prequel, mentre nei capitoli successivi entrano Theo James (David), Charles Dance (Thomas) e Lara Pulver (Semira), arricchendo la mitologia con nuovi personaggi e conflitti. L’alchimia tra questi interpreti – molti provenienti dal teatro inglese – ha contribuito a rendere credibile l’universo di Underworld, alternando carisma, pathos e azione.
A distanza di anni, la saga continua a essere citata e maratonata: un universo coerente e riconoscibile che, tra vampiri e licantropi, ha saputo raccontare potere, oppressione e amore impossibile, lasciando il segno nell’immaginario del cinema di genere.
Come guardare i film di Underworld: ordine di uscita o ordine cronologico?
Ordine di uscita nelle sale
È l’ordine originale pensato dai produttori e permette di scoprire la storia così come l’hanno conosciuta gli spettatori al cinema, con rivelazioni e colpi di scena distribuiti film dopo film:
Underworld (2003)
Underworld: Evolution (2006)
Underworld: La ribellione dei Lycans (2009 – prequel)
Underworld: Awakening – Il risveglio (2012)
Underworld: Blood Wars (2016) (+ il corto animato Underworld: Endless War del 2011, da vedere dopo i primi due film)
Ordine cronologico degli eventi
Se invece si vuole seguire la storia nell’ordine interno degli avvenimenti, iniziando dal prequel e poi proseguendo con i capitoli moderni, l’ordine diventa:
Underworld: La ribellione dei Lycans
Underworld
Underworld: Evolution
Underworld: Endless War (corto animato)
Underworld: Awakening – Il risveglio
Underworld: Blood Wars
Questo doppio percorso permette sia di rispettare la progressione narrativa originale (ordine di uscita) sia di ricostruire la cronologia interna dell’universo (ordine degli eventi), offrendo due esperienze diverse per maratonare l’intera saga.
Dove e come vedere la saga Underworld
Oggi i cinque film live-action di Underworld – Underworld, Underworld: Evolution, Underworld: La ribellione dei Lycans, Underworld: Awakening e Underworld: Blood Wars – insieme al corto animato Endless War sono disponibili in Italia su diverse piattaforme streaming. L’intera saga è attualmente inclusa nel catalogo Prime Video (dove ad ottobre 2025 è stata inserita in blocco) e si può trovare anche a noleggio o acquisto su Apple TV, Google TV, YouTube e Rakuten TV.
Per chi preferisce i supporti fisici, la serie è uscita in DVD e Blu-ray anche in box set completi con contenuti extra e scene tagliate. Ordinando i film secondo l’ordine cronologico interno – La ribellione dei Lycans, Underworld, Evolution, Awakening, Blood Wars – è possibile seguire l’arco narrativo completo. Per una prima maratona, invece, l’ordine di uscita al cinema restituisce meglio l’esperienza con cui è stata pensata la saga.
Underworld in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Il mese di ottobre su Prime Video si annuncia come uno dei più ricchi dell’anno. La piattaforma di Amazon mette in campo nuovi Original italiani e internazionali, film esclusivi, docuserie sportive, reality show e blockbuster da rivedere, costruendo un palinsesto che mescola intrattenimento, cinema di genere e produzioni di punta.
Tra gli highlight spiccano The Traitors Italia, la versione italiana del format premiato ai BAFTA e agli Emmy condotto da Alessia Marcuzzi; Roast in Peace, il comedy show che trasforma i funerali in roast spietati; i thriller Original Play Dirty – Triplo Gioco e Boneyard – Il caso oscuro; il film-evento È Colpa Nostra?; nuove docuserie su Saquon Barkley e Allen Iverson; e il ritorno di Hazbin Hotel con la seconda stagione. Il catalogo di Prime Video si arricchisce inoltre di prime e seconde visioni, grandi saghe (come 007 e Hunger Games) e nuove stagioni di serie cult.
Le novità di ottobre su Prime Video
The Traitors Italia (dal 30 ottobre) – Reality show Original italiano condotto da Alessia Marcuzzi con un cast di personaggi famosi, tra cui Michela Andreozzi, Paola Barale, Filippo Bisciglia, Giancarlo Commare, Giuseppe Giofrè, Pierluca Mariti, Tess Masazza, Alessandro Orrei, Mariasole Pollio, Raiz, Aurora Ramazzotti, Daniele Resconi, Rocco Tanica e Yoko Yamada. In una magione spettacolare, i concorrenti devono collaborare per accumulare un montepremi ma tra loro si nascondono dei traditori pronti a manipolare il gruppo per vincere da soli. Sei episodi: quattro dal 30 ottobre e due dal 6 novembre.
Roast in Peace (dal 9 ottobre) – Nuovo comedy show Original con Stefano Rapone, Edoardo Ferrario, Beatrice Arnera, Eleazaro Rossi, Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, che commemorano a modo loro Selvaggia Lucarelli, Roberto Saviano, Elettra Lamborghini e Francesco Totti in un “funerale” spietato e divertente. Officiante d’eccezione: Michela Giraud.
Play Dirty – Triplo Gioco (dal 1° ottobre) – Thriller Original diretto da Shane Black con Mark Wahlberg, LaKeith Stanfield e Rosa Salazar. Parker, Grofield, Zen e una squadra di professionisti si scontrano con la mafia newyorkese nel colpo della vita.
È Colpa Nostra? (dal 16 ottobre) – Film Original che riunisce Noah e Nick in un amore impossibile tra rancori e destini incrociati.
Tagliando d’Amore (dall’8 ottobre) – Nuovo film Original.
Saquon (dal 9 ottobre) – Documentario Original sul percorso dell’atleta.
John Candy: I Like Me (dal 10 ottobre) – Film Original.
Boneyard – Il caso oscuro (dal 15 ottobre) – Film Exclusive.
Lazarus di Harlan Coben (dal 22 ottobre) – Nuova serie Original, 6 episodi binge.
Hazbin Hotel S2 (dal 29 ottobre) – Seconda stagione della serie Original, 8 episodi con due episodi a settimana fino al 19 novembre.
Dimmi il tuo nome (dal 31 ottobre) – Nuova serie Original, 6 episodi binge.
Prime e seconde visioni e grandi cataloghi
Ad ottobre arrivano in streaming prime e seconde visioni come Il talento di Mr. C (3 ottobre), Gli occhi del diavolo (4 ottobre), When Evil Lurks (6 ottobre), Die Alone (10 ottobre), In a Violent Nature (17 ottobre), Terrifier 3 (20 ottobre), Red Flags (20 ottobre), Il Clown di Kettle Springs (23 ottobre) e Until Dawn – Fino all’alba (25 ottobre).
Debutta sabato 4 ottobre in esclusiva su RaiPlayRoma Blues, primo lungometraggio del regista Gianluca Manzetti. Presentato in anteprima al 41° Torino Film Festival e passato per il RIFF (Russia Italia Film Festival), il Festival del Cinema Città di Spello, N.I.C.E. Russia e il Sudestival – dove ha ottenuto il Premio della Giuria Giovani – il film racconta una Roma contemporanea con occhi giovani e outsider.
Protagonisti della pellicola sono Francesco Gheghi, già interprete di Io sono tempesta, Mio fratello rincorre i dinosauri e Padrenostro di Claudio Noce, e Mikaela Neaze Silva, al suo debutto cinematografico. Accanto a loro compaiono due cameo d’eccezione, Mino Caprio e Lidia Vitale.
Trama e cast di Roma Blues
Ambientato in una Roma torrida, invasa da rifiuti e monopattini elettrici, il film segue Al (Gheghi), un sognatore seriale convinto di essere destinato al successo con la sua rock band. Quando il suo sogno musicale si sgretola, il destino gli mette in mano un telefono con le prove di un delitto. Forte della sua conoscenza dei noir, Al si convince di poter risolvere il caso. Durante le indagini incontra Betty (Silva), giovane outsider conosciuta su un’app di incontri: insieme, entrambi in cerca di un posto nel mondo, si addentrano in un mistero più grande di loro.
«Roma Blues è un coming of age dal sapore noir e indie. Il film prende forma dalla volontà di raccontare come vedo la Roma di oggi, città in cui sono nato. Una capitale infuocata, criminale, immobile, che nonostante tutto può ancora essere un luogo capace di generare amore», spiega Gianluca Manzetti. «Da sempre sono attratto dagli outsider, dagli eccentrici che vivono fuori dagli schemi, non si curano del giudizio altrui e cercano modelli al di fuori di quelli imperanti. Sono questi gli umani che mi interessa raccontare».
Roma Blues è prodotto da Art Film Kairos con Rai Cinema in associazione con Eliofilm. Ha ottenuto il contributo del Ministero della Cultura come Opera di Giovani Autori e quello della Regione Lazio.
L’Uovo dell’Angelo (Tenshi no Tamago/Angel’s Egg), film d’animazione diretto da Mamoru Oshii (1985), arriva per la prima volta nelle sale italiane come evento speciale di una settimana dal 4 al 10 dicembre.
La nuova versione restaurata in 4K, realizzata a partire dai materiali originali in 35mm, è stata presentata in anteprima internazionale all’ultimo Festival di Cannes, all’interno della sezione Cannes Classics.
Mamoru Oshii, regista e sceneggiatore, indaga nelle sue opere temi esistenziali, spirituali e filosofici attraverso un linguaggio visivo profondamente evocativo. Prima di raggiungere la fama internazionale con Ghost in the Shell (1995), aveva delineato la sua poetica proprio ne L’Uovo dell’Angelo, un’opera onirica e carica di significato.
Diventato un film di culto dell’animazione giapponese, L’Uovo dell’Angelo è caratterizzato da una forte componente simbolica e da un approccio visivo e narrativo sperimentale. Ambientato in un mondo deserto e sospeso, racconta l’incontro tra una giovane ragazza che custodisce un uovo misterioso e un guerriero errante.
La direzione artistica e il character design sono ad opera di Yoshitaka Amano, illustratore e artista di fama internazionale, noto per il suo contributo all’animazione giapponese e al mondo dei videogiochi, in particolare per la saga di Final Fantasy.
A Roma è in corso fino al 12 ottobre la mostra personale “Amano Corpus Animae”, ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi, che presenta oltre 200 opere originali dell’artista.
La trama di L’Uovo dell’Angelo
Una ragazza custodisce un misterioso uovo in un mondo desolato, ai margini di una città gotica abbandonata. L’incontro con un enigmatico viandante dà inizio a un viaggio simbolico e visionario, fatto di dialoghi accennati, domande spesso senza risposta e riflessioni aperte alle più svariate interpretazioni.
Leonardo DiCaprio ritiene che il successo al botteghino di Una battaglia dopo l’altra (qui la nostra recensione) rappresenti un evento “molto importante” per Hollywood. Il film, diretto da Paul Thomas Anderson, segue le vicende dell’ex rivoluzionario interpretato da DiCaprio che tenta di salvare sua figlia dopo che è stata rapita da un vecchio nemico. Nel cast figurano anche Benicio Del Toro, Teyana Taylor, Regina Hall, Chase Infiniti e Sean Penn.
