La Walt
Disney ha annunciato due date di uscita dei due prossimi
film di nientemeno che Steven Spielberg, entrambi prodotti
dalla DreamWorks. Il primo è un film senza
titolo sulla Guerra Fredda, un thriller uscirà il 16
ottobre 2015. Tom Hanks sarà il protagonista del
film scritto dai Fratelli Coen e basato su uno
script originale di Matt Charman. La
pellicola racconterà la vera storia di James
Donovan, un avvocato che si ritrova coinvolto nel centro
della Guerra Fredda, quando la CIA lo manda in missione quasi
impossibile di negoziare il rilascio di un pilota americano.
Il secondo film sarà l’adattamento
del romanzo di Roald DahlIl
GGG che uscirà il 1 Luglio 2016. Il
GGG è stato scritto da Melissa
Mathison. A produrre la pellicola saranno Steven
Spielberg, Frank Marshall,
mentre Kathleen Kennedy, John Madden e
Michael Siegel saranno produttori esecutivi.
Il GGG
(The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald
Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con
il numero 1.
Trama: Sofia non sta sognando quando vede oltre la
finestra la sagoma di un gigante avvolto in un lungo mantello nero.
È l’Ora delle Ombre e una mano enorme la strappa dal letto e la
trasporta nel Paese dei Giganti. Come la mangeranno, cruda, bollita
o fritta? Per fortuna il Grande Gigante Gentile, il GGG, è
vegetariano e mangia solo cetrionzoli; non come i suoi terribili
colleghi, l’Inghiotticicciaviva o il Ciuccia-budella, che ogni
notte s’ingozzano di popolli, cioè di esseri umani. Per fermarli,
Sofia e il GGG inventano un piano straordinario, in cui sarà
coinvolta nientemeno che la Regina d’Inghilterra. Età di lettura:
da 8 anni.
Steven Spielberg e Daniel
Day Lewis potrebbero tornare a lavorare insieme molto
presto. Dopo il successo di Lincoln,
infatti, il duo artistico potrebbe ritrovarsi per il nuovo
adattamento cinematografico di Furore (The Grapes of
Wrath), il capolavoro dello scrittore statunitense
John Steinbeck, già trasposto sul grande schermo
nel lontano 1940, per la regia di John Ford, con
Henry Fonda nei panni del protagonista.
L’ostacolo principale per la
realizzazione del nuovo film sono al momento i diritti legati al
romanzo. Da dieci anni, infatti, è in corso una battaglia legale
tra alcuni eredi di Steinbeck per la detenzione di tali diritti,
battaglia che sta bloccando sul nascere eventuali trasposizioni sul
grande schermo delle opere di Steinbeck (come già successo, ad
esempio, a Ron Howard e Brian
Grazer con la loro Imagine
Entertainment, che anni fa hanno dovuto rinunciare alla
trasposizione di un altro capolavoro di Steinbeck, La
valle dell’Eden).
In attesa di ulteriori dettagli,
ricordiamo che Furore narra l’epopea
della ‘biblica’ trasmigrazione della famiglia Joad, che è costretta
ad abbandonare la propria fattoria nell’Oklahoma a bordo di un
autocarro e – attraverso il Texas Panhandle, il New Mexico e
l’Arizona, lungo la Route 66 – a tentare di insediarsi in
California, dove spera di ricostruirsi un avvenire. Nella stessa
situazione si trovano centinaia di altre famiglie, sfrattate dalle
case dove avevano vissuto per generazioni perché le banche a cui
avevano chiesto i prestiti non rinnovano i crediti e confiscano i
terreni spedendo le “trattrici” a spianare tutto, comprese le
abitazioni in legno.
Continua la ricerca di
Steven Spielberg di un nuovo
progetto dopo lo stop di Robopocalypse. Infatti
arriva oggi la notizie che, nonostante il suo coinvolgimento
nel film American Sniper, che
come sappiamo è incentrato sulla storia vera di Chris Kyle (un
cecchino della marina statunitense che nel film sarà interpretato
da Bradley Cooper), il regista potrebbe dirigere
un altro film che ha come sfondo la guerra e secondo Deadline il
film in questione sarebbe Thank You For Your
Service, l’adattamento cinematografico del romanzo
omonimo di David Finkel.
A quanto pare sembra che
Spielberg sia già in trattative per prenderne il
timone e pare anche che con lui potrebbe esserci
nuovamente Daniel Day-Lewis come
protagonista. Il film affronta il delicato tema del non facile
ritorno alla normalità dei militari impegnati in pericolose azioni
di guerra, dall’Iraq all’Afghanistan. Il cosiddetto disturbo
post-traumatico da stress sarà quindi al centro della narrazione
rappresentando sia il punto di vista dei soldati che quello delle
famiglie che si ritrovano a dover fronteggiare questa patologia. Da
quanto si apprende a scrivere la sceneggiature potrebbe esserci
Jason Hall che collabora con Spielberg proprio
in American Sniper.
Secondo quanto riportato
dall’Hollywood Reporter, la Amblin Entertainment di
Steven Spielberg unirà nuovamente
le forze con Colin Trevorrow, regista di
Jurassic World, per un action movie per
tutta la famiglia dal titolo Powerhouse.
Basato su un soggetto originale dello stesso Trevorrow, il film
sarà diretto e sceneggiato dalla regista indie Emily
Carmichael, negli ultimi mesi al centro dei rumor per una
serie di incontri con la Marvel a proposito della
regia dell’annunciato Captain Marvel.
Al momento non sono stati rivelati
dettagli sulla trama del film. A proposito della Carmichael,
Colin Trevorrow ha dichiarato: “È la
regista/sceneggiatrice del futuro per quanto riguarda il genere di
film che amo. La sua capacità di trovare il calore e l’umanità
nella narrazione di genere rappresenta da sè un
superpotere”.
Attualmente Colin
Trevorrow sta scrivendo, sempre per la Amblin
Entertainment, lo sci-fi romantico Intelligent
Life, di cui sarà anche produttore. Il regista ha da
poco terminato le riprese di The Book of
Henry e si prepara a iniziare la produzione di
Star
Wars Episodio IX, di cui sarà anche
sceneggiatore. Tra i prossimi progetti di Steven
Spielberg invece figurano IL GGG Il grande
gigante gentile (presentato in questi giorni a Cannes
2016), lo sci-fi Ready Player One, il
drammatico The Kidnapping of Edgardo
Mortara e l’annunciato quinto capitolo della saga di
Indiana Jones.
