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Mal di pietre: recensione del film con Marion Cotillard

Mal di pietre: recensione del film con Marion Cotillard

Il cinema si tinge di sfumature francesi nella capitale romana e, cavalcando l’onda del Festival Rendez-vous, arriva in Italia dal 13 Aprile l’ultimo lavoro presentato a Cannes 2016 di Nicole Garcia: Mal di pietre.

Marrion Gotillard è Gabrielle, una donna prigioniera del bigottismo anni ’50 in un soffocante paesino nel sud della Francia, ed è alla ricerca disperata de “la cosa principale”. Incompresa da tutti e bisognosa d’amore, Gabrielle viene promessa in sposa a José (Alex Brendemühl), un umile operaio d’origini spagnole con il quale la giovane francese rifiuta d’instaurare un legame. Nonostante i vari tentativi di Josè, Gabrielle è costantemente aggrappata all’infelicità, finché per curarsi dai calcoli renali si reca in Svizzera e incontra André (Louis Garrel), un reduce di guerra che rispolvera i sogni di Gabrielle e risveglia il suo bisogno de “la cosa principale”.

Mal di pietre nasce dalla penna sarda di Milena Agus, ma viene rielaborata sotto forma di pellicola dalla Garcia, che sfrutta la bellezza di Marrion Gotillard per creare un personaggio fuori dalle righe.  Gabrielle è una donna tormentata dall’amore: vorrebbe comprenderlo, ma per farlo dovrebbe prima viverlo. I suoi tentativi, a tratti folli ed esplosivi, delineano un personaggio dalla profonda sofferenza interiore che non conosce il proprio posto nel mondo. Gabrielle scappa sempre dall’inquadratura, corre a perdifiato per i boschi, buca i polmoni con quell’aria che non ha alcun sapore e leviga i bordi dell’infelicità convincendosi che un giorno, quella “cosa principale” che ha sempre cercato, arriverà. Gabrielle è una donna che, come dice la madre, «vive in un mondo tutto suo», vede la vita come un rincorrersi di luci e ombre e la Garcia lavora su quest’aspetto tramite le inquadrature che d’improvviso si aprono come uno spiraglio e permettono a Gabrielle di camminare nel mondo in punta di piedi.

Mal di pietre è il male di Gabrielle, la protagonista

Mal di pietre, un male che affligge Gabrielle da tutta la vita. Mal di pietre, quella malattia che da profonda angoscia si trasforma in improvvisa voglia di vivere. Mal di pietre, il bisogno di sentirsi speciali, diversi, perché a essere normali si ha troppa paura.

mal di pietreL’arco narrativo della pellicola è diviso in due parti, esattamente come il cuore di Gabrielle. Prima della Svizzera, di André e del mal di pietre, c’era il piccolo paesino di mare, José e i goffi tentativi di salvare un matrimonio condannato ancor prima d’iniziare. La Garcia si concede spesso delle incorniciature ombrate per rappresentare José, un uomo che pur di amare la propria donna preferisce farlo in silenzio, acquattato nell’ombra, come se fosse una vergogna. Gabrielle è così abituata a vivere nell’infelicità da non accorgersi dell’opportunità arrivata con l’uomo che ha sposato. Con André, Gabrielle si convince di aver trovato “la cosa principale”, mentre José l’ha sempre avuta al suo fianco, amandola e proteggendola in quei silenzi opprimenti che in realtà costruivano soltanto muri.

Mal di pietre parla di un amore viscerale

Mal di pietre è una storia che racconta dell’amore viscerale, incompreso, quell’amore che mischia il sacro al carnale, perché a volere l’amore non è soltanto il corpo ma anche l’anima. Quell’amore, che per Gabrielle non è altro che “la cosa principale”, il sentimento che ogni essere umano dovrebbe assaporare e custodire per tutta la vita, in modo da scampare alle fauci incandescenti della miserabilità. La Garcia prende spunto da un piccolo racconto ambientato nell’entroterra sardo per raccontare l’amore tra luci e ombre, bene e male, realtà e finzione. Gabrielle vive una passione viscerale e desidera così tanto l’amore, cercandolo in ogni singola sfumatura, da non rendersi conto che, forse, “la cosa principale” l’aveva già trovata da tempo.

Mal di pietre, Nicole Garcia e Milena Agus tra film e romanzo

Mal di pietre, Nicole Garcia e Milena Agus tra film e romanzo

In vista dell’uscita di Mal di pietre, pellicola prodotta da Good Films, si è svolta presso la Casa del cinema a Roma la conferenza stampa che ha visto protagoniste la regista Nicole Garcia e l’autrice del romanzo Milena Agus, due donne dall’indubbio valore artistico che si sono confrontate per la prima volta faccia a faccia.

Che cosa l’ha colpita di questo romanzo?

Nicole Garcia: «Per me è stato un grandissimo regalo. Mi era stato consigliato da un amico e l’ho acquistato all’aeroporto di Marsiglia. L’ho letto durante il volo e quando sono atterrata mi sono subito messa in contatto con il produttore per sapere se i diritti del libro fossero disponibili.  In genere io leggo molto, ma non lo faccio per trovare dei soggetti. Preferisco creare soggetti originali. Quando ho letto Mal di pietre ho capito che c’era qualcosa per me, come quando si cerca qualcosa senza sapere esattamente cosa».

Come ha lavorato sui cambiamenti apportati al romanzo?

Nicole Garcia: «Per fare un adattamento bisogna impadronirsi del libro e penso che ci si possa anche allontanare da esso, ma non per questo tradirlo. Alla prima trasposizione ho visto le editrici un po’ timorose per la reazione che avrebbe potuto avere Milena, ma lei si è comportata da grande scrittrice qual è, dicendomi che il film le fosse piaciuto e che soprattutto ha capito che la trasposizione è una reinterpretazione del libro».

Mal di pietre: presentato a Roma il film di Nicole Angus

Che cosa le è mancato in questo adattamento?

Milena Agus: «La cosa che mi è mancata, ovviamente, è la Sardegna, perché il film è ambientato in Francia. Anche la nonna è una nonna francese. Il fatto che manchi la Sardegna implica che manchi tutta la spiritosaggine dei cagliaritani e i drammi interni. La nonna del libro è una nonna sarda, però io amo questa nonna francese. La mia nonna è buffa, ha una forma di follia che fa sorridere, mentre la nonna francese mi commuove profondamente, cosa che la mia non ha mai fatto. Inoltre oggi ho notato un altro particolare. Ho visto questo film tre volte e se nelle ultime due mi è sfuggito, oggi mi è chiaro: l’unica cosa affascinante che fa il reduce è parlarle. Nessuno parla mai con Gabrielle, neanche il marito, mentre il reduce lo fa».

Che cosa invece l’ha stupita?

Milena Agus: «Ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa nel film, invece è sempre stato lì. Nel libro, la nonna sarda ha un quaderno nero dove scriveva le sue storie e per me sembrava impossibile poter recuperare questo dettaglio nella pellicola. Invece Nicole l’ha fatto, recuperando il valore della letteratura. La vita è nell’immaginazione. Se io non scrivessi, sarei pazza».

Amare con tanta passione è una malattia?

Nicole Garcia: «Dell’amore ormai se ne parla in tutte le salse. Non si può fare una radiografia corretta di questo termine. Nel libro trovo che ci sia un richiamo più concreto, ci si riferisce all’amore come “la cosa principale”. Lo si chiede a Dio, un aspetto sia sessuale che sacro, ricercata sia da uomini che donne. Questa estasi non è follia, bensì la ricerca di una delle cose più belle che abbiamo nella vita».

Si potrebbe fare un accostamento tra Gabrielle e Madame Bovary?

Nicole Garcia: «Non credo. Partendo dal fatto che l’ambientazione è nel sud della Francia e non in Normandia, io non trovo un accostamento possibile tra Gabrielle e Madame Bovary. Madame Bovary è più melanconica, un personaggio molto più urbano e soprattutto sprovvisto della forza vitale di Gabrielle».

Crede che questo sia un film generalmente femminile?

Nicole Garcia: «Non direi. In Francia il pubblico non è così diviso. Ho visto molti uomini commossi da questo film. Certo, forse per le donne è un film più di facile accesso, ma non credo che la sensibilità maschile sia diversa».

Un’autocritica?

Nicole Garcia: «Un aspetto che manca del libro, e che avrei voluto inserire, è questo contratto al limite della pornografia tra moglie e marito. Avrei dovuto fare una saga per inserirlo, in un film di due ore non ho potuto integrarlo».

Mal de Pierres: recensione del film con Marion Cotillard

Mal de Pierres: recensione del film con Marion Cotillard

Probabilmente il nome Milena Agus non dirà molto ai più, eppure gli appassionati di letteratura l’assoceranno subito a libri come Mentre Dorme il Pescecane e soprattutto Mal di Pietre, grazie al quale è stata tradotta in almeno cinque lingue e portata in cima alle classifiche francesi. La scrittrice cagliaritana ha aperto lo scrigno dei ricordi personali per condividere con il mondo la storia vera della nonna, cresciuta in un ambiente contadino, sposata per convenienza e considerata un’esagitata, una matta. Matta per la sua fragilità e insicurezza, per la sua facilità d’innamorarsi degli uomini sbagliati, che puntualmente le rifilano sofferenza, per le sue ossessioni e i suoi sogni ad occhi aperti.

Una persona simbolo di un preciso momento storico, piegato dalla guerra e da tanta popolare ignoranza, durante il quale si fa fatica a distinguere il bisogno dalla malattia psichica e si getta tutto nel primo calderone disponibile. Le intenzioni di un libro però possono essere incredibilmente differenti da quelle di un film per il grande schermo, anche in caso di ispirazione diretta. È il caso di Mal de Pierres, l’adattamento cinematografico firmato dall’attrice e regista francese Nicole Garcia, che pensa bene di trasformare la donna in un personaggio letterario e come tale di riadattarlo a nuovi contesti e nuove meccaniche. In questa rinnovata dimensione della storia, il sole e il vento caldo della Sardegna si trasformano nel clima mite del sud della Francia, mentre il Premio Oscar Marion Cotillard presta voce e corpo a Gabrielle, la protagonista.

mal de pierres 2

Come nell’opera letteraria, anche nel film è avvolta e divorata da un terreno ostile che non capisce i suoi desideri, che non ha tempo e voglia di rimanere ad ascoltarla, motivi per cui ha gravi problemi a relazionarsi con gli altri, a innamorarsi e a esprimere qualsivoglia sentimento. Qualcosa però, sin dalle primissime battute, sembra non andare per il verso giusto. I riferimenti alle pagine scritte si fanno subito pallidi, lontani, uno sfondo di cartapesta incollato a fatica su un set creato per l’occasione. Un racconto lineare e tragico, erotico e surreale, fatto sì di lacrime e passione ma senza carattere, senza mordente. Ogni scena scivola via come acqua su un vetro, vista e rivista, addirittura alcuni caratteri distintivi della carta vengono rimossi e abbandonati su schermo: Gabrielle non è più incompresa, giovane e ingenua, al contrario appare come costantemente pervasa da un istinto primordiale, non più innamorata ma bisognosa di riempire un vuoto fisico, egoista e seriamente distaccata dalla realtà. Non va molto meglio ai due personaggi che le ruotano intorno nella trama principale, nella finzione cinematografica interpretati da Alex Brendemühl e Louis Garrel, poco approfonditi e cambiati nell’animo. Pedine di poco conto, al servizio di una Regina spenta, sommessa, e per far spegnere un vulcano come Marion Cotillard ci vuole davvero tanto impegno.

Non bastano le sue nudità, in primo piano su schermo per oltre metà film (sì ma occhio alle controfigure…), a risollevare le sorti di un tracollo senza possibilità di appello; la Signora del cinema francese piange, corre, rincorre e si dispera in tutta la sua bellezza, questa si sempre inattaccabile, ma una direzione poco incisiva e un copione eccessivamente abbozzato la fanno crollare minuto dopo minuto. Nicole Garcia compie dunque peccato due volte, reinterpretando in modo libero e ambiguo un’opera estremamente interessante, incastonata in un determinato contesto che nello script scompare come per magia, e sprecando l’occasione di dirigere una fra le attrici più passionali e talentuose del cinema mondiale. Ciò che resta è un melò neppure troppo elegante, anzi semplice e a tratti imbarazzante, che meriterebbe di esser decostruito e rigirato da zero. Se il mondo di Gabrielle è fatto di numerosi elementi inesistenti, i 120 minuti di Mal de Pierres sono tutti reali e non c’è fantasia in cui rifugiarsi.

Makoto Shinkai: la classifica dei suoi film

Makoto Shinkai: la classifica dei suoi film

Il regista di anime Makoto Shinkai ha costruito un curriculum impressionante nel corso degli anni e con l’uscita di Suzume non c’è mai stato un momento migliore per classificare i film di Shinkai. Shinkai è un regista noto per la produzione di film anime che si concentrano molto sul dramma dei personaggi e sulle storie d’amore. I suoi film non hanno riscosso particolare successo fino all’incredibile successo di Your Name, ma grazie a questo, e ai film che lo hanno seguito, Shinkai è diventato uno dei nomi più riconoscibili degli anime.

Makoto Shinkai si è certamente fatto un nome come regista nel corso degli anni. Questa classifica elenca i dodici film dal peggiore al migliore.

