Abbiamo visto oggi 30 minuti di
The Amazing Spider-Man
2, il quinto film dedicato all’Uomo Ragno, il secondo
della nuova gestione Webb/Garfield. Il film uscirà
nei nostri cinema il prossimo 23 aprile, ma per voi ecco una breve
descrizione delle scene che abbiamo visto, che ci sono state
presentate da Marc Webb, e le nostre impressioni
(parziali) sul film.
Flashback: i genitori
del piccolo Peter lasciano il bambino dagli zii e scappano, non
sappiamo da cosa. Prendono un aereo all’interno del quale subiscono
un’aggressione. Il padre di Peter prova a mandare una e-mail dal
suo portatile, ma non sappiamo se ci riesce, l’aereo esplode e i
genitori muoiono. In raccordo vediamo Spider-Man che volteggia trai
grattacieli, perfettamente a suo agio sui tetti di New York. Stacco
su Spider-Man che rincorre Rhino a bordo di un camion. Stacco su
Spider-Man che salva Max Dillon facendo lo sbruffone, ma il suo
cellulare squilla: è Gwen, Peter sta facendo tardi per la cerimonia
del diploma. Stacco su Peter e Gwen che (forse si sono lasciati) e
si riincontrano dopo un anno ma i sensi di ragno di Peter non gli
permettono di passare del tempo con lei. Comincia lo scontro con
Elettro. L’ultima scena mostrata presenta allo spettatore la
nascita di una associazione formata da Elettro e Harry Osborn che
hanno come scopo comune uccidere Spider-Man.
Le prime impressioni dopo la visione
di questo minutaggio confermano la accentuata spettacolarità del
film, con un utilizzo migliore del 3D e scene d’azione in ralenty
d’effetto. Il concept di Elettro funziona molto bene sul grande
schermo e mai come in questo film, l’aderenza al fumetto sembra sia
stata una premessa importante in fase di sceneggiatura.
L’assaggio di The
Amazing Spider-Man 2 conferma, anzi supera, le buone
aspettative e ci prepara a gustare un film che, lo speriamo, sarà
meglio costruito rispetto al precedente.
Immortal ad Vitam
è il film di fantascienza del 2004
di Enki Bilal con Linda Hardy, Thomas
Kretschmann, Charlotte Rampling
La trama del film Immortal ad Vitam
Nell’anno 2095 la città di New York
e’ un agglomerato urbano di umani ed esseri geneticamente
modificati, dove vige una fortissima dittatura che suddivide la
città in tre aree di influenza. La zona di Central Park, chiamata
“zona di intrusione”, e’ stata considerata inabitabile per i
normali esseri umani, e nel cielo sopra l’area vietata aleggia
un’astronave a forma di piramide, dove all’interno gli antichi dei
egizi stanno giudicando Horus.
Egli ha sette giorni di tempo per
generare un erede, prima d perde la propria immortalità, e per
adempiere a questo scopo il dio-falco sceglie Jill (Linda
Hardy),una giovane ibrida che possiede doti sovrumane, l’unica
a poter procreare una divinità’. Per ingravidarla pero’ Horus deve
servirsi d un corpo umano mortale non geneticamente modificato, e
per questo scopo decide di usare Nikopol (Thomas
Kretschmann), prigioniero politico ibernato da trent’anni ed in
combutta con la Eugenetics Corporation, lobby del processo di
ibridazione. Jill e Nikopol si troveranno cosi al centro di
un’intricata rete di imbrogli e progetti oscuri, sempre a meta’
strada tra la vita mortale e un altrove indecifrabile.
Analisi
di Immortal ad Vitam
Uno dei più’
straordinari risultati dell’incontro fra cinema, graphic novel ed
universo dei videogames. Un prodotto ibrido nel vero senso della
parola (come ibridi sono d’altronde i suoi personaggi), dove il
confine tra universi mediali appare tanto vaporoso quanto il clima
psichedelico che in esso si respira.
Quella di Enki Bilal (famoso
illustratore ed animatore scopertosi meritatamente regista
visionario) e’ un’opera che travalica i semplici confini della
fantascienza, proponendo un multiverso in cui le numerose citazione
sci-filmiche (Metropolis
e Blade Runner su tutte) si accostano ad una
narrazione originale e multicentrica che affronta in maniera
originalissima temi molto criptici come quelli del pantheon egizio
(qui reso nel contesto alieno) e la modifica genetica del corpo
(una futuribile denuncia all’ossessione per il ritocco estetico),
senza dimenticare una azzeccatissima forma di progenie divina (come
in una neo-annunciazione).
Gli accuratissimi effetti speciali
di Matthieu Grospiron, volutamente mescolati fra un’estetica
fumettistica ed una CGI da multiplayer games, creando un universo
ricco di una flora e fauna visionaria e stratificata, esasperatane
multiforme come in un quadro di Bosch. Gli unici due personaggi
protagonisti di Immortal ad Vitam, gli unici per
altro ad essere umani nel senso stretto del termine, si muovono in
una realtà’ digitalmente ricreata, interagendo in maniera più’ che
credibile con l’universo digitale dei personaggi multiformi, ognuno
di essi creato con estrema cura ed elaborato nei minimi
particolare, mostrando una carità’ ibrida fra il mondo umano,
rettile e volante.
Bilal riesce finalmente a trasporre
sul grande schermo la sua opera illustrata giovanile più’ ambiziosa
e famosa, La fiera degli immortali, coniugandola con
un’altra sua creazione meno nota, La donna trappola,
dando sfogo alla sua artistica convinzioni di poter dar vita al suo
bidimensionale mondo eccentrico e poliedrico, tendenza che lo
accomuna ad altri colleghi altrettanto visionari come Jan Pierre
Jeunet, Terry Gilliam e Wes Anderson. Una
fotografia eclettica, dalle tinte pop e psichedeliche che grazie a
Pascal Gennesseaux riescono a condire atmosfere da
acquario, come in una grande barriera corallina di strani pesci
mutanti.
