Guarda l’inquietante teaser trailer
di The Invitation, thriller diretto da
Karyn Kusama con protagonista Logan
Marshall-Green, visto in
Prometheus, e con Tammy
Blanchard e Michiel Huisman.
Il film verrà distribuito negli
Stati Uniti su piattaforma on demand a partire dal 25 marzo.
Guarda l’inquietante trailer
finale di The Boy, il thriller che vedrà
protagonista Lauren Cohan, l’attrice nota per
il suo ruolo di Meggie in The Walking
Dead, l’acclamato show della AMC.
Prodotto da STX Entertainment e
Lakeshore Entertainment, The Boy è diretto dal regista
William Brent Bell.
La trama segue Greta (Lauren Cohan),
una giovane donna americana in fuga dal suo passato travagliato che
accetta un posto di lavoro come tata in un piccolo villaggio in
Inghilterra. Greta dovrebbe occuparsi di un bambino di 8 anni,
figlio di un coppia benestante che ha deciso di prendersi una lunga
vacanza. Quando Greta arriva nella lussuosa, ma tetra tenuta scopre
che le cose non sono come si aspettava e ciò a cui si trova davanti
è alquanto inquietante.
Mr. & Mrs. Heelshire oltre ad essere
piuttosto anziani hanno un elenco di regole severe che Greta dovrà
seguire scrupolosamente mentre si prende cura del loro figlio
Brahms e nell’elencare queste regole avvertono Greta che il non
seguirle con precisione potrebbe tradursi in qualcosa di terribile.
Ma la cosa più inquietante di tutte è che Brahms in realtà non è un
vero e proprio bambino di 8 anni, ma è una bambola di porcellana a
grandezza naturale che gli amorevoli genitori curano e amano
profondamente proprio come un bambino vero.
Eccouna clip da PPZ –
Pride and Prejudice and Zombies, in cui ci viene
presentata l’adrenalinicaprotagonista, Elizabeth Bennet,
interpretata da Lily James
(Cenerentola).
Il film
è diretto da Burr Steers e interpretato da
Lily James (Cenerentola), Sam
Riley (Maleficent), Jack Huston (American
Hustle – L’Apparenza Inganna), Bella Heathcote
(Dark Shadows), Douglas Booth (Jupiter – Il
Destino dell’Universo), Matt Smith (Doctor Who),
Charles Dance (Il Trono di Spade) e Lena
Headey (Il Trono di Spade).
Tratto
dal libro cultscritto da Seth
Grahame-Smith, edito in Italia da Nord con il titolo
Orgoglio e pregiudizio e zombie, il romanzo ha suscitato
subito l’entusiasmo sia dei neofiti sia dei più fanatici ammiratori
della Austen, scalando in breve tempo tutte le classifiche di
vendita e imponendosi come fenomeno editoriale in oltre venti
Paesi.
Il film
arriverà nelle sale italiane in anteprima mondiale il 4 Febbraio
2016.
Una
misteriosa epidemia si è abbattuta sull’Inghilterra del XIX secolo
e il Paese è invaso dai non morti. Elizabeth Bennet e le sue
sorelle sono maestre nelle arti marziali e nell’uso delle armi e
sono pronte a tutto per difendere la loro famiglia dalla temibile
minaccia. Forte e risoluta, Elizabeth dovrà scegliere se continuare
a combattere proteggendo le persone che ama o cedere all’attrazione
per l’unico uomo capace di tenerle testa, il tenebroso colonnello
Darcy.
Nella ricorrenza del Giorno della
Memoria (27 gennaio), lunedì 25 gennaio a Bologna (Cinema
Odeon) Sala Bio e Be Original presentano The
Look of Silence, l’importantissimo film di
Joshua Oppenheimer recentemente candidato al
Premio Oscar® 2016 come Miglior Documentario.
Il film, già vincitore del
Gran Premio della Giuria a Venezia71 e designato
in questi giorni Film della Critica dal Sindacato
Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, esplora le
conseguenze e i tragici eventi dell’eccidio indonesiano che negli
anni Settanta ha provocato la morte di un milione di persone tra
comunisti, minoranze etniche e oppositori politici. Un fatto
storico troppo a lungo passato sotto silenzio, ma già al centro
dell’opera prima di Joshua Oppenheimer, The Act of
Killing.
The Look of Silence sarà
presentato anche a Sala Bio Milano (Cinema Colosseo) e Roma (Cinema
Adriano) martedì 26 gennaio.
THE Look of Silence
di Joshua Oppenheimer
(Danimarca, Finlandia, Indonesia,
Norvegia, Gran Bretagna/2014/98′)
Indonesia: tra il 1965 e il 1966 il
generale Suharto prende il potere e dà il via a una delle più
sanguinose epurazioni della Storia. Con la complicità e il supporto
dell’esercito indonesiano, gruppi para-militari massacrano oltre un
milione di persone, tra comunisti, minoranze etniche e oppositori
politici.
Nato nel 1968, Adi non ha mai
conosciuto suo fratello, mutilato e ucciso barbaramente da alcuni
membri del Komando Aksi nell’eccidio del Silk River. Il regista
Joshua Oppenheimer, che già aveva rotto il silenzio sul genocidio
indonesiano con il suo acclamato The Act of Killing
scioccando pubblico e critica di tutto il mondo, porta Adi
a incontrare e confrontarsi con i responsabili di quell’atroce
delitto, in un percorso che ha come obiettivo quello di tutti i
grandi viaggi: la ricerca e l’affermazione della verità.
Ecco una nuova clip da Steve
Jobs, film diretto da Danny Boyle
con protagonista Michael Fassbender nei panni del
fondatore dell’azienda di Cupertino.
Ricordiamo che il film ha vinto due
Golden Globes (Miglior sceneggiatura ad Aaron
Sorkin e Migliore attrice non protagonista a Kate
Winslet) ed è candidato ad altrettanti premi Oscar nelle
categorie Migliore attore protagonista (Michael Fassbender) e
Migliore attrice non protagonista (Kate
Winslet).
