Home Blog Pagina 70

Reacher – Stagione 3: la spiegazione di come Jack Reacher si infiltra nell’operazione di Beck

Reacher - stagione 3
Alan Ritchson e Sonya Cassidy in Reacher - Stagione 3. Foto di jasper savage/Jasper Savage/Prime - © Amazon Content Services LLC

Nella terza stagione, Reacher elabora un piano complicato per infiltrarsi nell’operazione di Beck, sospetto trafficante di droga, che diventa tanto più complesso quanto più si approfondisce. La terza stagione adatta Persuader, il settimo romanzo della serie dell’autore Lee Child e la storia inizia seriamente quando Reacher (Alan Ritchson) scorge per strada un vecchio nemico che pensava di aver ucciso anni prima, il che porta alcuni agenti della DEA a reclutarlo per una pericolosa missione sotto copertura che coinvolge l’importatore di tappeti Zack Beck (Anthony Michael Hall).

La première della terza stagione di Reacher si apre dunque con il protagonista che salva il figlio di Beck, Richard (Johnny Berchtold), da un tentativo di rapimento e si ritrova nella proprietà di Beck. I primi tre episodi rimangono fedeli al romanzo, dove il protagonista deve improvvisare e superare i suoi nuovi datori di lavoro mentre il piano affrettato che ha ideato con l’agente della DEA Duffy (Sonya Cassidy) si dipana lentamente intorno a loro. L’obiettivo è dunque quello di infiltrarsi negli affari di Beck è però in contrasto con quello di Duffy: lei vuole salvare un’informatrice scomparsa, mentre Reacher vuole solo uccidere Quinn (Brian Tee) una volta per tutte.

Come Reacher e gli agenti della DEA hanno inscenato il tentativo di rapimento del figlio di Beck

Il rapimento che apre la terza stagione di Reacher è tratto direttamente da Persuader: l’antieroe di Ritchson “salva” Richard da un rapimento e lo riporta da Beck. I fan della serie potrebbero subito sospettare che ci sia qualcosa di strano, come la probabilità che Reacher si imbatta in un rapimento e porti con sé una grossa magnum. Questo perché il rapimento di Richard era in realtà un elaborato stratagemma per far entrare il protagonista nella villa di Beck, e l’episodio racconta di come Reacher, Duffy e gli altri agenti della DEA abbiano organizzato il rapimento passo dopo passo.

Reacher deve sparare sia con munizioni vere che a salve, con cartucce per simulare gli spari. Devono simulare la morte della guardia del corpo di Richard lanciando una granata nella sua auto, che in realtà è una flashbang progettata per stordire. Reacher è anche consapevole di dover eliminare l’opzione di portare Richard alla polizia, quindi fa credere di aver ucciso un poliziotto per sbaglio durante la sparatoria; in realtà, l’agente della DEA Villanueva (Roberto Montesinos) è stato imbottito di squibs per simulare questo effetto.

In sostanza, si tratta di un piano folle che non accadrebbe mai nella realtà, ma che è in qualche modo accettabile in questo contesto. La cosa funziona anche a loro favore: Beck è talmente grato a Reacher da offrirgli un lavoro e una nuova casa. Tuttavia, proprio come pensava Reacher, c’erano delle falle nel piano a cui non avevano pensato, che causano grossi problemi negli episodi successivi.

La verità sulla missione sotto copertura

L’agente Duffy è l’ultimo interesse amoroso di Reacher ed è lei che lo recluta per andare sotto copertura con Beck. Come per Reacher, anche per lei la missione è personale. Ha infatti inviato un’informatrice confidenziale di nome Teresa sotto copertura all’interno dell’operazione di Beck, che poi è scomparsa. Sebbene l’operazione sia finalizzata a distruggere Beck e il suo misterioso datore di lavoro, l’obiettivo principale di Duffy è salvare Teresa. Proprio come in Persuader, la terza stagione svelerà questo mistero. Reacher trova l’orecchino di Teresa in una cella del complesso di Beck, a riprova della sua presenza, ma non sa se sia viva o morta.

Reacher vuole invece trovare Quinn e ucciderlo una volta per tutte. Quinn faceva parte dei servizi segreti militari durante il periodo in cui Reacher lavorava con i 110° Investigatori Speciali ed era sospettato di aver venduto informazioni riservate; Reacher reclutò una giovane e brillante sergente di nome Kohl (Mariah Robinson) per indagare sul caso insieme a lui. I due stringono una stretta amicizia lavorando insieme e alla fine Reacher la incarica di arrestare Quinn.

Tragicamente, Quinn ha però la meglio e Reacher scopre in seguito il corpo gravemente mutilato di Kohl nella casa di Quinn. Nel libro, questo lo porta a rintracciare Quinn e a sparargli in testa, cosa a cui l’agente disonesto riesce però a sopravvivere. Il terzo episodio della terza stagione, “Numero 2 con una pallottola”, ha confermato che Quinn è il capo di Beck e che in precedenza aveva fatto rapire, torturare e tagliare l’orecchio a suo figlio Richard in un gioco di potere per impadronirsi degli affari di Beck.

Come Reacher copre i suoi omicidi e prende il posto di Duke

Nel secondo e terzo episodio della terza stagione di Reacher, il personaggio diventa quindi un tirapiedi di Beck. Gli vengono affidati vari compiti noiosi, come guidare un camion o scortare il figlio di Beck in città, ma il capo della sicurezza di Beck, Duke (Donald Sales), che in realtà lavora per Quinn, tiene Reacher fuori dal giro degli affari interni. Reacher decide che, per portare a termine la sua missione, deve dunque prendere il posto di Duke come capo della sicurezza di Beck.

Prima di arrivare a questo punto, il secondo episodio “Truckin‘” vede Reacher in coppia con un criminale soprannominato Angel Doll (Manuel Rodriguez-Saenz) per identificare il camion guidato dal presunto rapitore. Beck sospetta che il tentativo di rapimento provenga da una banda rivale, quindi Angel Doll e Duke indagano su questa possibilità. Purtroppo Reacher non è l’attore più convincente, quindi quando Angel Doll ispeziona il veicolo distrutto, nota dei buchi nella storia di Reacher. Quando affronta l’antieroe di Ritchson alla fine dell’episodio, Reacher decide che sarebbe più facile uccidere Angel Doll per eliminarlo come minaccia.

L’episodio 3 prevede che il protagonista esca di nascosto dal complesso di Beck per ripulire il casino che ha fatto con Angel Doll, solo che lui e Duffy vengono attaccati da due camionisti che si imbattono nella scena. Dopo aver ucciso anche loro, Reacher e Duffy nascondono i loro corpi in container vuoti, mentre Duffy entra nelle e-mail di Angel Doll per rintracciare le sue attività precedenti. Le fa poi inviare un’e-mail da Angel Doll a Duke, affermando di sapere dove si nascondono i rapitori.

Si tratta di una trappola tesa dal protagonista per mettere alle strette Duke e, una volta entrati, punta la pistola contro il capo della sicurezza di Beck. Duke si rifiuta di spifferare tutto e sostiene che egli è uno sprovveduto, dato che aveva avuto l’impressione che lui sia della DEA. Reacher lo uccide con un colpo alla testa. Poi spara alla casa per convincere Beck che è appena avvenuto un furioso scontro a fuoco, prima di farla saltare in aria per eliminare tutte le prove. Consegna poi anche la pistola di Angel Doll a Beck, che ritiene che il primo lo abbia venduto a una banda rivale.

Reacher diventa il braccio destro di Beck

La rapida scalata di Reacher all’interno dell’operazione di Beck è fenomenale, ma è molto mirata. Con Duke e Paulie (Olivier Richters) che sospettano profondamente di lui e il tempo potenzialmente a disposizione di Teresa che sta per scadere, ha bisogno di conoscere rapidamente i dettagli dell’operazione di Beck. L’unico modo per farlo è togliere di mezzo Duke e, poiché Beck è a corto di uomini, Reacher è l’unica vera scelta per sostituirlo.

La morte di Duke assicura quindi al protagonista la promozione che cercava, e nei prossimi episodi si vedrà come si comporterà in questo ruolo. Non ha ancora incontrato Quinn, ma dato che quest’ultimo è sopravvissuto a malapena a un colpo alla testa, è possibile che non ricordi nulla del suo nemico. In ogni caso, con l’inevitabile scontro tra Reacher e Paulie all’orizzonte, le cose potrebbero farsi più intense nella serie di Amazon.g

 
 

Reacher – Stagione 3: recensione della serie con Alan Richtson

Reacher - Stagione 3 recensione serie
Foto di Jasper Savage/Prime - © Amazon Content Services LLC

Jack Reacher è tornato, duro e carico di umorismo come al solito. La terza stagione di Reacher, basata sul settimo romanzo della saga di Lee Child, Persuader (in Italia noto come La vittima designata), riporta in primo piano l’azione intensa, l’intrigo investigativo ma anche il forte umorismo che hanno reso tanto amate anche la Stagione 1 e la Stagione 2. Alan Ritchson torna dunque a vestire i panni dell’ex maggiore della polizia militare con una performance che unisce forza fisica e introspezione, consolidando ulteriormente la sua interpretazione del personaggio.

La nuova stagione, però, introduce anche significative novità, a partire da un maggior legame con il passato di Jack Reacher, qui incarnato da uno dei nemici più celebri del personaggio. Si costruisce così una stagione che ragiona in modo approfondito sui traumi irrisolti del passato ma anche sulla genitorialità, con Reacher che diventa sempre più una figura da mentore. Il risultato, dunque, è un altro convincente tassello nella narrazione seriale che Prime Video sta costruendo dell’eroe di Child.

La trama di Reacher – Stagione 3

La trama di questa terza stagione si sviluppa attorno a un’operazione sotto copertura orchestrata dalla DEA, in cui Reacher si infiltra nella vita di Zachary Beck (Anthony Michael Hall), un imprenditore sospettato di traffico di droga. Beck gestisce infatti un’azienda di importazione di tappeti che funge da copertura per attività illecite. Reacher gli si avvicina grazie ad un inganno che ha coinvolto il figlio Richard e da lì entra a far parte del suo team di protettori. La missione si complica però ulteriormente quando Reacher scopre che dietro le attività di Beck si cela un nemico del suo passato, ritenuto morto, che riemerge con intenzioni vendicative.

LEGGI ANCHE: Reacher – Stagione 3: la spiegazione di come Jack Reacher si infiltra nell’operazione di Beck

Alan Ritchson e Olivier Richters in Reacher - Stagione 3
Alan Ritchson e Olivier Richters in Reacher – Stagione 3. Foto di Jasper Savage/Prime – © Amazon Content Services LLC

LEGGI ANCHE: Reacher – Stagione 2, la spiegazione del finale

Indagini approfondite e botte da orbi

Quando ritroviamo Reacher in questa terza stagione è come sempre in movimento da un luogo ad un altro. Eterno vagabondo, egli non può però fare a meno di attirare i guai, anche se il suo coinvolgimento in essi significa avere la certezza che la persona giusta è sul luogo per risolverli. Questa volta, però, Reacher deve giocare ancor di più d’astuzia, guadagnandosi la fiducia dei cattivi per un’operazione quanto mai delicata. Una situazione accentuata dal ritmo serrato, dal continuo alternarsi di momenti di tensione e sequenze d’azione coreografate fino all’ultimo dettaglio.

Sebbene sia infatti una stagione che punta prevalentemente sul Reacher investigatore che non su quello del super soldato, le due cose sono in fin dei conti inscindibili ed ecco dunque che anche la terza stagione si dota di grandi esplosioni di violenza, colpi di scena e combattimenti attesi sin dal primo episodio. Su tutti, quello con il mastodontico Paulie (interpretato da Olivier Richters). La resa dei conti tra loro culmina infatti in una sequenza di combattimento di circa 14 minuti, girata con grande realismo e intensità.

Momenti come questi consentono a questa terza stagione di garantirsi quel tasso di adrenalina che ha conquistato sin da subito gli spettatori e continua a tenerli interessati a questa serie. Ma Reacher non è solo botte da orbi, come si diceva, con sceneggiatura firmata da Nick Santora che accompagna adeguatamente gli spettatori attraverso l’indagine del protagonista, fornendo indizi, tracce e prove a partire dalle quali si è attivamente chiamati a cercare di risolvere il mistero insieme al protagonista. Ancora una volta, dunque, Reacher dimostra di sapere come far sentire coinvolto il suo pubblico.

Reacher - stagione 3
Alan Ritchson e Sonya Cassidy in Reacher – Stagione 3. Foto di jasper savage/Jasper Savage/Prime – © Amazon Content Services LLC

Una terza stagione che riconferma il valore della serie

La stagione si distingue però anche per l’approfondimento dei personaggi secondari. Frances Neagley, interpretata da Maria Sten, assume infatti un ruolo più centrale, tornando a ricoprire il suo ruolo di confidente e alleata di Reacher, ma trovando spazio anche per una sua maggiore caratterizzazione psicologica. La sua presenza, non prevista nel romanzo originale, è infatti stata introdotta per offrire un contrappunto alle riflessioni interiori del protagonista, rendendo più dinamica la narrazione. Anche Sonya Cassidy, nel ruolo dell’agente della DEA Susan Duffy, contribuisce a delineare un quadro più complesso delle forze in gioco, sostenendo anche l’elemento romantico di questa stagione.

Loro due, ma anche gli altri co-protagonisti di questa stagione, permettono dunque con il loro contributo di far spiccare ulteriormente Alan Ritchson nei panni di Reacher. Ormai sempre più padrone del ruolo, dei suoi temi, della sua comicità ma anche della sua presenza scenica, l’attore si conferma come l’interprete giusto per il ruolo, divenendo ormai a tutti gli effetti uno degli elementi per cui vale la pena di seguire la serie. Con una quarta stagione già confermata, la terza di Reacher rappresenta dunque un ulteriore passo avanti, recuperando l’efficacia narrativa e l’intensità emotiva che avevano caratterizzato le precedenti due.

 
 

Reacher – Stagione 4: conferma, cast e tutto quello che sappiamo

Reacher - Stagione 4

La serie d’azione di Prime Video Reacher è uno dei successi più esplosivi della TV e ora è stata rinnovata per una quarta stagione in arrivo. In uscita nel 2022 (basata sulla serie di romanzi di Lee Child), Reacher segue il personaggio principale, un ex ufficiale militare che ora vive una vita nomade, che spesso si ritrova a combattere pericolose organizzazioni criminali e a svelare complotti mortali in tutti gli Stati Uniti. I libri di Child offrono una ricchezza di storie emozionanti di Jack Reacher da esplorare, ed è chiaro che la serie originale di Amazon Prime Video ha fatto centro con Alan Ritchson nel ruolo dell’eroe omonimo.

La terza stagione adatta il libro di Child Persuader e vede il gigante geniale alle prese con un’organizzazione criminale. Mentre cerca di smantellare la banda malvagia, Reacher si fa strada a pugni tra una serie di scagnozzi e scopre segreti che vanno ben oltre la semplice attività criminale. Con una serie di avventure tipiche di Reacher ancora da adattare, il colosso Prime Video potrebbe continuare a imperversare per diverse altre stagioni, e la piattaforma di streaming ha già ordinato la quarta stagione. Questo rinnovo anticipato è un buon segno che Jack Reacher tornerà con casi ancora più emozionanti nei prossimi anni.

Ultime notizie su Reacher – Stagione 4

Lee Child offre un aggiornamento sulla produzione

A poche settimane dal debutto della terza stagione, le ultime notizie confermano quando inizieranno le riprese della quarta stagione di Reacher. L’aggiornamento arriva direttamente da Lee Child, che ha parlato apertamente della timeline di Reacher per il 2025. Le riprese inizieranno in estate”, ha detto Child, dopo aver rivelato che le sceneggiature sono già state scritte. Con le riprese previste per l’estate, è probabile che la serie tornerà all’inizio del 2026.

La quarta stagione di Reacher è confermata

Prime Video rinnova Reacher in anticipo

Con la notizia diffusa diversi mesi prima della premiere della terza stagione, nell’ottobre 2024 è stato confermato che la quarta stagione di Reacher è stata rinnovata.

La decisione di rinnovare la serie in anticipo è arrivata senza quasi nessun dettaglio sulla quarta stagione, ma questo è probabilmente dovuto al desiderio di evitare spoiler sulla terza stagione. Questa decisione non è insolita per Reacher, e anche la terza stagione è stata sviluppata in fretta per sfruttare il grande successo della seconda.

Reacher stagione 3 ha debuttato il 20 febbraio 2025.

Poiché la serie è stata rinnovata così presto, è logico che la produzione della quarta stagione inizierà molto presto. Quando Prime Video ha ordinato in anticipo la terza stagione, ha permesso che lo sviluppo iniziasse rapidamente, evitando lunghi ritardi. Con la TV in streaming che è diventata un appuntamento fisso, si sono aggiunte anche lunghe attese per alcune delle serie più popolari. Tuttavia, Reacher è stato piuttosto costante fin dall’inizio e, sin dal suo debutto, è stato trasmesso quasi ogni anno.

Dettagli sul cast della quarta stagione di Reacher

Chi affiancherà Jack Reacher nella sua prossima missione?

Poiché finora ci sono pochissime informazioni sulla quarta stagione di Reacher, è difficile prevedere con esattezza chi apparirà nei prossimi episodi. L’unica certezza è il ritorno di Alan Ritchson nei panni del muscoloso e brillante eroe Jack Reacher, ruolo che ha catapultato Ritchson allo status di superstar in poche stagioni. Ogni stagione di Reacher manda il protagonista in una nuova avventura, il che richiede un cast quasi completamente nuovo con cui collaborare o combattere. Tuttavia, senza alcun dettaglio sulla quarta stagione, non c’è modo di sapere chi sarà.

Oltre a Ritchson nel ruolo del protagonista, l’unica altra figura ricorrente è stata Maria Sten nei panni di Frances Neagley. L’ex sergente maggiore dell’esercito americano ha un forte legame con Reacher e lo ha aiutato in un modo o nell’altro in tutti e tre i casi che ha affrontato finora. È molto probabile che Sten torni nei panni di Neagley, soprattutto con lo spin-off di Reacher in lavorazione incentrato sul suo personaggio. Il ritorno di altri personaggi è meno probabile, anche se non del tutto impossibile.

Dettagli sulla trama della quarta stagione di Reacher

Il libro della quarta stagione non è ancora stato annunciato

Anche se la serie TV ha tracciato una propria strada e si è in qualche modo discostata dai libri, ogni stagione è stata comunque basata su un singolo romanzo di Lee Child. Per questo motivo, è quasi impossibile indovinare cosa succederà nella quarta stagione di Reacher fino a quando non verrà rivelato il libro. Con oltre due dozzine di libri di Reacher pubblicati, si può dire con certezza che la serie potrebbe prendere qualsiasi direzione nella scelta del materiale di partenza. La stagione 1 è iniziata con The Killing Floor (il primo libro pubblicato, ma il quinto in ordine cronologico), e le stagioni successive non hanno seguito alcun schema nella scelta dei libri.

Ci sono molte speculazioni su quale libro farà da sfondo alla quarta stagione, ma non sarà chiaro fino a quando non saranno disponibili maggiori dettagli. Tuttavia, questo è il bello dell’esclusiva Prime Video, e ogni stagione è essenzialmente un reset della storia, con il personaggio principale che salta da una parte all’altra del paese, trovandosi sempre nei guai. La quarta stagione di Reacher sarà più chiara una volta conclusa la terza stagione.

 
 

Zero Day con Robert De Niro è basato su una storia vera?

Jesse Plemons e Robert De Niro in Zero Day

Zero Day di Netflix è finalmente arrivato, ed ecco cosa significa il titolo e cos’è in realtà un attacco Zero Day. La nuova miniserie con Robert De Niro è stata ideata da Eric Newman, uno degli showrunner della serie Narcos, insieme a Noah Oppenheim e Michael Schmidt. Il thriller politico prende in esame un attacco informatico che potrebbe benissimo verificarsi nella vita reale, utilizzando una lente realistica per esaminare come il mondo reagirebbe a un attacco Zero Day.

Zero Day segue George Mullen, interpretato da Robert De Niro, un ex presidente che viene riportato nel mondo della politica dopo che un devastante attacco informatico provoca innumerevoli morti e instabilità in tutto il mondo. Mullen viene incaricato di guidare una task force governativa che lavora per scoprire chi c’è dietro gli attacchi. Tuttavia, Mullen scopre presto che il complotto Zero Day è molto più profondo di quanto si pensasse inizialmente.

Zero Day è un tipo specifico di attacco informatico

Ecco cosa significa realmente il titolo

La serie Netflix Zero Day prende il nome da un termine reale utilizzato nel campo della sicurezza informatica. Le vulnerabilità zero-day si verificano quando un software viene rilasciato al pubblico con un codice che contiene una vulnerabilità o un exploit di cui il fornitore non è a conoscenza. Se qualcuno sfrutta questa vulnerabilità del codice prima che il fornitore se ne accorga, si parla di vulnerabilità zero-day, poiché il fornitore ha zero giorni per preparare una patch per risolverla.

Quando tutti i pezzi vanno al loro posto alla fine di Zero Day, diventa chiaro che l’attacco informatico della serie Netflix non è un vero attacco zero-day. Tuttavia, l’idea che si tratti di una vulnerabilità zero-day viene utilizzata in tutta la serie. Inoltre, la serie ricorda costantemente agli spettatori quanto tempo è passato da Zero Day, che è il nome dato al giorno dell’attacco nell’universo della serie.

Zero Day è possibile nella vita reale?

Sì, ma è improbabile

L’attacco informatico in Zero Day è più grande di qualsiasi cosa si sia mai vista nella vita reale, con tutti i sistemi di comunicazione, le reti elettriche e altro ancora che smettono di funzionare contemporaneamente per un minuto intero. Ipoteticamente, è possibile che un attacco di questa portata possa verificarsi nella vita reale, con un potenziale devastante per il mondo.

Tuttavia, considerando il modo in cui l’attacco è stato condotto in Zero Day, è improbabile che un attacco zero-day possa verificarsi prima che qualcuno si accorga della falla nel codice. Tuttavia, data la complessità dei sistemi di comunicazione e di alimentazione nel mondo, è impossibile dire con esattezza di cosa siano capaci gli hacker, il che significa che l’attacco in Zero Day rappresenta un rischio reale.

 
 

Zero Day, la spiegazione del finale (nel dettaglio)

Jesse Plemons e Robert De Niro in Zero Day

Zero Day è finalmente arrivato e qui viene spiegato cosa succede alla fine della miniserie. Zero Day di Netflix è una delle uscite in streaming più attese del 2025, grazie al cast stellare e agli impressionanti creatori che lo rendono incredibilmente degno di nota. Ora che tutti e sei gli episodi di Zero Day sono stati rilasciati, c’è molto da analizzare, con il complicato thriller politico che presenta ogni tipo di colpi di scena. Ecco quindi cosa succede nel finale di Zero Day, quali questioni lasciate in sospeso dalla serie e come Zero Day potrebbe collegarsi alla vita reale.

Zero Day racconta la storia di George Mullen, interpretato da Robert De Niro, un ex presidente costretto a lasciare il pensionamento dopo che un devastante attacco informatico ha destabilizzato l’intero pianeta. Mullen viene messo a capo della Commissione Zero Day grazie alla schiacciante popolarità dell’ex presidente, anche se questa diminuisce man mano che le sue tattiche diventano sempre più autoritarie nel corso della serie. Alla fine di Zero DayMullen scopre che i cospiratori di Zero Day sono in realtà funzionari governativi che hanno messo in atto gli attacchi per raggiungere i propri obiettivi, e Mullen li smaschera prima di porre fine alla Commissione Zero Day.

Come è avvenuto l’attacco Zero Day

È stato portato a termine tramite le app di Monica Kidder

Quando si sono verificati i primi attacchi Zero Day, si è pensato che fossero di origine russa, con frammenti di codice che facevano riferimento a Euromaidan. Tuttavia, la Zero Day Commission ha poi iniziato a credere che gli attacchi Zero Day fossero il prodotto di un gruppo estremista di sinistra con sede negli Stati Uniti, con i riferimenti russi che non erano altro che depistaggi. A quanto pare, entrambe le piste erano false, e gli attacchi Zero Day erano in realtà il prodotto di alcuni dei più ricchi individui degli Stati Uniti e di alcuni dei più potenti politici del paese.

Monica Kidder è un magnate della tecnologia nel mondo di Zero Day, e l’attacco Zero Day è stato il risultato delle sue app.

Si dice che le app di Kidder siano presenti sull’80% dei telefoni del mondo, con un codice sfruttabile che permetteva loro di hackerare praticamente tutta la tecnologia del mondo e di spegnerla per un minuto. Non è mai stato chiarito come l’app di Kidder sia riuscita a fare tutto questo senza essere notata, dato che Kidder si è suicidata o è stata uccisa mentre era in prigione. Tuttavia, questa vulnerabilità finì per essere incredibilmente pericolosa, causando la morte di molte persone e provocando una massiccia instabilità globale.

Tutti coloro che sono stati coinvolti nell’attacco Zero Day: tutti i cospiratori

Zero Day

Nel governo e al di fuori di esso

All’attacco Zero Day sono stati coinvolti tutti i tipi di cospiratori, con George Mullen che ha ammesso verso la fine della serie che la Zero Day Commission non è neanche lontanamente vicina a trovarli tutti. Tuttavia, ce ne sono alcuni principali. All’interno del governo, George Mullen viene informato per la prima volta degli attacchi da sua figlia, Alexandra Mullen. Alexandra spiega che lei e molti altri membri del Congresso erano a conoscenza degli attacchi prima che avvenissero, con Richard Dreyer che diceva loro che l’instabilità avrebbe portato a una nuova era di forza e unità americana.

Nel frattempo, anche diverse figure potenti esterne al governo erano coinvolte. Come già spiegato, sono state le app di Monica Kidder a rendere possibili gli attacchi, permettendole di essere utilizzate per hackerare ogni tipo di tecnologia. Anche il ricco investitore Robert Lyndon ha svolto un ruolo importante, comunicando con i vari cospiratori e persino mettendo in corto circuito il mercato prima degli attacchi per trarre profitto dall’instabilità. Alla fine della serie, George Mullen nomina diversi altri cospiratori minori, con la trama di Zero Day che va ben oltre il cast principale dello show.

Perché George Mullen ha scelto di non insabbiare la cospirazione

Zero Day

Ha abbandonato il copione

Alla fine del finale di Zero Day, George Mullen tiene una conferenza stampa, in cui condivide le scoperte della Commissione Zero Day. Sebbene Mullen avesse inizialmente ricevuto il permesso di parlare del ruolo di Kidder e Lyndon nella cospirazione, si discosta dal copione e rivela i nomi dei funzionari governativi coinvolti nella cospirazione. Mullen lo ha fatto per denunciare la corruzione all’interno del governo, ritenendo che i funzionari eletti dovrebbero cercare il bene comune e non nascondersi dalle dure verità. Ispirato dalla decisione di sua figlia di costituirsi, Mullen ha deciso che anche tutti gli altri dovrebbero affrontare la giustizia.

