Sappiamo ormai da tempo che
Roland Emmerich, insieme alla Metro
Goldwyn Mayer Pictures e Warner Bros. Pictures, e a Dean
Devlin, sta lavorando per lanciare una nuova trilogia
basata sul film del 1994 Stargate.
L’annuncio è stato dato diverso tempo fa da Gary
Barber, Presidente e CEO della MGM. Emmerich è stato
confermato alla regia anche della nuova trilogia.
Adesso, The Hollywood Reporter ci
informa che James A. Woods e Nicolas
Wright sono stati ingaggiati per occuparsi dello script
del film. I due hanno lavorato anche allo script di
Independence Day 2, sempre diretto da
Emmerich.
Stargate, uscito, nel 1994
vedeva come protagonisti gli attori Kurt Russell,
James Spader, Jaye Davidson e Alexis
Cruz e incasso quasi 200 milioni di dollari.
Barber ha detto
“Non potremmo essere più felici di collaborare nuovamente con
Roland e Dean i creatori dell’originale ‘ Stargate ‘, per
portare la loro visione rinvigorita alle nuove generazioni.
Stargate è uno dei più grandi titoli della vasta libreria di
MGM , e non vediamo l’ora di aggiungere nuovi titolo alla nostra
lista. “
Roland Emmerich ha
detto “Non vediamo l’ora di andare avanti immaginando
nuove avventure e situazioni per l’universo Stargete. Questa storia
è molto vicino ai nostri cuori , e avere la possibilità di
rivisitare questo mondo è per molti versi come un bambino a lungo
perduto e che ora ha trovato la sua strada di casa “
Roland Emmerich e Dean Delvin
produrranno, con Jonathan Glickman (MGM) supervisore del progetto
insieme a Greg Silverman produzione e sviluppo creativo di Warner
Bros Pictures. Emmerich al momento sta girando il dramma Stonewall,
mentre è in fase di pre-produzione con Indipendence Day 2.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
Roland Emmerich, insieme alla Metro
Goldwyn Mayer Pictures e alla Warner Bros. Pictures, e a
Dean Devlin, sta lavorando per lanciare una nuova
trilogia basata sul film del 1994
Stargate. L’annuncio è stato dato diverso
tempo fa da Gary Barber, Presidente e CEO
della MGM, con Emmerich confermato alla regia della trilogia.
Adesso, in una recente intervista
con Variety in occasione della promozione di
Independence Day Rigenerazione, lo stesso
Devlin ha aggiornato in merito al progetto, rivelando quanto
segue:
“Quando abbiamo scritto
Stargate, tutti gli studios di Hollywood continuanvano a dirmi che
la fantascienza era morta. Ma a me e a Roland piace troppo, quindi
penso sia per questo che ha funzionato così bene e ha avuto poi
grande successo. Non è stato un semplice e cinico tentativo di
produrre qualcosa che abbracciasse i gusti del pubblico“.
Già nel lontano 1994 c’era l’idea di
realizzare una trilogia, ma al suo posto venne sviluppata una serie
tv. Oggi, l’obiettivo di Emerich e Devlin è proprio quello di
portare a compimento i loro piani originari. A tal proposito, lo
sceneggiatore ha aggiunto:
“Quella di Stargate non è una
storia che può essere ambientata 20 anno dopo. Quindi l’unico modo
per poter effettivamente girare una trilogia è quello di tornare
alle origini e ricominciare tutto dall’inizio”.
Anche se il regista del film
originale, Roland Emmerich, è stato collegato a un
remake di Stargate fin dal 2013, secondo
il suo socio Dean Devlin, un nuovo
Stargate non sarebbe più nei suoi
piani.
Sembrava
buono per un paio di mesi, ma ora non lo sembra così tanto. Ci
sono troppe cose che andrebbero innescate allo stesso tempo,
sembrava che stesse per mettersi in moto ma poi tutto è
crollato.
Indubbiamente una delle ragioni
dell’accantonamento del progetto potrebbe essere il flop al
botteghino del reboot di Indipendence
Day.
Penso che se
avessimo fatto un reboot di Stargate gli appassionati lo avrebbero
apprezzato, vi assicuro che avremmo potuto fare qualcosa di
veramente buono. Ma se lo rovini i fan non apprezzano. Giustamente.
Io per primo non vorrei fare questo film se sapessi di poter
rovinare tutto e questa è una delle cose che ci
trattiene. Potrebbero esserci diversi studi coinvolti e
un sacco di voci e, si sa, se da una parte si può fare qualcosa di
grande, allo stesso tempo può anche scaturirne qualcosa che
non assomiglia a ciò che si voleva fare. Questo tipo di
‘collaborazione’ è un aspetto terrificante di tutta la
faccenda.
Già nel lontano 1994 c’era l’idea di
realizzare una trilogia, ma al suo posto venne sviluppata una serie
tv. Oggi, l’obiettivo di Emerich e Devlin di portare a compimento i
loro piani originari sembrano essere definitivamente
tramontati.
Prima che Gli Eterni venisse
girato, diversi rumor sostenenvano che il personaggio di
Starfox avrebbe avuto un ruolo nel nuovo
attesissimo film dei Marvel Studios. Non sappiamo se in queste voci
ci sia mai stato un fondo di verità, ma sappiamo per certo che il
personaggio – ad oggi – non apparirà nel film.
Ciononostante, sembra che la
Marvel abbia ancora dei piani per
far apparire Starfox all’interno
dell’Universo Cinematografico. Il nuovo rumor è
stato riportato da
MCU Cosmic, che non ha però specificato quando il debutto del
personaggio sul grande schermo potrebbe effettivamente
accadere.
Ma in quale progetto potrebbe
comparire il personaggio? Difficile dirlo! Tra le ipotesi più
accreditate figurano
Guardiani della Galassia Vol. 3 e anche la serie
dedicata a She-Hulk.
Nei fumetti Starfox, il cui vero nome è Eros, è il figlio più
giovane di Mentor, nonché fratello del temibile Thanos (sì, il
Titano Pazzo protagonista di Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame!). Eros è sia un Eterno che un membro degli
Avengers, quindi i progetti del MCU in cui potrebbe essere
coinvolto sono potenzialmente tantissimi.
Il cast de Gli Eterni, il nuovo
film Marvel in arrivo nel 2021
In attesa di sapere di più,
ricordiamo che Gli
Eterni, diretto da Chloe
Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Introdotta nei fumetti nel 1992 come
una speciale squadra di villain, la Starforce è un
gruppo di guerrieri Kree riuniti dalla Suprema Intelligenza,
composto tra gli altri da Ronan
l’Accusatore e Korath Il Persecutore.
La sua controparte dei Marvel Comics ha anche sfidato
gli Avengers quando gli eroi tentarono
di fermare l’avanzata dei Kree, ma cosa sappiamo davvero del team
che farà parte del film su Captain Marvel?
Di seguito 10 segreti (e una teoria
dei fan che potrebbe esser stata confermata dal trailer ufficiale rilasciato
pochi giorni fa):
Bron-Char ha distrutto lo scudo di Captain America
Bron-Char,
personaggio che sullo schermo sarà interpretato dall’attore
norvegese Rune Temte, è forse il più “strano” tra
quelli dell’ensemble di Captain Marvel. Membro della
Starforce nel film, nei fumetti però non ha nessun legame con
quell’organizzazione, perché parte di un altro esercito Kree: la
Legione Lunatica.
Di fatto Bron-Char è apparso solo in
tre numeri dei Marvel Comics, e la sua introduzione è avvenuta
in Captain America n. 8, dove distrusse la replica dello
scudo di Cap. È probabile che nel film la versione del
personaggio verrà cambiata o ampliata.
Il misterioso personaggio di Jude Law
Grazie alle prime informazioni
fornite, i fan hanno ipotizzato che il personaggio interpretato da
Jude Law nel film fosse Mar-Vell,
l’originale Captain Marvel e mentore di Carol.
Tuttavia le cose non sono state ancora chiarite del tutto, visto
che la sua identità resta ancora un mistero.
È evidente che questo personaggio
non è chi appare, anche se l’attore l’ha definito “un guerriero
devoto, incondizionato, conservatore, ma ispiratore“. Che sia
in realtà il villain Yon-Rogg? Staremo a
vedere.
Il ritorno di Ronan l’Accusatore
Come già annunciato, Ronan
l’Accusatore e Korath (apparsi in
Guardiani della Galassia
vol.1) torneranno nel Marvel Cinematic Universe come
membri originali della Starforce, dunque
scopriremo cosa è successo ai due personaggi prima del loro arrivo
nell’universo Marvel.
Dal momento che Captain Marvel è ambientato circa vent’anni
anni prima di Guardiani, la versione più giovane di Ronan sarà
molto diversa da ciò che abbiamo visto: è ancora un individuo
rispettato della società Kree e non ancora il radicale emarginato
che conosciamo. Korath invece è stato descritto dall’attore
Djimon Honsou come qualcosa di simile alla sua
caratterizzazione dei Guardiani, ma più vicino alla sua
infanzia.
Korath può tracciare modelli nel cervello
Uno dei poteri mostrati da
Korath nei fumetti è probabilmente sfuggito agli
spettatori di Guardiani della Galassia, perché non
soltanto il personaggio è in possesso di eccezionali capacità di
tracking, ma è anche in grado di monitorare psionicamente persone
basandosi esclusivamente sulle loro onde cerebrali.
Un potere abbastanza insolito,
considerato troppo strano, estraneo o semplicemente non
cinematografico, potrebbe giocare un ruolo chiave nel film di
Captain Marvel. Chissà se è sarà
proprio Korath a manipolare la memoria di Carol Danvers…
Minn-Erva era il nemico di Mar-Vell
Oltre ad essere dotata di
un’intelligenza suprema, Minn-Erva è il membro più
puramente malvagio della Starforce nei fumetti. Nemica storica di
Mar-Vell, aveva cercato di convincerlo ad
accoppiarsi con lei per generare figli “geneticamente
superiori”.
Tuttavia dalle prime descrizioni del
personaggio cinematografico, il personaggio interpretato
dall’attrice Gemma Chan sarà forse un po’ più
innocua della sua controparte dei fumetti. La Chan ha raccontato a
Entertainment Weekly che il suo personaggio è stato la “stella
della Starforce fino all’arrivo di Carol Danvers e il suo arrivo
rappresenta per lei una minaccia“.
Genetica avanzata
Sia Minn-Erva che
Korath sono esperti genetisti., e questo speciale
potere derivano da un potenziamento genetico: quello di Minn-Erva
fu mutato dalla Psiche-Magnetron, la stessa macchina che garantirà
poteri simili a Mar-Vell e Carol
Danvers, mentre quello di Korath è il risultato di
auto-sperimentazioni usando un modello di mutazione originariamente
testato su uno scarafaggio.
Due membri non erano apparsi nei fumetti di Captain Marvel
Oltre a Supremor,
due membri della formazione originale della Starforce sono stati
apparentemente esclusi dal cast di Captain Marvel: i membri mancanti sono
infatti Shatterax e Ultimus.
Il primo è un cyborg della specie aliena Kree che ha combattuto
contro Iron Man nella guerra Kree-Shi’ar, arrivando quasi a
vincere.
Il secondo è sia un Kree che un
Eterno, ma considerando i piani dei Marvel Studios per la Fase 4,
è probabile che possa tornare protagonista in futuro. D’altronde si
tratta dell’ultimo della sua specie a rimanere sulla Terra…
È stata introdotta durante uno scontro con gli Avengers
La squadra dello
Starforce è stata introdotta in Avengers n.
346, fumetto scritto da Bob Harras e disegnato da Steve Epting
come parte della trama di Operation: Galactic Storm del
1992 in cui vediamo i Vendicatori tentare di mediare la guerra tra
Kree e Shi’ar. La Starforce è
stata infatti concepita come la risposta dei Kree agli
Avengers, ovvero una super squadra composta dai
loro migliori guerrieri.
Nei fumetti i Vendicatori arrivano
sul pianeta Kala in segno di pace mentre la Starforce crede
erroneamente che avessero intenzione di attaccare gli imperatori
Kree, così scoppia improvvisamente una guerra fra i due
schieramenti.
Suprema intelligenza
Una forza malvagia ha manipolato la
Starforce e l’intera Guerra Kree-Shi’ar:
l’Intelligenza Suprema, anche nota come Supremor,
un vero e proprio membro funzionante del team nascosto a tutti
tranne che a Minn-Erva. Con il suo piano malvagio intendeva
annientare la maggior parte dei Kree.
Att-Lass ha cercato di derubare Iron Man
Il personaggio di
Att-Lass è comparso per il suo grande ritorno
nell’evento crossover “Infinity” del 2014, presentandosi
come una nuova versione di Titanium Man e collaborando con alcuni
dei più grandi nemici di Iron Man per rapinare la Stark Tower.
