Michael B.
Jordan ha scelto il suo secondo lavoro da regista,
scegliendo di dirigere una rivisitazione di “The Thomas
Crown Affair”. Jordan era già stato segnalato come
protagonista della produzione degli Amazon MGM Studios nel 2016.
Come riportato da Variety, l’attore produrrà anche
attraverso la sua Outlier Society insieme a Elizabeth
Raposo. I dettagli sulla trama non sono stati resi noti,
ma Jordan dirigerà da una sceneggiatura di Drew
Pearce. Una bozza precedente era stata scritta da
Wes Tooke e Justin Britt-Gibson,
basata sul film originale del 1968 con Steve McQueen.
Questo nuovo film è la terza
versione della classica storia di rapina romantica, dopo il remake
del 1999 con Pierce Brosnan e Rene Russo.
Patrick McCormick e Marc Toberoff
saranno anche produttori di “Thomas Crown Affair”.
Alan Trustman, sceneggiatore del film del 1968, è
produttore esecutivo. Outlier Society ha stipulato un accordo per
un film in prima visione e un accordo televisivo globale con gli
Amazon MGM Studios, nell’ambito del quale Jordan ha interpretato,
prodotto e diretto “Creed
III”. Il trequel del film sulla boxe è stato un successo,
con un incasso record di 58,6 milioni di dollari in patria e un
guadagno di 276 milioni di dollari al botteghino mondiale.
In un profilo in vista della sua
cerimonia sulla Hollywood Walk of Fame dello scorso anno, Michael B.
Jordan ha dichiarato a Variety che la realizzazione di
“Creed
III” è stata un’“esperienza di trasformazione – come
uomo, come regista, come attore, come figlio, come fratello”.
Nonostante i risultati ottenuti finora nella sua carriera, la
superstar sentiva di avere qualcosa da dimostrare. “Mi sento
ancora uno sfavorito”, ha detto. “Mi sento come se fossi
appena arrivato, come se fossi appena arrivato, e ho gli strumenti
e le cose intorno a me per essere davvero un po’
all’attacco”.
Jordan ha certamente mantenuto il
piede sull’acceleratore, con una serie di progetti in sviluppo nel
corso degli anni, tra cui il prossimo film di John
Clark “Rainbow Six” e un sequel di “Io sono
leggenda” con Will Smith all’orizzonte. Più nell’immediato,
Jordan si è riunito con il collaboratore di lunga data Ryan
Coogler (“Fruitvale Station”, “Creed” e
“Black Panther”) per un misterioso film di genere, che ha
scatenato un’intensa guerra di offerte. Il film è stato girato in
Louisiana all’inizio dell’anno ed è stato programmato per un’uscita
IMAX il 7 marzo 2025 dalla Warner Bros.
La cosa non sorprende più di tanto,
soprattutto se si considera che il franchise è ancora così
stigmatizzato dal film Lanterna Verde del 2011 (pur
essendo divertente, le ripetute battute di Ryan Reynolds a suo
discapito hanno fatto sì che rimanesse nella mente del pubblico
come un vero e proprio disastro). Oggi, lo scooper @MyTimeToShineH è intervenuto per affermare che
“Ewan McGregor è il prossimo e poi Chris Pine”.
Quindi, la star di Obi-Wan Kenobi è in cima alla lista dei
DC Studios e, se dovesse rifiutare, la scelta ricadrebbe sul James
T. Kirk di Star Trek. Se anche la star di Wonder Woman dovesse declinare l’offerta –
e non ha mai mostrato grande interesse nel recitare in un altro
progetto supereroistico dopo quello e Spider-Man: Into the
Spider-Verse – per James Gunn si tornerà al tavolo da
disegno.
Recentemente è stato riferito che
“hanno messo gli occhi su Josh Brolin perché la loro visione di
Hal Jordan è quella di un mentore anziano, burbero e senza fronzoli
per un più giovane e spericolato John Stewart. E come sappiamo,
Brolin eccelle nell’interpretare il tipo burbero”. All’epoca,
il DCU veniva anche descritto come un “mondo
molto diverso dal nostro e molto distante dal DCEU. Gli eroi
esistono da sempre e vedremo come hanno influenzato la storia di
questo mondo e come hanno plasmato il DCU”.
Cosa sappiamo di Lanterns?
La serie Lanterns
segue due personaggi centrali dell’Universo DC: la nuova recluta
John Stewart e il veterano Hal Jordan. La storia
vede i nostri poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro
mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore
dell’America, una premessa molto intrigante che promette una
miscela di avventure cosmiche e lavoro investigativo concreto, e
qualcosa di nettamente diverso dalla norma DC.
James Gunn e Peter Safran,
Co-Presidenti e Co-CEO dei DC Studios, hanno dichiarato: “Siamo
entusiasti di portare questo titolo fondamentale della DC alla HBO
con Chris, Damon e Tom al timone. John Stewart e Hal Jordan sono
due dei personaggi più avvincenti della DC e Lanterns li porta in
vita in una storia poliziesca originale che è una parte
fondamentale delDCUunificato
che lanceremo la prossima estate con Superman”.
Il creatore di Lost e
Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon
Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio
pilota insieme allo showrunner di OzarkChris
Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom
King. Si dice che anche Justin
Britt-Gibson, Breannah Gibson e
Vanessa Baden Kelly siano a bordo (anche se la
notizia non è ancora stata confermata). La produzione di Lanterns
dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il
che potrebbe portare la serie a un’uscita nel 2026.
Una battaglia legale che si
trascinava da anni sta per arrivare al processo: l’Alta Corte di
Londra ha infatti stabilito che la Tyburn Film
Productions può procedere con la causa contro la
Disney/Lucasfilm per l’utilizzo delle sembianze del defunto
Peter Cushing nel film Rogue One: A Star Wars Story del
2016.
Il film diretto da Gareth
Edwards – che ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in
tutto il mondo – ha visto il ritorno del cattivo Grand Moff Tarkin
di Una nuova speranza, con l’avanzata
tecnologia di generazione computerizzata della Industrial Light &
Magic utilizzata per “resuscitare” il leggendario attore per
diverse scene.
Si è trattato di uno dei primi
esempi di utilizzo da parte di uno studio di quella che è stata
definita “negromanzia digitale” per riportare sullo schermo il
personaggio di un attore deceduto, ma non è stato l’ultimo, e ha
sempre provocato una notevole quantità di reazioni. Di recente, le
sembianze del defunto Ian Holm sono state utilizzate per un androide
in Alien:
Romulus, e abbiamo anche visto tornare lo spirito
di Egon Spengler di Harold Ramis in
Ghostbusters:Afterlife.
Nel 2019, la Tyburn Film
Productions – gestita da uno dei più vecchi amici di Cushing, Kevin
Francis – ha affermato che la società aveva stipulato un accordo
con l’attore prima della sua morte, che avrebbe impedito la
riproduzione delle sue sembianze attraverso gli effetti speciali
senza il suo consenso. La Disney ha tentato più volte di far
decadere l’offerta, ma ora un giudice ha deciso che il caso andrà
in giudizio.
Nella sua sentenza, il giudice ha
affermato che, pur essendo “tutt’altro che persuaso” che la Tyburn
Film Productions avrebbe avuto successo nella sua richiesta, il
caso non era “indiscutibile” ed era necessaria “un’indagine
completa sui fatti”.
Dopo una serie di lunghi ritardi,
abbiamo finalmente una data ufficiale per il riadattamento di
Salem’s Lot di Stephen King da parte della Warner Bros. e
della New Line.
Max ha annunciato
che il film debutterà sul servizio di streaming il 3 ottobre. Sono
passati due anni da quando questo film avrebbe dovuto arrivare
nelle sale, e il regista Gary Dauberman ha ora
rivelato che Stephen King è stato determinante
nell’assicurare una distribuzione in streaming.
Sembra che questo tweet del 2023
del leggendario scrittore abbia smosso le acque. “Sono
estremamente grato per il sostegno di Steve”, ha
dichiarato il regista a Total Film. Quando gli sono stati chiesti
ulteriori dettagli, Dauberman ha aggiunto: “Diciamo solo
che ha fornito un supporto d’urto per alcune delle parti più
accidentate di questo viaggio e lasciamo perdere”.
The Warner Bros remake of SALEM’S LOT,
currently shelved, is muscular and involving. It has the feel of
“Old Hollywood,” when a film was given a chance to draw a breath
before getting to business. When attention spans were longer, in
other words.
Di seguito una nuova immagine di
Lewis Pullman nei panni di Ben Mears.
🚨 Exclusive image 🚨
Here’s a new look at Lewis Pullman in the upcoming adaptation of
Stephen King’s Salem’s Lot from the new issue of Total Film.
Inside, director Gary Dauberman reveals how King helped him get his
movie released – https://t.co/y02DJOUGEA@WarnerBrosUKpic.twitter.com/N1EJBBK6G2
“Salem’s Lot è un libro
così speciale perché contiene molti temi macro-sociali.Non è solo un libro dell’orrore”, ha detto Pullman
di questa nuova versione della storia in una recente intervista.
“Il modo in cui Gary l’ha affrontato è stato quasi come
dire: questo non è un film dell’orrore.Questo è
un film su una piccola città americana in cui accade qualcosa di
orribile.Stava anche cercando di riaccendere il
fuoco della mistica dei vampiri.Negli ultimi due
decenni sono cambiati in molti modi diversi in termini di cultura
pop.Credo che Gary volesse davvero tornare a
questa visione misteriosa, quasi mitologica, di loro”.
L’anno scorso, abbiamo saputo che
la Warner Bros. aveva posticipato Salem’s Lot al 21 aprile
2023, dopo averne pianificato l’uscita il 9 settembre 2022. Da
allora, il film sembrava essere stato rimosso del tutto dal
programma e si temeva che potesse essere accantonato in seguito
alla decisione di David Zaslav di cancellare il film su
Batgirl.
Poi, a marzo, la New Line ha
confermato l’indiscrezione secondo cui il film horror sui vampiri
salterà completamente le sale e debutterà sul servizio di streaming
Max. Precedenti rapporti commerciali hanno fatto notare che questo
“non è un riflesso della qualità del film, ma è dovuto al
fatto che lo sciopero SAG-AFTRA in corso ha creato un bisogno
crescente di contenuti Max”.
Il romanzo di King racconta la
storia di uno scrittore di nome Ben Mears che torna nella sua città
d’infanzia, Jerusalem’s Lot, solo per ritrovarsi attratto da una
vecchia casa che lo ha traumatizzato da bambino. La Casa Marsten è
un luogo malvagio e un luogo malvagio attira uomini malvagi.
Purtroppo per Ben e per il resto della città, questa volta gli
uomini malvagi in questione sono il potente vampiro Kurt Barlow e
il suo subdolo familiare Richard Straker.
L’embargo sulle recensioni del
remake di Universal Pictures e Blumhouse dell’inquietante film horror danese
Speak No Evil è scaduto oggi e il
consenso della critica è (per lo più) molto positivo, anche se
sembra che siano state apportate alcune modifiche significative
all’implacabile e tetro originale.
Con 44 recensioni contate, il film
si trova attualmente a un impressionante 88% su Rotten
Tomatoes.
Il thriller, molto divertente,
segue una famiglia americana che fa amicizia con un medico
britannico apparentemente socievole (la star di X-Men:
L’inizio
James McAvoy), sua moglie e suo figlio durante una vacanza e
accetta di andare a stare da loro per il weekend. In poco tempo, la
facciata amichevole comincia a scivolare e diventa presto chiaro
che qualcosa non va nella famiglia.
Le reazioni sono tutte piene di
elogi per l’interpretazione di McAvoy e la maggior parte delle
persone che hanno visto il film sembra ritenere che
attenuare/alterare alcuni elementi dell’originale sia stata la
mossa giusta per questo adattamento. Se avete visto il film danese,
saprete a cosa ci riferiamo.
The American remake of the shocking horror
movie #SpeakNoEvil ends up
holding its own, finding new ways to engage with familiar material.
Here’s our review. https://t.co/oopebGv75j
‘Even a Hollywood tone-down can’t draw the
venom from this remake of a truly nihilistic Danish horror.’
Our verdict on James McAvoy horror ‘Speak No Evil’ ⭐⭐⭐⭐https://t.co/5gjTTEEI67
#SpeakNoEvil is
actually a pretty good. James McAvoy carries this movie & is both
horrifying & entertaining to watch. Loved the uncomfortable & eerie
rabbit hole are leads were taken on. Dark but SATISFYING ending.
While not a hard bar to hit it’s the best Blumhouse movie of 2024
pic.twitter.com/O9Z2smILG2
The remake of Speak No Evil transforms one
of the decade’s most depressing films into a fun, nasty studio
thriller – it’s not as powerful as the original, but it never feels
like a watered down Hollywood affair. My review for @awards_watch: https://t.co/EnAQaNqDLz
SPEAK NO EVIL may strip most of the subtlety
out of the original, but it’s still an effective reminder of how
deeply frightening english people are with a hell of a james mcavoy
performance at its centre https://t.co/1XikhnisGg
SPEAK NO EVIL may strip most of the subtlety
out of the original, but it’s still an effective reminder of how
deeply frightening english people are with a hell of a james mcavoy
performance at its centre https://t.co/1XikhnisGg
Speak No Evil is a wild ride at the movies.
It plays incredibly well with a crowd. James McAvoy is as insane as
you’d expect. It knows the exact tone to strike for a given scene.
Its grip tightens as you get to the third act. Incredibly fun,
highly recommend. #SpeakNoEvilpic.twitter.com/sgIxjITAXU
#SpeakNoEvil is a
suspenseful, thrilling, & surprisingly funny play on
horror/thriller movie clichés. James McAvoy’s masterful, eerie
performance anchors the film; which itself focuses more on
entertaining rather than surprising its audience. The theater
engagement was GREAT! pic.twitter.com/n8E9Rr8BQV
Tutto quello che sappiamo sul
remake Speak No Evil – Non parlare con gli
sconosciuti
Quando una famiglia americana viene
invitata a trascorrere il fine settimana nell’idilliaca tenuta di
campagna di un’affascinante famiglia inglese con cui ha fatto
amicizia in vacanza, ciò che inizia come una vacanza da sogno si
trasforma presto in un incubo psicologico. Dalla Blumhouse, la casa
produttrice di The Black Phone, Get Out e L’uomo
invisibile, arriva un intenso thriller di suspense per la
nostra epoca moderna, interpretato dal vincitore del premio BAFTA
James McAvoy (Split,Glass) in
una performance avvincente nei panni del carismatico proprietario
della tenuta, maschio alfa, la cui sfrenata ospitalità nasconde
un’indicibile oscurità.
Speak No
Evil – Non parlare con gli sconosciuti è interpretato
anche da Mackenzie Davis
(Terminator:Dark Fate, Halt
and Catch Fire) e il vincitore del premio SAG
Scoot McNairy (Argo, A Quiet Place
Part II) nei panni della coppia americana Louise e
Ben Dalton che, insieme alla figlia undicenne Agnes (Alix West
Lefler; The Good Nurse, Riverdale), accettano l’invito per il
fine settimana di vacanza di Paddy (McAvoy), di sua moglie Ciara
(Aisling Franciosi; Game of Thrones, The
Fall) e del loro furtivo e muto figlio Ant (il nuovo
arrivato Dan Hough).
