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The Originals 2: anticipazioni su Cami e Davina

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Cresce l’attesa per i nuovi episodi di The Originals 2, la seconda stagione dello show di successo trasmessa dal network americano MTV e spin-off di The Vampire Diaries, e nell’attesa oggi vi segnaliamo alcune anticipazioni sulle prossime puntate.

In The Originals 2Cami e Davina si sono evolute e sembra che non le rivedremo interagire, mentre sembra che presto vedremo Marcel ed Hayley unire le forze

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The Originals 2 foto9The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals 2: anticipazioni su Cami

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Cresce l’attesa per l’inizio di The Originals 2, l’attesissimo secondo ciclo di episodi della serie di successo trasmessa creata da Julie Plec e spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries.

In The Originals 2, nei flashback degli episodi due e tre capiremo lo stato d’animo degli Originali mentre si sono ritrovati a lasciare l’Europa ed a venire in America, mentre Cami si ritroverà di nuovo coinvolta nelle questioni soprannaturali grazie alla sua amicizia con Marcel, Josh e Davina.

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Tutte le foto della seconda stagione: [nggallery id=1063]

The Originals 2 foto9The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals 2: anticipazioni dal produttore e dallo sceneggiatore

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The Originals 2Julie Plec e Michael Narducci, rispettivamente creatore e sceneggiatore di The Originals, hannorilasciato alcune dichiarazioni in merito a The Originals 2, secondo ciclo di episodi incentrato sui ‘padri’ dei protagonisti di The Vampire Diaries.

Per quanto riguarda la relazione tra Hayley e Klaus farà un passo indietro purtroppo. La seconda stagione poi sarà incentrata sul passato e sul fare ammenda per gli sbagli commessi. Intanto Davina dovrà affrontare un fondamentale dilemma sentimentale, che renderà la sua missione ancora più difficile. Infine veniamo a sapere che il primo episodio si intitolerà Rebirth, infatti sarà una sorta di rinascita, non solo per Klaus ma anche per il corso della storia.

Ne sapremo di più quando la serie prenderà il via. Siete curiosi di sapere come andranno le cose?

The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals 2: Joseph Morgan rivela anticipazioni

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Mentre cresce l’attesa per i prossimi episodi di  The Originals 2, oggi arrivano alcune anticipazioni dall’attore protagonista Joseph Morgan che intervistato da TVLine ha rivelamo dettagli sul futuro dello show e del suo personaggio.

In primo luogo si è soffermato sulla questione della madre di Klaus, e l’attore ha rivelato che la donna spera di riportarlo nella vita del figlio possa aiutare entrambi a cambiare in meglio, ma non aspettiamoci troppi momenti da film drammatico tra di loro. Su Rebekah, invece, ha rivelato che torna ma ovviamente non da sola, e la cosa provocherà molte conseguenze.

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The originals 2 Joseph-MorganThe Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals 2, Sebastian Roché parla del suo ritorno

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Manca ancora un po’ all’arrivo di The Originals 2, l’atteso secondo ciclo di episodi della serie creata da Julie Plec e spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries. Lo show inizierà la sua seconda stagione a partire da 06 Ottobre 2014. Oggi arrivano le parole di Sebastian Roché che parla del suo ritorno nello show.

Sul rapporto con Davina, ci spiega:

Il mio personaggio e Davina avranno un rapporto simile a quello tra discepolo e maestro, ma alcune volte ci sarà tensione perchè all’uomo non piace l’idea che la ragazza possa non avere paura di lui.

Su Klaus ed Elijah:

Verranno esplorati nuovi aspetti del loro rapporto, ma il desiderio di vendetta nei confronti del figlio rimarrà latente e verrà reso noto attraverso alcuni flashback, che racconteranno la storia anche di altri personaggi come Cami, Davina ed Hayley.

Tutte le foto della seconda stagione:

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The Originals
 è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

The Originals 2La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals 2, la parola a Joseph Morgan

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Cresce l’attesa per i nuovi episodi di The Originals 2, l’atteso secondo ciclo di puntate della serie televisiva  creata da Julie Plec e spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries. Oggi uno degli interpreti, l’attore Joseph Morgan ci svela alcuni particolari della prossima stagione.

Sul branco di licantropi di Klaus.

Non so se verrà affrontato quest’anno, ma penso che sia affascinante pensare che questa parte di Klaus giaccia sopita in lui e che prima o poi in un richiamo alle radici possa risvegliarlo, portandolo lontano dal lato vampiresco al quale si è legato e riavvicinandolo ai licantropi.

Sulla famiglia di Klaus

Klaus ha sempre cercato l’approvazione del padre e anche adesso che è passato del tempo, Mikael riesce ancora ad avere una forte presa emotiva sul figlio, ma non dimentichiamoci di Esther, che è una grande manipolatrice e come abbiamo visto in Bates Motel, i genitori sanno come insinuare nella mente dei figli dubbi ed insicurezze e farli sentire ancora bambini.

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Tutte le foto della seconda stagione: [nggallery id=1063]

The Originals 2 foto9The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals 2, Julie Plec: “Rebekah dovrà affrontare la sua situazione”

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The Originals 2Cresce l’attesa per il ritorno in onda di The Originals 2, il secondo ciclo di episodi della serie di successo creata da Julie Plec che oggi rivela alcune anticipazioni.

Uno dei temi che verranno affrontati è la scomparsa apparente di Rebekah e come Klaus reagirà, perchè ovviamente cercherà di trovare di chi è la colpa dello sbaglio. Intanto però Rebekah dovrà affrontare la sua situazione e darsi da fare per fuggire dal manicomio.

Finn è fortemente intenzionato a trovare sua madre, e quando lo scopre, la sua reazione è molto aggressiva. Non è contento e la voglia di vendetta lo spingerà a fare cose pazze ed estreme.

Hayley si dibatterà tra i sentimenti che prova per uno dei vampiri originali, che ovviamente ricambia, e il suo amore verso Jackson, un uomo degno del suo nome e molto affidabile. Inoltre molto presto ci saranno alcune notizie che rischieranno di mettere in pericolo lei e tutta la sua famiglia.

Davina ha il suo da fare con i sentimenti crescenti per Kaleb, ma una serie di circostanze la metteranno faccia a faccia con il suo compito. Ha un cammino da affrontare che la porterà a crescere, capire di più se stessa e ad alcune importanti esperienze.

The Order: recensione del film di Justin Kurzel – Venezia 81

The Order: recensione del film di Justin Kurzel – Venezia 81

Negli Stati Uniti, le fratture interne sembrano amplificarsi. All’interno di una nazione apparentemente solida, radici profonde di odio, in particolare razziale, continuano a fiorire. La Storia documenta da tempo episodi di violenza estrema, inclusi tentativi di insurrezione, come dimostra l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021. Questi eventi spaventosi rappresentano solo una delle tante inquietanti parentesi dell’America contemporanea, e che in alcuni casi hanno imitato le immaginarie insurrezioni descritte nel romanzo neonazista di William Luther Pierce, The Turner Diaries, il quale racconta il primo piano generale di terrorismo interno nel Paese.  È da questa premessa che nasce The Order, il nuovo film di Justin Kurzel, in concorso alla 81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un cast d’eccezione compone questa nuova pellicola, in cui spiccano nomi di un certo calibro quali Jude Law, Nicholas Hoult e Tye Sheridan. The Order, che si rifà al libro The Silent Brotherhood di Kevin Flynn, sarà distribuito su Prime Video.

The Order, la trama

Nel 1983, il nord-ovest degli Stati Uniti è scosso da una serie di violente rapine in banca e operazioni di contraffazione. Questi crimini, che a prima vista sembrano essere motivati esclusivamente dall’avidità, si rivelano invece i primi segnali di una pericolosa guerra contro il governo americano, orchestrata da un gruppo appartenente a un’organizzazione terroristica alimentata dall’odio razziale. A intuire la gravità della situazione è un agente dell’FBI, che si mette sulle tracce dell’uomo dietro il complotto, deciso a fermare una temibile insurrezione prima che sia troppo tardi.

The Order

Il terrorismo negli Stati Uniti

Mentre Alex Garland con Civil War ha offerto una visione di un possibile futuro distopico degli Stati Uniti divisi in una guerra civile, Kurzel, con The Order, si basa su eventi reali legati a un’organizzazione di suprematisti bianchi neonazisti, mettendoci dinanzi a una minaccia concreta e tangibile. Con una regia incisiva, una sceneggiatura concettuale e un ritmo che cresce in modo costante, Kurzel ci trasporta in un’atmosfera soffocante di antisemitismo, al centro della quale c’è un giovane affiliato all’Aryan Nation, deciso a liberare gli Stati Uniti da quelli che considera individui “impuri” e non degni. Un classico crime thriller che vede un convincente Jude Law nei panni di un impavido agente dell’FBI, in un serrato confronto con il terrorista interpretato da un Nicholas Hoult intenso e carismatico.

Le poche scene d’azione, pur limitate nel numero, sono realizzate con precisione e maestria, mantenendo costante la tensione e catturando l’attenzione degli spettatori fino a un finale che si rivela perfettamente coerente e soddisfacente, evitando qualsiasi traccia di delusione. Forse non il titolo più adatto alla sezione Fuori Concorso, ma sicuramente un’opera che merita apprezzamento per la sua qualità e per il coraggio di affrontare temi attuali ed estremamente importanti, che risuonano vicino a noi e su cui dovremmo iniziare a riflettere con maggiore attenzione.