Che cosa è successo a Robert Lyndon?

Il destino di Robert Lyndon è un po’ misterioso alla fine di Zero Day, non si sa esattamente cosa abbia combinato. In una scena, Robert Lyndon è sul suo yacht, mentre continua a nascondere gli attacchi di Zero Day attraverso la comunicazione online. Lì, Lyndon spiega che si sta preparando a fuggire dal paese, portando con sé la sua ricchezza e salpando. Probabilmente è quello che è successo dopo la fine di Zero Day, con Lyndon che ha usato la sua ricchezza per nascondersi dalle conseguenze e iniziare una nuova vita.

Cosa succede dopo la fine di Zero Day

Anche se Zero Day termina dopo l’episodio 6, la storia è tutt’altro che finita, poiché il mondo deve ancora riprendersi dall’attacco di Zero Day. Come dice George Mullen nella sua presentazione, la Zero Day Commission sta ufficialmente terminando, il che significa che può tornare in pensione. Tuttavia, afferma anche che il governo è ben lontano dall’aver concluso le indagini sui cospiratori, con i cospiratori nominati che vengono accusati e quelli ancora sconosciuti che sono ancora ricercati.

Inoltre, Mullen spiega anche che è necessario un solido pacchetto di sicurezza informatica per garantire che gli attacchi Zero Day non si ripetano mai più. I tentativi del governo di fermare futuri tentativi di guerra informatica saranno anche una trama importante che continuerà dopo la fine di Zero Day. Dopo tutto, c’è ancora la possibilità di ulteriori attacchi Zero Day dopo i primi due, il che significa che queste vulnerabilità devono essere risolte rapidamente.

Zero Day è possibile nella vita reale?

L’attacco zero day descritto in Zero Day potrebbe effettivamente verificarsi nella vita reale. Se tutti i sistemi di comunicazione del mondo venissero interrotti anche solo per un minuto, molto probabilmente si avrebbero conseguenze fatali, poiché i sistemi di trasporto e sanitari non sarebbero in grado di funzionare. Sebbene sia improbabile che il metodo di hacking descritto in Zero Day possa essere utilizzato per un attacco di questo tipo, la dipendenza del mondo dalla tecnologia ci rende vulnerabili a queste minacce informatiche. Quindi, anche se alcuni elementi possono essere esagerati, Zero Day funge da monito per un pericolo reale.

 
 

Scissione è diventata la serie Apple TV+ più vista, spodestando Ted Lasso

Severance

La serie thriller Scissione (Severance) di Apple TV+ è diventata la serie più vista di tutti i tempi sulla piattaforma di streaming, detronizzando Ted Lasso. Lo streamer ospita una serie di programmi di vari generi, molti dei quali hanno ricevuto il plauso della critica. Tra questi ci sono commedie come Ted Lasso, commedie poliziesche come Bad Monkey e altri spettacoli strabilianti come la serie di fantascienza Dark Matter. La piattaforma è diventata anche la sede di molteplici franchise, come dimostra l’imminente Monarch: Legacy of Monsters – stagione 2, parte del Monsterverse, e l’espansione di For All Mankind con uno spinoff, intitolato Star City.

Sono le serie di fantascienza come queste ultime due che hanno riscosso il maggior successo su Apple TV+, ottenendo un alto numero di spettatori e premi per i suoi programmi del genere. Ad esempio, le stagioni 3 e 4 di Silo sono state confermate dopo l’alto numero di spettatori sulla piattaforma, incluse le numerose nomination ai premi per la stagione 1. Altri grandi show di fantascienza sulla piattaforma includono Fondazione, basato sulla serie di libri di Isaac Asimov, e Invasion, che è stato rinnovato per la terza stagione nonostante le recensioni contrastanti. Tuttavia, uno show si è dimostrato il thriller di fantascienza di maggior successo di Apple TV+ e ora è lo show più popolare di sempre.

Scissione (Severance) è diventato lo show più visto di sempre su Apple TV+

Secondo un nuovo rapporto, “Severance” è diventato il programma televisivo più visto nella storia di Apple TV+. Il thriller fantascientifico segue un gruppo di lavoratori della Lumon Industries che si sono volontariamente sottoposti al processo di “separazione”, separando i loro ricordi lavorativi da quelli esterni. Tuttavia, le vite interne ed esterne del protagonista Mark Scout (Adam Scott) iniziano a scontrarsi quando un amico di lavoro lo visita fuori, il catalizzatore di una serie di eventi misteriosi che circondano l’azienda. La seconda stagione di Severance è in corso, con cinque episodi su dieci rilasciati al momento della stesura.

Ora, Deadline Hollywood ha confermato che Severance è la serie più vista di tutti i tempi su Apple TV+, superando Ted Lasso in termini di numero di spettatori. L’affermazione del servizio di streaming è stata supportata dai dati di Nielsen: la serie è riuscita a totalizzare 589 milioni di minuti nei tre giorni successivi alla messa in onda dell’episodio 1 della seconda stagione, di cui il 28% nell’episodio in questione. È stato anche accreditato un aumento del 126% degli abbonati mensili alla piattaforma dal 1° gennaio al 19 gennaio 2025, in coincidenza con il titolo da record.

Cosa significa la popolarità di Severance per la serie

La popolarità della serie non sorprende, considerando che l’intervallo di tre anni tra una stagione e l’altra ha fatto crescere l’attesa per il ritorno. Anche Apple TV+ ha fatto un’intensa attività di marketing, con l’attrazione di attori come Scott e creativi dietro le quinte come Ben Stiller che hanno contribuito a far conoscere la serie al pubblico. Aiuta il fatto che la serie faccia progressi continui nei suoi misteri ad ogni nuovo episodio, contribuendo alla sua popolarità grazie alla promessa di risposte che alla fine arriveranno.

 
 

Tracker, Georgie & Mandy’s First Marriage e altri 7 programmi della CBS ottengono il rinnovo

Tracker serie tv

La CBS ha rinnovato le serie Tracker e Georgie & Mandy’s First Marriage insieme ad altre sette. Tracker è una serie tratta dal romanzo di Jeffery Deaver The Never Game, pubblicato nel 2024, che segue le avventure del solitario cacciatore Colter Shaw (Justin Hartley, protagonista di This Is Us). Georgie & Mandy’s First Marriage è il secondo spin-off della sitcom di successo The Big Bang Theory, che segue la vita coniugale del fratello maggiore di Sheldon, Georgie Cooper (Montana Jordan), e di sua moglie Mandy (Emily Osment) dopo gli eventi del finale della serie Young Sheldon.

Paramount ha annunciato il rinnovo di nove programmi della CBS. L’annuncio comprende Tracker – stagione 3, Georgie & Mandy’s First Marriage stagione 2, Elsbeth – stagione 3, Fire Country – stagione 4, NCIS – stagione 23, NCIS: Origins – stagione 2, NCIS: Sydney – stagione 3 e Hollywood Squares – stagione 2.

Hanno anche rinnovato la sitcom Ghosts per due stagioni, che quindi andrà in onda fino al 2027 con la quinta e la sesta stagione. Altri ordini e rinnovi di serie sono previsti in un secondo momento.

Cosa significano questi rinnovi per la CBS

Questa ampia serie di rinnovi vede il programma della CBS per la stagione 2025-2026 prendere forma, in gran parte in un colpo solo. I programmi rinnovati si aggiungono a un palinsesto che già include la seconda stagione di Matlock, l’ottava stagione di FBI (già confermata nell’ambito di un precedente rinnovo per due stagioni) e nuovi programmi tra cui lo spin-off di Fire Country, Sheriff Country, lo spin-off di Blue Bloods, Boston Blue, e il talent show canoro senza copione The Road.

Boston Blue vedrà Donnie Wahlberg riprendere il ruolo del detective Danny Reagan, che ha interpretato in tutte le 14 stagioni della serie poliziesca della CBS.

Le serie sceneggiate esistenti che rimangono in bilico includono ancora la serie poliziesca S.W.A.T. (che è stata rinnovata per l’ottava stagione in corso dopo che la settima era stata precedentemente fissata come l’ultima), le sitcom The Neighborhood e Poppa’s House, il dramma poliziesco The Equalizer e le restanti serie FBI FBI: International e FBI: Most Wanted. Resta da vedere se alcune o tutte queste serie saranno rinnovate. Tuttavia, il fatto che la CBS abbia concesso il rinnovo a una combinazione di serie di lunga data e show al loro esordio indica che tutte potrebbero avere una possibilità.

 
 

Storia della mia famiglia, recensione della serie con Eduardo Scarpetta

Storia della mia famiglia è la nuova serie Netflix ideata da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini, disponibile sulla piattaforma dal 19 febbraio con tutti e sei gli episodi rilasciati contemporaneamente. Una serie che, partendo da un nucleo drammatico, riesce a tessere un racconto che alterna leggerezza e profondità, allegria e dolore, affrontando un ampio spettro di emozioni con grande naturalezza.

Il protagonista della storia è Fausto, interpretato con grande intensità da Eduardo Scarpetta, la serie ci accompagna nel suo ultimo giorno di vita. Malato terminale, padre single di due bambini, Fausto affida la sua eredità a delle registrazioni vocali e i suoi figli alla sua famiglia allargata: madre, fratello e migliori amici, “i fantastici quattro” come li chiama lui. Accanto a lui, un cast affiatato che contribuisce in modo determinante alla riuscita della narrazione: Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo incarnano i membri della sua famiglia sgangherata, ognuno alle prese con il proprio bagaglio di errori, paure e speranze.

Storia della mia famiglia non convenzionale ma contemporanea

Uno degli aspetti più riusciti della serie è proprio la rappresentazione della famiglia. Non un nucleo tradizionale, bensì un clan eterogeneo, una tribù, come la definisce il creatore, fatto di legami elettivi, responsabilità inattese e affetto incondizionato. Gravino e Cupellini costruiscono un ritratto autentico della famiglia contemporanea, lontano dagli stereotipi, in cui il legame affettivo diventa la base su cui si costruisce la fiducia verso un futuro, merce rarissima per i giovani di questa generazione. Una messa in pratica, nella serie, di quello che era il pensiero di Michela Murgia sulla famiglia allargata, concepita come un insieme di individui che scelgono di esserci l’uno per l’altro, e ispirazione dichiarata per Gravino. Si crea così un nucleo sociale intorno ai più piccoli, che non è più formato dalla dualità madre/padre, ma da tante persone che contribuiscono alla crescita dell’individuo, arricchendolo di esperienze e punti di vista, formando una rete di salvataggio fisica e emotiva.

Dal punto di vista stilistico, la regia di Cupellini è misurata, accompagnata da una selezione musicale accattivante, che accompagna la narrazione senza mai risultare invasiva. Le inquadrature sono studiate per valorizzare l’intensità delle interpretazioni, mentre la fotografia contribuisce a creare un’atmosfera calda e realistica, ogni elemento è al servizio degli attori, che mettono in scena personaggi sfaccettati, fallibili, spaventati, che elaborano un lutto drammatico sforzandosi di rimettere insieme i pezzi delle loro vite. La serie non si rifugia in una rappresentazione patinata della realtà, ma abbraccia la sua imperfezione, rendendo i personaggi ancora più vicini al reale. Un trattamento che si riflette nell’onestà con cui vengono tratteggiati i personaggi. Nessuno di loro è idealizzato o perfetto: tutti commettono errori, spesso macroscopici, ma allo stesso tempo sono capaci di gesti di grande umanità.

Il perdono al di là della nostra mediocrità

Questo equilibrio tra mediocrità e grandezza, tra fallibilità e redenzione, rappresenta uno degli aspetti più originali della serie che dribbla con intelligenza il messaggio pedagogico: l’essere umano è fatto di contraddizioni, e nell’accettazione di queste imperfezioni si trova la chiave per costruire legami autentici. Il perdono diventa così il tema portante della narrazione, un invito a comprendere e accettare gli altri nonostante i loro difetti, perché è questa l’unica via per sopperire a quelle mancanze e a quegli errori che prima o poi tutti commettiamo.

La forza di Storia della mia famiglia risiede nella sua capacità di parlare a tutti. Chiunque si ritroverà in uno dei suoi personaggi, nelle loro debolezze e nei loro sogni, nelle loro paure e nei loro gesti d’amore. Una serie che celebra la complessità della natura umana, che tocca corde profonde, e racconta con grande intelligenza e modernità la condizione dura e dolorosa di chi elabora un lutto ma che non può lasciarsi andare all’inattività e deve reagire.

Storia della mia famiglia è, a sorpresa, una delle proposte più interessanti del panorama televisivo italiano recente. Un racconto autentico e vibrante che, ci ricorda che, nonostante tutti i suoi dilemmi e complessità, la famiglia in ogni sua forma è il luogo in cui possiamo sempre tornare.

 
 

Win or Lose, recensione della serie Pixar

La Pixar ha sempre saputo costruire storie uniche partendo da idee semplici ma affascinanti: e se i giocattoli fossero vivi? E se le emozioni avessero una loro personalità? E se i supereroi fossero anche genitori? Con Win or Lose, la chiarezza dei concept storici della casa di produzione viene meno, e le intenzioni non sono immediatamente chiare.

La serie segue una struttura “a punti di vista”, raccontando l’arco di tempo di una stessa settimana attraverso il punto di vista di più personaggi che, alla fine di ogni episodio, si ritrovano alla stessa partita di softball. Ogni episodio offre uno sguardo unico su un protagonista, personalizzando lo stile d’animazione e le metafore visive per rappresentare il suo mondo interiore.

Al centro di Win or Lose troviamo Laurie (Rosie Foss), figlia dell’allenatore, viene sopraffatta dall’ansia, rappresentata da una gigantesca macchia di sudore che la segue. Frank (Josh Thomson), l’arbitro della partita, utilizza la sua attrezzatura come una corazza emotiva per proteggersi dal dolore di una recente rottura. Rochelle (Milan Elizabeth Ray) si sente costretta a crescere troppo in fretta, e la sua percezione cambia radicalmente quando vediamo la storia dal punto di vista di sua madre, Vanessa (Rosa Salazar), per i primi quattro episodi.

A quale pubblico è rivolta Win or Lose?

Questo approccio narrativo solleva anche una questione fondamentale: a chi è destinata la serie? Alcuni elementi possono risultare troppo infantili per gli adulti, mentre altri potrebbero risultare complessi per i bambini. L’equilibrio tra leggerezza e profondità a volte si perde, rendendo l’esperienza altalenante. Tuttavia, man mano che la serie procede, il quadro generale diventa più chiaro e coinvolgente, migliorando episodio dopo episodio.

Dal punto di vista tecnico, la Pixar mantiene la sua eccellenza nell’animazione. Le metafore visive utilizzate per mettere in scena le emozioni si inserisce in quel percorso, per chi scrive problematico, che prosegue ormai da diverso tempo e che ha l’effetto di una ridondante esigenza di spiegare il contesto, quello che succede e quello che si vede, aggirando proprio la metafora narrativa più raffinata, sfidante per lo spettatore. La struttura episodica fa sì che ogni puntata si concluda con un cliffhanger, rendendo la visione frammentata se non affrontata come un’unica maratona.

Win or Lose
Win or Lose

L’arrivo di Win or Lose su Disney+ si inserisce in un momento in cui la Pixar sta ancora cercando di definire il proprio ruolo nella serialità televisiva. Con precedenti esperimenti come Dreams Production, lo studio ha trovato modi interessanti per espandere i suoi universi, ma senza mai raggiungere la stessa rilevanza dei suoi film. In questo contesto, Win or Lose rappresenta un passo avanti, dimostrando che la serialità può offrire opportunità narrative che un film non permetterebbe.

Win or Lose tratta temi complessi

Uno dei punti di forza della serie è proprio la sua capacità di trattare temi complessi in modo accessibile: le pressioni genitoriali, gli appuntamenti online, la gestione dei social media, le difficoltà finanziarie e le sfide della moralità quotidiana. Nonostante qualche incertezza, questi elementi conferiscono a Win or Lose una profondità inaspettata, rendendola un passatempo per molti versi “impegnato”.

Win or Lose non è un trionfo assoluto, ma nemmeno un fallimento. È una serie con momenti di grande impatto emotivo. La Pixar potrebbe non aver ancora trovato la formula perfetta per la tv a episodi, ma questo esperimento è sicuramente un passo nella giusta direzione.

 
 

Euphoria – stagione 3: cast, trama e tutto quello che sappiamo

Euphoria - Stagione 3

La serie TV di successo della HBO con protagonista Zendaya ha concluso la seconda stagione nel febbraio 2022 e, tre anni dopo, stanno arrivando le prime notizie sulla terza stagione di Euphoria. Dopo la prima uscita nel 2019, la seconda stagione di Euphoria ha fatto attendere a lungo il suo pubblico, con oltre due anni di pausa tra la prima e la seconda stagione (ad eccezione di due episodi speciali incentrati sui personaggi di Rue, interpretato da Zendaya, e Jules, interpretato da Hunter Schafer). La seconda stagione di Euphoria si è rivelata controversa nonostante la sua popolarità alle stelle, alimentando accese discussioni sui social media sia sui retroscena della serie che su alcune delle scelte creative fatte durante la sua messa in onda. La seconda stagione di Euphoria riprende qualche tempo dopo gli eventi del finale della prima stagione, con Rue che ha avuto una ricaduta ed è ancora separata dalla sua (ormai ex) fidanzata Jules dopo che lei l’ha lasciata alla stazione ferroviaria.

Jules non sa che Rue ha avuto una ricaduta, anche se è subito chiaro che qualcosa non va. Non è ancora chiaro quale sarà il futuro di Euphoria, dato che il finale della seconda stagione non offre un quadro molto chiaro di ciò che potrebbe riservare la serie. Nonostante questi difetti, la sicurezza con cui la serie è stata realizzata fa pensare che la terza stagione di Euphoria potrebbe superare la precedente.

Le ultime notizie sulla terza stagione di Euphoria

Mentre i lavori per la tanto attesa terza stagione procedono, le ultime notizie arrivano sotto forma di un video BTS della terza stagione di Euphoria. Il clip è stato fornito dall’utente X (ex Twitter) @euphoriacentral e mostra Cassie, interpretata da Sydney Sweeney, che cammina lungo la navata in abito da sposa. Non è chiaro chi stia sposando, ma i dettagli della scenografia mostrano le iniziali “C&N”. Questo implica che sposerà Nate, anche se non c’è ancora nulla di confermato. D’altra parte, potrebbe anche trattarsi di una sequenza onirica, come già utilizzato in precedenza nella serie.

Euphoria stagione 2 si è conclusa il 27 febbraio 2022.

Stato della produzione di Euphoria – Stagione 3

Euphoria Zendaya e Hunter Schafer
Zendaya e Hunter Schafer in Euphoria

Le riprese sono iniziate nel febbraio 2025

Più tempo ci vorrà per la realizzazione della terza stagione di Euphoria, meno il pubblico sarà propenso ad aspettare.

Anche se la terza stagione di Euphoria è stata approvata dalla HBO nel 2022, ciò non significa che uscirà a breve. Tra i ritardi dovuti alla programmazione e la perdita di gran parte del 2023 a causa degli scioperi di Hollywood, è stato ora rivelato che Euphoria non tornerà prima del 2026. La HBO non ha ancora fornito una data di uscita più precisa.

La prima notizia positiva sulla terza stagione è arrivata nel luglio 2024 con l’annuncio che le riprese dei nuovi episodi sarebbero iniziate nel gennaio 2025. Il direttore della HBO Casey Bloys ha confermato con enfasi la data delle riprese nel gennaio 2025 in una dichiarazione del novembre 2024, rivelando che la terza stagione avrà otto episodi. Purtroppo, più tempo ci vorrà per la realizzazione della terza stagione di Euphoria, meno il pubblico sarà propenso a rimanere fedele alla serie. Le riprese sono state annunciate all’inizio di febbraio 2025, ma non è stata rivelata alcuna tempistica.

Gli scioperi della WGA e della SAG/AFTRA si sono protratti da maggio a novembre 2023 e hanno causato il ritardo o la sospensione di molte produzioni televisive e cinematografiche.

Dettagli sul cast della terza stagione di Euphoria

Il cast della terza stagione di Euphoria vedrà molti ritorni, ma ci sono anche alcuni membri del cast principale che non torneranno. Le protagoniste Zendaya e Hunter Schafer torneranno nei panni di Rue e Jules, mentre Jacob Elordi tornerà nei panni di Nate. Eric Dane tornerà nei panni del padre di Nate, Cal, mentre Sydney Sweeney riprenderà il ruolo di Cassie nella prossima stagione. Anche Alexa Demie (che interpreta Maddy) e Maude Apatow (Lexi) torneranno nei ruoli fissi della serie, mentre Colman Domingo sarà guest star nel ruolo di Ali. La candidata all’Oscar Sharon Stone (Casino) si è unita al cast della serie in un ruolo ancora sconosciuto.

Dominic Fike tornerà nella terza stagione nei panni di Elliot, mentre Martha Kelly (Laurie) e Chloe Cherry (Faye) sono state promosse a personaggi fissi. Tra i nuovi arrivati figurano Akinnuoye-Agbaje (Suicide Squad) e Toby Wallace (Babyteeth) come personaggi fissi, insieme alla vincitrice di Grammy Rosaliá, l’ex star della NFL Marshawn Lynch e Kadeem Hardison. Darrell Britt-Gibson (She Taught Love), Priscilla Delgado (Julieta), James Landry Hébert (1883) e Anna Van Patten (Gossip Girl) si sono aggiunti al cast in ruoli secondari.

La terza stagione non vedrà la partecipazione di Storm Reid nel ruolo di Gia, e la giovane star non riprenderà il suo ruolo. Mentre il resto del cast principale dovrebbe tornare, l’unico punto interrogativo era Barbie Ferreira nel ruolo di Kat Hernandez. Dopo diversi scontri con lo showrunner Sam Levinson, Ferreira ha finalmente annunciato che avrebbe lasciato Euphoria perché non le piaceva la direzione che stava prendendo il suo personaggio. L’attrice ha rivelato il motivo della sua partenza, dicendo (tramite Cinema Blend):

“Penso che il mio personaggio, che amo tantissimo, non avesse un futuro. … Penso che avrebbe potuto avere un futuro, ma non credo che sarebbe stato adatto alla serie. Non so se gli avrebbe reso giustizia”.

Dettagli della trama Euphoria – Stagione 3

Cosa succederà nella terza stagione?

Nonostante una serie controversa e un finale piuttosto confuso, la fine della seconda stagione di Euphoria apre numerose possibilità per la trama della terza stagione. Mentre non è chiaro dove alcuni personaggi siano diretti – Rue sembra essere sulla via della redenzione, ma c’è anche un accenno che potrebbe ricadere – ci sono relazioni che devono essere seguite. La terza stagione vedrà anche un salto temporale che porterà i personaggi fuori dall’ambiente scolastico, anche se non è chiaro dove finiranno.

La scomparsa di Angus Cloud richiederà probabilmente alcuni cambiamenti nella trama per tenere conto della sua assenza.

Dalla caduta di Fez e dalla sua reazione alla morte di Ashtray, alla relazione tra Cassie e Maddy (e la storia d’amore della prima con Nate), ci sono molti spunti da cui attingere per la terza stagione di Euphoria. Tuttavia, la scomparsa di Angus Cloud richiederà probabilmente alcune modifiche alla trama per giustificare la sua assenza. Dopo che altri personaggi come Kat, Jules ed Elliot sono stati messi da parte, non è chiaro cosa li attenda nella prossima stagione.

 
 

FolleMente: recensione del film di Paolo Genovese

Ogni secondo di ogni giornata, la nostra mente è affollata di pensieri. Cerchiamo di dar ascolto a tutti, rischiando di generare un caos incontrollato. Ecco perché a volte, quello che serve fare, è spegnere l’interruttore e lasciarsi andare. Sono queste le fondamenta su cui si costruisce FolleMente, il nuovo film di Paolo Genovese, che torna al cinema schierando un parterre di star di tutto rispetto del nostro panorama cinematografico per raccontare, da un lato, la bellezza della semplicità nei rapporti umani e, dall’altro, la complessità della personalità maschile e femminile.

Pilar Fogliati ed Edoardo Leo sono la coppia perfetta scelta per rappresentare le due facce della stessa medaglia, supportati da Claudio SantamariaMarco GialliniRocco PapaleoMaurizio LastricoVittoria Puccini, Claudia PandolfiEmanuela Fanelli e Mariachiara Giannetta, che danno voce e corpo ai loro incasinati pensieri.

La trama di FolleMente

Lara e Piero sono due sconosciuti al loro primo appuntamento, ma anziché seguire la comune prassi di incontrarsi in un ristorante, si vedono a casa di lei. Una scelta inusuale per Piero, che arriva sotto casa della ragazza con mille dubbi e ipotesi sul perché abbia optato per questa soluzione. Si chiede se sarà all’altezza, se riuscirà a rompere il ghiaccio dopo sei mesi di astinenza. Lara, nel frattempo, si preoccupa invece di quale atmosfera creare e se il suo look sia adeguato. Quando finalmente si incontrano sulla soglia della porta, i loro pensieri iniziano ad accavallarsi. Nella testa di Piero si scambiano battute Il Professore, Eros, Valium e Romeo, in quella di Lara a confrontarsi sono invece Giulietta, Trilli, Scheggia e Alfa. Cosa è meglio dire? Cosa fare? Ogni loro riflessione prende forma, svelandoci gli ingranaggi nascosti dietro le parole che scegliamo e le azioni che compiamo.

Mente caotica, pensieri veloci a cui mettere il freno

Guardando FolleMente, è facile pensare al libro di successo di John Gray, Gli uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere. L’autore, con attenta analisi, raccontava le differenze nel modo di pensare, agire e amare tra uomini e donne. Due mondi distinti, ma in qualche modo complementari. Nel primo incontro tra Lara e Piero ci troviamo di fronte proprio a questo: le loro riflessioni e la percezione dell’altro vengono esplicitate da figure in carne e ossa che incarnano le varie sfumature della loro personalità e mentalità. Entrambi hanno un assetto consolidato di pensieri e attitudini: c’è la parte romantica, quella folle, quella razionale e quella erotica. Lara e Piero hanno quindi più in comune di quanto credano, incluso il non riuscire a mettere a tacere le voci nella loro testa, che impediscono loro di essere completamente spontanei. Ciò che cambia è il loro modo di relazionarsi, elemento che diventa la forza della pellicola.