La voce delle stelleLa voce delle stelle

La voce delle stelle è il quarto cortometraggio di Makoto Shinkai e, purtroppo, è il suo più debole. Tutti i tratti distintivi del suo lavoro sono qui in bella mostra, ma il film non si prende il tempo per metabolizzarli in modo significativo.

Quando la nave spaziale Lysithea inizia il suo viaggio a caccia dei Tarsians, temibili alieni incontrati per la prima volta su Marte, la studentessa Mikako Nagamine viene arruolata tra le forze terrestri. L’unico mezzo che ha per parlare con il suo ragazzo rimasto sulla Terra, Noboru Terao, è via e-mail.

Oltre le nuvole, il luogo promessoci

Oltre le nuvole, il luogo promessoci

Oltre le nuvole, il luogo promessoci è stato il primo lungometraggio di Makoto Shinkai e non ha avuto successo. Lo stile artistico caratteristico di Shinkai e il lavoro sui personaggi sono molto meglio eseguiti qui, quindi è più facile essere investiti nella storia, ma è proprio la storia a trascinare le cose verso il basso e a farlo crollare in classifica.

La storia d’amore principale è poco sviluppata, e mentre inizia come un’affascinante storia di vita quotidiana, la seconda metà diventa improvvisamente una storia d’azione con elementi fantascientifici troppo poco spiegati per l’importanza della posta in gioco. Ciò che rimane è un film disarticolato nella trama e, nel complesso, non riesce a mostrare ciò che rende grande l’opera di Shinkai.

Other Worlds

Other Worlds

Con una durata di circa due minuti, non c’è molto da dire su Other Worlds, sia in positivo che in negativo. Grazie al modo in cui Makoto Shinkai utilizza le ombreggiature e la musica, il cortometraggio riesce a trasmettere al pubblico una grande quantità di emozioni, per cui riesce comunque a lasciare un impatto, nonostante la sua breve durata.

Naturalmente, la breve durata significa anche che non c’è molto a cui affezionarsi, e questo finisce per rendere difficile la classificazione del film, anche se rimane di spicco confrontato con gli altri cortometraggi di Shinkai.

Minna No Uta: Egao

Minna No Uta Egao

Minna no Uta è un programma televisivo e radiofonico che va in onda in Giappone dagli anni ’60 ed è spesso utilizzato per promuovere nuovi cantanti e animatori; nel 2003, questo includeva un video musicale per “Egao” di Hiromi Iwasaki, realizzato dallo stesso Makoto Shinkai.

Il video musicale mostra la semplice storia di una donna che si lega al suo criceto domestico e, come gli altri cortometraggi di Shinkai, la sua breve durata rende difficile affezionarsi ai personaggi di questo film. Detto questo, “Egao” è affascinante con la sua animazione e la rappresentazione di quanto il criceto diventi importante per la donna, quindi anche se non c’è molto, vale sicuramente la pena guardarlo.

Lei e il gatto

Lei e il gatto

Lei e il gatto è stato il cortometraggio che ha attirato l’attenzione della CoMix Wave Films, lo studio di animazione principale di Makoto Shinkai. Come per gli altri cortometraggi di Shinkai, She and Her Cat è penalizzato dalla sua lunghezza, che rende difficile lo sviluppo completo di qualsiasi cosa.

Detto questo, la semplicità della storia d’amore tra un gatto e il suo padrone è eseguita magistralmente, e l’uso delle ombreggiature con lo stile artistico semplicistico aggiunge un livello di bellezza che non si vede negli altri cortometraggi di Shinkai. Nel complesso, è facile capire perché questo film abbia contribuito a dare il via alla sua carriera.

Il giardino delle parole

Il giardino delle parole

Nonostante i suoi punti di forza, Il giardino delle parole è piuttosto difficile da classificare. L’arte, l’animazione e la musica sono incredibili, e Takao e Yukino hanno una dinamica molto coinvolgente in cui è facile capire perché sono così importanti l’uno per l’altra, anche se le loro lotte personali finiscono per essere poco sviluppate.

Il problema più grande del film, tuttavia, è il modo in cui Takao si innamora di Yukino, dato che Takao è un liceale e Yukino è la sua insegnante. Quest’ultima non ricambia mai esplicitamente i suoi sentimenti, ma le spiacevoli implicazioni sono comunque presenti e la capacità di ignorarle sarà il fattore decisivo per il gradimento complessivo.

Someone’s Gaze

Someone’s Gaze

Tra tutti i cortometraggi di Makoto Shinkai, Someone’s Gaze è quello che riesce meglio a racchiudere i punti di forza del regista in poco tempo. La storia è quella semplice di un padre e di una figlia che si allontanano l’uno dall’altra, ma Shinkai fa un ottimo lavoro nel dare corpo alle loro dinamiche e ai loro caratteri individuali, in modo che tutto ciò che fanno risulti rinfrescante e reale.

Se a ciò si aggiungono le musiche e le immagini stellari di Shinkai, Someone’s Gaze è senza dubbio il migliore dei cortometraggi di Shinkai, anche se, proprio come i suoi predecessori, è penalizzato dalla sua durata.

5 cm al secondo

5 cm al secondo

Questo è uno dei film che, nel bene e nel male, fa uno dei lavori migliori per mostrare lo stile di Makoto Shinkai. Pur non essendo all’altezza dei suoi lavori successivi, la musica e le immagini sono di alto livello e, nonostante la breve durata, la scrittura fa molto per aggiungere peso emotivo a tutte le azioni di Takaki e Akari.

Questo, però, va a discapito del film, che nonostante tutto si conclude con i protagonisti che semplicemente non si ritrovano. È una conclusione sorprendentemente realistica e il realismo è parte della forza del film, ma questa sorta di nota negativa può renderlo difficile da guardare.

Suzume

Suzume

Suzume di Makoto Shinkai è il suo film più recente ed è uno dei suoi migliori. Suzume utilizza il terremoto di Tohoku del 2011 come sfondo per la sua storia, e non solo non è altro che rispettoso nei confronti di quella tragedia, ma la usa per raccontare una bella storia di superamento della perdita che rende facile relazionarsi con ogni personaggio.

Questo è particolarmente vero per la protagonista, e il forte sviluppo del personaggio di Suzume contribuisce a renderla una delle migliori protagoniste di Shinkai. Suzume ha anche un finale che i fan dell’anime discuteranno per un po’ di tempo. La mancanza di sviluppo della storia d’amore e di alcuni elementi della trama, lo penalizzano, ma gli conferiscono un ottimo posto in classifica.

I bambini che inseguono le stelle

I bambini che inseguono le stelle

Children Who Chase Lost Voices è molto diverso dal solito lavoro di Makoto Shinkai, e questo gioca tremendamente a suo favore. Mentre Shinkai si occupa tipicamente di urban fantasy, questo film è una storia fantasy a tutti gli effetti che trae chiara ispirazione dallo Studio Ghibli per la musica, il design dei personaggi, i mostri e i temi della natura e della vita.

Questo può far sembrare il film poco originale, ma Shinkai è in grado di creare una storia che si distingue da sola, con il suo caratteristico lavoro sui personaggi che crea una bella storia sulla perdita e sulla solitudine. Non è il tipo di storia per cui Shinkai è conosciuto, ma vale comunque la pena di guardarlo.

Your Name

Your Name

Your Name ha reso Makoto Shinkai un nome familiare nell’industria degli anime. L’arte e l’animazione sono sempre incredibili e la colonna sonora dei RADWIMPS fa un lavoro straordinario per esaltare ogni momento emotivo al massimo. Your Name è penalizzato dal fatto che Taki riceve uno sviluppo molto inferiore a quello di Mitsuha.

La loro relazione non è sviluppata, ma entrambi sono abbastanza accattivanti da renderli una coppia e il loro incontro non può che essere soddisfacente, soprattutto se si considera ciò per cui Shinkai era noto all’epoca. A sette anni dalla sua uscita, è ancora facile capire perché Your Name sia tenuto in così alta considerazione.

Weathering With You

Weathering With You

Makoto Shinkai ha realizzato molti grandi film nel corso degli anni, ma il migliore è senza dubbio Weathering with You. Il film non solo rende ancora più grandi i punti di forza di Your Name con una grafica e una musica ancora migliori, ma riesce a sopperire persino le carenze del suo predecessore.

Oltre a una storia molto più serrata, Hodaka e Hina vengono sviluppati molto meglio rispetto agli altri protagonisti di Shinkai, risultando molto valorizzati sia come coppia che come personaggi individuali. Il miglioramento del lavoro sui personaggi fa sì che gli stili emotivi della scrittura di Shinkai brillino il più possibile e, di conseguenza, Weathering with You è il miglior film di Makoto Shinkai fino ad oggi.

Making Of: recensione del film di Cédric Kahn

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Making Of: recensione del film di Cédric Kahn

Dopo Cannes 2023 Cédric Kahn arriva a Venezia 80 con il suo Making Of, film Fuori Concorso. La pellicola metacinematografica ci porta dietro le quinte della realizzazione di un film del regista Simon (Denis Podalydes). L’associazione con Effetto Notte di François Truffaut è immediata perché così come nel film del 1973 Kahn racconta crisi, personali e professionali, tra il cast e la troupe. Il film nel film racconta la storia di operai che lottano per proteggere la loro fabbrica dalla delocalizzazione. Ma nulla va come previsto. Simon sarà affiancato dalla produttrice Viviane (Emmanuelle Bercot) che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote per la realizzazione del film. Vuole, infatti, riscrivere il finale e minaccia di tagliare il budget, tutti argomenti di matrice contemporanea. Mentre la produzione va a pezzi Joseph (Stefan Crepon), una comparsa con l’amore per il cinema, accetta di dirigere il dietro le quinte.

Making Of, la trama

Costi e processo creativo: come funziona la macchina cinematografica se sei un regista di una piccola produzione e devi fare i conti con tagli al budget e produttori? Making Of di Cedric Kahn collega il cinema all’interno del cinema, le due realtà si fondono e mentre nel film girato da Simon scoppiano le proteste – una vera e propria rivolta operaia in una fabbrica della provincia francese – il film di Kahn fa una critica sulle sorti del cinema contemporaneo. Diviso in atti come un’opera teatrale, all’inizio del film siamo subito immersi nell’azione. Una lunga inquadratura, piano sequenza, ci mostra le vicende del film ma subito dopo scopriamo l’effetto matrioska che Making Of tenta di realizzare.

La narrazione metacinematografica è davvero un marchio di fabbrica francese ma nell’ultimo anno sono tantissimi i film che si sono occupati di celebrare i vari aspetti della Settima Arte. Steven Spielberg con The Fabelmans, Damien Chazelle con Babylon. Il filo conduttore cambia a seconda del tema e del periodo storico in cui è ambientato il film e tende a evidenziare la complessità della macchina cinematografica che inevitabilmente risuona in tutte le persone che fanno parte del progetto.

Making Of film

Tre atti, due protagonisti

In Making Of si accavallano le voci dei due protagonisti. C’è il regista Simon che è incastrato da produttori e piani alti che vogliono pilotare il suo film. E poi c’è Joseph che guarda il mondo del cinema con occhi incantati sognando di farne parte. Due mondi opposti che cercano però di descrivere i disagi legati al lavoro dietro la macchina da presa. Quello che però cerca di fare Cedric Kahn è sovrapporre il mondo dietro le quinte e il cinema stesso. La trama creata dalla troupe di Simon viene riflessa anche nel film di Kahn: le proteste degli operai e le indigenti condizioni dei lavoratori. Poi subentrano anche i drammi personali del protagonista che cerca in tutti i modi di evitare di divorziare dalla moglie. Il tutto accompagnato a momenti del tipico umorismo irriverente dei francesi.

Ancora una volta poi Making Of mette davanti uno specchio i due protagonisti, da una parte un amore che finisce dall’altra uno che nasce. L’aspirante regista in erba Joseph si innamora dell’attrice protagonista Nadia (Souheila Yacoub). Per i tre atti che compongono il film viene trasmessa l’esigenza di salvare il cinema, di salvare questa macchina imperfetta e le persone che ci sono dietro. Mentre i drammi dei protagonisti vengono portati avanti – senza dare una chiusura definitiva – il film rimane con molte domande senza risposta. Parlando però di metacinema appare chiara la metafora non solo sulle condizioni su cui verte in cinema adesso ma sulla reazione di Kahn stesso a questo periodo storico. Making Of è una lunga seduta psicologica dove il regista cerca di mettersi a nudo attraverso le parole degli interpreti.

Making Of, Cedric Kahn: “Per adesso non ho programmi, mi dedico alla promozione dei miei due film”

Cédric Kahn presenta il suo Making Of a Venezia 80. Il film metacinematografico fuori concorso che racconta delle peripezie e dei problemi relativi alla produzione di un film. Il regista quest’anno è stato parecchio impegnato con la promozione di due film. Il primo – presentato a Cannes 2023 The Goldman Case che racconta, invece, una storia giudiziara: un uomo viene condannato per quattro rapine. Si dichiara innocente per una delle accuse e il suo caso diventa mediatico.

