Sorry Angel (Plaire aimer
et courir vite) segna il ritorno sulla Croisette di
Christophe Honoré, per Cannes 2018.
La storia si sviluppa intorno a due
personaggi, due esistenze che si incrociano in un caso fortuito e
che non appartengono allo stesso mondo. Arthur ha vent’anni ed è
uno studente a Rennes. La sua vita cambia quando incontra Jacques,
uno scrittore che vive a Parigi con il suo figlio. I due si trovano
subito attratti l’uno dall’altro, ma la loro storia è anche
ostacolata, dall’etaà, dalla malattia (Jacques è sieropositivo).
Nonostante questo, i due intrecciano una relazione, durante
l’estate, tuttavia, Jacques si ameranno. Ma Jacques sa che questo
amore deve essere vissuto velocemente.
È il 1993, un momento storico
importantissimo per la Franciadove l’epidemia di AIDS ha colpito
molto duramente tutta la comunità, tuttavia a Honoré non interessa
l’aspetto pubblico della storia. Jacques è malato, lo sanno tutti,
ma nessuno ne parla, tutto è tenuto sotto silenzio, nonostante non
si faccia nulla per mostrarlo. Insomma, niente a che vedere con
l’intenso impegno politico professato da Robin
Campillo per 120 battiti al minuto.
Quello che racconta il regista
francese è una doppia storia: i suoi due protagonisti sono in punti
diversissimi della rispettiva vita. Jacques è alla fine, ha una
identità consolidata che si sta dissolvendo per la malattia, ha un
figlio, esperienze, amici già morti per AIDS, è alle prese con il
suo ultimo amore. Arthur, che ha molte cose in comune con lo stesso
Honoré, è all’inizio, sta sperimentando la sua sessualità, si sta
costruendo un’educazione e una cultura, affronta il suo primo
amore, ha tutto da imparare. In questa esistenza complementare, il
regista trova il suo registro, peccato che il suo amore per queste
due esistenze intrecciate gli impedisca di lasciar andare i
personaggi prima, risultando così prolisso.
L’attrice australiana, due volte
premio Oscar, è la presidente di giuria della settantunesima
edizione della kermesse di cinema e le foto a seguire sono state
scattate in occasione della premiere di Cold War,
il film di Pawel Pawlikoski nella selezione
ufficiale del Concorso.
Presentato nella sezione Un
Certain Regard del Festival
di Cannes 2018, A Genoux Les Gars
(Sextape) è il nuovo film del regista Antoine Desrosières,
che torna alla regia dopo anni di silenzio. Per romperlo sceglie di
riprendere un tema già esplorato in precedenza e qui portato alle
estreme conseguenze, quello della sottomissione
e dell’emancipazione femminile.
In assenza di sua sorella Rim
(Inas Chanti), Yasmina (Souad
Arsane) si ritrova coinvolta e costretta ad un perverso
gioco organizzato dal suo ragazzo Salim (Sidi
Mejai) e il suo amico Majid (Mehdi
Dahmane). L’atto sessuale a cui la ragazza è costretta
viene segretamente filmato con la minaccia di diffusione, cosa che
getta Yasmina in una spirale di vergogna e desiderio di
rivalsa.
La forza del A Genoux Les
Gars si svela sin da subito essere nei dialoghi,
rispecchianti perfettamente il modo sconclusionato e frammentato di
esprimersi dei ragazzi, ricco di giochi di parole, doppi sensi e
discorsi che si alternano senza un senso logico. Nella scrittura il
regista si avvale infatti dell’aiuto dei suoi giovani attori, che
infondono così tutta la loro conoscenza a riguardo e rendendo il
film di una brillantezza e di una comicità rare. Pur raccontando un
fatto ispirato ad eventi tristemente accaduti, il regista sceglie
di raccontarlo affidandosi ai toni della pura commedia, giocando
così ad ironizzare su ciò che normalmente non ha nulla di
divertente.
Seguendo la giovane Yasmina
entriamo sempre più nel suo mondo di adolescente, dove nessuno la
comprende e il tema della sessualità è sempre più invadente.
Desrosières ne fa un ritratto fedele, mai giudicante, che aiuta a
renderci gradevole la protagonista e portandoci ad empatizzare con
lei. Complici la già citata brillante scrittura e la bravura della
giovane protagonista, che più di tutti risulta naturale e a suo
agio nel ruolo.
A lungo andare tuttavia il film
perde lo slancio iniziale, e si presentano diverse situazioni dove
la comicità risulta lievemente fuori tono e finisce per dare la
sensazione di star girando intorno al tema prima di arrivare alla
conclusione. Conclusione che quando arriva non svela la forza che
ci si aspettava, ma che vista nel complesso del film riesce con
gusto a raccontare del viaggio di iniziazione verso l’amore e il
sesso, un viaggio allo stesso tempo complesso e tragicomico.
A Genoux Les Gars,
prima di essere una commedia, è la storia di una ragazza che lotta
contro la frustrazione generata dalla violenza e dalla
sottomissione perpetrate sulle donne in un regno maschilista. La
lotta per l’emancipazione trova nell’attualità della storia una sua
non indifferente attrattiva, che nonostante i diversi difetti del
film, prevalentemente di ritmo, riesce a intrattenere e a far
riflettere sui diversi temi presenti all’interno del film.
Si intitola Grans,
che vuol dire confine, (Border il titolo
internazionale) il nuovo film di Ali Abbasi,
regista iraniano da tempo di base in Svezia, al suo secondo
lungometraggio, presentato a Un Certain Regard del
Festival
di Cannes 2018. Proprio di confini sembra voler
parlare il regista, prima di tutto perché la nostra protagonista,
Tina, è una doganiera, poi perché i film, partendo dal thriller e
sfociando nel fantasy, a tratti grottesco, parla di linee di
confine tra umano e non umano, tra istinto ed educazione, fino a
incaricarsi, addirittura, di tracciare un altro confine, quello tra
il bene e il male, natura e cultura.
Traghetti che partono e approdano,
boschi fitti, cielo grigio, aria fredda. La nostra protagonista è
Tina, e il lavoro alla dogana le permette di mettere a frutto il
suo straordinario talento: un olfatto con cui non solo percepisce
gli odori, ma che sembra captare anche gli stati d’animo, rendendo
per lei facilissimo scovare un malintenzionato che attraversa il
confine. Grazie a questa dote, quasi un superpotere, mette la
polizia sulle tracce di un giro di pedopornografia, parallelamente
però incontra Vore, un uomo che ha chiaramente qualcosa in comune
con lei e che Tina non riesce a inquadrare.
Tina crede di avere un cromosoma in
meno, cosa che giustifica il suo aspetto peculiare, lo stesso
aspetto che rintracciamo da subito nel misterioso viandante. La
donna si sente attratta da questo individuo che neppure il suo
olfatto riesce a capire, una persona che sembra provare un forte
interesse nei suoi confronti e che si rivelerà una fonte di enorme
sorpresa.
Sebbene dall’inizio il film
palesi la sua appartenenza al thriller, con ambientazioni, ritmi e
fotografia che si sposano con il genere, Abbasi è
intelligente nel disseminare la storia di indizi che tengono lo
spettatore all’erta, fino alla rivelazione, a metà tra l’esilarante
e il prodigioso.
È chiaro che al regista interessa
raccontare la diversità, la paura e la violenza, e tenta di farlo
attraverso il fantasy, componendo una storia che unisce la cronaca
ai miti boschivi, risultando naturale eppure incredibile. Pur
fondamentale nel racconto, l’elemento fantasy è sempre raccontato
con realismo, come se il regista faticasse a lasciarsi andare o, e
forse questa è l’ipotesi giusta, come se volesse trasformare questa
fantasia in realtà, regalando ai fatti un background storico.
Tuttavia, proprio per questo
tentativo di voler spiegare anche il fantastico, il film perde quel
vitalismo liberatorio, che prova anche la protagonista, di fronte
alla scoperta dell’elemento soprannaturale. Riconducendo nel finale
il racconto agli eventi di partenza, Grans
(Border) riesce addiruttira a chiudere una storia
dolorosa e violenta su note di tenerezza.
L’estate, l’amore, la musica. Sono
questi i tre grandi protagonisti spirituali di Summer
(Leto), film del regista russo Kirill Serebrennikov,
e presentato in concorso al Festival di Cannes
2018. Tre protagonisti spirituali incarnati da
altrettanti protagonisti fisici, ognuno con le proprie
caratteristiche e i propri obiettivi.
Ambientato nei primi anni ottanta a
Leningrado, nel pieno della scena rock underground, Summer
(Leto) segue le vicende di Viktor Tsoi (Teo
Yoo), giovane musicista in cerca di successo. L’incontro
con il suo idolo Mike (Roman Bilyk) e sua moglie
Natasha (Irina Starshenbaum) lo cambierà per
sempre, facendogli intraprendere il suo personale percorso verso la
leggenda.
Il regista russo, già celebrato a
Cannes per il suo Parola di Dio, si cimenta qui
con un fil biografico di formazione che si intreccia con
l’atmosfera di repressione vigente nella Russia degli anni ottanta,
nel pieno del tramonto del regime di Brezhnev e dell’Unione
Sovietica. Il contrasto tra l’ordine imposto dalle autorità e il
disordine ricercato dai giovani musicisti mette subito in chiaro lo
scontro vigente tra generazioni totalmente agli antipodi.
Da questo contesto corale il
regista si addentra poi nel particolare del rapporto che vede
protagonisti Viktor, Mike e Natasha. Sulla scia dei più famosi
triangoli amorosi visti al cinema, seguire l’avvicendarsi degli
eventi che li vedono coinvolti diventa un piacere tanto per
l’occhio quanto per l’orecchio. Fotografato in uno splendido bianco
e nero, che sottolinea l’atmosfera cupa del periodo, Summer
(Leto) vive di immagini accattivanti, merito anche degli
eleganti movimenti di macchina che il regista confeziona. Al
grigiore dell’atmosfera si contrappone la vivacità di una colonna
sonora basata sul miglior rock del periodo, che regala così al film
un ritmo irresistibile. Le numerose canzoni che si riscontrano nel
corso della narrazione diventano per questa elemento
imprescindibile, in grado di dettare ritmi e toni che rendono
speciale quanto si sta guardando.
