Liam Neeson sta tornando ed è più spietato che
mai! Dal 16 giugno nei cinema italiani arrivano le
geniali e micidiali imprese di uno dei killer le cui regole non
dovrebbero mai essere infrante! Il celebre regista di “Casino
Royale” e “Lanterna Verde”, Martin Campbell, firma
la regia di “MEMORY“
intenso e avvincente action movie che vede come
protagonista
Liam Neeson nei panni di Alex Lewis, affiancato da
due pezzi da novanta del cinema internazionale, Guy Pearce e
Monica Bellucci.
Memory, la trama
Alex Lewis (Liam
Neeson), sicario ormai prossimo al ritiro, viene
chiamato a svolgere un’ultima missione. Ma quando scopre che il
bersaglio è una giovane ragazza, rifiuta di portare a termine
l’incarico e si rivolta contro la malvagia organizzazione che l’ha
assoldato. Il suo cammino di vendetta lo porta fino ai vertici del
gruppo criminale, capeggiato dall’affascinante magnate immobiliare
di El Paso Davana Sealman (Monica
Bellucci) e dal figlio, che tengono in pugno le vite
di molti ragazzi innocenti. Per salvare la pelle dovrà quindi dare
loro la caccia e ucciderli prima che siano loro a farlo. Nel
frattempo, è braccato anche dall’FBI, che nella persona dell’agente
Vincent Serra (Guy
Pearce) è già sulle sue tracce.
Memory è il titolo
del lungometraggio che Michel Franco presenta in
Concorso a Venezia 80. Il regista messicano sviluppa la
storia dei personaggi il modo semplice e agli occhi dello
spettatore colpisce la chimica tra Jessica Chastain e Peter Saarsgard che regalano performance degne
di nota.
In Memory il filo
conduttore è il titolo stesso, la memoria, che il regista descrive
in modi differenti. La scelta di parlare di un argomento così
delicato in tutte le sue sfaccettature deriva da una paura
recondita, la perdita della memoria, che è proprio quello che
succede a uno dei due personaggi. L’altro fil rouge è invece
l’opposto, la memoria persistente della nostra mente che non ci fa
dimenticare nulla.
Memory, la trama
Sylvia (Jessica
Chastain) è un’assistente sociale che conduce una vita semplice e
strutturata: sua figlia, il suo lavoro, le sue riunioni degli
Alcolisti Anonimi. Tutto questo viene messo a nudo quando
Saul (Peter Sarsgaard) la segue a casa dopo la
loro riunione di liceo. Il loro incontro a sorpresa avrà un impatto
profondo su entrambi, aprendo la porta del passato. Basta veramente
poco a Michel Franco per instaurare diversi dubbi
allo spettatore lungo la visione, come se anche chi guarda si deve
soffermare sul problema della memoria. Sylvia convive con un trauma
passato, un abuso domestico, di cui solo alla fine si scopre il
colpevole. La sua vita, fin da bambina, è stata piena di bugie. Non
le sue, quelle che la madre ha cercato di propinarle e così
crescendo il loro rapporto si è spento del tutto.
Nessun confronto, nessun litigio:
una madre e una figlia che non si parlano più. Michel Franco
racconta questa storia al femminile dove i legami tra genitori e
figli sono in prima linea. Parallelamente, infatti, alla storia di
assenza c’è quella della forte presenza di Sylvie nella vita della
figlia per la quale il personaggio di Jessica Chastain ha smesso di bere,
festeggiando nella premessa di Memory il
tredicesimo anniversario della sua sobrietà. La routine quotidiana
che si è prefissata, il suo controllo maniacale per la pulizia e
per le porte – sempre chiuse – lasciano metaforicamente in questo
caso, la porta aperta verso il suo personaggio ancora con qualcosa
di irrisolto.
La memoria
In
Memory però Michel Franco usa diverse
espedienti narrativi per mandarci fuori strada. Vengono menzionati
personaggi e fatti che ci lasciano intendere il contrario di quello
oche sta accadendo. Una narrazione quasi distorta degli avvenimenti
che mette la vittima Sylvie in posizione di essere considerata la
“carnefice”. Il suo passato da alcolista è causato da un ex
fidanzato del liceo al quale Sylvie collega il
personaggio di Saul, scambiandolo per uno degli amici che la
stuprava da ragazza.
In realtà, Sylvie
salta alle conclusioni troppo presto complice un mancato controllo
della situazione. Saul soffre di demenza, ricorda
tutto quello che è successo in passato, ma inizia a faticare con i
fatti più recenti. Ed è proprio la sua demenza che darà il via al
loro rapporto. Saul segue Sylvie
dopo una festa e lei inizialmente terrorizzata ha collegato la sua
presenza a un inseguimento.
La memoria, una cosa stranissima,
perdura nel tempo incessante quasi come a voler batterne il ritmo
soprattutto quando bisogna affrontare un dolore atroce, poi però sa
anche sparire in un attimo. Superato il fraintendimento, Saul entra
pian piano nella vita di Sylvie e ha inizio anche
la loro storia d’amore, nonostante alcune opposizioni.
Sylvie cerca di aprirsi, anche se alcuni
atteggiamenti rimangono ambigui, è il confronto sul finale con la
madre che toglie allo spettatore tutti i dubbi.
A causa dei commenti della madre
pensiamo che sia una bugiarda patologica, è colpa sua se è stata
abusata sessualmente da tutta la vita. “Sei una fallita”, le dice
la madre. Una madre che ha tenuto tutto nascosto che sapeva quando
e in che modo avvenivano gli abusi sotto il suo tetto e non ha mai
cercato di difendere la figlia e la sorella minore. Saul, nel
contesto di Memory, è l’Aiutante perché grazie a
lui Sylvie scopre cosa c’è dietro quella porta che si lascia sempre
alle spalle. Allo stesso modo, Saul grazie
all’amore scopre di riuscire sempre a trovare la strada, anche se
aiutato allo stesso tempo anche lui dalla mano invisibile di
qualcuno.
Memory è un
thriller d’azione diretto da Martin Campbell
(Casino
Royale, La maschera di Zorro) con
Liam Neeson protagonista e remake del film
belga Memoria di un assassino (Erik Van
Looy, 2003). La sceneggiatura del film del 2022 è scritta
da Dario Scardapane (Trauma,
The Punisher), adattando il precedente lavoro di
Carl Joos e Erik Van Looy, a sua
volta ispirato al romanzo “De Zaak Alzheimer” di
Jef Geeraerts. Il film arriverà nelle sale
italiane il 15 settembre.
Memory: Liam Neeson ci
riprova
Liam Neeson sta invecchiando. L’attore compirà
70 anni quest’anno eppure continua a recitare in thriller d’azione
in cui lo percepiamo notevolmente più disorientato rispetto ai
tempi in cui interpretava Bryan Mills nella
trilogia di Revenge. I suoi lineamenti e la sua
voce sono ancora carisma allo stato puro, ma nell’ultimo decennio è
caduto in una spirale che lo ha portato a partecipare a film che
non hanno ottenuto un riscontro particolarmente favorevole tra gli
spettatori. Con Memory di Martin
Campbell, l’attore cerca di riprendersi l’attenzione dei
fan gettandosi a capofitto in un film che parte da un’idea molto
solida ma che si spegne prima che questa venga sfruttata
appieno.
Alex Lewis è un
assassino professionista di grande reputazione e discrezione.
Quando si rifiuta di portare a termine un lavoro che viola il suo
codice morale, deve rapidamente dare la caccia e uccidere le
persone che lo hanno assunto prima che queste e l’agente dell’FBI
Vincent Serra (Guy
Pearce) lo trovino. Alex è fatto per la vendetta, ma,
con la memoria che comincia a vacillare, è costretto a mettere in
discussione ogni sua azione, confondendo il confine tra giusto e
sbagliato.
Il potere che tutto muove
Dal tono visivamente sobrio, la
storia di Memory si svolge vicino al confine
messicano. Vengono esplorati l’immigrazione clandestina e lo
sfruttamento sessuale dei minori, il tutto in un contesto di
corruzione politica, denaro sporco e pratiche illecite da parte dei
potenti, che ha contaminato persino le autorità considerate
inscalfibili.
Uno dei più interessanti dibattiti
interni a Memory verte attorno a come
l’applicazione della legge non garantisca sempre la giustizia. Il
sicario ha le idee chiare sul suo percorso verso la giustizia, ma i
poliziotti si muovono in una zona grigia e in maniera esitante,
anche se vediamo alcuni di loro strappare confessioni, indagare al
di fuori degli ordini impartiti dai loro superiori, o commettere
crimini per assicurare alla giustizia coloro che non sono stati
imprigionati dai tribunali. La linea di demarcazione tra cattivi e
buoni, o tra sicari e poliziotti, è sfumata al punto da confondere
i termini. Senza essere troppo originale, possiamo dire che
Memory apre una riflessione necessaria su un tema
sempre caldo e che forse avrebbe potuto essere esplorato con più
vigore.
Tuttavia, Memory
risulta un miscuglio di generi mal sviluppato, in cui la trama
dell’assassino si interconnette con quella dei poliziotti che
cercano di risolvere un caso impossibile e si chiedono se, forse,
la giustizia li ha delusi e uccidere persone a bruciapelo è una
possibilità valida. Ci troviamo di fronte a due trame in una, ma
nessuna delle due particolarmente interessante. Le premesse da
thriller ci sono tutte, ma Memory livella fin
troppo l’incedere tensivo, molte storyline trovano una conclusione
solo tramite deus ex machina e facciamo la conoscenza di molteplici
personaggi assolutamente non di spessore.
La sceneggiatura è l’anello più
debole di Memory
I punti di forza del film sono
sicuramente le performance: partiamo da Liam Neeson, che rimane sempre e comunque un
ottimo attore, ma menzione d’onore va a MonicaBellucci, che si
diverte come non mai nel ruolo di un’oscura cattiva.