Scritto per lo schermo e diretto da
James Watkins, lo scrittore e regista di Eden
Lake e della pluripremiata storia di fantasmi gotici
The Woman in Black, Speak No
Evil è basato sulla sceneggiatura del film horror danese del
2022 Gæsterne, scritto da Christian
Tafdrup e Mads Tafdrup. Il film ha ottenuto 11 nomination ai Danish
Film Awards, l’equivalente danese degli Oscar.
Speak No
Evil – Non parlare con gli sconosciuti è prodotto da
Jason Blum (Five Nights at Freddy’s,
M3GAN) per Blumhouse e da Paul Ritchie
(McMafia, The Ipcress File) ed è prodotto
esecutivamente da Beatriz Sequeira per Blumhouse, Jacob Jarek e
Christian Tafdrup.
Sembra che Colin Farrell si sia un po’ perso nella sua
ultima interpretazione del Pinguino. Il candidato all’Oscar ha
recentemente ricordato l’estenuante processo di trucco che ha
portato in vita il suo villain di The
Batman per la serie spin-off del film di Matt
Reeves del 2022 e risponde alla domanda sull’eventualità
di rimettersi in gioco con le protesi per un’eventuale seconda
stagione della serie a lui dedicata, The
Penguin.
“Non lo so, amico. Non
fraintendetemi, mi è piaciuto molto, ma mi ha un po’
stancato”, ha detto Farrell a Total Film. “Alla fine, mi
stavo lamentando e lamentando con chiunque mi ascoltasse che volevo
che finisse. Ho cercato di ricordare loro che avevo una
‘gratitudine scontrosa’. Ero comunque grato e onorato: sono
cresciuto guardando Burgess Meredith [che interpretava il ruolo
nella serie televisiva degli anni ’60], e poi Danny DeVito [nel
film
Batman – Il ritorno (1992)] è stato il mio Pinguino, quindi far
parte della stirpe di quella storia mi ha fatto sentire davvero
privilegiato. Ma alla fine…”.
Ha continuato: “Non è che non
sapessi chi ero e andassi in giro a bruciare macchine e cose del
genere, ma… se prendi quello che Matt Reeves ha creato e poi quello
che Lauren [LeFranc, showrunner] ha fatto e quello che Mike
[Marino, progettista delle protesi e del trucco] ha fatto e li
metti tutti insieme, è stata un’esperienza davvero potente”.
Farrell aveva già interpretato il cattivo di Gotham al fianco del
Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson in The
Batman. Ambientato una settimana dopo il film,
The
Penguin segue il suo omonimo Oswald ‘Oz’ Cobblepot
nella sua ascesa al potere nella malavita della città.
Se Farrell abbia o meno un’altra
stagione di Cobblepot resta da vedere, ma non è sicuro di riuscire
a immaginare (letteralmente) di tornare nel personaggio.
“Lauren mi ha detto: “Senti, se riuscissi a trovare un
modo che abbia senso, ne parleresti?”. E io ho risposto:
‘Assolutamente sì’”, ha raccontato Farrell. “E forse tra
un anno lo farò. Ma quando ho finito ho pensato: ‘Non voglio mai
più mettermi quel fottuto vestito e quella fottuta
testa‘”.
La serie riprenderà subito dopo gli
eventi di The
Batman, c’è un vuoto di potere a Gotham dopo
l’arresto di Falcone e Oz sta cercando di riempire questo
spazio. Mentre il film ci dà una buona visione delle
motivazioni del Pinguino, la serie in arrivo approfondirà aspetti
che non abbiamo potuto vedere nel film, dai flashback della sua
infanzia al suo attuale rapporto con la madre mentalmente
disturbata (Deirdre O’Connell).
“Mi è piaciuto molto fare la
parte nel film di Batman e l’idea che saremmo stati viziati
dall’avere otto ore per approfondire la psicologia e la storia di
questo personaggio”, ha detto Farrell. “I retroscena hanno un ruolo
importante nella serie televisiva”.
Un’altra parte importante della sua storia sarà Sofia di
Milioti, anche se non si sa molto del suo personaggio, Farrell
ha rivelato: “Sono due sopravvissuti che sono stati immersi in
mondi di doppiezza, sconfitta e violenza”, e ha aggiunto: “Sono
molto sospettosi. Hanno anche un passato molto personale”. Sarà
molto interessante vedere come si svilupperà questa storia.
Abbiamo scoperto che David Denman
(The Office, Rebel Ridge) si è unito al
cast della seconda stagione di Peacemaker
all’inizio di quest’anno, e l’attore ha ora rivelato un dettaglio
piuttosto importante sul personaggio che interpreterà.
Denman ha condiviso un video su
Instagram che lo ritrae sulla sedia del trucco di Peacemaker
mentre si fa applicare delle pesanti protesi, con la didascalia
“Solo un altro giorno in ufficio”. Questo significa che
interpreterà una specie di mostro o di alieno? Non
necessariamente!
Sebbene la foto sia stata rimossa,
di recente è stato avvistato sul set un murale che raffigura il
Peacemaker
di John Cena (con un costume leggermente
diverso), suo padre con il costume del Drago Bianco e un terzo
misterioso personaggio che, secondo molti, sarà il fratello di
Christopher Smith, Keith. Questo personaggio indossava anche un
elmetto, che potrebbe essere quello che Denman sta indossando
qui.
Se avete visto la prima stagione,
saprete che Chris ha accidentalmente ucciso il fratello maggiore
dandogli un pugno in testa quando il padre li ha costretti a
combattere per il divertimento dei suoi amici ariani, ma la teoria
è che questa immagine sia stata dipinta in una linea temporale
alternativa in cui Keith ha vissuto e si è unito al padre e al
fratello come parte di una squadra di vigilanti.
Questa ipotesi può sembrare un po’
azzardata, ma sappiamo che Robert Patrick tornerà a vestire i panni
di Augee Smith, nonostante sia stato ucciso nel finale della prima
stagione, e questo spiegherebbe i commenti di James Gunn sul fatto che la prima stagione non
fa parte del DCU.
Piuttosto che far finta che certi
eventi (i camei della Justice League, per esempio) non
siano accaduti, potrebbe avere intenzione di portare Peacemaker e i personaggi di supporto in una
realtà completamente nuova.
“Peacemaker esplora la storia
del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del
2021 del produttore esecutivo James
Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente
vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante
persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama
della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker
di suo figlio Rick Jr. (Joel
Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
Gunn, Peter Safran
e Matt Miller sono i produttori esecutivi di
Peacemaker.
Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy
Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si
ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha
Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury
e David Denman in un ruolo misterioso. La serie
arriverà nella seconda metà del 2025.
La società di produzione
Trustbridge Entertainment ha acquisito i diritti
drammatici per trasformare il romanzo d’esordio queer dell’autore
Andrew Joseph White, dal titolo
Hell Followed With Us, in un lungometraggio
d’animazione, con la co-autrice di MatrixLilly Wachowski e
Sarah Marie Flores che produrranno attraverso la
loro società Anarchists United. “Hell Followed
With Us è una combinazione così viscerale di fantasia distopica,
azione e orrore che trasformarla in un film epico ispirato
all’anime è stato un gioco da ragazzi”, ha dichiarato
Bob Higgins, presidente di Trustbridge
Entertainment.
“Lo straziante e onesto viaggio
personale che è il cuore di questa storia richiede registi con un
punto di vista autentico da tradurre, e questo è esattamente ciò
che abbiamo con questo team di produttori e scrittori da
sogno”. “Anarchists United e Circle M+P sono entusiasti di
far parte di questa straordinaria squadra a sostegno dello
straziante romanzo di Andrew Joseph White”, condividono
Lilly Wachowski, Mattis e Flores. “Hell
Followed With Us getta una luce necessaria sul potere della
famiglia ritrovata e sull’imperativo di proteggere i nostri
fratelli LGBTQIA+ nella lotta contro l’odio dogmatico”.
Di cosa parla Hell Followed With Us?
Pubblicato nel 2022 da Peachtree
Teen, un’impronta di Peachtree Publishing Company, Hell
Followed With Us racconta la storia dell’adolescente
transgender Benji, che fugge dalla setta fondamentalista che ha
scatenato l’Armageddon, ma non prima che la setta lo abbia
infettato con un’arma biologica che lo trasformerà in una bestia in
decomposizione e spazzerà via ciò che resta dell’umanità. Benji si
allea con una famiglia di adolescenti rintanati in un centro
giovanile LGBTQ+ per sopravvivere.
Con una rappresentazione della
transmascolinità e dell’autismo, il romanzo per giovani adulti ha
riscosso un immediato successo alla sua uscita. Da allora White ha
pubblicato The Spirit Bares Its Teeth (2023) e
Compound Fracture (2024), che lo hanno consacrato come una
nuova voce vitale nel mondo degli YA e come il favorito dei fan con
un robusto corpo di opere nel genere.
“Dalla collaborazione con
artisti queer e neurodivergenti all’affrontare con entusiasmo gli
argomenti più spinosi del libro, il team di produzione ha una
visione straordinaria per Hell Followed with Us”, ha
dichiarato White, che si occuperà dello sviluppo e della
produzione. “Non vedo l’ora di portare la rabbia del libro
contro un mondo transfobico a un nuovo pubblico, proprio quando ne
abbiamo bisogno”.
Il trailer completo di Joker:
Folie à Deux (qui
la recensione) ha
confermato la presenza di Harvey Dent, con l’attore britannico
Harry Lawtey (Industry, You & Me) nel
ruolo dell’assistente del procuratore di Gotham City. Dent è
ovviamente una parte importante della tradizione fumettistica di
Batman e, anche se in questa versione non è prevista la sua
fatidica trasformazione nel malvagio Due Facce, Lawtey ha comunque
sentito una certa responsabilità nel dare un tocco personale a
questa versione più giovane e molto ambiziosa del personaggio.
Nel corso di
una recente intervista, Lawtey ha rivelato che all’inizio non
gli era stato detto per quale parte stava facendo il provino e che
il regista Todd Phillips glielo ha detto solo quando gli
ha offerto il ruolo su Zoom. “Una cosa divertente: i miei
agenti sapevano qual era la parte, ma non me l’hanno detto perché
pensavano che non sarebbe servito. Sono molto grato per questo,
perché sono entrato in scena con un po’ più di concentrazione e di
apertura piuttosto che di ansia“.
“Per quanto riguarda Harvey, ho
cercato di comportarmi nel modo più tranquillo possibile. Non
fraintendetemi, il nome ha certamente un peso, ma ho cercato di
adottare l’approccio di Todd: non aveva senso [interpretare Harvey
Dent] se non sentivo di potermene appropriare”. Lawtey ha
infatti solo alcune “brevi ma cruciali scene” nel sequel,
ma nell’improbabile caso di un terzo film sul Joker, c’è sempre la
possibilità che riprenda il ruolo – e che inizi a lanciare la
moneta.
Nel corso di una recente intervista
con IGN, Phillips ha invece spiegato
perché in questo film Dent non abbraccerà il suo lato più oscuro.
“Rispettiamo i fumetti. Capiamo i fumetti. Nel caso di Harley,
abbiamo guardato la serie animata. Naturalmente Margot Robbie è
Harley Quinn. Ma quando facciamo girare le cose in questo film –
Harvey Dent è un esempio perfetto. In realtà è un modo più semplice
di parlare di quello che abbiamo fatto con Harley, che è stato
davvero mettere la lente del mondo reale su di esso, e non che gli
altri film non l’abbiano fatto, ma semplicemente farlo passare
attraverso la nostra Gotham”.
“E quindi, in realtà, l’Harvey
Dent che incontrate qui [interpretato da Harry Lawtey] non è una
parte importante, ma se dovete fare un processo, perché non
dovreste avere l’assistente del procuratore distrettuale che accusa
Arthur Fleck come Harvey Dent?” ha aggiunto. “Ma non si
tratta del suo – non riveliamo davvero il suo lato oscuro. Vediamo
un giovane Harvey Dent”.
Tutto quello che sappiamo sul film
Joker: Folie à Deux
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno
di Joaquin
Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel
presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie
Beetz insieme ai nuovi arrivatiBrendan
Gleeson,Catherine
Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey.
Nel cast c’è anche Lady
Gaga che darà vita a Harley
Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà
ad Arkham Asylum e conterrà
significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti hanno anche suggerito che
la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd
Phillips del 2019 è stato un successo sia di
critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo
di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso
di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti
enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il
miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Dopo il
grande evento a Roma per la
premiere europea di Emily in Paris 4, sono arrivati su
Netflix gli ultimi episodi della quarta stagione
dello show con protagonista Lily Collins. E ora ci
chiediamo quali sono state le sfide che accompagnano la dirigente
di marketing americana Emily Cooper nella sua trasferta romana?
Ecco la spiegazione del finale di Emily in
Paris 4! E attenzione… seguono spoiler!
Quando abbiamo lasciato Emily in Emily in Paris stagione 4 parte 1, sembrava
finalmente aver messo tutto in ordine come aveva sempre desiderato.
Era felicemente (beh, per lo più) in una relazione con Gabriel,
l’uomo dei suoi sogni, e la sua carriera stava prosperando. Ma a
volte ti svegli da quel sogno durante una vacanza sugli sci con il
tuo ragazzo, la sua ex fidanzata e la sua famiglia…
Emily si trasferisce a Roma!
Anche se è andata a Roma
per piacere e non per lavoro, Sylvie vede un’opportunità per Emily
di unire queste due cose a Marcello e si presenta in Italia con il
team dell’Agence Grateau. L’azienda di famiglia, Umberto Muratori,
all’inizio si sente esitante nel promuovere la compagnia,
figuriamoci nell’assumere un’azienda francese per farlo. Tuttavia,
le idee di Emily accendono qualcosa nella madre di Marcello,
Antonia, che in seguito accetta di lavorare con l’Agence Grateau
nonostante i tentativi del team di mentire sul fatto di avere un
ufficio a Roma.
Beh, ora l’Agence Grateau dovrà aprire un ufficio a Roma in base
all’accordo di Antonia di dare all’azienda sei mesi per rimettersi
in sesto, ponendo di fatto fine all’accordo dei Muratori con la
JVMA. La vicinanza di Emily all’account Muratori e a lui
personalmente fa sì che Marcello metta in dubbio le sue intenzioni
nei suoi confronti, ma inizialmente chiede di non avere più nulla a
che fare con l’account in futuro. Ma… Sylvie non sta cercando né
Julien né Luc per gestire l’ufficio di Roma. Offre il lavoro a
Emily.
Emily non ha tempo per dire sì o no o pensare molto al suo
imminente trasferimento. Sylvie ha già prenotato un appartamento
temporaneo per Emily a Roma mentre gestisce l’account Muratori.