Linda Hardy, dopo il semi
sconosciuto esordio francese di Retro verso e la
fama internazionale come rappresentante europea a Miss Mondo, si
trova a diversi confrontare con un ruolo complesso, sia
attorialmente che esteticamente, modificando totalmente il suo
aspetto senza minare comunque la sua indubbia bellezza e bravura
espressiva, qui capace di trasparire anche duetro il look rettile e
blumarino. Thomas Kretschmann, dopo il battesimo del fuoco
di Blade II (e destinato in futuro a ben altre
glorie), pur accusando il colpo di una ancora precoce carriera,
delinea il personaggio di Nikopol senza lode ne infamia, un ruolo
nel complesso ben costruito seppur poco approfondito, capace
comunque di affascinare se non altro per la presenza stessa del
soggetto.
Charlotte Rampling si
trova a dover ricoprire una posizione marginale nell’economia del
racconto di Immortal ad Vitam, senza rinunciare a
mostrare comunque le sue doti interpretative che restano comunque
troppo oscurate all’interno di un personaggio troppo stretto e
abbozzato come quello della lobbysta Elma Turner. Un film potente,
seppur senza le pretese di un capolavoro, lontano anni luce dalle
logiche commerciali hollywoodiane e che risente appieno del gusto
fantasy francese e dell’autorialità cinematografica europea. Un
prodotto di culto per i nerd della generazione 2.0, cresciuti a
pane, fumetti e videogiochi, capaci di lasciarsi incantare da un
universo visionario e digitale come da un romanzo di Verne, dove
gli occhi si imbevono di immagini come in un trip da acido. Un film
eccessivo, volutamente eclettico e capace di far sognare, rimanendo
nel terreno della degustazione del buon cinema di genere.
E’ stato presentato oggi alla
stampa italiana, presso il Cinema Adriano in Piazza Cavour, a Roma,
Ti ricordi di me?, il secondo film da
regista dell’attore romano Rolando Ravello, che
arriva a più o meno un anno di distanza dal precedente Tutti contro
tutti. Presenti alla conferenza stampa del film, oltre al regista,
anche gli interpreti Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Paolo
Calabresi e Pia Engleberth, insieme al
produttore Marco Belardi.
Quanto è stato difficile portare
questa storia dal teatro al grande schermo?
“La prima telefonata l’ho fatta
proprio ad Ambra e ad Edoardo – esordisce Rolando
Ravello – Avevo il terrore, dato il grande successo
dello spettacolo teatrale, che loro si fossero in qualche modo
incancreniti in quei personaggi. Ho sempre visto la storia in un
altro modo. Per me era molto importante l’aspetto emotivo. Abbiamo
lavorato tutti insieme sulla sceneggiatura e, soprattutto,
sull’emotività del film. Per me è stato naturale allontanarmi dallo
spettacolo teatrale, perché avevo le idee abbastanza chiare sul
film. Sto scoprendo che questo è il mio modo di vedere le cose e lo
sento coerente con il mio primo film. Il modo in cui ho raccontato
questa storia è molto simile al modo in cui ho raccontato Tutti
contro tutti. È solo pancia. Una regia tecnica, probabilmente, non
saprei farla”.
“L’esigenza di portare
questa storia sul grande schermo era anche nostra – continua
Edoardo Leo – E’ un film che ha un percorso
molto particolare, rispetto magari ad altri prodotti. Non ci è
stato proposto. Si tratta di una storia che noi, io e Ambra, dopo
averla portata in tournée per due anni, abbiamo deciso di
presentare a Marco Belardi. Dopo aver scritto la sceneggiatura,
opera mia, di Paolo Genovese e di Edoardo Falcone, avevamo bisogno
di uno sguardo ancora nuovo. Dovevamo affidarci alla visione di un
regista e pensavamo che Rolando fosse la persona ideale. È molto
tenero, guarda le cose in maniera estremamente sentimentale. Quando
poi trovi, come è successo nel nostro caso con Rai Cinema, qualcuno
che crede nel tuo progetto, il cerchio si chiude ed è allora che il
film viene fuori”.
“La differenza tra recitare
questa storia a teatro e riproporla poi per il cinema è stata
notevole – prosegue Ambra Angiolini – A
teatro avevamo altri toni, più adatti a quel tipo di ambiente. Nel
film, invece, Rolando mi ha tolto tutte le certezze che avevo. Ho
cercato di lavorare andando nella sua direzione e devo ammettere
che all’inizio non è stato facile. Ogni giorno dovevo togliere
qualcosa a ciò che in due anni avevo costruito da sola con Sergio
Zecca. Dopo la prima settimana ho chiamato Rolando, dicendogli che
non riuscivo a capire esattamente cosa stessi facendo. Facevo
fatica ad immaginarmi la nuova Bea. Avevo quindi bisogno del suo
aiuto per ricreare al meglio la Bea così come se l’era immaginata,
senza correre il rischio di portare cose che fossero sbagliate o
addirittura esagerate”.
Quanta storia e quanta favola
c’è in questo film? Quanto avete voluto tirar fuori dalla vita di
tutti i giorni questo racconto?
“L’approccio alla storia è
appunto quello della favola – risponde il regista – Credo
che l’emozione legata ai personaggi, invece, sia radicata nel
reale. Siamo sempre a metà, anche nello stile delle inquadrature,
tra la favola e il realismo. È possibile muoversi su questo
confine. Tutti gli attori hanno lavorato molto sull’emotività.
Questo ha fatto sì che il lavoro sul film, alla fine, risultasse
come un grande viaggio costruito insieme, in onestà”.
“Abbiamo fatto una scelta –
aggiunge Paolo Genovese – Quando abbiamo
scritto il film ci siamo posti delle domande. Ci sono molto cose
tecniche che abbiamo ignorato, ma volutamente. È una favola, una
storia d’amore, quindi non ci interessavano tutti i tecnicismi del
caso. È un tipo di film che ha una linea narrativa tale per cui se
lo spettatore crede nei personaggi dall’inizio, non li molla più.
