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Michael B. Jordan regista e protagonista del remake di “Thomas Crown Affair”

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Michael B. Jordan ha scelto il suo secondo lavoro da regista, scegliendo di dirigere una rivisitazione di “The Thomas Crown Affair”. Jordan era già stato segnalato come protagonista della produzione degli Amazon MGM Studios nel 2016. Come riportato da Variety, l’attore produrrà anche attraverso la sua Outlier Society insieme a Elizabeth Raposo. I dettagli sulla trama non sono stati resi noti, ma Jordan dirigerà da una sceneggiatura di Drew Pearce. Una bozza precedente era stata scritta da Wes Tooke e Justin Britt-Gibson, basata sul film originale del 1968 con Steve McQueen.

Questo nuovo film è la terza versione della classica storia di rapina romantica, dopo il remake del 1999 con Pierce Brosnan e Rene Russo. Patrick McCormick e Marc Toberoff saranno anche produttori di “Thomas Crown Affair”. Alan Trustman, sceneggiatore del film del 1968, è produttore esecutivo. Outlier Society ha stipulato un accordo per un film in prima visione e un accordo televisivo globale con gli Amazon MGM Studios, nell’ambito del quale Jordan ha interpretato, prodotto e diretto “Creed III”. Il trequel del film sulla boxe è stato un successo, con un incasso record di 58,6 milioni di dollari in patria e un guadagno di 276 milioni di dollari al botteghino mondiale.

In un profilo in vista della sua cerimonia sulla Hollywood Walk of Fame dello scorso anno, Michael B. Jordan ha dichiarato a Variety che la realizzazione di “Creed III” è stata un’“esperienza di trasformazione – come uomo, come regista, come attore, come figlio, come fratello”. Nonostante i risultati ottenuti finora nella sua carriera, la superstar sentiva di avere qualcosa da dimostrare. “Mi sento ancora uno sfavorito”, ha detto. “Mi sento come se fossi appena arrivato, come se fossi appena arrivato, e ho gli strumenti e le cose intorno a me per essere davvero un po’ all’attacco”.

Jordan ha certamente mantenuto il piede sull’acceleratore, con una serie di progetti in sviluppo nel corso degli anni, tra cui il prossimo film di John ClarkRainbow Six” e un sequel di “Io sono leggenda” con Will Smith all’orizzonte. Più nell’immediato, Jordan si è riunito con il collaboratore di lunga data Ryan Coogler (“Fruitvale Station”, “Creed” e “Black Panther”) per un misterioso film di genere, che ha scatenato un’intensa guerra di offerte. Il film è stato girato in Louisiana all’inizio dell’anno ed è stato programmato per un’uscita IMAX il 7 marzo 2025 dalla Warner Bros.

Lanterns: emergono nuovi nomi su chi potrebbe interpretare Hal Jordan

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Quando si è diffusa la notizia che Josh Brolin era stato pensato per il ruolo di Hal Jordan in Lanterns, era evidente che i DC Studios avevano dei piani piuttosto particolari per il personaggio nel DCU. Da allora abbiamo appreso che la star di Avengers: Infinity War ha rifiutato la serie HBO, così come Matthew McConaughey.

La cosa non sorprende più di tanto, soprattutto se si considera che il franchise è ancora così stigmatizzato dal film Lanterna Verde del 2011 (pur essendo divertente, le ripetute battute di Ryan Reynolds a suo discapito hanno fatto sì che rimanesse nella mente del pubblico come un vero e proprio disastro). Oggi, lo scooper @MyTimeToShineH è intervenuto per affermare che “Ewan McGregor è il prossimo e poi Chris Pine”.

Quindi, la star di Obi-Wan Kenobi è in cima alla lista dei DC Studios e, se dovesse rifiutare, la scelta ricadrebbe sul James T. Kirk di Star Trek. Se anche la star di Wonder Woman dovesse declinare l’offerta – e non ha mai mostrato grande interesse nel recitare in un altro progetto supereroistico dopo quello e Spider-Man: Into the Spider-Verse – per James Gunn si tornerà al tavolo da disegno.

Recentemente è stato riferito che “hanno messo gli occhi su Josh Brolin perché la loro visione di Hal Jordan è quella di un mentore anziano, burbero e senza fronzoli per un più giovane e spericolato John Stewart. E come sappiamo, Brolin eccelle nell’interpretare il tipo burbero”. All’epoca, il DCU veniva anche descritto come un “mondo molto diverso dal nostro e molto distante dal DCEU. Gli eroi esistono da sempre e vedremo come hanno influenzato la storia di questo mondo e come hanno plasmato il DCU”.

Cosa sappiamo di Lanterns?

La serie Lanterns segue due personaggi centrali dell’Universo DC: la nuova recluta John Stewart e il veterano Hal Jordan. La storia vede i nostri poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America, una premessa molto intrigante che promette una miscela di avventure cosmiche e lavoro investigativo concreto, e qualcosa di nettamente diverso dalla norma DC.

James Gunn e Peter Safran, Co-Presidenti e Co-CEO dei DC Studios, hanno dichiarato: “Siamo entusiasti di portare questo titolo fondamentale della DC alla HBO con Chris, Damon e Tom al timone. John Stewart e Hal Jordan sono due dei personaggi più avvincenti della DC e Lanterns li porta in vita in una storia poliziesca originale che è una parte fondamentale del DCU unificato che lanceremo la prossima estate con Superman”.

Il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a bordo (anche se la notizia non è ancora stata confermata). La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il che potrebbe portare la serie a un’uscita nel 2026.

Disney a processo per aver usato le sembianze di Peter Cushing in Rogue One: A Star Wars Story

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Una battaglia legale che si trascinava da anni sta per arrivare al processo: l’Alta Corte di Londra ha infatti stabilito che la Tyburn Film Productions può procedere con la causa contro la Disney/Lucasfilm per l’utilizzo delle sembianze del defunto Peter Cushing nel film Rogue One: A Star Wars Story del 2016.

Il film diretto da Gareth Edwards – che ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo – ha visto il ritorno del cattivo Grand Moff Tarkin di Una nuova speranza, con l’avanzata tecnologia di generazione computerizzata della Industrial Light & Magic utilizzata per “resuscitare” il leggendario attore per diverse scene.

Si è trattato di uno dei primi esempi di utilizzo da parte di uno studio di quella che è stata definita “negromanzia digitale” per riportare sullo schermo il personaggio di un attore deceduto, ma non è stato l’ultimo, e ha sempre provocato una notevole quantità di reazioni. Di recente, le sembianze del defunto Ian Holm sono state utilizzate per un androide in Alien: Romulus, e abbiamo anche visto tornare lo spirito di Egon Spengler di Harold Ramis in Ghostbusters: Afterlife.

Nel 2019, la Tyburn Film Productions – gestita da uno dei più vecchi amici di Cushing, Kevin Francis – ha affermato che la società aveva stipulato un accordo con l’attore prima della sua morte, che avrebbe impedito la riproduzione delle sue sembianze attraverso gli effetti speciali senza il suo consenso. La Disney ha tentato più volte di far decadere l’offerta, ma ora un giudice ha deciso che il caso andrà in giudizio.

Nella sua sentenza, il giudice ha affermato che, pur essendo “tutt’altro che persuaso” che la Tyburn Film Productions avrebbe avuto successo nella sua richiesta, il caso non era “indiscutibile” ed era necessaria “un’indagine completa sui fatti”.

Salem’s Lost ottiene l’uscita su MAX; il regista ringrazia Stephen King per il suo sostegno

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Dopo una serie di lunghi ritardi, abbiamo finalmente una data ufficiale per il riadattamento di Salem’s Lot di Stephen King da parte della Warner Bros. e della New Line.

Max ha annunciato che il film debutterà sul servizio di streaming il 3 ottobre. Sono passati due anni da quando questo film avrebbe dovuto arrivare nelle sale, e il regista Gary Dauberman ha ora rivelato che  Stephen King è stato determinante nell’assicurare una distribuzione in streaming.

Sembra che questo tweet del 2023 del leggendario scrittore abbia smosso le acque. “Sono estremamente grato per il sostegno di Steve”, ha dichiarato il regista a Total Film. Quando gli sono stati chiesti ulteriori dettagli, Dauberman ha aggiunto: “Diciamo solo che ha fornito un supporto d’urto per alcune delle parti più accidentate di questo viaggio e lasciamo perdere”.

Di seguito una nuova immagine di Lewis Pullman nei panni di Ben Mears.

Tutto quello che sappiamo sul film Salem’s Lot

“Salem’s Lot è un libro così speciale perché contiene molti temi macro-sociali. Non è solo un libro dell’orrore”, ha detto Pullman di questa nuova versione della storia in una recente intervista. “Il modo in cui Gary l’ha affrontato è stato quasi come dire: questo non è un film dell’orrore. Questo è un film su una piccola città americana in cui accade qualcosa di orribile. Stava anche cercando di riaccendere il fuoco della mistica dei vampiri. Negli ultimi due decenni sono cambiati in molti modi diversi in termini di cultura pop. Credo che Gary volesse davvero tornare a questa visione misteriosa, quasi mitologica, di loro”.

L’anno scorso, abbiamo saputo che la Warner Bros. aveva posticipato Salem’s Lot al 21 aprile 2023, dopo averne pianificato l’uscita il 9 settembre 2022. Da allora, il film sembrava essere stato rimosso del tutto dal programma e si temeva che potesse essere accantonato in seguito alla decisione di David Zaslav di cancellare il film su Batgirl.

Poi, a marzo, la New Line ha confermato l’indiscrezione secondo cui il film horror sui vampiri salterà completamente le sale e debutterà sul servizio di streaming Max. Precedenti rapporti commerciali hanno fatto notare che questo “non è un riflesso della qualità del film, ma è dovuto al fatto che lo sciopero SAG-AFTRA in corso ha creato un bisogno crescente di contenuti Max”.

Il romanzo di King racconta la storia di uno scrittore di nome Ben Mears che torna nella sua città d’infanzia, Jerusalem’s Lot, solo per ritrovarsi attratto da una vecchia casa che lo ha traumatizzato da bambino. La Casa Marsten è un luogo malvagio e un luogo malvagio attira uomini malvagi. Purtroppo per Ben e per il resto della città, questa volta gli uomini malvagi in questione sono il potente vampiro Kurt Barlow e il suo subdolo familiare Richard Straker.

Speak No Evil: la performance di James McAvoy fa guadagnare al remake horror un punteggio dell’88% su Rotten Tomatoes

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L’embargo sulle recensioni del remake di Universal Pictures e Blumhouse dell’inquietante film horror danese Speak No Evil è scaduto oggi e il consenso della critica è (per lo più) molto positivo, anche se sembra che siano state apportate alcune modifiche significative all’implacabile e tetro originale.

Con 44 recensioni contate, il film si trova attualmente a un impressionante 88% su Rotten Tomatoes.

Il thriller, molto divertente, segue una famiglia americana che fa amicizia con un medico britannico apparentemente socievole (la star di X-Men: L’inizio James McAvoy), sua moglie e suo figlio durante una vacanza e accetta di andare a stare da loro per il weekend. In poco tempo, la facciata amichevole comincia a scivolare e diventa presto chiaro che qualcosa non va nella famiglia.

Le reazioni sono tutte piene di elogi per l’interpretazione di McAvoy e la maggior parte delle persone che hanno visto il film sembra ritenere che attenuare/alterare alcuni elementi dell’originale sia stata la mossa giusta per questo adattamento. Se avete visto il film danese, saprete a cosa ci riferiamo.

 

Tutto quello che sappiamo sul remake Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti

Quando una famiglia americana viene invitata a trascorrere il fine settimana nell’idilliaca tenuta di campagna di un’affascinante famiglia inglese con cui ha fatto amicizia in vacanza, ciò che inizia come una vacanza da sogno si trasforma presto in un incubo psicologico. Dalla Blumhouse, la casa produttrice di The Black Phone, Get Out e L’uomo invisibile, arriva un intenso thriller di suspense per la nostra epoca moderna, interpretato dal vincitore del premio BAFTA James McAvoy (Split, Glass) in una performance avvincente nei panni del carismatico proprietario della tenuta, maschio alfa, la cui sfrenata ospitalità nasconde un’indicibile oscurità.

Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti è interpretato anche da Mackenzie Davis (Terminator: Dark Fate, Halt and Catch Fire) e il vincitore del premio SAG Scoot McNairy (Argo, A Quiet Place Part II) nei panni della coppia americana Louise e Ben Dalton che, insieme alla figlia undicenne Agnes (Alix West Lefler; The Good Nurse, Riverdale), accettano l’invito per il fine settimana di vacanza di Paddy (McAvoy), di sua moglie Ciara (Aisling Franciosi; Game of Thrones, The Fall) e del loro furtivo e muto figlio Ant (il nuovo arrivato Dan Hough).

Scritto per lo schermo e diretto da James Watkins, lo scrittore e regista di Eden Lake e della pluripremiata storia di fantasmi gotici The Woman in Black, Speak No Evil è basato sulla sceneggiatura del film horror danese del 2022 Gæsterne, scritto da Christian Tafdrup e Mads Tafdrup. Il film ha ottenuto 11 nomination ai Danish Film Awards, l’equivalente danese degli Oscar.

Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti è prodotto da Jason Blum (Five Nights at Freddy’s, M3GAN) per Blumhouse e da Paul Ritchie (McMafia, The Ipcress File) ed è prodotto esecutivamente da Beatriz Sequeira per Blumhouse, Jacob Jarek e Christian Tafdrup.

The Penguin: Colin Farrell non vuole più indossare le protesi de ‘Il pinguino’

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Sembra che Colin Farrell si sia un po’ perso nella sua ultima interpretazione del Pinguino. Il candidato all’Oscar ha recentemente ricordato l’estenuante processo di trucco che ha portato in vita il suo villain di The Batman per la serie spin-off del film di Matt Reeves del 2022 e risponde alla domanda sull’eventualità di rimettersi in gioco con le protesi per un’eventuale seconda stagione della serie a lui dedicata, The Penguin.

Non lo so, amico. Non fraintendetemi, mi è piaciuto molto, ma mi ha un po’ stancato”, ha detto Farrell a Total Film. “Alla fine, mi stavo lamentando e lamentando con chiunque mi ascoltasse che volevo che finisse. Ho cercato di ricordare loro che avevo una ‘gratitudine scontrosa’. Ero comunque grato e onorato: sono cresciuto guardando Burgess Meredith [che interpretava il ruolo nella serie televisiva degli anni ’60], e poi Danny DeVito [nel film Batman – Il ritorno (1992)] è stato il mio Pinguino, quindi far parte della stirpe di quella storia mi ha fatto sentire davvero privilegiato. Ma alla fine…”.

