Il film di animazione di Lorenzo Mattotti che ha incantato il
Festival di Cannes e ha ottenuto il Premio come Miglior Regia ad
Alice nella città, sarà protagonista il 26 maggio alle
17.30 di un evento speciale educational
online promosso da Indigo
Film, Rai Cinema, Bim
Distribuzione e Scelte di Classe_ il progetto didattico
di Alice nella città che porta il cinema a
scuola.
Dichiara Lorenzo Mattotti:
“Sono felice che “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”
diventi un’occasione per un’esperienza formativa di didattica a
distanza. In questo momento di difficoltà per il Paese e per il
mondo della scuola credo che ognuno debba fare la propria parte e
anche un film, se presentato nel giusto modo, può trasformarsi in
un momento di confronto e di crescita. In fondo, è di questo che il
romanzo di Dino Buzzati parla: di come è difficile diventare grandi
rimanendo fedeli a se stessi, di quanto sia importante imparare a
convivere con gli altri e di quanto sia fondamentale rispettare la
natura. Mi sembrano tutti temi fortemente attuali. Mentre
realizzavo “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” ho
sempre pensato ai ragazzi, volevo poter fare un film a loro misura,
perché sono loro il nostro futuro.”
L’evento, che si svolgerà sulla
piattaforma di Mymovies Live, coinvolgerà 500 studenti e
docenti della Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado di 11
regioni, che avranno l’opportunità di vedere il film e, a
seguire, incontreranno il suo autore, Lorenzo
Mattotti che, in diretta streaming dal suo studio di
Parigi, risponderà alle loro domande e potrà raccontare (e
mostrare) come è nata l’idea del film e come hanno preso vita dalla
sua matita i suoi protagonisti animati.
La diretta con Lorenzo
Mattotti sarà visibile on line sia sulla pagina del
film che sulla pagina di alice nella città
Per i docenti verrà inoltre
organizzato da Scelte di classe un incontro di
film literacy sul film, in collaborazione con TIMVISION –
Institutional Partner dell’iniziativa, per fornire agli insegnati
strumenti utili per proseguire poi il lavoro con i ragazzi.
L’evento nasce con l’intento di
sostenere ed affiancare il mondo della scuola che, in piena
emergenza Covid-19, si è trovata ad affrontare una situazione
inedita e a sperimentare la didattica a distanza senza avere
momenti di confronto con gli studenti.
A inizio marzo oltre 9.000 studenti
di tutto il territorio nazionale avrebbero dovuto vedere al cinema
La famosa invasione degli orsi in Sicilia e incontrare il
suo autore all’interno del progetto dal titolo “La famosa invasione
degli orsi…a scuola!”
Per questo motivo e per andare
incontro ai tanti che ne facevano richiesta, i promotori hanno
scelto di trasformare l’appuntamento in
un’occasione di didattica online come segnale di
ripartenza, nella speranza di riprendere l’evento
completo con il nuovo anno scolastico, confidando nella riapertura
delle scuole e delle sale.
Arriva il 23 febbraio su
Disney+La Famiglia Proud: più forte e orgogliosa (The
Proud Family: Louder and Prouder), l’attesissimo revival della
rivoluzionaria serie di Disney Channel. A doppiare la serie tornano
alcuni dei doppiatori originali che ne hanno fatto la fortuna, tra
cui Kyla Pratt (Penny Proud), Tommy
Davidson (Oscar Proud), Paula Jai Parker
(Trudy Proud), JoMarie Payton (Suga Mama),
Cedric the Entertainer (Zio Bobby), Karen
Malina White (Dijonay Jone s ), Soleil Moon
Frye (Zoey Howzer), Alisa Reyes
(LaCienega Boulevardez) Carlos Mencia (Felix
Boulevardez), Maria Canals –
Barrera (Sunset B oulevardez), Alvaro
Gutierrez (Papi), Raquel Lee Bolleau
(Nubia Gross), Marcus T. Paulk (Myron),
Aldis Hodge (Frankie), Aries
Spears (Wizard Kelly), Cree Summer
(Peabo), Patricia Belcher (Preside Hightower) e
Kevin Michael Richardson (Dottor Payne). Non solo,
la serie è anche piena di nuove voci e di Guest star, tra cui si
contano Lizzo, Tiffany Haddish,
Eva Longoria,
Jaden Smith e tantissimi altri, per un cast di
superstar tutte votate al divertimento sfrenato di questo cartone
animato geniale e coinvolgente.
La Famiglia Proud: più
forte e orgogliosa, la trama
La Famiglia Proud:
più forte e orgogliosa segue le avventure e le disavventure
della quattordicenne Penny Proud e della sua famiglia mentre
affrontano con ilarità e spensieratezza la vita quotidiana. Questi
ultimi anni regalano una nuova carriera a mamma Trudy, sogni più
audaci a papà Oscar e nuove sfide a Penny, tra cui farsi amica una
vicina di casa attenta alle ingiustizie sociali che è convinta di
avere molto da insegnarle, dei prepotenti influencer dei social
media che vogliono cancellarla e i suoi stessi ormoni
adolescenziali. Gli amici di Penny ritornano, inclusi Dijonay,
LaCienega, Zoey e Michael. Torna anche la Suga Mama
di Penny, pronta come sempre a dispensare amore severo o una mano
gentile ogni volta che Penny ne ha bisogno. Tra i volti nuovi
troviamo Maya e KG, dei nuovi ragazzi che non solo devono
affrontare le difficoltà di essere gli ultimi arrivati, ma anche di
avere due padri, una prima volta per Smithville.
Gli ingredienti per fare di La Famiglia Proud:
più forte e orgogliosa la serie d’animazione perfetta per
i ragazzini ci sono tutti. Prima di tutto i temi, dall’irruenza
dell’adolescenza alla passione per i temi sociali, all’inclusività,
fino a comprendere la parità di genere, sesso e diritti. Insomma,
gli sceneggiatori non si fanno mancare niente, ma lo fanno in
maniera armoniosa e ogni parte della storia (almeno dei primi due
episodi disponibili sulla piattaforma) si percepisce una freschezza
e una spontaneità che sempre più prodotti per giovani e
giovanissimi abbracciano come cifra distintiva.
Il meglio del passato con il
necessario del presente
Si torna a
quell’atmosfera familiare e rassicurante di inizio anni 2000, ma lo
si fa con la consapevolezza che i giovani, oggi, hanno necessità di
confrontarsi con altri argomenti, oltre all’adolescenza, alle cotte
trai banchi di scuola, ai contrasti con i genitori e alla voglia di
indipendenza. Soprattutto, La Famiglia Proud: più forte e
orgogliosa indaga con leggerezza ma con attenzione sulle
questioni legate al web, ai social media e alla percezione di se
stessi attraverso i Device con cui comunicano oggi gli adolescenti.
Questa attenzione pone sotto i riflettori una questione importante,
che fa parte integrante della vita quotidiana di chi è adolescente
oggi. Trovare questo tipo di argomenti, raccontati con precisione
in una serie per ragazzi non è da poco.
La Famiglia
Proud: più forte e orgogliosa arriva dal 23 febbraio su
Disney+
con i primi due episodi e poi con un episodio a settimana ogni
mercoledì.
Le commedie di produzione
britannica sono spesso le più divertenti e appassionanti in
circolazione al cinema, specialmente se cariche di quel black
humor tipico degli inglesi. Un brillante esempio del nuovo
millennio è La famiglia omicidi, diretto
nel 2005 da Niall Johnson. Al centro di questo vi
è una bizzarra famiglia, di cui uno dei membri è un incallito
serial killer a fin di bene. Si generano così una serie
imprevedibile di eventi, sempre più assurdi e comici, tra i quali
si sviluppa però anche una toccante riflessione sul nucleo
famigliare e sui sacrifici necessari per tenerlo unito.
Scritto dallo stesso Johnson in
collaborazione con Richard Russo, il film si è
avvalso di un cast di grandi attori britannici, vero punto di forza
e di fascino del titolo. A loro è infatti spettato il compito di
dar vita a personaggi bislacchi e stravaganti, ognuno con i propri
vizi e virtù. Girato nel piccolo villaggio di St. Michael Penkivel
in Cornovaglia, il film si è in seguito affermato come un buon
successo di critica e pubblico. A fronte di un budget
particolarmente ridotto, attestato a meno di un milione di dollari,
La famiglia omicidi è arrivato a guadagnarne circa 18 in
tutto il mondo.
Ancora oggi risulta essere il film
giusto per una spensierata serata sul divano, con un film che
garantisce divertimento e diversi momenti più emozionanti. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle frasi più
belle pronunciate dai personaggi. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La famiglia omicidi: la trama del
film
La vicenda si svolge nel piccolo
villaggio di Little Wallop, dove il parroco anglicano Walter
Goodfellow si trova a doversi relazione con i problemi che sempre
più intercorrono nella sua famiglia. La moglie Gloria è
terribilmente stressata e insoddisfatta, tanto da avere una
relazione extraconiugale con l’insegnante di golf; la figlia
adolescente Holly soffre invece di instabilità emotiva, passando da
un fidanzato ad un altro; infine, il piccolo Petey è vittima di
bullismo da parte dei suoi compagni a scuola. Ogni sua possibile
occasione di dedicarsi alla famiglia sono impedite dal ruolo di
parroco, che lo obbliga a gestire problemi di varia natura.
La soluzione ai loro problemi si
presenterà però in modo del tutto inaspettato. Una giovane anziana,
che dice di chiamarsi Grazia, arriva da loro proponendosi come
governante. Walter e Gloria decidono così di assumerla, ignari del
fatto che quella donna era stata chiusa per quarant’anni in un
manicomio criminale per aver ucciso il marito e l’amante di lui.
Ben presto, una serie di misteriose scomparse iniziano a
verificarsi nel paese, ma nessuno riesce a ritrovare i corpi di
questi. Più Gloria conosce meglio Grazia, però, più capirà che la
donna ha molto più a che fare con questi di quanto sembri.
Mantenere il segreto sarà dunque indispensabile.
La famiglia omicidi: il cast del
film
Grande protagonista del film, nel
ruolo di Grazia Hawkins, è la due volte premio Oscar Maggie
Smith. Ricordata negli ultimi anni per aver interpretato
il personaggio di Minerva McGranitt nella saga di Harry Potter, l’attrice
raccontò di aver preso parte con grande piacere a La famiglia
omicidi, che le dava modo di vestire i panni di un’anziana
molto particolare e fuori dagli schemi. Accanto a lei, nei panni
del reverendo Walter Goodfellow si ritrova un altro dei più celebri
interpreti della commedia britannica: Rowan Atkinson.