Il film nel film racconta la storia di operai che lottano per proteggere la loro fabbrica dalla delocalizzazione. Ma nulla va come previsto. Simon sarà affiancato dalla produttrice Viviane (Emmanuelle Bercot) che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote per la realizzazione del film. Vuole, infatti, riscrivere il finale e minaccia di tagliare il budget, tutti argomenti di matrice contemporanea. Mentre la produzione va a pezzi Joseph (Stefan Crepon), una comparsa con l’amore per il cinema, accetta di dirigere il dietro le quinte. Making Of di Cedric Kahn collega il cinema all’interno del cinema, le due realtà si fondono e mentre nel film girato da Simon scoppiano le proteste – una vera e propria rivolta operaia in una fabbrica della provincia francese – il film di Kahn fa una critica sulle sorti del cinema contemporaneo.

Making Of film recensione
Making Of – foto dal film

Making Of a Venezia 80

Abbiamo chiesto al regista Cedric Kahn di quale tra i suoi film farebbe il Making Of: “Penso che lo farei proprio su Making Of perché durante le riprese ci sono stati continui colpi di scena e problemi da risolvere”, ironia della sorte una matrioska di film sarebbe interessante. Questa tecnica, usata moltissimo nel cinema francese – ricordiamo Effetto Notte di Truffaut – riesce a veicolare un messaggio abbastanza chiaro alla macchina cinematografica volendo anche fare un po’ di denuncia sui temi trattati.  “Sì, il messaggio è chiaro ed è relativo a tutti i problemi che deve affrontare la produzione”.

Per quanto riguarda il futuro di Cedric Kahn, il regista non ha dubbi. Dopo una promozione a Cannes 2023 e adesso a Venezia 80 – ben due progetti nel 2023 – il regista vorrebbe tanto avere il tempo di scrivere: “Penso che continuerò a fare promozione in Europa. Questi due film hanno richiesto tempo e adesso mi voglio concentrare su di loro. Non ho praticamente il tempo per scrivere”.

Makinarium: la nuova frontiera italiana degli effetti speciali

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Makinarium: la nuova frontiera italiana degli effetti speciali

Dall’esperienza de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone nasce MAKINARIUM, la nuova frontiera italiana degli effetti speciali.

Il panorama cinematografico italiano e internazionale apre le porte a un nuovo centro creativo e produttivo, completamente italiano e con sede a Roma, MAKINARIUM. Specializzata nello sviluppo di effetti speciali integrati fisici e visivi, questa giovane factory si è consolidata grazie all’esperienza sul set de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, ed è già coinvolta in altre prestigiose produzioni, tra cui il remake del kolossal Ben Hur e Zoolander 2.

Una factory innovativa e tutta italiana accoglie per la prima volta sotto lo stesso tetto i migliori talenti creativi e le più importanti realtà specializzate in SFX/VFX, attivi dentro e fuori il bel paese: Makinarium riunisce sotto un unico brand le migliori maestranze nostrane e in parte europee provenienti da diversi settori – percezione visiva, post-produzione digitale, animazione 2D e 3D, animatronics, effetti meccanici, special make up e iperrealismo – che, finora, hanno quasi sempre lavorato in maniera dissociata.

Proprio l’integrazione tra i vari reparti, la collaborazione interdisciplinare tra diversi artisti e materie, è uno dei tratti distintivi del progetto, come sottolinea uno dei soci fondatori, Leonardo Cruciano: «Non è solo la tecnologia a rendere speciale Makinarium ma anche e soprattutto il metodo di lavoro. Abbiamo messo insieme artisti grafici e digitali, tecnici e ingegneri elettronici, meccanici dell’animatronica, special make up artist, VFX compositor, 3D artist, scultori, artisti e pittori che, nello stesso luogo, hanno avuto modo di scambiarsi idee, competenze ed esperienze. Il nostro sistema dà loro una struttura, li guida tutti verso il raggiungimento degli stessi obiettivi. Nella storia degli effetti speciali ogni qualvolta si è provato a tenere una cabina di regia creativa eterogenea di SFX e VFX, con una visione più integrata degli effetti, sono nati capolavori come Jurassic Park, Il Signore degli Anelli o Il Labirinto del Fauno». La sfida di Makinarium è proprio quella di personalizzare questo tipo di approccio in Italia, seguendo una visione della realtà concreta e al contempo pittorica.

 Questo metodo di lavoro ha portato al rapido sviluppo e alla brevettazione di un primo sistema di effetti speciali integrato, fiore all’occhiello e centro del successo di Makinarium. Si tratta di “LCW’S SFX Integrate System” che, combinando assieme effetti fisici e ritocchi digitali, permette di realizzare creature realistiche direttamente sul set del film, evitando l’uso separato del green screen e della CGI. Questo consente di ridurre notevolmente i costi di produzione e post-produzione, senza perdere nulla in termini di qualità, rendendo per altro molto più pratico il lavoro del regista sugli effetti speciali.


Sulla base della lunga esperienza e della creatività di Leonardo Cruciano – da anni impegnato nella creazione e nello sviluppo di effetti speciali cinematografici – e dei tanti professionisti coinvolti nel progetto, Makinarium ha potuto sperimentare nuove tecniche e sistemi, convogliati e perfezionati sul set del fantasy Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. Un’esperienza significativa, che ha visto la società impegnata in prima linea in numerosi reparti (Special and Visual effects, Special Make-up, Creatures e Animatronics), e ha reso l’ultima fatica del regista romano un punto di riferimento per gli effetti visivi italiani. Come afferma il regista Matteo Garrone, a proposito del lavoro svolto da Makinarium: «Gli effetti speciali hanno lo scopo di portare il più possibile il film in un territorio di verosimiglianza, di credibilità fisica ed emotiva. Il lavoro sugli effetti visivi è caratterizzato da un percorso di creazione di tipo prettamente artigianale. Si è cercato di ricostruire fisicamente le creature fantastiche (come il drago e la pulce gigante) presenti nella sceneggiatura e lasciare all’intervento digitale solo i ritocchi. Un tipo di lavorazione che permette agli attori sul set di recitare a stretto contatto con le creature fantastiche e di calarsi appieno nel ruolo durante le riprese».

Makinarium dimostra che oggi è possibile realizzare effetti di livello internazionale anche nel nostro paese e a un costo più basso. Non a caso, altre prestigiose produzioni come Ben Hur e Zoolander 2 si sono rivolte proprio alla società per il lavoro sugli effetti speciali (special props e 3D face scan). Makinarium è inoltre coinvolta nel nuovo, atteso, progetto del regista Daniele Luchetti. Come afferma il business manager della società, Angelo Poggi: «I risultati che stiamo ottenendo sono eccellenti e competitivi anche fuori dai nostri confini. Tra l’altro, oltre a lavorare su produzioni terze, stiamo sviluppando produzioni in proprio, film e serie tv, un aspetto che andremo a intensificare sempre di più. Siamo convinti che anche il nostro paese possa realizzare produzioni di genere fantastico di livello internazionale e il fantasy di Garrone ne è l’esempio concreto».

Makinarium presenzierà al 68° Festival del cinema di Cannes con il cortometraggio Varicella di Fulvio Risuleo (coprodotto assieme a Revok) in concorso nella sezione “Semaine de la Critique”, e con il proprio stand (Palais 01-26.03): sarà possibile approfondire il lavoro della società grazie a una mostra temporanea che accoglie buona parte delle creature e degli effetti speciali realizzati sino a oggi.

Makinarium è una società fondata e composta da Angelo Poggi (Business Development Manager), Leonardo Cruciano (Supervision of Integrated SFX system) e Nicola Sganga (VFX Supervisor), e si avvale della collaborazione di numerosi creativi, artisti e professionisti del settore, come Bruno Albi Marini, Luigi Ottolino, Silvia Chicoli, Silvia Coscia, Valter Casotto, Luigi D’Andrea, Andrea Leanza, Franco Sabelli, Giuseppe Motta, Gian Paolo Fragale, Matteo Petricone, Lorenzo Tamburini, Valentina Visintin, Tommaso Ragnisco. Sito ufficiale: www.makinarium.it | Pagina Facebook: www.facebook.com/makinarium.sfx.vfx

Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019: le nomination

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Continuano ad essere annunciati i nominati dai vari sindacati dei reparti tecnici legati al mondo del cinema e oggi, dopo i nominati dal sindacato dei costumisti, è il turno dei Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019, i premi al miglior “trucco e parrucco”.

Ecco i nominati per i Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP*

A Star is Born
Ve Neill, Debbie Zoller, Sarah Tanno

Beautiful Boy
Jean Black, Rolf Keppler

Boy Erased
Kimberly Jones, Mi Young, Kyra Panchenko

Crazy Rich Asians
Heike Merker, Irina Strukova

Welcome to Marwen
Ve Neill, Rosalina De Silva

Widows
Ma Kalaadevi Ananda, Denise Pugh-Ruiz, Jacqueline Fernandez

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

A Star is Born
Lori McCoy-Bell, Joy Zapata, Frederic Aspires

Crazy Rich Asians
Heike Merker, Sophia Knight

Nappily Ever After
Dawn Turner, Larry Simms

Vox Lux
Esther Ahn, Daniel Koye

Widows
Linda Flowers, Daniel Curet, Denise Wynbrandt

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP

Bohemian Rhapsody
Jan Sewell, Mark Coulier

Mary Poppins Returns
Peter Robb-King, Paula Price

Mary Queen of Scots
Jenny Shircore, Hannah Edwards, Sarah Kelly

Stan & Ollie
Jeremy Woodhead, Marc Coulier

Vice
Kate Biscoe, Ann Pala Williams, Jamie Kelman

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING

Black Panther
Camille Friend, Jaime Leigh McIntosh, Louisa Anthony

BlacKkKlansman
LaWanda Pierre-Weston, Shaun Perkins

Bohemian Rhapsody
Jan Sewell, Julio Parodi

Mary Poppins Returns
Peter Robb-King, Paula Price

Mary Queen of Scots
Jenny Shircore, Marc Pilcher

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

Aquaman
Justin Raleigh, Ozzy Alvarez, Sean Genders

Black Panther
Joel Harlow, Ken Diaz, Sian Richards

Stan & Ollie
Mark Coulier, Jeremy Woodhead

The Ballad of Buster Scruggs
Christien Tinsley, Corey Welk, Rolf Keppler

Vice
Greg Cannom, Christopher Gallaher

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP

American Horror Story: Apocalypse
Eryn Krueger Mekash, Kim Ayers, Silvina Knight

Dancing with the Stars
Julie Socash, Alison Gladieux, Donna Bard

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani

The Handmaid’s Tale
Burton LeBlanc , Talia Reingold, Erika Caceres

Westworld
Elisa Marsh, Allan Apone, Rachel Hoke

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse
Michelle Ceglia, Helena Cepeda, Romaine Markus-Meyers

Dancing with the Stars
Gail Ryan, Brittany Spaulding, Jani Kleinbard

Empire
Melissa Forney, Theresa Fleming, Nolan Kelly

Grace and Frankie
Kelly Kline, Jonathan Hanousek, Marlene Williams

The Handmaid’s Tale
Karola Dirnberger, Ewa Cynk

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP

Genius: Picasso
Davina Lamont, Natasha Lees, Hayden Bloomfield

GLOW
Lana Horochowski, Maurine Burke

The Marvelous Mrs. Maisel
Patricia Regan, Claus Lulla, Joseph A. Campayno

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani

Westworld
Elisa Marsh, Allan Apone, Rachel Hoke

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Robin Beauchesne, Silvina Knight, Ana Lozano

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse
Michelle Ceglia, Helena Cepeda, Lydia Fantini

GLOW
Theraesa Rivers, Valerie Jackson

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Chris Clark, Natalie Driscoll, Massimo Gattabrusi

The Marvelous Mrs. Maisel
Jerry DeCarlo, John Jordan, Peg Schierholz

Vikings
Dee Corcoran, Peter Burke, Zuelika Delaney

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Michael Mekash, Silvina Knight, David Anderson

American Horror Story: Apocalypse
Eryn Krueger Mekash, Mike Mekash, David Anderson

Genius: Picasso
Davina Lamont , Goran Lundstrom, Natasha Lees

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Jason Miliani, Tom Denier Jr.

