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Diablo: trailer del film con Scott Eastwood

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Diablo: trailer del film con Scott Eastwood

In vista dell’uscita, prevista per il mese prossimo, è stato pubblicato il nuovo trailer di Diablo, film diretto da Lawrence Roeck e che avrà come protagonisti Scott Eastwood, Walton Goggins e Camilla Belle. Ve lo mostriamo:

Trama di Diablo:

Un giovane veterano della Guerra Civile, di nome Jackson, si sveglia e trova la sua bella moglie rapita da una banda di spietati banditi. Con killer nascosti dietro ogni angolo, iniziano a confondersi i buoni e i cattivi, tra cui lo stesso Jackson. Al nostro eroe viene chiesto di rischiare tutto per salvare la donna che ama. Questo film ricco di azione western e colpi di scena romperà anche il più duro dei cuori.

Fonte: flickeringmyth

Diablo IV: il “terrificante” trailer live-action diretto da Chloé Zhao

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Blizzard Entertainment via Variety ha rilasciato un nuovo trailer live-action per Diablo IV prima del suo debutto il 6 giugno, diretto dal premio Oscar “Nomadland Chloé Zhao Il trailer, intitolato “Saviors Wanted” e co-diretto da Kiku Ohe e offre al pubblico un primo assaggio di ciò che accadrà nel quarto capitolo della serie di giochi di ruolo. Il trailer di Zhao cattura l’inquietante essenza cinematografica di Diablo IV, afflitto da conflitti, paura e totale distruzione.

 

GUARDA il TRAILER CLICCANDO QUI

“Saviors Wanted” mette in mostra il mondo oscuro di Sanctuary, una terra afflitta da mostri atroci e battaglie combattute da High Heavens e Burning Hells. “Con una storia avvincente che intreccia emozione e umanità nei personaggi del gioco, il film promozionale porta gli spettatori in un viaggio di distruzione per mano di Lilith, la Beata Madre determinata a regnare su Sanctuary ancora una volta.”

Durante il trailer, i personaggi che vivono all’interno del Santuario fanno suppliche agghiaccianti direttamente, chiedendo aiuto al pubblico e chiedendo aiuto dall’ira di Lilith. “Lavorando con Blizzard, abbiamo avuto la meravigliosa opportunità di dare vita al mondo oscuro, emozionante e fantasioso di Diablo IV“, ha commentato la regista Zhao. “I fan di Diablo sono molto appassionati e molti seguono il gioco da oltre due decenni. Vogliamo fare la cosa giusta per i fan, onorare le ricche tradizioni del gioco e la viscerale costruzione del mondo evocando le forti emozioni che i giocatori provano mentre si immergono nel gioco.

Diablo IV offrirà il gioco multipiattaforma su PC Windows, Xbox Series X | S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4, oltre alla modalità cooperativa sul divano su console al momento del lancio.

Diablo Cody scriverà il film live-action di Barbie

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Diablo Cody scriverà il film live-action di Barbie

Il sito Deadline ha rivelato un’ora fa che Diablo Cody, premio Oscar per la sceneggiatura di Juno – deliziosa commedia che raccontava la gravidanza di una sedicenne interpretata da Ellen Page), è stata incaricata dalla Sony Pictures di riscrivere il copione affidato in prima battuta a Jenny Bick (Sex and the City). A spiegare il motivo di questa scelta è stato il produttore Walter Parkes: “L’anticonformismo di Diablo è proprio quello di cui ha bisogno Barbie per essere trasportata nei tempi moderni. Abbiamo affidato a lei il compito perché aveva grandi idee ma, ancora più importante, perché ama moltissimo la Barbie”.
La storia, basata sull’idea che la grande particolarità della Barbie, ovvero quella di essere multitasking (da quando è stata inventata nel 1959 ad oggi ha praticato infatti più di 150 mestieri), è quella di mettere le sue numerose abilità al servizio del prossimo come una moderna Mary Poppins.

Vi terremo comunque aggiornati su ulteriori sviluppi riguardanti il film.

Fonte: Deadline 

Diablo Cody passa alla regia

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La sceneggiatrice Diablo Cody, Oscar al debutto con Juno, è pronta a passare alla regia. Lo script è pronto e si tratta di una storia intitolata Lamb of God, che Diablo ha anche scritto.

Diablo Cody e l’Agnello di Dio

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E’ provvisoriamente intitolato Lamb of God l’esordio alla regia di Diablo Cody. Protagonista sarà Julianne Hough (che dopo aver partecipato a Burlesque e al remake di Footloose, tornerà sugli schermi in Rock Of Ages), nel ruolo di una giovane donna, molto devota, che dopo essere stata vittima di un incidente aereo, che le ha lasciato delle profonde ferite (nel corpo e nello spirito) abbandona i propri genitori e la propria fede e si trasferisce da Washington a Las Vegas, intraprendendo una nuova vita, volta alla trasgressione.

Sarà però proprio nella ‘città del peccato’ che la protagonista farà alcune amicizie importanti, con i personaggi interpretati da Russell Brand e Octavia Spencer, che la aiuteranno a trovare una via di mezzo tra le vite ‘estreme’, l’una consacrata alla religione, l’altra al ‘peccato’, vissute prima e dopo l’incidente. Del cast faranno parte anche Holly Hunter e Phil Austin; l’ultimo in ordine di tempo ad essere entrato nel cast è stato Nick Offerman, conosciuto soprattutto per le sue apparizioni televisive (ultima in ordine di tempo Parks and Recreation, acclamata sitcom della NBC), Nick Offerman vanta anche alcune partecipazioni a film sul grande schermo, tra cui Sin City e L’uomo che fissa le capre.

Fonte: Empire

Diablo Cody a lavoro

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Nonostante Jennifer’s Body abbia raffreddato un po’ gli entusiasmi di molti intorno al suo nome, Diablo Cody rimane una sceneggiatrice da tenere d’occhio.

DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai in prima visione assoluta su Rai3

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A trent’anni dalla nascita della DIA – Direzione Investigativa Antimafia – andrà in onda in prima visione assoluta su Rai3 alle ore 21.20 DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai un film che racconta la storia della lotta alle mafie dal 1991, quando nacque da un’intuizione di Giovanni Falcone, fino alle inchieste più recenti. Il film mostrerà per la prima volta immagini girate pochi minuti dopo l’attentato di Capaci, immagini forti, laceranti, che ancora oggi, a 29 anni dalla strage, ci commuovono e ci turbano.

Il 29 ottobre 1991 un decreto legge istituisce la Direzione Investigativa Antimafia, un progetto ispirato dal giudice Giovanni Falcone che unisce le forze di polizia italiane – Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza – nella lotta alla criminalità organizzata, seguendo il modello dell’FBI americana. Il 24 maggio 1992, all’indomani della strage di Capaci, la DIA diventa operativa iniziando ad indagare proprio su quell’evento drammatico che segna una ferita indelebile nel cuore dello Stato. In 30 anni di attività, gli uomini migliori delle forze dell’ordine hanno lavorato nell’ombra e senza clamori per catturare latitanti di mafia, camorra, ‘ndrangheta, anche oltre i confini nazionali; attraverso l’utilizzo di nuovi metodi investigativi sono arrivati alla conclusione di centinaia di arresti, e al sequestro dei grandi patrimoni delle mafie.

DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai, la trama

Il film racconta le operazioni investigative della DIA attraverso la voce dei veri agenti operativi che le hanno realizzate: 4 storie, 10 voci narranti e la memoria di Falcone tenuta in vita da Giuseppe Ayala, il magistrato e amico personale di Falcone che ha condiviso con lui l’ultimo anno e mezzo di vita a Roma.

Nel film gli investigatori ritornano nelle città in cui hanno condotto le loro inchieste e iniziano a raccontare com’erano Palermo, Reggio Calabria e Napoli negli anni ’90. Le immagini dei luoghi si mescolano in un passaggio continuo dal presente al passato grazie ad un uso innovativo delle teche RAI. I materiali di archivio RAI diventano il punto di vista degli investigatori: sono i loro occhi che rivedono quelle città negli anni in cui erano operativi.

Per la prima volta ascoltiamo le loro voci, i “dietro le quinte” delle maggiori inchieste, il racconto dei metodi investigativi e il sacrificio delle loro vite private, costretti al silenzio e ad agire sempre nell’ombra.

Sentiamo le testimonianze di chi quella guerra l’ha combattuta raggiungendo risultati prima impensabili: la cattura di Bagarella, l’inchiesta Olimpia sulla ‘ndrangheta, la cattura del capo della camorra Francesco Schiavone, le indagini sulle infiltrazioni della camorra nel Nord Italia.

In DIA 1991 – Parlare poco Apparire maiDietro quei passamontagna scuri che tante volte abbiamo visto nelle immagini in tv, ci sono donne e uomini che ogni giorno hanno combattuto la criminalità organizzata, pagando spesso un caro prezzo sul fronte della loro vita privata. Ma la contropartita è stata il successo di molte operazioni. Il successo dello Stato, uno Stato finalmente capace di mettere da parte rivalità e divisioni interne per costituire un fronte comune contro le mafie.

Sullo sfondo le immagini terribili e crudeli dell’attentato di Capaci, le macerie e la disperazione poco dopo l’esplosione: materiali parzialmente inediti mostrati per la prima volta, immagini viste da una nuova angolazione che ancora una volta ci ricordano che la ferita dell’omicidio di Falcone non si è mai sanata.

Di4ri: recensione della nuova serie Netflix

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Di4ri: recensione della nuova serie Netflix

In un panorama cinematografico e televisivo saturo, in cui la scelta di “cosa guardare stasera” diventa sempre più difficile, con Di4ri Netflix propone la prima serie italiana per ragazzi, affidando la regia a Alessandro Celli (Mondocane) e andando a riempire un vuoto e quindi ad accontentare una fetta di pubblico, quello dei ragazzi sulla soglia della pubertà, che fino a questo momento non poteva ancora dirsi rappresentato.

Di4ri è una serie corale

In Di4ri, seguiamo le avventure di Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava), i ragazzi della 2°D della scuola media di Marina Piccola, giovani protagonisti di drammi, amicizie, confessioni, difficoltà, compiti e sfide sul campo di basket che si consumano nei corridoi della scuola, tra sospiri e incomprensioni, in quegli anni formativi fondamentali per i giovani adulti che questi ragazzi diventeranno.