Nella loro “control room” (per citare Inside Out), nessuno ha però il pieno controllo: ogni lato del loro carattere e ogni pensiero si fanno spazio e prendono il sopravvento. Questo permette alle dinamiche che si creano nei tre spazi – quello fisico dei protagonisti e quelli mentali, teatro di tutte le vicende – di rendere la narrazione più ritmata e coinvolgente, sostenuta da una regia solida e incalzante e da un cast affiatato con la giusta alchimia.

Un cast da applausi

Ed è proprio il cast la punta di diamante di FolleMente. Pilar Fogliati ed Edoardo Leo sono attori noti per la loro vena comica – pur essendo eccellenti anche in ruoli drammatici – e questo contribuisce a creare un’atmosfera divertente e frizzante, capace di suscitare nel pubblico continue risate. Inoltre, avendo un’ottima padronanza dei tempi comici e della cadenza delle battute, hanno la capacità di rendere il racconto ancora più credibile e autentico. E lo stesso vale per i loro comprimari, Claudio Santamaria, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Maurizio Lastrico, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli e Mariachiara Giannetta, in perfetta sintonia.

Grazie alle loro brillanti interpretazioni, ci si lascia trasportare in quelli che sono – letteralmente – gli scontri e il caos che ognuno di noi ha nella propria testa. Rendendoci conto, di conseguenza, di quanto spesso ci lasciamo travolgere da un’infinità di pensieri inutili, che ci impediscono di goderci il momento, facendoci rischiare di perdere occasioni che potrebbero cambiarci la vita.

Lasciarsi andare al fluire incontrollato delle cose

Ecco, dunque, cosa ci ricorda FolleMente: per quanto uomini e donne abbiano impostazioni mentali diverse, questo non basta a renderli davvero distanti. Perché, in fondo, a prescindere dal genere, abbiamo tutti bisogno di spegnere il cervello e abbandonarci a ciò che accade senza pensare troppo. Per quanto sia bello dare libero sfogo ai nostri pensieri.

 
 

Bridgerton – Stagione 4: conferma, cast, trama e tutto quello che sappiamo

Bridgerton - stagione 4

La serie romantica di grande successo ambientata nell’epoca della Reggenza ha già fatto battere i cuori per tre stagioni e Netflix ha rinnovato in anticipo Bridgerton per la quarta stagione. Basata sulla serie di libri di Julia Quinn, Bridgerton racconta le vicende dei vari membri dell’omonima famiglia che cercano l’amore nella “ton” durante l’epoca della Reggenza nella storia inglese. Noto per i suoi design colorati e l’approccio anacronistico al tema storico, Bridgerton ha conquistato il pubblico con il suo fascino e le sue storie d’amore appassionate sin dal suo debutto su Netflix nel 2020.

Ennesimo fiore all’occhiello di Netflix, Bridgerton è diventato rapidamente uno dei programmi più popolari della piattaforma e la sua reputazione è cresciuta negli anni. Nel 2023 è stato prodotto uno spin-off intitolato Queen Charlotte: A Bridgerton Story, e il colosso dello streaming è diventato un franchise prima ancora che uscisse la terza stagione. I migliori drammi in costume sono sempre spettacoli sontuosi, ma Bridgerton è riuscito a alzare la posta in gioco e ha dato il via a un boom di produzioni anacronistiche ambientate in epoche passate. Il rinnovo anticipato di Netflix per la quarta stagione significa che i fan non dovranno preoccuparsi e che il futuro di Bridgerton sembra assicurato.

Ultime notizie sulla quarta stagione di Bridgerton

Mentre continua l’attesa per il ritorno della serie, arrivano le ultime notizie sotto forma di nuove immagini della quarta stagione di Bridgerton. Le due immagini sono state condivise tramite l’account ufficiale di Bridgerton su X (ex Twitter) e offrono un indizio su alcune interessanti deviazioni dal romanzo An Offer From A Gentleman. Una delle immagini mostra Eloise e Penelope che passeggiano per le strade di Londra mentre chiacchierano, mentre l’altra introduce le nuove arrivate Rosamund Li (Michelle Mao) e Posy Li (Isabella Wei). Le due sono le sorellastre di Sophie Baek e sono chiaramente ispirate alle perfide sorellastre di Cenerentola della classica fiaba.

L’immagine è unica perché anticipa una scena in cui le sorelle di Benedict, Hyacinth ed Eloise, ospitano i fratelli di Sophie, ma è chiaro che le cose non stanno andando bene. Questa scena non è presente nel libro e suggerisce che la quarta stagione andrà oltre i confini del romanzo. Non è ancora chiaro come la storia cambierà, ma ulteriori dettagli sono attesi a breve.

La quarta stagione di Bridgerton è confermata (e il libro è stato scelto)

A differenza di altre serie che lasciano i fan con il fiato sospeso per mesi in attesa di conoscere il destino del loro show preferito, Netflix ha deciso in anticipo di rinnovare Bridgerton. Dopo il successo della seconda stagione, la piattaforma di streaming non ha perso tempo e ha rinnovato preventivamente Bridgerton per la terza e la quarta stagione contemporaneamente. Anche se il futuro oltre la quarta stagione è ancora incerto, è probabile che siano in lavorazione altre stagioni della serie romantica ambientata nell’epoca della Reggenza.

La prima parte della terza stagione di Bridgerton è stata trasmessa il 16 maggio 2024, seguita dalla seconda parte il 13 giugno 2024.

Con il clamore ancora vivo intorno alla terza stagione della grande hit di Netflix, la quarta stagione ha già rubato la scena con l’annuncio che Benedict sarà il protagonista della prossima storia. Ciò significa che il libro che verrà adattato per le prossime stagioni sarà presumibilmente An Offer from a Gentleman di Quinn, il terzo della serie. Per commemorare l’inizio delle riprese nel settembre 2024, Netflix ha condiviso un’immagine di Ha e Luke Thompson, protagonista di Benedict, insieme per la prima volta. Di seguito il post di Netflix su X (precedentemente Twitter):

Stato della produzione della quarta stagione di Bridgerton

Le riprese della nuova stagione di Bridgerton sono iniziate a settembre 2024, il che significa che la stagione non uscirà prima della fine del 2025 o del 2026, con alcune speculazioni che la serie potrebbe puntare a un’uscita a dicembre o febbraio. Le stagioni precedenti sono state pubblicate a dicembre, marzo e maggio, quindi è probabile che l’uscita avvenga in inverno/primavera. Inoltre, la showrunner Jess Brownell ha spiegato a giugno che c’è un lungo processo tra l’inizio delle riprese e l’uscita della serie (tramite The Hollywood Reporter).

Stiamo lavorando per cercare di pubblicare le stagioni più rapidamente, ma ci vogliono otto mesi per girare, poi devono essere montate e doppiate in tutte le lingue. Anche la scrittura richiede molto tempo, quindi siamo su un ritmo di due anni. Stiamo cercando di accelerare, ma rimarremo comunque in quel lasso di tempo.

Con un ritmo biennale, la quarta stagione uscirebbe nella primavera del 2026.

Cast della quarta stagione di Bridgerton

Il cast di Bridgerton è ovviamente un ensemble enorme e molti dei personaggi sono rimasti fedeli alla serie di stagione in stagione. L’unica eccezione di rilievo è stata Simon Basset (Rege-Jean Page), che non si vede dalla prima stagione, perché Page ha deciso di lasciare la serie. Di conseguenza, anche Daphne appare sempre meno, anche se Antony e Kate sono entrambi apparsi in tutta la terza stagione. È già stato rivelato che Penelope e Colin torneranno nella quarta stagione di Bridgerton – e con Penelope nei panni di Lady Whistledown, sarebbe impossibile immaginare la serie senza di lei! Anche se la portata e l’entità dei loro ruoli sono sconosciuti, questo significa che Nicola Coughlan e Luke Newton torneranno a interpretare i loro ruoli.

Tra i ritorni quasi certi ci sono Golda Rosheuvel nei panni della regina Charlotte, Adjoa Andoh nei panni di Lady Agatha Danbury e la maggior parte del clan Bridgerton. Anthony Bridgerton, interpretato da Jonathan Bailey, ha trovato il suo vero amore in Kate (Simone Ashley) nella seconda stagione, e Bailey è confermato per il ritorno nella quarta stagione al fianco di Kate. Nel frattempo, Benedict (Luke Thompson) ed Eloise (Claudia Jessie) non hanno ancora vissuto i loro momenti romantici sotto il sole, quindi dovranno riprendere i loro ruoli. Francesca, interpretata da Hannah Dodd, ha invece vissuto una storia d’amore nella terza stagione, ma i fan del libro sanno che questo è solo l’inizio della sua storia.

In un cambiamento radicale stabilito alla fine della terza stagione di Bridgerton, sembra che Julie Andrews potrebbe non tornare come voce della narratrice Lady Whistledown, dopo che Penelope ha abbandonato il suo personaggio per continuare il suo giornale mondano con il proprio nome. Anche la questione se Anthony e Kate torneranno davvero dall’India è urgente, ma la responsabilità di Anthony come visconte e capo della sua famiglia significa che non può stare lontano per sempre.

Un nuovo personaggio che sappiamo avrà un ruolo nella quarta stagione di Bridgerton è Michaela Stirling, interpretata da Masali Baduza, che cattura immediatamente l’attenzione di Francesca. I fan del libro riconosceranno l’origine del suo nome e probabilmente potranno immaginare quale ruolo avrà nella storia di Francesca. Allo stesso modo, Yerin Ha si è unita al cast della quarta stagione nel ruolo di Sophie Baek (rinominata Sophie Beckett nei libri), l’interesse amoroso di Benedict. Katie Leung interpreterà Lady Araminta Gun, mentre Isabella Wei e Michelle Mao interpreteranno rispettivamente Posy Li e Rosamund Li. Le sorelle Li sono le perfide sorellastre di Sophie.

La serie romantica di grande successo ambientata nell’epoca della Reggenza ha già fatto battere i cuori per tre stagioni e Netflix ha rinnovato in anticipo Bridgerton per la quarta stagione. Basata sulla serie di libri di Julia Quinn, Bridgerton racconta le vicende dei vari membri dell’omonima famiglia che cercano l’amore nella “ton” durante l’epoca della Reggenza nella storia inglese. Noto per i suoi design colorati e l’approccio anacronistico al tema storico, Bridgerton ha conquistato il pubblico con il suo fascino e le sue storie d’amore appassionate sin dal suo debutto su Netflix nel 2020.

Ennesimo fiore all’occhiello di Netflix, Bridgerton è diventato rapidamente uno dei programmi più popolari della piattaforma e la sua reputazione è cresciuta negli anni. Nel 2023 è stato prodotto uno spin-off intitolato Queen Charlotte: A Bridgerton Story, e il colosso dello streaming è diventato un franchise prima ancora che uscisse la terza stagione. I migliori drammi in costume sono sempre spettacoli sontuosi, ma Bridgerton è riuscito a alzare la posta in gioco e ha dato il via a un boom di produzioni anacronistiche ambientate in epoche passate. Il rinnovo anticipato di Netflix per la quarta stagione significa che i fan non dovranno preoccuparsi e che il futuro di Bridgerton sembra assicurato.

Ultime notizie sulla quarta stagione di Bridgerton

Mentre continua l’attesa per il ritorno della serie, arrivano le ultime notizie sotto forma di nuove immagini della quarta stagione di Bridgerton. Le due immagini sono state condivise tramite l’account ufficiale di Bridgerton su X (ex Twitter) e offrono un indizio su alcune interessanti deviazioni dal romanzo An Offer From A Gentleman. Una delle immagini mostra Eloise e Penelope che passeggiano per le strade di Londra mentre chiacchierano, mentre l’altra introduce le nuove arrivate Rosamund Li (Michelle Mao) e Posy Li (Isabella Wei). Le due sono le sorellastre di Sophie Baek e sono chiaramente ispirate alle perfide sorellastre di Cenerentola della classica fiaba.

L’immagine è unica perché anticipa una scena in cui le sorelle di Benedict, Hyacinth ed Eloise, ospitano i fratelli di Sophie, ma è chiaro che le cose non stanno andando bene. Questa scena non è presente nel libro e suggerisce che la quarta stagione andrà oltre i confini del romanzo. Non è ancora chiaro come la storia cambierà, ma ulteriori dettagli sono attesi a breve.

La quarta stagione di Bridgerton è confermata (e il libro è stato scelto)

A differenza di altre serie che lasciano i fan con il fiato sospeso per mesi in attesa di conoscere il destino del loro show preferito, Netflix ha deciso in anticipo di rinnovare Bridgerton. Dopo il successo della seconda stagione, la piattaforma di streaming non ha perso tempo e ha rinnovato preventivamente Bridgerton per la terza e la quarta stagione contemporaneamente. Anche se il futuro oltre la quarta stagione è ancora incerto, è probabile che siano in lavorazione altre stagioni della serie romantica ambientata nell’epoca della Reggenza.

La prima parte della terza stagione di Bridgerton è stata trasmessa il 16 maggio 2024, seguita dalla seconda parte il 13 giugno 2024.

Con il clamore ancora vivo intorno alla terza stagione della grande hit di Netflix, la quarta stagione ha già rubato la scena con l’annuncio che Benedict sarà il protagonista della prossima storia. Ciò significa che il libro che verrà adattato per le prossime stagioni sarà presumibilmente An Offer from a Gentleman di Quinn, il terzo della serie. Per commemorare l’inizio delle riprese nel settembre 2024, Netflix ha condiviso un’immagine di Ha e Luke Thompson, protagonista di Benedict, insieme per la prima volta. Di seguito il post di Netflix su X (precedentemente Twitter):

Stato della produzione della quarta stagione di Bridgerton

Le riprese della nuova stagione di Bridgerton sono iniziate a settembre 2024, il che significa che la stagione non uscirà prima della fine del 2025 o del 2026, con alcune speculazioni che la serie potrebbe puntare a un’uscita a dicembre o febbraio. Le stagioni precedenti sono state pubblicate a dicembre, marzo e maggio, quindi è probabile che l’uscita avvenga in inverno/primavera. Inoltre, la showrunner Jess Brownell ha spiegato a giugno che c’è un lungo processo tra l’inizio delle riprese e l’uscita della serie (tramite The Hollywood Reporter).

Stiamo lavorando per cercare di pubblicare le stagioni più rapidamente, ma ci vogliono otto mesi per girare, poi devono essere montate e doppiate in tutte le lingue. Anche la scrittura richiede molto tempo, quindi siamo su un ritmo di due anni. Stiamo cercando di accelerare, ma rimarremo comunque in quel lasso di tempo.

Con un ritmo biennale, la quarta stagione uscirebbe nella primavera del 2026.

Cast della quarta stagione di Bridgerton

Il cast di Bridgerton è ovviamente un ensemble enorme e molti dei personaggi sono rimasti fedeli alla serie di stagione in stagione. L’unica eccezione di rilievo è stata Simon Basset (Rege-Jean Page), che non si vede dalla prima stagione, perché Page ha deciso di lasciare la serie. Di conseguenza, anche Daphne appare sempre meno, anche se Antony e Kate sono entrambi apparsi in tutta la terza stagione. È già stato rivelato che Penelope e Colin torneranno nella quarta stagione di Bridgerton – e con Penelope nei panni di Lady Whistledown, sarebbe impossibile immaginare la serie senza di lei! Anche se la portata e l’entità dei loro ruoli sono sconosciuti, questo significa che Nicola Coughlan e Luke Newton torneranno a interpretare i loro ruoli.

Tra i ritorni quasi certi ci sono Golda Rosheuvel nei panni della regina Charlotte, Adjoa Andoh nei panni di Lady Agatha Danbury e la maggior parte del clan Bridgerton. Anthony Bridgerton, interpretato da Jonathan Bailey, ha trovato il suo vero amore in Kate (Simone Ashley) nella seconda stagione, e Bailey è confermato per il ritorno nella quarta stagione al fianco di Kate. Nel frattempo, Benedict (Luke Thompson) ed Eloise (Claudia Jessie) non hanno ancora vissuto i loro momenti romantici sotto il sole, quindi dovranno riprendere i loro ruoli. Francesca, interpretata da Hannah Dodd, ha invece vissuto una storia d’amore nella terza stagione, ma i fan del libro sanno che questo è solo l’inizio della sua storia.

In un cambiamento radicale stabilito alla fine della terza stagione di Bridgerton, sembra che Julie Andrews potrebbe non tornare come voce della narratrice Lady Whistledown, dopo che Penelope ha abbandonato il suo personaggio per continuare il suo giornale mondano con il proprio nome. Anche la questione se Anthony e Kate torneranno davvero dall’India è urgente, ma la responsabilità di Anthony come visconte e capo della sua famiglia significa che non può stare lontano per sempre.

Un nuovo personaggio che sappiamo avrà un ruolo nella quarta stagione di Bridgerton è Michaela Stirling, interpretata da Masali Baduza, che cattura immediatamente l’attenzione di Francesca. I fan del libro riconosceranno l’origine del suo nome e probabilmente potranno immaginare quale ruolo avrà nella storia di Francesca. Allo stesso modo, Yerin Ha si è unita al cast della quarta stagione nel ruolo di Sophie Baek (rinominata Sophie Beckett nei libri), l’interesse amoroso di Benedict. Katie Leung interpreterà Lady Araminta Gun, mentre Isabella Wei e Michelle Mao interpreteranno rispettivamente Posy Li e Rosamund Li. Le sorelle Li sono le perfide sorellastre di Sophie.

 
 

Il seme del fico sacro, la recensione di Mohammad Rasoulof

Il seme del fico sacro è un’opera potente, che guarda con lucidità alla politica e alla società, e conferma Mohammad Rasoulof come una delle voci più coraggiose e incisive del cinema contemporaneo. Dopo il pluripremiato Il male non esiste, il regista iraniano torna a denunciare l’oppressione del regime di Teheran con un film che mescola tensione, dramma e un’intensità emotiva che non lascia scampo.

Il seme del fico sacro, tra realtà e finzione

Girato in condizioni estreme e portato clandestinamente fuori dall’Iran, il film racconta la storia di Iman, comandante delle milizie Basij, incaricato di reprimere le proteste del 2022 scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini. Le sue due figlie, però, giovani e volitive, e soprattutto ignare della vera natura del lavoro di loro padre, si fanno coinvolgere nelle proteste. In mezzo a questo gigantesco e pericolosissimo conflitto di interessi c’è la moglie di Iman, Najmeh, consapevole sia del vero ruolo del marito nel regime, sia del desiderio di rivolta che infiamma le figlie. La narrazione si sviluppa quindi come un dramma familiare che sfocia in un vero e proprio conflitto generazionale e politico, con una tensione crescente che riflette il clima di paura e oppressione vissuto in Iran. Rasoulof costruisce il film come se fosse un thriller, con uno sguardo lucido e implacabile sul sistema repressivo iraniano.

Il peso della repressione e il coraggio della ribellione

Uno degli aspetti più incisivi di Il seme del fico sacro è la rappresentazione del regime iraniano attraverso la figura di Iman. Il protagonista non è un semplice ingranaggio della macchina repressiva, ma un uomo che si confronta con il lato più brutale del sistema e che lo sottoscrive scientemente. Rasoulof non lo dipinge come un semplice carnefice, ma come un uomo all’inizio combattuto, e poi tragicamente cosciente del suo operato, travolto dal suo senso di disciplina inculcatogli dal regime e dalla sua posizione.

Le figlie sono invece un contraltare perfetto, sono la speranza e la resistenza: una generazione che rifiuta di piegarsi e che, nonostante il pericolo, lotta per la libertà. La loro ribellione è la miccia che innesca il conflitto interiore di Iman, mettendo a nudo la violenza sistematica del regime che prende il sopravvento anche quando di fronte a lui c’è il sangue del suo sangue. Non ci sono sconti per chi ostacola il regime, anche se si tratta della propria famiglia.

La regia di Rasoulof: realismo e intensità

Lo stile di Rasoulof è asciutto, privo di retorica, e si affida a una messa in scena cruda e immersiva. Le riprese in interni, spesso claustrofobiche, contribuiscono a trasmettere il senso di oppressione vissuto dai protagonisti anche grazie all’utilizzo di primi piani intensi per catturare la sofferenza e il conflitto emotivo dei personaggi. Agli interni stretti e angusti si alternano i filmati reali degli scontri per le strade di Teheran, raccolti mettendo a repentaglio sul serio la propria vita. Finestre documentarie all’interno di una storia di fiction che prima di diventare metafora in un finale imprevedibile, è un resoconto più che plausibile della condizione di vita in Iran.

Più che un film, Il seme del fico sacro è un atto di resistenza. Rasoulof ha dovuto affrontare enormi difficoltà per realizzarlo, e la sua condanna all’esilio dimostra quanto il regime consideri pericolosa la sua voce. Il film non si limita a denunciare le ingiustizie, ma vuole scuotere il pubblico, mostrando realtà scomode e mostrando il prezzo della libertà.

Un atto di resistenza cinematografica

Non è un caso che il titolo richiami il fico sacro, simbolo di rinascita e resistenza. Il film si chiude lasciando nello spettatore un senso di inquietudine, ma anche di speranza: per quanto oppressiva possa essere una dittatura, il desiderio di libertà non può essere soffocato. Il film, protagonista nella stagione dei premi 2025, batte bandiera tedesca, dal momento che solo da rifugiato in Germania e con quei contributi, Rasoulof è riuscito a completare il film. Tuttavia, dal Festival di Cannes 2024 (dove ha vinto il premio della Giuria), che ne ha visto l’esordio, fino alla Notte degli Oscar 2025, dove il film concorre come Miglior Film Internazionale, Il seme del fico sacro sta raccontando al mondo la sua storia e la storia dell’Iran.

Il seme del fico sacro è un film capace di unire denuncia politica e intensità narrativa con straordinaria efficacia. Mohammad Rasoulof è il regista di cui il cinema ha bisogno per confermarsi, oltre a forma d’espressione artistica, anche voce di popoli e di resistenza.

 
 

Outlander – Stagione 8: conferme, cast, trama e tutto quello che sappiamo

Outlander – Stagione 8

Anche se i fan di Outlander non potranno vederla per un po’, Starz ha confermato l’ottava stagione della serie storica fantasy. Basata sui libri di Diana Gabaldon, Outlander racconta la storia di Claire Randall (Caitríona Balfe), un’infermiera della Seconda Guerra Mondiale che viene spedita indietro nel tempo, nel 1743, in Scozia. Mentre cerca di fare del suo meglio per tornare al presente, Claire si ritrova presto divisa tra le sue lealtà, poiché si innamora di Jamie Fraser (Sam Heughan), un ribelle highlander scozzese, e vuole aiutare la sua famiglia dopo aver scoperto il loro ruolo nella ribellione giacobita.

Come molti dei migliori adattamenti di libri per la TV, Outlander ha dovuto prendersi alcune libertà creative con la serie, dato che Gabaldon sta ancora scrivendo i libri. Mentre gli sceneggiatori televisivi si sono assicurati di includere eventi importanti della trama (come la battaglia di Culloden e la guerra rivoluzionaria americana), hanno anche ampliato gli archi narrativi di alcuni personaggi (come Murtagh Fitzgibbons) per assicurarsi che le cose siano il più imprevedibili e fresche possibile.

Anche la stagione 8 seguirà probabilmente un approccio simile, con gli sceneggiatori che alzeranno ancora di più la posta in gioco, soprattutto perché è stata annunciata come l’ultima stagione.

Ultime notizie su Outlander – Stagione 8

Rivelati i dettagli della nuova storia dell’ottava stagione

Con l’entusiasmo crescente per l’ultima stagione della serie, le ultime notizie confermano alcuni dettagli della trama dell’ottava stagione di Outlander. Durante una recente intervista, la showrunner Maril Davis e l’autrice Diana Gabaldon hanno rivelato quali libri saranno trattati in ogni stagione. Sebbene fosse noto che la stagione 8 avrebbe affrontato alcuni degli eventi del libro 9 (Go Tell the Bees I Am Gone), hanno anche annunciato che un decimo libro, non ancora pubblicato, sarebbe stato preso in considerazione.

La stretta collaborazione tra i creatori della serie e l’autrice dei libri permette di rendere lo show completo di alcuni dettagli molto prima che un libro venga pubblicato.

Sebbene nessuno dei due sia stato in grado di rivelare molto sul misterioso decimo libro, Davis ha lamentato il fatto che la serie non sarà in grado di coprire completamente la serie di libri di Gabaldon. Come per le serie precedenti (principalmente Game of Thrones), la stretta collaborazione tra i creatori della serie e l’autrice dei libri permette di inserire alcuni dettagli nella serie molto prima che un libro venga pubblicato.

Leggi i commenti completi di Davis e Gabaldon qui sotto:

Maril Davis: La settima stagione in realtà comprende l’ultima piccola parte del sesto libro, perché non siamo riusciti a finire la sesta stagione, poi il settimo e l’ottavo libro. L’ottava stagione sarà il nono libro… Vorrei che ci fosse più del decimo libro.

Diana Gabaldon: [E] piccoli pezzi del decimo libro.

Davis: Vorrei che ci fosse più libro dieci… Voglio dire, mi piacerebbe finire [tutti i libri]. Voglio dire, che tutti i personaggi sopravvivano o meno, non sopravvivono nella stagione 8. Mi piacerebbe tornare per il libro dieci.

Confermata Outlander – Stagione 8

L’epico romanzo di viaggio nel tempo si conclude con la stagione 8

Con le riprese terminate a settembre 2024, la stagione 8 potrebbe arrivare prima del previsto.

Nel gennaio 2023 è stato rivelato che Outlander è stato rinnovato per un’ottava stagione, con Starz che ha anche confermato che questa sarà l’ultima. La stagione 8, composta da 10 episodi, vedrà il ritorno dei produttori esecutivi Ronald D. Moore, Matthew B. Roberts e Maril Davis per aiutare a dare ai personaggi amati dello show il commiato che meritano. Come per tutte le altre stagioni, anche per la stagione 8 l’autrice Diana Gabaldon sarà probabilmente coinvolta come consulente. Le riprese si concluderanno a settembre 2024, quindi la stagione 8 potrebbe arrivare prima del previsto.

La seconda parte della settima stagione di Outlander si è conclusa il 17 gennaio 2025.

Il cast di Outlander – Stagione 8

Chi tornerà per l’ultima stagione?

Con Starz che conferma che la stagione 7 e 8 porteranno “la storia d’amore di Claire e Jamie a una conclusione epica”, si può dire con certezza che Caitríona Balfe e Sam Heughan torneranno a interpretare i personaggi preferiti dai fan di Outlander, Claire e Jamie Fraser. Poiché la stagione 8 sarà incentrata sul nono libro di Gabaldon, Go Tell The Bees That I’m Gone, gli spettatori dovrebbero aspettarsi di vedere anche Brianna, interpretata da Sophie Skelton, e Roger, interpretato da Richard Rankin, poiché anche loro sono fondamentali per la trama. Al contrario, Tobias Menzies ha confermato che non tornerà nei panni di Jack nella stagione 8.

