Nonostante sia arrivato al quarto
episodio, Underworld, appena uscito, è in vetta al
Box office USA di questa settimana. Così come era accaduto ad
un’altra saga che vanta uno zoccolo duro di affezionatissimi,
Final Destination, che diligentemente vanno a
vedere in massa ogni nuova messa in scena cinematografica della
serie. Così è accaduto anche per questo ultimo capitolo della saga
anch’essa con tematica vampiresca ma affatto melensa. Il film
incassa infatti 25 milioni di dollari e distanzia decisamente la
seconda posizione. Red tails, che racconta le
vicissitudini di un plotone di piloti che combattono durante la
seconda guerra mondiale, formato prevalentemente da afroamericani,
segue la prima posizione, e incassa 19 milioni di
dollari. Scende Mark Wahlberg, star di
Contraband, il film incassa 12 milioni di dollari
questa settimana, arrivando ad un totale di 46. In quarta posizione
troviamo il film drammatico, tratto da un romanzo di Jonathan
Safran Froer, Extremely loud and incredibly close,
in cui un bimbo cerca di superare in un modo un po’ fantasioso il
trauma della perdita del padre avvenuta per gli attentati alle
Torri gemelle di 10 anni fa. Il film fa di tutto per essere
interessante, alla regia infatti c’è Stephen Daldry, regista di
Billy Elliot, nel cast ci sono Sandra Bullock e
Tom Hanks oltre che il giovane Thomas Horn. Il film ha incassato 11
milioni di dollari. In quinta posizione troviamo
Haywire, il film “piccolo” che accompagna sempre
le grosse produzioni di Steven Soderbergh, che precedentemente
quest’anno ci aveva angosciato non poco con il virale, in tutti i
sensi, Contagion. In questo film invece seguiamo
la vendetta di un soldato super specializzato; nel cast Ewan
McGregor e Michael Fassbender. Il film ha incassato 9 milioni
di dollari. Scende anche la riedizione del classico Disney
Beauty and the beast, che
questa settimana incassa 8 milioni di dollari che fanno arrivare il
totale a 33, relegando la pellicola al sesto posto della classifica
dei dieci film più visti. In settima posizione scende anche il
musical con le star storiche della musica soul e country messe
insieme in Joyful noise; il film ha un totale di
22 milioni di dollari.
Inesorabilmente, ma dopo sei
settimane di classifica e 197 milioni di dollari incassati, si
avvia ad uscire di scena Mission Impossible: Ghost
protocol, così come fa l’altro film che ha dominato le
feste, ora in nona posizione: Sherlock Holmes: a game of
shadows, con un totale di 147 milioni di dollari. In
decima posizione a chiudere la classifica, The girl with
the dragon tattoo di David Fincher, che questa settimana
ha incassato solo 3 milioni di dollari.
La prossima settimana esce un nuovo
film in cui Liam Neeson deve affrontare problemi molto più grandi
di lui: in The grey, infatti, il suo personaggio
si ritrova disperso in Alaska dopo un incidente aereo ed è
insidiato da un branco di lupi che ovviamente vedono i superstiti
umani come un’ottima colazione. Esce anche Albert
Nobbs, che suscita interesse soprattutto per
l’interpretazione en travesti di Glenn Close, che nell’Irlanda del
19esimo secolo si deve travestire da uomo per lavorare e
sopravvivere. Esce anche una nuova commedia con Katherine Heigl:
One for the money.
Con il loro lavoro, gli attori sono in grado di
veicolare un’infinità di emozioni. E talvolta ci fanno anche
piangere. Ma è interessante scoprire quali sono i momenti che hanno
emozionato gli attori stessi al cinema, fino a versare lacrime.
Il successo di The Artist continua:
dopo aver trionfato ai Golden Globes, il film ha appena vinto il
PGA(Producers Guild Award), prestigioso premio destinato alla
produzione.
Numerosi altri favoriti come
Paradiso Amaro, L’Arte di Vincere, War Horse, Hugo Cabret, Le Idi
di Marzo, Midnight in Paris e The Help sono stati quindi battuti
dalla pellicola di Michel Hazanavicius, le cui probabilità di
vittoria agli Oscar sembrano aumentare di giorno in giorno.
Altri importanti premi sono stati
consegnati per l’occasione anche a le avventure di
Tintin(produttori Peter Jackson, Kathleen Kennedy, Steven Spielberg)e al documentario Beats,
Rhymes & Life: The Travels Of A Tribe Called Quest(Michael
Rapaport, Edward Parks).
In occasione della presentazione al
Sundance Film Festival del suo documentario “West of Menphis”,
Peter Jackson ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni
sullo hobbit, attesissimo prequel del Signore degli Anelli,
fornendo preziosi dettagli sul modo in cui il film sia
collegato alla Trilogia:
“Abbiamo sempre voluto che Lo
Hobbit facesse parte di una serie di cinque film. Fortunatamente
Tolkien ha scritto moltissimo materiale aggiuntivo nelle appendici
del Signore degli Anelli, dove ha ricollegato assieme le due
storie, 20 o 30 anni dopo la pubblicazione dello Hobbit. E così
siamo riusciti a utilizzare un po’ di quel materiale. Il film non
sarà una storia per bambini come il romanzo originale, ma conterrà
un po’ di umorismo. Alcune delle canzoni del romanzo sono state
inserite nel film.”