La serie, prodotta da Stand By Me e che debutta il 18 maggio in Italia e dal 26 luglio in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, è divisa in 15 episodi che rappresentano, come da titolo, il diario personale di ognuno dei protagonisti. In ogni puntata si assume infatti il punto di vista di uno dei ragazzi, cosa che crea non solo un racconto realmente corale, ma che evita la figura superiore del narratore, dal momento che con sguardo in macchina e battute e domande rivolte agli spettatori stessi, sono proprio i protagonisti a raccontarsi e a spiegarsi, trovando la loro voce personale tra le vicende, più o meno importanti, che accadono loro.

I temi toccati dalla serie sono molteplici, dalla scoperta della propria sessualità, alle ricadute che una separazione può avere su un figlio, passando per le troppe pressioni da parte della famiglia, ma anche la dislessia, l’ansia di crescere, la solitudine, le prime mestruazioni e l’accettazione di sé.

di4riLa cura con cui Di4ri è realizzato indica una grande attenzione al racconto, alle location, alla ricercatezza con cui si mettono in scena le situazioni e a come si sviluppano gli eventi,.

La forza del singolo è nel gruppo

Quello in cui la serie eccelle è la rappresentazione di come, a quell’età, la cosa più importante per ogni ragazzo sia l’amicizia, e come proprio attraverso questo legame ognuno dei protagonisti trova la forza per risolvere la sua difficoltà, per riconoscerla e per poter così progredire. In questo modo, i vari protagonisti, nel corso dell’intera stagione, arrivano ad essere un gruppo e tutti si scoprono in debito con quell’entità sociale che li ha aiutati, sorretti, protetti e riconosciuti in quanto se stessi.

Di4ri si avvale anche della partecipazione di Fortunato Cerlino, nel ruolo del collaboratore scolastico Paolo, una figura marginale per le vicende, ma comunque di riferimento per i nostri giovani protagonisti. Paolo è infatti un riassunto di tutti gli aspetti positivi che un adulto possiede agli occhi di un ragazzino: è saggio e dà consiglio, è sempre disposto ad ascoltare i suoi ragazzi e qualche volta si fa aiutare da loro, allo stesso tempo è loro amico e complice, senza mai perdere quel ruolo di autorevolezza che gli permette di essere un riferimento e una guida. La serie si impreziosisce anche del cameo di Larissa Iapichino, campionessa juniores di salto in lungo, e di Tancredi, che presta il suo nuovo singolo, “Isole”, alla sigla della serie e che compare in due episodi.

Di4ri, la serie italiana Netflix

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Di4ri, la serie italiana Netflix

Di4ri, è la nuova serie italiana Netflix, in 15 episodi, prodotta da Stand By Me, che racconta le storie e le emozioni di un gruppo di compagni di classe di seconda media.

Di4ri: quando esce e dove vederla in streaming

Di4ri debutterà  il 18 maggio su Netflix  e da fine luglio sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Di4ri: trama e cast

Ogni episodio è raccontato dal punto di vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale con il suo sguardo sugli avvenimenti della classe: i ragazzi parleranno direttamente allo spettatore mostrando i loro sentimenti senza filtri. In questo modo, da un episodio all’altro, le vicende di Pietro, Livia, Isabel, Daniele, Monica, Giulio, Mirko e Arianna si intrecciano in un racconto corale capace di restituire le diverse sfaccettature della vita dei preadolescenti: è il racconto di un’età delicata in cui sbocciano le individualità dei ragazzi e al tempo stesso cresce la loro identità di gruppo.

Di4ri entrerà quindi nella vita e nelle emozioni di tutti i giorni dei ragazzi della 2D tra gioie, drammi, primi amori, primi baci divertimento e qualche volta qualche litigio. Tra i temi della serie ci saranno anche il coming out, le ricadute di un matrimonio in crisi, le aspettative dei genitori, la dislessia, l’ansia di crescere, la solitudine e l’accettazione. La colonna sonora della serie sarà sulle note di “Isole”, il nuovo singolo di Tancredi (Warner Music) che sarà anche guest star in due episodi.

I giovanissimi otto protagonisti di Di4ri sono Andrea Arru (Pietro), Flavia Leoni (Livia), Sofia Nicolini (Isabel), Biagio Venditti (Daniele), Liam Nicolosi (Giulio); Federica Franzellitti (Monica), Francesca La Cava (Arianna), Pietro Sparvoli (Mirko). Nel cast della serie è presente anche Fortunato Cerlino, nel ruolo del simpatico bidello Paolo. Special guest sara’ anche Larissa Iapichino, campionessa juniores di salto in lungo, in una puntata che avrà al centro una gara di triathlon.

Oltre a Di4ri, la prima serie italiana per ragazzi di Netflix, nell’area Kids & Family arriveranno il Mostro dei Mari, il nuovo film d’animazione che sarà disponibile dall’8 luglio con la regia del Premio Oscar Chris Williams  e la nuova serie “Kung Fu Panda the Dragon Knight”, prodotta da DreamWorks Animation.

Di4ri: trailer

PERSONAGGI di Di4ri

LIVIA MANCINI (Flavia Leone)

Dodici anni, sportiva, perfezionista. Livia si preoccupa sempre di compiacere i genitori e gli insegnanti, che non si rendono conto che Livia è molto di più. È una ragazza appassionata e grintosa, ha uno spirito indipendente che durante la serie emerge sempre di più, anche grazie a Pietro, sorprendendo prima di tutto se stessa. Al punto che Livia deciderà che non le importa più di compiacere gli altri e si dedicherà a ciò che le importa davvero.

PIETRO MAGGI (Andrea Arru)

Pietro è sempre sicuro di sé e del suo carisma. O così sembra. In realtà, ogni giorno deve fare i conti con i litigi continui dei genitori e con le sopraffazioni dei ragazzi di terza media. Come se non bastasse, si sta innamorando dell’unica ragazza che sembra immune al suo fascino. Ma se hai con te una squadra di amici fantastici niente è impossibile, neanche guidare la rivolta della classe contro l’imminente chiusura della scuola.

ISABEL DIOP (Sofia Nicolini)

Isabel è una ragazza solare e ottimista che non si ferma davanti a niente. Per lei nulla è impossibile. È per questo che in classe tutti finiscono per chiederle aiuto, senza che lei si tiri mai indietro. Grazie al suo talento, entra a far parte della squadra di basket, diventandone il capitano e assumendo un ruolo decisivo nella partita contro gli arroganti ragazzi di terza media.

MIRKO VALENTI (Pietro Sparvoli)

Mirko è un ragazzo timido e introverso, trasferitosi da poco da Roma. All’inizio decide di frequentare i ragazzi di terza contando sul supporto del fratello maggiore, Damiano. Quando scopre che lui e Daniele hanno molto in comune inizia però a distaccarsene, integrandosi sempre di più all’interno della 2D. Quello che scoprirà alla fine del suo percorso è che per lui c’è un gruppo di amici addirittura migliori di quelli che aveva a Roma.

DANIELE PARISI (Biagio Venditti)

Daniele è un ragazzo maturo ed è un punto di riferimento per i suoi compagni di classe, che lo considerano intelligente e generoso. Si prende una cotta per Mirko e dopo una prima delusione, nel corso della serie troverà l’amore in modo inaspettato.

GIULIO PACCAGNINI (Liam Nicolosi)

Giulio è un tipo irriverente, dalla battuta sempre pronta. Soffre di una leggera dislessia, che, nonostante all’inizio rappresenti un ostacolo, col tempo gli permetterà di mostrare il suo lato più fragile e guadagnarsi l’affetto sincero dei compagni. È molto legato a Pietro, il suo migliore amico, ed è innamorato di Arianna, che però non sembra ricambiare.

MONICA PIOVANI (Federica Franzellitti)

Monica è una ragazza insicura e impacciata. Due sole cose le danno sicurezza: l’amicizia con Isabel e l’impegno nello studio. A poco a poco uscirà dalla sua comfort zone rivelando a tutti la sua capacità di ascoltare e comprendere gli altri. A quel punto non solo Isabel, ma tutti i suoi compagni capiranno quanto Monica sia un’amica preziosa.

ARIANNA RINALDI (Francesca La Cava)

Arianna è la tipica ragazza carina e snob della classe: capricciosa, inarrivabile e inevitabilmente un po’ sola, imprigionata in un ruolo che non le appartiene davvero. Il suo comportamento cambierà quando, in un momento di difficoltà, scoprirà nei suoi compagni, finora mai considerati, degli alleati preziosi.

Partecipazione speciale: Fortunato Cerlino nel ruolo di PAOLO AGRESTI

Paolo, il collaboratore scolastico, è un uomo solo, divorziato e lontano dal figlio Fabrizio. È legato in particolar modo a Pietro, che soffre per la separazione dei genitori, e a Giulio, che gli ricorda Fabrizio. Paolo si unirà alla ribellione dei ragazzi della 2D e, grazie ai consigli di Pietro, recupererà il rapporto con il figlio.

NOTE DI REGIA di Di4ri

Sin dalla primissima lettura del concept e dei soggetti di serie, mi sono appassionato a Di4ri, pensando che avesse tutte le caratteristiche di un progetto con una forte identità e che presentasse alcuni aspetti molto nuovi e stimolanti dal punto di vista della regia.

L’idea fondante chiamava a un’interessante sfida creativa: dirigere un racconto di formazione corale e allo stesso tempo intimo, in cui i ragazzi fossero di continuo protagonisti e personaggi secondari. Un diario collettivo in cui usare le voci narranti combinate a degli “a parte” teatrali per parlare direttamente al pubblico, guardando la macchina da presa per condividere le emozioni. Tutto questo rivolgendosi a spettatori che non sono teenager, ma il target più giovane e delicato dei pre-adolescenti.

Il vero punto di forza della serie sono le tematiche affrontate e il tono e la sensibilità con cui i nostri giovani interpreti hanno deciso di incarnare le storie. Abbiamo messo i personaggi al centro del nostro mondo, adottando uno stile di recitazione capace di integrare le loro idee, tentando di lasciare una piccola parte di sorpresa e di magia da creare sul set con l’improvvisazione. Per questa ragione il casting è stata un’operazione fondamentale: una selezione lunga e meticolosa, soprattutto considerato il fatto che praticamente quasi tutto il gruppo di lavoro scelto è esordiente.