Il film ha suscitato grande interesse, ottenendo un punteggio quasi perfetto su Rotten Tomatoes ed è considerato uno dei principali candidati agli Oscar. Il film dovrebbe anche avere un ottimo esordio al botteghino, probabilmente il migliore di tutti i film di Paul Thomas Anderson fino ad oggi. Tuttavia, in una chiacchierata con Variety, DiCaprio ha spiegato perché ritiene che il successo al botteghino di Una battaglia dopo l’altra abbia un peso leggermente maggiore del solito.
“Voglio dire, Paul ha girato questo film in Vista Vision, con telecamere che sono state usate raramente dai primi anni ’60. Vuole che le persone vivano un’esperienza coinvolgente e realizzare un film d’azione inaspettato, tangibile, realistico e probabilmente molto diverso da quelli a cui siamo abituati. In questo senso, il box office è molto importante”. DiCaprio ha aggiunto nell’intervista che Una battaglia dopo l’altra è “realizzato in modo unico e specializzato” per l’esperienza cinematografica e che spera che “le persone vadano al cinema e lo vedano nel modo in cui è stato concepito”.
Cosa significano i commenti di DiCaprio sul botteghino per Una battaglia dopo l’altra
DiCaprio ha ragione quando dice che Una battaglia dopo l’altra è diverso dai soliti film prodotti dagli studios che vengono distribuiti nelle sale cinematografiche. Si tratta di una storia originale rivolta agli adulti, non di un sequel o di un prodotto basato su un marchio che mira al pubblico più ampio possibile. Se a questo aggiungiamo il fatto che il film ha il budget più alto di qualsiasi altro film di Anderson fino ad oggi – stimato in 130 milioni di dollari nella fascia bassa, secondo Variety.
Ciò significa che dovrà superare di gran lunga il film di Anderson che ha incassato di più in passato – Il petroliere con 76 milioni di dollari in tutto il mondo – per realizzare un profitto. A suo favore c’è il potere delle star di DiCaprio, che ha aiutato i suoi ultimi due film con registi venerati, Killers of the Flower Moon e C’era una volta a Hollywood, a incassare oltre 150 milioni di dollari al botteghino. Ci sono anche i formati premium che possono aiutare a incrementare gli incassi al botteghino.
Anche se il film sarà proiettato in Vista Vision solo in tre cinema in tutto il mondo, Una battaglia dopo l’altra sarà proiettato anche in formato 70 mm e IMAX, ove disponibile. Tuttavia, Una battaglia dopo l’altra è un nuovo importante tentativo di dimostrare che i film originali rivolti principalmente agli adulti possono essere grandi successi al botteghino, il che significa che i suoi incassi saranno attentamente monitorati e valutati.
Con l’avvicinarsi della fine della Saga del Multiverso, tutti gli occhi sono puntati sulla Marvel Studios per vedere come si concluderà un’era narrativa sorprendentemente altalenante e spesso controversa. I registi di Avengers: Endgame, i fratelli Russo, sono tornati nell’MCU per Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, e l’aspettativa è che avremo un soft reboot all’indomani di quest’ultimo. In ogni caso, tra le cose che verranno ricordate con maggior piacere vi è Yelena Belova.
La maggior parte dei fan sembra concordare sul fatto che il personaggio interpretato da Florence Pugh sia uno dei migliori di questa saga. L’attrice britannica ha finora rubato la scena in Black Widow, Hawkeye e Thunderbolts*, e ora guida i Nuovi Vendicatori insieme a Bucky Barnes. È stato riferito che apparirà anche in Spider-Man: Brand New Day, e lo scoop @MyTimeToShineH riporta oggi che “Yelena avrà un ruolo ENORME in entrambi i film degli Avengers e in alcune scene di Spider-Man Brand New Day”.
Non abbiamo idea di cosa unirà Peter Parker e Yelena nel prossimo film di Spider-Man, ma forse lei sta cercando di espandere le fila dei New Avengers? Per quanto riguarda il suo ruolo nei prossimi film degli Avengers, sappiamo che Yelena riproporrà la sua squadra in Doomsday; nel frattempo, alcune concept art trapelate suggeriscono che lei sarà tra coloro che serviranno Dottor Destino nella sua nuova realtà “Battleworld”. Come sempre, non resta che attendere di poter avere conferme ufficiali a riguardo.
All of You, il nuovo romantic drama Apple Original diretto dal premio Emmy William Bridges e con protagonisti il vincitore dell’Emmy Brett Goldstein e Imogen Poots, è disponibile da oggi, 26 settembre, su Apple TV+.
La trama di All of You
Migliori amici dai tempi dell’università, Simon (Goldstein) e Laura (Poots) si allontanano quando lei si sottopone a un test che le rivela chi è la sua anima gemella, nonostante anni di sentimenti inespressi tra loro. Con il passare del tempo, mentre le loro strade si incrociano e si separano, nessuno dei due può negare la sensazione di aver perso l’occasione di una vita insieme. Di fronte all’incertezza di cambiare il corso delle proprie vite, Simon e Laura sono disposti a rischiare tutto per vivere l’amore che c’è sempre stato tra loro o dovrebbero accettare il loro destino? “All of You” è un dramma romantico tanto divertente quanto straziante che si interroga se una sola persona possa davvero essere tutto per te… Completano il cast Steven Cree, Zawe Ashton e Jenna Coleman.
Scritto dallo stesso Goldstein e dal vincitore dell’Emmy William Bridges (Black Mirror), qui al suo debutto come regista, “All of You” è prodotto da MRC e da Aaron Ryder e Andrew Swett di Ryder Picture Company. Bridges e Goldstein sono anche produttori esecutivi insieme ad Alexander Black e Jon Rosenberg.
L’episodio 6 di Peacemaker ha visto la partecipazione a sorpresa di Nicholas Hoult, protagonista di Superman, nel ruolo di Lex Luthor (si può vedere qui la scena). Imprigionato a Belle Reve per 265 anni dopo aver quasi distrutto Metropolis, Lex usa un bastone dopo essere stato aggredito da Krypo, il supercane. Rick Flag Sr. ha però bisogno del suo aiuto per rintracciare la Quantum Unfolding Chamber di Chris Smith, ma in cambio Lex vuole la libertà.
Rick non ne è così sicuro, ma è chiaro che hanno una visione del mondo simile. Quando il cattivo si siede, esprime sgomento per lo stato del mondo – il direttore dell’A.R.G.U.S. sembra altrettanto scontento – ma è più turbato dall’ambiente che lo circonda. “L’ultima volta che ti ho visto, negavi che i metaumani fossero una minaccia”, dice Lex.
“E ora sembra che stiano conquistando il mondo. La Justice Gang e Superman determinano la politica internazionale… mentre io sono qui a Belle Reve ad ascoltare un uomo grande come un orso con la pelle di drago che ogni notte si scopa un ragazzo effeminato dagli occhi da cartone animato nella cella accanto alla mia”, dice il personaggio nella scena.
Si tratta indubbiamente di un cameo interessante, che potrebbe gettare le basi per Man of Tomorrow del 2027. Il palcoscenico è infatti pronto per Lex per guadagnarsi la libertà, sfuggendo alla giustizia nello stesso modo in cui ha fatto ripetutamente la sua controparte dei fumetti. Non resta che attendere di scoprire che sviluppi avrà questo cameo e come Lex aiuterà Rick Flag Sr., guadagnandosi la libertà.
Tutto quello che sappiamo della stagione 2 di Peacemaker
“La gente sta capendo che la seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è davvero il cuore della serie”, ha spiegato Gunn durante una recente intervista con Rolling Stone. “Ma non è che una di queste sia la vecchia DCEU e l’altra la DCU. La questione viene affrontata in modo diverso, in modo molto diretto in una stagione in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose non lo sono. E infatti ho registrato un podcast con gli attori Steve Agee e Jen Holland“.
“Abbiamo parlato di ogni episodio di Peacemaker e in quegli episodi ho spiegato cosa è canonico e cosa non lo è. In pratica ho eliminato alcune piccole cose della prima stagione di Peacemaker che non sono canoniche, come Aquaman. Ma la maggior parte delle cose è canonica“. Stando a queste parole di Gunn, sarà dunque interessante scoprire cosa la seconda stagione aggiungerà alla storia di Peacemaker e come lo renderà a tutti gli effetti un personaggio del DC Universe.
“Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”, è stato poi riferito. I dettagli precisi sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
È disponibile da oggi, venerdì 26 settembre, in esclusiva su Disney+ la serie anime di successo mondiale Cat’s Eye – Occhi di Gatto che torna con una nuova emozionante rivisitazione del manga originale best seller.
La nuova serie in dodici episodi segue Hitomi, Rui e Ai, tre sorelle con un segreto. Di giorno gestiscono il famoso Cat’s Eye Café, di notte si nascondono nell’ombra, facendo rapine ad alto rischio di oggetti d’arte, con precisione e stile. Dal suo debutto nel mondo dei manga nel 1981, Cat’s Eye – Occhi di Gatto ha conquistato un pubblico globale e la nuova serie promette di soddisfare tutte le aspettative dei fan: azione mozzafiato, furti ad alto rischio e l’impossibile relazione tra Hitomi e il suo partner, il detective Toshio, un uomo che ha giurato di catturare le famigerate ladre.
Creata originariamente da Tsukasa Hojo (City Hunter, Angel Heart), la nuova serie Cat’s Eye – Occhi di Gatto rimane fedele al manga best seller di Tsukasa, rendendo omaggio anche all’anime originale degli anni ‘80, con la pop star giapponese Ado che reinterpreta la sigla originale.
Cat’s Eye – Occhi di Gatto è solo l’ultima delle serie anime disponibile su Disney+. Gli appassionati di anime imperdibili, infatti, possono trovare sulla piattaforma streaming la nuova serie BULLET/BULLET del regista di Jujutsu Kaisen, Sunghoo Park, oltre ad altri titoli incredibili tra cui Tokyo Revengers, Murai in Love, Phoenix: Eden17 e Medalist; è disponibile anche Gannibal, un avvincente adattamento live-action in due stagioni del popolare webtoon su un poliziotto appena assegnato che scopre una terribile verità sui residenti del suo tranquillo villaggio giapponese.
Cat’s Eye – Occhi di Gatto è disponibile a partire da oggi, venerdì 26 settembre, in esclusiva su Disney+.
Dato che nella serie Netflix Alice in Borderland succedono molte cose prima della terza stagione, gli spettatori potrebbero aver bisogno di un breve riassunto di tutti gli sviluppi della trama nelle stagioni 1 e 2 della serie prima di guardare la terza stagione. La serie giapponese è basata su una serie manga omonima scritta da Haro Aso e esaurisce completamente il contenuto del materiale originale verso la fine della seconda stagione.