The Order: la storia vera dietro al film con Jude Law

The Order: la storia vera dietro al film con Jude Law

In The Order, il nuovo elettrizzante film del regista Justin Kurzel, Terry Husk, un veterano dell’FBI dall’aspetto stravolto e posseduto interpretato da Jude Law, studia attentamente un sottile libro tascabile con la copertina rosso sangue, sfogliando diagrammi di omicidi mirati, attentati dinamitardi e un patibolo eretto davanti al Campidoglio degli Stati Uniti.

Ci sono sei passaggi in quel libro”, dice un giovane sceriffo che gli fa da assistente, interpretato da Tye Sheridan. Mentre sfoglia il libro con gli occhi incollati sulle pagine, ne riassume il contenuto.

Il libro è The Turner Diaries, un romanzo del 1978 che descrive il violento rovesciamento del governo americano da parte di ribelli armati sostenitori della supremazia bianca e lo sterminio delle persone di colore e degli ebrei in una guerra razziale. Pagine fotocopiate del libro sono state trovate nell’auto in cui fuggiva Timothy McVeigh, l’attentatore di Oklahoma City, quando è stato arrestato dalle forze dell’ordine.

Insieme a Husk e Bob Mathews, il fondatore di un gruppo guerrigliero clandestino di suprematisti bianchi che contraffaceva denaro e rapinava banche e furgoni blindati, interpretato da Nicholas Hoult, The Turner Diaries è il terzo personaggio principale di The Order (la nostra recensione) . Sebbene Mathews avesse formalmente chiamato il suo gruppo Silent Brotherhood (Confraternita Silenziosa) e affermasse di essersi ispirato solo in minima parte al romanzo incendiario di William Luther Pierce, lui e i suoi compagni chiamavano il loro gruppo “The Order”, lo stesso termine usato nel libro per indicare i militanti genocidi protagonisti della storia.

La copertina cremisi del libro e i disegni raccapriccianti riaffiorano più volte. Mathews ne legge alcuni brani al figlio prima di andare a dormire; un pastore di un complesso neonazista nell’Idaho lo offre agli agenti delle forze dell’ordine in visita; e finisce nelle mani degli agenti dell’FBI che cercano disperatamente di pianificare le prossime mosse dei ribelli.

Il libro The Turner Diaries

The Order film storia vera
Foto di Michelle Faye

The Order porta alla luce un capitolo cruciale della storia dell’estrema destra americana, in gran parte dimenticato dal grande pubblico. L’omicidio del conduttore radiofonico ebreo Alan Berg nel 1984 da parte di due seguaci di Mathews portò l’Ordine all’attenzione nazionale 40 anni fa e ispirò non uno, ma ben due film hollywoodiani in quel decennio: Betrayed e Talk Radio di Oliver Stone. Da allora, però, solo gli osservatori attenti alla cultura delle gang carcerarie e degli skinhead hanno avuto motivo di seguire le menzioni della Silent Brotherhood da parte dei killer drogati dell’Aryan Brotherhood o il pellegrinaggio annuale del “Martyrs Day” degli Hammerskins da tutta la costa occidentale a Whidbey Island, nel Puget Sound, dove Mathews ha trovato la morte in una sparatoria con l’FBI.

Ora, mentre il Paese medita un ritorno al periodo 2016-2020, quando i seguaci ideologici di Mathews hanno seminato il caos dall’Oregon a Washington, DC, la sua saga sta ottenendo grande risalto.

Mentre il film debutta a quasi un decennio dall’attuale rinascita dell’estrema destra americana, lo sceneggiatore Zach Baylin e il produttore Bryan Haas hanno iniziato a sviluppare il progetto nel 2016, prima della mortale manifestazione Unite the Right del 2017 a Charlottesville, in Virginia. Baylin racconta a WIRED che lui e Haas si sono imbattuti in The Turner Diaries mentre facevano ricerche su Ruby Ridge, il movimento miliziano degli anni ’90, e su McVeigh (che dormiva con il libro sotto il cuscino) e cercavano una storia meno conosciuta per esplorare le origini dell’estremismo americano.

“Volevamo racchiudere la storia di uno di questi gruppi in un classico thriller poliziesco”, dice Baylin. Si sono imbattuti in The Silent Brotherhood, un libro del 1989 dei giornalisti Kevin Flynn e Gary Gerhardt che ripercorreva l’intera vicenda criminale di Mathews, dalla sua radicalizzazione adolescenziale attraverso la John Birch Society e le milizie di Phoenix fino alla sua morte e ai successivi processi penali dei suoi seguaci.

“I crimini commessi dall’Ordine e lo svolgimento delle indagini avevano la struttura del tipo di film di cui stavamo parlando”, ha detto.

Il libro di Flynn e Gerhart, che inizia con la loro cronaca dell’assassinio di Berg nel vialetto di casa sua e segue la saga dell’Ordine attraverso la caccia federale, le indagini e il processo, è straordinariamente dettagliato. Una volta che i membri del gruppo furono processati, Flynn e Gerhart trascorsero ore a intervistarli nella prigione della contea di Arapahoe, raccogliendo materiale inestimabile che permise loro di ricostruire nei minimi dettagli il funzionamento interno del gruppo terroristico. I lettori del libro, che è tornato in stampa (con un nuovo titolo) dopo trent’anni di assenza dagli scaffali, noteranno la fedeltà del film alla realtà, in particolare nelle scene della rapina e del furto. Tuttavia, per Flynn e Gerhardt, scomparso nel 2015, i dettagli della campagna terroristica di Mathews erano un meccanismo per coinvolgere il pubblico in una realtà più profonda e oscura.

“Non abbiamo scritto il libro per i dettagli. L’abbiamo scritto per denunciare la banalità del male, affinché i lettori potessero capire da dove venivano queste persone e quanto fosse endemico nella società americana”, afferma Flynn, che ha lavorato per il Rocky Mountain News per quasi trent’anni prima che chiudesse i battenti nel 2009. Dal 2015 è consigliere comunale a Denver.

The Order è il tipo di film che l’America non produce più. Le sue scene d’azione serrate richiamano Heat, To Live and Die in L.A., The French Connection e i classici di Sidney Lumet sulla corruzione nella polizia (Serpico, Prince of the City, Q&A); la colonna sonora martellante non travolge gli spettatori e la fotografia sbiadita di Adam Arkapaw racchiude sia la grandiosità che l’intimidatoria solitudine dell’interno del Pacifico nord-occidentale. I dialoghi sono scarni, diretti e, nonostante le grandiose promesse di Mathews di un rinnovato bastione riservato ai bianchi nel Pacifico nord-occidentale, sorprendentemente privi di proselitismo.

Per un film girato in paesaggi così aperti, The Order è pervaso da una sensazione di claustrofobia, a testimonianza della tensione che permea la sceneggiatura di Baylin e la regia meticolosa di Kurzel. Come Al Pacino e Robert De Niro in Heat di Michael Mann, Hoult e Law si trovano faccia a faccia solo poche volte prima del loro penultimo scontro. Tuttavia, Kurzel ha fatto seguire entrambi gli attori per un giorno e compilare dossier sui loro omologhi per sviluppare un senso granulare di come funziona realmente una caccia all’uomo.

“Volevo che si chiedessero: come ci si sente ad avere una relazione con qualcuno che stai cercando di abbattere? In un certo senso, è come vivere con un fantasma”, dice Kurzel.

Law, la cui interpretazione lenta e intensa è diversa da qualsiasi altro ruolo interpretato nei suoi quarant’anni di carriera teatrale e cinematografica, afferma che le somiglianze tra Husk e Mathews, due opposti della stessa medaglia, sono al centro della tensione drammatica di The Order.

“Sono più simili di quanto ammettano: entrambi sono determinati, carismatici e sanno esattamente come manipolare chi li circonda per raggiungere i propri obiettivi”, dice. “Nicholas e io abbiamo davvero sfruttato questa simmetria durante le scene insieme. È quasi come se si guardassero in uno specchio oscuro, riconoscendo l’uno nell’altro le qualità che ammira o teme. Questo legame sottinteso aggiunge profondità al loro conflitto, rendendolo non solo uno scontro ideologico, ma anche una battaglia profondamente personale. È stato affascinante esplorare questa tensione con Nicholas”.

La breve campagna di insurrezione armata e terrorismo interno di Mathews ha continuato a ispirare generazioni di estremisti negli Stati Uniti e oltre, da McVeigh e dai finanziatori neonazisti dell’Aryan Republican Army agli assassini del National Socialist Underground tedesco, fino ad arrivare a gruppi contemporanei come Atomwaffen Division, The Base e Terrorgram Collective. Quest’ultimo gruppo, che le forze dell’ordine federali considerano una minaccia terroristica interna di “categoria uno”, diffonde voluminosi opuscoli propagandistici che fondono l’etica di The Turner Diaries con l’etica anti-industrialista e l’occultismo neonazista di Ted Kaczynski.

Il materiale di Terrorgram, che include istruzioni per la fabbricazione di bombe, guide tattiche e di camuffamento e istruzioni su come disattivare infrastrutture critiche come sottostazioni elettriche, impianti di trattamento delle acque e dighe, ha radicalizzato almeno un cosiddetto “santo”, ovvero un autore di una sparatoria di massa, ed è sospettato di essere collegato a una serie di attacchi alla rete elettrica in North Carolina e a diversi procedimenti penali federali.