Quando visita il suo appartamento per la prima volta, apre la
finestra per dare un’occhiata alla vista, proprio come ha fatto
nella stagione 1 quando si è trasferita a Parigi. Prima di cambiare
il suo handle di Instagram, Emily viene interrotta da un bussare
alla porta. Marcello è arrivato per portarla a fare un giro in
scooter.
Gabriel vuole indietro Emily
Alla fine della stagione 4 parte 1, Gabriel ha scoperto che
stava saltando attraverso i cerchi nel tentativo di impressionare
qualcuno che non poteva dargli una stella Michelin. Bene, a quanto
pare, ha finito per guadagnarsene una per merito suo nella
stagione 4 parte 2. Chiama Emily mentre è a Roma
per condividere la notizia emozionante, e lei lo richiama subito
per lasciare un messaggio vocale completamente in francese per
congratularsi con lui ed esprimere quanto è orgogliosa del suo
risultato. Tutto questo si aggiunge alla consapevolezza di aver
commesso un errore nel lasciarla andare.
Quando Mindy incontra Gabriel che festeggia con Alfie e Antoine
fuori dal ristorante, condivide casualmente la notizia che Emily si
trasferirà a Roma. È chiaramente scosso dalla rivelazione che Emily
non sarà più a Parigi. Stranamente, è Alfie che lo ispira a non
deprimersi e a fare qualcosa per riaverla. (Alfie ha una nuova
relazione, a proposito!) Mentre il finale cerca di insinuare che
Gabriel sia arrivato fino alla porta di Emily a Roma, lui è nel suo
appartamento a Parigi e chiede a Mindy dove trovarla.
Mindy trova un nuovo lavoro in Cina
A causa dei suoi modi
egoisti e gelosi che si manifestano con la loro brutta faccia,
Mindy e Nicolas si lasciano. Sfortunatamente, la separazione ha le
sue conseguenze per Mindy, una delle quali è squalificata
dall’Eurovision perché Nicolas ha usato la sua canzone “Mon Soleil”
in uno spot pubblicitario di una crema solare, cosa proibita dalle
regole dell’Eurovision. Sfortunata e bisognosa di cambiare aria,
Mindy salta sul primo volo per Roma per lasciare Parigi e
trascorrere un po’ di tempo con la sua migliore amica.
Mentre cammina per la città con Emily, Mindy salta su un
pianoforte pubblico per suonare una nuova canzone originale che ha
scritto chiamata “Beautiful Ruins”. Emily registra la canzone, ma
un turista in seguito pubblica una registrazione su TikTok. La
canzone di Mindy diventa virale e Chinese Popstar manda un
messaggio privato a Mindy offrendole di unirsi alla serie come
giudice e di esibirsi in “Beautiful Ruins”. Si è finalmente
guadagnata la sua redenzione e parte per la Cina, ma promette di
raggiungere Emily a Roma. Forza, Mindy!
La spiegazione del finale di stagione di Emily in Paris
4
Negli ultimi momenti della quarta
stagione, tutto diventa chiaro. Sylvie tiene una riunione con la
squadra prima che se ne vadano: l’Agence Grateau sta ufficialmente
aprendo un ufficio a Roma. Tuttavia, Antonia ha chiesto che sia
Emily a dirigere la divisione e non avrà un account senza Emily che
la supervisioni. Emily accetta e la cosa è decisa… Emily si è
ufficialmente trasferita a Roma.
Mindy sente la notizia (dopo aver
trascorso la sua serata con Emily a Roma per annegare i suoi
dispiaceri) e la racconta a Gabriel e Alfie. Gabriel è totalmente
sotto shock, con Mindy che dice loro che sta pianificando di
trasferirsi nel nuovo appartamento di Emily lì il prima
possibile.
Vediamo Emily trasferirsi nel suo
nuovo splendido appartamento e sta per cambiare il suo handle
Instagram in “Emily a Roma” quando qualcuno bussa alla porta. La
telecamera si sposta su Gabriel dall’altra parte… solo che in
realtà è alla porta di Mindy, che chiede esattamente dove vive
Emily a Roma. In realtà è Marcello a essere alla porta di Emily,
pronto a portarla fuori per la notte. Lascia il telefono a casa e,
almeno per ora, le cose sembrano andare per il meglio in
Italia.
Secondo il presunto insider @MyTimeToShineH, “Spider-Man 4 sarà un evento di
livello Avengers“. Questo è tutto ciò che abbiamo per ora, ma
sicuramente dà un certo peso alla convinzione che Tom Holland potrebbe riunirsi con Tobey Maguire e Andrew Garfield. Lo scooper ha anche detto che
Armor Wars è “in attesa” e sostiene che non avremo un film
su Hulk prima di Avengers: Secret Wars,
un’indicazione piuttosto solida del fatto che i Marvel Studios hanno ritardato i
piani per World War Hulk.
Tornando all’uomo ragno, The Cosmic
Circus ha recentemente condiviso alcune interessanti anticipazioni
su cosa c’è in serbo per Spider-Man 4. Alex Perez
ha sottolineato, durante un recente incontro con il regista, che il
film non è stato ancora presentato. Ha anche sottolineato durante
un recente Q&A che “un film può avere elementi multiversali
ed essere comunque una storia di strada” e ha definito il
progetto una “miscela” di entrambi. Anche Hammerhead potrebbe
arrivare nel MCU, ma soprattutto l’incantesimo
di Doctor Strange sarà ulteriormente esplorato “e
alla fine spezzato”.
Cosa sappiamo su Spider-Man 4?
Oltre a Tom
Holland,Zendaya dovrebbe
riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man
4. Si dice che Sydney
Sweeney interpreterà Black Cat,
mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’OnofrioePaul Rudd appariranno
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Per quanto riguarda chi potrebbe
dirigere Spider-Man 4, sono stati fatti molti
i nomi che circolano in rete. Tra questi, Justin
Lin (Fast & Furious), Drew
Goddard (The Cabin in the Woods) e,
più recentemente,
Adil El Arbi e Bilall Fallah di Ms.
Marvel e Adam Wingard, regista
di Godzilla
x Kong: The New Empire. Attualmente, però, sarebbe il
regista di Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli Destin Daniel Cretton ad essere in trattative
per il ruolo.
Per quanto riguarda i dettagli sulla
trama, questi sono pochi; l’ultima indiscrezione emersa suggerisce
che il piano prevede di mettere Spidey contro gli scagnozzi di
Kingpin, tra cui Shocker e lo Scorpione. Sembra che quest’ultimo
acquisirà il simbionte Venom introdotto in Spider-Man:
No Way Home, per poi far indossare a Peter Parker la
tuta aliena nei prossimi film degli
Avengers. Questi piani potrebbero però essere stati
abbandonati in favore di eventi più grandi.
Spider-Man
4 non ha ancora una data di uscita confermata.
Judd Apatow si è
impegnato a dirigere e Steven Spielberg è salito a bordo
per produrre Cola Wars, il film in fase di
sviluppo presso la Sony. Spielberg produrrà tramite la sua Amblin
Entertainment.
Deadline ha rivelato ad aprile che
lo studio ha acquistato il progetto per oltre 1 milione di dollari
come pitch, che racconta la vera storia del tentativo
della Pepsi di sfidare il regno secolare della Coca-Cola come prima
cola al mondo. La storia svela le “Cola Wars” della metà degli anni
’80, che includevano di tutto, dall’infuocato incidente di Michael
Jackson al fiasco della New Coke, come il racconto definitivo del
secondo classificato più iconico della storia (Pepsi) in lizza per
il primo posto (Coca-Cola).
Il pitch di Cola
Wars è stato scritto da Jason Shuman e
Ben Queen. Shuman è il co-creatore/autore dello
show di successo di Apple Acapulco ed è stato produttore esecutivo di
Winning Time di HBO e produttore dell’indie
candidato all’Oscar del 2022 To Leslie. Queen sta attualmente adattando il
romanzo fantasy di Naomi NovikHis Majesty’s
Dragon come serie di un’ora per Fox e ha recentemente adattato
il racconto A Note of Explanation di Vita
Sackville-West per Netflix. È stato autore di Cars 2 e
Cars 3 per Pixar, nonché creatore di A to Z e
Powerless della NBC.
Siamo ancora nelle prime fasi dello
sviluppo, ma ci sono gli ingredienti per un film su un prodotto
iconico che sembra fare eco a Air diretto da
Ben Affleck, sulla battaglia di Nike per vincere
un contratto di scarpe con Michael Jordan per la
linea di sneaker che ha trasformato l’azienda. Maia
Eyre sta supervisionando Cola Wars per
Sony.
Film drammatico del 2017, diretto da
Alex Ranarivelo
e sceneggiato da Christina Moore e Brian
Rudnick, Senza controllo (il cui titolo
originale è Running Wild) è un altro esempio di
“western contemporaneo” (come lo sono The Hollow Point – Punto di non ritorno
e I segreti di WindRiver), in cui ritroviamo una serie di
scenari, tematiche e dinamiche proprie di questo genere ma
declinate in chiave contemporanea o comunque associate a
caratteristiche proprie dei nostri tempi. Ambientato in un
paesaggio rurale e suggestivo, il film affronta infatti temi come
la redenzione, la collaborazione e la lotta contro i pregiudizi e
l’avidità.
La trama si sviluppa dunque tra
conflitti personali e morali, esplorando come l’empatia e il legame
con gli animali possano essere una via di riscatto sia per questi
ultimi che per gli esseri umani coinvolti. Senza
controllo esplora dunque anche quell’eterno richiamo verso
la natura che promette – e dimostra – di essere una sana via di
fuga dallo stress della città. Una piccola curiosità, legata al
film, è che la location usata per il ranch della protagonista è la
stessa utilizzata nell’ultimo capitolo della
saga horror Scream di Wes Craven, che si trova a
Tomales in California.
Per gli appassionati di questo
genere, si tratta dunque di un film da non perdere e da riscoprire
in tutti i valori e messaggi che intende trasmettere. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Senza controllo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è
Stella Davis, donna rimasta vedova dopo la morte
del marito in un incidente stradale e che si trova ora costretta a
occuparsi in prima persona del ranch che appartiene alla sua
famiglia da molte generazioni. Il suo già arduo compito viene
complicato drammaticamente dalla notizia che il suo defunto marito,
a sua insaputa e nel tentativo si salvare l’azienda, aveva
ipotecato la tenuta per 6 milioni di dollari. Se la somma non verrà
restituita entro 90 giorni, Stella perderà l’intero ranch. L’unica
possibilità di salvezza sarebbe vendere la numerosa mandria di
cavalli selvatici che popolano la proprietà. Prima però, bisogna
domarli.
E’ così che Brannon
Bratt, l’assistente del ranch, propone a Stella di aderire
a un programma di riabilitazione di carcerati attraverso il
rapporto con i cavalli. Arrivati nella tenuta, i prigionieri
iniziano a lavorare con i mustang. Poco a poco, tra gli uomini e
gli animali si crea un apporto speciale che giova e entrambi. Tutto
sembra procedere per il meglio, finché non entra in scena
Meredith Parish. La donna, ricca proprietaria
terriera del Texas e filantropa impegnata nella protezione degli
animali, arriva nella tenuta di Stella, attirata da voci secondo
cui i cavalli vengono maltrattati dai prigionieri, una voce che
rischia di fare fallire il progetto di Stella.
Ad interpretare la protagonista,
Stella Davis, vi è Dorian Brown. L’attrice è nota
per aver recitato nelle serie Roommates e
Wilfred, con Elijah Wood, nel ruolo di Kristen Newman. Più di recente, in seguito a
Senzacontrollo, ha recitato
anche nella serie Light as a Feather e nel film Honey
Boy, interpretato da Shia LaBeouf. Accanto a lei, nel ruolo di
Brannon Bratt, vi è invece Jason Lewis, noto per
il ruolo di Jerry “Smith” Jerrod nella serie HBO Sex and the
City. L’attore Tommy Flanagan, invece,
ricopre il ruolo di Jon Kilpatrick, leader del gruppo
carcerario.
Grande attrazione è però la presenza
della candidata all’Oscar Sharon Stone, tra le interpreti più celebri
della sua generazione, memorabile in film quali
Basic Instinct,
Last Action Hero – L’ultimo grande eroe e Casinò. L’attrice interpreta qui la proprietaria
terriera e filantropa Meredith Parish. Completano il cast gli
attori Christina Moore – anche sceneggiatrice del
film – nel ruolo di Jennifer Hutchins, John Ducey
in quello di Brent Holt e Michael Wiseman in
quello di Doug Ciocca.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 11 settembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Il surreale thriller poliziesco
Love Lies Bleeding (qui
la recensione) di A24 si
avvale di un forte simbolismo, confondendo il confine tra realtà e
delirio e rendendo la sua ambigua risoluzione finale difficile da
analizzare. Il ritorno di Kristen Stewart al genere thriller tesse
un’intricata rete di ossessione, violenza e dramma familiare
utilizzando una combinazione di cupo realismo e l’onirico bagliore
al neon degli Stati Uniti sud-occidentali degli anni Ottanta. Due
giovani donne, Lou (Stewart) e Jackie (Katy
O’Brian), si innamorano, ma la loro relazione è complicata
da una serie di eventi violenti che sfuggono al controllo, aiutati
dal diabolico padre di Lou, un trafficante di armi (Ed
Harris).
Al centro di Love Lies
Bleeding c’è dunque quella che sembra essere una storia
d’amore abbastanza pura, ma quando la relazione tra Jackie e Lou si
dipana e i cadaveri iniziano ad accumularsi, viene il dubbio che ci
sia effettivamente qualcosa di puro o di buono nei personaggi
coinvolti. La regista Rose Glass (Saint
Maud) gioca con metafore pesanti per tutto il film e
non rinuncia a mettere un filtro oscuro e contorto sulla realtà per
farlo. Il finale del film
non fa altro che confondere ulteriormente il confine tra fantasia e
realtà, lasciando pertanto ampio spazio all’interpretazione.
Cosa succede nel finale di
Love Lies Bleeding?
Dopo essere quasi riuscita a
sfuggire all’agente di polizia che il padre aveva mandato per
ucciderla, Lou si precipita nella villa del padre per affrontarlo e
liberare la prigioniera Jackie. I due si riconciliano rapidamente
prima di separarsi, in modo che Jackie possa sfuggire agli agenti
dell’FBI in
avvicinamento mentre Lou cerca suo padre, ma Lou Sr. le spara alla
gamba prima che lei possa vendicarsi. L’uomo procede a torturarla,
facendo leva sul foro del proiettile, e confuta definitivamente le
affermazioni di Lou secondo cui sarebbe stato lui a uccidere la
madre, dicendo che lei se n’è andata a causa di ciò che hanno fatto
loro due (riferendosi alle loro attività criminali passate).
Proprio mentre sta per uccidere Lou,
i muscoli di Jackie iniziano a crescere come altre volte nelle
scene precedenti. Questa volta, però, continua a crescere fino a
diventare letteralmente alta 15 metri e riesce a staccare
facilmente Lou Sr. da Lou e a bloccarlo a terra. Lou medita
brevemente di uccidere il padre prima di decidere di lasciarlo agli
agenti dell’FBI. Le due donne, entrambe ormai di dimensioni
gigantesche e con abiti di paillettes, scappano tra le nuvole.
