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Sacher te dico?

Eccoci qua, versione supereroi, pronti a battere in lungo e in largo sto postaccio per raccontarvi la verità, vi prego, su questo Festival (anzi Festa. ‘Tacci loro e a quando hanno cambiato la dicitura), a portarvi dietro le quinte del mondo del giornalismo cinematografico, a mettere in questione il potere, a rovistare in ciò che c’è di marcio, di corrotto, a servirvi anche se è il caso qualche testa su un piatto d’argento.

sacherAd esempio, tenetevi pronti perché stiamo per sganciare una bomba che rovinerà forse la carriera di qualcuno. Fonti AUTOREVOLISSIME (il palato della Carducci. Dai, ogni volta che dite ‘chi è la Carducci?!? La sellerona di Cinematografo, ve l’abbiamo già detto. Mica ce vorrete dì che la notte invece de guardà Marzullo dormite?!?) ci confermano che la notizia che aleggiava in questi giorni è assolutamente veritiera: la Sacher der baretto dell’auditorium non è più la stessa. Nel senso che proprio i gestori del bar hanno deciso di cambiare fornitore. Non volevamo darvi questa informazione così, senza il diritto al contraddittorio delle parti chiamate in causa, ma la verità è che non ci serviva. La Carducci quanno se magna, nun se sbaglia mai.

Va bene, facevo la scemotta. Tutto questo per dirvi che sono io ad aprire la rubrica sui filmetti in programmazione, visto che Ang è Vip e arriva quanno glie pare, per cui giocavo amenamente su Truth, sto film di apertura. Un film drammatico, ambientato nel mondo delle redazioni giornalistiche, che racconta la vera storia di Mary Mapes, licenziata per i documenti utilizzati nella sua inchiesta giornalistica ai danni del presidente Bush, considerati dei falsi.

Ma parliamo del film: c’è Cate Blanchett che non si strucca gli occhi da Blue Jasmine e che, imbottita degli stessi psicofarmaci, continua a interpretare un personaggio mite e stabile, per nulla nevrotico, con cui sedersi in salotto e sorseggiare serenamente del tè coi biscottini. Per tutte le due ore sto film ci racconta, ma virgola pè virgola, la creazione di sto reportage, la messa in onda, il successo, la condanna mediatica, er numero de telefono dell’avvocato della Blanchet, la marca de vino con cui se ciucca la Blanchett. Insomma, va bene che ce voi dì la verità, ma santoddio, ce ne bastava pure meno.

Detto questo smetto di fare l’idiota, il film è ben confezionato e rispetto alle altre boiate che hanno aperto le vecchie edizioni del festival – festa! Cretina!- tutto sommato è pure civile.

Ma andiamo avanti con il nostro servizio pubblico di denuncia, tra le altre nefandezze di oggi scopro con rammarico che in sala stampa non c’è una mazza, credo manco il boccione dell’acqua, almeno non l’ho visto a meno che non se lo sia attaccato qualcuno tipo flebo per riprendersi dalla mattinata.

Però ce so i telefoni, che a chi dovemo telefonà non lo so.

Ah forse è un rebus: volevano dirci che pure quest’anno sarà un’edizione telefonata.

Bene.

Però, e dico però, le ragazzine agli accrediti mi confermano che quest’anno non ci sarà la solita corsa al biglietto per le proiezioni serali in alcune sale, ma ci sarà una fila apposita dedicata. Mo voglio vedè, alla prima occasione ve racconto.

E chiuderei, prima di passare la parola ad Ang, con ‘libertè fraternitè egalitè’: i pass, quest’anno, sono tutti uguali per la stampa. Arancionedemmerda, ma uguali per tutti.

Non importa per chi scrivi, che tu sia un blogger demmerda o Mereghetti. Tutti intubati in un’unica fila, così dalle foto pare che ce stamo a menà per entrare in sala.

(Vì)

aperolE in effetti l’unico pregio de ‘sti pass arancioni è quello di stare bene col nuovo colore dei capelli della Carducci (je volemo bene, che dovemo da fà), che, come ogni bel pezzo di Spritz che si rispetti, passa a seconda dei gusti dalla variante ‘Campari’ a quella ‘Aperol’, senza mai perdere di fascino. Io oggi arrivo più o meno prima di pranzo, giusto in tempo per ambientarmi e notare i cambiamenti subiti dal comparto gastronomico dell’auditorium. Della Sacher s’è già detto. Si apra una petizione. Il chiosco del kebab però ha capito che sto periodo se fanno i sordi e dunque si è dotato di comodo servizio al tavolo, che agevola nel non-sbrodolamento del vestito da festival, e dunque è gradito. Film niente, a parte Street Opera che ho visto in anticipata e che è un documentario sul Rap dove spunta fuori Elio Germano, che pare sia un cantante nei ritagli di tempo. Come dire che fanno un documentario su di me mentre gioco a Angry Birds sull’iPad. Però ho un interessantissimo incontro con Joel Coen (esatto, quello là dei due fratelli) e con sua moglie Frances McDormand, che è una grandissima attrice e ha fatto degli autentici capolavori ma per me resterà sempre la fidanzata di Darkman, quella a cui Liam Neeson imbestialito porgeva bruscamente in mano un peluche sbraitando: “Ecco il tuo fottuto elefante!”. Altri tempi. Che poi l’hanno pure raccontato, di quando si dividevano la casa nel Bronx coi fratelli Raimi e Kathy Bates per risparmiare sull’affitto, un po’ come qualsiasi giornalista di cinema al Lido in quegli appartamenti senza cesso che sembrano delle comuni degli anni ‘70’. Questa la parte interessante, dopodiché so’ tutti cazzi loro e schermaglie amorose, su chi dei due sa cucinare, chi lascia alzata la tavoletta del water, e su quella volta che Frances, grazie a quel fenomeno di Sorrentino, per poco non si lascia tentare dalle grazie di Sean Penn in versione ICEFAC (acronimo per In Culo e Fòco ai Capelli, come appariva nell’iconico This Must be The Place).

belle e sebastienStasera dicono pure che c’è Belle e Sebastien 2, dove il colonnello Trautman ingaggia quel regazzino che pare il Remì dei pauperi e il suo fido cane culattone per liberare il nonno di Heidi, rapito dall’Isis.

Se mi ubriaco capirete.

(Ang)

 

Festa di Roma 2015: Monster Hunt recensione del film di Raman Hui

Dalla Cina soffia da tempo un vento sospeso tra innovazione e tradizione: il cuore radicato nel passato e in una tradizione ricca e millenaria, ma la testa e gli occhi proiettati oltre la frontiera del presente. Lo dimostrano le pellicole prodotte nell’ultimo decennio, nonostante i lunghissimi tempi delle produzioni cinesi (il loro modo di lavorare prevede una tempistica talmente dilatata da poter permettere la perfezione formale, ma non di ottimizzare i piani produttivi) prodotti interessanti anche quando ci si allontana dalla zona del film d’autore avviandosi lungo il crinale del film commerciale, come dimostra questo Monster Hunt, diretto dal debuttante Raman Hui in una pellicola live- action girata nella propria lingua madre, un regista che ha costruito la propria carriera lavorando alla trilogia di Shrek.

Nel suo primo lungometraggio recupera le atmosfere fiabesche raccontando la storia di un mondo fantastico dove i mostri convivono insieme agli umani, almeno finché –dopo una sanguinosa guerra – gli umani non cacciano i mostri relegandoli a vivere nascosti sulla montagna oscura, pena: la loro cattura e la successiva morte. Questo fragile equilibrio rimane intatto, almeno fino all’avvento di una profezia: la nascita del nuovo re dei mostri  porterà ad un cambiamento epocale, in grado di ristabilire gli equilibri. Involontariamente si ritrovano coinvolti in questa storia Xiaonan, una cacciatrice di mostri ambiziosa e pronta ad incassare la taglia sul piccolo mostro, e il tranquillo Tianyin, giovane sindaco di un piccolo villaggio che si ritrova costretto, suo malgrado, a fare da padre putativo al nuovo re cercando di preservare la sua vita dai pericoli.

Monster Hunt 1Il film è un gustoso mix tra tradizione, gusto orientale e innovazioni in CGI: l’interessante esperimento live- action “made in China” funziona ed intrattiene, trovando quell’equilibrio da prodotto mainstream in grado di divertire i più grandi ed i più piccoli, rispolverando ed aggiornando i capisaldi della cultura cinese e nello specifico del  wuxiapian come genere leader, ma contaminandolo con una buona dose di umorismo, sarcasmo, romance e buoni sentimenti, come nella migliore tradizione per una fiaba 2.0 dei giorni nostri. Interessante l’uso della CGI e degli effetti speciali, importanti per ricreare un immaginario millenario popolato da mostri, leggende, magie e stregonerie che si annidano da sempre nel cuore pulsante della Cina.