Famoso in particolare per aver dato vita ai personaggi di Mr. Bean
e Johnny English, l’attore si misura qui con un ruolo più pacato e
ricco di sfumature umane, che lo rendono divertente ma anche
emotivamente affascinante.
Kristin Scott
Thomas, una delle maggiori interpreti britanniche
della sua generazione, è invece presente nei panni di Gloria
Goodfellow, la moglie del reverendo. Con La famiglia
omicidi l’attrice ha avuto modo di tornare a recitare in una
commedia a distanza di anni dall’ultima volta, mettendosi
nuovamente in gioco con tale genere e ottenendo importanti lodi per
la sua interpretazione. Nel ruolo dei due figli, Petey e Holly, si
ritrovano invece Toby Parkes e Tamsin
Egerton. Qui al suo primo film, quest’ultima si è poi resa
ulteriormente nota anche grazie a film come St.
Trinian’s e Scrivimi ancora.Liz
Smith, tra i volti più noti della televisione e de cinema
britannici ha invece dato vita alla buffa signora Parker. Nel ruolo
di Lance, lo stravagante insegnante di golf, vi è l’attore Patrick Swayze.
Questo fu uno dei suoi ultimi film prima della sua scomparsa,
avvenuta nel 2009.
La famiglia omicidi: le frasi più
belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere tale
film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La famiglia omicidi è
infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema.
Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto
gratuito alla piattaforma e noleggiare il film. È bene notare che
in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite
temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 12
gennaio alle ore 21:15 sul canale
Cielo.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
“Non può andare in giro ad uccidere le persone solo perché
non le approva!” – “Sai, è questo quello che mi dicevano sempre i
medici. Era l’unico punto sul quale non siamo mai andati
d’accordo.” (Gloria e Grazia)
Che differenza c’è tra pregare in una chiesa e pregare in
un casinò? In un casinò lo fai sul serio. (Walter)
Vediamo se ho capito bene: mio figlio ha fatto fuori i suoi
nemici, mio marito è diventato un comico e quella ninfomane di mia
figlia ha scoperto l’arte culinaria… Che sta succedendo?
(Gloria)
Gli uomini sono stati la rovina delle donne vogliose da
quando esistono le donne vogliose. Per questo devi stare attenta a
che razza di uomini porti a casa, cara. I belli e dannati saranno
pure attraenti alla tua età, ma poi finisci come loro, devi
credermi, Holly. (Grazia)
La famiglia ideale
(La famiglia perfetta) è una
commedia spagnola romantica e divertente che racconta
l’incontro-scontro tra le famiglie due giovani innamorati
cresciuti in case completamente diverse. Diretto da Arantxa
Echevarría – regista di Carmen & Lola
– e con Belén Ruéda e José Coronado,
il lungometraggio è disponibile su Netflix.
La sinossi de La famiglia
ideale
Ne La famiglia ideale
(La famiglia perfetta) Pablo (Gonzalo
Ramos) proviene da una famiglia benestante: suo padre è
uno scienziato di successo, mentre sua madre Lucía
(Belén
Ruéda) è una donna borghese al 100%. In palestra
conosce Sara (Caroline Yuste), una
personal trainer che proviene da una famiglia umile e che vive
nella periferia di Madrid. I due si innamorano e decidono di
sposarsi. Fin dal primo incontro tra le famiglie di Sara e
di Pablo, le differenze tra i due mondi dei ragazzi
risultano evidenti: il chiasso e la solarità dei genitori di lei
stride con la compostezza e la freddezza di quelli di lui.
Dopo un primo impatto traumatico,
una gita fuori porta permette ai genitori degli sposi di conoscersi
meglio. Specialmente i testimoni di
nozze, Lucía e Ernesto (Josè
Coronado), il papà di Sara, entrano in
confidenza, forse fin troppo…
Il binomio poveri e ricchi ne
La famiglia ideale
(La famiglia perfetta)
Buona parte delle dinamiche de
La famiglia ideale è data dallo stridere tra il mondo
borghese di Pablo e quello umile di Sara. I veri
protagonisti non sono però i due giovani ragazzi, che rappresentano
una generazione in cui le differenze, sotto ogni forma, sono
attenuate e meno in contrasto tra loro. Al centro del film ci
sono Lucía e Ernesto, i quali incarnano due
versioni chiare e definite dei propri mondi. Lei passa le sue
giornate tra shopping, servitù e chiacchiere con le amiche, lui è
un lavoratore in maniche di camicia. Se per alcuni aspetti le
dinamiche tra i due personaggi sono divertenti, non si può dire che
il tema al centro de La famiglia ideale sia
originale.
Le prime scene ricordano tante
commedie familiari, da Ti presento i miei con Ben
Stiller al film italiano Una famiglia mostruosa. Vista la frequenza con cui
questo binomio famiglia povera-famiglia ricca viene toccato,
sicuramente il tema piace al pubblico, ma non è forse un terreno un
po’ troppo battuto?
Il prototipo della commedia Netflix
colpisce ancora
La famiglia ideale
è un film spagnolo, ma non si direbbe. In quanto ad ambientazioni
risulta abbastanza anonimo: come tante commedie di produzione
Netflix, anche questa è priva di tratti
distintivi in termini di ambienti o paesaggi. Si possono
distinguere chiaramente gli spazi ”da ricchi” e quelli ”da poveri”,
ma potrebbero essere luoghi presenti in ogni regione. Un altro
elemento che confonde è la scelta della colonna sonora: canzoni in
francese e in portoghese, che si susseguono senza troppa continuità
e senza funzione drammatica non danno alcun valore aggiuntivo alla
pellicola.
In conclusione, La famiglia
ideale è un film creato ad hoc, scena dopo scena, con dei
moduli abbastanza standardizzati in termini di trama, ambientazioni
e personaggi. Questo non significa che la pellicola non funzioni: è
una commedia divertente e spensierata, che però lascia davvero poco
spazio alla riflessione.
La Adler Entertainment ha diffuso
online il secondo trailer italiano de La Famiglia
Fang, commedia drammatica diretta da Jason Bateman con protagonisti lo
stesso attore/regista affiancato Nicole Kidman. Il film è
l’adattamento per il grande schermo dell’omonimo romanzo scritto
nel 2011 da Kevin Wilson.
Di seguito il trailer:
Di seguito invece la sinossi ufficiale del film:
Caleb e Camilla Fang sono performer
le cui creazioni scioccano il pubblico e deliziano gli appassionati
d’arte. Protagonisti sin dalla più tenera età sono i loro figli,
pedine fondamentali delle loro opere provocatorie spesso al limite
tra il genio e la follia. A causa di queste esperienze, Annie
(Nicole Kidman) e Baxter (Jason Bateman) ormai adulti si sono
allontanati dai genitori, e, seppur a distanza, conducono esistenze
parallele e altamente problematiche. I fratelli sono costretti a
tornare a casa dai loro eccentrici genitori quando,
improvvisamente, scompaiono nel nulla. La polizia teme il peggio ma
Annie è convinta che si tratti di una nuova performance e che Caleb
e Camilla abbiano finto la propria morte per dare vita
all’ennesima, bizzarra, “opera d’arte”. Mettendo insieme i pezzi
del puzzle dei ricordi della loro infanzia, Annie e Baxter si
mettono alla ricerca dei genitori, sperando di scoprire la verità
su quanto accaduto e, magari, finire anche per ritrovare se
stessi.
La Famiglia
Fang, che comprende nel cast anche
Christopher Walken, arriverà nelle nostre sale l’1
settembre.
La Adler Entertainment ha diffuso
online il trailer italiano ufficiale de La Famiglia
Fang, commedia drammatica diretta da Jason Bateman con protagonisti lo
stesso attore/regista affiancato dal premio Oscar Nicole Kidman. Il film è
l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto nel 2011
da Kevin Wilson.
Di seguito il trailer:
Di seguito invece la sinossi ufficiale del film:
Caleb e Camilla Fang sono performer
le cui creazioni scioccano il pubblico e deliziano gli appassionati
d’arte. Protagonisti sin dalla più tenera età sono i loro figli,
pedine fondamentali delle loro opere provocatorie spesso al limite
tra il genio e la follia. A causa di queste esperienze, Annie
(Nicole Kidman) e Baxter (Jason Bateman) ormai adulti si sono
allontanati dai genitori, e, seppur a distanza, conducono esistenze
parallele e altamente problematiche. I fratelli sono costretti a
tornare a casa dai loro eccentrici genitori quando,
improvvisamente, scompaiono nel nulla. La polizia teme il peggio ma
Annie è convinta che si tratti di una nuova performance e che Caleb
e Camilla abbiano finto la propria morte per dare vita
all’ennesima, bizzarra, “opera d’arte”. Mettendo insieme i pezzi
del puzzle dei ricordi della loro infanzia, Annie e Baxter si
mettono alla ricerca dei genitori, sperando di scoprire la verità
su quanto accaduto e, magari, finire anche per ritrovare se
stessi.
La Famiglia
Fang, che annovera nel cast anche Christopher
Walken, arriverà nelle nostre sale il 1 settembre.
I coniugi Caleb e Camille
Fang sono una coppia di artisti performativi d’avanguardia,
protagonista fin dai primi anni ‘70, assieme ai figli Annie e
Baxter, di incredibili happening “dal vero” caratterizzati
da scherzi pubblici d’ogni sorta e spesso di cattivo gusto,
opportunamente registrati in modo da conservare l’autenticità delle
reazioni degli ignari spettatori. Passati gli anni i due
enfants prodiges, divenuti rispettivamente una sregolata
attrice di second’ordine e un giornalista di provincia con mancate
aspirazioni letterarie, si ritrovano uniti in seguito
all’improvvisa e apparentemente tragica sparizione dei genitori.
Subito però i dubbi iniziano a serpeggiare: si tratta davvero di
una tragedia oppure dell’ennesima performance inscenata di
tutto punto per rivitalizzare l’interesse del pubblico?