Le due guidano nella notte con il
furgone di Lou, fermandosi solo quando Lou si accorge che Daisy,
che credeva morta nel letto del furgone, inizia a dimenarsi. Jackie
sta dormendo e, invece di svegliarla, Lou strangola Daisy e inizia
a trascinare il suo corpo nel deserto da sola. La sua lotta per
farlo è giocata per un’ultima oscura risata, data la relativa
mancanza di forza di Lou.
In diversi momenti di Love
Lies Bleeding, i muscoli di Jackie si gonfiano brevemente
fino a raggiungere proporzioni incredibili, prima di tornare alle
dimensioni normali. La sua trasformazione finale in un gigante è
presentata in modo simile, ed è chiaro che ha un significato
simbolico anche se è presentata come realtà, con Lou e Lou Sr. che
guardano Jackie verso l’alto come se fosse alta 15 metri. La
crescita di Jackie è una metafora della sua fiducia e della sua
liberazione dall’insicurezza; alla fine del film,
sia lei che Lou la vedono come un gigante perché crede pienamente
nella propria forza.
Quando Jackie incontra Lou Sr. per
la prima volta, gli dice che non le piacciono le armi e che
preferisce affidarsi alla propria forza. Questa è la forza
trainante delle sue azioni nel corso del film.
Mentre in precedenza era diventata una culturista in modo naturale
grazie al duro lavoro, si rivolge agli steroidi per continuare a
proteggersi letteralmente e metaforicamente. Sfortunatamente,
l’ossessione di aumentare la sua forza ha delle conseguenze. La sua
forma più pura, simile a quella di un gigante, non è un prodotto
degli steroidi, ma della sua stessa fiducia in se stessa. È la
versione più completa di se stessa, in parte grazie all’amore di
Lou per lei.
Come fa Daisy ad essere ancora viva
nel finale?
Il pericolo dell’ossessione è un
tema importante in tutto Love Lies Bleeding, e in
nessun altro caso è più evidente che nel personaggio di
Anna Baryshnikov, Daisy. La giovane donna è
infatuata di Lou nonostante sia stata respinta in più occasioni, ed
è chiaro che lei e Lou hanno avuto una relazione in passato prima
di riallacciare i rapporti nel corso del film.
La sua ossessione la porta letteralmente a farsi sparare in faccia.
Anche se non è immediatamente evidente quando le viene sparato il
primo colpo, il proiettile le entra in faccia in un punto in cui
non colpisce il midollo spinale o il cervello.
Alla fine del film è
riuscita almeno a sollevare la testa e non è chiaro quanto fosse
effettivamente vicina alla morte. Questo è un elemento importante
dell’omicidio di Daisy da parte di Lou: si è trattato di
un’uccisione per pietà di una persona in punto di morte o di un
omicidio a sangue freddo di una persona che avrebbe potuto
riprendersi completamente? La questione è lasciata ambigua per
gettare intenzionalmente un’ombra sul fatto che Lou fosse gentile o
spietata come suo padre quando si trattava di chiudere le questioni
in sospeso.
L’omicidio di Daisy da parte di Lou
è il capitolo finale di una narrazione costruita nel corso di
Love Lies Bleeding. Si scopre che, pur avendo
scelto di non parlare con il padre, non si è mai liberata dal suo
controllo. Lui è il proprietario della palestra in cui lei lavora e
lei è stata complice del traffico d’armi che lui gestisce. Per
quanto spregevole possa essere stato il suo passato, Lou è
rappresentata come l’eroina del film
perché ha scelto di allontanarsi da quella vita.
Ma potrebbe essere più simile al
padre di quanto voglia ammettere. Dimostra di essere disposta a
fare qualsiasi cosa, compresi l’occultamento di cadaveri e
l’omicidio vero e proprio, per proteggere coloro che ama. In un
modo contorto, suo padre stava facendo lo stesso per lei quando ha
tramato per incolpare Jackie degli omicidi di JJ e Daisy. Sebbene
sembri aver scelto una strada diversa quando risparmia il padre e
fugge con Jackie, l’omicidio di Daisy conferma che, anche se si
vede in modo diverso, Lou è disposta a fare cose atroci per
proteggere se stessa e i suoi cari.
Cosa è successo alla madre di
Lou?
Nel confronto finale di Love
Lies Bleeding, Lou accusa il padre di aver ucciso la
madre, così come aveva risolto tante altre sue questioni in
sospeso, dopo aver appreso dall’FBI che la madre intendeva fornire
loro informazioni sul padre. Lui nega, sostenendo invece che lei li
ha lasciati entrambi 12 anni fa. Lou Sr. ha ancora un ritratto di
loro due appeso nella sua villa, il che è un piccolo indizio che
potrebbe dire la verità sul fatto che non l’ha uccisa.
Tuttavia, ci sono troppe prove del
contrario per credere alle sue affermazioni. Non esita a mandare un
sicario contro la propria figlia quando questa lo minaccia, quindi
c’è poco da credere che Lou Sr. avrebbe mostrato moderazione con la
moglie nella stessa situazione. L’FBI sostiene di non essere
riuscita a trovare alcuna traccia di lei da quando si è rivolta a
loro per fornire informazioni sulle attività di Lou Senior, il che
è semplicemente una coincidenza troppo grande. Tutto ciò che viene
mostrato di Lou Sr. in Love Lies Bleeding indica
che è stato lui a uccidere la madre di Lou.
Kristen Stewart in Love Lies Bleeding
L’importanza degli steroidi in
Love Lies Bleeding
Pur essendo presentato in forme
diverse, il tema centrale di Love Lies Bleeding è
che “l’amore è una droga”. La dipendenza e l’ossessione
sono presenti in tutto il film e
si manifestano in modo diverso in ogni personaggio. Lou combatte la
sua dipendenza dalla nicotina, Jackie è ossessionata dal diventare
più forte, Daisy è infatuata di Lou e persino Beth è emotivamente
legata al marito, che abusa in modo seriale, nonostante i molti
modi in cui lui le fa torto. Il film
chiarisce che il risultato dell’ossessione è spesso la violenza, e
gli steroidi di Jackie ne sono la metafora più toccante.
Jackie viene introdotta agli
steroidi durante il suo primo incontro con Lou e il suo uso di
steroidi cresce parallelamente al loro amore. Purtroppo, entrambi
questi elementi si trasformano in qualcosa di malsano. Jackie perde
il controllo con gli steroidi, che le provocano allucinazioni e
diventano sempre più violente e aggressive, e tutto ciò si
concretizza durante la gara di bodybuilding a Las Vegas. Diventa
ossessionata da Lou al punto che, dopo aver sparato a Daisy, preme
il grilletto su Lou (la pistola fa solo un clic e non spara) perché
era andata a letto con Daisy.
Come rivela il finale di
Love Lies Bleeding, gli steroidi impedivano a
Jackie di essere più forte a causa della loro natura distruttiva,
proprio come la sua ossessione per Lou. Quando alla fine Jackie
diventa gigantesca, lo fa senza l’uso di steroidi e lo fa per
proteggere la persona che ama, Lou. Il loro rapporto passa
dall’ossessione all’amore vero e sano quando si riconciliano sul
campo da tennis della villa di Lou Senior, proprio quando Jackie
smette di affidarsi agli steroidi e si appoggia alla propria forza
interiore.
Come la regista di Love
Lies Bleeding, Rose Glass, ha spiegato il
finale
In un’intervista con Inverse, la regista Rose
Glass ha parlato apertamente di alcuni degli elementi più
surreali del finale di Love Lies Bleeding. Glass
si è riferita in particolare alla scena in cui le due donne
scappano dalla villa di Lou Sr. sotto forma di giganti, dicendo:
“… si sentono euforiche e invincibili, e tutte le cose che si
possono provare quando si è innamorati perdutamente… anche se è
tutto piuttosto assurdo”. Per Glass era importante avere un
finale surreale dopo averlo anticipato per tutto il film.
“Abbiamo sicuramente scritto
delle versioni dell’intera resa dei conti, che si è svolta
pienamente nel mondo reale, e non è successo nulla di
surreale”, dice Glass. “E continuavamo a trovarlo
insoddisfacente. Avevamo già questi momenti in cui il suo corpo
iniziava ad accennare alla trasformazione e dovevamo dare seguito a
ciò che avevamo flirtato nel regno fantastico”.
Dopo aver assistito allo svolgersi
degli strazianti eventi, caratterizzati da molteplici e macabri
omicidi, il finale surreale funge da punto esclamativo. Come dice
Glass, è il culmine della crescita metaforica che si verifica nel
corso della narrazione e fornisce una conclusione memorabile alla
storia. Love Lies Bleeding esplora efficacemente
il significato di forza, i pericoli della dipendenza e il confine
tra ossessione e amore con metafore sottili e palesi in una storia
cruda e potente.
Il regista e sceneggiatore norvegese
Eskil Vogt
torna alla regia con il thriller soprannaturale The
Innocents. Il film è stato presentato per la prima volta
al Festival
di Cannes 2021 e da allora ha ricevuto recensioni estremamente
positive da parte della critica. Gran parte di questo risultato è
dovuto alle straordinarie interpretazioni dei suoi quattro
protagonisti bambini. Tuttavia, data la complessità dei segreti
infantili in gioco e il tono metaforico, il finale di The
Innocents può creare confusione per alcuni.
Si tratta di un altro brillante
esempio di horror o thriller del Nord Europa, che si unisce a
titoli come
Speak No Evil, Hatching
– La forma del male,
Lamb e
Thelma. Tutte opere capaci di affrontare determinate
dinamiche sociali declinandole in chiave orrorifica, spaventando lo
spettatore più per l’atmosfera che si viene a generare che non per
qualcosa di realmente spaventoso che viene mostrata. Ancora inedito
in Italia, The Innocents è dunque un ottimo
esempio di opera di questo genere da scoprire.
In particolare, è un film che farà
la gioia di chi è interessato a tematiche come l’infanzia, la
crescita e la scoperta di bene e male, qui tutte declinate in
chiave soprannaturale. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a The
Innocents. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The
Innocents
The Innocents segue
le sorelle Ida e Anna dopo il
trasferimento in un nuovo sobborgo con i genitori durante l’estate.
Fin dall’inizio, il rapporto tra le due è teso a causa dell’autismo
non verbale della sorella maggiore. Ida non sopporta le attenzioni
che Anna riceve dai genitori e si infastidisce facilmente per i
comportamenti ripetitivi della sorella. Tuttavia, non passa molto
tempo prima che Ida incroci la strada di alcuni nuovi ragazzi del
quartiere, Ben e Aisha, che
nascondono entrambi poteri soprannaturali sotto la loro apparenza
innocente. Anche Anna, ben presto, dimostreerà di possedere poteri
telecinetici.
Ad interpretare Ide vi è l’attrice
Rakel Lenora Fløttum, mentre sua sorella Anna è
interpretata da Alva Brynsmo Ramstad. I loro nuovi
amici, Ben e Aisha, sono invece interpretati da Sam
Ashraf e Mina Yasmin Bremseth Asheim.
Ellen Dorrit Petersen, che interpreta la mamma di
Ida, e Rakel Lenora Fløttum, che interpreta Ida, sono madre e
figlia anche nella vita reale. Completano il cast gli attori
Morten Svartveit nel ruolo del padre di Ida e
Anna, Kadra Yusuf è la madre di Aisha e
Lisa Tønne è la madre di Ben.
La spiegazione del finale
Aisha è un’empatica che può
ascoltare i pensieri degli altri e sentire il loro dolore. Sviluppa
rapidamente un rapporto con Anna e, con il tempo, la aiuta a
comunicare con le parole – uno shock per Ida e i suoi genitori.
Ben, invece, rappresenta il totale opposto di Aisha e agisce come
antagonista di The Innocents. I poteri
telecinetici gli permetteno di spostare gli oggetti semplicemente
guardandoli, spezzare le ossa delle persone e persino di stringere
i loro cuori. Inoltre, Ben si rende conto di avere la capacità di
controllare la mente degli altri, che usa per uccidere il suo
bullo. Tuttavia, il suo atto più sinistro è usare la madre di Aisha
per ucciderla dopo che lei ha osato opporsi a lui.
Con la morte di Aisha, Ida non ci
mette molto a capire che Ben intende uccidere anche lei e sua
sorella. Dopo un tentativo fallito di uccidere il ragazzo
spingendolo da un cavalcavia in un’autostrada trafficata, Ida torna
dall’ospedale con una gamba rotta. Rimasta a casa da sola a fare da
babysitter ad Anna, che dopo la morte di Aisha è tornata a non
parlare, Ida – che sembra avere anche lei dei poteri soprannaturali
– si libera del gesso e insegue Anna dopo che questa è fuggita
dall’appartamento per affrontare Ben. Lì, trova Anna e Ben
impegnati in una battaglia mentale. Anna alla fine trionfa con
l’aiuto di Ida, uccidendo Ben e ponendo così fine alla sua furia
violenta.
In superficie, The
Innocents sembra essere una semplice storia di bene contro
male: Anna e Aisha buone, Ben cattivo. Tuttavia, è molto di più. Il
film sfida l’idea che i bambini siano – come suggerisce il titolo –
innocenti e fondamentalmente buoni. A differenza di molti film sui
bambini, i personaggi giovanili di The Innocents
sono complessi quanto gli adulti. Ben può essere l’antagonista, ma
non è necessariamente il cattivo. Sebbene il film non entri troppo
nei dettagli, i lividi di Ben e il disprezzo per la madre
suggeriscono che potrebbe essere vittima di abusi fisici e
abbandono.
Per questo motivo, The
Innocents apre una discussione per un buon vecchio
dibattito tra natura e nutrimento. Ben è nato intrinsecamente
malvagio o è stato vittima della società?Tuttavia, il fulcro del
film è la complicata relazione tra Anna e Ida. A causa
dell’iniziale fastidio e dispiacere di Ida nei confronti della
sorella autistica, Ben crede di aver trovato una partner nella
violenza. Tuttavia, Ida rimane nel mezzo del tema del bene e del
male di The Innocents. Ha una curiosità infantile
per le cose più oscure della vita, ma capisce molto presto – grazie
alla gentilezza di Aisha – che non fa per lei e si lascia alle
spalle Ben.
Grazie alla bontà di Aisha, Ida
impara anche a vedere sua sorella sotto una nuova luce. Invece di
considerarla una seccatura priva di emozioni, Ida si rende conto
che Anna è una persona a sé stante, i cui sentimenti e bisogni sono
altrettanto validi. Questo è simboleggiato dal fatto che Ida prende
la mano di Anna mentre lotta contro Ben. Se Ida sia effettivamente
d’aiuto o meno nel confronto mentale è discutibile; tuttavia, con
il suo sostegno rende Anna più forte. In seguito, il loro rapporto
cambia in meglio. Ida apprezza e comprende meglio la sorella,
indipendentemente dal fatto che Anna possa comunicare a parole o
meno.