Assieme a
Steven Spielberg e allo sceneggiatore Ehren
Kruger entro la fine della settimana, si uniranno in un incontro
volto a fissare le prime idee sul terzo episodio della saga e,
soprattutto, le tempistiche. Questo ha comunicato Bay al curatore
del suo sito ufficiale:
Il regista premio Oscar Steven Spielberg e la sua Amblin
Entertainment svilupperanno insieme alla casa di
produzione A24 l’adattamento dell’acclamato
romanzo The Heaven & Earth Grocery Store di
James McBride. Gli addetti ai lavori dicono che il
progetto si trova ancora in una fase di sviluppo molto precoce e
che Spielberg sarebbe impegnato solo per produrre non dirigere il
film.
Di cosa parla The Heaven & Earth Grocery Store?
Il romanzo The Heaven &
Earth Grocery Store di McBride racconta la storia dei
residenti neri ed ebrei del quartiere di Chicken Hill di Pottstown,
Pennsylvania, negli anni ’20 e ’30, anche se il libro si apre nel
1972 con la scoperta di uno scheletro sul fondo di un pozzo. Alcuni
oggetti che si trovano vicino al corpo, tra cui un Mezuza, portano
il poliziotto a interrogare l’unico residente ebreo della città,
Malachi, che vive in una sinagoga in disuso.
Ma l’indagine è ostacolata quando la
scena del crimine viene spazzata via dall’uragano Agnes. Il romanzo
poi risale agli anni ’20 e ’30 Pottstown e offre dettagli sulla
vita dei residenti. Qui vivono i coniugi ebrei Moshe e Chona
Ludlow, che gestiscono il negozio di alimentari The Heaven & Earth
Grocery Store. Un giorno, uno dei loro dipendenti, Nate Timblin,
chiede loro di nascondere un giovane ragazzo nero non udente di
nome Dodo, dalle autorità che stanno cercando di
istituzionalizzarlo in un manicomio.
Il medico della città, anche un
membro del Ku Klux Klan, è spinto nel voler far ciò da intenti
razzisti e xenofobi ed è favorito da molti dei residenti bianchi
della città in tali politiche. I cittadini neri ed ebrei decidono
dunque di unirsi e mobilitarsi per aiutare il ragazzo. Il romanzo
ha ricevuto numerosi riconoscimenti e varie liste, tra cui l’essere
uno dei migliori libri del 2023 di NPR e anche la lista del
presidente Obama dei suoi libri preferiti del 2023.
Riuscirà Steven Spielberg a separare le acque del Mar
Rosso? Non è una domanda tanto retorica se si pensa che il regista
e produttore è entrato in trattative per portare sullo schermo Gods
And Kings
Da quanto trapela da recentissimi
rumors, sembrerebbe che Steven Spielberg sia intenzionato a
portare sul grande schermo il gigante gentile, protagonista del
libro di Roald Dahl,Il
GGG, ovvero, Il Grande Gigante
Gentile, un libro per ragazzi, che ha conosciuto
anche trasposizioni animate, serial tv e svariati lavori
cartacei.
Come è facile intuire (e per chi
non ne avesse mai sentito parlare), il protagonista della storia è
un gigante buono e gentile che conosce una ragazzina,
Sophie, della quale diventa grande amico. Come
detto, il tema principale è stato costruito per un pubblico giovane
e il libro di Dahl è riconosciuto come un grande
classico della letteratura per ragazzi.
Altri rumors indicherebbero
Melissa Mathison come probabile collaboratrice di
Spielberg (la Mathison ha già
partecipato nella stesura di E.T.). Il
film, come predetto, sembrerebbe destinato a essere girato con le
migliori tecniche in stop motion. Un piccolo grande colossal per
ragazzi in live action!
Vedremo cosa riuscirà a tirar fuori
il buon vecchio Spielberg dal suo cilindro
magico…
Il GGG (The BFG) è un libro per
ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana
Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film
d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato
di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori
saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la
sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia
Prima di liquidare il rumor a quello
che potrebbe rivelarsi, ovvero solo un rumor, vale la pena di
notare un paio di cose: diversi scoop affidabili (o
semi-affidabili, comunque) hanno alluso alla storia, e più volte
Kevin Feige ha parlato con Spielberg
della possibilità di dirigere un futuro progetto MCU.
Ovviamente, nulla di tutto ciò
significa che abbia effettivamente accettato di dirigere i
Fantastici Quattro o addirittura che questo report possa essere
veritiero, ma vale sicuramente la pena tenere d’occhio la faccenda.
Dopotutto, i Marvel Studios sono riusciti a arruolare Sam
Raimi con un preavviso abbastanza breve dopo che
Scott Derrickson si è separato dal Dottor
Strange nel Multiverso della follia.
Sappiamo ancora molto poco dei piani
di Feige per la prima famiglia della Marvel, ma John
Krasinski è apparso nei panni di Reed Richards nel sequel
di Doctor Strange. Il personaggio ha incontrato la
sua fine per mano di Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), e
sappiamo che il casting della star/regista era dettato al 90% da un
regalo che Feige ha voluto fare ai fan, che da tempo volevano
proprio Krasinski nei panni di Richards. Inoltre, vale la pena
ricordare il fatto ceh Feige cerca un grande regista per Fantastici
Quattro, e chi c’è al momento di più grande di Steven
Spielberg?
Judd Apatow si è
impegnato a dirigere e Steven Spielberg è salito a bordo
per produrre Cola Wars, il film in fase di
sviluppo presso la Sony. Spielberg produrrà tramite la sua Amblin
Entertainment.
Deadline ha rivelato ad aprile che
lo studio ha acquistato il progetto per oltre 1 milione di dollari
come pitch, che racconta la vera storia del tentativo
della Pepsi di sfidare il regno secolare della Coca-Cola come prima
cola al mondo. La storia svela le “Cola Wars” della metà degli anni
’80, che includevano di tutto, dall’infuocato incidente di Michael
Jackson al fiasco della New Coke, come il racconto definitivo del
secondo classificato più iconico della storia (Pepsi) in lizza per
il primo posto (Coca-Cola).
Il pitch di Cola
Wars è stato scritto da Jason Shuman e
Ben Queen. Shuman è il co-creatore/autore dello
show di successo di Apple Acapulco ed è stato produttore esecutivo di
Winning Time di HBO e produttore dell’indie
candidato all’Oscar del 2022 To Leslie. Queen sta attualmente adattando il
romanzo fantasy di Naomi NovikHis Majesty’s
Dragon come serie di un’ora per Fox e ha recentemente adattato
il racconto A Note of Explanation di Vita
Sackville-West per Netflix. È stato autore di Cars 2 e
Cars 3 per Pixar, nonché creatore di A to Z e
Powerless della NBC.
Siamo ancora nelle prime fasi dello
sviluppo, ma ci sono gli ingredienti per un film su un prodotto
iconico che sembra fare eco a Air diretto da
Ben
Affleck, sulla battaglia di Nike per vincere un
contratto di scarpe con Michael Jordan per la
linea di sneaker che ha trasformato l’azienda. Maia
Eyre sta supervisionando Cola Wars per
Sony.