Senza stare a chiedersi il perché o il per come di determinati
avvenimenti. È un film di pancia, di pure emozioni, che ti conduce
fino alla fine senza farti fare domande”.
Domanda per Ambra Angiolini:
come descriveresti il tuo personaggio?
“I protagonisti di questo film
hanno molti elementi in comune. Nella vita reale sarebbero due
emarginati, con tutte le loro patologie, i loro tic, con tutte le
cose scomode che li contraddistinguono. La cosa speciale è che in
questa storia tutto ciò che nella vita reale potrebbe metterti al
margine, diventa invece un punto di forza. Roberto e Bea sono due
pezzi unici che diventano una cosa sola. È abbastanza raro, ma può
accadere. Sono due persone che restano piene di difetti in un mondo
giusto, che è poi quello che ognuno di noi si augura per sé quando
incontra qualcuno. Tutti vorremo trovare qualcuno che renda nobile
quello che ci sembra sbagliato di noi stessi”.
La storia del film sembra alla
fine diventare una delle favole improbabili che scrive il
personaggio di Edoardo Leo, Roberto. Si potrebbe interpretarla
così?
“È una possibile lettura,
sicuramente – afferma Ravello – Credo che lo spettacolo
teatrale e il film siano due cose completamente diverse. Questo è
un film che come tale vuole averne tutta la dignità. Usa il
linguaggio del cinema in tutto: nella scelta delle inquadrature,
nel racconto della storia, nella recitazione dei personaggi. Il
teatro rimane lo spunto da qui è partita la storia, ma sono
veramente due cose diverse”.
Quanto è stato difficile trovare
un finale non banale, considerando che il film poteva rischiare di
chiudersi in modo banale? Visto il respiro internazionale del film,
si parla già di possibili vendite all’estero?
“Abbiamo ragionato tantissimo
sul finale – confessa Ravello – Avevano una lista di
ipotetici finali. Alla fine ne erano rimasti solo due. Uno era
stato partorito da me, ed era un finale diverso rispetto a quello
che si vede nel film. Paolo, invece, aveva immaginato il vero
finale del film, quello che poi abbiamo girato. Alla fine,
ragionandoci su, gli ho dato ragione e abbiamo scelto il suo
finale”.
“Sono molto affezionato a questo
progetto – dichiara Marco Belardi – Avevo
anche prodotto lo spettacolo teatrale. Quando ho letto la storia ho
subito pensato che si trattasse di un qualcosa che davvero poteva
essere venduto ovunque. È una storia, è una favola, che può essere
tranquillamente venduta anche all’estero. In questo momento ci
stiamo concentrando sul film, quindi sul lancio e sulla promozione.
Aspettiamo di vedere quello che succederà”.
Quali sono i motivi per cui
Ambra Angiolini ed Edoardo Leo funzionano così bene sullo
schermo?
“Io e Ambra non ci frequentiamo
nella vita di tutti i giorni – risponde Edoardo
Leo – Neanche quando eravamo in tournée ci
frequentavamo. Non abbiamo mai discusso o litigato sul set.
Evidentemente, abbiamo una visione comune del lavoro. C’è un
profondo rispetto e rigore per il teatro e per il cinema. Forse è
questo che ci fa andare così d’accordo professionalmente”.
“Credo che si tratti di pura
alchimia, non c’è un vero perché – continua Rolando
Ravello – Senza nulla togliere al personaggio di
Edoardo, credo che il ruolo più complesso fosse quello di Ambra.
Non era facile quello che le ho chiesto di fare. E’ vittima di
grossi cambiamenti all’interno del film. Non è facile per
un’attrice spogliarsi in un film, senza alcuna protezione. Lei
invece l’ha fatto, anche con grande coraggio”.
Ad Ambra e ad
Edoardo è stato chiesto qual è il loro rapporto con la
psicoanalisi…
“Ho sempre pensato che la
psicoanalisi fosse qualcosa che esistesse solo nei film –
dichiara Edoardo Leo – Non sono mai andato in analisi. Forse ne
avrei bisogno, ma mi ostino a non andarci”.
“Ho frequentato diversi
analisti – dice Ambra Angiolini – Credo che
sia normale”.
Domanda per Edoardo Leo e
Rolando Ravello: muovendovi nell’ambito della commedia-non
commedia, come vedete il vostro futuro al cinema? Che tipo di
originalità vorreste donare al panorama italiano di oggi?
“Penso che questo sia un anno
importante per il cinema italiano – ammette Leo – Hanno
avuto molto successo film che non erano delle commedie pure, come
ad esempio La mafia uccide solo d’estate di Pif o Tutta colpa di
Freud di Paolo Genovese. Ma ci sono state tante altre operazioni
diverse, come La mafia uccide solo d’estate o Smetto quando voglio.
Credo che il significato di tutto ciò sia che si possa osare ancora
un po’. Se ne stanno accorgendo sia i produttori sia i distributori
che si possono fare dei passi in avanti. A breve inizierò le
riprese di un nuovo film, un film sulla camorra, che non è un
commedia pura, ma va in quella direzione. Credo che ognuno debba
seguire, per quanto il mercato lo consenta, la propria idea di
cinema. Non è semplice, però si può fare”.
“In questo momento ho perso
completamente interesse per la recitazione – afferma Ravello –
Mi interessa ancora recitare in teatro, ma non al cinema o in
televisione. La regia mi sta insegnando tanto cose. Mi sta
liberando e mi fa divertire. È un mondo che voglio continuare ad
esplorare. Ho già alcune idee per un prossimo progetto. Voglio
continuare a fare questo per ora. Il mio sogno in questo momento
sarebbe quello di riuscire a fare teatro come attore e cinema come
regista”.
Ti ricordi di
me? uscirà al cinema il 3 Aprile e sarà distribuito in
300 copie dalla 01 Distribution.