Il probabile cast di include:

  • Caitríona Balfe nel ruolo di Claire Fraser
  • Sam Heughan nel ruolo di Jamie Fraser
  • Sophie Skelton nel ruolo di Brianna
  • Richard Rankin nel ruolo di Roger
  • César Domboy nel ruolo di Fergus Fraser
  • Lauren Lyle nel ruolo di Marsali Fraser
  • John Bell nel ruolo del giovane Ian Fraser
  • Kristin Atherton nel ruolo di Jenny Murray
  • David Berry nel ruolo di Lord John Grey
  • Charles Vandervaart nel ruolo di William Ransom
  • Izzy Meikle-Small nel ruolo di Rachel Hunter

Dettagli della storia di Outlander – Stagione 8

Come andrà a finire?

Sebbene non siano stati confermati molti dettagli sulla stagione 8 di Outlander, Gabaldon ha rivelato che la stagione finale si concentrerà principalmente sul suo nono libroGo Tell The Bees That I’m Gone (via TV Guide). In quel romanzo, la relazione tra Jamie e Claire viene nuovamente messa in subbuglio quando la guerra rivoluzionaria americana minaccia di separare loro e la loro famiglia.

Anche il decimo libro, non ancora pubblicato, avrà un ruolo, ma i dettagli rimangono ancora sconosciuti.

Dopo che il malvagio Rob Cameron (che è anche uno dei principali personaggi della settima stagione di Outlander) ha causato il caos per Brianna, Roger e la loro famiglia nel XX secolo, Go Tell The Bees I’m Gone approfondisce anche le loro preoccupazioni e paure che altri cospiratori cerchino di rintracciarli. Un filo conduttore introdotto nel finale della settima stagione dovrà sicuramente essere spiegato, ovvero il vero destino della primogenita di Jamie e Claire, Faith. A lungo ritenuta morta alla nascita nella seconda stagione, è stato rivelato che in qualche modo è sopravvissuta e ha generato Jane e Frances.

Frances canta la canzone “I Do Like to Be Beside the Seaside” e questo suscita immediatamente l’interesse di Claire perché lei la cantava alla sua bambina morta, Faith, tanti anni prima. Ciò che rende la cosa ancora più intrigante è che Frances rivela che sua madre le ha insegnato la canzone, nonostante non sia stata scritta fino al 1907. Outlander è noto per i suoi colpi di scena, ma la rivelazione alla fine della settima stagione prepara il terreno per un finale davvero scioccante.

 
 

The Handmaid’s Tale 6 aggiunge la star di The Good Place agli episodi finali

The Handmaid’s Tale 6

Una star di The Good Place è stata ufficialmente scritturata per la sesta stagione di The Handmaid’s TaleThe Handmaid’s Tale, basato sull’omonimo romanzo di Margaret Atwood, si svolge in una società totalitaria governata da un regime fondamentalista e segue Offred, alias June Osbourne, una delle donne fertili rimaste costrette alla servitù, mentre lotta per sopravvivere e ritrovare la figlia che le è stata tolta. La prima parte della sesta stagione di The Handmaid’s Tale è prevista per l’8 aprile 2025, mentre il finale andrà in onda il 27 maggio.

La Carden, nota per i suoi ruoli in The Good Place e Nobody Wants This, apparirà come guest-star nei prossimi episodi.

Cosa significa questo per la stagione finale di The Handmaid’s Tale

Al contrario, Carden potrebbe semplicemente espandere i suoi orizzonti avventurandosi in un ruolo diverso. In ogni caso, la partecipazione di Carden, insieme a Elisabeth Moss e ad altri personaggi fissi della serie, potrebbe offrire qualcosa di nuovo allo show, pur mantenendo il dramma che ha caratterizzato le stagioni precedenti.

Con l’ultimo episodio dello show in onda nel 2022, la sesta stagione continuerà a esplorare i temi del potere, del controllo e della resistenza, con il ruolo di Carden che contribuirà alla lotta in corso per la liberazione. Sebbene non siano ancora stati rivelati dettagli specifici sulla trama, la sua partecipazione a The Handmaid’s Tale suggerisce l’introduzione di nuovi personaggi che potrebbero sfidare o aiutare June e i suoi alleati.

 
 

I 10 migliori drammi fantasy coreani, in ordine di importanza

Guardian: The Lonely And Great God (2016 – 2017)

Alcune delle migliori serie tv K-Drama incorporano elementi fantasy nelle loro storie migliori, riscuotendo il plauso della critica e del pubblico. Il folklore ben noto, i romanzi fantasy familiari o il fascino odierno per la magia e le realtà multiple si fanno strada nella coscienza culturale e poi prendono vita in televisione nei K-drama. Molti dei migliori drammi romantici coreani incorporano aspetti di realismo magico nelle loro trame. Tuttavia, i migliori spettacoli fantasy si spingono oltre, approfondendo mondi nascosti e temi soprannaturali.

Le trame fantastiche elevano le narrazioni stereotipate, come i drammi procedurali, includendo un altro livello di mistero e intrigo.

Avere personaggi che esistono in mondi fantastici o che hanno poteri mistici richiede attori e attrici forti per dare vita a questi ruoli complessi. Il fantasy è uno strumento efficace per una serie TV per mettere in scena i desideri del personaggio che altrimenti rimarrebbero nascosti. Inoltre, le trame fantastiche elevano le narrazioni stereotipate, come i drammi procedurali, includendo un altro livello di mistero e intrigo. Anche se il fantasy è talvolta criticato per essere irrealistico, il pubblico dovrebbe sospendere la propria incredulità e lasciarsi trasportare.

The King: Eternal Monarch (2020)

Due dimensioni alternative si scontrano e nel frattempo riuniscono amanti improbabili

Lee Gon (Lee Min-ho) è un re in un universo parallelo, ma trova una porta per un mondo più simile a quello reale, dove dà la caccia a suo zio, l’uomo responsabile della morte del padre di Lee Gon. Lì incontra Jeong Tae-eul (Kim Go-eun), un detective con cui fa squadra per rintracciare suo zio e impedirgli di distruggere entrambe le realtà. Suo zio, Lee Lim (Lee Jung-jin), è un cattivo complesso che getta un’ombra sullo show.

Per la sua dedizione al romanticismo, alla fantasia e all’attento equilibrio tra più trame, The King: Eternal Monarch è stato enormemente popolare al momento della sua uscita e rimane un caposaldo del genere. Nel complesso, la serie si preoccupa meno di spiegare scientificamente il ponte tra gli universi e si affida alle forti relazioni tra i personaggi. In gran parte grazie alla dinamica tra Lee Gon e Jeong Tae-eul, che crescono amandosi e rispettandosi a vicenda.

The King: Eternal Monarch in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

My Love From The Star (2013 – 2014)

Un alieno bloccato sulla Terra si ritrova attratto da una bellissima attrice

Bloccato sulla Terra da 400 anni, Do Min-joon (Kim Soo-hyun) deve aspettare solo qualche altro mese prima di essere riportato a casa. Tuttavia, i suoi piani vengono interrotti dai suoi sentimenti per l’attrice Cheon Song-yi (Jun Ji-hyun). Cheon Song-yi inizia a fare affidamento su Do Min-joon per aiuto e consigli, e i due si ritrovano coinvolti in un’indagine sulla morte di uno dei rivali professionali di Cheon Song-yi. My Love From The Star è consapevole della natura comica della sua premessa, ma non ha paura di prendere sul serio la storia d’amore tra i due protagonisti e di infondere un po’ di dramma legale nella storia.

My Love From The Star in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Hotel del Luna

In Hotel del Luna, Lee Ji-eun è un’idolo K-pop diventato un grande attore in un K-drama, come molti giovani artisti che applicano il loro talento alla musica e allo schermo. Tuttavia, la serie non è solo questo, poiché la premessa dello show è che l’hotel titolare serve solo fantasmi e tutto lo staff è tra i morti, tranne il direttore generale. A causa dell’argomento, Hotel del Luna parla di dolore e di questioni irrisolte.

Tuttavia, non mancano i colpi di scena tra i personaggi ricorrenti. Koo Chan-sung (Yeo Jin-goo), il direttore, e Jang Man-wol (Lee Ji-eun) all’inizio sono in disaccordo, ma presto scoprono che gestire l’hotel li unisce in modi che non si sarebbero mai aspettati. L’uso di questi aspetti soprannaturali permette un continuo avvicendarsi di guest star che portano nuove sfide in ogni episodio.

While You Were Sleeping (2017)

Attraverso i loro sogni profetici, un gruppo di persone si riunisce per risolvere i crimini

Nam Hong-joo (Bae Suzy) è nata con la capacità di vedere il futuro nei suoi sogni, ma questi riguardano quasi sempre la morte di qualcuno, senza alcuna informazione su quando ciò accadrà. Salvando le vite di Jung Jae-chan (Lee Jong-suk) e Han Woo-tak (Jung Hae-in) da bambini, Nam Hong-joo ha trasmesso loro le sue capacità. Ora, il trio lavora per risolvere i crimini che vede nei suoi sogni prima che possano avverarsi. Fantasia e crimine/drammatici legali di solito non sono combinati in TV, ma While You Were Sleeping bilancia gli elementi drammatici con i momenti del soprannaturale.

A Korean Odyssey (2017-2018)

Una giovane donna con il potere di vedere i fantasmi si innamora di uno spirito che desidera l’immortalità

Son Oh-gong (Lee Seung-gi), un immortale escluso dal paradiso, si ritrova la sua vita intrecciata con Jin Seon-mi (Oh Yeon-seo), una donna con il potere di vedere i fantasmi. A Korean Odyssey fa capire fin dall’inizio al pubblico che le vite e l’amore dei protagonisti sono condannati, ma questo non impedisce loro di essere personaggi avvincenti in cui è facile immedesimarsi. Per la maggior parte dello show, i due combattono insieme i demoni in trame episodiche, ma la trama generale dei loro destini con il paradiso crea una narrazione più snella che fa sì che lo spettatore torni a vederlo.

The Legend Of The Blue Sea (2016 – 2017)

Una sirena e l’uomo che ama sono attratti l’uno dall’altra attraverso le linee temporali

Nella loro prima vita, Se-hwa (Jun Ji-hyun) e Kim Dam-ryeong (Lee Min-ho) hanno vissuto un’epica storia d’amore che si è conclusa in tragedia, e nel futuro le loro reincarnazioni lavorano instancabilmente per evitare che lo stesso destino torni a perseguitarli. The Legend of the Blue Sea sfrutta gli aspetti ben noti della tradizione e delle storie sulle sirene, ma le reinventa in modo che risultino nuove al pubblico odierno. Inoltre, l’alchimia tra i due protagonisti eleva la narrazione, rendendo avvincente la loro relazione. Le due trame del loro passato e del loro futuro rendono più veloce il ritmo e fanno sì che la serie non annoi mai.

W: Two Worlds (2016)

Una giovane donna scopre che un mondo immaginario di webtoon è importante quanto la sua realtà

I webtoon sono un popolare formato narrativo, spesso usato come ispirazione per i K-drama, ma W: Two Worlds non si limita a trarre ispirazione dai K-drama. La serie vede la protagonista Oh Yeon-Joo (Han Hyo-Joo) catapultata in un mondo di webtoon chiamato W, dove ad attenderla c’è il bello e ricco Kang Cheol (Lee Jong-Suk). Naturalmente, non ci vuole molto perché i due opposti si innamorino.

Quando Oh Yeon-Joo viene trasportata nel mondo immaginario, si rende conto che suo padre è scomparso. Inoltre, la famiglia di Kang Cheol è morta e lui sta dando la caccia ai loro assassini. Insieme, fanno squadra per risolvere il mistero che circonda questi atti violenti. Anche se W segue la narrativa evasiva della maggior parte dei contenuti dei webtoon, ha comunque un peso emotivo e rende facile interessarsi ai personaggi, immaginari o meno.

Tale Of The Nine Tailed (2020 – 2023)

Lo spirito della volpe che funge da guardiano di una montagna soprannaturale abbandona il suo posto per trovare il suo primo amore

Tale of the Nine Tailed Lee Yeon (Lee Dong-wook) vuole proteggere il mondo dagli spiriti maligni nella sua posizione di Gumiho, ma il ricordo del suo vero amore lo perseguita. Ha atteso per molti secoli la sua reincarnazione, ma quando appare come Nam Ji-ah (Jo Bo-ah), non è sicuro che sia lei. Insieme, lavorano per impedire agli spiriti vendicativi di sfogare la loro rabbia sul mondo umano.

Lungo il percorso, scoprono i segreti del passato e del futuro di Nam Ji-ah, il che dimostra quanto fossero importanti l’una per l’altra nella sua vita passata. Tuttavia, gli spiriti maligni che li hanno tenuti separati in passato non vogliono essere fermati di nuovo. La serie è particolarmente interessante per quanto si ispira al folklore coreano e traduce antiche storie e divinità nel mondo moderno.

Alchemy Of Souls (2022 – 2023)

I maghi trasferiscono le loro anime in corpi diversi in un dramma storico romanzato

La prima e la seconda parte di Alchemy of Souls illustrano ciò che rende lo show rivoluzionario: si reinventa costantemente, grazie alla premessa. Nello show, un gruppo di giovani con poteri magici lancia un incantesimo che permette loro di trasportare le loro anime in corpi diversi, complicando le loro vite e le loro abilità. Per questo motivo, gli attori devono cambiare spesso la loro performance e caratterizzazione per adattarsi a chiunque sia l’anima che dovrebbe essere nel loro corpo. Se questo è già abbastanza intrigante di per sé, ci sono anche più grandi macchinazioni di magia nera all’opera, che uniscono la trama avvincente a un cast affascinante.

Guardian: The Lonely And Great God (2016 – 2017)

Un goblin immortale incontra una ragazza umana che cambia la sua vita per sempre

Guardian: The Lonely and Great God non è solo una fantastica serie fantasy, ma anche uno dei migliori K-Drama con un cast corale. Conosciuta anche come Goblinla serie segue Kim Shin (Gong Yoo), un uomo maledetto con l’immortalità che sarà liberato dal suo fardello solo quando incontrerà la sua sposa. I personaggi che si uniscono a lui includono molte anime reincarnate dal suo passato e un tristo mietitore (Lee Dong-wook). Insieme, i personaggi usano i loro poteri soprannaturali per aiutare gli altri. Mescolando con successo romanticismo, fantasia e lezioni morali, Guardian: The Lonely and Great God è un caposaldo dei drammi coreani fantasy.

 
 

The Recruit: la spiegazione del confuso finale della prima stagione

The Recruit

Il finale di The Recruit per la prima stagione si è chiuso con un colpo di scena che ha lasciato in sospeso l’imprevedibile seconda stagione di The RecruitThe Recruit combina elementi di Jack Ryan e The Bourne Identity, quest’ultimo diretto da Doug Liman, che è anche produttore esecutivo di The Recruit. Come i migliori thriller di spionaggio pieni d’azione, The Recruit crea molti misteri nel corso della prima stagione, la maggior parte dei quali vengono risolti alla fine. Tuttavia, dopo la fine della prima stagione di The Recruit rimangono diverse domande senza risposta a cui la seconda stagione deve rispondere.

Il finale di The Recruit ha continuato l’azione senza sosta dello show, con le storie di Owen (Noah Centineo), Max e la mafia russa che culminano in una sparatoria che si conclude con Owen che uccide un uomo, cambiando così l’avvocato per sempre e dando una direzione molto diversa alla seconda stagione di The Recruit. La seconda metà del finale di The Recruit spiegava la storia in un epilogo e sembrava che lo show di Netflix sarebbe finito con una nota positiva. Tuttavia, con Owen rapito e Max colpito da Karolina, il finale di The Recruit ha riservato il suo più grande colpo di scena.

La figlia di Max è viva?! Il colpo di scena di Karolina in The Recruit

Il colpo di scena più sorprendente nel finale di The Recruit nella serie Netflix è stato il fatto che Karolina fosse viva. All’inizio della stagione 1 di The Recruit, quando Max era ancora in prigione in attesa che Owen cercasse di tirarla fuori, l’ex agente della CIA è stata aggredita da una delle sue compagne di cella. Max ha minacciato la famiglia della detenuta, ma ha fatto in modo di sottolineare che non avrebbe mai fatto del male alla loro figlia perché anche lei, Max, aveva una figlia. Max non ha mai detto che Karolina era morta, ma lo ha lasciato intendere.

Tuttavia, il finale di The Recruit ha spiegato che Karolina era viva fin dall’inizio. È importante ricordare che, durante la prima stagione di The Recruit, nell’episodio 7, Owen incontra in un bar una donna che si chiama Marta. Anche se la serie Netflix ha rivelato subito che Marta era una spia il cui vero nome sembrava essere Nichka, questo nuovo misterioso personaggio aveva un altro livello di segretezza. Nichka era un altro alias di Karolina, la figlia di Max, che era viva e spiava Owen e Max da quando il duo era tornato in Europa.

Perché Karolina ha sparato a Max?

Karolina potrebbe essersi sentita tradita dalla madre

Karolina ha sparato a sua madre, Max, nel finale di The Recruit, un colpo di scena scioccante per la serie, considerando che Max la ricordava con affetto. Max credeva che sua figlia fosse morta, quindi non aveva idea del perché sua figlia le avesse sparato. Anche se la rivelazione di Karolina in The Recruit avviene solo alla fine della prima stagione, ci sono abbastanza indizi in tutta la serie Netflix per ipotizzare il motivo per cui Karolina abbia sparato a Max. Karolina era una spia russa che lavorava con una squadra per impedire a Max di smascherare Kirill, capo della mafia russa, e sua moglie. Karolina e sua madre erano su fronti opposti.

Max Meladze è stata una spia per anni, quindi il suo rapporto con sua figlia doveva essere complicato.

Il fatto che Karolina lavorasse come spia russa non spiega perché abbia sparato a Max. La situazione era stata risolta alla fine della serie di Netflix. Se Karolina provava ancora affetto per sua madre, avrebbe potuto assicurarsi che Max Meladze non fosse un problema per il governo o la mafia senza ucciderla. Perché Karolina non abbia mai rivelato di essere viva e poi abbia sparato a sua madre, il personaggio deve sentirsi come se Max l’avesse tradita in qualche modo. Max Meladze è stata una spia per anni, quindi il suo rapporto con sua figlia deve essere stato complicato.

Max è morta nel finale di The Recruit?

Il finale fa sembrare che sia morta

Max muore nel finale, o almeno questo è ciò che il finale di The Recruit vuole far credere al pubblico. Karolina spara a Max vicino al petto, ma la prima stagione di The Recruit finisce subito dopo. Max era il personaggio principale di The Recruit insieme a Owen, e se fosse morta, la seconda stagione di The Recruit sarebbe stata molto diversa. Max sanguinava e in completo silenzio dopo essere stata colpita, il che significa che la seconda stagione di The Recruit potrebbe iniziare confermando la morte di Max o rivelando che è sopravvissuta. Max ha indossato la stessa tuta per tutto l’episodio, ma potrebbe avere un giubbotto antiproiettile sotto.

Perché Owen vuole lasciare l’Agenzia

Prima di essere rapito da Karolina e scoprire che anche Max era stata rapita, Owen ha chiamato Hannah e le ha rivelato che voleva lasciare la CIA. Owen era entrato nella CIA come avvocato e, pur ammettendo di essere alla ricerca di emozioni forti a causa dei ricordi del padre scomparso, non avrebbe mai immaginato di trovarsi coinvolto in così tante morti. Owen ha ucciso un agente russo della squadra di Karolina nel finale di The Recruit, un evento che lo ha segnato, dato che non aveva mai ucciso nessuno prima. Ecco perché Owen decide di lasciare la CIA.

Owen e Hannah torneranno insieme in The Recruit?

La serie Netflix ha giocato con l’interrogativo su chi finisca con Owen per tutta la prima stagione. Owen e Hannah si erano lasciati prima degli eventi della prima stagione, ma erano rimasti coinquilini, e provavano ancora qualcosa l’uno per l’altra. Nonostante entrambi fossero andati avanti, con Owen che usciva con Amelia e poi si avvicinava a Max, la serie Netflix non ha escluso la possibilità che Owen e Hannah tornassero insieme.

In effetti, Hannah è volata in Europa solo perché era preoccupata per Owen. Il finale di The Recruit spiegava che Owen e Hannah avrebbero cercato di ricostruire la loro relazione, ma Owen è stato rapito per primo.

Perché Owen è stato rapito nel finale di The Recruit?

Owen ha lavorato con Max Meladze per gran parte della prima stagione di The Recruit. Pertanto, qualsiasi nemico Max potesse avere avrebbe preso di mira anche Owen. Karolina non spiega perché ha rapito Owen o perché ha sparato a Max, ma suggerisce che tutto abbia a che fare con sua madre. Karolina ha chiesto a Owen perché andava in giro con sua madre, il che può essere interpretato come un’ammissione da parte di Karolina che sta lavorando contro Max e chiunque la stia aiutando.

Owen e Max hanno fatto molto rumore in Europa, con Owen che ha persino ucciso uno degli uomini di Karolina nella serie Netflix. Qualunque cosa Karolina abbia pianificato per Owen sarà rivelata nella seconda stagione di The Recruit.

Come il finale di The Recruit prepara la seconda stagione

Owen è cambiato molto dopo gli eventi del finale di The Recruit. Prima di essere rapito, Owen era pronto a lasciare l’Agenzia e ricostruire il suo rapporto con Hannah. Owen voleva anche prendere le distanze da Max, rendendosi conto di essere diventato troppo vicino a qualcuno che poteva tradirlo. Il finale di The Recruit ha spiegato la promessa di un Owen diverso nella seconda stagione, ma le cose peggioreranno per l’avvocato diventato agente prima di migliorare, dato che Owen è stato rapito. Se Max è morto nel finale della prima stagione di The Recruit, la seconda stagione potrebbe essere incentrata sulla vendetta di Owen.

Il vero significato del finale della prima stagione di The Recruit

Il tema principale della prima stagione di The Recruit è che Owen sta cercando di capire il suo posto nel mondo. Ha capito che essere un agente della CIA non lo rendeva felice e voleva uscirne. Questo è diventato più chiaro quando ha lavorato con Max, perché si è reso conto che le emozioni e i brividi che si aspettava da una spia non erano come pensava che sarebbero stati. Quando ha dovuto uccidere delle persone e poi guardare Max morire accanto a lui, Owen ha capito che questa vita da spia non è per tutti.

Dopo la morte di Max, Owen sembrava pronto a lasciarsi alle spalle la CIA, ma non gli fu permesso. Questo è l’altro significato importante della storia che si è svolta nella prima stagione. Proprio come la mafia, spesso non c’è modo di uscire vivi dal giro. Anche se la CIA avrebbe potuto permettere a Owen di andarsene, il suo rapimento dimostra che una volta varcata quella linea, non si poteva più tornare indietro. Owen dovrà fare molte altre cose cattive, cambiando strada, e potrebbe non avere mai il suo lieto fine con Hannah.

Come è stato accolto il finale di The Recruit

Le recensioni per la prima stagione di The Recruit sono state leggermente superiori alla media, con un 68% di gradimento, ma il punteggio del pubblico è stato molto più alto, con l’84% di gradimento sul Tomatometer. Un esempio di ciò che hanno scritto molti spettatori: un telespettatore ha definito la serie “una serie frenetica e divertente che sembra essere un prodotto del cinema di Guy Ritchie. La storia piena di colpi di scena (con qualche difetto) è resa perfetta dall’eccellente cast”. Tuttavia, un esempio delle recensioni contrastanti arriva da Lauren Sarner del New York Post:

“[The Recruit] potrebbe funzionare se la serie fosse una commedia completamente ridicola su un uomo non qualificato incaricato di compiti pericolosi, come MacGruber. Ma non è così; cerca di essere entrambe le cose, in parti uguali thriller spionistico e gioco demenziale, e non riesce in nessuno dei due.”

Alcuni fan hanno guardato il finale della prima stagione di The Recruit, e molti di loro avevano delle teorie al riguardo. In un thread di Reddit, @therecruit ha scritto: “Penso che la morte di Max sia stata inscenata. Probabilmente è l’unico modo in cui può essere libera, cioè se la CIA e la mafia pensano che sia morta, e avere Owen come testimone...” Molti utenti di Reddit sono d’accordo e credono che nella seconda stagione Owen cercherà di nascondere il segreto, il che potrebbe rivelare tutti i segreti dell’agenzia.

 
 

The Recruit – Stagione 2: cast e guida ai personaggi

The Recruit 2

Molti dei membri del cast della prima stagione di The Recruit tornano nell’attesissima seconda stagione, che presenta anche una manciata di personaggi nuovi di zecca. The Recruit – stagione 2 arriva dopo una pausa di due anni dal suo anno di debutto, diventata una delle serie più popolari su Netflix nel 2022. Dopo un finale inaspettato della prima stagione di The Recruit, Owen Hendricks, interpretato da Noah Centineo, un avvocato della CIA appena assunto, affronta un viaggio di spionaggio completamente nuovo nella seconda stagione.

La prima stagione di The Recruit ha seguito la relazione altalenante di Owen con l’ex agente russo della CIA Max (Laura Haddock), il cui coinvolgimento nella seconda stagione era stato uno dei più grandi misteri irrisolti. L’aggiunta più entusiasmante al cast della seconda stagione di The Recruit è Teo Yoo, diventato famoso per il suo ruolo da protagonista al fianco di Greta Lee nel film Past Lives, candidato al premio Oscar 2024 come miglior film. Oltre a lui, la serie vanta anche un cast stellare.

Noah Centineo nel ruolo di Owen Hendricks

AttoreNoah Centineo, 28 anni, è un attore americano nato a Miami, in Florida. Centineo è diventato famoso dopo aver interpretato Peter nella serie romantica per giovani adulti di Netflix A tutti i ragazzi che ho amato (2018). Centineo ha debuttato come attore nel film commedia d’avventura del 2009 The Gold Retrievers e ha continuato a recitare nel ruolo di Jesus Adams Foster in diverse stagioni di The Fosters (2015-2018). Centineo appare anche in diversi video musicali popolari come “Are You Bored Yet?” dei Wallows con Clairo.

Negli ultimi anni Centineo ha recitato in diversi progetti Netflix, tra cui The Perfect Date (2019), A tutti i ragazzi: per sempre (2021) e un episodio di XO, Kitty (2025). Al di fuori del mondo dello streaming, Centineo è anche una stella nascente del cinema hollywoodiano, apparendo nei panni di Langston nel reboot del 2019 di Charlie’s Angels, di Dylan nel film di Nicolas Cage A24 Dream Scenario e di Atom Smasher/Al Rothstein nel 2022 in Black Adam al fianco di Dwayne Johnson.