Con il finale della seconda che si allinea a quello del manga originale, la serie adotta dunque una trama originale nella terza stagione. Nonostante si allontani dal materiale originale, la nuova stagione di Alice in Borderland segna il ritorno di molti personaggi principali delle stagioni precedenti e continua la loro storia. Per questo motivo, prima di guardare la terza stagione è necessario rinfrescarsi la memoria sui principali sviluppi della trama delle stagioni 1 e 2.
Arisu perde i suoi migliori amici, Chota e Karube, in una delle prime partite a Borderlands
Arisu e i suoi migliori amici, Chota e Karube, finiscono insieme a Borderlands nell’arco narrativo iniziale della serie. Dopo aver vinto alcune partite iniziali, però, affrontano la prova definitiva nel gioco Seven of Hearts, dove solo un giocatore, “il lupo”, sopravvive. Con grande shock e sconforto di Arisu, i suoi amici sacrificano la propria vita affinché lui possa vivere e completare i giochi.
Per quasi tutta la durata delle stagioni 1 e 2, Arisu porta con sé il peso schiacciante del senso di colpa per la loro morte, prima di riuscire finalmente ad accettarla. Con l’accettazione definitiva della loro morte, trova un nuovo scopo per vivere e abbracciare la sua vita nel mondo reale.
Tao Tsuchiya nei panni di Usagi e Kento Yamazaki nei panni di Arisu in Alice in Borderland. Cortesia di Netflix
Arisu e Usagi incontrano altri giocatori che collezionano carte da gioco
Poco dopo aver perso i suoi amici, Arisu incrocia Usagi e i due fanno squadra in un gioco prima di trovare una comunità di altri giocatori. Takeru Danma, Hatter, che è il leader della comunità, li costringe a consegnare le carte che hanno vinto dopo aver vinto ogni partita. Lui e molti altri credono che collezionare un mazzo completo di tutte le carte da gioco possa essere la chiave per fuggire dalle Borderlands.
Hatter viene trovato morto prima dell’inizio di un terrificante gioco di caccia alle streghe
Hatter diventa sempre più disilluso e inizia a credere che il sacrificio sia un male necessario per tornare al mondo reale. Tuttavia, viene improvvisamente trovato morto prima che il suo amico Aguni prenda il suo posto come leader. Nel frattempo, Arisu e Usagi vengono ingannati da un giocatore incredibilmente astuto, Chishiya, che ruba anche tutte le carte.
Presto ha inizio un gioco di caccia alle streghe, in cui i giocatori devono trovare l’assassino di Momoka e gettarlo nel fuoco. Per vincere il gioco, Aguni arriva al punto di gettare nel fuoco i corpi di molti giocatori. Arisu, però, alla fine mette a frutto le sue capacità deduttive e conclude che Aguni ha ucciso Hatter, mentre Momoka si è suicidata per dare inizio al gioco della caccia alle streghe.
Cortesia di Netflix
Le carte figurate alzano la posta
Dopo aver acquisito tutte le carte numerate, Arisu e la sua nuova squadra si ritrovano nella seconda fase dei giochi, dove devono acquisire le carte figurate. Questa serie di giochi si rivela ancora più impegnativa perché, per completarla, Arisu e i suoi amici devono battere i cittadini delle Terre di Confine nei rispettivi giochi.
Mentre Arisu guida i suoi amici alla vittoria nel gioco del Re di Fiori, Chishiya da sola supera in astuzia tutti nel gioco del Jack di Cuori. Arisu, Usagi e la squadra sconfiggono in seguito la Regina di Picche, sperando che lei riveli loro come lasciare Borderlands. Con loro grande disappunto, lei si toglie la vita poco dopo la sconfitta.
Dopo essere sopravvissuti a stento al Re di Picche, Arisu e Usagi affrontano la Regina di Cuori
La Regina di Cuori, Mira Kanō, in Alice in Borderland, inizialmente sostiene che Arisu deve solo giocare tre partite di croquet con lei senza mollare. Tuttavia, le cose prendono presto una piega inaspettata quando Mira lo coinvolge gradualmente in un gioco di manipolazione e controllo mentale, distorcendo il suo senso della realtà e la sua percezione. Riesce quasi a convincerlo che si trova in un reparto psichiatrico, immaginando che Borderlands sia solo una sua fantasia. Fortunatamente per lui, Usagi lo salva prima che arrivi quasi a rinunciare, ricordandogli che le aveva promesso che sarebbero sopravvissuti.
I giocatori sopravvissuti hanno una scelta
Dopo che Arisu e Usagi hanno sconfitto la Regina di Cuori, tutti i giocatori sopravvissuti hanno una scelta: rimanere nel Borderlands come residenti o tornare alle loro vite precedenti nel mondo reale. Arisu, Usagi e i loro amici sopravvissuti, tra cui Chishiya, decidono di tornare nel mondo reale.
Tao Tsuchiya e Kento Yamazaki nella seconda stagione di Alice in Borderland. Cortesia di Netflix
La verità sulle Borderlands viene rivelata
Dopo aver scelto di tornare, Arisu si risveglia in un ospedale e non ha alcun ricordo dei giochi. La serie rivela presto che erano il risultato di un meteorite che ha colpito Tokyo. Questa rivelazione suggerisce che le Borderlands esistessero da qualche parte tra la vita e la morte. Tutti i giocatori dei giochi erano in realtà le persone che erano state coinvolte nel disastro e che si trovavano sull’orlo della sopravvivenza.
Mentre i loro corpi giacevano privi di sensi nel mondo reale, lottavano per una seconda possibilità di vita nelle Borderlands. Coloro che sono sopravvissuti ai giochi sono tornati nel mondo reale, mentre quelli che sono morti sono stati apparentemente mandati nell’aldilà. L’arco narrativo finale della seconda stagione di Alice in Borderland non rivela mai veramente se i giocatori avessero o meno il libero arbitrio nei giochi, o se il loro destino fosse effettivamente influenzato da ciò che era loro accaduto nel mondo reale.
Il finale della seconda stagione di Alice in Borderland suggerisce che i giochi sono ben lungi dall’essere finiti
Nonostante non abbiano alcun ricordo delle Borderlands, Arisu e Usagi si ritrovano in ospedale e diventano presto amici. Tuttavia, la seconda stagione di Alice in Borderland si conclude con una nota ambigua e apparentemente cupa, che suggerisce l’esistenza di un Joker onnipresente. Poiché la carta Joker viene appena menzionata prima della scena finale della seconda stagione, il finale suggerisce che la terza stagione di Alice in Borderland avrà qualcosa a che fare con essa.
I temi di Una battaglia dopo l’altra(qui la nostra recensione) raggiungono il culmine nel finale del film, quando l’epopea di Paul Thomas Anderson che affronta molto più del semplice conflitto tra il Bob di Leonardo DiCaprio e il Lockjaw di Sean Penn. Una storia vasta, incentrata in gran parte sui tentativi di Bob e di sua figlia Willa di sfuggire a Lockjaw, l’ultima opera di PTA è anche una delle sue più potenti.
Pur senza nominare una persona specifica, l’attenzione su Lockjaw dipinge un ritratto impietoso dell’autoritarismo e del nazionalismo bianco in America. Anche se i combattenti per la libertà non sono perfetti, vengono comunque rappresentati come figure eroiche in una battaglia che forse non finirà mai. È per questo che il film si conclude in quel modo, trasformando quel sentimento in un messaggio duraturo e pieno di speranza.
Una battaglia dopo l’altra è un’epopea emotiva per Bob e Willa che non perde mai di vista l’importanza dell’amore e della comunità nel caos causato dall’oppressione governativa, dall’azione rivoluzionaria e dalle cospirazioni segrete. Ciò che tiene in piedi i fili politici e i personaggi di Una battaglia dopo l’altra è la centralità di Willa e della sua famiglia.
Presentata inizialmente come la figlia di “Ghetto” Pat Calhoun e Perfidia Beverly Hills, Willa è costretta a nascondersi insieme a Pat dopo che Perfidia consegna i French 75 per evitare il carcere. Cresciuta come Willa da Pat (che si fa chiamare Bob), la ragazza sviluppa la ferocia di sua madre e la determinazione che lei stessa aveva perso come combattente per la libertà.
Tuttavia, si scopre che non è la figlia biologica di Bob. In realtà, Willa è il frutto di una relazione tra Beverly e Lockjaw, iniziata da quest’ultimo in cambio della possibilità per Beverly di evitare l’arresto. Questo prepara il terreno per la trama di Una battaglia dopo l’altra, in cui Lockjaw tenta di dare la caccia a Willa per confermare la sua paternità.
Willa è frustrata dalla vecchia generazione. È esausta dal padre ormai logoro, ma continua ad amare Bob. Resta scossa dalla scoperta che Bob abbia mentito sulla presunta morte nobile di Beverly per diventare una “spia”. È anche poco impressionata da Lockjaw, che smonta velocemente come uomo forte facendogli notare la camicia troppo stretta e i rialzi nelle scarpe.
Willa è come ogni giovane, arrabbiata per le bugie e le ipocrisie della generazione precedente, mentre cerca di farsi strada nel mondo. Sopravvive solo grazie alla gentilezza di un altro personaggio appartenente a una minoranza (il cacciatore di taglie nativo americano Avanti) e alla propria capacità di reagire.
Per questo le sue grida a Bob di dichiarare chi è, quando arriva a salvarla, hanno ancora più forza. Ha appena scoperto che non solo non è suo padre biologico, ma che Bob era un combattente della resistenza. Eppure lui abbassa le armi e l’abbraccia. Bob rimane il padre di Willa, indipendentemente dal caos che li ha circondati.
Una battaglia dopo l’altra è un raro film politico che non sembra concentrarsi su una persona o un movimento specifico. Al contrario, l’opera di Paul Thomas Anderson appare più focalizzata sul concetto astratto di abusi di potere governativi e violenza contro i cittadini, contrapposti agli sforzi caotici di gruppi come i French 75.
In entrambi i casi, l’organizzazione porta con sé una burocrazia problematica che complica ogni tentativo di cambiare davvero le cose. Da un lato, i French 75 sono un movimento clandestino efficace, ma Bob viene spesso ostacolato dalla sua incapacità di seguire alla lettera i codici e le regole meticolose del gruppo.
È un tema affascinante, soprattutto perché la rete sotterranea rimasta dei French 75 viene rappresentata come eroica nel racconto complessivo. I loro atti di terrorismo domestico sono mostrati come privi di vittime, mentre l’uccisione di una guardia di banca da parte di Beverly Hills segna il punto di non ritorno per il movimento.
La rete è in definitiva una forza positiva e la sua capacità di operare su larga scala, invisibile alle autorità, salva più volte Bob. Tuttavia, resta ostacolata dai difetti delle interazioni umane e dagli errori, complicando ulteriormente il percorso di Bob nella ricerca di Willa.