Westworld
Justin Raleigh, Kevin Kirkpatrick, Thomas Floutz

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP

A Legendary Christmas
April Chaney, Allison Bryan, Vanessa Dionne

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

MTV Movie & TV Awards
Dionne Wynn

Oprah Winfrey Presents: Becoming Michelle Obama
Derrick Rutledge

To All the Boys I’ve Loved Before
Sharon Toohey, Madison Farwell

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

The 2018 Rose Parade Hosted by Cord & Tish
Roxxi Dott, Jason Hamer, Candy Neal

Jesus Christ Superstar Live in Concert
Charles Lapointe, Kevin Maybee

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

2018 MTV Video Music Awards
Shawn Finch, Maggie Connolly

Oprah Winfrey Presents: Becoming Michelle Obama
Nicole Mangrum

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

Cocaine Godmother
Trefor Proud, Vicki Syskakis

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

Philip K. Dick’s Electric Dreams: Crazy Diamond
Kirstin Chalmers, Kristyan Mallett, Satinder Chumber

The Royal Wedding Live with Cord and Tish!
Autumn Butler, Jason Hamer, Vincent Van Dyke

DAYTIME TELEVISION – BEST MAKE-UP

The Bold and the Beautiful
Christine Lai Johnson, Chris Escobosa, Jennifer Wittman

The Price Is Right
Carol Wood, Jason Collins

The Real Daytime
Melanie Mills, Glen Alen Gutierrez, Motoko Honjyo Clayton

The Young and the Restless
Patricia Denney, Marlene Mason, Kathy Jones

DAYTIME TELEVISION – BEST HAIR STYLING

The Bold and the Beautiful
Lisa Long, Danielle Spencer, Danielle Dixon

The Real Daytime
Roberta Gardener-Rogers, Rachel Mason, Ray Dodson

The Young and the Restless
Regina Rodriguez, Adriana Lucio, Vanessa Bragdon

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING – BEST MAKE-UP

A Series of Unfortunate Events
Rita Ciccozzi, Krista Seller, Bill Terezakis

Dancing with the Stars: Juniors
Zena Shteysel Green, Angela Moos, Patti Ramsey Bortoli

Henry Danger
Michael Johnston, Patti Brand-Reese, Melanie Mills

Sesame Street
Jane DiPersio-Murphy

Walk the Prank
Jennifer Aspinall, Ned Neidhardt

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING – BEST HAIR STYLING*

A Series of Unfortunate Events
Julie McHaffie, Dianne Holme

Dancing with the Stars: Juniors
Kimi Messina, Cheryl Eckert, Kim Ferry

Henry Danger
Joe Matke, Roma Goddard, Dwayne Ross

Lip Sync Battle Shorties
Jerilynn Stephens, Kathleen Leonard, Romy Fleming

Sesame Street
Jackie Payne

Walk the Prank
Ursula Hawks, Michelle Nyree-Collins

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS – BEST MAKE-UP

American Horror Story: Apocalypse “Promo”
Kerry Herta, Jason Collins, Cristina Waltz

Capital One “Mona Lisa”
Tania McComas, Leslie Devlin

Justin Timberlake – Supplies
Koji Ohmura, Marianna Elias-Tsangaris, Amy Mills

Tiffany & Co. – 2018 Spring Campaign: Believe In Dreams
Erin Ayanian-Monroe

Venus de Milo On the Go – Wonderful Pistachios
Margaret Prentice, Brian Penikas, Mark Villalobos

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS – BEST HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse “Promo”
Joe Matke, Fernando Santaella-Navarro

Capital One “Louisiana Purchase”
Audrey Anzures, Jacklin Masteran, Elizabeth Rabe

Capital One “Mona Lisa”
Audrey Anzures, Elizabeth Rabe

Justin Timberlake – Supplies
Audrey Futterman-Stern, Tom Opitz

Weird Al Yankovic – Weezer “AFRICA”
Sean James Cummins

THEATRICAL PRODUCTION – BEST MAKE-UP

A Trip to the Moon
Vanessa Dionne, Jessica Mills, Renee Horner

Aladdin
Denise Reynolds, Patrice Madrigal

Annie
Vanessa Dionne, Christina Tracey, Brandi Strona

Candide
Darren Jinks, Brandi Strona

The Unauthorized Musical Parody of Rocky Horror
Michael Johnston, Tyson Fontaine, Lauren Lillian

THEATRICAL PRODUCTION – BEST HAIR STYLING

Aladdin
Debra Parr, Michele Arvizo, Chanthy Tach

Annie
Vanessa Dionne, Cassie Russek, Donna Levy

Blues in the Night
Danielle Richter

Love, Actually Live
Cassie Russek, Stephanie Fenner, Irma Nieves

Tosca
Jeanna Parham, Ashley Landis

Make-Up Artists and Hair Stylists Guild 2024: vincono Maestro e Saltburn

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Maestro e Saltburn hanno portato a casa i premi principali ai premi Make-Up Artists and Hair Stylist Guild (IATSE Local 706). La gilda ha tenuto la sua undicesima cerimonia di premiazione annuale domenica sera al Beverly Hilton Hotel.

La serata si è aperta con la consegna dei premi d’onore. L’attrice nominata all’Oscar Annette Bening è stata insignita del premio Distinguished Artisan. Tuttavia, a causa del COVID, Diana Nyad ha accettato il premio a suo nome.

Michael Westmore ha ricevuto il Vanguard Award per il suo lavoro in “Rocky”, “Star Trek”, “Mask” e “Raging Bull”. Kevin Haney ha ricevuto il premio alla carriera per il suo lavoro in “A spasso con Daisy”, “Guardiani della Galassia Vol. 3” e “Hocus Pocus 2”.

Sembra interessante notare che, sebbene non sia riuscito a entrare in nessuna cinquina per gli Oscar 2024, Saltburn di Emerald Fennell ha conquistato la gilda. Ecco di seguito i vincitori:

FILM

Best Contemporary Makeup

“Saltburn” (Siân Miller, Laura Allen)

Best Period and/or Character Makeup

“Maestro” (Sian Grigg, Jackie Risotto, Elisa Tallerico, Nicky Pattison-Illum)

Best Special Makeup Effects

“Maestro” (Kazu Hiro, Sian Grigg, Duncan Jarman, Mike Mekash)

Best Contemporary Hair Styling

“Saltburn” (Siân Miller, Laura Allen)

Best Period Hair Styling and/or Character Hair Styling

Barbie” (Ivana Primorac, Marie Larkin, Clare Corsick)

TELEVISION SERIES

Best Contemporary Makeup

“The Idol” (Kirsten Sage Coleman, Mandy Artusato, Jessie Bishop, Erin Blinn)

Best Period and /or Character Makeup

The Crown” (Cate Hall, Emilie Yong-Mills, Debbie Ormrod, Stacey Holman)

Best Special Makeup Effects

Best Contemporary Hair Styling 

“The Morning Show” (Nicole Venables, Jennifer Petrovich, Janine Thompson, Lona Vigi)

Best Period and/or Character Hair Styling

“Queen Charlotte: A Bridgerton Story” (Nic Collins, Giorgio Galliero)

TELEVISION SPECIAL

Best Contemporary Makeup

“Dancing With the Stars” (Julie Socash, Donna Bard, Lois Harriman, Sarah Woolf)

Best Period and/or Character Makeup

“Saturday Night Live” (Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani, Joanna Pisani)

Best Special Makeup Effects

“Saturday Night Live” (Louie Zakarian, Jason Milani, Bradon Grether, Tom Denier Jr.)

Best Contemporary Hair Styling

“Dancing With the Stars” (Kimi Messina, Joe Matke, Amber Nicholle Maher, Marion Rogers)

Best Period and/or Character Hair Styling

“Dancing With the Stars” (Kimi Messina, Dwayne Ross, Joe Matke, Brittany Spaulding)

DAYTIME TELEVISION GAME SHOW OR TALK SHOW

Best Makeup

“The Boulet Brothers’ Dragula” (Swanthula Boulet, Dracmorda Boulet)

Best Hair Styling

“The Young and the Restless” (Lauren Mendoza, Justin Jackson, Michelle Corona, Diana Santana)

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING

Best Makeup

“American Born Chinese” (Jorjee Linda Douglass, Mara Rouse, Nicole Hawkyard, Ralis Kahn)

Best Hair Styling

“The Santa Clauses” (Anissa Emily Salazar, Nina Adado, Morgan Ferrando, Patricia Lansingh)

COMMERCIALS AND MUSIC VIDEOS

Best Makeup

“American Horror Story: Delicate” (Kerry Ann Herta Jason Collins Alyssa Morgan Orlando Marin)

Best Hair Styling

“American Horror Story: Delicate” (Joe Matke, Jeri Baker, Johnny Lomeli)

THEATRICAL PRODUCTIONS (Live Stage)

Best Makeup

“Dr. Seuss’ How The Grinch Stole Christmas! The Musical” (Robyn-Marie Rebbe, Chloe Nil Acerol, Ashley Roller, Angelina Avallone)

Best Hair Styling

Make-Up Artists and Hair Stylists Awards 2014 ecco i vincitori

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Make-Up Artists and Hair Stylists Awards 2014 ecco i vincitori

Make-Up Artists and Hair Stylists AwardsSono tornati i Los Angeles i Make-Up Artists and Hair Stylists Awards, i premi che vengono assegnati dalla categoria di artisti, è il caso di definirli così a pieno titolo, che si occupano del “trucco e parrucco” dei film a Hollywood. Erano dieci anni che il premio non veniva consegnato, e quest’anno al Paramount Studios Theater di Los Angeles le categorie premiate sono state ben 14.

Dick Smith (L’Esorcista, Il Piccolo Grande Uomo, Il Padrino, Taxi Driver, Amadeus) è stato insignito del premio alla carriera per il trucco, tuttavia l’artista del make up cinematografico non era presente alla cerimonia per malattia. Il premio equivalente nella categoria parrucco è andato a Gail Ryan (Il Grinch, Blue Chips, 21 Grammi).

Trai vincitori, due film si contendono anche la nomination di categoria all’Oscar. Di seguito tutti i vincitori:

LUNGOMETRAGGIO CINEMATOGRAFICO

BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING:
    Lee Daniels’ The Butler
Candace Neal
Robert Stevenson

BEST CONTEMPORARY MAKE-UP:
Prisoners
Donald Mowat
Pamela Westmore

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING:
   American Hustle
Kathrine Gordon
Michelle Johnson

dallas buyers club poster italianoBEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP:
  Dallas Buyers Club
Robin Mathews

BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS:
  Jackass Presents: Bad Grandpa
Stephen Prouty
Tony Gardner

SERIE TELEVISIVE E NEW MEDIA

BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING:
  The Voice
Shawn Finch
Jerilynn Stephens

BEST CONTEMPORARY MAKE-UP:
Breaking Bad
Tarra Day
Steve LaPorte

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING:
Vikings
Dee Corcoran

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP:
  Boardwalk Empire
Michele Paris

BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS:
    The Walking Dead
Greg Nicotero
Jake Garber

MINISERIE TELEVISIVE O FILM TELEVISIVI

candelabriBEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING:
Behind the Candelabra
Marie Larkin
Yvette Stone

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP:
   Behind the Candelabra
Kate Biscoe
Deborah Rutherford
Hiroshi Yada

PRODUZIONI TEATRALI

BEST MAKE-UP/HAIR STYLING:
Magic Flute
Darren Jinks
Samantha Wootten
Brandi Strona

PUBBLICITA’

BEST CONTEMPOARARY MAKE-UP:
    Wash the Day Away (Delta)
Tyson Fountaine
Brian Penikas

Make-Up Artists & Hair Stylists Guild Awards 2025: vincono Wicked e The Substance

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I 12° premi annuali della Make-Up Artists & Hair Stylists Guild Awards sono stati assegnati stasera al Beverly Hilton. Wicked ha vinto due dei premi più importanti della serata per il miglior trucco d’epoca e/o di carattere e la migliore acconciatura d’epoca e/o di carattere in un lungometraggio. The Substance ha vinto negli altri due grandi premi cinematografici: miglior trucco contemporaneo e migliori effetti speciali di trucco.

Tutti i vincitori dei Make-Up Artists & Hair Stylists Guild Awards 2025

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE

Best Period and/or Character Make-Up
Wicked
Frances Hannon, Alice Jones, Nuria Mbomio, Johanna Nielsen, Branka Vorkapic

Best Period and/or Character Hair Styling
Wicked
Frances Hannon, Sarah Nuth, Sim Camps, Gabor Kerekes

Best Contemporary Make-Up
The Substance
Stéphanie Guillon

Best Contemporary Hair Styling
The Last Showgirl
Katy McClintock, Marc Boyle, Stephanie Hobgood

TELEVISION SERIES – LIMITED, MINISERIES OR MOVIE FOR TELEVISION

Best Special Make-Up Effects
The Penguin (HBO Max)
Mike Marino, Michael Fontaine, Crystal Jurado, Diana Y. Choi, Claire Flewin

Best Period and/or Character Hair Styling
Bridgerton (Netflix)
Erika Okvist, Farida Ghwedar, Emma Rigby

Best Period and/or Character Make-Up
Palm Royale (Apple TV +)
Tricia Sawyer, Marissa Lafayette, Marie Del Prete, Simone Almekias-Siegl, Marja Webster

Best Contemporary Make-Up
Emily in Paris (Netflix)
Aurelie Payen, Carole Nicolas, Fred Marin, Sarah Damen, Josephine Bouchereau

Best Contemporary Hair Styling
Abbott Elementary (ABC)
Moira Frazier, Dustin Osborne, Christina Joseph, Johnny Lomeli, LaLisa Turner

TELEVISION SPECIAL, ONE HOUR OR MORE LIVE PROGRAM SERIES

Best Period and/or Character Make-Up
Saturday Night Live (NBC)
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani, Craig Lindberg, Rachel Pagani

Best Special Make-Up Effects
Saturday Night Live (NBC)
Louie Zakarian, Jason Milani, Brandon Grether, Amy Tagliamonti, Tom Denier Jr.