Jackson ha inoltre aggiunto
riguardo alla sua esperienza sul set: “Mi sto godendo il film
proprio come un fan, che è la cosa che mi entusiasma maggiormente.
Sono felice di tornare sul set ogni giorno, adoro girare questo
film. A febbraio inizieremo altri 100 giorni di riprese, quindi
intorno a luglio avremo finito. A quel punto avremo girato entrambi
i film.” “Lo Hobbit: un viaggio inaspettato”, arriverà al cinema il
14 dicembre 2012.
è finalmente disponibile in rete
una nuova foto di Johnny Depp in Dark Shadows, ultima fatica
di Tim Burton da una sceneggiatura di Seth Grahame- Smith.
L’immagine mostra Depp nei panni di
Barnabas Collins, un vampiro alla ricerca del suo amore perduto,
Jozette: sul suo cammino incrocierà il destino di numerosi
personaggi, fra i quali una strega innamorata di lui di nome
Angelique(Eva Green), una bizzarra matriarca che si rifiuta di
uscire di casa dal giorno della morte del marito(Michelle Pfeiffer)
e una strana psicologa(Helena Bonham Carter)”esperta” in disordini
del sistema circolatorio.
Ispirato a una serie televisiva di
successo degli anni ’60 creata da Dan Curtis, Dark Shadows uscirà
nei cinema americani l’11 maggio 2012.
Una bella notizia che i fan di Peter Jackson
e de Il Signore degli Anelli aspettavano da tempo: dalle 10:30 di
questa mattina è disponibile in anteprima esclusiva sul canale
ufficiale Youtube di Warner Bros il primo trailer italiano del film
Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato.
Il nuovo film di Joseph
Kosinski, regista di Tron Legacy, non ha ancora un
titolo definitivo (negli ultimi tempi sono stati scelti e poi
scartati, Oblivion e Horizons), ma un cast già in
via di definizione: a fianco del protagonista, Tom
Cruise, dovrebbero comparire
Andrea Riseborough e Olga
Kurylenko.
Il film è ambientato in una Terra
devastata e divenuta inospitale, teatro dello scontro con una razza
aliena, dove la razza umana è stata costretta ad andare a vivere su
piattaforme sospese, tra le nuvole. Cruise interpreterà un soldato
incaricato di riparare i droni utilizzati nella guerra. Nel corso
del film, il protagonista si troverà diviso tra due donne: da una
parte la sua compagna (interpretata dalla
Kurylenko), che resta costantemente in contatto
con lui; dall’altra una donna misteriosa che sembra essere
letteralmente caduta dal cielo, il cui incontro lo porterà a
cambiare radicalmente la sua visione del mondo.
Il percorso del film è stato finora
particolarmente accidentato: inizialmente seguito dalla Disney, è
stato in seguito abbandonato, non essendo propriamente un film per
famiglie; a quel punto è entrata in gioco la Universal. Problemi
sono sorti anche in sede di sceneggiatura, passata per le mani di
Karl Gajdusek, William Monahan e,
recentemente Michael Arndt. Per il ruolo di una
delle protagoniste si era pensato a Jessica
Chastain, che ha poi rinunciato. Se non vi saranno altri
contrattempi, l’inizio delle riprese è previsto nel giro di un paio
di mesi, in vista di un’uscita nel luglio 2013. La
Riseborough ha raggiunto una certa notorietà solo
in tempi recenti, con la sua partecipazione a W.E. di Madonna;
molto più conosciuta la Kurylenko, già abituata ad action movie e
blockbuster, con ruoli in Quantum Of Solace, Centurion e
Max Payne.
Otherland, primo volume di un ciclo
di romanzi sci-fi di Tad Williams (inedito in Italia, dove dello
stesso autore sono stati pubblicati i libri del Ciclo delle Spade)
sarebbe avviato ad avere una trasposizione cinematografica, ad
opera della Warner e prodotta Dan Lin, già produttore di Sherlock
Holmes. La vicenda di Otherland è ambientata 100 anni nel
futuro e vede protagonista un gruppo di improbabili eroi cercare di
scampare ad un assassino mentre si trovano ad operare nel mondo
virtuale, finendo per scoprire una cospirazione il cui scopo è
niente meno che la distruzione dell’umanità.
I cinque volumi del Ciclo di
Otherland sono usciti negli USA tra il 1996 e il
2001: la Warner potrebbe quindi lanciare una nuova saga
in più capitoli. Nel frattempo, Dan Lin sta lavorando, tra gli
altri, su Gangster Squad di Ruben Fleischer, e si
appresterebbe a portare sullo schermo anche la pluripremiata
serie a fumetti Bones di Jeff Smith. Per la sceneggiatura di
Otherland si è invece pensato a John Scott III, attualmente
impegnato sull’adattamento di Abissi d’acciaio, uno dei capolavori
di Isaac Asimov.