Personaggio: Centineo torna nei panni di Owen Hendricks nella seconda stagione di The Recruit, un avvocato della CIA costretto a lavorare sul campo dopo aver scoperto che una spia minaccia di rivelare segreti dell’agenzia.

Teo Yoo nel ruolo di Jang Kyun

Attore: Teo Yoo, 43 anni, è un attore sudcoreano-tedesco nato a Colonia, in Germania. Nato come Kim Chi-hun, Yoo ha debuttato nel cinema nel 2004 nel film drammatico Brooklyn Bound. È noto soprattutto per il ruolo di Hae Sung nel film Past Lives, candidato al premio Oscar 2024 come miglior film, che gli è valso una nomination al BAFTA come miglior attore. Prima di recitare nella seconda stagione di The RecruitTeo Yoo è apparso in progetti Netflix come The School Nurse Files (2020) e Arthdal Chronicles (2019).

Teo Yoo parla correntemente tre lingue: tedesco, coreano e inglese.

Mentre Past Lives ha dato a Teo Yoo fama internazionale, l’attore ha anche recitato in una manciata di altri film celebri. Tra questi, Decision to Leave del 2022, scritto e diretto da Park Chan-wook, acclamato per Oldboy e The Handmaiden, e il dramma romantico Leto (2018), nominato per la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2018. Yoo è diventato un personaggio fisso in serie recenti come The Window (2022) e Love to Hate You (2023) e dovrebbe recitare nel prossimo film di Takashi Doscher Karoshi al fianco di Isabel May (1883Yellowstone).

Personaggio: Teo Yoo si unisce al cast della seconda stagione di The Recruit nel ruolo di Jang Kyun, che si vede litigare con Owen in un nightclub nel trailer della seconda stagione di The Recruit.

Maddie Hasson nel ruolo di Nichka

L’attrice: Maddie Hasson, 30 anni, è un’attrice americana nata a New Bern, nella Carolina del Nord. Ha debuttato nel cinema nel 2011 nella commedia dark God Bless America, prima di diventare una presenza fissa nella serie originale della Fox The Finder.

Dopo essere apparsa in un episodio della serie fantasy della NBC Grimm nel 2012, Hasson ha ottenuto il suo ruolo da protagonista come Jo Masterson nella serie della ABC Family Twisted (2013-2014). Il suo lavoro in televisione è proseguito con Impulse (2018-2019) e Mr. Mercedes (2017-2019).

Hasson ha anche recitato in diversi film importanti, come Elevation (2024), Bone Lake (2024), Fixation (2022) e Malignant (2021). Dopo essere apparsa nella seconda stagione di The Recruit, Hasson dovrebbe recitare nel thriller poliziesco Violence dello scrittore e regista Connor Marsden.

Personaggio: Hasson torna nei panni di Marta, che nella seconda stagione di The Recruit si è rivelata essere Nichka Lashin, un membro della mafia russa.

The Recruit – Stagione 2 Cast e personaggi non protagonisti

Fivel Stewart nel ruolo di Hannah Copeland: Stewart riprende il ruolo di Hannah Copeland, ex fidanzata e compagna di stanza di Owen. Tra i suoi lavori più importanti ricordiamo Roar (2022), Umma (2022) e Atypical (2018-2021).

Daniel Quincy Annoh nel ruolo di Terence: Annoh riprende il ruolo dell’altro compagno di stanza di Hannah e Owen, Terence. È noto soprattutto per Bus Stop (2019) e Black ‘N’ White (2021).

Shin Do-Hyun nel ruolo di Yoo Jin Lee: Shin Do-Hyuan si unisce al cast della seconda stagione di The Recruit. Tra i suoi lavori precedenti figurano Into the Ring (2020) e Hospital Playlist (2020).

Kaylah Zander nel ruolo di Amelia: Zander torna nel ruolo di Amelia, avvocato della CIA e interesse romantico. È nota soprattutto per Fire Country (2022), Smoke Eater (2022) e The 100 (2019).

Vondie Curtis-Hall nel ruolo di Walter Nyland: Curtis-Hall riprende il ruolo di Walter Nyland, il capo di Owen. Tra i suoi lavori precedenti figurano Romeo + Giulietta (1996), Falling Down (1993) e Waist Deep (2006).

Colton Dunn nel ruolo di Lester Kitchens: Dunn torna nei panni di Lester, un agente della CIA. È noto per Superstore (2015-2021) e Blockers (2018).

Aarti Mann nel ruolo di Violet Ebner: Mann torna nei panni di Violet, la partner di Lester alla CIA. È apparsa in precedenza in Never Have I Ever (2020), The Big Bang Theory (2010-2011) e The Good Doctor (2022).

Angel Parker nel ruolo di Dawn Gilbane: Parker torna nei panni di Dawn, un’agente della CIA. È apparsa di recente in The Rookie (2019-2024) e Runaways (2017-2019).

Kristian Bruun nel ruolo di Janus Ferber: Bruun torna nei panni di Janus, uno dei colleghi della CIA di Owen. È noto per Ready or Not (2019) e Snowpiercer (2022-2024).

Omar Maskati nel ruolo di Jae King: Maskati si unisce al cast della seconda stagione di The Recruit. È noto per Good Sam (2022), Unbelievable (2019) e Better Call Saul (2016).

Jesse Collin nel ruolo di Dodge: Collin torna nei panni di Dodge, il partner della CIA di Dawn. È noto per Fargo (2015) e Mayor of Kingstown (2022).

Kim Young-uh nel ruolo di Grace Cho: Kim Young-uh si unisce al cast della seconda stagione di The Recruit. È apparsa in Badland Hunters (2024) e The Anchor (2022).

 
 

Reacher – Stagione 2, la spiegazione del finale

Reacher - Stagione 2

La seconda stagione di Reacher si conclude con la 110a Unità Investigativa Speciale che porta a termine la sua missione di vendetta, ma questo è solo metà di ciò che accade nel finale pieno di azione. Jack Reacher ha iniziato la sua nuova missione con la morte del suo ex compagno di squadra militare e di Frances Neagley, Cal Franz, ma il suo omicidio è stato solo l’inizio di un profondo mistero che alla fine ha coinvolto anche gli altri loro amici, Manuel Orozco e Jorge Sanchez, anch’essi trovati morti. A peggiorare le cose, c’erano i sospetti che un altro investigatore speciale, Tony Swan, potesse averli fatti uccidere.

Il caso si rivelò troppo pericoloso solo per Jack e Neagley, così coinvolsero altri alleati: i colleghi investigatori speciali David O’Donnell e Karla Dixon, nonché il poliziotto newyorkese Guy Russo. Certo, essere per lo più circondati da persone che conoscevano Jack in precedenza alterò il solito atteggiamento di distacco del personaggio. Ha anche reso il finale meno sorprendente, poiché non c’era dubbio che la 110a Unità Investigativa Speciale avrebbe fallito nel cercare vendetta contro coloro che avevano ucciso i propri uomini. Invece, la parte più interessante del finale della seconda stagione di Reacher è ciò che accade dopo la vittoria di Jack e della sua squadra.

La spiegazione del piano finale degli investigatori speciali per la seconda stagione di Reacher (per intero)

Il piano di Jack è abbastanza semplice, ma deve essere eseguito correttamente.

Il piano di Jack per salvare Dixon e O’Donnell è piuttosto semplice, ma estremamente difficile da portare a termine a causa dell’enorme rischio che comporta. Si lascia catturare, in modo da potersi infiltrarsi nella struttura, mentre Neagley, con l’aiuto della gente del senatore Lavoy, si fa strada all’esterno e usa l’elemento sorpresa per mettere Langston in difficoltà. Certo, ci sono alcune sorprese lungo il percorso, ma gli investigatori speciali sono abbastanza capaci da adattarsi facilmente alla situazione. Dopo una colluttazione in elicottero, Jack mantiene la parola data e getta Langston fuori dall’aereo.

Perché Reacher e Dixon non stanno insieme

È una rottura meno triste rispetto a quella di Roscoe.

La stagione 1 di Reacher termina con Jack che rompe con Roscoe Conklin dopo aver avuto una relazione con lei durante il caso a Margrave. Nella stagione 2, Jack inizia una nuova storia d’amore con il collega investigatore speciale Dixon, ma decide ancora una volta di separarsi. Questa volta, tuttavia, la loro separazione è meno triste rispetto a quella di Roscoe, soprattutto perché Dixon capisce che Jack non è in grado di stabilirsi in un posto. I due passano l’ultima notte insieme e poi si salutano. Detto questo, non significa che non possano riunirsi in futuro.

Cosa è successo veramente a Tony Swan

Il legame della 110a Unità Investigativa Speciale viene messo in discussione nella seconda stagione di Reacher, quando Swan diventa un sospetto cospiratore della New Age Technology. Man mano che le prove contro di lui si accumulavano, Jack e la squadra iniziarono ad avere opinioni contrastanti sulla sua innocenza. Alla fine, si scopre che Swan non ha causato la morte di Franz, Orozco e Sanchez. Invece, è stato lui a denunciare le operazioni illegali di Langston, causandone la morte. Il cattivo ha tenuto gli occhi solo a scopo di verifica, cosa che ha rivelato a Jack nel finale della seconda stagione di Reacher.

Il finale della seconda stagione di Reacher prepara i futuri cameo della 110a

Alla fine della seconda stagione di Reacher, Jack, Neagley, O’Donnell e Dixon prendono strade diverse. La sopravvivenza dei quattro alla prova della New Age permette alle stagioni future della serie Amazon Prime Video di riportarli indietro, nel caso in cui la narrazione lo richieda. Mentre i libri di Child assumono una forma di narrazione antologica, cosa che lo show sta adattando, la seconda stagione di Jack Reacher infrange una delle regole dei romanzi riportando Oscar Finlay nella seconda stagione di Jack Reacher dopo il suo coinvolgimento nella prima stagione. Questo crea un precedente per il ritorno degli investigatori speciali.

Perché Jack Reacher tiene i soldi (e cosa ne fa)

Dopo essersi occupato di Langston e dei suoi uomini nella seconda stagione di Reacher, Jack e gli investigatori speciali concludono la faccenda dando la caccia ad AM. È interessante notare che il cattivo, solitamente calmo e composto, agisce in preda al panico; cerca di uscire dalla situazione ricordando a Jack che è solo l’intermediario in tutta questa transazione. Tuttavia, è così coinvolto nel crimine che non c’è dubbio che finirà morto. Nel frattempo, gli uomini del senatore Lavoy vengono arrestati dalla Sicurezza Nazionale, e Jack fa affidamento sui legami di Joe con l’organizzazione.

Invece di consegnare il denaro confiscato alla AM, Jack decide di tenerlo per sé. Lo distribuisce a tutti coloro che sono stati vittime di questa terribile vicenda, inviandolo ai familiari sopravvissuti di Franz, Orozco, Sanchez e persino Russo. Nel frattempo, il taglio di Swan viene donato a un rifugio per animali a suo nome. Per i membri sopravvissuti del 110°, il padre di Neagley riceve assistenza medica 24 ore su 24, come parte della sua parte; Dixon riceve la sua sotto i nomi dei suoi figli, preparandoli per il futuro; e Dixon riceve abbastanza per avviare una propria azienda.

Gli investigatori speciali avevano davvero bisogno di uccidere TUTTI nel finale della seconda stagione di Reacher?

Quando Jack si mise alla ricerca degli assassini di Franz, era già determinato a fargliela pagare. Alla fine, anche se Langston è la mente di tutto il brutale piano omicida, lui e la squadra decidono di assicurarsi che tutti i coinvolti paghino per quello che è successo ai suoi amici, comprese le persone che erano state appena pagate da Langston. Considerando il legame che unisce la 110a Unità Investigativa Speciale e il modo in cui alcuni dei suoi membri sono stati uccisi, è comprensibile che Jack, Neagley, Dixon e O’Donnell decidano di uccidere tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella loro morte.

La spiegazione delle ultime parole di Reacher a Neagley

Poiché l’intera operazione nella seconda stagione di Reacher è iniziata con il ricongiungimento di Jack e Neagley, ha senso che finisca anche con la loro separazione. Mentre si salutano, Neagley gli ordina dolcemente di tenersi in contatto mentre lui vaga per il paese e termina con un severo “è chiaro?”. Jack risponde semplicemente “Sì, sergente maggiore”, riferendosi al suo grado militare.

Cosa aspettarsi dalla terza stagione di Reacher

La produzione della terza stagione di Reacher è in corso, anche se al momento i dettagli della trama sono ancora scarsi. Detto questo, Alan Ritchson ha anticipato che Jack si ritroverà isolato in una nuova città e che potrebbe occuparsi di un caso che non ha nulla a che fare con il suo passato. Ci sono diverse opzioni dai libri di Child che Prime Video può adattare in seguito. Forse, una volta terminata ufficialmente la seconda stagione di Jack Reacher, verrà confermato il prossimo romanzo che la serie affronterà.

 
 

Reacher – Stagione 3: data di uscita, cast, trama, trailer e tutto quello che sappiamo

Reacher 3

La popolarissima serie Reacher di Amazon Prime Video tornerà presto per una terza stagione e ci sono molti aggiornamenti interessanti sugli episodi in arrivo. Basata sulla serie di romanzi di Lee Child, Reacher segue l’omonimo personaggio che, dopo essere entrato nella vita civile, usa i suoi anni come investigatore militare per risolvere casi di alto profilo. Combinando l’arguzia e il fascino della serie di libri con un sacco di emozionanti scene d’azione sullo schermo, la serie Prime Video è già diventata una delle sue produzioni più popolari.

Accolta con una valanga di elogi dalla critica, Reacher è stata particolarmente applaudita per il suo impegno nei confronti della serie di libri di Lee Child (tramite Rotten Tomatoes). Oltre ai riconoscimenti della critica, Reacher si è rivelato anche una grande attrazione per Prime Video, e la serie è stata rinnovata per una seconda stagione anche se altri spettacoli sono stati cancellati dallo streamer. La seconda stagione dovrebbe continuare il trend positivo della serie Reacher, ma il suo successo non avrà molta influenza sul destino della terza stagione. In una mossa senza precedenti, la terza stagione di Reacher ha ricevuto il via libera ancor prima dell’inizio della seconda stagione.

Rivelato il trailer completo della stagione 3

Con la saga piena d’azione che continuerà a febbraio, le ultime notizie arrivano sotto forma di un trailer completo della stagione 3 di Reacher. Sulla base della hit dei Kansas “Carry On My Wayward Son”, l’anteprima del trailer manda Reacher sotto copertura con un importatore di tappeti di successo che è sospettato di essere coinvolto in affari loschi. Infiltrandosi nell’operazione, Jack è riluttante a collaborare con l’imponente Paulie, ma i due sono in disaccordo fin dall’inizio. Alla fine, la copertura di Jack viene scoperta ed è costretto a combattere per uscirne usando tutti i mezzi a sua disposizione.

Data di uscita di Reacher – Stagione 3

La prossima avventura di Reacher inizia a febbraio

Continuando a essere uno dei più grandi successi di Prime Video, lo streamer ha effettivamente rinnovato la terza stagione prima che la seconda fosse stata presentata in anteprima, e ciò ha permesso allo show di continuare la produzione senza interruzioni. Pertanto, Prime Video avrà solo un anno di intervallo tra le stagioni, con la terza stagione di Reacher in arrivo il 20 febbraio 2025. La stagione continuerà con il programma di uscita settimanale, con i primi tre episodi in uscita il 20 febbraio e i restanti cinque ogni giovedì fino al 27 marzo.

La seconda stagione di Reacher è terminata il 19 gennaio 2024.

Dettagli del cast della terza stagione di Reacher

Alan Ritchson torna nei panni di Reacher

Considerando lo stile antologico delle storie di Reacher, non è facile fare ipotesi su chi apparirà nel cast della terza stagione. Ovviamente, Alan Ritchson riprenderà il ruolo del muscoloso Reacher, ed è stato confermato che Maria Stern tornerà nei panni di Frances Neagley.

La terza stagione ha aggiunto una serie di nuovi membri al cast, tra cui Anthony Michael Hall nel ruolo dell’uomo d’affari corrotto Zachary Beck e Sonya Cassidy nel ruolo dell’agente della DEA Susan Duffy. Brian Tee è stato scelto per interpretare il malvagio Quinn, un uomo legato al passato oscuro di Reacher. Johnny Berchtold interpreterà Richard Beck, uno studente universitario il cui tentativo di rapimento è l’incidente scatenante della stagione. Reacher sarà affiancato dall’agente della DEA Guillermo Villanueva, interpretato da Roberto Montesinos, e dall’agente novellino Steven Elliot, interpretato da Daniel David Stewart.

Il cast noto della terza stagione di Reacher include:

  • Alan Ritchson – Jack Reacher
  • Maria Stern Frances – Neagley
  • Anthony Michael Hall – Zachary Beck
  • Sonya Cassidy – Agente Susan Duffy
  • Brian Tee – Quinn
  • Johnny Berchtold – Richard Beck
  • Roberto Montesinos – Agente Guillermo Villanueva
  • Daniel David Stewart – Agente Steven Elliot
  • Olivier Richters – Paulie

Storia della terza stagione di Reacher

Dopo molte speculazioni su quale dei romanzi di Lee Child sarebbe stato il soggetto della terza stagione, la star della serie Alan Richson ha finalmente messo fine alla questione quando ha annunciato nel gennaio 2024 che Persuader sarebbe stata la fonte. Il settimo libro di ReacherPersuader, segue l’eroe titolare mentre viene arruolato per aiutare a far cadere un potente boss della droga infiltrandosi nella sua organizzazione. Nel frattempo, Reacher ha anche il compito di salvare un agente della DEA sotto copertura che è immerso nell’organizzazione e sta rapidamente perdendo la sua copertura.

Sebbene ogni stagione abbia utilizzato i libri come punto di partenza, la terza stagione di Reacher non seguirà alla lettera il romanzo, come dimostra il ritorno di Frances Neagley. La partner e confidente di Reacher ha fatto parte di ogni stagione finora, e Stern ha già confermato il suo ritorno nella terza stagione, anche se Neagley non era un personaggio di Persuader di Child.

Trailer della terza stagione di Reacher

Insieme alla data di uscita, Prime Video ha pubblicato un teaser trailer per la terza stagione di Reacher, in uscita a dicembre 2024. La clip di 45 secondi mette in evidenza la nuova avventura di Reacher e rivela che in qualche modo è collegata al suo passato. Mentre Jack e Neagley lavorano di nuovo insieme, il teaser rivela il suo nuovo nemico, il gigantesco Paulie. Con un cattivo grande il doppio di lui, Reacher dovrà usare la mente invece della forza bruta per vincere.

Poco dopo l’uscita del primo teaser, Amazon Prime Video ha pubblicato un trailer completo per la terza stagione di Reacher, che illustra la trama della stagione in modo più dettagliato. Arruolato dalla DEA per infiltrarsi nelle operazioni di un importante importatore di tappeti, Reacher deve ingraziarsi l’organizzazione potenzialmente criminale. Questo lo mette faccia a faccia con l’enorme Paulie, e gli alleati riluttanti si azzuffano fin dall’inizio. Come al solito, le cose peggiorano e Jack deve farsi strada dopo che la sua copertura è saltata.

 
 

Reacher – stagione 1, la spiegazione del finale: L’assassino di Joe e la contraffazione del Margravio

Reacher Alan Ritchson

Il finale della prima stagione di Reacher è ricco di azione ed emozioni, ma alcuni dettagli e motivazioni potrebbero non essere ancora chiari. La prima stagione di Reacher è un adattamento relativamente fedele del primo romanzo di Lee Child su Jack ReacherKilling Floor. Due dei libri successivi della serie di Child sono stati precedentemente adattati in film con Tom Cruise nel ruolo del protagonista in Jack Reacher (2012) e Jack Reacher – Punto di non ritorno (2016). Detto questo, la serie di Prime Video è molto più fedele ai libri e alla caratterizzazione del suo personaggio principale, preparando la storia della seconda stagione di Reacher per una continuazione di questo.

Reacher inizia nella città di Margrave, dove il personaggio viene arrestato per un omicidio che non ha commesso, e quindi lavora per riabilitare il suo nome. L’indagine rivela legami scioccanti con suo fratello, un’enorme operazione di contraffazione a Margrave e una corruzione che arriva fino al sindaco, Grover Teale, e al misterioso benefattore della città, Kliner. La prima stagione di Reacher termina con il personaggio che lascia Margrave dopo aver ripulito la città dalla corruzione, bruciato l’operazione di contraffazione e vendicato l’omicidio di suo fratello. Ecco il finale della prima stagione di Reacher spiegato per intero e come si prepara una continuazione prima del trailer della seconda stagione di Reacher.

La seconda stagione di Reacher adatterà l’undicesimo libro della serie di Lee Child, Bad Luck and Trouble, invece di passare al secondo libro. In questo modo, la serie andrà avanti, saltando nove storie rispetto al materiale originale.

Chi ha ucciso Joe Reacher?

L’omicidio di Joe Reacher è ciò che tiene Jack Reacher coinvolto oltre il semplice desiderio di ripulire il suo nome per poter lasciare la città e andare avanti con la sua vita. Prima ancora di aver visto il corpo e scoperto la sua identità nell’episodio 1 di Reacher, “Benvenuto a Margrave”, Reacher deduce che tre uomini devono essere stati coinvolti nell’omicidio in base a come gli è stata descritta l’autopsia del corpo; il colpo mortale è stato sparato da un tiratore calmo e professionale, qualcuno che era “squilibrato” ha picchiato il corpo dopo la morte di Joe, e una terza persona è stata responsabile del lavoro inefficace di nascondere il corpo.

Nel finale della prima stagione di Reacher, i sospetti di Reacher sul team di tre uomini e sulla loro identità vengono confermati. Il sindaco Teale e Kliner Sr. avevano la maggior parte della città sotto il loro controllo in un modo o nell’altro, ma era Kliner Jr. a essere dietro l’omicidio stesso. KJ era il sicario che uccise Joe Reacher e ripulì i bossoli. Il suo amico Dawson era quello che colpì il corpo dopo la morte di Joe. Questo lasciò il capo della polizia Edward Morrison, a disagio per il suo coinvolgimento e desideroso di lasciare rapidamente la zona, a nascondere in fretta il corpo con un cartone scomodo.

Spiegazione dell’operazione di contraffazione di Reacher

Al centro di tutti gli omicidi nella prima stagione di Jack Reacher c’è una complessa operazione di contraffazione che opera da Margrave, in Georgia. Sebbene Reacher identifichi rapidamente che è probabile che in città sia in corso un progetto di contraffazione, nel corso della serie commette diversi errori di calcolo su come funziona esattamente. La Fondazione Kliner crea quantità oscene di valuta falsa e la utilizza per guidare l’economia di Margrave. La carta utilizzata per le banconote è descritta come la parte più difficile da ottenere in “La ricerca”, poiché viene rivelato che Joe, il fratello di Reacher, aveva bloccato tutti i processi di produzione per garantire che nessuno potesse essere creato o rubato.

Tuttavia, tutte le banconote in valuta statunitense hanno le stesse dimensioni. Pertanto, i falsari hanno scoperto che potevano lavare le banconote da 1 dollaro per rimuovere l’inchiostro prima di ristamparle come banconote da 100 dollari. Tuttavia, i criminali furono costretti a utilizzare la versione del 1990 della banconota da 100 dollari, precedente all’introduzione delle bande magnetiche utilizzate per identificare il taglio della valuta in tutte le banconote superiori a 2 dollari. Potevano quindi spedire le banconote in Venezuela per essere utilizzate nel mercato nero, poiché la valuta statunitense è considerata stabile per tali scopi. Paul Hubble era responsabile della produzione del denaro, che veniva fatto passare attraverso la Fondazione Kliner per apparire legittimo.

Durante la prima stagione di Reacher, vengono forniti alcuni strani dettagli aggiuntivi per aiutare a spiegare il piano di contraffazione di Margrave. Inizialmente avevano usato le sostanze chimiche per pulire le banconote in un’altra città, ma il deflusso della loro contraffazione aveva causato un inquinamento estremo nella città di Chester e avevano dovuto chiudere bottega per evitare di essere scoperti. Quando si stabilirono a Margrave, usarono mangimi macinati per animali per assorbire le sostanze chimiche esaurite in modo da non essere scoperti di nuovo allo stesso modo.

La Guardia Costiera vicino a Margrave aveva represso il movimento di merci illegali, il che significava che l’operazione di contraffazione non poteva spedire alcuna delle loro banconote false da 100 dollari per un periodo di tempo prolungato. Di conseguenza, questo stava causando tensioni con i venezuelani, che hanno portato a rappresaglie contro le persone coinvolte nell’operazione. Nel finale della prima stagione di The Expanse, Reacher non solo uccide tutti coloro che sono coinvolti nel processo, ma brucia anche il loro magazzino, portando con sé le sostanze chimiche e tutte le banconote false accumulate.

Perché Reacher lascia Margrave e Roscoe?

Durante la prima stagione di Reacher, uno degli aspetti più importanti è il rapporto tra Reacher e l’ufficiale Roscoe Conklin. Anche se sembra che il loro rapporto possa continuare dopo la fine della prima stagione di Reacher, Jack Reacher lascia la città. Durante lo show, spiega la sua convinzione che ci siano quelli che stanno accanto al fuoco e quelli che vagano, ritenendosi lui stesso come questi ultimi. Questo è sottolineato dall’uso di canzoni blues in Reacher che si riferiscono a questa tradizione, come “Police Dog Blues” di Blind Blake.

In Killing Floor, Reacher fornisce ulteriori informazioni sulla sua decisione di lasciare Margrave piuttosto che rimanere con Roscoe. Reacher spiega che non può rimanere e le chiede di andare con lui, cosa che lei rifiuta. Reacher riflette sul fatto che le conseguenze dell’indagine lo terrebbero legato per almeno due anni. Per quanto riguarda Roscoe, lei rivela che sta pensando di candidarsi a sindaco. Mentre Reacher considera di rimanere per lei, riconosce che vogliono cose diverse. Nel finale della prima stagione di Reacher, parte di questa spiegazione viene invece fornita a Finlay, che copre Reacher in modo che non debba essere intervistato.

Perché Reacher ha seppellito la medaglia per Joe

Prima di lasciare Margrave alla fine della prima stagione di Reacher, Reacher visita il luogo in cui Joe è stato ucciso da KJ e seppellisce la medaglia che il nonno aveva ricevuto per il coraggio dimostrato di fronte al pericolo. Durante la prima stagione di Reacher, i flashback mostrano che la madre ha sempre affermato che Joe avrebbe cercato di risolvere tutti i problemi del mondo, mentre Reacher era una persona forte che aveva il coraggio di fare la cosa giusta. Quando Reacher seppellisce la medaglia, dice: “Ci vuole coraggio per risolvere i problemi del mondo. Anche per Joe”.