Best Contemporary Hair Styling
Dancing with the Stars (ABC, Disney)
Kimi Messina, Joe Matke, Marion Rogers, Amber Nicholle Maher, Florence Witherspoon

Best Period and/or Character Hair Styling
Saturday Night Live (NBC)
Jodi Mancuso, Cara Hannah, Inga Thrasher, Joe Whitmeyer, Amanda Duffy Evans

Best Contemporary Make-Up
Saturday Night Live (NBC)
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani, Young Bek, Daniela Zivkovic

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS

Best Special Make-Up Effects
The Substance
Pierre-Olivier Persin

Best Hair Styling
Secret – Beetlejuice Beetlejuice: Lifesaver
Pavy Olivarez, Taylor Tanaka-Suitt

Best Make-Up
Secret – Beetlejuice Beetlejuice: Lifesaver
Scotia Boyd, Julie Hassett, Bianca Appice

THEATRICAL PRODUCTIONS (Live Stage)

Broadway and International Live Theater Production: Make-Up and Hair Styling
The Great Gatsby (Broadway)
Kevin Thomas Garcia, Christine Hutcheson, Michael Duschl, Britt Griffith

California Regional Live Theater Production: Make-Up and Hair Styling
LA Opera’s Madame Butterfly
Samantha Wiener, Maggie Clark, Brandi Strona, Nicole Rodrigues, Kelso Millett

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING

Best Hair Styling
Avatar: The Last Airbender (Netflix)
Julie McHaffie, Dianne Holme, Codey Blair, Sandi Hall

Best Make-Up
Danger Force (Nickelodeon)
Michael Johnston, Brad Look, Kevin Westmore, Kim Perrodin, Kato DeStefan

DAYTIME TELEVISION

Best Hair Styling
The Jennifer Hudson Show (Fox)
Robear Landeros, Albert Morrison

Best Make-Up
The Jennifer Hudson Show (Fox)
Jen Fregozo, Adam Burrell

Make Up Stars, il nuovo talent show sul make-up presentato da Pilar Rubio

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“Make Up Stars”, il nuovo talent show prodotto da RTVE Play in coproduzione con Rakuten TV e Mega TV, è alla ricerca del prossimo grande professionista del make-up. Lo show, condotto da Pilar Rubio, debutta su RTVE Play il 19 dicembre e su Rakuten TV, una delle principali piattaforme di streaming in Europa, il 31 dicembre.

Make Up Stars è un talent show che mostra più da vicino l’universo del make-up professionale e della bellezza agli spettatori e i nuovi professionisti del make-up e la loro influenza su Instagram, TikTok e gli altri social network. Lo show, condotto da Pilar Rubio, vede 8 concorrenti sfidarsi a colpi di glitter, ombretti e fard per diventare il miglior professionista del make-up. La produzione, nata da un’idea di Develovers, mira a scoprire i talenti che diventeranno punti di riferimento nel campo del make-up e della bellezza, mostrando il trucco come forma di espressione artistica e promuovendo il talento dei partecipanti.

Oltre a Pilar Rubio, il team dello show è composto da due figure di spicco dell’industria del make-up, che saranno giurati permanenti durante le sei puntate di “Make Up Stars”:

  • David Molina, make-up artist di fama internazionale grazie alle sue collaborazioni con brand come Dior, Versace e Givenchy. Tra i suoi clienti figurano star come Victoria Beckham, Ashton Kutcher, Maria Sharapova, Isabeli Fontana e Karolina Kurkova
  • Camila Redondo, designer e influencer, è una delle voci più influenti nel mondo della bellezza e del make-up online. È anche la vincitrice dell’Idolo Award 2023 per il miglior content creator in ambito beauty ed è lei a gestire l’account Nobody is ugly

La regista dello show è Ainhoa Casado, con oltre 20 anni di esperienza nella direzione di team creativi in televisione e nella creazione di contenuti innovativi multipiattaforma. È stata responsabile di importanti format di intrattenimento come Operación Triunfo, Eurojunior e Tú sí que vales. A proposito del progetto dice: “Make Up Stars è un’esplosione di colori, luminosità ed emozioni. Una scoperta totale della magia e dell’arte del make-up”.

Ogni episodio sarà dedicato ad un aspetto specifico del make-up – body painting, caratterizzazione, make-up editoriale, drag queen, protesi ed effetti speciali – e spingerà i partecipanti a mostrare la propria creatività e abilità in diversi stili e tecniche, con i consigli dei migliori professionisti. Gli spettatori potranno così assistere a trasformazioni sorprendenti e conoscere le ultime tendenze del make-up.

“Make Up Stars” vedrà la partecipazione di ospiti come Lola Lolita, Carmen Farala, Agoney e le Twin Melodies, che canteranno anche la sigla dello show. In ogni episodio i concorrenti assisteranno ad una masterclass guidata da alcuni dei migliori professionisti del make-up come Miss Claudia, Anna Cartes, David Martí e Dugarte. I principali brand di make-up ed hairdressing hanno accettato di fornire i materiali per le varie prove.

Alla fine della stagione, il candidato più versatile vincerà un soggiorno a Londra e un corso di formazione presso la scuola di make-up del premio Oscar Christine Blundell. “Make Up Stars” debutterà il 19 dicembre su RTVE in Spagna e il 31 dicembre su Rakuten TV e sarà disponibile in 42 paesi europei nella sezione Free della piattaforma.

Make or Break: la seconda stagione in arrivo su su Apple TV+

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Make or Break: la seconda stagione in arrivo su su Apple TV+
La seconda stagione di Make or Break, la docuserie che porta lo spettatore dietro le quinte delle competizioni più prestigiose, insieme ai migliori surfisti del mondo in gara per il titolo al World Surf League (WSL) Championship Tour (CT), farà il suo debutto su Apple TV+ il prossimo 17 febbraio con i primi quattro episodi; gli altri quattro episodi usciranno la settimana successiva, il 24 febbraio.

Con interviste inedite, Make or Break torna nel mondo del surf professionale, offrendo un’immersione intima e profonda nelle aspirazioni, nelle sfide, nella carriera e nella vita personale dei surfisti che competono per rimanere nell’élite del WSL Championship Tour maschile e femminile. La docuserie porterà il pubblico nelle splendide località che hanno ospitato la stagione agonistica 2022, catturando gli alti e bassi del “Dream Tour”, tra cui il mid-season cut, le rivalità internazionali e i ribaltamenti da record che hanno infranto ogni pronostico.

Ogni episodio della serie, suddivisa in otto puntate, accende i riflettori sui surfisti di fama internazionale, offrendo interviste inedite con:

  • Kelly Slater
  • Tatiana Weston-Webb
  • Stephanie Gilmore
  • Owen Wright
  • Tyler Wright
  • Jack Robinson
  • Morgan Cibilic
  • Gabriel Medina
  • Filipe Toledo
  • Kanoa Igarashi
  • Griffin Colapinto
  • Italo Ferreira
  • Matthew McGillivray
  • Johanne Defay
  • John John Florence
  • Brisa Hennessy
La docuserie Make or Break è prodotta per Apple da Box to Box Films (“F1: Drive to Survive”, “Break Point”) in collaborazione con la World Surf League. I produttori esecutivi sono il vincitore dell’Oscar e del BAFTA James Gay-Rees (“Exit Through the Gift Shop”, “Amy”), il candidato al premio BAFTA Paul Martin, Warren Smith e il CEO della World Surf League Erik Logan.

Make or Break, la trama

La seconda stagione di “Make or Break” si aggiunge all’offerta sempre più ampia di programmi di saggistica sportiva su Apple TV+, tra cui un documentario recentemente annunciato sulla vita e la carriera rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno Sir Lewis Hamilton; il docufilm recentemente annunciato “Underrated”, con la leggenda dell’NBA Stephen Curry; l’acclamata docuserie in quattro parti nominata agli Emmy Award “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; “The Dynasty”, una nuova docuserie sui New England Patriots, realizzata da Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films; “The Long Game: Bigger Than Basketball” sul fenomeno della pallacanestro Makur Maker; e “Greatness Code”, una serie breve senza sceneggiatura diretta da Gotham Chopra e co-prodotta da Uninterrupted e Religion of Sports.
Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti.  Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming di prodotti completamente originali lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima titoli originali e ha ricevuto il maggior numero di premi più rapidamente che altri servizi di streaming dal momento del loro debutto. Ad oggi, i film, i documentari e le serie Apple Original sono stati premiati con oltre 315 vittorie e oltre 1.383 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar per il miglior film di quest’anno “CODA“.

Major Crimes 4: anticipazioni sulla prossima stagione

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Major Crimes 4Manca ancora un po’ all’arrivo di Major Crimes 4, l’atteso quarto ciclo di episodi della serie di successo firmata dal network TNT. Oggi nell’attesa vi sveliamo alcune anticipazioni.

In Major Crimes 4 è una serie televisiva statunitense creata da James Duff, Michael M. Robin e Greer Shephard. La serie è uno spin-off di The Closer e vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

La serie viene trasmessa in prima visione assoluta sul canale televisivo via cavo statunitense TNT dal 13 agosto 2012. In Italia viene trasmessa sul canale Premium Crime della piattaforma televisiva a pagamento Mediaset Premium a partire dal 19 novembre2012 e in chiaro verrà trasmessa sul canale Rete 4 nel corso del 2014.

Personaggi:

  • Capitano Sharon Raydor (stagioni 1-in corso), interpretata da Mary McDonnell e doppiata da Roberta Greganti.
  • Detective tenente Louie Provenza (stagioni 1-in corso), interpretato da G. W. Bailey e doppiato da Sergio Di Giulio.
  • Detective tenente Andy Flynn (stagioni 1-in corso), interpretato da Anthony Denison e doppiato da Pasquale Anselmo.
  • Detective tenente Michael Tao (stagioni 1-in corso), interpretato da Michael Paul Chan e doppiato da Franco Mannella.
  • Detective Julio Sanchez (stagioni 1-in corso), interpretato da Raymond Cruz e doppiato da Riccardo Niseem Onorato.
  • Buzz Watson (stagioni 1-in corso), interpretato da Phillip P. Keene e doppiato da Fabrizio Picconi.
  • Detective Amy Skyes (stagioni 1-in corso), interpretata da Kearran Giovanni e doppiata da Barbara De Bortoli.
  • Rusty Beck (stagioni 1-in corso), interpretato da Graham Patrick Martin e doppiato da Flavio Aquilone.
  • Comandante Russell Taylor (stagioni 2-in corso, ricorrente 1), interpretato da Robert Gossett e doppiato da Eugenio Marinelli.
  • Dr. Morales (stagioni 2-in corso, ricorrente 1), interpretato da Jonathan Del Arco.
  • Emma Rios (stagioni 2-in corso), interpretata da Nadine Velazquez.

Major Crimes 3×15: anticipazioni e promo

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Si intitola acting Out , Major Crimes 3×15, la quindicesima puntata della terza stagione della serie televisiva Major Crimes, che andrà in onda sul network americano TNT.

Major-Crimes-3x15In Major Crimes 3×15 Babbo Natale si ritrova a comparire sull’elenco dei cattivi dopo aver rapinato una banca, ma un flash mob con tutti che indossano costumi da Babbo Natale complica il suo arresto e l’unità di Major Crimes deve rimboccarsi le maniche per capire come le cose siano andate così male nell’operazione e assicurare il vero colpevole alla giustizia.

Major Crimes 3×06: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Jane Doe, Major Crimes 3×06, il sesto episodi della terza stagione dello show  TNT.

http://youtu.be/WhITMbl6RoU://

Major Crimes 3×06In Major Crimes 3×06 il team si ritroverà a dare la caccia all’assassino di una giovane fuggita di casa, la cui identità è ignota ed i cui resti sono stati brutalmente gettati in un cassonetto dopo l’efferato omicidio; nel frattempo, Raydor si consulta con suo marito a proposito di una proposta particolarmente allettante da dover fare a Rusty.

Major Crimes 3×05: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Do Not Disturb, Major Crimes 3×05, il quinto episodio della serie  spin-off di The Closer che vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

 

Major Crimes 3×05In Major Crimes 3×05, quando una persona sconosciuta viene trovata morta all’interno di una camera d’albergo, il team deve collaborare per ritrovare il killer evitando di incorrere in eventuali ripercussioni quando un diplomatico americano rimane coinvolto nel caso; mentre tutti sono occupati con quest’indagine, Rusty cerca di capire se è il caso di condividere un grande segreto con la squadra.

Major Crimes è una serie televisiva statunitense creata da James Duff, Michael M. Robin e Greer Shephard. La serie è uno spin-off di The Closere vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

La serie viene trasmessa in prima visione assoluta sul canale televisivo via cavo statunitense TNT dal 13 agosto 2012.

In Italia viene trasmessa sul canale Premium Crime della piattaforma televisiva a pagamento Mediaset Premium a partire dal 19 novembre 2012[2]e in chiaro verrà trasmessa sul canale Rete 4 nel corso del 2014.

Major Crimes 3×02: anticipazioni e promo

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Si intitolerà The Other Sharon, Major Crimes 3×02, la seconda puntata della terza stagione della serie televisiva Major Crimes, che andrà in onda sul network americano TNT.

Major Crimes 3×02In Major Crimes 3×02, poco dopo essere stato rilasciato di prigione, un uomo che si proclamava innocente viene trovato assassinato; il caso della vittima viene riaperto ed il team lavora duramente per scoprire il criminale che ha ucciso un ragazzino di diciassette anni ed infine, Rusty confessa a Raydor cosa si nasconde dietro le sue recenti attività sospette e l’uomo rimane sorpreso quando scopre la verità.