Festa di Roma 2015: James Vanderbilt racconta la sua Truth

Guardando alla sua carriera di sceneggiatore si contano un disaster movie che è stato un blockbuster e un blockbuster disastroso. James Vanderbilt, alla sua prima esperienza registica, ribalta l’immagine che Hollywood ha di lui e consegna al cinema Truth, presentato in anteprima al Toronto Film Feastival e film d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2015, decima edizione.

“Sono molto orgoglioso del film ma sta a voi giudicare” così si rivolge ilò regista alla stampa, piuttosto entusiasta del suo film, solido dal punto di vista della scrittura e girato secondo una scuola piuttosto classica e convincente.

INTERVISTA A ISABELLA ROSSELLINI

In che modo vede i suoi protagonisti? Responsabili, sconfitti o colpevoli?

truth“Credo che siano umani. Il libro di Mary (Mapes, da cui è stato tratto il film, ndr) è bellissimo e lei scrive con grande sincerità, ci sono alcuni ritratti non molto lusinghieri di quelli che lavoravano alla CBS all’epoca. Nel film tutti provano a fare del loro lavoro, tutti cercano la verità, da cui il titolo del film, ma non sempre ci riescono. La verità sfugge e spesso può rovinare la vita, la carriera, come in questo caso. Per esempio Mary, non era famosa, ma aveva una solida carriera alle spalle di 15 anni alla CBS, e non ha potuto continuare”.

Ha scritto di recente la sceneggiatura di The Amazing Spider-Man, questi giornalisti possono essere considerati degli eroi?

“Per alcuni versi fare il giornalista è semplice, bisogna continuare a fare domande. Credo che se può nascere un dibattito da questo film sul ruolo dei media ben venga. Questi sono eroi, ma di tipo diverso rispetto a Spider-Man. La nostra volontà era che il film coinvolgesse, ma si parla anche di una storia vera, e quindi non ci potevano affidare a qualcuno che si lancia dai grattacieli, ma abbiamo giocato solo sulla tensionem e anche sui grandi attori che 8in questo caso abbiamo”.

Negli Stati Uniti, dove è già uscito, il film ha avuto diverse critiche, alle quali Vanderbilt replica così: “Avevamo previsto le critiche, non volevamo certo fare tutti felici, ma noi abbiamo raccontato la storia dal punto di vista di Dan Rather e Mary. Abbiamo chiamato Dan e gli abbiamo chiesto di fare un film su di lui, ma non sulla sua gloriosa attività professionale, ma sulla prova più difficile della sua incredibile carriera. Qualcuno ci ha detto che siamo stati troppo teneri, ma noi abbiamo provato solo a raccontare le storia come si è svolta”.

Come si contestualizza questa storia oggi?

“In termini di scena politica oggi è molto difficile fare del giornalismo di indagine, nel film ci mettono cinque giorni a mettere in piedi la storia, il che è da considerarsi in assoluto un tempo piuttosto breve, solo che oggi cinque giorni sono un eternità con i mezzi e le attrezzature di cui disponiamo”.

Come è stato lavorare con Cate Blanchett?

“Aveva appena vinto un premio Oscar e ha accettato di lavorare con un regista alle prime armi. Si è fatta un culo così, perdonate il francesismo. Ha studiato il mestiere, i tic, i modi di fare, Ha parlato tanto con Mary, facendo anche lunghe conversazioni su Skype. Ha ricostruito tutto con la massima minuzia”.

Wolverine: la scena preferita di Hugh Jackman nei panni di Logan

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Mentre si appresta a prestare per l’ultima volta il suo corpo e il suo volto a Wolverine, Hugh Jackman sta promuovendo Pan di Joe Wright, ma ovviamente tutti vogliono sapere di più sul suo mutante.

Nell’intervista che vi proponiamo Hugh suggerisce al prossimo pretendente al ruolo di Wolverine di cominciare ad allenarsi sei mesi prima delle riprese perché per lui è stata dura dover entrare nel fisico di Wolverine. “Abbiamo dovuto nascondere parecchie cose – ha confessato – e se guardi attentamente il primo film, c’è una certa trasformazione fisica nel suo corso”. Per quanto riguarda la sua scena preferita nei panni del mutante con gli artigli di adamantio, Jackman non ha dubbi: “Il cameo in X-Men l’Inizio”.

Ecco di seguito l’intervista che Digital Spy ha fatto all’attore australiano in occasione della presentazione del film.

Wolverine 3, per la regia di James Mangold, arriverà nei cinema il 3 marzo 2017. David James Kelly ha scritto la bozza iniziale dello script, che è stata successivamente riscritta da Michael Green (Smallville, Heroes, Green Lantern). Le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2016. Ulteriori voci non confermate, ipotizzano che il film si baserà sul fumetto Vecchio Logan (Old Man Logan), scritto da Mark Millar e disegnato da Steve McNiven nel 2008.

Famose star in imbarazzanti teen movie [foto]

Ognuno ha uno scheletro nell’armadio, ma quando questo è rappresentato da un film alla portata di tutti diventa davvero difficile nasconderlo.

Ecco famose star in imbarazzanti teen movie:

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Jem e le Holograms: nuove clip musicali dal film

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Ecco nuove clip musicali dal film Jem e le Holograms, film basato sull’omonima serie animata degli anni ’80 che all’epoca accompagnava lo spettatore (forse sarebbe meglio dire la spettatrice) nel mondo del rock.

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Ecco il cast del film: Aubrey Peeples sarà Jem, Stefanie Scott Kimber, Hayley Kiyoko Aja e Aurora Perrineau sarà Shana. A dirigere il film Jon M. Chu (G.I. Joe Retaliation) e prodotto da Jason Blum e Scooter Braun.

Jem (Jem & The Holograms) è una serie animata televisiva americana prodotta da una collaborazione fra la Hasbro e la Sunbow Production. La serie è ispirata ad una linea di bambole distribuita dalla Hasbro.

Jerrica Benton ha ereditato dal padre Emmett Benton la Starlight Music una casa discografica rovinosamente in bolletta. Tuttavia fra i lasciti del padre c’è anche Energy (Synergy in originale), un potentissimo computer dotato di personalità umana, che dona a Jerrica la possibilità di trasformarsi in Jem, una vera popstar. Jem si può avvalere della collaborazione del gruppo delle Holograms, composto dalla sorella Kimber Benton (tastierista), e dalle sue amiche Aja Leith (chitarrista) e Shana Elmsford (batterista e bassista). Jem e le Holograms ottengono un successo tale da riuscire coi proventi a sostenere anche la Starlight House, l’orfanotrofio di cui si occupava il padre di Jerrica.

Tuttavia la doppia identità di Jerrica la mette in crisi col fidanzato, nonché tuttofare della Starlight, Rio Pacheco, che seppur innamorato di Jerrica, subisce anche il fascino della bellissima Jem. Inoltre Eric Raymond, ex-socio di Emmett, ha intenzione di mettere i bastoni fra le ruote a Jerrica, lanciando sul mercato le Misfits, gruppo rivale delle Holograms, formato da Phyllis “Pizzazz” Gabor (chitarra e voce), Roxanne “Roxy” Pellegrini (bassista) e Mary “Stormer” Phillips (tastierista).

Festa di Roma 2015: al via con Truth con Cate Blanchett

Si apre oggi la decima edizione della Festa del Cinema di Roma. Film d’apertura, già applaudito a Toronto, è Truth di James Vanderbilt. Protagonisti sono Cate Blanchett e Robert Redford.

truthMa oggi sarà anche la giornata di The Wolfpack che apre la sezione autonoma e parallela di Alice nella Città e soprattutto dell’incontro con il pubblico della strana (ma solida) coppia Joel Coen/Frances McDormand.

Rimanete su Cinefilos.it per scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla kermesse capitolina con foto, interviste, recensioni, video daily e anche, per allentare la tensione, il blog di Ang & Vì.

Hulk tornerà sul grande schermo in Thor Ragnarok

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Il rumor circolato qualche giorno fa via JoBlo è stato confermato ufficialmente da Deadline: Hulk/Bruce Banner comparirà in Thor Ragnarok.

LEGGI ANCHE – Thor Ragnarok: una sceneggiatura dark e le Valkyrie?

Il sito non riporta nessun tipo di dettaglio relativo al personaggio o al film ma conferma che Mark Ruffalo prenderà parte alle riprese. Quello che sarà il ruolo del suo personaggio nella storia di Thor/Chris Hemsworth resta per adesso un mistero.

Thor Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel film torneranno, confermati per adesso, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Jaimie Alexander, Ray Stevenson e Anthony Hopkins.

La data d’uscita è prevista per il 3 novembre 2017.