Ricordiamo che Steve
Jobsuscirà il 9 ottobre negli
USA. La sceneggiatura, scritta da Aaron
Sorkin, verterà attorno a tre principali momenti,
corrispondenti al lancio di tre grossi progetti: il Mac, la
compagnia NeXT, e l’iMac. La foto che ritrae
Michael Fassbender, si riferisce al lancio della della
società NeXT creata da Jobs a metà degli anni ’80 dopo essere stato
estromesso dalla Apple. Il film, che uscirà in Italia a Gennaio
2016, vede tra i protagonistiKate
Winslet, Sarah Snook, Seth
Rogen, Jeff Daniels, Michael Stuhlbarg, Perla
Haney-Jardine, Katherine
Waterston, Adam Shapiron
Ambientato nel backstage del lancio
di tre prodotti iconici culminato nel 1998 con l’inaugurazione
dell’iMac, Steve
Jobs ci porta dietro le quinte della rivoluzione
digitale per dipingere il ritratto intimo di un uomo geniale.
Steve
Jobs è diretto dal premio Oscar Danny
Boyle e scritto dal Premio Oscar Aaron
Sorkin, basandosi sulla biografia best-seller del
fondatore della Apple, opera di Walter Isaacson. I produttori sono
Mark Gordon, Guymon Casady di Film 360, Scott Rudin ed il premio
Oscar Christian Colson.
Michael Fassbender interpreta Steve
Jobs, il pionieristico fondatore della Apple, mentre
l’attrice Premio Oscar
Kate Winslet ritrae Joanna Hoffman, ex responsabile
marketing di Macintosh. Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, è
interpretato da
Seth Rogen, e Jeff Daniels interpreta
l’ex CEO della Apple John Sculley. Il film ha anche come interpreti
Katherine Waterston nei panni di Chrisann Brennan,
l’ex-fidanzata di Jobs, e Michael Stuhlbarg nel
ruolo di Andy Hertzfeld, uno dei membri originali del team addetto
allo sviluppo del Macintosh della Apple.
Si sa ormai che il Sundance Film
Festival è un ottimo posto dove trovare piccoli gioielli della
settima arte. Da Little Miss Sunshine al
recente Brooklyn, il festival di
Robert Redford è sempre stata fonte di grandi e
bellissime sorprese.
Di seguito potete trovare i 10
titoli più interessanti dell’edizione di quest’anno, dove speriamo
di trovare il nostro nuovo colpo di fulmine.
La
nuova versione di Point Break, girata
in Real 3D, è un concentrato dei più audaci atletismi mai visti
in un film e tutte le imprese mostrate sono reali, non essendo
stato usato nessun effetto speciale per realizzarle.
Alcuni
dei migliori atleti di sport estremi del mondo sono stati arruolati
come stunt, tra cui i surfer Laird Hamilton e Laurie
Towner, il pilota di wingsuit Jeb Corliss, gli
skateboarder Xavier De Le Rue e Bob Burnquist e il
free climber Chris Sharma.Tutti
atleti che hanno dedicato – e rischiato – le proprie vite per
perfezionare queste strabilianti imprese, molte delle quali non
erano mai state viste prima d’ora in una pellicola cinematografica.
L’unicità di questo film sta proprio nel mostrare sul grande
schermo imprese così straordinarie e azzardate che tuttavia,
proprio per la loro eccezionale pericolosità, in futuro
difficilmente verranno mostrate al pubblico senza l’utilizzo di
effetti speciali.
Vi sveliamo otto curiosità
sull’attesissimo film:
1.Tutte
le scene di azione del film sono reali e girate senza l’utilizzo di
effetti speciali o lavorazioni digitali. Nessuno stuntman ha
partecipato alle riprese del film: gli interpreti delle
adrenaliniche scene di azione sono tutti atleti professionisti e
campioni mondiali di sport estremi.
2.Le
scene di surf sono state filmate a Jaws, nell’isola di Maui,
durante la mareggiata più alta del decennio, con onde alte oltre 25
metri.
3.Durante la ripresa della scena di snowboarding, il regista
Ericson Core ha rischiato di essere travolto da una
valanga.
4.Per le
scene di free climbing, i primi piani degli attori sono stati
girati a un’altezza di oltre 60 metri, sulla facciata di una parete
rocciosa, preparata apposta per loro, a pochi minuti di distanza
dalle Angel Falls in Venezuela.
5.Il
pilota Jhonathan Florez, che durante il volo in wingsuit ha
effettuato le riprese con una telecamera RED montata sul casco,
purtroppo il 3 luglio del 2015 è morto durante un lancio a
Engelberg, in Svizzera.
6.L’attrice Teresa Palmer, che interpreta Samsara, ha un figlio
che si chiama Bodhi e a cui ha dato questo nome prima ancora di
sapere che avrebbe recitato nel film.
7.Luke
Bracey che interpreta Utah è un surfista nella vita reale.
Cresciuto in Australia, non avrebbe mai creduto di poter un giorno
vestire i panni di Johnny Utah, suo idolo da sempre.
8.Gli
attori James LeGros e Bojesse Christopher, che nel primo Point
Break interpretavano i complici di Bodhi, Grommet e Roach, appaiono
in questo film nel ruolo opposto di agenti dell’FBI.
Abbiamo già saputo che Thanos non
comparirà in Guardiani della Galassia Vol.
2o che, almeno, non sarà
il villain principale contro cui si scontreranno Star Lord e
compagnia. Sembra però che il gruppo di sgangherati eroi possa
trovare la sua nemesi in Ego, il pianeta vivente. Secondo
Geek.com, l’equipaggio della Milano si scontrerà contro di
lui.
Ego il Pianeta Vivente (Ego, The
Living Planet) è un personaggio dei fumetti della Marvel Comics, ideato da Stan Lee (testi) e
Jack Kirby (disegni). La sua prima apparizione è avvenuta in The
Mighty Thor (Vol. 1) n. 132 (ottobre 1966). [Wikipedia]
Che ve ne pare?
Anche la critica britannica ha
assegnato i premi al meglio del cinema degli ultimi 12 mesi. Di
seguito potete leggere tutti i nomi dei vincitori dei London
Critics’ Circle Film Awards 2016.