Cast: Jacques Languirand,
Caroline Dhavernas, Paul Ahmarani, Robert Lepage, Stéphane
Demers
Trama: In un mondo futuro
all’alba del XXX° secolo, dove natura,scienza,musica e magia si
trovano in perfetta simbiosi, l’anziano musicista Jacob Obus
(Jaques Languirand) è una delle personalità più celebri e
discusse del suo tempo. Egli è in grado di creare strabilianti
melodie attraverso strumenti antropomorfi progettati dal fido
compagno Arthr (Paul Ahmarani) e realizzati da Eugene, padre
del ragazzo a metà strada fra un uomo e un ologramma. Sullo sfondo
del primo viaggio dell’uomo dalla Luna a Marte, l’arrivo improvviso
della giovane fotografa April (Caroline Davhetnas), mette in
competizione Jacob e Arthir, fino a portarli alle soglie
dell’immaginazione, in un universo dove tutto, anche i pianeti, si
esprimono attraverso la musica.
Analisi: La fantascienza è
forse l’unico genere narrativo in cui chiunque può dar sfogo alle
proprie fantasie, un terreno a metà strada fra il sogno e una
realtà anch’essa simulacro di un qualcosa che nessuno saprà mai
identificare con certezza. Sembra proprio aver imparato la lezione
il giovane Martin Villeneuve (fratello minore del più
celebre Denis, autore de La ragazza che
canta), regista canadese che con questa sua opera crea un
universo talmente visionario ed estremo che pare un libro di fiabe
trasportato su celluloide, dove un universo di strabilianti
personaggi e ambienti pirotecnici creano una bulimia visiva tale da
estasiare l’ignaro spettatore, il quale finisce col perdersi nella
bellezza della visione come in un labirinto di luci e colori,
mentre gli occhi si imbevono, inquadratura dopo inquadratura, di
una realtà caotica e ridondante. Ci si potrebbe fermare ore solo a
spulciare i singoli frames, nel tentativo di ricostruire la
bizzarra flora e fauna che adornano questo fantastico mondo. Come
in un cortocircuito metanarrativo, il film si dipana attraverso
universi da sogno, resi grazie ad una bellissima fotografia che
occhieggia alla graphic novel
(riprendendo fedelmente l’opera omonima illustrata dello stesso
regista) e sa dosare con sapienza gli ottimi effetti speciali
creati ad hoc dal celebre Carlos Monzon di
Avatar, tirato in causa per creare i bellissimi
ambienti ibridi tra un universo liquido e gassoso. La storia,
seppur con qualche ricaduta adolescenziale (senza per latro
nascondere il target di pubblico a cui aspira) finisce per essere
molto più complessa di come appaia, un’opera transmediale che tira
in ballo le teorie cosmologiche di Keplero, l’armonia musicale
dell’universo e una sana dose di filosofia orientale riguardo al
ruolo della simbiosi dell’anima., senza disdegnare nemmeno un
simpatico riferimento alle teorie cospirative dei viaggi spaziali
(qui riguardati Marte, come in un futuristico Capricorn
One). Molti sono i riferimenti al cinema delle origini,
primo fra tutti al grande Geroge Meliés, padre del cinema di
finzione e primo grande visionario, a metà fra un regista ed un
illusionista. Ed in effetti il film pare essere un inno
all’immaginazione e alla fantasia, così come dimostrano gli strabi
ed affascinati strumenti musicali di forme umane che vengono
suonati da Jacob, modellati sulla base di modelle che prestano il
loro corpo come fosse una cassa armonica. Il cast comprende alcuni
nomi per di più sconosciti al grande pubblico, ma ben rodati nel
circuito di nicchia, come quello di Jaques Languirand,
celebre scrittore e commediografo canadese qui prestato ai panni
del timido Obus, per non parlare di Paul Ahmarani, famoso
caratterista che qui impersona il futuristico nerd Artur,
personaggio ambiguo e inafferrabile (così come d’altronde tutti i
personaggi appaiono dotati di una psicologia muntevelo ed appena
abbozzata, impenetrabile e disorientante). Il volto forse più noto
è sicuramente quello di Caroline Dhavernas (la dottoressa
Lily Brenner della serie Off the Map), qui
chiamata ad impersonare la romantica e camaleontica Avril, ragazza
fragile e capace di un amore immenso, tanto da non poter essere
contenuto in una sola persona. La grande prova a cui Villeneuve
viene chiamato ha dell’incredibile: girare un film progettato per
un budget di 30 milioni di dollari con meno della metà dei fondi
disponibili, impiegando più di sette anni per realizzare un
progetto che definire visionario è dir poco. Un’opera fortemente
stratificata, ricca di suggestioni e di livelli interpretativi che
possono essere apprezzati visione dopo visione, come il piacere che
prova un bambino nel rileggere di nuovo il suo libro preferito o
nel guardare più a fondo un magnifico disegno.
Ecco una clip esclusiva da
Son of Batman, il film animato in cui
Batman ha la voce dell’attore Jason O’Mara, una
voce che sembra quasi non farci rimpiangere quella di
Christian Bale!
Come avete potuto ascoltare
dall’intervista e dalla clip, O’Mara ha cercato di
tenersi a distanza sia dalla voce nota di Bale, sia da altri
modelli, regalando al Batman/Bruce Wayne del film d’animazione una
voce personalizzata ma allo stesso tempo molto aderente al
personaggio che nel corso degli anni è stato creato dall’universo
cinematografico DC.
Cosa ne pensate? Il film Son of
Batman sarà disponibile a partire del 6 maggio.
La trama è incentrata
sulla scoperta di Batman di essere padre di
un indisciplinato ragazzino di nome Damian. Segretamente
allevato dal gruppo
terroristico della Lega degli
Assassini, Damian è il figlio di Batman
e Talia Al Ghul e quindi nipote del villain
Ra’s al Ghul.
Il cast di voci del film d’animazione
include Jason O’Mara (Batman / Bruce
Wayne), Stuart
Allan (Damian), Morena
Baccarin (Talia), Giancarlo
Esposito (Ra’s Al Ghul), David
McCallum (Alfred), Xander
Berkeley (Man-Bat) e Thomas
Gibson (Deathstroke).