Un ritorno al classico filone ‘uomo
contro la natura’, molto in voga negli anni ’70, da Lo Squalo in
poi: è il nuovo progetto del regista di Saw V David Hackl,
intitolato Red Machine vedrà protagonista Billy Bob Thornton, a
fianco di Thomas Jane e James Marsden. Marsden e Jane
intepreteranno due fratelli che, accompagnati dalle rispettive
mogli, utilizzeranno una gita in montagna come occasione per
appianare le proprie divergenze;
i dissapori personali passeranno
presto in secondo piano quando il gruppo diventerà oggetto delle
ire di uno scatenato orso Grizzly; a questo punto interverrà il
personaggio di Thornton, un leggendario cacciatore di orsi.
Parlando del film, Hackl ha spiegato di voler andare alle reali
radici della paura, offrendo al pubblico una storia tutto sommato
plausibile, che molti potrebbero trovarsi a vivere in prima
persona.
Kristen Wiig, recente protagonista
de Le amiche della sposa, sarebbe in corso di trattative per
partecipare, a fianco di Ben Stiller, al remake di The secret life
of Walter Mitty, film degli anni ’40 con Danny Kaye uscito in
Italia col titolo di Sogni proibiti. Il protagonista del film vive
in continuazione sogni ad occhi aperti per fuggire al grigiore
della vita quotidiana; un giorno però gli eventi prenderanno una
piega inaspettata.
Recentemente Shirley MacLaine è
stata data in trattative per recitare il ruolo della madre del
protagonista. Rispetto all’originale, la sceneggiatura del remake
prevede alcune variazioni, come il mestiere del protagonista e
l’avvenimento da cui prenderanno le mosse le sue varie
vicissitudini. La Wiig interpreterebbe il ruolo di una collega di
Mitty, personaggio ricorrente anche in molti dei suoi sogni ad
occhi aperti. Il nome di Kristen Wiig, attualmente impegnata sul
set del Saturday Night Live, è stato affiancato recentemente anche
The Comedian, prossimo lavoro di Sean Penn (sorta di remake di Re
per una notte).
Ecco il primo trailer italiano de Lo Hobbit
– Un Viaggio Inaspettato! L’attesissimo film di Peter Jackson
arriverà solo a dicembre prossimo al cinema, ma intanto godiamoci
il trailer, dove purtroppo
Il Presidente di Giuria Internazionale
della 65esima edizione del Festival
di Cannes sarà il regista italiano Nanni Moretti. Sappiamo che
la Francia ama molto Nanni, e a testimoniarlo è anche la
Un esordio di successo per il tanto
atteso Benvenuti al Nord, l’ultimo film del
regista Luca Miniero nelle sale dal 18 gennaio. Il sequel di
Benvenuti al Sud ha infatti registrato,
La guerra dei fiori
rossi, prodotto nel 2006 e distribuito in Italia nel
gennaio 2007 dall’Istituto Luce, è il secondo film di Zhang
Yuan dopo diciassette anni, prodotto nel 1999. Tratto
dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Zhang Shuo, è stato
co-prodotto dalla cinese Beijing Century Good-Tidings Cultural
Development Company e dall’italiana Downtown Pictures, e girato in
Cina e in parte anche in Italia.
Yuan ci offre ancora una volta una
prospettiva diversa della Cina comunista, da un’angolatura critica
e costruttivamente polemica. In questo lungometraggio Yuan lo fa
puntando tutto sui bambini, sui quali la allora neonata dittatura
comunista cinese (siamo nel ’49) gettava le basi per il futuro. Nel
piccolo ribelle Qiang (nome completo Fang Quiangqiang) – lasciato
piangente dal padre in un convitto, che si oppone con la propria
capricciosa innocenza inconsapevolmente a un neonato regime che ne
vuole subito annullare l’identità e soffocare il pensiero – si
incarnano i desideri odierni di ribellione di un popolo contro una
dittatura ormai anacronistica e che nasconde dietro una stanca
bandiera rossa un capitalismo selvaggio.
La guerra dei fiori rossi,
la trama
La Repubblica comunista cinese è
stata da poco fondata e punta all’omologazione del suo popolo,
partendo dalle scuole e dai convitti, dove si plasmano i cittadini
fedeli e ossequianti di domani. In uno dei tanti convitti che punta
alla formazione totalitarista dei bambini, c’è Qiang, di soli 4
anni; il bimbo sfugge alle regole impostegli dalle maestre, non ci
sta a rispettare ordine e disciplina estenuanti, che impongono
perfino i ritmi dei bisogni fisiologici.
Questa sua ribellione all’ordine ha
però un prezzo: oltre alle continue punizioni degli insegnanti e
gli scarsi risultati scolastici, Qiang paga il proprio innocente
anti-conformismo con la solitudine e l’emarginazione da parte degli
altri bambini.
La guerra dei fiori rossi,
il film
L’idea è apprezzabile,
sebbene La guerra dei fiori rossi dopo una
mezz’ora di sorrisi strappati da quei simpatici e paffuti bambini,
cominci un po’ a stancare ed apparire ripetitivo; forse qualche
cambio di ambientazione di tanto in tanto e qualche nuovo evento di
rottura avrebbe reso tale pellicola un capolavoro. Il finale ha
comunque un alto potenziale simbolico.