Al contrario, l’apparato militare e il settore privato ricco che controllano il Christmas Adventurers Club sfruttano la burocrazia a proprio vantaggio, trasformando in strumenti del loro razzismo istituzionale e della loro aggressiva repressione numerosi uomini e donne in uniforme. La burocrazia viene rappresentata come nemica del popolo, sia quando complica la resistenza, sia quando rafforza i cattivi attori.
Come in gran parte dei temi del film riguardanti la società, emerge l’importanza dell’umanità (o della sua assenza) nelle persone che governano e in quelle che resistono. Può essere uno strumento o un’arma, ma alla fine è sempre mossa dalle stesse persone giudicanti e talvolta ottuse che esistono nel mondo reale.
Sebbene il Colonnello Lockjaw sia l’antagonista principale di Una battaglia dopo l’altra, il Christmas Adventurers Club è il vero villain della storia nel suo complesso. L’organizzazione segreta è descritta come un gruppo di ricchi influenti del settore privato, con forti legami con forze dell’ordine e autorità militari. Sono anche rappresentati come razzisti senza rimorso.
Lockjaw è la minaccia personale del film, ma la sua motivazione nel rintracciare Willa nasce dal desiderio di entrare nel Club. È disposto a causare morte e distruzione in una città americana pur di impedire che la sua potenziale figlia meticcia rovini le sue possibilità di unirsi a un gruppo di nazionalisti bianchi.
L’influenza del Christmas Adventurers Club si riflette anche sull’esercito, con l’uso normalizzato di insulti razziali durante le operazioni militari a dimostrazione di quanto quell’odio sia diventato diffuso in questo mondo. In definitiva, Lockjaw e l’apparato dell’immigrazione non sono altro che estensioni dei Christmas Adventurers.
Se Una battaglia dopo l’altra si concentra sul conflitto micro tra Bob e Willa contro Lockjaw, la battaglia più ampia è quella delle forze come la rete clandestina di Carlos e i resti dei French 75 contro il controllo e l’influenza del Christmas Adventurers Club. È una battaglia infinita, una dopo l’altra.
È significativo che i Christmas Adventurers abbiano il potere che Lockjaw desidera, lo stesso fascino di autorità e sicurezza che lo aveva attratto inizialmente a Perdia. Tuttavia, i Christmas Adventurers lo considerano solo uno strumento, motivo per cui lo eliminano senza esitazione dopo gli eventi della trama.
In definitiva, i Christmas Adventurers sono i veri villain del film. Sono simbolo della struttura di potere contro cui la gente si ribella, intatta nonostante il caos e le morti del film. Persino la loro delusione verso Lockjaw evidenzia come desiderino soltanto mantenere il potere per sé stessi, senza timore di usare i credenti come armi per raggiungere i propri fini.
Lockjaw è un villain affascinante in Una battaglia dopo l’altra, soprattutto man mano che il suo fragile ego diventa più evidente. Introdotto come un leader militare che viene però umiliato ed emascolato da Beverly, è disposto a commettere tradimento pur di tornare con lei e coglie al volo l’occasione di ribaltare i ruoli e dominarla.
La sua ossessione per i Christmas Adventurers nasce da una motivazione simile: il desiderio di potere. Lockjaw si presenta come un uomo al comando, capace di muoversi all’interno dei sistemi e di dominarli. È proprio questa ossessione per il potere che lo porta a oltrepassare linee morali, ordinando esecuzioni extragiudiziali dei French 75 e lasciando un’intera città nel caos.
Tutto è legato all’ego di Lockjaw. Diventa ossessionato da Beverly perché lei lo ha umiliato. I commenti di Willa sulla sua camicia e sui rialzi nelle scarpe lo mandano su tutte le furie. Lockjaw vuole i simboli e l’immagine del potere, motivo per cui si ossessiona nel controllare Beverly e nell’entrare nei Christmas Adventurers.
Ma questo lo rende anche vulnerabile contro un’organizzazione che non lo vuole. I Christmas Adventurers cercano di eliminarlo non appena scoprono la possibile verità sul suo legame con Willa, e ci riescono al secondo tentativo. Il destino di Lockjaw è lo stesso di chiunque venga preso di mira dalla struttura di potere, a prescindere dalla sua autorità o dai suoi privilegi.
Una battaglia dopo l’altra si chiude con una nota relativamente ottimista, con Willa che porta avanti il lavoro dei French 75 mentre suo padre resta a casa ma la sostiene. Questo si lega a uno dei temi centrali del film: la natura infinita della resistenza. Nel film, diversi combattenti per la libertà vengono arrestati o uccisi, per non riapparire mai più.
Eppure, la lotta continua. Carlos osserva che il suo lavoro come “Harriet Tubman” sudamericano comporta procedure e tattiche, suggerendo che la rete è attiva da tempo e può continuare anche senza di lui, qualora venga arrestato. Bob può essere stanco, i suoi compagni possono essere caduti, e Beverly può essere nascosta. Eppure, la lotta continua.
La lotta continua finché chi detiene il potere continua ad abusarne, come dimostra il destino di Lockjaw. Il villain può essere morto, ma la radice della sua malvagità e l’esercito che ha usato rimangono. I Christmas Adventurers non vengono neppure scoperti, figuriamoci sconfitti. Ciò che rende la lotta degna è la gente che protegge e aiuta.
La lettera di Beverly per Willa, letta negli ultimi momenti del film, ribadisce il suo rimpianto per aver perso la vita della figlia e la sua convinzione che un giorno si riuniranno dopo che le battaglie saranno state vinte. In molti modi, Una battaglia dopo l’altra è un appello all’azione contro sistemi corrotti che prendono di mira le persone per conto di élite piene d’odio.
È anche un promemoria che la lotta sarà lunga, ardua e, in definitiva, ne varrà la pena. Una battaglia dopo l’altra ha molto da dire sul mondo, ma tutto si riduce all’importanza dell’amore e dell’unità di fronte al nazionalismo, all’odio, alla tirannia e agli abusi.
Quando si parla di film d’avventura, si finisce facilmente a citare anche opere che abbiano come protagonisti i pirati e il contesto in cui si muovono. I film appartenenti a questo filone, infatti, rappresentano in pieno il senso di avventura che ogni amante di questo genere va ricercando. Con ambientazioni esotiche, situazioni rocambolesche e personaggi tanto stravangi quanto iconici, film come Pirati (1986), Corsari (1995) o anche Hook – Capitan Uncino (1991) sono alcuni esempi a riguardo di opere particolarmente note e amate. Tuttavia, l’arrivo in sala nel 2003 di La maledizione della prima luna ha completamente risvegliato l’amore per i pirati e il loro stile di vita.
Diretto da Gore Verbinski, regista fino a quel momento distintosi unicamente grazie a Un topolino sotto sfratto e The Ring, è questo il primo capitolo della serie di film Pirati dei Caraibi, ispirata all’omonima attrazione dei Parchi Disney. In esso la fanno da padrone tutti quegli elementi che hanno reso questa tipologia di opere particolarmente attraente, dalle grandi e caratteristiche navi dei pirati sino al loro codice morale, da un tesoro da scovare fino a pericolosi nemici da affrontare. Il tutto unito però ad elementi fantasy e soprannaturali, che hanno reso ulteriormente avvincente il film presso le nuove generazioni.
Il successo fu immediato: a fronte di un budget di 140 milioni di dollari La maledizione della prima luna ha ad ogni incassato 654 milioni in tutto il mondo. Un risultato che, unito alla positiva accoglienza da parte della critica, ha come noto spinto i produttori a realizzare (ad oggi) ben quattro sequel. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di La maledizione
La storia alla base del film si svolge intorno al 1728 ed ha per protagonisti il capitano pirata Jack Sparrow, il fabbro Will Turner e la splendida figlia del governatore, Elizabeth Swan, le cui vite si intrecciano nel villaggio di Port Royal. Will è segretamente innamorato di Elizabeth la quale, otto anni prima, lo aveva salvato da morte certa in mare, nascondendo le prove che potevano farlo riconoscere come un pirata. La ragazza, seppur costretta a convolare a nozze con il commodoro James Norrington, prova a sua volta un sentimento molto forte per il giovane Turner. Il giorno delle nozze, tuttavia, Elizabeth viene rapita dal pirata Hector Barbossa e dalla sua ciurma della nave Perla Nera.
È a quel punto che Will si vedrà costretto a stringere un’improbabile alleanza Jack Sparrow, l’unico in grado di poter salvare la ragazza, essendo un esperto conoscitore dei mari nonché vecchio alleato di Barbossa. Nel corso della loro ricerca, però, i due scoprono di avere a che fare con qualcosa che va al di là dell’umana comprensione. Barbossa e la sua ciurma sono infatti vittima di un’antica maledizione, dalla quale possono liberarsi solo grazie al sangue dell’erede di noto pirata. Ha così inizio un viaggio attraverso i mari che porterà Jack, Will ed Elizabeth a confrontarsi con avventure che non credevano possibili.
Il cast dei personaggi, le navi e le location del film
Protagonista indiscusso del film è l’attore JohnnyDepp, che grazie alla sua interpretazione del pirata Jack Sparrow ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar come Miglior attore, oltre che consegnare al mondo uno dei personaggi venuti dal cinema più memorabili degli ultimi decenni. Come noto, nel dargli vita Depp si ispirò molto all’amico Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones. Molte sono inoltre state le interpretazioni da lui eseguite, la maggior parte delle quali finite poi nel film. Accanto a lui, nel ruolo di Will Turner, vi è invece Orlando Bloom, già celebre per aver interpretato Legolas nella trilogia di Il Signore degli Anelli.
Proprio per via della notorietà di cui godeva a seguito di quei film fu scelto per la parte, venendo dunque preferito all’altro candidato,Heath Ledger. Originariamente doveva essere proprio Will il protagonista del film, ma il più noto Deep e la sua performance nei panni di Sparrow finirono con il rubare tutte le attenzioni. Nei panni di Elizabeth Swann vi è invece una diciassettenne Keira Knightley, all’epoca ancora poco conosciuta e divenuta una star mondiale proprio grazie a questo film. Poiché all’epoca delle riprese era ancora minorenne, l’attrice fu accompagnata dalla madre nel corso di tutto il set. Si ritrovano poi nel film il premio Oscar Geoffrey Rush nei panni di Hector Barbossa e Jonathan Pryce in quelli di Weatherby Swann, padre di Elizabeth.
Per quanto riguarda le location, invece, si è scelto l’isola vulcani St. Vincent, nei Caraibi, come luogo principale delle riprese, poiché possedeva una spiaggia particolarmente tranquilla. Lì sono stati costruiti tre moli Port Royal e Tortuga. Di grande importanza per il film erano poi le tre navi: Perla Nera, Dauntless e Interceptor. Per ragioni di budget, le navi furono costruite sui moli, con solo sei giorni trascorsi in mare aperto per la battaglia tra la Perla Nera e Interceptor. Le prime due sono state costruite su delle chiatte, con immagini generate al computer che completano le strutture. L’Interceptor era invece una Lady Washington rivisitata, una replica in scala reale e funzionante del veliero proveniente da Aberdeen, Washington.
Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La maledizione della prima luna grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime VideoeDisney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 13 settembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.
La prima stagione di Matlock era incentrata sul mistero di chi avesse nascosto i documenti della Wellbrexa, indicando che chiunque fosse dietro questo piano illegale fosse il vero cattivo della serie. Senza quell’incidente scatenante, Madeline Kingston, interpretata da Kathy Bates, non avrebbe mai assunto l’identità della povera vedova Madeline Matlock per ottenere un lavoro alla Jacobson Moore.
Il finale della prima stagione di Matlock ha definitivamente rivelato che è stato Julian (Jason Ritter) a prendere fisicamente i documenti, anche se era solo un burattino nelle mani del padre, Senior (Beau Bridges). Senior sembra essere il cattivo più ovvio di Matlock, ma il nuovo trailer della seconda stagione dimostra che c’è un nemico più sottile che lavora contro gli interessi di Madeline.
Ci sono ancora molte domande senza risposta dalla stagione 1 di Matlock, e Madeline è costantemente stressata dal dubbio su chi possa fidarsi. Suo marito, Edwin Kingston (Sam Anderson), sembra un coniuge dolce e solidale, ma come ha dimostrato la stagione 1, è più che capace di mentire per omissione e di agire alle spalle di Madeline quando gli fa comodo. Il trailer della stagione 2 di Matlock lo dimostra chiaramente.
Il trailer della seconda stagione di Matlock svela Edwin come il vero cattivo
Il trailer della seconda stagione di Matlock mostra una nuova frustrante svolta: Edwin assume il ruolo di cattivo in questa stagione, lavorando attivamente per mettere Madeline contro Olympia (Skye P. Marshall). Madeline è sempre più combattuta tra la sua lealtà verso la missione in nome di sua figlia e la sua nuova amicizia con Olympia.
Matlock è una serie più forte con Matty e Olympia dalla stessa parte, poiché Madeline impara a rispettare l’integrità di Olympia e Olympia si fida del suo acuto istinto. Insieme, si bilanciano a vicenda e aiutano innumerevoli clienti, rendendo l’amicizia tra Matty e Olympia uno dei motivi per cui Matlock ha avuto così tanto successo fin dall’inizio.
Tuttavia, il trailer della seconda stagione sottolinea nuove fratture nel loro rapporto, poiché Olympia ha ancora più in gioco dopo la sua grande promozione. Edwin sta alimentando la frattura, sussurrando all’orecchio di Madeline che Olympia la sta “manipolando”, avvertendola che non può avere entrambe le cose: rivelare la verità e mantenere l’amicizia.
Edwin sta giocando un gioco pericoloso alimentando la faida: Olympia può essere una nemica formidabile. Sta compilando una lista di ricatti contro Matty, ma come Madeline osserva astutamente nel trailer, “hai bisogno di un vantaggio solo se non sei dalla stessa parte”.
La terza stagione di Alice in Borderland si conclude quasi con una nota ottimistica per Arisu e Usagi, prima di accennare a un nuovo inquietante colpo di scena nei suoi momenti finali. Tuttavia, prima di raggiungere il suo ambiguo arco conclusivo, la serie attraversa un’altra avvincente avventura di sopravvivenza che Arisu e Usagi affrontano coraggiosamente per tornare al mondo reale. La serie live-action giapponese di Netflix inizia con un salto temporale che rivela che Arisu e Usagi hanno una relazione dopo gli eventi finali della seconda stagione.
Tutto sembra essere finito bene per i due personaggi, prima che il dolore irrisolto di Usagi per la morte di suo padre la spinga a cadere nella trappola di Ryuji, che la riporta nelle Borderlands. Ruiji stringe un accordo con Banda, che è diventato un residente nel finale della seconda stagione di Alice in Borderland, e accetta di riportare Arisu nelle Borderlands. Sperando di avere Arisu come compagna di residenza, Banda promette a Ruiji di dargli un assaggio dell’aldilà se porterà sia Arisu che Usagi nelle Borderlands e ucciderà Usagi per far rimanere Arisu nel mondo tra la vita e la morte.
Tutto va come previsto per Banda, ma Arisu alla fine sfida ogni previsione per salvare Usagi e riportarla nel mondo reale. Prima che inizino i titoli di coda della terza stagione di Alice in Borderland, Arisu guarda con ottimismo alla sua vita con Usagi. Tuttavia, le cose prendono una piega oscura quando all’improvviso si profila all’orizzonte un disastro che minaccia di distruggere il mondo.
Cosa sta succedendo al mondo nel finale della terza stagione di Alice in Borderland?
Arisu e Usagi tornano sani e salvi nel mondo reale nel finale della terza stagione di Alice in Borderland, dopo che Arisu ha scelto di vivere invece di morire, anche se ciò comporta dolore e tragedia. Tuttavia, prima che Arisu prenda questa decisione, l’Uomo dal Cappello nel Borderlands accenna al fatto che un disastro nel mondo umano è imminente. Senza entrare nei dettagli, afferma che qualcosa di enorme sta per accadere nel mondo reale, che alla fine condurrà molte anime nelle Borderlands, il mondo tra la vita e la morte.
Sembra che Arisu e Usagi vivranno felici e contenti quando torneranno nel mondo reale e aspetteranno la nascita del loro bambino. Tuttavia, diventa presto evidente che la previsione dell’Uomo dal Cappello si sta avverando. Diversi terremoti colpiscono il Giappone prima che Arisu apprenda dalla notizia che in tutto il mondo sono stati notati significativi spostamenti delle placche tettoniche. Con questo, la scena finale dello spettacolo si svolge apparentemente in California, suggerendo che la storia che seguirà potrebbe avere protagonisti provenienti da tutto il mondo.
Nella scena finale, la telecamera inquadra anche il badge con il nome di una cameriera in una tavola calda americana, rivelando che il suo nome è “Alice”. Poiché il personaggio di Arisu rappresentava ‘Alice’ di Alice nel Paese delle Meraviglie nelle prime tre stagioni della serie, la scena finale sembra rivelare che la prossima “Alice” sarà probabilmente una donna americana.
Cortesia di Netflix
Cosa significa il finale della terza stagione per Arisu e Usagi?
Il finale della terza stagione di Alice in Borderland suggerisce che le avventure di Arisu e Usagi in Borderlands sono lungi dall’essere finite. Tuttavia, dato che il finale accenna all’introduzione di un nuovo protagonista, è difficile non chiedersi se i due personaggi giapponesi torneranno per un potenziale seguito. Se così fosse, probabilmente si ritroveranno di nuovo nelle Borderlands dopo che l’evento che ha colpito il pianeta e ha spinto molte anime nelle Borderlands avrà avuto luogo.
Un numero maggiore di giocatori provenienti da tutto il mondo significherebbe una maggiore competizione per Arisu e Usagi, il che aumenterebbe significativamente la posta in gioco e ridurrebbe le loro possibilità di sopravvivenza. Per ora, però, dato che Arisu e Usagi sono tornati sani e salvi nel mondo reale, possono vivere in pace e felicità per un po’. Mentre Arisu ha un forte motivo per abbracciare la sua vita, anche Usagi ha finalmente superato il dolore per la prematura scomparsa di suo padre. Entrambi i personaggi di Alice in Borderland hanno fatto molta strada da dove hanno iniziato.
Chi è l’uomo con il cappello
Quando Arisu incontra per la prima volta l’uomo con il cappello, si chiede se sia il Joker. L’uomo rivela di non essere altro che una guardia o un guardiano del mondo tra la vita e la morte. Cerca anche di convincere Arisu ad accettare la morte, ma ammette che lui stesso ha scelto di rimanere in Borderlands perché teme la morte. Il manga originale di Alice in Borderland suggerisce che il Joker sia più simile a un traghettatore responsabile di trasportare i morti nell’aldilà. Sebbene l’Uomo con il Cappello sembri svolgere un ruolo simile nella serie, egli conferma che il Joker non è né un dio né una figura umana reale.
La spiegazione del significato della carta Joker
L’Uomo con il Cappello invita Arisu a giocare a carte subito dopo la sua apparizione nelle Terre di Confine. Pesca due carte a caso dal mazzo e chiede ad Arisu di sceglierne solo una. Gli dice che se la carta che sceglie è un Joker, non potrà decidere il suo destino. Arisu finisce per scegliere una carta Joker prima di rendersi conto che entrambe le sue scelte erano uguali. Quando affronta l’Uomo con il Cappello e lo accusa di barare, l’uomo spiega che il mazzo di carte ha quattro semi con 13 carte ciascuno e che la somma di tutte le carte è 344. Con l’aggiunta di un Joker, il totale diventa 365, che è il numero di giorni in un anno nel regno dei mortali.
Se si aggiunge un altro Joker, la somma sale a 366, che è il numero di giorni in un anno bisestile. Tracciando questi parallelismi tra le carte di un mazzo e il calendario umano, l’Uomo dal Cappello sottintende che le carte Joker sono semplici giullari che riempiono i vuoti nel tempo e persino nella vita e nella morte. Conclude quindi che il Joker non è il padrone dei giochi, né il sovrano del mondo: è semplicemente una carta. La sua spiegazione suggerisce che la carta Joker rappresenta la contingenza e l’illusione del controllo. È un semplice segnaposto, e sceglierla significa arrendersi alla fragilità dell’azione umana.
Cortesia di Netflix
Perché Banda voleva che Arisu restasse nelle Borderlands
Verso la fine della seconda stagione di Alice in Borderland, sia Banda che Yaba hanno scelto di rimanere nelle Borderlands come cittadini invece di tornare nel mondo reale, perché questo luogo offriva loro infinite opportunità. Sebbene Banda sembri soddisfatto della sua decisione nella terza stagione, desidera rendere le Borderlands ancora più interessanti. Per questo motivo, elabora un piano meticoloso per riportare Arisu nelle Borderlands, sperando che alla fine diventi uno dei cittadini e renda le Borderlands ancora più affascinanti.
Sapendo che Ryuji ha un desiderio irrimediabile di vedere l’aldilà, punta prima su di lui. Promette a Ryuji che se porterà Usagi nelle Borderlands, gli permetterà di vedere l’aldilà. Banda gli racconta anche del dolore di Usagi per la perdita del padre e gli chiede di usarlo come strumento per attirarla nelle Borderlands. Il cittadino lo fa perché capisce che una volta che Usagi entrerà nelle Borderlands, Arisu la seguirà senza dubbio.
Perché Ryuji ha cambiato idea sull’uccidere Usagi
Il retroscena di Ryuji rivela che uno dei suoi studenti aveva accettato di sperimentare una morte simulata in un contesto sperimentale per poter imparare di più sull’aldilà. Tuttavia, con suo grande sgomento, lo studente non si è mai risvegliato dopo la procedura. Schiacciato dal senso di colpa, Ryuji ha cercato di togliersi la vita, ma è sopravvissuto ai giochi delle Terre di Confine ed è tornato nel mondo reale. Il suo ritorno lo convinse dell’esistenza di una vita oltre la morte, ma faticò a dimostrarlo ai suoi colleghi della comunità scientifica.
