Tutti ne parlano e non stanno più
nella pelle. Sarà perché ha compiuto 50 anni o forse solo perché è
un mito intramontabile, ma in questi giorni le notizie sul nuovo
James
BondSkyfall
non sono affatto mancate. Dopo quella che riguarda la
partecipazione di Adele nella colonna sonora, adesso sul
sito Film Music Reporter, potete
controllare tutta la lista delle canzoni che saranno presenti nel
film.
In SkyfallDaniel Craig veste di nuovo i panni
dell’agente che in questo 23ma avventura si troverà a dover
dimostrare la sua lealtà ad M (interpretata da Judi Dench)
nonostante il suo passato continui a perseguitarla. Intanto l’M6 è
sotto attacco e Bond dovrà fare di tutto per distruggere la
minaccia e il prezzo da pagare coinvolgerà anche la sua vita
personale… Il film uscirà in Gran Bretagna il 26 ottobre e in
Italia il 31.
Intanto, eccovi la lista delle
canzoni che accompagneranno le avventure dell’agente meno segreto
del mondo.
1. Grand Bazaar, Istanbul
(05:14)
2. Voluntary Retirement (02:22)
3. New Digs (02:32)
4. Severine (01:18)
5. Brave New World (01:50)
6. Shanghai Drive (01:26)
7. Jellyfish (03:22)
8. Silhouette (00:56)
9. Modigliani (01:04)
10. Day Wasted (01:31)
11. Quartermaster (04:58)
12. Someone Usually Dies (02:29)
13. Komodo Dragon (03:20
14. The Bloody Shot (04:46)
15. Enjoying Death (01:13)
16. The Chimera (01:58)
17. Close Shave (01:32)
18. Health & Safety (01:29)
19. Granborough Road (02:32)
20. Tennyson (02:14)
21. Enquiry (02:49)
22. Breadcrumbs (02:02)
23. Skyfall (02:32)
24. Kill Them First (02:22)
25. Welcome to Scotland (03:21)
26. She’s Mine (03:53)
27. The Moors (02:39)
28. Deep Water (05:11)
29. Mother (01:48)
30. Adrenaline (02:18)
L’avvento di Peter Jackson e
dei suoi film in Nuova Zelanda ha caratterizzato una rivoluzione
per questo Paese, che ai margini della Terra ha sempre avuto
attrattive
Arrivano nuove foto dal set di
RoboCop, il nuovo film di José Padilha. Nelle immagini delle
riprese di Toronto vediamo anche uno dei protagonisti Michael
Keaton che interpreta il CEO della OniCorp, Raymond Sellars.
“La mamma è faticosa.”
Dice perentorio il buttafuori Sergej al suo collega Cianca, che gli
racconta del suo difficile rapporto con la medesima, in una serata
di lavoro come tante, fuori dalla discoteca UFO. I due bizzarri
personaggi sono interpretati rispettivamente da Marco
Giallini e Valerio Mastandrea e danno
vita a una esilarante miniserie comico-demenziale-filosofica in
onda su Rai 3: Buttafuori. È il 2006. Torna in mente ora,
non solo per la sua ingegnosità, ma perché in effetti, stare dietro
alle innumerevoli declinazioni di Valerio
Mastandrea è faticoso: il cinema, il teatro, la
letteratura, l’impegno civile, il pessimismo, l’ottimismo, Roma e
la Roma. Ma lo si fa con piacere, perché si da il caso che sia uno
dei più bravi attori italiani in circolazione.
L’ultimo Festival di
Venezia l’ha visto protagonista della pellicola di
Ivano De Matteo
Gli equilibristi, ora nelle sale, in cui veste
egregiamente i panni drammatici, ma anche ironici, dell’impiegato
statale Giulio, in equilibrio precario sull’orlo dell’indigenza. A
Locarno invece, è andato con l’opera seconda di Edoardo Gabriellini
I padroni di casa, in uscita il prossimo 4
ottobre. Mentre, sempre a ottobre, lo vedremo nel nuovo film di
Silvio SoldiniIl comandante e la cicogna.
In circa vent’anni di carriera ha
interpretato giovani in cerca di sé, trentenni in crisi, ladri,
poliziotti, sindacalisti, scrittori, ex mariti ossessivi, ex pugili
depressi, per citarne solo alcuni. I suoi personaggi sono
disillusi, pessimisti, tristi, con un disagio, un malessere
esistenziale più o meno pronunciato, ma sono anche – quasi sempre –
ironici, sarcastici, a volte comici e buffi. Ed è proprio questo
mix a renderli unici. Per interpretarli, ha messo a frutto la sua
indole da romano doc, fatta di disincanto e pungente ironia, ma in
fondo, non priva di un cauto ottimismo. Tuttavia, ha dimostrato
negli anni di saper anche prendere artisticamente le distanze da
quella romanità che incarna così bene, ma che rischiava di
intrappolarlo in un cliché. Così sono nati personaggi come il
protagonista de La prima cosa bella di Virzì, o
quello di Un giorno perfetto di Ozpetek, che ne
hanno rivelato la versatilità.