Major Crimes 3×03: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Frozen Assets,  Major Crimes 3×03, il terzo episodio della terza stagione dello show di successo spin-off di The Closer che vede protagonista  il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

http://youtu.be/sNPhlHfIq18

Major Crimes 3x03Major Crimes è una serie televisiva statunitense creata da James Duff, Michael M. Robin e Greer Shephard. La serie è uno spin-off di The Closere vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

La serie viene trasmessa in prima visione assoluta sul canale televisivo via cavo statunitense TNT dal 13 agosto 2012.

In Italia viene trasmessa sul canale Premium Crime della piattaforma televisiva a pagamento Mediaset Premium a partire dal 19 novembre 2012[2]e in chiaro verrà trasmessa sul canale Rete 4 nel corso del 2014.

Major Crimes 3: anticipazioni sulla stagione in corso

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Si è conclusa con ottimi risultati la seconda stagione e oggi arrivano anticipazioni su Major Crimes 3, il terzo ciclo di episodi della serie  spin-off di The Closere vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

In Major Crimes 3Rusty scoprirà di avere molte cose in comune con un’adolescente che nasconde un segreto al padre e finalmente conosceremo il misterioso compagno di Syke.

Major Crimes 3x03Major Crimes è una serie televisiva statunitense creata da James Duff, Michael M. Robin e Greer Shephard. La serie è uno spin-off di The Closere vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

La serie viene trasmessa in prima visione assoluta sul canale televisivo via cavo statunitense TNT dal 13 agosto 2012.

In Italia viene trasmessa sul canale Premium Crime della piattaforma televisiva a pagamento Mediaset Premium a partire dal 19 novembre 2012[2]e in chiaro verrà trasmessa sul canale Rete 4 nel corso del 2014.

Maja Schöne: 10 cose che non sai sull’attrice

Maja Schöne: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice di nazionalità tedesca, Maja Schöne ha sempre lavorato nel proprio paese di origine, costruendo lì la sua fama e la sua carriera. A partire dagli ultimi anni si è però resa celebre grazie ad una popolare serie Netflix, la quale le ha permesso di oltrepassare i confini nazionali, ricevendo apprezzamenti da ogni parte del mondo per il suo carisma e le sue doti interpretative.

Ecco 10 cose che non sai di Maja Schöne.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maja Schone Dark

Maja Schöne. i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti film tedeschi. L’attrice debutta per la prima volta sul grande schermo grazie al film Cowgirl (2004), commedia che le permette di farsi notare con un ruolo di rilievo. Tornerà poi al cinema con il dramma 1. Mai (2008) e in seguito con i titoli Buddenbooks (2008), Summertime Blues (2009) e Zarte Parasiten (2009).

9. È nota per i ruoli televisivi. A partire dal 2005 l’attrice ottiene grande popolarità grazie al ruolo di Julia Bootz nella serie Tatort, a cui prenderà parte fino al 2020 recitando complessivamente in 15 episodi. Si distingue poi in titoli come Stubbe – Von Fall zu Fall (2006), Polizeiruf 110 (2007-2011), e Blochin: Die Lebenden un die Toten (2015). A partire dal 2017 ricopre il ruolo di Hannah Kahnwald nella celebre serie Netflix Dark, che le permette di ottenere estrema popolarità anche al di fuori del proprio paese.

Maja Schöne non è presente su Instagram

8. Non possiede un account personale. Ricercando l’attrice sul social network Instagram, non ci si imbatterà in nessun profilo verificato o ufficiale, poiché la Schöne non ne possiede alcuno. Questa sembra infatti restia all’idea di condividere con il pubblico anche la propria vita al di fuori del set, preferendo mantenere un netto distacco tra il lavoro e il privato. La notorietà fino ad ora limitata al suo paese l’ha certamente aiutata in questo, ma ora che è una star internazionale sarà sempre più difficile mantenere tale equilibrio.

7. Vi sono numerose fan page a lei dedicate. Proprio per via della popolarità oggi raggiunta dall’attrice, si possono ritrovare numerose fan page su Instagram a lei dedicate, che tentano di sopperire alla mancanza di account ufficiale. La più seguita di queste, vanta oltre 12 mila follower e permette ai fan dell’attrice di rimanere aggiornati su tutte le novità a lei legate. Vengono infatti pubblicati aggiornamenti relativi ai suoi progetti da interprete, ma anche le foto più recenti scattate all’attrice.

Maja Schöne e Carlo Ljubek

6. È sposata con un noto attore. Anche se molto riservata, l’attrice non ha nascosto il legame con l’attore tedesco Carlo Ljubek. I due si sono poi sposati, senza però rivelare la data in cui ciò è avvenuto. La coppia ha in diverse occasioni avuto anche modo di recitare insieme, come per la serie Stubbe – Von Fall zu Fall. Hanno poi avuto una figlia, ma anche di tale evento non si conosce l’anno in cui è avvenuto. I due attori cercano infatti di rimanere il più riservati possibile, evitando l’ingresso di riflettori nella loro vita privata.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maja Schone Carlo Ljubek

Maja Schöne in Dark

5. È la madre del protagonista. Nella complessa serie Dark, l’attrice ricopre il ruolo di Hannah Kahnwald. Questa è la madre di Jonas, il protagonista, e la moglie di Michael. La Schöne interpreta la versione adulta del personaggio, poiché quella più giovane mostrata in alcuni segmenti della serie è affidata ad un’altra attrice. Il suo personaggio si è inoltre fanno notare anche per i sentimenti provati nei confronti di Ulrich Nielsen, un altro dei personaggi principali della serie.

4. Non ha mai giudicato il suo personaggio. Proprio per questa sua relazione segreta, sarebbe stato facile giudicare il personaggio incolpandolo di tradimento. La Schöne ha però scelto di non cadere in tale trappola, preferendo lavorare sul cercare di capire le azioni del personaggio per poterlo comprendere e interpretare meglio. L’idea che ne ha generato è quella di una donna sola, che si abbandona istintivamente a ciò che sente possa darle una maggiore stabilità nella propria vita.

3. Era emozionata all’idea di far parte della serie. L’attrice ha raccontato di essere stata da subito particolarmente entusiasta di far parte della serie, affermando che leggendone il copione sentiva che possedeva il potenziale per affermarsi a livello internazionale. In quanto prima grande produzione televisiva tedesca per Netflix, inoltre, è convinta che possa portare nuova luce sulle produzioni del suo paese, permettendo uno sviluppo dell’industria.

2. L’esperienza del set è stata estremamente positiva per lei. Nell’intraprendere le riprese della serie, l’attrice ha affermato che i lunghi tempi di lavorazione l’avevano inizialmente preoccupata, temendo di ritrovarsi sottopressione. Ciò fortunatamente non si è verificato, e se anche il clima di Dark è particolarmente cupo, la Schöne ha raccontato che sul set si è instaurato un’atmosfera di positività che ha aiutato tutti gli attori a vivere al meglio l’esperienza.

Maja Schöne: età e altezza

1. Maja Schöne è nata a Stuttgart, in Germania, nel 1976. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Maixabel: la recensione del film basato sulla storia di Maixabel Lasa

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Maixabel della regista Icíar Bollaín racconta la storia di dolore e trauma che l’ETA, il gruppo terroristico basco, ha disseminato negli anni. Uno dei pochi film – se non l’unico – che parla di questo argomento che prende vita da fatti di cronaca reali. La vera Maixabel ha partecipato all’intero processo del film insieme alla figlia Maria. In una scena finale, appare proprio la vedova di Juan Mari Jauregui, assassinato dall’ETA. Il gruppo separatista ETA ha compiuto omicidi e attentati che hanno causato la morte di oltre 800 persone in nome dell’indipendenza basca. Un racconto crudo che mette in scena le debolezze dell’animo umano ma anche una volontà quella di non dimenticare le atrocità compiute oltre 10 anni fa.

Maixabel, la trama

Nel 2000 l’ETA ha assassinato Juan Maria Jauregui. Undici anni dopo, la sua vedova Maixabel Lasa riceve una richiesta che la mette in crisi: uno degli assassini, dopo aver lasciato la lotta armata e la banda di terroristi di cui faceva parte, ha chiesto di parlare con lei. Nonostante i dubbi e l’immenso dolore, Maixabel accetta di incontrare faccia a faccia una delle persone che hanno posto spietatamente fine alla vita di colui che era il suo compagno sin dall’adolescenza. Maixabel Lasa è interpretata da una sorprendente Blanca Portillo che si è immersa nel personaggio con tutta sé stessa. La regista stessa racconta che per completare la sua trasformazione ha avuto dei colloqui con Maixabel in persona.

Finzione e realtà camminano su un filo sottilissimo nel film di Icíar Bollaín. Maixabel è rappresentata come una donna di cuore e di coraggio, una vera immagine di dialogo e di riconciliazione. Per far vivere sullo schermo questa storia dobbiamo tornare indietro nel tempo agli anni 2000. Jauregui era un esponente politico del partito socialista spagnolo ed è stato assassinato in un bar. Il film però non parla degli avvenimenti che hanno portato alla sua morte ma della storia della moglie Maixabel.

Maixabel recensione film

L’importanza del dialogo

La forte componente femminile di questo film è composta da Maixabel, la figlia Maria. Maixabel, a contrario della figlia Maria, vuole incontrare gli assassini del marito. La vita di entrambe le donne, come più volte diranno nel corso del film, non è più la stessa. Non conosceranno più la felicità dopo la morte del compianto marito e padre. Allora Maixabel decide di partecipare alla richiesta della polizia: incontrare gli assassini del marito. La sua voce si fa portatrice del dialogo dopo dieci anni dal tragico incidente ma non lo fa per vendetta ma come lei stessa racconta “sono legata a quelle persone per tutta la vita“. Bollaín con l’aiuto della sua co-sceneggiatrice, Isa Campo, costruisce un film sulle emozioni e non sul racconto dei fatti di cronaca in quanto tali. Lo scopo principale è quello di indagare i personaggi dall’interno a prescindere dal pregiudizio politico.

Nella pellicola della regista non si fanno sconti, non si vuole empatizzare con nessun personaggio. Ma vengono comunque sviscerati i tratti problematici di quelli che secondo le linee narrative canoniche chiameremo antagonisti. Il film però non crea fazioni né tanto meno bisogna guardando con lo scopo di entrare in empatia con i personaggi. L’unico messaggio di speranza che manda il personaggio di Maixabel è che tutti meritano una seconda possibilità. Così la donna incontra i due assassini. Prima Luis (interpretato da Urko Olazabal) e poi Ibon (interpretato da Luis Tosar). Entrambe queste scene di dialogo portano alla luce importanti rivelazioni. I membri dell’ETA dicono a Maixabel che non nutrivano alcun odio personale nei confronti del marito. Stavano semplicemente eseguendo degli ordini come dei mercenari assunti per un obiettivo specifico.

Le seconde occasioni

La pellicola entra ancora di più nel vivo dei temi di responsabilità quando Luis e Ibon le rivelano che la scelta di premere il grilletto è stata affidata al caso. Con questa rivelazione finale la scelta di Maixabel si rivela chiarificatrice. Nonostante le lunghe scene di dialogo ricche di intensità, la linea narrativa che segue tutto il film è abbastanza neutra. Per la popolazione spagnola rivivere questi momenti non deve essere facile, tanto che la stessa regista ricorda ancora il periodo in cui da bambina l’ETA faceva decine e decine di vittime. Tutto cambia per gli spettatori oltre il confine spagnolo. Le poche informazioni di base narrate nella storia potrebbero mandare in confusione anche lo spettatore più attento. Nonostante questo, il film si presenta come un progetto molto forte e sicuramente curato nei miei dettagli storici per questa ragione la stampa spagnola lo ha largamente premiato ed elogiato.

Maïwenn, i tre volti della regista di Jeanne du Barry – La favorita del Re

Maïwenn ha lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema francese. Anche se la maggior parte del pubblico e dell’industria americana l’ha conosciuta prevalentemente nel ruolo della seducente aliena canterina, Diva Plavalaguna, nel film di Luc Besson Il quinto elemento (1997), i suoi successivi sforzi come attrice, regista e sceneggiatrice hanno indiscutibilmente eclissato questo piccolo ruolo interpretato da adolescente. Negli ultimi dieci anni, ha diretto e sceneggiato un cortometraggio e ben quattro lungometraggi. La duttilità che Maïwenn ha messo al servizio della Settima Arte ne hanno messo in evidenza il talento e la sua intuizione per la creazione di storie e sequenze magistrali, dove ritmo narrativo e fluidità dell’immagine si intersecano.

Tra i suoi film più recenti, Polisse (2011) e Mon roi – il mio re (2016) le sono valsi il plauso della critica e una moltitudine di candidature molto ambite, tra cui il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, il César per il miglior film, la migliore regia e la migliore sceneggiatura. Con il suo ultimo film, Jeanne du Barry – La Favorita del Re in uscita nelle sale italiane dal 30 agosto grazie a Notorious Pictures, ripercorriamo la carriera di Maïwenn, i momenti fondanti del suo percorso artistico e la svolta che l’ha vista dedicarsi anche alla sceneggiatura e alla regia.