L’offerta di Banda gli diede la possibilità di vedere finalmente cosa c’era oltre la percezione umana della vita, e lui sembrava disposto a fare qualsiasi cosa per svelare quei segreti. Ha due opportunità per uccidere Usagi nelle Borderlands e ottenere ciò che desidera, ma le lascia sfuggire entrambe. Lo fa perché ricorda come la sua ambizione sfrenata in passato abbia portato alla morte del suo studente. Sebbene in entrambe le occasioni prenda in considerazione l’idea di uccidere Usagi, si rende conto che alcune conoscenze non valgono il sacrificio della moralità e di vite innocenti.
Cortesia di Netflix
Tutti i personaggi che ritornano nel finale della terza stagione di Alice in Borderland
Prima del suo oscuro colpo di scena finale, la terza stagione di Alice in Borderland rivela che Arisu lavora come consulente. La serie presenta una sequenza in cui i pazienti di Arisu rispondono a una domanda intrigante: cosa dà loro una ragione per vivere. Ciò che rende affascinante questa sequenza è che tutti i pazienti di Arisu si rivelano essere personaggi secondari delle stagioni 1 e 2 di Alice in Borderland.
I seguenti personaggi compaiono nella sequenza:
Kuina (interpretata da Aya Asahina)
Aguni (interpretato da Sho Aoyagi)
Akane (interpretata da Yuri Tsunematsu)
Niragi (interpretato da Dori Sakurada)
Chishiya (interpretato da Nijirō Murakami)
Questa scena finale aggiunge un tocco di nostalgia alla terza stagione, ricordando agli spettatori tutti i personaggi chiave che hanno aiutato Arisu e Usagi a vincere la prima volta. La breve apparizione di Nijirō Murakami nei panni di Chishiya rende la terza stagione ancora più interessante perché, anche se non ha un ruolo importante in questa puntata, è difficile non apprezzare il fatto che la serie continui a dare spazio a uno dei suoi personaggi più amati.
Anche Ayaka Miyoshi, che ha interpretato Ann nelle stagioni 1 e 2 di Alice in Borderland, fa parte del cast della terza stagione. Rispetto agli altri personaggi che ritornano, Ann ha un ruolo più significativo, poiché aiuta Arisu a tornare nelle Borderlands per salvare Usagi e lo protegge persino da Banda quando il cittadino delle Borderlands cerca di ucciderlo.
Come il finale della terza stagione di Alice in Borderland prepara la quarta stagione
L’arco narrativo finale della terza stagione di Alice in Borderland risolve completamente le storie di Arisu e Usagi, dando a entrambi i personaggi una conclusione ben definita. Tuttavia, come Squid Game di Netflix, Alice in Borderland sembra aprire la strada a un seguito che apparentemente vedrà la partecipazione di più personaggi americani. Mentre circolano voci su un remake americano di Squid Game, sembra che si sappia poco sul futuro di Alice in Borderland.
Tuttavia, dopo il finale ambiguo della terza stagione della serie giapponese, è difficile non credere che Netflix abbia intenzione di continuare la serie in qualche modo se la terza stagione avrà un buon successo. Il ritorno dei personaggi originali nel potenziale seguito dipenderà da molti fattori. Tuttavia, per ora, la storia di Arisu, Usagi, Chishiya e di tutti gli altri personaggi di Alice in Borderland sembra aver raggiunto una conclusione soddisfacente.
Il reboot non ortodosso della CBS di Matlockha affascinato e scioccato nella sua prima stagione, e la serie procedurale legale conKathy Bates ha ottenuto il rinnovo per la seconda stagione. Basato sull’omonima serie degli anni ’80, il reboot moderno segue un avvocato settantenne di nome Matty Matlock (Bates) che torna nel mondo della legge e usa il suo status modesto per arrivare al fondo dei suoi casi.
Sebbene la serie presenti la stessa struttura procedurale del suo predecessore, ha l’aggiunta di esplorare il misterioso passato di Matty, che coinvolge una tragedia del suo passato.
Sebbene i reboot di serie classiche non siano una novità (Quantum Leap, Hawaii Five-0, ecc.), Matlock è una versione davvero originale perché aggiunge un elemento inedito. Nella versione di Kathy Bates, la serie Matlock degli anni ’80 con Andy Griffith esiste nell’universo come programma televisivo, e non è esattamente una coincidenza che i personaggi principali abbiano lo stesso nome.
Inoltre, Matty Matlock non è un avvocato spiritoso dal cuore d’oro, ma una madre in lutto con la missione di smascherare i responsabili della morte di sua figlia. Questo ha reso la seconda stagione una proposta interessante e la serie è stata rapidamente rinnovata.
Il cast di Matlock ha alcune ottime idee per le guest star
Sebbene la prima stagione di Matlock sia terminata, il cast è ancora al lavoro. Durante la pausa stagionale, i membri del cast hanno partecipato a eventi organizzati dalla CBS e da vari media per discutere della serie. Nelle ultime notizie sulla seconda stagione di Matlock, il cast ha espresso richieste entusiasmanti per la nuova stagione.
Organizzare gli impegni potrebbe essere difficile per la moglie di Ritter, dato che Melanie Lynskey è piuttosto impegnata con Yellowjackets. Il marito di Marshall, Edwin Hodge, ha appena terminato con successo la serie FBI: Most Wanted, quindi potrebbe essere in grado di partecipare come guest star tra un progetto e l’altro.
Il cast di Matlock è anche interessato a coinvolgere la leggenda della musica country Dolly Parton come guest star nella serie. La Parton ha effettivamente risposto alla loro richiesta tramite Entertainment Tonight. Ha confermato di essere a conoscenza dell’interesse, ma quando è stata contattata inizialmente, suo marito era molto malato.
La Parton ha indicato che sarebbe ancora interessata ad apparire nella serie in futuro.
La seconda stagione di Matlock è confermata
La seconda stagione è in arrivo
La CBS ha corso un grosso rischio quando ha deciso di rilanciare Matlock, e sebbene i rilanci abbiano avuto successo, in alcuni casi hanno anche fallito miseramente. Tuttavia, il successo immediato di Matlock ha messo a tacere queste preoccupazioni e la CBS ha rapidamente rinnovato lo show per una seconda stagione.
Con il potere delle star di Kathy Bates a sostenere lo show, il secondo episodio ha mantenuto lo slancio della sua esplosiva premiere, raggiungendo 6,38 milioni di spettatori. Anche se questi numeri sono leggermente diminuiti durante la stagione di debutto di 18 episodi (con una media di 6,1 milioni di spettatori per TV Series Finale), il successo immediato ha reso necessario un rinnovo.
Matlock è andato in onda per la prima volta domenica 22 settembre 2024 e la prima stagione si è conclusa il 17 aprile 2025.
Con la prima stagione ormai alle spalle, l’attenzione può finalmente spostarsi sulla seconda, anche se i dettagli sono ancora piuttosto scarsi. Mentre la stagione 1 ha avuto un percorso lungo e insolito verso il piccolo schermo, si prevede che la stagione 2 di Matlock tornerà presto, e i programmi televisivi in genere mantengono un calendario piuttosto serrato.
Sebbene non sia stato ancora confermato nulla, la stagione 2 di Matlock debutterà nell’autunno 2025, circa un anno dopo il debutto della stagione 1 nel 2024. Le riprese si svolgeranno durante l’estate del 2025.
Secondo il palinsesto televisivo della CBS per il 2025, Matlock manterrà il suo posto il giovedì sera per la rete.
Dettagli sul cast della seconda stagione di Matlock
A differenza dei soliti programmi televisivi, il reboot di Matlock ha automaticamente attirato l’attenzione grazie alla sua star di prima grandezza. La vincitrice di Oscar, Emmy e Golden Globe Kathy Bates è la protagonista della serie nel ruolo di Matty Matlock (alias Madeline Kingston) e tornerà nella seconda stagione.
Sono circolate voci secondo cui la Bates avrebbe intenzione di ritirarsi dopo aver definito la serie la sua “ultima danza”, ma lei ha chiarito il suo commento in un’intervista a People, spiegando che ama lo show e che è stata conquistata dal colpo di scena nella sceneggiatura del pilot. Ha dichiarato al giornale: “Non riesco a credere di avere 76 anni e voglio che lo show vada in onda per altri cinque anni”.
Allo stesso modo, sarà affiancata da Skye P. Marshall nel ruolo di Olympia, l’alleata incerta di Matty, soprattutto dopo che è appena diventata socia dello studio. Anche se Julian Markston, interpretato da Jason Ritter, ha lasciato lo studio, è stato confermato che tornerà nella seconda stagione. La showrunner Jennie Snyder Urman ha confermato personalmente il ritorno.
Poco dopo il finale della prima stagione, Urman ha parlato candidamente del ritorno di Julian (Jason Ritter), che apparentemente ha lasciato la serie dimettendosi dallo studio. “No, ne avreteancora”, ha detto Urman, “ci saranno tantissime cose che succederanno!”
L’annuncio non è particolarmente sorprendente, considerando quanto Julian sia fondamentale nella vita di Senior e Olympia. Tuttavia, non è chiaro quanto sarà importante il ruolo di Julian nella seconda stagione, e potrebbe essere in qualche modo ridimensionato dal momento che non sarà più in ufficio.
Leggi qui il commento completo di Urman:
Voglio dire, [inseguire Senior] è sicuramente una mossa intelligente per ottenere ciò che Olympia desidera.
No, ne avrai ancora di più… Ha appena lasciato lo studio. Ha appena lasciato lo studio. Sì, succederanno tantissime cose! Davvero tantissime cose. [Ride]
Il finale della prima stagione ha anche introdotto Niko Nicotera, un uomo che sostiene di essere il padre di Alfie (Aaron Harris), e che tornerà nella seconda stagione.
Una cosa meno facile da prevedere sono le guest star settimanali dello show, e si prevede che la seconda stagione continuerà con il casting settimanale. Come la serie TV originale ambientata in tribunale, il reboot di Matlock si basa sul formato “caso della settimana”, e questo richiede un nutrito gruppo di comprimari e guest star occasionali che recitino al fianco di Matty e dei suoi colleghi.
Se il cast riuscirà nel suo intento, il pubblico potrebbe vedere personaggi del calibro di Melanie Lynskey, Edwin Hodge e Dolly Parton nella terza stagione. Questi attori aggiungerebbero un tocco di talento alla serie. Skye P. Marshall ha offerto una grande opportunità a Parton: interpretare Cindy Shapiro, l’amica d’infanzia di Matty e sua sorella, che è stata più volte menzionata.
Dettagli della trama della seconda stagione di Matlock
Matlock ha sorpreso il pubblico con un colpo di scena nel suo episodio di debutto, e questo approccio imprevedibile è continuato fino al finale della stagione 1. Ora che la prima stagione è terminata, ha posto le basi per una direzione piuttosto chiara per la stagione 2 e ha lasciato una miriade di cliffhanger irrisolti.