Nel 2006 Morrison ha
reinterpretato il personaggio chiamandolo Damian Wayne e dandogli
una collocazione all’interno dell’arco narrativo della serie
principale di Batman. Dopo aver trascorso parte della sua infanzia
in un laboratorio, Damian viene lasciato dalla madre alle cure di
suo padre che non era a conoscenza dell’esistenza di suo figlio.
Damian però è violento ed egoista ed è stato addestrato dalla Lega
degli Assassini imparando ad uccidere in giovane età e questo turba
il rapporto con il padre che si rifiuta di uccidere i suoi
avversari. Tuttavia il Cavaliere Oscuro si preoccupa per la sua
progenie perduta. Dopo gli eventi narrati in “Batman RIP” e
“Batman: Battle for the Cowl”, Damian a dieci anni prende
l’identità di Robin (il ragazzino è la quinta incarnazione della
celebre spalla di Batman). In principio Damian collabora con Dick
Grayson, il Robin originale che ha temporaneamente sostituito
Batman, per poi a lavorare a fianco del padre al ritorno di Bruce
Wayne nei panni del Crociato incappucciato.
Brian Persival (Downton
Abbey) adatta Storia di una ladra di libri, il
bestseller di Markus Zusak con la storia di una bambina che
non conoscendo il mondo saprà attraversarlo con ciò che rende
l’uomo “diverso da un ammasso di creta”, il pensiero e la
sua espressione più alta, la scrittura. Perciò la sceneggiatura di
Michael Petroni(Le cronache di Narnia: Il
Viaggio del Veliero), ci propone un lungo percorso di
crescita grazie all’opinione di un narratore interno inedito che ci
mostra gli incontri e le perdite, dove l’emozione fa da padrona
immergendo lo spettatore in un contesto noto ma originale.
Così, il regista britannico
predilige un’estetica minimalista ed anche un po’ accademica,
fornendo panoramiche e campi lunghi, per veder evolvere i luoghi in
cui cresce la giovane Liesel. E lunghi carrelli, per seguire i
personaggi e gli incontri della giovane ladra. Mentre nell’intimità
dei campi stretti fornisce quel calore che la fredda guerra non
permette. Di conseguenza il montaggio di John Wilson
(Billy Elliot), rispecchia
fedelmente l’impronta d’autore, fornendo raccordi lineari che non
alterano in alcun modo la struttura temporale, concedendosi dei
parallelismi solo in un paio di occasioni.
In Storia di una ladra di
libri siamo nella Germania 1933. Il conflitto mondiale è
alle porte e la giovane Liesel Meminger viene affidata ai coniugi
Max e Rosa Hubermann. Liesel non ha mai frequentato la scuola ma
attraverso gli insegnamenti del padre impara a leggere e a
conoscere il mondo. Superando la diffidenza verso Max, un ragazzo
ebreo in cerca di rifugio e conoscendo l’amore per Rudy, trova in
sé il coraggio che le permette di sfuggire all’orrore nazista che
si scatena intorno a lei.
Storia di una ladra di libri, il film
Questo ritmo “quotidiano” è al
servizio della storia e degli attori che regalano grandi emozioni.
Sophie Nélisse, con i suoi grandi occhi azzurri e le gote
rosse, riesce ad incarnare una giovane e coraggiosa
“furfante” che orgogliosamente decide di pensare
diversamente e con la propria testa, ma con la leggerezza che si
addice ad una ragazza. Di seguito, il sempre imponente Geoffrey
Rush, nel ruolo del padre comprensivo per i drammi vissuti
dalla bimba e che cerca di far leva sulla sua enorme curiosità per
restituirle il piacere della vita. Mentre spetterà ad una perfetta
Emily Watson contrapporsi in autorità attraverso integerrimi
modi e ansiose raccomandazioni, che servono per proteggere la
piccola dalla crudeltà del mondo. Il merito va anche a Ben
Schnetzer e Nico Liersch, il primo perché riesce ad
essere l’anima gemella di un destino tragico, il secondo perché
alimenta tutto ciò che si contrappone all’odio dispotico, un amore
incondizionato.
Storia di una ladra di libri
non è un film di guerra né sull’olocausto, ma è un film che parla
di vita e idee, di come vengono forgiate quando la mente è ben
alimentata da una buona lettura e di come la protagonista ha la
peculiarità di riconoscere questa energia, “salvando” così ogni
persona che incontra.
Ecco le prime foto dal set di
Suffragette con Carey
Mulligan e Meryl Streep. Le riprese si
stanno svolgendo in questi giorni a Londra. Ecco le immagini:
Il film racconterà dei fatti
realmente accaduti, e si concentrerà sulla storia del pionieristico
movimento femminista a favore del suffragio universale, che
nell’Inghilterra del 1872 ebbe problemi addirittura con la legge.
Le protagoniste della storia erano donne risolute e determinate,
che però vennero costrette, da uno Stato brutale, a lavorare e
protestare in clanestinità, al fine di guadagnare un altro passo
verso la parità trai sessi.
Suffragette arriverà nelle sale USA il 16
gennaio 2015. Il film è diretto da Sarah
Gavron e basato su una sceneggiatura scritta
da Abi Morgan. Nel cast Carey
Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Ben Whishaw,
Romola Garai, Brendan Gleeson.
E’ una delle succulente novità del
prossimo cinecomic Marvel e chi ha già potuto vedere
Capitan America: The Winter
Soldierconviene che
Anthony Mackie è un vero portento nei panni di
Falcon. Di seguito delle foto in HD che ci mostrano da vicino il
nuovo supereroe che aiuterà Cap a compiere la sua missione!
Anthony Mackie –
nei panni di Falcon – ha dovuto fluttuare nell’aria con imbragature
invisibili. I coordinatori degli stunt lo sollevavano fino a 20
metri da terra, per farlo atterrare su un punto contrassegnato con
il nastro adesivo; lì poteva abbandonare le protezioni ed entrare
in scena. Fortunatamente Mackie è atletico e molto coordinato, e
questo ha facilitato il compito di tutti. Anthony
Mackie, la cui energia sul set era contagiosa, ogni volta
che qualcosa andava bene o che una scena veniva completata,
esclamava scherzando “Staccate l’assegno!” Questa frase
alla fine è stata adottata da tutti sul set.
