
Arrivati i nomi degli ultimi due componenti della giuria del 64esimo festival di Cannes: al presidente d’eccezione Robert De Niro, si aggiungono adesso Uma Thurman e Jude Law.

Arrivati i nomi degli ultimi due componenti della giuria del 64esimo festival di Cannes: al presidente d’eccezione Robert De Niro, si aggiungono adesso Uma Thurman e Jude Law.

Will Smith e Josh Brolin sono stati fotografati nel Bronx a New York negli abiti neri di scena di Man in Black III (appunto) previsto per il 2012. Le foto sono dell’11 aprile e Will è stato visto per diversi giorni girare per le stade di NY City, e pare che ci rimarrà parecchio a vestire ancora i furtunati panni dell’agente J.
Alla conferenza stampa dell’ultimo film di Emidio Greco Notizie degli scavi, sono presenti Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Iaia Forte, Gianluca Arcopinto e lo stesso regista. Il clima è rilassato e subito si avverte l’armonia e la complicitàtra gli attori, che manifestano subito l’entusiasmo e la soddisfazione di aver fatto un film “controcorrente” rispetto al mood del momento.
Ecco finalmente i ruoli di Marion Cotillard e Joseph Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises! La Warne Bros annuncia infatti che i due attori, che già hanno lavorato con Nolan in Inception, si uniscono a Bale &Co.
La Cotillard sarà Miranda Tate, un membro del consiglio di amministrazione della Wayne Enterprises che aiuterà Bruce Wayne ancora in lutto per la morte dell’amata Rachel a continuare la politica sociale del padre. Gordon-Levitt interpreterà John Blake, un poliziotto di quartiere sotto il comando del commissario Gordon. Chris Nolan ha dichiarato in merito ai due attori:
“Quando si collabora con persone di talento come Marion e Joe, non sorprende il fatto che uno voglia ripetere questa esperienza. Ho pensato subito a loro per i ruoli di Miranda e Blake, e non vedo l’ora di lavorare ancora con loro.”
Fonte: badtaste
Ecco finalmente i ruoli di Marion Cotillard e Joseph Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises! La Warne Bros annuncia infatti che i due attori, che già hanno lavorato con Nolan in Inception, si uniscono a Bale &Co.
La Cotillard sarà Miranda Tate, un membro del consiglio di amministrazione della Wayne Enterprises che aiuterà Bruce Wayne ancora in lutto per la morte dell’amata Rachel a continuare la politica sociale del padre. Gordon-Levitt interpreterà John Blake, un poliziotto di quartiere sotto il comando del commissario Gordon. Chris Nolan ha dichiarato in merito ai due attori:
“Quando si collabora con persone di talento come Marion e Joe, non sorprende il fatto che uno voglia ripetere questa esperienza. Ho pensato subito a loro per i ruoli di Miranda e Blake, e non vedo l’ora di lavorare ancora con loro.”
Fonte: badtaste
“Never say Never, ecco il messaggio ottimista e incoraggiante di Justin Bieber, protagonista del documentario Justin Bieber: Never Say Never in uscita nei cinema italiani il 21 aprile. Justin Bieber: Never Say Never, misto di fotografie, interviste, video amatoriali fatti in casa e clip del grande concerto che il giovane divo ha tenuto al Madison Square Garden, racconta della sua ascesa al successo, di come da youtube è stato notato e di come grazie all’intercessione del famoso Usher ha cominciato ad incidere i suoi primi successi.
Diventando quasi subito un personaggio di richiamo per un pubblico femminile molto giovane, Justin vive il suo successo nella più normale delle maniere, continuando a vedere gli amici e mostrandosi molto generoso con le accanite fan, che in preda a vere e proprie tempeste ormonali si offrono a lui come possibili spose, urlando il loro amore. Isterismo collettivo quindi per questo ragazzino che muove le folle (di giovanissime e non solo…) e mostra, con grande realismo, come, un entourage ben assortito, dei manager capaci e la giusta dose di faccia tosta, possano fare molto di più di un grande talento, che in questo caso, se non completamente assente, sicuramente non eccelso come lo si vuol far credere.
Un fenomeno mediatico quindi, che nasce da internet ed arriva in vetta, Bieber arriva quindi anche in Italia, a furor di popolo in questo film Justin Bieber: Never Say Never in 3D. Sono in 3D per la verità solo le immagini del grande concerto del 31 agosto del 2010 che si mescolano, in una confeziona davvero notevole, con le dichiarazioni di chi, a diverso titolo ha fatto si che questo ragazzino dall’incredibile energia sia giunto così in alto. Due sono i momenti che sottolineano quest’ottima fattura: prima di tutto il momento in cui si racconta la rapida ascesa di Bieber sottolineata oltre che dal montaggio anche dal brano del norvegese Edvard Grieg, The Hall of the Mountain King, sentito da poco in versione ‘moderna’ nella soundtrack di The Social Network premiata con l’Oscar. Altro momento indicativo è la consapevole presa in giro del giovanotto in fatto di acconciature: scene al ralenti ed espressioni sognanti delle fans sono un mix davvero e volutamente divertente.
Ma a parte la bella confezione, c’è poco di interessante in questo film, troppo lungo per raccontare gli appena 16 anni del cantante famoso in tutto il mondo e troppo indirizzato verso un solo e ristretto target di pubblico per poter sperare di ottenere buoni incassi.
Arriva al cinema la seconda avventura di Winnie the Pooh targata Disney. Inventato da A. A. Milne nel 1926 e già portato sullo schermo da Walt Disney in persona nel 1977, ora Winnie ricompare in compagnia dei suoi amici Tigro, Tappo, Pimpi, Kangu, Ro e Ih-Oh, nella più classica tecnica di animazione Disney.
In Winnie the Pooh, nella quale compare anche Mr Pixar Jhon Lasseter in veste di produttore esecutivo, Pooh dovrà aiutare Ih- Oh a trovare la sua coda smarrita, ma poi la sua attenzione verrà indirizzata sulla ricerca del suo amico, il bambino Christopher Robin, rapito da un tremendo mostro, e pensare che Pooh era uscito di casa solo per cercare del miele. Non c’è nulla da fare, Winnie the Pooh è un tenero orsetto che piacerà quasi per forza ai più piccoli, le sue avventure sono tremendamente banali ma viste attraverso i suoi occhi, e quelli di Christopher Robin, diventano imprese epiche che solo lui, improbabile ed affamato eroe può compiere.
Proprio il bambino è l’artefice delle loro avventure, lui che immagina questo fantastico Bosco dei 100 Acri, ideale ‘set’ della vicenda, e ancora lui che da un’anima ad ogni cosa, da un peluche ad un palloncino rosso (Palloncino appunto), e non riesce ad immaginare altro come grande nefandezza che un mostro può compiere se non quella di bucare i calzini. Un’immagine di purezza e bellezza che sembra del tutto inattuale, ma che casa Disney, nonostante l’impero digitale che ci circonda, non esita a raccontarci, probabilmente senza farsi troppi conti in tasca, e regalando ai piccoli un po’ di magia della vecchia animazione, ed ai grandi un film dal sapore dell’infanzia.