Spectre: Bond è morto nel nuovo poster

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Ecco un nuovo affascinante e inquietante poster promozionale per Spectre, il 24° film con protagonista James Bond, la spia nata dalla penna di Ian Fleming e la quarta avventura per Daniel Craig nei panni dell’agente al servizio di Sua Maestà. Alla regia torna Sam Mendes.

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Il film, diretto da Sam Mendes (American Beauty, Skyfall), uscirà nelle sale il prossimo 6 novembre. Bond sarà impegnato a scoprire la terribile verità dietro all’organizzazione criminale SPECTRE (aka Special Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion), mentre M combatte le forze politiche per tenere in vita i servizi segreti.

A fianco di Daniel Craig, che vedremo vestire i panni di James Bond per la quarta volta, ci saranno Ben Wishaw (nel ruolo di Q), Naomie Harris (Moneypenny), Ralph Fiennes (M), Christoph Waltz (Oberhauser), Monica Bellucci (Lucia Sciarra), David Bautista (Mr. Hinx), Léa Seydoux (Madeleine Swann) e Stephanie Sigman (Estrella).

Ant-Man: Michael Peña racconta la versione Home Video

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Michael Peña, vera scoperta di Ant-Man e da tutti considerato il personaggio più esilarante del film Marvel, presenta. in una nuova clip, la versione Home Video del film con protagonista Paul Rudd.

Il Blu Ray e DVD conterrà gag reel, scene inedite e tanti contenuti speciali di approfondimento sulla nascita del film diretto da Peyton Reed.

Ecco il promo di seguito:

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Dotato della strabiliante capacità di rimpicciolirsi e al contempo accrescere la propria forza, il ladro provetto Scott Lang (Paul Rudd) dovrà ricorrere alle sue doti eroiche per aiutare il proprio mentore Dr. Hank Pym (interpretato dal premio Oscar Michael Douglas) a proteggere il suo spettacolare costume di Ant-Man da nuove, terribili minacce. Esposti a ostacoli apparentemente insormontabili, Pym e Lang dovranno pianificare un colpo che salverà il mondo.

Pixar: 20 anni di amicizia in uno spot de Il Viaggio di Arlo

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In attesa di vedere il primo footage de Il Viaggio di Arlo, che sarà presentato al Festival di Roma 2015 al via oggi 16 ottobre, vi proponiamo un emozionante spot dedicato al film che si focalizza sull’amicizia che dura per sempre. Dopo Woody e Buzz, Mike e Sully, Dory e Marly ecco arrivare la più improbabile delle amicizia della storia della Pixar, quella tra Arlo e il piccolo e selvaggio Spot.

Diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2, Up), il nuovo lungometraggio Disney•Pixar Il Viaggio di Arlo arriverà nelle sale italiane il 25 novembre e trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Chicago Fire 4×02: promo dall’episodio “A Taste of Panama City”

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Il network americano della ABC ha diffuso il promo ufficiale di Chicago Fire 4×02, il quinto episodio di Chicago Fire che si intitolerà A Taste of Panama City”:

Chicago Fire è una serie televisiva statunitense in onda sulla NBC creata da Michael Brandt e Derek Haas e prodotta da Dick Wolf, trasmessa dal 10 ottobre 2012. In Italia la serie è stata trasmessa da Premium Action a pagamento dal 7 settembre 2013 e in chiaro da Italia 1 dal 15 luglio 2014.

La serie segue le vicende di alcuni pompieri e paramedici del Chicago Fire Department. In ogni puntata la squadra della caserma 51 sarà messa alla prova da casi sempre diversi, ma grazie all’esperienza del Capitano Boden e al gioco di squadra dei suoi due tenenti, Casey e Severide, anche se i due inizialmente sono in conflitto, tutto si risolverà per il meglio.

Rachel Weisz sostituirà Kate Winslet in The Favourite

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Dopo l’acclamato The Lobster, in uscita nelle sale italiane dopo l’accoglienza calorosa all’ultimo Festival di Cannes, Rachel Weisz potrebbe tornare a lavorare con il regista greco Yorgos Lanthimos in The Favourite, sostituendo Kate Winslet.

The Favouritedramma storico scritto da Deborah Davis e Tony McNamara, si concentra sugli anni del regno della regina Anna, l’ultima sovrana del Casato degli Stuarts che salì al trono nel 1702 per restarci fino al 1707. A interpretarla sarà Olivia Colman (Broadchurch, Tyrannosaur), mentre Rachel Weisz prenderà il posto di Kate Winslet nel ruolo di Sarah, la duchessa di Marlborough, la più intima confidente della regina. Emma Stone vestirà, invece, i panni di Abigail Masham, una lontana parente di Sarah che si avvicinerà alla regina Anna per migliorare la propria posizione sociale, alterando così gli equilibri di potere a corte tra le tre donne protagoniste.

Le riprese del film, prodotto da Ceci Dempsey per la Scarlet Films e dalla Element Pictures dovrebbero iniziare a primavera 2016. I produttori sono ancora in trattative con diversi finanziatori.

Rachel Weisz, nel cast di Youth di Paolo Sorrentino, sarà anche in The Light Between The Oceans di Derek Cianfrance. Da poco è stato annunciato il remake del classico My Cousin Rachel, di cui la Weisz sarà protagonista.

Fonte: Deadline

Kong Skull Island: Tom Hiddleston parla del film

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Impegnato nella promozione dei suoi ultimi progetti, tra cui naturalmente Crimson Peak, Tom Hiddleston ha parlato con entusiasmo del suo prossimo ruolo in Kong Skull Island, prequel di King Kong sul cui set approderà domenica per iniziare le riprese.

Kong Skull Island, una storia originale sulla scimmia antropomorfa più famosa della storia del cinema, offrirà uno sguardo fresco su un soggetto familiare”, ha commentato l’interprete britannico. “L’ambientazione relativa agli anni Trenta non sarà mantenuta”, ha aggiunto Hiddleston, “abbiamo intenzione di realizzare qualcosa di nuovo con questo mito perché Kong è un’icona del cinema che credo possa ancora oggi interessare il pubblico”.

Hiddleston si è detto particolarmente impressionato dalla visione del regista Jordan Vogt-Roberts, “che ha sviluppato un incredibile e fantasioso immaginario per King Kong”. Grazie a questo film, Tom Hiddleston può confrontarsi con un personaggio molto diverso dagli ultimi incarnati dall’attore, dal tormentato aristocratico in Crimson Peak al cantautore statunitense Hank Williams in I Saw the Light. ”Sono eccitato di poter interpretare un avventuriero e un protagonista eroe. Ultimamente ho scavato in materiale piuttosto oscuro, era giunto il momento di rilassarsi e prendersi un po’ meno sul serio”.

Kong Skull Island, che uscirà nel 2017, include nel cast anche Brie Larson e Samuel L. Jackson. 

Fonte: Variety 

Bradley Cooper, nuovo progetto all’orizzonte

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Dopo aver dato voce a Rocket Raccoon nei Guardiani della Galassia, Bradley Cooper potrebbe nuovamente cimentarsi nel doppiaggio di un personaggio. Si tratterebbe in questo caso della voce interiore di un cane, protagonista di A Dog’s Purpose, adattamento targato Dreamworks dell’amato romanzo di W. Bruce Cameron diretto da Lasse Hallstrom, che già aveva commosso gli spettatori con Hachiko. 

Il film, prodotto da Gavin Polone con Alan Blomquist e Mark Sourian, è la storia di un cane devoto e fedele che si reincarna continuamente in nuove vite, restando sempre amorevole nei confronti dei padroni mantenendo però intatto il desiderio di ricongiungersi con l’originario proprietario e migliore amico.

A Dog’s Purpose è già in fase di produzione a Winnipeg e il cast include, tra gli altri, Britt Robertson e Dennis Quaid.
Vedremo presto Bradley Cooper nei panni di uno chef in Burnt di John Wells.

Fonte: The Hollywood Reporter

Jessica Chastain sostiene Jennifer Lawrence

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Jessica Chastain, in piena promozione di Crimson Peak di Guillermo Del Toro, ha dichiarato il suo pieno appoggio alle rivendicazioni di Jennifer Lawrence per ottenere una maggiore parità di compensi tra uomini e donne nell’industria hollywoodiana.

“Sono orgogliosa di lei”, ha dichiarato Jessica Chastain. “Quando le cose ti vanno bene, hai paura a sollevare problemi perché ci sarà sempre là fuori un gruppo di persone che ti dirà: ok parli bene tu che sei una grande star. Ma non conta. Non ci sono scuse, Non ci sono buoni motivi per cui Jennifer Lawrence dovrebbe fare un film ed essere pagata meno dei suoi colleghi uomini. E’ completamente ingiusto. La cosa è andata avanti per anni e anni. Penso sia stata coraggiosa a parlarne. Ritengo che ognuno di noi dovrebbe discuterne”.