Capitan America: The Winter Soldier
comprende nel cast già attori del calibro di Chris
Evans, Sebastian
Stan, Anthony
Mackie, Frank
Grillo, Samuel L.
Jackson, Cobie
Smulders, Scarlett
Johansson, Emily
VanCamp e Toby
Jones.Anthony e Joe
Russo dirigeranno la pellicola, la cui uscita statunitense
è fissata per il 26 marzo 2014. Le riprese sono iniziate
a Cleveland.
La storia si legerà alla fine di
The Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato
con Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al
momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America: il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra scheda:
Capitan America: The Winter
Soldier.
Vi avevamo già detto (qui) che il giovane attore
John Boyega era trai favoriti nella lunga corsa
alla caccia dei protagonisti del nuovo Star
Wars Episodio VII. Sembra perà che quello di Star
Wars non sia l’unico noto franchise che vuole l’attore dalla sua.
Via Comic Book Movie sappiamo che Boyega potrebbe
entrare a far parte anche del cast di Terminator
Genesis nei panni di Danny Dyson, nel film figlio del
Dottor Miles Bennet Dyson, il padre di Skynet, volendo
semplificare.
Nel film infatti vedremo Sarah
Connor che cerca di eliminare il Dottor Dyson allo scopo di
impedirgli di mettere a punto la tecnologia che permetterà poi lo
sviluppo completo di Skynet. In questa occasione apparirà nella
storia anche il figlio del Dottor Dyson, Danny, che potrebbe essere
interpretato proprio da John Boyega.
Tidbit: John Boyega (Attack the Block) tested for #StarWars but he is also wanted for
#Terminator : Genesis. The role:
son of Miles Dyson.
Abbiamo finora sempre visto da lontano Green
Goblin in The Amazing Spider-Man 2
ma adesso arriva la prima foto in primo piano e in alta definizione
del villain interpretato da Dane DeHaan:
In The Amazing Spider-Man 2, per Peter
Parker (Andrew Garfield) affronta la vita
post diploma. Lasciatosi alle spalle le scuole superiori si è
ritrovato sempre più impegnato vestendo i panni di Spiderman,
senza, però, dimenticare la promessa fatta al padre di Gwen
(Emma Stone): proteggerla. A disturbare gli
equilibri ci penserà l’arrivo di un nuova nemesi, Electro
(Jamie Foxx) ed il ritorno di un vecchio amico,
Harry Osborn (Dane DeHaan).
Arriva il Trailer
ufficiale italiano del film Violetta Backstage
Pass. The Walt Disney Company Italia è lieta di
annunciare l’arrivo nelle sale italiane di Violetta — Backstage
Pass, l’imperdibile nuovo contenuto dedicato all’emozionante live
Italiano di Violetta — Il Concerto: una nuova occasione per
rivivere le emozioni dello show, scoprire il dietro le quinte e
cantare con i protagonisti della serie.
Le foto
[nggallery id=613]
Violetta — Backstage Pass vede i talentuosi dodici attori del
cast, capitanati dalla giovane protagonista Martina Stoessel,
impegnati a interpretare le hit di successo della prima e seconda
stagione della serie tv cult di Disney Channel durante
l’incredibile performance dello scorso gennaio in Italia. Ad
arricchire lo spettacolo ci sono inediti dietro le quinte che vi
racconteranno come i protagonisti hanno vissuto il tour
Italiano.
Violetta — Backstage Pass, nelle sale italiane a partire dal 30
Aprile, divertirà i fan anche grazie alla speciale versione
karaoke: il pubblico in sala diventerà protagonista e, con la sua
voce, accompagnerà i propri idoli. Sarà un’occasione per rivivere
l’entusiasmante esperienza della performance live con esclusivi
contenuti tratti dal backstage; il pubblico sarà coinvolto nei
momenti più emozionanti del concerto, potrà vivere l’adrenalina dei
protagonisti prima di calcare il palco e potrà divertirsi a
scoprire come i loro artisti preferiti trascorrono il tempo
libero.
A cinque anni esatti dalla tragedia
del terremoto che ha colpito L’Aquila, venerdì 5 aprile, alle ore
21.30, in occasione dell’evento “06/04/09 – IO NON RIDEVO” verrà
presentato in anteprima il videoclip di DannyLife &RedPull dal
titolto “Dall’Inferno al Paradiso”, prodotto da Alessandro
Costantini – Producer Ultimo Piano (www.ultimopiano.it), con la regia
di Simone Mascherini.
Il Progetto “06/04/09 – IO NON
RIDEVO”, attraverso la divulgazione gratuita del videoclip di
“Dall’inferno al Paradiso”, si pone l’obiettivo di riportare
l’attenzione sulla catastrofe che ha colpito L’Aquila e porre un
attenta e rispettosa riflessione sul dramma, con i conseguenti
disagi, che ancora vive la popolazione aquilana.
L’evento terminerà alle 24.00 per
rispetto delle vittime del terremoto. Durante l’evento saranno
regalate delle maglie con la scritta “06/04/09 – IO NON
RIDEVO”.
Ecco una gallery fotografica dei 50
sequel cinematografici di maggior successo al botteghino. I film
che vedrete nella nostra gallery non sono i sequel più belli, ma
quelli che hanno guadagnato di più. In calce alla foto trovate la
percentuale di guadagno che il film ha totalizzato in più rispetto
al primo film del franchise di riferimento. I risultati vi
sorprenderanno! [nggallery id=473]
In coda alla classifica
troviamo Pirati dei Caraibi – La Maledizione del
forziere Fantasma, che guadagna un ‘misero’ 39% in
più sugli incassi rispetto ai film precedente, mentre in vetta
troviamo il misconosciuto in Italia The Boondock Saints
2 – Il giorno di Ognissanti uscito da noi solo in DVD
e che ha guadagnato il 33,248% in più rispetto al primo episodio,
che vedeva sempre protagonisti Norman Reedus e
Sean Patrick Flanery nei panni di fratelli gemelli.