La teoria dei fan sulla Starforce
Grazie al primo trailer ufficiale di
Captain Marvel siamo venuti a
conoscenza di un dettaglio fondamentale della trama del film:
Carol Danvers torna sulla Terra da disertore e non
ricorda nulla della sua vecchia vita se non qualche flash, il
che spiegherebbe come ha fatto a lavorare con la squadra
malvagia della Starforce.
Secondo alcune teorie, il film
potrebbe aver adattato parzialmente un arco dei fumetti in cui
l’uso dei suoi poteri scatena in Carol Danvers una fortissima
emorragia cerebrale che provoca massiccia perdita di memoria; e se
il personaggio di Jude Law si rivelasse
effettivamente l’alieno Kree Yon-Rogg, allora si
confermerebbe l’ipotesi che questi ha usato la perdita di memoria
di Captain Marvel per reclutarla nella guerra
Kree-Skrull.
Sedici anni dopo l’uscita
di Stardust, Matthew
Vaughnsta ancora riflettendo sull’idea
che aveva ideato per lo sviluppo di un potenziale sequel del film.
Sebbene i risultati al botteghino dell’adattamento originale
abbiano convinto lo studio che lavorare su un secondo film sarebbe
stata una cattiva idea, il regista era entusiasta di esplorare
altre avventure ambientate in un’epoca diversa da quella vista sul
grande schermo. Durante un’intervista
con Maggie Lovitt di Collider
all’edizione del New York
Comic-Condi quest’anno, il regista ha
parlato delle idee che aveva già messo in atto per la creazione di
un sequel di Stardust.
Era un tale concetto
che avevo realizzato. In conclusione, hai detto che sei un
grande fan, è la morte di Tristan e Yvaine, e lui butta via la
collana, la collana arriva nella Londra degli anni ’60. Quindi
ci sono questi personaggi pazzi che corrono per la Londra degli
anni ’60 ma si adattano perché era un periodo
pazzesco.
Matthew
Vaughn ha anche rivelato che lui ela
Paramount Picturesavevano opinioni
opposte su come il film avrebbe dovuto essere venduto. Secondo
il regista, lo studio voleva qualcosa di simile al franchise
del Signore
degli Anelli:
“Ascolta, Stardust , ancora
una volta è stato un momento dolce-amaro per me, perché quando la
Paramount lo pubblicò continuarono a cercare di farlo sembrare come
Il Signore degli Anelli e Direi “questo non è il
Signore degli Anelli” e poi “che
cos’è?” e io ho detto di aver fato “La storia fantastica” e
loro dicevano “La
storia fantastica si è schiantata“. E io ho
pensato “sì, è fallito perché è stato commercializzato
male e poi è diventato uno dei DVD più grandi di tutti i tempi,
quindi facciamolo e abbracciamolo“.
Fortunatamente per
Vaughn, Stardustincassò 137 milioni di dollari al botteghino mondiale e,
anche se non fu un successo finanziario per lo studio, il progetto
divenne il film con il maggior incasso della carriera del regista
fino a quel momento: “Non mi hanno ascoltati. Quindi poi in
Inghilterra, sono andati a fare quello che vuoi, e l’abbiamo
chiamata la favola che non si comporta bene. Ed è stato il mio film
di maggior incasso in quel momento. Quindi l’economia che devo
capire, ci sono ora nuove persone alla Paramount, ma la storia era
divertente.”
Perché non è stato realizzato un
sequel di Stardust
L’adattamento
cinematograficodi
Stardust è stato rilasciato
in un periodo in cui i blockbuster fantasy non avevano abbastanza
successo da garantire la produzione di un sequel. Titoli
come Eragonpresentavano
effetti visivi elaborati e budget elevati, solo per ricevere
un’accoglienza deludente al botteghino al momento della
presentazione. E mentre precedenti
rapporti avevano già affermato che Vaughn aveva
pensato a modi per espandere la mitologia
di Stardust, aveva
anche detto che non voleva trasformare il film in un franchise solo
per il gusto di farlo. Anche se Neil
Gaimanè un nome familiare nel presente,
un nuovo progetto basato
su Stardust non è
attualmente in lavorazione.
Trovato finalmente l’attore che
interpreterà un giovane David Bowie in
Stardust, biopic che racconterà il suo primo tour
negli Stati Uniti nel 1971: sarà infatti Johnny
Flynn (Song One, Sils Maria,
Lovesick) il volto del Duca Bianco nel film affidato alla
regia di Gabriel Range e sceneggiato da Christopher
Bell.
Vi ricordiamo che questo è il
secondo progetto in programma sull’artista scomparso nel 2016, dopo
il lungometraggio di Francis Whatley che andrà in onda su BBC
quest’anno. Nel frattempo i produttori di Stardust
fanno sapere che il biopic seguirà gli eventi del tour oltreoceano
di Bowie, gli stessi che ispirarono l’invenzione del suo iconico
alter ego iconico Ziggy Stardust.
Rivedremo presto Flynn nel nuovo
adattamento di Emma di Jane Austen della Working
Title con Anya Taylor-Joy, mentre di recente ha
recitato al fianco di Kit Harington
in True West di Sam Shepherd sul palco del
London West End.
È stata diffusa in rete la prima
immagine ufficiale di Johnny Flynn (Song
One, Sils Maria, Lovesick) nei panni di
David Bowie in Stardust, il
biopic musicale che racconterà il primo tour del Duca Bianco negli
Stati Uniti nel 1971 diretto da Gabriel Range e sceneggiato da
Christopher Bell.
Vi ricordiamo che questo è il
secondo progetto in programma sull’artista scomparso nel 2016, dopo
il lungometraggio di Francis Whatley che andrà in onda su BBC
quest’anno. Nel frattempo i produttori di Stardust
fanno sapere che il film seguirà gli eventi del tour oltreoceano di
Bowie, gli stessi che ispirarono l’invenzione del suo iconico alter
ego iconico Ziggy Stardust.
Rivedremo presto Flynn nel nuovo
adattamento di Emma di Jane Austen della Working
Title con Anya Taylor-Joy, mentre di recente ha
recitato al fianco di Kit Harington
in True West di Sam Shepherd sul palco del
London West End.
Stardust è il
film fantasy del 2007 diretto da Matthew Vaughn e con protagonisti nel
cast Charlie Cox, Ben Barnes, Claire Danes, Michelle
Pfeiffer, Robert de Niro, Rupert Everett, Mark Strong, Sienna
Miller e Peter O’Toole.
La trama di Stardust
In Stardust poco
lontano da un villaggio agreste dell’Inghilterra vittoriana c’è un
muro che separa il mondo reale da Stormhold, città fantastica.
Tristan vive nel villaggio, ma è figlio di una fanciulla di
Stormhold e di un uomo mortale: un giorno decide di attraversare il
muro per donare alla volubile Victoria, la ragazza di cui è
innamorato, una stella caduta. Non immagina che si troverà di
fronte Yvaine, la stella diventata nel mondo incantato una donna, e
che con lei precipiterà in mezzo ad incredibili avventure, tra
streghe in cerca dell’eterna giovinezza, pirati dell’aria con il
vizio del travestimento, eredi al trono in lotta tra di loro,
metamorfosi, che lo cambieranno e non poco.
Stardust Analisi
Stardust, tratto
dall’omonimo romanzo illustrato di Neil Gaiman e
Charles Vess, uscito non in sordina ma in tono
minore rispetto ai blockbuster Il signore degli anelli e la saga di Harry
Potter, Stardust rappresenta un ottimo esempio di
fantasy che coniuga fiaba, ironia, effetti speciali, emozione,
senza che nessun elemento prevalga, ma con un perfetto amalgamarsi
di tutto per un risultato finale notevole.
Partendo dal topos del viaggio
iniziatico per la conquista della donna amata, come facevano gli
antichi cavalieri (ma Tristan all’inizio è un ragazzo modesto,
anche se non mancheranno i colpi di scena), e mescolandolo con
intrighi shakespeariani per la successione al trono, con streghe
perfide da fiaba classica, con suggestioni steam punk e dialoghi da
commedia brillante, Stardust è un film raffinato e
non solo commerciale, che piace ai ragazzi (affrontando anche temi
coraggiosi ed insoliti per il genere, quali il travestitismo,
l’omosessualità e la vivisezione sugli animali) ma che ha le carte
in regola per essere amato anche da un pubblico più grande, non
perdendosi dietro ai troppi effetti speciali, impeccabili comunque
a valorizzare un’ambientazione tra i panorami mozzafiato di Islanda
e Scozia e interni in stile fiaba vittoriana.
Charlie Cox,
figlio nella finzione di Ben Barnes di nuovo eroe
fantasy come Caspian nella saga di Narnia, è un buon eroe in cerca
di se stesso, deliziosa la Yvaine pimpante e anticonformista di
Claire Danes, ma i mattatori della storia sono
Michelle Pfeiffer, splendida e perfida nel ruolo di strega in cerca
dell’eterna giovinezza, sulla falsariga delle varie Crimilde e
Malefica, e Robert De Niro, pirata con la passione
per i travestimenti e la cultura inglese che non a caso si chiama
Capitan Shakespeare, e che solca i cieli su una nave che sembra
uscita dai film di Miyazaki. Da segnalare anche i
camei di Peter O’Toole, re in punto di morte con
problemi di successione, e di Rupert Everett,
erede al trono afflitto da una prematura dipartita, senza
dimenticare il villain dell’ottimo caratteristica Mark
Strong.
La rilettura di
Neil Gaiman delle fiabe classiche, più ancora che
del fantasy, ricordando che facevano paura ed erano rivolte agli
adulti, rivive ottimamente in un film, che racconta una fiaba
eterna, che trascina in un’avventura, che parla di Bene e di Male,
di amore e di ricerca di sé. Una storia eterna e moderna, capace di
essere valida trasposta anche in altri mezzi rispetto a come era
nata, e questo è di per sé già molto interessante, oltre che non
sempre scontato. In attesa di possibili adattamenti, si spera di
questo livello, delle altre opere di Neil Gaiman,
come le saghe fumettistiche The Book of Magic e
Sandman.
In un biopic si può puntare sul
mainstream, raccontare un artista attraverso i suoi grandi
successi, dare al pubblico ciò che si aspetta di vedere,
restituendo l’immagine iconica della figura in questione, oppure
cercare di esplorarne i lati meno noti e, come ormai spesso si fa,
puntare su episodi o aspetti per lo più sconosciuti della vita e
della carriera di un personaggio divenuto famoso. In tutti e due i
casi, la strada è scivolosa, perché si ha a che fare appunto con
delle icone. Il pubblico le ama e non vuole vedere rovinata
l’immagine che ha di loro. David Bowie è
senza dubbio una di queste figure. Simbolo del glam rock e tra i
capisaldi del rock tout court, amato da più generazioni e
spesso da persone dai gusti musicali i più disparati. Un artista
trasversale, la cui musica è entrata a far parte della memoria
collettiva.
Il regista britannico
Gabriel Range gli dedica il suo Stardust, che partecipa nella
Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema
di Roma. E sceglie proprio di parlare del Bowie
prima del successo, quello che i più non conoscono.
Il film non può purtroppo contare sulla musica di Bowie,
poiché, come ha dichiarato lo stesso regista, la famiglia non gli
ha permesso di utilizzarla, ma a sua detta, l’estraneità
dei familiari al progetto gli ha dato maggiore libertà di
esprimersi.
Stardust, la trama
1971, Washington. David Bowie
(Johnny Flynn) è agli inizi. Di lui si conoscono
solo un paio di brani dall’album Space Oddity, tra cui la
title track. Mentre The manwho sold the
world, appena uscito, è giudicato troppo triste e oscuro e non
sta andando affatto bene. La sua etichetta, la Mercury, lo vuole
scaricare, ma lui è ambizioso e vuole il successo. Quello che
manca, dice il suo agente, “è un personaggio da vendere”.
Chi è David come artista? Mentre cerca di rispondere a questa
domanda, Bowie si imbarca per un tour negli Usa che si rivela un
fallimento. Non ci sono soldi e i documenti di David non sono in
regola, così non può suonare, ma solo parlare, ovvero rilasciare
interviste. Nonostante Ron Oberman (Marc Maron),
l’unico in America che crede in lui, si faccia in quattro per
procurargli incontri con giornalisti e serate clandestine in cui
esibirsi, Bowie colleziona un fiasco dopo l’altro. Scostante e
provocatore con i giornalisti, confuso su sé stesso, è preda dei
fantasmi del passato e della paura di impazzire, finché non
realizza che la chiave del successo è diventare qualcun altro:
Ziggy Stardust.