Per quanto concerne gli aspetti visivi del racconto, come prima stagione, dovevamo creare da zero il mondo di Marina Piccola. L’obiettivo è stato quello di proporre un’ambientazione italiana ma allo stesso tempo compatibile con un immaginario internazionale di vita scolastica pre-liceale. Ho pensato si potesse esportare un modello di vita isolana iconica e molto mediterranea perché ha tutti gli elementi di una bellezza aspirazionale. Quindi come scelta cromatica è stato importante il dialogo con il direttore della fotografia per ottenere una palette di colori accogliente, che portasse subito negli occhi il mare e che emotivamente invitasse lo spettatore ad accogliere le tematiche intime più delicate con grande trasparenza, e mai con la cupezza che spesso accompagna il racconto dell’adolescenza.

Non c’è un solo stile di riprese. Le inquadrature sono state libere di interpretare il testo e di avvalersi dell’intimità della macchina a mano nelle scene più relazionali e di improvvisazione, mentre ad esempio nelle scene di sport e di movimento si è scelto uno stile più posato, che usa carrelli, cameracar e droni, soprattutto nel seguire i personaggi quando sono raccontati insieme all’ambiente che li circonda, l’isola, l’altro grande protagonista di questa storia.

Di Alessandro Celli

NOTE DI PRODUZIONE

La serie DI4RI è un racconto corale delle storie di un gruppo di compagni di classe di seconda media. Ogni episodio copre l’arco temporale di una settimana scolastica, dal lunedì al venerdì, ed è raccontato dal punto vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale, con il suo peculiare sguardo sugli avvenimenti della classe. Il racconto è quindi un mosaico composto da otto voci, che restituiscono le diverse sfaccettature della vita dei preadolescenti. Questa dimensione la ritroviamo nelle scene, che sono per questo spesso corali.

La serie è ambientata in un posto di fantasia, un’isola italiana che volutamente non è identificata per renderla universale. D’altro canto i luoghi – dalla scuola, alle case, agli esterni – sono tutti reali, non c’è nulla di finto o ricostruito: non sono stati utilizzati teatri di posa. L’intenzione era quella di immergere gli attori in ambienti autentici, per metterli a loro agio e per lasciare spazio alla spontaneità e – a volte – all’improvvisazione.

Sul set è stato impegnato un cast molto numeroso, con otto protagonisti, più di venti attori secondari e oltre settecento comparse, con una troupe di circa 60 persone e una seconda unità. Le riprese, che hanno impegnato cast e troupe per circa quattro mesi, sono state realizzate prevalentemente a Roma e ad Ischia. Un set è stato aperto vicino a Bracciano, dove sono state realizzate le scene nel campo da basket e sulla pista d’atletica.

DI4RI, annunciata la data d’uscita della seconda stagione

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DI4RI, annunciata la data d’uscita della seconda stagione

Netflix annuncia che i primi 7 episodi della seconda stagione di DI4RI, la serie italiana Netflix di successo per ragazzi creata da Simona Ercolani prodotta da Stand By Me, saranno disponibili in Italia dal 14 settembre 2023,  e prossimamente in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

I giovani protagonisti della serie Andrea Arru, Flavia Leone e Fiamma Parente, insieme al regista Alessandro Celli e alla showrunner Simona Ercolani, presentano oggi in anteprima al  Giffoni Film Festival la nuova stagione con la proiezione del primo episodio e un incontro con i giurati della sezione Elements (+10 anni) del Festival.

In questa seconda stagione ritroviamo le vicende dei protagonisti che ora fanno parte della 3°D: Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava). A loro si aggiunge la new entry Bianca (Fiamma Parente), una ragazza talentuosa che si trova da subito benissimo con il gruppo di amici di suo cugino Giulio. Nel cast della serie, che vede la partecipazione di Pow3r e di Luciano Spinelli, anche Emily Shaqiri (Katia) e Gabriele Taurisano (Roby).

DI4RI, la seconda stagione

Che cosa è successo ai ragazzi della 2°D dopo l’occupazione? Saranno rimasti in classe insieme nella scuola di Marina Piccola? E Livia avrà perdonato Pietro dopo aver scoperto della scommessa? La seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste domande e dall’arrivo di un nuovo personaggio, quello di Bianca, la cugina di Giulio, una ragazza talentuosa e solare che saprà integrarsi nel gruppo con la sua vitalità e la capacità di capire gli altri.

In questa seconda stagione i nostri protagonisti affronteranno il loro terzo e ultimo anno di medie. Un anno indimenticabile e carico di sfide, che si chiuderà con la prima prova importante della loro vita, l’esame di terza media, e con una scelta determinante: che cosa fare dopo? Se ognuno dovrà prendere la propria strada, l’amicizia sopravviverà alla separazione?

Anche in questa stagione il racconto dei protagonisti rompe la quarta parete e si rivolge direttamente allo spettatore: ogni episodio si concentra su uno dei nove protagonisti, raccontando le dinamiche scolastiche attraverso il suo punto di vista e, allo stesso tempo, affrontando con taglio moderno e realistico la sua storia personale che diventa tematica e universale. I temi affrontati sono diversi: la ribellione, l’ansia per il proprio futuro, l’affermazione di sé, il bullismo femminile, il senso di appartenenza ad un gruppo, l’accettazione dei nuovi partner dei genitori, l’amore e l’amicizia. La verità e il realismo con cui sono state raccontate le storie e le emozioni dei ragazzi durante la prima stagione saranno il punto di forza anche della seconda.

DI4RI seconda stagione, recensione della serie Netflix

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DI4RI seconda stagione, recensione della serie Netflix

Si conclude con gli episodi disponibili su Netlix nella giornata del 6 dicembre 2023 la seconda stagione di Di4ri, la serie pre-teen per eccellenza della grande N rossa. Prodotta dalla Stand By Me di Simona Ercolani (che ne è anche creatrice e autrice) e diretta da Alessandro Celli, la storia continua a raccontare il percorso umano e scolastico dei giovani Pietro (Andrea Arru), Giulio (Liam Nicolosi), Isabel (Sofia Nicolini), Monica (Federica Franzellitti) e Livia (Flavia Leone) che, insieme ai loro compagni della 3°D, sono chiamati ad affrontare le conseguenze dei litigi e delle tensioni che hanno colpito il loro gruppo dal momento in cui hanno iniziato a comprendere che ben presto, le loro vite, li avrebbero portati a dividersi, cambiandoli  per sempre.

Di4ri diventa grande

E proprio la paura del cambiamento è l’argomento attorno al quale ruotano questi nuovi quattordici episodi che, affrontando i piccoli, enormi, problemi di una classe di terza media, mostrano un incremento qualitativo importante nell’economia di una serie che già si era fatta notare con una prima stagione interessante seppur non perfetta. Di4ri, adesso, è pronta a ritagliarsi un posto di tutto prestigio nel mondo dei seriali dedicati alla pre-adolescenza.

E lo fa semplicemente ricordandoci che i drammi e i divertimenti affrontati dai suoi protagonisti  sono quelli che tutti noi abbiamo vissuto preparandoci ad affrontare gli orrori e le meraviglie del vero e proprio Vietnam della vita: l’adolescenza. O, come la chiamerebbe Makkox in modo ancora più preciso: la Dolescenza.

Perché tra gli undici e i tredici anni – ce l’ha insegnato Todd Solondz in “Fuga dalla scuola media” (venendo premiato per questo al Sundance del 1996), ma ce ne rendevamo conto anche noi semplicemente guardandoci allo specchio – eravamo tutti bruchi in attesa di trasformarci in farfalle. O morire metaforicamente nel tentativo.

Desiderosi di lasciarci alle spalle l’infanzia, ma ancora ben lontani dal diventare adulti, prima di entrare nell’adolescenza si ha solo paura di perdere quei pochi punti fermi che sembrano stabili nel tempo: i genitori e gli amici. E questo, Ercolani e Celli lo hanno capito benissimo, facendone il centro e il fulcro del loro racconto. Un racconto di formazione che mette in scena tutta la fatica ma anche la straordinaria bellezza del crescere insieme. Anche quando tutto sembra crollare.

Di4ri, le paure della seconda stagione

E la tempesta perfetta, in questo caso, sono sì, gli esami di terza media ma soprattutto la terribile ipotesi che la classe non resterà unita dopo quest’ultima grande prova e anzi, andrà a sparpagliarsi in vari licei per seguire le inclinazioni personali di alcuni di loro. Il “patto del falò” è quindi infranto, Pietro vede sgretolarsi le sue certezze, Giulio e Monica non sono mai sembrati così lontani, mentre Livia è ancora lì, cosa che non mette certo di buon umore Isabel.

La paura di stare male o far soffrire gli altri, i problemi con i propri genitori, il bisogno, la voglia e la necessità di essere felici, il confronto tra passato e presente per scoprire cosa si era e cosa si sta diventando, il conflitto con le persone amate, l’amicizia, l’orrore del bullismo, i ricatti, la forza di dar voce alla sofferenza e la lotta per il conseguimento dei propri desideri, sono gli argomenti attorno a cui ruota questa seconda stagione. Temi che portano gli spettatori a conoscere meglio ognuno dei protagonisti della serie, anche grazie alla consolidata scelta narrativa di rompere la quarta parete e portarci nei pensieri di ognuno di loro.

La necessità di farsi forza a vicenda

Di4ri, si dimostra così una serie che, mantenendo sempre il suo tono leggero e senza mai perdere né quel tocco di valenza educativa, né tantomeno il piglio pop e colorato, sa giocare coi registri narrativi alternando commedia, dramma, romanticismo e divertimento, ponendosi come guida verso i giovani spettatori nel riuscire a gestire i conflitti che gli vengono posti dalla loro quotidianità. Una serie che non nasconde l’arrivo delle tempeste, ma che dimostra come riuscire ad affrontarle. Soprattutto se si è tutti sotto lo stesso tetto e bisogna farsi forza a vicenda.

DI4RI seconda stagione, il trailer e il poster

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DI4RI seconda stagione, il trailer e il poster

Netflix rilascia il trailer dei primi 7 episodi della seconda stagione di DI4RI, la serie italiana Netflix di successo per ragazzi creata da Simona Ercolani, prodotta da Stand By Me, che saranno disponibili in Italia dal 14 settembre, e prossimamente in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Le nuove immagini sono accompagnate dalle note di “CASTELLO DI SABBIA” (Columbia Records/Sony Music Italy), il nuovo singolo di LDA, artista in gara tra i Big della 73^ edizione del Festival di Sanremo con “Se poi domani”. Disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali da oggi venerdì 8 settembre, “Castello di sabbia”, colonna sonora perfetta per la fine dell’estate e per i nuovi inizi, sarà la sigla della seconda stagione di DI4RI.