I temi del sessismo e del gender gap sul fronte dei compensi e dei ruoli, sono stati tra i più discussi nel corso del 2015. Le donne dell’industria del cinema, che nel passato temevano di essere etichettate come scomode e difficili nell’ambiente, oggi si fanno meno problemi a sollevare il problema e a rivendicare una maggiore parità di diritti. Lo ha fatto Patricia Arquette durante la cerimonia degli Oscar, ritirando la statuetta come migliore attrice non protagonista. E ne hanno parlato Emma Watson, Sandra Bullock, Kate Hudson, Ashley Judd, Gwyneth Paltrow. E naturalmente anche Jessica Chastain.

“L’aspetto più importante” – ha proseguito l’attrice di Interstellar – è che questo discorso non riguarda solo le donne. Ma uomini, donne e tutti i gruppi che riflettono oggi sull’esigenza di avere più diversità e al contempo più uguaglianza nel cinema americano. Non so cosa succederà. In qualche modo rappresentiamo uno specchio che riflette ciò che accade attorno a noi. Spesso però il cinema statunitense ha raccontato le storie di pochi, ma io non voglio che la mia storia sia cancellata”.

Fonte: Variety

Richard Linklater lascia The Rosie Project

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Richard Linklater ha seguito a ruota Jennifer Lawrence rinunciando a The Rosie Project, adattamento voluto dalla Tri-Star dell’omonimo bestseller di Graeme Simsion firmato da Scott Neustadter e Michael Weber (autori di 500 Giorni insieme e dei film tratti dai libri di John Green, Colpa delle stelle e Città di carta).

Probabilmente salito a bordo della regia del progetto per poter lavorare con Jennifer Lawrence, Richard Linklater non se l’è sentita di proseguire con un’altra attrice. JLaw sarebbe, infatti, decisa a prendersi una pausa dopo X-Men: Apocalypse, le attuali riprese di Passengers con Chris Pratt e l’imminente promozione di Hunger Games – Il canto della rivolta parte 2, prima di affrontare i progetti futuri.

The Rosie Project (in Italia il romanzo è pubblicato con il titolo di L’amore è un difetto meraviglioso) resta una priorità per la Tri-Star, determinata a girare il film in inverno e per questo decisa a trovare al più presto un nuovo regista e una nuova protagonista. La dramedy romantica ha come protagonista un professore di genetica, Don Tillman, che decide di stilare un questionario per individuare velocemente e senza margini di errore la sua moglie ideale. L’incontro con Rosie Jarman (il personaggio che avrebbe dovuto interpretare la Lawrence) sconvolgerà le aspettative e le certezze di Tillman.

Fonte: The Hollywood Reporter 

The Hateful Eight: nuovo trailer italiano del film di Quentin Tarantino

Ecco il nuovo trailer italiano del prossimo atteso western di Quentin Tarantino, The Hateful Eight:

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I protagonisti della pellicola saranno: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins(“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern(Nebraska) e Channing Tatum(Foxcatcher). Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

Festa di Roma 2015: i party della decima edizione

La decima edizione della Festa del Cinema di Roma mette al centro i film, gli incontri, le retrospettive e gli omaggi ma si circonda di eventi, party e cocktail, in programma per tutta la durata della manifestazione che si svolgerà dal 16 al 24 ottobre.

Martedì 20, alle ore 22, JTI Japan Tobacco International, che dal 2010 sostiene la Festa del Cinema, organizzerà un esclusivo party con dj-set all’Hotel Mood di via Palermo. Il tema della serata sarà lo “Studio 54”, il club di New York che negli anni Settanta divenne il più famoso al mondo, frequentato da celebrità come Madonna, Andy Warhol, Keith Richards, Robin Williams. Ad animare la serata, uno degli storici dj dello Studio 54, Kenny Carpenter.

Il 20 ottobre, in occasione della proiezione di Swinging Roma di Andrea Bettinetti, in programma alle ore 19 presso il MAXXI, si terrà un cocktail esclusivo organizzato da Sky Arte.

Mercoledì 21, alle ore 22, Mazda, Sponsor ufficiale della Festa del Cinema, organizza un party alla Lanterna, l’opera in vetro e acciaio creata dall’architetto Massimiliano Fuksas, nell’ex palazzo dell’Unione militare di via Tomacelli a Roma. All’ingresso gli ospiti verranno accolti da un giovane ritrattista che disegnerà i loro profili, lasciando quindi agli invitati un piccolo dono personalizzato, in linea con lo stile Mazda “make it personal”. Tutta la serata sarà a tema “Pure Passion” e “Soul Red”, il colore di punta per le nuove car line. Dal drink di benvenuto “Soul Red Cocktail”, all’hashtag #MazdaPurePassion, fino al video su base musicale live sul rapporto tra MazdaPurePassion e Cinema. Durante l’evento di esibirà il quintetto “Elisabetta Antonini Quintet” con alla voce Elisabetta Antonini – prestigioso premio Top Jazz 2014 della critica come Miglior Nuovo Talento – Marco Guidolotti al sax e Massimiliano De Lucia alla batteria. La band eseguirà il progetto costruito ad hoc “The Passion For Change Goes On”, tra live music jazz e colonne sonore dei più famosi film.

Sempre mercoledì 21, alle ore 20.30, si terrà un Gala Dinner organizzato da Fondazione Telethon con la direzione artistica di Tiziana Rocca, presso l’Open Colonna, all’interno del Palazzo delle Esposizioni di Roma. La cena verrà preparata dal resident chef Antonello Colonna. A presentare la serata, che anche quest’anno vuole sensibilizzare e raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche, sarà Francesco Facchinetti, dj, cantante e conduttore televisivo. Al Gala verrà presentato in anteprima il decimo cortometraggio di Rai Cinema per Telethon: Fattore VIII, del regista Mauro Mancini, prodotto da Movimento film con Rai Cinema. L’evento è realizzato con il patrocinio dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, della Regione Lazio, da Roma Capitale in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma.

Giovedì 22, alle ore 20.30, Disaronno celebrerà il restauro della pellicola di Ettore Scola, La Terrazza, con un evento ad hoc presso la Terrazza Caffarelli, all’ultimo piano dell’edificio che ospita i Musei Capitolini, con vista mozzafiato sui Fori Imperiali. Il cocktail party sarà l’occasione per presentare in esclusiva la nuova bottiglia limited edition “Disaronno wears Cavalli”, disegnata dalla famosa casa di moda. Durante la serata verrà servito per la prima volta il cocktail Disaronno Wears Cavalli Sour.

Venerdì 23, alle ore 20.30 a Cinecittà, si terrà l’evento di beneficenza “Insieme per il Nepal”. Il tradizionale appuntamento che coniuga cinema e solidarietà nel mondo, nato per iniziativa di Désirée Colapietro Petrini e reso possibile grazie all’impegno di Cinecittà Studios, ha come obiettivo la raccolta fondi per l’emergenza in Nepal, il progetto è sostenuto dall’Associazione Pietro Taricone Onlus. La serata sarà presentata da Neri Marcorè e anche quest’anno le scenografie del teatro che lo ospita saranno firmate dai premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. La raccolta fondi sarà destinata all’emergenza terremoto in Nepal dello scorso 25 aprile, che ha causato oltre 9.000 vittime e lasciato migliaia di persone senza casa.

Die Hard 6: novità in arrivo per il franchise

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La Twentieth Century Fox è in trattative con il regista Len Wiseman per sviluppare Die Hard 6, sesto capitolo del franchise che si chiamerà Die Hard Year One. La serie, avviata 27 anni fa, nel 1988, ha trasformato Bruce Willis in una star cinematografica planetaria, grazie all’ormai iconico poliziotto John McClane.

Die Hard Year One, che sarà prodotto dallo stesso Wiseman e da Lorenzo di Bonaventura (l’uomo dietro ai franchise di Transformers e G.I. Joe), dovrebbe tornare alle origini e raccontare gli inizi del personaggio, mostrando un giovane John McClane in azione nella New York del 1979. L’idea di un prequel deriva da un fumetto della Boom! Studios, intitolato proprio Die Hard: Year One e pubblicato tra il 2009 e il 2010.

Bruce Willis, che non ha ancora firmato alcun contratto, dovrebbe riprendere il ruolo di McClane in sequenze ambientate nel nostro attuale presente. Dovrà essere, quindi, ingaggiato un attore più giovane che incarnerà il suo stesso personaggio negli anni Settanta. Del resto, Bruce Willis è abituato a confrontarsi con altri sé stessi, come dimostrano Looper di Rian Johnson, L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam e Faccia a faccia (The Kid) di Jon Turteltaub.

Len Wiseman, che ha già diretto nel 2007 Die Hard – Vivere o morire, e di Bonaventura sono alla ricerca di uno sceneggiatore che si occupi di questa nuova fase della serie, chiamata a rinverdire i fasti del passato dopo che l’ultimo (e deludente) Die Hard – Un buon giorno per morire ha stentato in America al botteghino, pur tenendo sui mercati internazionali.