LONDON CRITICS’ CIRCLE WINNERS
The full list of winners for the 36th London Critics’ Circle
Film Awards:
Film of the Year – Mad Max: Fury Road
British/Irish Film of the Year – 45 Years
Foreign Language Film of the Year – The Look of
Silence
Documentary of the Year – Amy
Actor of the Year – Tom Courtenay, 45 Years
Actress of the Year – Charlotte Rampling, 45
Years
Supporting Actor of the Year – Mark Rylance,
Bridge of Spies
Supporting Actress of the Year – Kate Winslet,
Steve Jobs
Director of the Year – George Miller, Mad Max:
Fury Road
Screenwriter of the Year – Josh Singer and Tom
McCarthy, ‘Spotlight’
British/Irish Actor of the Year – Tom Hardy
British/Irish Actress of the Year – Saoirse
Ronan
Young British/Irish Performer of the Year –
Maisie Williams, The Falling
Philip French Award for Breakthrough British/Irish
Filmmaker – John Maclean, Slow West
British/Irish Short Film of the Year –
Stutterer, Benjamin Cleary
Technical Achievement Award – Ed Lachman
cinematography, Carol
Dilys Powell Award for Excellence in Film – Sir
Kenneth Branagh
ComignSoon.it ha pubblicato in esclusiva il primo poster
italiano di Human, film straordinario di
Yann Arthus-Bertrand, presentato all’ultimo
Festival di Venezia. Il film sarà nei nostri cinema per un evento
speciale dal 29 febbraio al 2 marzo.
Human è un
dittico di storie e di immagini del mondo, per immergerci nella
profondità del genere umano. Attraverso testimonianze piene
d’amore, di felicità ma anche di odio e violenza, Human ci permette
di confrontarci con l’altro e riflettere sulla nostra vita.
Monologhi struggenti e di rara sincerità si alternano a immagini
aeree inedite, accompagnate da musiche particolarmente
coinvolgenti.
Filmato in 60 paesi in più di due
anni, le 2.020 persone intervistate ci guardano dritto negli occhi
e ci offrono storie autentiche e commoventi, raccontate in 63
lingue.
Johnny Depp i fallimentari anni (con
l’eccezione del quinto Pirati dei
Caraibi) e così potrebbe diventare il protagonista
del nuovo film di J. C. Chandor.
Si tratta del thriller
Triple Frontier, che in un primo momento
doveva essere diretto da Kathryn Bigelow e che poi
è finito nelle mani del regista di All Is
Lost e di 1981: Indagine a New York (A
Most Violent Year).
In un primo momento il ruolo da
protagonista doveva essere di Will Smith, ma ora
sembra che Depp abbia la priorità.
La storia si svolge sul confine tra
Paraguay, Argentina e Brazile, la cosiddetta “tripla frontera” del
titolo, dove, alla convergenza tra i fiumi Iguazu e Parana,
convergono una serie di attività criminali difficili da
controllare.
Ecco il trailer iternazionale di
The Wave, film catastrofico norvegese
diretto da Roar Uthaug e interpretato da
Kristoffer Joner, visto in Revenant
Redivivo in questi giorni nei cinema, e
l’affascinante Ane Dahl Torp. Il film sarà
distribuito prossimamente da Minerva Pictures nel nostro Paese.
Il film racconta di una catastrofe
possibile e perfino già accaduta all’inizio del Novecento: quella
che un enorme masso, nel caso specifico situato in alto nel celebre
fiordo di Geiranger, patrimonio dell’UNESCO, possa staccarsi dalla
montagna, precipitare in acqua e generare uno tsunami capace di
spazzare via l’omonimo paese che si affaccia sul fiordo stesso.
Roar Uthaug h già
assicurato un futuro a Hollywood dove dirigerà il prossimo reboot
di Tomb Raider.
Nel mezzo della promozione di
The Hateful Eight, che lo porterà anche a
Roma, Quentin Tarantino sta già pernsando al suo
prossimo film, il nono e forse penultimo della sua attività di
regista.
A quanto pare Quentin vorrebbe
ambientare il film in Australia. Non sappiamo ancora bene cosa
porterà sul grande schermo, dal momento che molte delle sue idee
anche date per certe potrebbero non arrivare mai al cinema, come il
fantomatico Kill Bill 3, oppure come il
cross over tra Pulp Fiction e
Le Iene.
Di recente Tarantino ha però
dichiarato: “Ho un’idea per un film australiano che si
ambienterebbe negli anni Trenta. Sarebbe una storia alla Bonnie e
Clyde, con un paio di fuorilegge per l’Australia. Vedremo cosa
succede.”
Ed è proprio il caso di rimanere ad
aspettare cos’altro partorirà la sua bizzarra e geniale testa.
Ti guardo
di Lorenzo Vigas: Nella caotica Caracas, Armando,
proprietario di un laboratorio di protesi dentarie, si apposta nei
pressi delle fermate degli autobus, si avvicina a giovani ragazzi e
offre loro dei soldi per accompagnarlo a casa. Armando ha anche
l’abitudine di spiare un anziano signore, il luogo in cui abita, i
posti che frequenta. Forse c’è qualcosa nel passato di entrambi che
li lega. Un giorno Armando porta a casa con sé il diciottenne
Elder, capo di una piccola banda di teppisti. Da quell’incontro
nascerà una relazione che cambierà le loro vite per sempre.
Son of
Saul di Laszlo Nemes: Protagonista
del film è Saul Ausländer (Géza Röhrig), membro dei Sonderkommando
di Auschwitz, i gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad assisterli
nello sterminio degli altri prigionieri. Mentre lavora in uno dei
forni crematori, Saul scopre il cadavere di un ragazzo in cui crede
di riconoscere suo figlio. Tenterà allora l’impossibile: salvare le
spoglie e trovare un rabbino per seppellirlo. Ma per farlo dovrà
voltare le spalle ai propri compagni e ai loro piani di ribellione
e di fuga.
Steve Jobs
di Danny Boyle: Steve Job si svolge nei backstage
pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più rappresentativi
nell’arco della carriera di Jobs, partendo con il Macintosh nel
1984 e finendo con la presentazione dell’iMac nel 1998, portandoci,
appunto, dietro le quinte della rivoluzione digitale, per
tratteggiare un ritratto intimo dell’uomo geniale che è stato il
suo epicentro.
Il paese degli alberi
che volano di Davide Barletti,
Jacopo Quadri: Nella silenziosa provincia danese
si preparano i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’Odin
Teatret, la compagnia teatrale di ricerca che, sotto la guida di
Eugenio Barba, ha cambiato le coordinate dello spettacolo del
secondo Novecento alimentando il proprio alfabeto attraverso le
culture sceniche del mondo. Ed è dalle più diverse latitudini del
pianeta – Kenia, Bali, Brasile, India, e anche Europa – che
arrivano nella città di Holstebro squadre di bambini, ragazzi e
artisti chiamati a dare energia con acrobazie, musiche e voci a un
evento corale, sotto lo sguardo impetuoso del regista dai piedi
scalzi e dai capelli bianchi. L’Odin Teatret non è solo una
compagnia, è una comunità allargata e atemporale, è flusso
visionario e quotidianità irriducibile, è un intrico di umanità
selvatiche di cui questo film scruta con tenerezza la costanza, le
intuizioni, i paradossi e gli orizzonti.