Koch Media ha
fatto uscire 16 luglio 2020 in DVD e Blu-Ray la Steven Spielberg Collection, un
imperdibile cofanetto dedicato a tre film cult diretti dallo
straordinario regista che non ha bisogno di presentazioni: Steven
Spielberg. La Collection include 1941 – Allarme ad Hollywood
(1979), Always – Per sempre (1989) e Sugarland Express (1974).
Il cofanetto presenta Sugarland
Express, terzo film del regista culto con una mastrizzazione 2.35.1
ad ottima risoluzione a 1080p con formato DB-50 a doppio strato. Il
secondo titolo è Allarme ad Hollywood, in due edizioni la nota
theatrical cut e la extended cut con ben 20 min circa in più. Terzo
film è il famosissimo Always che vede il regista tornare a lavorare
con Richard Dreyfuss.
1941 – Allarme a
Hollywood
Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl
Harbor, a Los Angeles si sparge la voce che i giapponesi si
apprestino ad attaccare gli Stati Uniti. Effettivamente un
sommergibile nipponico sta cercando di individuare Hollywood per
attaccarla. È il panico e la città è in preda al caos.
Nel cast del film Dan Aykroyd, Ned Beatty, John Belushi, Lorraine
Gary, Murray Hamilton e Christopher Lee.
Always – Per sempre
Pete è un pilota addetto allo
spegnimento degli incendi nelle foreste. Nel corso di una missione
muore per un incidente, lasciando nella disperazione la fidanzata
Dorinda. Una volta in cielo, accetta di fare da angelo custode
all’amico Ted, non solo per trasmettergli la sua esperienza, ma
anche per aiutarlo a conquistare Dorinda. Nel cast del film
Richard Dreyfuss, Holly Hunter, Brad Johnson,
John Goodman e, per l’ultima volta sullo schermo,
Audrey Hepburn.
Sugarland Express
Clevis Poplin dovrebbe scontare
ancora quattro mesi di galera: non ha motivi per evadere, perché
l’hanno destinato a un penitenziario modello. Sua moglie, Lou Jean
Poplin, che vuole riprendersi il fi glioletto affidato a un’anziana
coppia di coniugi di Sugarland, decide però di farlo scappare. La
fuga riesce, e per la coppia comincia un lungo viaggio attraverso
gli Stati Uniti alla volta di Sugarland… Nel cast del film
Goldie Hawn, Michael Sacks, William Atherton, Ben Johnson e
Gregory Walcott. Questo nuovo cofanetto, disponibile in
DVD e Blu-Ray, presenta anche due versioni di 1941 – Allarme a
Hollywood: Theatrical (114’) ed Extendend (140’). Steven
Spielberg Collection vi attende in DVD e Blu-Ray dal 16
luglio 2020 solo su IBS e Feltrinelli.
Dopo la notizia di ieri che annunciava
la sospensione del nuovo film di Spielberg, Robopocalypse,oggi
arrivano le dichiarazioni del regista che ha chiarito la situazione
a EW.
Nell’anno in cui un film prodotto e
distribuito da Netflix, Roma
di Alfonso Cuaron, ha vinto ben tre prestigiosi
premi Oscar (Miglior Titolo Straniero, Miglior Regia, Miglior
Fotografia), le discussioni sul riconoscimento ad opere che non
escono in sala ma che sono destinate soltanto al piccolo schermo ha
scatenato una serie di polemiche accompagnate dalle dichiarazioni
di figure importanti della scena hollywoodiana. Come quelle di
Steven Spielberg, che di recente ha
pubblicamente contestato le dieci nomination a Roma spiegando che
un film realizzato per la tv non può concorrere agli Oscar.
La bagarre fra Spielberg
e Netflix arriva ad un nuovo punto di incontro grazie al
regista, che in un’intervista con il New York Times ha chiarito una
volta per tutte la sua opinione in merito, sottolineando come le
sue parole siano state ingigantite dai media:
“Voglio che le persone trovino
il loro intrattenimento in qualsiasi forma o modo che si adatti a
loro. Grande schermo, piccolo schermo: ciò che conta davvero per me
è una grande storia e tutti dovrebbero avere accesso a grandi
storie. Tuttavia, credo che le persone debbano avere l’opportunità
di lasciare le loro case e andare in un posto dove possono sedersi
in compagnia degli altri per avere un’esperienza condivisa,
piangere insieme, ridere insieme, avere paura insieme.
Quell’esperienza che, quando finisce, potrebbe farli sentire po’
meno estranei. Voglio vedere la sopravvivenza dei cinema. Voglio
che l’esperienza cinematografica rimanga rilevante nella nostra
cultura.“
Dunque è chiara la posizione del
regista. Le sue lamentele non erano rivolte direttamente a Netflix
e alla produzione di film destinati alla visione casalinga, quanto
invece alle varie catene di distribuzione che hanno impedito al
colosso dello streaming mondiale di mostrare nei cinema i suoi film
originali a causa dei novanta giorni esclusivi.
Decisamente un modo intelligente per
affrontare la questione e offrire un punto di vista ragionato,
oltre che sincero, da un personaggio che ha cuore le sorti della
settima arte e segue da vicino lo sviluppo di un sistema in
continua evoluzione.
Finalmente reso noto il prossimo
progetto da regista di Steven Spielberg . Si tratta di
American
Sniper, film che da
tempo l’attore Bradley Cooper stava cercando di
portare avanti nell’ambito della Warner Bros e che voleva diretto
da David O Russell, dopo aver lavorato con lui già
ne Il Lato Positivo e adesso in
American Hustle. Steven
Spielberg ha preso in mano il progetto, lasciando a Cooper
il ruolo di protagonista e decidendo di occuparsi della regia.
Il film si basa sulle memorie di Chris Kyle, ex
cecchino dei Navy SEAl che detiene il macabro record del maggior
numero di uccisione nella storia dell’esercito statunitense
(rivendicate 255, accertate 160). Il libro su cui si baserà il film
è uscito lo scorso anno, mentre a febbraio Kyle è morto in un
poligono di tiro, ucciso da un altro veterano.
La sceneggiatura, già scritta da
Jason Dean Hall, potrebbe subire variazioni e
cambiamenti da parte di Steven Spielberg
stesso.
Il regista Steven Spielberg è ancora alla
ricerca di un nuovo progetto da regista e in serata arriva la
notizia di un possibile suo coinvolgimento nel remake del film
cult West Side
Story di Robert Wise. A diffondere
la notizia è l’autorevole sito Deadline secondo il quale il regista
ha manifestato interesse verso il progetto ancora alle prime fasi
di sviluppo.