Fonti: Deadline e Comingsoon.net

Chris Evans sul set di Marc Webb per Gifted

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Dopo le esperienze di blockbuster con i due film su The Amazing Spider-Man, Marc Webb è pronto a tornare al suo primo amore, ovvero il cinema indie. Parliamo di Gifted, film per cui sono appena cominciate le riprese per la Fox Searchlight.

La storia, scritta da Tom Flynn, racconta di un uomo che cerca di allevare la brillante figlia della sorella appena scomparsa. Il protagonista ha il volto di Chris Evans.

Nel cast del film al fianco di Evans anche Lindsay Duncan (Birdman), Mckenna Grace (Independence Day: Resurgence), Jenny Slate (Obvious Child, “Parks and Recreation”) Octavia Spencer (The Help).

Hayao Miyazaki: in arrivo l’opera omnia in Home Video

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Per celebrare i 30 anni dalla nascita dello Studio Ghibli, da mercoledì 11 novembre l’opera completa del Maestro Hayao Miyazaki sarà disponibile in tutti i negozi in una nuova versione steelbook.

Un’edizione limitata caratterizzata da una nuova veste grafica e dal prezioso box metallico che esalta l’aspetto iconico dei celebri protagonisti dei film del Maestro giapponese.

Un prodotto imperdibile che per la prima volta presenta al suo interno sia il Blu Ray che il DVD del singolo film.

L’uscita della collana, composta da 10 titoli, sarà inoltre l’occasione per presentare al pubblico il primo film scritto e diretto da Hayao Miyazaki: NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTO mai uscito prima in home video. Un film attesissimo dagli appassionati dello Studio Ghibli che dall’11 novembre non potranno esimersi dal collezionarli tutti!

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Di seguito i 10 titoli della collana

Il castello Errante di Howl

Kiki consegne a domicilio

Il mio vicino Totoro

Ponyo sulla scogliera

Principessa Mononoke

Il castello nel cielo

La Città Incantata

Porco Rosso

Si alza il vento

Nausicaä della valle del vento

Mazda alla Festa del Cinema di Roma: celebrare la passione allo stato puro

Mazda, per il terzo anno consecutivo, sarà lo Sponsor Ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2015 e la presenza Mazda di quest’anno sarà ancora più evidente e sicuramente più anticonvenzionale che mai.

Il cinema rappresenta una grande passione per milioni di spettatori in tutto il mondo; si tratta di raccontare storie che facciano vivere a chi le ascolta un’esperienza eccezionale, la stessa sensazione che si ha al volante di una vettura Mazda.

Ma la ragione per cui Mazda rinnova anche quest’anno la sua presenza alla Festa del Cinema di Roma è qualcosa che va al di là di questo.

Come Mazda, la Festa del Cinema di Roma non segue il pensiero convenzionale. Questo evento non sarà quest’anno un tradizionale Festival del Cinema – con premi e riconoscimenti, vincitori e vinti, giudici e giurie. Sarà invece una vera e propria ‘Festa’, una celebrazione, un posto dove la gente può festeggiare la sua pura passione per il Cinema, come Mazda celebra ogni giorno un’altra grande passione – la guida – un piacere condiviso in tutto il mondo da milioni di persone.

Il nuovo Direttore Artistico della Festa, Antonio Monda, è pronto a coinvolgere l’audience con incontri con i talent movie più famosi del mondo: un altro modo anticonformista per vivere e sperimentare l’essenza del Cinema.

Ecco perché Mazda è partner della Festa del Cinema di Roma, restando coerente con lo spirito che abbiamo chiamato ‘never stop challenging’, la sfida senza fine. Per rendere omaggio proprio a questo spirito, la Casa Giapponese porterà alla Festa, come vero e proprio “eroe” della sua gamma, il suo Roadster, la nuovissima versione di MX-5, la vera icona della pura passione di guida.

Per continuare a celebrare questa pura passione nel migliore dei modi, Mazda sta preparando una nutrita serie di attività molto coinvolgenti per il pubblico presente alla “Festa del Cinema”, dal 16 al 24 Ottobre.

Ci sarà, ad esempio, il MAZDA CINEMA HALL, una grande sala con ben 1000 posti interamente dedicate ai visitatori della Festa con una programmazione dei migliori film nel corso dell’intero evento. Il FOYER del Mazda Cinema Hall ospiterà mostre ed esibizioni offerte da Mazda e dall’organizzazione della Festa, che sottolineeranno allo stesso la passione pura sia per il cinema che per la guida.

All’interno del Villaggio della Festa, avremo anche la MAZDA LOUNGE, che ospiterà personalità e attori del mondo del cinema per i loro incontri con la stampa. All’interno della Lounge, ci sarà un apposito corner dove ospiti e visitatori potranno assaggiare, non solo in senso metaforico, la Pure Passion per il Red Soul e per il Kodo design; la nuova Mazda MX-5 verrà esposta in maniera “cinematografica”, per offrire ai visitatori un assaggio della pura passione di guida che può regalare l’iconica Roadster.

Oltre 50 vetture Mazda verranno utilizzare sia all’interno del Villaggio che in giro per tutta la città di Roma per offrire sia ai talents che agli ospiti della Festa un pizzico della Pure Passion Mazda sia per il Cinema che per la guida.

Sui social media e su Twitter – con l’hashtag #MAZDAPUREPASSION – Mazda metterà in contatto i fan nel corso della Festa, dando a tutti un assaggio della Passione Pura che verrà celebrata nel corso dell’evento.

Roma nun fa la stupida

Eh, quanto tempo è passato da Venezia. C’era il sole, eravamo freschi di vacanze, mentre ora un gelido inverno batte alle porte e noi ripensiamo stringendoci nei nostri cappotti a quella lontana estate spensierata. Sento una vocina. Mi pare che scandisca le esatte parole: “Ma che cazzo stai addì che non era nemmeno un mese fa”. E in effetti…

5Fatto sta che ora c’è il Festival di Roma e noi siamo tornati. Che poi mi hanno redarguito dalla mia redazione (quella seria) che non si chiama più Festival ma Festa, che io poi vorrei sapè che cazzo c’avemo da festeggià ‘noi romani’ che sta città nemmeno c’ha il sindaco. Comunque, al di là di ciò, c’è una sottile sfumatura che differenzia i Festival estivi come Cannes e Venezia dalla maestosa kermesse capitolina, un non so che difficile da spiegare con termini razionali a chi non è dentro al nostro ambiente. Ci proverò con le parole più sincere che mi escono dar frìccico der core: il Festival di Roma è un inesauribile sfranticamento di cazzo. Anzi, no la Festa. Sentite, chiamiamola Sfranticamentodicazzo di Roma e non se ne parli più, eh? Così è più semplice per tutti.

E, per essere chiari, no, non dipende dalla qualità dei film e dalla scelta degli ospiti. Ci potrebbero pure essere Sam Raimi che presenta Spider-Man 4 con il ritorno di Tobey Maguire, Stanley Kubrick resuscitato grazie al potere di Cthulhu o Sasha Grey in performance multitasking live, per i romani lo Sfranticamentodicazzo è tale a prescindere. Tra parentesi, dopo le prime edizioni ricche di grandi star che sfilavano sul red-carpet, piano piano l’offerta s’è abbassata parecchio, come quell’anno che tutti erano convinti che dovesse arrivare Christian Bale e lo avvistavano come il mostro di Loch Ness nelle situazioni più improbabili (dalla proiezione per il pubblico ar cesso al chioschetto del kebab. Il che portò alla nascita del popolare hashtag #gentecheavvistachristianbale) mentre quello se ne stava in panciolle a casa sua ridendo della nostra provinciale ingenuità e pensando ‘questi ancora credono a Batman’.

6Che poi fu anche l’anno in cui il premio a Scarlett Johansson per la sua sexy prova vocale in Her lo ritirò Valerio De Paolis, che è un distributore di tutto rispetto, per carità, ma non ha esattamente lo stesso fascino sinuoso, diciamo. Che poi a Cannes e Venezia si fatica e pure parecchio – anche se le malelingue dicono che stamo sempre a festeggià. Il che è pure vero, ma lo facciamo la sera, dopo la fatica. E nessuno rompe le balle a chi lavora in banca se la sera dopo che s’è sparato una dieci ore di conti e servizi si va a fare una birra o quattro zompi in discoteca – però se non altro quasi sempre abbiamo una sistemazione agevole e vicina al luogo di lavoro. Oddio, agevole dipende dai casi. A casa di Vì nell’ultima Venezia la doccia era sostituita dal pozzo delle anime de I Predatori dell’arca perduta. Ma vabbè.