Nella sua carriera, Zhang Yuan si è
dedicato soprattutto a spot pubblicitari e clip per MTV, in
particolare quelli della rock-star cinese Cui Jian, che interpreta
se stesso in Beijing Zazhong. Dopo La guerra dei fiori rossi ha
prodotto Space Guy nel 2010, film d’Animazione non ancora giunto in
Italia.
Quanto al piccolo protagonista Fang
Quiangqiang, è stato interpretato da Dong Bowen, il quale due anni
dopo ha fatto parte del cast di Ma wen de zhan zheng di Chun Yu.
La guerra dei fiori rossi è stato presentato nella
sezione World Cinema al Sundance Film Festival e nella sezione
Panorama al Festival di Berlino, dove ha vinto il premio
C.I.C.A.E.
Fino a un anno fa, quasi nessuno ne
aveva mai sentito parlare: star in patria, nel resto del mondo il
nome Jean Dujardin suscitava solo una domanda:
Jean, chi?
Il grande pubblico ignorava la sua
esistenza sino alla svolta del Festival di Cannes 2011:
Jean Dujardin è stato premiato come migliore
attore per The
Artist, il film muto in bianco e nero
acclamatissimo negli ultimi mesi. Da allora la notorietà
internazionale si è consolidata giorno dopo giorno e l’attore,
anzi, l’Artista, non fa che suscitare grande ammirazione come il
personaggio che ha segnato la sua consacrazione, l’affascinante
George Valentin.
Jean Dujardin, carisma, brio, ironia
e charme
Carisma, brio, ironia e charme:
sono solo alcune delle infinite qualità che contraddistinguono
questo attore francese dal volto senza tempo, la cui carriera ha
conosciuto un’inarrestabile ascesa, dalle serate di cabaret nei bar
parigini al Golden Globe appena conquistato a Los
Angeles. Jean Dujardin nasce il 19 giugno
1972 a Rueil-Malmaison, a nord di Parigi, ultimo di quattro figli
maschi. Bambino timido e insicuro, trova la sua dimensione nel
gioco, immagina di essere un cowboy o un eroe, mentre con gli anni
sviluppa il suo talento di comico e imitatore. Dopo essersi
diplomato in filosofia ed arti plastiche, svolge il servizio
militare durante il quale inizia a scrivere piccoli sketch che in
seguito propone in alcuni bar francesi, durante il cabaret della
sera. La prima apparizione di fronte alle telecamere avviene
nel 1996 al talent show televisivo Graines de star, in cui
si afferma come comico molto amato dal pubblico nei panni di Brice
de Nice, surfista ingenuo e sfrontato, che ripropone anche nella
compagnia Nous C Nous, di cui fa parte insieme a Bruno Salomone e
altri comici francesi; con loro realizza diverse parodie di boy
band in voga negli anni novanta.
Jean Dujardin
diventa poi un volto popolare della tv francese nella serie
Un gars, une fille (ovvero Love Bugs), di
cui è protagonista insieme ad Alexandra Lamy: con oltre 400 episodi
dal 1999 al 2003, l’affiatata coppia “Loulou e Chouchou” si
innamora anche nella vita reale. Dopo una precedente relazione da
cui nascono i figli Simon e Jules, Jean trova in Alexandra la
compagna della vita, si fidanzano nel 2003 e si sposano nel
2009.
Dopo il successo in tv, arrivano i
primi ruoli al cinema: dapprima secondari poi, dopo
Mariages!, nel 2005 è protagonista di Brice de
Nice di James Huth, in cui ripropone
il personaggio da lui inventato e conquista il box office. Ma il
grande incontro della sua carriera è quello con il regista
Michel Hazanavicius, che nel 2006 lo sceglie come
protagonista del film OSS 117: Le Caire, nid
d’espions; Jean interpreta l’agente segreto Hubert
Bonisseur de la Bath, simil James
Bond: simpatico, francese fino al midollo, seduttore e anche un
po’ razzista, nei panni di OSS 117 Jean Dujardin
rivela ancora una volta le sue grandiose doti comiche, e in questa
divertente parodia ambientata negli anni cinquanta è affiancato da
Bérénice Bejo, con cui lavorerà nuovamente in
The Artist. Il film è un successo e se ne
ricorda soprattutto la scena culto in cui Jean canta “Bambino” di
Dalida in arabo. Per questo ruolo viene nominato al César come
migliore attore, il che accade raramente per una commedia.
Nel 2007 recita in 99
francs di Jan Kounen, adattamento
dell’omonimo romanzo di Frédéric Beigbeder in cui
interpreta Octave Parrango, cinico agente pubblicitario; in questa
commedia graffiante, il suo personaggio non vuole suscitare
simpatie (“Spero che mi disprezzerete per meglio disprezzare
l’epoca che mi ha plasmato”, dice Parrango). Nello stesso anno
interpreta per la prima volta un ruolo drammatico in
Contre-enquête, dove è un poliziotto che indaga sulla
morte della figlia, mostrandosi all’altezza di altri generi oltre
il comico. Produce e dirige Palizzi, una
serie tv di due stagioni che racconta a mo’ di documentario il
reinserimento nella società di un ex mafioso uscito di prigione
dopo quindici anni di reclusione.