In primo luogo, Olympia ha ottenuto la promozione al posto del suo ex, Julian, e il figlio del capo ha deciso di licenziarsi. Olympia ha poi trovato lo studio Wellbrexa nella cassetta di sicurezza di Julian, e lui ha confessato perché lo aveva, il che significa che non era così innocente come sosteneva.
Questo cambierà senza dubbio la loro dinamica, anche se Olympia probabilmente proteggerà il padre dei suoi figli dall’accusa per proteggere i suoi figli. Nel frattempo, la relazione tra Olympia e Matty ha raggiunto una fase stabile, ma ora è Olympia ad avere un grande segreto, avendo appena detto a Matty che Julian non avrebbe potuto rubare lo studio.
Questo sarà un peso difficile da affrontare per Olympia nella seconda stagione, ma essendo una persona che ama la giustizia sotto forma di azioni legali collettive, Skye P. Marshall crede che il suo personaggio troverà un modo creativo per affrontarlo.
In un’intervista insieme a Jason Ritter per TV Insider, Marshall ha affermato che Olympia è il tipo di persona che affronta le minacce più grandi. Con Julian che agisce su ordine di suo padre, l’obiettivo di Olympia nella seconda stagione sarà probabilmente Senior:
Penso che fin dal primo giorno del pilot di Matlock, Olympia sia stata concentrata come un raggio laser sulla giustizia. Matty ha un caso. C’è una vittima coinvolta. Mettiamoci al lavoro, ma anche Julian ha un dittatore, giusto? Allora, chi ti ha detto di farlo e chi ha detto a lui di farlo? Penso che Olympia rappresenti le persone che non hanno la capacità o la volontà di ottenere giustizia per se stesse, e che scoprirà chi è il responsabile e poi otterrà l’azione collettiva dai pezzi grossi. Penso che punterà ai pezzi grossi e non lascerà che tutto questo ricada sul mio ex marito.
Infine, il cosiddetto padre di Alfie è uscito allo scoperto, ma non è chiaro se stia dicendo la verità, dato che Matlock è costruito sui colpi di scena. La sua presenza influirà sulla dinamica familiare di Matty, mentre la serie continua con il suo formato “caso della settimana”.
Anche se i fan dovranno aspettare un po’ prima di vederlo, il cast di Matlock ha detto chiaramente in diverse interviste che vorrebbe fare un episodio musicale. L’interesse è nato dai fan che hanno apprezzato i balli di Ritter nelle sue interviste sui social media. Marshall e Ritter sono entrambi entusiasti di questa possibilità, anche se non è ancora confermata.
Ciò che è confermato è un episodio molto diverso per la seconda stagione di Matlock. La serie della CBS avrà un crossover con un’altra serie di successo della CBS, Elsbeth. Entrambe le serie sono ambientate a New York, ma non è ancora chiaro come i personaggi di ciascuna serie si incroceranno.
Le rivelazioni della prima stagione non hanno completamente privato Matty della sua motivazione, e lei non è ancora arrivata al fondo del caso Wellbrexa. Anche se questo probabilmente non sarà il fulcro della serie per sempre, potrà almeno continuare per tutta la seconda stagione, mentre lei continua a cercare ostinatamente la verità sulla morte di sua figlia.
La seconda stagione di Matlock ha molto su cui lavorare, e prima o poi sono previsti altri colpi di scena.
È stata una corsa sfrenata, ma la prima stagione di Matlock è finalmente giunta al termine, ponendo le basi per una trama che dovrebbe avere effetti duraturi. Non dovrebbe sorprendere che nel finale del reboot sempre più paranoico di Matlock accadano molte cose. Billy finalmente esprime a parole il suo rapporto di amore/odio con Sarah, Olympia lotta per mantenere la sua relazione con Matty nonostante tutto ciò che è successo, e la stessa Matty ammette le proprie colpe. In breve, quasi tutti i membri del cast di Matlock hanno un momento importante.
Considerando la forza delle recensioni di Matlock, non sorprende che il finale della stagione 1 sia uno degli episodi più incredibilmente ben realizzati della televisione recente. Quasi tutte le domande in sospeso trovano una risposta prima dei titoli di coda, ma alcune domande trovano una risposta che ci fa chiedere cosa potrebbe succedere in seguito. Questo ci lascia con molte domande a cui rispondere. Fortunatamente, il finale della prima stagione di Matlock è almeno abbastanza cortese da tenere la maggior parte di esse separate l’una dall’altra.
Il finale della prima stagione di Matlock si conclude con 4 colpi di scena
Hanno dato il massimo per questo episodio
Olympia scopre che Julian era davvero responsabile dell’insabbiamento del caso Wellbrexa, ma non ha ancora deciso come affrontare la questione. Billy scopre che Claudia è incinta. Alfie rintraccia suo padre. E nel bel mezzo di tutto questo, non si sa quanto tempo resterà a Matty prima che il suo segreto venga finalmente svelato. Olympia potrebbe essere dalla sua parte in senso morale, ma quell’alleanza non è ancora stata cementata. Ci sono ancora forti vibrazioni che la prossima stagione potrebbe vedere la scoperta della frode di Matty.
Tutte queste questioni si combinano insieme per rendere il finale della prima stagione di Matlock piuttosto pesante. A parte la potenziale scoperta di Matty, che Olympia le ha tenuto sospesa sopra la testa per un paio di episodi, la maggior parte delle rivelazioni del finale avvengono così rapidamente che c’è poco tempo per teorizzare su di esse. Forse Billy è il padre del bambino di Claudia. Forse questo strano uomo è il padre di Alfie. E Olympia potrebbe alla fine dover scegliere tra proteggere un’amica o il padre dei suoi figli. Queste sono grandi domande che chiaramente non troveranno risposta fino alla seconda stagione di Matlock.
Olympia nasconderà a Madeline la verità sul ruolo di Julian nella Wellbrexa?
C’è stato un breve momento nel finale di stagione di Matlock in cui sembrava che forse Julian non fosse davvero colpevole. Ha davvero pagato il brownstone con i suoi soldi, e non era solo un pagamento da parte di Senior. Sfortunatamente, Olympia scopre presto che Julian ha preso lo studio Wellbrexa e lo ha tenuto in una cassetta di sicurezza. Non è del tutto chiaro perché lo abbia tenuto in banca invece che nel tritadocumenti, dove oggettivamente dovrebbe stare, ma ha fatto quello che ha fatto.
Avevamo già visto all’inizio dell’episodio che Julian tiene più all’approvazione di suo padre che a qualsiasi altra cosa. Ha letteralmente pianto per la promozione di Olympia, e Senior lo rimprovera più tardi in un modo che è a metà strada tra la dura verità e l’abuso vero e proprio. Olympia e Julian hanno raggiunto solo di recente un punto solido nella loro relazione come co-genitori, quindi è difficile immaginare che lei possa smascherare Julian in questo momento. Non c’è dubbio che alla fine i piccioni torneranno al nido. Potrebbero solo volare lungo la strada panoramica per arrivarci.
L’arrivo del padre di Alfie può creare ulteriori conflitti nella famiglia Kingston
Per gran parte della stagione, Matty ed Edwin hanno avuto opinioni divergenti sulla questione di contattare il probabile padre di Alfie. Ma nei momenti finali del finale della prima stagione di Matlock, sembra che Alfie abbia preso in mano la situazione. Poiché abbiamo appena conosciuto quest’uomo, non ci sono ancora prove sufficienti per dimostrare che l’uomo che sostiene di essere il padre di Alfie stia dicendo la verità. Ma che lo sia o meno, il suo arrivo sconvolge la famiglia di Matty in molti modi.
Il padre di Alfie potrebbe creare conflitti completamente nuovi per la serie. Sebbene la morte di Ellie sia stata la motivazione principale di Matty per tutta la stagione, non si è discusso molto sul coinvolgimento di altre persone. Se così fosse, il padre di Alfie sarebbe un sospettato naturale. Ciò significa che la seconda stagione di Matlock potrebbe approfondire la figura del padre di Alfie e il suo rapporto con Ellie. E poiché i capifamiglia erano già in disaccordo sul fatto di contattarlo, il suo arrivo probabilmente alimenterà ancora di più la discussione.
Come la partnership di Olympia con Jacobson Moore influisce sul piano di vendetta di Madeline
All’inizio del finale della prima stagione di Matlock, viene rivelato che Olympia ha vinto la lunga corsa per diventare partner contro Julian, che si è svolta negli ultimi episodi. Ci sono stati momenti in cui sembrava che non avesse alcuna possibilità. Ma dopo aver battuto un marchio importante e aver vinto un caso di omicidio, non c’è dubbio che Olympia abbia fatto la sua parte per conquistare questa posizione di partner. E anche dopo aver risposto a Senior nella sala conferenze piena di coriandoli, accetta la posizione con la stessa grazia che ha dimostrato in tutte le principali trame di questa stagione.
Tuttavia, il fatto che attualmente stia nascondendo un segreto importante sul suo ex marito mette le cose in una posizione piuttosto precaria. Matty tiene a Olympia, e sembra che il sentimento sia reciproco. Ma Olympia non dovrebbe essere giudicata per il fatto di tenere anche al padre dei suoi figli. Lui ha dimostrato di essere un buon genitore e, soprattutto, un brav’uomo. Matty conosce abbastanza bene la dipendenza da rendersi conto, a un certo punto, che mettere da parte i farmaci della Wellbrexa avrebbe semplicemente portato a morti un po’ più cruente. Si spera che, essendo Olympia sua partner, Matty avrà ancora dei compiti lavorativi che la distrarranno da quella terribile realtà.
Cosa significa il finale della prima stagione di Matlock per la seconda stagione
Le pareti di Matty si stanno chiudendo e la possibilità che il suo inganno venga scoperto potrebbe avere conseguenze di vasta portata. Sarah ha accettato casi alle spalle di Olympia solo perché Matty le ha soffiato il caso Autry, e Matty ha preso quel caso a Sarah pur sapendo che Sarah aveva un’esperienza personale con la demenza. Anche se il suo obiettivo generale può sembrare nobile, Matty ha fatto cose terribili per raggiungerlo. È una situazione sfortunata che la serie dovrà risolvere prima che la storia giunga al termine.
La triste realtà è che, sebbene Kathy Bates abbia sicuramente reso il personaggio più che simpatico, Matty non è cresciuta molto in questa stagione. Olympia ha tutto il diritto di sentirsi ferita dopo aver scoperto la verità sulla loro relazione, ma Matty risponde a quel dolore con un ulteriore ricatto. Qualunque direzione prenderà Matlock nella prossima stagione, la posta in gioco sta aumentando. E che si tratti di Matty, Julian, Olympia o tutti e tre, sembra che qualcuno finirà sott’acqua prima che questa storia giunga al termine.