Memory cerca inoltre di avventurarsi in territori
rischiosi – come quello della pedofilia e del traffico di minori –
trame potenzialmente al cardiopalma che, tuttavia, smorzano il
resto di un film che non vuole né sorprendere né generare colpi di
scena, siano essi stilistici o narrativi.
Sfortunatamente,
Campbell sembra pervaso dalla necessità di
rivolgersi a un pubblico generico che non deve essere costretto a
riflettere troppo. Non deve essere messo a disagio o disturbato, e
così la parte più oscura della storia, che riguarda appunto la
prostituzione minorile, viene affrontata in modo inconsistente e
all’interno dei canoni del convenzionale intrigo criminale. Ciò
significa che non si addentra nella zona più fangosa delle
questioni spinose che l’abuso di potere comporta, della
prevaricazione sessuale o delle perversioni insite nella condizione
umana.
Martin Campbell fa
un ottimo lavoro di regia, che brilla in scene ben costruite come
quella delle chiavi dell’auto. È in questi momenti che la suspense
funziona, ma purtroppo la sceneggiatura di Dario
Scardapane è troppo prevedibile. Dopo un inizio
promettente, il film si perde in sequenze che rallentano il ritmo e
lasciano prevalere il disinteresse. Non aiuta nemmeno il fatto che
il personaggio di Liam Neeson sia ancora una volta un uomo
tormentato dal suo passato che vive il presente con la
demotivazione di sapere di essere condannato a una morte lenta e
agonizzante, questa volta offuscata dall’inevitabile progressione
della sua malattia mentale.
Memory conserve
molte reminiscenze dei ruoli che Liam Neeson ha interpretato nel corso
della sua lunga carriera ma quello di Alex Lewis,
probabilmente, si pone come uno dei più dimenticabili.
Grazie ad una produzione canadese,
libanese e francese, la regista e sceneggiatrice Joana
Hadjithomas porta in scena parte della sua
corrispondenza tenuta durante gli anni della guerra civile
libanese. Memory Box è un lavoro a quattro mani: gli
autori sono Hadjithomas e Khalil
Joreige e realizzano un film multimediale e
multisensoriale, un
meta-racconto che attraversa la testimonianza di chi ha vissuto
il conflitto.
La trama di Memory Box
Alex (Paloma
Vauthier) è un’adolescente che vive a Montréal
con la madre Maia (Rim Turki), di origini
libanesi. La sera della vigilia di Natale, viene consegnato a casa
di Maia un grosso scatolone, proveniente da
Beirut, in Libano. Se la nonna e la mamma di Alex
sembrano turbate dall’arrivo della scatola, la ragazzina muore
dalla curiosità di scoprirne il contenuto.
Di nascosto, Alex fruga
nello scatolone e scopre un mondo. All’interno ci sono una serie di
diari che la giovane Maia (Manal Issa) ha
scritto quando viveva in Libano. Erano gli anni della guerra civile
e i diari servivano alla ragazza per tenere al corrente di quello
che accadeva Liza, un’amica che si era trasferita da
Beirut. Non solo parole potenti, ma anche foto, disegni e
oggetti, permettono a Alex di scoprire l’adolescenza dalla
madre, vissuta tra amori, divertimento, bombardamenti e
sofferenze.
Memory Box è meta-racconto
Memory Box è la
narrazione cinematografica di un racconto già esistente. Nei suoi
diari, Maia documenta e commenta gli anni della guerra in
Libano e lo fa attraverso il suo punto di vista. Nel film, questo
racconto di primo livello viene letto ed esplorato da
Alex, figlia di Maia e coetanea della
Maia che scrive sulle pagine. Per permettere allo
spettatore di entrare profondamente in contatto con i diari della
ragazza, gli autori del film scelgono una particolare modalità
narrativa.
In un racconto multimediale, danno
vita alle foto e agli oggetti collezionati nei quaderni, li fanno
interagire con le canzoni degli anni Ottanta citate da
Maia sulle pagine. Memory Box è un
film che fa appello a tutti i sensi dello spettatore: è
sovrastimoltante e, per questo motivo, molto coinvolgente. Si entra
nella sfera più personale di Maia, quella dei suoi
pensieri a ruota libera. Per l’intensità della narrazione, si ha la
sensazione di varcare il confine, di entrare nell’intimità più
profonda della ragazza.
L’incomunicabilità del
trauma
Insieme ad Alex, lo
spettatore scopre aspetti di Maia che non emergono dalla
donna adulta interpretata da Rim Turki.
Alex non sa nulla dell’adolescenza, dei traumi, degli
amori passati di sua madre, tutta chiusa in sé stessa. Tra le due
vi è una forte carenza a livello comunicativo che la figlia
percepisce e cerca di colmare come può, prima chiedendo alla madre
(ma senza ottenere mai risposta), poi violandone la sfera
privata.
L’esperienza che Alex vive
con la lettura dei diari è intensa: ha la sensazione di
essere insieme alla madre in quei momenti così significativi.
In un certo senso, la misteriosa Memory Box è
funzionale ad avvicinare madre e figlia, a rompere il muro tra le
due, che si scoprono così simili.
Il conflitto, ma anche
l’adolescenza
Memory Box parla di
guerra, ma mostra il conflitto attraverso gli occhi di
un’adolescente. In quanto tale, Maia vive anche le
emozioni e le fasi tipiche di un teenager: si innamora, litiga con
i genitori, vuole fare la ribelle. Maia è quindi da un
lato una ragazza con preoccupazioni giovani e, in un certo senso,
innocenti. D’altro canto, viene però schiacciata dalle invadenti
paure e dai minacciosi pericoli della guerra: i bombardamenti, la
perdita di un fratello, il timore di morire.
Parlare con le immagini costruite,
ricostruite, distrutte
In questa duplice dimensione di
racconto bellico e
adolescenziale, Memory Box risulta un film
straziante ed estremamente comunicativo. La scelta dei registi di
trarre spunto dalla vera corrispondenza di Joana
Hadjithomas, insieme a quella di mescolare foto, video,
registrazioni audio e scritte alle riprese più ordinarie, fa del
film un’opera non solo emozionante, ma anche estremamente originale
e piacevole per la vista.
Memorias de un cuerpo que
arde (in inglese Memories of a burning body) è la
rappresentazione cinematografica di un percorso di introspezione.
La pellicola, scritta e diretta da Antonella Sudasassi
Furniss, racconta le vicende di tre donne, ormai tra i
sessanta e i settant’anni, in un intreccio di scoperte infantili e
momenti di crescita traumatici. Il punto comune a queste storie è
la società della Costa Rica, quando tutto ciò che riguardava la
sfera sessuale era visto come un taboo. Nel cast ritroviamo
Sol Carballo nel ruolo della donna anziana
protagonista, insieme a Paulina Bernini e a
Juliana Filloy che interpretano la donna durante
l’adolescenza e l’infanzia. Memorias de un cuerpo que
arde è stato presentato per la prima volta alla 74esima
edizione del Festival del cinema di
Berlino, vincendo il premio come miglior film nella sezione
Panorama.
Memorias de un cuerpo que arde: il
fuoco dei ricordi
Arrivati ad una certa età, ciò che
sembra restare più saldo nella mente e nel corpo di un essere umano
è proprio il ricordo di un passato felice. Storie di vite comuni,
ma non per questo prive di passioni, amori, paure. Questo è il
punto di partenza della regista: le conversazioni che non ho
mai avuto con le mie nonne. Le vicende raccontate riguardano
tre donne differenti: Ana, Patricia e Mayela, accomunate dallo
stesso contesto socioculturale.
In un unico grande flusso di
coscienza corale, il film si struttura in un continuo passaggio dal
presente, rappresentato da una sola signora che rappresenta le tre
donne che vive la sua vecchiezza, al passato dell’infanzia e della
giovinezza.
Un monologo riflessivo
Memorias de un cuerpo que
arde riesce ad attrarre l’attenzione del pubblico
grazie alla particolare struttura utilizzata. Il punto di partenza
è un appartamento, scenario di pressoché tutto il film, in cui vive
l’anziana signora: questa, pur facendosi portavoce delle storie
delle tre donne, è una figura terza, una semplice
rappresentazione.
Questa pellicola, come mera unione
delle tre testimonianze, crea quindi un’unica, singola corrente di
pensieri e ricordi, tale da portare il pubblico a identificarsi in
tali momenti di riflessione. In questo modo, il film si traspone su
un piano quasi filosofico e esistenziale.
Un elemento importante che avvicina
lo spettatore alle vicende è la rottura momentanea della quarta
parete. Parlando dei casi di abusi, una delle voci narranti
sottolinea come talvolta la colpa venga fatta ricadere più sulle
donne vittime inascoltate. Qui la donna protagonista si rivolge al
pubblico chiedendo: perché non mi hai ascoltato?. Questo è
l’unico momento in cui si crea questo dialogo diretto, ma questa
unicità in tutto Memorias de un cuerpo que arde
gli da ancora più potenza.
Le donne e il sesso in
una società patriarcale
Altra tematica focale del
Memorias de un cuerpo que arde è proprio il sesso
e il modo in cui viene trattato e percepito nella società della
Costa Rica di allora. Tutto ciò che riguardava la sfera sessuale
era visto come un taboo: le madri avevano quasi paura a trattare il
tema con le proprie figlie, come anche nelle scuole femminili non
veniva mostrato interamente il corpo maschile per lo studio
anatomico. Il risultato, come mostrato nel film, è un aumento della
curiosità personale del proprio corpo, oltre a una totale
impreparazione nel vivere al meglio la propria vita sessuale.