Un Bowie intimo ma nebuloso
e poco coinvolgente
In questo lavoro scritto a
quattro mani con Christopher Bell, Range
punta i riflettori sul viaggio interiore che ha portato Bowie ad
essere quello che conosciamo e svelare aspetti pressoché ignoti
della sua vita. Si parla di disturbi mentali in famiglia: la
schizofrenia di cui soffriva il fratello maggiore Terry e la
malattia mentale che aveva colpito tre sue zie e la madre. Si
evidenzia la paura di Bowie di ammalarsi anch’egli. Emerge anche
una figura di artista ancora immaturo e incerto, che non sa bene
cosa vuole fare della propria arte, cosa vuole essere nel panorama
musicale. L’unica cosa chiara è che vuole avere successo.
Il problema di Stardust non è tanto, o non è solo che Flynn non canti
le canzoni di Bowie, ma che effettivamente si racconti poco e in
maniera confusa proprio ciò che dovrebbe essere il fulcro del
film. Non solo Flynn canta Jaques
Brel – Bowie ne fece alcune cover durante le sue
apparizioni live nei primi anni ’70, tra cui My Death e
Amsterdam qui presenti – e gli Yardbirds,
oltre a una canzone composta dallo stesso Flynn per il film. Ma
il lavoro non fa capire molto sul percorso interiore
dell’uomo Bowie. Egli ha creato il suo Ziggy Stardust
“per vivere la follia in modo sicuro”, come ha dichiarato
il regista? Oppure ha semplicemente esorcizzato in questo modo le
proprie paure, dando spazio all’immaginazione? Vista la sua lunga e
fulgida carriera, sembra difficile pensare ad un uomo con un
quoziente così elevato di instabilità, né il regista sembra
crederci fino in fondo, sebbene flirti a lungo con questa
possibilità. Il rapporto col fratello Terry, Derek
Moran, poi, non è approfondito, sebbene si intuisca fosse
stretto e sia presente in diversi momenti, sia della vita reale,
che nei flash visionari di David. Dal punto di vista stilistico, la
parte più surreale e visionaria del film non si integra in modo
ottimale col resto della narrazione, dai toni realistici.
Flynn (attore di
serie tv e di film come Sils Maria di
Olivier Assayas e Emma
di Autumn de Wilde) lavora molto bene su
pronuncia e timbro del parlato, che somigliano effettivamente a
quelli di Bowie. Nel cantato, la sfida più difficile, ciò
avviene meno e l’attore – che è anche musicista con la band
Johnny Flynn and the Sussex Wit – non sempre
sopperisce con l’intensità dell’interpretazione. La sua
performance attoriale è altalenante.
Monocorde risulta il personaggio di
Angie, moglie di Bowie, interpretata da Jena
Malone, che non fa che accusare il marito di essere
assente o non fare abbastanza. Manca un vero approfondimento sul
loro rapporto.
Bowie e la scena glam rock,
tutta “fuffa”?
Intervistato, Bowie non
appare particolarmente brillante, non particolarmente efficace come
provocatore, che pure vorrebbe essere. Sembra piuttosto atteggiarsi
da dandy e trasgressivo, non essendo ben consapevole di ciò che fa
e perché. La sua figura non ne esce benissimo, così come
altri protagonisti del rock di quegli anni. Mark
Bolan dei T-Rex, interpretato da James
Cade, ma anche personaggi della scena americana come
Lou Reed e Andy Warhol, che
sarebbero stati fondamentali per Bowie, e lui per loro. Ne
escono quasi come dei fantocci, dei personaggi costruiti ad arte
dietro i quali c’è molta “fuffa”. Questo sorprende da
parte di chi ammira Bowie e il rock di quegli anni. Sembra quasi
dar ragione a chi definisce rock, e glam in particolare, come
qualcosa di appariscente senza però grande sostanza.
La monotonia di
Stardust
Il lavoro diretto da
Range risulta quindi lento e noioso perché porta
lo spettatore in giro per questo tour americano fallimentare
dall’inizio, fino quasi alla fine del film. Una sequela di tappe
rovinose, una uguale all’altra, cui è dedicato davvero troppo
spazio. Stardustnon riesce mai a
coinvolgere con un momento davvero trascinante. Resta un
peregrinare monotono che sembra senza meta perché il protagonista
stesso non sa dove sta andando, nella vita e nella
professione.
All’età di 42 anni,
David conduce la vita di un adolescente irresponsabile e mantiene
una complicata relazione con Valèrie, una giovane poliziotta.
Quando Valèrie scopre di essere incinta, il passato di David
riaffiora. Vent’anni prima per sbarcare il lunario, David donava
sperma in una clinica, ora scopre di essere diventato padre di 533
ragazzi, di questi 142 hanno intrapreso una causa legale per
scoprire l’identità del loro padre biologico, conosciuto solo con
lo pseudonimo di Starbuck.
Ken Scott dirige e sceneggia
insieme a Martin Petit, un film tratto da una storia vera,
accaduta ad un uomo che inseguito alla donazione di sperma aveva
scoperto di essere padre di 500 bambini. Lo stile ha le sue radici
nella commedia, caratterizzata per lo più dalle situazioni
stravaganti che si vengono a creare inseguito ai fatti e dai
ragionamenti che i protagonisti fanno all’interno del film. Ma il punto centrale
della storia è raccontare la paternità prendendo in esame
situazioni estreme che possono toccare la vasta gamma delle
possibilità (da qui l’escamotage della genetica) e la crescita di
un uomo di fronte alle responsabilità di diventare padre e alle
emozioni che si provano quando ci si preoccupa per i propri
figli.
Il film riprende molte commedie
americane che affrontano in tono allegro e spensierato un
cambiamento così radicale nella vita delle persone; ma si distingue
per la bravura di Ken Scott che riesce a passare dal drammatico al
comico, evitando qualsiasi forma stucchevole o moralistica della
storia, tenendo il tutto con una buona dose di ironia semplice e
pulita. Gli stessi personaggi si conformano in questa filosofia; il
protagonista David (Patrick Huard) anche mimicamente riesce
a incarnare un personaggio un po’ fannullone, a tratti stravagante,
ma dal buon cuore a cui infondo gli si concede tutto. I componenti
della famiglia dai due fratelli (Dominic Philie e Marc
Bèlanger) al padre (Igor Ovaids) fino all’avvocato
(Antoine Bertrand) canzonano sempre in maniera paradossale
la vita di David e il mondo in cui vuole dare una svolta alla
propria vita. L’unico punto di vista femminile lo fornisce Valèrie,
(Julie le Breton), compagna di David, fortemente
tratteggiata da una componente razionale e logica che nelle scene
con David fa spiccare il contrasto e quindi l’emozione del pubblico
in sala. Ciò in cui pecca il film è la sua durata, (109 minuti) i
cui tempi dilatati, soprattutto nella terza parte della storia,
rallentano la parte comica, rimarcando meccanismi di sceneggiatura
che ormai si intuiscono e che frenano sul happy ending.
Starbuck 533 figli e
…non saperlo è una buona commedia di stampo
franco-canadese, che miscela i vari aspetti in maniera perfetta e
assicura la risata in sala senza finti moralismi e ponendo un
interessante punto di vista maschile sulla vita familiare, giocando
con gli stereotipi ma senza abusarne per ottenere furbamente la
risata. Il suo successo nei rispettivi paesi è stato così forte e
di richiamo che Steven Spielberg e la Dreamworks
ne hanno già ordinato un remake americano per il prossimo novembre,
dal titolo The Delivery Man con Vince
Vaugh.
Come precedentemente annunciato, il
23 febbraio Star diventerà il sesto brand a essere
incluso all’interno di Disney+,
andando ad aggiungersi ai già presenti Marvel, Pixar, Star
Wars, National Geographic e Disney. Star
promette ancora di +: + serie Tv, + film e + originals.
Star diventerà la
casa dell’intrattenimento generale, raddoppierà la quantità di
contenuti da guardare su Disney+
e offrirà migliaia di ore di contenuti televisivi e cinematografici
dagli studi creativi Disney, tra cui Disney Television Studios, FX,
20th Century Studios e 20th Television. Di seguito un primo
sguardo ad alcuni dei titoli Star, tra le
centinaia ancora da annunciare, che saranno disponibili dal 23
febbraio.
Big
Sky Dal visionario narratore David E.
Kelley (Big Little Lies – Piccole grandi
bugie) arriva Big
Sky, una serie thriller che segue i detective
privati Cassie Dewell e Cody Hoyt che uniscono le loro forze con
l’ex poliziotta, Jenny Hoyt, moglie di Cody da cui si è separato,
per cercare due sorelle rapite da un camionista su una remota
autostrada del Montana. Ma quando scoprono che non si tratta delle
uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo
per trovare queste donne prima che sia troppo tardi.
Big
Sky vede nel cast la presenza di
Katheryn Winnick (Jenny Hoyt); Kylie Bunbury (Cassie Dewell);
Brian Geraghty (Ronald Pergman); Dedee Pfeiffer (Denise Brisbane);
Natalie Alyn Lind (Danielle Sullivan); Jade Pettyjohn (Grace
Sullivan); Jesse James Keitel (Jerrie); con John Carroll Lynch nel
ruolo di Rick Legarski e Ryan Phillippe in quello di Cody
Hoyt.
Love,
Victor – Ambientata nel mondo del film rivoluzionario
del 2018 Tuo,
Simon, la serie segue
Victor, un nuovo studente della Creekwood High School, nel suo
viaggio alla scoperta di se stesso, mentre affronta delle
difficoltà in famiglia, si adatta a una nuova città ed esplora il
proprio orientamento sessuale. Quando tutto sembra troppo, si mette
in contatto con Simon perché lo aiuti ad affrontare gli alti e
bassi del liceo.
24 –
Kiefer Sutherland è il protagonista di questa innovativa serie Tv:
un’intera stagione si svolge in un giorno, con ognuno dei 24
episodi che ricoprono un’ora, raccontati in tempo reale.
Lost – I
misteri si infittiscono quando i 48 sopravvissuti del volo Oceanic
Air 815 si trovano bloccati su un’isola non identificata con poche
speranze di essere salvati.
Desperate Housewives –
I segreti di Wisteria Lane – Dopo essersi tolta la
vita nella sua casa perfetta, Mary Alice continua a guardare
dall’alto i suoi amici e la sua famiglia. Ora, dall’oltretomba, ci
porta nelle loro vite e in quelle dei suoi vicini: Susan è una
donna divorziata e una madre single che farebbe di tutto per amore;
Lynette è un’ex donna in carriera che è passata dalla sala riunioni
all’essere una madre annoiata e maniacale di quattro figli
ingestibili; Bree Van De Kamp è come Martha Stewart sotto steroidi,
con una famiglia sull’orlo dell’ammutinamento; Gabrielle Solis è
un’ex modella che ha un marito ricco e una grande casa, quindi che
cosa ci fa con il giardiniere diciassettenne? E le conquiste della
pluridivorziata Edie Britt hanno fatto spettegolare tutti. Mary
Alice vede più ora di quanto non abbia mai visto da viva e ha
intenzione di condividere i segreti che si nascondono dietro ogni
porta di questo sobborgo americano apparentemente perfetto.
I Griffin
– Appuntamento con I Griffin – Peter, il
padre sovrappeso e goffo che dice sempre quello che gli passa per
la testa. Lois, la madre amorevole che non riesce a capire perché
il figlio continui a cercare di ucciderla. La loro figlia Meg, la
regina dei drammi adolescenziali che è costantemente messa in
imbarazzo dalla sua famiglia. Chris, il tredicenne muscoloso che
non farebbe male a una mosca, a meno che non atterri sul suo hot
dog. Stewie, il bebè pericoloso incline al dominio del mondo. E
Brian, il cane sarcastico con un’arguzia secca come i martini che
beve. Le avventure animate di questa famiglia scandalosa vi faranno
ridere a crepapelle. – I Griffin continua a intrattenere
il suo pubblico di fan irriducibili con un umorismo pungente,
parodie di grande effetto, animazioni spettacolari, con musiche
originali eseguite da un’orchestra. Dal suo debutto nel 1999, la
serie ha raggiunto lo status di cult tra i fan, e la sua stella
emergente, un bambino parlante, è diventata uno dei più grandi
personaggi televisivi di tutti i tempi. I Griffin ha
ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui una nomination agli Emmy
Award come Miglior Serie Comedy, la seconda serie animata nella
storia della televisione ad aver ricevuto questo premio.