Domenica 17 Aprile a New York si è tenuta la premiere di Water for Elephant, il prossimo atteso film che trai protagonisti annovera Robert Pattinson, il divo assetato di sangue nella Saga di Twilight. Con lui a sfilare sul red carpet anche la protagonista femminile del film e l’antagonista, i premi Oscar Reese Witherspoon e Christoph Waltz. Ma non erano i soli…

Scommessa vinta per FIP (Film Investimenti Piemonte) e FCTP (Film Commission Torino Piemonte), promotori e organizzatori – con Finpiemonte e Confindustria – di NEW BUSINESS? SHOW BUSINESS! il primo workshop destinato a fare incontrare progetti cinematografici con potenziali investitori dell’industria piemontese.

La Universal Pictures Italia comunica che il nuovo atteso film del regista J.J. Abrams -Super 8- uscirà nelle sale italiane il prossimo 30 settembre 2011!! A quanto pare si è deciso di posticipare di molto la prima data d’uscita, visto che il film era programmato per il 10 Giugno.

Sei mesi di sospensione dalla Polizia per il pugile Clemente Russo, medaglia d’argento alle Olimpiadi 2008 e interprete del film ‘Tatanka’, tratto dal libro ‘La bellezza e l’inferno’ di Roberto Saviano e diretto da Pino Gagliardi.

CortiCircuito è una rassegna di cortometraggi, video-documentari e corti d’animazione. Il nostro concorso si propone l’obiettivo di dare visibilità ai giovani filmmakers, esordienti e non; di dare spazio ad un settore, quello del corto, molte volte sottovalutato ed oscurato dal grande cinema, ma pieno di energia e di creatività.

