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Gambit: scelta l’attrice che affiancherà Channing Tatum

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Gambit: scelta l’attrice che affiancherà Channing Tatum

Arriva da Deadline la notizia esclusiva che a Lea Seydoux (La vita di Adele, Spectre) è stato offerto il ruolo della protagonista femminile al fianco di Channing Tatum in Gambit. L’attrice era in lizza per la parte di Bella Donna Boudreaux assieme a Rebecca Ferguson (Mission Impossible Rogue Nation) e Abbey Lee (Mad Max Fury Road); la Ferguson, però, non era più in gara per il ruolo dopo aver accetato di recitare al fianco di Emily Blunt in The Girl on the Train.

Attendiamo la conferma ufficiale del casting dell’attrice. Cosa ne pensate di questa scelta?

Channing TatumGambit sarà diretto da Rupert Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie) e la sceneggiatura porterà la firma di Josh Zetumer (RoboCop). Il film sarà prodotto dallo stesso Tatum in collaborazione con Reid Carolin, Simon Kinberg e Lauren Shuler Donner (storici produttori del franchise di X-Men) e uscirà al cinema il 7 ottobre 2016.

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2: i ribelli nel nuovo banner

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Ecco un nuovo banner di Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 in cui possiamo vedere schierati i ribelli insieme a Katniss, la Ghiandaia Imitatrice.

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 arriverà al cinema il 19 novembre 2015. Il film è diretto da Francis Lawrence e vede nel cast Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Sam Claflin, Jena Malone.

Katniss è a capo di una rivolta contro una Capitol City sempre più determinata ad ucciderla e Peeta, salvato dalle grinfie del Presidente Snow dopo le torture subite, sembra essere ormai una persona diversa.

Star Wars il Risveglio della forza: Kylo Ren pronto alla battaglia [foto]

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Ecco nella gallery a seguire una nuova immagine, pubblicata da Empire, di Kylo Ren (Adam Driver) pronto alla battaglia per Star Wars il Risveglio della forza:

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STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: IL CAST SALUTA IL D23

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: I COSTUMI AL D23 [FOTO]

Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Mark HamillHarrison FordCarrie FisherMark Hamill,Anthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie e Max von Sydow.

The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo (The Day After Tomorrow) è il film del 2004 diretto da Roland Emmerich con protagonisti Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Emmy Rossum e Ian Holm.

NEMO PROPHETA IN PATRIA

Analisi di The Day After Tomorrow

 

  • IN PRINCIPIO, FU UNA CATASTROFE

La frase che dà il titolo a questa disquisizione affonda le sue radici nei Vangeli (i tre sinottici più Giovanni) ed è parte di una locuzione, più estesa, latina: “Nemo propheta acceptus est in patria sua”, tradotto come “nessun profeta è gradito in patria”, frase pronunciata dal Messia Gesù in persona, che si riferisce a tutti coloro che vengono disprezzati- o comunque sottovalutati- nella loro terra natia, tra la loro gente[1]. Un po’ come accadeva all’omerica Cassandra, sacerdotessa condannata dal Dio Apollo al dono della profezia, ma destinata a restare inascoltata proprio dalla sua stessa gente.

Anche il libro dell’Apocalisse, uno dei testi più immaginifici del nostro mondo occidentale giudaico- cristiano, è ispirato (oltre che dall’Esodo anche dal Libro dei Salmi) soprattutto dai libri dei Profeti contenuti nell’Antico Testamento: Daniele, Ezechiele, Isaia e Zaccaria[2].

Qual è, a questo punto, il legame tra “profezia” e “catastrofe”?

Spesso le grandi calamità che si sono realmente abbattute sull’umanità potevano essere in qualche modo scongiurate: le tracce delle incombenti sciagure catastrofiche erano ben visibili, solo che nessuno è riuscito a decifrarle in tempo o, semplicemente, tutti si sono finti sordi per resistere al loro lugubre richiamo.

Nel film The Day After Tomorrow la lunga ombra del rischio della profezia mancata e del profeta ripudiato dalla propria gente si estende fin dai primi minuti del film, per poi sciogliersi nel classico happy- ending finale. Un profeta, una profezia, ma soprattutto un’apocalisse che veglia sull’umanità dalla notte dei tempi, perché tutto ha avuto inizio… proprio da una catastrofe.

The Day After Tomorrow filmSecondo i testi sacri alle grandi religioni monoteiste e secondo la mitologia degli antichi popoli vissuti prima dell’avvento di Cristo sulla terra, tutto ha avuto origine dalla distruzione primordiale.

In realtà, perfino nel Bereshit – Rabbà[3] L’altissimo, prima di creare questo mondo, ne aveva già creati altri per poi distruggerli subito dopo perché imperfetti: il nostro sarebbe il risultato del ventottesimo tentativo;[4]

nella Bibbia stessa, la storia delle peregrinazioni umane ha inizio con la catastrofica cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, per poi proseguire con il Diluvio Universale, Sodoma e Gomorra, fino al trionfo macabro e visionario descritto nella già citata Apocalisse di Giovanni; come ha ben espresso Alberto Asor Rosa, “La catastrofe non solo vive da sempre nell’immaginario collettivo umano ma ne rappresenta la genesi”[5].

Analizzando The Day After Tomorrow, possiamo notare come esso usufruisca di una solida morale giudaico- cristiana, caposaldo della civiltà occidentale, per mettere in scena questi topoi mitici calandoli nella realtà cinematografica dell’industria mainstream hollywoodiana.

Il personaggio del dottor Jack Hall (Dennis Quaid), come un novello profeta biblico o una Cassandra vessata dall’antica maledizione, esprime il suo greve monito sulle condizioni climatiche del nostro pianeta pochi minuti dopo l’inizio del film: ovviamente nessuno lo prende davvero sul serio- riconfermando la tesi dei Vangeli che Nemo Propheta…- nessuno lo appoggia, a parte gli storici membri della sua squadra, che a costo di andare incontro al drammatico sacrificio supremo, si immolano in nome della causa per seguire il loro “capo” (un retaggio degli Apostoli biblici? Plausibile, visto il gioco dei riferimenti).

Jack cerca di avvertire i potenti della terra, riunitisi in India per trovare una soluzione alle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera[6], ma le sue parole vengono accolte tra lo stupore e lo scetticismo, soprattutto da parte del vice presidente degli Stati Uniti il quale, solo in un secondo momento, sarà costretto davanti alla catastrofe ad ammettere i propri errori e quelli di un’intera classe dirigente, mostratasi cieca e ottusa nei confronti dei segnali provenienti dall’esterno che avrebbero potuto sventare una distruzione di massa.

The Day After Tomorrow, il tema della colpa

Il tema della colpa, così pregnante nel finale del film e nel discorso tenuto dal nuovo presidente- reo colpevole- è legato a doppio filo alla natura della tragedia di massa: “La Catastrofe si presenta come la punizione di un peccato, di un’infrazione commessi. L’uomo paga per una colpa talmente grande da non poter essere cancellata con una normale espiazione”.[7]

Nel film un leitmotiv citazionista è quello del topos del Diluvio Universale, dell’inondazione pantagruelica che sommerge la vita umana fino ad estinguerla; se pensiamo alla data d’uscita del film- il 2004- e ci fermiamo a fare un bilancio, possiamo notare come molte delle profezie climatiche compiute da Roland Emmerich[8] in questa pellicola si siano poi avverate, e a solo undici anni di distanza: siamo quasi abituati, oggi, a sentir parlare di bombe d’acqua improvvise[9] e rovinose, frane causate dal terreno che cede indebolito dalla deforestazione e dalla longa manus dell’uomo, chicchi di grandine grossi come sassi, nevicate abbondanti e improvvise, uragani e tornado, tsunami, terremoti e incendi non sempre dolosi.

Basti pensare, per esempio, all’uragano Irene, che si è abbattuto proprio sulla costa Atlantica degli Stati Uniti nel 2011: fino a quel momento nessun uragano si era più abbattuto sulla Grande Mela da molto tempo, ma a partire da quell’anno, quando le correnti fredde dell’Atlantico provenienti dal Canada e quelle calde che soffiavano dal Messico si sono incontrate, anche New York si è ritrovata nell’occhio del ciclone come più della metà degli stati nordamericani; e dopo Irene ne sono susseguiti altri ben peggiori, come Sandy o Arthur, e chissà quanti altri colpiranno la città nei prossimi anni.