Oltre a recitare,
produce, dirige – finora solo un cortometraggio e uno spettacolo
teatrale – e scrive, ma sempre mantenendo nell’atteggiamento quel
basso profilo che è dote piuttosto rara nel panorama
cinematografico nostrano. Non è da lui auto incensarsi, anzi,
semmai il contrario. Partecipa e si spende in opere di registi
emergenti. È attore, ma anche cittadino, volto noto che si impegna
in iniziative culturali e sociali: presiede la Scuola Provinciale d’Arte
Cinematografica Gian Maria Volontè, che offre corsi
gratuiti a chi vuole imparate “i mestieri del cinema”; ha
collaborato a un documentario sull’Aquila post terremoto e diretto
il corto Trevirgolaottantasette riguardo le morti
sul lavoro; ha prestato il suo volto per spot pubblicitari a scopo
benefico e di sensibilizzazione (Amref, FAO, test HIV); non teme di
metterci la faccia, quando c’è da schierarsi e manifestare le
proprie idee (a sostegno della legge 194, del Teatro Valle,
del Cinema Palazzo e di altri centri culturali occupati, perché
restino tali e non vengano sottratti alla loro funzione, o contro i
tagli al FUS).
Valerio Mastandrea
nasce a Roma, alla Garbatella, il 14 febbraio del 1972. Frequenta
la scuola fino al diploma, poi due esami all’università e lascia
gli studi per intraprendere il percorso da attore. Esordisce in
teatro nel ’93 e l’anno successivo al cinema, con una commedia di
Piero Natoli, seguita da una piccola parte in Cuore
cattivo di Umberto Marino. Poi è ospite in alcune puntate del
Maurizio Costanzo Show. Ed è il primo incontro con la
notorietà.
Nel ’95 entra a far parte della
scorta che conduce un ragioniere della mafia e sua figlia da
Palermo a Milano per un processo in Palermo – Milano solo
andata di Claudio Fragasso. Interpreta Tarcisio: il più
fragile del gruppo, il più giovane, quello con meno
esperienza, che guadagna e perde di più da quel viaggio. La sua
scena finale è drammaticamente ironica. L’anno successivo, si fa
notare nell’esordio di Fulvio Ottaviano, Cresceranno i carciofi
a Mimongo.
Ma il primo film a vederlo
protagonista indiscusso e a far emergere in maniera inequivocabile
il suo talento è l’intelligente e originale commedia Tutti giù
per terra di Davide Ferrario (1997). Qui, è estremamente
convincente nel dare corpo ai tormenti del giovane Walter, ventenne
degli anni Novanta non molto dissimile da tanti ventenni di oggi,
senza particolari ideali od orizzonti, a disagio in famiglia e
nella società, che mal si adatta al conformismo e vive con
apprensione l’imminente passaggio all’età adulta. L’andatura
dinoccolata, l’espressione sconsolata e rinunciataria
che Valerio Mastandrea dà al personaggio già
dicono tutto, ma a rendere il film divertente e godibilissimo sono
anche una brillante sceneggiatura e una sapiente regia, che
consentono all’attore di dare il meglio di sé in un’interpretazione
senz’altro memorabile. La colonna sonora, affidata ai CSI, non
poteva essere più azzeccata. Così Valerio conquista il pubblico,
specie quello più giovane: impossibile per molti adolescenti
dell’epoca non identificarsi, almeno in parte, col suo personaggio.
Ma convince anche la critica, che gli assegna il Pardo e la Grolla
d’Oro.
Valerio Mastandrea …
filmografia
Conferma le sue doti lo stesso anno
nella commedia-dramma In barca a vela contro mano, di cui
è protagonista nei panni di un giovane laureato in medicina che si
trova ad indagare su presunti traffici tra le corsie di un ospedale
romano. E non sfigura affatto, accanto ad attori del calibro di
Antonio Catania e Maurizio Mattioli. L’atmosfera del nosocomio
romano è resa in modo del tutto realistico grazie alla
perizia nelle caratterizzazioni, mentre la trama oltre che
divertire, avvince e fa riflettere. Il ’98 è un anno di prove dagli
esiti discontinui, ma due sono da segnalare: L’odore della
notte di Claudio Caligari e
Barbara di Angelo Orlando. In
entrambi i film vediamo Valerio Mastandrea
affiancato da Marco Giallini inaugurare un
sodalizio artistico che li vedrà insieme su molti set e regalerà al
pubblico momenti impagabili. La pellicola di Caligari è drammatica
e illustra le gesta di una banda di rapinatori, sulla scorta di
vicende di cronaca di fine anni ’70, primi ’80.
Il capo è il poliziotto Remo Guerra
(Valerio Mastandrea), che lungi dall’essere un
fedele servitore dello Stato, riversa al sua rabbia, la sua
frustrazione, il suo sentimento di rivalsa e una certa presunzione
di superiorità sulle ricche famiglie della “Roma bene”, che deruba
e terrorizza con i suoi compagni di borgata. Per lui quelle
famiglie sono l’emblema del conformismo perbenista e ipocrita al
quale non si vuole arrendere fino in fondo, pur facendone già parte
come poliziotto. Ribellione, dunque, ma non più come fisiologica
fase adolescenziale, bensì come unico orizzonte nel quale sentirsi
vivi. Valerio Mastandrea è perfetto in
questa ulteriore declinazione del disagio esistenzial-sociale con
deriva violenta. E non manca neppure lo spazio per ironia e
sarcasmo.