Iniziano oggi, dalla Scuola del Cioccolato Perugina, le riprese di Lezioni di Cioccolato 2, sequel della commedia di successo scritta da Fabio Bonifacci.
Notizie degli scavi, tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini, è l’ultima elegante e delicata opera di Emidio Greco. Il regista sembra voler comunicare come sia più facile “abitare il dolore” quando non si è soli. La condivisione diventa elemento necessario per l’esistenza umana, senza di essa nulla pare avere senso.
I due protagonisti di Notizie degli scavi s’incontrano nel dolore e insieme tentano di rimanere in equilibrio nella precarietà della vita. Giuseppe Battiston è perfetto nel ruolo del professore, dalla sua interpretazione emerge chiaramente il disagio di un uomo chiuso nel suo mondo, pronto a inseguire il filo di un pensiero spesso incongruo rispetto alle contingenze. Servile e dignitoso, vile e orgoglioso si muove con un’aria costantemente assorta e stupita.
Il regista, attraverso un atto di profonda generosità, ci permette di entrare nel “mondo privato” del protagonista. Lo fa attraverso le numerose soggettive, che si soffermano su vari particolari, come un piccolo bignè, un angolo della cucina o una semplice zuppa, che stimolano l’immaginazione di un uomo apparentemente chiuso alla coscienza. A risvegliarlo il tenero incontro con la Marchesa (Ambra Angiolini), una prostituta che ha tentato di suicidarsi dopo una delusione d’amore e la visita agli scavi di Villa Adriana a Tivoli. Il perdersi all’interno di antichi ruderi è metafora del perdersi nei meandri della propria mente, per poi però ritrovarsi con una nuova consapevolezza.
Uno stile minimalista quello del regista Emidio Greco che ci accompagna nella quotidianità dell’esistenza umana. Senza mai forzare la mano i personaggi si svelano lentamente attraverso dei gesti semplici, come il pettinarsi i capelli o rispondere al telefono. I dialoghi sono semplici e pacati, il dolore e le sofferenze dei protagonisti non vengono raccontate esplicitamente, ma si percepiscono dal tono della voce, dagli sguardi, dalle lacrime e dai silenzi. Sono esseri umani che conservano una forte dignità senza fuggire dal proprio tormento, rimanendo nell’attrito non si arrendono comunicando allo spettatore che ogni esistenza, anche la più misera, vale la pena di essere vissuta.
Il terzetto podista è composto dalle new entry, con Rio che ha la meglio su Habemus Papam. Ma Limitless vanta la migliore media per sala, in un weekend dagli incassi (ancora) non particolarmente soddisfacenti.
Il fine settimana appena trascorso, dopo il precedente un po’ fiacco, è stato caratterizzato da nuove uscite forti, almeno considerando le premesse. Ma gli incassi non hanno confermato questa previsione, soprattutto se pensiamo che il film che ha guadagnato la testa del box office nostrano, ovvero Rio, ha ottenuto 1,6 milioni di euro in oltre 600 sale, sfruttando inoltre il sovraprezzo del biglietto.
Quindi Nanni Moretti non può restare deluso del debutto della sua nuova pellicola: Habemus Papam, in concorso al prossimo Festival di Cannes, ottiene il secondo posto con 1,2 milioni e 200 copie in meno a disposizione. Vedremo se il film, piuttosto apprezzato dalla critica, arriverà a sfiorare i 7 milioni complessivi come Il caimano, ma di certo la rilevanza del Festival potrebbe arrecare qualche beneficio in più.
Limitless si accontenta di 943.000 euro e del terzo posto, ma in compenso registra la migliore media per sala nel suo weekend d’esordio.
The Next Three Days scende dunque in quarta posizione, raccogliendo altri 608.000 euro e superando i 2 milioni totali.
L’altra novità rilevante del fine settimana, Scream 4, debutta al quinto posto con soli 534.000 euro, che fanno pensare a un rapido calo della pellicola horror nelle prossime settimane.
Seguono poi tre commedie italiane: tra queste, C’è chi dice no precipita in sesta posizione con altri 405.000 euro per 1,2 milioni totali.
Il flop del weekend è Se sei così, ti dico sì, che si classifica soltanto settimo con appena 261.000 euro in oltre 300 sale. Il film passerà dunque del tutto inosservato, a testimonianza del fatto che Belen non attira poi così tanti spettatori al cinema, a differenza di quanto fa in tv.
Nessuno mi può giudicare (185.000 euro) si appresta a lasciare la top10 con i suoi 7,4 milioni totali.
Drive Angry 3D (138.000 euro) scende al nono posto con 708.000 euro complessivi, mentre Mia moglie per finta (133.000 euro) chiude la top10 giungendo a quota 1,2 milioni.
In The Housemaid Eun-yi è una giovane che viene assunta per fare da cameriera e bambinaia nella lussuosa casa di una coppia ricchissima. Quando il padrone le richiederà anche altri servigi, lei accetta, rimanendo però incinta, e così all’interno della casa si alterano gli equilibri e le donne della famiglia faranno di tutto per difendere la loro posizione dall’intrusa.
La cinematografia coreana è avvezza a storie di vendetta, tuttavia, nel caso del film di Im Sang-soo (remake di un omonimo classico coreano diretto nel 1960 da Kim Ki-young) la vendetta è solo una conseguenza di una storia forse più diluita, o almeno ‘allungata’, che conduce lo spettatore al suo esito inevitabile e tragico. The Housemaid seguendo gli stilemi cari al cinema orientale, procede per inquadrature fisse o comunque con movimenti molto lenti, a volte prediligendo lo sbilanciamento del piano dello sguardo a favore dell’indagine dello spazio.