Ha continuato: “Non è che non sapessi chi ero e andassi in giro a bruciare macchine e cose del genere, ma… se prendi quello che Matt Reeves ha creato e poi quello che Lauren [LeFranc, showrunner] ha fatto e quello che Mike [Marino, progettista delle protesi e del trucco] ha fatto e li metti tutti insieme, è stata un’esperienza davvero potente”. Farrell aveva già interpretato il cattivo di Gotham al fianco del Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson in The Batman. Ambientato una settimana dopo il film, The Penguin segue il suo omonimo Oswald ‘Oz’ Cobblepot nella sua ascesa al potere nella malavita della città.

Se Farrell abbia o meno un’altra stagione di Cobblepot resta da vedere, ma non è sicuro di riuscire a immaginare (letteralmente) di tornare nel personaggio. “Lauren mi ha detto:Senti, se riuscissi a trovare un modo che abbia senso, ne parleresti?”. E io ho risposto: ‘Assolutamente sì’”, ha raccontato Farrell. “E forse tra un anno lo farò. Ma quando ho finito ho pensato: ‘Non voglio mai più mettermi quel fottuto vestito e quella fottuta testa‘”.

The Penguin serie tv Colin Farrel
Colin Farrell in una scena di The Penguin

Cosa aspettarsi da The Penguin?

La serie riprenderà subito dopo gli eventi di The Batman, c’è un vuoto di potere a Gotham dopo l’arresto di Falcone e Oz sta cercando di riempire questo spazio. Mentre il film ci dà una buona visione delle motivazioni del Pinguino, la serie in arrivo approfondirà aspetti che non abbiamo potuto vedere nel film, dai flashback della sua infanzia al suo attuale rapporto con la madre mentalmente disturbata (Deirdre O’Connell).

Mi è piaciuto molto fare la parte nel film di Batman e l’idea che saremmo stati viziati dall’avere otto ore per approfondire la psicologia e la storia di questo personaggio”, ha detto Farrell. “I retroscena hanno un ruolo importante nella serie televisiva”.

Un’altra parte importante della sua storia sarà Sofia di Milioti, anche se non si sa molto del suo personaggio, Farrell ha rivelato: “Sono due sopravvissuti che sono stati immersi in mondi di doppiezza, sconfitta e violenza”, e ha aggiunto: “Sono molto sospettosi. Hanno anche un passato molto personale”. Sarà molto interessante vedere come si svilupperà questa storia.

Peacemaker 2: Davin Denman si fa applicare pesanti protesi in un nuovo video – possibili SPOILER

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Abbiamo scoperto che David Denman (The Office, Rebel Ridge) si è unito al cast della seconda stagione di Peacemaker all’inizio di quest’anno, e l’attore ha ora rivelato un dettaglio piuttosto importante sul personaggio che interpreterà.

Denman ha condiviso un video su Instagram che lo ritrae sulla sedia del trucco di Peacemaker mentre si fa applicare delle pesanti protesi, con la didascalia “Solo un altro giorno in ufficio”. Questo significa che interpreterà una specie di mostro o di alieno? Non necessariamente!

Sebbene la foto sia stata rimossa, di recente è stato avvistato sul set un murale che raffigura il Peacemaker di John Cena (con un costume leggermente diverso), suo padre con il costume del Drago Bianco e un terzo misterioso personaggio che, secondo molti, sarà il fratello di Christopher Smith, Keith. Questo personaggio indossava anche un elmetto, che potrebbe essere quello che Denman sta indossando qui.

Se avete visto la prima stagione, saprete che Chris ha accidentalmente ucciso il fratello maggiore dandogli un pugno in testa quando il padre li ha costretti a combattere per il divertimento dei suoi amici ariani, ma la teoria è che questa immagine sia stata dipinta in una linea temporale alternativa in cui Keith ha vissuto e si è unito al padre e al fratello come parte di una squadra di vigilanti.

Questa ipotesi può sembrare un po’ azzardata, ma sappiamo che Robert Patrick tornerà a vestire i panni di Augee Smith, nonostante sia stato ucciso nel finale della prima stagione, e questo spiegherebbe i commenti di James Gunn sul fatto che la prima stagione non fa parte del DCU.

Piuttosto che far finta che certi eventi (i camei della Justice League, per esempio) non siano accaduti, potrebbe avere intenzione di portare Peacemaker e i personaggi di supporto in una realtà completamente nuova.

 

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Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Gunn, Peter Safran e Matt Miller sono i produttori esecutivi di Peacemaker. Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury e David Denman in un ruolo misterioso. La serie arriverà nella seconda metà del 2025.

Lilly Wachowski sta sviluppando un film d’animazione sul romanzo Hell Followed With Us

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La società di produzione Trustbridge Entertainment ha acquisito i diritti drammatici per trasformare il romanzo d’esordio queer dell’autore Andrew Joseph White, dal titolo Hell Followed With Us, in un lungometraggio d’animazione, con la co-autrice di Matrix Lilly Wachowski e Sarah Marie Flores che produrranno attraverso la loro società Anarchists United. “Hell Followed With Us è una combinazione così viscerale di fantasia distopica, azione e orrore che trasformarla in un film epico ispirato all’anime è stato un gioco da ragazzi”, ha dichiarato Bob Higgins, presidente di Trustbridge Entertainment.

Lo straziante e onesto viaggio personale che è il cuore di questa storia richiede registi con un punto di vista autentico da tradurre, e questo è esattamente ciò che abbiamo con questo team di produttori e scrittori da sogno”. “Anarchists United e Circle M+P sono entusiasti di far parte di questa straordinaria squadra a sostegno dello straziante romanzo di Andrew Joseph White”, condividono Lilly Wachowski, Mattis e Flores. “Hell Followed With Us getta una luce necessaria sul potere della famiglia ritrovata e sull’imperativo di proteggere i nostri fratelli LGBTQIA+ nella lotta contro l’odio dogmatico”.

Di cosa parla Hell Followed With Us?

Pubblicato nel 2022 da Peachtree Teen, un’impronta di Peachtree Publishing Company, Hell Followed With Us racconta la storia dell’adolescente transgender Benji, che fugge dalla setta fondamentalista che ha scatenato l’Armageddon, ma non prima che la setta lo abbia infettato con un’arma biologica che lo trasformerà in una bestia in decomposizione e spazzerà via ciò che resta dell’umanità. Benji si allea con una famiglia di adolescenti rintanati in un centro giovanile LGBTQ+ per sopravvivere.

Con una rappresentazione della transmascolinità e dell’autismo, il romanzo per giovani adulti ha riscosso un immediato successo alla sua uscita. Da allora White ha pubblicato The Spirit Bares Its Teeth (2023) e Compound Fracture (2024), che lo hanno consacrato come una nuova voce vitale nel mondo degli YA e come il favorito dei fan con un robusto corpo di opere nel genere.

“Dalla collaborazione con artisti queer e neurodivergenti all’affrontare con entusiasmo gli argomenti più spinosi del libro, il team di produzione ha una visione straordinaria per Hell Followed with Us”, ha dichiarato White, che si occuperà dello sviluppo e della produzione. “Non vedo l’ora di portare la rabbia del libro contro un mondo transfobico a un nuovo pubblico, proprio quando ne abbiamo bisogno”.

Joker: Folie à Deux: Harry Lawtey descrive la sua versione di Harvey Dent

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Il trailer completo di Joker: Folie à Deux (qui la recensione) ha confermato la presenza di Harvey Dent, con l’attore britannico Harry Lawtey (Industry, You & Me) nel ruolo dell’assistente del procuratore di Gotham City. Dent è ovviamente una parte importante della tradizione fumettistica di Batman e, anche se in questa versione non è prevista la sua fatidica trasformazione nel malvagio Due Facce, Lawtey ha comunque sentito una certa responsabilità nel dare un tocco personale a questa versione più giovane e molto ambiziosa del personaggio.

Nel corso di una recente intervista, Lawtey ha rivelato che all’inizio non gli era stato detto per quale parte stava facendo il provino e che il regista Todd Phillips glielo ha detto solo quando gli ha offerto il ruolo su Zoom. “Una cosa divertente: i miei agenti sapevano qual era la parte, ma non me l’hanno detto perché pensavano che non sarebbe servito. Sono molto grato per questo, perché sono entrato in scena con un po’ più di concentrazione e di apertura piuttosto che di ansia“.

Per quanto riguarda Harvey, ho cercato di comportarmi nel modo più tranquillo possibile. Non fraintendetemi, il nome ha certamente un peso, ma ho cercato di adottare l’approccio di Todd: non aveva senso [interpretare Harvey Dent] se non sentivo di potermene appropriare”. Lawtey ha infatti solo alcune “brevi ma cruciali scene” nel sequel, ma nell’improbabile caso di un terzo film sul Joker, c’è sempre la possibilità che riprenda il ruolo – e che inizi a lanciare la moneta.

Nel corso di una recente intervista con IGN, Phillips ha invece spiegato perché in questo film Dent non abbraccerà il suo lato più oscuro. “Rispettiamo i fumetti. Capiamo i fumetti. Nel caso di Harley, abbiamo guardato la serie animata. Naturalmente Margot Robbie è Harley Quinn. Ma quando facciamo girare le cose in questo film – Harvey Dent è un esempio perfetto. In realtà è un modo più semplice di parlare di quello che abbiamo fatto con Harley, che è stato davvero mettere la lente del mondo reale su di esso, e non che gli altri film non l’abbiano fatto, ma semplicemente farlo passare attraverso la nostra Gotham”.

E quindi, in realtà, l’Harvey Dent che incontrate qui [interpretato da Harry Lawtey] non è una parte importante, ma se dovete fare un processo, perché non dovreste avere l’assistente del procuratore distrettuale che accusa Arthur Fleck come Harvey Dent?” ha aggiunto. “Ma non si tratta del suo – non riveliamo davvero il suo lato oscuro. Vediamo un giovane Harvey Dent”.

Tutto quello che sappiamo sul film Joker: Folie à Deux

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

Emily in Paris 4: la spiegazione del finale di stagione

Emily in Paris 4: la spiegazione del finale di stagione

Dopo il grande evento a Roma per la premiere europea di Emily in Paris 4, sono arrivati su Netflix gli ultimi episodi della quarta stagione dello show con protagonista Lily Collins. E ora ci chiediamo quali sono state le sfide che accompagnano la dirigente di marketing americana Emily Cooper nella sua trasferta romana? Ecco la spiegazione del finale di Emily in Paris 4! E attenzione… seguono spoiler!

Quando abbiamo lasciato Emily in Emily in Paris stagione 4 parte 1, sembrava finalmente aver messo tutto in ordine come aveva sempre desiderato. Era felicemente (beh, per lo più) in una relazione con Gabriel, l’uomo dei suoi sogni, e la sua carriera stava prosperando. Ma a volte ti svegli da quel sogno durante una vacanza sugli sci con il tuo ragazzo, la sua ex fidanzata e la sua famiglia…

Emily si trasferisce a Roma!

Anche se è andata a Roma per piacere e non per lavoro, Sylvie vede un’opportunità per Emily di unire queste due cose a Marcello e si presenta in Italia con il team dell’Agence Grateau. L’azienda di famiglia, Umberto Muratori, all’inizio si sente esitante nel promuovere la compagnia, figuriamoci nell’assumere un’azienda francese per farlo. Tuttavia, le idee di Emily accendono qualcosa nella madre di Marcello, Antonia, che in seguito accetta di lavorare con l’Agence Grateau nonostante i tentativi del team di mentire sul fatto di avere un ufficio a Roma.

Beh, ora l’Agence Grateau dovrà aprire un ufficio a Roma in base all’accordo di Antonia di dare all’azienda sei mesi per rimettersi in sesto, ponendo di fatto fine all’accordo dei Muratori con la JVMA. La vicinanza di Emily all’account Muratori e a lui personalmente fa sì che Marcello metta in dubbio le sue intenzioni nei suoi confronti, ma inizialmente chiede di non avere più nulla a che fare con l’account in futuro. Ma… Sylvie non sta cercando né Julien né Luc per gestire l’ufficio di Roma. Offre il lavoro a Emily.

Emily non ha tempo per dire sì o no o pensare molto al suo imminente trasferimento. Sylvie ha già prenotato un appartamento temporaneo per Emily a Roma mentre gestisce l’account Muratori. Quando visita il suo appartamento per la prima volta, apre la finestra per dare un’occhiata alla vista, proprio come ha fatto nella stagione 1 quando si è trasferita a Parigi. Prima di cambiare il suo handle di Instagram, Emily viene interrotta da un bussare alla porta. Marcello è arrivato per portarla a fare un giro in scooter.

Gabriel vuole indietro Emily

Alla fine della stagione 4 parte 1, Gabriel ha scoperto che stava saltando attraverso i cerchi nel tentativo di impressionare qualcuno che non poteva dargli una stella Michelin. Bene, a quanto pare, ha finito per guadagnarsene una per merito suo nella stagione 4 parte 2. Chiama Emily mentre è a Roma per condividere la notizia emozionante, e lei lo richiama subito per lasciare un messaggio vocale completamente in francese per congratularsi con lui ed esprimere quanto è orgogliosa del suo risultato. Tutto questo si aggiunge alla consapevolezza di aver commesso un errore nel lasciarla andare.

Quando Mindy incontra Gabriel che festeggia con Alfie e Antoine fuori dal ristorante, condivide casualmente la notizia che Emily si trasferirà a Roma. È chiaramente scosso dalla rivelazione che Emily non sarà più a Parigi. Stranamente, è Alfie che lo ispira a non deprimersi e a fare qualcosa per riaverla. (Alfie ha una nuova relazione, a proposito!) Mentre il finale cerca di insinuare che Gabriel sia arrivato fino alla porta di Emily a Roma, lui è nel suo appartamento a Parigi e chiede a Mindy dove trovarla.

Mindy trova un nuovo lavoro in Cina

A causa dei suoi modi egoisti e gelosi che si manifestano con la loro brutta faccia, Mindy e Nicolas si lasciano. Sfortunatamente, la separazione ha le sue conseguenze per Mindy, una delle quali è squalificata dall’Eurovision perché Nicolas ha usato la sua canzone “Mon Soleil” in uno spot pubblicitario di una crema solare, cosa proibita dalle regole dell’Eurovision. Sfortunata e bisognosa di cambiare aria, Mindy salta sul primo volo per Roma per lasciare Parigi e trascorrere un po’ di tempo con la sua migliore amica.