How I Met Your
Mother – How I Met Your Mother è una serie comedy che
racconta la storia di Ted (Josh Radnor) e di come si sia
innamorato. Tutto è iniziato quando il migliore amico di Ted,
Marshall (Jason Segel), ha sganciato la bomba che avrebbe fatto la
proposta di matrimonio alla sua storica fidanzata e ora moglie,
Lily (Alyson Hannigan), una maestra d’asilo. In quel momento, Ted
ha capito che avrebbe fatto meglio a darsi una mossa se anche lui
avesse voluto trovare il vero amore. Ad aiutarlo nella sua ricerca
c’è Barney (Neil Patrick Harris), un amico con infinite, a volte
scandalose opinioni, con un debole per i completi e un metodo
infallibile per conquistare le donne. Quando Ted ha incontrato
Robin (Cobie Smulders) è stato amore a prima vista, ma quando le
cose non hanno funzionato, Ted ha capito che il destino avrebbe
avuto qualcos’altro in serbo per lui. La serie è raccontata
attraverso flashback dal futuro.
Prison
Break – Michael Scofield (Wentworth
Miller) è un uomo disperato in una situazione disperata. Suo
fratello, Lincoln Burrows (Dominic
Purcell), è nel braccio della morte per un assassinio che
Michael è convinto che Lincoln non abbia commesso. Senza altre
opzioni e con il tempo che scorre, Michael rapina una banca per
farsi incarcerare insieme al fratello nel penitenziario di Stato di
Fox River. Prison Break unisce la speranza di Le Ali della Libertà, il cameratismo di L’altra
sporca ultima meta e la tensione e la messa in scena di La
Grande Fuga. Questa intrigante serie rivela nuovi pezzi del
puzzle ad ogni episodio, mentre Michael porta avanti il suo audace
piano per ideare la grande evasione e risolvere l’ampia
cospirazione su scala nazionale che ha portato lì suo
fratello.
X-Files
L’anticonformista agente dell’FBI, Fox
Mulder (David Duchovny), si assume la responsabilità di indagare su
un gruppo di casi irrisolti, noti come “X-Files”, che a suo avviso
riguardano fenomeni paranormali. Per tenere sotto controllo il suo
lavoro – e nella speranza di smentire le sue teorie – l’FBI decide
di affiancargli Dana Scully (Gillian Anderson), una giovane agente
scettica, laureata in medicina e con una forte propensione per la
scienza. Mentre la coppia lavora per risolvere questi casi
inspiegabili, la forte fede di Mulder nelle forze dell’ignoto
continua a sfidare la mente razionale di Scully. Caso dopo caso, il
loro rapporto si fa sempre più complesso, crescendo lentamente in
un inebriante mix tra competitività professionale, battute argute e
un’attrazione reciproca che viene alimentata dall’intensità delle
loro missioni e dalla vicinanza a cui il lavoro li costringe.
AtlantaAtlanta ruota intorno a Earnest “Earn” Marks (Donald
Glover), un giovane solitario che torna nella sua città natale di
Atlanta, in Georgia, dopo aver lasciato Princeton. Al suo arrivo,
scopre che suo cugino Alfred è diventato il nuovo rapper più sexy
di Atlanta. La serie segue i cugini nel loro percorso attraverso la
scena rap di Atlanta, dove i loro punti di vista opposti sull’arte,
gli affari, il successo e la razza renderanno la loro avventura
tutt’altro che facile. Seppur smarrito, Earn è estremamente
intelligente e attento. Proprio come un millennial disilluso, lotta
per trovare la sua vocazione e sente che il gioco della vita è
impostato in modo che non possa mai vincere. Earn si rende conto
che l’improvvisa popolarità di Alfred su YouTube ha il potenziale
per diventare un’opportunità che può cambiare la vita di entrambi –
se solo riuscisse ad avere la meglio sull’atteggiamento di suo
cugino, “prima agisci, poi pensa”, e ad abituarsi a Darius,
l’assistente probabilmente sensitivo (ma decisamente strano) e
dipendente dalle droghe. Come manager di Alfred, Earn potrebbe
finalmente trovare qualcosa per cui valga la pena impegnare le
proprie energie.
Black-ish
– Come tutti i genitori, Andre “Dre” (Anthony
Anderson) e Rainbow (Tracee Ellis Ross) Johnson vogliono dare il
meglio ai propri figli. Ma l’infanzia di questi bambini si sta
rivelando molto diversa dalla loro. E ora si rendono conto di
almeno due cose: c’è un prezzo da pagare per aver dato ai figli più
di quanto loro abbiano mai avuto e questi genitori amorevoli sono
totalmente impreparati alle conseguenze. “Pops” (Laurence
Fishburne), il padre di Dre, coglie ogni occasione per dare la sua
opinione vecchio stampo sulle questioni familiari.
Die Hard
(franchise cinematografico) Una selezione di titoli appartenenti al
franchise cinematografico Die Hard sarà disponibile dal
giorno del lancio.
Il 23 febbraio Star
diventerà il sesto brand a essere incluso all’interno di
Disney+, andando ad
aggiungersi ai già presenti Marvel, Pixar, Star
Wars, National Geographic e Disney.
Star promette ancora già serie tv, film e prodotto Plus
Originals.
Star diventerà la casa
dell’intrattenimento generale, raddoppierà la quantità di contenuti
da guardare su Disney+,
tra cui Disney Television Studios (20th Television e ABC SIgnatue),
FX Prudictions, e 20th Century Studios.
Tra le novità in arrivo
sul canale le serie Big Sky e Love, Victor entrare
Star Originals disponibili al lancio. Di seguito ecco un primo
sguardo al alcuni dei titolo Star, tra le centinaia ancora da
annunciate che saranno disponibili dal 23 febbraio.
Dal visionario narratore
David E: Kelley (Big Little Lies
– Piccole grandi bugie) arriva Big Sky, una serie
thriller che segue i detective privati Cassie Dewel e Cody Hooyt
che uniscono le loro forze con l’Ex Poliziotta, Jenny Hoyt, moglie
di Cody da cui si è separato, per cercare due sorelle rapite da un
camionista su una remota autostra del Montana. Ma quando scoprono
che non si tratta delle uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per trovare queste donne prima che sia
troppo tardi.
Ambientata nel mondo del
film rivoluzionario del 2018 Tuo, Simon, la serie seguo Victor, un
nuovo studente della Creekwood Hight school, nel suo viaggio alla
scoperta di se stesso, mentre affronta delle difficoltà in
famiglia, si adatta a una nuoova città ed esplora il proprio
orientamento sessuale. Quando tutto sembra troppo, si mette in
contatto con Simon perché lo aiuti ad affrontare gli alti e bassi
del Liceo.
24
– Kiefer
Sutherland è il protagonista di questa innovativa serie Tv:
un’intera stagione si svolge in un giorno, con ognuno dei 24
episodi che ricoprono un’ora, raccontati in tempo reale.
Lost
Lost – I misteri si infittiscono
quando i 48 sopravvissuti del volo Oceanic Air 815 si trovano
bloccati su un’isola non identificata con poche speranze di essere
salvati.
Desperate Housewives – I segreti
di Wisteria Lane
Desperate Housewives – I segreti di
Wisteria Lane – Dopo essersi tolta la vita nella sua casa perfetta,
Mary Alice continua a guardare dall’alto i suoi amici e la sua
famiglia. Ora, dall’oltretomba, ci porta nelle loro vite e in
quelle dei suoi vicini: Susan è una donna divorziata e una madre
single che farebbe di tutto per amore; Lynette è un’ex donna in
carriera che è passata dalla sala riunioni all’essere una madre
annoiata e maniacale di quattro figli ingestibili; Bree Van De Kamp
è come Martha Stewart sotto steroidi, con una famiglia sull’orlo
dell’ammutinamento; Gabrielle Solis è un’ex modella che ha un
marito ricco e una grande casa, quindi che cosa ci fa con il
giardiniere diciassettenne? E le conquiste della pluridivorziata
Edie Britt hanno fatto spettegolare tutti. Mary Alice vede più ora
di quanto non abbia mai visto da viva e ha intenzione di
condividere i segreti che si nascondono dietro ogni porta di questo
sobborgo americano apparentemente perfetto.
I griffin
Appuntamento con I
Griffin – Peter, il padre sovrappeso e goffo che dice
sempre quello che gli passa per la testa. Lois, la madre amorevole
che non riesce a capire perché il figlio continui a cercare di
ucciderla. La loro figlia Meg, la regina dei drammi adolescenziali
che è costantemente messa in imbarazzo dalla sua famiglia. Chris,
il tredicenne muscoloso che non farebbe male a una mosca, a meno
che non atterri sul suo hot dog. Stewie, il bebè pericoloso incline
al dominio del mondo. E Brian, il cane sarcastico con un’arguzia
secca come i martini che beve. Le avventure animate di questa
famiglia scandalosa vi faranno ridere a crepapelle. – I
Griffin continua a intrattenere il suo pubblico di fan
irriducibili con un umorismo pungente, parodie di grande effetto,
animazioni spettacolari, con musiche originali eseguite da
un’orchestra. Dal suo debutto nel 1999, la serie ha raggiunto lo
status di cult tra i fan, e la sua stella emergente, un bambino
parlante, è diventata uno dei più grandi personaggi televisivi di
tutti i tempi. I Griffin ha ottenuto numerosi
riconoscimenti, tra cui una nomination agli Emmy Award come Miglior
Serie Comedy, la seconda serie animata nella storia della
televisione ad aver ricevuto questo premio.
How i met your mother
How I Met Your Mother è una serie comedy
che racconta la storia di Ted (Josh Radnor) e di come si sia
innamorato. Tutto è iniziato quando il migliore amico di Ted,
Marshall (Jason Segel), ha sganciato la bomba che avrebbe fatto la
proposta di matrimonio alla sua storica fidanzata e ora moglie,
Lily (Alyson Hannigan), una maestra d’asilo. In quel momento, Ted
ha capito che avrebbe fatto meglio a darsi una mossa se anche lui
avesse voluto trovare il vero amore. Ad aiutarlo nella sua ricerca
c’è Barney (Neil Patrick Harris), un amico con infinite, a volte
scandalose opinioni, con un debole per i completi e un metodo
infallibile per conquistare le donne. Quando Ted ha incontrato
Robin (Cobie Smulders) è stato amore a prima vista, ma quando le
cose non hanno funzionato, Ted ha capito che il destino avrebbe
avuto qualcos’altro in serbo per lui. La serie è raccontata
attraverso flashback dal futuro.
Prison Break
Michael Scofield (Wentworth
Miller) è un uomo disperato in una situazione disperata. Suo
fratello, Lincoln Burrows (Dominic
Purcell), è nel braccio della morte per un assassinio che
Michael è convinto che Lincoln non abbia commesso. Senza altre
opzioni e con il tempo che scorre, Michael rapina una banca per
farsi incarcerare insieme al fratello nel penitenziario di Stato di
Fox River. Prison
Break unisce la speranza di Le
Ali della Libertà, il cameratismo di L’altra
sporca ultima meta e la tensione e la messa in scena
di La Grande Fuga. Questa intrigante serie rivela
nuovi pezzi del puzzle ad ogni episodio, mentre Michael porta
avanti il suo audace piano per ideare la grande evasione e
risolvere l’ampia cospirazione su scala nazionale che ha portato lì
suo fratello.
X-Files
L’anticonformista agente
dell’FBI, Fox
Mulder (David Duchovny), si assume la responsabilità di indagare su
un gruppo di casi irrisolti, noti come “X-Files”, che a suo avviso
riguardano fenomeni paranormali. Per tenere sotto controllo il suo
lavoro – e nella speranza di smentire le sue teorie – l’FBI decide
di affiancargli Dana Scully (Gillian
Anderson), una giovane agente scettica, laureata in medicina e
con una forte propensione per la scienza. Mentre la coppia lavora
per risolvere questi casi inspiegabili, la forte fede di Mulder
nelle forze dell’ignoto continua a sfidare la mente razionale di
Scully. Caso dopo caso, il loro rapporto si fa sempre più
complesso, crescendo lentamente in un inebriante mix tra
competitività professionale, battute argute e un’attrazione
reciproca che viene alimentata dall’intensità delle loro missioni e
dalla vicinanza a cui il lavoro li costringe.
Atlanta
Atlanta ruota intorno a Earnest
“Earn” Marks (Donald Glover), un giovane solitario che torna nella
sua città natale di Atlanta, in Georgia, dopo aver lasciato
Princeton. Al suo arrivo, scopre che suo cugino Alfred è diventato
il nuovo rapper più sexy di Atlanta. La serie segue i cugini nel
loro percorso attraverso la scena rap di Atlanta, dove i loro punti
di vista opposti sull’arte, gli affari, il successo e la razza
renderanno la loro avventura tutt’altro che facile. Seppur
smarrito, Earn è estremamente intelligente e attento. Proprio come
un millennial disilluso, lotta per trovare la sua vocazione e sente
che il gioco della vita è impostato in modo che non possa mai
vincere. Earn si rende conto che l’improvvisa popolarità di Alfred
su YouTube ha il potenziale per diventare un’opportunità che può
cambiare la vita di entrambi – se solo riuscisse ad avere la meglio
sull’atteggiamento di suo cugino, “prima agisci, poi pensa”, e ad
abituarsi a Darius, l’assistente probabilmente sensitivo (ma
decisamente strano) e dipendente dalle droghe. Come manager di
Alfred, Earn potrebbe finalmente trovare qualcosa per cui valga la
pena impegnare le proprie energie.