The Innocents mette
anche in evidenza come i bambini abbiano spesso problemi unici che
gli adulti non necessariamente comprendono, come i protagonisti
disadattati di It di Stephen King. Questo
è esemplificato quando Ida chiede alla madre un consiglio, ma non
un aiuto. Cerca piuttosto di gestire il problema di Ben da sola. Il
film serve quindi a ricordare al pubblico la magia e la complessità
dell’infanzia. Certo, i bambini non hanno capacità soprannaturali
nel mondo reale, ma sono comunque costretti a destreggiarsi tra le
aree buone, cattive e moralmente grigie della società.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Innocents grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
11 settembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Vincitore del Premio Strega 2020, il
romanzo Il colibrì ha nuovamente imposto
Sandro Veronesi come uno degli scrittori più
importanti e noti in Italia. Già noto per Caos Calmo,
Veronesi affronta qui quella che viene descritta come la
“strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che
talvolta sembra insostenibile”. Il romanzo ripercorre infatti
una vita intera tra dolori e amori. Dato il suo successo, anch’esso
è diventato poi un film nel 2022 per la regista di Francesca
Archibugi.
Il colibrì
(qui
la recensione), è stato dunque presentato in anteprima alla
Festa del Cinema di Roma 2022, dove è stato apprezzato per la
capacità di aver saputo riportare il complesso racconto di Veronesi
sullo schermo, avvalendosi di un cast di celebri interpreti del
panorama italiano. Molto apprezzata, però, è stata anche la colonna
sonora, caratterizzata dal brano Caro amore lontanissimo,
cantato da Marco Mengoni e poi candidato come
Miglior canzone originale ai David di Donatello.
Per chi ha letto il libro – ma anche
per chi non lo avesse fatto – è dunque questo un titolo da non
perdere, capace di appassionare per la forza del suo racconto così
umano. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Il colibrì.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle location dove si
sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film
nel proprio catalogo.
La trama di Il colibrì
È il racconto della vita di
Marco Carrera, “il Colibrì”, una vita di
coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede
secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un
periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che
va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che
Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina
bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si
spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un’altra,
a Roma, insieme a Marina e alla figlia
Adele.
Marco tornerà a Firenze sbalzato
via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime.
A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele
Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a
Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì
è la storia della forza ancestrale della vita, della strenua lotta
che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra
insostenibile. Anche con le potenti armi dell’illusione, della
felicità e dell’allegria.
Il cast e le location del film
Protagonista nel film, nel ruolo
di Marco Carrera da adulto, vi è l’attore
Pierfrancesco Favino. Il personaggio da giovane è
invece interpretato da Francesco Centorame, attore
divenuto celebre per il ruolo di Elia nella serie Skam
Italia. Recitano poi nel film Nanni Moretti
nel ruolo dello psicoanlisita Daniele Carradori,
Kasia
Smutniak in quello di Marina Molitor, moglie di Marco
e
Benedetta Porcarolinel ruolo di sua figlia
Adele. Completano il cast
Berenice Bejo nel ruolo dell’amata Luisa Lattes e
Laura Morante in quello di Letizia Carrera. L’attrice
Fotinì Peluso, infine, è Irene Carrera.
Per quanto riguarda le location, la
villa al mare dove si svolgono tutti gli avvenimenti più
significativi della vita di Marco Carrera, si trova in
Maremma, tra Capalbio,
Porto Ercole (Monte Argentario) e
Ansedonia, frazione del comune di
Orbetello. Le riprese si sono poi svolte anche a
Roma, ma in particolar modo a
Firenze, la città dell’infanzia di Marco. Nelle
riprese fiorentine sono state coinvolte piazza
Savonarola, piazza Santo Spirito,
piazza del Mercato Nuovo, ponte Santa
Trinita.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
colibrì grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il
film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11
settembre alle ore 21:30 sul canale
Rai 1.
Notorious Pictures annuncia
che Io sono un po’ matto… e tu? in arrivo nei
cinema italiani il 7, 8 e 9 ottobre e per l’occasione ne
svela poster e trailer ufficiali. Scritto e diretto da Dario
D’ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, e realizzato
anche grazie alla collaborazione dell’Accademia di Cinema Griffith
di Roma, il film vede la partecipazione di un cast d’eccezione:
Claudio Santamaria,
Raoul Bova, Stefano Fresi,
Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci,
Stefania Rocca, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone e lo
stesso Dario D’Ambrosi lavorano insieme ai ragazzi della
Compagnia Stabile del Teatro Patologico per creare un’opera
unica nel cinema italiano.
Nel film i ragazzi disabili,
immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere
ansie e paure di personaggi noti che si rivolgono a loro,
cercandoli nei più diversi luoghi della città, dalle scuole alle
palestre. Può capitare così ad esempio di vedere Claudio
Santamaria in preda all’ossessione, oppure Raoul Bova
insonne, o Claudia Gerini vestire i panni di una ludopatica… Gli
attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri
tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici”
riescano a risolverli, affrontando così problemi e disturbi che
riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi.
Il regista e autore Dario
D’ambrosi ha fondato nel 1992 il Teatro Patologico per
aiutare le persone con disabilità mentale a trovare il modo di
comunicare e di uscire dall’isolamento proprio attraverso la
teatro-terapia, per cercare di integrarsi e vivere una vita simile
a qualsiasi normodotato. “L’unicità del film non risiede solo nei
suoi nomi di spicco – afferma il regista Dario D’ambrosi –
ma anche nella partecipazione di 30 attori disabili membri della
Compagnia Stabile del Teatro Patologico. Questa combinazione di
talento e inclusione rende il progetto un esempio straordinario di
come l’arte possa servire a scopi sociali e terapeutici. Io
sono un po’ matto… e tu? non è solo un film; è un’opera
che solleva questioni fondamentali sul modo in cui percepiamo e
trattiamo la disabilità psichica. Il film ha come obiettivo
primario quello di sensibilizzare il pubblico su questo tema,
spesso trascurato o stigmatizzato”.
Sinossi: Il Teatro Patologico a
Roma è un luogo dove, grazie alla teatro-terapia, ragazzi e ragazze
con disabilità mentale e le loro famiglie tentano di uscire
dall’isolamento della loro condizione per vivere una quotidianità
normale. Nel film gli attori e le attrici della compagnia,
immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere
ansie e paure di personaggi famosi che si rivolgono a loro
cercandoli in vari luoghi della città. Gli attori professionisti
confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie
sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a
risolverli.
Io sono un po’ matto… e
tu? arriverà nei cinema italiani con Notorious
Picturesil 7, 8 e 9 ottobre.
Parte dell’incasso andrà in beneficenza a
Teatro Patologico Onlus per supportare la ricerca
scientificae dare speranza a molti ragazzi disabili
psichici e fisici attraverso la
teatro-terapiadimostrandone i benefici non solo a
livello emotivo ma anche cerebrale.
Se siete lettori di fumetti, allora
è probabile che abbiate già capito che Joe Locke
interpreterà quasi sicuramente Billy Kaplan/Billy Maximoff/Wiccan
in Agatha
All Along della Marvel Television.
Ora, questo sembra essere stato
confermato dai sottotitoli per le versioni internazionali del
trailer dello show. Come puoi vedere
qui, Locke è accreditato come “Billy”, il che
significa che uno dei segreti peggio custoditi dei Marvel Studios è finalmente uscito allo
scoperto.
Perché il personaggio di Locke sia
stato etichettato come “Teen” è difficile da dire; alcuni
potrebbero sostenere che Agatha
All Along si sta sforzando troppo di creare un
senso di mistero simile a quello che circonda WandaVision, anche se è importante
ricordare che molte delle persone che guardano questo show saranno
fan/spettatori occasionali.
“Una delle cose che amo della
Marvel è che tieni tutti questi
segreti che sono davvero frustranti all’inizio, specialmente quando
fai cose come questa [giornata stampa]”, ha detto Locke della
segretezza in una recente intervista. “Ma il motivo per cui li
tieni è perché se li raccontassi, non avrebbero lo stesso effetto
quando tutto verrà fuori.”
Ha aggiunto, “I segreti sono
segreti per un motivo, e la storia passata di Teen è interessante.
Se fossi in grado di parlarne ora, rovinerei l’intero scopo dello
show, ed è questo che mi permette di mantenere un segreto.
Altrimenti, ti racconterei tutto.”
Il fatto che “Teen” sia Billy è
destinato a essere una parte importante della storia di
Agatha All Along, poiché
immaginiamo che voglia percorrere la Strada delle Streghe per
trovare sua madre, Wanda Maximoff, alias
Scarlet Witch. Potrebbe anche essere che questo Billy non
sia effettivamente lui e che, come accaduto in altre occasioni, la
Marvel stia usando un distrattore
per allontanare gli spettatori dalla rivelazione finale.
Mentre Amazon MGM e Mattel
continuano a scegliere i ruoli principali per il prossimo reboot
live-action di Masters of the Universe,
potremmo sapere quale attore è corteggiato per interpretare il
malvagio Skeletor.
Secondo Jeff
Sneider, il ruolo è stato offerto a nessun altro che
Jared Leto. Leto sarà molto familiare ai fan
dei cinecomic, avendo interpretato il Joker in
Suicide Squad di David
Ayer e il cattivo titolare di Spider-Man nel tanto
bistrattato Morbius della Sony. È apparso anche in
Blade Runner 2049 e ha un ruolo chiave nel
prossimo TRON: Ares della Disney.
Se accetta, Leto si unirà a
Nicholas Galitzine (Purple Hearts, Red, White &
Royal Blue, The Idea of You) nel ruolo del principe Adam/He-Man,
all’ex RiverdaleCamila Mendes nel ruolo del suo braccio destro
e (possibile) interesse amoroso, Teela, e alla recentemente
scritturata Alison Brie (GLOW, Community) nel ruolo del
secondo in comando di Skeletor, Evil-Lyn.
Tutto quello che sappiamo
sull’adattamento di Masters of the Universe
“Masters of the
Universe” ha affrontato un viaggio particolarmente
tortuoso di oltre due decenni per arrivare al grande schermo. Il
progetto è stato avviato dalla Warner Bros. e dalla Sony prima di
passare a Netflix, che lo ha poi
eliminato dai suoi programmi nel 2023 per problemi di budget.
Innumerevoli registi, tra cui il regista di “Kung
Fu Panda” John Stevenson, il regista di
“Wicked” Jon M. Chu, il regista di
“Charlie’s Angels” McG e il duo di
“The Lost City” Aaron e Adam
Nee, si sono avvicendati alla regia del progetto dal
2007.
Chris Butler sta
scrivendo la sceneggiatura dopo che David Callaham
e i fratelli Nee avevano fatto un primo tentativo, basato
sull’action figure del 1982. I dettagli della trama non sono per
ora stati resi noti. Confermati nel cast Nicholas
Galitzine,
Camila Mendes e Alison Brie.
Secondo una precedente sinossi dello
studio, il film segue il Principe Adam, alias He-Man, che da
bambino precipita sulla Terra con un’astronave e, decenni dopo,
torna sul suo pianeta natale per difenderlo dalle forze malvagie
del cattivo conosciuto come Skeletor. Ma per sconfiggere il potente
cattivo, deve scoprire i misteri del suo passato e diventare
He-Man, definito in questo mondo “l’uomo più potente
dell’universo”.
In occasione di un Q&A di
Alex Perez su Discord, abbiamo la possibilità di
fare un recap di quello che sta succedendo ai Marvel Studios e di cosa ci aspetta
il prossimo futuro in merito al alcuni dei film più attesi della
prossima Fase del MCU.
Lo scooper di Cosmic Circus ha
costruito una solida reputazione sulle sue fonti, ma ci sono molte
speculazioni e supposizioni che riempiono gli spazi bianchi, quindi
ci concentreremo sulle notizie con maggiori basi nel suo lungo
post.
Quali sono gli ultimi rumors su
Avengers: Doomsday
Innanzitutto, si parla di Avengers:
Doomsday. Perez non pensa che rivedremo il vero Kang
dopo il licenziamento di Jonathan Majors, ma in
risposta a una domanda che chiedeva come “giustificano il passaggio
da Kang a Doctor Doom come principale cattivo della Multiverse
Saga”, menziona Rabum Alal.
Nella serie New
Avengers di Jonathan Hickman, è stato
rivelato che la misteriosa figura nota come Rabum Alal era in
realtà il Dottor Destino fin dall’inizio. Nella storia, si credeva
che il leader dei Cigni Neri stesse causando delle Incursioni nel
tentativo di distruggere il Multiverso (in seguito è stato rivelato
che in realtà stava cercando di salvare il Multiverso dagli
Beyonders). L’interpretazione di Robert Downey Jr. di Doom potrebbe essere
introdotta come una variante di Kang che si fa chiamare Rabum Alal
e alla fine seguire lo stesso arco narrativo?
Quando si tratta del potenziale
coinvolgimento di Loki nei prossimi film di Avengers, Perez ritiene
che il Dio dell’Inganno avrà “un ruolo più da MacGuffin” e
non si aspetta che Tom Hiddleston rimanga come
personaggio nel franchise dopo Secret Wars.
Cosa si sa della trama di
Spider-Man 4?
Passando a Spider-Man
4, Perez afferma che il film avrà una “miscela” di
elementi di strada e Multiversali. Ha anche sentito che ci sono
piani per il sindacato criminale Maggia e Hammerhead, ma non è
sicuro se saranno introdotti nel prossimo film. Per quanto riguarda
l’incantesimo che Doctor Strange ha lanciato alla fine di
No Way Home per far dimenticare al mondo che Peter
Parker esiste, crede che sarà “esplorato di più e alla fine
spezzato“.
Precedenti voci hanno affermato che
Spidey entrerà in contatto con Venom (o almeno, il
simbionte) in Spider-Man 4, e Perez afferma che
questa sta diventando “una possibilità sempre più
plausibile”. Perez ha dato una risposta interessante a un
lettore che si chiedeva: “Che tipo di ruolo possiamo aspettarci
che i personaggi di Thunderbolts* giochino in Avengers: Doomsday, come alleati degli
Avengers o come ostacoli per loro?” Alex: “I nuovi
Avengers”.
Thunderbolts saranno i
nuovi Avengers?
Ci saranno quasi sicuramente altri
membri, ma questo gruppo eterogeneo costituirà la base per la
prossima incarnazione degli eroi più potenti della Terra.
Infine, Perez crede che ci siano
piani in atto per introdurre Alpha Flight. Non è
la prima volta che sentiamo che il team di supereroi canadesi
potrebbe apparire nell’MCU, ma è da un po’ che non
riceviamo aggiornamenti, ufficiali o meno. Se ciò dovesse accadere,
qualsiasi progetto basato su Alpha Flight si collegherebbe
probabilmente al reboot degli X-Men.
Vale la pena menzionarlo: quando si
tratta di un’ulteriore esplorazione dell’angolo cosmico
dell’MCU, Perez ha sentito che si sta
discutendo dell’Annihilation Wave e dell’Impero Shi’ar. Sostiene
anche le precedenti voci secondo cui un quinto film solista
di Thor è nelle prime fasi di sviluppo. Ovviamente resta
tutto da confermare.