Piccoli
Brividi di Rob Letterman: Zach
Cooper è un adolescente sconvolto per il trasferimento da una
grande ad una piccola città. La sua vicina di casa è una bella
ragazza, Hannah, che vive con un padre misterioso che si rivela
essere RL Stine (Jack Black), l’autore della serie di bestseller
“Piccoli brividi”. Zach scopre che il padre di Hannah è prigioniero
della sua stessa immaginazione e che i mostri che hanno reso famosi
i suoi libri sono reali. Stine protegge i suoi lettori tenendoli
rinchiusi nei libri fino a quando Zach involontariamente libera i
mostri dai loro manoscritti e questi iniziano a terrorizzare la
città. Sarà compito di Stine, Zach e Hannah riportarli tutti
indietro nei libri a cui appartengono.
Se mi lasci non
vale di Vincenzo Salemme: Vincenzo e
Paolo sono accomunati dallo stesso triste destino: entrambi sono
stati lasciati dalle proprie compagne. Una sera, i due si
incontrano per caso in un locale, si riconoscono l’uno nel dolore
dell’altro e fanno subito amicizia. Tuttavia le delusioni amorose
continuano a bruciare come il primo giorno, finché Vincenzo non ha
l’illuminazione: l’unico modo per smettere di star male e voltare
pagina è la vendetta! I due escogitano dunque un piano
machiavellico per infliggere alle loro ex la stessa sofferenza
subita. Ciascuno di loro dovrà avvicinare la ex dell’altro,
conquistarla facendo leva sugli interessi e i punti deboli rivelati
dall’amico, farla innamorare perdutamente e poi lasciarla senza
pietà. È così che Paolo dovrà fingersi un vegano convinto per
avvicinare Sara (Autieri), la ex di Vincenzo, mentre quest’ultimo
dovrà calarsi nei panni di un ricco magnate, per colpire al cuore
Federica, la ex di Paolo che sembra interessata solo al potere e al
denaro. Per aiutarli nell’impresa fa il suo ingresso in scena
Alberto, un teatrante sui generis ingaggiato per fingersi
l’autista, con tanto di divisa ufficiale, e rendere più verosimile
l’interpretazione di Vincenzo.
The Pills sempre meglio
che lavorare di Luca Vecchi: I
trentenni di oggi non trovano lavoro, non riescono ad emanciparsi e
di questo sono terribilmente affranti. I The Pills no. Luigi,
Matteo e Luca si conoscono dall’infanzia, hanno quasi trent’anni e
nessuna intenzione di prendersi sul serio. Da anni sono paladini di
una battaglia ideologica: immobilismo post-adolescenziale costi
quel che costi. E così, invece di star dietro a stage e colloqui di
lavoro, preferiscono tirare a campare fumando sigarette, bevendo
caffè e sparando idiozie attorno al tavolo della loro cucina alla
periferia di Roma Sud. Ma il lavoro è un nemico duro, che colpisce
alle spalle e cerca di farti crescere quando meno te lo aspetti. E
allora bisogna essere disposti a tutto pur di salvarsi. Disposti a
qualunque cosa…
Ecco un piccolo ripasso del secondo
trailer di Suicide Squad in gif animate.
Oltre al Joker (Jared Leto) e a Harley Quinn
(Margot Robbie), senza dubbio i personaggi più
interessanti, vediamo alcune immagini inquietanti di Enchantress
(Cara Delevingne) e altre divertenti di Capitan
Boomerang (Jay Curtney).
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno. Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
Deadline riporta la notizia che
Robert Knepper, noto per il ruolo di Theodore
“T-Bag” Bagwell nelle serie tv Prison Break, si è unito al
cast di Jack Reacher 2, sequel del
fortunato film che vede tornare l’eroe del titolo, interpretato da
Tom Cruise, sul grande schermo. Knepper
interpreterà il Generale Harkness, CEO di una compagnia militare
privata.
Nel cast di Jack Reacher
2, il cui titolo ufficiale sarà Jack
Reacher Never Go Back, sono confermati Tom
Cruise, Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh
e Patrick Heusinger.
Ed Zwick, che aveva
già diretto Tom in L’Ultimo Samurai,
tornerà a lavorare con la star di Hollywood. Jack
Reacher 2 arriverà nei cinema USA il 21 ottobre
2016.
Visto il flop del film c’era da
aspettarselo. Adesso, però, è ufficiale: il sequel di
Terminator Genisys, nuovo capitolo e insieme
reboot della popolare saga con Arnold
Schwarzenegger, non ha più una data di uscita.
All’epoca della release nelle sale
di tutto il mondo, a luglio dello scorso anno, la Paramount aveva
già fissato il seguito del film per il 19 maggio 2017. In seguito
ai deludenti incassi raccolti in tutto il mondo (440 milioni di
dollari, di cui poco più di 100 in Cina), non si è più saputo nulla
del futuro del franchise.
Ad oggi, dunque, non sappiamo se il
film vedrà mai la luce o se è stato lasciato momentaneamente in
sospeso. La pellicola non ha soddisfatto la Paramount, essendo
costata oltre 150 milioni di dollari (escluso il marketing) e
avendo riservato alla major una percentuale sugli incassi
estremamente ridotta (circa il 20%).
La Paramount Pictures ha
ufficializzato la data di uscita del prossimo film basato sulla
serie tv Baywatch. La pellicola, che
annovera nel cast Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra
Daddario, Kelly Rohrbach e Priyanka
Chopra, arriverà al cinema il 19 maggio
2017.
Nel frattempo, Dwayne Johnson ha
annunciato via Instagram che Ilfenesh Hadera
interpreterà Stef, che avrà una relazione amoroso proprio con il
suo personaggio. L’attore ha inoltre confermato che il film sarà
vietato ai minori.
La pellicola sarà diretta
da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e
vivere felici). La sceneggiatura, invece, porterà la firma di
Damian Shannon e Mark Swift. Alla produzione troveremo Dwayne
Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg
Bonnan.