7A Roma no. L’Auditorium è infatti un luogo magico, simile al Monte Fato, che si trova chiaramente su un piano parallelo dell’Esistenza e ha la caratteristica di essere scomodo da raggiungere in qualsiasi parte della città si abiti, a meno che, naturalmente, non si abiti dentro l’Auditorium stesso. Leggenda narra che a ogni edizione alcune anime ne vengano risucchiate e non facciano più ritorno. Attorno, l’immenso “mare delle tenebre e tutto ciò che in esso vi è di esplorabile” (cit.). Ovvero il kebabbaro di cui sopra (che compare una volta l’anno come il paesino di Brigadoon), e il bar col sushi, che incredibilmente non mi ha ancora mai fatto vomitare. Quindi in sostanza sei impegnato come in un Festival ma con tutti gli svantaggi di lavorare nella tua città – nel senso che ti tocca comunque pensare alla spesa e a pagare le bollette, non se scappa, almeno in teoria – una trasferta senza trasferta, senza contare le ore di buco tra gli impegni mattinieri e quelli serali che, essendo improbabile tornare a casa e poi riuscire (da casa mia è un’ora ad andare e una a tornare, per dire), 1vengono di solito impiegate in atti vandalici come pisciare le tavolette dei bagni e tirare sassi all’omino della Hag vestito da tazzina di caffè, che funge anche da monito per i più lamentosi. C’è sempre chi fa un lavoro più demmerda del tuo.

In compenso, ci sono cartelli con la scritta ‘Auditorium’ in ogni parte della città, anche le più lontane e marginali, con delle frecce che indicano direzioni a cazzo. Tanto vi si accede solo in quel periodo dell’anno (dai, non me dite che c’andate a vedè i concerti a dicembre che non è credibile) e solo tramite un binario fatato nascosto tra le fermate di Colli Albani e Furio Camillo, un po’ come il treno che porta Harry Potter a Hogwarts a inizio anno scolastico. E nonostante tutto, lo Sfranticamento di cazzo Internazionale del Film di Roma diventa bello, come tutte le cose, quando lo condividi con la gente giusta. E quindi è bello ritrovarvi tutti qui, io, voi e Vì, sulle pagine virtuali di questi blogghettino che durante Venezia ha fatto faville. Il nome non lo cambiamo, Sticazzi al sugo (sì, mi rigioco le battute, come nella miglior tradizione dei sequel), anche perché tutti lo conoscete così e in fondo continua a essere vero che a Venezia non ci vivremmo, pure se stàmo a Roma. E se la vita se fa amara, se compràmo na chitàra. Cantate con noi?

(Ang)

Ben trovati gioiosi lettori, felice di essere di nuovo qui a rallegrarvi la kermesse con il mio compare Ang, e ringrazio anche lui perché mi ha ricordato l’esperienza della doccia veneziana, l’esperienza più traumatica della mia vita dopo aver visto Johnny Depp che s’è magnato Geronimo Stilton (ringraziamo sempre Marco Lucio Papaleo per quest’associazione che ha fatto giustamente il giro della rete).

Ma che ce frega, adesso siamo nella città Eterna, dove sicuramente ‘na doccia per bene me la farò: se non altro per queste previsioni allarmistiche, che ipotizzano scrosci tempestosi che ci risucchieranno tutti in vortici acquitrinosi direttamente dentro i tombini, io ho già preso un vestito da2 Tartaruga Ninja, ‘nsia mai che per una volta hanno ragione e me trovo direttamente a fa salotto co’ Splinter.

Detto questo, indovinate da dove scrive la vostra eroina? Ma da un treno! Essì, anche quest’anno torno si a un festival casalingo, ma siccome sono la donna con la valigia ho pensato di venire anche qui da una stazione per non perdere l’abitudine. Che poi se stai comodo sono cazzi. Ma quale comodità, detto tra noi? Ve lo ha già anticipato Ang, se Venezia è il periodo demmerda del cambio stagione, la Festa di Roma è quella della stagione che è cambiata o non è cambiata è uguale, tanto viviamo un posto irreale che cambia latitudine e longitudine da un giorno all’altro, come sottolineano appunto i precisi cartelli posti in ogni dove, dei quali vi parlava Ang. La cosa più agghiacciante è che questo festival è capitolino in tutto è per tutto, con quella romanità caciarona, con quel ‘famose un giro e fingiamo che abbiamo firmato lo script di un qualsiasi filmetto che presentano in una sottosezione di una sezione’, ‘imbucamose a qualche prima’, per cui è impossibile preventivare l’affluenza, pianificarti delle proiezioni, capire se magnerai o i tavoli del Red – uno dei pochi altri posti che dispensano cibo passabile – saranno sempre pieni della stessa gente che tu hai visto qualche settimana prima nella fila per comprare i biglietti del concerto dei Modà. Allo stesso modo, imprevedibile la gestione dell’accesso alle sale. Che non basta l’accredito, maccheseimatto? Spesso se perdi una proiezione stampa e vuoi recuperare un film perché, no ma giustamente, dovresti pure recensirlo, se non hai preso i biglietti la mattina all’alba non puoi minimamente entrare in alcune sale dove è presente anche il pubblico. Madonna quanto non fa una piega questo ragionamento! Infatti fa ‘na piaga. La mia, che ogni volta devo correre e implorare qualcuno della biglietteria a darmi biglietti che altri magari prendono a cazzo perché tanto li danno e poi cestinano accuratamente, anche con un senso di perverso piacere. Spero tantissimo che quest’anno si siano passati ‘na mano sulla coscienza e abbiano cambiato prassi. Spero eh.

3Comunque ma quanto è bello tornare da mamma Festa di Roma, a passeggiare amenamente tra gli stand dove non regalano una mazza, a cercare un posto dove anche solo sniffare del cibo, a pregare per un pc libero nell’acquario della sala stampa dove se ti va bene puoi persino trovare i Rocher, ma sul computer ehh non garantisco eh! Sugli ospiti, sulla programmazione, non mi esprimo, ne ha già parlato Ang, per cui vi dico solo che c’è Alaska, perché dopo Everest le freddure ce devono stà. E infatti sono già pronta con plaid e borsa dell’acqua calda per seguire il film Lo chiamavano Jeeg Robot con Santamaria (non è un attore, è un’esclamazione), diretto da Gabriele Mainetti, anche questa opera prima. Te pare? ‘Tutto brulica di opere prime’, è una congiura! Mi sto attrezzando a regalarvi anche la mia, di opera prima, l’opera prima o poi faccio una strage.

Ah poi ho già intravisto la borsa del Festival di quest’anno: per chi non lo sapesse è un gadget che regalano agli accreditati, e che si caratterizza per la gara delle organizzazioni del festival a chi la fa più brutta. Quella 2015 è fantastica: pare la borsa della spesa che te danno alla Coop, spero almeno dentro ci sia qualcosa da magnà a km zero, tipo er kebab der kebabbaro (tutto torna), che più km zero di quello c’è l’erba attorno al red carpet.

Va bene, corro in stazione a prendere il treno. Ovviamente il binario è l’8/9.

(Vì)

Maze Runner – La Fuga: Dylan O’Brien fugge dal labirinto

Al cinema dal 15 Ottobre arriva Maze Runner – La Fuga, l’attesissimo sequel dell’omonimo film con Dylan O’Brien, diretto da Wes Ball.

Il film è un action thriller sci-fi ambientato in un futuro distopico ed è tratto dal secondo libro della saga best-seller scritta da James Dashner, il cui capitolo conclusivo, La Cura, è già in pre-produzione.

Come in tutte le saghe young adult campioni di incassi degli ultimi tempi, Maze Runner vede come protagonisti un gruppo di ragazzi che lottano per la propria vita una società dispotica e oppressiva.

Nel primo film, il protagonista Thomas (Dylan O’Brien) si risveglia nella Radura, un luogo chiuso da grandi mura abitato da dei ragazzi che non ricordano il loro passato. La loro unica via d’uscita è il grande labirinto che circonda le mura, la cui porta però si apre solo ad intervalli di tempo. È troppo pericoloso provare a scappare, ma Thomas riesce a trovare una via d’uscita, portando con se alcuni compagni. Si ritrovano nel laboratorio della W.C.K.D. (acronimo che suona come Wicked, dall’inglese ‘Malvagio’) e scoprono che il pianeta è stato devastato da una eruzione solare, seguita da una epidemia mortale a cui loro però sono immuni, vere e proprie cavie. Mentre vengono “salvati” da delle forze armate su un elicottero, la scienziata Ava Paige (Patricia Clarkson) conferma a dei suoi colleghi che l’esperimento è stato un successo e i sopravvissuti stanno per entrare nella Fase Due.