Di tutt’altro tenore invece, la
commedia dai toni surreali e dagli echi letterari diretta da Angelo
Orlando, che vede il duo Valerio
Mastandrea-Giallini in una prova comica esilarante e
stralunata, basata su una situazione costrittiva (i due sono legati
a un letto) e claustrofobica (lo spazio è quello di una stanza) e
sull’estenuante attesa di un personaggio – la Barbara del titolo. A
completare il tutto, una galleria di personaggi improbabili che
entrano ed escono dalla stanza.
Nel frattempo, l’attore dà prova di
saper incarnare più d’ogni altro della sua generazione la romanità
autentica e verace – sbruffona, irridente, al solito ironica, ma
anche tragicamente dolente – anche in teatro. Ottiene infatti
una vera e propria consacrazione con Rugantino, commedia
musicale di Garinei e Giovannini, ambientata nell’800, che lo vede
protagonista nel ruolo già affidato ai grandi Manfredi e Montesano.
Accanto a lui Sabrina Ferilli, Maurizio Mattioli e Simona Marchini.
Lo spettacolo viene replicato per due anni con grande successo di
pubblico. Atmosfere di una Roma che fu si respirano anche
nell’ultima opera di Luigi Magni, La carbonara,
cui Valerio Mastandrea partecipa unendosi a
un variegato cast.
Il nuovo millennio inaugura anche
un nuovo sodalizio: quello tra l’attore romano e il regista Daniele
Vicari. Infatti, quest’ultimo sceglie proprio Valerio per il suo
esordio nel lungometraggio Velocità massima, e gli affida
il ruolo di Stefano: inaridito e cinico meccanico, con la passione
per la velocità, che modifica macchine nella sua officina assieme
al neoassunto Claudio. I due si danno alle corse clandestine. Non
può mancare una donna da contendersi. Vicari punta il suo obiettivo
sul mondo delle corse, mostrando una capitale per molti inedita e
un’umanità squallida, grigia, greve, che cerca di sentirsi
protagonista almeno sulle quattro ruote. David di Donatello per la
regia. Del cast del film fa parte come attore Ivano De Matteo, che
a sua volta esordirà dietro la macchina da presa con Ultimo
stadio, avvalendosi della collaborazione
di Valerio Mastandrea e lo ritroverà in
seguito in Codice a sbarre (2004) e ne Gli
equilibristi (2012).
Ettore Scola lo vuole
per un affresco di Roma e della sua gente. Partecipa a
Lavorare con lentezza di Guido Chiesa ed è nel
nuovo film di Vicari, L’orizzonte degli
eventi, che però non bissa il successo dell’esordio. Lo
ritroviamo ne Il Caimano di
Moretti. E poi, da amante del pallone (è indefesso
tifoso della Roma) Valerio
Mastandrea non si lascia sfuggire un film a episodi
sul gioco del calcio, opera prima di quattro registi esordienti
(Michele Carrillo, Claudio Cupellini, Francesco Lagi e Roan
Jhonson). Così è nel cast di 4-4-2: il gioco più bello
del mondo, nei panni di un portiere che vende la gara decisiva
dei suoi.
Valerio Mastandrea, il film
Notturno Bus
Nel 2007 lo troviamo in due
riuscite commedie. La prima è Notturno bus (2007),
dove caratterizza al meglio un malinconico e disincantato autista
di bus, Franz, coinvolto in un rutilante vortice di eventi
dall’incontro con la bella ladra Leila/Giovanna Mezzogiorno,
sullo sfondo di una intrigante Roma by night. La coppia
funziona, coadiuvata da ottimi comprimari in un’originale
commistione di generi. L’altra commedia, in cui l’attore dà vita a
uno dei suoi personaggi più riusciti, è la divertente Non
pensarci, di Gianni Zanasi. Il personaggio di Stefano Nardini
sembra cucito addosso a lui (che è anche un appassionato di
musica). Trentaseienne musicista punk frustrato e sfortunato, che
in un momento di crisi esistenziale torna nel natio e operoso nord,
a cercare conforto nella famiglia, salvo scoprire che lì tutti
hanno problemi anche più grossi dei suoi, e che sembrano fare
affidamento proprio su di lui per risolverli. Situazione
paradossale, quindi, una famiglia sconclusionata, stravagante, ma
alla fine unita da un profondo affetto.