Proprio questa dimensione è fondamentale e principalmente occupata dalla grande e lussuosa villa dei ricchi protagonisti: marmo e vetro, a simulare una gigante cappella funeraria, all’interno della quale tutto sembra svolgersi nel più classico dei modi. The Housemaid che mantiene quindi questa forma impeccabile che sfocia nel manierismo, si affida soprattutto alla recitazione di attori davvero bravi, su tutti l’anziana domestica interpretata da Yoon Yeo-jeong, che con sguardi e gesti avvolge lo spettatore e conosce ogni cosa che avviene sotto il tetto di quella gabbia dorata. Oltre ai toni drammatici, sottaciuti sotto una apparente perfezione dei corpi che si muovono nello spazio, il film si rivela un thriller che parte dalle dinamiche di dominio tra padrone e lavoratore e sfocia poi nella violenta ed efferata ‘conservazione della specie’ ad opera delle bellissime e malefiche donne di casa, che si vedono minacciate dalla sprovveduta protagonista interpretata da Jeon Do-youn.
Nella prima parte di The Housemaid si cogli un vago tentativo, da parte del regista, di provare a destabilizzare, inquietare lo spettatore che tuttavia, di fronte all’ultima scena, che dovrebbe forse essere quella maggiormente d’effetto, resta più che altro perplesso e forse confuso dalla volontà di dire troppe cose, nel corso di un film che, se fosse durato anche 20 minuti di meno, non avrebbe tolto nulla alla storia. Soprattutto considerando che il tentativo di realizzare un approfondito ritratto psicologico di questa persona comune in una situazione straordinaria non ha nessun effetto se non quello di annoiare.
Ha temporeggiato il giusto, lasciando il tempo ad Hop di essere visto dal suo stesso pubblico di riferimento e quindi è uscito. Stiamo parlando di Rio, di produzione 20th century fox, che, nelle sale da questa settimana, balza al primo posto dei film piú visti negli Stati Uniti con un incasso di 40 milioni di dollari.
La storia del pappagallo innamorato supera quindi la storia del coniglio pasquale, di produzione Universal e Illumination entertainment, gli stessi che realizzarono il buon Cattivissimo me, che troviamo in terza posizione, con comunque un incasso totale di 82 milioni di dollari. Tra i due contendenti si mette un film in carne, ossa e, decisamente, sangue: Scream 4 di Wes Craven, in cui il regista ritorna laddove la storia ebbe inizio, richiamando il cast originale per l’occasione. Il film incassa 19 milioni di dollari. In quarta posizione resiste Soul surfer, la storia sul coraggio di una ragazza che torna alla sua passione per le onde dopo aver perso un braccio a causa dell’attacco di uno squalo; segue la spy story Hanna, che narra le vicende di una mercenaria di 16 anni e dell’agente che è sulle sue tracce.
Russell Brand è presente due volte in questa classifica, in terza posizione solo con la sua voce, prestata al coniglio E.B. protagonista di Hop, e in sesta posizione anche con il resto della sua persona, che veste peró i panni che furono di Dudley Moore in un celebra film anni 80: Arthur incassa quasi 7 milioni di dollari per un totale di 22.
La settima posizione è occupata da un horror thriller uscito con un anno di ritardo rispetto al suo completamento, ma che sembra avere la sua fetta di pubblico, visto che è in classifica da quattro settimane; Insidious, nella cui produzione figura Oren Peli, regista di Paranormal activity, incassa altri 8 milioni di dollari questa settimana raggiungendo un totale di 36 milioni, coprendo perfettamente le spese di produzione, che, come riporta imdb.com, ammontano a solo 1,5 milioni di dollari.
Ha raggiunto la quota spese di produzione anche Source code di Duncan Jones, che troviamo all’ottavo posto della classifica del box office USA, raggiunge infatti con questa settimana i 37 milioni di incasso, a fronte di un costo di produzione di 32 milioni. The conspirator, nuovo film di Robert Redford regista, esordisce al nono posto, con quasi 4 milioni di dollari di incasso. La storia del presidente che abolí la schiavitú, Abraham Lincoln, è apparentemente una tematica calda, visto che anche Spielberg ha annunciato di essere in preproduzione di un film con lo stesso soggetto. A chiudere la classifica ci pensa Your highness, nuova produzione con James Franco in un ruolo comico, anch’esso con un incasso di quasi 4 milioni di dollari.
La prossima settimana si aspettano le uscite di: Water for elephants con Robert Pattinson nel ruolo di un veterinario che per dimenticare il passato si unisce a un circo, Madea’s big happy family, una commedia en travesti per Tyler Perry e The greatest movie ever sold, nuova prova di Morgan Spurlock, che ricordiamo per essersi offerto come cavia di cibo da fast food e avercene mostrato gli effetti in Supersize me, che ora realizza un documentario sul product placement e le sponsorizzazioni che rendono possibili molte produzioni cinematografiche, tra cui proprio questo documentario.
C’era un’attesa “colossale” per l’arrivo della divinità mitologica norrena Thor, nonché uno dei personaggi Marvel più amati dal pubblico dei fumetti. E in genere troppo attesa finisce per creare un’aspettativa troppo alta per un film, il che potrebbe pregiudicare in qualche maniere il giudizio finale sull’opera. Alla regia un premio Oscar, nel cast due premi Oscar, un esordiente e un appassionato delle tavole dei palcoscenici inglesi. Kenneth Branagh è stato chiamato a cercare di realizzare un miracolo: ci sarà riuscito?