“William Pierce non costruisce bombe”, ha dichiarato Mark Potok del Southern Poverty Law Center a Rolling Stone un quarto di secolo fa. “Costruisce attentatori”. Per molti versi, il Terrorgram Collective svolge oggi lo stesso ruolo e le sue pubblicazioni sono diventate la versione moderna dei Turner Diaries. Diffuso in tutto il mondo attraverso la giungla senza moderazione di Telegram, il messaggio di odio e violenza del gruppo circola ora indipendentemente da qualsiasi gruppo organizzato o ideologia, offrendo ai “lupi solitari” disillusi e squilibrati una giustificazione per future atrocità.

Mentre The Order rimane saldamente radicato nel passato, fatta eccezione per un breve riferimento all’attentato di Oklahoma City del 1995 in un cartello, durante la produzione non è stato possibile sfuggire al tambureggiare della rinascita della militanza di estrema destra negli Stati Uniti. Kurzel, il regista, ricorda di aver visto i servizi giornalistici sull’insurrezione del 6 gennaio e di aver commentato il patibolo eretto fuori dal Campidoglio, un disegno che compare nel libro e nella scena dell’esposizione con Law. “The Turner Diaries ha iniziato a diventare più visibile in un contesto attuale in un modo che mi ha piuttosto scioccato”, ha dichiarato a WIRED dalla sua residenza in Tasmania. Infatti, dopo il 6 gennaio, Amazon ha rimosso The Turner Diaries dal suo catalogo online.

La bravura di Hoult nell’interpretare un Mathews freddo, controllato ma minaccioso attraverso la campagna dell’Ordine fatta di rapine a mano armata, contraffazione, omicidi e scontri armati con l’FBI è uno dei due punti di forza del film. Oltre alla sorprendente somiglianza fisica con il fondatore della Silent Brotherhood, Hoult ha studiato a fondo il suo personaggio, imitando i manierismi e i movimenti di Mathews da vecchi documentari, studiando i testi che lo hanno radicalizzato, sollevando pesi e eliminando l’alcol dalla sua dieta.

“Mathews era una persona che pensava e pianificava con grande anticipo il suo obiettivo finale, credo che lo tenesse sempre ben presente. È qualcosa di cui abbiamo parlato con Justin, del fatto che non avrebbe perso la testa per cose banali o che avrebbero potuto danneggiare la sua causa. Nella sua mente, in un certo senso, aveva già pianificato il suo destino”, racconta Hoult a WIRED.

Scegliendo di interpretare Mathews con riserbo invece che con enfasi, più come un osservatore che studia attentamente l’ambiente circostante e le altre persone per capire meglio come volgere le situazioni a proprio vantaggio, Hoult ha voluto mostrare al pubblico come qualcuno con il carisma del suo cattivo potesse attrarre seguaci e costruire un movimento.

“Penso che questo dimostri come riescano a penetrare nelle comunità e nelle società in modo diverso, e forse in futuro le persone saranno meno suscettibili a chi si comporta come lui”, afferma.

Come in ogni progetto artistico che si concentra sull’estremismo e la violenza di massa, il team di produzione di The Order ha dovuto trovare un delicato equilibrio tra mostrare il magnetismo di Mathews e il progetto omicida che sta alla base della sua ideologia e delle sue azioni.

“Penso che sia necessario comprendere il fascino di una figura come questa”, afferma Kurzel, i cui film precedenti, Snowtown e Nitram, hanno descritto rispettivamente giovani serial killer e la peggiore sparatoria di massa avvenuta in Australia, il massacro di Port Arthur del 1996. “Mathews è sicuramente qualcuno che comprende la propria influenza e sa come comunicare e riunire le persone. Questo gli conferisce un certo carisma”.

Haas, uno dei produttori del film, ha fatto eco alle osservazioni di Kurzel sull’arte che spinge i confini dell’accettabilità. “Mi sembrava che parte del film fosse mostrare il fascino di Bob. Era una persona carismatica, e questo, unito alle sue idee davvero tossiche, era molto pericoloso”, dice Haas, elogiando il “realismo implacabile” che il cast ha portato nelle sue interpretazioni.

In definitiva, la speranza di inserire nella stagione dei premi di dicembre una rappresentazione spietata dell’estremismo domestico, prodotta al di fuori del sistema degli studios hollywoodiani, è quella di riaprire il dibattito sulla radicalizzazione nella società americana. “Se non si impara dalla storia, si è destinati a ripeterla: come un tipo che, nel modo in cui Nick lo ha descritto, poteva vivere nella strada di chiunque”, dice Haas. “Ci sono molte persone in questo momento che stanno soffrendo, lottando e cercando risposte”.

The Order: la spiegazione del finale del film

The Order: la spiegazione del finale del film

Grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult, l’attore Jean-Claude Van Damme si è dimostrato uno dei più grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Steven Seagal e Bruce Willis. Tra i suoi film più noti si citano Lionheart – Scommessa vincente, The Replicant, Kickboxer – Vendetta personale e Senza esclusione di colpi. Un altro suo titolo molto noto, realizzato nel 2001, è The Order.

Il film è diretto da Sheldon Lettich, regista anche di Rambo III e di Lionheart – Scommessa vincente, che ha dichiarato: “Dal punto di vista del tono volevamo fare un film che fosse nella vena dei film d’azione e d’avventura “divertenti” come i film di Indiana Jones e i film di Hitchcock come Intrigo internazionale. Per me il momento clou del film è l’inseguimento nella Città Vecchia di Gerusalemme, con Van Damme travestito da ebreo chassidico che scappa e combatte con la polizia israeliana. Era assolutamente stravagante e oltraggioso e ancora oggi mi stupisco di aver convinto Jean-Claude a farlo”.

Come affermato dal regista, è questo un film che unisce avventura esotica ad intrighi di livello mondiale, offrendo dunque una commistione di generi che ancora oggi entusiasma gli appassionati. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Order. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Order cast

La trama e il cast di The Order

Protagonista del film è Rudy (Jean-Claude Van Damme), un abile ladro che traffica oggetti antichi molto rari. Un giorno suo padre, l’archeologo Oscar Cafmeyer (Vernon Dobtcheff), lo invita a fargli visita per mostrargli un papiro molto importante. Si tratta del Fazar, un testo sacro che appartiene all’Ordine dell’Unità Divina, una famosa setta. Il mattino dopo riceve una strana telefonata dal padre che gli dice di trovarsi a Tel Aviv in serio pericolo. Rudy sale sul primo volo disponibile e lo raggiunge. Trovare l’archeologo, tuttavia, non è così semplice.

Tra pericoli, malintesi e false identità, Rudy scopre che dietro il rapimento di Oscar ci sono in realtà alcuni membri dell’Ordine, che sta tramando segretamente per attaccare un tempio della Città Santa. Per riuscire a sventare il colpo e per salvare la vita a suo padre, l’uomo si ritrova a percorrere gli insidiosi sotterranei del Re Salomone, dove incontra il capo della setta, Cyrus. Tra i due si scatena una lotta all’ultimo sangue dove tutto è concesso. Riuscirà Rudy a sconfiggere la setta e mettere in salvo il destino del mondo?

L’attrice Sofia Milos ricopre il ruolo della Ten. Dalia Barr, mentre Brian Thompson è Cyrus Jacob e Ben Cross è il Magg. Ben Ner. Partecipa al film con un cameo anche il celebre attore Charlton Heston, che appare in due brevi scene. Nella prima, all’inizio del film, parla al telefono con il protagonista e lo informa del rapimento del padre, mentre nella seconda, dopo un lungo inseguimento in macchina, viene ucciso da un colpo di pistola. Inizialmente, invece, era stato considerato nel cast anche Steven Seagal, ma poi ha abbandonato il progetto.

The Order trama

La spiegazione del finale del film

Nel finale del film, con l’aiuto di Avram Rudy e il tenente Barr, Rudy si pone come membro straniero dell’Ordine in visita in pellegrinaggio per ottenere l’accesso al monastero durante una massiccia assemblea dei membri, ora guidata da Ciro. Nelle catacombe Rudy trova i manoscritti rimanenti, il padre imprigionato e una grande bomba. Arriva poi Ben Ner e spiega a Rudy e al tenente Barr che si è unito all’Ordine quando ha scoperto il tesoro. Cyrus arriva e costringe Ozzie a guidarlo attraverso i tunnel per far esplodere la bomba sotto il Monte del Tempio durante il Ramadan e scatenare la terza guerra mondiale.

Rudy salva però Avram dal cadere in una trappola prima che raggiungano una stanza carica di tesori vicino alla camera sotto il Pozzo delle Anime. Ben Ner tenta di ritardare la detonazione per raccogliere più tesori, portando a uno stallo con i seguaci di Cyrus. Rudy e il tenente Barr sfruttano l’occasione per fuggire, ma Ozzy viene ferito e Avram viene ucciso. Il tenente Barr spara a Ben Ner e aiuta Ozzie a uscire dalle catacombe. Rudy cattura Cyrus nella stanza del tesoro e lo uccide con una delle spade trovate lì. Rudy sposta la bomba da sotto il Pozzo delle Anime e la fa cadere nella trappola.

Ben Ner salta su Rudy ma prende solo la sua maglietta e la strappa mentre cade nella buca. Rudy corre via dalla buca mentre la bomba esplode. I fedeli sopra sentono l’esplosione ma continuano a pregare. Rudy viene successivamente mostrato in visita all’ufficio di suo padre, che ha pubblicato un nuovo libro. Nell’ufficio Rudy trova un’antica mappa che secondo Ozzie mostra la posizione delle sette città d’oro. Rudy prende la mappa e corre fuori dall’ufficio con Dalia. Il film termina poi con una raccolta di rapidi tagli d’azione.