Da qui riparte Maze Runner – La Fuga, con Thomas e compagni che per cercare di capire chi siano realmente le persone che li hanno salvati finiranno in un’ennesima corsa per la sopravvivenza in un paesaggio desolato e pieno di ostacoli.

mazerunner“Penso che la storia piaccia molto perché è autentica. I personaggi e il loro viaggio: qui si parla di avventura, fratellanza e sopravvivenza. È questo secondo me che lo differenzia dalle altre storie” commenta Wes Ball, che prima di debuttare alla regia era un artista degli effetti visivi e grafica, “E ora portiamo i nostri protagonista in un ambiente totalmente nuovo, con nuovi meccanismi e nuovi scopi. Come un nuovo livello… Lo trovo eccitante!”.

Con un mix di elementi che accomuna tutte le saghe, dalla sopravvivenza al triangolo amoroso, è però abbastanza evidente che il segreto del successo di Maze Runner risieda nel suo magrolino protagonista dal sorriso furbetto: Dylan O’Brien. L’attore, classe 1991, ha trovato il successo mondiale con questa saga, ma vantava già un folto stuolo di fans grazie al suo Stiles nella serie sui lupi mannari di Mtv Teen Wolf.

Oltre ad O’Brien in La Fuga ritroviamo Thomas Brodie-Sangster, Ki Hong Lee e Kaya Scodelario accanto alle new entry Rosa Salazar, Jacob Lofland, Giancarlo Esposito, Aidan Gillen, Barry Pepper, Lili Taylor e Alan Tudyk.

Maze Runner – La Fuga arriva da noi con un mese di ritardo rispetto a quasi tutto il resto del mondo, dove ha dominato per settimane i box office (30 milioni di dollari nel primo week-end in Usa e 238 milioni di dollari in tutto il mondo), quindi si può parlare di successo preannunciato anche per i botteghini italiani.

Lucca Comics and Games schierato con Katniss di Hunger Games

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I ribelli del Distretto 13, guidati dalla ghiandaia imitatrice Katnsiss Everdeen stanno per lanciare l’attacco finale a Capitol City e al Presidente Snow.

In attesa di Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2, a Lucca sarà possibile lottare al fianco di Katniss e compagni e aiutarli a ribaltare le sorti di Panem.

Healthy_Foods_Nutrition_018Al Lucca Comics and Games, sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre, i due fronti della battaglia si schiereranno.

Il Presidente Snow e i simboli della sua tirannia saranno in Piazza San Michele, mentre chiunque vorrà unirsi ai ribelli si darà appuntamento al Loggiato Pretorio per organizzare l’azione finale e vivere le emozioni dell’epico finale della saga.

Elio Germano: il giovane coraggioso

Oggi Elio Germano è una certezza del nostro cinema, il suo talento è ormai indiscusso e apprezzato – tanto che questa nuova stagione cinematografica lo vede protagonista con due progetti: Suburra di Stefano Sollima e Alaska di Claudio Cupellini – ma a portarlo fin qui sono state una manciata di scelte coraggiose, che non tutti al suo posto avrebbero fatto.

Non tutti, ad esempio, sarebbero passati altrettanto disinvoltamente dagli inizi teatrali al cinema di Carlo Vanzina (Il cielo in una stanza, 1999). Non tutti avrebbero accettato il ruolo impegnativo, scene di nudo integrale comprese, interpretato in Nessuna qualità agli eroi di Paolo Franchi – poi regista dell’altrettanto discusso E la chiamano estate. Non tutti avrebbero scelto, in quello stesso 2007, di essere protagonisti di Mio fratello è figlio unico, condividendo la scena con l’attore del momento, Riccardo Scamarcio, e accettando la sfida di distogliere l’attenzione del pubblico da lui per attirarla su di sé, cosa che al nostro attore riuscì pienamente. Ed è proprio grazie a questi due lavori che Elio Germano s’impone all’attenzione di critica e pubblico. Sette anni dopo, è un altro sentiero impervio quello per il quale s’incammina, guidato da Mario Martone, scegliendo d’interpretare un mostro sacro della letteratura italiana come Giacomo Leopardi ne Il giovane favoloso, e di provare a rendere una figura complessa, appesantita nel tempo dall’approccio manualistico. Sentiero che percorre con determinazione, riuscendo a mostrare il poeta sotto una nuova luce e a farlo riscoprire. Una vera consacrazione, segnata dai riconoscimenti (David e Nastro d’Argento) e dal successo al botteghino, che sancisce la sua affermazione e ne conferma il calibro di attore di razza, su cui il nostro cinema punta e punterà in futuro.

Elio Germano, classe 1980, è un trentacinquenne romano schietto, che non teme di esporsi e impegnarsi per cause che condivide (la Fondazione Teatro Valle Bene Comune ne è solo un esempio) o di mettere le sue convinzioni in musica, come fa col suo progetto rap Bestierare. Per lui impegno e politica sono nel quotidiano, dunque anche in ogni scelta lavorativa, da operare sempre in coerenza con sé stessi e con ciò in cui si crede. È spesso definito un antidivo, forse perché non è il classico bello inseguito costantemente dai flash dei fotografi; o perché non va a caccia di mondanità e si ostina a vivere in un piccolo appartamento al Corviale, lui, nato a Monteverde da famiglia benestante di origini molisane (Duronia, in provincia di Campobasso).

Fin dall’inizio, Elio sa cosa vuole diventare e già nel ’93 esordisce al cinema con Castellano e Pipolo in Ci hai rotto papà. Per il resto del decennio si forma alla scuola Teatro Azione e si fa le ossa sul palco di diversi teatri romani, oltre ad iscriversi (per poco) alla facoltà di Lettere e Filosofia. Nel ’99 arriva l’opportunità di tornare al cinema con Il cielo in una stanza di Carlo Vanzina e lui non se la fa sfuggire, sapendo che può essere un ottimo trampolino di lancio.

Così è, se negli anni successivi alterna cinema e tv, che frequenta stabilmente, partecipando a fiction come Un medico in famiglia 2, Il sequestro Soffiantini, Ferrari, Paolo Borsellino fino al 2005, per poi tornarvi solo da protagonista nel 2012 con la miniserie di Andrea Porporati su Felice Maniero, Faccia d’angelo. Al cinema, si unisce al cast di Concorrenza sleale (2001), recitando al fianco di Diego Abatantuono e Sergio Castellitto, sotto la direzione di un maestro come Ettore Scola. Ma partecipa anche all’esordio dietro la macchina da presa di Ivano De Matteo, Ultimo stadio (2002). Lo stesso anno prende parte al drammatico e poetico Respiro di Emanuele Crialese, che porta a casa due premi da Cannes – Gran Premio e Premio della Critica Giovane. Mentre, nel 2004 è protagonista, assieme a Silvio Muccino e Violante Placido, della commedia generazionale di Giovanni Veronesi Che ne sarà di noi.

Elio Germano si presenta insomma come un attore versatile e senza preclusioni, cui piace esplorare vari generi e media.

Nel 2005 partecipa all’opera prima da regista di Libero De Rienzo, Sangue – La morte non esiste. Ma gli avvenimenti importanti di quest’anno per la sua carriera sono due: l’incontro con Gabriele Salvatores, che lo vuole per il noir Quo vadis, baby? – lo sceglierà di nuovo nel 2008 per Come Dio comanda – e la partecipazione al premiatissimo Romanzo Criminale di Michele Placido, che mescola azione e ricostruzione storica nel tratteggiare ascesa e caduta della banda della Magliana, sulla scorta dell’omonimo romanzo di De Cataldo. È il caso cinematografico dell’anno e darà vita all’omonima fortunata serie tv. Qui Germano mostra le sue straordinarie doti d’immedesimazione, che impreziosiscono anche i piccoli ruoli, interpretando il Sorcio, “assaggiatore” d’eroina per conto del Terribile e poi della banda.

Nel 2006 l’attore romano lavora per la prima volta con Paolo Virzì in N (Io e Napoleone). Il regista livornese lo sceglierà ancora due anni dopo.

Pur avendo inanellato una serie di importanti collaborazioni con alcuni tra i registi più quotati del panorama italiano, Elio non ha ancora avuto la sua grande occasione. Questa arriva nel 2007 assieme a un altro incontro importante per la sua carriera: quello con Daniele Luchetti, che lo dirige in Mio fratello è figlio unico. Il suo talento può esprimersi appieno nel caratterizzare il protagonista Accio, giovane nell’Italia degli anni ’60, in cerca di punti di riferimento e alle prese con un complesso rapporto col fratello maggiore Manrico (Riccardo Scamarcio). L’interpretazione è intensa e vivida e riesce a portare il pubblico dalla sua, facendo sbiadire l’astro di Scamarcio, allora ai suoi massimi. S’impone così anche all’attenzione della critica e arrivano i premi: David di Donatello e Ciack d’oro come miglior attore protagonista, Globo d’oro come miglior attore rivelazione e Premio Biraghi.