Come tutti i genitori, Andre “Dre”
(Anthony Anderson) e Rainbow (Tracee Ellis Ross) Johnson vogliono
dare il meglio ai propri figli. Ma l’infanzia di questi bambini si
sta rivelando molto diversa dalla loro. E ora si rendono conto di
almeno due cose: c’è un prezzo da pagare per aver dato ai figli più
di quanto loro abbiano mai avuto e questi genitori amorevoli sono
totalmente impreparati alle conseguenze. “Pops” (Laurence
Fishburne), il padre di Dre, coglie ogni oc
Guardiani della Galassia Vol.3 ha segnato la fine
della formazione originaria dei Guardiani a cui eravamo
affezionati, per creare un’altra squadra in cui
Rocket è leader. Nel finale del terzo capitolo, infatti, molti
di loro decidono di abbandonare: Gamora si ricongiunge con i
Ravagers, Mantis decide di iniziare un nuovo percorso e Star-Lord fa ritorno dal nonno sulla Terra,
dopo decenni di lontananza e risentimento. La scena post-credits
fornisce un dettaglio interessante sulla vita che sceglie di
condurre Peter Quill: si vede infatti l’ex Guardiano fare colazione
con il nonno, in tranquillità, prima che compaia una tagline volta
a confermare il ritorno di Star-Lord nel
futuro.
Questo ha fatto sì che si
iniziassero a formulare ipotesi e speculazioni su quale potrebbe
essere la prossima apparizione di Chris Pratt nelle vesti del suo
Star-Lord. E magari non al fianco della sua
vecchia squadra come molti sperano. Di seguito, tutti i film in cui
Peter Quill potrebbe tornare, che sia un cameo oppure no.
Guardiani della Galassia 4
Dopo l’happy ending di
Guardiani della Galassia Vol. 3, è lecito chiedersi se
i
Marvel Studios prenderanno in considerazione, in futuro, di
mettere in cantiere un quarto capitolo con al centro la nuova
squadra dei Guardiani con a capo
Rocket. Se dovesse accadere, il film non sarebbe più guidato da
James
Gunn, essendo oramai a capo dei DC Studios, e sarebbe
interessante capire come qualcun altro manderebbe avanti la
storia.
In tal caso, un apparizione di
Star-Lord avrebbe assolutamente senso,
soprattutto se viene introdotta una minaccia molto grande da
richiedere il suo intervento. È vero, Star-Lord ha
abbandonato il team per tornare sulla Terra, ma è ancora un
Guardiano, quindi sarebbe accolto più che bene.
Nova
I Nova Corps sono stati
introdotti per la prima volta in Guardiani della Galassia, ma nessuna delle reclute
terrestri è stata mai presentata. Sarebbe perciò interessante avere
un film su Nova, con un cameo di Star-Lord. Se pensiamo ai fumetti della
Marvel, Richard Rider è diventato
un importante leader dei Nova Corps come uno dei loro Centurioni,
ed è anche uno dei migliori amici di
Star-Lord.
L’eventuale film potrebbe esplorare
la loro amicizia nel MCU.
Oppure, il Nova più giovane, Sam Alexander, sarebbe un grande eroe
cosmico a cui Star-Lord potrebbe fare da mentore.
Sarebbero, in ogni caso, un duo accattivante.
Il film stand-alone di
Star-Lord
Guardiani
della Galassia Vol.3
ha dichiarato, nel finale, un ritorno diStar-Lord,
suggerendo che il personaggio avrà un film stand-alone. Sarebbe
interessante vedere come Peter Quill riprende in mano la sua vita
dopo aver salutato i Guardiani, detto addio a Gamora e fatto
ritorno dal nonno sulla Terra.
Magari potrebbe decidere di tornare
nella galassia, oppure diventare un supereroe terrestre. Qualsiasi
curvatura prenderebbe la sua storia, attirerebbe la curiosità di
tutti. In fondo, Peter Quill è un Guardiano stravagante, ironico e
affascinante, molto amato e apprezzato dai fan, e porterebbe una
bella ventata di divertimento.
The Marvels
Attorno
aThe
Marvels,
film che debutterà in autunno, c’è molta attesa e curiosità. Avere
un cameo di
Star-Lord
all’interno della storia sarebbe quasi perfetto, perché farebbe
subito dare al pubblico una sbirciatina nella sua nuova vita, dopo
i recenti accadimenti diGuardiani della Galassia Vol.3.
In fondo The
Marvels, per la trama stravagante ed energica, si presta
bene ad un ritorno di Quill, considerato che i supereroi della
storia si scambieranno continuamente di posto ogni volta che uno di
loro usa i propri poteri. Perciò un’incuriosione di Star-Lord, con questi presupposti,
risulterebbe davvero comica e darebbe alla storia un tocco ancor
più divertente.
Deadpool 3
Fra i film più attesi
spicca nella lista Deadpool 3. Sicuramente è uno dei film meno probabili
in cui possa apparire Star-Lord, ma in ogni casso
esso avrà un grande impatto nell’universo della
Marvel, considerato che è il primo grande film del MCU con protagonisti
i mutanti. Il progetto potrebbe avere ramificazioni multiversali, e
perciò portare in ballo tante cose, ivi compreso un cameo del Peter
Quill di Chris Pratt.
I Fantastici Quattro
Nell’ultimo periodo
attorno al nuovo film dei Fantastici Quattro
– che ricordiamo essere un debutto nel
MCU – sono corse tante voci, in special modo sull’arruolamento
di attori nel cast. Ad ogni modo, questo ha alzato l’hype attorno
al film, e fatto porre molte domande su come sarà la storia di
questa famiglia sui generis.
Fantastici Quattro è attualmente
nella sua fase di sviluppo, e, essendo loro oltre che supereoi
degli scienziati (come vediamo nei film di Tim Story), l’idea che
potrebbero introdursi nel cosmo e incontrare Star-Lord sulla Terra oppure nella galassia,
qualora lui ne facesse ritorno, è molto affascinante.
Spider-Man 4
In Avengers: Infinity War, Star-Lord e Spider-Man hanno combattuto fianco
a fianco per sconfiggere
Thanos, seppur non ci siano riusciti a causa proprio del primo.
Una riunione fra i due Peter, dopo quell’evento importante che ha
segnato tutti gli Avengers, potrebbe risultare molto interessante,
e sarebbe entusiasmante vederla concretizzarsi proprio in
Spider-Man 4.
In fondo, a ben pensarci, sia l’uno
che l’altro vivono situazioni simili nel
MCU: entrambi stanno affrontando un percorso che li vede
prevalentemente soli e vivono un cambiamento importante. C’è però
da dire che se Peter Quill volesse realmente andare a trovare il
compagno di battaglia, cercherebbe solo Spider-Man, non Peter
Parker, a causa dell’incantesimo di Doctor Strange su quest’ultimo in Spider-Man: No Way Home.
Avengers: Kang Dynasty
Avengers:
Kang Dynasty è fra i prossimi crossover del
MCU, in cui si avrà come villain principale, ai livelli di
Thanos,
Kang il Conquistatore. Nel film, in uscita nel 2026, saranno
molto probabilmente tanti i supereroi che si coalizzeranno per
sconfiggerlo, proprio come è accaduto in passato con gli altri
capitoli degli Avengers.
Ciò vuol dire che, essendo Star-Lord già sulla Terra, potrebbe
partecipare alla battaglia, aiutando i nuovi eroi a sconfiggere il
cattivo. Chissà se poi non entrerebbe a far parte della nuova
squadra degli Avengers.
Avengers: Secret Wars
Star-Lord potrebbe apparire anche in Avengers:
Secret Wars del 2027, il successivo capitolo sugli
Avengers dopo quello con Kang il Conquistatore. Nei fumetti
Marvel, Secret Wars del 2015 ha
visto nascere un regno patchwork di realtà dalle ceneri di un
multiverso distrutto.
In questo modo, la minaccia
multiversale di
Avengers: Secret Wars potrebbe essere molto più grande
e impattante di quella inserita in Avengers: The Kang Dynasty. Si avrebbe così bisogno di
un numero ancor più elevato di supereroi, come per l’appunto Peter
Quill e le sue varianti provenienti da altre dimensioni e linee
temporali.
World War Hulk
Da quanto si apprende,
seppur il progetto nonsia stato confermato ufficialmente, il
MCU dovrebbe arricchirsi con un film su Hulk intitolato
World War Hulk. La sua produzione sarebbe stata pensata in
seguito al ri-ottenimento da parte dei
Marvel Studios dei diritti di distribuzione di Hulk dalla
Universal Pictures.
In questo modo Bruce Banner
otterrebbe un film stand-alone, completamente incentrato su di lui.
Se ci dovesse essere un adattamento di World War Hulk, Star-Lord potrebbe essere inserito per
ricoprire un ruolo da co-protagonista, come era accaduto ad Hulk
stesso con Thor in Thor: Ragnarok.
Il Marvel Cinematic
Universe ha sempre avuto un dono in quanto a casting e
trovare il personaggio perfetto per ogni ruolo del suo universo
cinematografico. La scelta di Chris Pratt come Star-Lord non fa assolutamente eccezione!
Tuttavia, l’attore ha dovuto affrontare un’agguerrita concorrenza
da parte di un gruppo di attori di talento per guadagnarsi la
possibilità di unirsi agli Avengers. In un
franchise che contava già diversi attori di nome Chris,
Pratt è stato introdotto come Star-Lord (alias Peter Quill)
in Guardiani della Galassia (2014). Da allora, ha
preso parte a due sequel e due cross-over con gli
Avengers. In questo articolo, abbiamo riunito per
voi 15 altri attori che hanno svolto il provino per questo ruolo,
alcuni dei quali sono comunque finite a recitare al fianco di
Chris nel MCU,
mentre altri hanno preso parte a franchise di successo.
Zachary Levi
Anni dopo che
Chris è stato ufficialmente scritturato per il
ruolo di Star-Lord, Zachary Levi ha
ripensato alla sua audizione e ha spiegato come questa lo abbia
aiutato a ottenere un ruolo sovrumano nel franchise
Shazam! della DC. Si ritiene che fosse la
terza scelta per la parte. “James [Gunn] e io ci conoscevamo,
eravamo amici, facevamo serate di gioco a casa dell’altro, avevamo
molti amici in comune. Mi aveva chiesto di venire a leggere per
Star-Lord, e l’ho fatto, e questo mi ha portato al passo
successivo, e poi all’improvviso mi sono trovato a fare il camera
test“, ha ricordato nel podcast The Fourth Wall, come ricorda
The Playlist. “Oh, cavolo, volevo quel ruolo così tanto,
così tanto, così tanto, così tanto. La scelta era tra me, un altro
ragazzo e Chris Pratt, ma Chris è sempre stato il loro favorito e
ha esitato ad accettare, il che è comprensibile, voglio dire, è un
grande franchise, è la Marvel, funziona o non
funziona?“.
Ha aggiunto che il fatto di essere
in corsa per Star-Lord probabilmente lo ha aiutato con Shazam!
“Speravo di aver lasciato una buona impressione a James, tanto
che quando ho fatto l’audizione per Shazam, il suo carissimo amico,
manager e a volte socio produttore, Peter Safran, ha chiamato
James, perché è così che funziona la nostra industria…
Fortunatamente ero in buoni rapporti con James, cerco di essere in
buoni rapporti con il maggior numero di persone possibile e di
essere una persona rispettabile, e credo che tra questo e quanto
James pensava che fossi andato bene nel test di Star-Lord, abbia
detto: ‘Sì, amico, dovresti davvero dare a Zach un’opportunità.
Penso davvero che potrebbe essere un grande”. È stata questa la
cosa che mi ha fatto cambiare idea? Non lo so, ma sono sicuro che
ha fatto parte di quella conversazione, assolutamente. Devo a James
il fatto che abbia creduto in me al punto di ricordarsene e di
trasmettermi queste informazioni“.
Lee Pace
Nel 2012, Lee Pace aveva dichiarato a
MTV di essere in corsa per il ruolo e di avere un’audizione
imminente davanti al team di casting. “Mi sono [documentato su
Star-Lord]. Vuoi sapere cosa stai facendo. Il personaggio è molto
divertente. Spero che funzioni“, ha dichiarato all’outlet,
aggiungendo di non essere sicuro delle sue possibilità di ottenere
la parte. “Devo fare il provino. Devo andare a prenderlo. In
realtà amo fare i provini, quindi sono felice di incontrarli tutti
e di farlo“.