Il trailer di The Order e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 giugno alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

The Order: la spiegazione del finale

The Order: la spiegazione del finale

Il finale del thriller poliziesco basato su una storia vera The Order mostra la fine di Bob Matthews, il leader del gruppo terroristico neonazista che dà il titolo al film. Jude Law e Nicholas Hoult guidano il talentuoso cast di The Order, che vede anche la partecipazione di Tye Sheridan (X-Men: Apocalypse) e Marc Maron (Joker). Law interpreta l’agente dell’FBI Terry Husk che, con l’aiuto di un ambizioso poliziotto di campagna di nome Jamie Bowen (Sheridan), scopre una serie di atti terroristici collegati tra loro durante la metà degli anni ’80 nella regione del Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti. The Order ha ricevuto recensioni positive, ottenendo un punteggio dell’89% su Rotten Tomatoes.

Come indicato nei titoli di testa del film, The Order è basato su una storia vera, già raccontata nel libro del 1990 The Silent Brotherhood di Gary Gerhardt e Kevin Flynn. Justin Kurzel (Macbeth) ha diretto il film basato su una sceneggiatura adattata scritta dal candidato all’Oscar Zach Baylin (King Richard). Mentre Bob Matthews, interpretato da Hoult, continua la sua serie di atti di terrorismo interno rapinando banche e facendo esplodere sinagoghe, Husk, interpretato da Law, e l’FBI si avvicinano a lui dopo aver identificato Tony Torres. Torres era il membro della Aryan Brotherhood che aveva acquistato le armi per una rapina a un furgone blindato della Brink’s, durante la quale Matthews e i suoi complici avevano rubato 3,6 milioni di dollari.

Perché Terry e Bob non si sparano a vicenda nella casa in fiamme

Uno degli aspetti più sorprendenti del finale di The Order è il motivo per cui Terry corre nella casa in fiamme per affrontare Bob faccia a faccia. Ancora più sorprendente è il fatto che Terry, pur avendo la possibilità di sparargli, non lo fa. Lo stesso vale per Bob, che in tre diverse occasioni nel corso del film decide di non uccidere Terry.

Mentre le fiamme bruciano il rifugio di Bob a causa dei razzi lanciati dalla squadra SWAT, Bob chiude la porta ed entra nella vasca da bagno con una maschera antigas, dove alla fine muore. Sembra esserci uno strano legame tacito tra Terry e Bob che impedisce a entrambi di spararsi. Terry finisce per sparare dopo che Bob ha chiuso la porta, ma scappa dalla casa per salvarsi, lasciando Bob a bruciare.

Il piano anarchico in sei fasi di Bob Matthew

The Order film storia vera
Foto di Michelle Faye

Matthew adotta il piano in sei fasi per la rivoluzione introdotto nel romanzo vietato The Turner Diaries, scritto nel 1978 dal nazionalista bianco William Luther Pierce. Dopo aver attuato la fase 5 ordinando l’assassinio di un conduttore radiofonico ebreo di Denver di nome Alan Burg, Matthews voleva passare alla fase finale, che era una rivoluzione armata contro il governo degli Stati Uniti. Nel rifugio sicuro, scrisse un manifesto intitolato “A Declaration of War” (Una dichiarazione di guerra) che intendeva inviare al Congresso degli Stati Uniti, nonostante il fatto che il numero dei membri della sua organizzazione fosse in calo. È chiaro che la visione di Matthews non era in linea con la realtà.

Come Torres è uscito di prigione – Bob gli ha creduto?

L’FBI è riuscita a identificare Tony Torres, un membro dell’Aryan Brotherhood di origini messicane. Torres ha usato il suo vero nome per acquistare decine di armi da fuoco e munizioni per la rapina al furgone della Brink’s da parte di Matthews. Una di quelle armi da fuoco è stata lasciata sulla scena del crimine, ed è così che Husk e la sua squadra sono riusciti a trovare e arrestare Torres.

Terry interroga Torres e alla fine lo fa crollare in una cella di detenzione. Torres chiama un numero di telefono che gli fornisce risorse per la fuga, che lo ricondurrà da Bob. Torres dice a Bob, in modo poco convincente, che non ha detto nulla all’FBI sulla rapina o sull’omicidio di Alan Burg. Bob dice a Torres che può fidarsi di lui, ma è chiaro che tornerà nella sua stanza di motel per ucciderlo quando Terry arriverà con l’FBI.

Terry si sente in colpa per la morte di Jamie?

Jamie muore tragicamente dopo essere stato ucciso da Bob durante un inseguimento della polizia. Invece di avvicinarsi a Bob, Terry va da Jamie per stargli vicino mentre muore. Dopo la morte di Jamie, Terry si pulisce immediatamente il sangue dalle mani con della ghiaia polverosa. Terry è un agente dell’FBI esperto e segnato dalla vita, che evidentemente non è così devastato dalla morte di Jamie come lo sarebbe una persona normale.

All’inizio del film, Terry racconta a Jamie di una donna che ha convinto a indossare un microfono mentre si infiltrava in una temuta famiglia criminale di New York. Quella donna è stata brutalmente assassinata. Jamie chiede a Terry perché gli ha raccontato quella storia, ignaro di come sarebbe stata una inquietante premonizione di come Terry avrebbe condotto Jamie alla morte. Terry avrebbe potuto proteggere Jamie e dirgli di ritirarsi e lasciare il caso all’FBI, ma non l’ha fatto.

Chi ha ucciso Alan Burg

The Order

Matthews ha tecnicamente ucciso Alan Burg, il conduttore radiofonico ebreo di Denver, ordinando il suo assassinio come fase 5 del suo piano generale. In realtà, Bruce Pierce, un membro della Aryan Brotherhood che lavorava per Matthews, è stato identificato come l’esecutore materiale.

David Lane, un altro membro del gruppo di odio, è stato identificato come l’autista dell’auto in fuga. Secondo la Jewish Telegraphic Agency, “I pubblici ministeri hanno sostenuto durante tutto il processo che Pierce era l’esecutore materiale dell’omicidio del giugno 1984 e che Lane guidava l’auto in fuga”. Sono stati condannati all’ergastolo nel 1987. Pierce è morto in prigione nel 2010.

Perché il naso di Terry continua a sanguinare

Terry ha frequenti emorragie nasali in tutto il film The Order quando è particolarmente agitato per la situazione in cui si trova. Dopo essere stato quasi ucciso da Bob durante una rapina in banca, Terry ha un’emorragia nasale in un bar mentre cerca di controllare le sue comprensibili emozioni. Il suo naso sanguina di nuovo mentre intimidisce fisicamente Torres nella sua cella. Terry attribuisce le frequenti emorragie nasali ai farmaci che assume. Probabilmente si tratta di farmaci per l’ipertensione, l’ansia, il disturbo da stress post-traumatico o qualcosa di simile, data la sua professione.

La spiegazione del significato del libro “The Turner Diaries”

Come spiegato prima dei titoli di coda di The Order, The Turner Diaries è un romanzo vietato che ha tracciato un piano per diversi atti di terrorismo interno, dagli attentati di Unabomber all’insurrezione del 6 gennaio 2021. Matthews lo ha anche utilizzato come struttura per The Order e aveva in programma di assassinare Henry Kissinger, l’ex Segretario di Stato degli Stati Uniti. Il romanzo segue un gruppo di suprematisti bianchi che pianificano di rovesciare il governo degli Stati Uniti. Matthews aveva chiaramente interpretato il romanzo in modo letterale, che era stato anche diffuso come dottrina della Aryan Brotherhood dal neonazista Richard Butler.

Il vero significato del finale di The Order

Nicholas Hoult in The Order

Terry Husk è chiaramente dalla parte giusta della storia e della legge in The Order, ma è un protagonista profondamente tormentato, molto più di quanto mostri il film. La vera svolta nel suo personaggio è vederlo reagire alla morte di Jamie, che affronta in modo piuttosto insensibile, senza grande shock o emozione. Terry poi va da sua moglie, che gli dice di aver paura di lui nonostante il distintivo, e non riesce nemmeno a trovare la forza di darle la notizia. Sebbene la storia parli del potere distruttivo dell’odio, Terry non è certo un santo.

Terry cerca di fuggire dal suo passato andando in Idaho, ma non riesce a sfuggirgli. Cerca di integrarsi andando a caccia, puntando due volte un alce con il fucile, ma non riesce a sparare. Questo implica che c’è del buono in Terry e che non è un assassino per natura, ma uno che è stato condizionato a uccidere dal suo lavoro. L’alce rappresenta in un certo senso anche Terry stesso, soprattutto attraverso gli occhi di Bob, che non uccide Terry nonostante abbia tre occasioni per farlo.

Probabilmente Bob non uccide Terry perché vede in lui qualcosa che vede anche negli uomini distrutti che ha reclutato nella sua confraternita. In alternativa, Bob potrebbe rispettare il fatto che Terry abbia dedicato completamente la sua vita a una causa, anche se è dalla parte opposta. Bob sembra troppo affascinato dalla contraddizione vivente che è Terry per premere il grilletto in The Order.

The Order: Jude Law e Nicholas Hoult protagonisti del nuovo thriller

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Jude Law (Il talento di Mr. Ripley) e Nicholas Hoult (The Menu) hanno firmato per i ruoli principali nel prossimo thriller poliziesco di Justin Kurzel intitolato The Order. Secondo Deadline, il progetto sarà basato sui crimini commessi da un gruppo terroristico interno razzista chiamato The Silent Brotherhood. The Order sarà diretto da Justin Kurzel (True History of the Kelly Gang) da una sceneggiatura scritta dal candidato all’Oscar Zach Baylin (King Richard), basata sul libro The Silent Brotherhood di Kevin Flynn e Gary Gerhardt. La produzione dovrebbe iniziare questo maggio ad Alberta, in Canada.