Nella classifica ci sono ovviamente
anche grandi successi riconosciuti, cone Il Cavaliere
Oscuro (+147% rispetto a Batman
Begins) o Toy Story 3 (+68%
rispetto ai primi due capitoli). Sfglia tutta la gallery per
scoprire i 50 sequel di maggior successo al box office.
Nota a margine: l’autore della
raccolta di titoli ha chiosato l’articolo su TF dichairando che se la classifica fosse stata
sui 50 migliori sequel, il primo posto sarebbe stato occupato da
Il Cavaliere Oscuro. Siete d’accordo?
L’attrice Lauren
Graham, impegnata nella promozione del suo ultimo libro, è
stata protagonista di una chat questo lunedì durante la quale
ha parlato a ruota libera della serie di successo Gilmore
Girls, in Italia conosciuta come Una Mamma per
amica, che ad oggi è senza dubbio il suo lavoro meglio noto e
più apprezzato.
Tra le tante domande sulla serie,
finita in maniera inconclusiva più o meno secondo l’opinione comune
dei fan, era immancabile quella sulla trasposizione cinematografica
della storia, anche per dare una giusta conclusione alla story live
tra Lorelei e Luke (Scott Patterson).
Ecco cosa ha dichiarato la
bellissima Lauren: “Non so se verrà realizzato un film, ma
qualora accadesse sarei molto felice. Ho amato moltissimo il
personaggio di Lorelai e mi piacerebbe molto poter tornare ad
interpretarlo …Vedo spesso Alexis Bledel, le voglio bene
ed abbiamo avuto sin da subito un ottimo legame. Inoltre, ho da
poco pranzato con Kelly Bishop (che nel telefilm interpreta Emily
Gilmore) ed Amy Sherman-Palladino (creatrice della
serie).”
Dopo il miracolo che ha dato vita al film su Veronica Mars, un
progetto del genere non sembra per niente assurdo. Chissà cosa ne
pensa il resto del cast!Fonte: EW
Un’altro ruolo di potere per il due
volte vincitore dell’Oscar Kevin Spacey. Dopo aver
scalato le gerarchie politiche americane fino a diventare
vicepresidente nella popolare serie tv House of
Cards, l’attore statunitense si appresta ad
interpretare uno dei più importanti uomini politici del XX Secolo,
il primo ministro del Regno Unito in carica dal 1940 al 1945 e dal
1951 al 1955, Winston Churchill.
Il biopic, che si concentrerà
principalmente sulla ascesa al potere di Churchill e sul suo ruolo
durante la Seconda Guerra Mondiale, si
intitolerà Captain of the Gate e
sarà scritto da Ben Kaplan (che si è già
occupato di personalità politiche importanti con il documentario di
History Channel su Ronald Reagan), mentre ancora
non si conosce il nome del regista. A produrre il film
saranno Cameron Lamb, Damon
Lane e Kelly
McCormick.
Il film, le cui riprese dovrebbero
partire a breve (subito dopo quelle del sequel di Come
ammazzare il capo e vivere felici che vede Spacey tra
gli interpreti principali), non ha ancora una data di uscita
ufficiale.
Due anni dopo gli eventi di
The Avengers, Steve Rogers risiede a
Washington DC, lottando per adattarsi alla società contemporanea in
Capitan America: The Winter Soldier.
Tuttavia, dopo che lo S.H.I.E.L.D. è stato attaccato, Steve diventa
parte di un mistero che può mettere in pericolo il mondo. Insieme a
Natasha Romanoff e Sam Wilson, Capitan America cerca di indagare
sui crescenti atti terroristici avvenuti per scoprire che dovrà
affrontare un misterioso e pericoloso nemico: il Soldato d’Inverno.
Riuscirà Cap a capire di chi fidarsi?
Esce oggi al cinema Capitan America: The Winter
Soldier in cui torna Chris
Evans nei panni di Steve Rogers/Cap, affiancato dalla
Vedova Nera di Scarlett Johansson e dal Nick
Fury di Samuel L. Jackson. Con loro ritroviamo
Sebastian Sten, Cobie Smulders,Hayley
Atwell e incontriamo dei voti nuovi che ci hanno
decisamente convinto e che non vediamo l’ora di riincontrare:
Robert Redford, Anthony Mackie, Emily VanCamp e
Frank Grillo.
Di seguito le curiosità sulla
realizzazione del film:
Il personaggio del Soldato d’Inverno, interpretato da Sebastian
Stan, è stato creato per i fumetti Marvel da Ed Brubaker nel 2005. Il
personaggio di Bucky Barnes esisteva già nei fumetti di Captain
America, ma era stato ucciso durante la seconda guerra mondiale ed
era scomparso fino a quando, grazie a Brubaker, non è riapparso nei
panni del Soldato d’Inverno.
Per le scene nel film che si svolgono a bordo della Lumerian
Star, i filmmakers hanno utilizzato la Sea Launch Commander,
ormeggiata a Long Beach, in California. Malgrado lo spazio a bordo
della nave non fosse del tutto sufficiente per coreografare le
sequenze della battaglia, i filmmakers sono stati contenti di poter
radicare il film nella realtà, girando all’interno di una nave
vera.
Nel film MarvelCaptain America: The
Winter Soldier i fan vedranno varie versioni
dell’Helicarrier (la portaerei volante dello S.H.I.E.L.D.) e del
quartier generale dell’organizzazione segreta, situato all’interno
del Triskelion a Washington. Il Triskelion è una struttura di nuova
concezione e all’avanguardia che si adatta perfettamente al
panorama della città di Washington.
Per recitare nel film MarvelCaptain America: The Winter
Soldier, Chris Evans ha preso lezioni di arti marziali
miste: infatti, le tecniche di combattimento che utilizza nelle
scene del film nascono da un connubio di Parkour, Jiu Jitsu
brasiliano, karate e boxe. I filmmakers hanno pensato che un
moderno Steve Rogers avrebbe dovuto padroneggiare nuovi stili e
tecniche di combattimento attuali.