Steven Spilberg ha
diretto nel 2012 il film di successo Lincoln, e doveva
dirigere il film di fantascienza Robopocalypse
ritornato in fase di sviluppo per volere della
Paramout. Fallito anche il tentativo di dirigere
American Sniper a cui lo stesso
Spielberg sembra abbia rinunciato e affidato ora
a Clint
Eastwood. Quindi il regista è tutt’ora alla ricerca di un
progetto, in attesa di produrre il sequel di Tin
Tin.
West Side Story è un musical
scritto da Jerome Robbins (regia e coreografia), Arthur Laurents
(libretto), Leonard Bernstein (musiche) e Stephen Sondheim (testi)
su soggetto ideato da Robbins al quale contribuirono poi con
modifiche e suggerimenti anche gli altri autori.[1] West Side Story
debuttò al Winter Garden Theater di Broadway (New York) il 26
settembre 1957 e fu replicato 732 volte prima di partire per una
tournée che ebbe molto successo, data l’epoca. Nel 1961 la United
Artists ne realizzò una versione cinematografica per la regia di
Jerome Robbins e Robert Wise che debuttò nelle sale il 18 ottobre.
Il film vinse dieci Academy
Awards cinematografici, tra i quali quello per il miglior film.
Mai un film musicale aveva ricevuto così tanti riconoscimenti.La
storia è un rifacimento della tragedia di William Shakespeare Romeo
e Giulietta. Il tema tragico, la musica sofisticata e le istanze
sociali rappresentate segnarono il linguaggio musicale del teatro
in inglese che in precedenza si era dedicato, tranne rare
eccezioni, a temi leggeri. West Side Story è ancora oggi
rappresentato con una certa frequenza da teatri minori e,
occasionalmente, da compagnie anche importanti.
Ospite al Festival di Berlino 2023,
dove riceverà l’Orso d’Oro alla Carriera, Steven Spielbergha dichiarato che il suo
prossimo lavoro sarà dedicato all’adattamento di una sceneggiatura
di Stanley Kubrick intitolata
Napoleon. Sembra che la famosa opera incompiuta
del regista di 2001: Odissea nello Spazio sia ora nelle mani
del regista cher, insieme a HBO si occuperà di produrre la
serie.
Già nel 2016 circolavano delle voci
che volevano lo script nelle mani di Cary
Fukunaga. Nella stessa occasione, il regista ha dichiarato
che la pandemia di coronavirus lo ha costretto a fare i conti con
l’età e la mortalità, riconoscendo che le sue paure sono ciò che lo
ha spinto a realizzare il suo film multi-nominato all’Oscar
The
Fabelmans.
Steven Spielberg è
trai protagonisti della stagione dei premi con il suo ultimo film,
The
Fabelmans, che racconta in maniera romanzata la sua
infanzia e adolescenza e il suo amore per il cinema che è cresciuto
insieme a lui.
Sono pochi i registi che oggi sono
in grado di suscitare un interesse e un’eccitazione così diffusi
con la notizia del loro prossimo progetto, e Steven Spielberg è senza dubbio uno di questi.
Si è speculato sul prossimo film del leggendario regista da quando
si è diffusa la voce che avrebbe potuto prendersi una lunga pausa
(o forse addirittura ritirarsi) dopo l’uscita di The
Fablemans, ma secondo Variety il prossimo film di
Spielberg è già nelle prime fasi di pianificazione.
I dettagli sono pochi, ma il sito
riporta che Spielberg intende tornare al genere fantascientifico
per un “film sugli UFO” senza titolo, basato su una sua
idea originale. La sceneggiatura sarà scritta da David
Koepp, che ha già collaborato con Steven Spielberg per Jurassic Park, La guerra dei mondi e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Si
attendono ora maggiori dettagli su questo progetto, nella speranza
che non occorrà aspettare troppo prima di poterne sapere di più e
di vederlo in sala.
Per un certo periodo, dopo l’uscita
di quello che probabilmente rimane il suo film più iconico,
Lo squalo, Spielberg è stato praticamente sinonimo di
genere fantascientifico, dirigendo film del calibro di E.T. L’extraterrestre, Incontri ravvicinati del terzo tipo, e successivamente
A.I. – Intelligenza artificiale, Minority Report e La guerra dei mondi. Il suo ultimo film di
fantascienza è stato Ready
Player One, uscito nel 2018. Grande maestro e innovatore
di questo genere, che ha in ognuna di queste occasioni dimostrato
di padroneggiare con grande consapevolezza, Spielberg sembra dunque
pronto a tornare tra le stelle.
Si allarga la famiglia
DC accogliendo il più illustre degli ospiti:
Steven Spielberg lavorerà infatti
sull’adattamento del fumetto di Blackhawk insieme
alla Warner Bros., dopo aver stilato un accordo insieme alla sua
casa di produzione (la Amblin Entertainment).
La notizia è stata rilanciata
direttamente dalla DC Comics sui profili social ufficiali con
questo messaggio: “Benvenuto in famiglia Steven Spielberg!
L’iconico regista entrerà nel mondo DC con Blackhawk“.
Insieme all’annuncio è arrivato
anche il comunicato con il commento di Spielberg:
“È stato
meraviglioso lavorare con il team della Warner Bros. per portare
Ready Player One sullo schermo. Riescono a miscelare passione e
professionalità in tutto ciò che fanno e hanno una passato
straordinaria in questo genere di film. Sono entusiasta di unirmi a
loro con Blackhawk.“
La sceneggiatura del film
sarà curata da David Koepp, storico collaboratore
del regista che ha firmato Jurassic Park, Il
mondo perduto: Jurassic Park, La guerra dei
mondi e Indiana Jones e il regno del teschio di
cristallo.
Ovviamente si spera che
Spielberg possa anche dirigere questo adattamento, ma si attendono
conferme nel corso dei prossimi mesi. Intanto dagli uffici della
Warner Bros. giungono i primi calorosi commenti: “Siamo così orgogliosi di essere lo studio dietro l’ultimo
successo di Steven Spielberg, e siamo entusiasti all’idea di
lavorare ancora con lui in questa nuova avventura. Non vediamo
l’ora di scoprire quale nuovo scenario si aprirà introducendo
Blackhawk al pubblico“.
Attesi dai fan ma anche dagli
addetti ai lavori, sono arrivati a Milano oggi, per presentare
The
Post, il regista Steven Spielberg, e gli interpreti
Meryl Streep e Tom Hanks, un
trio delle meraviglie per gli appassionati del cinema
hollywoodiano, un totale di otto premi Oscar.
Il film racconta la battaglia che
il Washington Post portò avanti, rivendicando il
diritto di pubblicare i Panama Papers (documenti
secretati in cui si rivelavano le verità sulla guerra in Vietnam,
taciute agli americani dalle quattro amministrazioni precedenti,
atteggiamento perpetrato da Nixon) dopo che il Governo bloccò
le pubblicazioni già in atto del New York Times.