Cinico, divertente, profondo e a
tratti persino inquietante. Questo è il ritratto migliore con cui
dipingere le mille sfumature che si stratificano, inquadratura dopo
inquadratura, all’interno de La famiglia
Fang, intelligente e atteso adattamento dell’omonimo
romanzo cult firmato nel 2011 da Kevin
Wilson capace di condensare in un unico grottesco modello
familiare le disfunzionalità e i gli eccessi del postmoderno,
agendo con quel giusto tocco di surrealtà e parossismo che ben
vengono ricreati e amplificati dalla sceneggiatura del premio Oscar
David Lindsay-Abaire e dalla scanzonata
regia/interpretazione di Jason Batenam, arguto a
sufficienza sia dietro che davanti la macchina da presa. Forte
dalla grande libertà creativa offertagli dalla partner
Nicole Kidman – qui nelle vesti di co-protagonista
e produttrice con la sua Blossom Films – Batenam traduce in
forma filmica il dilemma esistenziale di un aggregato familiare in
cui i due capifamiglia, in particolare il patriarca Caleb
splendidamente interpretato da un camaleontico Christopher
Walken, mostrano grande ambiguità in ogni loro pensiero e
azione, pronti a sacrificare il decoro pubblico e l’integrità dei
legami affettivi in nome di una forma d’arte estrema e
rivoluzionaria. Servendosi della poliedrica fotografia di
Ken Seng ottenuta mediante numerosi formati video
a cavallo fra analogico e digitale che accompagnano l’evoluzione
estetico-narrativa nel corso di oltre quattro decadi, la pellicola
segue i binari del dramedy e li fonde con sporadiche
venature thriller che sconfinano nel mystery,
soprattutto in concomitanza con il dubbio circa la sorte dei due
strambi artisti che si configura come oggetto ossimorico di
unione-divisione tra fratello e sorella, due entità cresciute
sull’onda dei residui di una fama involontaria rivelatasi più che
mai distruttiva. Liberando appieno il talento malinconico di
Batenam e sprigionando la tensione attoriale di una Kidman d’altri
tempi, La famiglia Fang pare una
copia-carbone a stelle e strisce della migliore commedia
all’italiana, grazie alla sua straordinaria capacità di unificare
su di un’unico fotogramma riso, pianto e tanta, tanta
amarezza.
Secondo Deadline sarebbe in fase di
sviluppo un nuovo biopic sulla vita di Bruce Lee, sicuramente il più famoso
artista marziale mai esistito. Una
figura talmente iconica che quando sua figlia Shannon ha
tenuto incontri con i potenziali partner di produzione cinesi per
un film biografico, l’attore è stato accostato a figure culturali
venerate in Cina, come Confucio.
La nuova pellicola sarà presentata
dalla Bruce Lee Media, compagnia gestita proprio dalla famiglia di
Lee. La figlia Shannon è convinta che la figura di Bruce Lee non sia ancora realmente stata
conosciuta al pubblico, e il nuovo biopic si proporrà di scavare
più a fondo la personalità dell’attore:
Ci sono stati molti
progetti che hanno coinvolto mio padre, ma hanno mancato
la comprensione completa della sua filosofia e arte. Non
hanno catturato l’essenza delle sue convinzioni nelle arti
marziali o nella narrazione. L’unico modo per far si che
il pubblico possa comprendere la profondità e l’unicità
di mio padre è quello di creare un nostro materiale e trovare
partner affini a noi per lavorare. Molti non sanno che Bruce Lee
era anche uno scrittore prolifico e un creatore di una
propria arte unica e filosofia. Questo è quello che vogliamo
mostrare, non solo la sua fisicità nelle arti marziali, ma la
profondità del suo carattere e delle sue
convinzioni.
Il produttore Lawrence
Grey ha dichiarato che al momento sono alla ricerca
di un regista e uno sceneggiatore per il progetto, in cui la
famiglia Lee sarà direttamente coinvolta.
Dal 21 aprile, sarà disponibile su
Netflix la serie tv di produzione fiamminga
La
famiglia dei diamanti, realizzata dai creatori della
serie campione d’incassi FAUDA, Rotem
Shamir e Yuval Yefet. Muovendosi nel
territorio del thriller poliziesco, la serie analizza come
un’influente famiglia di trafficanti di diamanti con sede ad
Anversa tenterà di scampare una clamorosa rovina, sfruttando
tattiche illegali e forza bruta. Nel cast del progetto,
Casper Knopf nel ruolo di Tommy McCabe,
Kevin Janssens nel ruolo di Noah Wolfson,
il protagonista della serie, Marie Vinck nel ruolo
di Gia Wolfson, Robbie Cleiren nel ruolo
di Eli Wolfson, Janne Desmet nel ruolo di
Rivki Wolfson, Yona Elian nel ruolo di
Sarah Wolfson, Ini Massez nel ruolo di
Adina Glazer e Els Dotterman nel ruolo di
Jo Smets.
La famiglia dei diamanti, la trama
della serie
Questa nuova serie tv sarà una gioia
per gli occhi dei fan delle serie crime-thriller, in cerca di
qualcosa di inedito da visionare sulla piattaforma. La trama de
La famiglia dei diamanti ruota attorno a una
famiglia ebrea ultraortodossa, i Wolfson, e al
loro impero commerciale: la famiglia ha infatti l’azienda di
diamanti più longeva di Anversa e nel corso degli anni ha acquisito
un notevole potere nella zona. Tuttavia, c’è una minaccia che
incombe per i Wolfson: a causa di alcune decisioni sbagliate prese
dall’erede dell’impero commerciale Eli, vedono
infatti crollare la propria posizione di rilievo e prestigio.
Il primo episodio della serie si
concentra sul ritorno di Noah Wolfson, il figlio
ribelle ed ormai estraneo alla superpotenza aziendale, ad Anversa.
Si tratta di un ritorno forzato, ma che smuove l’intera trama della
serie: il figlio minore dei Wolfson, Eli, si è
suicidato per motivi apparentemente sconosciuti ed è ritenuto
responsabile di aver fatto precipitare l’impero della famiglia in
un debito enorme. Noah dovrà dunque disperatamente
cercare di salvare l’attività dei Wolfsons e proteggere l’eredità e
l’onore della famiglia.
Scopriamo come a
Eli piacesse scommettere in affari loschi e le sue
decisioni sbagliate hanno quasi distrutto l’impero faticosamente
costruito dalla famiglia. A questo punto, alla presunta azione
salvifica di Noah, che dovrebbe risollevare le sorti dell’azienda,
si lega il desiderio del protagonista di scoprire il motivo della
morte del fratello, indagando su come l’azienda sia arrivata a
questo punto di non ritorno.
Il significato del nucleo
familiare
Proprio sviscerando le dinamiche
familiari dei Wolfson, La famiglia dei
diamanti catturerà maggiormente l’attenzione degli
spettatori, trascinandoli lungo un sentiero narrativo in cui
retaggio culturale e religioso, credenze e obblighi si intersecano.
Le numerose restrizioni che vigono in queste famiglie e la
“fame di libertà” che ne deriva hanno mosso le azioni dei
fratelli. Noah cerca disperatamente di salvare l’eredità e l’onore
della sua famiglia, ma rimane anch’egli invischiato nel mondo del
crimine proprio per il suo desiderio inconscio di evadere, non
sottomettersi nuovamente ai dettami intransigenti che lo hanno
fatto scappare già una volta.
Alla connotazione così specifica
della serie Netflix, che sceglie come punto di partenza il
microcosmo di una comunità ebraica isolata, si aggancia tuttavia
una sorta di universalità, di tematiche e rapporti mostratici, che
ricalca in toto gli archetipi del genere crime, cercando
volontariamente di non sfuggire agli aspetti più commerciali, e per
questo appetibili, di progetti simili. In questo senso, non siamo
di fronte a una produzione che si distingue in maniera
significativa dalle tante altre presenti sulla piattaforma, ma che
sfrutta gli archetipi di storie già scritte e lette, sempreverdi
dal punto di vista dell’appeal che hanno sul pubblico.
Il thriller è nel dramma
I valori e le restrizioni religiose
e le usanze della comunità dettano ogni azione e svolta ricca di
suspense della serie. Il rapporto di Noah con la
sua famiglia estranea, il ruolo delle donne negli affari, il
calendario delle festività e il modo in cui l’intera famiglia
tratta Tommy sono esplicitamente modellati dal
contesto ebraico della serie e contribuiscono a rendere le
dinamiche familiari e gli intrighi della comunità ancora più
entusiasmanti, per una visione senza troppe pretese.
Nel complesso, la serie estende in
maniera ottimale le dinamiche del thriller alla sfera familiare,
accelerando il ritmo in base alle conseguenze che il continuo
mantenimento di segreti e rancori porta con se. La trama centrale
dell’industria dei diamanti dà ai personaggi motivazioni
specifiche, ma non scorre in maniera particolarmente fluida: alcuni
episodi si trascinano e denotano un grado di azione decisamente
minore rispetto alle storyline più vincenti. Tutto sommato,
La famiglia dei diamanti potrebbe coinvolgere gli
spettatori soprattutto grazie al suo convincente impianto da dramma
familiare e la specificità di raccontare questa storia con al
centro una famiglia ebrea chassidica.
I Bélier sono una normalissima
famiglia di allevatori francesi, apparentemente solo grandi
lavoratori senza nulla di speciale, fatta eccezione che per una
curiosa particolarità: sono tutti sordomuti, dal primo all’ultimo,
tranne Paula, la primogenita di 16 anni. La ragazza, che
segretamente coltiva una grande passione per la musica, decide di
tentare la coraggiosa impresa di affrontare le selezioni per avere
accesso ad una prestigiosa scuola di canto di Parigi, nel tentativo
di inseguire un sogno non privo di ostacoli per la sua famiglia e
la sua crescita.
Campione d’incassi dell’attuale
stagione cinematografica francofona ed intelligente programma di
marketing pubblicitario, La famiglia
Bélier si presenta come un ennesimo prodotto di
sicuro successo commerciale sull’onda dalla contemporanea tendenza
delle commedie agrodolci di stampo transalpino.
Presentandosi fin da subito, orgogliosamente senza alcun timore,
come un prodotto “acchiappa pubblico”, la pellicola di
Eric Lartigau si serve di un plot di estrema
semplicità nel quale vengono affrontati con naturalezza e
intelligenza grandi temi del presente e del passato, tra cui le
gioie e i dolori della maturità, la fragilità di sogni
apparentemente irrealizzabili e il sacro rapporto di famiglia.
Paula si trova fin da subito proiettata in un universo ai margini,
vivendo una vita relativamente imbrigliata sotto due fronti: il
mondo rurale e una condizione familiare a dir poco surreale. Il
contrasto fra il silenzio della casa e la cacofonia della città
costituiscono un modo con cui drammatizzare (anche esteticamente) i
due poli centrali del conflitto interiore della protagonista,
divisa fra gli affetti privati e le passioni future. Malgrado
l’apparente difficoltà (o semplicità) tematica,
Lartigau si dimostra perspicace e capacissimo nel
dipingere una progressiva evoluzione psicologica e caratteriale di
un personaggio il cui confronto con il mondo reale e il più piccolo
universo familiare appaiono entrambi in un primo momento
insormontabili. Paula, interpretata da un’eccellente Louane
Emera, è un candido angelo biondo dalla voce cristallina,
voce che appunto appare come un corpo estraneo nell’universo
silenzioso e immoto che le ruota attorno sin dall’infanzia,
rendendo a dir poco surreale per i propri cari poter assecondare un
dono di cui essi non potranno mai godere.