Nei nuovi episodi ritroviamo i protagonisti che ora fanno parte della 3°D: Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava). A loro si aggiunge la new entry Bianca (Fiamma Parente), una ragazza talentuosa e solare che si trova da subito benissimo con il gruppo di amici di suo cugino Giulio.

Nel cast della serie, che vede la partecipazione di Pow3r e di Luciano Spinelli, anche Emily Shaqiri (Katia) e Gabriele Taurisano (Roby). La serie, scritta da Simona Ercolani, con Mariano Di Nardo, Livia Cruciani, Serena Cervoni, Maria Sole Limodio, Flavio Nuccitelli, Angelo Pastore, è diretta da Alessandro Celli.

La trama di DI4RI seconda stagione

Che cosa è successo ai ragazzi della 2°D dopo l’occupazione? Saranno rimasti in classe insieme nella scuola di Marina Piccola? E Livia avrà perdonato Pietro dopo aver scoperto della scommessa? La seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste domande e dall’arrivo di un nuovo personaggio, quello di Bianca, la cugina di Giulio, una ragazza talentuosa e solare che saprà integrarsi nel gruppo con la sua vitalità e la capacità di capire gli altri.

In questa seconda stagione i nostri protagonisti affronteranno il loro terzo e ultimo anno di medie. Un anno indimenticabile e carico di sfide, che si chiuderà con la prima prova importante della loro vita, l’esame di terza media, e con una scelta determinante: che cosa fare dopo? Se ognuno dovrà prendere la propria strada, l’amicizia sopravviverà alla separazione?

Anche in questa stagione il racconto dei protagonisti rompe la quarta parete e si rivolge direttamente allo spettatore: ogni episodio si concentra su uno dei nove protagonisti, raccontando le dinamiche scolastiche attraverso il suo punto di vista e, allo stesso tempo, affrontando con taglio moderno e realistico la sua storia personale che diventa tematica e universale. I temi affrontati sono diversi: la ribellione, l’ansia per il proprio futuro, l’affermazione di sé, il bullismo femminile, il senso di appartenenza ad un gruppo, l’accettazione dei nuovi partner dei genitori, l’amore e l’amicizia. La verità e il realismo con cui sono state raccontate le storie e le emozioni dei ragazzi durante la prima stagione saranno il punto di forza anche della seconda.

DI4RI – Seconda stagione: recensione della prima parte della serie Netflix

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Dopo il successo della prima stagione, Netflix propone dal 14 settembre la prima parte della seconda stagione di DI4RI, la serie ideata da Simona Ercolani, che guida anche la squadra di sceneggiatori, e diretta da Alessandro Celli.

DI4RI, dove eravamo rimasti?

La prima stagione si era chiusa su due grandi interrogativi: i ragazzi della 2° D saranno costretti a lasciare la scuola di Marina Piccola? E poi, Pietro riuscirà a farsi perdonare da Livia, dopo essere stato scoperto a scommettere sul loro giovane amore? La seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste due importanti domande, arricchendo il cast con una new entry davvero irresistibile.

La seconda stagione di DI4RI vedrà i ragazzi confrontarsi con il terzo anno delle scuole medie, un periodo, per chi se lo ricorda, particolarmente complesso. L’infanzia lascia spazio definitivamente all’adolescenza, il futuro e le prime prove della vita incombono sulle vite spensierate dei protagonisti, quelle amicizie solide che nascono trai banchi di scuola, così pure e totalizzanti, vengono duramente messe alla prova dai fantasmi della separazione, che inevitabilmente aspetta i protagonisti alla fine dell’anno scolastico. Non solo, questa volta, la fine della scuola significa anche il tempo dell’esame di terza media, il primo vero test che si presenta davanti a questi ragazzi. Riusciranno tutti a superarlo? E la loro amicizia sopravviverà alla separazione, quando ognuno di loro prenderà la propria strada?

Il pubblico è il vero diario

Come per la prima, anche la seconda stagione di DI4RI utilizza l’espediente della rottura della quarta parete: ogni personaggio si rivolge alla camera e quindi allo spettatore quando riflette ad alta voce su ciò che gli accade o su quello che prova in un determinato momento, come se il pubblico fosse il diario del titolo, con cui il personaggio condivide la propria storia, i propri punti di vista, il proprio vissuto che, per quanto giovane e qualche volta ingenuo, è considerato, a quell’età giustamente, il centro del mondo.

E ogni episodio ha un centro diverso, un protagonista preciso che porta avanti tutta la narrazione, ma da un punto di vista specifico. Così, se in un episodio la storia è raccontata dal punto di vista di Pietro e procede, raccontando delle piccole evoluzioni del suo rapporto con altri personaggi e delle dinamiche che ne conseguono, in quello successivo saranno Livia o Isabel a essere le protagoniste, quelle che parlano allo spettatore, portando avanti la storia di tutti i compagni di classe.

La dimensione della classe, poi, del gruppo coeso è qualcosa di ancora più forte e determinante in questa seconda stagione, forse per la maggiore consapevolezza che ogni personaggio ha delle proprie relazioni con gli amici, ma anche per il fatto che la classe reagisce ai cambiamenti che deve affrontare in maniera compatta, in una reciproca ricerca di affetto e supporto. Certo, per i giovani amici sarà complicato riuscire a capirsi, la scelta della scuola superiore li mette di fronte a un bivio in cui è difficilissimo scegliere la strada da percorrere: si resterà fedeli agli amici facendo una scelta di gruppo oppure ognuno seguirà le proprie ambizioni con il rischio di perdersi per sempre? Sono paure e domande che chiunque sia sopravvissuto alle scuole medie e alla scelta della scuola superiore si è fatto, e quindi dal lato adulto di questa dinamica potrebbero sembrare preoccupazioni di poco conto nel grande disegno della vita. Tuttavia, DI4RI non è certo indirizzato a un pubblico adulto, e quindi sarà interessante vedere come il pubblico più giovane reagirà a questo tipo di narrazione.

I temi universali della seconda stagione

E sarà allo stesso modo interessate capire in che modo il pubblico giovane di riferimento della serie assorbirà e reagirà ad alcune delle tematiche affrontate in questa seconda stagione. I problemi di fronte ai quali si cimentano di volta in volta i ragazzi finiscono per assumere carattere universale in quanto, forse in maniera un po’ troppo schematica, ripercorrono quelle che possono essere problemi cardine di quell’età così straordinaria e delicata. Ci sono le vittime di bullismo, chi invece vuole trasgredire le regole per ribellarsi, chi vuole eccellere nello sport, chi si innamora del ragazzo di un’altra, chi deve accettare le decisioni dei genitori e chi ha un sogno da realizzare, tutte storie che costituiscono l’ossatura della serie.

Naturalmente il cast della prima stagione torna al completo: Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava) ai quali si aggiunge Bianca (Fiamma Parente), una ragazza talentuosa e solare che si trova da subito benissimo con il gruppo di amici di suo cugino Giulio.

La confezione di DI4RI seconda stagione fa un ulteriore sforzo per mettere in scena uno show vivace, intelligente e molto giovanile, che ha fatto tesoro dell’esperienza del primo ciclo e che è pronta a osare un po’ di più, sia nella distribuzione delle nuove puntate (in due parti), sia nello sforzo di rendere verosimili dialoghi, dinamiche e emozioni che i giovani attori passano all’altrettanto giovane pubblico.

Di nuovo posticipata l’uscita di Tenet di Christopher Nolan

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Di nuovo posticipata l’uscita di Tenet di Christopher Nolan

La Warner Bros. ha di nuovo posticipato l’uscita in sala di Tenet, il nuovo e attesissimo film di Christopher Nolan. Si tratta del secondo spostamento per il film che inizialmente doveva essere nelle sale il 17 luglio. A causa della pandemia, la produzione ha deciso di spostare l’uscita al 31 luglio, ma adesso si è deciso per una data ancora più cauta, il 12 agosto.

“La Warner Bros si impegna a portare Tenet al pubblico del cinema, in sala, sullo schermo, quando gli esercenti saranno pronti e la salute pubblica dirà ufficialmente che è tempo – ha dichiarato lo studio – In questo momento abbiamo bisogno di essere flessibili, e non stiamo trattando questo come una tradizionale uscita di un film. Stiamo valutando di far uscire il film a metà settimana, per permettere al pubblico di scoprire il film nei loro tempi, e pensiamo di pianificarlo a lungo, per un periodo superiore alla norma, per sviluppare una strategia di distribuzione differente ma di successo.” Ricordiamo che il budget di Tenet è stato ufficializzato per una cifra di 200 milioni di dollari.

Lo studio ha anche posticipato la ri-uscita al cinema di Inception, in occasione dei suoi 10 anni, al 31 luglio. 

Tenet: cosa significa il titolo del nuovo film di Christopher Nolan?

Protagonisti del film oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Tenet arriverà al cinema il 03 Agosto 2020. Christopher Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

Di nuovo in Gioco: recensione del film di Robert Lorenz

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Di nuovo in Gioco: recensione del film di Robert Lorenz

Arriva al cinema Di nuovo in Gioco, il film diretto da Robert Lorenz con protagonisti nel cast Clint Eastwood, Amy Adams, Justin Timberlake.

In Di nuovo in Gioco Gus Lobel (Clint Eastwood) è uno scout degli Atlanta Braves, squadra professionistica di baseball della Major League Baseball, nonché uno dei migliori scout di sempre. L’avanzare dell’età e dei problemi alla vista lo costringono però a farsi aiutare dalla figlia Mickey (Amy Adams), con la quale non è mai stato in buoni rapporti, per andare in Nord Carolina ad esaminare una nuova promessa. A complicare la situazione ci sarà Johnny Flanagan (Justin Timberlake), scout di una squadra avversaria che si innamora di Mickey. Il viaggio insieme permetterà a padre e figlia, nonostante le differenze, di comprendere reciproche verità rimaste nascoste per troppo tempo.