Il sesso continua ad essere una
parte importante della vita delle protagoniste anche nell’età più
adulta e nella vecchiaia. Durante la prima parte del film viene
infatti mostrata la donna anziana che riflette sui cambiamenti del
proprio corpo con l’avanzare degli anni: le macchie che compaiono,
le rughe che diventano più profonde. Ma questo non ferma la donna
dal godersi il proprio corpo così com’è, accettando l’età che passa
e mai negandosi il piacere sessuale.
Questo può probabilmente divenire un
interessante spunto di riflessioni per la società attuale, dove
certe esperienze sembrano essere limitate nel tempo. Come nella
Costa Rica di allora il sesso era un taboo in ogni sua forma, oggi
il sesso tra persone più adulte sembra essere percepito in maniera
egualmente strana.
Memorias de un cuerpo que
arde si dimostra essere quindi un film sulla vita, in
tutte le sue forme, una pellicola che inneggia al continuo
cambiamento dell’essere umano. Gli spunti di riflessione sono
innumerevoli, da una più superficiale tematica del ruolo della
donna, alla più profonda analisi dello scorrere incontrollato del
tempo e dei ricordi. Comunque lo si guarda, resterà qualcosa dentro
lo spettatore.
Nel momento di massimo trionfo di
Christoher Nolan, che raccoglie le lodi unanimi per
il suo ultimo film, Dunkirk, Screen
Junkies pubblica il trailer onesto di
Memento, secondo lungometraggio del regista
britannico con protagonista Guy Pearce.
Memento è un film
del 2000 diretto da Christopher Nolan. La
sceneggiatura è basata sul racconto del fratello del regista,
Jonathan Nolan, Memento Mori, che però è
stato pubblicato successivamente alla realizzazione del film. Il
film è stato candidato ai Premi Oscar 2002 come migliore
sceneggiatura originale e miglior montaggio.
Memento è uno dei
film che ha fatto la storia del cinema mondiale e che ha
contribuito a lanciare nell’Olimpo i fratelli
Christopher e Jonathan Nolan, in
grado di ammaliare il loro pubblico con astuzia e talento.
Questo film, che tiene lo
spettatore incollato allo schermo per tutta la sua durata, cerca di
far vedere allo spettatore il punto di vista del protagonista,
ponendo una riflessione sul valore dei ricordi e sul loro
senso.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Memento.
Memento film
1. La malattia del
protagonista esiste davvero. La condizione medica
sperimentata da Leonard nel film è una reale malattia che si chiama
Amnesia Anterograda e che consiste nell’incapacità di formare nuovi
ricordi dopo il danneggiamento dell’ippocampo. Durante gli anni
’50, i medici trattavano alcune forme di epilessia rimuovendo parti
del lobo temporale, causando gli stessi problemi di memoria.
2. Il film di basa sulla
storia di Jonathan Nolan. La sceneggiatura di Christopher Nolan si era basata sulla storia
scritta da suo fratello
Jonathan ed intitolata Memento Mori. In ogni
caso, la sceneggiatura è da considerarsi originale perché il
racconto del fratello è stato pubblicato dopo il che il film era
stato completato.
3. Il test di Sammy è un
caso reale di studio. Il test che viene fatto da Sammy
Jankis e che coinvolge degli oggetti elettrificati, si basa su un
caso di studio di vita reale su un paziente, comunemente noto come
HM, che ha sofferto della stessa forma di amnesia dopo l’intervento
chirurgico per una forma di epilessia grave.
Memento significato
4. Nolan ha spiegato come
approcciarsi al film. Lo stesso regista del film ha
spiegato che questo è stato realizzato cercando di narrarlo dal
punto di vista del protagonista che, soffrendo di amnesia, rimane
all’oscuro di molte informazioni e lo stesso capita, quindi, allo
spettatore. Ecco che, quindi, il film si scinde in due linee
temporali, una a colori che va temporalmente all’indietro e una in
bianco e nero che fa l’opposto.
5. Il valore e il senso dei
ricordi. Un film come Memento, decisamente
intricato e completamente diverso dal racconto classico, di base
cerca di lavorare, e di porre l’accento, sul valore e sul senso dei
ricordi, un modo per indagare l’universo interiore e complesso
dell’uomo, la sua emotività e le sue capacità mnemoniche.
Memento streaming
6. Memento è disponibile in
streaming. Chi volesse vedere per la prima volta o
rivedere Memento, è possibile farlo poichè disponibile su
diverse piattaforme in streaming digitale come Google Play e
iTunes.
Memento trailer
7. Un trailer
magnetico. Prima di vedere il film, è consigliabile dare
un occhio al trailer per non perdersi nemmeno un momento di
suspense. E, per non perdersi davvero niente, perchè non dare un
occhio anche al
trailer onesto?
Memento cast
8. Stephen Tobolowsky ha
sofferto di amnesia. L’attore, durante la sua audizione
per il personaggi di Sammy, ha menzionato a Christopher Nolan di
aver sperimentato personalmente l’amnesia. Alcuni anni prima gli fu
somministrato un antidolorifico sperimentale che indusse l’amnesia
per un intervento chirurgico a cui era stato sottoposto. Tobolowsky
ha ammesso che ciò potrebbe averlo aiutato ad ottenere la
parte.
9. Guy Pearce ha perso peso
per il film. Per realizzare Memento, Guy Pearce si è dovuto sottoporre ad una
dieta. L’attore, infatti, prima del film pesava circa 104 chili,
riuscendo a dimagrire in maniera progressiva prima delle
riprese.
10. Brad Pitt era
interessato a recitare nel film. Sembra che Brad Pitt l’attore avesse espresso un forte
interesse verso Memento, tanto da volervi recitare. Alla
fine, quando ha dovuto lasciar perdere il progetto a causa di altri
impegni, Nolan non ha considerato nessun altro attore di “serie A”
per il ruolo di Leonard, rendendosi conto che c’erano molti alti
attori di talento ma funzionali per il budget del film. Per questo
Nolan era stato molto vicino a scritturare Aaron Eckhart, per poi dare la parte a Guy
Pearce.
La AMBI Pictures finanzierà e
produrrà il remake di Memento, il
film che ha fatto conoscere al mondo intero il genio di
Christopher Nolan.
A produrre il film Monika
Bacardi e Andrea Iervolino con uno
stanziamento di 200 milioni di dollari.
Memento
uno dei film che è costantemente presente nelle classifiche dei
miglior film del mondo negli ultimi dieci anni e ogni persona che
l’ha visto almeno dieci vlte sente sempre o quasi la necessità di
vederlo ancora.
Tra gli altri progetti della AMBI ci
sono In Dubious Battle con
Nat Wolff, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall,
Ed Harris e Bryan Cranston;
Arctic Justice: Thunder Squad film
d’animazione con le voci di Franco, John Cleese, Alec
Baldwin, Angelica Huston e Heidi Klum;
Septembers of Shiraz con Salma
Hayek e Adrien Brody e molti altri
progetti, tra cui anche All Roads Lead to
Rome, girato a Roma con Sarah Jessica
Parker.
Apparentemente la TV non ne ha
ancora abbastanza di Melrose Place. L’eccentrica
serie degli anni ’90, già riavviato una volta negli anni 2010, sta
cercando di trovare di nuovo la strada per il piccolo schermo, e
questa volta con la partecipazione di Heather
Locklear (che all’epoca veniva sempre considerata una
“guest star speciale”, anche se una volta entrata nel dramma ha
subito preso il comando), Laura Leighton e
Daphne Zuniga che sono tornate per riprendere i
loro ruoli nell’ultimo riavvio, scritto da Lauren
Gussis.
Gussis sarà anche produttore
esecutivo insieme a Leighton, Zuniga, Tiffany
Grant e Jason Weinberg. Ecco il logline:
“Quando uno dei loro più cari amici muore improvvisamente, i
residenti OG di Melrose Place si riuniscono per onorare il defunto.
Ma la pentola a pressione che si crea a seguito della reunion
scopre vecchi traumi, riaccende vecchie storie d’amore, riaccende
vecchi risentimenti e rivela nuovi segreti… gettando i nostri
personaggi in un dramma caotico che ricorda il passato, ma con una
prospettiva molto più moderna”.
CBS Studios si occuperà del riavvio,
basato sulla serie creata da Darren Star.
L’originale Melrose Place è andato in onda per
sette stagioni su Fox tra il 1992 e il 1999. Lo spettacolo era
originariamente un dramma con Thomas Calabro, Josie
Bissett, Andrew Shue, Courtney Thorne-Smith, Grant Show, Doug
Savant, Vanessa A. Williams e Amy Locane,
e più tardi Daphne Zuniga. Poi Heather
Locklear si è unita come Amanda Woodward e sono iniziati i
fuochi d’artificio. Successivamente le aggiunte al cast includevano
Laura Leighton, Marcia Cross, Jack Wagner, Kristin Davis,
Rob Estes, Lisa Rinna e Brooke Langton.
Il riavvio Melrose Place è andato in onda su The
CW dal 2009 al 2010.
Presente tanto al cinema quanto in
televisione, l’attrice Melonie Diaz si è negli
anni costruita una carriera di tutto rispetto, partecipando ad
opere di importanti autori e serie TV di grande successo. La Diaz
ha saputo farsi notare per le sue interpretazioni brillanti, che le
hanno permesso di conquistare le attenzioni del pubblico, che
aspetta di vederla in un ruolo che possa consacrarne il
talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Melonie Diaz.
Melonie Diaz carriera
1 I film.
L’attrice debutta al cinema con il film Lords of Dogtown,
del 2005. Successivamente prende parte ai film Guida per
riconoscere i tuoi santi (2006), Be Kind Rewind – Gli
acchiappafilm (2008), Prossima fermata
Fruitvale Station (2013), Mr. Cobbler e la bottega
magica (2014), The Belko Experiment (2016),
Truffatori in erba (2018) e La prima notte del
giudizio (2018).