Inoltre, un’evoluzione rispetto ai
ruoli precedenti: se infatti finora i personaggi
di Valerio Mastandrea erano stati
contestatari, ribelli, fieri nemici del perbenismo e del
conformismo, chiusi in una loro presunta superiorità, qui il
protagonista – che pure parte da questi presupposti e critica
aspramente la famiglia – vedrà alla prova dei fatti che questa non
è un mondo non così chiuso e lontano da lui, anzi, per certi
aspetti è certo più autentico di quello che ha lasciato a Roma. Si
troverà a dare una mano per risolvere i problemi reali, anziché
limitarsi alle critiche auto compiaciute: un proficuo scambio
d’esperienze che prende il posto della mera contrapposizione. Il
tutto, sorretto non solo dalla sua magistrale interpretazione – per
la quale è candidato al David e al Nastro d’Argento e si aggiudica
il Ciack d’Oro – ma da un’ottima sceneggiatura, che lo rende
protagonista di gag esilaranti e dà il giusto ritmo all’azione, e
da un cast di ottimo livello – basti pensare a Giuseppe Battiston
nel ruolo del fratello maggiore. Il film diventerà poi una serie
televisiva diretta da Lucio Pellegrini e Gianni Zanasi, che lo
vedrà ancora protagonista.
Nel 2008 partecipa al
fortunato Tutta la vita davanti di Paolo Virzì, tra le
prime pellicole a prendere di petto il problema della precarietà
tra i giovani, protagonista Isabella Ragonese nei panni di una
giovane laureata che trova lavoro in un call center. Virzì ci fa
entrare in questo mondo spietato, dominato da un’agguerrita
competizione, da ipocrisia e logiche da sfruttamento selvaggio,
dipingendolo nei particolari, con personaggi assai
vividi. Valerio Mastandrea interpreta il
sindacalista che aiuterà la protagonista a denunciare gli abusi
commessi dall’azienda. Ma questo è soprattutto l’anno in cui
l’attore romano affronta un’ardua sfida. Ozpetek gli affida infatti
un personaggio che non ha nulla a che vedere con quelli da lui
interpretati finora: è Antonio, l’ex marito ossessivo e violento di
Un giorno perfetto.
È un percorso complesso negli
abissi della follia umana, anzi, al limite dell’umano, come
l’attore stesso ha affermato: “è un personaggio al limite tra
l’animale-uomo e l’uomo, un personaggio devastante” ma dal
quale, dice, “non mi sono fatto devastare”. Antonio non
accetta la realtà – la separazione da sua moglie Emma/Isabella
Ferrari, la rottura del nucleo familiare che lo allontana anche dai
due figli. La rabbia e il desiderio di possesso e controllo
esploderanno nella maniera più devastante. Pur con qualche
ingenuità e qualche caduta nel melodramma, specie nelle storie che
ruotano attorno alla principale, la vicenda dei due protagonisti
non può che impressionare lo spettatore, con un
inedito Valerio Mastandrea che brilla in
questo ruolo cupissimo, da orco, da incarnazione del male, dando
prova di grande versatilità – è premiato con il Golden Graal come
miglior attore drammatico. Mentre Isabella Ferrari rende
ottimamente lo spaesamento stralunato, lo scollamento da una realtà
che nonostante tutte le prove, non riesce a guardare col necessario
realismo.
Altro ruolo di simile cupezza, e
pari straziante efficacia, dove però la violenza si rivolge più
contro sé stesso che contro altri, è quello dell’ex pugile depresso
di Good morning Aman, esordio del regista Claudio
Noce e primo lungometraggio di cui Valerio
Mastandrea è anche produttore – “ho dato
una mano”, perché “oggi non basta più fare i film solo con
la propria faccia”. È la storia di due vite ai margini – l’ex
pugile Teodoro e il giovane italo-somalo Aman/Said Sabrie – e di
un’inattesa amicizia. Crudo realismo, assenza di retorica, di
pietismo; rabbia esibita o repressa, desolazione sono le chiavi del
film, che nonostante le buone prove, non ha avuto un gran
riscontro.
Il 2010 invece, è
l’anno del grande successo che mette d’accordo pubblico e critica.
Arriva grazie ad una nuova collaborazione con Virzì, nel suo film
forse più personale: La prima cosa bella,
ambientato nella sua città natale, Livorno. Con un ottimo cast,
tutto straordinariamente in parte: oltre a Valerio
Mastandrea, Stefania Sandrelli, Micaela
Ramazzotti, Marco Messeri, Claudia Pandolfi. Tutti assieme
a colorare una commedia che è un affresco della provincia italiana
degli ultimi quarant’anni, che parla di affetti e legami familiari
in modo non banale o stereotipato, ma ironico e disincantato e vede
il figlio Bruno/Valerio Mastandrea, insegnante
quarantenne perennemente a disagio, introverso e con molti
“vuoti” da colmare, fare i conti con la figura dell’ingombrante,
esuberante, affettuosa mamma Anna/Ramazzotti e Sandrelli, da cui si
era allontanato tanti anni prima. Il risultato fa sorridere e
commuove al tempo stesso. Il film fa incetta di David e Nastri:
finalmente il nostro ottiene il David di Donatello, con cui sarà
premiata anche Micaela Ramazzotti. Nastro d’Argento per Ramazzotti
e Sandrelli, ma anche per il miglior film, sceneggiatura e
costumi.