Mentre cammina per la città con Emily, Mindy salta su un pianoforte pubblico per suonare una nuova canzone originale che ha scritto chiamata “Beautiful Ruins”. Emily registra la canzone, ma un turista in seguito pubblica una registrazione su TikTok. La canzone di Mindy diventa virale e Chinese Popstar manda un messaggio privato a Mindy offrendole di unirsi alla serie come giudice e di esibirsi in “Beautiful Ruins”. Si è finalmente guadagnata la sua redenzione e parte per la Cina, ma promette di raggiungere Emily a Roma. Forza, Mindy!

La spiegazione del finale di stagione di Emily in Paris 4

Negli ultimi momenti della quarta stagione, tutto diventa chiaro. Sylvie tiene una riunione con la squadra prima che se ne vadano: l’Agence Grateau sta ufficialmente aprendo un ufficio a Roma. Tuttavia, Antonia ha chiesto che sia Emily a dirigere la divisione e non avrà un account senza Emily che la supervisioni. Emily accetta e la cosa è decisa… Emily si è ufficialmente trasferita a Roma.

Mindy sente la notizia (dopo aver trascorso la sua serata con Emily a Roma per annegare i suoi dispiaceri) e la racconta a Gabriel e Alfie. Gabriel è totalmente sotto shock, con Mindy che dice loro che sta pianificando di trasferirsi nel nuovo appartamento di Emily lì il prima possibile.

Vediamo Emily trasferirsi nel suo nuovo splendido appartamento e sta per cambiare il suo handle Instagram in “Emily a Roma” quando qualcuno bussa alla porta. La telecamera si sposta su Gabriel dall’altra parte… solo che in realtà è alla porta di Mindy, che chiede esattamente dove vive Emily a Roma. In realtà è Marcello a essere alla porta di Emily, pronto a portarla fuori per la notte. Lascia il telefono a casa e, almeno per ora, le cose sembrano andare per il meglio in Italia.

Spider-Man 4: il film potrebbe essere un “evento di livello Avengers”

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All’inizio di questa settimana si è diffusa la notizia che il regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli Destin Daniel Cretton è in trattative per dirigere Spider-Man 4 per i Marvel Studios. La produzione del film dovrebbe iniziare all’inizio del prossimo anno e probabilmente arriverà nelle sale nell’estate del 2026 (collocandosi proprio tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars). Si è parlato molto di come sarà il seguito di Spider-Man: No Way Home, ma una nuova indiscrezione indica che si tratterà di un grande film.

Secondo il presunto insider @MyTimeToShineH, “Spider-Man 4 sarà un evento di livello Avengers“. Questo è tutto ciò che abbiamo per ora, ma sicuramente dà un certo peso alla convinzione che Tom Holland potrebbe riunirsi con Tobey Maguire e Andrew Garfield. Lo scooper ha anche detto che Armor Wars è “in attesa” e sostiene che non avremo un film su Hulk prima di Avengers: Secret Wars, un’indicazione piuttosto solida del fatto che i Marvel Studios hanno ritardato i piani per World War Hulk.

Tornando all’uomo ragno, The Cosmic Circus ha recentemente condiviso alcune interessanti anticipazioni su cosa c’è in serbo per Spider-Man 4. Alex Perez ha sottolineato, durante un recente incontro con il regista, che il film non è stato ancora presentato. Ha anche sottolineato durante un recente Q&A che “un film può avere elementi multiversali ed essere comunque una storia di strada” e ha definito il progetto una “miscela” di entrambi. Anche Hammerhead potrebbe arrivare nel MCU, ma soprattutto l’incantesimo di Doctor Strange sarà ulteriormente esplorato “e alla fine spezzato”.

Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Oltre a Tom Holland, Zendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man 4. Si dice che Sydney Sweeney interpreterà Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd appariranno come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Per quanto riguarda chi potrebbe dirigere Spider-Man 4, sono stati fatti molti i nomi che circolano in rete. Tra questi, Justin Lin (Fast & Furious), Drew Goddard (The Cabin in the Woods) e, più recentemente, Adil El Arbi e Bilall Fallah di Ms. Marvel e Adam Wingard, regista di Godzilla x Kong: The New Empire. Attualmente, però, sarebbe il regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli Destin Daniel Cretton ad essere in trattative per il ruolo.

Per quanto riguarda i dettagli sulla trama, questi sono pochi; l’ultima indiscrezione emersa suggerisce che il piano prevede di mettere Spidey contro gli scagnozzi di Kingpin, tra cui Shocker e lo Scorpione. Sembra che quest’ultimo acquisirà il simbionte Venom introdotto in Spider-Man: No Way Home, per poi far indossare a Peter Parker la tuta aliena nei prossimi film degli Avengers. Questi piani potrebbero però essere stati abbandonati in favore di eventi più grandi.

Spider-Man 4 non ha ancora una data di uscita confermata.

Steven Spielberg con Judd Apatow per Cola Wars, sullo scontro tra Coca e Pepsi

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Judd Apatow si è impegnato a dirigere e Steven Spielberg è salito a bordo per produrre Cola Wars, il film in fase di sviluppo presso la Sony. Spielberg produrrà tramite la sua Amblin Entertainment.

Deadline ha rivelato ad aprile che lo studio ha acquistato il progetto per oltre 1 milione di dollari come pitch, che racconta la vera storia del tentativo della Pepsi di sfidare il regno secolare della Coca-Cola come prima cola al mondo. La storia svela le “Cola Wars” della metà degli anni ’80, che includevano di tutto, dall’infuocato incidente di Michael Jackson al fiasco della New Coke, come il racconto definitivo del secondo classificato più iconico della storia (Pepsi) in lizza per il primo posto (Coca-Cola).

Il pitch di Cola Wars è stato scritto da Jason Shuman e Ben Queen. Shuman è il co-creatore/autore dello show di successo di Apple Acapulco ed è stato produttore esecutivo di Winning Time di HBO e produttore dell’indie candidato all’Oscar del 2022 To Leslie. Queen sta attualmente adattando il romanzo fantasy di Naomi Novik His Majesty’s Dragon come serie di un’ora per Fox e ha recentemente adattato il racconto A Note of Explanation di Vita Sackville-West per Netflix. È stato autore di Cars 2 e Cars 3 per Pixar, nonché creatore di A to Z e Powerless della NBC.

Siamo ancora nelle prime fasi dello sviluppo, ma ci sono gli ingredienti per un film su un prodotto iconico che sembra fare eco a Air diretto da Ben Affleck, sulla battaglia di Nike per vincere un contratto di scarpe con Michael Jordan per la linea di sneaker che ha trasformato l’azienda. Maia Eyre sta supervisionando Cola Wars per Sony.

Senza controllo: trama, cast e curiosità sul film

Senza controllo: trama, cast e curiosità sul film

Film drammatico del 2017, diretto da Alex Ranarivelo e sceneggiato da Christina Moore e Brian Rudnick, Senza controllo (il cui titolo originale è Running Wild) è un altro esempio di “western contemporaneo” (come lo sono The Hollow Point – Punto di non ritornoI segreti di Wind River), in cui ritroviamo una serie di scenari, tematiche e dinamiche proprie di questo genere ma declinate in chiave contemporanea o comunque associate a caratteristiche proprie dei nostri tempi. Ambientato in un paesaggio rurale e suggestivo, il film affronta infatti temi come la redenzione, la collaborazione e la lotta contro i pregiudizi e l’avidità.

La trama si sviluppa dunque tra conflitti personali e morali, esplorando come l’empatia e il legame con gli animali possano essere una via di riscatto sia per questi ultimi che per gli esseri umani coinvolti. Senza controllo esplora dunque anche quell’eterno richiamo verso la natura che promette – e dimostra – di essere una sana via di fuga dallo stress della città. Una piccola curiosità, legata al film, è che la location usata per il ranch della protagonista è la stessa utilizzata nell’ultimo capitolo della saga horror Scream di Wes Craven, che si trova a Tomales in California.

Per gli appassionati di questo genere, si tratta dunque di un film da non perdere e da riscoprire in tutti i valori e messaggi che intende trasmettere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Senza controllo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Senza controllo Sharon Stone
Sharon Stone e Christina Moore in Senza controllo. © 2016 – SP Releasing/Sony Pictures Home Entertainment

La trama di Senza controllo

Protagonista del film è Stella Davis, donna rimasta vedova dopo la morte del marito in un incidente stradale e che si trova ora costretta a occuparsi in prima persona del ranch che appartiene alla sua famiglia da molte generazioni. Il suo già arduo compito viene complicato drammaticamente dalla notizia che il suo defunto marito, a sua insaputa e nel tentativo si salvare l’azienda, aveva ipotecato la tenuta per 6 milioni di dollari. Se la somma non verrà restituita entro 90 giorni, Stella perderà l’intero ranch. L’unica possibilità di salvezza sarebbe vendere la numerosa mandria di cavalli selvatici che popolano la proprietà. Prima però, bisogna domarli.

E’ così che Brannon Bratt, l’assistente del ranch, propone a Stella di aderire a un programma di riabilitazione di carcerati attraverso il rapporto con i cavalli. Arrivati nella tenuta, i prigionieri iniziano a lavorare con i mustang. Poco a poco, tra gli uomini e gli animali si crea un apporto speciale che giova e entrambi. Tutto sembra procedere per il meglio, finché non entra in scena Meredith Parish. La donna, ricca proprietaria terriera del Texas e filantropa impegnata nella protezione degli animali, arriva nella tenuta di Stella, attirata da voci secondo cui i cavalli vengono maltrattati dai prigionieri, una voce che rischia di fare fallire il progetto di Stella.

Senza controllo trama
Una scena di Senza controllo. © 2016 – SP Releasing/Sony Pictures Home Entertainment

Il cast del film

Ad interpretare la protagonista, Stella Davis, vi è Dorian Brown. L’attrice è nota per aver recitato nelle serie Roommates e Wilfred, con Elijah Wood, nel ruolo di Kristen Newman. Più di recente, in seguito a Senza controllo, ha recitato anche nella serie Light as a Feather e nel film Honey Boy, interpretato da Shia LaBeouf. Accanto a lei, nel ruolo di Brannon Bratt, vi è invece Jason Lewis, noto per il ruolo di Jerry “Smith” Jerrod nella serie HBO Sex and the City. L’attore Tommy Flanagan, invece, ricopre il ruolo di Jon Kilpatrick, leader del gruppo carcerario.

Grande attrazione è però la presenza della candidata all’Oscar Sharon Stone, tra le interpreti più celebri della sua generazione, memorabile in film quali Basic Instinct, Last Action Hero – L’ultimo grande eroe e Casinò. L’attrice interpreta qui la proprietaria terriera e filantropa Meredith Parish. Completano il cast gli attori Christina Moore – anche sceneggiatrice del film – nel ruolo di Jennifer Hutchins, John Ducey in quello di Brent Holt e Michael Wiseman in quello di Doug Ciocca.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 settembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Love Lies Bleeding: la spiegazione del finale del film con Kristen Stewart

Il surreale thriller poliziesco Love Lies Bleeding (qui la recensione) di A24 si avvale di un forte simbolismo, confondendo il confine tra realtà e delirio e rendendo la sua ambigua risoluzione finale difficile da analizzare. Il ritorno di Kristen Stewart al genere thriller tesse un’intricata rete di ossessione, violenza e dramma familiare utilizzando una combinazione di cupo realismo e l’onirico bagliore al neon degli Stati Uniti sud-occidentali degli anni Ottanta. Due giovani donne, Lou (Stewart) e Jackie (Katy O’Brian), si innamorano, ma la loro relazione è complicata da una serie di eventi violenti che sfuggono al controllo, aiutati dal diabolico padre di Lou, un trafficante di armi (Ed Harris).

Al centro di Love Lies Bleeding c’è dunque quella che sembra essere una storia d’amore abbastanza pura, ma quando la relazione tra Jackie e Lou si dipana e i cadaveri iniziano ad accumularsi, viene il dubbio che ci sia effettivamente qualcosa di puro o di buono nei personaggi coinvolti. La regista Rose Glass (Saint Maud) gioca con metafore pesanti per tutto il film e non rinuncia a mettere un filtro oscuro e contorto sulla realtà per farlo. Il finale del film non fa altro che confondere ulteriormente il confine tra fantasia e realtà, lasciando pertanto ampio spazio all’interpretazione.

Cosa succede nel finale di Love Lies Bleeding?

Dopo essere quasi riuscita a sfuggire all’agente di polizia che il padre aveva mandato per ucciderla, Lou si precipita nella villa del padre per affrontarlo e liberare la prigioniera Jackie. I due si riconciliano rapidamente prima di separarsi, in modo che Jackie possa sfuggire agli agenti dell’FBI in avvicinamento mentre Lou cerca suo padre, ma Lou Sr. le spara alla gamba prima che lei possa vendicarsi. L’uomo procede a torturarla, facendo leva sul foro del proiettile, e confuta definitivamente le affermazioni di Lou secondo cui sarebbe stato lui a uccidere la madre, dicendo che lei se n’è andata a causa di ciò che hanno fatto loro due (riferendosi alle loro attività criminali passate).

Proprio mentre sta per uccidere Lou, i muscoli di Jackie iniziano a crescere come altre volte nelle scene precedenti. Questa volta, però, continua a crescere fino a diventare letteralmente alta 15 metri e riesce a staccare facilmente Lou Sr. da Lou e a bloccarlo a terra. Lou medita brevemente di uccidere il padre prima di decidere di lasciarlo agli agenti dell’FBI. Le due donne, entrambe ormai di dimensioni gigantesche e con abiti di paillettes, scappano tra le nuvole.

Le due guidano nella notte con il furgone di Lou, fermandosi solo quando Lou si accorge che Daisy, che credeva morta nel letto del furgone, inizia a dimenarsi. Jackie sta dormendo e, invece di svegliarla, Lou strangola Daisy e inizia a trascinare il suo corpo nel deserto da sola. La sua lotta per farlo è giocata per un’ultima oscura risata, data la relativa mancanza di forza di Lou.

Katy O'Brian Love Lies Bleeding
Katy O’Brian in Love Lies Bleeding. Foto di Anna Kooris – © Crack in the Earth LLC

Jackie è davvero cresciuta nelle dimensioni?

In diversi momenti di Love Lies Bleeding, i muscoli di Jackie si gonfiano brevemente fino a raggiungere proporzioni incredibili, prima di tornare alle dimensioni normali. La sua trasformazione finale in un gigante è presentata in modo simile, ed è chiaro che ha un significato simbolico anche se è presentata come realtà, con Lou e Lou Sr. che guardano Jackie verso l’alto come se fosse alta 15 metri. La crescita di Jackie è una metafora della sua fiducia e della sua liberazione dall’insicurezza; alla fine del film, sia lei che Lou la vedono come un gigante perché crede pienamente nella propria forza.