2 Le serie TV.
Altrettanto variegata è la carriera televisiva dell’attrice, che
negli anni ha preso parte a episodi di Law & Order – I due
volti della giustizia (2003), Nip/Tuck (2010),
CSI Miami (2010), Person of Interest (2011),
Girls (2014), Elementary (2017) e
Streghe, dove dal 2018 interpreta il ruolo della
protagonista Melanie Vera.
Melonie Diaz social network
3 Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 50,3 mila
persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago o ancora foto tratte dai
set o dalle premiere a cui l’attrice prende parte.
4 Ha un account su
Twitter. L’attrice è presente anche sul social network
Twitter, dove è seguita da 15 mila persone. Qui l’attrice è solita
aggiornare i fan riguardo i propri progetti, ma è anche solita
esprimere la propria opinione in merito alle notizie di politica e
attualità.
Melonie Diaz vita privata
5 È fidanzata.
L’attrice è molto riservata riguardo la sua vita privata, ma
tramite alcuni suoi post su Instagram è possibile stabilire che si
attualmente impegnata in una relazione con il fidanzato Octavio. La
festa del loro fidanzamento si è tenuta nel 2018, dove hanno
annunciato di convolare a nozze prossimamente.
Melonie Diaz Streghe
6 Ha difeso la
serie. L’attrice, figlia di portoricani, è tra le
protagoniste del reboot della serie Streghe. Questa è
stata al centro di alcune accuse da parte dei fan, per via di
alcuni cambiamenti etnici. La Diaz ha tuttavia difeso la serie a
spada tratta, affermando che l’intenzione era quella di realizzare
qualcosa che riflettesse l’attuale epoca storica e culturale,
realizzando un mondo il più inclusivo possibile. Per questo il suo
personaggio ha ottenuto origini portoricane, cosa non comune in
televisione.
7 Ha spinto affinché il suo
personaggio fosse omosessuale. L’attrice desiderava
particolarmente che, oltre alle origini portoricane, il suo
personaggio avesse un orientamento sessuale differente da quello
delle altre protagoniste. Ciò era in linea con l’idea di rendere la
serie il più aperta possibile ad un pubblico variegato, ed è così
che per il personaggio è stata costruita una storia sentimentale
con il personaggio Niko, detective della polizia di Hilltowne.
Melonie Diaz Prossima fermata
Fruitvale Station
8 Ha recitato con Michael
B. Jordan. L’attrice ha preso parte al film d’esordio di
Ryan Coogler, recitando accanto a Michael
B. Jordan nel ruolo di Sophina Mesa. La storia segue
l’ultimo giorno di vita di Oscar Grant, ventiduenne di colore
ammanettato e ucciso dalla polizia nonostante fosse disarmato. Il
film ha ricevuto in seguito ottime critiche.
Melonie Diaz nomination
9 È stata nominata più
volte. L’attrice vanta ad oggi una nomination agli
Independent Spirit Award come miglior attrice non protagonista per
il film Guida per riconoscere i tuoi santi, ricevuta nel
2007. Del 2014 è invece la nomination agli stessi premi, e nella
stessa categoria, per il suo ruolo in Prossima fermata
Fruitvale Station. L’attrice è stataa poi nominata ai Teen
Choice Awards come miglior attrice in una serie fantasy per il suo
ruolo in Streghe.
Melonie Diaz età e altezza
10 Melonie Diaz è nata a
New York, negli Stati Uniti, il 25 aprile 1984. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.
Attiva tanto per il cinema quanto
per la televisione, la giovane attrice Melissa
Roxburgh ha in breve tempo polarizzato su di sé le
attenzioni dell’industria e del pubblico. Distintasi per la sua
capacità di arricchire i ruoli ricoperti grazie al suo talento e al
suo carisma, l’attrice è oggi considerata una promessa della
recitazione, da cui aspettarsi molto in futuro.
Ecco 10 cose che non sai di
Melissa Roxburgh.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Melissa Roxburgh e JR Ramirez
5. Ha una relazione con un suo
collega. Sul set della serie Manifest, la
Roxburgh conosce l’attore JR Ramirez, il quale
interpreta il ruolo del detective Jared Vasquez. Nella serie i due
sono ex fidanzati, ma nella realtà formano realmente una coppia.
Seppur non abbiano fatto alcun annuncio pubblico per loro, sono
stati visti insieme in più occasioni e fonti a loro vicine hanno
confermato la relazione, che sarebbe iniziata all’incirca durante
l’estate del 2019.
4. Sono molto riservati. La
notizia della loro relazione ha colto di sorpresa molti dei loro
fan, i quali non sospettavano nulla a riguardo. I due attori sono
infatti estremamente riservati e sui loro profili è difficile
imbattersi in post che possano rivelare qualcosa della loro
relazione. Ancora oggi che questa è stata resa nota, i due
continuano a non rilasciare dichiarazioni, né elementi che
potrebbero alimentare il dibattito sulla loro vita
privata.
Melissa Roxburgh in Supernatural
3. Ha interpretato due ruoli
diversi. All’interno della serie Supernatural,
l’attrice è comparsa in doppie vesti. Nel 2012, infatti, recita nel
ruolo di Lila Taylor nell’episodio Time after Time, della
settima stagione. Questo suo personaggio viene ricordato per essere
stato l’amante del dio Chronos. Due anni dopo, nel 2014, la
Roxburgh ha invece recitato nell’episodio Bloodlines della
nona stagione, nei panni di Violet Duval, la quale ha la
particolarità di essere un licantropo.
Melissa Roxburgh in Legend of
Tomorrow
2. È stata guest star della celebre
serie. Nel 2016 l’attrice prende parte all’episodio
Night of the
Hawk, l’ottavo della prima stagione di Legends of
Tomorrow. Qui interpreta il ruolo di Betty Seaver, compagna di
Tommy Fuller. Per l’attrice si è trattata della seconda incursione
nell’universo televisivo della DC Comics denominato Arrowverse.
Pochi anni prima aveva infatti recitato, con un personaggio
differente, in due episodi della serie Arrow.
Melissa Roxburgh: età e altezza
1. Melissa Roxburgh è nata a
Vancouver, in Canada, il 10 dicembre 1992. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
Melissa McCarthy è
la regina delle commedie del nostro tempo. Carattere brioso e
ironico, viso espressivo e capacità comica l’hanno resa una delle
attrici più in gamba degli ultimi anni, dando una valore aggiunto
con la sua presenza a film che raggiunto il successo.
Ha iniziato con diversi ruoli
marginali in diversi film, per poi approdare in Una mamma per
amica, che è stata la sua casa per diversi anni e che l’ha fatta
conoscere al grande pubblico. Da qui in poi Melissa non si è più
fermata, continuando a tener compagnia a far ridere milioni di
persone.
Ecco 10 cose che non sai su Melissa
McCarthy.
Melissa McCarthy: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in numerosi
film di successo. La carriera dell’attrice è
iniziata con il film Go – Una notte da dimenticare
nel 1999. In seguito, all’inizio degli anni 2000 recita in Chi
ha ucciso la signora Dearly (2000), Charlie’s Angels
(2000), Duetto a tre (2002), Charlie’s Angels – Più
che mai (2003) e Piacere, sono un po’ incinta (2010).
Il grande successo arriva grazie a Le amiche della sposa
(2011). Da quel momento ha recitato in celebri film come Questi
sono i 40 (2012), Io sono tu (2013), Una notte da leoni 3
(2013), Corpi da reato (2013), Tammy (2014) e
St. Vincent (2014),
Spy (2015), The Boss (2016), Ghostbusters
(2016), Copia originale (2018),
Life of the Party (2018), Pupazzi senza gloria
(2018) e Le regine del crimine (2019).
2. È nota anche per diverse
serie televisive. A rendere estremamente popolare
l’attrice prima del cinema ci ha però pensato la televisione. La
McCarty è infatti nota per aver recitato dal 2000 al 2007 nella
seri Una mamma per amica, interpretando il ruolo di Sookie
St. James, la migliore amica di Lorelai. Dopo aver partecipato
anche alla serie Samantha chi? dal 2007 al 2009, nel 2010
recita, come protagonista, nella serie Mike & Molly,
terminata nel 2016. Sempre nel 2016 partecipa ad un episodio di
Una mamma per amica: Di nuovo insieme. Nel 2021 recita
invece in Nove perfetti sconosciuti.
3. È stata candidata al
premio Oscar. Ad oggi la McCarthy vanta ben due nomination
al premio Oscar. La prima di queste è arrivata nel 2012 come
miglior attrice non protagonista per Le amiche della
sposa. Nel 2019 viene invece candidata come miglior attrice
per Copia originale, interpretando la biografa e falsaria
Lee Israel. Si è trattato questo di un ruolo che ha visto l’attrice
trasformarsi esteticamente, dando prova anche di ottime doti
drammatiche.
Melissa McCarthy nel 2020
4. Ha lavorato a diversi
nuovi progetti. Oggi più attiva che mai, la McCarthy si
divide tra lavori come attrice ma anche come sceneggiatrice e
produttrice. A partire dal 2020 ha infatti recitato in
Superintelligence, Thunder Force e Il
nido dello storno. Avrà poi un cameo nell’atteso Thor:
Love and Thunder e ha da poco concluso le riprese della serie
God’s Favorite Idiot, di cui è anche sceneggiatrice e
produttrice, e del film La
sirenetta. In quest’ultimo, versione live action del
classico Disney, interpreta la cattiva Ursula.