Anche gli Tsunami sono prepotentemente entrati nel nostro immaginario collettivo, col loro nome esotico che, a dispetto della morbidezza corallina del suono, non promette niente di buono[10] e rappresenta la vera e propria materializzazione de “L’incubo di Noè”: si tratta di un’onda spaventosa, con un’altezza in media compresa tra i 6 e i 12 metri che si abbatte rovinosamente su tutto quello che incontra, cancellando ogni traccia di vita durante la sua folle corsa. Immediatamente i nostri ricordi vanno alle immagini dello Tsunami che ha colpito il sud- est asiatico nel 2006, oppure quello che si è abbattuto sul Giappone nel 2011, a Fukushima, riaccendendo inoltre il sinistro barlume della minaccia nucleare.

Noè, la sua figura mitica, sembra essere lo psicopompo ideale di questo macabro viaggio tra le macerie delle catastrofi, visto che ogni cultura- occidentale e non- ne ha avuta, fin dalla notte dei tempi, la sua personale versione, atta a spiegare razionalmente una forza naturale altresì impossibile da gestire, controllare e fermare.

The Day After Tomorrow

I primi a parlarne furono i Babilonesi intorno al Cinquecento a.C, anche se sono state rinvenute delle tavolette più antiche risalenti addirittura al Duemila a.C che contenevano sempre la narrazione dello stesso mito: Gilgamesh ne è l’eroe protagonista, che si mette alla ricerca della fonte dell’immortalità dopo la morte del suo amico Enkidu.

Tra i tanti episodi narrati, quello con protagonista Utnapistim (la versione sumera di Noè) ricalca da vicino la trama della vicenda biblica, così come noi la conosciamo[11]: lo stesso si può rintracciare nel patrimonio mitologico greco, col mito di Deucalione e Pirra, o in quello della tradizione Indù Puranica con la storia di Manu, passando attraverso l’Europa, risalendo l’Asia intera, l’Oceania e perfino le Americhe: insomma, tutte le culture sembrano aver sviluppato, alla base della loro tradizione culturale orale- e poi scritta- il racconto drammatizzato di una catastrofe primigenia, forse telecronaca e reportage di fatti realmente accaduti, o antico monito di una punizione estrema inflitta da una divinità superiore per la stoltezza degli uomini?

ROLAND EMMERICH: IL PROFETA DELLA CATASTROFE

Roland Emmerich[12], regista tedesco, è- a tutti gli effetti- nel panorama hollywoodiano il “profeta della catastrofe”, l’uomo che con la sua ricca filmografia ha dato corpo agli incubi immaginifici della cultura pop americana, da sempre in bilico tra cupio dissolvi, desiderio di spettacolarizzazione, cinico disincanto e voyeurismo mediatico.

Già dal suo primo film “studentesco”, 1997- Il principio dell’Arca di Noè[13], il regista mostra la sua predisposizione per il genere catastrofico e le rappresentazioni apocalittiche destinate a distruggere l’umanità in genere e, in particolare, la sua roccaforte nell’avamposto dell’Impero Occidentale: gli Stati Uniti, con la svettante fortezza della solitudine newyorkese.

Il suddetto film, in realtà, mantiene un legame con Noè solo a livello semantico- catastrofico, perché la diegesi si snoda nello spazio profondo, ricreato abilmente negli studi cinematografici della Germania Ovest- ancora ben lontana dall’unificazione del 1989; ma Emmerich pone i capisaldi della sua filmografia futura, che ben si espliciteranno in veri masterpiece del genere come Independence Day, Godzilla e il “nostro” The Day After Tomorrow.

Questi tre titolo costituiscono quasi una ideale “trilogia della consapevolezza della catastrofe”, se così possiamo ribattezzarla, dove lo sguardo del regista è cresciuto gradualmente, velandosi sempre più di un alone profetico riguardo alle sorti della nostra società e del nostro pianeta.

Roland Emmerich realizza il primo di questi film nel 1996: gli Stati Uniti sono ancora la prima super potenza al mondo, gli spettri della crisi economica sono lontani come pure i pozzi di petrolio bruciati nel Kuwait e in Iraq nei primi anni ’90, durante la prima guerra del golfo, una delle prime guerre prettamente mediatica, dove l’azione- e l’apporto- dei media nella comunicazione di massa di informazioni è stato fondamentale; i tempi della guerra fredda erano ormai lontani, la Russia non incarnava più il volto storico del nemico “rosso”, la distensione era palpabile e l’unica guerra potenzialmente pericolosa si stava combattendo su un terreno distante ed esotico, come il set di un film hollywoodiano.

Così, con questo senso di onnipotenza incrementato dalla politica reaganiana degli anni ’80, le speculazioni economiche crescevano in modo sconsiderato, gli yuppies colonizzavano la società americana culturalmente, socialmente, politicamente e sul piano dei consumi e agli americani non restava che far valere la loro potenza… con il nemico alieno. Sì, perché la nuova minaccia alla florida potenza a stelle e strisce non viene più dall’interno o dai vicini più prossimi, bensì dallo spazio remoto e siderale. Gli alieni sono tra noi, e non hanno buone intenzioni: spetta al solito manipolo di sparuti eroi, i classici scienziati nemo propheta in patria, personaggi borderline difficilmente incasellabili, come il marine interpretato da Will Smith, salvare la terra dalla catastrofe. E, come in ogni film degli anni ’90 che si rispetti, la vittoria è già scritta dai titoli di testa.

In Godzilla, remake di un originale giapponese diretto da Ishirō Honda nel 1954, il trionfo del più classico American Way of Life è funestato dalle ombre della minaccia nucleare: il “mostro” del titolo, un lucertolone preistorico tornato dalle profondità degli abissi, è stato risvegliato dagli sperimenti atomici condotti dagli americani al largo delle coste del Pacifico; è come se Emmerich volesse ricordare agli statunitensi- e in particolare alla loro casta politica- che un uso sconsiderato di un’energia potenzialmente innovativa ma difficile da gestire, se non attraverso una costante- e costosa!- manutenzione poteva avere delle conseguenze incalcolabili e catastrofiche, e il lucertolone squamoso faceva comunque sempre meno paura delle vittime di Chernobyl o di tutti coloro contaminati dalle radiazioni.

La visione profetica del tedesco Emmerich –un profeta involontario della catastrofe non americano, non a caso- trova il suo acme proprio nella realizzazione di The Day After Tomorrow: il film esce tre anni dopo i tragici fatti dell’11 Settembre, fatti che hanno sconvolto il mondo ma che hanno sancito, contemporaneamente, il crollo e la morte del grande Sogno Americano.

The Day After Tomorrow 1Il riferimento al dramma del World Trade Center si presenta qui in duplice veste: da una parte la consapevolezza che il “nemico” può colpire in ogni momento, dall’interno, nel momento più inaspettato e mietendo vittime tra gli innocenti; dall’altra, la lettura religiosa del classico happy- ending comune a tutti i film a base di catastrofi e calamità naturali, soprattutto in una società americana sempre più vicina ai dettami della fede cattolica evangelica (in grande rilancio a partire dagli anni ’90, conta oggi quasi 70 milioni di fedeli sparsi in tutti gli States):

“[…] In un approccio catastrofico intrecciato con quello religioso il lieto fine è necessario. Certi esiti politici e geopolitici, in primis quelli elaborati durante l’amministrazione Bush, si spiegano anche così: il popolo di Dio sottoposto all’attacco delle forze del Male, il percorso nel deserto e la battaglia finale (riferendosi al dramma dell’11/09/2001, NdA) […] La città di Dio, la “casa sulla collina”, ha bisogno dell’azzeramento della situazione precedente per concretizzarsi”[14].

Il lungo discorso finale della pellicola, tenuto dal vicepresidente chiamato dalle necessità a sostituire il suo capo in pectore morto durante la catastrofe climatica, è una tirata d’orecchi vigorosa alla politica statunitense, sorda ai richiami internazionali riguardo al consumo eccessivo e spregiudicato delle risorse naturali e ai mancati accordi del protocollo di Kyoto (2004) a proposito dell’emissione dei gas serra: tutto questo potrebbe portare a un tracollo rovinoso delle condizioni climatiche mondiali, le stesse simulate dal regista nella pellicola, con un’unica soluzione plausibile- dopo la necessaria espiazione delle gravi colpe: ricominciare tutto da zero, con una nuova consapevolezza, in quei paesi che sono da sempre stati bollati come “terzo mondo”, l’ultimo avamposto sopravvissuto del mito della frontiera.