Nonostante si possa avvertire in
alcuni momenti una leggera stanchezza nel respiro della pellicola,
una serie di sequenze surreali risollevano il tutto, regalando
intrattenimento e dinamismo di grande originalità visiva. È proprio
in questi momenti, in cui il regista si allontana dal formato
tradizionale del biopic, che l’equilibrio tra ordine e disordine
sembra spezzarsi in favore di quest’ultimo, e proprio grazie a ciò
questi si affermano come i migliori momenti di Summer
(Leto).
In mezzo alla confusione e alla
musica a tutto volume, il regista non dimentica tuttavia di fornire
la giusta importanza all’interiorità dei protagonisti, seguendoli
nei loro tormenti e cercando di indagare i loro pensieri e
desideri. Ben lontano in questi casi dalle trovate visive più
stravaganti, Serebrennikov si avvale ancor più della luce, del
contrasto tra bianco e nero per svelare esternamente i suoi
personaggi. Egli riesce a catturare la loro innocenza e la loro
allegria, proprio nel momento in cui queste sono maggiormente messe
in crisi.
Film dal gran gusto per la
sperimentazione di linguaggi, Summer (Leto) è
a suo modo un profondo inno all’amore e alla spensieratezza che
solo l’estate sa regalare. È un’opera che dialoga direttamente
con lo spettatore, coinvolgendolo attraverso espedienti che tengono
viva l’attenzione e regalando il ritratto di una generazione senza
tempo che ha lottato costantemente per la propria affermazione,
rinnegando una società vecchia e sterile nella quale era
impossibile trovare la propria voce.
Lucca Comics & Games 2018,
in programma dal 31 ottobre al 4 novembre prossimi, sarà Made in
Italy. Il maggior festival dell’immaginario pop dell’Occidente (nel
2017 sono stati oltre 441.000 i visitatori totali) celebra gli
autori del fumetto, gli artisti, i game designer, gli animatori e i
produttori di contenuti che ogni giorno portano oltre i nostri
confini la scintilla della creatività e dell’innovazione italiana,
come per secoli i grandi creatori di bellezza hanno parlato a tutto
il mondo costruendo le fondamenta del nostro patrimonio culturale.
Se dunque Lucca Comics & Games è Made in
Italy, a sua volta il Made in Italy è Made in Lucca: ogni anno il
comparto editoriale italiano si rinnova e viene celebrato nella
città toscana.
A questa generazione di portavoce
delle nostre creatività e innovazione, affiancheremo grandi brand e
ospiti internazionali secondo i valori che ci ispirano quando ogni
anno progettiamo il festival, tra cui l’inclusione e la scoperta
che stanno alla base delle esperienze vissute a Lucca. E con
gratitudine gli autori saranno accolti da tutte le community che si
danno appuntamento, per dare vita a un cross media show di cinque
giorni nell’impareggiabile scenario, da proteggere e rispettare,
della città toscana: perché Lucca Comics & Games è Made in
Italy, ma soprattutto Made in Lucca.
Ecco il poster:
L’autore del poster (anzi, dei
poster) è LRNZ. Gli abbiamo chiesto di raccontare in modo
innovativo il connubio tra la nostra creatività e le influenze
della cultura visiva globale. E Lorenzo Ceccotti, fumettista,
disegnatore e designer romano noto come LRNZ, ha accettato la sfida
con entusiasmo, creando un poster dalle caratteristiche uniche.
Ecco le immagini che compongono il poster-gif:
1 di 20
Nato dal connubio tra l’arte di
LRNZ e la grafica algoritmica di Studio
Kmzero, il poster di quest’anno ci presenta una figura
sempre mutevole, generata via software a ogni visualizzazione del
manifesto. Rimangono costanti la posa e l’ambientazione Made in
Italy (o meglio, Made in Lucca), ma cambiano ogni volta abiti,
fattezze, oggetti della scena. Non uno, quindi, ma infiniti
manifesti: un vero ritratto multidimensionale della nostra
community di appassionati. A tutti i nostri fan, infatti, sarà data
nelle prossime settimane la possibilità di crearsi sul sito del
festival il proprio poster-avatar personale, per aggiungere il
proprio pezzo al quel gigantesco puzzle chiamato Lucca. LRNZ, al secolo Lorenzo Ceccotti,
vive e lavora a Roma.
Fondatore del collettivo Superamici,
opera in diversi settori dell’arte visuale ed è stato autore di
numerose copertine e illustrazioni per riviste, narrativa e
fumetti. Fra i suoi lavori più importanti: il documentario animato
“The Dark Side Of The Sun”, le sue graphic novel “Golem” e
“Astrogamma” e il visual design per “Monolith”, progetto transmedia
di Sergio Bonelli Editore. È impegnato attualmente come regista del
lungo animato “Golem”, tratto dal suo graphic novel e prodotto da
Lucky Red.
La Gemma dell’Anima è stato
uno dei più grandi misteri del Marvel Cinematic Universe.
La ricerca delle
Gemme è stata lunga, cominciata ai tempi del primo film
di Thor, che introdusse il Tesseract dipingendolo
come una misteriosa fonte di potere sulla quale S.H.I.E.L.D. stava
sperimentando insieme a Erik Selvig. E ora che Avengers: Infinity Warè
finalmente arrivato, sappiamo dove era nascosta anche l’ultima
Gemma. Ma per molto tempo la suo posizione è rimasta
sconosciuta, il che ha tirato fuori il meglio delle speculazioni
dei fan Marvel. Ecco le più
interessanti, e non solo. Al solito, attenzione agli
spoiler!
Dietro la benda di Odin
Il primo film di Thor ha
introdotto la mitologia nordica all’interno del
MCU e, nel corso dei film, è
diventato chiaro che, sebbene Asgard e gli Dei siano eterei e
mistici, sono in fin dei conti alieni particolarmente avanzati. È
stato un modo perfetto per introdurre i personaggi, assicurandosi
al tempo stesso di dare un fondo pratico alla storia. E qui
è dove i fan hanno cominciato a cercare gli indizi che conducono
alla Gemma dell’Anima. C’è una teoria abbastanza
bizzarra che è diventata una delle più seguite:
infatti, si suggerì che la Pietra dell’Anima fosse il realtà
collocata dietro la benda sull’occhio di Odin. Ok.
In realtà, spiegherebbe l’immenso potere del personaggio. Inoltre,
sappiamo grazie a Thor e Thor: The Dark World, che Odin è
andato in giro a combattere guerre e la teoria voleva che la
ragione fosse proprio la Gemma, che ha bisogno di nutrirsi di
anime.
Scarlet Witch
Di tutti i personaggi
papabili per quanto riguarda il possesso della Gemma, Scarlet Witch
era forse uno dei più improbabili. Ma ad un certo punto,
una teoria ha detto: che sia una distrazione? Possibile che la
Gemma sia la fonte dei suoi poteri formidabili? In particolare, la
teoria si riferiva alle sue azioni in Captain America: Civil
War e ciò che (in teoria) realmente succede alla
fine della scena dell’aeroporto. La teoria dice che, quando Visione
colpisce accidentalmente War Machine, Wanda è molto vicina a
Visione, il che la rende capace di manipolare i poteri che gli
vengono dati dalla Gemma della Mente. E dato che le Gemme
dell’Infinito hanno il potere di sentire quando le altre sono
vicine, la teoria ha abbastanza senso. Ma la teoria non esplora in
che modo Scarlet si impadronisce della Gemma dell’Anima, affermando
solamente che sono le due Gemme ad essere attratte tra di loro, non
Wanda e Visione.
Captain America
Un altro personaggio che avrebbe
potuto avere il controllo della Gemma dell’Anima è Captain
America. La teoria nasce dalla presenza una leggera
sfumatura gialla/arancione negli occhi di Steve e
della forza immensa che mostra nel momento in cui
deve trattenere Thanos durante la battaglia di Wakanda. Inoltre, la
teoria suggerisce che dato che le altre Gemme causano un
cambiamento nel colore degli occhi del personaggio (che assumono
appunto una sfumatura simile alla pietra in questione), il colore
ambrato degli occhi del personaggio fosse un indizio. E questa
teoria si fonde poi con quella su Wakanda, che affermava che la
Gemma fosse nel meteorite, e che a Cap venga data una forza
superiore proprio grazie a questa. Ma conoscevamo già il
personaggio come un mano incredibilmente potente, e va bene così.
Inoltre, Cap non è stato abbastanza forte da trattenere Thanos a
lungo.
Adam Warlock
Al termine di Guardiani della Galassia
2, ci è stata regalata una scena finale nella quale viene
confermato che la somma sacerdotessa Ayesha è impegnata
nella creazione dell’essere perfetto, grazie all’utilizzo
di una speciale capsula che ha esaurito le risorse della
sacerdotessa. Avevamo visto un prototipo nella collezione del
Collezionista, ma questa nuova versione sembra particolarmente
avanzata. La teoria in questione, suggerisce che Adam
Warlock sia in realtà nato tra gli eventi
di Guardiani 2 e Infinity War. E dopo
la sua nascita, Ayesha avrebbe preso la Gemma che stava in cima
alla capsula e l’avrebbe innestata sulla fronte di
Warlock, in un modo simile a quello dei fumetti. Ma la teoria è
stata smontata, in quanto è stato annunciato che ci sono piani ben
chiari per l’arrivo del personaggio, e non a breve. Probabilmente,
quindi, apparirà in Guardiani della Galassia 3,
che purtroppo arriverà tra qualche anno.
Coulson
La teoria in questione mette insieme
alcuni temi che accompagnano le comparse di Coulson nel MCU con la sua risurrezione che dà
origine a Agents of S.H.I.E.L.D. Per prima cosa, la
teoria fa notare come Coulson sia un po’ l’anima della
prima fase del MCU, dato che appare
in Iron Man, Thor, The Avengers: è la cosa che
continuamente ispira eroismo nei protagonisti, senza che questi se
ne accorgano. E la cosa si sviluppa ulteriormente quando questi
viene ucciso da Loki: vien infatti suggerito che T.A.H.I.T.I. fosse
in realtà parte di una tasca dimensionale dentro la Gemma
dell’Anima, il Mondo dell’Anima. E afferma che lui viene quindi
riportato in vita proprio grazie al frammento della sua anima
conservato nella Gemma e che è possibile per lui diventare Ghost
Rider perché in qualche modo migliorato cosmicamente. Ma la
televisione Marvel e i film vengono tenuti
abbastanza separati, e non ci sorprende che questa teoria si sia
rivelata errata.