Melissa McCarthy, il marito e le
figlie Vivian e Georgette Falcone
5. Ha lavorato in più
occasioni con il marito. Da sempre molto riservata circa
la propria vita privata, la McCarthy non ha mancato però di
condividere con i suoi fan alcuni eventi per lei molto
significativi. Il primo di questi è stato l’8 ottobre del 2005,
quando ha sposato il suo storico fidanzato Ben
Falcone, attore e regista. I due hanno poi in più
occasioni anche collaborato in numerosi film, sia entrambi come
attori o come regista e attrice. Tra i progetti che li hanno visti
lavorare insieme si ritrovano Le amiche della sposa, Io sono
tu, Corpi da reato, Tammy, Spy, The Boss, Pupazzi senza gloria
e Thunder Force.
6. Ha avuto due
figlie. Nel maggio del 2007 è nata la prima figlia della
coppia, Vivian Falcone, mentre nel marzo del 2010
è arrivata la secondogenita Georgette. Con la
nascita delle figlie l’attrice ha dichiarato di aver sentito molta
responsabilità nella loro protezione, ma anche diverse
responsabilità nei confronti di sé stessa. Anche per le figlie,
infatti, l’attrice ha deciso di prendersi più cura di sé, facendo
molta attenzione alla propria salute.
Melissa McCarthy oggi è
dimagrita
7. Ha perso molto
peso. Nel film Life of the Party, diretto dal
marito Ben Falcone e uscito negli Stati Uniti l’11
maggio 2018, Melissa McCarthy ha mostrato un corpo diverso. In
questa commedia, infatti, la si vede con circa 35 chili in meno.
L’attrice ha seguito una dieta chetogenica: questa dieta si basa
sulla riduzione ei carboidrati, assumendone non più di 50 gr al
giorno. Così facendo, l’organismo viene obbligato a produrre in
maniera autonoma il glucosio e ad aumentare il consumo energetico
dei grassi che sono contenuti nel tessuto adiposo.
8. Sostiene canoni di
bellezza alternativi. L’attrice ha sempre sostenuto l’idea
che essere magre non significa stare bene con sé stesse, ma
significa perseguire un modello che in realtà non esiste. Nel mondo
milioni di donne non si sento a proprio agio con il loro corpo,
perché la società offre un modello da seguire che nella realtà dei
fatti rappresenta lo 0,5% della popolazione. La McCarthy sostiene
però anche la ricerca della salute del corpo, cosa che perdere i
chili di troppo le ha permesso di perseguire con maggiori
risultati.
Melissa McCarthy è su
Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. La McCarthy ha un account Instagram ufficiale,
seguito da più di 10 milioni di persone. Il suo profilo è ricco di
foto che la vedono spesso protagonista sia in momenti lavorativi
che quotidiani e che esprimono al meglio il suo carattere brioso,
socievole, ironico e autoironico. Melissa ha usato questo social
per mostra la sua nuova condizione fisica: perdere 35 chili non è
uno scherzo e lei si è dimostrata molto fiera del risultato
raggiunto e dell’impegno che ci ha messo, lavorando sodo, dritta
verso l’obiettivo.
Melissa McCarthy: età a e altezza dell’attrice
10. Melissa McCarthy è nata
il 26 agosto del 1970 a Plainfield, nell’Illinois,
Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.57
metri.
ìSembra difficile immaginarlo, per
quella notorietà arrivata solo di recente, ma è da quindici anni
che Melissa McCarthy (classe 1970) influenza in
modo trasversale la commedia americana, coprendo ogni mezzo di
comunicazione, dal piccolo al grande schermo, dagli sketch in tv al
serial, finendo inevitabilmente per diventare la beniamina
di un genere prima tramontato e oggi rifiorito grazie a certi
autori in una primavera delle idee, e per fortuna, anche degli
incassi. Melissa, un nome che per assonanza di suono fa pensare
alla parola “melassa” e quindi alla radice latina da cui proviene,
“miele”: da attrice comica di razza purissima, la McCarthy è sempre
servita come dolcificante naturale in questi tempi bui di crisi e
nessuna ragione per ridere, e ci piace pensare che il suo è stato
un viaggio di formazione iniziato quasi con discrezione, sul set di
Una mamma per
amica, proseguito con più consapevolezza nei sei
anni di Mike & Molly, infine esploso
nella triplice collaborazione con Paul Feig,
l’ormai regista prediletto che l’ha voluta in Le amiche
della sposa, Spy e Ghostbusters. Un
cucchiaino di miele alla volta.
Non si può separare Melissa
McCarthy dal suo corpo, visibilmente abbondante ma mai
ostentato. Chi crede che il peso sia l’unità di misura delle
risate, chi non riesce ad abbattere gli ostacoli della forma per
arrivare al cuore, dovrebbe ricordare la meravigliosa carriera di
uno straordinario e mai dimenticato interprete come John Candy, a cui forse la McCarthy
deve tutto, e con lei un’intera generazione di commedianti. Nel
modo in cui usava quel corpo diverso dagli standard ammessi dalla
società, ondeggiando tra le battute, nascondendo una profonda
malinconia. I “ciccioni” non sono divertenti perché sono tali, i
ciccioni sono divertenti perché hanno trovato una strada
alternativa, più difficile degli altri, per far divertire la gente;
una strada che nella maggior parte dei casi lascia loro lontani dai
riflettori seppelliti da un indistinto rumore. Il rumore delle
risate.
Bello e venato da forti
contraddizioni l’incipit di Mike & Molly,
la sit com della CBS che vede Melissa McCarthy
protagonista per sei stagioni, con un uomo e una donna (i Mike e
Molly del titolo) che si conoscono ad una riunione di obesi
anonimi. Le geniali trovate degli americani, fondere un’antica
tradizione narrativa (l’incontro casuale) a una situazione
provocatoria e inusuale, dove gli eroi dell’assurdo sono due
persone sovrappeso che completano se stessi attraverso il disagio e
l’inadeguatezza al mondo che li circonda. Come era altrettanto
bello il ritratto di Sookie, la cuoca dal sorriso contagioso di
Una mamma per amica, un comprimario che
però riusciva a imprimere sulla serie un ritmo scanzonato, quasi di
consolazione dopo lunghe battaglie (verbali ovviamente).
Ghostbusters: recensione del film con
Melissa McCarthy
La televisione è solo un trampolino
di lancio per la McCarthy e il piccolo schermo non è l’unico media
con cui decide di travolgere il pubblico: passa da un ruolo
secondario all’altro dalla fine degli anni Novanta al 2011, il vero
turning point della sua carriera finora silenziosa.
L’incontro con Paul Feig è stato decisivo, e non
perché Le amiche della sposa abbia
segnato la storia del box office con risultati da capogiro (fatto
eclatante trattandosi di una commedia al femminile); Feig sembra
aver investito più degli altri sulla comicità dell’attrice,
trasformando quello stesso corpo docile e morbido in una macchina
trasformista, volgare e chiassosa. Il “peso” di Melissa
McCarthy diventa, da Le amiche della
sposa in poi, un fattore determinante per la riuscita
del film in cui recita, perché è lei a dare il tempo ai colleghi,
alle battute, oltretutto portando avanti un’idea di sovranità
femminile in un genere dominato finora dagli uomini. Come in
Corpi da Reato, insieme a Sandra
Bullock, grazie al quale Feig rivisita il buddy
movie, o meglio in Spy, commedia di
spionaggio trainata dai mille volti della McCarthy.
Un uragano di critiche ha travolto
il reboot “rosa” di
Ghostbusters, sempre a opera di Paul Feig, ancor prima dell’uscita
nelle sale: nel mondo reale al di là della finzione, un film dove
una donna di colore, una bionda sboccata, una scienziata un po’
stramba e una signora sovrappeso vengono scelte come nuove
interpreti dell’infanzia di molti, era condannato al disastro. La
verità è che queste quattro icone della femminilità hanno scosso le
fondamenta di un sistema arrugginito, scacciando via i fantasmi del
passato e catturando la vera essenza della modernità. Contro tutto
e tutti, le previsioni e le maledizioni, gli insulti e la povertà
intellettuale, le donne hanno finalmente conquistato il primato
della commedia a poco a poco. Un cucchiaino di melassa alla volta,
come vuole la regina assoluta del momento: Melissa
McCarthy.
Due anni fa Melissa
McCarthy venne nominata agli Oscar per la categoria
Migliore attrice non protagonista. L’attrice arriv sul red carpet
con un magnifico abito drappeggiato (foto a destra), realizzato per
lei da Marina Rinaldi, ma quello che fino ad ora
non sapevamo era che prima di ricevere un sì dalla marca, la
McCarthy ha ricevuto parecchi no da altre maison di alta moda, che
si sono rifiutate di realizzare un vestito per la sua grande notte.
E pensare che per qualsiasi stilista essere presente su quel
tappeto rosso e sfilare addosso ad un’attrice famosa e amata, oltre
che nominata, sarebbe un grandissimo onore! La risposta immadiata
di una qualsiasi maison sarebbe potuta anche essere che “l’attrice
non rientra nelle taglie compione”, ma è pur vero che si trattava
degli Oscar e che l’abito su misura è la prassi.
La triste realtà è che nessuno
stilista chiamato in causa ha voluto, immaginiamo, vedersi
accostare ad una donna dalle forme decisamente abbondanti, come la
McCarthy, discriminando non solo l’attrice, ma anche milioni di
donne che sono fisicamente simili a lei.
Dopo questo spiacevole incidente,
nonostante ne sia uscita a testa alta, Melissa ha deciso di
realizzare una linea di abbigliamento ‘comoda’, che dia alle
persone grasse la possibilità di indossar abiti belli e ben fatti.