Giusto ieri la Warner Bros. ha
diffuso online il nuovo trailer ufficiale di Suicide
Squad, che contiene un piccolo indizio sull’autore
della colonna sonora del film. Si tratta di Stuart
Price, premio Oscar per Gravity,
che aveva già lavorato con David Ayer (regista del
film) per Fury.
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
Arriva da Deadline la notizia che
il due volte premio Oscar Kevin Spacey si è unito
al cast di Rebel in the Rye, biopic
diretto da Danny Strong (Empire), che
vedrà Nicholas Hoult (X-Men Giorni di un
Futuro Passato,
Mad Max Fury Road) nei panni del celebre scrittore
JD Salinger.
La storia segue la biografia del
famoso autore scritta da Kenneth Slawenski, JD
Salinger: A Life. Nel film Spacey interpreterà il professor
Whit Burnett, mentore del giovane Salinger.
La storia si concentra sulla
nascita de Il Giovane Holden, romanzo di formazione per
eccellenza e opera più famosa di Salinger, attraversandone però
tutta la vita, dall’adolescenza turbolenta, alla Guerra Mondiale,
fino alla collaborazione con il New York Times.
In attesa di vederla in
Joy (ruolo per il quale è candidata ai prossimi Oscar come
Migliore Attrice Protagonista), arriva la notizia che
Jennifer Lawrence si prepara a portare sul grande
schermo la vita di un altro personaggio realmente esistito.
L’Hollywood Reporter infatti ci informa che, dopo Joy Mangano,
l’attrice premio Oscar per Il Lato Positivo interpreterà
Marita Lorenz, amante del leader cubano
Fidel Castro divenuta in seguito un’aspirante
assassina, nel biopic Marita.
Al momento non sappiamo chi
dirigerà la pellicola. Ad occuparsi della sceneggiatura sarà
Eric Warren Singer, già autore dello script di
American Hustle (sempre con la Lawrence). La Sony
Pictures produrrà il film insieme a Matt
Tolmach (The Amazing Spider Man 1 e 2).
Ricordiamo che prossimamente vedremo Jennifer Lawrence nel
sopracitato Joy, in X-Men
Apocalypse e al fianco di Chris Pratt nello sci-fi
Passengers.
La Sony
Pictures ha annunciato il cambio di data di uscita del
reboot su Spider-Man, film in
co-produzione per la prima volta con i Marvel Studios.
Il nuovo film di
Spider-Man uscirà prima del 28 Luglio
2017 come precedente annunciato. Il film arriverà due settimane
prima, 7 luglio 2017. Al posto di
Spider-Man uscirà adesso il remake
di Jumanji.
Spider-Man sarà diretto da Jon
Watts. Tom Holland sarà il nuovo protagonista
con Marisa Tomei nei panni di zia May. Spider-Man
si baserà su una sceneggiatura scritta da John Francis
Daley e Jonathan Goldstein. Tom Holland apparirà come
Spider-Man per la prima volta nell’attesissimo prossimo film
Marvel, Captain America Civil War.
Il secondo trailer di
Suicide Squad ci ha definitivamente
convinto che il film di David Ayer sarà uno degli
oggetti più strani e interessanti che vedremo sul grande schermo in
questo 2016, almeno nell’ambito dei cinecomics.
Adesso, via
CBM, vi mostriamo quello che ci siamo persi e le Easter Eggs
presenti nell’esplosivo video:
[nggallery id=1581]
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
È notizia di poco fa che la data
d’uscita di Star
Wars Episodio VIII, prevista inizialmente per 26
maggio 2017 (il 24 in Italia), è stato spostata al 15 dicembre
2017, esattamente a due anni di distanza da Star Wars
Il Risveglio della Forza.
La Disney ha anche spostato la data
d’uscita del nuovo capitolo dei Pirati dei
Caraibi. Il film con Johnny Depp,
previsto per il 26 maggio 2017, uscirà invece i 7 luglio 2017.
Vi terremo aggiornati se dovessero
esserci aggiornamenti sulle cause di tali spostamenti.
Star Wars Episodio
VIII sarà diretto da Rian
Johnson.
Ecco il trailer italiano ufficiale
diCattivi Vicini
2. Nel cast del film tornano Seth
Rogen e Zac Efron in compagnia di
Selena Gomez, Rose Byrne, Dave Franco, Chloe Grace
Moretz.
Trama: Cattivi vicini
2 avrà però un tocco più femminile rispetto al primo
capitolo. Le nuove vicine di casa di Mac (Seth
Rogen) e Kelly (Rose Byrne –
Spy, Cattivi vicini) saranno infatti le
ragazze di un’associazione studentesca femminile, storica nemica
della congregazione Delta Psi Beta, che dunque verrà letteralmente
‘arruolata’ dai coniugi Radner per vincere la nuova battaglia.
Cattivi Vicini
2 sarà scritto ancora da Seth
Rogen, Evan Goldberg, Andrew Jay Cohen e
Brendan O’Brien, mentre alla regia siederà
Nicholas Stoller.
Dopo il secondo spettacolare
trailer di Suicide Squad, oggi
arriva anche la prima foto di Common super tatuato nel
film. Due immagini dell’attore nella nostra gallery.
[nggallery id=1581]
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
Durante un’intervista con Yahoo Movies,
Bryan Singer ha parlato del suo prossimo film,
X-Men Apocalypse, azzardando qualche
paragone e raccontando qualcosa in più su questo epico scontro che
i “suoi” X-Men affronteranno.
“Sono un grande fan di Game of
Thrones. C’è un punto d’incontro tra la serie e X-Men. Si tratta in
entrambi i casi di una generazione più giovane che cerca i suoi
poteri, che cerca la propria identità e il proprio posto nel mondo.
Mi piace come lo show su gruppi differenti di persone si muove per
raggiungere un fine comune. Non sanno nemmeno se è un fine giusto,
chi vuoi che si sieda su quello scomodo trovo? Io no di certo!
Tutti ad Approdo del Re sono dei miserabili. Ma per una qualche
ragione volgiono il potere”.
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Con Bryan
Singer alla regia e allo script,
in X-Men Apocalypsetornerà
anche Simon Kinberg a
scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer,
Kinberg, Michael
Dougherty e Dan Harris.