Quando Jackie incontra Lou Sr. per la prima volta, gli dice che non le piacciono le armi e che preferisce affidarsi alla propria forza. Questa è la forza trainante delle sue azioni nel corso del film. Mentre in precedenza era diventata una culturista in modo naturale grazie al duro lavoro, si rivolge agli steroidi per continuare a proteggersi letteralmente e metaforicamente. Sfortunatamente, l’ossessione di aumentare la sua forza ha delle conseguenze. La sua forma più pura, simile a quella di un gigante, non è un prodotto degli steroidi, ma della sua stessa fiducia in se stessa. È la versione più completa di se stessa, in parte grazie all’amore di Lou per lei.

Come fa Daisy ad essere ancora viva nel finale?

Il pericolo dell’ossessione è un tema importante in tutto Love Lies Bleeding, e in nessun altro caso è più evidente che nel personaggio di Anna Baryshnikov, Daisy. La giovane donna è infatuata di Lou nonostante sia stata respinta in più occasioni, ed è chiaro che lei e Lou hanno avuto una relazione in passato prima di riallacciare i rapporti nel corso del film. La sua ossessione la porta letteralmente a farsi sparare in faccia. Anche se non è immediatamente evidente quando le viene sparato il primo colpo, il proiettile le entra in faccia in un punto in cui non colpisce il midollo spinale o il cervello.

Alla fine del film è riuscita almeno a sollevare la testa e non è chiaro quanto fosse effettivamente vicina alla morte. Questo è un elemento importante dell’omicidio di Daisy da parte di Lou: si è trattato di un’uccisione per pietà di una persona in punto di morte o di un omicidio a sangue freddo di una persona che avrebbe potuto riprendersi completamente? La questione è lasciata ambigua per gettare intenzionalmente un’ombra sul fatto che Lou fosse gentile o spietata come suo padre quando si trattava di chiudere le questioni in sospeso.

Love Lies Bleeding Kristen Stewart
Kristen Stewart in Love Lies Bleeding. Foto di Anna Kooris/Anna Kooris – © Crack in the Earth LLC

Qual è il rapporto di Lou con suo padre?

L’omicidio di Daisy da parte di Lou è il capitolo finale di una narrazione costruita nel corso di Love Lies Bleeding. Si scopre che, pur avendo scelto di non parlare con il padre, non si è mai liberata dal suo controllo. Lui è il proprietario della palestra in cui lei lavora e lei è stata complice del traffico d’armi che lui gestisce. Per quanto spregevole possa essere stato il suo passato, Lou è rappresentata come l’eroina del film perché ha scelto di allontanarsi da quella vita.

Ma potrebbe essere più simile al padre di quanto voglia ammettere. Dimostra di essere disposta a fare qualsiasi cosa, compresi l’occultamento di cadaveri e l’omicidio vero e proprio, per proteggere coloro che ama. In un modo contorto, suo padre stava facendo lo stesso per lei quando ha tramato per incolpare Jackie degli omicidi di JJ e Daisy. Sebbene sembri aver scelto una strada diversa quando risparmia il padre e fugge con Jackie, l’omicidio di Daisy conferma che, anche se si vede in modo diverso, Lou è disposta a fare cose atroci per proteggere se stessa e i suoi cari.

Cosa è successo alla madre di Lou?

Nel confronto finale di Love Lies Bleeding, Lou accusa il padre di aver ucciso la madre, così come aveva risolto tante altre sue questioni in sospeso, dopo aver appreso dall’FBI che la madre intendeva fornire loro informazioni sul padre. Lui nega, sostenendo invece che lei li ha lasciati entrambi 12 anni fa. Lou Sr. ha ancora un ritratto di loro due appeso nella sua villa, il che è un piccolo indizio che potrebbe dire la verità sul fatto che non l’ha uccisa.

Tuttavia, ci sono troppe prove del contrario per credere alle sue affermazioni. Non esita a mandare un sicario contro la propria figlia quando questa lo minaccia, quindi c’è poco da credere che Lou Sr. avrebbe mostrato moderazione con la moglie nella stessa situazione. L’FBI sostiene di non essere riuscita a trovare alcuna traccia di lei da quando si è rivolta a loro per fornire informazioni sulle attività di Lou Senior, il che è semplicemente una coincidenza troppo grande. Tutto ciò che viene mostrato di Lou Sr. in Love Lies Bleeding indica che è stato lui a uccidere la madre di Lou.

Love Lies Bleeding Kristen Stewart
Kristen Stewart in Love Lies Bleeding

L’importanza degli steroidi in Love Lies Bleeding

Pur essendo presentato in forme diverse, il tema centrale di Love Lies Bleeding è che “l’amore è una droga”. La dipendenza e l’ossessione sono presenti in tutto il film e si manifestano in modo diverso in ogni personaggio. Lou combatte la sua dipendenza dalla nicotina, Jackie è ossessionata dal diventare più forte, Daisy è infatuata di Lou e persino Beth è emotivamente legata al marito, che abusa in modo seriale, nonostante i molti modi in cui lui le fa torto. Il film chiarisce che il risultato dell’ossessione è spesso la violenza, e gli steroidi di Jackie ne sono la metafora più toccante.

Jackie viene introdotta agli steroidi durante il suo primo incontro con Lou e il suo uso di steroidi cresce parallelamente al loro amore. Purtroppo, entrambi questi elementi si trasformano in qualcosa di malsano. Jackie perde il controllo con gli steroidi, che le provocano allucinazioni e diventano sempre più violente e aggressive, e tutto ciò si concretizza durante la gara di bodybuilding a Las Vegas. Diventa ossessionata da Lou al punto che, dopo aver sparato a Daisy, preme il grilletto su Lou (la pistola fa solo un clic e non spara) perché era andata a letto con Daisy.

Come rivela il finale di Love Lies Bleeding, gli steroidi impedivano a Jackie di essere più forte a causa della loro natura distruttiva, proprio come la sua ossessione per Lou. Quando alla fine Jackie diventa gigantesca, lo fa senza l’uso di steroidi e lo fa per proteggere la persona che ama, Lou. Il loro rapporto passa dall’ossessione all’amore vero e sano quando si riconciliano sul campo da tennis della villa di Lou Senior, proprio quando Jackie smette di affidarsi agli steroidi e si appoggia alla propria forza interiore.

Come la regista di Love Lies Bleeding, Rose Glass, ha spiegato il finale

In un’intervista con Inverse, la regista Rose Glass ha parlato apertamente di alcuni degli elementi più surreali del finale di Love Lies Bleeding. Glass si è riferita in particolare alla scena in cui le due donne scappano dalla villa di Lou Sr. sotto forma di giganti, dicendo: “… si sentono euforiche e invincibili, e tutte le cose che si possono provare quando si è innamorati perdutamente… anche se è tutto piuttosto assurdo”. Per Glass era importante avere un finale surreale dopo averlo anticipato per tutto il film.

Abbiamo sicuramente scritto delle versioni dell’intera resa dei conti, che si è svolta pienamente nel mondo reale, e non è successo nulla di surreale”, dice Glass. “E continuavamo a trovarlo insoddisfacente. Avevamo già questi momenti in cui il suo corpo iniziava ad accennare alla trasformazione e dovevamo dare seguito a ciò che avevamo flirtato nel regno fantastico”.

Dopo aver assistito allo svolgersi degli strazianti eventi, caratterizzati da molteplici e macabri omicidi, il finale surreale funge da punto esclamativo. Come dice Glass, è il culmine della crescita metaforica che si verifica nel corso della narrazione e fornisce una conclusione memorabile alla storia. Love Lies Bleeding esplora efficacemente il significato di forza, i pericoli della dipendenza e il confine tra ossessione e amore con metafore sottili e palesi in una storia cruda e potente.

The Innocents: la spiegazione del finale del film horror

The Innocents: la spiegazione del finale del film horror

Il regista e sceneggiatore norvegese Eskil Vogt torna alla regia con il thriller soprannaturale The Innocents. Il film è stato presentato per la prima volta al Festival di Cannes 2021 e da allora ha ricevuto recensioni estremamente positive da parte della critica. Gran parte di questo risultato è dovuto alle straordinarie interpretazioni dei suoi quattro protagonisti bambini. Tuttavia, data la complessità dei segreti infantili in gioco e il tono metaforico, il finale di The Innocents può creare confusione per alcuni.

Si tratta di un altro brillante esempio di horror o thriller del Nord Europa, che si unisce a titoli come Speak No Evil, Hatching – La forma del male, Lamb e Thelma. Tutte opere capaci di affrontare determinate dinamiche sociali declinandole in chiave orrorifica, spaventando lo spettatore più per l’atmosfera che si viene a generare che non per qualcosa di realmente spaventoso che viene mostrata. Ancora inedito in Italia, The Innocents è dunque un ottimo esempio di opera di questo genere da scoprire.

In particolare, è un film che farà la gioia di chi è interessato a tematiche come l’infanzia, la crescita e la scoperta di bene e male, qui tutte declinate in chiave soprannaturale. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Innocents. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Innocents cast

La trama e il cast di The Innocents

The Innocents segue le sorelle Ida e Anna dopo il trasferimento in un nuovo sobborgo con i genitori durante l’estate. Fin dall’inizio, il rapporto tra le due è teso a causa dell’autismo non verbale della sorella maggiore. Ida non sopporta le attenzioni che Anna riceve dai genitori e si infastidisce facilmente per i comportamenti ripetitivi della sorella. Tuttavia, non passa molto tempo prima che Ida incroci la strada di alcuni nuovi ragazzi del quartiere, Ben e Aisha, che nascondono entrambi poteri soprannaturali sotto la loro apparenza innocente. Anche Anna, ben presto, dimostreerà di possedere poteri telecinetici.

Ad interpretare Ide vi è l’attrice Rakel Lenora Fløttum, mentre sua sorella Anna è interpretata da Alva Brynsmo Ramstad. I loro nuovi amici, Ben e Aisha, sono invece interpretati da Sam Ashraf e Mina Yasmin Bremseth Asheim. Ellen Dorrit Petersen, che interpreta la mamma di Ida, e Rakel Lenora Fløttum, che interpreta Ida, sono madre e figlia anche nella vita reale. Completano il cast gli attori Morten Svartveit nel ruolo del padre di Ida e Anna, Kadra Yusuf è la madre di Aisha e Lisa Tønne è la madre di Ben.

La spiegazione del finale

Aisha è un’empatica che può ascoltare i pensieri degli altri e sentire il loro dolore. Sviluppa rapidamente un rapporto con Anna e, con il tempo, la aiuta a comunicare con le parole – uno shock per Ida e i suoi genitori. Ben, invece, rappresenta il totale opposto di Aisha e agisce come antagonista di The Innocents. I poteri telecinetici gli permetteno di spostare gli oggetti semplicemente guardandoli, spezzare le ossa delle persone e persino di stringere i loro cuori. Inoltre, Ben si rende conto di avere la capacità di controllare la mente degli altri, che usa per uccidere il suo bullo. Tuttavia, il suo atto più sinistro è usare la madre di Aisha per ucciderla dopo che lei ha osato opporsi a lui.

Con la morte di Aisha, Ida non ci mette molto a capire che Ben intende uccidere anche lei e sua sorella. Dopo un tentativo fallito di uccidere il ragazzo spingendolo da un cavalcavia in un’autostrada trafficata, Ida torna dall’ospedale con una gamba rotta. Rimasta a casa da sola a fare da babysitter ad Anna, che dopo la morte di Aisha è tornata a non parlare, Ida – che sembra avere anche lei dei poteri soprannaturali – si libera del gesso e insegue Anna dopo che questa è fuggita dall’appartamento per affrontare Ben. Lì, trova Anna e Ben impegnati in una battaglia mentale. Anna alla fine trionfa con l’aiuto di Ida, uccidendo Ben e ponendo così fine alla sua furia violenta.

The Innocents trama

In superficie, The Innocents sembra essere una semplice storia di bene contro male: Anna e Aisha buone, Ben cattivo. Tuttavia, è molto di più. Il film sfida l’idea che i bambini siano – come suggerisce il titolo – innocenti e fondamentalmente buoni. A differenza di molti film sui bambini, i personaggi giovanili di The Innocents sono complessi quanto gli adulti. Ben può essere l’antagonista, ma non è necessariamente il cattivo. Sebbene il film non entri troppo nei dettagli, i lividi di Ben e il disprezzo per la madre suggeriscono che potrebbe essere vittima di abusi fisici e abbandono.

Per questo motivo, The Innocents apre una discussione per un buon vecchio dibattito tra natura e nutrimento. Ben è nato intrinsecamente malvagio o è stato vittima della società?Tuttavia, il fulcro del film è la complicata relazione tra Anna e Ida. A causa dell’iniziale fastidio e dispiacere di Ida nei confronti della sorella autistica, Ben crede di aver trovato una partner nella violenza. Tuttavia, Ida rimane nel mezzo del tema del bene e del male di The Innocents. Ha una curiosità infantile per le cose più oscure della vita, ma capisce molto presto – grazie alla gentilezza di Aisha – che non fa per lei e si lascia alle spalle Ben.

Grazie alla bontà di Aisha, Ida impara anche a vedere sua sorella sotto una nuova luce. Invece di considerarla una seccatura priva di emozioni, Ida si rende conto che Anna è una persona a sé stante, i cui sentimenti e bisogni sono altrettanto validi. Questo è simboleggiato dal fatto che Ida prende la mano di Anna mentre lotta contro Ben. Se Ida sia effettivamente d’aiuto o meno nel confronto mentale è discutibile; tuttavia, con il suo sostegno rende Anna più forte. In seguito, il loro rapporto cambia in meglio. Ida apprezza e comprende meglio la sorella, indipendentemente dal fatto che Anna possa comunicare a parole o meno.

The Innocents mette anche in evidenza come i bambini abbiano spesso problemi unici che gli adulti non necessariamente comprendono, come i protagonisti disadattati di It di Stephen King. Questo è esemplificato quando Ida chiede alla madre un consiglio, ma non un aiuto. Cerca piuttosto di gestire il problema di Ben da sola. Il film serve quindi a ricordare al pubblico la magia e la complessità dell’infanzia. Certo, i bambini non hanno capacità soprannaturali nel mondo reale, ma sono comunque costretti a destreggiarsi tra le aree buone, cattive e moralmente grigie della società.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Innocents grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Il colibrì: dal cast alle location, tutto quello che c’è da sapere sul film

Vincitore del Premio Strega 2020, il romanzo Il colibrì ha nuovamente imposto Sandro Veronesi come uno degli scrittori più importanti e noti in Italia. Già noto per Caos Calmo, Veronesi affronta qui quella che viene descritta come la “strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile”. Il romanzo ripercorre infatti una vita intera tra dolori e amori. Dato il suo successo, anch’esso è diventato poi un film nel 2022 per la regista di Francesca Archibugi.