Un film sulla libertà di stampa,
sull’importanza di tenere fede alla propria missione di
giornalisti, ma anche un film su una delle donne più straordinarie
del ‘900, Kay Graham, che diventando proprietaria
dell’allora piccolo giornale locale, riuscì a trovare la sua voce e
a dare al suo giornale la fama di cui gode adesso, facendolo
diventare uno dei più importanti portavoce del Watergate.
The Post – il trailer
The Post, l’importanza della
libertà di stampa
E proprio in merito ai rapporti tra
stampa e Governo, Steven Spielberg non le manda a
dire: “La stampa libera è il guardiano della democrazia.
Questa è una verità incontrovertibile. Se guardiamo a posteriori i
fatti del 1971 quando Nixon ha cercato di negare questo diritto di
pubblicare e diffonde i Pentagon Papers e addirittura ci è
voluta una sentenza della Corte Suprema, in quanto la corte
d’appello, meno importante, aveva di fatto impedito al New York
Times di proseguire con la pubblicazione, questo è stato un atto
inaudito.
Era la prima volta che accadeva
dalla Guerra Civile Americana. Oggi ci troviamo ancora ad osservare
la minaccia reale, per quello che riguarda la libertà di stampa e
questo fa sì che ci sia una rilevanza assolutadi quei fatti
avvenuti nel 1971. Io la storia l’ho scoperta grazie alla
sceneggiatura di Liz Hannah e Josh Singer nel 2017. Questa
inversione causale di numeri è assolutamente attuale.”
La stampa americana ha accolto il
film con favore
“Da parte della stampa abbiamo
avuto tantissimo sostegno e manifestazioni di supporto al film
– ha ammesso Spielberg – una stampa che quotidianamente deve
respingere gli attacchi subiti dall’amministrazione, che deve
lottare contro la disinformazione, che troppo spesso vede adottare
etichette facili, come fake news nel momento in cui una storia che
viene pubblicata non piace al Presidente. Ma il film ha incontrato
consensi al di là del messaggio politico e della difesa della
libertà di stampa. Lo ha fatto soprattutto per la figura di
Kay Graham, questa donna
così meravigliosamente interpretata da Meryl Streep, una donna che
si è trovata ai vertici della sua professione, con una grande
difficoltà nel trovare una voce che le permettesse di farsi avanti
e di farsi valere in un mondo, nella professione e nella società,
governato dagli uomini.
Finché in un momento così
cruciale questa voce l’ha trovata, mettendo tutti al loro posto.
Credo che il nucleo emotivo della storia riguardi proprio questa
figura di donna che riesce a trovare una voce. Devo dire anche che
per la prima volta nella mia carriera mi sono trovato a ritrarre un
rapporto umano complesso come quello che è esistito davvero tra la
signora Graham e Ben Bradlee. Ho avuto una enorme fortuna
nell’avere Tom e Meryl per interpretarli.”
The Post è dedicato a Nora
Ephron
Meryl Streep,
amica della regista e sceneggiatrice
scomparsa, ha commentato la dedica speciale del film: “Nora
è stata colei che ci ha portati a lavorare insieme. Tom non lo
conoscevo bene, ma lui e Nora erano molto amici, così come lo
eravamo io e lei. È stato grazie a lei che abbiamo avuto
l’opportunità di lavorare insieme e di conoscerci. È stato positivo
il fatto di poterci conoscere sul set. Nora è stata una grandissima
fonte di ispirazione e mi piacerebbe molto se lei potesse essere
qui, a commentare il film e il momento attuale, che stiamo vivendo.
Credo che nessuno meglio di lei potrebbe parlarne in maniera più
divertente ma anche pungente, di come avrebbe potuto fare
lei.”
La sceneggiatura del film era
precedente alle elezioni di Trump
“La prima versione dello
script, scritta da Liz Hannah, è stata comprata da Amy Pascal sei
giorni prima delle elezioni presidenziali (novembre 2016, ndr).
Pensavamo che potesse essere un nostalgico sguardo indietro
rispetto a dove le donne erano effettivamente arrivate, dal momento
che tutti immaginavamo che di lì a poco avremmo avuto il primo
Presidente donna. Era una cosa che tutti quanti davano per
scontato. Poi c’è stato l’esito delle elezioni e dopo, un aumento
di ostilità nei confronti della libertà di stampa, un aumento di
attacchi nei confronti delle donne, comportamenti che si
verificavano al vertice del nostro Governo. Quindi il film si è
trasformato in una riflessione su quanta strada non abbiamo
fatto.”
Kay Graham è una donna che impara
il coraggio
“Questa storia nasce dal grande
scoraggio di Daniel Ellsberg, una persona che
aveva lavorato per il Governo e per il Dipartimento di Stato, un
soldato e poi un giornalista che aveva deciso poi di lottare contro
la legge per lo spionaggio e di trafugare i documenti che era
riuscito a far arrivare al New York Times. Tutto è cominciato con
un atto di coraggio, perché con questa pubblicazione gli americani
sono venuti a conoscenza di cose tremende, ovvero che ben quattro
amministrazioni avevano mentito al popolo americano e che il quinto
Presidente coinvolto stava facendo di tutto per sopprimere la
libertà di stampa. Ed è stato l’atto di coraggio di questa donna, a
capo di questo giornale. Era una donna che sentiva di non essere al
suo posto.
La rappresentazione della
redazione del Post è accurata, all’epoca non c’erano donne, al
massimo segretarie. C’erano solo maschi bianchi. In un certo senso
la Graham sfida Nixon e prende questa decisione così importante,
pur non essendo ancora consapevole del suo potere. È stata poi una
donna che è stata capace di vincere un premio Pulitzer con la
propria autobiografia, insomma una delle donen più importanti dello
scorso secolo. Un’icona. Quindi, per rispondere alla domanda, il
coraggio si può imparare, e Kay lo ha imparato, ma noi non lo
insegnamo abbastanza alle nostre ragazze. Ben Bradlee, così
meraviglisamente interpretato da Tom Hanks, è stato un uomo di
grandissimo coraggio, spietatamente coraggioso, ha deciso e
accettato di rischiare tutto, pur di raccontare la
verità.”
Tom Hanks, mirabile interprete
dell’impetuoso Ben Bradlee
“Ben Bradlee era
una bestia – ha dichiarato invece l’attore alla sua ennesima
collaborazione con Spielberg – Nel giungo del 1971, il
Washington Post era in diretta concorrenza con il Washington Star,
che era all’epoca il quotidiano numero 1 di Washington DC. L’idea
che il New York Times potesse avere una storia che invede il Post
non aveva, teneva sveglio Ben Bradlee di notte, questa cosa lo
faceva impazzire.Una delle scene più divertenti del film è quella
in cui tutti stanno leggendo il Times e lui dice ‘Siamo gli ultimi
a sapere le cose a casa nostra’. Era una scena molto divertente da
fare perché mostrava tutta la passione ma anche il senso di sfida
che guida il personaggio per tutto il film.”