Fedelissimo collaboratore del grande Clint, Robert Lorenz ha finalmente portato sullo schermo il suo primo film da regista, dopo anni di seconda unità per l’autore di Million Dollar Baby e Mystic River. Per Lorenz, Clint ha addirittura infranto la sua promessa che lo voleva “finito” come attore dopo Gran Torino, ed è tornato a recitare per un amico che lo ha trasformato in un insopportabile vecchio bisbetico patito di baseball e incapace di accettare la vecchiaia che avanza.

Accanto a Eastwood, Lorenz ha raccolto due dei giovani attori più talentuosi della loro generazione: la rossa Amy Adams, già balzata agli occhi dell’Academy e in continuo miglioramento anche in ruolo non troppo impegnati; e Justin Timberlake, l’ex cantante che sta collezionando sempre più ruoli di vario genere, con costante bravura. E’ certo che Eastwood sia rientrato, letteralmente, in campo solo per far felice ed aiutare il fedele assistente, ma è pur vero che come interpreta il vecchio burbero lui, non ci riesce nessuno, soprattutto se affiancato da un giocondo John Goodman sempre in vena di sorrisi e pacche sulle spalle.

La storia, che mescola film sportivo a dramma familiare con tanto di appendice romantica, è ben raccontata, con personaggi adeguati e attori in parte. Di nuovo in Gioco, come al solito assurdo titolo italiano di Trouble with the Courve, è un film che procede senza grosse emozioni, un po’ sonnolento nella parte iniziale, che ricorda per tema e ambientazione il recente, e di tutt’altro livello, L’arte di Vincere – Moneyball con Brad Pitt, e che porta di nuovo sullo schermo uno sport amatissimo oltreoceano ma che da noi fatica ad affermarsi contro le tarature calcistiche dell’italiano medio.

Il plot principale relativo al baseball e al rapporto padre/figlia, viene messo da parte per poco tempo a favore di quello romantico, gestito dalla coppia Timberlake/Adams,. Ma quello che si evidenzia, soprattutto nel finale, è che la storia, costruita sul personaggio di Gus, e sul suo rapporto con il baseball e con Mickey, poteva rimanere in piedi anche senza il belloccio di turno. Di nuovo in gioco è una commedia a sfondo sportivo/sentimentale che intrattiene senza emozionare. Non il miglior film dell’Eastwood attore, ma nemmeno il peggiore.

Di nuovo in gioco in Blu-ray dal 20 Marzo 2013

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di-nuovo-in-gioco-filmIl premio Oscar® Clint Eastwood, l’attrice nominata all’Oscar® Amy Adams e Justin Timberlake sono i protagonisti di Di nuovo in gioco, la seconda prova da regista di Robert Lorenz.

Di noi 4: recensione della commedia di Emanuele Gaetano Forte

Di noi 4: recensione della commedia di Emanuele Gaetano Forte

A dieci anni ti chiedi cosa scrivere nella letterina di Natale. A venti quale strada seguire per dare un senso al futuro. A trenta cerchi un lavoro che non sia solo uno stipendio, ma anche una direzione. Poi si avvicinano i quaranta, e con loro il tempo che accelera, insieme alla consapevolezza che costruire qualcosa di autentico, magari una famiglia, è ormai più un desiderio che un progetto. È a questa fase della vita che guarda Di noi 4, una commedia delicata e profonda, al cinema dal 31 marzo.

Diretto da Emanuele Gaetano Forte, al suo secondo lungometraggio, Di noi 4 è un’intensa opera indipendente, nata da un processo creativo collettivo e partecipato. La scrittura e il lavoro sul set hanno coinvolto anche gli attori-autori Giovanni Anzaldo e Giulia Rupi, che insieme a Forte compongono il collettivo MUMBLE GROUP. Insieme, hanno dato vita a un ritratto sincero e commovente della generazione millennial italiana: sospesa tra aspettative ereditate e sogni propri, tra un’infanzia che resiste nei ricordi e un’età adulta che incalza senza più attendere.

Foto tratta dal film Di Noi 4 di Emanuele Gaetano Forte.
Foto tratta dal film Di Noi 4 di Emanuele Gaetano Forte.

Cosa racconta Di noi 4?

Le feste di compleanno possono essere momenti imbarazzanti e persino angoscianti, sia per chi deve spegnere le candeline, sia per chi si ritrova a cantare Happy Birthday con un sorriso di circostanza. Alda (Giulia Rupi), Pier (Elio D’Alessandro), Giamma (Giovanni Anzaldo) e Rachel (Roberta Lanave) sono due coppie di amici storici che si riuniscono una sera per cena, proprio in occasione del compleanno di Alda. Tra una bottiglia di vino e l’altra, la conversazione si sposta presto su sogni e desideri, come quello, semplice eppure oggi complicatissimo, di avere un figlio.

Un desiderio che, nella loro realtà fatta di precarietà e instabilità economica, sembra sempre più lontano. I quattro, trentacinquenni e disillusi, vivono in una società che non li sostiene, anzi, spesso li respinge, lasciandoli sospesi in un limbo di insoddisfazione, frustrazione e sogni infranti. Eppure, in mezzo a tutto questo, c’è qualcosa che resiste: la loro amicizia, così solida e profonda da sembrare una famiglia… una famiglia alternativa, rivoluzionaria, costruita da quattro genitori e, forse, un unico possibile figlio.

Di noi 4 - In foto a sinistra Alda (Giulia Rupi) e a destra Rachel (Roberta Lanave).
Di noi 4 – In foto a sinistra Alda (Giulia Rupi) e a destra Rachel (Roberta Lanave).

Il ritratto di una generazione, davanti e dietro la macchina da presa

In una società che ci chiede di essere sempre più veloci e prestanti, cosa richiede davvero più coraggio: accontentarsi di un lavoro che non si ama, o inseguire i propri sogni nonostante la precarietà e la speranza incerta? Alda, Pier, Rachel e Giamma rappresentano una fetta consistente dei millennials di oggi: Alda fatica a ottenere finanziamenti per i suoi progetti, Pier è un musicista indipendente che non scrive tormentoni, ma poesie (e chi ricorderebbe delle poesie?); Rachel è una laureata disoccupata che disprezza i figli degli altri, nascondendo il desiderio di averne uno tutto suo; Giamma, infine, è un’aspirante giornalista che scrive articoli che a stento riescono a suscitare l’interesse della sua stessa compagna.

Per rafforzare ancora di più questo senso di precarietà diffusa e di sogni che arrancano, Emanuele Gaetano Forte trasforma la sua stessa opera in una metafora vivente: un figlio difficile da far nascere, ostacolato dalla mancanza di fondi. Di noi 4, infatti, è un film privo di colonna sonora, non per scelta estetica, ma per necessità economica. La musica è assente, se non fosse per un espediente tanto semplice quanto poetico: alcune didascalie suggeriscono la canzone che avrebbe dovuto accompagnare la scena, lasciando così spazio alla libera immaginazione dello spettatore.

Di noi 4 - In foto a sinistra Giamma (Giovanni Anzaldo) e a destra Pier (Elio D’Alessandro).
Di noi 4 – In foto a sinistra Giamma (Giovanni Anzaldo) e a destra Pier (Elio D’Alessandro).

Ma non è tutto. Come racconta lo stesso Forte, non solo i mezzi a disposizione sono stati ridotti al minimo, ma anche la troupe è stata essenziale: “un solo fonico, un direttore della fotografia che ha ricoperto anche il ruolo di operatore, un focus puller e un aiuto regista tuttofare”. E come se non bastasse, l’intero film – fatta eccezione per una breve scena finale – è stato girato all’interno di quattro mura: una piccola casa in cui lo spettatore è invitato a entrare, ad accomodarsi e a lasciarsi coinvolgere da poco più di un’ora di realtà cruda, disperata e onesta. Il tutto ripreso a camera a mano, una scelta che restituisce ancora di più l’intimità e la fragilità delle emozioni in gioco, oltre a evidenziare l’artigianalità del prodotto.

La forza e i limiti di Di noi 4

Con originalità, autoironia e dolcezza, Di noi 4 si impone come un’opera autoriale, libera e leggera che vuole dare voce ed espressione a quell’universale sentimento di inadeguatezza e insoddisfazione che accomuna la generazione dei neoadulti di oggi; quella che vede la propria vita come una perenne corsa ad ostacoli in cui inciampare e indietreggiare sembra quasi inevitabile. Una generazione che vive di promesse malinconiche, asfissianti ritardi e continua ricerca di trovare il proprio posto nel mondo, oppure di inventarselo. Una generazione a cui sono più le possibilità negate che quelle date.

È così che Alda, Pier, Rachel e Giamma divengono l’incarnazione delle paure, delle frustrazioni, delle illusioni e disillusioni di tutti i millennials. Sono i volti di una generazione che, nonostante tutto, continua a coltivare speranze e attese, anche quando sembrano sfuggire di mano. Quelli che, di tanto in tanto, aprono ancora il cassetto dei sogni non del tutto dimenticati, cercando di non lasciarli andare, pur sapendo che il mondo che li circonda spesso non offre le risposte e le possibilità sperate.

Forte firma quindi una pièce teatrale per il grande schermo che cattura inevitabilmente l’attenzione del pubblico, riuscendo a trasmettere con decisione i sentimenti dei suoi personaggi. Sentimenti che non si limitano al desiderio di genitorialità, ma che abbracciano anche il più profondo bisogno di costruire sé stessi, di trovare un senso e un ruolo all’interno della società che li circonda.

Di noi 4. In foto (da sinistra a destra) Alda (Giulia Rupi), Giamma (Giovanni Anzaldo), Rachel (Roberta Lanave) e Pier (Elio D’Alessandro).
Di noi 4. In foto (da sinistra a destra) Alda (Giulia Rupi), Giamma (Giovanni Anzaldo), Rachel (Roberta Lanave) e Pier (Elio D’Alessandro).

Al di là della travolgente recitazione, degli apprezzabili espedienti tecnici e narrativi, che emergono dalla necessità di lavorare con un budget limitato e dalla scelta di raccontare una storia originale e autentica, Di noi 4 manca però di quel pathos travolgente o di quella spigliata dose di ilarità che avrebbero potuto trasformarlo in un’opera davvero indimenticabile. Il film, pur restando un prodotto interessante e con una forte capacità di comunicare il suo messaggio, non riesce a raggiungere quell’intensità emotiva che avrebbe dato la spinta per diventare veramente incisivo e memorabile.

L’opera di Forte si configura come un film dalla forte essenza e dal messaggio resiliente, capace di trattare temi universali con sincerità e chiarezza, ma che, purtroppo, non riesce a scalfire davvero le emozioni più profonde dello spettatore.