Inoltre ci sono anche già i
primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà
ambientato una decina di anni dopo Giorni di un
Futuro Passatoe rappresenta un passo successivo
nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha
causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita
di un nuovo e potente nemico. Charles (James
McAvoy), Erik/Magneto (Michael
Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer
Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e
Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da
Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere
contro il formidabile menico, una antica e potente forza,
determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella
storia dell’umanità.Oscar Isaac è stato scelto per interpretare
Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie
Turner (Jean Grey), Tye
Sheridan (Ciclope), Alexandra
Shipp (Tempesta), Kodi
Smit-McPhee (Nightcrwaler), Lana
Condor (Jubilee), Olivia
Munn (Psylocke).
Nominato per la terza volta agli
Oscar, Mark Ruffalo è sempre l’attore del momento.
È sempre presente, ai festival e alle grandi premiere, sul
cartellone di un cinema d’essay e nell’elenco dei supereroi
Marvel e anche in questo periodo,
in cui si sta godendo la sua candidatura agli Academy Awards 2016
per Il caso Spotlight, molte sue interviste ruotano intorno alla
sua prossima partecipazione a Thor
Ragnarok nei panni di Bruce Banner/Hulk.
Durante un’intervista con Empire, l’attore ha
dichiarato: “Ci sarà un po’ di Prima di Mezzanotte, con Grodin
e De Niro. Credo sia quella la direzione che stiamo prendendo nella
relazione tra Banner e Thor. Si tratta di un road movie universale.
Non uno classico, si intende, ma ha la stessa struttura”.
Che ve ne pare?
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika
Waititi. Nel film torneranno, confermati per adesso,
Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Jaimie
Alexander, Ray Stevenson, Mark Ruffalo e Anthony
Hopkins.
La data d’uscita è prevista per il 3
novembre 2017.
Un’antica massima diffusa nel mondo
degli artisti afferma che, ogni qual volta un grande Maestro si
spegne, la luce della sua arte continua a splendere radiosa nelle
opere da esso create. Al di là dell’indiscussa retorica spicciola
neoromantica, se tale concetto poetico può essere in qualche modo
veritiero, ebbene, allora esso vale appieno per uno dei grandi
autori del nostro cinema, un artista che è stato capace – in oltre
cinquant’anni di onorata e florida carriera – di farci ridere (e
spesso piangere) delle grandi contraddizioni alla base della nostra
italica società. Ettore Scola, uno dei grandi nomi
indelebili e imprescindibili della gloriosa arte cinematografica
made in Italy – quando ancora tale etichetta possedeva un
certo valore di vanto – è stato cantore delle straordinarie e
spesso grottesche trasformazioni del nostro Bel Paese, a cavallo
del boom economico sino alle lotte politiche degli anni ’70 e
oltre, sempre capace di tenere desto il proprio vigile e scanzonato
occhio di cineasta sulle molteplici sfaccettature del tempo che
cambia, senza mai nascondere le proprie simpatie politiche
sinistrorse e facendosi vanto (a ragione) di un modo tutto
personale di dipingere vizi, difetti e virtù dell’uomo comune tanto
quanto delle classi benestanti.
La biografia di Ettore Scola
Classe 1931, originario di Trevico
in provincia Avellino, Ettore Scola si trasferisce
ancora piccolissimo assieme alla famiglia a Roma, dove inizia fin
da subito a coltivare una forte attitudine per il disegno, in
particolare a tema caricaturiale e grottesco, indice precoce di una
spiccata sensibilità e di uno scanzonato acume nel saper cogliere
al volo e valorizzare i tratti più incisivi – nel bene e nel male –
di cose e persone, alimentando dunque già quella tanto idolatrata
“estetica del tic” che diventerà marchio di fabbrica del
suo cinema maturo. Ed è proprio grazie a questa sua passione e
capacità per il disegno satirico che, non ancora maggiorenne,
riesce a farsi notare dalla redazione dello storico giornale romano
Marc’Aurelio, per il quale inizia a realizzare
periodicamente vignette umoristiche assieme al giovane collega e
futuro compagno d’armi filmiche Federico Fellini, tutto ciò mentre porta
avanti i priori studi di giurisprudenza e un’ulteriore
collaborazione presso la rivista Il travaso delle idee.
Sono gli anni dell’immediato dopoguerra, in un’Italia ancora
devastata dalla recessione e dalle macerie ma vogliosa di voltare
pagina grazie ai capolavori neorealisti di Rossellini e Visconti,
un paese però già timidamente affacciata ai vezzi e sollazzi del
futuro genere della commedia popolare. Ed è proprio in questo
nascente e già promettente registro che il giovane Ettore
Scola, affiancato dall’esperienza di Ruggero
Maccari, inizia a scrivere le sue prime sceneggiature
cinematografiche, nel frattempo instaurando una proficua
collaborazione con la RAI, per la quale realizza moltissimi testi
dedicati a trasmissioni radiofoniche e televisive, tra cui vanno
certamente ricordate le celeberrime scenette a cadenza settimanale
interpretate da un debuttante e misconosciuto Alberto Sordi nella trasmissione
“Vi parla Alberto Sordi”, in onda dal
1949 al 1951
Prima di tutto uno
sceneggiatore
Dopo una decennale e intensa
carriera da sceneggiatore – fondamentale per farsi le ossa nella
costruzione drammaturgica e affinare la propria tecnica narrativa –
il suo battesimo dietro la macchina da presa avviene nel 1964
grazie alla commediola Se permette parliamo di
donne con protagonista nientemeno che Vittorio Gassman (uno dei suoi futuri attori
feticcio assieme a Sordi e Mastroianni) proseguendo l’anno
successivo con l’episodio “Il vittimista” contenuto nel
film collettivo Thrilling, chiudendo poi
in bellezza il proprio esordio con i successivi La
congiuntura (1965) e L’arcidiavolo
(1966), tutte pellicole in cui è per l’appunto Gassman a
porsi come presenza fissa e imprescindibile. In realtà la prima
opera a far emergere il genio precoce del futuro maestro vede la
luce solo nel 1968, quando con Riusciranno i nostri
eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in
Africa?Ettore Scola suggella
definitivamente il proprio patto di sangue col cinema e dimostra di
aver già raggiunto un livello qualitativo e autoriale d’indubbio
valore, grazie anche al trio d’eccellenza formato da Alberto Sordi,
Nino Manfredi e Bernard
Blier.