Il colibrì (qui la recensione), è stato dunque presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022, dove è stato apprezzato per la capacità di aver saputo riportare il complesso racconto di Veronesi sullo schermo, avvalendosi di un cast di celebri interpreti del panorama italiano. Molto apprezzata, però, è stata anche la colonna sonora, caratterizzata dal brano Caro amore lontanissimo, cantato da Marco Mengoni e poi candidato come Miglior canzone originale ai David di Donatello.

Per chi ha letto il libro – ma anche per chi non lo avesse fatto – è dunque questo un titolo da non perdere, capace di appassionare per la forza del suo racconto così umano. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il colibrì. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il colibrì cast

La trama di Il colibrì

È il racconto della vita di Marco Carrera, “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele.

Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche con le potenti armi dell’illusione, della felicità e dell’allegria.

Il colibrì Kasia Smutniak

Il cast e le location del film

Protagonista nel film, nel ruolo di Marco Carrera da adulto, vi è l’attore Pierfrancesco Favino. Il personaggio da giovane è invece interpretato da Francesco Centorame, attore divenuto celebre per il ruolo di Elia nella serie Skam Italia. Recitano poi nel film Nanni Moretti nel ruolo dello psicoanlisita Daniele Carradori, Kasia Smutniak in quello di Marina Molitor, moglie di Marco e Benedetta Porcaroli nel ruolo di sua figlia Adele. Completano il cast Berenice Bejo nel ruolo dell’amata Luisa Lattes e Laura Morante in quello di Letizia Carrera. L’attrice Fotinì Peluso, infine, è Irene Carrera.

Per quanto riguarda le location, la villa al mare dove si svolgono tutti gli avvenimenti più significativi della vita di Marco Carrera, si trova in Maremma, tra Capalbio, Porto Ercole (Monte Argentario) e Ansedonia, frazione del comune di Orbetello. Le riprese si sono poi svolte anche a Roma, ma in particolar modo a Firenze, la città dell’infanzia di Marco. Nelle riprese fiorentine sono state coinvolte piazza Savonarola, piazza Santo Spirito, piazza del Mercato Nuovo, ponte Santa Trinita.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il colibrì grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 settembre alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Io sono un po’ matto… e tu?, trailer del film in arrivo al cinema il 7, 8 e 9 ottobre

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Notorious Pictures annuncia che Io sono un po’ matto… e tu? in arrivo nei cinema italiani il 7, 8 e 9 ottobre e per l’occasione ne svela poster e trailer ufficiali. Scritto e diretto da Dario D’ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, e realizzato anche grazie alla collaborazione dell’Accademia di Cinema Griffith di Roma, il film vede la partecipazione di un cast d’eccezione: Claudio Santamaria, Raoul Bova, Stefano Fresi, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone e lo stesso Dario D’Ambrosi lavorano insieme ai ragazzi della Compagnia Stabile del Teatro Patologico per creare un’opera unica nel cinema italiano.

Nel film i ragazzi disabili, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi noti che si rivolgono a loro, cercandoli nei più diversi luoghi della città, dalle scuole alle palestre. Può capitare così ad esempio di vedere Claudio Santamaria in preda all’ossessione, oppure Raoul Bova insonne, o Claudia Gerini vestire i panni di una ludopatica… Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli, affrontando così problemi e disturbi che riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi.

Il regista e autore Dario D’ambrosi ha fondato nel 1992 il Teatro Patologico per aiutare le persone con disabilità mentale a trovare il modo di comunicare e di uscire dall’isolamento proprio attraverso la teatro-terapia, per cercare di integrarsi e vivere una vita simile a qualsiasi normodotato. “L’unicità del film non risiede solo nei suoi nomi di spicco – afferma il regista Dario D’ambrosi – ma anche nella partecipazione di 30 attori disabili membri della Compagnia Stabile del Teatro Patologico. Questa combinazione di talento e inclusione rende il progetto un esempio straordinario di come l’arte possa servire a scopi sociali e terapeutici. Io sono un po’ matto… e tu? non è solo un film; è un’opera che solleva questioni fondamentali sul modo in cui percepiamo e trattiamo la disabilità psichica. Il film ha come obiettivo primario quello di sensibilizzare il pubblico su questo tema, spesso trascurato o stigmatizzato”.

Sinossi: Il Teatro Patologico a Roma è un luogo dove, grazie alla teatro-terapia, ragazzi e ragazze con disabilità mentale e le loro famiglie tentano di uscire dall’isolamento della loro condizione per vivere una quotidianità normale. Nel film gli attori e le attrici della compagnia, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi famosi che si rivolgono a loro cercandoli in vari luoghi della città. Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli.

Io sono un po’ matto… e tu? arriverà nei cinema italiani con Notorious Pictures il 7, 8 e 9 ottobre. Parte dell’incasso andrà in beneficenza a Teatro Patologico Onlus per supportare la ricerca scientifica e dare speranza a molti ragazzi disabili psichici e fisici attraverso la teatro-terapia dimostrandone i benefici non solo a livello emotivo ma anche cerebrale.

 

Agatha All Along: i trailer internazionali svelano l’identità di Teen

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Se siete lettori di fumetti, allora è probabile che abbiate già capito che Joe Locke interpreterà quasi sicuramente Billy Kaplan/Billy Maximoff/Wiccan in Agatha All Along della Marvel Television.

Ora, questo sembra essere stato confermato dai sottotitoli per le versioni internazionali del trailer dello show. Come puoi vedere qui, Locke è accreditato come “Billy”, il che significa che uno dei segreti peggio custoditi dei Marvel Studios è finalmente uscito allo scoperto.

Perché il personaggio di Locke sia stato etichettato come “Teen” è difficile da dire; alcuni potrebbero sostenere che Agatha All Along si sta sforzando troppo di creare un senso di mistero simile a quello che circonda WandaVision, anche se è importante ricordare che molte delle persone che guardano questo show saranno fan/spettatori occasionali.

“Una delle cose che amo della Marvel è che tieni tutti questi segreti che sono davvero frustranti all’inizio, specialmente quando fai cose come questa [giornata stampa]”, ha detto Locke della segretezza in una recente intervista. “Ma il motivo per cui li tieni è perché se li raccontassi, non avrebbero lo stesso effetto quando tutto verrà fuori.”

Ha aggiunto, “I segreti sono segreti per un motivo, e la storia passata di Teen è interessante. Se fossi in grado di parlarne ora, rovinerei l’intero scopo dello show, ed è questo che mi permette di mantenere un segreto. Altrimenti, ti racconterei tutto.”

Il fatto che “Teen” sia Billy è destinato a essere una parte importante della storia di Agatha All Along, poiché immaginiamo che voglia percorrere la Strada delle Streghe per trovare sua madre, Wanda Maximoff, alias Scarlet Witch. Potrebbe anche essere che questo Billy non sia effettivamente lui e che, come accaduto in altre occasioni, la Marvel stia usando un distrattore per allontanare gli spettatori dalla rivelazione finale.

Masters of the Universe: Jared Leto scelto per interpretare Skeletor?

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Mentre Amazon MGM e Mattel continuano a scegliere i ruoli principali per il prossimo reboot live-action di Masters of the Universe, potremmo sapere quale attore è corteggiato per interpretare il malvagio Skeletor.

Secondo Jeff Sneider, il ruolo è stato offerto a nessun altro che Jared Leto. Leto sarà molto familiare ai fan dei cinecomic, avendo interpretato il Joker in Suicide Squad di David Ayer e il cattivo titolare di Spider-Man nel tanto bistrattato Morbius della Sony. È apparso anche in Blade Runner 2049 e ha un ruolo chiave nel prossimo TRON: Ares della Disney.

Se accetta, Leto si unirà a Nicholas Galitzine (Purple Hearts, Red, White & Royal Blue, The Idea of ​​You) nel ruolo del principe Adam/He-Man, all’ex Riverdale Camila Mendes nel ruolo del suo braccio destro e (possibile) interesse amoroso, Teela, e alla recentemente scritturata Alison Brie (GLOW, Community) nel ruolo del secondo in comando di Skeletor, Evil-Lyn.

jared leto MorbiusTutto quello che sappiamo sull’adattamento di Masters of the Universe

Masters of the Universe” ha affrontato un viaggio particolarmente tortuoso di oltre due decenni per arrivare al grande schermo. Il progetto è stato avviato dalla Warner Bros. e dalla Sony prima di passare a Netflix, che lo ha poi eliminato dai suoi programmi nel 2023 per problemi di budget. Innumerevoli registi, tra cui il regista di “Kung Fu PandaJohn Stevenson, il regista di “WickedJon M. Chu, il regista di “Charlie’s AngelsMcG e il duo di “The Lost CityAaron e Adam Nee, si sono avvicendati alla regia del progetto dal 2007.

Chris Butler sta scrivendo la sceneggiatura dopo che David Callaham e i fratelli Nee avevano fatto un primo tentativo, basato sull’action figure del 1982. I dettagli della trama non sono per ora stati resi noti. Confermati nel cast Nicholas Galitzine, Camila Mendes e Alison Brie.

Secondo una precedente sinossi dello studio, il film segue il Principe Adam, alias He-Man, che da bambino precipita sulla Terra con un’astronave e, decenni dopo, torna sul suo pianeta natale per difenderlo dalle forze malvagie del cattivo conosciuto come Skeletor. Ma per sconfiggere il potente cattivo, deve scoprire i misteri del suo passato e diventare He-Man, definito in questo mondo “l’uomo più potente dell’universo”.

Marvel Studios, il punto della situazione: la transizione da Kang a Doom, la trama di Spider-Man 4 e molto altro

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In occasione di un Q&A di Alex Perez su Discord, abbiamo la possibilità di fare un recap di quello che sta succedendo ai Marvel Studios e di cosa ci aspetta il prossimo futuro in merito al alcuni dei film più attesi della prossima Fase del MCU.

Lo scooper di Cosmic Circus ha costruito una solida reputazione sulle sue fonti, ma ci sono molte speculazioni e supposizioni che riempiono gli spazi bianchi, quindi ci concentreremo sulle notizie con maggiori basi nel suo lungo post.

Quali sono gli ultimi rumors su Avengers: Doomsday

Innanzitutto, si parla di Avengers: Doomsday. Perez non pensa che rivedremo il vero Kang dopo il licenziamento di Jonathan Majors, ma in risposta a una domanda che chiedeva come “giustificano il passaggio da Kang a Doctor Doom come principale cattivo della Multiverse Saga”, menziona Rabum Alal.

Nella serie New Avengers di Jonathan Hickman, è stato rivelato che la misteriosa figura nota come Rabum Alal era in realtà il Dottor Destino fin dall’inizio. Nella storia, si credeva che il leader dei Cigni Neri stesse causando delle Incursioni nel tentativo di distruggere il Multiverso (in seguito è stato rivelato che in realtà stava cercando di salvare il Multiverso dagli Beyonders). L’interpretazione di Robert Downey Jr. di Doom potrebbe essere introdotta come una variante di Kang che si fa chiamare Rabum Alal e alla fine seguire lo stesso arco narrativo?

Quando si tratta del potenziale coinvolgimento di Loki nei prossimi film di Avengers, Perez ritiene che il Dio dell’Inganno avrà “un ruolo più da MacGuffin” e non si aspetta che Tom Hiddleston rimanga come personaggio nel franchise dopo Secret Wars.

Cosa si sa della trama di Spider-Man 4?

Passando a Spider-Man 4, Perez afferma che il film avrà una “miscela” di elementi di strada e Multiversali. Ha anche sentito che ci sono piani per il sindacato criminale Maggia e Hammerhead, ma non è sicuro se saranno introdotti nel prossimo film. Per quanto riguarda l’incantesimo che Doctor Strange ha lanciato alla fine di No Way Home per far dimenticare al mondo che Peter Parker esiste, crede che sarà “esplorato di più e alla fine spezzato“.

Precedenti voci hanno affermato che Spidey entrerà in contatto con Venom (o almeno, il simbionte) in Spider-Man 4, e Perez afferma che questa sta diventando “una possibilità sempre più plausibile”. Perez ha dato una risposta interessante a un lettore che si chiedeva: “Che tipo di ruolo possiamo aspettarci che i personaggi di Thunderbolts* giochino in Avengers: Doomsday, come alleati degli Avengers o come ostacoli per loro?” Alex: “I nuovi Avengers”.

Thunderbolts saranno i nuovi Avengers?

Ci saranno quasi sicuramente altri membri, ma questo gruppo eterogeneo costituirà la base per la prossima incarnazione degli eroi più potenti della Terra.

Infine, Perez crede che ci siano piani in atto per introdurre Alpha Flight. Non è la prima volta che sentiamo che il team di supereroi canadesi potrebbe apparire nell’MCU, ma è da un po’ che non riceviamo aggiornamenti, ufficiali o meno. Se ciò dovesse accadere, qualsiasi progetto basato su Alpha Flight si collegherebbe probabilmente al reboot degli X-Men.

Vale la pena menzionarlo: quando si tratta di un’ulteriore esplorazione dell’angolo cosmico dell’MCU, Perez ha sentito che si sta discutendo dell’Annihilation Wave e dell’Impero Shi’ar. Sostiene anche le precedenti voci secondo cui un quinto film solista di Thor è nelle prime fasi di sviluppo. Ovviamente resta tutto da confermare.

7 personaggi Fox Marvel che meritano una seconda chance nel MCU dopo Deadpool & Wolverine

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Ci aspettavamo che Deadpool & Wolverine chiudesse la porta dell’universo Fox. Invece, ha celebrato la Terra-10005 e ha posto le basi perché quel mondo continui a prosperare insieme alla Terra-616/la Sacra Linea Temporale.

Sebbene sperassimo in dei camei, il threequel ha alzato la posta in gioco portandoci nel Vuoto prima di dare una seconda possibilità a Elektra (Jennifer Garner), Blade (Wesley Snipes), Gambit (Channing Tatum) e X-23 (Dafne Keen). È stato davvero speciale, ma ci ha fatto pensare… quali altri eroi e cattivi della Terra-10005 meritano una seconda possibilità nel MCU?