Captain Marvel
Siamo tutti in attesa del
debutto cinematografico dell’eroina. E, dato che
molte delle Gemme sono state introdotte in film
dedicati ad un solo personaggio, alcuni sospettavano che
l’attesissimo film avrebbe segnato la comparsa della Gemma
dell’Anima. Ma questo avrebbe voluto dire che la Gemma in
questione sarebbe stata assente da Infinity
War, il che sarebbe stato abbastanza deludente. Alla
base della teoria, c’è il presupposto che la Gemma sarebbe apparsa
in un modo simile a quanto accade nei fumetti. Durante le sua
avventure in un universo specchio, Captain Marvel scopre una Gemma dell’Infinito
dopo l’incontro con una versione di Star-Lord, di nome Lord
Starkill. Ma questa pietra è in realtà la Gemma della Realtà,
anziché quella dell’Anima. E anche se un universo alternativo
spiegherebbe dove Captain Marvel è stata per tutto quello
tempo, la teoria è stata gettata a mare dal fatto che Thanos ha
trovato la pietra su Dormir. È stata un’apparizione drammatica,
segnata dalla morte di Gamora, ma chiaramente ha avuto più impatto
sul pubblico di quello che avrebbe avuto una dimensione
parallela.
La teoria T.H.A.N.O.S.
È stata una delle teorie più
popolari dell’anno scorso. La teoria T.H.A.N.O.S. afferma che
ogni pietra sia nascosta in un posto che corrisponde ad una
delle lettere del nome di Thanos. Tesseract per la Gemma
dello Spazio, Aether per la Gemma dell Realtà, Necklace per la
Gemma del Tempo, Orb per la Gemma del Potere e Scepter per la Gemma
della Mente. Allora, il primo problema della teoria è che chiamare
l’Occhio di Agamotto
una collana (Necklace) è un po’ riduttivo. Ecco. Ma insomma, per un
po’ i fan della teoria furono un cerca di un indizio legato alla
lettera H per scoprire la posizione della Gemma mancante. Le
risposte andarono da Howard Stark (che avrebbe usato la Gemma per
creare Tony), all’Erba a foglia di cuore (Heart Shaped Herb, che
sarebbe stata una creazione della Gemma in seguito allo schianto su
Wakanda), fino ad Heimdall.
Non apparirà
Il MCU ha spesso usato le Gemme come
semplici mezzi per far procedere la trama. Sono comparse al termine
di titoli di coda, in occasione di distruzioni di città, durante
tentativi di distorcere dimensioni. Ma la Gemma dell’Anima mancava
ancora all’appello prima di Infinity War, e alcuni
hanno creduto che non sarebbe comparsa affatto. Infatti,
normalmente le Gemme sono il punto focale di un film singolo
piuttosto che di un’avventura collettiva. E, mentre le
pietre sono state sicuramente parte
di Avengers e Age of Ultron,
sicuramente non sono state la preoccupazione principale dei film. E
dato che Thanos è un personaggio particolarmente minaccioso, la
teoria suggeriva che l’antagonista non avrebbe trovato l’ultima
pietra, e che ciò sarebbe stata la chiave per la vittoria dei
Vendicatori.
Titan
L’arrivo del primo trailer
di Infinity War ci ha mostrato posti remoti del
cosmo. In particolare, un pianeta arancione su cui Tony ed altri
sono impegnati nella lotta contro Thanos. Ad un certo punto, Tony
sembra incredibilmente scosso, chiaramente dalle conseguenze della
battaglia contro Thanos. E il pianeta, enorme, sembra avere gravità
variabili, dato che ci sono pietre che volano nell’atmosfera, il
che conferisce un’aria eterea al posto. La scena ha portato
alcuni fan a credere che la battaglia sarebbe avvenuta in una tasca
dimensionale all’interno della Gemma dell’Anima. Infatti,
il colore è lo stesso della pietra, e sarebbe stata una soluzione
piuttosto affascinante. Ma fu poi confermato che si tratta in
realtà del pianeta Titano, il pianeta d’origine di Thanos.
La flotta Sovereign
Sovereign è arrivato
in Guardiani della Galassia 2, ed è stato un modo per
infilare l’arrivo di Adam Warlock nel MCU. Nel corso del film, abbiamo
visto Sovereign esaurire le loro numerose risorse, e abbiamo visto
la somma sacerdotessa annunciare la sua creazione dell’essere
perfetto, e del suo nome: Adam. Vuol dire che Warlock sarà un
antagonista del gruppo di eroi scapestrati? Per ora, abbiamo visto
soltanto la capsula creata dalla sacerdotessa, sulla cui
cima c’è un bagliore notevole. Una teoria suggerì che
fosse in realtà la Gemma mancante, utilizzata da Ayesha per portare
in vita Warlock, e che sarebbe finita incastonata sulla fronte del
personaggio. Ma anche questa teoria è stata smentita dal fatto che
James
Gunn ha annunciato l’esistenza di piani particolare per
Warlock.
Nebula
Prima dell’arrivo
di Infinity War, molti si sono chiesti se la pietra
fosse connessa a personaggi con delle storie personali già
affermate, la cui morte potenziale avrebbe causato tensione e
dolore tra i personaggi del film. Sapevamo che Gamora avrebbe avuto
un ruolo importante, dato che nel trailer la vediamo da bambina nel
proprio pianeta d’origine, e molti fa si sono chiesti quindi
cosa sia in realtà a tenere in vita la sorella cibernetica,
Nebula. Infatti, si è ripresa dai danni più terribili, ma
a cosa è dovuto? Alcuni hanno teorizzato che dentro di lei ci sia
un’unica e misteriosa fonte di energia che la tiene insieme. E, se
questa fosse stata la Gemma, ciò avrebbe spiegato perché questa sia
rimasta nascosta nel corso dei film. E avrebbe voluto dire che
Thanos sarebbe stato a conoscenza della sua posizione, ma che
l’uccidere Nebula per impossessarsene avrebbe significato spezzare
il cuore di Gamora. Fortunatamente, questa teoria si è rivelata
sbagliata, anche se abbiamo assistito ad una tortura atroce del
personaggio.
Avengers 4
E se, dopo tutta l’attesa,
la Gemma non fosse nemmeno comparsa in Infinity
War? Una teoria e che la posizione della Gemma
sarebbe rimasta sconosciuta fino alla fine di Infinity
War, e che la trama di Avengers 4sarebbe stata relativa
alla sua ricerca. L’idea è che il film sarebbe diventato
Infinity War: Parte II, e che la scoperta della Gemma
avrebbe lasciato le cose in sospeso, dando poi il via ad una corsa
contro il tempo contro Thanos per il secondo volume.
Hulk
Allora, sembra che Lego
abbia la tendenza a spargere spoiler e anticipare trame.
Ed è successo parecchio, in particolare, per quando riguarda gli
Avenger. Ed è chiaramente successo anche con Infinity
War, o almeno così avevamo creduto. Infatti, un set Lego
dedicato alla battaglia di Wakanda ha come protagonisti i
Vendicatori nella loro lotta contro gli Outrider e l?ordine Nero.
In particolare, Bruce Banner appare con l’Hulkbuster, e uno degli
accessori che accompagnano il set è, indovinate un po’, la Gemma
dell’Anima. Alcuni hanno quindi pensato che la Gemma fosse quindi
nascosta a Wakanda, mentre altri ipotizzarono che, prima dello
schianto di Hulk sulla Terra, Hulk avesse ricevuto la Gemma da
qualcuno sulla nave asgardiana sulla quale si trovava alla fine
di Thor:
Ragnarok.
Thanos
Questa teoria è probabilmente la più
fastidiosa. Principalmente, perché suggerisce che
Marvel non avrebbe problemi nello
scegliere la via più facile, e dedicare più tempo al conflitto tra
gli Avengers e Thanos piuttosto che dare soddisfazione agli
appassionati per quanto riguarda uno degli artefatti più importanti
di tutto l’Universo. Fondamentalmente, la teoria dice che il motivo
per cui la pietra non compare prima di Infinity War è
che Thanos ne sia in realtà già in possesso. Ma la gemma non
compare sul Guanto, nei trailer. La risposta della teoria? Che
fosse stata cancellata proprio per il trailer, in modo da non fare
spoiler. La teoria si basa sul fatto che, dato che le pietre si
attraggono tra di loro, è più facile reperirle se se ne possiede
almeno una.
La Norvegia
Perché la Norvegia?
Allora, durante Iron Man 2, S.H.I.E.D. stava tenendo
d’occhio il pianeta su una gigantesca mappa (che inoltre, mostrava
Wakanda). E anche se la Gemma del Tempo/Tesseract fu trovata lì e
spinse Red Skull a diventare il superlativo che vediamo
in Captain America: Il Primo Avenger, il bello arriva
in Thor: Ragnarok. La teoria afferma che,
dato che Odin continua ad apparire a Thor dopo la propria morte
sotto forma di visione, la sua anima deve essere custodita da
qualche parte, in particolare, in Norvegia. Inoltre, il
corpo di Odin si disintegra in una nuvola di luce
arancione: e questo spiegherebbe perché la sua anima
continua ad apparire a Thor anche dopo la morte. Inoltre, la sua
anima racchiusa nella Gemma avrebbe attratto gli Asgardiani.
Tempo
Sapevamo da un po’ che
in Infinity War sarebbero arrivati i
viaggi nel tempo, grazie all’introduzione della Gemma del
Tempo nel MCU. Ma non ce ne sono
stati tanti quanti molti si aspettavano. Ma una teoria credeva
proprio che i viaggi nel tempo sarebbero stati la chiave per
ritrovare la Gemma dell’Anima, dopo la conferma del fatto che il
pianeta arancione fosse proprio Titan, il pianeta d’origine di
Thanos, oramai non più abitato. La teoria suggeriva che la Gemma
avesse assorbito le anime degli abitanti, e che Thanos
volesse viaggiare indietro nel tempo con la Gemma del Tempo per
evitare che ciò accadesse e recuperare la pietra per assemblare il
Guanto. Ma, come ora sappiamo, la popolazione del pianeta
fu distrutta dal sovrappopolamento e il consumo di massa. Ma dopo
la fine del film, abbiamo buoni motivi di sospettare che i viaggi
nel tempo avranno un ruolo importante in Avengers
4.