“Il Post era all’epoca il
secondo giornale di Washington – ha aggiunto Spielberg –
ma Ben Bradlee aveva una tale fame e un tale appetito che
questa spinta lo ha alimentato tanto al punto di spingerlo a
sfidare il New Yorks Times che allora come ora era il più grande
quotidiano degli Stati Uniti. È stato questo suo appetito, questa
sua fame a spingerlo a cercare di immaginare un futuro grandioso
per il Washington Post, facendo emergere lui come il giornale che
si meritava Ben Bradlee come direttore. Questo suo modo di essere,
durante il Watergate, lo ha spinto a togliere tutti i freni, tanto
da convincere Kay Graham, il suo editore, a credere che il Post
potesse diventare un grande quotidiano, cosa che è accaduta con la
pubblicazione dello scandalo Watergate che ha portato alle
dimissioni di Nixon.”
#TimesUp, Meryl Streep: “L’aria è
cambiata”
Meryl Streep ha
commentato, come da attese, il movimento Time’s Up e il fermento a
Hollywood: “Non so perché ci è voluto tutto questo tempo, ma
per qualche motivo l’aria è cambiata, non solo a Hollywood, ma in
ogni posto di lavoro. C’è stata questa grande apertura perché i
grossi nomi di Hollywood sono stati chiamati in causa, ma le donne
hanno sempre lottato in ogni ambiente di lavoro. Solo quando è
stata coinvolta Hollywood, le cose si sono mosse. Prevedo che ci
sarà qualche passo indietro, ma poi si continerà, si ripartirà e
sono molto ottimista. Questi sono momenti molto
interessanti.”
Chiamato in causa sulla disparità
di trattamento tra uomo e donna, Steven Spielberg
è stato illuminante. Il regista ha spiegato che nel corso della
storia le donne hanno “dimostrato più volte di avere la forza
per spezzare lo stampo in cui gli uomini le costringono”.
L’esempio è la Seconda Guerra Mondiale, quando con gli uomini al
fronte, le donne divennero titolari dell’indistria e del Paese,
salvo poi tornare in cucina alla fine della Guerra, senza ricevere
credito per quella pagina di storia che loro stesse avevano
contribuito a chiudere.
“Io non ho la competenza giusta
per poter fornire delle risposte esaustive e corrette, ma in base
agli esempi che riporta la Storia mi sento di dire che il problema
è principalmente degli uomini. Sono loro che non hanno ancora
mostrato la volontà di controllarsi, di riuscire a comportarsi in
maniera adaguata, ad accettare un NO come risposta. Finché gli
uomini non sono in grado di accettare un NO, questa lotta di potere
continuerà. Io mi auguro anche che il film sia un piccolissimo
passo, possa essere un’ispirazione per molte donne, che possano
trovare il coraggio di far sentire la propria voce.”
Dopo il grande successo di
Lincoln, il regista Steven Spielberg sta valutando con
molta attenzione i suoi prossimi progetti. Ultimo titolo ad
aggiungersi alla lunga lista di cose che il regista dovrebbe fare è
quello relativo al conflitto storico tra Montezuma
e Hernán Cortés, episodio infelice per la storia
della vecchia Europa e tema di una sceneggiatura, firmata da
Dalton Trumbo che era finita nella Lista Nera e
che sarà poi riscritta da Steve Zaillian
(Shindler’s List).
La storia, ricordiamo, parlerà
dell’invasione spagnola in America centrale e del successivo
genocidio degli autoctoni da parte delle truppe del sanguinario
Cortés.
Di recente abbiamo appreso che
Steven Spielberg ha sospeso la produzione di
Robopocalypse per motivi di budget e che
ha abbandonato American Sniper, passando
il progetto al collega Clint Eastwood. Inoltre,
come se non bastasse la versione in lavorazione di Ridley Scott, Spielberg era coinvolto
anche in Gods and Kings, altra rilettura
della storia biblica di Mosè, che però è passato nelle mani di
Ang Lee.
Spielberg, per ora, è legato al
film su Montezuma in veste di produttore, insieme allo
sceneggiatore e alla sua DreamWorks.
Drew Goddard, sceneggiatore di
Cloverfield e del prossimo Cabin in the Woods – che segna anche il
suo esordio dietro la macchina da presa – è stato scritturato per
adattare il testo Robocalypse di Daniel H. Wilson.
Il resto del cast del film, il cui
titolo sarà No Sudden Move (in precedenza il
progetto era noto come Kill Switch), include Amy Seimetz,
Kieran Culkin, Brendan Fraser, Noah Jupe, Bill Duke, Frankie Shaw e
Julia Fox. Le riprese del film sono attualmente in corso a Detroit,
nel Michigan, con la produzione che sta ovviamente seguendo tutti i
protocolli di sicurezza relativi all’emergenza Covid-19 necessari
ad evitare il contagio.
“L’ultima volta che ho girato un
film a Detroit con una sceneggiatura eccezionale e con un cast
eccezionale, le cose sono andate molto bene, quindi sono molto
eccitato in questo momento”, ha dichiarato Steven Soderbergh in un comunicato ufficiale.
Il film è stato sceneggiato da Ed Solomon e sarà prodotto da Casey
Silver. Si tratta di uno dei due film che Soderbergh realizzerà per
conto di WarnerMedia e destinato alla piattaforma di streaming HBO
Max: l’altro è Let Them All Talk, che annovera nel
cast Meryl Streep e Gemma Chan e che dovrebbe debuttare entro la
fine dell’anno.
Ambientato nella Detroit degli anni
’50, No Sudden Move seguirà un trio di criminali
che si rendono complici di un’invasione domestica. Le cose, però,
non andranno secondo i loro piani, con il trio che sarà costretto a
chiedersi se qualcuno non li abbia traditi.
Tra i più radicali sostenitori del
rinnovamento cinematografico vi è senza dubbio il regista
Steven Soderbergh. Vincitore del premio Oscar,
negli anni Soderbergh ha saputo rinnovarsi sfruttando le principali
innovazioni tecnologiche per la realizzazione di film e serie TV.
Molti dei suoi film sono oggi considerati dei veri e propri
cult.
Ecco 10 cose che non sai su
Steven Soderbergh.