La storia raccontata è quella del potente Thor, un guerriero arrogante proveniente da un altro mondo, non solo, ma proprio erede al trono di quel mondo, Asgard, le cui azioni sprovvedute hanno appena riacceso un antico conflitto. Per punizione viene mandato sulla Terra e costretto a vivere tra gli umani. Qui, Thor imparerà ciò che serve per essere un vero eroe. Ma il più temibile tra i cattivi del suo mondo sta per inviare le forze più oscure di Asgard per invadere la Terra. Ora soltanto Thor con i suoi superpoteri e il suo mitico martello potranno salvare il genere umano.
Vedendo il film, sin dalle prime battute si percepisce con facilità che tutta la storia è trattata con una tratto distintivo simile ad un certo cinema epico. Tuttavia la cosa che più stupisce e al tempo stesso addolora, è che la sensazione post visione è quella di una epicità inespressa. È come se questo tratto tergiversasse per tutto la durata della pellicola, rimandando troppo spesso il suo potenziale per poi definitivamente nascondersi dietro a una più semplice narrazione funzionale e servizievole.
E questo è certamente uno dei difetti maggiori del film, che sin dal prologo promette senza poi mantenere le premesse epiche di una storia fatta di divinità e mortali che si uniscono per il bene comune. Il grande Kenneth Branagh, alla regia, in questo caso, non riesce nell’arduo compito di dare grandezza ad una pellicola che ancora una volta conferma l’inadeguatezza produttiva di uno studio come la Marvel che con testardaggine e orecchie da mercante continua a voler produrre in prima persona film tratti dal suo enorme bagaglio fumettistico.
I tonfi produttivi in questo film sono parecchi. In primis la scelta di adottare un 3D che non aggiunge il ben che minimo potenziale al film, ma al contrario pregiudica una visione completa delle splendide scenografie del mondo di Asgard e la miriade di colori che esso sprigiona. In questo caso il 3D serve soltanto a rendere le immagini meno epiche e più asettiche. Ennesima prova di un espediente puramente economico lontano un miglio dall’idea spettacolare che coltivano gente come James Cameron e George Lucas.
In seconda battuta, si percepisce un limite immaginifico da parte dei produttori che forse non portano il giusto supporto al film e al regista, dando anch’essi un contributo creativo all’opera. La storia ci ha insegnato che non basta un buon regista e un buon cast per fare un film epico e indimenticabile. Personalità del calibro di George Lucas, lo stesso Spielberg, da produttori hanno apportato un enorme contributo sia dal punto di vista creativo che funzionale alle opere di altri registi. Senza contare che i recenti “insuccessi” di Iron Man 2 (ben al di sotto delle aspettative del primo capitolo) e dell’Hulk di Edward Norton hanno di certo rappresentato un avvertimento.
Tuttavia il film non è solo pieno di difetti ma è anche ricco di molto pregi. Se abbiamo già parlato delle splendide scenografie. Una parola va spesa senza dubbio anche per i costumi che sono molto particolari, sintomo di un attenta e minuziosa costruzione sartoriale. Il reparto artistico dei Marvel Studios si conferma una realtà in ascesa, in cui i budget cominciano a lievitare e che con un occhio ai fumetti e l’altro allo schermo cerca di realizzare i migliori prodotti possibili per questa avventura tutta nuova che sta invadendo, come un vero e proprio sogno che si realizza per milioni di lettori di fumetto, gli schermi di tutto il mondo.
Altra nota positiva è certamente il cast della pellicola che riesce comunque ad aggiungere spessore al film, impreziosita dalla presenza imponente di Sir Anthony Hopkins nei panni di Odino, padre di Thor, e di Natalie Portman in quelli della bella e affascinante scienziata. Non male anche l’esordiente Chris Hemsworth che, se dalle prime immagini rilasciate del film ha dato l’impressione di essere un Ken (quello di Barbie) senza foulard, spiazza tutti con una interpretazione sufficientemente all’altezza del resto del cast, quasi perfetto per il ruolo di Thor. Niente male davvero per un giovane attore australiano alla sua prima prova importante da protagonista.
Arricchisce senza dubbio il film anche la presenza del bravo Stellan Skarsgård, famoso per il suo efficace contributo in seconda linea. Per chiudere la carrellata dei protagonisti, non si può non citare Tom Hiddleston, attore inglese molto amato dal teatro di casa sua e che non a caso è stato scelto in un ruolo di villain calato in un contesto profondamente shakespeariano, come la colpa, il castigo e i legami familiari. È sua l’interpretazione dell’infido Loki, dio degli Inganni, personaggio che ha riscosso un successo travolgente trai fan e che vedremo sicuramente molto spesso nel prossimo futuro del nascente Marvel Cinematic Universe. Completano il cast Idris Elba nei panni del misterioso e potente Heimdall, Ray Stevenson, Tadanobu Asano, Joshua Dallas nei panni dei Tre Guerrieri di Asgard, Jaimie Alexander che invece interpreta Lady Sif, Kat Dennings nel ruolo della buffa assistente di Jane Foster, e infine Rene Russo, che interpreta Frigga, la madre di Thor.
Forse una più approfondita caratterizzazione dei personaggi avrebbe di certo aiutato anche loro a rendere epica una storia come questa. Thor è sicuramente un primo tentativo, un film che invece di permettere ai filmmaker di mettere in scena una rock star come Tony Stark, ha dovuto cercare un linguaggio che potesse da una parte mantenere le caratteristiche epiche e regali dei personaggi dei fumetti e dall’altra riscrivere tutto in maniera che potesse essere raccontata una storia appetibile per il grande pubblico, con un linguaggio sufficientemente comprensibile a tutti.