Di cosa parla esattamente Dune: Prophecy?

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Di cosa parla esattamente Dune: Prophecy?

Dune: Prophecy debutterà su Max il mese prossimo, ma la trama della serie è ancora misteriosa come le sabbie di Arrakis. Fortunatamente, Collider ha parlato con il cast e la troupe della prossima serie prequel di fantascienza al New York Comic Con di questo fine settimana all’interno del Collider Studio, e proprio come i piani secolari della Bene Gesserit, la trama della serie si sta mettendo a fuoco.

Alison Schapker, showrunner/produttrice esecutiva di Dune: Prophecy, ha dichiarato che la serie si svolgerà sulla scia della Jihad Butleriana, quando l’umanità si sollevò contro l’intelligenza artificiale. Vedrà la fondazione della sorellanza Bene Gesserit, l’enigmatica fazione che ha preparato Paul Atreides a diventare il messia galattico, come visto in Dune:

Questo spettacolo parla dell’origine delle Bene Gesserit, le sorelle che potreste aver visto nei film di Denis [Villeneuve] se li guardate. Siamo ambientati 10.000 anni prima del film, ma siamo in un futuro lontano. Siamo anche tra 10.000 anni, circa, e siamo all’ombra della Grande Guerra delle Macchine. Gli esseri umani hanno sconfitto l’intelligenza artificiale, le macchine pensanti sono state bandite e ora l’umanità è in un periodo di ricostruzione. A volte scherziamo dicendo che si tratta dei Secoli Bui di Dune. Le grandi scuole stanno risorgendo e una di queste è la sorellanza, la Bene Gesserit. Vedremo come sono salite al potere.

Chi recita in Dune: Prophecy?

La serie sarà incentrata su due sorelle della temibile famiglia Harkonnen, fondatrice della Bene Gesserit, interpretate da Emily Watson (Chernobyl) e Olivia Williams (The Crown). Abitano in una galassia governata dall’imperatore Javicco Corrino (Mark Strong, The Penguin) e dall’imperatrice Natalya (Jodhi May, Renegade Nell), e dalla loro rampolla, la principessa Ynez (Sarah-Sofie Boussnina, Knightfall). I membri della nascente sorellanza saranno interpretati da Faoileann Cunningham (The Northman), Aoife Hinds (Hellraiser), Chloe Lea (Foundation) e Jade Anouka (His Dark Materials). Shalom Brune-Franklin (Baby Reindeer) interpreterà un servitore Fremen, Desmond Hart (Raised by Wolves) un soldato che si oppone alla sorellanza e Chris Mason (Broadchurch) un membro della nobile famiglia Atreides.

Dune: Prophecy ha affrontato un viaggio impegnativo dalla pagina allo schermo. Ispirato al romanzo Sisterhood of Dune (La sorellanza di Dune), co-scritto da Brian Herbert (il figlio dell’autore di Dune Frank Herbert) e Kevin J. Anderson, ha subito una serie di cambiamenti creativi durante la pre-produzione, tra cui la sostituzione della star originale Shirley Henderson con Williams. Dune: Prophecy sarà trasmesso in anteprima a novembre su Max e SKY

Di Caprio sul set di Hoover

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leonardo-dicaprio

Leonardo Di Caprio e Armie Hammer sono ale prese con le riprese del prossimo film di Clint Eastwood sulla figura di J. Edgar Hoover. Just Jared ha pubblicato una prima foto dal set in cui vediamo i due attori recitare sulle scale del George Washington Masonic Memorial.

Di Caprio sarà Hoover

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Leonardo Di Caprio sarà J.Edgar Hoover nel biopic che sarà il prossimo impegno registico del grande Clint Eastwood.

Di Caprio per Eastwood

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Potrebbe essere Leonardo Di Caprio il protagonista del film biografico sul celebre e controverso primo direttore dell’FBI che è stato sceneggiato da Dustin Lance Black e verrà diretto da Clint Eastwood.

Di 3d e di corpi importanti.

Di 3d e di corpi importanti.


Salve Regina in 3D di Laura Bispuri. A volte basta poco, la terza dimensione in fondo non è altro che la prospettiva e la profondità. Laura Bispuri sembra aver seguito questo pensiero mentre girava il suo cortometraggio Salve Regina, presentato al Festival di Roma nella sezione Extra, curata da Mario Sesti, poco prima della proiezione di The Woodmans, un documentario sulla super-artistica famiglia della fotografa troppo presto scomparsa, Francesca Woodman.

Dheepan: recensione del film di Jacques Audiard

Dheepan: recensione del film di Jacques Audiard

Dheepan è un combattente della guerra d’indipendenza in Sri Lanka, sul suo volto vi è infatti inciso il dolore per tutti gli amici e i compagni sotterrati, per la perdita tragica della moglie e della figlia. A un passo dalla fine del conflitto, che potrebbe portare conseguenze nefaste per i ribelli, decide dunque di partire verso la Francia, terra di libertà e di integrazione. Parigi però non è ovunque bella come in cartolina, è una metropoli dalle forti ombre, dai grandi contrasti, e in compagnia di una donna e una ragazzina con cui simula una perfetta famiglia felice finisce in una banlieue piuttosto complicata. Una piazza di spaccio – non siamo lontani dalle vele di Scampia, come contesto – e cuore di una guerra fra clan che provoca continuamente sparatorie a cielo aperto.

Dheepan, un film dal tocco sensibile

Jacques Audiard prova a raccontare, con il tocco sensibile che tanto lo caratterizza, le difficoltà che persone come Dheepan trovano una volte giunte su territorio francese. La lotta per ottenere i giusti documenti, dunque la burocrazia, i lavori scadenti sotto pagati e una barriera linguistica inizialmente insormontabile. A tutto questo, per il personaggio del film, si aggiunge la guerriglia urbana, i controlli di zona, gli attentati e i morti in cortile. Morti che si portano dietro l’eco del sangue lasciato in Sri Lanka e che rendono oriente e occidente tristemente simili. È proprio questa violenza che fa scattare nella mente del protagonista una molla strana, vendicativa, gonfia di cieca rabbia; accade così che, con un machete in una mano e un cacciavite nell’altra, si torna in battaglia.

Dheepan

Un twist di sceneggiatura assolutamente inaspettato che cambia i connotati e il carattere all’intero film, probabilmente anche in modo eccessivo ed esagerato. Antonythasan Jesuthasan, che veste i panni del personaggio principale, si trasforma in un Liam Neeson dai tratti indiani, pronto a sfidare senza paura intere orde di criminali armato di molotov create con bottiglie di detersivo. Conoscendo il regista francese, sappiamo benissimo che la parentesi action è solo un pretesto per esplicitare come ogni realtà abbia i suoi fantasmi con cui lottare, però analizzando soltanto ciò che vediamo a schermo ci sembra che l’obiettivo di questo Dheepan sia – purtroppo – piuttosto confuso.

Mescola intenti e stili nonostante una regia solida e ben strutturata, impreziosita anche da alcuni momenti fotografici d’impatto. Resta il fatto che difficilmente chi ha amato Un Sapore di Ruggine e Ossa, Il Profeta o Tutti i Battiti del mio Cuore riconoscerà in questo film lo stesso tocco d’autore. È una storia che si lascia guardare ma che non stravolge, peccando inoltre qua e là di originalità e apparendo simile a molti altri prodotti dalle medesime tematiche. Stupisce soltanto il cast, accanto al già citato Jesuthasan anche Kalieaswari Srinivasan e Claudine Vinasithamby, attori non professionisti che risultano naturali e rendono il film credibile quanto basta.

Dheepan

Dhaka: Chris Hemsworth si riunisce ai fratelli Russo per Netflix

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Dhaka: Chris Hemsworth si riunisce ai fratelli Russo per Netflix

Dopo il recente successo di Avengers: Infinity War, l’attore Chris Hemsworth si riunisce ai fratelli Russo, anche se i ruoli saranno leggermente diversi. Infatti il celebre duo che ha diretto i più grandi successi Marvel, da Avengers a Captain America, questa volta resterà fuori dal set nelle vesti di produttori insieme a Netflix di un nuovo action dal titolo Dhaka che vede proprio Hemsworth come protagonista. Joe Russo apparirà anche tra gli sceneggiatori, una novità per il regista che è sempre stato investito del ruolo di produttore. A dirigere invece il film sarà Sam Hargave, una vecchia conoscenza dei Russo che lo avevano già scelto come regista della seconda unità di Infinity War. Nel suo curriculum anche una lunga carriera come controfigura: fu Chris Evans nelle scene d’azione di Avengers e Captain America e diventò coordinatore degli stunt in Captain America: Civil War.

Sulla trama di Dhaka al momento non ci sono molte informazioni. Dalle prime indiscrezioni Chris Hemsworth dovrebbe interpretare un mercenario assunto da un ricco uomo d’affari per salvare suo figlio, fatto prigioniero proprio a Dhaka nel Bangladesh. Le riprese dovrebbero iniziare già a Novembre per concludersi a Marzo, quindi sarà altamente probabile che il film sarà disponibile sulla piattaforma già alla fine del 2019.

FONTE: Comicbook

DGA: Spielberg e Affleck trai candidati

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DGA: Spielberg e Affleck trai candidati

La stagione delle nomination ai grandi premi cinematografici prosegue: oggi è il turno della Directors Guild. Trai candidati, il veteranodirectors_guild_of_america_logo

DGA, i nominati del 2015: fuori Fincher, dentro Eastwood

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DGA, i nominati del 2015: fuori Fincher, dentro Eastwood

Sappiamo che dopo i Golden Globes la season awards è definitivamente aperta, e in attesa delle nomination agli Oscar 2015, che arriveranno domani, ecco i registi nominati dal sindacato dei registi per proclamare la migliore regia degli ultimi 12 mesi.

I nomi sono quelli che potrebbero arrivare anche all’Oscar, anche se è interessante sottolineare che il DGA ha preferito Morten Tyldum per The Imitation Game a nomi ben più interessanti, come David Fincher per L’amore bugiardo o Paul Thomas Anderson per Vizio di Forma.