ATTRICE

Maïwenn è stata sotto i riflettori per la maggior parte della sua vita: la sua infanzia è stata segnata dalla presenza della madre, l’attrice e giornalista di origine cabila Catherine Belkhodja, che spingeva affinché la figlia diventasse una star del cinema: “non aveva fatto carriera e la voleva attrice a tutti i costi”, ricorda l’agente Myriam Bru. Nel 1981, all’età di 5 anni, fa la sua prima apparizione sul grande schermo in L’anno prossimo se tutto va bene (1981) di Jean-Loup Hubert. A 7 anni, interpreta il ruolo di Isabelle Adjani da bambina in L’estate assassina (1983) di Jean Becker. In Lacenaire (1990), accanto a Daniel Auteuil, interpreta Hermione, personaggio che condivide con la sorella minore Isild Le Besco. Il primo ruolo importante di Maïwenn è stato in La Gamine, in cui ha interpretato un’adolescente turbolenta, al fianco di Johnny Hallyday nel 1992. A 15 anni incontra il regista Luc Besson, con cui si fidanza e che la inserisce nel cast di Léon e Il quinto elemento (1996). Maïwenn, all’epoca appena sedicenne, rimane incinta e il fatto suscita non poche polemiche in Francia. Dopo la fine del matrimonio con Besson, abbandona momentaneamente la carriera di attrice. Durante questo periodo, è apparsa solo in un ruolo di supporto in The Perfect Killer (1994). Incoraggiata dalla sua insegnante di teatro Corine Blue a fare un’improvvisazione su sua madre durante una lezione, si è imbarcata poi nella scrittura di un one-woman show in gran parte autobiografico, Le Pois chiche, che ha portato in scena al Café de la Gare e il cui successo tra pubblico e critica ne sancisce il ritorno anche sul grande schermo. Nel 2023, Maïwenn è finalmente pronta a tornare al cinema, interpretando una delle eroine dell’acclamato film horror Alta tensione di Alexandre Aja, accanto a Cécile de France. Sedotto dalla sua forte personalità, Claude Lelouch le affida uno dei ruoli principali nel suo Les Parisiens (2004) e nel sequel dell’anno successivo, Le Courage d’aimer.

REGISTA

Seguito del suo one-woman show e del suo cortometraggio I’m an actress (in cui ha diretto la propria figlia Shanna Besson nel 2004), Pardonnez-moi, il primo lungometraggio di Maïwenn, è uscito nel 2006. In questo ritratto di famiglia, che ha tutte le caratteristiche di un Festen – Festa in famiglia (1998) alla francese, l’attrice-regista confonde maliziosamente i confini tra realtà e fantasia.  Il film le ha fatto guadagnare il premio come miglior promessa femminile e la migliore opera prima ai César 2007. In un’ottica altrettanto personale, nel 2009 realizza il suo secondo lungometraggio, Le Bal des actrices, una riflessione divertente e anticonformista sulle attrici e sui vari significati che la loro figura assume, commedia musicale che evidenzia l’eleganza di Maïwenn come regista. Il suo terzo film, quello che la consacra definitivamente come artista a tutto tondo è Polisse, in cui recita con Karin Viard, Marina Foïs e Joey Starr: un film sospeso tra documentario e fiction, resoconto molto realistico della vita quotidiana di una Brigade de Protection des Mineurs (Brigata di Protezione dei Minori) di Parigi. Con questo film, si è aggiudicata il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2011 e il plauso del pubblico, dato che è stato un grande successo nei cinema francesi. Alla fine del 2015, esce il suo quarto film da regista, Mon Roi – il mio re, con Emmanuelle Bercot (premiata come migliore attrice al Festival di Cannes) e Vincent Cassel nei ruoli principali, che segue una tumultuosa storia d’amore tra due personaggi che si amano e si distruggono a vicenda. In seguito, è tornata davanti e dietro la macchina da presa per DNA – le radici dell’amore (2020), in cui interpreta Neige, una madre divorziata di tre figli che va regolarmente a trovare Émir, suo nonno algerino che vive in una casa di riposo. Neige adora e ammira questo pilastro della famiglia, che l’ha cresciuta e soprattutto protetta dalla tossicità dei suoi genitori: ma i rapporti tra i numerosi membri della famiglia sono complicati e ci sono molti rancori. Infine, nel 2023, esce il suo sesto film, Jeanne du Barry – La favorita del Re, che ha l’onore di essere presentato all’apertura del Festival di Cannes. Questa prima incursione di Maïwenn nel film in costume racconta la storia vera di Jeanne, una giovane proletaria divenuta la favorita del re Luigi XV, interpretato da Johnny Depp e la scandalosa relazione tra i due.

SCENEGGIATRICE

La carriera da sceneggiatrice di Maïwenn è iniziata parallelamente a quella di regista: è stata, infatti, sceneggiatrice del suo cortometraggio e di tutti i suoi film, più un’aggiunta seriale “Paris, etc” e il film Les Miens (2022), diretto da Roschdy Zem e in cui recita anche. Già dal corto I’m an actrice (2004) e dall’esordio al lungometraggio Pardonner-moi inizia a emergere la tendenza di Maïwenn a intendere l’auto-fiction come veicolo prediletto per l’autoanalisi, tramite cornici da psicodrammi incredibilmente affascinanti. Il nucleo familiare diviene colonna portante della sua scrittura, dagli albori fino all’appena citato Les Miens, presentato in concorso al Festival di Venezia 2022. Un film praticamente agli antipodi rispetto all’esplorazione sopra le righe del trauma infantile e allo studio sul personaggio di un’attrice narcisista: qui, Maiwenn si avvale di una penna chiara e sobria, che si concentra in modo particolare e appropriato sugli attori e sulle loro emozioni, permettendo agli spettatori di entrare direttamente in empatia con i personaggi e al film di avere un impatto intimo sul pubblico.

Importante menzione è poi la serie televisiva Paris, etc., creata da Zabou Breitman nel 2017 per Canal+, ritratto al contempo divertente ed emozionante di cinque donne che vivono nella Parigi di oggi: Marianne, Mathilde, Nora, Allison e Gil e che testimonia l’attenzione di Maïwenn per il punto di vista, incontrovertibilmente femminile. Lavoro, quello sulla prospettiva femminile molteplice ed esaminata in tutte le sue varianti e variabili già da Le Bal des actrices esperimento dialogico e metacinematografico, in cui lo spettatore viene messo alla prova intellettualmente cercando di capire i diversi punti di vista, oggettivi e soggettivi, utilizzati dalla regista. Dalla sperimentazione formale e di scrittura, Maïwenn è passata allo spaccato di realismo efficacemente drammatizzato di Polisse, che cattura le brutture delle squadra di protezione dei minori della polizia di Parigi, mantenendo un certo grado di libertà nel racconto, prediligendo un tipo di narrazione essenzialmente patchwork, seppur molto precisa. Con il suo naturalismo crudo e grintoso e la sua immediatezza, rifugge dalle formule stantie dei procedural televisivi: la struttura episodica sciolta, il vivido mix di personaggi e il realismo in stile cinema verité hanno conquistato gran parte della critica. Infine, Maïwenn si è buttata a capofitto in due storie d’amore, una ambientata nel passato e l’altra che si snoda nel presente. Con Mon Roi – il mio re ha abbracciato il  dramma relazionale, imbastendo un discorso molto rilevante sul ribaltamento dei ruoli di genere oggigiorno. Il film è imprevedibile, caotico e familiare, proprio come i personaggi che ospita, proprio come l’amore e la vita che consumano Tony e Georgio. Infine, con Jeanne du Barry – La favorita del re, la penna di Maïwenn rielabora il dramma storico per consegnare al pubblico il ritratto di un’eroina femminista, sulla stregua del Maria Antonietta di Sofia Coppola.

Maiwenn ammette di aver “sputato” a un giornalista e si dichiara contro il #MeToo

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Comincia ad accendersi il clima attorno al debutto del discusso film d’apertura della Jeanne du Barry che segna il ritorno di Johnny Depp sul red carpet dopo la vicenda processuale che lo hanno visto protagonista, contro l’ex moglie Amber Heard. La regista del film Maiwenn si è scatenata sull’argomento e ha addirittura aggredito un giornalista sputandogli addosso.

“E’ apertamente anti #MeToo e il suo gesto vuole compiacere il suo mondo, c’è una sorta di orgoglio nell’aggressione”, ha spiegato il giornalista Edwy Plenel a ‘Variety’. Già nel 2020 Maiwenn aveva dichiarato a ‘Paris Match’: “E’ pazzesco quante sciocchezze si stanno dicendo in questi giorni! Queste donne non amano gli uomini, è chiaro, e stanno creando dei gravi danni collaterali”. E ancora: “Quando sento qualcuna che si lamenta perché gli uomini sono interessati solo al suo sedere, io rispondo: Goditela, perché non durerà in eterno!“.

La scorsa settimana, durante un’intervista televisiva in un talk show francese, Maiwenn ha confessato di aver sputato su Plenel. “Confermo di averlo aggredito? Sì“, ha detto Maiwenn in TV. “Ne parlerò quando sarò pronta”, ha aggiunto. “Sono molto in ansia per l’uscita del mio film.” Forse dovrebbe essere in ansia per la conferenza stampa dopo la prima del suo film, dove i giornalisti che seguono il festival la interrogheranno sicuramente sulla sua ammissione allo sputo. Questa sera l’attrice e regista accompagnata dal cast passerà sul red carpet per la cerimonia d’apertura e la proiezione di Jeanne du Barry.

Plenel – che è caporedattore e fondatore di Mediapart, un giornale online investigativo francese indipendente – ha presentato una denuncia alla polizia  il 7 marzo, accusando Maiwenn di aggressione mentre stava mangiando in un ristorante. La direttrice, seduta da sola a un tavolo vicino, avrebbe afferrato Plenel per i capelli e gli avrebbe sputato in faccia, poi avrebbe lasciato il ristorante. Nella denuncia, Plenel si è detto “traumatizzato dall’incidente”.

Ora, Plenel dice a Variety che crede che Maiwenn gli abbia sputato addosso perché era arrabbiata per un’indagine che Mediapart ha pubblicato sulle accuse di stupro e violenza sessuale contro Luc Besson. Maiwenn è stata sposata con Besson negli anni ’90 e hanno una figlia insieme.

Cosa sappiamo di Jeanne du Barry

Al suo sesto lungometraggio Maïwenn interpreterà Jeanne du Barry accanto a Johnny Depp nei panni di re Luigi XV. Nel cast anche le star Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory e India Hair. Il film racconta la vita, l’ascesa e la caduta della favorita di re Luigi XV. Jeanne Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte…

Maïwenn è regista, sceneggiatrice, attrice e produttrice, il suo cinema è intriso di una certa realtà, liberamente ispirata alla sua stessa vita sulla quale modella i suoi personaggi e gli intrighi. Ricerca dell’identità, costruzione di sé e della famiglia in generale, tutti questi aspetti sono al centro anche di questo suo ultimo lavoro. Il film sarà distribuito da Notorious Pitures, presto sarà annunciata la data di uscita nelle sale italiane.

Maisie Williams: 10 cose che non sai sull’attrice

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Maisie Williams: 10 cose che non sai sull’attrice

Maisie Williams è una delle attrici più giovani e brillanti degli ultimi anni che ha conquistato sia il piccolo e il grande schermo, grazie soprattutto a Il Trono di Spade, con le sue abilità e dimostrando di avere grande talento per la recitazione. L’attrice, infatti, ha esordito subito con la serie targata HBO e ha saputo sempre mantere alto il livello qualitativo del suo personaggio, continuando a sperimentare diversi ambiti del cinema e delle serie, partecipando a diversi progetti.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Maisie Williams.

Maisie Williams: i suoi film e le serie TV

 

1. Maisie Williams: i film e la carriera. La carriera di Maisie Williams è iniziata abbastanza presto e subito con il botto. La giovane attrice, infatti, ha debuttato con il ruolo di Arya Stark nella serie Il Trono di Spade a soli 14 anni nel 2011, recitando accanto a Kit Harington e Peter Dinklage. In seguito ha recitato nella mini serie The Secret of Crickley Hall (2012) e nella serie Thronecast (2013). Debutta sul grande schermo con Heatstroke nel 2013, per poi continuare con Gold (2014), The Falling (2014), Il diario dell’amore (2016), iBoy (2017), Mary Shelley – Un amore immortale (2017) e Then Came You (2018). L’attrice ha anche continuato a lavorare per il piccolo schermo apparendo nel film tv Cyberbully (2015) e nelle serie Doctor Who (2015) e Two Weeks to Live (2020). Tra i suoi ultimi film si annoverano invece Alla fine ci sei tu (2019) e The New Mutants (2020), con Anya Taylor-Joy.

2. Non solo attrice, ma anche doppiatrice e produttrice. Se la carriera di Maisie Williams è iniziata da qualche anno, c’è da dire che l’attrice ha già rivestito ruoli di un certo livello, vestendo i panni della doppiatrice e della produttrice. Maisie, infatti, ha prestato la propria voce per le serie Robot Chicken (2014), Gen: Lock (2019-2021) e per il film di animazione I primitivi (2018), mentre in qualità di produttrice ha partecipato alla realizzazione dei corti Up on the Roof (2013), Stealing Silver (2018) e Salvation Has No Name (2021).