Ecco cosa ha infatti dichiarato l’attrice a Redbook: “Non
capisco perchè se sei di una certa misura, i designers pensano che
il tuo livello di gusto nell’abbigliamento sia basso e tu abbia
pochi soldi da spendere in vestiti. La qualità e la costruzione di
questi vestiti sono spesso cattive. Trovare una bella t-shirt
o un bel paio di pantaloni a sigaretta di unbuon tessuto è quasi
impossibile. I vestiti per taglie forti sono spesso super
economici.” La decisione di creare una linea di abbigliamento
per taglie forti, insieme a Daniella Pearl, nasce quindi anche dal
desiderio di porre rimedio a questa situazione che coinvolge
tantissime persone e di cui nessuno parla.
Melissa
McCarthy è l’attrice che ha più probabilità, sulla carta,
di diventare la protagonista del remake/reboot/sequel (o qualunque
cosa sia) di Ghostbusters, in film che
sarà completamente al femminile diretto da Paul
Feig.
L’attrice nominata all’Oscar proprio
per Le Amiche della Sposa, in cui è stata
diretta da Feig, ha dichiarato, ospite da Ellen
Degeneres, di essere disponibile a fare il film: “Sono
disponibile. Ho avuto scontri con i fantasmi e anche se non li
avessi avuti, direi che li ho avuti. Sto solo dicendo di essere
disponibile per un’audizione.” Aggiungendo poi rispetto alla
versione al femminile del film: “È l’idea migliore del
mondo.”
Secondo le informazioni trapelate
dalla Sony dopo il Sony Hack, tra le attrici nel mirino della Major
ci sarebbero, oltre alla McCarthy, anche Emma Stone, Rebel
Wilson, Jilian Bell e Cecily Strong.
In una recente intervista
con The Hollywood
Reporter, la candidata
all’Oscar Melissa
McCarthy ha parlato della sua preparazione
per interpretare la malvagia Ursula
nell’adattamento live-action della Disney de
La
Sirenetta. L’attrice ha rivelato che
le drag queen sono state una delle sue principali ispirazioni per
la strega del mare preferita dai fan.
“C’è qualcosa in Ursula,
è quell’umorismo irriverente, è quel morso, è la sua vulnerabilità,
è il suo dolore, è come ti copri, come qual è la tua
armatura“, ha spiegato
McCarthy. “Penso che Ursula sia il suo trucco, è la
sua posizione, la sua postura, il suo spirito acerbo“, ha
detto la star. “Penso che sia ciò che il drag fa così bene
e penso che lo facciamo dall’inizio dei tempi, quindi di certo non
voglio fermarmi ora.”
McCarthy non è sola nel suo confronto tra drag. In
effetti, la stessa Ursula è stata ispirata dalla
famosa drag queen, Divine.
La sirenetta, la trama e
il cast del film
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato
all’Oscar Rob Marshall (Chicago, Il
Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due
volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di
Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle
canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award Alan
Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi
di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Melissa McCarthy è
la protagonista di The Boss, la nuova
commedia Universal di cui vi seguito vi mostriamo il trailer.
Melissa interpreta Michelle Darnell,
una donna d’affari arrestata per inside trading. Liberata dopo
sei mesi, è costretta a trasferirsi a casa della sua impiegata,
interpretata da Kristen Bell, che era solita
torturare.
Nel cast del film compaiono
anche Peter Dinklage, Kathy Bates
e Kristen Schaal.
Il film è stato scritto dalla
McCarthy insieme a Steve Mallory e al
marito, Ben Falcone, che dopo averla diretta
in Tammy, torna dietro la macchina da
presa per The Boss.
Entertainment Weekly ci mostra in
esclusiva la prima immagine ufficiale di Melissa
McCarthy (Le amiche della sposa, Corpi da reato)
e Kristen Bell (Veronica Mars) tratta
dalla commedia Michelle Darnell, diretto
da Ben Falcone, marito della McCarthy con il quale
l’attrice aveva già lavorato in Tammy. Potete vedere la
foto di seguito:
Basato sul personaggio ideato dalla
stessa McCarthy, Michelle Darnell racconta la storia di un
industriale che viene mandata in prigione a causa di una serie di
false operazioni in Borsa effettuate a suo favore attraverso
l’utilizzo di informazioni riservate. Quando verrà rilasciata,
però, non tutte le persone alle quali ha rovinato la vita saranno
disposte a perdonarla tanto facilmente.
Michelle Darnell uscirà al
cinema l’8 aprile 2016.
Si intitola The
Boss la nuova commendia di Ben
Falcone con protagoniste Melissa McCarthy
e Kristen Bell. Di seguito vi proponiamo cinque
clip dal film che arriverà nelle nostre sale il prossimo 16
giugno.
Melissa McCarthy (Le Amiche Della Sposa) interpreta
Michelle Darnell, una imprenditrice di successo finita in prigione
per insider trading.
Rilasciata sei mesi dopo e forzata a trasferirsi da una sua
antica dipendente che lei era solita tormentare (Kristen Bell),
trascorrerà molto tempo con la figlia di quest’ultima e deciderà di
creare una nuova impresa di produzione di dolci al
cioccolato.
Basato su un personaggio ideato dalla stessa McCarthy
durante i suoi studi teatrali, riscritto con il marito e regista
Ben Falcone e l’amico Steve Mallory.
Cinque anni dopo l’uscita di
Ghostbusters (2016), Melissa McCarthy ha risposto alle pesanti
critiche che ha ricevuto il film. Il terzo film della
serie era sostanzialmente un remake del film omonimo del 1984,
ma con un cast tutto femminile che prendeva il posto dei membri
della squadra titolare. Con McCarthy,
Kristen Wiig, Kate McKinnon e
Leslie Jones, il riavvio tutto al femminile ha
ricevuto recensioni contrastanti da numerosi fan e critici. Ciò ha
contribuito a un fallimento al botteghino, con il film che ha
incassato solo 222,9 milioni di dollari, segnando una perdita di 70
milioni di dollari (dati forniti da Box Office Mojo).
I fallimenti del film hanno portato
molti a credere che il franchise fosse ufficialmente morto, ma è
tornato in grande stile. Il 2021 ha visto l’uscita di
Ghostbusters: Legacy, mentre a giorni arriverà
anche in Italia Ghostbusters: Minaccia Glaciale, e
potrebbe anche esserci un Ghostbusters 6.
Tuttavia, anche con il franchise che ritorna al suo antico
splendore, il film del 2016 continua a essere visto con sospetto.
McCarthy ha dovuto sopportare il feedback negativo che non era
sempre giustificato.
Quando nel 2015 è stato annunciato
un Ghostbusters tutto
al femminile, la reazione negativa è stata immediata. Il trailer
ufficiale sul canale YouTube di Sony ha 1,1 milioni di Non mi piace
e i trailer successivi hanno ricevuto livelli simili di
disapprovazione. I commenti per lo più contestavano il casting,
lamentandosi di “doppi standard” e “riavvii non originali”. L’odio
verso il film è diventato così intenso che ha ricevuto diverse
valutazioni negative su IMDb anche prima della sua uscita. Tattiche
simili sono state utilizzate per altri progetti guidati da donne
come Barbie e La
Sirenetta, ma è successo in particolare nel MCU con Captain
Marvel e She-Hulk. Il team creativo
dietro Ghostbusters ha addirittura affrontato
l’accoglienza negativa, aggiungendo una scena nel film in cui la
troupe legge commenti odiosi su YouTube.
Melissa McCarthy è
intervenuta in difesa di Ghostbusters (tramite ET
Canada), esprimendo la sua confusione sul motivo per cui ha
ricevuto una reazione così intensa. McCarthy ha già difeso il film
e il casting in diverse interviste, sottolineando il “gruppo” di
persone che ritengono necessario odiare il riavvio. I commenti non
erano solo misogini, ma Jones è stata anche accusata di promuovere
stereotipi razziali, pur essendo allo stesso tempo bersaglio di
attacchi razzisti sui social media. Con un sentimento ripreso sia
dal cast che dal regista, McCarthy ha spiegato i suoi sentimenti
riguardo alla reazione “piena di odio”, dicendo:
“Non c’è fine alle storie che
possiamo raccontare, e ci sono così tanti riavvii, rilanci e
interpretazioni diverse, e dire che qualcuna di esse è sbagliata,
semplicemente non capisco, non capisco la gara a chi può essere il
più negativo e il più pieno di odio. Tutti dovrebbero essere in
grado di raccontare la storia che vogliono raccontare. Se non vuoi
vederlo, non sei obbligato a vederlo”.
I riavvii possono essere un successo
o un fallimento, spesso faticando a conquistare la fan-base
consolidata e a attirare nuovo pubblico. Alcuni falliscono perché
sono troppo diversi dal materiale originale, mentre altri soffrono
perché non sono abbastanza diversi. Mentre
Ghostbusters cercava di raccontare una nuova
storia in questo mondo, la reazione sessista nei confronti del cast
tutto femminile ha condannato il film al fallimento.
All’apice di una strabiliante
carriera di attrice comica, Melissa McCarthy ha
deciso di interpretare e co-dirigere assieme al marito Ben
Falcone il nuovo film Tammy, di cui sono
anche gli sceneggiatori. La New Line infatti, dopo
aver acquistato i diritti dello scipt e aver dovuto rinunciare a
diversi registi, ha deciso di lasciare alla coppia le redini del
progetto.
La McCarty e Falcone, dopo aver
lavorato assieme in Bridesmaids, hanno fondato la
casa di produzione One The Day che attualmente sta
trattando con la Universal i diritti per una nuova biografia su
Michelle Darnell e di un romanzo di Bruce Eric
Kaplan. La McCarthy tornerà sui nostri schermi il prossimo
mese con Identity Thief e con The
Heat in compagnia di Sandra
Bullock.