Nick Fury e Captain Marvel
Molti pensavano che non avremmo
visto la Gemma in Infinity War. E con il
film Captain Marvelall’orizzonte,
i fan hanno cercato risposte nel passato, ovvero nei
fumetti all’origine di Carol Danvers, risalente agli anni
Novanta. Una teoria suggerì che sarebbe stato Nick Fury a
trovare la Gemma dell’Anima proprio a quei tempi, immaginando che
la pietra avesse poteri simili a quelli del Tesseract in possesso
di S.H.I.E.L.D. Un’altra cosa che questa teoria spiegava, è
l’assenza di Captain Marvel dal MCU fino ad ora. La ragione è
appunto che l’eroina sarebbe stata da qualche parte nello spazio
più profondo, impegnata a nascondere la Gemma dal cosmo e dalla
Terra. L’unica cosa che non ha senso, è perché mai Fury avrebbe
deciso di mandare la Gemma dell’Infinito in qualche oscura parte
dello spazio, permettendo invece di tenere il Tesseract sulla
terra.
Tony Stark
Prima dell’arrivo
di Infinity War, sono comparsi poster che mostravano
le Gemme dell’Infinito accanto a vari personaggi. In qualche modo,
i personaggi che comparivano in questi poster erano in qualche modo
legati alla pietra: ad esempio, quella dello Spazio si accompagnava
a Captain America. Nel poster della Gemma dell’Anima, Iron
Man era il personaggio più in evidenza: il che porto molti
fan a credere che la pietra fosse legata appunto a Tony Stark. La
teoria fu supportata anche dal trailer, nel quale abbiamo visto
Thanos colpire Iron Man con particolare forza: per cercare di
rompere il suo cranio per impossessarsi della Gemma nascosta nel
suo cervello? C’è da dire, che nell’Ultima Universe, Tony Stark
aveva effettivamente una Gemma nel cervello, che diede origine ad
una personalità a parte chiamata Anthony. E, dato che Howard Stark
si riferisce continuamente a Thony chiamandolo la propria
invenzione migliore, molti credettero che ciò si riferisse al
portarlo in vita utilizzando proprio la Gemma dell’Anima. Sappiamo
ora che non è così, ma questa teoria non era per niente male.
Heimdall
Una delle possibilità era che la
pietra fosse nascosta in un personaggio: questo
avrebbe causato parecchia tensione, se Thanos fosse stato in cerca
di essa, in quanto avrebbe probabilmente significato la morte del
personaggio. Gl indizi per individuare il personaggio
sarebbero stati, ovviamente, dei poteri in qualche modo legati alla
Gemma e la presenza del colore arancione. Ecco, a chi
state pensando? La risposta più immediata è Heimdall, ovviamente,
che su Asgard aveva la capacità di vedere l’intero universo, e di
concentrarsi facilmente su ogni singolo individuo. Molti fan hanno
creduto che avesse questa abilità proprio grazie alla Gemma in
questione, anche per un altro motivo: il colore dei suoi occhi.
Hanno una luce dorata, arancione, e molti credettero che la pietra
ne fosse il motivo. Una teoria interessante, ma Heimdall è stato
ucciso molto velocemente in Infinity War da
Corvus Glaive.
Wakanda
Al momento dell’arrivo di Black Panther,
in Captain America: Civil War, i fan hanno cominciato
a credere che la Gemma fosse nascosta su Wakanda, che era allora
uno dei posti non ancora visti sul grande schermo. L’immensa città
sarebbe potuta essere, infatti, un ottimo nascondiglio, anche se
Ryan Coogler aveva affermato di non voler legare il film dedicato
con il resto del MCU, a causa della presenza già
importante di ramificazioni. Ma questo, chiaramente, non ha fermato
i fan. All’inizio di Black Panther, infatti, vediamo una breve
introduzione che racconta dello schianto di un meteorite
sulla Terra, sul quale viene poi costruita Wakanda. La
teoria suggerisce che la pietra fosse appunto stata nascosta
all’interno del meteorite, quindi impossibile da trovare, e che
questo posse stato poi spedito nell’universo, per nasconderla da
chiunque, perfino dal responsabile. Quando i trailer hanno poi
mostrato la battaglia di Wakanda, la teoria ha preso un po’ di
forza: che Thanos stesse cercando di appropriarsene e combattendo
quindi per essa?
Una delle battute più
divertenti di Avengers: Infinity War viene
pronunciata da Drax, il personaggio interpretato
nel franchise da Dave Bautista, tuttavia quelle
parole non erano presenti nel copione originale.
Come rivelato infatti da
uno dei due sceneggiatori Christopher Markus, il
momento è stato improvvisato dall’attore proprio in corso
d’opera:
“La
sceneggiatura diceva solo: “Dov’è Gamora?” “Anzi, dirò di meglio:
Chi è Gamora?” E poi un giorno arriva Bautista e dice: “Ti darò una
battuta migliore: “Perché Gamora?”“
Vi ricordiamo
che Avengers: Infinity War, diretto
da Anthony e Joe Russo e prodotto
da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso,
Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale
lo scorso 25 aprile.
La sinossi: Un viaggio
cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare
l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Esordio alla regia di
Zsofia Szilagyi, One Day racconta
una giornata “normale” di Anna, una donna di 40 anni, con tre
figli, un marito e una vita sempre di corsa. In questi termini, il
film, presentato alla 57° Semaine de la Critique del
Festival di
Cannes 2018, non si presenta come il film più
allettante di sempre, tuttavia regala emozioni e sorprese, grazie
all’occhio attento della regista.
La scena si apre sulla scoperta di
un tradimento: il marito di Anna ha intrecciato una corrispondenza
con un’amica di lei. A questa rivelazione seguono le scuse
dell’amica e una promessa di sparire dalla vita dei coniugi. Anna
torna a casa, ha tre figli, uno di due anni, con l’influenza, da
accudire continuamente. Il più grande, circa 11 anni affronta con
timidezza gli amici, la scuola, tutte quelle frivolezze che a
quell’età sono problemi importanti; la figlia di mezzo, 5 p 6 anni,
è irrequieta e impertinente.
Anna dovrebbe trovare il tempo di
discutere con il marito, ma non può, perché i figli la assorbono,
la vita di città è frenetica e i minuti non bastano mai. Tra
scuola, sport, corsi di musica pomeridiani, traffico e liti con gli
automobilisti, piccole dimenticanze e madri invadenti, raffreddori
e farmacie notturne, la vita di Anna si esaurisce completamente per
gli altri.
Il pregio principale del film di
Szilagyi sta nel rendere tutto tangibile, seguendo
da vicino la protagonista: sentiamo il suo stress, la sua fretta e
a tratti la sua frustrazione, soprattuto la stanchezza e il senso
di inerzia che la travolge. Anna continua a muoversi, senza neanche
dormire, prosegue nei suoi compiti sistematicamente, sempre più
stanca, ma mai ferma.
La città, sfondo grigio e
indifferente, contribuisce a costruire il senso di oppressione di
Anna e dello spettatore. Alla fine di una giornata durata molto più
di 24 ore, siamo noi a staccarci, ad allontanarci, il film si
chiude. Anna però, non si ferma ancora.
Sono arrivate su Twitter
le prime reazioni della stampa americana a Solo: A Star Wars Story,
secondo spin-off del franchise in uscita il prossimo 25
maggio nelle sale.
Generalmente i commenti
lodano la parte action del film e le interpretazioni del cast,
anche se diversi critici non sono sembrati del tutto soddisfatti
dal risultato. Di seguito ne riportiamo alcuni:
“Il film è esplosivo e
aggiunge qualcosa di nuovo all’universo di Star Wars. Ron Howard ha
fatto un ottimo lavoro, ma ciò
che spicca davvero sono le scene d’azione. Fantastiche e ben
coreografate.”
“SOLO è
molto meglio di quanto mi aspettassi, le scene fan service sono
bilanciate da un ottimo storytelling, ricche di easter egg e
riferimenti al franchise.“
“Solo:
una storia di Star Wars è un buon film, lento nel trovare il ritmo
giusto, ma si riprende nel secondo atto che è decisamente più
divertente. Tuttavia non risponde alle domande che avrebbero avuto
bisogno di chiarimenti.“
“Solo è
sorprendentemente diverso da qualsiasi altro film di Star Wars, ma
ne cattura perfettamente il tono, l’avventura, i personaggi e
l’umorismo.“
“Il primo atto di
SOLO: A STAR WARS STORY non funziona del tutto ma quando entra in
scena il Lando di Donald Glover le cose cambiano e la trama legata
alla rotta Kessel Run prende il via ed è molto
divertente.“
Vi ricordiamo che lo
spin-off sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti
di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà
anche Chewbacca. Alden
Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu
di Harrison Ford. Nel cast
anche Emilia Clarke,Donald
Glover e Woody Harrelson.
Solo: A Star Wars
Story arriverà nelle sale il 25 maggio 2018 e dopo il
licenziamento dei registi Phil
Lord e Christopher Miller,
registi di 21 Jump
Street e The LEGO Movie, è
stato incaricato Ron Howard di
completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma
di Lawrence Kasdan e di suo
figlio Jon Kasdan.
Sali sul Millennium Falcon e
viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story,
un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della
galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo,
oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo
potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore
d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio
di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
Il 10 maggio è uscito
Show Dogs – Entriamo in
scena, che è stato proiettato in anteprima mondiale
in Italia il 6 maggio. Dietro tale evento c’è la partecipazione
dell’OIPA,Organizzazione Internazionale
Protezione Animali, da sempre attiva nelle battaglie a favore
degli animali. Alla proiezione del 6 maggio, avvenuta al cinema The
Space – Moderno di Roma, l’OIPA ha portato alcuni cuccioli randagi
in cerca di adozione.
Non solo, il progetto
dell’organizzazione animalista è stato fortemente sostenuto
dall’incredibile numero di VIP che hanno prestato le loro voci ai
vari animali del film, e che hanno devoluto il proprio cachet
interamente in beneficenza per permettere all’associazione di
acquistare cibo e materiali utili per rifugi e
canili.