Ecco tutte le nomination:

  • WES ANDERSON
    The Grand Budapest Hotel
    (Fox Searchlight Pictures)
    Mr. Anderson’s Directorial Team:
    Unit Production Manager: Miki Emmrich
    First Assistant Director: Josh Robertson
    Second Assistant Director: Ben Howard
  • CLINT EASTWOOD
    American Sniper
    (Warner Bros. Pictures)
    Mr. Eastwood’s Directorial Team:
    Unit Production Manager: Tim Moore
    First Assistant Director: David M. Bernstein
    Second Assistant Director: Paula Case
    Second Second Assistant Director: Clark Credle
    First Assistant Director (Morocco Unit): Ahmed Hatimi
    Second Assistant Director (Morocco Unit): Yann Mari Faget
    Second Second Assistant Directors (Morocco Unit): Andrew Madden, Khalil Zghayou
  • ALEJANDRO G. IÑÁRRITU
    Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)
    (Fox Searchlight Pictures)
    Mr. Iñárritu’s Directorial Team:
    Unit Production Managers: James W. Skotchdopole, Robert Graf
    First Assistant Director: Peter Kohn
    Second Assistant Director: Amy Lauritsen
    Second Second Assistant Director: Catherine Feeny
    Location Manager: Joaquin Prange
  • RICHARD LINKLATER
    Boyhood
    (IFC Films)
    Mr. Linklater’s Directorial Team:
    Unit Production Manager: Cathleen Sutherland
    First Assistant Director: Vince Palmo Jr.
    Second Assistant Directors: Susana Jasso, Kathleen Tull
    Second Second Assistant Directors: Mary Beth Chambers, Brian Franklin
    This is Mr. Linklater’s first DGA Award nomination.
  • MORTEN TYLDUM
    The Imitation Game
    (The Weinstein Company)
    Mr. Tyldum’s Directorial Team:
    Production Manager: Suzie Shearer
    First Assistant Director: Phil Booth
    Second Assistant Director: James Manning
    This is Mr. Tyldum’s first DGA Award nomination.

I vincitori verranno annunciati durante la 67esima cerimonia dei DGA Awards sabato 7 febbraio all’Hyatt Regency Century Plaza di Los Angeles.

DGA, ASC e USC Awards 2020: a 1917 regia e fotografia, a Piccole donne sceneggiatura

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Nella notte tra sabato e domenica sono stati assegnati a Los Angeles i premi del sindacato dei registi, dei direttori della fotografia, dei responsabili del sonoro e degli sceneggiatori. A trionfare, nelle prime due categorie, è stato 1917, con Sam Mendes e Roger Deakins che sono stati incoronati i migliori nel loro campo, forti anche di una prova incredibile nella realizzazione del film sulla Prima Guerra Mondiale.

Musica diversa, è il caso di dirlo, per quello che riguarda invece il miglior sonoro, che è stato invece conquistato da Le Mans ’66, il film di James Mangold che in questo modo alza la voce e palesa anche qualche chance per gli Oscar 2020.

Il sindacato degli sceneggiatori ha invece deciso di premiare le donne e il loro splendido lavoro in questa stagione di intrattenimento, in tv e al cinema. Greta Gerwig per Piccole Donne e Phoebe Waller Bridge per Fleabag sono state premiate nelle rispettive categoria. In questo modo, la Gerwig, potrebbe anche sperare in un posto nel palmares dei prossimi Oscar 2020.

Tutti i vincitori dei DGA Awards 2020

Film
Bong Joon Ho, Parasite
Sam Mendes, 1917
Martin Scorsese, The Irishman
Quentin Tarantino, Once Upon A Time In Hollywood
Taika Waititi, Jojo Rabbit

Opera prima
Mati Diop, Atlantics
Alma Har’el, Honey Boy
Melina Matsoukas, Queen & Slim
Tyler Nilson & Michael Shwartz, The Peanut Butter Falcon
Joe Talbot, The Last Black Man in San Francisco

Documentario
Steven Bognar and Julia Reichert, American Factory
Feras Fayyad, The Cave
Alex Holmes, Maiden
Ljubomir Stefanov & Tamara Kotevska, Honeyland
Nanfu Wang and Jialing Zhang, One Child Nation

Serie comedy
The Marvelous Mrs. Maisel, “It’s the Sixties, Man!” (Prime Video)
Bill Hader, Barry, “ronny/lily,” (HBO)
Veep, “Veep,” (HBO)
The Marvelous Mrs. Maisel, “It’s Comedy or Cabbage,” (Prime Video)
The Marvelous Mrs. Maisel, “Marvelous Radio,” (Prime Video)

Serie drama
Nicole Kassell, Watchmen, “It’s Summer and We’re Running Out of Ice,” (HBO)
Mark Mylod, Succession, “This Is Not For Tears,” (HBO)
David Nutter, Game of Thrones, “The Last of the Starks,” (HBO)
Miguel Sapochnik, Game of Thrones, “The Long Night,” (HBO)
Stephen Williams, Watchmen, “This Extraordinary Being,” (HBO)

Film tv e miniserie
Ava DuVernay, When They See Us
Vince Gilligan, El Camino: A Breaking Bad Movie
Thomas Kail, Fosse/Verdon, “Nowadays”
Johan Renck, Chernobyl
Minkie Spiro, Fosse/Verdon, “All I Care About Is Love”
Jessica Yu, Fosse/Verdon, “Glory”

Spot tv:
Spike Jonze for Dream It, Squarespace

Variety/Talk/News/Sports – Specials:
James Burrows and Andy Fisher, Live in Front of a Studio Audience Norman Lear’s ‘All in the Family’ and ‘The Jeffersons’

Variety/Talk/News/Sports – Regularly Scheduled
Don Roy King, Saturday Night Live, “E. Murphy; Lizzo”

Tutti i vincitori dei ASC Awards 2020

Film
Roger Deakins, ASC, BSC for 1917
Phedon Papamichael, ASC, GSC for Ford v Ferrari
Rodrigo Prieto, ASC, AMC for The Irishman
Robert Richardson, ASC for Once Upon a Time… in Hollywood
Lawrence Sher, ASC for Joker

Documentario
Fejmi Daut and Samir Ljuma for Honeyland
Evangelia Kranioti for Obscuro Barroco
Nicholas de Pencier for Anthropocene: The Human Epoch

Film tv, miniserie o pilot
John Conroy, ISC for The Terror: Infamy “A Sparrow in a Swallow’s Nest”
P.J. Dillon, ISC for The Rook “Chapter 1”
Chris Manley, ASC for Doom Patrol “Pilot”
Martin Ruhe, ASC for Catch-22 “Episode 5”
Craig Wrobleski, CSC for The Twilight Zone “Blurryman”

Episodio per una serie su una tv non commerciale
David Luther for Das Boot “Gegen die Zeit”
M. David Mullen, ASC for The Marvelous Mrs. Maisel “Simone”
Chris Seager, BSC for Carnival Row “Grieve No More”
Brendan Steacy, CSC for Titans “Dick Grayson”
Colin Watkinson, ASC, BSC for The Handmaid’s Tale “Night”

Episodio per una serie su una tv commerciale
Dana Gonzales, ASC for Legion “Chapter 20”
C. Kim Miles, CSC, MySC for Project Blue Book “The Flatwoods Monster”
Polly Morgan, ASC, BSC for Legion “Chapter 23”
Peter Robertson, ISC for Vikings “Hell”
David Stockton, ASC for Gotham “Ace Chemicals”

Spotlight Award
Jarin Blaschke for The Lighthouse
Natasha Braier, ASC, ADF for Honey Boy
Jasper Wolf, NSC for Monos

ASC Lifetime Achievement Award
Frederick Elmes, ASC

Tutti i vincitori dei CAS Awards 2020

Film – live action
“Ford v Ferrari”
“Joker”
“Once Upon a Time in… Hollywood”
“Rocketman”
“The Irishman”

Film – animazione
“Abominable”
“Frozen II”
“How to Train Your Dragon: The Hidden World”
“The Lion King”
“Toy Story 4”

Film – documentario
“Apollo 11”
“Echo in the Canyon”
“Making Waves: The Art of Cinematic Sound”
“Miles Davis: Birth of the Cool”
“Woodstock: 3 Days That Changed Everything”

Serie tv – episodi da 1 ora
“Game of Thrones: The Bells”
“Peaky Blinders: Mr. Jones”
“Stranger Thing: Chapter Eight: The Battle of Starcourt”
“The Handmaid’s Tale: Heroic”
“Tom Clancy’s Jack Ryan: Persona Non Grata”

Serie tv – episodi da mezz’ora
“Barry: ronny/lily”
“Fleabag: Episode #2.6”
“Modern Family: A Year of Birthdays”
“Russian Doll: The Way Out”
“Veep: Veep Episode 707”

Film tv o miniserie
“Apollo: Missions to the Moon”
“Chernobyl: 1:23:45” — Winner
“Deadwood: The Movie”
“El Camino: A Breaking Bad Movie”
“True Detective: The Great War and Modern Memory”

TV non fiction, varietà, musicale o speciale
“Country Music: Will the Circle Be Unbroken? (1968-1972)”
“David Bowie: Finding Fame”
“Deadliest Catch: Sixty Foot Monster Episode 1512”
“Formula 1: Drive to Survive: The Next Generation”
“Hitsville: The Making of Motown”

Tutti i vincitori dei USC SCRIPTER Awards 2020

FILM

Dark Waters, Matthew Carnahan and Mario Correa, “The Lawyer Who Became DuPont’s Worst Nightmare” by Nathaniel Rich
The Irishman, Steven Zaillian, I Heard You Paint Houses by Charles Brandt
Jojo Rabbit, Taika Waititi, Caging Skies by Christine Leunens
Little Women, Greta Gerwig, Louisa May Alcott
The Two Popes, Anthony McCarten, based on his play The Pope

TELEVISIONE

Fleabag, Phoebe Waller-Bridge, one-woman play of the same name
Fosse/Verdon, Joel Fields and Steven Levenson, “Nowadays,” based on the biography Fosse by Sam Wasson
Killing Eve, Emerald Fennell, “Nice and Neat,” based on the novel Codename Villanelle by Luke Jennings
Unbelieveable, Susannah Grant, Michael Chabon and Ayelet Waldman, for the first episode, based on the article “An Unbelievable Story of Rape” by T. Christian Miller and Ken Armstrong
Watchmen, Damon Lindelof and Cord Jefferson for the episode “This Extraordinary Being,” based on the comic book series by Alan Moore and Dave Gibbons

DGA Awards 2025: tutte le nomination

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DGA Awards 2025: tutte le nomination

La Directors Guild of America (DGA) ha svelato i suoi candidati per i prossimi premi del 2025, ed è una stagione degli Oscar ad alto rischio, come dimostrano i notevoli assenti e le sorprese nelle seguenti cinquine. I cinque registi che si contendono il prestigioso DGA Award for Directorial Achievement in Feature Film sono:

Nella categoria riservata ai registi esordienti, invece, compaiono:

  • Payal Kapadia per “All We Imagine as Light”
  • Megan Park per “My Old Ass”
  • RaMell Ross per “Nickel Boys”
  • Halfdan Ullman Tondel per “Armand
  • Sean Wang per “Dìdi”

DGA Awards 2025: Sean Baker vince per Anora

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DGA Awards 2025: Sean Baker vince per Anora
Il regista di Anora Sean Baker ha vinto il DGA Award per il miglior film cinematografico, guadagnando un notevole slancio agli Oscar prima della votazione finale. Con la sua sorprendente vittoria come miglior film ai Critics Choice Awards, il suo unico premio della serata, la commedia drammatica da 6 milioni di dollari, che ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes, si è consolidata come una delle principali candidate in una stagione di premi imprevedibile.