  • L’AMERICA TRA IL MITO DELLA FRONTIERA E LO SPETTACOLO DELLA CATASTROFE[15]

La frontiera; gli spazi desolati, sconfinati, dove è la natura a farla da padrone, là dove l’impronta dell’uomo ancora non si è estesa; spazi da conquistare, addomesticare, plasmare, per seguire fino in fondo quel messaggio affidato da Dio all’uomo: l’americano medio ha radicato nel sangue questo spirito, lo stesso che ha spinto i primi padri pellegrini ad abbandonare la vecchia Inghilterra a bordo della Mayflower per colonizzare una terra oltreoceano, ignota ed immensa; lo stesso spirito che li ha supportati durante l’espansione verso ovest, alla conquista del famoso vecchio “west” mitico, futuro caposaldo dell’industria hollywoodiana, anche quella spostatasi nei primi anni del ‘900 dal polo propulsivo di New York in un sobborgo collinare di Los Angeles, la fabbrica dei sogni e degli incubi di un intero mondo.

Il mito della frontiera affascina da sempre gli statunitensi, ma anch’esso ha dei limiti: nei loro sconfinati spazi hanno sempre provato a proiettare- per poi realizzarle- le loro utopie, i loro sogni individuali; però un po’ d’oceano può essere contenuto in un bicchiere, e proprio la distesa d’acqua del Pacifico ha posto fine all’avanzata selvaggia del progresso, del capitalismo, del consumismo, della società di massa “made in USA”.

Dopo essersi resi conto di questo brusco ostacolo insormontabile, e che nemmeno quegli spazi potevano rendere realizzabili tutti i sogni individuali che venivano coltivati, gli americani hanno cominciato ad andare in cerca di sempre nuove frontiere da occupare: l’esterno, altre terre, lo spazio siderale. L’impresa ha rivelato solo la caducità delle utopie, e ha accresciuto nella società statunitense l’ammirazione nei confronti del concetto di catastrofe, intesa come l’unica possibilità rimasta per demolire e ricostruire, a partire da uno spazio vergine.

The Day After Tomorrow, pur essendo la creatura di un regista tedesco- ergo dotato di una sensibilità europea- ma dotato di un gusto americano per l’opulenza visiva e l’immaginario catastrofico, immortala proprio questo pensiero: l’improvvisa e letale glaciazione che si abbatte sull’emisfero nord cancella, nell’arco di nemmeno una settimana, tutte le tracce della vita occidentale così come si era stratificata nel corso dei secoli. Ai pochi superstiti lungimiranti non resta che affrontare un viaggio di ri- colonizzazione di alcune terre da sempre bollate come “terzo mondo” e che adesso, per una sorta di ironia tragica, si apprestano a dare rifugio a loro, profughi e fossili di un impero che hanno distrutto con le proprie mani, masticando l’amara polvere del fallimento. Come scrive Ilardi, “[…] nella cultura americana, la catastrofe non avrebbe tanto la funzione di mettere in guardia sui pericoli del progresso e delle tecnologie o di esorcizzare le grandi paure collettive, quanto piuttosto di obbligare gli americani a immaginare nuove dimensioni spaziali, nuove forme di vita e di associazione. Ricorda loro che la vera identità dell’America sta nella frontiera, non negli spazi affollati e promiscui della metropoli, che l’americano è prima di tutto un pioniere e poi, disgraziatamente, un cittadino”[16].

Il cittadino è un pioniere, un esploratore dell’ignoto, pronto a compiere questo viaggio in solitaria attraverso il nulla degli spazi sterminati: come nel vecchio west dove ci si spostava riuniti in piccoli gruppi che nascevano da esigenze religiose, culturali, sociali, e poi da queste carovane nomadi nascevano i primi nuclei cittadini, nei film catastrofici a salvarsi non è mai la moltitudine, l’intera umanità, ma sempre un manipolo di sparuti sopravvissuti; ricollegandoci al mito del Diluvio Universale biblico (dove- animali a parte- a salvarsi erano Noè, sua moglie, i loro tre figli Sem, Cam e Iafet con le rispettive consorti) a salvarsi nei vari disaster films sono sempre i migliori, i più forti, i più intelligenti, i più buoni- come ha fatto notare Fabio Tarzia- coloro che corrispondono all’archetipo americano dell’equipe specializzata pronta a salvare l’umanità dall’estinzione, persone normali, con le loro debolezze, che si trasformano però in eroi (o super- eroi, visto che parliamo di cultura “pop” americana):

“[…] c’è lo scienziato isolato osteggiato dalle autorità, il poliziotto animato da un sovrumano senso di giustizia, il militare che in nome del bene è disposto a disobbedire agli ordini e poi persone normali i cui hobby, interessi, inclinazioni diventano improvvisamente utili per far fronte all’emergenza”[17].

In effetti, l’immaginario della catastrofe si stratifica nella cultura pop americana proprio a cavallo tra ‘800- ‘900, quando gli spazi si esauriscono e il mito della frontiera rivela pian piano le sue insidie, perdendo il proprio fascino.

È in quel periodo che nasce anche la spettacolarizzazione di questo desiderio recondito, di questo cupio dissolvi latente nell’animo dell’americano medio, questa consapevolezza che solo distruggendo radicalmente e ricominciando tutto da zero, si può iniziare una nuova corsa all’oro volta a consolidare- ancora una volta- la forza e la potenza del più grande impero occidentale. Fino alla tragedia dell’11 Settembre gli statunitensi hanno sempre vissuto tutti i conflitti più sanguinosi di riflesso, mai in prima persona, osservandoli dall’alto di una remota collina, proprio come accadeva a Jack London durante il terremoto- e il successivo incendio- che distrussero la città di San Francisco nel 1906[18]; si sono sempre posti nei confronti degli eventi apocalittici come degli spettatori privilegiati e intoccabili, supportati da nuovi media via via sempre più rapidi ed efficienti nel trasmettere informazioni utili a soddisfare la curiosità morbosa e voyeuristica di un pubblico di guardoni affamati di nuove emozioni adrenaliniche, pronti ad immergersi in quegli eventi- proprio come in una realtà virtuale- per simularli, provando a viverli in prima persona.

L’attentato che ha segnato il XXI secolo ha ceduto il posto ad un nuovo tipo di consapevolezza, perché i media hanno immortalato in diretta quello che accadeva in “casa propria”, negli USA, superando di gran lunga l’immaginazione iperattiva e dirompente di qualunque regista esperto di disaster films. Solo che l’orrore lucido che veniva esibito sugli schermi di miliardi di televisioni, rimbalzando ad una velocità impressionante da continente in continente, non era simulato da moderni effetti speciali o dalla computer grafica: era tutto disastrosamente vero, e l’americano medio non si sentiva più così al sicuro sulla sua collina remota.

  • LOTTA DI CLASSE TRA NUOVI E VECCHI MEDIA

Dare corpo all’immaginario catastrofico connaturato al DNA dei pionieri americani è stato possibile solo grazie all’avvento del cinema. Non è un caso, infatti, se questa percezione si è radicata a partire dalla fine dell’ottocento, data simbolica che ha sancito la fine della corsa alla frontiera ma anche la nascita del cinematografo ad opera dei fratelli Lumière nel 1895[19]; Donatella Capaldi in un suo saggio illustra bene l’atteggiamento dei media novecenteschi nei confronti dell’argomento:

Spettacolari ma senza atarassia, i media del secondo Novecento tendono invece a rappresentare, patire e controllare al tempo stesso la paura dell’estinzione inscenando il gioco del sopravvissuto. Vale a dire: la sciagura viene presentata come ineluttabile e incontrollabile, la paura viene oggettivata e tradotta in azione […]; il piccolo eroe che si presume sia in noi dovrà rappresentare la capacità individuale di governarla e gestirla […] l’io si proietta in player di se stesso e si guarda muovere in una mappa mediale allargata dove tutti divengono partecipi”[20].

Insomma, il superstite della tragedia si sente come un giocatore di un videogioco, proiettato in una realtà virtuale credibile, realistica ma totalmente astratta e distante; la realtà parallela lo avvolge e lo include, sviluppando una mimesi talmente impressionante con la quotidianità da spingere lo spettatore/ “attore” ad una sorta di pigra indolenza voyeuristica, attraverso la quale assiste impotente al tracollo della civiltà, senza poter- o voler- fare niente.