Nell’intervista del Journal du Dimanchel Woody Allen ha rivelato alcun particolari del film che girerà a roma. Il film si intitolerà The Wrong Picture. E non è tutto…
E’ stata rilasciata una featurette che sarà presente nell’edizione home video di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1. Nella featurette è possibile vedere la scena d’apertura di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2, seconda parte del film in uscita il 13 Luglio. Nella scena Harry chiede a Mr. Ollivander informazioni sulla Bacchetta di Sambuco, la stessa che Voldemort ha preso dalla tomba di Silente alla fine del primo film.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.
Fonte: TrailerAddict,
Sul quotidiano dei vescovi l’appello del vaticanista Izzo per boicottare Habemus Papam (qui la recensione) di Nanni Moretti:”Il Papa non si tocca, perché pagare chi offende la religione?“
Il giornalista motiva così la sua proposta: «Non fidiamoci dei critici cattolici, anche se preti, che lo assolvono (con una ben curiosa giustificazione: Moretti poteva essere molto più cattivo). Bocciamolo al botteghino. Saremo noi a decretare il successo di questo triste film, se ci lasceremo convincere ad andare a vederlo, perchè il pubblico laico si annoierebbe a morte e infatti diserterà le sale. E’ su di noi che si fa conto per recuperare l’investimento cospicuo che è stato fatto per ricostruire la Sistina in uno studio».
«Se vogliamo respirare l’atmosfera del Conclave andiamoci direttamente alla Sistina – continua la lettera – per i giorni della beatificazione i Musei Vaticani hanno prolungato l’orario di apertura e dimezzato il costo del biglietto». «Perché – si chiede il vaticanista – dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione? Non mi sembra che regga l’argomento che dobbiamo conoscere per giudicare: non è che debbo saltare giù dal sesto piano per capire che potrei farmi male. Di motivi per non vedere il film di Moretti ce n’è almeno uno fortissimo, quello che ci hanno insegnato le nostre mamme: gioca con i fanti e lascia stare i santi. Non è un bello spettacolo vedere scimmiottare la figura del capo della Chiesa cattolica con la farsa (per quanto garbata essa sia) dell’elezione impossibile di un candidato fragile e bisognoso di aiuto». «Il Papa – conclude la lettera aperta – non si tocca. È il Vicario di Cristo, la roccia su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa».
Va però notato che l’intento del regista romano non è però quello di ridicolizzare o screditare la figura del Papa, bensì di mostrare il suo lato più umano, le sue incertezze, ansie, timori. In fondo è un essere umano, come tutti noi.