Con una carriera iniziata in
televisione e proseguita al cinema, l’attrice Melissa
Leo ha conquistato ruolo dopo ruolo sempre maggiori
attenzioni e onori. A partire dal nuovo millennio, in particolare,
ha avuto modo di partecipare ad una serie di importanti titoli che
ne hanno messo in luce la versatilità e il talento, portandola ai
massimi riconoscimenti dell’industria. Ad oggi l’attrice continua
ad essere particolarmente impegnata, divisa tra produzioni di vario
genere, e sempre pronta a dimostrare nuove sfumature del proprio
talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Melissa Leo.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Melissa Leo in The Fighter
5. Non si sentiva giusta per la
parte. Nel film The Fighter, l’attrice interpreta
il ruolo della madre dei due personaggi principali. Tuttavia,
inizialmente, la Leo non era sicura di accettare la parte, poiché
si considerava troppo giovane per questa. L’attrice, infatti, aveva
soltanto 11 e 14 anni in più ai due attori protagonisti. Il regista
riuscì però a tranquillizzarla a riguardo, affermando che grazie al
trucco e alle luci avrebbe potuto tranquillamente sembrare la vera
madre dei due. Dopo alcuni test, la Leo si convinse del risultato e
accettò la parte che poi l’avrebbe portata all’Oscar.
4. È sempre rimasta nel
personaggio. Attrice devota e pronta a tutto per dar vita
ai propri personaggi, la Leo decise di rimanere nei panni di Alice
Ward anche durante le pause tra le riprese. Ciò le permise di
calarsi meglio nel ruolo, prendendo confidenza con il suo modo di
pensare, muoversi e agire. Aggirandosi tra le location con anche i
costumi del personaggio indosso, l’attrice venne spesso scambiata
dai residenti locali per la vera Alice Ward, a dimostrazione di
quanto la mimesi attuata dalla Leo fosse estremamente fedele e
realistica.
Melissa Leo in Prisoners
3. Si è trasformata fisicamente per il
ruolo. Nel thriller Prisoners, l’attrice
interpreta il ruolo di Holly Jones, zia di Alex, sospettato del
rapimento alla base del film. La Leo, che è solita cercare di
trasformarsi quanto più possibile per calarsi meglio nei panni dei
propri personaggi, richiese di poter indossare una parrucca grigia,
e si fece inoltre preparare dai costumisti un posteriore in
gommapiuma che potesse darle un aspetto più goffo. Inoltre, per
caratterizzare ulteriormente la trasandatezza del personaggio,
impedì che gli occhiali indossati venissero puliti alla fine di
ogni giornata, così da mantenere quello sporco naturale.
Melissa Leo: chi è suo marito?
2. È molto riservata sulla propria
vita personale. L’attrice è tanto devota all’arte della
recitazione quanto legata alla propria privacy, da lei sempre
difesa. Della sua vita al di fuori delle scene, infatti, si sa
molto poco. Attualmente, non è infatti dato sapere se l’attrice
abbia o meno una relazione in corso, e ad ogni modo non sembra
essere sposata. L’unica notizia riguardo alla propria vita
sentimentale è quella che l’ha vista legata per un breve tempo
all’attore John Heard, con il quale ha avuto un figlio nel
1987.
Melissa Leo: età e altezza
1. Melissa Leo è nata a New
York, Stati Uniti, il 14 settembre del 1960. L’attrice è
alta complessivamente 163 centimetri.
Finalmente, dopo mesi di
rimaneggiamenti, tribolazioni e incertezze, pare che finalmente il
nuovo progetto di Antoine Fuqua, l’action-thirller
intitolato The Equalizer, abbia iniziato a prendere
copro, e già si è fatto un gran parlare della possibile
partecipazione dell’attrice Melissa Leo, reduce del successo
di Oblivion, per il ruolo principale. Nelle scorse
settimane era comunque già stata confermata la presenza di
Denzel Washington nel ruolo di primo piano, l’agente dei
servizi segreti della CIA Robert McCall che prende il nome dal
titolo.
Riconfermati inoltre anche i ruoli
per Chloe Moretz e Marton Csokas. Se la notizia
venisse confermata ufficialmente, allora Fuqua tornerebbe
nuovamente a collaborare con la Leo e Washington a breve distanza
dal precedente sodalizio in Olypus Has Fallen.
L’attrice americana nel frattempo sarà presto nei cinema americani
nei panni di Mamie Eisenhower in The Butler, oltre a
ritornare al fianco di Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal
in Prisoners.
Continua il casting del
Fantascientifico Oblivion,
che sarà interpretato fra gli altri da Tom Cruise
e diretto da Joseph Kosinski. Oggi si aggiunge
alla rosa degli attori già confermati Melissa Leo,
apprezzata nel ruolo di madre-manager in The Fighter. Fra gli altri
nel film ci sono già Andrea Riseborough, Olga
Kurylenko e Morgan Freeman. Ricordiamo che la storia
vede un uomo, addetto alla manutenzione su una Terra contaminata,
alle prese con un capovolgimento delle sue convinzioni, dopo
l’incontro con una donna misteriosamente precipitata sulla
superficie.
Melissa Benoist una
dellle attrici che si è rivelata molto brillante e talentuosa, in
grado di conquistare il pubblico e farsi apprezzare per le proprie
abilità. Presente nello star system da circa dieci anni, l’attrice
è stata in grado di scegliere i titoli migliori, tra film e serie
tv, e a costruirsi una carriera solida.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Melissa Benoist.
Melissa Benoist: i suoi film
1. Ha recitato in noti
film. La carriera dell’attrice americana è iniziata nel
2008, quando partecipa alla realizzazione del film
Tennessee. Successivamente appare in Whiplash (2014), La
canzone della vita – Danny Collins (2015) e La risposta è nelle
stelle (2015). Tra i suoi ultimi progetti cinematografici,
vi sono Boston – Caccia
all’uomo (2016), Lowriders (2017), Sun
Dogs (2017) e Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood
(2019).
2. La sua è più una carriera
seriale. Nonostante sia apparsa per diverse volte sul
grande schermo, Melissa Benoist ha più volte scelto le serie tv,
indirizzandovi la propria carriera. L’attrice, infatti, ha lavorato
in Law & Order: Criminal Intent (2010), Blue
Bloods (2010), The Good Wife (2011), Glee (2012-2014),
Supergirl (2015-2021),
The Flash (2016-2019) e
Arrow (2016). Tra i
suoi ultimi lavori sul piccolo schermo, si citano Legends of Tomorrow
(2016), Waco (2018) e Batwoman (2019).
Melissa Benoist in Supergirl
3. È stata attratta da molte
qualità della protagonista. L’attrice è stata una delle
prime ad essere ingaggiata nel cast della serie Supergirl.
Lei stessa ha dichiarato di essere rimasta molto colpita dal
personaggio perché non solo un’eroina e una donna molto forte e
combattiva, ma anche per il fatto di essere dotata di grande
umanità e di molte sfaccettature.
4. Ha cantato anche in
questa serie. Oltre alla recitazione, tutti gli attori
della serie, cioè Melissa Benoist, Chris Wood, Jeremy Jordan,
Chyler Leigh, Mehcad Brooks, David Harewood e Laura Benanti, sanno
cantare. Secondo l’attrice, l’idea di un episodio musicale è
diventata una specie di barzelletta nel cast. Tra l’altro, nel
2016, è stato annunciato un crossover tra Supergirl e
The Flash, interpretato da Grant Gustin,
anche lui proveniente dal set di Glee.
Melissa Benoist in
Glee
5. Ha fatto diverse
audizioni. Per ottenere poter partecipare in
Glee, ed ottenere il ruolo di Marley Rose, la Benoist ha
dovuto fare diversi provini. La stessa attrice ha dichiarato che
“Ho il provino per la prima volta a New York al Rounabout
Theatre Company e poi ho fatto cinque audizioni, tutti con canzoni
diverse. Ho cantato una canzone di Regina Spektor, Fidelity, un
paio di canzoni dei musical teatrali e le ultime canzoni da me
cantate sono state King of Anything di Sara Bareilles e un brano di
Colbie Caillat. Poi ho fatto due test in California per il creatore
Ryan Murphy e il suo team”.
6. Ha sentito pressione per
il ruolo. Il fatto di entrare nel cast di Glee, è
stata per lei una transizione e all’inizio ha sentito molta
pressione, soprattutto per il fatto di riempire un ruolo nella
stanza che mancava e stare insieme a un cast già rodato da tempo.
Nonostante ciò, l’attrice si è sentita piena di vita e rinnovata,
riuscendo ad emergere e farsi notare.
Melissa Benoist, Blake Jenner e
Chris Wood
7. È stata sposata con il
collega. La Benoist e Blake Jenner si
sono conosciuti dividendo il set di Glee nel 2012. I due si sono
incrociati il primo giorno e da lì è subito scattato qualcosa tra
loro. Cominciando a frequentarsi quasi subito, la coppia si è poi
sposata nel 2013. Dopo tre anni di matrimonio, tuttavia, i due sono
arrivati al divorzio nel 2017, dopo essersi già separati nel 2016.
Tra i motivi del divorzio pare ci siano le solite differenze
inconciliabili dettate dalle proprie carriere lavorative.
8. Ha sposato un altro
attore. Dopo il divorzio da Jenner, l’attrice ha iniziato
a frequentarsi nel 2017 con il collega Chris Wood, con il quale ha
ufficializzato il fidanzamento nel febbraio 2019. I due si sono poi
sposati nel settembre di quello stesso anno, mentre nel settembre
del 2020 è nato il loro primo figlio.
Melissa Benoist è su Instagram
9. Ha un profilo ufficiale
Instagram. Anche l’attrice ha deciso di aprire un proprio
account ufficiale Instagram, seguito da qualcosa come 4,7 milioni
di persone. La sua è una bacheca molto variopinta e piena di foto
che ritraggono la natura e che la vedono protagonista di momenti di
svago, lavoro e tanta vita quotidiana. Seguendola si potrà dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue attività.