Anche se non aveva ancora fatto il
provino, sembrava sapere che il film sarebbe stato un successo.
“Sono molto eccitato. La sceneggiatura è fantastica. Il
personaggio è molto divertente“, ha dichiarato. Naturalmente,
Lee non è stato scelto per interpretare
Star-Lord, ma ha ottenuto un ruolo tutto suo
nel film. Ha dato vita a Ronan l’Accusatore nel
primo film dei Guardiani e ha ripreso il ruolo in
Captain Marvel.
Jim Sturgess
Dopo essere stato indicato
come candidato da più fonti alla fine del 2012, Jim Sturgess ha confermato a
MTV di aver fatto il provino l’anno successivo. “Sono
arrivato molto più avanti di quanto avessi mai immaginato di poter
fare. Man mano che si va avanti, si inizia a tenerci sempre di più.
La competitività che c’è in te inizia a farsi sentire. Ma ero
stupito di essere arrivato così in fondo“, ha ammesso
all’epoca. “Quando si scopre di più su cosa tratta il film, è
ambientato in un paesaggio completamente fantastico, il che mi ha
incuriosito“, ha detto a proposito della sceneggiatura.
“Questo tizio ha un procione parlante e un albero umano gigante
o qualcosa del genere. È più simile al mondo di Guerre Stellari,
credo“.
Eddie Redmayne
Eddie
Redmayne è stato inserito nella rosa dei candidati da
IndieWire già nel 2012. Non si è espresso per confermare o
smentire la sua partecipazione, ma è facile immaginare Eddie nel
ruolo. Dopotutto, ha dimostrato di essere più che in grado di stare
al comando di un franchise di successo nel ruolo di Newt
Scamander nella serie prequel di Harry
Potter,
Animali Fantastici. C’è sempre la possibilità che Eddie approdi nel MCU o in qualche
altro progetto di supereroi. Ad esempio, nel 2019 ha dichiarato a
IMDb di
essere interessato a interpretare il cattivo della DC,
l’Enigmista, che è stato interpretato da
Jim Carrey e, più recentemente, da
Paul Dano.
Jack Huston
IndieWire ha indicato
Jack Huston come parte della rosa dei candidati
per Star-Lord e lui stesso lo ha confermato in
un’intervista a
MTV. “C’è stato un provino“, ha detto all’agenzia.
“Mi piacerebbe molto farlo. Vi dico che queste ossa sono forti.
Se avete bisogno di un guardiano che si occupi di questa galassia,
non cercate oltre“. Anche se il ruolo non è poi andato a lui,
Jack ha avuto molta fortuna con altri progetti.
Adam Brody
Adam
Brody è la star che ha confermato più di recente di
essere stato in corsa per la parte. In un’intervista a
Variety ha parlato del ruolo che gli è sfuggito, spiegando che
“lo voleva“. Non c’è stato però alcun rancore. Ha aggiunto
che Chris Pratt era di sicuro “migliore” per la parte.
“È più grande, più forte, ma dal punto di vista del tono, mi è
piaciuto molto“. Fortunatamente, questa non è stata la fine
delle ambizioni supereroistiche di Adam. Ha infatti interpretato Freddy
Freeman in Shazam!
del 2019 e
Shazam! Furia degli dei del 2023, entrambi parte dell’universo
cinematografico DC. Forse il debutto di Adam nel MCU avverrà in
futuro?
James Marsden
James
Marsden non era nuovo all’interpretazione di un
supereroe quando è stato nominato come possibile candidato per
Star-Lord. A quel punto, aveva già preso infatti parte
a uno dei primi franchise di supereroi di grande successo, la saga
degli X-Men, in cui interpretava Ciclope. Anche se IndieWire e MTV
hanno parlato di un suo possibile coinvolgimento nel film di
James
Gunn, James non ha riferito niente a riguardo. C’è
comunque sempre la possibilità che torni nel MCU come Ciclope.
Nel 2022,
ScreenRant aveva dichiarato che sarebbe stato “sempre
disponibile” a rivisitare il ruolo. “Lo faccio da quasi 30
anni ed è molto raro poter dire di aver avuto esperienze come
quella dei primi X-Men. Ne abbiamo fatti tre, io ne ho fatto parte,
e si diventa una famiglia. Si amano davvero questi personaggi, il
cast, la troupe, tutti“, ha spiegato.
Joel Edgerton
Joel
Edgerton non ha mai parlato delle voci che lo volevano
in lizza per entrare nel MCU. Tuttavia, nel
2012 IndieWire lo ha indicato come uno dei potenziali candidati al
ruolo. Sebbene l’atttore non abbia mai interpretato un supereroe in
un blockbuster, ha partecipato a molti film d’azione; tra questi
figura il franchise di Star
Wars, dove ha interpretato Owen Lars,
più recentemente nella serie Obi-Wan
Kenobi del 2022 su Disney+.
John Gallagher Jr.
Nel 2017, James
Gunn ha dichiarato al
Daily Beast che John Gallagher Jr. era in
corsa per il film. I due hanno finito per collaborare nel film
The Belko Experiment anni dopo. “Ha fatto il provino
per il ruolo di Peter Quill in Guardiani [che è andato a Chris
Pratt], e non era adatto a quel ruolo, ma è stato uno dei migliori
provini – se non il miglior provino – che abbia mai visto in tutta
la mia vita. Quel ragazzo è un vero attore. Così, quando questi
ruoli hanno iniziato ad arrivare, mi hanno dato l’opportunità di
lavorare con alcune delle persone con cui avrei voluto
lavorare“, ha detto.
Nel 2015, su
Facebook, James Gunn ha condiviso una storia simile, anche se
all’epoca non aveva confermato che John avesse fatto il provino per
Star-Lord. “ma quando è uscito dalla
stanza mi sono girato verso il direttore del casting e ho detto:
“Questo è uno dei migliori attori che abbia mai visto in vita mia,
e forse il miglior provino che abbia mai visto”. Ero determinato a
trovare un modo per lavorare con lui“, ha raccontato.
Sullivan Stapleton
Sullivan
Stapleton era uno dei nomi meno noti di una lista
compilata da
MTV nel 2012. Tuttavia, si pensava che potesse essere un
talento emergente sulla scena con un ruolo da protagonista in
300: L’alba di un impero. L’attore non sembra aver confermato
di essere in lizza e non ha parlato delle sue speranze di entrare
nel MCU.
Tuttavia, alcuni fan hanno espresso interesse nel vederlo nel ruolo
di Matt Murdock, meglio conosciuto come
Daredevil e attualmente ricoperto da
Charlie Cox.
John Krasinski
John
Krasinski è entrato a far parte del Marvel Cinematic
Universe con una breve apparizione nel ruolo di Reed
Richards dei Fantastici Quattro in
Doctor Strange nel il multiverso della follia (2022). Tuttavia,
secondo molte voci, prima di essere scritturato aveva fatto
un’audizione per altri ruoli nel franchise. Per lo meno, ha
confermato di aver fatto il provino per Captain
America prima che Chris Evans venisse
scelto. Anche se l’attore non sembra aver confermato le voci,
DigitalSpy ha riportato che nel 2013 aveva fatto il provino
anche per il ruolo di Star-Lord. Il suo nome è stato aggiunto molto
più tardi e non è chiaro fino a che punto sia arrivato nel processo
di castign.
Joseph Gordon-Levitt
Joseph
Gordon-Levitt aveva già dimostrato di essere più che
capace di recitare in un ruolo eroico dopo aver interpretato quello
che molti fan pensavano sarebbe diventato la spalla di
Batman, Robin, in
The Dark Knight Rises. Per questo, il suo nome ha avuto senso
quando
Deadline ha riferito che era in lizza per il ruolo nel
2013.
Michael Rosenbaum
Nel 2017, Michael
Rosenbaum ha confermato di essere stato preso in
considerazione per la parte durante un’intervista con
The Hollywood Reporter. In seguito si è unito al franchise
interpretando Martinex. “Ero nervosissimo (ride)”, ha
detto a proposito del suo provino, sottolineando che lui e James
Gunn erano amici. “Sei seduto lì con uno dei tuoi migliori
amici che sta dirigendo un film enorme, che conosce le tue capacità
e che ti ha detto: ‘Voglio vedere la tua interpretazione di Peter
Quill‘. Ora la pressione si fa sentire. Ho dovuto
spegnerla… Ricordo di aver ideato il mio ballo per la scena di
Star-Lord. Avevo un partner fantastico, mi è sembrato tutto davvero
organico fin dall’inizio“. Ha aggiunto di non essere rimasto
deluso, spiegando: “Non mi interessava davvero ottenere la
parte. Non sapevo nulla dei fumetti dei Guardiani. Volevo solo fare
un buon lavoro per James“.
Garrett Hedlund
Deadline
ha riportato che il nome di Garrett Hedlund circolava tra le voci di
corridoio, anche se non è stato in grado di confermare che fosse
ufficialmente in corsa per il ruolo. L’agenzia ha anche confermato,
dopo aver parlato con gli addetti ai lavori, che Joel Edgerton,
Jack Huston, Jim Sturgssen, Lee Pace e Eddie Redmayne erano tutti
in lizza.
Glenn Howerton
Nel 2021, Glenn
Howerton ha confermato di essere stato preso in
considerazione per il ruolo durante un’intervista al The Kelly
Clarkson Show. “Sono andato a fare il provino, come credo
abbiano fatto molti attori. Non avevo idea di quanto fossi vicino.
Sono uscito da lì e ho pensato: ‘Sì, è andata bene’. Ma in realtà,
mentre uscivo dalla sala d’attesa, ho visto Chris Pratt e mi sono
ricordato di aver pensato: “Oh, è perfetto per questo“”, ha
raccontato, aggiungendo di aver poi sentito dire che James Gunn lo
aveva definito la seconda scelta. “Nessuno me l’ha mai detto.
Quindi non ne avevo idea“.
Peter Quill, alias
Star-Lord, è stato reinventato come personaggio
bisessuale nella serie a fumetti Marvel dedicata ai
Guardiani della Galassia. La grande rivelazione – via
CBM – è venuta alla luce in “Guardians of the Galaxy #9” di Al
Ewing e Juann Cabal, che mostra Quill intraprendere una relazione
poliamorosa con due esseri umanoidi: una femmina di nome Aradia e
un maschio di nome Mors, dopo aver trascorso oltre un decennio
intrappolato con loro su un pianeta chiamato Morinus.
Ora la grande domanda è: l’Universo
Cinematografico Marvel seguirà la scia dei fumetti
con la versione di Star-Lord ad opera di Chris Pratt? Quill è romanticamente coinvolto
con Gamora nei film (o almeno, lo era con la versione originale del
personaggio che Thanos ha ucciso in Avengers:
Infinity War), ma Kevin Feige ha
dichiarato in più di un’occasione che in futuro vedremo più
diversità nel MCU. Quindi, c’è una possibilità
che James Gunn & co. sfruttino questa opportunità
per introdurre qualche rappresentazione queer e “modificare”
l’orientamento sessuale di Peter, a meno che Taika Waiti non li batta sul tempo con
Thor: Love and Thunder.
Oggi, sabato 12 novembre, arriva su
Disney+Star
Wars: Zen – Grogu and Dust Bunnies, la collaborazione
a sorpresa tra Lucasfilm e Studio
Ghibli. Diretto da Katsuya Kondo e
musicato da Ludwig Göransson, il nuovo corto
animato è incentrato sul protagonista di The Mandalorian della
Lucasfilm, l’adorabile giovane
Grogu, più comunemente conosciuto come
Baby Yoda.
Star Wars: Zen – Grogu and
Dust Bunnies è descritto come “un cortometraggio animato
originale disegnato a mano dallo Studio Ghibli”; non aspettatevi
un’epopea di Guerre Stellari alla pari di film
d’animazione dello Studio Ghibli come La città incantata, Il mio vicino Totoro e Una tomba per le lucciole, dato che il corto
dura all’incirca 3 minuti. Tuttavia, l’incursione dello studio
d’animazione nella galassia molto, molto lontana è comunque una
piacevole sorpresa, non solo per la sua uscita quasi inaspettata su
Disney Plus, ma anche per il perfetto abbinamento tra l’équipe
creativa e il soggetto narrativo.
Avvicinando due creature simboliche
dei rispettivi “universi”, Baby Yoda per la
Lucas Film e i nerini del buio per Studio
Ghibli, questo dolcissimo corto riesce a condensare la
viva fantasia di due mondi agli antipodi per provenienza –
occidentale l’uno, orientale l’altro – ma che hanno in egual modo
trasportato la nostra mente in storie lontane nello spazio e nel
tempo.