Il parco attoriale, in cui figurano
nomi eccellentissimi in patria come Karin Viard,
Francois Damiens e Eric
Elmosnino, contribuisce non poco a dare forza e potenza a
quella che appare ad un primo sguardo come una semplice (ennesima)
confezione patinata pronta a far cassetta e a cercare facili
lacrime. Pur senza rinnegare i numerosi ammiccamenti ad un cinema
di largo consumo, il film di Lartigau può comunque vantasi di saper
dimostrare grande chiarezza d’intenti, onestà intellettuale e una
messa in scena sobria ma funzionale. Un prodotto pensato davvero
per tutti e che dovrebbe lasciare per l’appunto tutti
soddisfatti.
Ecco il primo trailer per il nuovo
adattamento in versione animata de
La Famiglia Addams.
Al timone ci sono Greg
Tiernan e Conrad Vernon di Sausage Party,
ed è stato confermato ufficialmente Oscar Isaac
per la voce del patriarca. Nel cast però ci sono altre voci
celebri, come Charlize Theron, scelta per
interpretare Morticia e Chloë Grace Moretz
per la voce di Mercoledì. Finn Wolfhard
sarà Pugsley, Nick Kroll zio Fester,
Bette Midler nonna Addams e Allison
Janney sarà invece l’arcinemica della
famiglia, Margaux Needler.
Ecco il nuovo mostruoso trailer per
l’adattamento in versione animata de La
Famiglia Addams.
Al timone ci sono Greg
Tiernan e Conrad Vernon di Sausage Party,
ed è stato confermato ufficialmente Oscar Isaac
per la voce del patriarca. Nel cast però ci sono altre voci
celebri, come Charlize Theron, scelta per
interpretare Morticia e Chloë Grace Moretz
per la voce di Mercoledì. Finn Wolfhard
sarà Pugsley, Nick Kroll zio Fester,
Bette Midler nonna Addams e Allison
Janney sarà invece l’arcinemica della
famiglia, Margaux Needler.
They're creepy. They're kooky. And they're
moving into the neighborhood. Watch the new trailer and
#MeetTheAddams Family in theaters October 11! 🖤 pic.twitter.com/wodcmG8bGr
Un inedito cast di doppiatori è
pronto a farvi tremare… dal ridere! Tra i protagonisti de
La Famiglia Addams troveremo Virginia
Raffaele e Pino Insegno nei panni di
Morticia e Gomez. Eleonora Gaggero e
Luciano Spinelli presteranno la loro voce ai figli
Mercoledì e Pugsley. Nel ruolo di Zio Fester, incredibile ma vero,
proprio Raoul Bova. Ma la vera novità è
Loredana Bertè che per la prima volta presterà la
sua inconfondibile voce a un personaggio cinematografico,
interpretando la Nonna Addams!
La Famiglia Addams è realizzato con una
sofisticata grafica in stop motion animation, che ricorda molto lo
spirito e i disegni delle storiche vignette del suo creatore
Charles Addams. Diretto da Conrad
Vernon e Greg Tiernan (il primo
particolarmente noto per la regia di film come Shrek 2 e
Madagascar 3 – Ricercati in Europa), La
Famiglia Addams uscirà in Italia neanche a dirlo il
31 ottobre, giorno di Halloween!
SINOSSI
La famiglia Addams deve affrontare
Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality televisivi
“consumata dal desiderio dell’assoluta perfezione color pastello
della vita suburbana”. Ciò accade mentre gli Addams si apprestano a
ricevere i parenti per un’importante riunione di famiglia.
La
Famiglia Addams, la dark family più strana ed
esilarante del piccolo e del grande schermo, sta per tornare al
cinema con un film prodotto e distribuito in tutto il mondo dalla
major MGM, che in Italia è distribuito da
Eagle Pictures.
Un inedito cast di doppiatori è
pronto a farvi tremare… dal ridere! Tra i protagonisti de
La Famiglia Addams troveremo
Virginia Raffaele e Pino Insegno
nei panni di Morticia e Gomez. Eleonora Gaggero e
Luciano Spinelli presteranno la loro voce ai figli
Mercoledì e Pugsley. Nel ruolo di Zio Fester, incredibile ma vero,
proprio Raoul Bova. Ma la vera novità è
Loredana Bertè che per la prima volta presterà la
sua inconfondibile voce a un personaggio cinematografico,
interpretando la Nonna Addams!
La Famiglia Addams è realizzato con una
sofisticata grafica in stop motion animation, che ricorda molto lo
spirito e i disegni delle storiche vignette del suo creatore
Charles Addams. Diretto da Conrad
Vernon e Greg Tiernan (il primo
particolarmente noto per la regia di film come Shrek 2 e
Madagascar 3 – Ricercati in Europa), La
Famiglia Addams uscirà in Italia neanche a dirlo il
31 ottobre, giorno di Halloween!
La Famiglia Addams, la trama
La famiglia Addams deve affrontare
Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality televisivi
“consumata dal desiderio dell’assoluta perfezione color pastello
della vita suburbana”. Ciò accade mentre gli Addams si apprestano a
ricevere i parenti per un’importante riunione di famiglia.
Al timone ci sono Greg
Tiernan e Conrad Vernon di Sausage Party,
ed è stato confermato ufficialmente Isaac per la voce del
patriarca. Nel cast però ci sono altre voci celebri, come
Charlize Theron, scelta per interpretare Morticia
e Chloë Grace Moretz per la voce di
Mercoledì. Finn Wolfhard sarà Pugsley,
Nick Kroll zio Fester, Bette
Midler nonna Addams e Allison Janney sarà
invece l’arcinemica della famiglia, Margaux Needler.
A seguire potete ammirare il primo
artwork ufficiale del film:
Basato sulle famose creazioni di
Charles Addams, questa commedia d’azione animata seguirà la
famiglia Addams le cui vite iniziano a ingarbugliarsi quando si
scontrano contro un ostile presentatore di reality show, mentre si
preparano a festeggiare un’importante ricorrenza per la loro
famiglia allargata, in pieno stile Addams.
Morticia, devota a suo marito e ai
suoi figli, è la colla che tiene insieme il suo clan. Gomez,
disinvolto, sinistro e innamorato appassionatamente di sua moglie,
è entusiasta di qualunque piano terribile possa essere stato
inventato. Mercoledì è un’adolescente brillante e sinistra con
lunghe trecce e spirito argentino. Pugsley, un minaccioso bimbo di
10 anni, gode di ogni tipo di terribile malizia che riesce a
trovare. Zio Fester è di buon carattere, allegro e gli piace creare
confusione in ogni modo possibile. La nonna è colpita dai suoi
nipoti che si godono i suoi biscotti a forma di pipistrelli e
teschi. Margaux Needler, la regina della trasformazione della
realtà in tv, è consumata dal desiderio di assoluta perfezione
suburbana.
La MGM ha
annunciato la produzione di un remake della Famiglia
Addams in versione animata. Pamela
Pettler, che già aveva lavorato alla stesura delle copie
di Corpse Bride e Monster
House, è stata ingaggiata per scrivere la
sceneggiatura.
La famiglia Addams
nacque dalla mano di Charles Addams sotto forma di
fumetto, pubblicato sul New Yorker tra il 1938 e
il 1988. I personaggi divennero famosi grazie soprattutto alla
Serie televisiva mandata in onda sulla ABC tra il
1966 e il 1968 e altre sitcom/film, meno importanti, tra i quali
persino un musical.
Le ultime indiscrizioni indicavano
Tim Burton come possibile regista per questa nuova
incredibile scommessa. L’autore di numerosi film d’animazione, tra
i quali particolarmente celebre La Sposa Cadavere e
Nightmare Before Christmas, ha però dichiarato di
aver abbandonato il progetto.
La Famiglia Addams, la dark family più strana ed
esilarante del piccolo e del grande schermo sta per tornare al
cinema con un film prodotto e distribuito in tutto il mondo dalla
major MGM, che in Italia è distribuito da
Eagle Pictures.
Un inedito cast di doppiatori è
pronto a farvi tremare… dal ridere! Tra i protagonisti de
La Famiglia Addams troveremo
Virginia Raffaele e Pino Insegno
nei panni di Morticia e Gomez. Eleonora Gaggero e
Luciano Spinelli presteranno la loro voce ai figli
Mercoledì e Pugsley. Nel ruolo di Zio Fester, incredibile ma vero,
proprio Raoul Bova. Ma la vera novità è
Loredana Bertè che per la prima volta presterà la
sua inconfondibile voce a un personaggio cinematografico,
interpretando la Nonna Addams!
Il film sarà presentato
domenica 20 ottobrein anteprima ad Alice nella
Città sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema
di Roma dedicata alle giovani generazioni ed uscirà nelle sale
italiane, neanche a dirlo, il 31 ottobre, giorno
di Halloween!
La Famiglia Addams è realizzato con una
sofisticata grafica in stop motion animation, che ricorda molto lo
spirito e i disegni delle storiche vignette del suo creatore
Charles Addams. Diretto da Conrad
Vernon e Greg Tiernan (il primo
particolarmente noto per la regia di film come Shrek 2 e
Madagascar 3 – Ricercati in Europa), La
Famiglia Addams uscirà in Italia neanche a dirlo il
31 ottobre, giorno di Halloween!
SINOSSI
La famiglia Addams deve affrontare
Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality televisivi
“consumata dal desiderio dell’assoluta perfezione color pastello
della vita suburbana”. Ciò accade mentre gli Addams si apprestano a
ricevere i parenti per un’importante riunione di famiglia.
Dopo l’incredibile successo del
primo capitolo, sarà presentato ad Alice nella
città – sezione autonoma e parallela della Festa del
Cinema di Roma (14-24 ottobre) – La
Famiglia Addams 2, sequel d’animazione
che segna il ritorno sul grande schermo della famiglia più
spaventosa di tutti i tempi. Virginia Raffaele
(Morticia), Pino Insegno (Gomez), Eleonora
Gaggero (Mercoledì), Luciano
Spinelli(Pugsley) e Loredana Bertè (Nonna
Addams) tornano a dare voce ai sequel d’animazione di questa
stramba famiglia, e saranno protagonisti di un red carpet “da
brivido” dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie. Diretta da
Greg Tiernan e Conrad Vernon, la
pellicola di animazione sarà al cinema il 28
ottobre distribuito da Eagle Pictures,
per un Halloween da paura!