Questa scena permette a Reacher di riconoscere che la madre non è sempre stata giusta nel descriverli e serve come addio per Reacher, che si rende conto dell’importanza dell’esempio di Joe nella loro giovinezza. È interessante notare che questo non è incluso in Killing Floor, dove Reacher organizza un funerale a cui non è presente. Reacher chiede quindi che le ceneri di Joe vengano sparse nel punto in cui Blind Blake aveva suonato tanti anni prima.

Will Roscoe, Finlay e Neagley appariranno nella seconda stagione di Reacher?

Il finale della prima stagione di Reacher accenna al futuro di Roscoe e Finlay dopo che Reacher ha lasciato la città. Roscoe si candiderà a sindaco, mentre Finlay ha intenzione di lasciare la polizia e tornare a Boston. Basandosi sui libri di Jack Reacher, è improbabile che uno di questi personaggi appaia di nuovo nella serie TV Reacher, poiché non sono presenti in nessuno dei romanzi successivi, nonostante Roscoe abbia dato a Reacher il suo numero di telefono in entrambe le versioni della storia.

Dopo l’uscita della prima stagione di Reacher e il via libera alla seconda, lo showrunner Nick Santora ha parlato con Collider, dove è stato menzionato un potenziale ritorno di Finlay e Roscoe. A Santora è stato chiesto se lui e il suo team avessero discusso della possibilità di riportare in vita Finlay e Roscoe, vista la buona accoglienza riservata ai personaggi. In risposta, Santora ha dichiarato:

” Adoro i personaggi di Finlay e Roscoe. Se ci fosse un modo per farli apparire in modo organico nella vita di Reacher, sarebbe fantastico. Ma non faremo nulla che possa incasinare la tradizione di Reacher. Reacher non può andare in giro per il paese con la sua squadra di combattenti del crimine. Non è Jack Reacher. So per certo che Lee Child direbbe di no, e anch’io direi di no. Dobbiamo essere fedeli alla serie di libri.

La stagione 1 di Reacher introduce anche il personaggio di Neagley. Neagley non appare in Killing Floor, ma compare in diversi libri successivi. È stato confermato che la stagione 2 di Reacher adatterà Bad Luck and Trouble, una storia in cui compare Neagley. Reacher ha presentato la sua assistente come un personaggio alla pari del protagonista della serie, in grado di aiutarlo indipendentemente da dove si trovino. Mentre Roscoe e Finlay non torneranno, Neagley è stata determinante per il finale della prima stagione di Reacher e apparirà nella seconda per mantenere un legame con il primo, oltre al personaggio titolare stesso.

 
 

È colpa mia: Londra (My Fault: London), la spiegazione del finale e di cosa accade a Travis

È colpa mia Londra (My Fault London) spiegazione finale

Se siete curiosi di sapere come finisce È colpa mia: Londra (My Fault: London), ecco tutti gli spoiler su ciò che accade nel film. Remake del film spagnolo del 2023, Culpa Mia, racconta la storia di una ragazza, Noah, che insieme alla madre si trasferisce nella casa del nuovo marito di quest’ultima e del suo patrigno. Questo le fa sviluppare una relazione complessa con il suo fratellastro, Nick. Quindi, Nick è vivo o morto alla fine di My Fault: London, e lui e Noah stanno insieme?

È colpa mia: Londra (My Fault: London) è uno spin-off britannico della popolare serie di film spagnoli Mea Culpa. Il fatto che sia uno dei franchise più popolari su Prime Video è una ragione sufficiente per pubblicare più o meno la stessa storia in lingua inglese per il pubblico globale. L’attenzione qui è più sul dramma e sull’elemento misterioso che sulla storia d’amore passionale. Noah aveva preparato le sue cose per trasferirsi dalla Florida a Londra. Sua madre si era innamorata di un uomo inglese e voleva che Noah rimanesse con loro. Il rapporto di Noah con suo padre era incasinato, ma ci torneremo più tardi.

Lasciare la sua migliore amica, Haley, e il suo ragazzo, Dan, non è stato facile, ma Noah non aveva molta scelta. Era pronta a odiare la sua nuova vita, soprattutto il suo fratellastro, Nick. Condividere lo stesso spazio con qualcuno della sua età che conosceva a malapena e che avrebbe dovuto essere suo fratello era troppo strano. Ma Noah odierà per sempre Nick o le cose cambieranno tra loro? Chi ha già visto Mea Culpa sa come andrà a finire la relazione tra fratellastri, ma per chi si stesse ancora chiedendo cosa sia successo, di seguito entriamo nei dettagli.

Asha Banks e Matthew Broome in È colpa mia Londra (My Fault London)
Asha Banks e Matthew Broome in È colpa mia Londra (My Fault London)

In È colpa mia: Londra (My Fault: London) Noah e Nick si sono innamorati?

All’inizio Noah ha faticato a capire cosa provasse vedendo Nick in piscina nella sua nuova casa. Voleva odiarlo, ma c’era qualcosa in lui che la incuriosiva. All’inizio si davano sui nervi a vicenda, litigando sempre e senza fare alcuno sforzo per capirsi. Ma Noah si è resa conto che Nick teneva a lei quando è venuto in suo soccorso dopo che qualcuno aveva corretto il suo drink a una festa. Quando Noah disse a Nick che il gangster locale, Tom, voleva andare a letto con lei senza il suo consenso, lui si infuriò. Finì per prendere a pugni Tom in faccia e lasciò la festa con Noah. Nel frattempo, Noah aveva recentemente scoperto che Nick era la mente dietro un’app scaricata da milioni di persone, e che aveva fatto un sacco di soldi all’età di diciassette anni. Aveva erroneamente pensato che vivesse grazie alla ricchezza di suo padre e che fosse un buono a nulla. Nick aiutò Noah a raggiungere la sua camera da letto e, mentre la rimboccava, notò dei segni sul suo corpo che suggerivano abusi passati. Si rese anche conto che lui e Noah avevano lo stesso tatuaggio, una corda annodata che simboleggiava la forza.

Uno dei motivi per cui Noah e Nick si legarono fu perché entrambi avevano avuto un passato traumatico. La madre di Nick era un’alcolista che li aveva lasciati, lui e suo padre, per migliorare. Mentre lei cercava di legare con Nick durante la cura, lui non mostrava alcun interesse. Aveva solo dodici anni e faticava a comprendere la situazione. Un paio di anni fa, Nick e sua madre si sono riavvicinati e lei ha voluto rimanere in contatto, soprattutto per trascorrere del tempo con la sua sorellina Maddie. Noah, che era sempre coinvolto in risse e si interessava solo alle corse automobilistiche, ha potuto vedere il lato tenero di Nick quando era con Maddie.

In È colpa mia: Londra (My Fault: London) Noah si rese conto che era stata dura con lui senza aver mai affrontato le difficoltà che lui aveva dovuto superare. Anche lei aveva un passato simile. Suo padre era un alcolizzato che in seguito divenne dipendente dall’OxyContin e diventava mostruoso ogni volta che ne assumeva una dose. Un giorno, divenne violento e aggredì fisicamente Noah. Lei aveva cercato di chiudersi in una stanza, ma lui riuscì a entrare e il ricordo traumatico continuò a tormentarla. In seguito testimoniò contro il padre in tribunale e la sua testimonianza fu la ragione per cui fu mandato in prigione. Anche se sapeva che era la cosa giusta da fare, si sentì in colpa per essere stata lei a metterlo dietro le sbarre. L’unico bel ricordo che Noah aveva di suo padre era quando le insegnò a guidare; era un pilota e le piaceva passare del tempo con lui, ma la dipendenza le portò via tutto. Nick e Noah credevano di essere due esseri umani distrutti che si erano incrociati in modo del tutto inaspettato, ma insieme avevano trovato la volontà di guarire. Anche se erano fratellastri e sapevano che non era il tipo di relazione romantica che la società avrebbe accettato volentieri, non erano disposti a negarsi la gioia che provavano quando stavano insieme.

Matthew Broome e Asha Banks in È colpa mia Londra (My Fault London)
Matthew Broome e Asha Banks in È colpa mia Londra (My Fault London)

Chi stava dietro a Noah?

La madre di Nick era convinta che suo figlio avesse sviluppato un atteggiamento aggressivo nel periodo in cui lei se n’era andata. Non potendo controllare la situazione, sentiva il bisogno di farsi del male e di cimentarsi nella violenza. Anche se aveva dimostrato il suo potenziale con l’app, si era messo con le persone sbagliate e si divertiva a passare il tempo a gareggiare con le auto o a iscriversi a combattimenti a pagamento. Dopo che una sera Nick aveva dato un pugno a Tom, il capo della sua banda, Ronnie, che era stato recentemente rilasciato dal carcere, sfidò Nick a correre contro di lui. Ronnie era ossessionato dal desiderio di punire i ricchi e aveva voglia di distruggere Nick. Tutti davano per scontato che Nick avrebbe perso la gara, e fu allora che intervenne Noah.

Era una pilota esperta e saltò sull’auto di Nick per correre contro Ronnie. Dopo che Noah vinse la gara, Ronnie accusò Nick di aver evitato la sfida. Era agitato e chiese a Nick di combattere contro di lui uno contro uno, e solo allora si sarebbe riposato. Nick accettò l’accordo. Essendo cresciuta in una famiglia violenta, Noah non sopportava litigi e alterchi. Voleva che Nick non litigasse più, e anche se lui pensava di non avere scelta, Noah gli ricordò che c’era sempre una scelta. La notte della rissa tra Nick e Ronnie, Noah era tra la folla. Tutto quel sangue la faceva sentire ansiosa e, anche se Nick stava per vincere, si rifiutò di stare a guardare la rissa. Non solo non seguì il suo consiglio, ma stava anche rovinando le sue possibilità di incontrare Maddie regolarmente. La madre di Nick aveva una sola condizione: Nick non poteva venire a casa sua con ferite e tagli.

Nel momento in cui Nick vide Noah andarsene, capì che l’avrebbe fatta arrabbiare e non era pronto a combattere. Ronnie era furioso e prese la McLaren di Nick come pagamento per non aver affrontato la sfida. Mentre Noah e Nick riuscirono a superare la situazione, si trovarono presto ad affrontare di nuovo Ronnie e la sua banda in una stazione di servizio. Non c’era alcun motivo dietro l’attacco e tutto ciò che Noah e Nick potevano fare era guidare il più velocemente possibile. L’attacco successivo fu contro il migliore amico e allenatore di Nick, Lion. Fu picchiato, gli misero del nastro adesivo in bocca e lo rinchiusero in una macchina nel garage di Nick. Dopo che Lion fu portato in ambulanza per essere curato, il padre di Nick decise che era meglio che Noah e sua madre rimanessero in un hotel mentre cercavano di arrivare al fondo della questione. Dopo che Noah se ne fu andato, il padre di Nick lo presentò al detective Sato, secondo il quale i ripetuti attacchi erano stati pianificati dal padre di Noah.

È colpa mia Londra (My Fault London) sequel
È colpa mia Londra (My Fault London) sequel

Come è morto Travis in È colpa mia: Londra (My Fault: London)?

Mentre Nick aveva pensato che tutto fosse successo perché si era tirato indietro dal combattimento con Ronnie, in realtà non era così. Il padre di Noah, Travis, era evaso di prigione e aveva usato il suo passaporto falso per andare a Londra e poi aveva assunto Ronnie. Quando Nick vide la fotografia di Travis, lo riconobbe immediatamente. Era lì la notte dell’aggressione ed era uno degli uomini che avevano attaccato lui e Noah al distributore di benzina. Mentre Nick cercava di capire cosa stesse succedendo, Travis e Ronnie rapirono Noah dall’hotel. Ma qual era il movente di Travis? Voleva semplicemente dei soldi. Travis sapeva che William era un uomo ricco e voleva approfittare dell’occasione. Chiese un milione in cambio di Noah, e mentre William e il detective pianificavano la loro prossima mossa, Nick cercò di trovare una soluzione. All’improvviso gli venne in mente che la McLaren rubata da Ronnie aveva un sistema di localizzazione e che potevano usarlo per trovare Noah. Contattò suo padre e gli raccontò il piano e gli disse dove si trovava in modo che la polizia potesse seguirlo sul posto. Nick aveva ragione; il localizzatore lo condusse nel luogo in cui Noah era tenuta prigioniera.

Mentre Ronnie si occupava di Nick, Travis fuggì con Noah. Ronnie pugnalò Nick nel tentativo di fermarlo, ma fortunatamente Nick riuscì a mettere le mani su una sbarra di ferro e la usò per atterrare Ronnie. A Ronnie non importava dei soldi; tutto ciò che voleva era dare una lezione a persone ricche come Nick, ma le cose non andarono come avrebbe voluto. Travis sparò a Nick alcune volte per spaventarlo mentre dava istruzioni a Noah di guidare. Mentre seguiva Noah e Travis, Nick ricordò che Noah gli aveva detto che l’unico modo per raggiungerla era prendere una scorciatoia, e così fece. Scegliendo un altro vicolo, finì per tagliare la strada a Noah. Le auto si scontrarono e Nick riuscì a malapena a uscire dalla sua.

Durante il finale di È colpa mia: Londra (My Fault: London), Travis teneva sua figlia sotto tiro quando la polizia lo circondò. Quando Travis puntò la pistola contro Nick, Noah riuscì a scappare e si aggrappò a Nick. Senza Noah, Travis non aveva più alcuna influenza e sapeva che, qualunque cosa avesse fatto, avrebbe dovuto affrontare delle ripercussioni. Così, Travis scelse l’unica opzione che gli restava: si sparò.

Asha Banks in È colpa mia Londra (My Fault London)
Asha Banks in È colpa mia Londra (My Fault London)

Noah e Nick finiscono insieme?

L’intera vicenda segnò profondamente Noah. Stava solo cercando di guarire dal suo trauma passato quando accadde qualcosa di ancora peggiore. Anche se voleva credere che suo padre non fosse del tutto un essere umano orribile, alla fine lui le dimostrò che si sbagliava. L’aveva cresciuta, sperando di sfruttarla un giorno, e sapere la verità non fu sicuramente facile per Noah. Anche se in quel momento lo odiava, vederlo morire proprio davanti ai suoi occhi fu traumatizzante. E non doveva vedersela solo con suo padre; Noah andò nel panico quando vide Nick che lottava per rimanere cosciente dopo aver perso molto sangue. Quindi Nick è sopravvissuto? A quanto pare sì.

È colpa mia: Londra (My Fault: London) avrebbe potuto concludersi in modo triste, ma per fortuna Nick si è ripreso. Il finale suggerisce che non hanno intenzione di lasciarsi solo perché sono fratellastri. Anche se la situazione non era ideale, credevano di aver trovato l’amore e volevano tenerlo stretto. Nel frattempo, William ed Ella si chiedevano se ci fosse una scintilla romantica tra Noah e Nick, ma hanno scrollato di dosso il pensiero, pensando che fosse troppo folle per essere preso in considerazione. Beh, faranno meglio a prepararsi perché li aspetta una sorpresa! Dato che il film è basato sulla trilogia “Culpables” di Mercedes Ron, possiamo aspettarci che È colpa mia: Londra (My Fault: London) torni con dei sequel.

 
 

The White Lotus – Stagione 3: recensione della serie di Mark White

Ogni stagione di The White Lotus segna un’espansione di ambizione e portata. La prima stagione, concepita come un progetto di emergenza nell’era COVID e girata alle Hawaii, si è trasformata in un fenomeno culturale. La seconda ha ampliato l’orizzonte narrativo di quello che è poi diventato un franchise sbarcando in Sicilia, esplorando temi di sesso e potere. Con la terza stagione, The White Lotus alza ulteriormente il livello, sia in termini geografici che concettuali, e spinge la narrazione verso un territorio meno immediato ma altrettanto intrigante: la spiritualità.

The White Lotus 3 vola in Thailandia

Girata in gran parte sull’isola thailandese di Koh Samui, con escursioni spettacolari a Bangkok e in ambienti lussuosi come yacht e discoteche, questa stagione si presenta come la più grandiosa di sempre. Con otto episodi, è anche la più lunga, confermando l’evoluzione della serie e l’intenzione, motivata anche dal suo successo, di ampliare le sue ambizioni. Tuttavia, mentre la prima stagione affrontava le dinamiche di classe e la seconda il sesso come strumento di potere, la terza sceglie un tema meno immediatamente scandaloso: la ricerca di senso. Il lusso sfrenato a cui The White Lotus ci ha abituati fa da sfondo a una riflessione più introspettiva, mentre i protagonisti esplorano concetti come il distacco dal desiderio e la comprensione della propria sofferenza e, più generalmente, fanno i conti con se stessi rispetto a quale momento della loro vita stanno vivendo.

Come da tradizione, la stagione si apre con un mistero: un cadavere non identificato viene ritrovato nella proprietà, mentre un ospite prega per la sicurezza di una persona cara davanti a una statua del Buddha. Mike White costruisce la tensione con la consueta maestria, facendo gravare una costante minaccia sullo sviluppo degli eventi. L’espansione del cast e il maggior numero di episodi, tuttavia, rendono l’avvio più diluito rispetto alle stagioni precedenti, richiedendo pazienza da parte dello spettatore.

I misteri di The White Lotus

Il nuovo gruppo di ospiti è composto da tre gruppi principali. Una famiglia del sud degli Stati Uniti, guidata da Jason Isaacs e Parker Posey, si ritrova a seguire la figlia (Sarah Catherine Hook) in un percorso di meditazione, accompagnata dai fratelli (Patrick Schwarzenegger e Sam Nivola). Poi c’è un trio di amiche di lunga data (Michelle Monaghan, Carrie Coon e Leslie Bibb) in viaggio per ritrovare il legame perduto, e infine un uomo tormentato (Walton Goggins) che tratta con disprezzo la sua giovane e devota fidanzata (Aimee Lou Wood). Come sempre, dietro la facciata scintillante di ospiti benestanti si celano segreti, rancori e tensioni che esploderanno nel corso della stagione.

Anche il personale dell’hotel ha una caratterizzazione interessante e differente rispetto al passato. Il direttore generale, Fabian (Christian Friedel), è un personaggio più sfumato e meno centrale rispetto ai suoi predecessori. Spiccano invece la carismatica Sritala (Lek Patravadi), ex attrice divenuta guru del benessere, e il magnetico Valentin (Arnas Fedaravičius), un “guaritore energetico” che entra nelle dinamiche del trio di amiche. Ritroviamo anche Belinda (Natasha Rothwell), la massaggiatrice tradita da Tanya nella prima stagione, ora in Thailandia per un programma di scambio che la mette a confronto con il personale locale. Il suo ritorno serve a creare un gancio con la prima stagione, così come la presenza della stessa Tanya aveva svolto lo stesso ruolo tra il primo e il secondo ciclo. Nella terza stagione Tanya è assente, ma si scoprirà presto che è un’assenza giustificata e che ha degli strascichi.

Tempi più lunghi

Rispetto alle precedenti stagioni, la terza fatica di The White Lotus richiede più tempo per ingranare. White sembra ora più consapevole del successo della serie e si prende la libertà di costruire la narrazione con maggiore lentezza, introducendo gradualmente i conflitti e le tematiche centrali. Alcuni personaggi hanno una resa meno immediata: Posey, ad esempio, spinge la sua interpretazione verso un registro sopra le righe, mentre Goggins sorprende con un ruolo più cupo e tormentato del solito. Tuttavia, una volta che la storia prende slancio, la serie ritrova il suo ritmo avvincente, portando lo spettatore in un vortice di eventi imprevedibili, ma soprattutto replica con grande efficacia quella costruzione costante della tensione che sembra portare tutti i personaggi a un inevitabile punto di rottura, spingendoli sempre di più sul proverbiale “orlo di una crisi di nervi”.

Uno dei punti di forza di questa stagione è il modo in cui riesce a riflettere sulla Thailandia come destinazione turistica, andando oltre la semplice esotizzazione. Il confronto tra la ricca clientela occidentale e il personale locale è più accentuato rispetto al passato, e White si diverte a sottolineare le contraddizioni del turismo di lusso in un paese con una storia complessa. E questo elemento viene fuori ancora meglio quando si confronta questo ritratto delle contraddizioni della Thailandia con l’affresco da cartolina ricco di cliché che l’autore aveva invece riservato alla Sicilia nella fastidiosa stagione due. Un episodio che segue una notte di follia a Bangkok è tra i momenti più riusciti della stagione, ricordando al pubblico quanto The White Lotus sappia mescolare satira e dramma in modo magistrale.

Un finale enigmatico

Come sempre, il finale sarà il vero banco di prova per valutare il significato complessivo della stagione. White ha dimostrato di saper costruire climax sorprendenti e di usare la morte e il dramma in senso ampio come strumento per rivelare il cuore tematico della storia. Se le precedenti stagioni hanno messo in evidenza le disuguaglianze economiche e il cinismo delle relazioni umane, la terza stagione si muove su un terreno più spirituale e meno tangibile. Il rischio è che questa svolta possa sembrare meno incisiva rispetto al passato, ma White è troppo abile per lasciare che la narrazione perda il suo mordente.

La terza stagione di The White Lotus è un’opera ampia, ambiziosa e riflessiva, che chiede allo spettatore di concederle il tempo necessario per svelare le sue carte. Forse meno immediata e provocatoria delle precedenti, ma comunque capace di affascinare con la sua satira sociale tagliente e il suo cast impeccabile (su tutti splende Jason Isaacs). Se l’obiettivo era espandere ulteriormente l’universo narrativo della serie, possiamo dire che la missione è riuscita.

 
 

Dexter: Original Sin – Stagione 1, la spiegazione del finale

Dexter: Original Sin - stagione 1

Il finale della prima stagione di Dexter: Original Sin è stato caratterizzato da numerosi colpi di scena, momenti intensi e conclusioni felici, ma nel prequel di Dexter sono successe così tante cose che vale la pena spiegarle. L’episodio 10 di Original Sin ha trovato il modo di legare insieme tutti gli enormi sviluppi della stagione in modo soddisfacente. Dexter (Patrick Gibson) è riuscito a catturare e uccidere il rapitore Aaron Spencer (Patrick Dempsey), e Harry Morgan (Christian Slater) ha avuto la possibilità di confrontarsi con l’assassino della NHI, Brian Moser (Roby Attal). Anche Debra (Molly Brown) ha preso una decisione importante alla fine di Original Sin, e i pezzi dello show originale sono andati per lo più al loro posto.

Dopo che Harry, Dexter e Deb hanno superato le loro sfide, Dexter: Original Sin ha mostrato un po’ come si sono rivelate le loro decisioni. Dexter e Harry erano entrambi molto entusiasti di sapere che lei si sarebbe iscritta all’accademia di polizia, e Dexter ha anche ottenuto un posto a tempo pieno come tecnico forense alla Miami Metro. Harry, tuttavia, ha bruciato i ponti con Maria LaGuerta (Christina Milian), anche se ha potuto vedere il suo partner, Bobby Watt (Reno Wilson), sopravvivere alla ferita d’arma da fuoco. Ci sono stati diversi lieti fine in Original Sin, ma il percorso per arrivarci richiede qualche spiegazione in più.

Perché Dexter ha scelto di salvare Nicky invece di dare la caccia a Spencer

Dexter non è davvero un mostro privo di emozioni e ha provato empatia per Nicky più di quanto volesse uccidere Spencer

Dexter di solito afferma di essere un mostro privo di emozioni, ma quando si è confrontato con Aaron Spencer, il capitano della polizia ha iniziato ad affogare Nicky. Nonostante volesse uccidere Spencer, Dexter ha deciso di salvare la vita di Nicky, anche se nel frattempo ha quasi lasciato andare Spencer. Uno dei motivi principali per cui Dexter ha scelto di salvare Nicky è perché ha empatizzato con il ragazzo ed era profondamente turbato da qualsiasi violenza contro i bambini. È lo stesso motivo per cui ha lasciato andare Spencer nell’episodio 9 di Dexter Original Sin  voleva proteggere Nicky più di quanto volesse uccidere Spencer.

È certamente un serial killer e una persona cattiva, ma Dexter è pur sempre umano, non importa cosa dice al pubblico.

Lo stesso Dexter aveva subito un enorme trauma quando era piccolo e, anche se non ne era consapevole in Original Sin, lo influenzò da adulto. Probabilmente Dexter si vedeva in Nicky e colse al volo l’opportunità di salvargli la vita. Original Sin ha anche dato a Dexter la possibilità di salvare una vita invece di toglierne una, perché Dexter non è davvero un mostro. È certamente un serial killer e una persona cattiva, ma Dexter è pur sempre umano, a prescindere da ciò che dice al pubblico. Quando la vita di Nicky era in pericolo, il lato umano di Dexter ha avuto la meglio sul suo “Passeggero Oscuro”.

Perché Brian è d’accordo con Harry sul fatto che non era buono per Dexter

Brian ha capito che Dexter era felice con la famiglia Morgan e aveva rimosso la morte di Laura

Una delle sorprese più scioccanti nel finale di stagione di Original Sin è arrivata dallo scontro finale di Harry con Brian Moser (Roby Attal). Alla fine Harry ha detto a Brian: “Puoi odiarmi per buone ragioni e sapere comunque che sono la cosa migliore per Dexter”. Le parole di Harry riuscirono a convincere Brian, che lo mise al tappeto e scrisse “Hai ragione” sul muro con il suo sangue. Brian aveva osservato Dexter per molto tempo e si era chiaramente reso conto che Dexter aveva davvero una bella vita come figlio di Harry. Harry amava davvero Dexter e Dexter si godeva la sua famiglia semi-normale, quindi Brian accettò di lasciarlo in pace.

La prima volta che Brian cercò di contattare Dexter, al ristorante nell’episodio 2 di Original Sin, si rese conto che Dexter non lo riconosceva più. Dexter era riuscito a cancellare tutti i ricordi traumatici di Laura e Brian, e Brian si rese conto che riconnettersi con il suo fratellino avrebbe riportato solo quei ricordi dolorosi. Sebbene fosse ossessionato da Dexter, Brian lo amava anche, e sapeva che lasciare che Dexter vivesse in beata ignoranza era meglio che fargli rivivere il trauma della morte di sua madre.

Cosa intendeva Spencer quando disse che Harry aveva deluso Dexter durante la sua scena di morte?

Spencer sapeva della relazione di Harry con Laura Moser, ma Dexter pensava che mentisse

Dopo aver lasciato andare Spencer, Dexter riuscì a rintracciarlo rapidamente a casa dell’ex moglie di Spencer, Becca (Amanda Brooks). Dexter sapeva che Spencer era dominato dalla rabbia ed era troppo arrabbiato per fare la cosa logica e fuggire, quindi riuscì a salvare la vita di Becca. Spencer è, per molti versi, un parallelo di Dexter. Spencer era completamente alimentato dalla rabbia e dai suoi impulsi violenti dopo il divorzio da Becca, e aveva gettato al vento ogni logica e compassione. Era una visione di ciò che Dexter avrebbe potuto essere senza il Codice di Harry: un mostro che agisce in base a ogni suo impulso senza preoccuparsi di chi viene ferito.