Nel corso della propria produzione
artistica Ettore Scola ha deciso di legarsi più
volte a una serie di interpreti che, facendo leva sulle proprie
peculiari qualità macchiettistiche, hanno saputo meglio di altri
dare sfogo alla poetica grottesca e irrisoria con cui il regista
campano ha cercato di infarcire le proprie pellicole, sempre
all’insegna di un attento esame entomologico-sociologico delle
idiosincrasie e delle belle (brutte) abitudini di un paese da
sempre adagiato su un idilliaco lassez-faire. Dopo Gassman
è per l’appunto Sordi uno dei grandi volti-icona del cinema
scoliano, un personaggio stravagante che darà vita a ben quattro
collaborazioni a cominciare dal già citato Riusciranno i nostri
eroi… passando attraverso La più bella serata
della mia vita (1972) e tre dei sette episodi del
film collettivo I nuovi mostri (1977),
per concludersi col celebre e discusso Romanzo di un
giovane povero (1995).
Dopo aver dimostrato il proprio
valore registico e le indiscusse capacità di cantore del grottesco
attraverso due pellicole di grande potenza quali Il
commissario pepe (1969) e Damma della
gelosia – Tutti i particolari in cronaca (1970),
Ettore Scola raggiunge la prima vera punta di
diamante della sua carriera nel 1974, quando dirige Gassman,
Manfredi, Stefano Setta Flores e Stefania
Sandrelli in C’eravamo tanto
amati, ruvida e nostalgica commedia – premiata al
Festival Internazionale di Mosca – che descrive oltre trent’anni
della storia italiana attraverso le varie vicessitudini pubbliche e
private dei quattro irriverenti protagonisti, dimostrando una
peculiare capacità di sintesi e di critica sociale attraverso lo
sguardo storiografico che diventerà un’altra marca stilistica
imprescindibile del suo cinema, oltre alla presenza dei celebri e
simpatici cammei di Mike Buongiorno e dell’amico di sempre
Fellini.
Il 1976 Ettore
Scola dirige un brutale, lercio e irriconoscibile Manfredi
nello splendido Brutti, sporchi e
cattivi, opera di denuncia sociale sul tema della
condizione disagiata delle baraccopoli dei litorali romani, ad oggi
considerata fra i massimi esempi artistici del cinema italiano e, a
ragione, il vero capolavoro dell’autore, un film per il quale la
critica internazionale ha coniato nientemeno che l’etichetta di «
neo-espressionismo» e che ricevette il premio alla regia
durante il 29° Festival di Cannes. Dopo la parentesi satirica
dedicata al mondo della televisione di Signore e
signori, Buonanotte (1976) – piccola antologia
episodica che raccoglie le regie condivise dei più grandi autori
della commedia nostrana del tempo, tra cui spiccano i celebri
colleghi d’arme Nanni Loy, Luigi
Comencini, Mario Monicelli e
Furio Scarpelli – dopo nemmeno due anni dal
successo della croisette ecco venire alla luce
Una giornata particolare (1977), secondo
masterpiece scolano e primo vero esempio di un cinema
intimista in cui l’autore si confronta nuovamente col dramma
storico (questa volta in pieno periodo fascista), dipingendo un
kammerspiel che descrive l’insolito pomeriggio di due
vicini di casa in un condominio popolare – interpretati
magistralmente da Sofia Loren e Marcello
Mastroianni – rimasti soli durante l’adunata collettiva
del sabato.
Sarà inoltre la prima di ben
quattro nomination ai premi Oscar (purtroppo tutte mancate) come
miglior film straniero, dimostrando dunque l’indiscusso valore e
l’innegabile riconoscimento internazionale del proprio lavoro di
cineasta, dentro e fuori dagli ambienti festivalieri e delle
rassegne di settore. Bisognerà attendere il 1983 con la terza
nomination all’Oscar di Ballando Ballando
– opera sperimentale che narra l’epopea sociale francese dalla
Seconda Guerra Mondiale ai tardi anni ’80 senza usare dialoghi e
servendosi soltanto di una colonna sonora formata da brani d’epoca
suonati in una balera di paese – prima che Ettore
Scola possa tornare a un livello artistico degno dei suoi
precedenti lavori, conquistando ben quattro David di Donatello e il
premio per la miglior regia al Festival di Berlino. Viene qui
riproposta una tecnica compositiva – l’utilizzo di brani musicali
come sottofondo e contrappunto ai cambiamenti storici e alla
contestualizzazione sociale degli eventi – che già con Una
giornata particolare aveva dimostrato di adattarsi
perfettamente all’estetica nostalgica di cui Ettore
Scola diventerà maestro indiscusso della propria
epoca.
Gli anni ’80 in realtà
iniziano in maniera decisamente ottimale, grazie al grande successo
di pubblico (ma non di critica) del polemico (e dichiaratamente
politico) La terrazza (1980), dove i
volti iconici di Mastroianni, Tognazzi, Gassman e
Jean-Louis Trintignan descrivono la decadenza
degli ideali comunisti all’interno di un gruppo di intellettuali
borghesi, un film di grande impatto capace di portarsi a casa ben
due Nastri d’Argento e due premi a Cannes, uno per la migliore
sceneggiatura – firmata con Age e Scarpelli – e il secondo per la
migliore interpretazione femminile da non protagonista di
Carla Gravina. Maccheroni
(1985) e Che ora è? (1989)
segnano le ultime collaborazione di Ettore Scola
col fidato amico Mastroianni – chiamato qui ad affiancare due
grandi colleghi del calibro di Jack Lemmon e
Massimo Troisi – dando vita a due delle sue opere
più taglienti e piene di sincera nostalgia, lo stesso sentimento
che si respira anche in Splendor (1989),
commossa dedica metanarrativa al mondo dei piccoli cinema di paese
destinati a lasciare il passo ai nuovi multisala, indice di
un’Italia e di un mondo che stanno cambiando e dove solo la lucida
e flemmatica determinazione di Troisi stesso sembrano poter lenire,
solo in parte, il dolore di una perdita così grande.
Nel 1987 con La
famiglia – premiato con sei David di Donatello, sei
Nastri d’Argento, due Globi d’oro, una quarta nomination agli Oscar
come miglior film straniero e ben dodici Ciack d’oro –
Ettore Scola aveva già avviato la sofferta
procedura con cui congedare il primo e più grande dei suoi
interpreti, un Vittorio Gassman che avrebbe terminato il suo
sodalizio col regista campano solo nel 1998 grazie a La
cena, opera crepuscolare in cui ancora una volta
politica, famiglia e società si mescolano per raccontare con toni
irriverenti ma al contempo spietati i cambiamenti e le
trasformazioni in atto nel corso del turbolento fine millennio,
all’insegna di una cultura allo sbando e senza più valori né punti
di riferimento.