La Famiglia Addams 2, la
trama
In
La Famiglia Addams 2 Morticia e Gomez vivono con
turbamento la fase adolescenziale dei loro figli, Mercoledì e
Pugsley, che crescendo si mostrano sempre più indifferenti alle
cene di famiglia e sempre più interessati ai loro passatempi
mostruosi. Per recuperare il rapporto decidono di organizzare un
viaggio in camper che coinvolga tutta la famiglia, tranne Nonna
Addams che resterà a fare la guardia alla grande casa dove troverà
il modo di spassarsela. Con l’orribile camper stregato, gli Addams
si avventurano nei luoghi d’America più terrificanti, dove insieme
a zio Fester ed al cugino IT vivranno spaventose avventure durante
le quali, però, verranno turbati dalle stranezze di Mercoledì che
si sente profondamente diversa dai suoi genitori. Come mai è tanto
infastidita dalle loro egocentriche manifestazioni d’affetto? E chi
sono i due sconosciuti che li seguono minacciosi?
Arriva il 28 ottobre al cinema
La
Famiglia Addams 2sequel del film
d’animazione di grande successo del 2019 e adesso rinnovato per una
seconda divertentissima avventura. Questo è il trailer
ufficiale.
La Famiglia Addams 2 – la trama
La famiglia più spaventosa di tutti
i tempi torna al cinema nel sequel d’animazione,
La
Famiglia Addams 2. In questo nuovo capitolo,
troviamo Morticia e Gomez sconvolti dal fatto che i loro figli
stanno crescendo, rinunciando persino alle cene di famiglia per
dedicarsi ai loro passatempi mostruosi. Per recuperare il rapporto
con i figli, decidono di partire con Mercoledì, Pugsley, Zio Fester
e il resto della famiglia con l’orribile camper stregato per
avventurarsi in una terrificante vacanza di famiglia. Il loro
viaggio attraverso l’America li condurrà fuori dal loro mondo
coinvolgendoli in esilaranti avventure, insieme all’iconico cugino
IT e a nuovi eccentrici personaggi. Cosa potrebbe mai andare
storto?
Il regista Joshua
Marston ha un debole per le ragazzine “con gli attributi”.
È un debole spontaneo, un’inclinazione naturale che lo spinge a
indagare nel mondo di piccole donne che conservano la loro dolcezza
e la loro grazia anche se coinvolte in situazioni
drammatiche. Nella sinossi della La faida,
l’ultimo film da lui diretto, vincitore dell’Orso d’Argento per la
sceneggiatura a Berlino, è scritto che il protagonista è il
diciassettenne Nick, interpretato da Tristan
Halilaj. In realtà in questa storia che si svolge nella
campagna albanese e che documenta le fasi di un violento conflitto
tra due famiglie, emerge ancora una volta, così come nel precedente
Maria full of grace, un intenso ritratto femminile, quello
di Rudina; brillante e intelligente sorella di Nick che si trova
costretta a subire le leggi idiote e assurde di un mondo dominato
dagli uomini.
Se la colombiana Maria, nella
precedente pellicola, aveva il compito di ingerire ovuli di cocaina
per portarli da un capo all’altro del mondo, anche a Rudina tocca
trasportare e vendere pane e sigarette per assicurare la
sopravvivenza alla sua famiglia. Così come la protagonista del
primo film, inoltre, la ragazzina albanese, interpretata dalla
sedicenne Sindi Laçej, capisce di essere vittima di un meccanismo
assurdo e non voluto da lei, ma dimostra una forza silenziosa e
conserva sempre la speranza di poter dare una svolta al suo
futuro.
Con La faida,
prodotto da Portobello production e Fandango, Marston e lo
sceneggiatore Andamion Murataj ci mostrano un mondo rurale in cui
l’invasione dei moderni mezzi di comunicazione, telefonini e social
network, stride con l’atmosfera arcaica di una società ancora
basata sul patriarcato e su codici ormai annullati “legalmente” ma
diventati ferree regole non scritte. Come il delitto d’onore in
Italia, anche le note del Kanun furono infatti messe al bando dal
regime comunista di Hoxha, durato circa 40 anni. Dal 2000 circa
molti albanesi sono però tornati a farsi giustizia da soli,
convinti che lo Stato non faccia abbastanza per punire i colpevoli.
Marston dimostra così ancora una volta, di interessarsi a questioni
conosciute solo per chi le vive sulla propria pelle e che non hanno
eco in altre parti del mondo; e lo fa costruendo un film in cui lo
stile documentaristico si alterna ad un gusto per l’inquadratura
che fa assomigliare molti paesaggi della campagna albanese a quelli
ritratti da Cézanne o Fattori. D’impatto anche la recitazione degli
interpreti, tutti non professionisti, e in particolare la resa del
rapporto che Nick stabilisce con la sua stessa casa. Un tempo
sereno e pieno di vita e interessi, il ragazzo in cattività
considera la sua dimora una gabbia e inizia a deturparne mura e
pavimenti quasi senza rendersene conto.
Pur non riuscendo a raggiungere la
tensione ed il pathos che contraddistinguono certe sequenze di
Maria full of grace, La faida mantiene
sicuramente alto il profilo di Jushua Marston, il cineasta “metà
regista e metà antropologo”.
Il visionario regista Tim Burton ha
da sempre abituato i propri spettatori a grandi e poetiche favole
attraverso cui poter raccontare il diverso, l’antieroe eccentrico
che si rivela più umano degli umani. Da Edward mani di forbice a
Big Fish – Le storie di una vita
incredibile, il suo cinema si muove infatti su questi temi
ricorrenti, riadattati ogni volta per l’occasione ma sempre capaci
di dar vita a storie a dir poco toccanti e coinvolgenti. Nel 2005
il regista originario di Burbank ha portato al cinema uno dei
racconti più amati di sempre, dimostrando quanto questo si sposasse
con la sua poetica. Si tratta, naturalmente, di La fabbrica
di cioccolato.
Scritto nel 1964 dal celebre autore
di libri per ragazzi Roald Dahl, il libro
La fabbrica di cioccolato era già stato
adattato per il grande schermo nel 1971, dove ad interpretare
lo stravagante Willy Wonka era l’attore Gene
Wilder. Dahl, tuttavia, si dichiarò sempre insoddisfatto
da quella trasposizione e per anni cercò di ottenere che se ne
realizzasse una nuova versione. In seguito, sono stati i suoi eredi
ad occuparsi dei diritti sul libro, trovando in Burton il regista
perfetto per dar vita al magico mondo narrato da Dahl. In breve il
progetto riuscì così a prendere vita, tra grandi ricostruzioni
scenografiche e sbalorditivi effetti speciali.
Questa nuova versione de La
fabbrica di cioccolato, dai toni più dark ma allo stesso
tempo più divertenti, non mancò di ottenere il successo sperato.
Apprezzato da grandi e piccoli, è ancora oggi un film capace di
incantare chiunque. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze tra il libro e il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è il piccolo
Charlie Bucket, il quale vive in una minuscola
casetta insieme ai genitori e ai quattro simpatici nonni.
Nonostante vivano in condizioni di estrema povertà, Charlie è
felice con la sua famiglia, ma è anche affascinato dalle vicende di
Willy Wonka, il cioccolataio più famoso del mondo
grazie alle sue strampalate invenzioni dolciarie. Ora, dopo anni di
silenzio e isolamento, Wonka indìce un concorso in cui offre un
tour nella sua fabbrica ai cinque bambini che troveranno i
biglietti d’oro nascosti nelle confezioni di cioccolata. Proprio
Charlie troverà l’ambito biglietto d’oro e accompagnato dal
nonno Joe intraprenderà un’avventura che
cambierà per sempre la sua vita.
Il cast del film
Ad interpretare il celebre Williy
Wonka non poteva che esserci Johnny Depp,
attore feticcio di Burton, qui alla loro quarta collaborazione.
L’attore, fidandosi dell’amico, accettò di partecipare al film
senza neanche il bisogno di leggere la sceneggiatura. I due
iniziarono a lavorare sul look da dare al personaggio, ideando
insieme la bizzarra capigliatura e gli occhiali che il personaggio
porta spesso. Depp ha poi indicato come principale fonte di
ispirazione il celebre imprenditore Howard
Hughes. Questi era celebre per le sue fobie sui germi
e le sue manie di controllo. Per il ruolo del piccolo Charlie
Bucket, invece, venne scelto Freddie Highmore.
Questi fu raccomandato proprio da Depp, il quale aveva recitato con
il bambino nel film Neverland – Un sogno per la
vita, rimanendo colpito dal suo talento.
Nel film sono poi presenti numerosi
degli attori ricorrenti nel cinema di Burton. A partire da Helena Bonham
Carter, che interpreta qui la mamma di Charlie.
Noah Taylor e David Kelly
interpretano invece rispettivamente il padre del protagonista e il
simpatico nonno Joe. I giovani Julia Winter, AnnaSophia
Robb, Jordan Fry e Philip Wiegratz sono
presenti nei panni degli altri fortunati bambini Veruca, Violetta,
Mike e Augustus. Christopher Lee
è invece presente nei panni del dottor. Wilbur Wonka, il severo
padre di Willy. In ultimo, Deep Roy, altro attore
ricorrente nei film di Burton, interpreta tutti i 165 Umpa Lumpa
presenti nel film. Ciò è stato possibile grazie alla sua
disponibilità a recitare più volte le sue scene, avvalendosi anche
di alcuni effetti speciali.
Le differenze tra il libro e il
film di La fabbrica di cioccolato
Nell’adattare l’amato libro di Dahl,
Burton si assicurò di poter essere quanto più fedele possibile a
questo. Naturalmente, però, decise di apportare una serie di
modifiche o di particolari integrazioni. Nel romanzo di Dahl, ad
esempio, non è presente lavicenda
personale di Willy Wonka con suo padre. Burton ha però
deciso di aggiungere tale sottotrama per evidenziare il problema
del personaggio nei confronti del concetto di famiglia. Allo stesso
modo, per dare un più stretto legame tra la famiglia di Charlie e
la fabbrica di cioccolato, il nonno Joe viene descritto
come un ex operaio di questa. Un mestiere che, però, nel
racconto del libro non ha mai svolto.
Nel libro, inoltre, ogni vincitore
del Biglietto d’oro può portare con sé entrambi i
genitori. Si tratta però di molti personaggi a cui fare
attenzione, troppi per un film, che semplifica infatti questo
aspetto permettendo ad ogni vincitore la presenza di un solo
accompagnatore. Diverse differenze si ritrovano anche nella
rappresentazione di alcuni degli altri bambini che
hanno trovato il biglietto d’oro. In particolare, Violetta si
presenta come un’esperta di karate, mentre Mike Tivù è un patito di
videogiochi. Caratterizzazioni queste assenti nel libro. Dei
bambini, inoltre, è anche indicata la diversa provenienza
geografica, mentre Dahl non ha mai sottolineato tale aspetto.