I nobili intenti
diShow Dogsnon si limitano solo alla
nostra penisola. L’intero film è disseminato di una palese morale
che condanna le orribili azioni dell’uomo nei confronti del regno
animale. In particolare è preso di mira il mondo del traffico
illegale di animali esotici, mentre al contempo vi è una più velata
critica all’uso dei cani da esposizione come mero oggetto di
mercato.
Il rottweiler Max (in
originale doppiato dal rapperLudacris, in Italia
dall’attoreGiampaolo
Morelli) è un agente dell’FBI che
si infiltra all’interno di un concorso di bellezza canino per
riuscire a scovare un malvivente che traffica animali esotici rari
in giro per il mondo. Ad aiutarlo un bipede umano alquanto inutile
(Will Arnett) e un esercito di animali
simpatici, su cui spicca il cagnolino di razzaÉpagneul nano
papillonFelipe, la cui voce – in Italia – è data
nientemeno che daCristianoMalgioglio.
Show Dogs – Entriamo in scena, il
film
Il progetto tutto italiano di
attribuire voci molto famose ad ogni animale del film è
apprezzabile, non solo per i nobili intenti, ma anche per la
simpatia che alcuni di loro aggiungono ai personaggi. L’ironia è
innegabile, e sfidiamo chiunque a non ridere con l’entrata in scena
di Felipe/Malgioglioal suono di una canzoncina
improvvisata dallo stesso cantautore italiano in sala
doppiaggio.
Tra gli altri ricordiamo:
Marco Bocci che doppia la spalla di
Max, Carly, un Carlino piuttosto maldestro;Giulio
Berrutinei panni di Dante, lo Yorkshire campione in
gara; lo scoppiettante trioAle&Franz e
Lucia Ocone, che presta voce ai buffissimi piccioni
amanti delle spy Stories;Claudio
Amendolanelle veci di una povera tigre a rischio di
esportazione illecita; e infineNinoFrassicache regala al suo Karma, un
cane Komondor, una caratterizzazione partenopea davvero
buffa.
Show Dogs-Entriamo in
Scenaè diretto daRaja
Gosnell e segue evidentemente la
scia delle pellicole di intrattenimento leggero comeTurner e
il Casinaro(più volte espressamente citato)
eCome Cani e Gatti.
Ma se la trama non dona
grandi sorprese ed è spudoratamente presa in prestito
daMiss Detective, la morale dolce di fondo ha
un’eco nostalgica in quelle produzioni Disney anni ‘50 e ‘60, dove
si realizzavano action movies incentrati sui nostri amici a quattro
zampe. DaQuattroBassotti per un
DaneseaFBI: Operazione
Gatto, i rimandi di Show Dogs (prodotto
dallaEaglePicturese sicuramente con
un budget di molto inferiore a casa Disney, visti gli effettacci in
CGI) sono dei più teneri, e trovano riscontro nei ricordi della
nostra infanzia. In quei film conDeanJonespensati
appositamente per un pubblico di piccini o di adulti che hanno
piacere nel tornare bambini ogni tanto.
Anthony e Joe Russo hanno scelto il
modo migliore per tornare ufficialmente sui social, rispondendo
alla lettera di Wade Wilson pubblicata ieri da Ryan
Reynolds per promuovere “a modo suo” Deadpool
2.
Nella suddetta lettera il mercenario
chiacchierone chiedeva ai fan il loro silenzio sulla trama del
film, proprio come i fratelli Russo all’alba
dell’uscita di Infinity War nelle sale che avevano creato
l’hashtag “Thanos Chiede Il Vostro Silenzio“.
Diretto da David
Leitch, Deadpool
2 arriverà nelle nostre sale il 15 maggio. Nel
cast Ryan
Reynolds nei pani del Mercenario Chiacchierone
della Marvel. Zazie
Beetz in quelli di Domino e Josh
Brolin in quelli di Cable.
Dopo essere sopravvissuto a un
quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in
una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il
barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con
il fatto che ha perso il senso del gusto.
Cercando di riconquistare la sua
spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve
combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente
aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire
l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo
gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di
caffè del World’s Best Lover.
Presentato in Concorso alla
settantunesima edizione del Festival
di Cannes, Yomeddine è l’opera prima
del regista egiziano A.B. Shawky, che si confronta
con un tema classico come quello del viaggio alla ricerca delle
proprie origini, costruendolo però a partire da una prospettiva che
regala interessanti spunti di riflessione su ciò che al regista, in
fondo, interessa comunicare.
In Yommedine
Bershay (Rady Gamal), uomo curato dalla lebbra ma
costretto a portarne le cicatrici sulla propria pelle, non ha mai
lasciato la propria colonia nel deserto egiziano. Successivamente
alla morte di sua moglie, decide di partire per un viaggio alla
ricerca delle proprie radici, e di quel padre di cui ha perso le
tracce sin da quando era bambino. Seguito nel suo viaggio da Obama
(Ahmed Abdelhafiz), orfano in cerca anche egli
della propria strada, attraverserà l’Egitto confrontandosi per la
prima volta con il mondo circostante e le sue meraviglie.
Shawky vola basso per il suo
esordio cinematografico, non osa né si espone a rischi, ma si
affida ad un tema classico come quello del viaggio, costellato da
incontri particolari che arricchiscono il protagonista di nuove
esperienze e punti di vista sul mondo. Si affida ad una scrittura
semplice, ben elaborata, inquadrata con precisione nelle tappe
imprescindibili del cammino dell’eroe, riuscendo infine ad
arricchire il racconto di elementi e particolari che riescono a far
brillare il film per originalità. Affidando il ruolo di
protagonista a quello che viene etichettato come un “freak”, Shawky
ci porta ad assumere il punto di vista di un emarginato, di un
reietto, costringendoci a fare nostre le sue difficoltà e
debolezze. Il risultato è quello di ritrovare nel protagonista
un’anima più universale di ciò che si possa immaginare, arrivando a
provare vero affetto verso di lui, che se all’inizio poteva
metterci a disagio, sul finire della storia è ormai divenuto a noi
familiare, tanto da non far più caso alle cicatrici che
caratterizzano il suo volto.
Merito di ciò è anche
dell’attore protagonista, ma volutamente non professionista, Rady
Gamal, che nella sua semplicità ritrae un uomo ricco di sfumature e
di profondità d’animo, costretto a vivere nascosto, provando
vergogna per il proprio aspetto. Presi per mano da lui, veniamo
condotti attraverso una scoperta di sé che porta finalmente il
protagonista ad accettarsi, consapevole che ognuno porta con sé le
proprie ferite e cicatrici, e che queste non meritano di essere
nascoste in quanto tracce del nostro percorso nel mondo.
Yommedine, con
l’inizio del viaggio del protagonista, svela la propria anima,
trattando della diversità con ironia. L’opera tuttavia con il
susseguirsi del passare del tempo cade in un pietismo che si
vorrebbe far provare allo spettatore nei confronti dei personaggi
protagonisti. Ci si trova così di fronte ad un film fragile per il
concorso principale, che si regge precariamente in equilibrio tra
sentimenti sinceri e superflui buonismi.
Tra situazioni comiche ed eventi
più drammatici, gli incontri che Bershay si ritrova a fare saranno
motivo di costante confronto con il diverso, dipingendo così un
mappamondo variegato in grado di dar voce, nel bene o nel male, a
chi di solito non ne ha. L’esordiente regista, pur con i suoi
limiti, afferma la sua genuinità, così nel racconto come nelle
immagini dal grande impatto visivo, elementi che combinati riescono
a regalare più di un’emozione.
La possibilità di uno
spin-off dedicato ai personaggi femminili di Black
Pantherè stata già varata da Kevin
Feige nelle settimane successive all’uscita del film
nelle sale, e ora arriva anche l’approvazione del regista
Ryan Coogler, che si è mostrato entusiasta
all’idea di dirigere un ipotetico film con Okoye,
Nakia e Shuri.
“Potrei
sostenere che in Black Panther erano più importanti delle
controparti maschili” ha dichiarato il regista durante una
recente masterclass. “C’è un’intera sezione del film in cui
T’Challa è fuori dalle scene e guardi queste donne in azione…è
decisamente una delle mie cose preferite del film, e davvero, non
me l’aspettavo.”
“Uno spin-off tutto al
femminile: cavolo, certo che lo farei e sarebbe fantastico se si
presentasse l’occasione. D’altronde è già successo nei
fumetti...”, ha commentato Coogler.
Di seguito la sinossi del
film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di
Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e
tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per
prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio
nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano
e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in
un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in
pericolo.
Chadwick
Bosemaninterpreta il protagonista, T’Challa, già
visto in Captain America Civil War. Nei ruoli
principali del film ci saranno, oltre a Boseman,
Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman,
Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis. Nei
ruoli di comprimari compariranno invece Letitia
Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K.
Brown e John Kani.
Mentre Brie Larson
è impegnata a Los Angeles con le riprese di Captain Marvel, parte della
produzione si è spostata sulle rive del lago Shaver (California)
per costruire un misterioso set utile alle avventure di Carol
Danvers.
Dalle immagini è possibile notare
alcuni rottami, probabilmente resti di un aereo precipitato sul
luogo. Che sia l’anticipazione di ciò che accadrà al personaggio
interpretato dall’attrice nel film? Oppure si tratta di
un’astronave aliena arrivata sulla Terra?
Vi ricordiamo che alla regia del
cinecomic con protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. Il film
invecearriverà al cinema l’8 marzo
2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli
anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un
periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.
Avengers: Infinity War ha
decimato il gruppo dei Vendicatori, ridotti in cenere dopo lo
“schiocco di dita” di Thanos avvenuto nell’epilogo del film.
Tuttavia, sappiamo alcuni di questi torneranno sicuramente in
Avengers 4 (le foto rubate dal set ne testimoniano la presenza) e
che altri saranno finalmente introdotti nel MCU, come Captain Marvel.
Ma chi sono queste “certezze”? Ecco
di seguito l’elenco dei 16 personaggi che torneranno sicuramente
in Avengers 4:
Occhio di Falco/Ronin
Occhio di Falco è stato il grande “assente”
di Avengers: Infinity War, scomparso dai materiali
promozionali e dalla scena stessa (come Scott Lang si trova agli
arresti domiciliari con la famiglia), ma secondo alcune voci
dovrebbe tornare in Avengers 4 nei panni di
Ronin. Le foto rubate dal set, con Jeremy
Renner che indossa il costume dell’eroe, lo
confermano.