“Nel 1983, una serie di rapine in banca sempre più violente, operazioni di contraffazione e furti di auto blindate ha spaventato le comunità in tutto il nord-ovest del Pacifico”, si legge nella sinossi. “Mentre sconcertati agenti delle forze dell’ordine si affrettavano a cercare risposte, un agente solitario dell’FBI (Law), di stanza nella sonnolenta e pittoresca cittadina di Coeur d’Alene, Idaho, arrivò a credere che i crimini non fossero opera di criminali tradizionali motivati ​​finanziariamente, ma di un gruppo di pericolosi terroristi interni, ispirati da un leader radicale e carismatico (Hoult), che tramano una guerra devastante contro il governo federale degli Stati Uniti”.

The Order sarà prodotto da Law attraverso la sua Riff Raff Entertainment e Bryan Haas per Chasing Epic Pictures, con Kurzel, Baylin, Ben Jackson e Stephen Fuss, Kate Susman, Jeremy Saulnier e Zach Garrett come produttori esecutivi. Proviene anche da AGC Studios.

The Order con Jude Law in concorso a Venezia 81

The Order con Jude Law in concorso a Venezia 81

Sarà presentato questa sera in concorso all’ll’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica The Order di Justin Kurzel con protagonista Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett e Marc Maron.

Justin Kurzel parlando del film ha commentato: “Di fronte al Campidoglio, il 6 gennaio 2021, sono stati appesi dei cappi a imitazione dell’immaginaria insurrezione descritta in The Turner Diaries, un romanzo degli anni Settanta: il primo piano generale di terrorismo interno in America. The Order è una caccia all’uomo nelle profondità di quell’odio, un presagio di un’America divisa, un colpo di avvertimento di ciò che è stato e di ciò che potrebbe accadere“.

La trama di The Order

Nel 1983 una serie sempre più violenta di rapine in banca, operazioni di contraffazione e rapine a mezzi blindati sta instillando il terrore nel nordovest degli Stati Uniti. Tra la confusione delle forze dell’ordine che si affannano per trovare risposte, un solitario agente dell’FBI di stanza nella pittoresca e sonnolenta cittadina di Coeur d’Alene, in Idaho, giunge alla conclusione che non si tratta di criminali comuni assetati di denaro, ma di un gruppo di pericolosi terroristi interni al seguito di un leader radicale e carismatico, che stanno tramando una devastante guerra contro il governo degli Stati Uniti.

The Opera: in corso le riprese del film con Vincent Cassel

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The Opera: in corso le riprese del film con Vincent Cassel

Sono in corso a Torino le riprese del film The Opera!, opera-musical diretta, scritta e sceneggiata da Davide LivermorePaolo Gep Cucco, con un cast internazionale composto, tra gli altri, da Valentino Buzza, Mariam Battistelli, Vincent Cassel, Erwin Schrott, con la partecipazione di Caterina Murino, Fanny Ardant, Rossy De Palma. The Opera! è prodotto da Showlab con Rai Cinema, con i costumi di scena realizzati da Dolce&Gabbana. Il film è realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

Le riprese si svolgeranno interamente a Torino e termineranno il 1° agosto. The Opera! narra la storia di tutte le storie: due amanti il giorno delle nozze, un fato crudele, il viaggio oltre la vita. È la storia di Orfeo e Euridice, raccontata in un’opera-musical nella quale il mito è trasposto nella contemporaneità di un linguaggio narrativo dove la parola, la musica, l’opera, il sound design, la moda e le arti visive si fondono. È un film visionario, che rompe schemi e idee preconcette sull’opera, sul musical, sul cinema, in un linguaggio nuovo ed emozionale.

The Opera! usa le più belle arie di Verdi, Puccini, Rossini, Mozart, Vivaldi, Boito, Gluck, inserendole nel flusso narrativo, dove parola parlata e cantata si fondono in un’esplosione comunicativa in cui i differenti stili e generi si ibridano con la bellezza del mito, creando un nuovo linguaggio emotivo.

Il film si avvale delle tecnologie più innovative: riprese all’interno di un virtual set, utilizzo della SGI e dei VFX per poter raccontare l’incredibile viaggio di Orfeo negli inferi. La produzione esecutiva è curata da Luigi De Giglio per la Digilife Movie.

Le riprese del film si svolgono all’interno dei “Prodea Led Studios” di Torino: il primo virtual set cinematografico completo presente in Italia. Uno dei più innovativi al mondo, grazie alla tecnologia LED passo 1.8 mm. A livello internazionale, figura tra i più grandi possedendo un diametro di 16 mt. per un’altezza di 8 mt. Attualmente, in assoluto, in rapporto altezza/diametro, è il più alto al mondo.

The Opera! Prodotto da Showlab con Rai Cinema; realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

The Only Living Boy in New York: il trailer del nuovo film di Marc Webb

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Dopo le turbolente vicende di The Amazing Spider-Man, Marc Webb torna alla regia con il suo primo amore, la commedia (con inflessioni drammatiche) The Only Living Boy in New York. Ecco di seguito il primo trailer:

 

The Only Living Boy in New York è basato su una sceneggiatura di Allan Loeb (Il Dilemma), e racconta la storia di un ragazzo che scopre il padre alle prese con una nuova relazione sentimentale con una donna. Mentre cerca di separarli, il ragazzo si troverà a dover gestire a sua volta una relazione con la stessa donna.

Nel cast figurano Kate Beckinsale,  Callum Turner (Green Room), Kiersey Clemons (Transparent) e Jeff Bridges.

The One and Only Ivan: sarà prodotto dalla Disney

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La Walt Disney Pictures continua la sua caccia in cerca di nuove idee da proporre sul grande schermo. L’ultima idea, in ordine di arrivo, riguarda la possibilità di realizzare una trasposizione cinematografica del romanzo per bambini The One and Only Ivan.

Il libro, scritto da Katherine Applegate ed illustrato da Patricia Castelao, racconta di Ivan, un gorilla la cui vita è portata avanti, giorno dopo giorno, all’uscita 8 del Big Top Mall, luogo dove i visitatori possono ammirarlo in cattività. La vita di Ivan prosegue felice, attratto dalla TV e dall’arte, senza alcun rimpianto circa un’esistenza libera. Le cose, tuttavia, saranno destinate a cambiare con l’arrivo di Ruby, un cucciolo di elefante sottratto alla propria famiglia che aiuterà Ivan a cambiare il proprio modo di concepire la propria “casa”.

La produzione della pellicola, qualora l’idea dovesse concretizzarsi, sarà affidata ad Allison Shearmur.

Fonte: Coming Soon

The Old Oak: recensione dell’ultimo film di Ken Loach – Cannes 76

Vero decano del Festival di Cannes, Ken Loach sceglie ancora una volta la Croisette per presentare il suo ultimo – forse in tutti i sensi – The Old Oak, una storia di solidarietà e diritti che continua una tradizione cara al regista, da sempre attento a certi temi e a mettere al centro del suo sguardo le comunità più disagiate e discriminate. E se pure, a 86 anni, non avrà vinto la sua terza Palma d’Oro o il suo quarto Premio della Giuria, quello che potrebbe segnare il ritiro dalle scene di un grande del cinema moderno si conferma un film (prossimamente in Italia, distribuito da Lucky Red) in grado di toccare le corde del cuore di tutti e commuovere i più sensibili.

The Old Oak, un porto sicuro

Girato nell’ex pub The Victoria del villaggio di Murton (scelto per le riprese, svoltesi anche a Horden ed Easington, nella contea di Durham), tutto si svolge in una piccola cittadina nel nord dell’Inghilterra, dove la vita scorre placida e ci si ritrova intorno ai tavoli e le birre del pub locale, il The Old Oak. Male in arnese, ma irriducibile come il suo proprietario, TJ Ballantyne, sembra diverso da molti dei suoi avventori, come dimostra all’arrivo di un gruppo di profughi siriani in fuga dal proprio Paese e mal visti dal resto della comunità.

Che si divide, tra chi sente la propria tradizione messa in pericolo e quanti scelgono di stare vicini a Yara e la sua famiglia. Un legame particolare si crea proprio tra la giovane donna, curiosa e appassionata di fotografia, e il bonario e solitario TJ, che finiscono per allearsi per il bene di tutti e per realizzare una sorta di mensa per i più bisognosi, a prescindere dalla provenienza. Un progetto che rischia di trasformare l’unico – e ultimo – luogo di incontro rimasto a disposizione dei clienti, poco propensi a restare a guardare…

La realtà, fuori e dentro il (grande) cinema

Come in altre occasioni, la forza del film parte dalle radici, che il regista affonda nella realtà che ci circonda, e che spesso trascuriamo per abitudine alla distrazione o pigrizia, soprattutto sociale (e social), talmente superficiali da esser pronti a indignarci per il tema del momento, o più virale, e passare ad altro. Una realtà che Loach e Paul Laverty – suo amico e sceneggiatore – invece affrontano da sempre senza paura di schierarsi, instancabili nell’approfondire storie ed encomiabili nel raccogliere testimonianze direttamente da chi le vive.