Sicuramente il cinema, classificato da McLuhan come un medium caldo[21], “inonda” letteralmente lo spettatore, sommergendolo di informazioni, in una vera e propria “doccia emotiva” di dati e sensazioni. Nell’era del digitale e degli effetti speciali il cinema si è visto costretto a reinventarsi per sopravvivere, per distinguersi rispetto ad altri media ma, soprattutto, per difendersi dall’avvento di un medium dalle potenzialità infinite come internet: l’unica soluzione è stata rintracciata nel potenziamento degli effetti legati allo “shock visivo” al quale viene sottoposto lo spettatore, grazie ad effetti speciali sempre più realistici che assottigliano il labile confine tra reale e immaginario; e sempre per questo motivo il 3D è tornato così di moda nelle sale odierne, per restituire- almeno, in teoria- allo spettatore un’esperienza completa che lo immerga sempre più nella realtà.

Per McLuhan il cinema è un sistema “mediante il quale arrotoliamo il mondo reale su una bobina per poi srotolarlo come un tappeto magico della fantasia, è un sensazionale connubio tra la vecchia tecnologia meccanica e il nuovo mondo elettrico”[22] e forse è il medium che per eccellenza ha incarnato il passaggio dell’uomo dal tempo della macchina a vapore- feticcio dell’era meccanica- all’avvento dell’era elettrica, epoca post- moderna sancita dall’avvento dei nuovi media interconnessi tra loro e dalla base del concetto di “villaggio globale”, enorme agglomerato tribale del quale facciamo tutti, volente o nolente, parte.

Lo spettatore di un film è come sotto l’influsso di un incantesimo, scagliato dall’immensa macchina dei sogni- e degli incubi- chiamata Hollywood che riesce a rendere possibile… anche l’impossibile, trasportando così il pubblico in un mondo “altro”, fuori da sé, un simulacro simile- sotto ogni aspetto- a quello che ci circonda ogni giorno, ma che vive entro i limiti dell’inquadratura; e lo spettatore si è subito adattato a questo passaggio, molto simile in fondo alla logica del libro, colto nella sua ritualità solitaria.

Sempre citando McLuhan:

In quanto fonde il meccanico e l’organico in un mondo di forme ondulanti, il cinema si collega anche alla tecnologia della stampa. Il lettore, proiettando- per così dire- le parole, deve seguire quelle sequenze di <<fotogrammi>> bianchi e neri che costituiscono la tipografia e aggiungervi una sua colonna sonora personale. […] sarebbe difficile sopravvalutare il legame tra stampa e cinema per quanto concerne la loro capacità di suscitare fantasie nello spettatore o nel lettore”[23] il massmediologo canadese, quindi, marca molto stretto il legame tra cinema e carta stampata, ergo parola scritta: un film, in fondo, non parte da un testo per essere poi sviluppato e codificato in una sequenza di immagini?

Nella pellicola the Day After Tomorrow uno sparuto manipolo di sopravvissuti si muove in una New York post apocalittica lambita dalle acque bibliche; tra questi c’è anche Sam (Jake Gyllenhaal)- “Sam” ha una curiosa assonanza con il nome del figlio di Noè, Sem: un’altra semplice coincidenza?- il figlio dello scienziato Jack Hall che suggerisce di barricarsi nella Biblioteca Centrale, l’unico posto dove potranno essere al sicuro. Forse non è una coincidenza se Emmerich ha scelto proprio questo luogo come ultimo rifugio di una porzione d’umanità sopravvissuta ad una catastrofe: uno spazio che contiene libri, libri stampati, frutto del progresso e della meccanizzazione della società che ha spinto l’uomo ad abbandonare una struttura tribale, abbracciare la modernità e sancire il passaggio alla città, divenuta in seguito metropoli con l’avvento della famosa era elettrica. La parola scritta, la possibilità di fissare- tramite la stampa a caratteri mobili- sulla carta i discorsi tramandati fino a quel momento solo oralmente o copiati a mano dai monaci, ha permesso alla civiltà di virare verso una diffusione democratica e massificata della cultura[24], resa disponibile e reperibile per tutti, preparando il terreno all’avvento di tutti gli –ismi che hanno segnato il Novecento: nazionalismo, capitalismo, consumismo, industrialismo, alfabetismo etc… capisaldi- nel bene e nel male- dell’impero occidentale, costruito proprio sulle lettere meccaniche create da Gutenberg: il più grande passaggio nella storia dell’uomo che ha permesso la nascita della società moderna così come la concepiamo noi oggi; è per questo che Emmerich salva come unico medium la stampa, il libro, la parola scritta perché- come fa dire ad uno dei personaggi- bruciare una Bibbia di Gutenberg sarebbe come distruggere, definitivamente, l’unica traccia rimasta della civiltà occidentale.

L’avvento dell’era elettrica ha portato ad un’incertezza vacillante nei confronti del cambiamento, ma “un nuovo medium non è mai un’aggiunta al vecchio e non lascia il vecchio in pace. Non cessa mai di opprimere i media precedenti fin quando non trova per loro forme e posizioni nuove”[25] per cui cinema e stampa possono convivere entrambi pacificamente, continuando ad influenzarsi a vicenda in quanto capisaldi nella costruzione della società moderna occidentale.

  • VERSO OCCIDENTE L’IMPERO DIRIGE IL SUO CORSO

Rubando il titolo ad un racconto di David Foster Wallace, ci avviamo verso l’inesorabile parabola discendente di questo viaggio. The Day After Tomorrow rappresenta il monito di un regista nei confronti di un impero- quello occidentale- che rischia di avviarsi da solo lungo la strada del fallimento catastrofico, vittima delle sue stesse voglie e dei suoi desideri inarrestabili: non è un caso se in questo film- come in altri del genere disaster movies-vengano distrutti sistematicamente proprio i simboli stessi del potere: in primis la città di New York, The Big Apple, il cuore pulsante della modernità, abbattuto o sommerso; ma soprattutto i suoi feticci, come la Statua della Libertà[26] emblema della modernità incontrastata di inizio Novecento, oppure l’Empire State Building, il grande gigante in acciaio, vetro e cemento preso di mira fin dal mostruoso King Kong per poi passare agli alieni invasori fino alla natura debordante, che distrugge l’opera ideale simbolo dell’ingegno umano, “un semplice surrogato della frontiera; con la sua verticalità che riproduce le gerarchie della politica, dell’economia, dei rapporti sociali è una falsa frontiera […] la vera frontiera non può che essere orizzontale”[27] , simbolo che tradisce quindi un desiderio atavico- e tutto occidentale- di vedersi sparire lentamente, annaspando tra i flutti del nulla catastrofico:

[…] la società occidentale è solo spettatrice e incapace di intervenire davanti alla progressiva aggressione dell’ambiente, il potere (la politica e i media) non si orienta verso la sostenibilità, ma il pianeta vivente può fare comunque a meno della presenza umana. Così, rinverdendo i miti del Diluvio, la Terra sommerge gli uomini con le acque e i ghiacci, e li inghiotte con inarrestabili maremoti nei film ecocatastrofici di Roland Emmerich. Giganteschi e spettacolari esorcismi in videogame”[28] .

 

 

 

[1] Significato e spiegazione tratti da http://www.treccani.it/vocabolario/nemo-propheta-in-patria/

[2]Informazioni tratte da http://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni

[3]   Bereshit- Rabbà: trattato del Talmud- “libro” sacro degli ebrei che contiene la spiegazione orale della Torah- che riguarda la Genesi

[4] Moni Ovadia, L’ebreo che ride Einaudi, Torino, 1998 p. 17

[5] Alberto Asor Rosa, Catastrofe e Apocalissi: Riflessioni intorno ad alcuni concetti fondativi dell’Occidente da Giovanni Ragone, Lo spettacolo della fine- le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media, Guerini e Associati, 2012, p. 60

[6] Proprio come accadde a Kyoto nello stesso anno dell’uscita del film- il 2004- quando gli americani presero posizione, insieme ad altri paesi dall’economia emergente, per non sottoscrivere nessun accordo e non ridurre l’emissione dei gas nocivi.

[7] Ivi, p. 60

[8] Classe 1955, è il regista di questo film e di altri come Independence Day, Stargate, Il Patriota, Godzilla, Anonymous e 2012. Di alcuni parleremo dopo.