Iron Man
Tony Stark potrebbe essere ancora
intrappolato su Titan, tuttavia è vivo e vegeto, un po’ ammaccato e
disperato per la morte di Peter Parker. Robert Downey
Jr. è inoltre stato avvistato numerose volte sul set di
Avengers 4 con addosso strani conegni tecnologici
che suggerirebbero la teoria dei viaggi nel tempo…
Captain Marvel
Non c’è
bisogno di spiegare perché l’eroina sarà nel film: nell’unica scena
post credits di Avengers: Infinity War vediamo
Nick Fury invia un segnale soccorso a Carol Danvers, aka
Captain Marvel, il cui standalone
uscirà nelle sale due mesi prima di Avengers
4.
Ant-Man e The Wasp
Scott Lang è stato solo menzionato in
Avengers: Infinity War, spiegando che si trovava
agli arresti domiciliari dopo i patteggiamenti di Civil War. Però
sappiamo che Paul Rudd ha partecipato alle riprese
di Avengers 4 insieme a Robert Downey Jr e che
Evangeline Lilly ha confermato che Wasp avrà un
ruolo all’interno della storia.
Thor
Il Dio del
Tuono è tornato più forte che mai nell’epilogo di Avengers:
Infinity War, armato della sua nuova ascia forgiata su
Nidavellir, e sappiamo che sarà tra le fila dei sopravvissuti di
Avengers 4.
Pepper Potts e Happy Hogan
Sia Pepper
Potts (Gwyneth Paltrow) che Happy
Hogan (Jon Favreau) sono stati avvistati
sul set di Avengers 4 mentre partecipavano a
quella che sembrava una cerimonia di addio a Tony
Stark. Avrebbe senso rivederli insieme per questa
occasione, tuttavia in una recente intervista la Paltrow ha
rivelato che Tony e Pepper si sposeranno e che c’è un bambino in
arrivo…quale sarà la versione reale dei fatti?
Captain America
Steve Rogers ha avuto davvero pochissime
scene in Avengers: Infinity War, e nonostante
tutte le previsioni negative sul suo conto, è ancora vivo e tornerà
insieme ai Vendicatori originali in Avengers
4.
War Machine
Rhodey/War
Machine era sicuramente tra i personaggi “sacrificabili”
di Avengers: Infinity War, tuttavia non è stato
così e il braccio destro di Tony Stark è
sopravvissuto con grande sorpresa. Come si comporterà in
Avengers 4?
Bruce Banner
Anche
Bruce Banner è rimasto illeso dopo il finale di
Avengers: Infinity War, e le dichiarazioni di
Mark Ruffalo lasciano intendere che
Avengers 4 concluderà l’arco narrativo del gigante
di giada. È probabile che vedremo Bruce trasformarsi di nuovo in
Hulk, visto l’attore è stato avvistato sul set con una tuta da
motion capture…
Loki
Il Dio
dell’inganno è morto ucciso da Thanos nel prologo di
Avengers: Infinity War, tuttavia Tom
Hiddleston è stato avvistato sul set di Avengers
4 con addosso la museruola che aveva nel primo Avengers.
Inoltre sappiamo che Loki è già sfuggito alla morte molte in
passato, e anche se stavolta sembrerebbe permanente, i viaggi nel
tempo di cui si parla potrebbero riportarlo un’ultima volta in
scena.
Vedova Nera
Natasha Romanoff è comparsa in pochissime
scene, tutte d’azione, di Infinity War ma c’è
ragione di sperare che l’eroina abbia un ruolo più avvincente in
Avengers 4. Insieme ai Vendicatori originali,
Vedova Nera è sopravvissuta allo schiocco delle
dita di Thanos, quindi siamo sicuri di rivederla nel prossimo
capitolo.
Nebula
In Infinity
War abbiamo visto Nebula intrappolata
su Titan al fianco di Tony Stark, e sappiamo con
certezza che il personaggio avrà un ruolo chiave nel proseguimento
di Avengers 4 (potrebbe voler vendicare la morte
della sorella Gamora e scagliarsi contro Thanos al
fianco dei Vendicatori).
Rocket
Per ora
Rocket è l’unico membro dei Guardiani della Galassia ad
essere sopravvissuto alla catastrofe di Infinity
War, dunque alcuni ipotizzano che diventerà un Vendicatore
a tutti gli effetti. Vederlo interagire con altri personaggi, fra
cui Thor, ha sicuramente divertito gli spettatori
e non vediamo l’ora di osservare la reazione di Iron
Man e Captain America…
Thanos
Sarà pure
rimasto ferito al braccio dopo aver usato il guanto dell’infinito e
“schioccato le dita”, tuttavia sappiamo che Thanos
è ancora vivo e che tornerà in Avengers 4, come
annunciato dopo i titoli di coda di Infinity
War.
Uno dei due principali villain di
Solo: A Star Wars Story è il
protagonista della nuova clip resa disponibile dalla Lucasfilm:
come potete vedere qui sotto infatti, Han si trova opposto a
Enfys Nest, personaggio di cui sappiamo ancora
poco (per alcuni potrebbe anche essere una donna), con al suo
fianco Qi’ra e Tobias
Beckett.
Il film sarà presentato in anteprima
il 15 maggio al Festival
di Cannes.
Vi ricordiamo che lo
spin-off sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti
di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà
anche Chewbacca. Alden
Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu
di Harrison Ford. Nel cast
anche Emilia Clarke,Donald
Glover e Woody Harrelson.
Solo: A Star Wars
Story arriverà nelle sale il 25 maggio 2018 e dopo il
licenziamento dei registi Phil
Lord e Christopher Miller,
registi di 21 Jump
Street e The LEGO Movie, è
stato incaricato Ron Howard di
completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma
di Lawrence Kasdan e di suo
figlio Jon Kasdan.
Sali sul Millennium Falcon e
viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story,
un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della
galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo,
oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo
potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore
d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio
di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
Un film a lungo
atteso, Avengers: Infinity Warha
portato l’Universo Marvel al livello
successivo. Visivamente, è eccezionale: con un valore di
produzioni altissimo, è all’insegna della meraviglia e
dello spettacolo. E, tra i design più curati del film, ci
sono quelli dei costumi dei supereroi: fedeli a quelli che
conosciamo, ma con tocco un più. Attenzione: ci sono spoiler!
Iron Man
Che sia in un completo elegante, o
in vestiti più casual, è difficile che Tony Stark non
appaia al proprio meglio. E Infinity Warnon fa eccezione.
In Iron
Man 3, Stark aveva rimosso il reattore arc dal proprio
petto, che lo teneva in vita e dava potere all’armatura, dato che
non ne aveva più bisogno. Nell’ultimo film del MCUha una nuova
elettrocalamita nel petto che, stando a quello che dice a
Pepper Potts, è solamente una misura di sicurezza, nel caso
qualcosa vada storto. E per fortuna. Infatti, il nuovo apparecchio
permette all’armatura di ripararsi anche quando è indossata da
Stark. Che è una cosa che torna sempre utile, insomma. Inoltre, la
nuova tecnologia gli fornisce anche dei nuovi poteri, che Stark
sperimenta durante la battaglia.
Spider-Man
Spidey non si è aggiudicato un
costume completamente nuovo in occasione della sua comparsa
in Captain America: Civil War,
ma è stato finalmente aggiornato. Per chi ricorda il fumetto
sull’episodio, la tuta era di un brillante rosso e
colore dorato, e aggiornata alla più recente
tecnologia. Stark decide di mandarla al ragazzino in difficoltà,
senza preavviso. Ma a Peter non dispiace, e commenta sul fatto che
abbia lo stesso odore di una macchina nuova. Inoltre,
arrivano i nuovi
pungiglioni, particolarmente attesi da molti, che
vengono usati nel film anche se con moderazione.
Thor
Thor ha preso nuova vita
in Ragarok. Rinvigorito, non è più il tizio
bello e insipido che era prima, ma ora è un personaggio pieno di
potere e carisma. Il suo look in Avengers:
Infinity War riprende quello dell’apparizione
precedente, mantenendo lo stesso costume e stile (inclusa
la benda sull’occhio). Fortunatamente per Thor, comunque, Rocket
gli ha recuperato un nuovo occhio, e per ora funzionano ancora
tutti e due. Inoltre, ha un’arma nuova di zecca, che consola gli
affezionati di Mjolnir. Creato dal maestro Eitri, Stormbreaker è
un’ascia che si rivela capace di distruggere, da sola, l’intero
esercito di Thanos a Wakanda.
Doctor Strange
Diciamolo, che
Benedict Cumberbatch starebbe bene anche con addosso
un sacco della spazzatura, ma in Infinity
War, Doctor Strange è apparso al proprio
meglio. A causa di impegni sovrapposti, Cumberbatch si è
perso una buona parte delle riprese, e bisogna dire che per il look
di Strange nel film bisogna ringraziare l’attore Aaron
Lazar, che ha preso il posto dell’attore principale
durante la sua assenza dal set. Il design del costume di
Strange non è stato cambiato radicalmente, anzi si è
confermato un’ottima scelta. Inoltre, Strange è uno dei personaggi
rappresentati dai film in modo più coerente con i fumetti: perché
cambiare una formula vincente? Il suo mantello volante è ancora la
parte migliore del costume, con una volontà tutta sua. Inoltre, il
costume dello stregone ospita anche una delle Gemme più importanti:
la Gemma del Tempo. Un costume di valore, insomma.
Black Panther
Alcuni fan sono stati abbastanza
delusi dalla presenza relativamente ridotta di Black
Panther in Avengers: Infinity
War.Tutto sommato, però, è appena uscito il suo
film dedicato e, in un film corale come questo, non tutti i
personaggi possono avere troppo spazio. Ma quello che abbiamo visto
di T’Challa è stato fantastico, e una fantastica continuazione di
ciò che Black Panther ci aveva lasciato.
Inoltre, è stata data più enfasi ad un aspetto particolare e
interessante del personaggio: alla sua agilità piuttosto che alla
pura forza. Nel film, il costume di T’Challa è in linea con quello
che abbiamo visto qualche mese fa, sicuramente degno di nota.
Sarebbe stato interessante vederne uno nuovo sul grande
schermo: quello disegnato da Ryan
Meinerding e postato sul suo account Twitter. Leggermente
diverso, con un muso più gattesco.