Maisie Williams e Hilary Pitt Frances

3. Sua madre è la sua agente. Hilary Pitt Frances è famosa per essere la madre dell’attrice Maisie Williams. La donna, inoltre, è anche la manager e l’assistente personale di sua figlia, attività che ha intrapreso dopo aver lasciato il suo precedente lavoro come amministratrice di corsi in un’università. I genitori della Williams si separarono quando lei aveva quattro mesi e da quel momento la madre cambiò nome da Hilary Pitt in Hilary Frances.

Maisie Williams Instagram

Maisie Williams in Il Trono di Spade

4. Ha girato una scena hot. All’inizio l’attrice, quando ha letto il copione, pensava che la scena di sesso che stava leggendo non fosse reale, che fosse tutto uno scherzo. E invece no. Ma sei lei, tutto sommato, l’ha presa con filosofia, i suoi fan non sono stati dello stesso avviso. Nel corso degli anni Maisie, grazie al personaggio di Arya, è entrata nel cuore del pubblico, tanto da essere considerata come una sorella o da vederla sempre una ragazzina. Anche se nella scena presente nella 8×02 in realtà si vede ben poco, il corpo nudo dell’attrice è stato sufficiente per suscitare scalpore. In seguito, lei stessa ha dichiarato: “Se vi sentite imbarazzati, sappiate che anche mia madre, il mio patrigno, le mie due sorelle e i miei quattro fratello l’hanno vista”.

5. Ha indossato una fasciatura e una pancia finta. Per nascondere i tratti caratteristici della pubertà, Maisie Williams ha dovuto indossare quello che i produttori della serie le suggerivano. Infatti, affinché il corpo del suo personaggio rimanesse uniforme e non rivelasse il corpo dell’attrice che ovviamente stava cambiando con la crescita, Maisie ha dovuto indossare dapprima una fascia che le rendesse il petto piatto e in seguito una pancia finta per far sì che tutto fosse apparentemente piatto. Con il conseguente disagio dell’attrice.

Maisie Williams è su Instagram

6. Ha un profilo molto seguito. Come tante altre sue colleghe e colleghi, anche Maisie Williams ha deciso di aprire un proprio profilo personale Instagram che ha raccolto qualcosa come 10,3 milioni di persone. La giovane attrice è molto attiva sui social e il suo profilo è molto vario. Sono molte le foto che la ritraggono protagonista di eventi mondali, progetti lavorativi e servizi fotografici, ma sono tante anche quelle che la vedono insieme ai propri amici e familiari e anche insieme al proprio fidanzato.

Maisie Williams e Sophie Turner

7. Sorelle sullo schermo, migliori amiche nella vita. Maisie Williams e Sophie Turner hanno dato vita, per molti anni, alle sorelle Stark nella serie Il Trono di Spade e ciò ha fatto sì che le due si avvicinassero molto, tanto da essere migliori amiche ormai da diverso tempo. Le due sono talmente unite che a tanti viene il dubbio che in realtà siano una coppia nella vita. In più occasioni le due hanno deciso di giocarci sopra, facendo finta di baciarsi sul set della serie. La Williams, inoltre, è stata anche damigella d’onore al matrimonio della Turner con il cantante Joe Jonas.

Maisie Williams 2021

Maisie Williams: i suoi tatuaggi

8. Ha quattro tatuaggi. L’attrice apprezza molto l’arte del tatuaggio e diverse volte è ricorsa a fare uno. Dei suoi tatuaggi, la margherita è dedicata alla sua casa di produzione aperta nel 2016 che si chiama Daisy Chain e tre sono dedicati al suo attaccamento verso la serie de Il Trono di Spade. Uno di questi tre tatuaggi è stato realizzato insieme all’amica e collega Sophie Turner e reca la data, 07-08-09, cioè quella di quando entrambe le ragazze sono state scritturate.

Maisie Williams: il suo 2021

9. Ha diversi progetti in lavorazione. Dopo la conclusione di Il Trono di Spade, la Williams ha continuato a lavorare instancabilmente a diversi nuovi progetti. Attualmente, l’attrice ha da poco concluso le riprese della miniserie Pistol, basata sulle memorie di Steve Jones, il chitarrista dei Sex Pistols. L’attrice, inoltre, ha in programma di riprendere il ruolo di Aria Stark, doppiando il personaggio che sarà presente nel videogioco MultiVersus, un picchiaduro crossover con personaggi provenienti da diversi franchise.

Maisie Williams: età e altezza

10. Maisie Williams è nata il 15 aprile del 1997 a Bristol, in Inghilterra. L’attrice è alta complessivamentre 155 centimetri.

Fonti: IMDb, Insider, Vulture, unilad

Maisie Williams smentisce i rumors delle riprese aggiuntive per New Mutants

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Durante un’intervista con Screen Rant, Maisie Williams, l’interprete di Arya Stark nella serie HBO Game of Thrones, ha smentito le voci di massicce riprese aggiuntive per New Mutants, il nuovo film della Fox sull’inedita (al cinema) squadra di giovani mutanti in cui l’attrice interpreta Wolfsbane.

L’attrice ha confermato: “Penso che tutto questo siano solo voci. Usciremo all’inizio del prossimo anno e sono molto eccitata a riguardo (…) È passato molto tempo da quando l’abbiamo girato, e mi diverto sempre a vederne alcuni frammenti prima che esca al cinema, quindi non vedo l’ora che arrivi”.

Anche se Maisie Williams ha smentito le voci delle riprese aggiuntive, è una pratica molto insolita posticipare l’uscita di un film di dieci mesi, a tre mesi dall’uscita programmata e con un trailer e diversi teaser già diffusi in rete. A questo punto si immagina che si possa trattare di motivi tecnici e che il ritardo dell’uscita sia stato condizionato solo dalla necessità di migliorare gli effetti visivi del film.

The New Mutants: il primo trailer

CORRELATI:

Diretto da Josh Boone, il film vedrà protagonista la squadra di mutanti composta da Cannonball, Magic, Wolfsbane, Mirage e Sunspot. Il film sarà un horror in cui Stephen King incontra John Hughes.

Ricordiamo che la squadra ufficiale di The New Mutants è formata da Cannonball, Magic, Wolfsbane, Mirage e Sunspot. Quest’ultimo l’abbiamo già visto in X-Men Giorni di un futuro passato interpretato da Adan Canto, che però non è stato confermato nel ruolo in favore di un attore più giovane.

L’uscita del film, inizialmente prevista per il 13 aprile 2018, è stata spostata di un anno, e quindi il film arriverà in sala il 22 febbraio 2019.

Maisie Williams protagonista dell’adattamento di The Forest of Hands and Teeth

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Sarà Maisie Williams – volto di Arya Stark nella pluripremiata serie HBO Il Trono di Spade – ad interpretare la protagonista di The Forest of Hands and Teeth, adattamento cinematografico del best-seller post-apocalittico scritto da Carrie Ryan.

L’attrice Kate Maberly (Neverland- Un sogno per la vita) e la società di produzione Hypnotic di Doug Liman stanno lavorando per portare sul grande schermo il film nel 2016. Oltre ad essere produttrice del progetto, la Maberly si occuperà anche di curare la sceneggiatura e la regia.

The Forest of Hands and Teeth, edito in Italia con il titolo di La foresta degli amori perduti, è il primo volume di una trilogia ambientata in un futuro post apocalittico in cui un disastro inspiegabile ha trasformato gran parte del genere umano in zombie. Queste creature cannibali vagano per la foresta cercando di distruggere un gruppo di sopravvissuti barricati all’interno di un villaggio. La società in cui vivono i superstiti è tuttavia segnata dalla violenza e dalla repressione. Mary, la protagonista, è in cerca di un mondo diverso al di là della recinzione del villaggio e la sopravvivenza della razza umana sembra dipendere dal suo successo nel condurre un eterogeneo gruppo attraverso le oscure profondità della temibile foresta.

La Maberly ha fatto sapere alla stampa “Non vediamo l’ora di portare alla vita il mondo fantastico creato da Carrie Ryan e siamo assolutamente entusiasti di avere Maisie a bordo.”

Fonte: Deadline

Maisie Williams nella prima clip di Heatstroke con Stephen Dorff

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Si potrebbe quasi correre il rischio di non riconoscerla, ripulita e vestita da signorina in un contesto che non sia quello di Westeros. Eppure Maisie Williams, così come la sua collega ed amica Sophie Turner, ha dispiegato le ali, e così come alla fine della quarta stagione di Game of Thrones la sua Arya naviga verso Braavos, così lei si avvia a gonfie vele verso il mondo del cinema. Nella clip che vediamo di seguito, la giovane attrice è in compagnia di Stephen Dorff sul set di Heatstroke, film scritto e diretto da Evelyn Purcell, che arriverà nei cinema USA a partire dal 5 luglio.

Ecco la clip di seguito (esclusiva CS.net):

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Nel cast del film Stephen Dorff, Svetlana Metkina, Maisie Williams e Peter Stormare.

Durante un viaggio di famiglia nel deserto africano, uno scienziato va accidentalmente fuori strada e si trova faccia a faccia con un gruppo di cacciatori di frodo. Il suo ultimo gesto sarà quello di provare a salvare la fidanzata e la sua figlia adolescente.Fonte: CS.net

Maisie Williams nel cast vocale di Early Man della Aardman

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Anche Maisie Williams, l’Arya Stark di Game of Thrones, è entrata a far parte del cast vocale di Early Man, il nuovo film in animazione stop motion della Aardman Animations, realizzato da Nick Park.

Maisie Williams nel cast di Early ManEarly Man

Maisie Williams si unisce a Eddie Redmayne, che è già stato annunciato come doppiatore ufficiale del protagonista, Dug.

Early Man racconta di Dug, un cavernicolo che diventa leader dei suoi simili per “affrontare l’Età del Bronzo”. Secondo le prime informazioni legate al progetto, Dug dovrebbe avere la voce di Eddie Redmayne, premio Oscar per La Teoria del Tutto, che vedremo al cinema in Animali Fantastici e Dove Trovarli a partire da novembre. Nel cast vocale anche Russell Brand.

Guarda il video annuncio di Early Man

La Aardman produce il film in collaborazione con la DreamWorks Animation e con Canal Plus, che aveva già lavorato a Shaun vita da pecora – il film.

L’ultima volta che Park ha lavorato come regista per la Aardman risale al 2008, quando ha diretto A Matter of Loaf and Death, un cortometraggio di Wallace & Gromit.

 

Main dans la Main: recensione del film di Valérie Donzelli

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Main dans la Main: recensione del film di Valérie Donzelli

Dopo La guerra è dichiarata, film in cui Valérie Donzelli narrava con toni da commedia la lotta (vinta) contro la malattia del figlio di appena 18 mesi, la regista si dedica alla commedia pura.

In Main dans la Main Helene è un’insegnante di danza della prestigiosa Opera di Parigi, è una bella donna più sui cinquanta che sui quaranta; Joakim vive nella provincia con la sorella Vero e fa il vetraio. Un giorno i due si incontrano e si baciano. Da quel momento nulla li può separare, vivono, dormono e mangiano insieme, non si conoscono, ma si copiano, ognuno muovendosi come l’altro. Insieme a loro abita Constance, amica squattrinata e poco costante di Helene, mentre Joakim ha un rapporto controverso ma indissolubile con la sorella Vero.

Sulla scia di una certa tendenza del cinema francese, che pende per la commedia da qualche anno a questa parte (è successo anche al nostro cinema, quindi è possibile che i “cugini” siano stati contagiati), la Donzelli crea una storia a tratti sopra le righe con rimandi a molto cinema del passato, con alcune chicche cinefile come ad esempio i riferimenti alla Nouvelle Vague e a Truffaut in particolare, fino al cinema americano un po’ surreale, appunto,  di Wes Anderson,  ricordato nelle inquadrature simmetriche dedicate ai due personaggi. Main dans la Main poi racconta più di una storia d’amore, e del comportamento delle persone rispetto ad esso. Ovviamente,  in primo piano c’è il rapporto tra una donna matura ed ragazzo di dieci anni più giovane di lei, ma al fianco di questa ci sono l’amore, materializzato nell’amicizia con l’amica Constance, e il rapporto intenso e teso di Joakim con la sorella Vero.

Main dans la MainPer alcuni aspetti, però, tutto questo interlacciare rapporti crea invece mancanze e solitudini, i personaggi sono alla fine soli, anche se inseparabili. La regista si è lasciata molte libertà nella creazione delle immagini e delle inquadrature, la storia si mescola continuamente con immagini oniriche, sequenze sgranate date dalla pellicola Super8, sovrimpressioni, e virtuosismi interessanti che però in alcuni casi possono far distogliere l’attenzione dalla storia, se si cerca appunto il senso di una storia.

L’impressione è in effetti che la regista sfrutti l’idea più vecchia del mondo, la storia d’amore,  come trampolino per sperimentare con le immagini e le sequenze, come per creare delle sensazioni  relative alla storia raccontata piuttosto ch a raccontare la stessa. Quindi, il fuoco si sposta da ciò che accade ai protagonisti, e lo scorrere del tempo c’è dato solo dall’aggravarsi della malattia di uno di loro, a quello che i protagonisti provano, alla libertà che cercano , per loro stessi e nel loro rapporto. A dimostrazione di ciò, parte del film è girato a New York, terra del sogno e soprattutto o, perlomeno sulla carta, della libertà.

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