[9] Bombe d’Acqua, ovvero “un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all’ora, o – secondo altri climatologi – quando le precipitazioni superano i 50 millimetri nell’arco di due ore” Fonte: http://www.focus.it/scienza/scienze/che-cos-e-una-bomba-d-acqua

[10] Tsunami in Giapponese vuol dire “Onda del Porto”, Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Tsunami

[11] Fabio di Pietro, I Soggetti della catastrofe tra immaginario e società globale del rischio: da Gilgamesh ai supereroi dei fumetti, da Giovanni Ragone, Lo Spettacolo della fine- Le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media, p.68- 71

[12] Per tutte le informazioni sulla sua filmografia completa, vedere http://www.imdb.com/name/nm0000386/

[13] Datato 1984

[14] Fabio Tarzia, Tra apocalissi e catastrofi: la messa in scena del “tragico” e il crepuscolo della civiltà dello spettacolo in Giovanni Ragone, Lo spettacolo della fine- Le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media p. 83

[15] Un contributo fondamentale mi è stato fornito dal saggio di Emiliano Ilardi Una modernità senza catastrofe: il grande sogno dell’immaginario americano contenuto nel già citato testo di Ragone.

[16] Ivi, p. 120

[17] Fabio Tarzia, Mondi Minacciati. La letteratura contro gli altri media, citato da Emiliano Ilardi nel suo saggio contenuto in Ragone, Lo spettacolo della fine p. 121

[18] Ivi, p. 114

[19] Informazioni ricavate da http://www.france.fr/it/arti-e-cultura/i-fratelli-lumiere-e-la-nascita-del-cinema.html

[20] Donatella Capaldi, “Poi venne il tutto, vacuo e imprevedibile”. Immaginari della catastrofe da Ragone, Lo spettacolo della fine p. 105

[21] La distinzione tra media caldi e freddi è contenuta nel testo di McLuhan Gli strumenti del comunicare; è una classificazione soggetta a delle variazioni, perché lo stesso medium può variare in base alle situazioni o ai contesti, ma in generale si definiscono caldi tutti quei media che riversano un numero ingente di informazioni sul soggetto (cinema e radio); freddi, invece, quelli a bassa definizione che necessitano dell’apporto del soggetto per la loro comprensione (televisione e telefono).

[22] Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore 2008; p. 257

[23] Ivi, p. 257

[24] Riferimento a Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica da Davide Borrelli, Dalla riproducibilità tecnica al remixing digitale in M. Pireddu, M. Serra Mediologia- una disciplina attraverso i suoi classici, Liguori Editore, 2012 p. 61

[25] McLuhan, p. 166

[26] Era già stata protagonista dell’angoscioso finale regalatoci da Franklin Schaffner nella sua prima versione de Il Pianeta delle scimmie (1968)

[27] Emiliano Ilardi, Una modernità senza catastrofe: Il grande sogno dell’immaginario americano in Ragone, p. 121

[28] Donatella Capaldi, “Poi venne il tutto, vacuo e imprevedibile”. Immaginari della catastrofe. Da Ragone, Lo spettacolo della fine, p. 107

Suicide Squad: terminate le riprese, Harley Quinn fa beneficenza

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Periodo di sosta per Hollywood che sta registrando diversi importanti stop alle riprese. Dopo la chiusura di diversi per per lavoro completato, come X-Men Apocalypse e Captain America Civil War, anche Suicide Squad chiude i battenti, e manda a casa per adesso l’affiatato cast che in questi mesi ci ha fatto divertire tramite tutte le condivisioni social e gli aneddoti riferiti dalla stampa.

Subito dopo la fine delle riprese, Margot Robbie, con Jay Courtney, si è fermata a uno stand di limonate diuna bambina che prova a raccogliere fondi per la ricerca contro la sindrome di Angelman, da cui è affetto il fratello maggiore.

Ecco il video:

GUARDA IL TRAILER DEL FILM IN ITALIANO

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Suicide Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da scontare le loro condanne. Suicide Squad arriverà al cinema il 5 agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà probabilmente spostata nell’autunno. Nel cast vedremo Will Smith nei panni di Deadshot, Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, Jai Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara Delevingne sarà Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared Leto sarà l’atteso Joker.

Gotham 2: ecco la futura Batcaverna [foto]

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Gotham 2: ecco la futura Batcaverna [foto]

Ecco la futura Batcaverna nella nuova foto di Gotham 2. Nell’immagine c’è il giovane Bruce che, evidentemente, ha scoperto le fondamenta di Wayne Manor.

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Gotham è una serie televisiva statunitense ideata da Bruno Heller per il network Fox. Annunciata nel settembre del 2013, la serie, ispirata dai fumetti di Batman, sarà trasmessa dal 22 settembre 2014. Si tratta di un prequel televisivo/spin-off incentrato sulle origini dei personaggi (eroi e cattivi) appartenenti all’universo di Batman.

Gotham 2Protagonista è Benjamin McKenzie nei panni del giovane detective James Gordon, un uomo in ascesa nella polizia di Gotham. David Mazouz è invece il giovane Bruce Wayne, rimasto da poco orfano.

In Italia la serie viene trasmessa dal 12 ottobre 2014 su Italia 1, che ha trasmesso in anteprima i primi due episodi, per poi proseguire in prima visione sul canale pay Premium Action.

I detective del Dipartimento della Polizia di Gotham City, guidati dal capitano Sarah Essen, il giovane James Gordon (detto Jim), e il suo nuovo partner Harvey Bullock, vengono ingaggiati per risolvere uno degli omicidi più sconvolgenti e di alto profilo a cui Gotham abbia mai assistito: l’assassinio di Thomas e Martha Wayne. Durante la sua indagine, Gordon incontrerà il figlio dei Wayne, Bruce, ora sotto la tutela del maggiordomo Alfred Pennyworth, che darà informazioni utili a Gordon per trovare il killer. Lungo il suo cammino da detective, Gordon dovrà confrontarsi con diversi boss della mafia e delle gang (uno dei quali è Fish Mooney), e con quelli che saranno i futuri villains dell’universo di Batman, tra i quali Selina Kyle (la futura Catwoman), Oswald Cobblepot (detto Pinguino), Edward Nigma, Ivy Pepper e Harvey Dent, coloro che diverranno l’Enigmista, Poison Ivy e Due Facce.

Forest Whitaker debutta a Broadway con Hughie

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Il premio Oscar Forest Whitaker farà il suo debutto a Broadway la prossima primavera. A dare la notizia è Variety, che annuncia anche il titolo dello spettacolo che si chiamerà ”Hughie” e sarà prodotto da Eugene O’Neill.

Michael Grandage, il regista inglese, dirigerà lo spettacolo. Darren Bagert sarà invece il produttore insieme alla Michael Grandage Company e alla Shubert Organization.

Whitaker avrà il ruolo già interpretato da Jason Robards nel 1964. Abimentata in un hotel del centro, la storia – sostanzialmente un lungo monologo – sarà incentrata su Erie Smith, che bombarda il nuovo portiere con le storie del suo passato e del tempo trascorso con il portiere della notte precedente, Hughie, recentemente morto.

Fonte

The Flash 2: prima foto ufficiale dei protagonisti

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The Flash 2: prima foto ufficiale dei protagonisti

Eccola prima immagine ufficiale di The Flash 2 in cui vediamo il cast al completo: Barry (Grant Gustin), Joe (Jesse L. Martin), Iris (Candice Patton), Caitlin (Danielle Panabaker), Dr. Stein (Victor Garber) e Cisco (Carlos Valdez).

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The Flash 2 è la seconda stagione della serie The Flash spin-off di Arrow, sviluppata dai creatori di quest’ultima Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg. Basata sul personaggio di Flash, supereroe protagonista di una serie di fumetti pubblicata da DC Comics, si svolge nello stesso universo della serie madre e verrà trasmessa dal 7 ottobre 2014 sul canale The CW.