Nel 2011 l’attore romano partecipa
a diversi progetti, spaziando dalla commedia al dramma – da
Nessuno mi può giudicare e Cose
dell’altro mondo a
Ruggine. Ed esordisce anche come scrittore
con lo pseudonimo di Saverio Mastrofranco, firmando assieme a
Francesco Abate il romanzo ispirato dalla vicenda di quest’ultimo,
Chiedo scusa.
Quest’anno, lo abbiamo visto in
quello che definisce “il lavoro più difficile che ho fatto
finora”, ovvero vestire i panni del commissario Luigi
Calabresi nel film di Marco Tullio Giordana
Romanzo di una strage. Nella ricostruzione storica che
Giordana fa della strage di Piazza Fontana, delle indagini e dei
processi che la seguirono, dei personaggi che in tutta questa
complessa e lunga vicenda ebbero un ruolo, il controverso
personaggio del commissario capo della questura milanese esce come
avvolto in una nebbia, resta in gran parte oscuro. La morte di
Pinelli, che vola dalla finestra della questura, proprio quella
dell’ufficio di Calabresi, mentre lui non c’è. La violenta campagna
di stampa e d’opinione contro di lui che ne consegue, infine
l’agguato di cui rimane vittima. Ma dell’uomo Calabresi, di come
viva tutto ciò, sappiamo poco, restiamo distanti, non possiamo
approfondire. Forse un eccessivo pudore del regista, che però
influisce sulla resa del personaggio: freddo, trattenuto.
Con Gli
equilibristi di Ivano De Matteo siamo in
tutt’altro ambiente, epoca e situazione, ma c’è anche tutt’altro
coinvolgimento: pur nella chiave estremamente misurata, fatta di
sguardi più che di parole, mai sopra le righe, qui passa tutta
l’emozione necessaria a farci soffrire con l’impiegato Giulio, che
sbaglia e paga caro, non riuscendo poi a sopportare il peso
economico ed esistenziale di una separazione ai tempi della crisi.
Se all’inizio ridiamo amaramente con lui di una realtà cinica, che
non perdona, poi viviamo la sua vergogna, il senso d’indegnità che
lo portano a chiudersi sempre più in sé. Con lui riflettiamo sul
momento che stiamo vivendo e di cui finalmente negli ultimi tempi
si parla anche al cinema. Anche se, dice Valerio
Mastandrea, “la crisi c’è sempre stata, c’è da
quindici anni. Per questo non condivido chi parla di nuova povertà.
Ciò che colpisce oggi, invece, è la normalità con cui ci si può
sprofondare. Oggi tutto è pronto per tirarti giù. È questa la
novità”. Con questa interpretazione si è guadagnato il Premio
Pasinetti al Festival di Venezia, dove il film, attualmente nelle
sale, è stato accolto con dieci minuti di applausi.
Dal prossimo 4 ottobre lo vedremo
invece ne I padroni di casa di Edoardo
Gabriellini, assieme ad Elio Germano,
mentre dal 18 ottobre sarà nelle sale con l’ultima fatica di Silvio
Soldini Il comandante e la cicogna. Nel cast con
lui, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini,
Luca Zingaretti.
Chi invece volesse vederlo sul
palcoscenico, dovrà aspettare il prossimo febbraio. Debutterà
infatti il 14 al Teatro Ambra Jovinelli di Roma con uno spettacolo
da lui anche diretto e scritto da Mattia Torre: Qui e ora,
in scena fino al 3 marzo.
Torino. Anche le statue hanno gli
occhi per guardare, come quella di Garibaldi che, dall’alto del suo
piedistallo e dei suoi fasti, osserva le vite dei passanti, la loro
stranezza, il loro fascino, i loro sogni…abitanti di un paese alla
deriva.
Arriva il primo trailer di
Beautiful Creatures – La Sedicesima, la saga che
erediterà con ogni probabilità il vuoto lasciato dalla fine della
Saga di Twilight. Protagonisti del romanzo sono Ethan, un normale
ragazzo che abita in una sonnecchiosa cittadina del Sud Carolina e
Lena Duchannes, la ragazza dei suoi sogni (letteralmente) appena
arrivata in città. Tra i due si instaura subito un legame (sono
connessi tra loro con il Metapensiero e ognuno sente i pensieri
dell’altro), che sfocia in amore. Ben presto Ethan scoprirà che la
famiglia di Lena è tormentata da una terribile maledizione e che
lui è l’unico in grado di proteggerla.
Beautiful Creatures – La Sedicesima è scritto e
diretto da Richard LaGravanese (P.S. I Love You). Nel cast, oltre
ai due protagonisti interpretati da Alden Ehrenreich e Alice
Englert, ci sono anche Viola Davis, Jeremy Irons, Emma Thompson,
Thomas Mann ed Emmy Rossum.