Nel frattempo, divenuto uno degli
attori francesi più amati oltralpe, Jean recita a teatro con
Alexandra Lamy in Deux sur la balançoire. È inoltre attivo
nell’ambito umanitario contro il maltrattamento dei bambini,
partecipando alla Fondation Mouvement pour les Villages
d’Enfants. Il 2008 è l’anno di Cash – Fate il
vostro gioco, una sorta di Ocean’s
Eleven alla francese in cui è affiancato da
Jean Reno e Valeria Golino. Diretto da Eric
Besnard, il film corale è una commedia poliziesca in cui
non mancano i colpi di scena.
Segue Un homme et son
chien, remake francese di Umberto D.
di Vittorio De Sica, dove recita con Jean-Paul
Belmondo, al quale Jean Dujardin è spesso
paragonato in patria. Torna poi nuovamente nei panni di
Hubert Bonisseur de la Bath in OSS 117: Rio ne répond
plus, sequel di successo ancora diretto da Michel
Hazanavicius, divenuto uno dei suoi migliori amici. Jean
ama infatti collaborare con professionisti di cui ha stima e
infatti nel 2009 ritrova James Huth, che lo dirige
nel western Lucky Luke, in cui interpreta con brio il
celebre cowboy solitario in grado di sparare più veloce della
propria ombra.
Tra i lavori più recenti, possiamo
citare Le bruit des glaçons diretto da
Bertrand Blier e Les petits
mouchoirs di Guillaume
Canet: quest’ultimo film, presentato al Festival
del Film di Roma 2010, uscirà in Italia in primavera
con il titolo Piccole bugie tra
amici. Jean interpreta Ludo e, benché abbia un
piccolo ruolo accanto a un cast stellare che comprende
Marion Cotillard e François
Cluzet, il suo personaggio è l’anima di tutto il film.
Nel 2010 torna al genere drammatico
nello struggente Un balcon sur la mer di Nicole
Garcia: è il protagonista, l’agente immobiliare Marc
Palestro, che incontra una donna misteriosa (una bravissima
Marie-Josée Croze) che lui riconosce come Cathy, la ragazzina di
cui era innamorato durante l’infanzia trascorsa in Algeria: ma la
verità potrebbe essere un’altra… Nel cast anche Toni Servillo e
Claudia Cardinale. In questo film Jean offre la vibrante
interpretazione di un uomo tormentato dal suo passato, rivelandosi
eccezionale anche nel registro drammatico. Un talento che si
paleserà ancora di più nel ruolo della vita.
Il 2011 è infatti l’anno della
consacrazione. Michel Hazanavicius gli offre il
ruolo più difficile della sua carriera in un film nato come
‘impossibile’ e che il regista sognava di realizzare già da una
decina d’anni: si tratta di The Artist,
muto e in bianco e nero, che Hazanavicius dirige con maestria e in
cui Jean veste i panni del divo George Valentin, star del muto la
cui carriera subisce un inevitabile declino con l’arrivo del
sonoro, mentre la giovane comparsa Peppy Miller (una brillante
Bérénice Bejo, nel frattempo divenuta moglie del
regista) diventa una stella proprio grazie ai film parlati. Jean
dedica anima e corpo a questo ruolo, recupera i classici muti di
Murnau e Borzage, studia Douglais Fairbanks, Gene Kelly,
Clark Gable e Vittorio Gassman, prende
lezioni di tip tap per cinque mesi e incarna alla perfezione il
divo del muto che non vuole rinunciare alla sua integrità di
artista sia nelle parti briose che in quelle drammatiche,
conquistando critica e pubblico. Ottiene la Palma d’oro di migliore
attore a Cannes; mentre sale sul palco, si inchina al presidente di
giuria e suo mito personale, Robert De Niro, e
improvvisa qualche passo di tip tap. The
Artist ottiene riconoscimenti in numerosi festival
internazionali, sino alla recente vittoria ai Golden
Globe: 3 statuette, tra cui il premio a Jean
Dujardin come Migliore Attore in un film commedia o
musicale. Durante il discorso di accettazione, in un inglese
stentato – giacché sta studiando la lingua da pochissimo dietro la
pressione di Harvey Weinstein – si prende una
rivincita contro un agente che gli aveva pronosticato che non
avrebbe mai fatto nessun film: “Il tuo viso è troppo espressivo,
troppo grande”. La straordinaria espressività di Jean
Dujardin è, al contrario, uno dei suoi maggiori pregi: sin
dagli esordi, la sua recitazione è particolarmente basata sul
corpo; si trattava inizialmente di un complesso di inferiorità, non
avendo mai frequentato l’accademia d’arte drammatica, dunque la
recitazione fisica avrebbe dovuto compensare una presunta mancanza
di profondità. La profondità invece c’è, accompagnata da un talento
esplosivo che non lascia mai indifferenti e una versatilità da vero
Artista.