Al punto da chiamare a interpretarle gli stessi ‘uomini della strada’, come il Dave Turner di Blaydon, ex vigile del fuoco che dà corpo al TJ protagonista. E che tra i tanti si rivela il più in grado di assicurare al film un centro solido intorno al quale crescere. Con una forma probabilmente meno riuscita di altre volte, purtroppo, ma ugualmente di impatto. Grazie alla potenza emotiva della conclusione e di alcuni momenti, nei quali vediamo sottolineata l’umanità della popolazione – che come gli esuli è stata vittima per anni di sfruttamento, abbandono e diseguaglianza – e la disperazione, anche dei più intolleranti, incapaci di direzionare la propria rabbia sociale, come le cronache di raccontano quotidianamente.

Si mangia insieme, si resta insieme

Quella umanità che la guerra non ha sconfitto diventa linguaggio comune tra quanti sappiano trovare il coraggio di vedere l’altro, di riconoscere il “loro” in “noi”. Fondamento imprescindibile per la costruzione del conflitto e della sua risoluzione da parte di Loach, pur in un ambito talmente limitato, che fatica a farsi universale nonostante l’insistenza – a tratti didascalica – sui concetti di “forza, solidarietà e resistenza”. E sulle seconde possibilità. La scelta del cibo come mezzo è forse la più fortunata, sia su ampia scala, quando diventa il fulcro narrativo della seconda parte dello sviluppo, sia su quella minima, con la traduzione del costume ancora vivo anche da noi, del cosiddetto “conforto” (che difficilmente non toccherà chiunque lo abbia provato).

Come detto, è il messaggio ad arrivare, meno il film, a tratti indebolito da interpretazioni iperrealiste o eccessivamente naturali (purtroppo anche quella della Yara di Ebla Mari) e che convince più nella rappresentazione dei fatti che nella descrizione delle drammaticità. L’onestà intellettuale del realizzatore impedisce di dubitare delle sue intenzioni anche quando sullo schermo vengono raccontati dolori diversi, sorprese salvifiche e sentimenti sinceri, ché a conquistare il pubblico bastano le fotografie – e quanto rappresentano – sulle pareti della sala dove lo spirito della comunità davvero si fa vivo e presente. E nella quale, tra piatti cucinati insieme e faide riconciliate, tutti potranno trovare un posto a tavola, e nella storia.

The Old Oak, trailer del film di Ken Loach

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The Old Oak, trailer del film di Ken Loach

The Old Oak di Ken Loach, regista tra i più amati di sempre, presentato in concorso al Festival di Cannes, arriva nelle sale dal 16 novembre.

Un giorno dovremo essere così organizzati e determinati da fare in modo che la solidarietà possa porre fine alla sofferenza e alla necessità di ricorrere alle lotte. Abbiamo già aspettato troppo a lungo. – Ken Loach

The Old Oak, la trama

The Old Oak è un posto speciale. Non è solo l’ultimo pub rimasto, è anche l’unico luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino. Il proprietario del pub, TJ Ballantyne (Dave Turner) riesce a mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria quando The Old Oak diventa territorio conteso dopo l’arrivo dei rifugiati siriani trasferiti nel villaggio. Stabilendo un’improbabile amicizia, TJ si lega ad una giovane siriana, Yara (Ebla Mari). Riusciranno le due comunità a trovare un modo di comunicare?

Un dramma commovente che parla di perdite, di paura e della difficoltà di ritrovare la speranza.

Leggi la recensione dell’ultimo film di Ken Loach

The Old Man: recensione della serie con Jeff Bridges

The Old Man: recensione della serie con Jeff Bridges

L’esordio come protagonista in una serie televisiva, The Old Man, del grande Jeff Bridges non poteva che costituire un evento degno di attenzione, e ancora una volta l’attore-icona ha dimostrato di saper scegliere con intelligenza i propri ruoli. La trasposizione del romanzo omonimo scritto da Thomas Perry possiede una qualità raramente reperibile quando si tratta di show che affrontano un genere come la spy-story (fin troppo spesso mescolata all’action soprattutto in tempi recenti: il tono e il ritmo del racconto si sposano con enorme coerenza all’età e allo status del protagonista. O meglio dei due protagonisti, ma ci arriveremo.

The Old Man, la trama

Partiamo invece con sintetizzare la trama di The Old Man: Dan Chase (Jeff Bridges) sembra vivere gli ultimi anni della propria vita nel ricordo della moglie scomparsa cinque anni prima, ritiratosi in una casa di campagna nella più anonima provincia americana. Un’improvvisa irruzione notturna inizia però a rivelare il passato dell’uomo, da decenni costretto a nascondersi a causa del suo coinvolgimento come spia in una guerra ormai dimenticata. Sulle sue tracce si lanciano l’agente della CIA Harold Harper (John Lithgow) e la sua assistente Angela Adams (Alia Shawkat), con il primo che ha un lungo e doloroso conto in sospeso con il fuggiasco…

Questa la premessa narrativa di uno show in sette puntate che invece di puntare alla spettacolarità delle scene action si concentra nello sviluppare personaggi a tutto tondo, figure dallo spessore psicologico ed emotivo potente, in grado di catturare non soltanto l’attenzione del pubblico ma soprattutto la sua empatia. Una delle prerogative principali di The Old Man sta nel raccontare con perizia tutte le sfaccettature non soltanto del protagonista ma anche di quello che dovrebbe essere l’antagonista, ma che fin dal pilot si rivela essere un uomo con più di una dimensione. Ed ecco allora che il rapporto tra i due contendenti prima della storia diventa uno di quegli affascinanti scontri tra figure in chiaroscuro, che sanno quello che devono fare pur conoscendo il peso e le conseguenze delle loro azioni. Quando poi a confrontarsi sono due attori di enorme esperienza e bravura quali Jeff Bridges e il sempre troppo sottovalutato John Lithgow, ecco che il livello della tensione emotiva di The Old Man si eleva fino a livelli di intrattenimento potente, adulto, realmente in grado di emozionare. Eppure tra i due grandi decano dell’entertainment americano stavolta a convincere maggiormente è una Alia Shawkat stringata, precisa del dipingere il suo personaggio eppure vibrante quando si tratta di lasciarne trasparire la vita interiore. Insomma, un trio di attori superlativi – a cui vogliamo aggiungere l’apporto efficace di Amy Brenneman – in grado di rendere lo show assolutamente degno di essere visto.

Jeff Bridges esordisce nella serialità

È dunque una serie senza difetti The Old Man? Francamente ci sarebbe piaciuto molto poterlo scrivere. Il grosso problema dello show sta nei flashback frequenti che vengono adoperati per raccontare la backstory di Chase e il suo coinvolgimento in Medio Oriente: in questo caso purtroppo sia narrazione che in particolar modo messa in scena di fanno visibilmente più approssimative, arrivando addirittura in alcuni momenti a minare la credibilità morale ed emotiva dei personaggi raccontati. Un vero peccato, in quando una maggiore compressione di questa linea temporale e il tentativo magari di suggerire maggiormente invece di “spiegare” il passato di Chase lo avrebbero reso un personaggio ancor più ricco.

Rimane il fatto che The Old Man è intrattenimento corposo, in grado di restituire il dramma dei personaggi e della loro vicenda. E in più possiede [no spoiler!] un finale aperto soltanto in apparenza, mentre invece chiude con grazia e precisione un discorso sul valore dei rapporti umani che è poi la base portante dello stesso show. Da vedere senza il minimo dubbio.

The Old Man & The Gun: teaser trailer con Robert Redford

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The Old Man & The Gun: teaser trailer con Robert Redford

Guarda il teaser trailer ufficiale di The Old Man & The Gun, il nuovo film con protagonista la leggenda del cinema Robert Redford. Il film sarà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma.

The Old Man & The Gun è ispirato alla storia vera di Forrest Tucker (Robert Redford), un uomo che ha trascorso la sua vita tra rapine in banca ed evasioni dal carcere. Da una temeraria fuga dalla prigione di San Quentin quando aveva già 70 anni, fino a una scatenata serie di rapine senza precedenti, Forrest Tucker disorientò le autorità e conquistò l’opinione pubblica americana. Coinvolti in maniera diversa nella sua fuga, ci sono l’acuto e inflessibile investigatore John Hunt (Casey Affleck), che gli dà implacabilmente la caccia ma è allo stesso tempo affascinato dalla passione non violenta profusa da Tucker nel suo mestiere, e una donna, Jewel (Sissy Spacek), che lo ama nonostante la sua professione.

The Old Man & The Gun, la recensione

The Old Man & The Gun: il trailer ufficiale del film con Robert Redford

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Bim Distribuzione ha diffuso il trailer italiano ufficiale di The Old Man & the Gun, il film che segna l’ultima incredibile interpretazione dell’attore e regista statunitense Robert Redford prima del ritiro dalle scene dopo cinquantasei anni di carriera.

Il film si basa sulla storia vera di Forrest Tucker (Redford), dalla coraggiosa fuga dal carcere di San Quintino vall’età di 70 anni fino a una serie di colpi senza precedenti che incantarono il pubblico e lasciarono le forze dell’ordine a brancolare nel buio. A dare la caccia a Tucker sono il detective John Hunt (Casey Affleck), sempre più affascinato dalla dedizione di Forrest all’arte del furto, e una donna (Sissy Spacek) che lo ama nonostante la professione che si è scelto.

The Old Man & the Gun, leggi la recensione del film con Robert Redford

The Old Man & The Gun: recensione del film con Robert Redford

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The Old Man & The Gun si basa sulla storia abbastanza vera, come scritto sui titoli di testa, di Forrest Tucker (Robert Redford), dalla coraggiosa fuga dal carcere di San Quintino all’età di 70 anni fino a una serie di colpi senza precedenti che incantarono il pubblico e lasciarono le forze dell’ordine a brancolare nel buio. A dare la caccia a Tucker sono il detective John Hunt (Casey Affleck), sempre più affascinato dalla dedizione di Forrest all’arte del furto, e una donna (Sissy Spacek) che lo ama nonostante la professione che si è scelto.