Nel 2008 Elio è il conduttore radiofonico Marco Baldini nel film di Francesco Patierno Il mattino ha l’oro in bocca e recita con Michele Riondino nel lavoro tratto dal romanzo di Gianrico Carofiglio Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari. Ma veste anche i panni del venditore d’assalto nella commedia amara Tutta la vita davanti di Paolo Virzì, e quelli del disabile mentale Quattro Formaggi in Come Dio comanda di Gabriele Salvatores. Due prove molto diverse. La prima, apparentemente più semplice, fortemente caratterizzata, ma senza mai scadere nella macchietta, fa emergere come si possa perdere di vista la propria umanità e quella altrui, fagocitati dall’ossessione per l’interesse personale. La seconda, più impegnativa, lo porta ad esplorare gli abissi del disagio psichico in un personaggio inquietante, dalla doppia faccia.

Il 2010 porta grandi soddisfazioni al nostro attore, perché la sua interpretazione toccante e mai retorica di un operaio edile alle prese con un grave lutto e tre figli da crescere, non solo gli vale plauso e premi in patria (David e Nastro d’Argento come miglior attore protagonista), ma lo fa apprezzare anche dalla giuria di un festival ambito come Cannes, dove è premiato per la miglior interpretazione maschile, ex aequo con Javier Bardem. Il premio mancava all’Italia dall’ ‘87, quando andò a Marcello Mastroianni.

Lo stesso anno, Germano interpreta Folco Terzani nel film di Jo Baier La fine è il mio inizio, ispirato all’omonima autobiografia del giornalista Tiziano Terzani. Si dà poi al cinema d’impegno civile e ritrova Daniele Vicari, che lo dirige nei panni di un giovane giornalista al G8 di Genova del 2001, nel potente Diaz – Don’t clean up this blood (2012). È il protagonista attorno al quale ruota il cast corale di Magnifica presenza, diretto da Ferzan Ozpeteck. Accanto a lui Margherita Buy, Beppe Fiorello, Paola Minaccioni e Vittoria Puccini. Ma è anche, assieme a Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi e Gianni Morandi, al centro del noir di Edoardo Gabriellini Padroni di casa. Torna poi a lavorare con Veronesi nella commedia L’ultima ruota del carro (2013).

Nel 2014, il grande successo de Il giovane favoloso, in cui la sua potente e variegata interpretazione di Giacomo Leopardi, frutto di un lavoro meticoloso sui testi e nei luoghi leopardiani, ha messo d’accordo critica e pubblico, dando una seconda vita al poeta di Recanati. Germano ha saputo restituire la vitalità, l’ironia, l’intelligenza multiforme e perfino i piccoli vizi dell’uomo, come il suo essere anticipatore e fuori dagli schemi, la grandezza del mondo interiore e il genio del poeta, in contrasto con i limiti imposti dalla natura, dall’ambiente e dalla società. Un vero e proprio rovesciamento di prospettiva, che ha permesso al pubblico di riavvicinarsi a Leopardi e ai suoi versi, proprio grazie al film diretto da Mario Martone.

Cambiando di nuovo genere con la disinvoltura che lo contraddistingue, Elio è oggi protagonista, assieme a Pierfrancesco Favino e Claudio Amendola, di Suburra di Stefano Sollima, film di genere, d’azione e tensione, che pesca a piene mani dall’attualità italiana, raccontando la mala Roma degli intrecci tra politica e criminalità.

Lo vedremo ancora in primo piano, assieme ad Astrid Berges-Frisbey, in una storia d’amore immersa in atmosfere cupe e tesissime in Alaska di Claudio Cupellini, già regista del bel noir Una vita tranquilla e di alcuni episodi di Gomorra, la serie. Il film sarà in concorso alla Festa del Cinema di Roma e, a giudicare dalle immagini finora disponibili, quella di Germano si preannuncia come un’altra interpretazione di tutto rispetto. Nel cast anche Valerio Binasco e Marco D’Amore.

Guardians of the Galaxy Vol. 2: James Gunn rivela nuovi dettagli

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Durante una lunga sessione di domande e risposte con i suoi fan di Facebook, James Gunn ha svelato qualche piccolo dettaglio in più in merito a Guardians of the Galaxy Vol. 2.

Per prima cosa il regista ha confermato che il cast del film è quasi completo, che le riprese cominceranno ad Atlanta a febbraio e che dureranno 10 mesi. Anche se Gunn è stato prudente sulle cose da rivelare, non ha smentito un’apparizione di Adam Warlock, dicendo chiaramente che almeno un volto nuovo si unirà alla squadra del primo film.

Ecco cosa ha detto: “Non vi darò nomi o numeri, ma ci sarà almeno un personaggio nuovo nella squadra. Aspettate e vedrete… Tutto sarà diverso con le ‘Infinity Wars’. Sono molto più concentrato sul Volume 2 che sulle Guerre dell’Infinito. Volume 2 è strutturato e ben architettato in modo da stare in piedi da solo. Non è fatto per anticipare nulla di diverso. Tratta dei Guardiani e della loro vita”.

Alla fine della sessione Gunn ha confermato che continuerà a lavorare con Marvel fino a che gli sarà possibile, sia per i Guardiani che per altri progetti a essilegati, se ce ne saranno.

In Guardiani della Galassia Volume 2, che arriverà al cinema nel 2017, torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista e in veste di doppiatori Vin Diesel e Bradley Cooper.

The Walk 3D: 19 e 20 ottobre con Sala Bio

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Martedì 20 ottobre, presso il Cinema Colosseo di Milano, torna l’appuntamento con Sala Bio, la sala cinematografica a cura di Biografilm Festival dedicata ai migliori biopic e ai grandi racconti di vita.

Alle ore 21.00 si terrà l’attesa anteprima del nuovo film del regista premio Oscar® Robert Zemeckis (Forrest Gump, Ritorno al futuro, Cast Away), The Walk.

La pellicola racconta l’incredibile impresa del funambolo Philippe Petit (interpretato da Joseph Gordon-Levitt) che è riuscito a passeggiare, su di un filo di acciaio, tra le Torri Gemelle del World Trade Center. Completano il cast del film, sceneggiato dallo stesso Zemeckis con Christopher Browne, il Premio Oscar® Ben Kingsley (Shutter Island, Oliver Twist), Charlotte Le Bon (Amore, cucina e curry, Yves Saint Laurent), Ben Schwartz (House of Lies), James Badge Dale (World War Z), Steve Valentine (celebre per la serie tv Crossing Jordan), Clément Sibony (The Tourist) e Mark Camacho (X-Men – Giorni di un futuro passato).

Il film sarà presentato in anteprima a Sala Bio in 3D e in lingua originale, sarà poi distribuito nelle sale italiane a partire dal 22 ottobre 2015 per Warner Bros. Entertainment Italia.

The Walk sarà presentato in anteprima anche a Sala Bio Bologna (Cinema Odeon) lunedì 19 ottobre e a Sala Bio Roma (Cinema Adriano) martedì 20 ottobre alle 21.00, sempre in 3D e in lingua originale.

THE WALK

di Robert Zemeckis

I limiti esistono soltanto nell’anima di chi è a corto di sogni. Philippe Petit.

L’impresa folle e (quasi) impossibile dell’uomo che ha camminato su un filo d’acciaio fra le Torri Gemelle per 45 minuti a più di 400 metri d’altezza. È questo che il regista Premio Oscar® Robert Zemeckis (Forrest Gump) racconta in The Walk, la storia vera di un giovane sognatore, il funambolo Philippe Petit, che nel 1974 ha compiuto un’impresa passata alla storia: passeggiare fra le Torri Gemelle del World Trade Center in equilibrio su un filo d’acciaio. Con tanto coraggio e un’ambizione cieca, Petit riesce a superare i limiti fisici, la paura e i divieti delle forze dell’ordine e vincere così la sua sfida contro tutto e tutti.

Uscita italiana: 22 ottobre (WARNER BROS. ENTERTAINEMENT ITALIA)

The Lobster: due clip dal film con Colin Farrell e Rachel Weisz

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Ecco due clip da The Lobster, film con protagonisti Colin Farrell e Rachel Weisz e diretto da Yorgos Lanthimos, presentato a Cannes 2015 nella sezione Ufficiale del Concorso.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Colin Farrell e Rachel Weisz sono i protagonisti del film, e nel cast sono presenti ancheJohn C. Reilly e Ben Whishaw.

Gli sceneggiatori sono lo stesso Lanthimos e Efhtimis Filippou, suo collaboratore di lunga data.

The Lobster è ambientato in un futuro distopico in cui, per legge, le persone single vengono invitate a trasferirsi in un hotel e obbligati a trovare un compagno o una compagna entro 45 giorni. In caso contrario, le persone verranno trasformate in un animale e lasciate nei boschi.