Ci aspettavamo che Deadpool & Wolverine chiudesse la
porta dell’universo Fox. Invece, ha celebrato la Terra-10005 e ha
posto le basi perché quel mondo continui a prosperare insieme alla
Terra-616/la Sacra Linea Temporale.
Sebbene sperassimo in dei camei, il
threequel ha alzato la posta in gioco portandoci nel Vuoto prima di
dare una seconda possibilità a Elektra (Jennifer
Garner), Blade (Wesley
Snipes), Gambit (Channing
Tatum) e X-23 (Dafne
Keen). È stato davvero speciale, ma ci ha fatto pensare… quali
altri eroi e cattivi della Terra-10005 meritano una seconda
possibilità nel MCU?
Questo potrebbe avvenire in un
prossimo progetto della
Saga del Multiverso (il che sembra più probabile) o anche nel
MCU, che si dice sia il piano per
questo mondo condiviso dopo Avengers:Secret Wars. Speriamo che i nomi precedenti
vi sorprendano!
Daredevil
Una concept art ha confermato che si
era parlato di riportare Ben Affleck nei panni di Daredevil in
Deadpool & Wolverine e, onestamente, siamo un
po’ dispiaciuti che non sia successo.
Il film del 2003 non è il migliore
(anche se la Director’s Cut è piuttosto valida), ma Affleck, che
ora è meglio conosciuto per aver interpretato Batman, è stato un
buon Uomo senza paura. Immaginate di vedere la silhouette del suo
Daredevil, di sentire quella voce e poi il vigilante di
Hell’s Kitchen che emerge dall’ombra come un certo Cavaliere
Oscuro. Farebbe scoppiare internet!
Non vogliamo che Charlie Cox venga messo in ombra se finirà a
far parte dei prossimi film sugli Avengers, ma il
Daredevil di Affleck che combatte accanto al Ghost Rider di Nic
Cage è qualcosa di cui abbiamo bisogno nelle nostre vite.
Silver Surfer
Doug Jones è stato la controfigura
di
Silver Surfer in Fantastic Four:Rise of the
Silver Surfer, ma è stata la star di Man of Steel
Laurence Fishburne a fornire la voce dell’iconico
eroe.
Il film non era un granché, ma non
si può negare che, insieme alla Torcia Umana di Chris
Evans, Surfer sia stato un punto di forza. Gran parte del
merito è da attribuire al doppiaggio di Fishburne, che ha dato vita
al personaggio in un modo che lo ha fatto sentire allo stesso tempo
ultraterreno ed eroico.
L’attore ha poi interpretato Bill
Foster in Ant-Man and The Wasp. Tuttavia, non possiamo
immaginare che i Marvel Studios abbiano grandi progetti per
lui, quindi sarebbe abbastanza facile per l’attore tornare in
cabina di registrazione e aggiungere questo “classico” Silver
Surfer al mix in altre parti della Saga del Multiverso.
Psylocke
X-Men: Apocalypse è stato il progetto più vicino alla
realizzazione di un film in stile MCU da parte della Fox, ma non ha
riscontrato il favore dei fan e della critica. La nuova direzione
cartoonesca del franchise è stata l’inizio della fine per questi
personaggi, ma ci sono stati almeno alcuni punti positivi che
possiamo apprezzare.
Tra questi, l’interpretazione di
Olivia Munn nel ruolo di Psylocke. L’attrice non
ha avuto molto da fare, ma si è comunque distinta in un’avventura
piena di decisioni creative discutibili e interpretazioni scadenti.
Ora, ci piacerebbe vederla avere una seconda possibilità.
Nei fumetti, Betsy Braddock era la
sorella di Capitan Bretagna che finì per abitare il corpo di un
assassino chiamato Kwannon. Alla fine i due si sono separati: Betsy
è diventata il nuovo Capitan Bretagna e Kwannon è tornato alla sua
vita di assassino a pagamento. I Capitan Britain Corps hanno legami
con il Multiverso, quindi ci dirigeremo in quella direzione.
Professor X
Sir Patrick Stewart ha confermato di aver
incontrato il presidente dei Marvel Studios Kevin
Feige per discutere del Professor X e di essere tornato a
ricoprire il ruolo nel film
Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022). È stato
un cameo divertente che lo ha visto sedersi sulla classica sedia a
rotelle di Charles Xavier per affrontare la Strega
Scarlatta.
Naturalmente è morto e, anche se ci
saranno sicuramente altre varianti che assomigliano a Stewart, non
sarebbe male se
James McAvoy riprendesse il ruolo nel MCU. Il suo lavoro nei film prequel
è estremamente sottovalutato e ci piacerebbe vedere cos’altro può
fare con il personaggio.
È probabile che i Marvel Studios vogliano sostituire
il Professor X per l’eventuale reboot degli X-Men, ma se McAvoy è
disposto a tornare per questo, allora potrebbe potenzialmente
interpretare il leader della squadra per molti anni a venire.
Magik
New
Mutants è rimasto intrappolato nella fusione
Disney/Fox ed è stato distribuito senza essere mai stato sottoposto
ai necessari reshooting per dargli il tocco di classe di cui aveva
tanto bisogno. Inoltre, non è mai stata girata una scena
post-credits che prevedeva un sequel, e non c’è da stupirsi che il
film abbia avuto difficoltà.
Tuttavia, se c’è un attore e un
personaggio che non possiamo criticare, è la Magik di
Anya Taylor-Joy. Per quanto il resto del cast fosse in
gran parte dimenticabile,
Anya Taylor-Joy ha rubato la scena e si è
dimostrata così perfetta nel ruolo di questo personaggio che è
difficile immaginare qualcun altro che lo interpreti.
Il suo legame con il Limbo e la
magia nera potrebbe far diventare Magik una figura cruciale in un
futuro film della Saga del Multiverso. Inoltre, se i mutanti di
Terra-10005 saranno una parte fondamentale di ciò che verrà, allora
lei dovrebbe assolutamente essere presente insieme a suo fratello
Colosso.
Cable
Il lavoro di
Josh Brolin nel ruolo di Thanos nei film degli Avengers è stato a dir
poco perfetto, ma la storia del Titano Pazzo si è conclusa in
Avengers:Endgame. Per questo motivo, non c’è
nulla che possa impedirgli di tornare nei panni di Cable,
soprattutto dopo aver rubato la scena in Deadpool 2.
Quel sequel ha solo scalfito la
superficie della storia del mutante che viaggia nel tempo e ora che
il concetto è stato introdotto nel MCU, si inserirebbe perfettamente
in questo mondo di linee temporali multiple e quant’altro.
Ricordiamo che è il figlio di
Ciclope e Jean Grey, quindi il coinvolgimento del mutante nella
prossima iterazione degli
X-Men sul grande schermo potrebbe essere scontato.
Tuttavia, non sarebbe male riportare lui e
Zazie Beetz nel ruolo di Domino per un altro team-up con il
Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds, quando
Wade Wilson e Wolverine si incroceranno inevitabilmente con i
Vendicatori.
Magneto
Il franchise degli X-Men ha
sicuramente bisogno di abbandonare Magneto, ma ci sono ancora molti
modi diversi in cui questo cattivo potrebbe essere utilizzato. Tra
questi c’è anche la strada dell’eroe/antieroe, che si è rivelata
così popolare nelle sue recenti avventure a fumetti. Anche come
membro degli X-Men, non rinuncia a adottare misure estreme per
affrontare gli umani che li minacciano.
Con tutto il rispetto per il
leggendario Sir
Ian McKellen,
Michael Fassbender è sempre stato il miglior Maestro
del Magnetismo. Non avendo mai ricevuto materiale particolarmente
forte con cui lavorare da quando Matthew Vaughn ha lasciato la
serie, Fassbender avrebbe sicuramente colto al volo l’occasione di
unirsi al MCU.
Ci piacerebbe vedere Magneto alla
guida degli X-Men al fianco del Professor X, evitando la
prevedibile svolta da cattivo, scontrandosi con Charles sul piano
filosofico piuttosto che su quello fisico. D’altra parte, una scena
con Scarlet Witch in Avengers:
Doomsday è molto allettante…
Il Museo Nazionale del Cinema di
Torino celebra il genio creativo dell’artista
britannico Peter
Greenaway, considerato uno dei più importati registi
sperimentali viventi al mondo. Autore di film magistrali
quali I misteri del giardino di Compton
House (1982), Il cuoco, il ladro, sua moglie e
l’amante (1989), L’ultima tempesta (1991) e
la trilogia de Le valigie di Tulse Luper (2003),
Greenaway mostra uno spiccato e preponderante interesse per l’arte
pittorica, che trasporta nei suoi lavori, sempre caratterizzati da
un forte impatto visivo e da tematiche estreme. Con il suo stile
inconfondibile e la sua capacità di reinventare il linguaggio
cinematografico, Greenaway nei suoi lavori offre una riflessione
profonda sul ruolo dell’arte visiva nel cinema contemporaneo, molto
più importante rispetto all’intreccio narrativo e alla
spettacolarità.
“In che modo la
Mole Antonelliana echeggia il cinema, se pensiamo che l’edificio
venne terminato nel 1889 in Italia, ovvero sette anni prima che il
cinema fosse inventato in Francia, nel
1895? racconta Peter Greenaway.
L’architettura è esotica e bizzarra e difficilmente definibile come
convenzionale, ma vale sicuramente la pena proteggerla.
Stranamente, è una struttura per tutte le stagioni, un po’ come il
cinema stesso. È un po’ di tutto. E forse c’è una corrispondenza:
l’edificio è sicuramente molto visibile, identificativo per Torino
come la Tour Eiffel lo è per Parigi, e altrettanto liberamente
interpretabile. Si diceva che tutto esistesse solo per essere messo
in un libro. Ora possiamo tranquillamente dire che tutto esiste per
essere messo in un film. E poiché sembra che il cinema stia
morendo, un giorno potremo dire che tutto esiste per essere messo
in un museo del cinema”.
“Sono passati
quasi trent’anni da quando Peter Greenaway è entrato per la prima
volta nella Mole Antonelliana –
sottolinea Enzo Ghigo presidente del
Museo Nazionale del Cinema. In questi decenni, il
monumento simbolo di Torino èdiventato uno dei musei
più importanti al mondo, è stato visitato da milioni di persone e
ha ospitato molte delle star più importanti del cinema di tutti i
tempi. Sono trascorsi quasi trent’anni, eppure il ricordo della
Mole è rimasto vivido nella mente e nel cuore di Greenaway, al
punto da diventare quasi un’ossessione. Tanto da raccontarla e
disegnarla: con una penna o una matita e quello che aveva
sottomano, siano scontrini, buste, ritagli di libri o giornali,
filtri di caffè, il grande regista britannico ha plasmato cento
variazioni del capolavoro di Alessandro Antonelli. Abbiamo quindi
ritenuto fondamentale vivere l’arte di Greenaway, sia con una live
performance sia con la stampa di un volume che racconta le 100
anime della Mole Antonelliana”.
A Greenaway verrà consegnato il premio Stella della Mole
L’ampio omaggio
del Museo Nazionale del Cinema a
Greenaway prevede martedì 24 settembre alle
18:30 la consegna del premio Stella della Mole,
il riconoscimento cinematografico che viene assegnato a figure di
spicco del cinema internazionale e che, con la loro arte, hanno
dato contributi significativi al mondo del cinema, una celebrazione
del cinema d’autore e della creatività artistica che onora coloro
che hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama
cinematografico mondiale.
A
seguire, Peter e Pip Greenaway che
saranno i protagonisti di una live
performance che
include il reading di una selezione
di 30 racconti brevi scritti da Greenaway e mai pubblicati,
raccolti libro He Read Deep Into The Night. Di
lunghezza variabile tra le 2 e le 20 righe, sarà l’occasione per
ripercorrereil rapporto tra racconto letterario e
narrazione cinematografica. A seguire, l’introduzione
alla proiezione del
cortometraggioThe Missing Nail, un
progetto dedicato a L’ultima cena di Leonardo,
un’opera multimediale unica, capace di fondere narrazione, docufilm
e musica per svelare misteri irrisolti, aperti da anni.
La sera precedente
la live performance, lunedì 23 settembre alle 20:30
al Cinema Massimo, verrà presentato in anteprima
mondiale il volume 100 Disegni della
Molea cura di Domenico De
Gaetano. “L’ha disegnata un centinaio di volte, l’ha
filmata, l’ha raccontata e ne ha persino reinventato
l’illuminazione: è una storia lunga 30 anni quella che lega Peter
Greenaway alla Mole Antonelliana, una storia iniziata prima ancora
che il monumento simbolo di Torino diventasse la sede del Museo
Nazionale del Cinema.E che ancora
continua – sottolinea Domenico De
Gaetano. Il libro racconta, attraverso 100
disegni su carta, scontrini e bustine da tè di come la Mole unita
alla magia del cinema possa essere reinventata in modi infiniti,
interpretando ruoli completamente differenti, come in un film. Ma
soprattutto approfondisce lo stretto legame tra uno dei registi più
creativi e la città di Torino”.
Il volume, edito
da Silvana Editoriale, presenta un ricco
saggio che racconta l’idea che sottende il volume a firma
di Domenico De Gaetano, direttore del Museo
Nazionale del Cinema e ideatore del progetto, un testo
di Giovanni Bogani che racconta il
Greenaway cinematografico in versione personale e un contributo
di Valentino Catricalà, che analizza il
profondo rapporto tra arte e cinema nell’opera del regista
inglese.
Greenaway, morte e
decomposizione del cinema di Stefano
Bessoni sarà presentato il 23 settembre
La serata sarà anche
occasione per presentare il volume Greenaway, morte e
decomposizione del cinema di Stefano
Bessoni, realizzato e pubblicato
da Bakemono Lab in collaborazione con
il Museo Nazionale del Cinema, e che lui
stesso definisce “un quaderno di appunti, riflessioni e
illustrazioni su Peter Greenaway, colui che mi ha fatto capire che
un film altro non è che un contenitore illimitato, nel quale
rinchiudere concetti, teorie e ossessioni. È uno degli autori più
importanti del cinema contemporaneo, un artista che si nutre di
pittura, scrittura, musica, teatro, danza e di ogni forma
espressiva che si possa immaginare. Il suo cinema complesso,
enciclopedico e artificioso, è un gioco creativo infinito che
strizza l’occhio a Lewis Carroll, Jorge Luis Borges e Italo
Calvino, un territorio fiabesco, spesso crudele, sconcertante, nel
quale smarrirsi per esplorare le sfaccettature più inattese
dell’animo umano, dell’intelletto e del corpo”.