Uscire dalle scene con stile. The Old Man & The Gun, presentato all’ultimo festival di Toronto, è  introdotto come l’ultimo film di Robert Redford. L’attore, in attività da circa 40 anni e ora ultraottantenne, ha infatti deciso di ritirarsi dalle scene, forse per dedicarsi solamente alla sua altra attività di successo: il Sundance Festival.

I ruoli che Robert Redford ha ricoperto nella sua lunga carriera sono numerosi: da Sundance Kid in Butch Cassidy alla romantica controparte di Jane Fonda in A piedi nudi nel parco, dal campione di baseball ne Il migliore al boss supercattivo in Captain America: Winter Soldier. Come capita ultimamente a molti attori della sua generazione, ora affronta ruoli che hanno più a che fare con la sua età, come abbiamo visto l’anno scorso nel film prodotto da Netflix e presentato alla Mostra del cinema di Venezia Our souls at night, in cui ritrovava Jane Fonda in una storia d’amore che sfidava i limiti dell’età.

The Old Man & The GunIn The Old Man & The Gun, diretto da David Lowery, di cui al Sundance si è visto A ghost story, Redford ha più di un elemento in comune con il protagonista: come Tucker infatti, si diverte a fare ciò che gli piace di più, nel caso del primo recitare, nel caso del secondo fare rapine in banca. Il tutto è reso chiaro in una battuta del film: “Se penso che questo sia un buon modo di vivere? Per me questo è la vita”: Tucker sente di vivere solo nel momento in cui, con garbo e calma, rapina le banche, mostrando, senza mai estrarre, la pistola che dà il titolo alla pellicola e soprattutto, senza mai sparare un colpo.

Tucker è un ladro gentiluomo, che affascina persino chi gli sta alle calcagna, l’ispettore interpretato da Casey Affleck. A condividere vita e rapine ci sono poi altri due compari, coetanei e con caratteri complementari a quello di Tucker: Teddy e Waller, interpretati rispettivamente da Danny Glover e da Tom Waits, perfetto nel ruolo di un ladro con passione per la poesia e gli audiolibri. A completare il quadro, e a cercare di dare un equilibrio alla vita di Tucker, è il personaggio di Sissy Spacek, donna indipendente e comprensiva, che sa esattamente da che parte stare.

Costruito, a partire dai titoli di testa, nello stile dei polizieschi anni ’70 e girato in 35mm, dando quindi al film una grana che rimanda alle pellicole di quell’epoca, The Old Man & the Gunè un omaggio alla carriera di Robert Redford, di cui il regista riesce a inserire in maniera intelligente alcuni contributi e anche un’affermazione di resistenza da parte dello stesso attore, che  lascia le scene ma non certo perché le forze lo abbiano lasciato. Il film è in selezione ufficiale alla Festa del cinema di Roma 2018 e uscirà in sala con Bim a partire dal 20 dicembre.

The Old Man & The Gun il trailer

The Old Guard: trailer del film con Charlize Theron e Luca Marinelli

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Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di The Old Guard, il nuovo film Originale Netflix con Charlize Theron (Atomica Bionda) e il nostro Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot). Diretto da Gina Prince-Bythewood e scritto da Greg Rucka, il film uscirà il 20 Luglio su piattaforma streaming ed è basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez.

Oltre ai due protagonisti nel cast di The Old Guard anche Kiki Layne, Marwan Kenzari, Harry Melling, Van Veronica Ngo, con Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor. Il film è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc Evans.

The Old Guard, la trama

Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood (LOVE & BASKETBALL, BEYOND THE LIGHTS – TROVA LA TUA VOCE), The Old Guard racconta una storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come vivere per sempre non sia così semplice.

The Old Guard: recensione del film con Charlize Theron

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The Old Guard: recensione del film con Charlize Theron

Si intitola The Old Guard il nuovo film originale Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 10 luglio. Basato sul fumetto in tre volumi omonimo di Greg Rucka, che firma anche la sceneggiatura, il film è diretto da Gina Prince-Bythewood, regista che si sta facendo spazio nel mondo del cinema action, e che vedremo forse al timone dei prossimi progetti SONY su Black Cat e Silver Sable.

Il film racconta di un antico corpo di guerrieri immortali, guidati da Andy, la più anziana tra loro. Sono creature speciali, che una volta morte, si risvegliano investite di questo incredibile potere, l’immortalità. Guariscono da qualsiasi ferita, sono imbattibili nello scontro corpo a corpo, sono delle macchine letali che, nel corso dei secoli, hanno aiutato l’umanità. Accanto a Andy, decennio dopo decennio, sono arrivati altri immortali: Joe e Nicky, soldati che si sono scontrati durante le Crociate, uccidendosi a vicenda, per poi scoprire, in questa nuova vita immortale, di essere anime gemelle; Booker, che ha combattuto nell’esercito di Napoleone, e lì è morto e poi rinato, osservando da lontano tutta la sua famiglia, moglie e tre figli, crescere, invecchiare e morire. Infine arriva Nile, giovane marine in Afghanistan, che dopo una missione finita con la sua gola tranciata, si risveglia viva, vegeta e senza un graffio o una cicatrice, una nuova immortale che si unisce, incredula, alla Vecchia Guardia, che intanto si trova ad affrontare un nemico inedito. Una casa farmaceutica si è messa in testa di studiarli, vivisezionarli ed estirpare dal loro DNA una panacea per tutti i mali del mondo e, forse, un elisir di lunga vita.

Il cast stellare di The Old Guard

Il primo elemento di interesse che va sottolineato nella recensione di The Old Guard è senza dubbio il cast. Inclusivo, variegato, innegabilmente bello e caratterizzato da dosi massicce di talento. La più giovane del gruppo e interprete di Nile, Kiki Layne, l’abbiamo già vista (e ce ne siamo innamorati) in Se la strada potesse parlare, di Barry Jenkins, ma qui sfodera tutta una serie di skill action inedite ed estremamente nelle sue corde. Tocca poi al fascinoso Matthias Schoenaerts, che interpreta Booker, e che alla componente action aggiunge anche quella più introspettiva del gruppo, dal momento che mette sul piatto non il dono dell’immortalità, ma la sua maledizione, ovvero la sopravvivenza a tutti coloro che gli sono stati cari e che non ci sono più. Reduce dal successo di Aladdin in live action, in cui interpreta Jafar, Marwan Kenzari è Joe, il soldato musulmano morto durante le crociate. Il suo destino, nel film, è legato a doppio filo a quello di Nicky, interpretato da Luca Marinelli. Il golden boy del cinema italiano torna qui all’azione pura, dopo la capatina nel genere con Lo chiamavano Jeeg Robot, e dimostra di essere completamente a suo agio nei panni di un soldato cristiano immortale, trapiantato ai nostri giorni e follemente innamorato del suo compagno (è il caso di dirlo) di una vita, Joe.

The Old Guard film 2020Charlize l’immortale

Chiude il gruppo la leader, Charlize Theron, che interpreta Andromaca di Scizia. Che sia la famosa principessa di Tebe andata in sposa a Ettore di Troia, non ne abbiamo certezza, sappiamo però che, dopo la prima morte, si è risvegliata immortale, e decisamente letale. L’attrice premio Oscar ha già dimostrato di essere perfettamente in grado di reggere un film d’azione, Atomica Bionda ne è la prova, ma questa volta, senza poter contare su un personaggio glamour, come quello di Lorraine, né su un look ed un abbigliamento accattivante, come nel caso di Æon Flux, o ancora su un’ambientazione postapocalittica da vera dura, come per Furiosa, Theron riduce all’essenziale la sua performance, dimostrando che il suo flessuoso corpo, allenato alla danza classica e alle movenze seducenti che l’hanno fatta conoscere al mondo (vedi spot Martini), si prestano benissimo alle coreografie acrobatiche e alle botte da orbi che tira giù in The Old Guard. Senza troppi fronzoli, la sua Andy è un personaggio solido, duro, molto severo, sofferente, forse l’elemento più interessante del film, specialmente quando “mena”.

Nonostante questo cast incredibile e una buona dose di azione pura e divertente, The Old Guard mostra il suo limite nella sua natura seriale. È l’adattamento del primo capitolo di una trilogia, ed è scritto come tale, non ha quindi un’autonomia narrativa e lascia aperte troppe strade, accenna troppi personaggi, propone pigramente troppi flashback, abbozza tutta la storia, senza approfondire nessuno degli argomenti toccati, sperando forse in un sequel che non sappiamo se sia ufficiale o meno. Questa mancanza di solidità nella struttura della storia mina tutta la resa del film, che si riduce, appunto, ad una serie di scene d’azione divertenti e nulla più.

The Old Guard: Luca Marinelli nel film Netfix con Charlize Theron

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Netflix e Skydance Media annunciano oggi due nuovi ingressi nel cast di The Old Guard.
Si tratta di Matthias Schoenaerts (Red Sparrow, Un sapore di ruggine e ossa) e di Luca Marinelli (Non essere cattivo, Lo Chiamavano Jeeg Robot). Si uniscono ai già confermati Charlize Theron (Mad Max: Fury Road, Atomica Bionda), KiKi Layne (Se la strada potesse parlare) e Marwan Kenzari (Aladdin).