Spencer conosceva tutti i dettagli sordidi della relazione di Harry con Laura e sapeva che il coinvolgimento di Harry l’aveva resa un bersaglio del cartello, e probabilmente avrebbe raccontato tutto a Dexter.

Una volta che Dexter ebbe portato Spencer sulla barca di Camilla Figg, la Slice of Pie, ebbero la possibilità di parlare brevemente. Spencer disse a Dexter che Harry lo aveva “deluso”, ma Dexter, in modo confuso, non approfondì la questione prima di tagliargli la gola. Spencer conosceva tutti i dettagli sporchi della relazione di Harry con Laura e sapeva che il coinvolgimento di Harry l’aveva resa un bersaglio del cartello, e probabilmente stava per raccontare tutto a Dexter. Dexter, tuttavia, probabilmente pensò che Spencer stesse mentendo spudoratamente, come aveva fatto tante volte prima, e scartò la possibilità di conoscere il segreto più oscuro di Harry.

La spiegazione dietro la decisione di Harry di dire a Dexter che era nato un mostro

Alla fine della prima stagione di Original Sin, episodio 10, Harry e Dexter si raccontarono tutto quello che era successo loro. Dexter raccontò a Harry di Spencer e di come avesse salvato la vita a Nicky, e si lamentò di come Spencer fosse diventato un mostro mentre lui stesso era nato assassino. Harry non lo corresse, però, perché stava ancora cercando di salvare Dexter dal vivere con il ricordo della morte di Laura. Aveva appena convinto Brian a stare alla larga per proteggere l’innocenza di Dexter, in modo che Harry non cambiasse idea e dicesse la verità.

La decisione di Harry si riduceva a una sola scelta. Se Harry avesse detto la verità, Dexter non avrebbe pensato di essere intrinsecamente imperfetto, ma avrebbe dovuto conoscere l’evento più traumatico della sua vita e la responsabilità di Harry in merito. Se Harry avesse mentito, Dexter avrebbe potuto pensare di essere irrimediabilmente perduto, ma avrebbe comunque avuto suo padre come modello positivo e avrebbe potuto essere orgoglioso della sua capacità di controllare i propri impulsi, come diceva Harry. Per Harry la scelta era abbastanza facile e decise di risparmiare a Dexter i dettagli cruenti della nascita del suo Passeggero Oscuro.

Perché Deb ha scelto di entrare nella polizia invece di andare alla FSU

All’inizio della prima stagione di Original Sin, Deb ha ricevuto una telefonata in cui le comunicavano che la Florida State University le stava ancora offrendo una borsa di studio per giocare a pallavolo, anche se aveva dato un pugno in faccia a una compagna di squadra ed era stata espulsa dalla squadra. Tuttavia, come ha mostrato a Harry, Deb ha deciso di fare domanda all’accademia di polizia di Miami. Deb aveva diversi motivi per scegliere la polizia invece del college, ma il più importante era che voleva prendere in mano la propria vita. Come disse al comatoso Bobby Watt (Reno Wilson), Deb sentiva che la sua vita stava andando fuori controllo e che aveva bisogno di cambiare.

Quel cambiamento divenne chiaro dopo aver parlato con Tanya Martin (Sarah Michelle Gellar). Poiché Tanya disse a Deb che la cosa più eccitante che aveva fatto al di fuori dello sport era catturare assassini, Deb decise che essere un agente di polizia avrebbe dato più significato alla sua vita rispetto a giocare a pallavolo. Come poliziotta avrebbe potuto fare davvero la differenza nella vita delle persone, cosa che non poteva fare come giocatrice di pallavolo. Anche la dinamica della famiglia Morgan ha probabilmente influenzato Deb, che ha detto che da quel momento in poi Harry e Dexter avrebbero dovuto includerla nelle loro conversazioni segrete.

Perché Brian continuava a guardare Dexter & The Morgans alla fine di Original Sin? Rimarrà davvero lontano?

L’ultima scena della prima stagione di Original Sin mostrava Brian Moser che fissava Dexter, Deb e Harry che ballavano insieme. Brian aveva però appena accettato di stare lontano da Dexter, quindi era un po’ confuso il motivo per cui stava ancora perseguitando il suo fratellino. Anche se sapeva che Harry era la migliore possibilità di felicità per Dexter, Brian semplicemente non riusciva a stare lontano. Era ancora ossessionato dal fratellino, ancora arrabbiato con Harry e ancora convinto che l’unico modo per trovare la felicità fosse riportare Dexter nella sua vita. Anche se fosse stato solo a guardare dall’ombra, Brian aveva bisogno di far parte della vita di Dexter.

Purtroppo, Brian non si accontentava di osservare Dexter da lontano. Come sanno i fan della serie Dexter originale, Brian avrebbe cercato di contattare Dexter di nuovo anni dopo nel modo più malato possibile. Nella prima stagione di Dexter, Brian si rivelò essere l’assassino del camion frigo e iniziò a giocare con Dexter, cercando di presentarsi lentamente e di rivelare la verità sulla morte di Laura. La morte finale di Harry in Original Sin fu probabilmente una delle ragioni principali per cui Brian decise di contattare Dexter, poiché non c’era più nessuno a tenerlo lontano da suo fratello.

Il vero significato del finale della prima stagione di Dexter: Original Sin

Sebbene affronti la situazione molto specifica di un vigilante serial killer, la prima stagione di Dexter: Original Sin tratta temi molto più universali. Lo stesso Dexter ha sposato il tema principale di Original Sin: il potere e l’importanza della famiglia. Ha detto che, anche se non sarebbe mai stato normale, la famiglia era l’unica cosa che poteva salvarlo. Anche Dexter aveva ragione: il Codice di Harry ha impedito a Dexter di diventare un mostro come Aaron Spencer o Brian Moser, e l’amore di Debra lo ha reso compassionevole e gentile. Con l’aiuto della sua famiglia adottiva, Dexter è riuscito a tenere sotto controllo il suo Passeggero Oscuro.

Questa frase era estremamente importante per il messaggio principale di Original Sin: ciò che realmente separa Dexter dai mostri e dagli altri serial killer è la compassione e l’empatia che prova per gli altri.

La famiglia non è l’unico valore Tuttavia, i valori finali della prima stagione di Original Sin non si limitano alla famiglia. Mentre Bobby Watt veniva portato fuori dall’ospedale, Dexter osservò che aveva deciso di uccidere altri assassini non perché alcune persone meritassero di morire, ma perché alcune persone meritavano di vivere. Questa frase è stata estremamente importante per il messaggio principale di Original Sin: ciò che realmente separa Dexter dai mostri e dagli altri serial killer è la compassione e l’empatia che prova per gli altri. Dexter non sceglie gli assassini per coprire le sue tracce o come scusa per lasciare che il suo Passeggero Oscuro si nutra, li uccide per proteggere le loro future vittime.

Per molti versi, Dexter: Original Sin è anche una storia sulla natura umana e su come capire come essere una brava persona. Dexter parla costantemente di come sia nato per essere un mostro e di come il suo Passeggero Oscuro non possa essere contenuto, eppure lo contiene costantemente. Ascolta i consigli di Harry, aiuta Deb quando ha bisogno di lui e, cosa forse più importante, sceglie di salvare Nicky invece di uccidere Spencer. Dexter: Original Sin stagione 1 è fondamentalmente la prova che, qualunque cosa accada, una persona può sempre scegliere di fare la cosa giusta, anche se crede di essere un mostro.

 
 

Cobra Kai, la spiegazione del finale di serie: Chi vince il Sekai Taikai?

Cobra Cobra Kai - stagione 6

Il finale della sesta stagione di Cobra Kai ha segnato la fine del capitolo più memorabile della serie The Karate Kid dalla sua nascita. Proprio quando sembrava che Miguel vs. Axel sarebbe stato il round finale del torneo Sekai Taikai di Cobra Kai, la competizione ha ricevuto una proroga a sorpresa. Pochi minuti prima dell’episodio finale, è stato rivelato che la rimonta tardiva di Miguel è culminata in un pareggio tra Cobra Kai e gli Iron Dragons. Di conseguenza, è stato necessario un tie-break: un combattimento finale tra i sensei dei dojo in competizione.

Questo ha preparato il terreno per un montaggio di allenamento in stile Rocky, seguito da una resa dei conti accesa tra Johnny Lawrence e Sensei Wolf. Con i consigli di Daniel, Johnny ha superato le avversità in perfetto stile Karate Kid. Ha avuto un lieto fine, come la maggior parte dei personaggi di Cobra Kai. Anche se non è stato così per tutti i protagonisti, Cobra Kai ha tracciato un percorso di speranza per alcuni dei personaggi preferiti dai fan, tra cui Chozen Toguchi e il Maestro Kim.

Cobra Kai ha ucciso tre personaggi di Karate Kid in una scena

Kreese muore proteggendo Johnny

Cobra Kai ha aperto il finale della serie con una delle scene più importanti delle sue sei stagioni. Non volendo lasciare al caso la vittoria della sua squadra, Terry Silver ha ordinato a Dennis di agire contro la famiglia di Johnny. Se fosse riuscito a organizzare un rapimento, sarebbe stato senza dubbio il peggior atto mai commesso dal cattivo di Karate Kid III. Ma Cobra Kai non ha lasciato che Terry Silver arrivasse a tanto; a quanto pare Kreese sospettava che Silver si sarebbe abbassato a tanto e si è intrufolato sulla barca. In uno sconvolgente sviluppo fuori campo, Kreese ha ucciso Dennis, il che significa che entrambi gli scagnozzi di Silver del terzo film sono ora morti.

L’intervento di Kreese ha gettato le basi per un inaspettato ma emozionante incontro di vendetta tra il personaggio di Martin Kove e Terry Silver. Come accadde quando Terry Silver e Kreese si affrontarono nella seconda parte della sesta stagione di Cobra Kai, Silver aveva il vantaggio fisico e avrebbe vinto l’incontro, ma Kreese gli tolse la situazione dalle mani. Lanciando un mozzicone di sigaro sulla benzina versata, fece sì che la barca andasse a fuoco, uccidendo entrambi i cattivi di Karate Kid allo stesso tempo.

Anche se si è a lungo ipotizzato che uno o entrambi i personaggi non sarebbero sopravvissuti alla fine dello show, il tempismo è stato comunque sorprendente. Anche se ha avuto un confronto a cuore aperto con Kreese, non c’è stato un addio finale tra loro, né Johnny ha mai saputo del sacrificio di Kreese. Detto questo, il finale ha dato un senso al personaggio, in quanto può essere giustamente classificato come “morte del guerriero”, e uno che qualcuno come Kreese avrebbe preferito a qualsiasi altro. Dopo tutto, è morto proteggendo la persona a cui teneva di più.

Come Johnny Sfidare il maestro Wolf, nonostante fosse il lottatore più debole

La battaglia tra Kreese e Silver ha permesso un incontro equo tra Johnny e Wolf. Ma anche se non c’era il rischio che Silver manipolasse il risultato, era ovvio fin dall’inizio che il vantaggio era di Wolf. Johnny era stato chiaramente battuto nel loro precedente incontro e Cobra Kai aveva già fatto molto per dimostrare che Wolf era il lottatore più forte di Cobra Kai. Era più sano, più forte, più giovane e presumibilmente anche più abile. Non solo, ma aveva anche un titolo Sekai Taikai.

Johnny alla fine sconfisse Wolf andando contro la sua stessa mentalità “colpisci per primo”.

Non aiutò il fatto che Johnny si lasciò innervosire da Wolf prima dell’incontro, perdendo la concentrazione e lasciando che Wolf segnasse due punti consecutivi. Ma grazie ad alcuni consigli e a un discorso motivazionale dell’ultimo minuto da parte di Daniel, Johnny riuscì a combinare la propria esperienza e il proprio stile di combattimento con l’enfasi di Daniel sull’equilibrio per combattere gli attacchi di Wolf.

Ciò che consolidò davvero la sua vittoria fu la decisione di Johnny di correggere l’errore che aveva commesso contro Daniel in Karate Kid. Invece di correre a testa bassa per segnare il punto decisivo, Johnny ha lasciato che fosse Wolf a venire da lui, ha neutralizzato una mossa e ha segnato il colpo vincente. Johnny alla fine sconfigge Wolf andando contro la sua stessa mentalità “colpisci per primo”.

Spiegazione della nuova partnership tra Johnny e Daniel

Dopo la vittoria su Wolf, Johnny ha riavuto il suo vecchio dojo Cobra Kai, grazie a Daniel che ha negoziato un accordo con Zarkarian, il proprietario del centro commerciale. Come dimostrato dalle scene finali, Johnny tornerà ad insegnare agli adolescenti “la Via del Pugno,” come ha fatto nelle prime due stagioni, anche se con una visione aggiornata dei tre principi guida di Cobra Kai.

Oltre a riprendere le attività di Cobra Kai, Daniel continuerà a gestire il suo dojo Miyagi-do. Dopo aver parlato con Amanda, Daniel si è reso conto che essere un sensei fa parte di ciò che è. Ma invece di avere dojo completamente indipendenti, i due hanno formato una partnership unica, che ha alcune somiglianze con la loro alleanza nelle stagioni 4 e 5. Entrambi hanno i propri dojo, ma condividono e sostanzialmente si prestano gli studenti l’un l’altro per garantire che ricevano una formazione adeguata sia nel combattimento offensivo che in quello difensivo.

Cobra Kai ha finalmente confermato il “crimine” del signor Miyagi

Inoltre, Cobra Kai ha trovato il modo di dare una risposta a Daniel riguardo alle sue persistenti preoccupazioni sul passato del signor Miyagi. Una storia della madre di Daniel, che aveva anche una relazione personale con il signor Miyagi, ha presentato a Sam una collana che aveva precedentemente ricevuto dal signor Miyagi. A quanto pare, la collana era la ragione della “violenta rapina e aggressione” di cui il signor Miyagi era presumibilmente responsabile nel 1947.

Come spiegò la madre di Daniel, il signor Miyagi stava cercando di recuperare la collana, che era appartenuta a sua moglie e, prima ancora, a sua madre. Sua moglie l’aveva quando era stata rinchiusa in un campo di internamento giapponese e le era stata rubata da una delle guardie. Dopo aver ascoltato la storia, Daniel ora capisce che la persona che il signor Miyagi aveva picchiato nel 1947 era il ladro, il che significa che il suo mentore era innocente.

Cosa è successo ai ragazzi dopo il torneo Sekai Taikai

I dojo di Johnny e Daniel saranno privi della loro classe di diplomandi, ma ciò non significa che tutti loro abbiano abbandonato il karate. Per Robby e Tory in particolare, diventerà il loro lavoro, poiché entrambi hanno firmato un contratto con un’azienda di branding che li pagherà per fare dimostrazioni in giro per il mondo. Gli altri, invece, sono concentrati sui rispettivi studi. Miguel realizzerà il suo sogno frequentando la Stanford University, Sam sta seguendo un programma di formazione di un anno a Okinawa e Dimitri ha rinunciato a frequentare il MIT per unirsi a Hawk al Cal Tech.

Nel frattempo, gli studenti più giovani, come Kenny, Anthony e Devon, continueranno la loro formazione con Johnny e Daniel e parteciperanno a tornei, come l’All Valley. Il finale della serie conferma che Anthony si allena principalmente sotto la guida di Daniel, mentre Devon è un Cobra Kai. Nella scena post-crediti di Cobra Kai, Johnny e Daniel considerano la possibilità di far scambiare i due dojo per il prossimo All Valley. A quanto pare, Devon e Anthony, oltre a Kenny, sono ora i combattenti più forti dei due dojo.

 
 

The Gilded Age – Stagione 3: conferme, cast e tutto quello che sappiamo

The Gilded Age - Stagione 3

The Gilded Age è in arrivo con la terza stagione e la popolarità di questo dramma storico ne garantisce il successo. In onda sulla rete originale NBC nel 2022, The Gilded Age è scritto e creato da Julian Fellowes, noto per la serie di successo Downton Abbey. Con un cast che include diversi veterani del teatro e attori di formazione classica, The Gilded Age porta le sfumature delle altre serie di Fellowes al boom industriale americano della fine del 1800, in particolare agli industriali e ai mondani di New York che prosperarono (e caddero) durante questo momento storico unico.

La serie è stata acclamata dalla critica durante le prime due stagioni e la seconda stagione di The Gilded Age ha addirittura superato la precedente con un punteggio di oltre il 90% su Rotten Tomatoes. Con la crescente popolarità dei drammi storici grazie a serie come Bridgerton, The Gilded Age ha la possibilità di diventare il prossimo dramma imperdibile che trae ispirazione dagli annali della storia. La terza stagione offre a HBO l’opportunità di consolidare la serie come il prossimo grande dramma storico.

Ultime notizie su The Gilded Age stagione 3

Rivelato il mese di uscita della terza stagione

Dopo mesi senza notizie concrete, l’ultimo aggiornamento conferma il mese di uscita della terza stagione di The Gilded Age. Il dramma in costume arriverà su HBO e Max nel giugno 2025, ma la data esatta di uscita rimane ancora sconosciuta. L’annuncio è stato accompagnato da una serie di immagini della prossima stagione, tra cui alcune foto delle star Carrie Coon, Cynthia Nixon e Christine Baranski. Per quanto riguarda il nuovo cast, in un’immagine spicca anche Phylicia Rashad.

La terza stagione di The Gilded Age è confermata

La terza stagione è in arrivo

HBO ha dato il via libera alla terza stagione di The Gilded Age solo pochi giorni dopo la fine della seconda stagione, e questo è un buon segno per il futuro della serie. A differenza di altre serie che accumulano visualizzazioni in un periodo di tempo prolungato, la popolarità di The Gilded Age ha reso indispensabile un rapido rinnovo. Il lavoro è proceduto lentamente nel corso del 2024 e le riprese si sono concluse nella seconda parte dell’anno. Da allora è stato annunciato che The Gilded Age stagione 3 sarà trasmessa nel mese di giugno 2025, ma per ora non è ancora stata comunicata una data precisa.

La seconda stagione di The Gilded Age si è conclusa il 17 dicembre 2023.

Il cast della terza stagione di The Gilded Age

Il clan Russell torna nella terza stagione

Il cast di The Gilded Age è un vasto ensemble e la maggior parte degli attori dovrebbe tornare nella terza stagione di The Gilded Age. Poiché la storia è incentrata su Marian, Agnes, la famiglia Russell e il rigido ambiente sociale dei “nuovi ricchi” in cui vivono, sembra probabile che i Russell torneranno nella terza stagione di The Gilded Age. Tuttavia, dato che la serie abbraccia un ecosistema sociale in continua evoluzione, potrebbero entrare in scena anche una serie di nuovi personaggi che sconvolgeranno le carte in tavola.

Non ci è voluto molto perché nuovi membri del cast fossero aggiunti alla terza stagione, con Phylicia Rashad scelta per interpretare la ricca e protettiva signora Elizabeth Kirkland. Ad affiancarla ci saranno Brian Stokes Mitchell, che interpreterà suo marito Frederick, e Jordan Donica, che interpreterà il dottor William Kirkland, un parente non specificato di Elizabeth. Victoria Clark interpreterà un’altra donna ricca, Joan Carlton. Bill Camp è stato scelto per interpretare il finanziere JP Morgan, mentre LisaGay Hamilton sarà la suffragista Frances Ellen Watkins Harper.

Altri nomi si sono aggiunti al cast nel novembre 2024, con l’aggiunta di Dylan Baker nel ruolo del dottor Logan, che cura l’élite ricca. Inoltre, Kate Baldwin interpreterà Nancy Adams Bell, la sorella di John, al fianco di Michael Cumpsty nel ruolo dell’aristocratico britannico Lord Mildmay. John Ellison Conlee è il ricco uomo d’affari Weston, mentre Bobby Steggert interpreterà il famoso pittore americano John Singer Sargent. Hannah Shealy interpreterà Charlotte, la figlia adulta della signora Astor.

La trama della terza stagione di The Gilded Age

Ada conquista ricchezza e status nella terza stagione

La rottura tra Gladys e Bertha rischia di frammentare il clan Russell nella terza stagione di The Gilded Age.

In termini di colpi di scena, il finale della seconda stagione di The Gilded Age non solo ha stravolto tutto, ma ha anche fornito agli sceneggiatori molti spunti per la terza stagione. Forse il cambiamento più grande è stata la rivelazione che Ada ha ereditato una grossa somma di denaro che non solo salverà la famiglia Brook, ma le darà anche potere. Le conseguenze della rottura tra Gladys e Bertha potrebbero anche portare alla frammentazione del clan Russell nella terza stagione di The Gilded Age, il che potrebbe preparare il terreno per ulteriori colpi di scena in futuro.

Francesca Orsi, dirigente della HBO, ha offerto alcune anticipazioni su ciò che accadrà nella terza stagione di The Gilded Age, e stando alle sue dichiarazioni, il divorzio sarà un tema importante. Secondo Orsi, la stagione non solo esaminerà l’introduzione del divorzio nella società, ma anche come la fine delle relazioni (dal punto di vista legale) abbia ripercussioni sul modo in cui le donne sono viste nelle loro comunità.

Leggi qui i commenti di Orsi:

Penso che, in generale, sia un modo interessante di esplorare quell’epoca in cui il divorzio è diventato un tema centrale nelle relazioni negli Stati Uniti. Penso che ci sia da discutere sui matrimoni combinati e, se non funzionano necessariamente, su come fosse il divorzio a quel tempo e cosa significasse per la società. E poi se si viene accettati o meno dalla società in base al divorzio.

 
 

The Gilded Age – stagione 2: la spiegazione del finale

The Gilded Age - stagione 2

Con la conclusione trionfale della Guerra dell’Opera e il salvataggio della fortuna della famiglia Van Rhijn, la seconda stagione di The Gilded Age si è conclusa in modo spettacolare. Dopo aver combattuto per tutta la stagione, la signora Astor e la signora Russell fanno il loro ultimo sforzo per ingraziarsi l’elite di New York City mentre l’Accademia della Musica e il Metropolitan iniziano le loro stagioni la stessa sera. Mentre le luci si abbassano sulla serata di apertura, diverse sorprese scuotono le fondamenta del set di cucchiai d’argento e mandano la società in tilt.

The Gilded Age si ispira ai Vanderbilt e ad altre famiglie storiche reali, quindi mentre la prima stagione ha impiegato molto tempo per introdurre i personaggi e definire le loro rispettive storie, la seconda stagione ha accelerato il ritmo, passando da una piacevole passeggiata in giardino a una corsa in carrozza per le strade acciottolate. Non solo ogni episodio è stato rivelatore e dinamico, ma poiché le basi dei personaggi sono state gettate, è stato necessario dedicare meno tempo al contesto e all’esposizione. Grazie a tutta la nuova crescita e allo sviluppo, il finale ha preparato ogni sorta di emozionante melodramma per la terza stagione di The Gilded Age.

Cosa promise Bertha al duca per vincere la guerra dell’opera?

Doveva dargli qualcosa che la signora Astor non poteva

Dopo aver superato in astuzia la signora Winterton per aggiudicarsi il duca di Buckingham, Bertha Russell supera in astuzia la signora Astor all’ultimo momento, assicurandosi la presenza del duca alla serata di apertura del Met invece di accettare un palco all’Academy. Quando si rese conto che non poteva offrirgli i soldi di suo marito, né promettergli i contatti della signora Astor con la cerchia ristretta del Vecchio Mondo, decise di dargli qualcosa che solo lei poteva dargli. Il contenuto del loro incontro clandestino nella sua stanza all’Union Hotel rimane avvolto nel mistero fino alla fine della seconda stagione di The Gilded Age.

In base a dove si siede il duca durante lo spettacolo e a quanto si preoccupa Bertha per sua figlia, è chiaro che lei gli ha promesso Gladys. Dal momento in cui ha risistemato i cartoncini dei posti a sedere quando ha incontrato per la prima volta il nobile, era chiaro che stava cercando di organizzare un matrimonio vantaggioso. Il duca ha un titolo e delle terre, ma non ha i soldi per mantenerli, quindi deve sposarsi bene per mantenere il suo status. La scelta di Bertha potrebbe metterla in contrasto con suo marito nella terza stagione di The Gilded Age, perché lui ha promesso a Gladys che avrebbe potuto sposarsi per amore.

Come Bertha Russell ha reinventato la società americana

Il nuovo denaro supera la vecchia guardia

Quando la signora Fish si rende conto che il posto dove stare è il Met, abbandona completamente l’Accademia e si affretta a stare con il resto dell’élite di New York. Fa in modo di dire alla signora Russell che non solo ha vinto la guerra dell’opera, ma che con la sua vittoria ha “reinventato la società americana”. Quando la signora Russell assiste allo spettacolo dal suo palco, vede che quasi tutte le persone importanti che voleva che venissero hanno scelto di stare al suo fianco, lasciando solo la signora Astor, Agnes Van Rhijn e qualche decina di membri della Vecchia Guardia a sedere e a rimuginare sulla sconfitta all’Accademia.

Le parole della signora Fish implicano che i vecchi standard di funzionamento della società sono cambiati e che è possibile per i nuovi ricchi come i Russell dettare nuove condizioni piuttosto che essere alla mercé di coloro che lasciano poco spazio all’innovazione. Sostenendo il Met come luogo di cultura e arte, la signora Russell ha sfidato le regole della signora Astor e ne ha inventate di proprie. La guerra dell’opera rappresenta il progresso e la potenza industriale evidenziata nell’età dell’oro americana come motore di grandi cambiamenti e prosperità, con il successo che arriva a coloro che aiutano a realizzarlo, non a ostacolarlo.

Cosa significa la fortuna di zia Ada per il futuro della famiglia Van Rhijn

Una delle rivelazioni più scioccanti del finale della seconda stagione di The Gilded Age è arrivata da zia Ada che, nella scena finale dell’ottavo episodio, spiega che suo marito Luke Forte, recentemente scomparso, le ha lasciato una grossa eredità. Mentre Oscar Van Rhijn potrebbe aver investito male i soldi di sua madre e averla lasciata indigente, sua sorella potrebbe essere la sua salvezza. Non solo Agnes non dovrà vendere la casa e trasferirsi, ma tutto il personale di servizio non dovrà cercare un altro lavoro e i nomi Van Rhijn e Brook non dovranno essere infangati acquisendo la reputazione di poveri.