A
seguire, Peter
Greenaway e Saskia
Boddeke introdurranno la proiezione
diThe Greenaway
Alphabet (2017) di Saskia
Boddeke, moglie del regista e innovativa artista visiva
multimediale, che in questo documentario racconta il marito in
maniera ironica e sperimentale seguendo un alfabeto filmico poetico
e surreale. Le tematiche care al regista vengono sviluppate
attraverso uno scambio generazionale con la figlia Pip fatto di
quesiti, scherzi, poesie, racconti, gesti, creazioni, disegni,
visite nei musei, rimandi amarcord su una spiaggia nordica e
chiacchierate al bar.
Il regista Josh
Margolin e gli interpreti June Squibb e
Fred Hechinger parlano di Thelma, film in uscita in sala il 18 settembre
2024 distribuito da Universal Pictures.
Esordio alla regia di Josh
Margolin, THELMA è una struggente commedia
d’azione che offre alla candidata all’Oscar® June Squibb (NEBRASKA)
il suo primo ruolo da protagonista a fianco di Richard Roundtree
(SHAFT). La Squibb, che non ha utilizzato controfigure per gran
parte del film, interpreta Thelma Post, un’esuberante nonna di 93
anni che viene raggirata da un truffatore telefonico che si finge
suo nipote (Fred Hechinger di The White Lotus). Parte così per una ricerca
insidiosa per le strade di Los Angeles, accompagnata da un amico
(Roundtree) e dal suo scooter, per reclamare ciò che le è stato
sottratto. Nel cast anche Parker Posey, Clark Gregg, Nicole Byer e
Malcolm McDowell.
La trama di Thelma
Ispirato a un’esperienza vissuta
della nonna di Margolin, THELMA dà un’interpretazione astuta a film
action come MISSION: IMPOSSIBLE, mettendo sotto i riflettori una
nonna anziana come improbabile eroina d’azione. Con un umorismo
contagioso, Margolin utilizza i cliché del genere d’azione in modi
esilaranti e adeguati all’età, per affrontare l’invecchiamento con
spirito d’iniziativa. Nel primo ruolo da protagonista della sua
carriera settantennale, la Squibb interpreta la volitiva Thelma con
grinta e determinazione, dimostrando di essere più che capace di
prendersi cura degli affari, nonostante ciò che la figlia Gail
(Posey), il genero Alan (Gregg) o il nipote Danny credano.
Poiché Speak No Evil – Non
parlare con gli sconosciuti(2024) è il
remake
in lingua inglese dell’omonimo
horror psicologico danese del 2022, tutti i maggiori spoiler e
colpi di scena sulla trama e sul finale sono già stati svelati.
L’orrore prenderà nuova vita nel 2024, quando Blumhouse Productions e Universal Pictures
realizzenoil remake inglese con protagonista James MacAvoy.
Poiché Speak No Evil –
Non parlare con gli sconosciuti ha come protagonista
la famiglia danese composta da Bjørn (chiamato Paddy e interpretato
da James MacAvoy nel remake inglese), Louise e
Agnes. Durante una vacanza in Toscana, il trio incrocia la coppia
olandese di Patrick e Karin con il figlio Abel, affetto da aglossia
congenita e nato senza lingua.
Cosa succede nel film
Speak No Evil – Non parlare con gli
sconosciuti?
Dopo aver legato durante la
vacanza, la coppia olandese ha invitato Bjørn e la sua famiglia a
visitare la loro remota casa rurale nei Paesi Bassi, che hanno
accettato con piacere. Ma quando arrivò nella casa isolata, la
moglie di Bjørn, Louise, si sentì subito a disagio con Patrick e il
suo comportamento, in particolare l’abuso di Abel.
Patrick ha mostrato strani
comportamenti, come contestare il vegetarianismo di Louise,
manipolare Bjørn per fargli pagare un pasto, limonare da ubriaco
con la moglie di fronte alla coppia e poi guidare sotto l’effetto
dell’alcol. Ha persino spiato Louise mentre era sotto la doccia e
ha osservato lei e Bjørn mentre facevano sesso.
Questa situazione raggiunge il suo
culmine quando le grida di Agnes di dormire accanto ai genitori
vengono ignorate e Patrick la porta a dormire accanto a sé
completamente nuda.
Ovviamente, una volta che Louise ha scoperto questa situazione,
lei, Bjørn e Agnes hanno lasciato la casa, per poi essere costretti
a tornare per recuperare una bambola coniglio lasciata in giro.
Cosa accade nel finale di
Poiché Speak No Evil – Non parlare con gli
sconosciuti
Nonostante l’iniziale abbandono
della remota residenza olandese, la famiglia si convinse a rimanere
dopo essere tornata a prendere la bambola. È stato allora che
Patrick ha confessato alcune delle sue bugie, come quella di essere
un medico quando è disoccupato e si oppone a un lavoro vero, ma
voleva semplicemente impressionarli.
Il vero colpo di scena di
Poiché Speak No Evil – Non parlare con gli
sconosciutiavviene quando Bjørn scopre
una cabina piena di bagagli vuoti, macchine fotografiche e foto di
Patrick e Karin con varie coppie e bambini piccoli durante le loro
vacanze.
È così emerso che Patrick e Karin
erano in realtà dei serial killer, che attiravano le famiglie nella
loro casa isolata per uccidere i genitori e rapire i figli piccoli.
Quando Bjørn scopre che il presunto figlio di Patrick e Karin,
Abel, è annegato in una piscina, lui e la sua famiglia tentano di
fuggire dalla casa, ma vengono catturati.
Questo ha scatenato un conflitto in
cui Patrick ha picchiato Bjørn, Muhajid, la babysitter di Abel, ha
immobilizzato Louise e Karin ha tagliato la lingua ad Agnes,
presumibilmente come avevano fatto in precedenza ad Abel dopo
averlo rapito e ucciso la sua famiglia. Mentre Muhajid ha lasciato
la scena con Agnes senza lingua, Bjørn e Louise sono stati messi in
un fosso dalla coppia di serial killer e lapidati a morte.
Da qui Patrick e Karin sono stati
lasciati a ripetere il loro ciclo di omicidi, con Agnes destinata
ad assumere il precedente ruolo di Abel come bambino muto e
maltrattato, mentre un’altra famiglia viene presa di mira per il
prossimo omicidio.
Dopo una prima stagione
di indubbio spessore e
una seconda che invece si poggiava in maniera svogliata su
quanto seminato in precedenza, Mayor of Kingstown 3, serie
TV ideata da Taylor Sheridan e Hugh
Dillon e prodotta per Paramount+,
risolleva le proprie sorti artistiche con una terza stagione che
torna sui binari narrativi consoni al dramma criminale/carcerario,
anche se alla fine risulta meno coesa ed emotivamente potente di
quanto avrebbe potuto, anzi a conti fatti dovuto.
Mayor of Kingstown 3 punta a rendere Mike
McLusky una figura shakespeariana
La strategia dei nuovi
episodi punta a rendere il protagonista Mike McLusky (Jeremy
Renner) una figura ancora più shakespeariana,
adoperando in primo luogo una voce off che insiste con efficacia su
un concetto ben preciso, gettando una vena malinconica sulla natura
di questo antieroe. La gestione dell’ordine sociale dentro e
soprattutto fuori le mura dei vari carceri che McLusky continua a
supervisionare viene messa a durissima prova da nuovi antagonisti,
primo tra tutti il
detenuto Merle Callahan (Richard Brake), esponente
della supremazia ariana e un tempo mentore dello stesso Mike quando
anche lui era stato rinchiuso in carcere. Ma come al solito le
fazioni criminali che tentano di controllare il territorio
continuano a darsi battaglia, spargendo sangue e dolore per le
strade e dietro le mura del penitenziario.
Una maggiore organicità rispetto alla seconda stagione
Gli episodi della terza
stagione di Mayor of Kingstown dimostrano fin
dalla prima puntata di possedere una organicità narrativa maggiore
rispetto a quelli della precedente, puntando all’efficacia della
storia e allo sviluppo dei personaggi invece che allo spettacolo in
molti casi fin troppo fine a se stesso, come successo appunto in
passato. La serie torna dunque a proporre momenti dove la tensione
e il dramma legato alle relazioni tra i personaggi tornano ad
essere il filo
conduttore, il legame emozionale che connette i capitoli. Non siamo
ai livelli degli inizi, ma il passo avanti rispetto alla
Stagione 2 è evidente e di conseguenza apprezzabile. Il
collante rimane ovviamente, e non poteva essere altrimenti, un
Jeremy Renner che si trova a proprio, completo
agio in questo ruolo, abilissimo come in passato ad esplorare non
soltanto la dimensione arcigna ma anche le pieghe maggiormente
umane e perfettibili di Mike.
Accanto a lui il solito
ruolo di caratteristi di indubbia efficacia, che ricoprono i
rispettivi ruoli con interpretazioni grezze e taglienti come i
personaggi. L’arrivo della sempre efficace Paula
Malcomson (Deadwood, Ray Donovan) è
un’addizione notevole al cast e quindi allo show intero. La
presenza di Richard Brake eleva poi il tono drammatico delle scene
in cui compare: la sua definizione della classica “mente” criminale
che adopera le parole al posto delle mani per produrre violenza è
di altissimo livello. L’attore visto in molti ruoli come questo
dipinge una personalità capace di repellere ma impossibile da
ignorare, degnissimo contraltare al carisma di Renner. I loro
ripetuti confronti raccontano con pienezza un rapporto complesso,
durissimo anche se basato su un rispetto reciproco di sottile
ambiguità. È proprio la “new entry” di Callahan a rendere McLusky
una figura ancor più complessa e in chiaroscuro.
Due puntate conclusive deludenti
Se la terza stagione di
Mayor of
Kingstown non si avvicina al livello
complessivo della prima è perché tutto quanto di valevole costruito
viene quasi del tutto rovinato dalle ultime due puntate, composte
di inutili colpi di scena che servono soltanto a rendere tutto più
complesso e sminuire la forza di alcuni personaggi, prima fra tutti
la Iris interpretata da Emma Laird. Come sempre i
finali di stagione vengono adoperati per disfarsi di figure di
contorno, villain inefficaci o membri del cast che hanno deciso di
non rinnovare il contratto per la serie. Anche nel caso di
Mayor of Kingstown succede questo, organizzato
però in maniera frettolosa e molto poco logica. Peccato
davvero.
Nel 2017 la sesta stagione di
Prison Break ha dato una conclusione
all’odissea di Michael Scofield (Wentworth
Miller), con Paul Scheuring, il
creatore, che ha dichiarato che non sarebbero stati altri episodi.
Ora che la serie è su Netflix e il suo successo la tiene in Top 10 da
settimane, è legittimo chiedersi se si tornerà o meno a parlare di
Scofield.
L’evento della serie limitata
Prison Break 5 (appena 9 episodi) si è concluso
con il finale che ha visto Michael finalmente riunito alla sua
famiglia. Non è stato un compito facile, ovviamente, visto che ha
dovuto trascorrere sette anni lontano dalla moglie Sara
(Sarah
Wayne Callies) e dal figlio, e il mondo intero lo
credeva morto. Ma grazie a una lunga pianificazione, a
un’inquadratura mobile e persino a uno o due omicidi, Michael è
finalmente libero per la prima volta da anni, anche se anche in
quel caso la libertà ha un prezzo.
Nonostante abbia immaginato la
quinta stagione come una storia chiusa, il creatore di
Prison Break Paul Scheuring ha iniziato a pensare
che potrebbe esserci un’altra evasione in futuro, ma non bisogna
trovare l’idea giusta. Come dice lui: “C’è una probabilità pari
a zero che lo show torni se non abbiamo una storia di
prim’ordine”.
Gli obbiettivi di Paul
Scheuring con l’ultima stagione di Prison Break
“Principalmente, l’obiettivo era
raccontare una storia travolgente e con un finale chiuso con un
sacco di azione, un sacco di emozioni e un sacco di colpi di scena,
piena di qualche strategia rompicapo. Come ogni grande
lungometraggio, come un Indiana Jones o qualcosa del genere, il
film in sé è autoconclusivo, ma se ci sarà un sequel, questo potrà
essere a sé stante in seguito. L’intenzione per questa stagione era
di spaccare tutto per nove episodi, andarsene e poi, se mai si
fossero sviluppate di nuovo conversazioni sulla possibilità di fare
un’altra stagione, avremmo preso in considerazione l’idea e poi a
nostra volta creato un’altra stagione autonoma. In altre parole,
l’idea di far sorridere Michael alla fine e di andarsene via con
lui felice… non era necessariamente il finale.”
Prison Break è ispirato
all’Odissea
“Il principale antagonista in
L’Odissea, a quanto pare, sono i pretendenti che erano dietro a
Penelope. Questo è ciò che volevamo: Michael di nuovo a Itaca,
proprio come Odisseo tornò a Itaca, per affrontare quel pretendente
molto potente. Michael lo frega, proprio come Odisseo frega i
pretendenti. È un lieto fine nell’Odissea: questo tizio ha
attraversato così tante difficoltà. È stato trascinato e fregato in
così tanti modi. Sarebbe bello per lui avere un lieto fine quando
torna a casa, e può rilassarsi. Questa è stata una cosa che ci ha
ispirato. Ma l’idea non era di avere solo un lieto fine
perfetto. L’idea sulla pagina era che Michael avrebbe
avuto questo momento in cui è molto felice, ma continua a guardarsi
indietro. Sara gli dice: “Va bene! È finita! Non devi guardarti
indietro”. Ma lo fa comunque. E inizi a realizzare che mentre
Michael è apparentemente libero e lucido, e il sole splende, ha
portato con sé questa paranoia. Non sarà mai lo stesso uomo. Un po’
di questo concetto si è perso nella trasposizione mentre lo stavamo
producendo, quindi suona un po’ più come un lieto fine diretto. Un
po’ di quella sfumatura è rimasta sulla pagina.”
Michael però meriterebbe la
serenità per la quale ha combattuto
“Il pubblico moderno è così
cinico e così esperto che non vuole davvero vedere questo, quindi è
per questo che l’abbiamo concluso con una piccola spintarella e un
ammiccamento ai fan di Prison Break tornando a Fox River e vedendo,
beh, ci sarà un omicidio!”
Le serie si conclude proprio a Fox
River, dove era cominciata
“Abbiamo ampiamente pianificato
questa cosa prima ancora di scrivere la prima sceneggiatura.
Sapevamo quali erano i primi fotogrammi e quali erano gli ultimi
fotogrammi fin dall’inizio. Abbiamo pensato che sarebbe stato
fantastico finire a Fox River. È una parte iconica di Prison Break,
sai? È come rivedere la Morte Nera in Star
Wars: “Ehi, guarda! Me la ricordo!”
Per quanto riguarda l’ultimo
mistero e la spiegazione del finale di Prison Break, per l’autore,
T-Bag uccide Jacob?
“Sì. Qualcun altro mi ha
chiesto: “Beh, non lo vediamo morire. E non vediamo Kellerman [Paul
Adelstein] morire…” Ma Kellerman è morto, il che è abbastanza
definitivo. “Ma ecco il punto – aggiunge Scheuring
–molte persone sono morte in Prison Break negli anni
precedenti, e sono in questa stagione. So che forse non abbiamo
credibilità per cui una volta che diciamo che qualcuno è morto, è
davvero morto. Ma tutte le persone che sono state uccise in questa
stagione, stiamo dicendo che sono morte. Lo dico sinceramente.