Amante del cinema italiano di un
tempo (soprattutto Vittorio Gassman e Dino Risi),
di Charles Baudelaire e del buon vino; battuta sempre pronta e
irresistibile sorriso smagliante, Jean affronta il cinema con la
genuinità tipica di un bambino: recitare è per lui un modo per
prolungare l’infanzia, affinché l’uomo che è diventato riesca ad
aiutare il bambino che fu a realizzare i propri
sogni. Nominato ai SAG e ai BAFTA per The
Artist, Jean non sogna affatto una carriera a
Hollywood: se otterrà proposte interessanti, come da lui affermato,
non esiterà ad accettare, ma non abbandonerà mai la sua umiltà
(“Del resto mi chiamo Jean Dujardin, John Of the
Garden, quindi rimango con i piedi per terra”). Né la sua amata
Francia. Infatti oltralpe il 29 febbraio uscirà Les
infidèles che ha scritto, prodotto, diretto e
interpretato insieme al collega e amico Gilles Lellouche: si tratta
di un film suddiviso in sette sketch incentrato sull’adulterio da
parte del sesso maschile.
Ma febbraio è anche il mese degli
Oscar: con una nomination praticamente certa per il suo
indimenticabile ruolo nel film muto, chissà se il 26 febbraio
l’Artista trionferà nella notte più magica che celebra la settima
arte. Nessun francese ha vinto l’Oscar come Migliore Attore
protagonista: questa potrebbe essere l’occasione più opportuna per
dimostrare che ancora oggi si può essere grandi attori anche senza
dire una parola.
Vi presentiamo il trailer italiano di
Polisse, diretto da Maïwenn, la cui uscita nelle nostre sale è
prevista per il 3 febbraio 2012. Il film, premiato al Festival
di Cannes – Premio della Giuria, è basato su casi di cui la
stessa regista ha avuto esperienza diretta nei mesi che ha passato
affiancata agli agenti della BPM (Brigade de protection des mineurs
– Sezione Protezione Minori) E da un lato ci mostra gli orrori
legati ad abusi sessuali compiuti ai danni dei bambini, dall’altro
vuole in maniera ancora più esplicita raccontare delle
ripercussioni emotive e psicologiche di un lavoro tanto duro in
coloro i quali lo portano avanti con passione e positivo
idealismo.
Ecco gli splendidi Titoli di testa di Millennium: Uomini che
odiano le donne, il film di David Fincher che tra poco arriverà
nelle sale italiane.
Dal 3 febbraio al cinema. Diretto
da David Fincher, con Daniel Craig e Rooney Mara Le immagini della
sequenza di apertura del film che accompagnano la meravigliosa
“Immigrant Song” di Karen O, Trent Reznor e Atticus Ross.
Dopo il grande successo mondiale e un
incasso di quasi 700 milioni di dollari, Resident Evil, adattamento
cinematografico del popolare videogioco, torna con un attesissimo
quinto episodio, RESIDENT EVIL: RETRIBUTION, disponibile anche in
3D.
Matt King è un marito e
padre da sempre indifferente e distante dalla famiglia. Ma quando
la moglie rimane vittima di un incidente in barca nel mare di
Waikiki è costretto a riavvicinarsi alle due figlie: e quindi a
riconsiderare il suo passato e valutare un nuovo futuro. Mentre i
loro rapporti si ricompatteranno, Matt è anche alle prese con la
difficile decisione legata alla vendita di un terreno di famiglia,
richiesto dalle elite delle Hawaii ma anche da un gruppo di
missionari. Paradiso Amaro Dal 17 Febbraio al Cinema.
Anche quest’anno, purtroppo, l’Italia
non avrà alcun rappresentante nella cinquina di film che
gareggeranno come miglior film straniero agli Oscar 2012. La
notizia dell’esclusione dalla short list arriva questa mattina
Quando l’ultimo film di Terrence Malick, The
Treeof Life, è uscito al cinema, alcuni cinema hanno cominciato a
specificare all’ingresso in sala che il film ‘non seguiva una
normale e tradizionale storyline’ dopo
A quanto pare la fama
di Chuck Norris è davvero meritata! Sembra infatti che sia stato
l’attore a volere dalla produzione de I Mercenari 2 che il film
fosse vietato ai minori di 13 anni.
Dieci anni fa usciva al cinema
Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, e il mondo del cinema cambiò per sempre.
Il più bel romanzo del ‘900 trovava finalmente una trasposizione
cinematografica degna e invadeva milioni di immaginari individuali,
fino a formare un immenso, straordinario immaginario collettivo,
come era successo prima solo per Star
Wars, e per Harry Potter dopo.
“New Line Cinema presenta” ed
è cominciato il viaggio. La profonda voce di Cate
Blanchett/Galadriel ci annunciava con solennità e inquietudine che
il mondo era in procinto di cambiare e così è stato. Qualcuno
riesce ad immaginare il cinema di oggi senza il Signore degli
Anelli? Quella ormai tanto abusata motion capture che ha irretito
tanti registi non è forse nata per dare corpo a Gollum? Le epiche
scene di battaglia del fosso di Helm non riecheggiano nella mente
di tutti quelli che guardano un qualsiasi film fantasy? Il Signore
degli Anelli ha ridato vita al genere al cinema e l’ha trasformato
in un vero must per le industrie cinematografiche di tutto il
mondo, ha creato una realtà economica impressionante, ha dato
lavoro a moltissimi esperti di special effect, ha fatto sognare gli
appassionati di Tolkien, conciliando forse per la prima volta i
nerd del romanzo con la trasposizione cinematografica del proprio
libro di culto.