Dopo il divertissement in
costume di Il viaggio di Capitan Fracassa
(1990) e l’impronta drammatica non particolarmente
riuscita di Mario, Maria e Mario (1993),
la carriera di Ettore Scola si proietta nel nuovo
millennio con l’ultima incursione storico-drammatica di
Concorrenza sleale (2001) in cui figura
un ottimo Diego Abatantuono, prima di passare ai
due cortometraggi collettivi di denuncia Un altro mondo
è possibile (2001) e Lettere dalla
Palestina (2002), sino ad arrivare all’ultimo atto
d’amore in stile grottesco e macchiettistico di Gente
di Roma (2003), opera ibrida fra fiction e
documentario, molto simile a un film-saggio dedicato alla
popolazione della città che lo ha ospitato e che è divenuta sua
nuova sede elettiva sin dalla più tenera età. Dopo aver ricevuto il
David alla carriera nel 2011 e il discusso Gran Premio al Torino
Film Festival (restituito con la promessa di ritirarlo solo a
conclusione dei lavori di manutenzione dal Museo Nazionale del
Cinema), nel 2013 la sua produzione termina con un ultimo atto di
stima e affetto, questa volta verso il suo amico e collega di penna
(e di pellicola) Federico Fellini, al quale dedica il docufilm
Che strano chiamarsi Federico, un
ritratto intimo e sincero nel quale viene ricostruita la genesi e
la maturità del celebre cineasta riminese attraverso aneddoti che
riguardano proprio il tempo passato alla redazione del
Marc’Aurelio, fucina che avrebbe dato ad entrambi gli
autori i propri natali creativi.
Si è spento a 84 Ettore
Scola, lontano dai riflettori e da quel pubblico che lo ha
sempre ammirato e sostenuto tanto in patria quanto all’estero. Si è
spento in modo più sereno e meno tragico del compianto collega
Monicelli, lasciandosi alle spalle una carriera composta di 39
pellicole, un centinaio di sceneggiature cinematografiche e
televisive – così come celebri testi di varietà radiofonico – una
carriera dominata dalla capacità di raccontare noi stessi, il
nostro paese e le nostre pecche sempre con un occhio vigile da cui
spunta una lacrima di riso e di pianto. Nel 2014 Marco
Dionisi e Nevio De Pascalis, per conto
dell’associazione Cultitaly, hanno deciso di realizzare una grande
mostra monografica dal titolo “Piacere, Ettore
Scola”, allestita in anteprima nazionale in Irpinia,
il territorio di origine del regista, un progetto che ha voluto
finalmente dare il giusto tributo artistico a un uomo e a un
artista che come (e forse più) di altri suoi contemporanei è
riuscito a dare un forte contributo d’immagine e di contenuti al
cinema partenopeo, un autore che, citando la celebre frase di
pronunciata da Gassman in La terrazza era solito ammonire
gli altri e sé stesso affermando: «…ormai siamo tutti così:
personaggi drammatici che si manifestano solo comicamente!».
Quale miglior sunto di un cinema dove lacrima e riso hanno vissuto,
e continuano a vivere, sullo stesso livello di significato e di
intensità!
In Son of Saul
Saul è un ebreo ungherese internato nel campo di concentramento di
Auscwitz-Birkenau e membro dei Sonderkommando, un gruppo
di prigionieri col gravoso compito di requisire gli effetti
personali dei condannati alle camere a gas e responsabili della
cremazione dei cadaveri. Durante una delle rutinarie sessioni di
ripulitura Saul scopre il corpo di un ragazzo nel quale gli pare di
riconoscere il proprio figlio. Decide così di vagare per il campo
di sterminio alla ricerca di un rabbino a cui far recitare il
kaddish e che possa dare al corpo una degna sepoltura.
Insignito più che meritatamente del
Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2015,
Son of Saul, film d’esordio
dell’ungherese László Nemes, già assistente alla
regia del celebre Béla Tarr, si pone come una
delle più dolorose e spietate riflessioni di recente memoria sul
sacro (e spesso mitizzato) tema della Shoah, questa volta
scegliendo umilmente di posizionare sullo sfondo (fuori fuoco) il
dramma umano e collettivo per focalizzarsi (letteralmente)
sull’intima vicenda di un singolo soggetto, un uomo talmente
asciugato dalla necessità della sopravvivenza quotidiana da
sembrare esternamente un blocco di pietra ma che in verità cova un
tumulto di emozioni represse con forza.
Il Saul della narrazionei n
Son of Saul, contrariamente al suo omonimo biblico
che per invidia perse l’unzione reale, è invece un vero e proprio
segnato, poiché una grossa X rossa campeggia fiammeggiante
sulla sua schiena permettendo non solo di individuarlo chiaramente
come oggetto di mira del racconto ma come il toccato da un
Dio che stenta a farsi sentire in mezzo alla carneficina.
Scegliendo l’inconsueto rapporto di ripresa in 4:3 la regia di
Nemes costringe la macchina da presa a concentrarsi esclusivamente
sul primo piano del volto di Saul, lasciando sfocato tutto ciò che
si trova attorno a lui e ponendo in luce solo quelli che sono di
volta in volta i suoi oggetti di mira, preferendo ricorre ad
un’efficace soggettiva-oggettiva che tallona il personaggio per
tutti i cento minuti del racconto come in una estremizzazione della
celebre teoria del pedinamento zavattiniana.
Il freddo e meccanico
Saul, impersonato dallo scrittore Géza Röhrig,
anch’egli autentico perseguitato del suo tempo in patria, incarna
letteralmente il prototipo dell’ebreo errante, venendo
continuamente trascinato per ogni dove quasi non avesse una propria
dimora stabile nell’universo caotico del campo di sterminio,
vittima di un perenne nomadismo che però trova ben presto un
fondamentale punto di riferimento.
Copia carbone in negativo de
La vita è bella, laddove era il
sacrificio di un padre a essere compiuto per risparmiare la vita e
la sofferenza della verità ad un bambino, qui è invece la prematura
morte del “Figlio di Saul” (o presunto
tale) che attiva un meccanismo drammaturgico scevro di ogni
manierismo estetico e ridotto all’essenza che porta un uomo orami
privo della stessa volontà di vivere a trovare le ultime briciole
di umanità e portare a termine un piccolo compito dal grande valore
umano e religioso.