Questo potrebbe avvenire in un prossimo progetto della Saga del Multiverso (il che sembra più probabile) o anche nel MCU, che si dice sia il piano per questo mondo condiviso dopo Avengers: Secret Wars. Speriamo che i nomi precedenti vi sorprendano!

Daredevil

Daredevil (Ben Affleck)

Una concept art ha confermato che si era parlato di riportare Ben Affleck nei panni di Daredevil in Deadpool & Wolverine e, onestamente, siamo un po’ dispiaciuti che non sia successo.

Il film del 2003 non è il migliore (anche se la Director’s Cut è piuttosto valida), ma Affleck, che ora è meglio conosciuto per aver interpretato Batman, è stato un buon Uomo senza paura. Immaginate di vedere la silhouette del suo Daredevil, di sentire quella voce e poi il vigilante di Hell’s Kitchen che emerge dall’ombra come un certo Cavaliere Oscuro. Farebbe scoppiare internet!

Non vogliamo che Charlie Cox venga messo in ombra se finirà a far parte dei prossimi film sugli Avengers, ma il Daredevil di Affleck che combatte accanto al Ghost Rider di Nic Cage è qualcosa di cui abbiamo bisogno nelle nostre vite.

Silver Surfer

Silver Surfer

Doug Jones è stato la controfigura di Silver Surfer in Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer, ma è stata la star di Man of Steel Laurence Fishburne a fornire la voce dell’iconico eroe.

Il film non era un granché, ma non si può negare che, insieme alla Torcia Umana di Chris Evans, Surfer sia stato un punto di forza. Gran parte del merito è da attribuire al doppiaggio di Fishburne, che ha dato vita al personaggio in un modo che lo ha fatto sentire allo stesso tempo ultraterreno ed eroico.

L’attore ha poi interpretato Bill Foster in Ant-Man and The Wasp. Tuttavia, non possiamo immaginare che i Marvel Studios abbiano grandi progetti per lui, quindi sarebbe abbastanza facile per l’attore tornare in cabina di registrazione e aggiungere questo “classico” Silver Surfer al mix in altre parti della Saga del Multiverso.

Psylocke

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X-Men: Apocalypse è stato il progetto più vicino alla realizzazione di un film in stile MCU da parte della Fox, ma non ha riscontrato il favore dei fan e della critica. La nuova direzione cartoonesca del franchise è stata l’inizio della fine per questi personaggi, ma ci sono stati almeno alcuni punti positivi che possiamo apprezzare.

Tra questi, l’interpretazione di Olivia Munn nel ruolo di Psylocke. L’attrice non ha avuto molto da fare, ma si è comunque distinta in un’avventura piena di decisioni creative discutibili e interpretazioni scadenti. Ora, ci piacerebbe vederla avere una seconda possibilità.

Nei fumetti, Betsy Braddock era la sorella di Capitan Bretagna che finì per abitare il corpo di un assassino chiamato Kwannon. Alla fine i due si sono separati: Betsy è diventata il nuovo Capitan Bretagna e Kwannon è tornato alla sua vita di assassino a pagamento. I Capitan Britain Corps hanno legami con il Multiverso, quindi ci dirigeremo in quella direzione.

Professor X

Patrick Stewart Professor X

Sir Patrick Stewart ha confermato di aver incontrato il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige per discutere del Professor X e di essere tornato a ricoprire il ruolo nel film Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022). È stato un cameo divertente che lo ha visto sedersi sulla classica sedia a rotelle di Charles Xavier per affrontare la Strega Scarlatta.

Naturalmente è morto e, anche se ci saranno sicuramente altre varianti che assomigliano a Stewart, non sarebbe male se James McAvoy riprendesse il ruolo nel MCU. Il suo lavoro nei film prequel è estremamente sottovalutato e ci piacerebbe vedere cos’altro può fare con il personaggio.

È probabile che i Marvel Studios vogliano sostituire il Professor X per l’eventuale reboot degli X-Men, ma se McAvoy è disposto a tornare per questo, allora potrebbe potenzialmente interpretare il leader della squadra per molti anni a venire.

Magik

Magik

New Mutants è rimasto intrappolato nella fusione Disney/Fox ed è stato distribuito senza essere mai stato sottoposto ai necessari reshooting per dargli il tocco di classe di cui aveva tanto bisogno. Inoltre, non è mai stata girata una scena post-credits che prevedeva un sequel, e non c’è da stupirsi che il film abbia avuto difficoltà.

Tuttavia, se c’è un attore e un personaggio che non possiamo criticare, è la Magik di Anya Taylor-Joy. Per quanto il resto del cast fosse in gran parte dimenticabile, Anya Taylor-Joy ha rubato la scena e si è dimostrata così perfetta nel ruolo di questo personaggio che è difficile immaginare qualcun altro che lo interpreti.

Il suo legame con il Limbo e la magia nera potrebbe far diventare Magik una figura cruciale in un futuro film della Saga del Multiverso. Inoltre, se i mutanti di Terra-10005 saranno una parte fondamentale di ciò che verrà, allora lei dovrebbe assolutamente essere presente insieme a suo fratello Colosso.

Cable

cable

Il lavoro di Josh Brolin nel ruolo di Thanos nei film degli Avengers è stato a dir poco perfetto, ma la storia del Titano Pazzo si è conclusa in Avengers: Endgame. Per questo motivo, non c’è nulla che possa impedirgli di tornare nei panni di Cable, soprattutto dopo aver rubato la scena in Deadpool 2.

Quel sequel ha solo scalfito la superficie della storia del mutante che viaggia nel tempo e ora che il concetto è stato introdotto nel MCU, si inserirebbe perfettamente in questo mondo di linee temporali multiple e quant’altro.

Ricordiamo che è il figlio di Ciclope e Jean Grey, quindi il coinvolgimento del mutante nella prossima iterazione degli X-Men sul grande schermo potrebbe essere scontato. Tuttavia, non sarebbe male riportare lui e Zazie Beetz nel ruolo di Domino per un altro team-up con il Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds, quando Wade Wilson e Wolverine si incroceranno inevitabilmente con i Vendicatori.

Magneto

Michael Fassbender Magneto

Il franchise degli X-Men ha sicuramente bisogno di abbandonare Magneto, ma ci sono ancora molti modi diversi in cui questo cattivo potrebbe essere utilizzato. Tra questi c’è anche la strada dell’eroe/antieroe, che si è rivelata così popolare nelle sue recenti avventure a fumetti. Anche come membro degli X-Men, non rinuncia a adottare misure estreme per affrontare gli umani che li minacciano.

Con tutto il rispetto per il leggendario Sir Ian McKellen, Michael Fassbender è sempre stato il miglior Maestro del Magnetismo. Non avendo mai ricevuto materiale particolarmente forte con cui lavorare da quando Matthew Vaughn ha lasciato la serie, Fassbender avrebbe sicuramente colto al volo l’occasione di unirsi al MCU.

Ci piacerebbe vedere Magneto alla guida degli X-Men al fianco del Professor X, evitando la prevedibile svolta da cattivo, scontrandosi con Charles sul piano filosofico piuttosto che su quello fisico. D’altra parte, una scena con Scarlet Witch in Avengers: Doomsday è molto allettante…

Peter Greenaway al Museo Nazionale del Cinema di Torino

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Peter Greenaway al Museo Nazionale del Cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino celebra il genio creativo dell’artista britannico Peter Greenaway, considerato uno dei più importati registi sperimentali viventi al mondo. Autore di film magistrali quali I misteri del giardino di Compton House (1982), Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989), L’ultima tempesta (1991) e la trilogia de Le valigie di Tulse Luper (2003), Greenaway mostra uno spiccato e preponderante interesse per l’arte pittorica, che trasporta nei suoi lavori, sempre caratterizzati da un forte impatto visivo e da tematiche estreme. Con il suo stile inconfondibile e la sua capacità di reinventare il linguaggio cinematografico, Greenaway nei suoi lavori offre una riflessione profonda sul ruolo dell’arte visiva nel cinema contemporaneo, molto più importante rispetto all’intreccio narrativo e alla spettacolarità.

“In che modo la Mole Antonelliana echeggia il cinema, se pensiamo che l’edificio venne terminato nel 1889 in Italia, ovvero sette anni prima che il cinema fosse inventato in Francia, nel 1895? racconta Peter Greenaway. L’architettura è esotica e bizzarra e difficilmente definibile come convenzionale, ma vale sicuramente la pena proteggerla. Stranamente, è una struttura per tutte le stagioni, un po’ come il cinema stesso. È un po’ di tutto. E forse c’è una corrispondenza: l’edificio è sicuramente molto visibile, identificativo per Torino come la Tour Eiffel lo è per Parigi, e altrettanto liberamente interpretabile. Si diceva che tutto esistesse solo per essere messo in un libro. Ora possiamo tranquillamente dire che tutto esiste per essere messo in un film. E poiché sembra che il cinema stia morendo, un giorno potremo dire che tutto esiste per essere messo in un museo del cinema”.

“Sono passati quasi trent’anni da quando Peter Greenaway è entrato per la prima volta nella Mole Antonelliana – sottolinea Enzo Ghigo presidente del Museo Nazionale del Cinema. In questi decenni, il monumento simbolo di Torino è diventato uno dei musei più importanti al mondo, è stato visitato da milioni di persone e ha ospitato molte delle star più importanti del cinema di tutti i tempi. Sono trascorsi quasi trent’anni, eppure il ricordo della Mole è rimasto vivido nella mente e nel cuore di Greenaway, al punto da diventare quasi un’ossessione. Tanto da raccontarla e disegnarla: con una penna o una matita e quello che aveva sottomano, siano scontrini, buste, ritagli di libri o giornali, filtri di caffè, il grande regista britannico ha plasmato cento variazioni del capolavoro di Alessandro Antonelli. Abbiamo quindi ritenuto fondamentale vivere l’arte di Greenaway, sia con una live performance sia con la stampa di un volume che racconta le 100 anime della Mole Antonelliana”.

A Greenaway verrà consegnato il premio Stella della Mole

L’ampio omaggio del Museo Nazionale del Cinema a Greenaway prevede martedì 24 settembre alle 18:30 la consegna del premio Stella della Mole, il riconoscimento cinematografico che viene assegnato a figure di spicco del cinema internazionale e che, con la loro arte, hanno dato contributi significativi al mondo del cinema, una celebrazione del cinema d’autore e della creatività artistica che onora coloro che hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico mondiale.

A seguire, Peter e Pip Greenaway che saranno i protagonisti di una live performance che include il reading di una selezione di 30 racconti brevi scritti da Greenaway e mai pubblicati, raccolti libro He Read Deep Into The Night. Di lunghezza variabile tra le 2 e le 20 righe, sarà l’occasione per ripercorrere il rapporto tra racconto letterario e narrazione cinematografica. A seguirel’introduzione alla proiezione del cortometraggio The Missing Nail, un progetto dedicato a L’ultima cena di Leonardo, un’opera multimediale unica, capace di fondere narrazione, docufilm e musica per svelare misteri irrisolti, aperti da anni.

La sera precedente la live performance, lunedì 23 settembre alle 20:30 al Cinema Massimo, verrà presentato in anteprima mondiale il volume 100 Disegni della Mole a cura di Domenico De Gaetano“L’ha disegnata un centinaio di volte, l’ha filmata, l’ha raccontata e ne ha persino reinventato l’illuminazione: è una storia lunga 30 anni quella che lega Peter Greenaway alla Mole Antonelliana, una storia iniziata prima ancora che il monumento simbolo di Torino diventasse la sede del Museo Nazionale del Cinema. E che ancora continua – sottolinea Domenico De GaetanoIl libro racconta, attraverso 100 disegni su carta, scontrini e bustine da tè di come la Mole unita alla magia del cinema possa essere reinventata in modi infiniti, interpretando ruoli completamente differenti, come in un film. Ma soprattutto approfondisce lo stretto legame tra uno dei registi più creativi e la città di Torino”.

Il volume, edito da Silvana Editoriale, presenta un ricco saggio che racconta l’idea che sottende il volume a firma di Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e ideatore del progetto, un testo di Giovanni Bogani che racconta il Greenaway cinematografico in versione personale e un contributo di Valentino Catricalà, che analizza il profondo rapporto tra arte e cinema nell’opera del regista inglese.

Greenaway, morte e decomposizione del cinema di Stefano Bessoni sarà presentato il 23 settembre

La serata sarà anche occasione per presentare il volume Greenaway, morte e decomposizione del cinema di Stefano Bessoni, realizzato e pubblicato da Bakemono Lab in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, e che lui stesso definisce “un quaderno di appunti, riflessioni e illustrazioni su Peter Greenaway, colui che mi ha fatto capire che un film altro non è che un contenitore illimitato, nel quale rinchiudere concetti, teorie e ossessioni. È uno degli autori più importanti del cinema contemporaneo, un artista che si nutre di pittura, scrittura, musica, teatro, danza e di ogni forma espressiva che si possa immaginare. Il suo cinema complesso, enciclopedico e artificioso, è un gioco creativo infinito che strizza l’occhio a Lewis Carroll, Jorge Luis Borges e Italo Calvino, un territorio fiabesco, spesso crudele, sconcertante, nel quale smarrirsi per esplorare le sfaccettature più inattese dell’animo umano, dell’intelletto e del corpo”.

A seguire, Peter Greenaway e Saskia Boddeke introdurranno la proiezione di The Greenaway Alphabet (2017) di Saskia Boddeke, moglie del regista e innovativa artista visiva multimediale, che in questo documentario racconta il marito in maniera ironica e sperimentale seguendo un alfabeto filmico poetico e surreale. Le tematiche care al regista vengono sviluppate attraverso uno scambio generazionale con la figlia Pip fatto di quesiti, scherzi, poesie, racconti, gesti, creazioni, disegni, visite nei musei, rimandi amarcord su una spiaggia nordica e chiacchierate al bar.

Thelma: intervista al regista e ai protagonisti

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Thelma: intervista al regista e ai protagonisti

Il regista Josh Margolin e gli interpreti June Squibb e Fred Hechinger parlano di Thelma, film in uscita in sala il 18 settembre 2024 distribuito da Universal Pictures.

Esordio alla regia di Josh Margolin, THELMA è una struggente commedia d’azione che offre alla candidata all’Oscar® June Squibb (NEBRASKA) il suo primo ruolo da protagonista a fianco di Richard Roundtree (SHAFT). La Squibb, che non ha utilizzato controfigure per gran parte del film, interpreta Thelma Post, un’esuberante nonna di 93 anni che viene raggirata da un truffatore telefonico che si finge suo nipote (Fred Hechinger di The White Lotus). Parte così per una ricerca insidiosa per le strade di Los Angeles, accompagnata da un amico (Roundtree) e dal suo scooter, per reclamare ciò che le è stato sottratto. Nel cast anche Parker Posey, Clark Gregg, Nicole Byer e Malcolm McDowell.