Molto di quello che oggi ci sembra
normale al cinema non ci sarebbe stato senza la grande visione di
Peter Jackson e anche se l’evoluzione naturale del mezzo cinema
avesse apportato ugualmente i suoi cambiamenti, non avremmo
conosciuto forse mai i tantissimi volti che ora riconosciamo come
amici, attori che hanno visto la fama mondiale solo grazie a questo
film. Da quelli già grandi, come Cate Blanchet, Ian McKellen, Ian
Holm, Hugo Weaving, Christopher Lee, a quelli che si sono
affacciati al cinema proprio con questa trilogia come prima
esperienza (vedi Orlando Bloom o Dominic Monaghan), a quelli che
aspettavano solo il ruolo importante per balzare agli occhi di
tutto il mondo (Elijah Wood, Viggo Mortensen, Sean Astin). Ognuno
di loro ha lasciato un’impronta nel cinema, e sicuramente in ognuno
di loro il Signore degli Anelli ha lasciato un segno profondo.
E pensare che tutto è partito da un
rischio incredibile che Peter Jackson si è assunto in prima
persona, lui che era noto ‘solo’ per i suoi film splatter/horror ha
messo in piedi una produzione neozelandese (!) ed ha creato una
delle riduzioni da romanzo migliore se non di sempre, sicuramente
degli ultimi 10 anni, conquistando non solo il pubblico, ma anche
la critica e soprattutto il prestigio degli Academy Awards: ben 11
per Il Ritorno del Re, come Titanic e Via
col Vento, ma su 11 nomination! Non si vuole qui celebrare
una trilogia a discapito di molte altre che pure meritano rispetto,
ma a tutti i fan di Harry Potter, di Game of Thrones e di tutte
quelle saghe e film fantasy che negli ultimi 10 anni hanno
proliferato si vuole dire: guardatevi indietro e ringraziate
Jackson, e tutti quelli che con lui hanno creduto che un’operazione
del genere fosse possibile. Tre film girati in contemporanea, 18
mesi ininterrotti di riprese, comparse, trucchi, costumi, scene,
set naturali, modellini in scala e pagine e pagine di
sceneggiatura.
A tutti gli adolescenti che hanno
aspettato l’ultimo Harry Potter con ansia diciamo che le lacrime a
l’attesa per Il Ritorno del Re sono state altrettanto sentite e
copiose, a tutti i fan di Steven Spielberg che osannano il suo lavoro
in Tin Tin chiediamo di guardare Gollum e di come la tecnologia da
allora si sia evoluta, ma sempre da quel punto sia partita, a tutti
quelli che non vedono l’ora che arrivi l’1 di Aprile per vedere la
seconda stagione di Game of Thrones facciamo notare che il
protagonista Sean Bean è e sarà sempre prima di tutto Boromir. Con
questo non si sta dicendo bene di qualcosa per screditarne altre,
si vuole solo ricordare e ringraziare chi ha reso possibile che
questo progetto finisse sul grande schermo, grazie a chi ha ridato
vita al fantasy al cinema, infine grazie a chi ha contribuito a
fare de Il Signore degli Anelli un punto fondamentale per la storia
del cinema. Con emozione e gratitudine grazie per questi di anni di
Terra di Mezzo!
Bryce Dallas
Howard ci parla di Hilly Holbrook, il personaggio che
interpreta in The Help. The Help è una storia drammatica,
ambientata a Jackson, nel Mississippi dei primi anni Sessanta ed
esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle
famiglie del Sud. In questo video l’autrice ed il regista parlano
di come sono nati il romanzo ed il film The Help. The Help dal 20
gennaio 2012 al cinema.
E’ proprio vero che la fantascienza
è in crisi. Nella fattispecie lo Sci-Fi vive uno dei momenti meno
prolifici della sua storia, tant’è che è persino difficile
individuarne il momento in cui ci si è resi conto che questo
storico genere ha iniziato a non riuscire ad essere più originale,
intenso. Insieme all’horror ha rappresentato quello spazio nel
quale poter rappresentare le angosce dell’uomo, che difficilmente
erano rappresentate altrove. L’ora nera è la
storia di cinque giovani che si ritrovano a Mosca e che cercano di
sopravvivere dopo un devastante attacco da parte degli alieni. Dopo
aver superato indenni l’attacco iniziale nascondendosi sotto terra,
i cinque emergono ai confini di una Mosca sempre più dominata dagli
alieni. La città, un tempo piena di vita, è ormai priva di energia
elettrica e di abitanti, se non per una forza di occupazione
sconosciuta.
Per quanto l’idea di strani impulsi
elettronici discesi dall’abisso dell’universo per sterminare il
genere umano e privarlo di tutti i suoi preziosi minerali, potrebbe
risultare interessante soprattutto dal punto di vista visivo, non
può essere certo l’unica fonte di sostentamento di un film. Passati
i primi dieci minuti, dove la sconvolgente comparsa di questi
esseri spiazza un po’ tutto e tutti, vengono fuori i grossi limiti
di L’ora nera che difficilmente incide per
tematiche e per svolgimento.