Il film è diretto da Gina Prince-Bythewood (Love & Basketball, Beyond The Lights), ed è basato sull’omonima serie graphic novel di Greg Ruck, illustrata da Leandro Fernández. La sceneggiatura è dello stesso Rucka e di Gina Prince-Bythewood. The Old Guard è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg e Don Granger per Skydance, insieme a Marc Evans, Charlize Theron, Beth Kono e AJ Dix per Denver and Delilah. Stan Wlodkowski e Greg Rucka sono produttori esecutivi.

Basata sull’omonima serie graphic novel di Greg Ruck e illustrata da Leandro Fernández, The Old Guard racconta la storia di un piccolo gruppo di mercenari divenuti immortali, che deve combattere per tenere unita la squadra dopo aver scoperto l’esistenza di un nuovo immortale e che i loro super poteri sono a rischio.

The Old Guard sarà disponibile prossimamente su Netflix.

REGIA: Gina Prince-Bythewood
SCRITTO DA: Greg Rucka, Gina Prince-Bythewood
BASATO su: The Old Guard, di Greg Rucka (storia) e Leandro Fernandez (illustrazioni)
CAST: Charlize Theron, Matthias Schoenaerts, Luca Marinelli, KiKi Layne e Marwan Kenzari.
PRODUTTORI: David Ellison, Dana Goldberg e Don Granger (Skydance); Marc Evans, Charlize Theron, Beth Kono e AJ Dix (Denver and Delilah)
PRODUTTORI ESECUTIVI: Stan Wlodkowski, Greg Rucka

Netflix

Netflix è il più grande servizio di intrattenimento via Internet del mondo, con oltre 148 milioni di abbonati paganti in oltre 190 paesi che guardano serie televisive, documentari e film in un’ampia varietà di generi e lingue. Gli abbonati possono guardare tutto ciò che vogliono in qualsiasi momento, ovunque e su ogni schermo connesso a Internet. Possono mettere in pausa e riprendere la visione a piacimento, senza interruzioni pubblicitarie e senza impegno.

The Old Guard: il primo volume del fumetto

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The Old Guard: il primo volume del fumetto

Il primo volume di The Old Guard, la “Vecchia Guardia”, edito in Italia da Panini Comics e disponibile dal 23 luglio, è la storia di due donne e di tre uomini immortali… o quasi. Andy, Nicky, Joe, Booker e Nile formano un gruppo di mercenari che operano a fin di bene, accomunati da capacità dalle origini misteriose: non invecchiano e non possono essere uccisi. Quando un ex agente della CIA affida loro l’incarico di salvare dei bambini rapiti, la situazione precipiterà rischiando di portare il loro segreto sotto gli occhi di tutti.

​A raccontare le gesta di questa “pattuglia fantasma” l’affermato scrittore Greg Rucka, famoso per Lazarus e per un acclamato ciclo di storie su Wonder Woman, e il disegnatore argentino Leandro Fernandez, al quale si deve l’incredibile realizzazione di epiche scene di battaglia. Insieme, i due danno vita a una narrazione esplosiva: un vero e proprio thriller, con scene d’azione mozzafiato e momenti introspettivi.

Dal primo volume è stata realizzata una trasposizione filmica già disponibile su Netflix, diretta da Gina Prince-Bythewood con Charlize Theron e Luca Marinelli.

The Old Guard: da oggi disponibile su Netflix il film con Charlize Theron

ORA DISPONIBILE su Netflix The Old Guard, il film diretto da Gina Prince-Bythewood e scritto da Greg Rucka. Basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez. Prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc Evans.

Protagonisti di The Old Guard sono Charlize Theron, Kiki Layne, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Harry Melling, Van Veronica Ngo con Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor.

 

Da secoli il mondo dei mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood (LOVE & BASKETBALL, BEYOND THE LIGHTS – TROVA LA TUA VOCE), THE OLD GUARD racconta una storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come vivere per sempre non sia così semplice.

The Old Guard 2: il cast al completo nelle prime foto dal set

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The Old Guard 2: il cast al completo nelle prime foto dal set

Le nuove foto dal set di The Old Guard 2 offrono una prima occhiata al cast già noto del film e a un nuovo personaggio. Basato sull’omonimo fumetto di Greg Rucka, The Old Guard è la saga di supereroi di Netflix incentrata su un gruppo di mercenari immortali con poteri di guarigione rigenerativa.

Con Charlize Theron, Kiki Layne, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Harry Melling, Van Veronica Ngo con Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor, il primo film è stato presentato in anteprima a luglio 2020, con i critici che ne hanno elogiato le sequenze d’azione a eliminazione diretta, la narrazione inclusiva e l’interpretazione sovversiva del genere di supereroi.

Il cast originale desiderava riprendere i propri ruoli anche prima dell’annuncio ufficiale di The Old Guard 2. Rucka, che ha anche scritto la sceneggiatura del primo film, ha avuto una buona idea per un sequel, ed è stato suggerito che The Old Guard 2 sia basato sulla sua seconda graphic novel, The Old Guard: Force Multiplied. Un cambiamento significativo che il sequel vedrà rispetto al primo film è che la regista di Lovecraft Country Victoria Mahoney ha sostituito la regista Gina Prince-Bythewood.

La star del film, Charlize Theron, ha condiviso alcune nuove foto dal set di The Old Guard 2. In un’immagine, l’attrice condivide battute con i compagni di cast di ritorno, Layne, Marinelli, Kenzari ed Ejiofor, mentre in un’altra foto, posa insieme ai suoi co-protagonisti e regista. La seconda immagine offre anche una buona occhiata a un Henry Golding. Come annunciato, la star di Crazy Rich Asians si è unita al sequel in arrivo nei panni di un personaggio nuovo di zecca. I dettagli del suo ruolo, tuttavia, rimangono sconosciuti.

The Old Guard 2: Charlize Theron rivela quando inizieranno le riprese

Charlize Theron, in una recente intervista a Variety, ha affermato che la sceneggiatura di The Old Guard 2 è terminata e che entrerà in produzione nei primi mesi del 2022. Confermato anche il cast del capitolo precedente tra cui: Luca Marinelli e Marwan Kenzar che riprenderanno i loro rispettivi ruoli. Basato sull’omonima serie di fumetti realizzato da Greg Rucka e Leandro Fernández e approdato sulla piattaforma Netflix lo scorso 10 luglio, narra la storia di un gruppo di mercenari immortali alla ricerca di vendetta. Theron non ha confermato dettagli della sceneggiatura del sequel, ma presumiamo ripartirà dalla scena post-credit che ha lasciato tutti a bocca aperta, rivelando il ritorno di Quyhn, l’immortale rimasta bloccata per secoli in una cassa di ferro.

ORA DISPONIBILE su Netflix The Old Guard, il film diretto da Gina Prince-ythewood e scritto da Greg Rucka. Basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez. Prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc Evans.

Protagonisti di The Old Guard sono Charlize TheronKiki Layne, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Harry Melling, Van Veronica Ngo con Matthias Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor.

The Old Guard 2 ha terminato le riprese più di un anno fa, quando sarà distribuito da Netflix?

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Non molto tempo fa, Netflix ha pubblicato un filmato di tutti i grandi progetti che arriveranno sullo streamer nel 2024. Uno dei progetti che però non era presente era The Old Guard 2, il sequel di The Old Guard, film d’azione con Charlize Theron.

Il film del 2020 è basato sull’omonimo fumetto del 2017 di Greg Rucka e Leandro Fernández. Il primo film è stato un successo a sorpresa, poiché i suoi numeri di spettatori sono stati (all’epoca) tra i 10 lanci originali di maggior successo nella storia della piattaforma. È stato anche recensito favorevolmente dalla critica, ricevendo un indice di gradimento su Rotten Tomatoes dell’80%, con un punteggio medio aggregato di 3,7 su 5.

Recentemente, Collider ha incontrato Matthias Schoenaerts, che interpreta Booker nel film. Quando gli è stato chiesto di fornire un aggiornamento sul sequel, Schoenaerts ha dichiarato: “L’abbiamo girato circa un anno e mezzo fa, e credo che stiano raggiungendo l’ultima fase della post-produzione. Per quanto ho capito, credo che ci sia stato un cambio ai piani alti di Netflix. Credo che ci sia un diverso amministratore delegato, e questo porta a riconsiderare il rilascio, il come e il quando, e questo non dipende da me. Non lo so. Ma so che stiamo raggiungendo l’ultima fase della post-produzione, quindi prima o poi arriverà“.

Con un intervallo di tempo così lungo tra un capitolo e l’altro, Netflix deve temere che l’interesse per il sequel si riduca, poiché è acclarato che gli spettatori perdono interesse o dimenticano del tutto che un sequel è in arrivo.

Cosa sappiamo su The Old Guard 2

Per il sequel The Old Guard 2, Uma Thurman e Henry Golding si sono uniti al cast in ruoli non rivelati, mentre Victoria Mahoney ha sostituito Gina Prince-Bythewood alla regia. Greg Rucka ha scritto la sceneggiatura del primo film e del sequel.

Tra i membri del cast che ritornano in The Old Guard 2 ci sono la Charlize Theron nel ruolo di Andromaca di Scizia, KiKi Layne nel ruolo di Nile Freeman, Marwan Kenzari nel ruolo di Yusuf Al-Kaysani, Luca Marinelli nel ruolo di Nicky/Nicolò di Genova, Matthias Schoenaerts nel ruolo di Booker/Sebastian Le Livre, Ngô Thanh Vân nel ruolo di Quynh e Chiwetel Ejiofor nel ruolo di James Copley.