Gael García Bernal (Ernesto “Che”
Guevara per Walter Salles ne I diari della motocicletta)
affiancherà Matthew McConaughey in The Dallas Buyer’s Club di
Jean-Marc Vallée. Ispirato ad una storia vera, il film è incentrato
sul personaggio di Ron Woodroof, interpretato da Matthew
McConaughey. Woodroof, elettricista texano con diagnosi di
AIDS, inizia un traffico di medicine alternative per aiutare se
stesso ed altre persone affette dalla medesima patologia. Le sue
azioni però lo portano presto in rotta di collisione con al Us Food
and Drug Administration, contraria all’uso di farmaci alternativi
sul suolo americano. Gael Garcia Bernal interpreterà uno dei
malati di AIDS riforniti da Woodroof. Le riprese del
film inizieranno il prossimo novembre.
La Summit Entertainment ha diffuso
via web un’altra locandina internazionale di The Twilight Saga:
Breaking Dawn – Parte 2, dopo l’ultima già vista qualche giorno fa.
La parte centrale del posterè più o meno simile alle immagini
promozionali già viste per gli altri film, con i tre protagonisti
Taylor Lautner, Kristen Stewart e Robert Pattinson, mentre la fascia infariore
del poster ritrae i Volturi schierati per la battaglia finale.
Il film è diretto da Bill Condon e
nel cast comprende anche Jackson Rathbone e Ashley Greene. Uscirà
il 14 novembre 2012 in Italia e il 16 novembre in USA.
Adam Brody, presto
al cinema con Cercasi amore per la fine del mondo, entrerà a far
parte del cast di Baggage Claim, film diretto da David E. Talbert e
tratto dall’ omonimo romanzo dello stesso regista.
Il film, che vedrà anche la
partecipazione di Paula Patton, Derek Luke, Octavia Spencer, Taye
Diggs, Djimon Hounsou, Lauren London e Jill Scott, racconta la
storia di una trentenne che, stufa della sua condizione di single,
decide di intraprendere un viaggio di 30 giorni e 30.000 miglia
attraverso l’America per trovare finalmente l’uomo della sua vita.
Brody interpreterà il ruolo di un assistente di volo che farà
amicizia con la ragazza nel corso del suo viaggio.
Seth Green (Austin
Powers, The Italian Job, Scooby-Doo 2) è stato scelto per il ruolo
del protagonista nella pellicola indipendente diretta da Dustin
Marcellino, The Identical.
Secondo le ultime indiscrezioni,
Tom Hiddleston, noto al grande pubblico per l’interpretazione in
The Avengers, sarebbe stato scritturato per il nuovo film di Joanna
Hogg, terzo della sua carriera. Per quanto non si conoscano ancora
i dettagli di questo nuovo lavoro della Hogg, pare che le riprese
inizieranno molto presto a Londra e che dureranno sei settimane.
Hiddleston e la Hogg hanno già lavorato insieme in passato.
Hiddleston infatti è comparso in Unrelated, film del 2008 della
stessa regista e in Arcipelago, diretto sempre dalla Hogg ed uscito
nelle sale nel 2010.
Emilia Clarke, che
ha conquistato il cuore degli spettatori di Game Of Thrones con il
ruolo di Daenerys Targaryen la madre dei
Draghi, sarà accanto a Jude
Law nel film Dom Hemingway , una commedia noir scritta e
diretta da Richard Shepard (Criminal Minds).
Nel film un ladro, dopo dodici anni
di carcere, ritorna a Londra allo scopo di ritrovare i suoi
complici, sfuggiti alla cattura, per rivendicare la sua parte di
bottino. Con la Clarke e Law, anche Demian Bichir, in questi giorni
sugli schermi con Le Belve di Oliver Stone e che lo scorso anno ha
conquistato la sua prima nomination agli Oscar per la sua
interpretazione in A Better Life.
Katee Sackhoff è entrata a far
parte del cast della versione al femminile de I Mercenari, prodotta
dalla 1984 Private Defense Contractors su una sceneggiatura di
Dutch Southern.
Si tratta del secondo ingresso
ufficiale dopo quello di Gina Carano. La Sackhoff è nota
soprattutto per numerosi ruoli sul piccolo schermo, ma l’anno
prossimo sarà possibile vederla al cinema in Riddick con Vin
Diesel.
Una volta terminate le riprese di
Kick-Ass
2 a Toronto, la Troupe è volata a Londra per
iniziare una nuova sessione di riprese: per l’occasione, il regista
Jeff Wadlow ha diffuso un’importante foto dal set, relativa a una
sparatoria che si svolgerà durante un funerale.
Potete vederla qui sotto:
Kick-Ass
2 uscirà nei cinema americani il 23 giugno
2013. Tornano i protagonisti dell’irriverente commedia d’azione sui
supereroi del 2010 diventata in breve tempo un cult
cinematografico.
In Kick-Ass
2 la ragazza assassina Hit Girl
(Chloë
Grace Moretz) e il giovane vigilante Kick-Ass
(Aaron
Taylor-Johnson) stanno entrambi cercando di vivere
come due normali teenager con i nomi di Mindy e Dave. Preoccupato
del diploma di fine anno e di un futuro alquanto incerto, Dave crea
la prima squadra di supereroi “mondiali” insieme a Mindy.