La trama di Thelma

Ispirato a un’esperienza vissuta della nonna di Margolin, THELMA dà un’interpretazione astuta a film action come MISSION: IMPOSSIBLE, mettendo sotto i riflettori una nonna anziana come improbabile eroina d’azione. Con un umorismo contagioso, Margolin utilizza i cliché del genere d’azione in modi esilaranti e adeguati all’età, per affrontare l’invecchiamento con spirito d’iniziativa. Nel primo ruolo da protagonista della sua carriera settantennale, la Squibb interpreta la volitiva Thelma con grinta e determinazione, dimostrando di essere più che capace di prendersi cura degli affari, nonostante ciò che la figlia Gail (Posey), il genero Alan (Gregg) o il nipote Danny credano.

Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti: la spiegazione del finale

Poiché Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti (2024) è il remake in lingua inglese dell’omonimo horror psicologico danese del 2022, tutti i maggiori spoiler e colpi di scena sulla trama e sul finale sono già stati svelati. L’orrore prenderà nuova vita nel 2024, quando Blumhouse Productions e Universal Pictures realizzenoil remake inglese con protagonista James MacAvoy.

Poiché Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti ha come protagonista la famiglia danese composta da Bjørn (chiamato Paddy e interpretato da James MacAvoy nel remake inglese), Louise e Agnes. Durante una vacanza in Toscana, il trio incrocia la coppia olandese di Patrick e Karin con il figlio Abel, affetto da aglossia congenita e nato senza lingua.

Cosa succede nel film Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti?

Alix West Lefler and Dan Hough in Speak No Evil - Non parlare con gli sconosciuti (2024)

Dopo aver legato durante la vacanza, la coppia olandese ha invitato Bjørn e la sua famiglia a visitare la loro remota casa rurale nei Paesi Bassi, che hanno accettato con piacere. Ma quando arrivò nella casa isolata, la moglie di Bjørn, Louise, si sentì subito a disagio con Patrick e il suo comportamento, in particolare l’abuso di Abel.

Patrick ha mostrato strani comportamenti, come contestare il vegetarianismo di Louise, manipolare Bjørn per fargli pagare un pasto, limonare da ubriaco con la moglie di fronte alla coppia e poi guidare sotto l’effetto dell’alcol. Ha persino spiato Louise mentre era sotto la doccia e ha osservato lei e Bjørn mentre facevano sesso.

Questa situazione raggiunge il suo culmine quando le grida di Agnes di dormire accanto ai genitori vengono ignorate e Patrick la porta a dormire accanto a sé completamente nuda.
Ovviamente, una volta che Louise ha scoperto questa situazione, lei, Bjørn e Agnes hanno lasciato la casa, per poi essere costretti a tornare per recuperare una bambola coniglio lasciata in giro.

Cosa accade nel finale di Poiché Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti

Scoot McNairy, Alix West Lefler e Mackenzie Davis in Speak No Evil - Non parlare con gli sconosciuti (2024)

Nonostante l’iniziale abbandono della remota residenza olandese, la famiglia si convinse a rimanere dopo essere tornata a prendere la bambola. È stato allora che Patrick ha confessato alcune delle sue bugie, come quella di essere un medico quando è disoccupato e si oppone a un lavoro vero, ma voleva semplicemente impressionarli.

Il vero colpo di scena di Poiché Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti avviene quando Bjørn scopre una cabina piena di bagagli vuoti, macchine fotografiche e foto di Patrick e Karin con varie coppie e bambini piccoli durante le loro vacanze.

È così emerso che Patrick e Karin erano in realtà dei serial killer, che attiravano le famiglie nella loro casa isolata per uccidere i genitori e rapire i figli piccoli. Quando Bjørn scopre che il presunto figlio di Patrick e Karin, Abel, è annegato in una piscina, lui e la sua famiglia tentano di fuggire dalla casa, ma vengono catturati.

Questo ha scatenato un conflitto in cui Patrick ha picchiato Bjørn, Muhajid, la babysitter di Abel, ha immobilizzato Louise e Karin ha tagliato la lingua ad Agnes, presumibilmente come avevano fatto in precedenza ad Abel dopo averlo rapito e ucciso la sua famiglia. Mentre Muhajid ha lasciato la scena con Agnes senza lingua, Bjørn e Louise sono stati messi in un fosso dalla coppia di serial killer e lapidati a morte.

Da qui Patrick e Karin sono stati lasciati a ripetere il loro ciclo di omicidi, con Agnes destinata ad assumere il precedente ruolo di Abel come bambino muto e maltrattato, mentre un’altra famiglia viene presa di mira per il prossimo omicidio.

Mayor of Kingstown 3: recensione della serie di Taylor Sheridan

Mayor of Kingstown 3: recensione della serie di Taylor Sheridan

Dopo una prima stagione di indubbio spessore e una seconda che invece si poggiava in maniera svogliata su quanto seminato in precedenza, Mayor of Kingstown 3, serie TV ideata da Taylor Sheridan e Hugh Dillon e prodotta per Paramount+, risolleva le proprie sorti artistiche con una terza stagione che torna sui binari narrativi consoni al dramma criminale/carcerario, anche se alla fine risulta meno coesa ed emotivamente potente di quanto avrebbe potuto, anzi a conti fatti dovuto.

Mayor of Kingstown 3 punta a rendere Mike McLusky una figura shakespeariana

La strategia dei nuovi episodi punta a rendere il protagonista Mike McLusky (Jeremy Renner) una figura ancora più shakespeariana, adoperando in primo luogo una voce off che insiste con efficacia su un concetto ben preciso, gettando una vena malinconica sulla natura di questo antieroe. La gestione dell’ordine sociale dentro e soprattutto fuori le mura dei vari carceri che McLusky continua a supervisionare viene messa a durissima prova da nuovi antagonisti, primo tra tutti  il detenuto Merle Callahan (Richard Brake), esponente della supremazia ariana e un tempo mentore dello stesso Mike quando anche lui era stato rinchiuso in carcere. Ma come al solito le fazioni criminali che tentano di controllare il territorio continuano a darsi battaglia, spargendo sangue e dolore per le strade e dietro le mura del penitenziario.

Una maggiore organicità rispetto alla seconda stagione

Gli episodi della terza stagione di Mayor of Kingstown dimostrano fin dalla prima puntata di possedere una organicità narrativa maggiore rispetto a quelli della precedente, puntando all’efficacia della storia e allo sviluppo dei personaggi invece che allo spettacolo in molti casi fin troppo fine a se stesso, come successo appunto in passato. La serie torna dunque a proporre momenti dove la tensione e il dramma legato alle relazioni tra i personaggi tornano ad essere  il filo conduttore, il legame emozionale che connette i capitoli. Non siamo ai livelli degli inizi, ma il passo avanti rispetto alla Stagione 2 è evidente e di conseguenza apprezzabile. Il collante rimane ovviamente, e non poteva essere altrimenti, un Jeremy Renner che si trova a proprio, completo agio in questo ruolo, abilissimo come in passato ad esplorare non soltanto la dimensione arcigna ma anche le pieghe maggiormente umane e perfettibili di Mike.

Accanto a lui il solito ruolo di caratteristi di indubbia efficacia, che ricoprono i rispettivi ruoli con interpretazioni grezze e taglienti come i personaggi. L’arrivo della sempre efficace Paula Malcomson (Deadwood, Ray Donovan) è un’addizione notevole al cast e quindi allo show intero. La presenza di Richard Brake eleva poi il tono drammatico delle scene in cui compare: la sua definizione della classica “mente” criminale che adopera le parole al posto delle mani per produrre violenza è di altissimo livello. L’attore visto in molti ruoli come questo dipinge una personalità capace di repellere ma impossibile da ignorare, degnissimo contraltare al carisma di Renner. I loro ripetuti confronti raccontano con pienezza un rapporto complesso, durissimo anche se basato su un rispetto reciproco di sottile ambiguità. È proprio la “new entry” di Callahan a rendere McLusky una figura ancor più complessa e in chiaroscuro.

Due puntate conclusive deludenti

Se la terza stagione di Mayor of Kingstown non si avvicina al livello complessivo della prima è perché tutto quanto di valevole costruito viene quasi del tutto rovinato dalle ultime due puntate, composte di inutili colpi di scena che servono soltanto a rendere tutto più complesso e sminuire la forza di alcuni personaggi, prima fra tutti la Iris interpretata da Emma Laird. Come sempre i finali di stagione vengono adoperati per disfarsi di figure di contorno, villain inefficaci o membri del cast che hanno deciso di non rinnovare il contratto per la serie. Anche nel caso di Mayor of Kingstown succede questo, organizzato però in maniera frettolosa e molto poco logica. Peccato davvero.

Prison Break: il successo su Netflix e quello che succede alla fine della serie

Nel 2017 la sesta stagione di Prison Break ha dato una conclusione all’odissea di Michael Scofield (Wentworth Miller), con Paul Scheuring, il creatore, che ha dichiarato che non sarebbero stati altri episodi. Ora che la serie è su Netflix e il suo successo la tiene in Top 10 da settimane, è legittimo chiedersi se si tornerà o meno a parlare di Scofield.

L’evento della serie limitata Prison Break 5 (appena 9 episodi) si è concluso con il finale che ha visto Michael finalmente riunito alla sua famiglia. Non è stato un compito facile, ovviamente, visto che ha dovuto trascorrere sette anni lontano dalla moglie Sara (Sarah Wayne Callies) e dal figlio, e il mondo intero lo credeva morto. Ma grazie a una lunga pianificazione, a un’inquadratura mobile e persino a uno o due omicidi, Michael è finalmente libero per la prima volta da anni, anche se anche in quel caso la libertà ha un prezzo.

Nonostante abbia immaginato la quinta stagione come una storia chiusa, il creatore di Prison Break Paul Scheuring ha iniziato a pensare che potrebbe esserci un’altra evasione in futuro, ma non bisogna trovare l’idea giusta. Come dice lui: “C’è una probabilità pari a zero che lo show torni se non abbiamo una storia di prim’ordine”.

Gli obbiettivi di Paul Scheuring con l’ultima stagione di Prison Break

“Principalmente, l’obiettivo era raccontare una storia travolgente e con un finale chiuso con un sacco di azione, un sacco di emozioni e un sacco di colpi di scena, piena di qualche strategia rompicapo. Come ogni grande lungometraggio, come un Indiana Jones o qualcosa del genere, il film in sé è autoconclusivo, ma se ci sarà un sequel, questo potrà essere a sé stante in seguito. L’intenzione per questa stagione era di spaccare tutto per nove episodi, andarsene e poi, se mai si fossero sviluppate di nuovo conversazioni sulla possibilità di fare un’altra stagione, avremmo preso in considerazione l’idea e poi a nostra volta creato un’altra stagione autonoma. In altre parole, l’idea di far sorridere Michael alla fine e di andarsene via con lui felice… non era necessariamente il finale.”

Sarah Wayne Callies Prison BreakPrison Break è ispirato all’Odissea

“Il principale antagonista in L’Odissea, a quanto pare, sono i pretendenti che erano dietro a Penelope. Questo è ciò che volevamo: Michael di nuovo a Itaca, proprio come Odisseo tornò a Itaca, per affrontare quel pretendente molto potente. Michael lo frega, proprio come Odisseo frega i pretendenti. È un lieto fine nell’Odissea: questo tizio ha attraversato così tante difficoltà. È stato trascinato e fregato in così tanti modi. Sarebbe bello per lui avere un lieto fine quando torna a casa, e può rilassarsi. Questa è stata una cosa che ci ha ispirato. Ma l’idea non era di avere solo un lieto fine perfetto. L’idea sulla pagina era che Michael avrebbe avuto questo momento in cui è molto felice, ma continua a guardarsi indietro. Sara gli dice: “Va bene! È finita! Non devi guardarti indietro”. Ma lo fa comunque. E inizi a realizzare che mentre Michael è apparentemente libero e lucido, e il sole splende, ha portato con sé questa paranoia. Non sarà mai lo stesso uomo. Un po’ di questo concetto si è perso nella trasposizione mentre lo stavamo producendo, quindi suona un po’ più come un lieto fine diretto. Un po’ di quella sfumatura è rimasta sulla pagina.”

Michael però meriterebbe la serenità per la quale ha combattuto

“Il pubblico moderno è così cinico e così esperto che non vuole davvero vedere questo, quindi è per questo che l’abbiamo concluso con una piccola spintarella e un ammiccamento ai fan di Prison Break tornando a Fox River e vedendo, beh, ci sarà un omicidio!”

Le serie si conclude proprio a Fox River, dove era cominciata

“Abbiamo ampiamente pianificato questa cosa prima ancora di scrivere la prima sceneggiatura. Sapevamo quali erano i primi fotogrammi e quali erano gli ultimi fotogrammi fin dall’inizio. Abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico finire a Fox River. È una parte iconica di Prison Break, sai? È come rivedere la Morte Nera in Star Wars: “Ehi, guarda! Me la ricordo!”

Per quanto riguarda l’ultimo mistero e la spiegazione del finale di Prison Break, per l’autore, T-Bag uccide Jacob?

“Sì. Qualcun altro mi ha chiesto: “Beh, non lo vediamo morire. E non vediamo Kellerman [Paul Adelstein] morire…” Ma Kellerman è morto, il che è abbastanza definitivo. “Ma ecco il punto – aggiunge Scheuring – molte persone sono morte in Prison Break negli anni precedenti, e sono in questa stagione. So che forse non abbiamo credibilità per cui una volta che diciamo che qualcuno è morto, è davvero morto. Ma tutte le persone che sono state uccise in questa stagione, stiamo dicendo che sono morte. Lo dico sinceramente. Possiamo dedurre che Jacob è sicuramente morto circa 15 secondi dopo la messa in onda dell’episodio finale.”

Wentworth Miller Prison BreakCome mai Lincoln e Michael sopravvivono al finale?

“Se riporti in vita Michael all’inizio della stagione, solo per ucciderlo alla fine della stagione, è tipo, che diavolo? È morto all’inizio ed è morto alla fine? Grazie! E se riportassimo in vita Michael, solo per uccidere Lincoln? No, non potevamo farlo. Non è mai stata questa l’intenzione. Ma l’intenzione era quella di uccidere un sacco di persone lungo il cammino.”