Un ulteriore enorme differenza la si
può ritrovare anche nel finale. Giunti alla
conclusione, il libro mostra Wonka che vola via con il suo
ascensore di vetro, raccoglie la famiglia Bucket e sfreccia nello
spazio. Questo ha creato la premessa per il sequel, non altrettanto
amato, Charlie e il grande ascensore di vetro. Il film,
invece, si conclude con Wonka che suggerisce a Charlie di
abbandonare la sua famiglia, cosa che il bambino rifiuta. Così,
Wonka, dopo un’iniziale reticenza, accetta di portare la loro casa
nella sua fabbrica, garantendosi così la collaborazione di quel
bambino che diverrà suo erede.
Il trailer di La
fabbrica di cioccolato e dove vedere il film in streaming
e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La fabbrica di
cioccolato è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Apple TV, Prime Video, Now e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 9 aprile alle ore 21:10
sul canale TwentySeven.
Per il secondo anno di seguito,
Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures
presentano ogni settimana in 16 multisala UCI i
più coinvolgenti biopic, narrati da autori premiati nei più
prestigiosi festival del mondo, proponendo un programma ricco non
solo di grandi riscoperte, come era stato già
l’anno scorso, ma anche di imperdibili anteprime,
presentate in UCI Cinemas prima dell’uscita in sala. L’appuntamento
firmato Unipol Biografilm Collection è ogni mercoledì alle
18 e alle 21.
La rassegna prosegue
mercoledì 14 ottobre con La fabbrica
del rock – The Wrecking Crew, documentario di
Denny Tedesco incentrato sugli artisti che
segnarono la storia del genere west coast incidendo le
musiche per i dischi dei più grandi interpreti degli anni Settanta,
da Sinatra a Simon & Garfunkel, da Elvis Presley ai Beach Boys.
Senza di loro classici immortali
come Strangers in the Night, Mrs. Robinson,
Let the Sunshine In e molti altri non sarebbero stati gli
stessi. Il grande pubblico non li conosceva, ma tra gli addetti del
settore il loro stile moderno e di rottura era talmente evidente e
apprezzato che furono ribattezzati The Wrecking Crew, la
squadra di demolizione. Questo film ricostruisce la storia
scanzonata di un gruppo di musicisti di talento, tra hit da
classifica e colonne sonore che hanno fatto la storia della
canzone, non solo americana. Diretto da Denny Tedesco, figlio del
chitarrista Tommy Tedesco, è un tributo dal ritmo travolgente a una
musica, a un’era, ad artisti che sono stati grandi anche dietro le
quinte.
Grazie alla scommessa di Unipol
Biografilm Collection e del circuito UCI Cinemas, per il secondo
anno consecutivo, contenuti di qualità dalla forte valenza
culturale come i film documentari si allargano al pubblico popolare
dei multisala. Una scommessa che pone però le sue radici nel dato
concreto del crescente successo commerciale del genere
documentario nel mondo, e in particolar modo negli Stati
Uniti e in Francia.
Il calendario delle proiezioni fino
a fine ottobre è consultabile di seguito e nella sezione rassegne
del sito di UCI. Per scoprire tutti i titoli I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection è possibile visitare il sito ufficiale
www.iwonderpictures.it
e la pagina facebook www.facebook.com/iwonderpictures.
Modalità
d’ingresso
Il biglietto intero per la
proiezione costa 10 euro.
È possibile richiedere un biglietto ridotto a 5 euro compilando
il form all’indirizzo http://iwonderpictures.it/rock/,
selezionando il cinema di interesse e inserendo il codice partner
ROCKPR.
LINK PER IL DOWNLOAD DELLE FOTO DI SCENA DE LA
FABBRICA DEL ROCK:
Popolare commedia romantica del
2009, La dura verità (qui la recensione) è diretto da
Robert Luketic, già autore di titoli simili come
La rivincita delle bionde e Quel mostro di
suocera. Per questo suo nuovo film egli porta in scena la
storia di due personalità dello spettacolo estremamente differenti
nel carattere, nelle convinzioni e nei modi. Attraverso di loro si
snoda una comica vicenda incentrata sulle relazioni tra donne e
uomini, portando a galla quella che il titolo del film afferma
essere una dura verità. Il film è però ben lungi dal
cinismo, rivelandosi invece come un appassionata e appassionante
storia d’amore.
Ricca di riferimenti ad altre
pellicole simili, tra cui si possono annoverare Harry, ti presento
Sally… e Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy,
il film vanta la presenza di noti interpreti di Hollywood, che si
mettono qui alla prova con ruoli particolarmente sopra le righe. È
infatti la presenza di Gerard
Butler e Katherine
Heigl a rendere il tutto più piccante e interessante,
con i due che danno vita ad una riuscita coppia comica. Al momento
del suo arrivo in sala il film non è in realtà stato ben accolto
dalla critica, ma decisamente diversa è stata la reazione del
pubblico.
A fronte di un budget di 38 milioni
di dollari, il film è infatti arrivato ad incassarne ben 205 in
tutto il mondo. Tale risultato ha permesso a La dura
verità di affermarsi come una delle commedie di maggior
successo dell’anno. Prima di lanciarsi in una visione di questa, ci
sono diverse curiosità da scoprire, molte delle quali legate
proprio agli attori protagonisti. Proseguendo nella lettura sarà
possibile scoprire queste come anche su quali piattaforme è
possibile ritrovare il film in streaming per una comoda visione
casalinga.
La dura verità: la trama
del film
La vicenda del film si svolge a
Sacramento, in California, dove Abby Richter è
un’affermata produttrice di uno show televisivo. Altrettanto di
successo non è però la sua vita sentimentale, costellata di
appuntamenti senza un lieto fine. Dopo l’ennesimo di questi, la
donna sembra pronta a gettare la spugna. È a questo punto che si
imbatte nel programma intitolato La dura verità, condotto
dal cinico e irriverente Mike Chadway. Nel suo
show questi dà vita ad una serie di spregiudicate opinioni sui
rapporti sentimentali, e proprio il modo in cui ne parla spinge
Abby a telefonare in diretta per offrire il suo punto di vista,
quello di una donna che ancora crede nell’amore vero e nei suoi
miracoli.
Inaspettatamente, lo scontro con
Mike si rivela solo il primo di una lunga serie. Abby viene infatti
a sapere che gli ascolti del suo programma sono in calo, e il
network ha assunto proprio il cinico conduttore per tentare di
risollevare le sorti dello show. Il rapporto tra Mike ed Abby si
conferma particolarmente teso, con numerosi episodi di scontri
verbali causati da divergenze creative. Tutto prende però una piega
inaspettata nel momento in cui la donna sviluppa una cotta per il
suo vicino di casa, Colin. È e quel punto che Mike
la spinge a seguire i suoi consigli, stringendo con lei un patto.
Se Abby riuscirà a conquistare Colin, allora i due tenteranno di
lavorare in armonia, altrimenti Mike avrebbe rassegnato le
dimissioni.
La dura verità: il cast
del film
Come anticipato, protagonisti
assoluti del film sono gli attori Katherine Heigl
e Gerard Butler. La prima veste i panni di Abby
Richter, ruolo per il quale si è preparata informandosi
sull’attività delle donne produttrici nel mondo dello spettacolo.
Tale ricerca le ha permesso di poter risultare ulteriormente
realistica, mentre per l’aspetto più personale del personaggio la
Heigl si è lasciata ispirare dalle grandi figure femminili del
genere sentimentale. Butler è invece presente nel ruolo
dell’irriverente Mike Chadway. Tale personaggio è liberamente
ispirato al conduttore Adam Carolla, e per entrare in quella
mentalità l’attore ha speso diverso tempo a guardare il The
Adam Carolla show, osservando il modo di comportarsi, di
muoversi e di parlare del conduttore.
Accanto a loro, nel film, si
ritrovano poi attori meno noti ma ugualmente validi nei rispettivi
ruoli. Eric Winter, celebre per la soap opera
Il tempo della nostra vita, interpreta qui l’ortopedico
Colin, l’uomo di cui Abby si infatua. L’attore Nick
Searcy è invece Stuart, il boss di Mike e Abby e colui che
cerca di farli andare d’accordo sul posto di lavoro. Bree
Turner, celebre per la serie Grimm, dà vita al
personaggio di Joy Haim, assistente e amica di Abby e come lei in
cerca del vero amore. Gli attori John Michael
Higgins e Cheryl Hines, invece, recitano
nei ruoli di Larry Williams e Georgia Bordeney, i due conduttori
dello show mattutino e sposati tra di loro.
La dura verità: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
La dura verità è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Now TV. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un
determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 3
maggio alle ore 21:25 sul canale
Nove.
Trama: Abby
(Katherine Heigl) e Mike (Gerard
Butler): lei, produttrice di successo di un talkshow
mattutino che ultimamente sta battendo la fiacca; lui, uno
scollacciato conduttore del programma “La dura verità”,
fortunatissimo quanto irriverente format televisivo, in cui
dispensa perle di saggezza sulla reale natura degli uomini e sugli
atteggiamenti che le donne dovrebbero avere. Due persone
apparentemente sicure e caparbie nel lavoro, ma goffe, fragili e
sensibili nella vita dietro le quinte. Mike sarà ingaggiato per
risollevare le sorti del programma di Abby, malgrado la reticenza
di quest’ultima che lo considera solo uno sgradevole e cinico
fenomeno da baraccone. Gli ascolti le daranno torto, perché Mike
diventa la star del momento, il pubblico lo ama e presto anche lei
usufruirà dei suoi audaci e smaliziati consigli per valorizzarsi e
sedurre l’avvenente vicino di casa, Colin.
Analisi:La dura verità di Robert
Luketic è la classica commedia che fa del conflitto
uomo/donna la sua spina dorsale, nutrendosi dei soliti vecchi
dissapori e del retorico astio tra i due sessi, universi dal
temperamento opposto, spesso legati da un’irrefrenabile alchimia.
Sulle prime battute, il regista australiano sembra volerci proporre
una riflessione soft sui cinici meccanismi che lo star system
televisivo impone, schiacciato dall’implacabile legge
dell’ascolto.