Sfortunatamente però la ragazza viene scoperta nei panni di Hit
Girl, ed è costretta a ritirarsi, restando sola ad affrontare il
terrificante mondo della scuola, popolato da malvagie studentesse.
Nel frattempo Red Mist sta creando la propria squadra per far
pagare ai suoi acerrimi nemici – Kick-Ass e Hit Girl – per ciò che
hanno fatto a suo padre…
Iniziate le riprese di Malavita, il
nuovo film di Luc Besson, ecco arrivare la prima foto dal set che
vede Robert De Niro dialogare con lo stesso regista.
Il film racconterà la storia della
famiglia Manzonis, trasferitasi in Francia grazie a un programma di
protezione testimoni, che avrà grosse difficoltà a lasciarsi
indietro il proprio passato. Nel cast, anche Michelle Pfeiffer,
Tommy Lee Jones, Paul Borghese e Dianna Agron.
Dopo The Fighter, che gli ha fatto
conquistare l’Oscar come migliore attore protagonista, tornerà a
lavorare ancora una volta con David O’ Russell in un nuovo progetto
ancora privo di titolo(voci di corridoio dicono che sarà American
Bullshit, ma non ci sono conferme ufficiali): Bale si unisce così
al cast già composto da Amy Adams( anche lei aveva già lavorato in
The Fighter), Jeremy Renner e Bradley Cooper.
La sceneggiatura è stata scritta da
Eric Singer e il film verrà prodotto da Charles Roven e Richard
Suckle con finanziamenti dalla Annapurna Pictures.
Il film racconterà la storia
dell’operazione Abscam, portata avanti sotto copertura dall’FBI
negli anni 80′ per smascherare la corruzione fra i membri del
Congresso, sotto la guida di Melvin Weinberg, un criminale
collaboratore per l’FBI.
è finalmente arrivato il poster di
Jack Reacher, nuovo film con Tom
Cruise diretto da Christopher McQuarrie.
Ecco la Sinossi Ufficiale:
“Sei colpi. Cinque morti.
Un centro città gettato nel terrore. Ma dopo poche ore la polizia
risolve tutto: un caso semplice. Tranne per una cosa. L’uomo
accusato dice: avete preso la persona sbagliata. Poi dice:
portatemi Reacher. L’ex investigatore militare Jack Reacher sa che
il killer è un cecchino militare addestrato che non avrebbe mai
potuto mancare un colpo. Reacher è certo che qualcosa non va per il
verso giusto e presto il caso semplice esplode.”
Una nuova foto dal set di
The Hunger Games: la ragazza di fuoco è stata
diffusa online: lo scatto mostra una veduta del Palazzo di
Giustizia di Panem e segue di poco l’immagine diffusa qualche
giorno fa che mostrava Donald Sutherland nei panni del crudele
Presidente Snow. Potete vedere entrambe le immagini qui sotto:
La trama del film:
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.
Sono stati diffusi online 4 nuovi
banner per Lo Hobbit: un Viaggio Inaspettato, primo film della
nuova trilogia diretta da Peter Jackson che farà rivivere
l’universo fantastico della Terra Di Mezzo creato da J. R. R.
Tolkien.
Potete vedere i banner del film,
che uscirà nei cinema il prossimo 14 dicembre, qui sotto( cliccate
sull’immagine per la visualizzazione completa).
La saga letteraria Reviver
scritta da Seth Patrick, che presto debutterà
nelle librerie di tutto il mondo ha già trovato una grande Major
che ne ha opzionato i diritti.
Walt Disney Animation Studios e il
regista vincitore del premio Emmy Rich Moore (le serie TV “I
Simpson”, “Futurama”) trascinano gli appassionati di cinema in
un
Ecco tre foto di Seven Psychopaths,
il divertente film diretto e scritto da Martin McDonagh (In Bruges)
in cui vediamo una’llegra banda di … psicopatici alle prese con
vicende
“E’ un re della commedia da
tantissimo tempo e come ci ha insegnato lui stesso molto tempo fa,
è bello essere re. È un maestro di una forma artistica che
raramente ottiene
Walter Hill riceverà
il “Maverick Director Award” Il Festival premia il regista di culto
americano,autore de I guerrieri della notte, 48
ore e Strade di fuoco. Marco Müller:
“Celebriamo un maestro sempre fuori dagli schemi”. A Roma, in prima
mondiale, il nuovo film di Hill, Bullet to the Head, con
Sylvester Stallone.
Il regista, sceneggiatore e
produttore Walter Hill riceverà il “Maverick Director Award” nel
corso della settima edizione del Festival Internazionale del Film
di Roma (9 – 17 novembre 2012, Auditorium Parco della Musica). A
consegnare il riconoscimento sarà Alessandro Camon alla presenza di
Sylvester Stallone. L’ultimo film diretto da Walter Hill,
Bullet to the Head, sceneggiato da Alessandro Camon e con
Sylvester Stallone interprete protagonista, sarà presentato al
Festival in prima mondiale a seguire la cerimonia di
premiazione.