E’ spettacolare il TRAILER di Cowboys & Aliens l’attesissimo film del regista di Iron Man Jon Favreau con protagonisti Daniel Craig, Harrison Ford e la bella Olivia Wilde.

Nicolas Cage è stato arrestato ieri a New Orleans. Il 47enne attore americano è stato accusato di violenza domestica e turbamento dell’ordine pubblico a causa di una furibonda lite con la mogli Alice.

Per il 122esimo anniversario della nascita del grande regista e attore Charlie Chaplin, la società di Mountain View ha voluto fare le cose in grande.
Variety conferma il ritorno di Nestor Carbonell nelle vesti del Sindaco di Gotham City. L’attore si aggiunge al già nustritissimo cast di questo terzo capitolo dell’uomo pipistrello targato Nolan. Momenti di tremend attesa inizieranno a breve, visto che le riprese inizieranno ra qualche settimana a Pittsburgh.
Ricordiamo che il cast comprende ad oggi Christian Bale, Michael Caine, Morgan Freeman e Gary Oldman, Tom Hardy (Bane), Anne Hathaway (Selina Kyle/Catwoman), Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard e Juno Temple. Il film uscirà il 20 luglio 2012.
Fonte: Variety

Variety conferma il ritorno di Nestor Carbonell nelle vesti del Sindaco di Gotham City. L’attore si aggiunge al già nustritissimo cast di questo terzo capitolo dell’uomo pipistrello targato Nolan. Momenti di tremend attesa inizieranno a breve, visto che le riprese inizieranno ra qualche settimana a Pittsburgh.