Nulla di più sbagliato, perché lo
sfondo televisivo è solo un’escamotage narrativo che le
sceneggiatrici usano per portare a galla debolezze e timori
dell’anchorman più amato del piccolo schermo e della sua
produttrice. Una scelta stilistica che potrebbe svelare la
poliedrica natura dei loro caratteri, la duplice realtà vissuta,
fatta di sentimenti contrastanti. Luketic farcisce la sua commedia
a strati: la televisione come sovrastruttura e contenitore di
alcune logiche comportamentali umane, quelle inconfessate ed
epidermiche.
Un intento che non sortisce,
però, gli effetti sperati. L’ironia è forzata e svenevole, ci fa
storcere il naso e stufa neanche a metà dell’opera; deve affidarsi
alla gag delle sexy mutande vibranti per strapparci qualche timido
ghigno e risvegliare gli appetiti di quelli che si aspettavano una
commedia carnale e godereccia: tra Abby e Mike non c’è traccia di
sensualità. Una delusione per chi sperava di essere elettrizzato e
stuzzicato da un amore eccitante e incendiario, ma anche per chi –
auspicando un taglio più romantico – sperava di sognare ad occhi
aperti e abbandonarsi all’appassionante e idilliaco linguaggio
dell’amore. Banale e scialbo. Privo di identità e di anima: ecco la
dura verità di Luketic dopo il grande successo de La rivincita
delle bionde.
Basato sul libro di Amanda Foreman,
La Duchessa è un sontuoso film che
racconta le vicende private e pubbliche di Georgiana Spencer
sposata duchessa del Devonshire. Regina della scena, in splendidi
corsetti e eccentriche acconciature, è la regina hollywoodiana dei
film in costume, Keira Knightley. Il film, diretto con classica
eleganza da Saul Dibb, si basa appunto sulla
vicenda storica di Georgiana, e percorre le pagine della biografia
a lei dedicata dalla Foreman.
Il personaggio di questa donna
moderna e forte, seppure intrappolata nelle rigide regole
dell’etichetta emerge on estrema chiarezza e forza dalla splendida
interpretazione della Knightley che ancora una volta si dimostra
interprete sensibile e sicura, anche per personaggi complessi come
era questo il caso. Parlando di Georgiana Spencer non si può non
parlare della sua più illustre discendente, Lady Diana Spencer, la
sfortunata principessa del Galles, che pure visse nell’amore della
gente e nel disamore di chi invece avrebbe dovuto amarla di più,
proprio come succede alla protagonista del film, che si trova a
condividere la casa e il marito con quella che paradossalmente si
rivela essere la sua migliore amica.
La Duchessa, il film
Intrappolata in un matrimonio senza
amore, molto diverso da quello che lei sperava, Georgiana si
rifugia nella vita pubblica, diventando be presto regina delle
feste dell’alta società londinese e maestra di moda, sfoggiando
abiti sempre più vistosi e sfarzosi che finiscono per dettare legge
in fatto di moda. Anche nella vita politica, la duchessa diventa un
personaggio di spicco, quando decide di sostenere la campagna
elettorale del suo amate segreto, interpretato da Dominic Cooper, già visto in Mamma Mia!
come promesso sposo. Al fianco di Keira, un’eccezionale
Ralph Finnies nei panni del Duca di Devonshire fa
sfoggio della sua elegante figura e del suo sguardo di ghiaccio che
gli valgono un’interpretazione eccellente, decisamente
notevole.
Anche se nel complesso il film
appare non pienamente compiuto per quello che riguarda la regia,
classica ma a tratti quasi timida di Dibb, è notevole per
l’apparato scenografico, costumi compresi di Michael O’Connor e per
le interpretazioni dei due protagonisti. Nel cast anche Haley Atwell nei panni di Bess Foster, amante
del duca e amica della duchessa, e la sempre splendida
Charlotte Rampling che invece interpreta la madre
di Georgiana.
Deadline annuncia a sopresa che in
pole per aggiudicarsi i diritti dell’adattamento del famoso
franchise di Need For
Speed c’è niente meno che la DreamWorks. La major
sarebbe vicina a trovare l’accordo con la Electronic Arts,
proprietario della saga motoristica per Playstation 3. Per la casa
fondata da Spielberg sarebbe un ottimo colpi visti il recente
blocco causato dal partner finanziario Reliance, che ha
ridimensionato il suo apporto economico. Inoltre, sembra che la
DreamWorks stia per soffiarli niente meno che alla Paramount.
La Douleur è il
diario di un’attesa, il racconto lacerante di un’assenza, il
viaggio interiore di una donna che attraversa la violenza della
Storia e dei sentimenti. Il film è tratto dal romanzo di Marguerite
Duras ed è diretto da Emmanuel Finkiel. Nel cast
Mélanie Thierry,Benoît
Magimel,Benjamin
Biolay.
Candidato per la Francia ai prossimi
Academy Awards, e osannato dalla stampa francese, sarà in sala dal
17 gennaio distribuito da Valmyn
e Wanted. Ecco il trailer del film:
Nella Francia del 1944 occupata dai
nazisti, Marguerite, una giovane scrittrice di talento, è un attivo
membro della Resistenza insieme a suo marito, Robert Antelme.
Quando Robert viene deportato dalla Gestapo, Marguerite intraprende
una lotta disperata per salvarlo. Instaura una pericolosa relazione
con Rabier, uno dei collaboratori locali del Governo di Vichy, e
rischia la vita pur di liberare Robert, facendo imprevedibili
incontri in tutta Parigi, come in una sorta di gioco al gatto e al
topo. Lui vuole veramente aiutarla? O sta solo cercando di cavarle
informazioni sul movimento clandestino antinazista? La fine della
guerra e il ritorno dei deportati dai campi di concentramento
segnano per lei un periodo straziante e danno inizio a una lunga
attesa, nel caos generato dalla liberazione di Parigi.
Scritto nel 1944 ma poi pubblicato
nel 1985, “La douleur” (in Italia pubblicato da Feltrinelli col
titolo Il dolore) è un romanzo autobiografico. Marguerite
Duras descrive il periodo difficile che trascorse nell’attesa del
ritorno del suo amato marito Robert Antelme, membro della
Resistenza francese.
«Questa donna che attende il
ritorno del marito dai campi di concentramento – dichiara il
regista Finkiel – faceva eco alla figura di mio padre, una
persona che aspettava sempre. Anche quando ebbe la certezza che la
vita dei suoi genitori e di suo fratello era finita ad Auschwitz
[…] Lessi il libro per la prima volta a 20 anni.
Ritornando a questa storia trent’anni più tardi per farne un
adattamento cinematografico, ho provato la stessa indicibile
commozione che provai alla prima lettura. Lo scopo di questo film è
quello di rivivere quell’emozione lungo tutto il dispiegarsi degli
eventi…»
Antoine
Barraud è il regista che sta dietro a La
doppia vita di Madeleine Collins,
film drammatico francese che racconta di un’impossibile doppia
vita tra Francia e Svizzera di una donna in carriera (Virginie
Efira). L’aspetto drammatico del lungometraggio è
supportato dall’atmosfera noir e thriller che avvolge la
protagonista: chi è veramente la donna? Judith,
Margot o Madeleine?
La trama di La doppia vita
di Madeleine Collins
In Francia, Judith
(Virginie
Efira) vive con il marito e i due figli adolescenti.
In Svizzera, la stessa donna si fa chiamare Margot e vive
con un uomo più giovane e una bambina che la chiama ”mamma”. La
protagonista si dedica per metà della settimana ad una famiglia,
per il resto del tempo all’altra. La sua vita si regge su una
montagna di bugie che cresce giorno dopo giorno: dice ad entrambe
le famiglie di doversi spostare ”solo per lavoro” – Judith
è un’interprete, ma le menzogne sfociano anche al di fuori della
sfera famigliare.
La doppia vita di Madeleine
Collins si svolge, anche per lo spettatore, nel caos e
nella confusione e, improvvisamente, tutti sembrano voler far
vacillare l’instabile equilibrio della vita della donna: un’amica
di vecchia data, i genitori, un figlio adolescente un po’ troppo
sveglio, fino addirittura alla polizia. Tutto ciò manda in crisi la
protagonista: chi è veramente e chi vuole essere?
Una vita al quadrato
In La doppia vita di
Madeleine Collins, Judith/Margot inizialmente è
felice per come vive: non saprebbe e non vuole scegliere una sola
delle sue due vite. Da un lato, è madre di una bambina da accudire
e coccolare, ha accanto un uomo giovane e bello, ma poco affermato
lavorativamente. Dall’altro, è la moglie di un uomo ricco e in
carriera, va a teatro e ha due figli adolescenti difficili da
gestire. La donna sembra sentirsi soddisfatta sotto ogni aspetto
con la sua doppia identità: ciò che manca da una parte, c’è
dall’altra.
Come la protagonista, anche lo
spettatore percepisce la perfetta utopia della quotidianità di
Judith/Margot. E, come ogni utopia, quella in La
doppia vita di Madeleine Collins è destinata a non
realizzarsi. La donna deve fare una scelta, si è incastrata in una
situazione scomoda che si rivela, nel corso del film, sempre più
complicata.
Il cast efficace di La
doppia vita di Madeleine Collins
L’attrice che interpreta
Judith/Margot, Virginie Efira, è perfetta
nel vestire le due identità, simili quanto distanti l’una
dall’altra. La tensione di La doppia vita di Madeleine
Collins è tutta racchiusa nella sua protagonista,
nei suoi gesti, nelle sue espressioni, nelle sue parole.
Gli uomini accanto a lei, il giovane
Quim
Gutiérrez, e il marito Bruno
Salomone, sono più anonimi, ma probabilmente la scelta è
pensata: tutto il film gira intorno alla storia del personaggio di
Virginie Efira, il punto di vista è il suo, è
l’unica capace di muoversi da una vita all’altra, da una famiglia
al suo doppio.
Suspence e sorpresa
La doppia vita di Madeleine
Collins risulta per buona parte un film confuso e poco
chiaro. Mentre lo si guarda, si ha la sensazione che qualcosa
sfugga. In questo senso, il film è un
thriller. Forse è un
thriller psicologico? L’intrigo è prima di tutto all’interno
della protagonista, che appare sempre più disconnessa dal mondo e
drogata dalla sua duplice esistenza. La vaga suspence che
caratterizza tutto il film viene poi distrutta da una rivelazione
sorprendendte, che prima sconvolge poi spiazza ed infine chiude il
cerchio della storia. Il film inizia con un episodio che pare
slegato da tutto il resto e, solo più avanti nel storia, trova il
suo senso.