Il “Maverick Director Award” –
nuovo riconoscimento del Festival destinato a celebrare i maestri
che hanno contribuito a inventare un cinema lontano dagli schemi,
mantenendosi sempre fuori dal gregge – premia uno dei cineasti
statunitensi più apprezzati e versatili, regista di film di culto
come I guerrieri della notte, 48 ore e Strade
di fuoco, produttore di uno dei capolavori del cinema di
fantascienza, Alien di Ridley Scott, e dei due sequel (Aliens –
Scontro Finale e Alien³), e ancora sceneggiatore per
autori del calibro di John Huston (L’Agente Speciale
Mackintosh) e Sam Peckinpah (Getaway!). Nel corso
della sua lunga carriera, che inizia nei primi anni ’70, Walter
Hill ha dimostrato di sapersi muovere a suo agio fra classicità e
modernità, attraverso tutti i generi, dalla trilogia sugli eroi del
western (I cavalieri dalle lunghe ombre, Geronimo
e Wild Bill) al thriller (I guerrieri della palude
silenziosa e I trasgressori), dal film d’azione
(Ricercati: ufficialmente morti e Undisputed)
alla commedia (Chi più spende… più guadagna!). Hill ha
ricevuto il Premio “Directors Guild of America” (DGA) e il premio
Emmy per la regia della puntata pilota della innovativa serie
“Deadwood”. Di recente ha vinto un premio DGA per la regia
dell’acclamato film tv Brokentrail – Un viaggio
pericoloso, per il quale ha anche ricevuto un Emmy.
Bullet to the Head,
thriller d’azione con Sylvester Stallone e la sceneggiatura di
Alessandro Camon, prodotto da Dark Castle e IM Global, si ispira al
celebre graphic novel “Du plomb dans la tête” di
Matz (Alexis Nolent) e racconta la storia di un sicario di New
Orleans (Stallone) e di un poliziotto di Washington D.C. che si
alleano per colpire gli assassini dei loro rispettivi partner.
Walter Hill: l’ultimo
fuorilegge del cinema americano
“Faccio film su uomini duri in
situazioni pericolose”. Discepolo ed erede di grandi maestri del
cinema statunitense come Howard Hawks, Sam Peckinpah, Don Siegel e
Robert Aldrich, Walter Hill è riconosciuto come l’ultimo dei
classici americani.
Poeta della frontiera e
dell’amicizia virile, visionario iconoclasta dei generi classici,
cineasta chiave per comprendere la trasformazione che il cinema
d’azione ha subito nel passaggio dagli anni Settanta al decennio
successivo.
Amato dalla critica per il suo
gusto potentemente classico e geometrico al tempo stesso, Hill nel
corso della sua carriera ha lavorato con i più grandi “duri” del
cinema a stelle e strisce. Da Charles Bronson e James Coburn,
passando per David Carradine, Nick Nolte, Sylvester Stallone,
Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis. In fondo al suo cuore, però,
Walter Hill era ed è un uomo della frontiera, l’ultimo
westerner.
“L’essere capaci di scegliere un
genere cinematografico tradizionale, poliziesco o altro, e riuscire
a farne una storia avvincente, mi sembra estremamente difficile –
spiega Hill – Ma se lo si fa bene, il vantaggio è che il pubblico
riconosce il genere e capisce il senso dei personaggi. In questo
modo il risultato è molto più efficace”.
Dotato di uno sguardo
inconfondibile, Walter Hill nel corso della sua carriera è riuscito
sempre a conservare una sua autonomia e indipendenza dalle logiche
del mercato, allergico ai compromessi e alle scelte di comodo
proprio come i suoi maverick, fuorilegge e desperado.
Consapevole delle proprie origini,
Hill ha dichiarato: “In America dicono che sono molto “giapponese”,
perché i miei film sono stilizzati. Amo moltissimo Kurosawa ma
anche Ford, che era un regista caldo. Ford ha fatto i più bei
western della storia. Non ci sono dubbi su questo. Questa delle
influenze, però, è una catena ininterrotta. Io posso essere stato
influenzato da Peckinpah, come Peckinpah lo è da Kurosawa e
Kurosawa da Ford e Ford da David Wark Griffith e Griffith da
Charles Dickens”.
E come tutti i grandi maestri del
cinema americano, Hill si distingue per la precisione del proprio
gesto filmico. Un gesto che ha assunto ormai la statura di un segno
classico.i Berlino, e nomination agli Oscar® nel 2010.
Così come era successo
per Il Signore degli Anelli, Peter Jackson sta realizzando anche
una versione estesa de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, che
uscirà
Battleship e ancora prima
Transformers sono stati deu veri e propri successi al botteghino,
così la Hasbro non vuole rinunciare a questi adattamenti dai propri
giochi. Si era già detto
Ecco il trailer ufficiale di Viva
L’Italia pubblicato da ComingSoon.it, il socondo film di Massimiliano
Bruno dopo Nessuno mi Può Giudicare, che ancora una
Dopo l’irriverente Dittatore, Sacha
Baron Cohen verrà coinvolto dalla Paramount in The Lesbian, film
basato sulla storia vera di un miliardario di Hong Kong che ha
offerto 65 milioni