Rocket
Chi non è un fan di
Rocket? Non sarà troppo vestito, ma il pelo è
sufficiente per tenerlo al caldo e nei limiti della decenza.
E, nella sua piccola e leggera armatura, è adorabile e allo
stesso tempo inarrestabile. Inoltre, è pieno di risorse,
letteralmente. Essendo un animale, tende a raccogliere cose qua e
là, incluso un occhio nuovo per Thor. Gli avvenimenti di
Avengers: Infinity War lo lasciano in una posizione
un po’ fragile: i suoi compagni Guardiani sono morti a causa di
Thanos, e lui è l’unico sopravvissuto. Il che
vuol dire anche che è il nuovo leader, giusto? Inoltre, sappiamo
che gli amici torneranno, in qualche modo, per Guardiani
della Galassia 3, ma ora le cose sono in mano al piccolo
animale.
Teschio Rosso
Nessuno si aspettava il
ritorno di Teschio Rosso, ed è stato tenuto nascosto fino
all’ultimo. Inoltre, non è stato interpretato da
Hugo Weaving, che non ha mai avuto intenzione di tornare, ma da
Ross Marquand, star di The
Walking Dead. Ed è andata alla grande. La cosa curiosa, è
che non molti spettatori si sono resi conto del cambio d’attore:
molti pensavano si trattasse ancora di Weaving. Del trucco ben
riuscito, insomma. E Teschio Rosso è in gran forma: dopo tanti anni
intrappolato su Vormir, torna con un mantello, e con un nuovo look.
È un cameo, o tornerà?
Ebony Maw
Ok, sembra un po’ un
calamaro, e tutti abbiamo riso alla battuta. Ma il
super cattivo ha un look non male. Forse anche meglio di quello del
fumetto, e probabilmente ha reso i creatori originali
particolarmente fieri. Ed Ebony Maw è pure un personaggio
interessante e rilevante: Thanos a parte, è sicuramente il cattivo
del film. Nel suo costume interamente nero dell’Ordine,
sembra un Sith, mentre cammina con le mani dietro la
schiena. Inoltre, la faccia da serpente dà al personaggio
un senso di nefandezza impareggiabile. Nel film scopriamo i poteri
straordinari di Ebony Maw, mentre lo vediamo avere la meglio su
Strange. È stato risucchiato nello spazio, ma speriamo di vederlo
tornare. Presto, possibilmente.
Visione
Vedere Visione nella sua forma
umana, cercando di vivere una vita serena e normale con la moglie
Scarlet Witch, lassù in Scozia, è una delle sorprese migliori
di Avengers: Infinity War. Nonostante sia un
androide, infatti, sta capendo cosa serva per vivere da umano.
Inoltre, abbiamo avuto il piacere di vederlo nella sua
tenuta tradizionale, esattamente come quella che aveva
nella sua apparizione del numero 57 di Avengers nel
lontano Ottobre 1968. Ha avuto un ruolo importante nella storia del
film, e la sua apparizione è appropriata. Sfortunatamente, le cose
non vanno troppo bene per lui, e in un modo brutale. È probabile
che lo vedremo tornare in Avengers 4, ma è altrettanto probabile
che torni sotto altre spoglie. In ogni caso, noi speriamo nel suo
ritorno, perché dividerlo da Scarlet è una cattiveria troppo
grande.
Lupo Bianco
Uno dei più grandi enigmi
di Avegers: Infinity War è stato quello
riguardante lo stato di Bucky Barnes.
Chi sarebbe stato? Il nuovo Capitan America, il Soldato d’Inverno,
o Lupo Bianco? A quanto pare, il tempo passato a
Wakanda ha calmato il suo animo, e Barnes è arrivato ad accettare
il soprannome Lupo Bianco datogli dalla gente. Rimane un problema,
però: Stark gli ha strappato il braccio metallico
in Captain America: Civil War, ed è rimasto senza,
ecco. Ma, tra le cose che riceve da Wakanda, spirituali e non, c’è
anche un braccio nuovo. Ed è abbastanza una
figata. Non vediamo molto di Barnes nel film, ma quel poco che
abbiamo visto ci è piaciuto: il nuovo braccio, nero con delle linee
dorate, gli dona a dir poco e lui ha l’aria di essere rinato. Ci
sarà più Bucky, nei prossimi film, e noi non vediamo l’ora.
Diretto da Marc
Foster (Neverland – Un Sogno Per La Vita)
e interpretato da Ewan McGregor
(Fargo), il nuovo emozionante film Disney in
chiave live action Ritorno al Bosco dei 100 Acri
racconta le vicende di Christopher Robin: il
bambino che aveva vissuto tante avventure con i suoi vivaci e
adorabili animali di pezza, ora è cresciuto e ha smarrito la
via.
I suoi amici d’infanzia dovranno
avventurarsi nel nostro mondo per aiutarlo a ricordare il bambino
affettuoso e spensierato che vive ancora dentro di lui. Il film
arriverà nelle sale italiane il 30 agosto 2018.
Diventato adulto,
Christopher Robin è intrappolato in un lavoro
stressante e sottopagato e ha davanti a sé un futuro incerto. Ha
una moglie e una figlia ma il lavoro gli lascia poco tempo da
dedicare alla famiglia. Christopher ha quasi dimenticato l’infanzia
idilliaca trascorsa in compagnia di un orsetto di pezza un po’
sciocco e goloso di miele e dei suoi amici. Ma quando si
ricongiunge con Winnie the Pooh, lacero e sporco
dopo anni di abbracci e giochi, la loro amicizia si riaccende,
permettendo a Christopher di ricordare gli infiniti giorni di
meraviglia e immaginazione che hanno caratterizzato la sua
infanzia, quando non fare niente era considerata la cosa migliore
al mondo.
A causa di uno spiacevole
contrattempo con la valigetta di Christopher Robin, Pooh e i suoi
amici, inclusi Pimpi, Ih-Oh e Tigro, escono dalla foresta e si
avventurano a Londra per restituirne l’importante contenuto… perché
i migliori amici sono sempre pronti ad aiutarti nel momento del
bisogno.
In attesa di vederlo presentato a
Cannes 2018, Dogman di
Matteo Garrone si mostra nelle prime due clip dal
film diffuse da 01Distribution:
Dopo Gomorra e
Reality (entrambi vincitori del Grand Prix) e Il
Racconto dei Racconti, Matteo Garrone torna
in Concorso al 71° Festival
Di Cannes con il suo nuovo film, Dogman,
in uscita nelle sale italiane il 17 maggio,
distribuito da 01 Distribution.
In una periferia sospesa tra
metropoli e natura selvaggia, dove l’unica legge sembra essere
quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide
le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di
toelettatura per cani, l’amore per la figlia Sofia, e un ambiguo
rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza
l’intero quartiere. Dopo l’ennesima sopraffazione, deciso a
riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta
dall’esito inaspettato.
“Dogman è un film che si ispira
liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma
che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che
siano avvenuti.
Ho iniziato a lavorare alla
sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in
mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti.
Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film,
Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come
affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che
volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo
una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se
stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che
invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente“. –
Matteo Garrone
Debutta oggi al cinema Loro
2, la seconda parte del film di Paolo Sorrentino su
Silvio Berlusconi con TONI
SERVILLO, ELENA
SOFIA RICCI, RICCARDO SCAMARCIO, KASIA SMUTNIAK,
EURIDICE AXEN, FABRIZIO BENTIVOGLIO, ROBERTO DE FRANCESCO, DARIO
CANTARELLI, ANNA BONAIUTO, GIOVANNI ESPOSITO, UGO PAGLIAI, RICKY
MEMPHIS, LORENZO GIOIELLI, ALICE PAGANI, CAROLINE
TILLETTE, MATTIA SBRAGIA, MAX TORTORA, MILVIA MARIGLIANO con
ROBERTO HERLITZKA.
LORO 1 e LORO 2 sono diretti
da Paolo Sorrentino e scritti insieme a Umberto Contarello.
Luca Bigazzi firma la fotografia, Cristiano Travaglioli il
montaggio, Lele Marchitelli le musiche, Stefania Cella la
scenografia, Carlo Poggioli i costumi. I due film
sono prodotti da Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta
Calori, Viola Prestieri.
LORO 1 e LORO 2 sono una
coproduzione Italia-Francia: Indigo Film per l’Italia, Pathé e
France 2 Cinéma per la Francia. In Italia i film saranno
distribuiti da Universal Pictures International Italy per Focus
Features mentre Pathé curerà le vendite internazionali.
Nessuno scherzo stavolta:
sembrerebbe davvero che qualcuno abbia trafugato da un deposito di
Pacoima l’armatura originale di Iron Man,
indossata da Robert Downey Jr. nel film che
inaugurò il Marvel Cinematic Universe dieci
anni fa.
La notizia è stata riportata dalla
CBS insieme ad un comunicato
ufficiale della polizia di Los Angeles che è attualmente impegnata
nelle indagini sul furto.
Il valore del costume ammonta a
320.000 dollari, per gli investigatori una cifra schizzata così in
alto dopo il grande entusiasmo intorno ai film dei Marvel Studios scoppiato negli ultimi
anni.
I custodi si erano recati al
deposito un martedì di Aprile e dopo aver rilevato l’assenza
dell’armatura avrebbero subito chiamato la polizia. Dunque
proseguono le piste per scovare il colpevole e recuperare l’iconica
uniforme di Tony Stark.
È tratto dall’omonimo romanzo di
Richard Ford, Wildlife, l’esordio al cinema dietro
alla macchina da presa di Paul Dano, presentato come film d’apertura
della 57° Semaine de la Critique a Cannes
2018. Dano, che firma anche la sceneggiatura con la
compagna Zoe Kazan, anche lei attrice e produttrice,
decide di eliminare l’elemento di flashback del romanzo, che
permetteva al protagonista di raccontare tutti gli eventi con “il
senno di poi” e proietta tutta la storia nel presente.
In Wildlife
Montana, anni ’60, una coppia con un figlio quattordicenne si è
appena trasferita ma, di fronte a difficoltà con il lavoro, i due
si allontanano e si separano. Tutto il dramma familiare viene
raccontato attraverso gli occhi del tranquillo e riflessivo Joe
(Ed Oxenbould) che guarda ai genitori come a un
esempio di idillio a inizio film e che si troverà a fare da unico
testimone alla dolorosa divisione.