Steven Soderbergh film
1. Ha diretto numerosi
lungometraggi di successo. Il regista esordisce nel 1989
con il film Sesso, bugie e videotape, con il quale vince
la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Successivamente dirige
i film Delitti e segreti (1991), Piccolo, grande
Aaron (1993), Torbide Ossessioni (1995),
Schizopolis (1996), Out of Sight (1998),
L’inglese (1999), Erin Brockovich (2000),
Traffic (2000), con il quale vince l’Oscar come miglior
regista, Ocean’s Eleven (2001), con
protagonisti George Clooney, Brad
Pitt e Matt
Damon, Full Frontal (2002)
Solaris (2002), Ocean’s Twelve (2004),
Intrigo a Berlino (2006), Ocean’s Thirteen
(2007), Che – L’argentino (2008), Che –
Guerriglia (2008), The Girlfriend Experience (2009),
The Informant (2009), Contagion
(2011), Magic Mike
(2012), Effetti
collaterali (2013), il film TV Dietro i
candelabri (2013), la serie TV The Knick (2014), e
poi gli ultimi film La truffa dei
Logan (2017), Unsane (2018), High Flying
Bird (2019) e Panama
Papers (2019), con protagonisti Meryl
Streep, Gary
Oldman e Antonio Banderas.
2. Ha ricoperto anche altri
ruoli. Soderbergh è solito ricoprire anche il ruolo di
direttore della fotografia, sceneggiatore, montatore e produttore
dei propri film. Per questi tuttavia si accredita con nomi diversi
e inventati. Questo vale per quasi tutti i film da lui
realizzati.
Steven Soderbergh iPhone
3. Ha girato dei film con un
iPhone. Soderbergh è un esperto in fatto di pellicole e
macchine da presa, tanto da sperimentare continuamente con i propri
film il modo in cui questi possono essere realizzati. In
particolare il regista si è avvalso di un iPhone per girare i film
Unsane e High Flying Bird. Soderbergh è infatti
convinto che gli smartphone abbiano un altissimo potenziale in
campo cinematografico, e i suoi film sembrano esserne la prova.
Steven Soderbergh Unsane
4. Ha girato il film con un
iPhone.Unsane è il primo film di Soderbergh
realizzato interamente con un iPhone, strumento scelto non per
mancanza di budget ma per volontà del regista. Per le riprese si è
così utilizzato un iPhone 7 Plus con una qualità in 4K, e
utilizzando l’app FiLMiC Pro. L’intero film è costruito adeguandosi
alle capacità dello strumento.
Steven Soderbergh Panama
Papers
5. Ha realizzato un nuovo
film con Netflix.Panama Papers è il nuovo
film del regista, basato sui veri fatti di cronaca che hanno
portato allo smascheramento di una grande frode fiscale. Nel film
sono presenti gli attori Meryl Streep, Gary Oldman
e Antonio Banderas. Presentato in concorso al
Festival di Venezia, Panama Papers è poi stato distribuito
su Netflix a partire dal 16 ottobre. L’azienda streaming si è
occupata anche della produzione.
Steven Soderbergh Venezia
6. Ha partecipato all’ultima
edizione del festival. Soderbergh era in concorso alla 76°
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il film
Panama Papers, il quale è stato accolto positivamente
dalla stampa e dal pubblico.
Steven Soderbergh Lina
Wertmüller
7. Si è fatto notare per la
sua maglietta. Durante il red carpet del suo film,
Soderbergh ha sfoggiato una maglietta con stampato “scritto e
diretto da Lina Wertmülller”, in onore alla celebre regista
italiana e alla sua influenza sul cinema di tutto il mondo. La
Wertmüller ha poi dichiarato di aver particolarmente apprezzato il
gesto. Recentemente la regista ha ricevuto un Oscar alla
carriera.
Steven Soderbergh Rotten
Tomatoes
8. I suoi film hanno
punteggi molto alti. Sul sito Rotten Tomatoes sono
riportati i punteggi ottenuti dai suoi film, sulla base delle
recensioni raccolte. Il film con il maggior punteggio è Sesso,
Bugie e Videotape, con il 96%. Il punteggio più basso è invece
quello del film Intrigo a Berlino, riportante il 33% di
critiche positive.
Steven Soderbergh IMDb
9. Vi è una scheda completa
del regista. Sul sito IMDb, è presente una scheda completa
del regista, con l’elenco dei film da lui scritti, diretti e
prodotti, nonché foto tratte dai set e ulteriori curiosità sulla
sua carriera.
Steven Soderbergh età e
altezza
10. Steven Soderberg è nato
ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti, il 14 gennaio 1963.
L’altezza complessiva del regista è di 183 centimetri.
Steven
Soderbergh ci ripensa. Dopo aver annunciato il suo
ritiro dal mondo del cinema, sembra che il regista di Ocean’s
Eleven e Erin Brockovich sia in realtà pronto a
tornare dietro la macchina da presa. L’occasione sarà
Lucky Logan, progetto che vedrà riuniti
Soderbergh e Channing Tatum dopo il grande
successo di Magic Mike (i due avevano lavorato insieme
anche in Effetti Collaterali, ultimo film per il grande
schermo del regista).
Al momento non si conoscono
dettagli circa la trama del film, che sarà prodotto da
Gregory Jacobs, regista di Magic Mike
XXL. Diverse major sarebbero in lizza per acquistare il film,
tra cui Warner Bros., Sony e 20th Century Fox.
Come annunciato qualche settimana
fa, niente ritiro dalle scene per Steven
Soderbergh, che anzi rilancia tentando una nuova strada:
quella del film interattivo. Il regista premio Oscar
per Traffic ha postato sul suo
account Twitter un’immagine del ciak pronto per il suo prossimo
progetto, Mosaic: la pellicola, i
cui protagonisti saranno Sharon
Stone e Garret
Hedlund, darà al pubblico la possibilità di scegliere
il finale tramite un’App per Smartphone.
Dalla foto vediamo che Soderbergh ha
intenzione di terminare il film in soli 29 giorni, il che sarebbe
eccezionale se si pensa che il lungometraggio avrà addirittura
più di un finale. La dicitura “shooting fase A” è curiosa, non
sappiamo se è riferita ad un’abituale suddivisione della
lavorazione del film che il regista è solito adottare oppure invece
alle scene deputate a far parte della “versione A” della
storia (a cui dovrebbero seguire versioni B, C…). Attendiamo
trepidanti nuovi indizi…
Dopo l’heist movie dal
sapore comico, che vedremo al cinema questa primavera,
Steven Soderbergh ritorna al thriller e lo fa con
Unsane, un progetto davvero interessante.
Il film, con protagonista
Claire Foy (The
Crown), è l’esempio di quanto Soderbergh sia in grado
di spaziare tra generi e tecniche, tanto che questa volta si è
affidato soltanto alle riprese di un iPhone.
Il film fu annunciato l’anno scorso,
pur non avendo mai avuto un titolo prima d’ora. Del progetto si
parlava come il “film segreto di Soderbergh girato con un
cellulare”. Nel cast del film compaiono anche
Juno Temple, Joshua Leonard, Amy Irving e
Jay Pharoah.