E per quello che riguarda una sesta stagione?

“C’è una probabilità pari a zero che lo show torni se non abbiamo una storia di prim’ordine. Al momento, non abbiamo quella storia. Questo non significa che non possiamo trovarla. Ma non faremo lo show in perpetuo perché lo vogliamo. Vogliamo che sia di altissimo valore e di alta qualità. Al momento, i poteri creativi non hanno quella risposta. Quindi potrebbe non tornare mai più. Non sto facendo il timido. Tengo molto alto lo standard di qualità. Se non possiamo ottenere qualcosa che non sembri in qualche modo nuovo e diverso, allora non lo faremo. È difficile quando hai un concetto molto singolare come Prison Break. Devi uscire di prigione! Quindi che prigione è ora? Sarei aperto a questo, ma solo se riusciamo a trovare una storia che ti lascerà a bocca aperta.”

Wentworth Miller ha commentato così il finale di Prison Break 5

“Michael è a casa, ma non so se è in pace. Ha vissuto un incubo per anni, e poi è tornato, tornato dalla morte. Si è riunito ai suoi cari, ma penso che resterà tormentato per molto tempo. Penso che soffrirà di paranoia, insonnia, ansia… forse un gusto persistente per cose più oscure, cose illegali. Se ci sono nuove storie da raccontare, potremmo probabilmente iniziare da lì: con il non proprio facile rientro di Michael nella vita civile”. In effetti, Miller non è l’unico a chiedersi se ci siano altre storie da raccontare su Michael Scofield.

Love Lies Bleeding: recensione del film con Kristen Stewart e Katy O’Brian

L’amore ha i denti, i denti mordono, i morsi non guariscono mai” scrive Stephen King in Il corpo (il racconto che ha ispirato il film Stand by me – Ricordo di un estate). Una frase che può benissimo descrivere il nuovo film della regista Rose GlassLove Lies Bleeding, con protagoniste Kristen Stewart Katy O’Brian. Un film in cui l’amore è una forza talmente potente da portare chi ne viene colpito a perdere completamente il controllo, arrivando a compiere atti del tutto estranei alla propria persona. Un amore che lascia lividi, quindi, come suggerisce il titolo, traducibile letteralmente con “l’amore giace sanguinando”.

Nel mondo di Love Lies Bleeding non sembra infatti esistere altra forma d’amore rispetto a quello che colpisce, ferisce e lascia stesi al tappeto agonizzanti tra sangue, vomito e lacrime. Attorno a questo sentimento così feroce, Glass fa gravitare una serie di personaggi dannati, i cui destini sembrano già scritti. Personaggi in cerca però di una possibilità di fuga, che sia da una vita che non è come la si sognava o da una gabbia mentale che impedisce al corpo di esplodere in tutta la propria meraviglia. Ed è proprio alle capacità del corpo – che si fa carico di raccontare anche tutto ciò che contiene – che il film dedica grandi attenzioni.

Katy O'Brian Love Lies Bleeding
Katy O’Brian in Love Lies Bleeding. Foto di Anna Kooris – © Crack in the Earth LLC

La trama di Love Lies Bleeding

In Love Lies Bleeding la scontrosa e solitaria Lou (Kristen Stewart), gestisce una palestra frequentata da personaggi di ogni tipo. Un giorno, tra questi, spunta  Jackie (Katy O’Brian), un’ambiziosa culturista diretta a Las Vegas per inseguire il suo sogno. Tra loro sboccia da subito un amore irrestitibile e passionale. Ciò che Lou non sa, però, è che Jackie ha trovato lavoro presso il poligono di tiro di suo padre (Ed Harris), un trafficante d’armi con il quale ha da tempo interrotto i rapporti. Ben presto, il loro amore le trascinerà in un vortice di dipendenza e violenza, facendole precipitare nella rete criminale della famiglia di Lou.

Non il solito crime movie

Sulla carta, Love Lies Bleeding – da Glass scritto insieme a Weronika Tofilska – potrebbe sembrare un classico crime movie dove due giovani amanti si ritrovano invischiate in giochi di potere potenzialmente letali. Per quanto non si sbaglierebbe nell’etichettarlo in questo modo, gli si farebbe però un torto nel considerarlo solo come tale. Partendo da dinamiche di questo tipo, Love Lies Bleeding va poi proporre una serie di elementi capaci di catturare l’attenzione dello spettatore e portarlo poi verso territori inaspettati, caratterizzati dal progressivo deteriorarsi della situazione e da un surreale che prende piano piano il sopravvento, giustificando l’accostamento a David Lunch oltre che quello ai fratelli Coen.

Love Lies Bleeding Kristen Stewart
Kristen Stewart in Love Lies Bleeding

Vittime dell’amore

Non sono dunque i risvolti crime ad avere la priorità nel film, motivo per cui potrebbero risultare prevedibili o poco elaborati per poter proporre qualcosa di inedito. L’attenzione della regista è invece interessata ad esplorare le vittime di questo contesto, che sono anche tutte vittime dell’amore. Jackie, Lou, ma anche sua sorella Beth (interpretata da Jena Malone) e la sua ex fiamma Daisy (Anna Baryshnikov) sono tutte accomunate dal confronto con questo sentimento e con i segni che lascia sulla pelle o nell’anima. Segni che portano a girare per strada a capo chino, a cercare di passare quanto più possibile inosservati, nascondendo i propri lividi.

Non è infatti un caso che la prima volta che in Love Lies Bleeding ci si imbatte in Lou e Jackie, il loro volto ci venga inizialmente negato ed entrambe siano alle prese con situazioni che le vedono sottomesse e umiliate. Mentre Lou è ormai già disincantata nei confronti di questa vita, Jackie mantiene un certo ottimismo per il proprio futuro. Ottimismo che però si scontra ben presto non tanto con il nuovo decadente contesto quanto con la forza di quel sentimento che lascia senza fiato e le farà perdere completamente la bussola oltre che la confidenza in sé stessa.

Ed è proprio il corpo di Jackie a farsi manifesto delle teorie e delle riflessioni che Love Lies Bleeding intende proporre. Esplorato da cima a fondo, passando per ogni centimetro di pelle e – soprattutto – ogni muscolo e vena che si gonfiano e sembrano vivere di vita propria, il corpo di Jackie è portatore di molteplici valori a seconda di dove lei si trovi nel racconto. Nonostante la sua possenza, ci appare talvolta piccolissima quando è vulnerabile ed esposta ai colpi. Al momento opportuno, però, è in grado di trasformarsi, liberarsi delle catene che la imprigionano e dare sfogo a tutta la sua forza.

Love Lies Bleeding Katy O'Brian
Katy O’Brian in Love Lies Bleeding. Foto di Anna Kooris – © Crack in the Earth LLC

L’amore modella le proprie regole sui corpi di Katy O’Brien e Kristen Stewart

Love Lies Bleeding offre dunque sin dalle prime inquadrature una serie di corpi mostrati nelle loro forme, protuberanze, bagnati dal sudore, corrotti da agenti esterni, offesi ma anche liberati. Il corpo è la lavagna dove l’amore scrive le proprie regole e il lavoro svolto su quello dell’attrice Katy O’Brian è particolarmente entusiasmante. Già vista in The Mandalorian e in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, l’attrice trova qui l’occasione di mettersi letteralmente a nudo e dimostrare non solo convincenti doti attoriali quanto anche una presenza scenica impressionante. Non è da meno Kristen Stewart, che ha però ormai già da tempo dimostrato di essere un’ottima attrice, intensa e passionale.

Nella loro presenza nel film e nell’evolvere del loro rapporto la regista trova dunque la possibilità di dar sfogo a questo viaggio infernale nei lati peggiori dell’amore. Riesce a farlo non solo grazie al lavoro sul corpo fin qui descritto, ma anche richiamandosi ad un’estetica anni Ottanta (periodo in cui il film è ambientato) che contribuisce all’atmosfera cupa che caratterizza il film. E anche quando si presentano una serie di ingenuità, di leggerezze narrative o di eccessive deviazioni nell’estetica fine a sé stessa, Love Lies Bleeding risulta un’opera che lascia il segno, riuscendovi probabilmente anche in virtù di questo suo seguire l’istinto e gli impulsi dimenticandosi di ogni possibile controllo.

Emily In Paris, le foto dalla Premiere Europea a Roma!

Emily In Paris, le foto dalla Premiere Europea a Roma!

Martedì 10 settembre a Roma si è tenuta la global première con red carpet per la Parte 2 della quarta stagione di Emily in Paris al The Space Cinema Moderno in Piazza della Repubblica.

Emily in Paris… a Roma! L’incontro con il cast della quarta stagione

Hanno partecipato il creatore della serie Darren Star, Lily Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie Grateau), Ashley Park (Mindy Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille Razat (Camille),Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc), William Abadie (Antoine Lambert), Arnaud Binard (Laurent G), Paul Forman (Nicolas dé Leon), Eugenio Franceschini (Marcello), Raoul Bova (Giancarlo), Debi Mazar (Marlena), Kevin Dias (Benoît), e il produttore esecutivo e regista Andrew Fleming.

La prima parte della quarta stagione di Emily in Paris è già disponibile in streaming. La Parte 2 debutterà il 12 settembre solo su Netflix.

La trama di Emily In Paris 4

Dopo i drammatici eventi del matrimonio fallito tra Camille e Gabriel, Emily è sconvolta: prova forti sentimenti per due ragazzi diversi, ma ora Gabriel aspetta un figlio dalla sua ex, e le peggiori paure di Alfie su lei e Gabriel sono state confermate. In agenzia, Sylvie è costretta ad affrontare uno spinoso dilemma del suo passato per il bene del suo matrimonio, e il team dell’Agence Grateau deve affrontare cambiamenti di personale. Mindy e la band si preparano per l’Eurovision, ma quando i fondi finiscono sono costretti a risparmiare. La chimica tra Emily e Gabriel è innegabile mentre lavorano insieme per raggiungere una stella Michelin, ma due grandi segreti minacciano di mettere a rischio tutto ciò che hanno sognato. Mentre vecchie abitudini si scontrano con nuovi problemi, Emily si sente attirata da una potenziale nuova storia d’amore… e da una nuova città.

  • Creatore / Produttore Esecutivo / Autore: Darren Star
  • Produttori Esecutivi: Tony Hernandez, Lilly Burns, Andrew Fleming, Alison Brown, Robin Schiff
  • Co-Produttori Esecutivi: Stephen Brown, Grant Sloss, Joe Murphy
  • Produttori: Ryan McCormick, Raphaël Benoliel, Lily Collins, Jake Fuller
  • Prodotta da: MTV Entertainment Studios, Darren Star Productions e Jax Media
  • Cast: Lily Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie Grateau), Ashley Park (Mindy Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille Razat (Camille), Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc), William Abadie (Antoine Lambert), Lucien Laviscount (Alfie)

Jack Huston si unisce al cast di Spider-Noir!

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Jack Huston si unisce al cast di Spider-Noir!

Deadline riporta che Spider-Noir di Prime Video ha scritturato la star di Boardwalk Empire Jack Huston per un misterioso ruolo di “guardia del corpo”. Non sono stati condivisi altri dettagli, anche se potrebbe interpretare chiunque, da un personaggio senza nome a una nuova versione di cattivi come Hammerhead e Tombstone.

Jack Huston si unisce a un cast che sarà guidato da Nicolas Cage (che presumibilmente interpreterà Ben Reilly al posto di Peter Parker), Brendan Gleeson, Lamorne Morris, Abraham Popoola e Li Jun Li.

Boardwalk Empire di HBO è stato fondamentale per la fama di Huston, anche se lo sfortunato Ben-Hur ha fatto deragliare il suo tentativo di diventare uno dei volti di Hollywood. Il progetto che più di tutti ha però lanciato la sua carriera è stato il divertente Orgoglio e pregiudizio e zombie. I suoi altri crediti includono The Irishman, House of Gucci e Fargo.

Spider-NoirTutto quello che sappiamo sulla serie Spider-Noir

Spider-Noir è prodotto da Oren Uziel e Steve Lightfoot, che fungeranno anche da co-showrunner e produttori esecutivi. Hanno sviluppato la serie con il team di Spider-Man: Un nuovo universo composto da Phil Lord, Christopher Miller e Amy Pascal, che saranno anche produttori esecutivi. Harry Bradbeer sarà il produttore esecutivo e dirigerà i primi due episodi. Pascal è produttore esecutivo tramite Pascal Pictures. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, con Lord e Miller attualmente sotto un accordo generale con Sony.

Confermati nel cast Nicolas Cage, Brendan Gleeson e Lamorne Morris. Spider-Noir è stato il secondo spettacolo annunciato nell’ambito di una partnership tra Amazon e Sony per sviluppare progetti sui personaggi Marvel associati a Spider-Man controllati da Sony. Il primo è stato “Silk: Spider Society”, a cui è stato originariamente dato il via libera nel 2022, ma è stato riferito a maggio che il progetto non sarebbe andato avanti.

Halle Berry è cauta ma possibilista sul suo ritorno nei panni di Tempesta!

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Il 26 settembre, Halle Berry farà il suo attesissimo ritorno nel mondo dell’horror con Never Let Go – A un Passo dal male, il nuovo film di Alexandre Aja. Inutile dire che l’attrice è fantastica nel ruolo di “Mamma” e di recente CBM ha incontrato la vincitrice dell’Oscar per discutere del progetto.

È stata solo una breve conversazione ma, in chiusura, è stato chiesto a Halle Berry se c’è una possibilità che torni come Tempesta nei prossimi film di Avengers, Doomsday e Secret Wars.

Tutti gli indizi indicano che gli X-Men e Terra-10005 svolgeranno un ruolo chiave per indicare la strada che seguirà la Saga del Multiverso e, dopo che Berry aveva recentemente confermato di essere pronta e disposta a vestire di nuovo i panni di Ororo Munroe per Deadpool e Wolverine (ma purtroppo non le è stato chiesto), sicuramente la vedremo tornare in azione nei panni di Tempesta.

Alla domanda, l’attrice si è mostrata timida sul futuro di Tempesta nell’MCU, ma non ha certamente detto di no alla possibilità di riunirsi con i più potenti eroi di Terra-616…

I Marvel Studios sono ancora nel processo di creazione dei prossimi film di Avengers con i fratelli Russo, ma dobbiamo credere che le offerte siano già state inviate a molti degli attori che lo studio vorrebbe coinvolgere. Berry deve essere da qualche parte in cima alla lista, in ogni caso, soprattutto perché siede accanto a Hugh Jackman come una parte davvero iconica del franchise X-Men della 20th Century Fox.

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