Grogu, o
Baby Yoda come viene affettuosamente chiamato, è
apparso per la prima volta in The Mandalorian e da allora ha
conquistato la galassia; questo corto esce infatti proprio per
celebrare il terzo anniversario della serie, che inaugurò la
piattaforma streaming Disney+ nel 2019. I nerini del buio,
invece, compaiono in Il mio vicino Totoro e
La città incantanta dello Studio
Ghibli; in giapponese sono conosciuti come susuwatari,
ovvero “fuliggine vagante“. Sono piccole sfere rotonde che
nascono dalla fuliggine e abitano le case vecchie e abbandonate;
quando la casa viene abitata, decidono se gli abitanti sono persone
gentili. Se lo sono, se ne vanno.
I nerini del buio non possiedono lo
stesso linguaggio degli uomini, per questo la “collaborazione” con
Yoda risulta particolarmente indovinata: senza il
bisogno di esprimere frasi compiute, sono i suoni emessi dai nerini
o i movimenti con cui si avvicinano sempre di più a Yoda a sancirne
l’amicizia. Baby Yoda è diventato un personaggio
di successo e meme di internet soprattutto per la sua dolcezza; è
in nome di questa qualità dell’animo non solo di un personaggio ma
dei talenti creativi che ne sono progenitori, che
Lucasfilm riesce a donare spiritualmente una parte
di sè allo Studio Ghibli, pilastro dell’animazione
di ieri e oggi.
Nel lontano 2012 cominciarono a
diffondersi alcune voci secondo cui Zack Snyder era stato coinvolto in un
potenziale nuovo film della saga di Star Wars. Inizialmente si pensava che il
regista di Justice
League potesse addirittura dirigere
Il risveglio della forza, il film che avrebbe poi sancito
il ritorno ufficiale della saga sul grande schermo sotto l’egida di
J.J. Abrams.
In seguito, sia Snyder che i suoi
rappresentanti hanno prontamente smentito quelli voci, ma ora
scopriamo che, in realtà, c’era un fondo di verità nascosto dietro
quelle speculazioni. Lo stesso regista, infatti, ha confermato di
aver davvero lanciato un’idea alla Lucasfilm per un film autonomo
di Star Wars ispirato nientemeno che a I
sette samurai di Arika Kurosawa.
Ospite del podcast Happy Sad Confused di
Josh Horowitz in occasione della promozione di
Army of the Dead, Snyder ha approfondito la questione del
suo legame con la saga di
Star Wars, rivelando che quell’idea sarebbe qualcosa che,
in realtà, vorrebbe ancora realizzare. Il regista ha confermato di
aver presentato l’idea alla Lucasfilm prima dell’acquisizione da
parte della Disney.
“Ne abbiamo parlato, ma non è
mai diventato una realtà. La verità è che era qualcosa di molto
lontano dall’universo di Star
Wars, era qualcosa di indipendente. Ci ho lavorato da solo,
come se fosse un film di fantascienza a sé stante”,
ha spiegato Zack Snyder. “È ancora una storia di
fantascienza. È la stessa storia… ma ho sempre voluto che non fosse
collegata all’universo di Star Wars. Volevo che Star Wars restasse
Star Wars. Forse, un giorno, chissà… Vedremo.”
I piani futuri di Zack Snyder al cinema
Ricordiamo che i tra prossimi
progetti di Zack Snyder figurano un film dedicato a Re
Artù, e ad altri due incentrati sulle figure di George Washington e
Napoleone. Inoltre, sempre di recente il regista ha sottolineato il
suo interesse nel portare sul grande schermo il romanzo “The
Fountainhead” di Ayn Rand, progetto che però pare abbia accantonato
a causa di alcune implicazioni politiche.
Durante un tour promozionale per lanciare la
commedia romantica The Awkward Moment,
Zac Efron, Michael B. Jordan e
Miles Teller sono stati invitati da MTV.
L’intervistatore Josh Horowitz ha posto alcune domande, chiedendo
loro chi avrebbe più possibilità di apparire in Star
Wars. Efron ha ammesso di aver incontrato la
Disney: Sì, sono appena andato e li ho incontrati.
Ma non lo so. Sarebbe bello. Io amo i film di Star Wars ma chi lo
sa?
La Disney sta comunque incontrando numerosi
attori per il franchise Star Wars, per cui, ad oggi è difficile
prevedere se Zac Efron farà effettivamente parte
del progetto o no. Tutti i fan della saga aspettano ansiosi
l’arrivo di annunci ufficiali sul cast.
Nel frattempo vi ricordiamo che la
pre-produzione di Star Wars Episodio
VII è entrata nel vivo già da molte
settimane. Vi ricordiamo che Star Wars Episodio
VIIuscirà al cinema nel 2015, per
la regia di J.J. Abrams, basato su
una sceneggiatura di J.J.
Abrams e Lawrence
Kasdan. Per tutte le notizie sulla nuova trilogia
targata Disney vi segnaliamo il
nostro speciale:Star Wars. La scheda
del film: Star Wars: Episodio VII.
Disney+ e Lucasfilm hanno annunciato
che la prima stagione di Star
Wars: Young Jedi Adventures proseguirà con sei
nuovi episodi che debutteranno sulla piattaforma streaming il 2
agosto, mentre ulteriori episodi arriveranno più avanti nel corso
dell’anno. La prima stagione di Star Wars: Young
Jedi Adventures sarà composta in totale da 25 episodi.
Ambientata durante l’era dell’Alta
Repubblica, la serie animata segue i giovani Jedi mentre studiano
le vie della Forza e imparano le abilità necessarie per diventare
Jedi. La serie è stata recentemente nominata per il Television
Critics Association Award 2023 ed è stata premiata con il Common
Sense Seal di Common Sense Media, che riconosce le eccellenze tra i
contenuti adatti alle famiglie.
I primi sette episodi della serie, che hanno debuttato lo scorso
4 maggio, hanno visto i giovani allenarsi con il Maestro Yoda e il
Maestro Zia al tempio Jedi di Tenoo, incontrare il pilota e amico
Nash Durango e scontrarsi con il pirata Taborr Val Dorn. I sei
nuovi episodi seguiranno i giovani mentre continuano ad affinare le
loro abilità nella Forza e a vivere avventure in tutta la
galassia.
“Siamo stati entusiasti di vedere un’intera nuova
generazione innamorarsi della galassia di Star Wars grazie
a ‘Young Jedi Adventures'”, afferma James Waugh, produttore
esecutivo della serie e senior vice president, franchise content &
strategy di Lucasfilm. “Con questi nuovi episodi,speriamo di continuare a coinvolgere i giovani, i padawan Jedi
e i fan di tutte le età che si sono dichiarati
#NubsNation”.
Il mondo di Star Wars: Young Jedi Adventures vive anche
oltre la serie con libri come Leveled Readers, Little Golden Books,
Coloring & Activity e molti altri, oltre a un assortimento di
playset, action figure, abbigliamento, peluche e altro ancora di
Hasbro, LEGO, Mattel. Una selezione di articoli sarà presto
disponibile anche in Italia presso i principali rivenditori, tra
cui ShopDisney.
Prodotta da Lucasfilm in collaborazione con Wild Canary per
Disney+, Star Wars: Young Jedi
Adventures vede come produttori esecutivi James Waugh, Jacqui Lopez
e Josh Rimes di Lucasfilm. Michael Olson (Puppy Dog Pals) è
showrunner ed executive producer; Elliot M. Bour (Elena di Avalor)
è regista supervisore e co-produttore; Jeannine Hodson (Puppy
Dog Pals) è produttrice e Lamont Magee (Black
Lightning) è consulting producer.
Tra le voci nella versione originale di Star Wars:
Young Jedi Adventures ci sono Jamaal Avery, Jr. nel ruolo di Kai
Brightstar, Juliet Donenfeld nel ruolo di Lys Solay, Dee Bradley
Baker nel ruolo di Nubs, Emma Berman nel ruolo di Nash Durango,
Jonathan Lipow nel ruolo di RJ-83 e Piotr Michael nel ruolo del
Maestro Yoda.
Disney+ ha rilasciato il trailer della seconda stagione di
Star
Wars: Young Jedi Adventures, la serie originale
animata di Lucasfilm che debutterà mercoledì 14 agosto sulla
piattaforma streaming.
Ambientata 200 anni prima de
La minaccia fantasma, durante l’era
dell’Alta Repubblica, Star Wars: Young Jedi
Adventures segue i giovani Jedi Kai Brightstar, Lys Solay
e Nubs mentre studiano le vie della Forza, esplorano la galassia,
aiutano i cittadini e le creature in difficoltà e imparano le
preziose abilità necessarie per diventare Jedi.
La seconda stagione di
Star Wars: Young Jedi Adventures segue i
giovani mentre continuano il loro addestramento e si imbarcano in
missioni ancora più grandi in tutta la galassia. A guidarli c’è il
nuovo Padawan di Maestra Zia, Wes Vinik, e il suo astromeccanico
R0-M1. Mentre continuano il loro addestramento e crescono nelle vie
della Forza, i giovani Jedi viaggeranno su nuovi pianeti con nuovi
e vecchi amici e incontreranno avversari come i Gangul, che stanno
aumentando le loro fila di pirati…
Star Wars: Young Jedi Adventures,
la nuova serie Disney+
“Siamo entusiasti di invitare i
fan diKai, Lys, Nubs, e Nash a ritornare nella galassia
lontana lontana con la seconda stagione di Star Wars: Young
Jedi Adventures” ha detto Michael Olson, showrunner ed executive
producer. “In questa seconda stagione i nostri eroi
affronteranno sfide avvincenti, daranno il benvenuto su Tenoo al
vivace Padawan Wes Vinik e a una nuova classe di giovani e si
riuniranno ad amici provenienti da tutta la galassia. Insieme,
impareranno importanti lezioni sull’amicizia, sulla compassione e
il superamento delle paure. Questa stagione, ricca di cuore e di
azione, sarà una corsa emozionante e non vediamo l’ora di
condividerla con il pubblico”.
Prodotta da Lucasfilm in
collaborazione con Wild Canary per Disney+, Star Wars: Young Jedi
Adventures vede come produttori esecutivi James Waugh, Jacqui Lopez
e Josh Rimes di Lucasfilm. Michael Olson è showrunner ed executive
producer; Elliot M. Bour è regista supervisore e co-produttore;
mentre Lamont Magee è consulting producer. Servizi di produzione a
cura di Icon Creative.
Tra le voci nella versione originale
di Star Wars: Young Jedi Adventures ci sono JeCobi Swain
nel ruolo di Kai Brightstar, Juliet Donenfeld nel ruolo di Lys
Solay, Dee Bradley Baker nel ruolo di Nubs, Emma Berman nel ruolo
di Nash Durango, Trey Murphy nel ruolo di Taborr/Cyrus Vuundir,
Nasim Pedrad nel ruolo di Maestra Zia Zanna, Gunnar Sizemore nel
ruolo di Wes Vinik e Piotr Michael nel ruolo del Maestro Yoda.
La seconda stagione di Star
Wars: Young Jedi Adventures, la serie animata originale di
Lucasfilm, debutterà su Disney+ mercoledì 14 agosto, mentre la
seconda metà della stagione arriverà all’inizio del 2025. Inoltre,
una serie di corti tratti dalla seconda stagione di Star
Wars: Young Jedi Adventures” arriverà su Disney+ il 2 agosto.
Ambientata 200 anni prima de La
minaccia fantasma, durante l’era dell’Alta Repubblica,
Star Wars: Young Jedi Adventures” segue i giovani Jedi Kai
Brightstar, Lys Solay e Nubs mentre studiano le vie della Forza,
esplorano la galassia, aiutano i cittadini e le creature in
difficoltà e imparano le preziose abilità necessarie per diventare
Jedi.
La seconda stagione di Star Wars: Young Jedi
Adventures segue i giovani mentre continuano il loro
addestramento e si imbarcano in missioni ancora più grandi in tutta
la galassia. A guidarli c’è il nuovo padawan di Maestra Zia, Wes
Vinik, e il suo astromeccanico R0-M1. Mentre continuano il loro
addestramento e crescono nelle vie della Forza, i giovani Jedi
viaggeranno su nuovi pianeti con nuovi e vecchi amici e
incontreranno avversari come i Gangul, che stanno aumentando le
loro fila di pirati…
Prodotta da Lucasfilm in
collaborazione con Wild Canary per Disney+, Star Wars:
Young Jedi Adventures vede come produttori esecutivi James Waugh,
Jacqui Lopez e Josh Rimes di Lucasfilm. Michael Olson è showrunner
ed executive producer; Elliot M. Bour è regista supervisore e
co-produttore; mentre Lamont Magee è consulting producer. Servizi
di produzione a cura di Icon Creative.