Paul Dano è un attore straordinario: dotato di
un volto poco comune e che sfugge alle definizioni hollywoodiane,
sfugge grazie al talento alla trappola del caratterista e, nel
tempo, ha collezionato tanti ruoli incredibili, che lo hanno
preparato a raccontare questa storia con uno stile che non
sorprende, nel senso che si allinea al suo approccio alla
professione dell’attore.
Nonostante diriga due superstar,
Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal, Dano appoggia tutta la storia
sulle spalle di Oxenbould, giovane e bravo interprete che mostra
subito una somiglianza incredibile con lo stesso regista. Il suo
Joe è un testimone, vive il suo rapporto con i genitori in maniera
passiva, incapace di far capire al padre che non vuole giocare a
football prima, e allo stesso modo impotente di fronte ai colpi di
testa e ai tradimenti della madre.
A loro volta i genitori lo vedono
come emanazioni di se stessi: per Jerry dovrebbe essere il classico
ragazzo che per fare amicizia deve frequenta la squadra di
football, sport per cui il ragazzino non è affatto dotato; per
Jeanette diventa invece, nel corso del film, un confidente, contro
la sua volontà, una persona a cui raccontare i propri turbamenti,
di fronte alla solitudine della sua vita, indirizzata a forza solo
verso la casa e la famiglia.
Wildlife racconta
la difficoltà di un uomo di essere all’altezza delle proprie
aspettative, l’impossibilità di una donna di assecondare il suo
“istinto moderno” in un periodo storico sbagliato, l’approccio di
un ragazzino metidabondo alla vita adulta. Mostrando tutti i
particolari degli eventi con equilibrio e misura,
Paul Dano regala al film un attento studio delle
psicologie, scelte visive accurate, soprattutto un tono dolcemente
malinconico che si esplicita nel finale, nell’espressione contrita
di Jaenette, in quella affranta di Jerry, soprattutto nel sorriso
sospeso di Joe.
Le riprese di
Captain Marvel non si sono ancora
concluse – anzi, proseguono spedite a Los Angeles – ma è già
arrivata un’interessante descrizione del film riportata nelle
ultime ore da CBM secondo cui il nuovo
cinecomic targato Marvel Studios sarà “qualcosa di mai visto
prima nel MCU“:
“Anche se
Thor: Ragnarok,
Black Panther e
Avengers: Infinity War
erano tutti film diversi e originali, niente sarà diverso e
originale come Captain Marvel. Il film di Anna
Boden e Ryan Fleck cambierà l’universo
cinematografico Marvel regalandoci qualcosa che
nessuno ha mai visto prima nel MCU e qualcosa che nessun fan si
aspetta.“
Il report continua dicendo
che “SeWonder Woman è stato
ovviamente considerato un film molto importante per le donne,
Captain Marvel vi sorprenderà ancora di
più, ridefinendo completamente i film sui supereroi proprio come i
Marvel Studios hanno rivoluzionato
il cinecomic nel 2008.“
Vi ricordiamo che alla regia del
cinecomic con protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. Il film
invecearriverà al cinema l’8 marzo
2019.
Stando a quanto confermato
finora, Captain Marvel non sarà
in Avengers: Infinity
War perché il suo ruolo semplicemente non si
adatta al tipo di storia del film, oppure perché la sua
introduzione nel MCU è stata rinviata al suo
standalone.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli
anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un
periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.
Come già confermato negli ultimi
mesi, gli Skrull faranno il loro debutto
“ufficiale” nel MCU grazie a Captain Marvel, il cinecomic che
vedrà Brie Larson nei panni di Carol Danvers.
Tuttavia alcune voci di corridoio ipotizzano che questi alieni
mutaforma potrebbero apparire anche in Avengers 4, quarto capitolo sui
Vendicatori che chiuderà la Fase 3.
Secondo Jeremy Conrad di MCU Cosmic gli Skrull
giocheranno un piccolo ruolo nella battaglia definitiva degli eroi
contro Thanos e le conseguenze del suo “schiocco della dita”
avvenuto al termine di Infinity War, proprio per
“accompagnare” l’entrata in scena di Carol Danvers. Ma non è finita
qui.
Sembrerebbe che gli alieni
potrebbero assumere le sembianze degli antichi samurai
Yakuza, mentre Clint Barton
(Occhio di Falco) si trova in Giappone sotto copertura per dargli
la caccia.
Vi ricordiamo che Marvel Studios salteranno il rituale passaggio
al Comic Con di San Diego il prossimo
Luglio, dunque non dovremmo aspettarci alcun trailer o materiali
ufficiali nei mesi precedenti.
Avengers 4 è
ancora un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo
ma non sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa
parlerà il film. Le dichiarazioni di Kevin
Feige in merito hanno reso molto chiaro il fatto che
il titolo ufficiale del film rappresenta spoiler
per Avengers Infinity War, per cui non sarà
rivelato fino all’uscita al cinema del film che conclude la Fase 3
dei Marvel Studios.
Proseguono a Los Angeles le riprese
di Captain Marvel, il primo cinecomic
dei Marvel Studios che vedrà protagonista una
supereroina, interpretata dal premio Oscar Brie
Larson.
L’attrice compare nei nuovi scatti
rubati dal set che potete vedere qui sotto.
Vi ricordiamo che alla regia del
cinecomic con protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. Il film
invecearriverà al cinema l’8 marzo
2019.
Stando a quanto confermato
finora, Captain Marvel non sarà
in Avengers: Infinity
War perché il suo ruolo semplicemente non si
adatta al tipo di storia del film, oppure perché la sua
introduzione nel MCU è stata rinviata al suo
standalone.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude Law, Annette
Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli
anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un
periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.
Nonostante la sostanziosa
durata (circa 150 minuti), Avengers: Infinity War non ha
avuto occasione di tornare su una delle questioni centrali di
Captain America: Civil
War, ovvero la spaccatura nel rapporto fra
Tony Stark e Steve Rogers.
Se ricordate, il film
terminava con una lettera scritta da quest’ultimo a Stark, che
includeva scuse e volontà di riavvicinamento (nel caso ci fosse
stato bisogno di aiuto), tuttavia i due personaggi non hanno
condiviso momenti importanti all’interno della narrazione di
Infinity War e la loro “crisi” è passata quasi
inosservata.
A spiegare le ragioni sono
arrivati gli sceneggiatori Christopher Markus
e Stephen McFeely:
“Nella
prima bozza della sceneggiatura c’era l’idea – forse stupida
– che Tony e Steve dovessero incontrarsi nella stessa stanza
e affrontare i loro problemi personali. Questo però significava
rallentare la ricerca di Thanos delle gemme dell’infinito e
sacrificare tempo alle altre avventure dei personaggi. Per quanto
avessimo voluto riservargli uno spazio, tutte le volte che abbiamo
scritto quelle scene era chiaro che il film doveva concentrarsi su
Thanos e ciò che rappresentava per i Vendicatori.“
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto
da Kevin Feige. Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Michael
Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura.
Deadpool 2 sfrutta
la scia promozionale di Avengers: Infinity War “a
modo suo”, nel taglio ironico che ormai contraddice il franchise
con protagonista Ryan Reynolds.
È infatti comparsa sui social una
lettera, firmata da Wade Wilson, in cui l’eroe
chiede ai fan il loro silenzio sulla trama del film, proprio
come i fratelli Russo all’alba
dell’uscita di Infinity War nelle sale utilizzando l’hashtah
“Thanos Chiede Il Vostro Silenzio“.
Qui sotto potete dare un’occhiata al
contenuto integrale del messaggio.
Di seguito invece trovate una nuova
clip tratta dal film:
Diretto da David
Leitch, Deadpool
2 arriverà nelle nostre sale il 15 maggio. Nel
cast Ryan
Reynolds nei pani del Mercenario Chiacchierone
della Marvel. Zazie
Beetz in quelli di Domino e Josh
Brolin in quelli di Cable.
Dopo essere sopravvissuto a un
quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in
una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il
barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con
il fatto che ha perso il senso del gusto.
Cercando di riconquistare la sua
spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve
combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente
aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire
l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo
gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di
caffè del World’s Best Lover.
La Lucasfilm ha reso disponibili due
nuove clip tratte da Solo: A Star Wars Story, lo
spin-off in uscita nelle sale il prossimo 25
maggio.
Nella prima vediamo l’incontro fra i
rivali e futuri amici Han e Lando, mentre nella seconda Chewbacca è
intento a giocare a scacchi stellari con Beckett.
Di seguito trovate anche la nuova locandina ufficiale del
film.
Vi ricordiamo che lo
spin-off sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti
di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà
anche Chewbacca. Alden
Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu
di Harrison Ford. Nel cast
anche Emilia Clarke,Donald
Glover e Woody Harrelson.
Solo: A Star Wars
Story arriverà nelle sale il 25 maggio 2018 e dopo il
licenziamento dei registi Phil
Lord e Christopher Miller,
registi di 21 Jump
Street e The LEGO Movie, è
stato incaricato Ron Howard di
completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma
di Lawrence Kasdan e di suo
figlio Jon Kasdan.
Sali sul Millennium Falcon e
viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story,
un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della
galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo,
oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo
potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore
d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio
di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
New entry nel cast di
Captain Marvel: l’Hollywood Reporter ha infatti
confermato che Annette Bening si unirà a
Brie Larson e Jude Law nel
cinecomic targato Marvel Studios, le cui riprese si stanno
attualmente svolgendo a Los Angeles.
Non è ancora chiaro quale
personaggio interpreterà l’attrice di 20th Century Women,
tuttavia nel profilo risulta un termine “scienziata”. Alcuni
ipotizzano addirittura che la Bening comparirà nei panni della
madre di Carol Danvers, ma attendiamo utleriori
sviluppi in merito.
Vi ricordiamo che alla regia del
cinecomic con protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. Il film
invecearriverà al cinema l’8 marzo
2019.
Stando a quanto confermato
finora, Captain Marvel non sarà
in Avengers: Infinity
War perché il suo ruolo semplicemente non si
adatta al tipo di storia del film, oppure perché la sua
introduzione nel MCU è stata rinviata al suo
standalone.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude Law.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli
anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un
periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.