Possiamo dedurre che Jacob è sicuramente morto circa 15 secondi
dopo la messa in onda dell’episodio finale.”
Come mai Lincoln e Michael
sopravvivono al finale?
“Se riporti in vita Michael
all’inizio della stagione, solo per ucciderlo alla fine della
stagione, è tipo, che diavolo? È morto all’inizio ed è morto alla
fine? Grazie! E se riportassimo in vita Michael, solo per uccidere
Lincoln? No, non potevamo farlo. Non è mai stata questa
l’intenzione. Ma l’intenzione era quella di uccidere un sacco di
persone lungo il cammino.”
E per quello che riguarda una sesta
stagione?
“C’è una probabilità pari a zero
che lo show torni se non abbiamo una storia di prim’ordine. Al
momento, non abbiamo quella storia. Questo non significa che non
possiamo trovarla. Ma non faremo lo show in perpetuo perché lo
vogliamo. Vogliamo che sia di altissimo valore e di alta qualità.
Al momento, i poteri creativi non hanno quella risposta. Quindi
potrebbe non tornare mai più. Non sto facendo il timido. Tengo
molto alto lo standard di qualità. Se non possiamo ottenere
qualcosa che non sembri in qualche modo nuovo e diverso, allora non
lo faremo. È difficile quando hai un concetto molto singolare come
Prison Break. Devi uscire di prigione! Quindi che prigione è ora?
Sarei aperto a questo, ma solo se riusciamo a trovare una storia
che ti lascerà a bocca aperta.”
Wentworth Miller
ha commentato così il finale di Prison Break 5
“Michael è a casa, ma non so se
è in pace. Ha vissuto un incubo per anni, e poi è tornato, tornato
dalla morte. Si è riunito ai suoi cari, ma penso che resterà
tormentato per molto tempo. Penso che soffrirà di paranoia,
insonnia, ansia… forse un gusto persistente per cose più oscure,
cose illegali. Se ci sono nuove storie da raccontare, potremmo
probabilmente iniziare da lì: con il non proprio facile rientro di
Michael nella vita civile”. In effetti, Miller non è l’unico a
chiedersi se ci siano altre storie da raccontare su Michael
Scofield.
“L’amore ha
i denti, i denti mordono, i morsi non guariscono mai”scrive Stephen King in Il
corpo (il racconto che ha ispirato il film Stand
by me – Ricordo di un estate). Una frase che può benissimo
descrivere il nuovo film della regista Rose
Glass, Love Lies Bleeding, con
protagoniste Kristen
Stewart e Katy O’Brian. Un
film in
cui l’amore è una forza talmente potente da portare chi ne viene
colpito a perdere completamente il controllo, arrivando a compiere
atti del tutto estranei alla propria persona. Un amore che
lascia lividi, quindi, come suggerisce il titolo, traducibile
letteralmente con “l’amore giace sanguinando”.
Nel mondo di Love Lies
Bleeding non sembra infatti esistere altra forma d’amore
rispetto a quello che colpisce, ferisce e lascia stesi al tappeto
agonizzanti tra sangue, vomito e lacrime. Attorno a questo
sentimento così feroce, Glass fa gravitare una serie di personaggi
dannati, i cui destini sembrano già scritti. Personaggi in cerca
però di una possibilità di fuga, che sia da una vita che non è come
la si sognava o da una gabbia mentale che impedisce al corpo di
esplodere in tutta la propria meraviglia. Ed è proprio alle
capacità del corpo – che si fa carico di raccontare anche tutto ciò
che contiene – che il film dedica grandi attenzioni.
In Love Lies
Bleeding la scontrosa e solitaria Lou
(Kristen
Stewart), gestisce una palestra frequentata da
personaggi di ogni tipo. Un giorno, tra questi,
spunta Jackie (Katy
O’Brian), un’ambiziosa culturista diretta a Las Vegas per
inseguire il suo sogno. Tra loro sboccia da subito un amore
irrestitibile e passionale. Ciò che Lou non sa, però, è che Jackie
ha trovato lavoro presso il poligono di tiro di suo padre (Ed
Harris), un trafficante d’armi con il quale ha da
tempo interrotto i rapporti. Ben presto, il loro amore le
trascinerà in un vortice di dipendenza e violenza, facendole
precipitare nella rete criminale della famiglia di Lou.
Non il solito crime movie
Sulla carta, Love Lies
Bleeding – da Glass scritto insieme a Weronika Tofilska –
potrebbe sembrare un classico crime movie dove due giovani
amanti si ritrovano invischiate in giochi di potere potenzialmente
letali. Per quanto non si sbaglierebbe nell’etichettarlo in questo
modo, gli si farebbe però un torto nel considerarlo solo come tale.
Partendo da dinamiche di questo tipo, Love Lies
Bleeding va poi proporre una serie di elementi capaci di
catturare l’attenzione dello spettatore e portarlo poi verso
territori inaspettati, caratterizzati dal progressivo deteriorarsi
della situazione e da un surreale che prende piano piano il
sopravvento, giustificando l’accostamento a David
Lunch oltre che quello ai fratelli
Coen.
Kristen Stewart in Love Lies Bleeding
Vittime dell’amore
Non sono dunque i risvolti crime ad
avere la priorità nel film, motivo per cui potrebbero risultare
prevedibili o poco elaborati per poter proporre qualcosa di
inedito. L’attenzione della regista è invece interessata ad
esplorare le vittime di questo contesto, che sono anche tutte
vittime dell’amore. Jackie, Lou, ma anche sua sorella Beth
(interpretata da Jena Malone) e la sua ex fiamma
Daisy (Anna Baryshnikov) sono tutte accomunate dal
confronto con questo sentimento e con i segni che lascia sulla
pelle o nell’anima. Segni che portano a girare per strada a capo
chino, a cercare di passare quanto più possibile inosservati,
nascondendo i propri lividi.
Non è infatti un caso che la prima
volta che in Love Lies Bleeding ci si imbatte
in Lou e Jackie, il loro volto ci venga inizialmente negato ed
entrambe siano alle prese con situazioni che le vedono sottomesse e
umiliate. Mentre Lou è ormai già disincantata nei confronti di
questa vita, Jackie mantiene un certo ottimismo per il proprio
futuro. Ottimismo che però si scontra ben presto non tanto con il
nuovo decadente contesto quanto con la forza di quel sentimento che
lascia senza fiato e le farà perdere completamente la bussola oltre
che la confidenza in sé stessa.
Ed è proprio il corpo di Jackie a
farsi manifesto delle teorie e delle riflessioni che Love
Lies Bleeding intende proporre. Esplorato da cima a fondo,
passando per ogni centimetro di pelle e – soprattutto – ogni
muscolo e vena che si gonfiano e sembrano vivere di vita propria,
il corpo di Jackie è portatore di molteplici valori a seconda di
dove lei si trovi nel racconto. Nonostante la sua possenza, ci
appare talvolta piccolissima quando è vulnerabile ed esposta ai
colpi. Al momento opportuno, però, è in grado di trasformarsi,
liberarsi delle catene che la imprigionano e dare sfogo a tutta la
sua forza.
L’amore modella le proprie regole
sui corpi di Katy O’Brien e Kristen Stewart
Love Lies
Bleeding offre dunque sin dalle prime inquadrature
una serie di corpi mostrati nelle loro forme, protuberanze, bagnati
dal sudore, corrotti da agenti esterni, offesi ma anche liberati.
Il corpo è la lavagna dove l’amore scrive le proprie regole e il
lavoro svolto su quello dell’attrice Katy O’Brian
è particolarmente entusiasmante. Già vista in The
Mandalorian e in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, l’attrice trova qui
l’occasione di mettersi letteralmente a nudo e dimostrare non solo
convincenti doti attoriali quanto anche una presenza scenica
impressionante. Non è da meno
Kristen Stewart, che ha però ormai già da tempo
dimostrato di essere un’ottima attrice, intensa e passionale.
Nella loro presenza nel film e
nell’evolvere del loro rapporto la regista trova dunque la
possibilità di dar sfogo a questo viaggio infernale nei lati
peggiori dell’amore. Riesce a farlo non solo grazie al lavoro sul
corpo fin qui descritto, ma anche richiamandosi ad un’estetica anni
Ottanta (periodo in cui il film è ambientato) che contribuisce
all’atmosfera cupa che caratterizza il film. E anche quando si
presentano una serie di ingenuità, di leggerezze narrative o di
eccessive deviazioni nell’estetica fine a sé stessa, Love
Lies Bleeding risulta un’opera che lascia il segno,
riuscendovi probabilmente anche in virtù di questo suo seguire
l’istinto e gli impulsi dimenticandosi di ogni possibile
controllo.
Martedì 10 settembre a Roma si è
tenuta la global première con red carpet per la Parte 2 della
quarta stagione di Emily
in Paris al The Space Cinema Moderno in
Piazza della Repubblica.
Hanno partecipato il
creatore della serie Darren Star, Lily Collins (Emily Cooper),
Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie Grateau), Ashley Park (Mindy
Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille Razat (Camille),Samuel Arnold
(Julien), Bruno Gouery (Luc), William Abadie (Antoine Lambert),
Arnaud Binard (Laurent G), Paul Forman (Nicolas dé Leon), Eugenio
Franceschini (Marcello), Raoul Bova (Giancarlo), Debi Mazar
(Marlena), Kevin Dias (Benoît), e il produttore esecutivo e regista
Andrew Fleming.
La prima parte della
quarta stagione di Emily in Paris è già disponibile in streaming.
La Parte 2 debutterà il 12 settembre solo su Netflix.
La trama di Emily
In Paris 4
Dopo i drammatici eventi
del matrimonio fallito tra Camille e Gabriel, Emily è sconvolta:
prova forti sentimenti per due ragazzi diversi, ma ora Gabriel
aspetta un figlio dalla sua ex, e le peggiori paure di Alfie su lei
e Gabriel sono state confermate. In agenzia, Sylvie è costretta ad
affrontare uno spinoso dilemma del suo passato per il bene del suo
matrimonio, e il team dell’Agence Grateau deve affrontare
cambiamenti di personale. Mindy e la band si preparano per
l’Eurovision, ma quando i fondi finiscono sono costretti a
risparmiare. La chimica tra Emily e Gabriel è innegabile mentre
lavorano insieme per raggiungere una stella Michelin, ma due grandi
segreti minacciano di mettere a rischio tutto ciò che hanno
sognato. Mentre vecchie abitudini si scontrano con nuovi problemi,
Emily si sente attirata da una potenziale nuova storia d’amore… e
da una nuova città.
Creatore / Produttore Esecutivo /
Autore: Darren Star
Produttori Esecutivi: Tony
Hernandez, Lilly Burns, Andrew Fleming, Alison Brown, Robin
Schiff
Co-Produttori Esecutivi: Stephen
Brown, Grant Sloss, Joe Murphy
Produttori: Ryan McCormick, Raphaël
Benoliel, Lily Collins, Jake Fuller
Prodotta da: MTV Entertainment
Studios, Darren Star Productions e Jax Media
Cast: Lily Collins (Emily Cooper),
Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie Grateau), Ashley Park (Mindy
Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille Razat (Camille), Samuel
Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc), William Abadie (Antoine
Lambert), Lucien Laviscount (Alfie)
Deadline riporta che Spider-Noir di
Prime
Video ha scritturato la star di Boardwalk
EmpireJack Huston per un misterioso
ruolo di “guardia del corpo”. Non sono stati condivisi altri
dettagli, anche se potrebbe interpretare chiunque, da un
personaggio senza nome a una nuova versione di cattivi come
Hammerhead e Tombstone.
Jack Huston si
unisce a un cast che sarà guidato da
Nicolas Cage (che presumibilmente interpreterà Ben
Reilly al posto di Peter Parker),
Brendan Gleeson, Lamorne Morris,
Abraham Popoola e Li Jun Li.
Boardwalk Empire
di HBO è stato fondamentale per la fama di Huston, anche se lo
sfortunato Ben-Hur ha fatto deragliare il suo
tentativo di diventare uno dei volti di Hollywood. Il progetto che
più di tutti ha però lanciato la sua carriera è stato il divertente
Orgoglio e pregiudizio e zombie. I suoi altri
crediti includono The
Irishman, House of Gucci e Fargo.
Tutto quello che sappiamo
sulla serie Spider-Noir
Spider-Noir è
prodotto da Oren Uziel e Steve
Lightfoot, che fungeranno anche da co-showrunner e
produttori esecutivi. Hanno sviluppato la serie con il team di
Spider-Man:
Un nuovo universo composto da Phil Lord,
Christopher Miller e Amy Pascal, che
saranno anche produttori esecutivi. Harry Bradbeer
sarà il produttore esecutivo e dirigerà i primi due episodi. Pascal
è produttore esecutivo tramite Pascal Pictures. La serie è prodotta
da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, con Lord e Miller
attualmente sotto un accordo generale con Sony.
Confermati nel cast
Nicolas Cage,
Brendan Gleeson e Lamorne Morris.
Spider-Noir è stato il secondo spettacolo annunciato
nell’ambito di una partnership tra Amazon e Sony per sviluppare
progetti sui personaggi Marvel associati a Spider-Man
controllati da Sony. Il primo è stato “Silk: Spider
Society”, a cui è stato originariamente dato il via libera
nel 2022, ma è stato riferito a maggio che il progetto non sarebbe
andato avanti.
Il 26 settembre, Halle Berry farà il suo attesissimo
ritorno nel mondo dell’horror con Never Let Go – A un Passo
dal male, il nuovo film di Alexandre Aja.
Inutile dire che l’attrice è fantastica nel ruolo di
“Mamma” e di recente CBM ha incontrato la vincitrice
dell’Oscar per discutere del progetto.
È stata solo una breve conversazione
ma, in chiusura, è stato chiesto a Halle Berry se c’è una possibilità che
torni come Tempesta nei prossimi film di Avengers, Doomsday
e Secret Wars.
Tutti gli indizi indicano che
gli X-Men e Terra-10005 svolgeranno un ruolo
chiave per indicare la strada che seguirà la Saga del
Multiverso e, dopo che Berry aveva recentemente confermato di
essere pronta e disposta a vestire di nuovo i panni di Ororo Munroe
per Deadpool e Wolverine (ma purtroppo non le è
stato chiesto), sicuramente la vedremo tornare in azione nei panni
di Tempesta.
Alla domanda, l’attrice si è
mostrata timida sul futuro di Tempesta nell’MCU, ma non ha certamente detto di
no alla possibilità di riunirsi con i più potenti eroi di
Terra-616…
I Marvel Studios sono ancora nel processo di
creazione dei prossimi film di Avengers con i
fratelli Russo, ma dobbiamo credere che le offerte
siano già state inviate a molti degli attori che lo studio vorrebbe
coinvolgere. Berry deve essere da qualche parte in cima alla lista,
in ogni caso, soprattutto perché siede accanto a Hugh
Jackman come una parte davvero iconica del franchise
X-Men della 20th Century Fox.