Per questi motivi, il dramma non è
così drammatico: ha tinte
hitchcockiane che si mescolano ai tratti più spiccati da intimo
film francese. Il regista Antoine Barraud, un
volto abbastanza nuovo nello senario internazionale, dimostra di
conoscere i grandi nomi del cinema e le loro tecniche, sia a
livello estetico che narrativo. In conclusione, La doppia
vita di Madeleine Collinsè un film
godibile e riflessivo, che forse non riesce ad arrivare troppo in
profondità ma almeno ci prova: un’originale pellicola che sfuma dal
noir al dramma, senza vette eccessive.
Sembra essere un momento d’oro per
il multiverso e le realtà alternative al cinema e in televisione.
Oltre a quanto la Marvel sta raccontando con i suoi
film e serie, diversi sono i progetti che sempre più si rifanno
all’idea di molteplici versioni differenti di una realtà. A questi
si aggiunge ora anche l’italiano La donna per
me, nuovo film da regista di Marco Martani, meglio
noto come sceneggiatore di commedie brillanti
come Ex, Maschi contro
Femmine, Femmine contro Maschi, La mafia uccide solo
d’estate, Se Dio vuole. Prodotto da
Lucky Red con Rai Cinema e in
collaborazione con Sky Cinema, il film sarà
trasmesso il 23 maggio su Sky e NOW.
Protagonista del film è Andrea
(Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla
vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra
Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da
allora ha costruito la sua vita. Alcuni dubbi dell’ultimo momento,
però, trasformano l’esistenza di Andrea che, ogni giorno, si trova
a risvegliarsi in una vita diversa, in un sé stesso diverso e in
universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua compagna.
Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la sua vita
avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire cosa
desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di
tornare alla sua realtà.
Come sarebbe andata se…
La commedia romantica scritta e
diretta da Martani ha l’esplicito obiettivo di affrontare, con
leggerezza e umorismo, il tema della paura davanti a un impegno di
vita importante come può esserlo il matrimonio. La storia, infatti,
parte dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere
qualsiasi dubbio prima di prendere la decisione più importante
della tua vita?”. Da qui ha inizio l’avventura del
protagonista di La donna per me, ritrovatosi incastrato in
quello che risulta essere un incrocio tra un loop temporale e una
diversa serie di universi paralleli. Un’opera che fa subito pensare
a titoli come Palm Spring e Questione di tempo
(citati non a caso dal regista come primarie fonti di
ispirazione).
L’idea in sé non è dunque nuova, ma
è qui calata in una realtà italiana fatta di precariato, avvocati
poco onesti e musicisti di dubbio gusto. Un’occasione dunque per
riflettere anche sugli elementi tipici della nostra società, che a
loro modo si riflettono nella vita di un giovane qualunque come può
esserlo il protagonista di questo film. Tutto ciò è a sua volta
contenuto in una classica struttura da film ad equivoci, che
portano sempre più scompiglio nella vita di Andrea, permettendogli
di imparare importanti lezioni di vita e di regalare allo
spettatore qualche risata (nel più dei casi per merito dei
personaggi interpretati da Eduardo
Scarpetta e Stefano
Fresi).
D’altrone, come diceva Danny Boodman
T.D. Lemon Novecento, protagonista del film La leggenda del
pianista sull’oceano, come si fa a scegliere una sola vita,
una sola donna da amare? Il protagonista di La donna per
me ha dunque l’occasione di sperimentare ciò che tutti
vorremmo provare nei momenti più critici, ovvero l’esperienza
dell’alternativa, abbattendo così ogni possibile dubbio e
incertezza su come sarebbero potute andare le cose se svoltesi in
modo differente. Da questo punto di vista l’obiettivo del film è
sicuramente centrato e chiaro risulta il messaggio che si intendeva
trasmettere. Meno convincente, però, è il modo in cui si arriva a
tale risultato.
Un film limitato dalla scrittura
La donna per me è una
commedia romantica con delle ambizioni evidentemente maggiori
rispetto a tanti altri titoli italiani simili. Già solo il dover
reinventare continuamente situazioni e personaggi a partire da
elementi introdotti nelle prime scene richiede una certa cura nella
scrittura. Sfortunatamente, il punto debole del film risulta essere
proprio la sceneggiatura. Le situazioni che vengono presentate sul
grande schermo hanno infatti di base un grande problema: non sono
giustificate. Il loop temporale che si viene a costruire non è
introdotto in nessun modo chiaro e ciò porta ad una certa
difficoltà nel definire i suoi limiti e le sue regole.
Ciò che dà il via alla struttura del
racconto rimane dunque insoluto. Andrea ha vissuto solo un sogno?
Era tutto vero? Non è dato saperlo e comprensibilmente a molti
potrebbe anche non importare nemmeno. Al di là di tale aspetto,
però, La donna per me si caratterizza nella sua generalità
per una scrittura poco ispirata, che pur giocando con il fantasy e
offrendo in modo chiaro il suo tema, non sembra voler (o poter)
ambire a costruire qualcosa di più coinvolgente e memorabile. Nulla
possono i pur bravi interpreti principali e il film non trova
dunque l’occasione concreta di rendersi memorabile, offrendo nulla
più che la possibilità di una visione spensierata.
Prodotto da Lucky
Red con Rai Cinema e in collaborazione
con Sky Cinema, che lo trasmetterà poi sui propri
canali a partire dal 23 maggio, il film
La donna per me è il ritorno alla regia
di Marco Martani,
meglio noto come sceneggiatore di commedie come Femmine contro
maschi, Se Dio vuole e La mafia uccide solo
d’estate. Questa sua nuova pellicola, da lui anche
scritta, è una commedia romantica che con leggerezza e umorismo
vuole affrontare il tema della paura davanti a un impegno di vita
importante com può esserlo il matrimonio. La storia, infatti, parte
dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere qualsiasi dubbio
prima di prendere la decisione più importante della tua vita?”.
Protagonista è Andrea
(Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla
vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra
Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da
allora ha costruito la sua vita. A partire da alcuni dubbi
dell’ultimo momento, però, trasformano l’esistenza di Andrea che,
ogni giorno, si risveglia in una vita diversa, in un sé stesso
diverso e in universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua
compagna. Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la
sua vita avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire
cosa desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di
tornare alla sua realtà.
Tra fantasy e commedia
romantica
Presentato in anteprima a Roma, il
film viene raccontato dal regista Marco Martani,
dalla co-sceneggiatrice Eleonora Ceci e dagli
interpreti Andrea Arcangeli, Alessandra
Mastronardi, Eduardo
Scarpetta e Francesco Gabbani
(assenti sono Stefani Fresi e
Cristiano
Caccamo, anche loro tra i protagonisti del film). Ad
aprire la conferenza stampa vi è proprio Martani, che racconta di
come “torno alla regia dopo Cemento armato, che era del 2007.
Questa lunga pausa è dovuta dal fatto che sono una persona alla
continua ricerca di stimoli e lavorare ad un progetto da
sceneggiatore e poi da regista è una cosa che mi spaventa, che
richiede un impegno duplice che non sempre sono pronto a
prendermi”.
“Per La donna per me invece
sentivo di voler portare avanti questo lavoro, – continua
Martani – perché mi offriva stimoli continui. Sentivo la voglia
di vedere come potesse prendere vita quello che avevo scritto,
senza delegare questa operazione ad un altro. In La donna per me
c’è molto dei miei interessi come autore e come persona, oltre al
fatto che la storia è ambientata nella mia Spoleto. Si trattava
dunque di un progetto pensato a lungo e fortemente voluto, che
infine ha preso vita proprio come desideravo”.
La parola passa poi alla
co-sceneggiatrice, che racconta di come La donna per me
“è un film con idee e domande molto universali. Ci siamo
ispirati a quelle commedie anglosassoni che mescolano il realismo
con un velo di fantasia. In particolare a film come Il
giorno della marmotta, Palm Spring e
Questione di
tempo. È nata così la storia di un ragazzo che ha
effettivamente la possibilità di sperimentare tutti i suoi dubbi
fino a scegliere di voler tornare alla sua realtà.”
La parola agli attori
Protagonista del film, come
accennato, è Andrea Arcangeli. “Sono uno che
di solito fa fatica a leggere le sceneggiature, – confessa
l’attore – ma questa scorreva e trasmetteva bene tutto il suo
senso, raccontando una dimensione molto umana in cui davvero tutti
possono ritrovarsi. Ciò ci ha permesso di adottare una chiave di
lettura molto naturale”. “La versione di me più complessa da
interpretare? – continua Arcangeli –Sicuramente quella del
trapper Strazio, perché richiedeva diverse ore di trucco al giorno
e poi mi obbligava a dar vita ad una personalità molto diversa da
me.”
“Il film è stato un vero regalo,
– afferma poi la Mastronardi – che personalmente mi ha
permesso di sperimentare con sfumature diverse dello stesso
personaggio. Di Laura dovevo mantenere le stesse caratteristiche
ogni volta, trovando però delle differenze significative che
distinguessero le varie versioni. Inoltre, si tratta di un film che
per me è un esperimento molto riuscito, che dimostra che anche noi
possiamo fare questo tipo di film”.Eduardo
Scarpetta, reduce dalla vittoria ai David di Donatello,
afferma invece che “il progetto mi ha affascinato per il suo
essere un divertente commedia corale, che mi permetteva di
misurarmi con elementi da commedia pura.”
Il film segna inoltre il debutto
come attore di Francesco Gabbani, cantante
vincitore del Festival di Sanremo. “Per me è stata
un’esperienza nuova, – ha affermato Gabbani – che mi ha
richiesto l’acquisizione di nuove consapevolezze e mi ha fatto
capire quanto sia davvero difficile essere controllatamente
spontanei. La mia difficoltà è infatti stata quella di risultare
spontaneo ma di controllare me stesso e tutto ciò che accadeva
intorno”. “Abbiamo scelto Gabbani dopo aver visto il
videoclip di Viceversa, – spiega il regista – perché lì
dava prova di un’espressività davvero notevole che ci ha fatto
venire voglia di metterlo alla prova.”
La donna per me,
direttamente su Sky
In conclusione di conferenza stampa,
Martani riflette sull’attuale situazione cinematografica in Italia,
dove molti sono i film che saltano il passaggio in sala per
approdare direttamente a visioni casalinghe, e La donna per
me è tra questi. “Da sceneggiatore, ma anche da regista,
non sento il bisogno di preoccuparmi dove il film verrà visto. Non
modifico il mio modo di scrivere o di concepire la messa in scena
in base allo schermo su cui poi sarà visto il film. Naturalmente
sarebbe bellissimo che tutti i film trovino il loro posto in sala
con tanti spettatori a guardarli. Ma la situazione è delicata,
quindi io posso solo limitarmi a realizzare il film migliore
possibile. Al resto ci penseranno i produttori e i
distributori.”