Come dimostra l’avvocato che si rivolge alla zia Ada, invece che ad Agnes, nella scena finale della serie, la dinamica della famiglia è cambiata. Ada pagherà i salari dei domestici e sarà quindi il loro datore di lavoro, e anche se Agnes è ancora proprietaria della casa, non avrà più l’ultima parola sulle questioni domestiche. Ada disse al suo defunto marito poco prima che morisse che il suo amore l’aveva resa più forte e le aveva fatto credere in se stessa, ed è chiaro che la solitamente mite Ada diventerà una forza potente con cui fare i conti, soprattutto dopo aver vissuto per così tanto tempo sotto il governo dittatoriale di Agnes.

L’importanza dell’invenzione della sveglia di Jack

Una delle sottotrame più affascinanti tra il personale del piano inferiore è stata il viaggio della sveglia di Jack. Dopo aver inventato un meccanismo di scappamento che assicurava che i componenti di un orologio sveglia che indicano l’ora non si bloccassero (anche senza olio), i membri della famiglia Van Rhijn si unirono per procurargli i fondi per brevettare il componente. Dopo essersi unito a una società di orologeria e aver ottenuto le certificazioni necessarie, la sua invenzione ottenne il proprio brevetto, e non solo, ma Larry Russell suggerì a Jack di mettersi in affari insieme a lui con il loro design superiore di sveglia.

L’invenzione di Jack non è solo significativa nella storia dei dispositivi per la misurazione del tempo e della crescente precisione delle sveglie, ma mostra anche la mobilità ascendente insita nell’ingegno e nell’innovazione dell’epoca. Dimostra che, anche se non è nato in una famiglia ricca, qualcuno come Jack può raggiungere la mobilità ascendente nella società attraverso le proprie idee. Questo è il “sogno americano” all’opera, e un esempio delle tante storie tipicamente americane che hanno visto l’avanzamento della classe inferiore a quella superiore attraverso il duro lavoro, la dedizione e una rete di sostenitori.

L’importanza della lotta contro il Consiglio dell’Istruzione che chiudeva le scuole per le persone di colore

Una triste verità nella storia americana è radicata nel fatto che il Consiglio dell’Istruzione di New York City cercò di chiudere le scuole per gli studenti di colore durante l’Età dell’Oro, negando loro l’accesso a importanti competenze scolastiche e a contatti vitali per il loro avanzamento nella vita. Citando la frequenza insufficiente e insegnanti con credenziali insufficienti, il Consiglio dell’Istruzione cercò di chiudere tre scuole separate, arrivando persino a cambiare le date del voto in modo che nessuna opposizione potesse presentare prove contro la loro causa. Fortunatamente, il sostegno e le prove sono fornite in massa, e riescono a chiudere solo una scuola.

A quel tempo, gli immigrati irlandesi, come le persone di colore, subivano pregiudizi e ostilità estremi, e ci volle un lavoro di squadra per sopraffare il Consiglio dell’Istruzione e ottenere un cambiamento significativo. Quando il Consiglio dell’Istruzione si rese conto che anche gli studenti bianchi avrebbero frequentato queste scuole, non ebbe altra scelta che modificare la sua decisione. La lotta sarebbe continuata fino al secolo successivo, ma grazie al lavoro svolto da Peggy Scott, dalla sua famiglia e dalla loro comunità, alle persone di colore non poterono essere negate le necessità e la dignità.

Perché Peggy Scott dovette sacrificare il lavoro dei suoi sogni

Anche se ci sono molti momenti di euforia nel finale della seconda stagione di The Gilded Age, ce n’è uno che brucia a causa delle sue implicazioni personali. Peggy Scott decide di rinunciare al lavoro dei suoi sogni presso il giornale del signor Fortune e di concentrarsi sul suo romanzo. Mentre lui è contento di lavorare al suo fianco perché crede nelle sue capacità di scrittrice e di avvocato, lei non vede un futuro in cui possa scrivere per il giornale e mettere da parte i suoi sentimenti per lui, soprattutto considerando le voci che circolano dopo il bacio proibito che i due si sono scambiati a Tuskegee, in Alabama.

Un grande impulso alla decisione di Peggy di rinunciare al lavoro dei suoi sogni è il fatto di aver incrociato la moglie e il figlio del signor Fortune, che prima erano stati per lei concetti astratti. Vedere due persone innocenti che potrebbero essere molto ferite dai sentimenti che Peggy prova per il suo datore di lavoro (e lui per lei) le fa riconsiderare l’impropietà del loro rapporto di lavoro. Potrebbe essere il destino di Peggy diventare una grande scrittrice e continuare a influenzare cuori e menti con i suoi scritti intrepidi sulle sfide che le persone di colore hanno affrontato nell’età dell’oro.

Cosa significa per lei e Larry Russell il matrimonio annullato di Marian

Dashiell Montgomery è stato il pretendente di Marian per tutta la seconda stagione di The Gilded Age, ma è stato chiaro fin dall’inizio che, sebbene potesse essere un partner sensibile, non era quello giusto per Marian Brook. Lei ha dimostrato di avere una certa chimica con Larry Russell, ma i due sono stati tenuti separati a favore delle sue imminenti nozze. Dopo un’attenta riflessione, decide che non può sposare Dashiell in buona fede perché non è pronta a rinunciare alla sua carriera e a sistemarsi, lasciando a lei e Larry l’opportunità di corteggiarsi da qualche parte nella terza stagione.

La posta in gioco è molto alta per le giovani donne del livello sociale di Marian, e zia Agnes vuole assicurarle un futuro con un buon partito e un marito rispettabile. Sfortunatamente, Marian non si preoccupa molto delle regole della società e preferirebbe avere una carriera e nessuna prospettiva piuttosto che sposare la persona sbagliata che considera la sua vocazione frivola. Lei e Larry hanno una mentalità molto più artistica e sono desiderosi di cambiare il mondo, mentre il loro corteggiamento creerebbe ogni sorta di divertente melodramma tra Bertha Russell e Agnes Van Rhijn nella terza stagione di The Gilded Age.

 
 

Resident Alien – Stagione 3, la spiegazione del finale

Resident Alien

La terza stagione di Resident Alien, episodio 8, “Homecoming”, termina in modo ancora più drammatico rispetto al finale della seconda stagione di Resident Alien, con la serie Syfy che presenta tante risposte quante sono le domande sul destino dei suoi personaggi. Gran parte della terza stagione di Resident Alien si concentra sul piano dei Grigi per trasformare l’atmosfera terrestre, e “Homecoming” non esita a portare questa trama a una conclusione drammatica. Con Joseph che cambia schieramento all’ultimo secondo, Harry Vanderspeigle si ritrova con un alleato inaspettato nella sua missione per salvare il pianeta che ora chiama casa.

A parte i temi legati alla salvezza del pianeta, “Homecoming” riporta anche una versione migliorata del localizzatore alieno e mostra D’arcy che salva il bambino di Kate. Il colpo più duro dell’episodio arriva quando si scopre che il protagonista di “Resident Alien” è in qualche modo intrappolato a bordo della nave dei Grigi insieme a Bridget, una nave che si rivela essere stata camuffata da luna terrestre per tutto il tempo. Con lo sceriffo Mike ora coinvolto nella vicenda a causa della sua nuova rivelazione extraterrestre, sembra che l’intero cast di “Resident Alien” sia sulla stessa lunghezza d’onda, il che potrebbe essere fondamentale per il salvataggio di Harry.

Cosa significa l’imprigionamento di Harry da parte dei Grigi nel finale della terza stagione di Resident Alien

Harry avrà probabilmente bisogno di aiuto per fuggire dalla nave dei Grigi

Resident Alien inganna brillantemente il suo pubblico in “Homecoming” facendo sembrare che Harry sia tornato a casa sano e salvo con Asta e gli altri. La sua natura eccentrica rende difficile capire quando si comporta in modo insolito, perché comportarsi in modo insolito è semplicemente il suo modo di essere. Tuttavia, c’erano indizi come la sua reazione insensibile alla “morte” di Bridget e il rifiuto della torta gratuita che avrebbero dovuto essere un indizio evidente.

Alla fine, Harry e Bridget vengono mostrati imprigionati a bordo della nave dei Grigi. Insolitamente, probabilmente non sono stati nemmeno i Grigi a metterli lì. Quando Robert rientra nella mischia, spiega agli altri che il Mantide mutaforma nell’altra cella ha un modo per entrare nella mente degli altri. Pertanto, è probabile che Harry si sia avvicinato troppo al Mantide e che il cattivo dell’ultimo minuto di Resident Alien abbia usato questa abilità per convincere Harry a liberarlo e prendere il suo posto.

L’abilità del Mantide di trasformare il suo aspetto esteriore può ingannare molti degli abitanti di Patience, ma la serie dimostra che Max è in grado di vedere attraverso il travestimento del Mantide proprio come fa con quello di Harry. Inoltre, all’inizio dell’episodio viene stabilito che il Mantide ha tendenze omicide e che la sua razza ha una reputazione temibile. Quindi, il fatto che il Mantide ora conosca l’abilità di Max lo mette in grave pericolo.

La Luna è sempre stata la nave dei Grigi

La rivelazione ha enormi implicazioni per la tradizione di Resident Alien

Una delle rivelazioni più importanti nel finale della terza stagione di Resident Alien è il fatto che la nave dei Grigi è stata camuffata da luna per un periodo di tempo indeterminato. Non è chiaro se i Grigi abbiano distrutto la luna originale e preso il suo posto ad un certo punto o se la nave sia stata lì per tutta la storia dell’umanità. Entrambe le opzioni sono scenari terrificanti, poiché dimostrano il potere, la longevità e la determinazione degli alieni Grigi.

Gli altri Grigi rimangono i principali antagonisti dopo il cambio di schieramento di Joseph, ma “Homecoming” introduce anche i Mantid come nuovi cattivi di Resident Alien.

L’obiettivo principale di Harry durante la terza stagione di Resident Alien è stato quello di far saltare in aria la nave dei Grigi. Ora che lui e gli altri sanno che la nave è la luna della Terra, questa opzione è molto meno favorevole. Inoltre, i Grigi stanno anche nascondendo un gran numero di bambini umani, proprio come hanno tenuto prigioniero il bambino di Kate per così tanto tempo. D’arcy è l’unico personaggio che vede questo asilo alieno e lo ricorda, ma molto probabilmente passerà l’informazione ai suoi complici, rendendo il piano originale inutile fino a quando i bambini non potranno essere salvati.

Anche Kate Hawthorne vede l’asilo con D’arcy, ma i Grigi cancellano la memoria di Kate prima di riportarla sulla Terra.

Lo sceriffo Mike ottiene finalmente la prova concreta dell’esistenza degli alieni nel finale della terza stagione di Resident Alien

Mike non può più negare l’esistenza della vita extraterrestre

Probabilmente, Mike è il personaggio di Resident Alien che è cresciuto di più dall’inizio della serie. Tuttavia, una delle sue convinzioni più radicate in tutta la serie Resident Alien è che gli alieni appartengono esclusivamente al regno della finzione. Verso la fine di “Homecoming”, Mike vede per la prima volta uno dei Grigi quando lo mette al tappeto con un solo pugno in un edificio abbandonato.

Ora che Mike ha visto un alieno alla fine della terza stagione di Resident Alien, dovrebbe smettere di rimproverare continuamente gli altri perché credono negli UFO. Invece, Mike dovrà chiedere scusa a Liv e agli altri che ha ridicolizzato. Tuttavia, Mike è un uomo intelligente e un detective capace. Pertanto, essendo a conoscenza di ciò che sta succedendo, potrà intervenire e dare una mano invece di stare a guardare scuotendo la testa.

D’arcy salva il bambino degli Hawthorne dai Grigi

Il piano distruttivo di D’arcy ha preso una piega diversa nel finale della terza stagione di Resident Alien

I Grigi hanno rapito il bambino di Ben e Kate alla fine della seconda stagione di Resident Alien. Da allora, nessuno tranne i Grigi era a conoscenza dell’esistenza del bambino, finché Harry non ha aiutato Kate a ricordarsene alla fine dell’episodio 7 della terza stagione di Resident Alien, intitolato “Here Comes My Baby”. Quando D’Arcy ruba la bomba di Harry, è chiaro che il suo piano originale è quello di far saltare in aria la nave dei Grigi, ma questo va rapidamente in fumo quando viene catturata subito dopo aver attraversato il portale.

Il tema della genitorialità è stato messo sotto i riflettori molte volte durante gli otto episodi della terza stagione.

È una fortuna che D’arcy non abbia portato a termine il suo sacrificio, perché avrebbe causato la morte di molti giovani, tra cui il piccolo Hawthorne. Per fortuna, anche se Kate viene trattenuta mentre cerca di salvare suo figlio, il piano distruttivo di D’Arcy si trasforma in uno di salvezza quando lei prende il bambino e fugge. Il senso di insoddisfazione di D’arcy è emerso più volte nel corso della terza stagione di Resident Alien. Ora può stare a testa alta, sapendo di aver fatto la differenza per la famiglia Hawthorne salvando il loro membro più giovane.

Il finale della terza stagione di Resident Alien cambia il personaggio del cattivo

Il Mantide sembra essere un temibile antagonista

I Grigi sono stati i cattivi principali di Resident Alien per un po’ di tempo, con Joseph che era il volto “umano” del gruppo di cattivi extraterrestri. In “Homecoming”, Joseph si rende conto che i suoi superiori lo avrebbero lasciato morire una volta riuscito a modificare l’atmosfera terrestre per adattarla alla fisiologia dei Grigi. In quanto ibrido umano/Grigio, Joseph non sarebbe stato in grado di respirare la nuova aria terrestre proprio come gli esseri umani purosangue. Scoprendo questo, Joseph promette di aiutare Harry e lo fa sventando il piano dei Grigi sulla caldera di Yellowstone.

Gli altri Grigi rimangono i principali antagonisti dopo il cambio di schieramento di Joseph, ma “Homecoming” introduce anche silenziosamente il Mantid come nuovo cattivo di Resident Alien. L’insettoide alieno è un individuo violento, spaventosamente abile nel mutare forma e nella manipolazione mentale. Tuttavia, non è chiaro se il Mantid agisca da solo o come parte di un gruppo più grande. In ogni caso, ora che la caldera è inattiva, il Mantide rappresenta la minaccia più grande per Resident Alien.

Il vero significato del finale della terza stagione di Resident Alien

“Homecoming” rafforza i temi della genitorialità della terza stagione di Resident Alien

Al di là dei tropi fantascientifici, “Homecoming consolida i temi della famiglia che hanno caratterizzato tutta la terza stagione di Resident Alien. In particolare, il tema della genitorialità è stato più volte messo in primo piano durante gli otto episodi della terza stagione. Uno degli esempi più evidenti che appare nel finale è Kate e Ben che cercano di salvare il loro bambino dai Grigi, così come Harry e Bridget che finalmente lavorano fianco a fianco invece di essere sempre in contrasto tra loro.

Anche altri personaggi hanno lottato con il concetto di genitorialità durante la terza stagione di Resident Alien, tra cui Asta, D’arcy e persino l’arco narrativo di Liv con sua nonna potrebbe rientrare in questa categoria. Tuttavia, uno dei riferimenti più sottili all’atto di essere genitori è il ritorno di Robert in “Homecoming”. In quanto figlio di Peter Bach, il cacciatore di alieni recentemente tornato e potenziato, Harry ha cercato di fare da genitore a Robert quando Peter era creduto morto. Non è finita particolarmente bene, ma il ritorno di Robert per aiutare Harry nella terza stagione di Resident Alien è una coincidenza troppo grande per essere ignorata.

Come è stato accolto il finale della terza stagione di Resident Alien

I fan e la critica hanno adorato il finale mozzafiato

Resident Alien è stato un incredibile successo per Syfy sin dal suo debutto nel 2021, e questo non è cambiato con il finale della terza stagione, che è stato accolto con nuovi elogi universali da parte dei fan e della critica. La terza stagione di Resident Alien ha ottenuto un punteggio del 92% su Rotten Tomatoes, con “Homecoming” che ha ottenuto un punteggio di 8,2/10 su IMDb. Resident Alien stagione 3 è stata accolta molto bene fin dal primo episodio, e il finale pulito e ben strutturato ha fatto sì che gli ascolti rimanessero alti anche dopo la messa in onda del finale nell’aprile 2024.

Oltre ai numerosi colpi di scena, ai ribaltamenti e agli sviluppi della trama (tutti accolti molto bene), molti spettatori e recensioni professionali hanno elogiato l’azione ad alta intensità del finale della terza stagione di Resident Alien. È stato anche regolarmente sottolineato il grande successo ottenuto da Syfy Resident Alien e l’ottimo lavoro svolto dal team creativo nel mantenere la storia avvincente anche dopo tre stagioni. Ad esempio, Carissa Pavlica di TV Fanatic scrive:

“Syfy non ha avuto un successo così grande da anni, e non è facile creare una serie di questa portata o mantenerne lo slancio. Qui ci sono riusciti egregiamente”.

Pavlica ha poi fatto eco alle opinioni di molti fan accaniti di Resident Alien, che festeggiavano il fatto che, dopo la fine della terza stagione, la serie fosse arrivata al punto più interessante fino a quel momento:

Incrociamo le dita per un rapido rinnovo e un calendario di produzione ancora più veloce. Siamo al settimo cielo! Gli alieni sono ovunque! Harry e Bridget devono essere salvati! Gli Hawthorne hanno una figlia! E ci sono un sacco di Grigi incazzati che probabilmente vogliono assaporare il dolce gusto della vendetta.

Tutto sommato, si può dire che il finale della terza stagione di Resident Evil è stato un degno addio al terzo capitolo della storia. È stato un intrattenimento solido e accattivante, che ha contenuto anche molti sviluppi importanti della trama: un ottimo equilibrio che molte serie non riescono a raggiungere.

Come il finale della terza stagione di Resident Alien prepara la quarta stagione

Le basi per il prossimo capitolo della storia sono state chiaramente gettate

Per quanto il finale della terza stagione di Resident Alien sia stato sbalorditivo e da cardiopalma, una fonte fondamentale di eccitazione per i fan è stata anche la way in which ha preparato la quarta stagione. Anche se non c’è ancora una data di uscita per la quarta stagione di Resident Alien, è stato confermato che la serie passerà da Syfy a USA Network quando tornerà (il che potrebbe avvenire già nel 2025). Non ci sono ancora conferme su cosa comporterà la trama della quarta stagione di Resident Alien, anche se il finale della terza stagione ha lasciato molti indizi.

L’indizio più evidente sulla trama della quarta stagione di Resident Alien è che la luna è segretamente la base dei Grigi. Non è esagerato dire che questa è stata la rivelazione più importante di “Homecoming” e che le conseguenze per la serie (e forse anche per l’umanità stessa) sono enormi. Qualunque cosa ci aspetti nella stagione 4 di Resident Alien, il fatto che la luna sia la nave dei Grigi dovrà essere affrontato come uno dei punti più importanti della trama, soprattutto perché Harry e Bridget erano ancora lì alla fine di “Homecoming”.

Tuttavia, non sono solo le ramificazioni per la trama della serie ad essere state preparate dal finale della terza stagione di Resident Alien.Ci sono anche molti archi narrativi incentrati sui personaggi per la quarta stagione che “Homecoming” ha accennato. A parte la presenza di Harry e Bridget nello spazio, ci sono anche sviluppi come lo sceriffo Mike che finalmente ha prove concrete dell’esistenza degli alieni. Questo avrà sicuramente un impatto sul suo personaggio quando Resident Alien tornerà, anche se resta da vedere esattamente in che modo. Questo e molti altri sviluppi sono il motivo per cui “Homecoming” e il finale della terza stagione di Resident Alien sono stati così ben accolti, poiché non c’è stato quasi nessun momento che non abbia chiaramente definito la traiettoria narrativa della quarta stagione.

 
 

Broken Rage: recensione del film di e con Takeshi Kitano

Broken Rage

Dopo la presentazione in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, arriva su Prime Video Broken Rage, nuovo esperimento dell’eclettico attore, regista e provocatore giapponese Takeshi “Beat” Kitano che offre, sostanzialmente, due film in uno, mettendo in scena una delle sue tipiche beffe che, a uno sguardo più attento, si rivela essere la più grande di tutte: uno scherzo infinito.

Un racconto decisamente sui generis

Un sicario riceve un incarico. Lo porta a termine. E si ricomincia. Un sicario riceve lo stesso incarico. E lo esegue di nuovo. Kitano ci regala prima un thriller e poi una commedia esilarante. In realtà, consegna la più folle e geniale riflessione sul cinema che un festival potesse immaginare proprio nel giorno della sua chiusura (ci riferiamo alla presentazione in anteprima a Venezia 2024).

Con Broken Rage, il regista giapponese ha presentato fuori concorso al Lido un esperimento irresistibile, un concentrato di un’ora che sintetizza la sua carriera. Come un disco antologico con un lato A e un lato B: prima il Kitano nei panni di un sicario laconico, brutale e implacabile, un gangster in pensione che sembra uscito da un film di Bresson; poi il Kitano di Mai dire Banzai, che distrugge la propria immagine iconica con ironia, il genio folle che fa ciò che vuole senza curarsi di nulla.

Interpretando un sicario che crolla sotto la pressione della polizia, Kitano trova la comicità sovvertendo le aspettative. La sua sceneggiatura gioca con un genere familiare, mantenendo però quel tanto di logica necessario a dare un ancoraggio alle derive più assurde. Senza cambiare nulla se non il tono, trasforma la tensione in comicità grazie a una conoscenza approfondita di ciò che cattura il pubblico.

L’ultima grande follia di Kitano

Conosciuto con il soprannome di “Beat” Takeshi, Kitano ha guadagnato fama mondiale come creatore e conduttore dello storico programma televisivo Takeshi’s Castle – in poche parole, giapponesi che subiscono colpi esilaranti. Successivamente, si è affermato come un autore venerato dalla cinefilia grazie a film magistrali sulla yakuza come Sonatine (1993) e soprattutto Hana-bi (1997), con cui vinse il Leone d’Oro a Venezia. Da allora, Kitano ha spesso unito nel suo cinema le due anime della sua carriera, commedia e ultraviolenza, ma forse non lo aveva mai fatto con tanta efficacia come in Broken Rage.

Regista inclassificabile e versatile – è anche pittore, conduttore televisivo e comico – ha dimostrato di saper eccellere in tutti i generi cardine del cinema giapponese, dal yakuza eiga al melodramma, fino al chambara. A lungo idolatrato e pluripremiato in Europa, a differenza del suo stesso paese (dove il pubblico ha faticato a separare il Beat Takeshi comico televisivo dal cineasta Kitano), ha però subito un notevole calo di consenso in Occidente dal 2010, quando ha presentato in concorso a Cannes il primo capitolo della sua trilogia, Outrage Coda. Il film fu accolto con freddezza sia dalla critica che dai festivalieri, tanto che tra gli appassionati di Kitano è considerato un fallimento che segna l’inizio del suo declino artistico. Con il suo tono più realistico, le lunghe scene dialogate e uno sguardo cinico e disilluso sulla società giapponese, Outrage abbandonava il lirismo e le rotture di tono tipiche della sua filmografia. Tuttavia, la trilogia non rappresenta affatto una deviazione accidentale, bensì una brillante reinvenzione dei temi kitaniani, in cui il regista smonta in modo quasi masochistico alcuni dei codici che lui stesso aveva contribuito a rendere celebri.

Una geniale autoparodia e riflessione meta

Come dicevamo, nella sua prima metà Broken Rage è un classico thriller criminale: un sicario è costretto a collaborare con la polizia per eliminare una banda di mafiosi. Successivamente, la storia prende una svolta inaspettata e si trasforma in un’autoparodia. Kitano racconta la stessa vicenda, ma con un’ironia incredibilmente affilata, prendendo in giro le molteplici identità che ha assunto come attore nel corso della sua carriera.

Kitano sfrutta questa struttura per riflettere sul cinema stesso, inserendo momenti di metacinema in cui commenta il suo lavoro e il panorama cinematografico attuale. Prende in giro la tendenza dei film festivalieri a durare troppo a lungo e gioca con il concetto di budget ridotto, sostituendo una scena d’azione con un gioco di sedie musicali e realizzando una delle sequenze di inseguimento in auto più anti-spettacolari di sempre. Il tutto con una consapevolezza e un’ironia che mostrano un Kitano in grande forma, capace di rinnovarsi e sorprendere. Il risultato è un’ora di cinema che zittisce chiunque lo desse per finito e che riesce a far ridere anche lo spettatore più impassibile. Una pellicola alla quale i fan possono rispondere con una sola parola: grazie.

 
 

The Handmaid’s Tale – Stagione 6: teaser trailer della sesta stagione svela l’esercito di ancelle di June e la ribellione di Gilead

Elisabeth Moss in The Handmaid's Tale

È stato presentato il trailer ufficiale della sesta stagione di The Handmaid’s Tale. Basata sul romanzo distopico di Margaret Atwood, la serie di successo di Hulu è stata un dramma avvincente e politico fin dal suo debutto nel 2017. The Handmaid’s Tale – Stagione 6 segue June (Elisabeth Moss) mentre resiste all’oppressivo regime di Gilead, una società totalitaria del prossimo futuro che schiavizza le donne come ancelle partorienti. In cinque stagioni, la serie ha ricevuto 15 Emmy Awards. Per il suo capitolo finale, la sesta stagione di The Handmaid’s Tale è prevista per l’8 aprile.

Ora, Hulu ha rilasciato un nuovo trailer di The Handmaid’s Tale – Stagione 6, che mostra June che prepara il suo esercito di ancelle per la guerra contro Gilead. A un certo punto, June dichiara: “Il vestito è diventato la nostra uniforme. E siamo diventate un esercito”, mentre le vittime velate del regime diventano la sua più grande minaccia. Insieme agli scorci di Moira (Samira Wiley), Luke (O-T Fagbenle) e Nick (Max Minghella), il trailer anticipa la resa dei conti quando la lotta per la libertà raggiunge il suo apice. Guardate il video qui sotto:

Cosa significa il trailer della sesta stagione di The Handmaid’s Tale

Con l’esercito di ancelle di June che sta formando una vera e propria ribellione, il capitolo finale di The Handmaid’s Tale è impostato su una guerra che va oltre i loro piccoli atti di sfida. Dopo un culmine di sofferenza e pianificazione, June e i suoi alleati sembrano pronti a portare la loro lotta direttamente alla leadership di Gilead. Il finale della quinta stagione di Handmaid’s Tale ha portato June e Serena (Yvonne Strahovski) insieme sullo stesso treno in partenza da Toronto, suggerendo l’inizio di un’improbabile alleanza.

15 anni dopo gli eventi dello show originale, il seguito della serie dovrebbe concentrarsi su un altro gruppo di donne di Gilead, con Ann Dowd che riprenderà il suo ruolo di zia Lydia. Aggiornamenti significativi su The Testaments potrebbero arrivare solo dopo la conclusione della sesta stagione, rendendo il 2026 un anno importante per il futuro dell’universo di The Handmaid’s Tale.