“Mi sento il ragazzo più fortunato del mondo a poter fare ciò che sapevo di voler fare da quando avevo 5 anni”, ha detto Sean Baker alla folla sabato alla conclusione della 77a edizione annuale dei DGA Awards, tenutasi al Beverly Hilton.

Questa season awards continua a riservare colpi di scena, tra cui controversie sulla campagna elettorale e sorprendenti snobbati agli Oscar come il candidato ai DGA Edward Berger e il recente vincitore scioccante dei Critics Choice Jon M. Chu.

Il leggendario regista Ang Lee, due volte vincitore dell’Oscar per “Brokeback Mountain” e “Vita di Pi“, ha ricevuto il più alto riconoscimento della Guild, il DGA Lifetime Achievement Award dalla sua star di “La tigre e il dragoneMichelle Yeoh. Negli 88 anni di storia della Guild, solo 36 registi sono stati insigniti di questo onore, tra cui Frank Capra (1959), Alfred Hitchcock (1968), Orson Welles (1984), Billy Wilder (1985), Steven Spielberg (2000), Martin Scorsese (2003), Miloš Forman (2013), Ridley Scott (2017) e, più di recente, Spike Lee (2022).

Per decenni, il DGA Award for Directorial Achievement in Feature Film è stato un affidabile indicatore di successo nella categoria Miglior regista agli Academy Awards. Dall’inizio del premio, solo otto volte il vincitore del DGA non è riuscito a ottenere l’Oscar: Anthony Harvey (“Il leone d’inverno”), Francis Ford Coppola (“Il padrino”), Steven Spielberg (“Il colore viola”), Ron Howard (“Apollo 13”), Ang Lee (“La tigre e il dragone”), Rob Marshall (“Chicago”), Ben Affleck (“Argo”) e Sam Mendes (“1917”).

Anora film
Anora film (2024) – Sean Baker – Cre Film, FilmNation Entertainment

Tutti i vincitori dei DGA Awards 2025

THEATRICAL FEATURE FILM

SEAN BAKER
Anora
(Neon)
Directorial Team:
Unit Production Manager: Olivia Kavanaugh
First Assistant Director: Liza Mann
Second Assistant Director: Sofía Blanco
Second Second Assistant Director: Steve Coleman
Location Manager: Ross Brodar

MICHAEL APTED FIRST-TIME THEATRICAL FEATURE FILM

RAMELL ROSS
Nickel Boys
(Amazon MGM Studios)
Directorial Team:
Unit Production Manager: Kenneth Yu
First Assistant Director: James Roque
Second Assistant Director: Jonathan M. Warren
Second Second Assistant Director: Thalia Skaleris
Additional Second Assistant Director: Zachery Scherer
Location Manager: Batou Chandler

DOCUMENTARY

BRENDAN BELLOMO & SLAVA LEONTYEV
Porcelain War
(Picturehouse)

DRAMATIC SERIES

FREDERICK E.O. TOYE
Shōgun, “Crimson Sky”
(FX)

COMEDY

LUCIA ANIELLO
Hacks, “Bulletproof”
(Max)
Directorial Team:
Unit Production Manager: Chris R. Robinson
First Assistant Director: Jeff Rosenberg
Second Assistant Director: Erin Stern Linares
Second Second Assistant Director: Alaina Neumann
Additional Second Assistant Director: Chalis Romero

MOVIES FOR TELEVISION AND LIMITED SERIES

STEVEN ZAILLIAN
Ripley
(Netflix)
Directorial Team:
Unit Production Managers: Clayton Townsend, Joe Guest (New York)
First Assistant Director: Peter Thorell
Second Assistant Directors: Justin Bischoff (New York), Nick Notte (New York)
Second Second Assistant Director: Melissa Morphet (New York)
Location Manager: Paul Eskenazi (New York)

VARIETY/TALK/NEWS/SPORTS – REGULARLY SCHEDULED PROGRAMMING

LIZ PATRICK
Saturday Night Live, “John Mulaney / Chappell Roan”
(NBC)
Directorial Team:
Associate Directors: Michael Mancini, Michael Poole, Laura Ouziel Mack, Janine DeVito, Amy Mancini
Stage Managers: Gena Rositano, Chris Kelly, Eddie Valk, Tom Ucciferri

VARIETY/TALK/NEWS/SPORTS – SPECIALS

BETH McCARTHY MILLER
The Roast of Tom Brady
(Netflix)
Directorial Team:
Associate Directors: Debbie Palacio, Marty Pasetta Jr.
Stage Managers: Lynn Finkel, Steve Hollander, Greg Kasoff, Ran Lowe, Jennifer Marquet, Christopher McDonald, Tammy Raab, Jackie Stathis

REALITY PROGRAMS

NEIL DeGROOT
Gordon Ramsay: Uncharted, “The Cliffs of Ireland”
(National Geographic)
Directorial Team:
Associate Director: Jeff Simms

CHILDREN’S PROGRAMS

AMBER SEALEY
Out of My Mind
(Disney+)

COMMERCIALS

(Biscuit Filmworks)
Board Game, Hennessy Wieden+Kennedy London
First Office Poo, Andrex FCB London
One More, Apple Client Direct
First Assistant Director: Scott Harris
Second Assistant Director: Ronald Misetich
Whizzer, Virgin Media VCCP London

DGA Awards 2024: le nomination del sindacato dei registi

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DGA Awards 2024: le nomination del sindacato dei registi

Oltre ai candidati ai SAG Awards 2024, sono stati annunciati anche quelli per i DGA Award, ovvero il sindacato dei registi. Si tratta di un premio che in qualche modo anticipa quella che potrà essere la cinquina dei candidati come Miglior regista agli Oscar e il possibile vincitore di questa categoria. Non sorprende di ritrovare nominati nomi come Greta Gerwig, Yorgos Lanthimos, Christopher Nolan e Martin Scorsese, mentre l’ultimo posto disponibile va a ricoprirlo Alexander Payne, per il film The Holdovers, battendo dunque la concorrenza di registi come Jonathan Glazer (The Zone of Interest), Bradley Cooper (Maestro) o Justine Triet (Anatomy of a Fall).

Per quanto riguarda le candidature sul fronte televisivo, spicca la quadrupla presenza di Succession, della HBO, ma si ritrovano anche altre serie acclamate da critica e pubblico come The Last of Us, adattamento della HBO del videogioco post-apocalittico, Ted Lasso, commedia sportiva della Apple, e The Bear, la serie FX incentrata sul mondo della ristorazione e con la salute mentale tra i suoi temi cardine. I vincitori delle categorie qui sotto riportate saranno ora annunciati ai DGA Awards il 10 febbraio al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills.

Outstanding Directorial Achievement in Theatrical Feature Film for 2023

Greta Gerwig, “Barbie” (Warner Bros. Pictures)

Yorgos Lanthimos, “Poor Things” (Searchlight Pictures)

Christopher Nolan, “Oppenheimer” (Universal Pictures)

Alexander Payne, “The Holdovers” (Focus Features)

Martin Scorsese, “Killers of the Flower Moon” (Apple Original Films / Paramount Pictures)

Michael Apted Award for Outstanding Directorial Achievement in First-Time Theatrical Feature Film

Cord Jefferson, “American Fiction” (Orion Pictures / Amazon MGM Studios)

Manuela Martelli, “Chile ‘76” (Kino Lober)

Noora Niasari, “Shayda” (Sony Pictures Classics / ORIGMA 45)

A.V. Rockwell, “A Thousand and One” (Focus Features)

Celine Song, “Past Lives” (A24)

Outstanding Directorial Achievement in Documentaries

Moses Bwayo e Christopher Sharp – Bobi Wine: The People’s President

Mstyslav Chernov 20 Days in Mariupol

Madeleine Gavin – Beyond Utopia

Davis Guggenheim – Still: A Michael J. Fox Movie

D. Smith – Kokomo City

Outstanding Directorial Achievement in Dramatic Series

Peter HoarThe Last of Us, “Long, Long Time” (HBO)

Becky MartinSuccession, per “Rehearsal” (HBO)

Mark MylodSuccession, per “Connor’s Wedding” (HBO)

Andrij ParekhSuccession, per “America Decides” (HBO)

Robert Pulcini and Shari Springer BermanSuccession, per “Tailgate Party” (HBO)

Outstanding Directorial Achievement in Comedy Series

Erica DuntonTed Lasso, “La Locker Room Aux Folles” (Apple TV+)

Bill Hader – Barry, “wow” (HBO)

Declan LowneyTed Lasso, “So Long, Farewell” (Apple TV+)

Christopher StorerThe Bear, “Fishes” (FX / Hulu)

Ramy YoussefThe Bear, per “Honeydew” (FX / Hulu)

Outstanding Directorial Achievement in Movies for Television and Limited Series

Shawn Levy Tutta la luce che non vediamo (Netflix)

Tara Miele – Lezioni di chimica, “Introduction to Chemistry” (Apple TV+)

Millicent Shelton – Lezioni di chimica, “Poirot” (Apple TV+)

Sarah Adina Smith – Lezioni di chimica, “Her and Him” (Apple TV+)

Nzingha Stewart Daisy Jones & the Six, “Track 10: Rock ‘n’ Roll Suicide” (Prime Video)

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