Melissa Benoist: età e altezza
10. Melissa Benoist è nata
il 4 ottobre del 1988a Littleton, nel
Colorado. La sua altezza complessiva corrisponde a 173
centimetri.
Melissa Benoist è
uno dei volti emergenti di Hollywood. Lanciata dalla serie
Glee e presente nel cult premio Oscar
Whiplash, Melissa
Benoist è la protagonista dell’atteso
Supergirl televisivo, ma non rinuncia a
partecipare a film indipendenti.
Lowriders
è uno di questi, diretto da Ricardo de
Montreuil e prodotto dalla Blumhouse Productions, che
ha contribuito alla realizzazione proprio di quel gioiello che è
Whiplash. Nel cast sono già confermati
, Gabriel
Chavarria, Theo Rossi
e Yvette Monreal. La Benoist, che ha ottenuto
il ruolo battendo Nicola Peltz
e Lily Collins,
interpreteràLorelei, la fidanzata del
protagonista, un teenager diviso tra il padre tradizionalista e il
fratello membro di una gang che decide di partecipare
all’annuale supershow per veicoli lowider, le cui sospensioni sono
modificate per consentire l’estremo abbassamento delle auto.
Vedremo Melissa
Benoist anche in Danny Collins,
al fianco di Al Pacino.
E’ stata diffusa una nuova foto
ufficiale di Supergirl, l’annunciata
prossima serie con protagonista l’attrice Melissa
Benoist e basata sul noto personaggio dell’universo DC
Comics.
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Melissa interpreterà Kara
Zor-El, scappata da Krypton poco prima della sua distruzione. Dal
momento del suo arrivo sulla Terra, Kara ha nascosto i poteri che
condivide con il famoso cugino, ma ora, a 24 anni, decide di
abbracciare le sue abilità superumane e di diventare l’eroe che ha
sempre sognato di essere. Supergirl andrà in onda su CBS.
La scelta di Melissa
Benoist ha da subito raccolto consensi, e anche Stephen
Amell e lo stesso GrantGustin, alias Arrow e
The Flash, hanno fatto le congratulazioni
all’attrice via Twitter.
Il regista di Scream
VIIChristopher Landon ha risposto alla
notizia del
licenziamento di Melissa Barrera da parte di
Spyglass Media a seguito dei suoi post sui social media sul
conflitto Israele-Hamas. Landon originariamente aveva twittato sul
suo account @creetureshow e successivamente ha rimosso il
tweet.
Spyglass Media ha finalmente reso
pubblico il proprio turbamento per il comportamento dell’attrice
sui social media dicendo: “La posizione di Spyglass è
inequivocabilmente chiara: abbiamo tolleranza zero per
l’antisemitismo o l’incitamento all’odio in qualsiasi forma,
compresi i falsi riferimenti al genocidio, alla pulizia etnica,
all’Olocausto, distorsione o qualsiasi cosa che superi palesemente
il limite dell’incitamento all’odio”.
Barrera, diventata famosa nella
serie Vida di Starz prima di essere proiettata nel
musical della Warner Bros. In the Heights e poi in
Scream del 2022 e Scream VI di quest’anno
nei panni di Sam Carpenter, sorella della Tara Carpenter di
Jenna Ortega,
ha ripubblicato una serie di post filo-palestinesi su le sue storie
su Instagram che sono state interpretate come antisemite da chi era
vicino alla produzione cinematografica.
Dopo lo sciopero del SAG-AFTRA,
Spyglass Media non ha ancora confermato il ritorno di nessun membro
del cast per Scream VII. Il franchise di
Scream ha incassato quasi 911 milioni di dollari in tutto il mondo
nell’arco di sei film. Gli ultimi due film sono stati prodotti e
finanziati da Spyglass Media, che ha il controllo sulla libreria
Dimension, e distribuiti in tutto il mondo da Paramount
Pictures.
Della nuova generazione di attrici
affacciatasi ad Hollywood, Melissa Barrera è
indubbiamente una delle personalità più interessanti. Distintasi
grazie ad una serie di film horror che le hanno permesso di
diventare una scream queen, l’attrice è oggi una delle più
richieste dell’industria, stimata anche per il suo impegno
politico. Dimostratati attenta nella scelta dei progetti, si
prevede per lei una luminosa carriera nel mondo del cinema.
Melissa Barrera: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Melissa Barrera debutta in un film nel 2014,
recitando in L for Leisure. In seguito recita in
Manual de principiantes para ser presidente (2016), El
Hotel (2016), Sacudete las penas (2018) e Dos
Veces Tu (2018). Nel 2020 ha fatto il suo debutto
cinematografico internazionale con il film Sognando a New York
– In the Heights, seguito poi da All the World Is
Sleeping (2021). Il grande successo arriva però quando recita
in Scream, nel 2022, accanto agli
attori
Jenna Ortega e Neve Campbell. Nello
stesso anno recita anche in Carmen e Riposo
forzato. Nel 2023 torna a recitare in Scream VI, mentre nel 2024 è tra i protagonisti
di Abigail.
2. Ha preso parte ad alcune
serie TV. Prima di approdare sul grande schermo, l’attrice
ha iniziato a recitare in alcune serie TV spagnole come La
mujer de Judas (2012), La otra cara del Alma
(2012-2013) e Sempre tuya Acapulco (2014). In seguito ha
recitato anche in Tanto amor (2015), Perseguidos
(2016-2017), Club de Cuervos (2017), Acting for a
Cause (2020) e Vida (2018-2020). Attualmente,
l’ultima serie a cui ha preso parte è Kee Breathing
(2022), disponibile su Netflix.
Melissa Barrera in Scream e Scream VI
3. Non ha dovuto sostenere
un provino per il film. Nel film del 2022 Scream, che in un certo senso riavvia la
saga horror, l’attrice interpreta la nuova protagonista, Samantha
Carpenter. Nonostante fosse poco nota prima di questo film,
l’attrice ha raccontata di essere stata scelta per la parte senza
la necessità di dover sostenere alcun provino. I due registi, dopo
averla vista nei suoi precedenti lavori cinematografici e
televisivi, hanno infatti deciso di affidarle subito il ruolo.
4. Si è imposta per alcuni
cambiamenti nella sceneggiatura di Scream VI.
Dopo aver girato Scream, Barrera è stata confermata anche
per il sequel del 2023 Scream VI. Tuttavia, l’attrice ha
raccontato che inizialmente la sceneggiatura era molto diversa da
quella poi effettivamente utilizzata e che in questa prima versione
il suo personaggio non era sviluppato a dover. Ha così richiesto
alcune modifiche affinché il film raccontasse di più dell’animo di
Sam e della sua tensione verso le forze del male.
Melissa Barrera è stata licenziata dal franchise di
Scream
5.Una
serie di post sul conflitto in palestina le è costato il
lavoro. Il 21 novembre 2023 viene riportata la notizia che
Melissa Barrera è stata
licenziata dal film Scream
VII per aver pubblicato sui propri social dei post
pro-palestinesi in seguito agli eventi del 7 ottobre 2023,
lamentando il “genocidio del popolo palestinese“. In molti
si sono espressi in favore dell’attrice, licenziata in quanto
espressasi in favore di situazioni su cui si preferiva mantenere il
silenzio. In seguito Barrera
ha rilasciato una dichiarazione riguardo l’accaduto,
concludendo con: “Continuerò a parlare a favore di coloro che
ne hanno più bisogno e a sostenere la pace e la sicurezza, i
diritti umani e la libertà”.
Melissa Barrera in Abigail
6. La natura del suo
personaggio l’ha affascinata. In Abigail,
Barrera interpreta Joey, membro di una banda di criminali riunita
con l’esplicito scopo di rapire una bambina che si rivelerà però
essere tutt’altro che un’innocente fanciulla. Parlando di questo
suo personaggio, l’attrice ha raccontato che: “Trovo molto più
interessante interpretare un personaggio che sulla carta sembra
irredimibile, o di cui si dice “la odio”, e la mia sfida è come far
sì che il pubblico si innamori comunque di lei, non necessariamente
rendendola simpatica, perché sento che alcuni dei personaggi che ho
interpretato non sono necessariamente simpatici, ma sono reali.
Joey è così“.
7. È rimasta impressionata
dalla quantità di sangue utilizzato. Melissa Barrera ha
rivelato che questo film è quello con il maggior utilizzo di sangue
che abbia mai visto nella sua esperienza. Ha spiegato che: “Ho
visto alcuni film in cui c’è una vasca da bagno piena di sangue o
qualcuno che esce dal sangue e dall’acqua, ma parlando della
quantità di sangue che si vede in un film, questo è probabilmente
il più grande. È molto. Abbiamo cannoni spara-sangue. Questo la
dice lunga”.
Melissa Barrera in Abigail
Melissa Barrera e il marito Paco Zazueta
8. È sposata.
Barrera ha sposato il fidanzato di lunga data e artista musicale
Francisco Xavier Zazueta, anche noto
come Paco Zazueta, nel febbraio 2019. I due
si sono incontrati per la prima volta sul set di La
Academia nel 2011 e hanno eseguito un’interpretazione di
“Cuando Me Enamoro” di Enrique Iglesias
per il quarto episodio. Hanno iniziato a frequentarsi nel settembre
dello stesso anno e hanno annunciato il loro fidanzamento via
Instagram nel giugno 2017.
Melissa Barrera è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 1,5
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
2000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e,
in particolare, i suoi messaggi relativi ai conflitti nel mondo.
Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
novità.
Melissa Barrera: età e altezza dell’attrice
10. Melissa Barrera è nata
il 4 luglio 1990 a
Monterrey, inMessico. L’attrice è
alta complessivamente 1,70 metri.