Trama show: All’età di 11 anni, dopo aver assistito al misterioso omicidio della madre Nora e visto suo padre Henry ingiustamente accusato del crimine, Barry Allen viene accolto in casa dal detective Joe West e la sua famiglia. Anni dopo lo ritroviamo che è divenuto un brillante studente di chimica, noto a tutti per la sua grande competenza in questo campo oltre che per il suo essere perennemente in ritardo. Diventato uno scienziato forense per il Dipartimento di Polizia di Central City, Barry cerca di scoprire la verità sull’omicidio di sua madre e le sue indagini lo portano all’acceleratore di particelle di Harrison Wells. Quando i laboratori S.T.A.R. LAB indicono un evento pubblico per l’accensione di prova di un nuovo acceleratore di particelle destinato a rivoluzionare il mondo, Barry si trova nel suo laboratorio e, dopo che l’acceleratore, colpito da un fulmine, esplode a causa di un sovraccarico, il giovane viene scaraventato a terra dalla scarica di un altro fulmine mentre numerose sostanze chimiche gli si rovesciano addosso ed entra in coma. Al suo risveglio, dopo nove mesi, apprende di avere la capacità di muoversi ad una velocità sovrumana ed è anche convinto, e ben presto ne avrà la conferma, di non essere l’unico meta-umano creato dall’esplosione. Il giovane Allen decide, quindi, di utilizzare l’eccezionale potere conferitogli dal destino per proteggere l’umanità, mantenendo però segreta la propria identità.

The Walking Dead 6: emozionante promo e prima clip [video]

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Ecco un nuovo promo per The Walking Dead 6 in cui vediamo tutti i nostri amati protagonisti, mentre a seguire possiamo vederela prima clip disponibile che vede protagonisti Sasha (Sonequa Martin-Green) e Abraham (Michael Cudlitz).

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Nel cast di The Walking Dead 6 tornano: Andrew Lincoln, Steven Yeun, Norman Reedus, Melissa McBride, Chandler Riggs, Lauren Cohan, Danai Gurira, Sonequa Martin-Green, Alanna Masterson, Michael Cudlitz, Josh McDermitt, Christian Serratos, Andrew J. West, Seth Gilliam.

The Walking Dead 6 3The Walking Dead è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2010. Ideata dal regista Frank Darabont, la serie è basata sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman, anche produttore esecutivo dello show, illustrata da Tony Moore e Charlie Adlard e pubblicata dalla Image Comics. Rispetto al fumetto, di cui comunque vengono seguite le linee guida a livello di trama, la serie presenta parecchie novità nella storia, come ad esempio l’introduzione di alcuni personaggi inediti.

Captain America Civil War: un altro personaggio di Spider-Man nel film?

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marisa-tomeiSecondo un recente rumors un altro personaggio del mondo di Spider-Man si aggiungerà al film di Captain America Civil War, al fianco ovviamente del nuovo Peter Parker.

Come riporta ComicBook.com l’attrice Marisa Tomei, nei panni di zia May, prenderà parte al film. Vi terremo aggiornati.

In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto daAnthonyJoe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio 2016.

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Terminator Genisys salvato dalla Cina?

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Terminator Genisys salvato dalla Cina?

Il flop al botteghino per Terminator Genisys sembrava aver sancito per sempre la parole fine per il franchise con Arnold Shwarzenegger; 27 milioni di debutto e 89 di incasso casalingo sembrava una cifra troppo bassa per sperare in un prosieguo della storia, tuttavia uno dei mercati cinematografici più grandi e in espansione del mondo sembra aver dato una nuova linfa al progetto Skydance che, con la Paramount, avave investito 140 milioni nel film.

Dall’altra parte del mondo, in Cina, dopo diversi mesi di programmazione esclusivamente nazionale per volere del governo, il primo film americano a sbarcare sul grande schermo è stato proprio Terminator Genisys, che in un solo giorno ha aperto con 27.4 milioni di dollari.

Con gli incassi cinesi provvisori il film arriva a una cifra worldwide di 353 milioni che, pur non garantendo futuro al franchise, sono comunque un ottimo punto di partenza e un invito a sperare per i fan.

Jeremy Renner: ”Nessuna maschera per Hawkeye”

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Durante il fine settimana l’attore Jeremy Renner ha partecipato all’evento Wizard World di Chicago e durante il panel ha avuto modo di rispondere a diverse domande. Un fan in particolare ha chiesto se Hawkeye (Occhio di Falco), personaggio che riprenderà in Captain America Civil War, indosserà mai una maschera. Ecco la risposta dell’attore:

”No, io non indosso una maschera”, ha detto Jeremy Renner, “Conosci l’ultima versione di Hawkeye?”. Ecco il video

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Bruce Willis insieme a Jesse Eisenberg sul set di Woody Allen [foto]

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Arrivano nuove foto dal set del prossimo film di Woody Allen. Questa volta vedono l’attore Bruce Willis insieme al giovane Jesse Eisenberg. Ecco le foto:

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Del film non si sa ancora molto, eccetto quello che si può dedurre dall’abbigliamento della Stewart in particolare riguardo al periodo di ambientazione.

Per quello che riguarda invece il cast, Woody Allen ha ancora una volta raccolto intorno a sè numerosi attori e attrici molto amati dal pubblico. Tra questi i citati Jesse Eisenberge Kristen Stewart, ma anche Blake Lively, Corey Stoll e Bruce Willis.

Il film, una commedia, è attesa per il 2016.

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Brad Pitt narra e produce un documentario sulla MotoGP

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Brad Pitt narra e produce un documentario sulla MotoGP

È in arrivo nelle sale e anche in Blu-ray e Dvd un nuovo documentario sulla MotoGP, prodotto e narrato da Brad Pitt, insieme a Mark Neale, anche lui produttore e regista.

Il documentario parla ancora una volta del mondo del motomondiale. I protagonisti sono sempre loro: i piloti. Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Marc Marquez, Dani Pedrosa, i compianto Marco Simoncelli e Casey Stoner. I sei piloti più forti di tutti i tempi.

Il docu-film, narrato dall’appassionato di motori Brad Pitt, racconta il loro mondo, le vittorie e le sconfitte di quando si va a 300 all’ora e oltre.

Il 2 settembre arriverà nelle sale inglesi, mentre il 7 uscirà in DVD e Blu-Ray. Il film sarà presentato questo weekand durante il GP di Silverstone. Di seguito il trailer.

https://www.youtube.com/watch?v=gLnNMcvkAqc

Fonte

Hugh Jackman torna in teatro con Broadway To Oz

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L’attore australiano Hugh Jackman ha di recente annunciato sulla sua pagina Facebook che tornerà al musical. Ma non al cinema, bensì a teatro, più precisamente quelli australiani del suo paese natio. L’opera si chiamerà ”Broadway To Oz” e sarà strutturato come un viaggio personale della vita dell’attore, dai primi giorni nelle terre australiane attraverso il successo nei teatri sino a Hollywood.

Lo spettacolo sarà un vero e proprio meadly dei lavori che Jackman ha realizzato nel corso della sua carriera. Sul palco con lui ci saranno 150 musicisti e ballerini.

”Broadway di Oz è un sogno che si avvera. Questo è lo spettacolo che ho sempre voluto portare a casa”, ha detto Jackman.

La carriera di Hugh Jackman è iniziata nel 1990, passando da film indipendenti australiani come Paperback Hero, seguiti poi dai successi hollywoodiani, come The Prestige, la saga di X-Men o Les Miserables, in cui ha mostrato le sue grandi doti vocali. Tra i suoi successi teatrali recenti c’è invece lo show a Broadway ”Hugh Jackman: Back On Broadway.”

“Broadway A Oz” è prodotto da Robert Fox per The Dainty Group. Lo spettacolo inizierà a Melbourne il 24 novembre, e sarà in tour anche a Sydney, Brisbane e Adelaide, prima di chiudere a Perth il 15 dicembre.

Fonte

Kristen Stewart diventa Coco Chanel

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Sarà la giovane Kristen Stewart a incarnare nuovamente la celebre Coco Chanel. L’occasione è quella di un cortometraggio realizzato da Karl Lagerfeld per la maison di moda.

Il direttore creativo di Chanel, che ha deciso di adottare Kristen come nuovo volto del marchio, ha deciso di realizzare un cortometraggio che potesse parlare non solo di Coco, ma anche dell’attrice stessa: il tutto sarà raccontato come se si stessero facendo le prove per un biopic sul personaggio.

Il film sarà quindi leggibile in diversi modi e sarà presentato a Roma il prossimo primo dicembre durante la Chanel Métiers d’Arts.

Fonte: Vogue

Miles Teller in trattative per Thank You For Your Service

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Miles Teller in trattative per Thank You For Your Service

Fantastic 4 è stato un flop sia al box-office sia per la critica, ma la stella di uno dei suoi protagonisti sembra non averne risentito più di tanto.