L’ultima edizione di Production Weekly riporta infatti che per Edge of Tomorrow 2 si punta a iniziare le riprese alla fine del 2026, con Cruise ed Emily Blunt pronti a tornare. La Warner Bros. starebbe sostenendo il progetto, che è rimasto in sospeso per anni. Lo stesso Liman ha confermato che lui e Cruise hanno rivisitato l’idea. “Tom e io l’abbiamo rivisto circa due mesi fa, perché non lo vedevo da 10 anni”, ha detto Liman a Empire. “Ho pensato: ‘Wow, è davvero un bel film’”.
L’ostacolo principale è sempre stato il fitto calendario di Cruise. Nell’ultimo decennio, ha girato quattro film della serie Mission: Impossible, inserendo solo Barry Seal – Una storia americana e Top Gun: Maverick nel mezzo. Ora, mentre Cruise passa alla fase post-Mission: Impossible, ha già terminato il prossimo film di Alejandro González Iñárritu, che uscirà nel 2026. Questo progetto fa parte del recente accordo di Cruise con la Warner Bros., che gli permette di produrre e recitare in film per lo studio.
Secondo recenti notizie, il CEO della Warner David Zaslav starebbe ora spingendo Cruise a dare la priorità a Edge of Tomorrow 2, l’unico IP di Cruise attualmente di proprietà dello studio. “Penso che probabilmente non ci sia complimento migliore per un film che il fatto che la gente ne voglia un sequel”, ha detto Liman a Total Film. “Non c’è complimento migliore del fatto che la Warner Bros. continui a chiedermi: ‘Vuoi farne un altro?’”
AncheEmily Blunt ha segnalato la sua disponibilità. Nell’agosto 2023, ha confermato che la sceneggiatura – scritta da Christopher McQuarrie, collaboratore di lunga data di Cruise – era completa e che lei era pronta a partecipare. Liman ha anticipato che il film, un tempo intitolato “Live Die Repeat and Repeat”, avrebbe “rivoluzionato il modo in cui si realizzano i sequel”.
Va però ricordato che Edge of Tomorrow non è stato un successo clamoroso al momento dell’uscita nel 2014, incassando 375 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 175 milioni. Tuttavia, grazie alle forti vendite di home video e al passaparola sullo streaming, da allora è diventato un classico cult della fantascienza. Ora, con la Warner Bros. che spinge, la Blunt pronta e Cruise apparentemente libero dal ciclo infinito di Mission: Impossible, il tanto atteso sequel potrebbe finalmente diventare realtà.
Il nuovo trailer della terza stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon, episodio 4, mostra Daryl e Carol alle prese con nuovi nemici mentre difendono Solaz del Mar dall’attacco. Daryl Dixon – terza stagione, episodio 3, ha visto i due protagonisti avvicinarsi agli abitanti della comunità, proprio prima che Justina si offrisse come sacrificio in cambio di protezione.
Ora, AMC ha pubblicato un nuovo trailer della terza stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon, episodio 4, che vede l’arrivo di un nuovo gruppo di nemici a Solaz del Mar. Si intuisce che si tratta di un gruppo apocalittico che vuole vedere il mondo andare in fiamme. Tuttavia, quando utilizzano grandi risorse per attaccare la comunità, sembra che qualcosa di più sinistro possa essere in atto:
Cosa significa il nuovo trailer di Daryl Dixon per la stagione 3, episodio 4
Finora, la stagione 3 ha dedicato molto tempo all’approfondimento dei personaggi di Daryl Dixon. Daryl ha trascorso l’episodio con Roberto cercando di procurarsi i pezzi per la barca per tornare a casa, entrando in sintonia con lui nonostante inizialmente non volesse lasciarlo avvicinare. Nel frattempo, Carol ha trascorso del tempo con il padre del ragazzo, Antonio, scoprendo il suo passato e guadagnandosi la sua fiducia in modo piuttosto profondo.
Sebbene gli sviluppi dell’episodio portino buone notizie per il viaggio di ritorno a casa della coppia protagonista, esso si conclude con un colpo di scena straziante: il senso di colpa di Justina la consuma al punto da spingerla a sostituire Alba come Ofrenda della comunità. Considerando quanto Daryl e Carol si siano affezionati a Roberto e Antonio, è molto improbabile che lo permetteranno a lungo.
Ma questo nuovo gruppo rappresenta anche un pericolo inaspettato. Sembra che potrebbero essere lo stesso gruppo Daryl Dixon – stagione 3 introdotto nell’episodio 1 che ha saccheggiato la nave di Julian. Vengono anche mostrati mentre lanciano pile di Walker in fiamme nella città, simili ai non morti imbustati appesi agli alberi nei boschi vicino alla costa, confermando che sono gli stessi.
Ecco il trailer italiano di Anemone, il film d’esordio di Ronan Day-Lewis, che segna il primo ruolo di Daniel Day-Lewis in otto anni. Il film verrà presentato in Italia in anteprima ad Alice Nella Citta.
Nel cast del film anche SeanBean, Samuel Bottomley, Safia Oakley-Green e Samantha Morton. Secondo la sinossi ufficiale, “il film ambientato nel nord dell’Inghilterra inizia con un uomo di mezza età (Bean) che parte dalla sua casa di periferia per un viaggio nei boschi, dove si ricongiunge con il fratello eremita (Day-Lewis), da cui è separato. Legati da un passato misterioso e complicato, i due uomini condividono una relazione tesa, seppur a tratti tenera, che è stata cambiata per sempre da eventi sconvolgenti accaduti decenni prima”.
L’ultimo film di Daniel Day-Lewis prima del ritiro è stato il dramma storico del 2017 di Paul Thomas Anderson Il filo nascosto. Il ruolo gli è valso la sua sesta nomination all’Oscar come miglior attore. In precedenza aveva vinto nella stessa categoria per le sue interpretazioni in Il mio piede sinistro del 1989, Il petroliere del 2007 e Lincoln del 2012. Day-Lewis, considerato uno dei migliori attori dell’era moderna, ha anche ricevuto numerosi premi BAFTA, Golden Globe e SAG nel corso della sua carriera.
Questa è la seconda volta che Daniel Day-Lewis torna in scena dopo un ritiro, dato che l’attore si era preso una pausa nel 1997 per dedicarsi alla professione del calzolaio in Italia dopo essere apparso in The Boxer di Jim Sheridan. Tornò nel 2002 per interpretare Billy il Macellaio in Gangs of New York di Martin Scorsese.
Focus Features distribuirà Anemone in edizione limitata il 3 ottobre, per poi distribuirlo a livello nazionale il 10 ottobre.
Emma Watson, famosa per aver interpretato Hermione Granger nella saga di Harry Potter, ha recentemente parlato del suo complicato rapporto con l’autrice della serie di libri, J.K. Rowling. Negli ultimi anni, Rowling ha suscitato polemiche per aver condiviso opinioni transfobiche. Nel 2020, dopo che la Rowling ha scritto un saggio che è stato criticato, Watson ha rilasciato una dichiarazione a sostegno della comunità transgender.
Rowling ha poi affermato che “non perdonerebbe mai” Watson a causa delle sue opinioni e che ritiene che Watson e gli altri co-protagonisti di Harry Potter “rovinino” i film per lei. In un’apparizione al podcast On Purpose With Jay Shetty, a Watson è stato chiesto della sua reazione ai commenti della Rowling:
“Non credo davvero che aver avuto quell’esperienza e nutrire l’amore, il supporto e le opinioni che ho, significhi che non possa e non debba apprezzare Jo [Rowling] e la persona con cui ho avuto esperienze personali. Non crederò mai che l’una neghi l’altra e che la mia esperienza con quella persona non possa conservarla e apprezzarla. Per tornare al nostro discorso di prima, non credo che queste cose siano una questione di ‘l’una o l’altra’. Credo che il mio desiderio più profondo sia che le persone che non sono d’accordo con la mia opinione mi amino, e spero di poter continuare ad amare le persone con cui non condivido necessariamente la stessa opinione.”
Qui l’intervista completa di Emma Watson
Emma Watson ha aggiunto che ciò che la turba di più è che una conversazione tra lei e la Rowling sull’argomento “non sia mai stata possibile“. Quando Shetty le ha chiesto se Watson sarebbe stata disponibile a parlare con la Rowling, ha risposto: “Sì, e lo sarò sempre. Ci credo. Ci credo fermamente.“
Questa intervista fa parte di un momento di esposizione per Emma Watson sui media dopo che negli ultimi anni aveva mantenuto un basso profilo. Tra questi momenti pubblici, tra cui anche la presenza dell’attrice alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, un’intervista con Hollywood Authentic, in cui ha rivelato gli aspetti “devastanti” della recitazione che non le mancano, dal momento che sono circa sette anni che non recita (il suo ultimo ruolo da attrice sullo schermo è stato in Piccole Donne del 2019, la cui produzione si è conclusa alla fine del 2018).
Al momento non ci sono indicazioni che le recenti apparizioni mediatiche di Emma Watson porteranno a un ritorno alla recitazione. Watson è un’attivista ed è Ambasciatrice di Buona Volontà delle Nazioni Unite dal 2014.
Harris Dickinson, protagonista di The King’s Mane Babygirl, è tra i tanti attori che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero in lizza per il reboot di X-Men della Marvel Studios e del regista Jake Schreier. Se le recenti notizie fossero vere, potrebbe interpretare Ciclope nell’MCU, seguendo le orme di James Marsden. La maggior parte dei fan sembra concordare sul fatto che sarebbe una scelta azzeccata per Scott Summers, e Josh Horowitz ha ora chiesto all’attore se ci sia del vero nelle voci che circolano online.
Confermando di non aver fatto alcun provino né incontrato nessuno per il ruolo di Ciclope, Dickinson ha tuttavia aggiunto che i supereroi non fanno per lui, anche se “dipende dal ruolo”. “Se devo essere sincero, non credo di aver visto nulla di particolarmente interessante dal punto di vista dei personaggi in quell’universo negli ultimi cinque-dieci anni”, ha affermato. “I cattivi, invece, forse sì”.
“Ma se devo essere sincero, sì, lavorare con registi che hanno qualcosa di molto particolare da dire mi affascina di più, con personaggi che probabilmente sono in qualche modo più vicini al mondo reale”, ha aggiunto Dickinson, confermando che James Bond sarebbe “interessante” ora che Denis Villeneuve, regista di Dune, è pronto a dirigere il prossimo capitolo.
“Il ruolo di James Bond è interessante”, ha riflettuto Dickinson. “Le circostanze di Bond sono interessanti. Il personaggio, il mondo, ciò che vive, è tutto interessante”. Alla domanda se fosse disponibile per il ruolo, l’attore ha risposto: “Certo, in termini pratici”. Non sappiamo se Harry Dickinson potrà diventare il nuovo James Bond, considerando le recenti notizie riguardanti la ricerca dell’interprete, ma si può invece affermare che non sembra interessato ad interpretare un supereroe nel MCU. Un villain, invece, sì.