Ecco il trailer di
Unsane
Il film racconta di una donna
terrorizzata dall’idea di essere seguita da uno stalker. Il film si
gioca molto sull’eventualità che le paure del personaggio della Foy
siano vere o se lei stia semplicemente avendo esperienza traumatico
a seguito di un esaurimento.
Il film vira quindi verso dei toni
dark in cui possiamo vedere Claire Foy alle prese
con toni meno “aristocratici”. L’attrice vincitrice di un
Golden Globe metterà da parte la corona di
Elisabetta II per interpretare sul grande schermo
Lisbeth Salander in Quello che non
Uccide.
Per quanto riguarda invece
Soderbergh, che intanto ha dichiarato di voler girare i suoi
prossimi film solo con un iPhone, lo aspettiamo al cinema con
Logan Lucky, divertente ma acnhe commovente heist
movie visto alla Festa di Roma.
Logan Lucky, la recensione del film di
Steven Soderbergh
Un altro grande nome trai registi
di Hollywood ammette di non sentirsi a proprio agio con i
Cinecomics, questa volta tocca a
Steven Soderbergh, regista premio Oscar per
Traffich e prolifico autore
contemporaneo. In una lunga intervista a
thedailybeas il regista ha affrontato la questione incalzato
sul tema di dirigere un film sui supereroi e sul suo modo di
appassionarsi ai personaggi e al modo nel quale ama raccontarli.
L’occasione è stata l’uscita imminente del suo ultimo film Kimi,
una sorta di variazione del 21° secolo su La finestra
sul cortile – via- Panic
Room – via – The Parallax
View.
Non proprio, e non sono
uno snob; non è che mi senta in qualche modo di livello
superiore. Diventa davvero l’universo che occupi come
narratore. Sono semplicemente troppo legato alla terra per
liberarmi davvero in un universo in cui la fisica newtoniana non
esiste [ride]. Ho solo una mancanza di immaginazione al
riguardo, motivo per cui l’unica incursione che ho avuto nella pura
fantascienza [Solaris del 2002] era essenzialmente un film
drammatico ambientato su un’astronave. Inoltre, per me è
difficile comprendere questo mondo e non riuscirei a scrivere o
supervisionare la scrittura della storia e dei personaggi, a parte
il fatto che posso piegare il tempo e sfidare la gravità e sparare
raggi dalle mie dita, ma perché non si Scopa? Nessuno scopa! Ad
esempio, non so come dire alle persone come comportarsi in un mondo
in cui non è una cosa che accade. L’universo fantasy, a quanto
so, tipicamente non prevede molto sesso. Questo senza contare altre
cose come: chi paga questa gente? Per chi lavorano? Come hanno
ottenuto il lavoro? Se le persone vogliono andare a sperimentare
quell’universo, va bene. Come regista, non so proprio da dove
cominciare.
Steven Soderbergh
starebbe lavorando a un nuvo progetto sperimentale per la HBO. Si
tratterebbe di un film che spinge oltreil concetto di interattività
con lo spettatore. Entertainment
Weekly riporta che il film si intitolerà
Mosaic e vede protagonista Sharon
Stone.
Sembra che, se il progetto dovesse
ricevere un definitivo via libera, lo spettatore potrà scegliere
che piega far prendere alla trama usando la tecnica dei finali
multipli. In pratica lo stesso principio dei videogiochi applicato
al cinema.
Soderbergh ha dichiarato: “Credo
che le brave persone alla HBO saranno genuinamente entusiastiche di
Mosaic per due ragioni. La prima è che rappresenta un modo nuovo di
esperienza di una storia e di condivisione di quella esperienza con
gli altri. Secondo ci vorrà una nuova categoria agli Emmy, e si
tratterebbe dell’unico progetto candidabile e eleggibile”.
Che ve ne pare? L’esperienza di
Steven Soderberg è comprovata, sia al cinema che
in tv, e il suo approccio alla settima arte, sempre attivo su tutti
i livelli di produzione dei film ne farebbe il protagonista
adeguato per qualsiasi tipo di sperimentazione.
Dopo essere rimasto a bocca
asciutta agli Oscar 2018 con il suo The
Post, Steven Spielberg si prepara alla
promozione del sul prossimo attesissimo film, Ready Player
One, dal 29 Marzo nelle sale italiane.
Il regista e produttore però non ha
certo intenzione di riposarsi, e ha già annunciato i suoi prossimi due
film: il primo è West Side Story, remake del
celebre musical, per il quale sono già partiti i
casting; il secondo è, finalmente, Indiana Jones
5, che vedrà Harrison Ford tornare a indossare la
famosa fedora.
Ma come ben si sa, Spielberg non è
uno che resta con le mani in mani, così sta già guardando avanti
per il suo prossimo film. Apprendiamo da Variety che Spielberg sta
seguendo delle round table segretissime di lettura per una
sceneggiatura sulla vita di Leonard
Bernstein, compositore, pianista e direttore
d’orchestra statunitense.
A scrivere la sceneggiatura in
questione è stato Josh Singer per la Paramount, ma
un’altra fonte rivela che sebbene sia frequente per Steven
Spielberg interessarsi a moltissimi progetti, spesso cede
la regia e rimane solo nella produzione del film. Tuttavia la
scelta di dirigere un biopic su un compositore si allineerebbe con
la recente decisione di portare al cinema un famoso musical.
Inoltre la scelta confermerebbe l’alternanza, sistematica negli
ultimi anni, che Spielberg adotta nel realizzare un dramma storico
a un film a grande budget.
Seguiremo gli sviluppi del
progetto.
Ready Player
One: il trailer finale del film di Steven
Spielberg
Le riprese di
The Mercenary: Absolution, diretto da
Keoni Waxman interamente girato in Romania,
iniziano oggi, 17 marzo 2014, e continueranno fino al 7 aprile.
Il cast, guidato da Steven
Seagal, comprende Byron Mann e
Vinnie Jones. La Castel Film
Studios sta fornendo il supporto logistico. Questo film
d’azione prodotto dalla Steamroller Production e
dalla Voltage Pictures, sarà distribuito
direttamente in video come il precedente fil girato da
Keoni Waxman in Romania nel 2013, A
Good Man, dove Seagal interpreta lo
stesso personaggio, Alexander. E ‘ la quinta
volta che Seagal gira un film in Romania.
Qui si era già recato nel 2009 per
le riprese di Born to Raise
Hell di Lauro Chartrand,
Against the Dark di Richard
Crudo nel 2008 e nel 2005 Attack
Force e Shadow Man, diretti
entrambi da Richard Keusch. Durante le sue
numerose visite in Romania Seagal è stato
inoltre coinvolto in eventi di beneficenza locali : ha fatto una
donazione alle vittima delle inondazioni di un villaggio
moldavo, ha sensibilizzato i bambini sul pericolo delle droghe, e
ha anche adottato un cane randagio.