Uno dei punti più deboli dell’opera
è senza dubbio la scrittura, incapace di apportare un reale
contributo alla vicenda. Nello specifico sono i dialoghi che
sostengono debolmente la narrazione, molto spesso banali e retorici
e altre volte fuori luogo e troppo catastrofici. Altra
nota negativa è l’intreccio che in genere dovrebbe svolgere un
ruolo importante ma che in questo caso è il primo a franare su se
stesso. Per quanto L’ora nera sia dotato di una
discreta regia ed un attore come Emile Hirsch non riesce a decollare, rimanendo
ancorato a difetti che difficilmente sono superabili da una
performance eccellente ed una regia incalzante. E se nella prima
parte l’unico pregio era quello di una rappresentazione visiva
interessante e coinvolgente, anche questo lato crolla quando viene
rivelata la vera natura di questi esseri. Totalmente inadatto è il
loro concept, poco aiutato anche da una ricostruzione grafica non
delle migliori. Sono lontani anni luce gli straordinari
concept di Alien o La Cosa. Quello che rimane è un film che
incide poco e che è incapace di regalare un vero contributo al
genere.
Per la sua nuova opera,
Martin Scorsese traspone al cinema il romanzo di Brian Selznick The
invention of Hugo Cabret: una storia di bambini rivolta a tutte le
fasce d’età. Nella Parigi degli anni Trenta, due bambini (Asa
Butterfield e Chloe Moretz) si incontrano per caso e restano
coinvolti in un’avventura misteriosa ben lontana dall’essere
casuale.
Ormai specializzato
nell’interpretazione di poliziotti, militari, sceriffi e
quant’altro, Tommy Lee Jones arricchisce la sua già cospicua
collezione, interpretando il Generale Douglas MacArthur in Emperor,
colossal bellico ambientato alla fine della seconda Guerra
Mondiale, con protagonista Matthew Fox. Quest’ultimo interpreterà
il Generale Bonner Fellers, membro dello staff di MacArthur ed
esperto di Giappone, incaricato di decidere se l’imperatore
giapponese Hirohito debba essere processato (ed eventualmente
condannato a morte) come criminale di guerra.
Fellers sarà nel frattempo
impegnato in una missione più personale, la ricerca di Aya, una
studentessa giapponese conosciuta negli Stati Uniti prima della
guerra, della quale si è innamorato; su chi la interpreterà non vi
sono ancora conferme. Le riprese del film, diretto da Peter Webber,
dovrebbero però cominciare a breve e si snoderanno tra Giappone e
Nuova Zelanda.
Proseguono le indiscrezioni
riguardo il cast che Bong Joon-ho sta assemblando per il suo nuovo
lavoro, Snow Piercer: dopo la notizia dei contatti avuti con Chris
Evans, escono i nomi di Tilda Swinton e Jamie Bell. Snow Piercer
sarà il debutto americano del regista coreano (nonostante le
riprese, il cui inizio è previsto per il prossimo marzo, verranno
effettuate a Praga) e si concentrerà sui rapporti tra un gruppo di
passeggeri a bordo di un treno che attraversa una Terra sconvolta
da un nuova glaciazione. Bong ha scritto la sceneggiatura assieme
al suo sodale Park Chan-Wook, qui anche in veste di produttore.
Per la Swinton sarebbe un ritorno a
climi ‘glaciali’, dopo aver interpretato la Strega Bianca nella
saga di Narnia; l’attrice britannica ha conquistato una nomination
BAFYA per We Need To Talk About Kevin e ha partecipato a Moonrise
Kingdom, prossimo film di Wes Anderson; nel frattmepo, la vedremo
in Man On A Ledge, con Elizabeth Banks e Sam Worthington, la cui
uscita è fissata per il prossimo 3 febbraio.
E’ una notizia da prendere con le
molle, ma in una recente intervista rilasciata al New York Times
George Lucas appare aver deciso di ritirarsi definitivamente dalle
scene, dopo aver finito di lavorare su Red Tails. Lucas ha
affermato esplicitamente di volersi ritirare dal business, dalla
comapgnia e da tutto il resto; a incidere sulla decisione,
sarebbero state innanzitutto le grandi difficoltà avute proprio col
suo ultimo progetto, rifiutato da tutti i principali studios,
costringendolo a finanziarlo completamente da solo; questo
l’avrebbe dunque portato a decidere di porre la parola fine alla
sua partecipazione a blockbuster, lasciando la porta aperta a
progetti di dimensioni più contenute e dall’attitudine
sperimentale.
Lucas ha anche mostrato stanchezza
per le continue critiche ricevute riguardo la saga di Guerre
Stellari, sottolineando come sia difficile pensare di mettere in
cantiere qualsiasi ulteriore capitolo, se ogni volta si ricevono
critiche anche pesanti. Nel frattempo Red Tails, storia di aviatori
afroamericani durante la Seconda Guerra Mondiale, firmato da
Anthony Hemingway, protagonisti Cuba Gooding Jr e Terrence Howard,
uscità negli U.S.A. il prossimo 20 gennaio.
Ecco il trailer internazionale di
American Pie: Reunion. Tutto il cast è stato chiamato a raccolta
per questa rimpatriata che coinvolgerà quelli che erano adolescenti
quando la serie è iniziata