Infatti secondo The Wrap Miles Teller, ovvero Mr. Fantastic, sarebbe in trattative per unirsi al cast di Thank You For Your Service, un film sui disturbi post traumatici causati dalla guerra in sviluppo da vari anni.

Il lungometraggio rappresenterà l’esordio alla regia di Jason Hall, lo sceneggiatore di American Sniper, che ha preso il posto di Steven Spielberg che nel 2013 era sul punto di dirigerlo con Daniel Day-Lewis su uno script dello stesso Hall.

Thank You For Your Service è basato sull’omonimo romanzo scritto da David Finkel la cui trama segue il ritorno di tre soldati americani dall’Iraq e il loro sforzo di re-integrarsi nelle loro vite da civili con le loro famiglie mentre sono ancora tormentati dai tremendi ricordi di guerra. E questo non è l’unico progetto a cui Teller è legato. L’attore potrà infatti dimenticare la disavventura di Fantastic 4 anche con Arms and the Dudes di Todd Phillips (Una notte da leoni) al fianco di Jonah Hill, con il dramma sulla boxe Bleed For This nel quale interpreterà Vinny Pazienza e con il nuovo film di Marc Webb (The Amazing Spider-Man) The Only Living Boy in New York con Jeff Bridges e Rosamund Pike.

L’eco della sua performance in Whiplash non si è ancora (giustamente) spenta.

Fonte: GeekTyrant

Vin Diesel svela l’inizio delle riprese per xXx 3

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La star di Fast & Furious Vin Diesel ha appena annunciato tramite il suo account Instagram che tornerà a vestire i panni di Xander Cage nel terzo film di xXx.

L’attore non era comparso nel secondo capitolo, xXx State of Union, che aveva infatti visto Ice Cube ricoprire il ruolo del protagonista. Non si sa cosa abbia convinto Diesel a interessarsi a un nuovo episodio della saga action, ma l’attore ha scritto sul suo profilo che le riprese inizieranno a dicembre nelle Filippine.

Non si sa ancora nulla su chi potrebbe essere il regista, ma l’avvicinarsi delle riprese fa sperare che nuovi dettagli arriveranno presto.

Vedremo Vin Diesel prossimamente di The Last Witch Hunter, in arrivo sugli schermi americani il 23 ottobre.

Fonte: Instagram

Batman v Superman: Jesse Eisenberg su Chris Terrio e Zack Snyder

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Jesse Eisenberg è molto impegnato in questo periodo. Il nuovo Lex Luthor cinematografico sta promuovendo America Ultra e contemporaneamente è impegnato sul set di Woody Allen per il prossimo progetto del regista newyorkese.

Tuttavia l’attore è anche oggetto di grande curiosità per la sua partecipazione a Batman v Superman Dawn of Justice ed è su questo che ha rilasciato alcune dichiarazioni di stima nei confronti dello sceneggiatore del film, Chris Terrio, e del regista, Zack Snyder.

“La sceneggiatura è fenomenale, l’ha scritta Chris Terrio che è uno sceneggiatore brillante. E Zack Snyder è un regista straordinario a livello visivo – ha affermato – Il modo in cui gira le cose… quando ho filmato le mie scene che sono quasi tutte di dialogo, sembrava di stare sul set di un film più intimo e piccolo e, invece, guardando il trailer ti accorgi che non è cosi. È una pellicola decisamente più impegnativa”.

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Ricordiamo che Batman v SupermanDawn of JusticeZack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. Nel film saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy AdamsLaurence FishburneDiane LaneJesse EisenbergRay Fisher, Jason Momoa e Gal GadotBatman v SupermanDawn of Justice arriverà nelle sale di tutto il mondo il 6 maggio 2016.

Fonte: Collider

Jurassic World: il video-riassunto LEGO in 90 secondi

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Jurassic World: il video-riassunto LEGO in 90 secondi

Brotherhood Workshop è un divertente canale youtube pieno di ricostruzioni di celebri film in LEGO stop-motion. Potete scovarvi sketch originali che utilizzano personaggi dei più recenti blockbuster (come un velociraptor), rifacimenti di trailer e brevi riassunti di trame complesse.

Uno degli ultimi video recentemente pubblicati è il riassunto di Jurassic World, la cui trama è ripercorsa in soli 90 secondi attraverso le scene più celebri del film campione di incassi.

Potete rinfrescarvi la memoria gustandovelo direttamente qui sotto:

The Martian: Matt Damon è vivo nel nuovo spot

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The Martian: Matt Damon è vivo nel nuovo spot

La 20th Century Fox ha pubblicato online uno spot esteso di Sopravvissuto – The Martian nel quale l’ironia e la determinazione dell’astronauta impersonato da Matt Damon affiorano prepotentemente. Diretto da Ridley Scott, lo sci-fi è in arrivo il 2 ottobre nelle sale cinematografiche americane e il 26 novembre in quelle italiane.

Potete gustarvelo qui sotto:

Ecco la sinossi:

Durante una missione su Marte, l’astronauta Mark Watney (Matt Damon) viene considerato morto dopo una forte tempesta e per questo abbandonato dal suo equipaggio. Ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo sul pianeta ostile. Con scarse provviste, Watney deve attingere al suo ingegno, alla sua arguzia e al suo spirito di sopravvivenza per trovare un modo per segnalare alla Terra che è vivo.

A milioni di chilometri di distanza, la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano instancabilmente per cercare di portare “il marziano” a casa, mentre i suoi compagni cercano di tracciare un’audace, se non impossibile, missione di salvataggio.

The Martian vede protagonisti anche un cast d’eccezione composto da Kate Mara, Jessica Chastain, Kristen Wiig, Sebastian Stan, Sean Bean, Michael Peña, Mackenzie Davis, Chiwetel Ejiofor e Jeff Daniels.

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Star Wars il Risveglio della Forza: il catalogo Hasbro [foto]

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Star Wars il Risveglio della Forza: il catalogo Hasbro [foto]

Ecco le immagini dell’intero catalogo Hasbro per la serie di giocattoli dedicati a Star Wars il Risveglio della Forza.

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STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: IL CAST SALUTA IL D23

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: I COSTUMI AL D23 [FOTO]

Star WarsToysStar Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Mark HamillHarrison FordCarrie FisherMark Hamill,Anthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie e Max von Sydow.

Operazione U.N.C.L.E. : recensione del film con Henry Cavill

Operazione U.N.C.L.E. : recensione del film con Henry Cavill

Operazione U.N.C.L.E. è il nuovo film scritto e diretto da Guy Ritchie che dopo i due Shelock Holmes e Rock’n Rolla continua a usare l’ambientazione storica e personaggi già sviluppati per poterli rivisitare con il suo stile di regia accelerato e iconico in cui la spettacolarità visiva surclassa la narrazione. Ritchie e Lionel Wigram sceneggiano una sorta di prequel della omonima serie degli anni ’60 in cui venivano raccontati i casi di questa strana coppia che supera i problemi storico-politici con un rapporto di amicizia, il risultato è un film a metà tra una spy story patinata che fa l’occhiolino a James Bond e un buddy movie.

In Operazione U.N.C.L.E. l’agente Solo della CIA e l’agente Kurayakin del KGB sono costretti a mettere da parte le ostilità e fare squadra per fermare una misteriosa organizzazione criminale che minaccia di destabilizzare il fragile equilibrio mondiale. L’unica pista che possono seguire è quella di Gaby, figlia di uno scienziato tedesco scomparso nel nulla che può fermare la minaccia nucleare.

Operazione U.N.C.L.E., il film

Operazione U.N.C.L.E.

Così dopo una palpitante presentazione di Napoleon Solo (Henry Cavill) e Illya Kuryakin (Armie Hammer) che ci trascinano in un inseguimento, sottolineato da prove di forza e intelligenza, per la Berlino nazista; assistiamo al dispiegarsi di una trama fin troppo lineare a cui si aggiungeranno una schiera convenzionale di personaggi tra cui la famme fatale Gaby (Alicia Vikander) che con il suo temperamento sarà l’esatto intermediario tra le caratteristiche dei due protagonisti, il magnate Waverly (Hugh Grant), il capo della CIA Sanders (Jared Harris) e l’ambiguo playboy Alexander (Luca Calvani). Proprio l’iterazione tra personaggi concatenerà le situazioni e le location in cui risalteranno l’ironia della battuta o la contrapposizione scenica, che fa leva su stereotipi nazionali e alterna i toni action con quelli comici che negli ultimi film di Ritchie sono diventati un marchio di fabbrica. Elemento che viene avvalorato anche dal lavoro di montaggio di James Herbert caratterizzato principalmente dalla moltiplicazione dei piani e ripetizioni temporali che marcano la modernità da videoclip del film.