Tra le voci nella versione
originale di Star Wars: Young Jedi Adventures ci sono
JeCobi Swain nel ruolo di Kai Brightstar, Juliet Donenfeld nel
ruolo di Lys Solay, Dee Bradley Baker nel ruolo di Nubs, Emma
Berman nel ruolo di Nash Durango, Trey Murphy nel ruolo di
Taborr/Cyrus Vuundir, Nasim Pedrad nel ruolo di Maestra Zia Zanna,
Gunnar Sizemore nel ruolo di Wes Vinik e Piotr Michael nel ruolo
del Maestro Yoda.
Inoltre, una nuova serie animata digital in 2D intitolata Fun
with Nubs è ora disponibile su StarWarsKids.com e
Youtube.com/StarWarsKids. La serie segue le disavventure comiche di
Nubs e RJ-83, mentre affrontano missioni in tutta Tenoo.
Hot Toys ha svelato due
nuove action figures in scala 1:6 dedicate a un momento preciso di
Star
Wars: L’Attacco dei Cloni, in cui vediamo i personaggi
di Yoda e del Conte Dooku nel
loro duello.
Star Wars: Episodio
IX sarà diretto da J.J. Abrams e scritto
da Chris Terrio. Il film arriverà in sala il 20
dicembre 2019.
Confermati nel cast Daisy
Ridley, John Boyega, Adam Driver e Oscar
Isaac. Il film mostrerà anche come la produzione avrà
risolto il paradosso narrativo della Principessa/Generale Leia.
Dopo
The Bad Batch, prosegue il nuovo viaggio
seriale dell’universo di Star Wars
con Star
Wars: Visions. Visioni, questi sono i bravi racconti
animati che propone la serie, visioni di mondi, di personaggi, di
espansioni del mondo di George Lucas, liberi da
qualsiasi vincolo e canone.
Lucasfilm Animation incontra l’oriente
Il progetto vede coinvolti nella
produzione la Lucasfilm Animation e sei studi
d’animazione giapponesi: Kamikaze Douga, Twin
Engine, Trigger, Kinema Citrus, Production
I.G. e Science Saru, e si struttura
in una serie antologica in cui i nove episodi sono nove storie a se
stanti, nove cortometraggi animati con lo stile dell’anime. Il
primo incontro ufficiale tra immaginario e cultura giapponese con
il mondo di Star Wars, dopo che per tanti anni e in tante
interviste George Lucas ha sempre raccontato del grande debito che
la sua opera con Star Wars ha avuto negli anni per la cultura
dell’estremo oriente, quell’immaginario e in particolare il cinema
di Akira Kurosawa.
Ma torniamo al titolo scelto per
questa raccolta: visione, ovvero visioni. Ed è proprio questo che
sono questo nove racconti: nove visioni differenti dell’universo di Star Wars che,
partendo da elementi comuni, condivisi e conosciuti, hanno espanso
e contaminato in maniera quasi sempre efficace e potente un
territorio noto e sacro.
Star Wars: Visions come What If
La mente non può non viaggiare in
direzione di What
If, l’altra serie antologica Disney+ sotto l’ombrello di
Marvel Studios, che offre realtà alternative
del Marvel Cinematic Universe.
Anche lì si tratta di episodi indipendenti e auto-conclusivi, che
esplorano possibilità. Ma se da una parte c’è una unità visiva e
stilistica che permette allo spettatore di concentrarsi sulla
storia, Star Wars: Visions aggiunge ai suoi
elementi di interesse la molteplicità di stili, segni e
rappresentazioni. Questo due esperimenti seriali, in un panorama
derivativo e strutturato, costituiscono un’ottima via di mezzo, un
compromesso che mostra dove si può può osare e inventare pur
rimanendo in un territorio sicuro per l’industria.
Il leit motive che unifica
tutti gli episodi di Star Wars: Visions è il
simbolo principe della saga di George Lucas,
ovvero la spada laser. Di molti colori e forme, l’arma Jedi (e
Sith) subisce un restyling importante in quasi tutti gli episodi,
si trasforma, si moltiplica si allunga ed è sempre protagonista di
un duello spettacolare. Ed è certo che Star Wars parla di Forza e
Lato Oscuro, di prescelti e di equilibrio nel cosmo, è altrettanto
certo che senza una spada laser e quel caratteristico ronzio
elettrico, non esiste niente che si possa associare alla saga
stessa.
La nuova serie, che espande
l’universo di Star
Wars e amplia il catalogo Disney+, potrebbe però anche
servire da ponte tra due monti che non si sono mai incontrati
prima, nonostante condividano un solido terreno comune: i fandom di
anime e di Star
Wars potrebbero raggiungere, grazie a Visions, uno scambio
culturale importante. Peccato però che nessuna delle storie
proposte spinga davvero sull’acceleratore della creatività e che
tutte abbiano poi scelto di rimanere in un territorio
narrativamente sicuro.
Secondo One Take
News, Lucasfilmha
iniziato lo sviluppo della terza stagione della sua serie
antologica animataStar
Wars: Visions. Ulteriori dettagli sulla
potenziale terza stagione di Visions non sono ancora stati
rivelati. Questa notizia arriva dopo che il Volume 2 ha fatto il
suo debutto suDisney+ durante lo
Star Wars Day,
con nove nuovi episodidiretti da
diversi registi di tutto il mondo.
Di cosa parla Star Wars:
Visioni?
Star Wars: Visions Vol. 2 ha continuato a spingere i confini
della narrazione di Star
Wars. Utilizzerà ancora una volta alcuni degli stili
di animazione più accattivanti in diversi paesi e culture. Il
volume 2 presenta anche le voci originali di Ursula
Corbero, Anjelica Huston, Kate Dickie, Daniel Dae Kim, Ashley Park,
Anika Noni Rose, Daveed Diggs, Cynthia Erivo e
altri.
Gli studi di animazione
coinvolti nella produzione del prossimo capitolo sono El Guiri
(Spagna), Cartoon Saloon (Irlanda), Punkrobot (Cile), Aardman
(Regno Unito), Studio Mir (Corea del Sud) Studio La Cachette
(Francia), 88 Pictures (India), D’art Shtajio (Giappone) e
Triggerfish (Sud Africa).
Star Wars: Visionsè stato presentato
per la prima volta nel 2021. Il primo volume era
interpretato da
Lucy Liu,
Joseph Gordon-Levitt, Temuera Morrison, Neil Patrick Harris,
Alison Brie, Karen Fukuhara, Simu Liu, Kyle Chandler, David
Harbour, Jordan Fisher, Henry Golding, Jamie Chung e George
Takei. Star Wars: Visioni vol. 1 e 2
sono ora disponibili per lo streaming su Disney+.
Lucasfilm ha finalmente
fissato la data di uscita di Star
Wars: Visions Volume 2, il prossimo
capitolo della serie antologica animata
di Disney+, con nove
racconti di diversi studi internazionali. Il ritorno è
previsto per il 4 maggio.“La reazione al primo
volume di Star Wars:
Visions ci ha sconvolti. Siamo
stati lieti che questo progetto abbia ispirato e risuonato con così
tante persone“, ha dichiarato il produttore esecutivo James
Waugh in una dichiarazione. “Abbiamo sempre
visto Star Wars:
Visions come una cornice per espressioni celebrative
del franchise da parte di alcuni dei migliori creatori che lavorano
oggi. L’animazione è in una rinascita globale e siamo
costantemente sconcertati dalla quantità di creatività che spinge
il mezzo in avanti.”
Lo studio ha anche svelato i pluripremiati cineasti che
hanno firmato per il volume 2, tra cui il vincitore dell’Emmy
Rodrigo Blaas (Alma), il candidato all’Oscar
Paul Young (Wolfwalkers), Gabriel Osorio
(Bear Story), Magdalena Osinska
(Spirits of the Piano), Hyeong Geun Park
(Lookism), Julien Chheng (Ernest
and Celestine: A Trip to Gibberitia), Ishan Shukla
(Schirkoa), LeAndre Thomas
(Obi-Wan Kenobi), Justin Ridge
(Star Wars Resistance), Nadia Darries
(Stick Man), e Daniel Clarke
(Khumba).
Star Wars: Visioni
vol. 2 continuerà a spingere i
confini della narrazione di Star
Wars impiegando gli stili di animazione
più accattivanti di una varietà di paesi e culture. La serie è
prodotta da Waugh, Jacqui Lopez e Josh Rimes.
Gli studi di animazione
coinvolti nella produzione del prossimo capitolo sono El Guiri
(Spagna), Cartoon Saloon (Irlanda), Punkrobot (Cile), Aardman
(Regno Unito), Studio Mir (Corea del Sud) Studio La Cachette
(Francia), 88 Pictures (India), D’art Shtajio (Giappone) e
Triggerfish (Sud Africa).
I titoli e i registi dei nove
episodi sono elencati di seguito:
“Sith” – Da El Guiri e dallo
scrittore-regista Rodrigo Blaas
“Screecher’s Reach” – Da
Cartoon Saloon e dal regista Paul Young
“In the Stars” – Da
Punkrobot e sceneggiatore-regista Gabriel Osorio
“I Am Your Mother” – Da
Aardman e dalla regista Magdalena Osinska
“Journey to the Dark Head” –
Da Studio Mir e dal regista Hyeong Geun Park
“The Spy Dancer” – Dallo
Studio La Cachette e dallo sceneggiatore-regista Julien
Chheng
“The Bandits of Golak” – Da
88 Pictures e diretto da Ishan Shukla
“The Pit” – È co-diretto
dallo sceneggiatore-produttore esecutivo LeAndre Thomas e Justin
Ridge di D’art Shtajio e Lucasfilm Ltd.
“Aau’s Song” – È scritto e
diretto da Nadia Darries e Daniel Clarke di
Triggerfish.
E’ stato venduto dopo una difficile
asta l’iconico costume della principessa Leia, il bikini da schiava
visto in Star
Wars: Episodio VI – Il ritorno dello
Jedi.
Il costume è stato venduto per
96.000$ ed è l’originale indossato dall’attrice durante la scena di
apertura ambientata sulla nave di Jabba the Hutt, dove Leia uccide
Jabba strangolandolo.
Sappiamo ormai che la
nuova trilogia di Star
Wars sarà inframezzata, tra un episodio e
l’altro, da alcuni spin-off sui personaggi famosi della saga
lucasiana. L’idea degli spin-off è diventata tanto più concreta
quando sono stati assunti due registi per dirigere almeno due dei
tre in programma. Josh Trank e Gareth
Edwards lavoreranno infatti agli spin-off ma a quali
personaggi saranno dedicati? Yoda e Boba Fett sono stati i più
inflazionati negli ultimi mesi, ma un rumor recentissimo vorrebbe
un film dedicato a Obi-Wan Kenobi, senza dubbio uno dei
personaggi più amati delle due passate trilogie.
Making Star Wars ha dichiarato
che per gli spin-off, all’inizio, non erano previsti focus su Jedi
o Sith, eppure il personaggio di Obi-Wan Kenobi è così amato dai
fan che potrebbe aver fatto cambiare idea alla produzione. Al
momento dunque potrebbero esserci delle menti laboriose a lavoro su
un concept adatto al personaggio.
Ewan McGregon, che
nel caso sarebbe il diretto interessato, ha di recente dichiarato
che l’idea non gli dispiacerebbe affatto, anzi che potrebbe essere
una buona scua per indagare il gap che c’è tra
l’Episodio III, ovvero l’ultimo film
della saga a cui ha partecipato, e l’Episodio
IV, dove il personaggio è interpretato da
Alec Guinness. Cosa ha fatto nel deserto l’esperto
Jedi? Come ha affrontato l’ascesa al potere di Anakin Skywalker? Sa
che prima o poi arriverà da lui un giovane di nome Luke pronto a
riportare l’equilibrio nella forza?
Si è fatto un gran
parlare intorno a quali saranno i film che la Lucasfilm e la Disney
produrranno per rilanciare il franchise di Star
Wars. Trai vari spin off annunciati, oltre
Jake Lloyd, il
giovane che interpretò Anakin Skywalker in Star
Wars la MInaccia Fantasma, è stato arrestato nel
South Caroline.
L’attore di 26 anni stava guidando a
Charleston quando lo sceriffo di pattuglia ha cominciato a
seguirlo. L’appostamento è diventato un vero e proprio inseguimento
che è durato per miglia, fino a un altro Stato. Il rapporto
riferisce che Lloyd ha cominciato a correre con la macchina,
sorpassando con la doppia striscia gialla (la nostra doppia
bianca). Ha poi perso il controllo dell’automobile andando fuori
strada verso una recinzione e contro diversi alberi.
L’attore al momento è in custodia
per guida spericolata, per non essersi fermato e per guida senza
patente.