Variety conferma il ritorno di Nestor Carbonell nelle vesti del Sindaco di Gotham City. L’attore si aggiunge al già nustritissimo cast di questo terzo capitolo dell’uomo pipistrello targato Nolan. Momenti di tremend attesa inizieranno a breve, visto che le riprese inizieranno ra qualche settimana a Pittsburgh.
Ryan Gosling secondo alcune voci sembra sia un primo in lizza per ricoprire il ruolo da protagonista nell’adattamento cinematografico della serie tv di The Lone Ranger, per la regia di Gore Verbinski e con spalla niente meno che Johnny Depp.
Il ruolo principale, è quello del Ranger Solitario, personaggio dell’omonima serie tv degli anni 50 di enorme successo. Prodotto dalla Walt Disney Pictures e da Jerry Bruckheimer, Il Ranger Solitario è stato scritto da Ted Elliott e Terry Rossio. Le riprese del film, che sarà diretto da Gore Verbinski, inizieranno alla fine dell’anno, per un’uscita prevista alla fine del 2012.
La Warner Bros ha pubblicato tramite Facebook una nuova immagine ufficiale di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: Draco Malfoy, Gregory Goyle e Blaise Zabini nella stanza delle necessità..
La foto ritrae Draco Malfoy (Tom Felton), Gregory Goyle (Joshua Herdman) e Blaise Zabini (Louis Cordice) appena entrati nella Stanza delle Necessità ad Hogwarts, presumibilmente durante la grande battaglia finale.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.
WES CRAVEN RIMETTE LA MASCHERA DI GHOST-FACE. Dopo undici anni dall’ultimo capitolo della trilogia torna Wes Craven con Scream 4 ed il suo psicopatico omicida con la maschera di fantasma. Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette già protagonisti del primo e fortunatissimo film della serie, ormai datato 1996, si ritrovano nella cittadina di Woodsboro dove ad essere vittime del misterioso serial killer saranno adesso i giovani studenti del college e non solo.
Dopo anni di assenza Sidney (Neve Campbell) ritorna nella cittadina di Woodsboro, a suo tempo teatro degli eccidi di Ghost-face, l’omicida che con la maschera da fantasma aveva fatto strage tra amici e parenti della ragazza.
Sidney, accompagnata dal cinico agente Rebecca ( Alison Brie ), è in procinto di presentare il suo nuovo libro di autodifesa personale che prende ovviamente spunto dalle proprie passate vicissitudini. A Woodsboro Sidney ha occasione di rincontrare Linus (David Arquette) ora diventato sceriffo così come ritrova Gale Weathers (Courtney Cox) ora moglie di Linus ed ex giornalista d’inchiesta ai tempi dei primi omicidi.
Gale, autrice di vari best-sellers ispirati proprio a quei tragici accadimenti vive con sempre maggior insofferenza quella piccola realtà di provincia nonostante la fortuna accumulata dai libri su Ghost-face poi diventati anche una celebre serie cinematografica. Sidney constata come le vicende orribili che la videro protagonista anni prima siano oggi solo materiale per film di quarta serie e come attorno alla lugubre figura di Ghost-face si sia creato una sorta di idolo giovanile.
Ma nel momento stesso del suo ritorno a Woodsboro ricomincia puntuale la serie di orribili uccisioni ed a essere bersaglio del nuovo psicopatico di turno ci sono ancora i giovani studenti del college tra cui la cugina di Sidney, Jill (Emma Roberts).
Ricomincia per Sidney, Linus e Gale il solito valzer di sangue, la caccia al serial killer che avvisa le vittime attraverso macabre conversazioni telefoniche; sangue, coltellacci da cucina, giovani vittime impotenti e la solita maschera di fantasma che appare e scompare misteriosamente nel buio della notte. Sidney sa che lei è e sarà sempre al centro di questo gioco dell’orrore ma adesso ha imparato a convivere con il terrore ed invece di scappare decide di affrontarlo.
Per rimettere in scena un nuovo capitolo della serie, Wes Craven ha voluto che nessuno mancasse all’appello tra coloro che erano stati artefici a suo tempo del primo celebre e fortunatissimo episodio del 1996, Scream – Chi urla muore.
Dai tre amatissimi protagonisti Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette sino allo sceneggiatore Kevin Williamson che ha affiancato Craven in tutti e quattro i film della serie, Scream 4 ripropone la squadra vincente dei primi tre episodi con l’aggiunta, ovviamente, di nuovi e giovani interpreti.
Scream 4 apre con una serie di sequenze che rappresentano una sorta di caricatura dei sequel-horror cinematografici quasi a volersi prendere in giro con un’ammirevole dose di autoironia. Ed è proprio la leggerezza e l’ironia dei dialoghi a rappresentare uno dei tratti distintivi del film che a conti fatti suscita sicuramente più risate che paure e considerato che si presenta, teoricamente, come un film horror, questo aspetto non contribuisce di certo alle finalità del film.
Wes Craven riprende la solita struttura che aveva caratterizzato i film precedenti e che, sopratutto nel primo “Scream – l’urlo che uccide”, aveva inaugurato un seguitissimo e copiatissimo filone horror ritenuto al tempo piuttosto innovativo. Il regista palesa l’intenzione di voler attualizzare la storia ambientata ora ai giorni nostri e con protagonisti i giovani dell’ultima generazione quindi ponendo come elemento chiave del film la tecnologia ed i nuovi mezzi di comunicazione.
Internet, videofonini, e-pod e telecamere miniaturizzate sono elementi cui lo stesso Ghost-face fa largo uso per riprendere in presa diretta le sue terribili gesta, l’omicidio trasmesso in rete senza filtri e come fosse un film.
Wes Craven punta volutamente l’attenzione su questi aspetti e sul come la nuova leva di ragazzi e ragazze siano sempre più schiavi ed oggetto di questa incontrollabile ed invasiva tecnologia moderna che prevarica gradualmente ed immancabilmente la privacy di ognuno.
Ma se possiamo anche apprezzare questo aspetto analitico del film non possiamo trascendere dalla sceneggiatura e dalla struttura narrativa del film stesso; e qui non si capisce cosa di nuovo questo quarto capitolo dia o proponga rispetto agli episodi precedenti.

Sopratutto in confronto con il primogenito della serie, Scream 4 propone troppe analogie e troppe comunanze da scansare il pericolo della ripetitività e della prevedibilità. Se con “Scream- l’urlo che uccide” del 1996 Wes Craven aveva dato vita ad un nuovo filone del cinema horror, poi ampiamente copiato anche in chiave parodistica, questo suo ultimo lavoro è caduto nel temuto errore di esserne una copia poco originale.
Con il susseguirsi delle scene lo spettatore è invaso da una sensazione sempre più nitida del “già visto” e del “già fatto”. La paura e la tensione che dovrebbe suscitare latitano anche perché il confine tra horror e parodia che in questi anni ha anche contribuito alle fortune di Scream e del suo ideatore, ormai è stato inevitabilmente abbattuto ed il film che dovrebbe far tremare o sussultare sulle poltroncine ormai suscita quasi più ilarità che altro.