Buona, ma non perfetta, è l’alchimia tra i due bellissimi di Hollywood che riescono a restituire a pieno il personaggio più nelle singole scene che nella stessa inquadratura, mentre perfetta è la glaciale Victoria (Elizabeth Debicki) che incarna una combinazione di cattiveria ed eleganza che in molte situazioni ingloba la scena. Operazione U.N.C.L.E. è un film che osa e sperimenta pochissimo giocando sui suoi punti di forza: uno stile di regia aggressivo e pensato per il montaggio e la moda di rivisitare cult cercando di lanciare un nuovo franchise che però subisce completamente la pesantezza di una sceneggiatura al servizio dell’intrattenimento.

Arrow 4: Stephen Amell sul ring Summerslam della WWE [Video]

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Arrow 4: Stephen Amell sul ring Summerslam della WWE [Video]

Mentre sono tutt’ora in corso d’opera le riprese di Arrow 4, l’attesissimo quarto ciclo di episodi dello show targato TheCW/DC, il protagonista Stephen Amell ha trovato il tempo salire sul ring Summerslam della WWE:

Arrow 4: Primo trailer in arrivo [foto]

 

https://youtu.be/MiuzZVd0dfI

 

Legend: un nuovo trailer con i due Tom Hardy

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Legend: un nuovo trailer con i due Tom Hardy

È arrivato online un nuovo trailer di Legend, il film in cui Tom Hardy si sdoppia interpretando entrambi i gemelli Ronald e Reginald Kray, gangster appartenenti alla malavita britannica negli anni ’50 e ’60. Diretto da Brian Helgeland, sceneggiatore di L.A. Confidential, il thriller uscirà nelle sale americane il 2 ottobre 2015.

Potete ammirarlo qui sotto:

Nel cast del film figurano anche Emily Browning, Christopher Eccleston, Taron Egerton, Tara Fitzgerald, Chazz Palminteri e David Thewlis.

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Fonte: JustJared

A Serious Man: capire l’arte dei fratelli Coen [video]

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A Serious Man: capire l’arte dei fratelli Coen [video]

What’s going on? Cosa sta succedendo?

I fan dei fratelli Coen sapranno che spesso i loro personaggi si ritrovano a porsi questa domanda anche più di una volta nel corso delle loro (dis)avventure. Sfidati dalla vita, intrappolati in una serie di eventi che sconvolgono la loro vita spesso senza che loro abbiano fatto nulla, in tutti i film dei due registi il caso prende il sopravvento e domina crudelmente le loro esistenze.

A Serious Man è probabilmente il lungometraggio che per eccellenza si pone la domanda di cui sopra, tramite il suo protagonista, il professore di fisica Larry Gopnik (Michael Stuhlbarg).

Lo youtuber Nerdwriter approfondisce questa questione in un video-saggio intitolato Understanding Art incentrato sul film del 2009 nominato all’Oscar, analizzandolo dettagliatamente e confrontandolo con un altro celebre film dei Coen, Fargo.

Potete scoprire se la domanda ha una soluzione (ma chi è veramente fan sa già la risposta) guardando il video direttamente qua sotto:

Il prossimo film dei fratelli Coen, Hail, Ceasar!, sarà basato sulla vita del detective privato Fred Otash e racconterà la storia di Eddie Mannix, un uomo incaricato dagli Studios hollywoodiani di proteggere la reputazione delle star a loro legate con un contratto. Faranno parte del cast Scarlett Johansson, George Clooney, Channing Tatum, Jonah Hill, Tilda Swinton, Josh Brolin, Ralph Fiennes.

Il film uscirà nelle sale il 5 febbraio 2016.

Fonte: The Playlist

Ash vs Evil Dead: nuovo trailer con Bruce Campbell

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Ecco un nuovo trailer della serie Starz con Bruce Campbell, Ash vs Evil Dead, che nasce dal franchise de La Casa di Sam Raimi.

https://youtu.be/JxV4jKsxOs0

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Sam Raimi, regista dei primi tre episodi del franchise, dirigerà il pilot della serie. Nel cast torna lo stesso Bruce Campbell nei panni di Ash, assieme a Lucy Lawless, Ray Santiago, Dana DeLorenzo e Jill Marie Jones.

Rogue One: Peter Cushing resuscitato digitalmente?

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Rogue One: Peter Cushing resuscitato digitalmente?

Nella giornata di ieri il Daily Mail ha riportato uno scoop davvero intrigante per i fan di Star Wars. Il sito inglese, infatti, ha svelato che Peter Cushing, l’attore che impersonò il Grand Moff Tarkin in Una Nuova Speranza, sarà resuscitato digitalmente in Rogue One (che infatti sarà ambientato prima dei fatti del classico di Lucas). Cushing morì di cancro nel 1994 e ne La Vendetta dei Sith Tarkin venne impersonato da Wayne Pigram.

peter-cushingTutto ciò potrebbe avere senso dal momento che il personaggio dovrebbe avere un ruolo molto più importante nello spinoff in arrivo rispetto all’apparizione di cui sopra. Il Daily Mail cita una fonte che afferma che “sarà una delle più complesse e costose ricostruzioni CGI di sempre. Tarkin rappresenta una linea narrativa centrale dal momento che era stato lui a creare Darth Vader e c’è un’intera storia che verrà fuori da lì“. Quindi questo potrebbe significare che anche quest’ultimo potrebbe comparire nel film.

Certo si tratta di una scelta rischiosa, molto più che effettuare un semplice recasting. Vi terremo aggiornati.

Rogue One: A Star Wars Story uscirà il 16 dicembre 2016 e include nel cast Felicity Jones, Riz Ahmed, Diego Luna, Ben Mendelsonh, Forest Whitaker, Donnie Yen, Jiang Wen, Mads Mikkelsen e Alan Tudyk. Il film è diretto da Gareth Edwards.

Fonte: Collider

Avengers: Age of Ultron, Thanos si impossessa del Guanto [video]

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Avengers: Age of Ultron, Thanos si impossessa del Guanto [video]

Ecco, finalmente on line, la scena post credits di Avengers: Age of Ultron, in cui vediamo Thanos (Josh Brolin) che si impossessa del Guanto dell’Infinito, ancora sprovvisto di Gemme, e che decide di “fare a modo suo”.

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Avengers: Age of Ultron, il film

Ricordiamo che nel cast di Avengers: Age of Ultron sono presenti anche Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Chris Evans, Chris Hemsworth, Aaron Taylor-Johnson, Jeremy Renner, Anthony Mackie, Elizabeth Olsen, Samuel L. Jackson, Stellan Skarsgård, Cobie Smulders, Andy Serkis, Idris Elba, James Spader, Hayley Atwell, Paul Bettany, Don Cheadle, Thomas Kretschmann.

La trama ufficiale del film diretto da Joss Whedon è la seguente: Quando Tony Stark cerca di avviare un programma di pace, le cose degenerano e i più grandi eroi della Terra, tra cui Iron Man, Captain America, Thor, l’Incredibile Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco, saranno messi alla prova, mentre il destino del pianeta è a rischio. Il villain Ultron emerge, e spetterà agli Avengers impedirgli di attuare i suoi terribili piani, e presto scomode alleanze e situazioni inaspettate apriranno la strada a un’avventura originale, su scala globale. La squadra deve riunirsi per sconfiggere James Spader nei panni di Ultron, un terrificante megacattivo deciso ad annientare il genere umano. Sulla strada, gli eroi affronteranno due misteriosi nuovi arrivati, Wanda Maximoff, interpretata da Elizabeth Olsen, e Pietro Maximoff, interpretato da Aaron Taylor-Johnson, incontrando anche un vecchio amico in vesti nuove, quando Paul Bettany diventerà Visione.

Avengers: Age of Ultron uscirà – nei formati 2D, 3D e IMAX 3D – il primo maggio 2015 negli Stati Uniti mentre per quanto concerne le sale cinematografiche italiane l’uscita è prevista qualche giorno prima, il 22 aprile 2015.

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