Per cimentarsi nelle acrobatiche battaglie del film, Chris
Evans si è sottoposto volontariamente a un allenamento ginnico che
si è rivelato molto utile nelle sequenze più impegnative, come
quella del combattimento in ascensore.
La sequenza dell’ascensore è stata la prima scena di
combattimento girata per il film. La scena mostra Brock Rumlow e
altre dieci persone all’interno di un ascensore affollato, in cui
si trova anche Captain America. La sfida dei filmmaker era riuscire
a coreografare la scena in uno spazio tanto esiguo. Poiché Steve
Rogers nella scena assume una posizione di difesa, Chris Evans,
seguendo le indicazioni dei coordinatori degli stunt, inizialmente
effettua piccoli movimenti con le mani e i piedi, fino a quando non
trova lo spazio sufficiente per dare prova della sua abilità e
sferrare qualche colpo serio.
Anche Sebastian Stan, che interpreta il Soldato d’Inverno, si è
sottoposto a un training rigoroso per imparare a combattere e a
maneggiare le armi. È stato preso bonariamente in giro dai suoi
amici perché non faceva altro che esercitarsi con un coltello di
plastica, cercando di rendere le sue mosse il più possibile
naturali.
Nel film MarvelCaptain America: The
Winter Soldier, Captain America ha un nuovo costume speciale,
di colore blu, estremamente funzionale, che consente un’ampia
mobilità. Dato che in questo nuovo film, il protagonista è
impegnato in una missione segreta, era logico che non avrebbe
indossato un bersaglio sul petto del costume. I filmmakers hanno
optato per un costume piuttosto consistente e realistico,
realizzato con la resistente fibra sintetica Kevlar, quindi molto
elastico, che protegge l’eroe del film, e che si presenta
comunque come una uniforme militare.
I filmmakers volevano conferire un look più tattico al costume
di Falcon, rispetto a come appare nei fumetti. Lo hanno arricchito
di ganci e di fibbie: il risultato finale è il costume tipico di
Falcon ma privo di degli elementi più fumettistici che oggigiorno
non risulterebbero adatti. L’attore Anthony Mackie impiegava
ben 25 minuti per indossare il costume di Falcon.
Anthony Mackie – nei panni di Falcon – ha dovuto fluttuare
nell’aria con imbragature invisibili. I coordinatori degli stunt lo
sollevavano fino a 20 metri da terra, per farlo atterrare su un
punto contrassegnato con il nastro adesivo; lì poteva abbandonare
le protezioni ed entrare in scena. Fortunatamente Mackie è atletico
e molto coordinato, e questo ha facilitato il compito di
tutti.
Anthony Mackie, la cui energia sul set era contagiosa, ogni
volta che qualcosa andava bene o che una scena veniva completata,
esclamava scherzando “Staccate l’assegno!” Questa frase alla fine è
stata adottata da tutti sul set.
Il campione in carica dei pesi welter UFC Georges St-Pierre,
interpreta il ruolo di un mercenario francese nel film. Per i
filmmakers, riuscire ad aver scritturato il campione di arti
marziali miste, è stato un colpo di fortuna, ma anche Georges
St-Pierre era entusiasta di poter apparire per la prima volta in un
grande film d’azione.
Le riprese a Washington D.C. collocano Steve Rogers, Vedova
Nera e Falcon vicino ai monumenti americani più rappresentativi fra
cui il Jefferson Memorial, il Lincoln Memorial, il National Air and
Space Museum (Museo nazionale aeronautico e spaziale), il
Campidoglio, la National Mall, l’ Occidental Restaurant al Willard
Hotel, il quartiere del DuPont Circle e il Theodore Roosevelt
Bridge, che per la prima volta è stato chiuso al pubblico per la
lavorazione di un film.
Le riprese sulle strade di Washington, hanno attratto una folla
di fan, fra cui molti giovanissimi vestiti da Captain America, in
attesa di incontrare il loro amato protagonista. Chris Evans si è
fatto spesso fotografare con i suoi fan e considera questi i
momenti migliori della lavorazione nella capitale americana, nei
panni di Captain America.
La produzione si è recata a Cleveland, nell’Ohio, dove è
rimasta per sei settimane per girare la maggiori sequenze d’azione
del film. Anthony e Joe Russo sono così tornati nella città dove
sono cresciuti e dove hanno iniziato la loro carriera
cinematografica.
Quando combatte contro il Soldato
d’Inverno, Captain America ha bisogno di tutte le risorse
possibili, compreso il suo scudo leggendario che nel film ha vari
utilizzi. Lo scudo è tradizionalmente usato per lo più come arma
difensiva ma in Captain America: The Winter Soldier i
filmmaker hanno voluto trasformarlo in un’arma da attacco.
Steve Rogers può impugnare le due maniglie dello scudo per
assumere lo stile di un combattimento orientale.
L’11 Aprile non è ancor arrivato ma
i pennuti del film Rio 2, sequel del
fortunato film d’animazione della Blue Sky Studios, stanno già
cantando sulle note di I Will Survive di Gloria
Gaynor. Ecco l’ultimo trailer del film:
Il cast vocale di Rio 2
– Missione Amazzonia sarà composto
da Anne Hathaway, Jesse Eisenberg, Jemaine
Clement, Tracy Morgan, George Lopez, Leslie Mann, Rodrigo
Santoro, Jamie Foxx e la cantante
brasiliana Bebel Gilberto tornano a prestare le
loro corde vocale assieme con nuovi i nuovi arrivati Andy
Garcia, Bruno Mars, Kristin Chenoweth, Rita Moreno, Amandla
Stenberg, Rachel Crow, Pierce Gagnon e Natalie
Morales. Carlos Saldanha, già regista del primo
episodio, torna al timone del progetto subordinato dai
produttori John C. Donkin e Bruce
Anderson.
In Rio 2
– Missione Amazzonia troviamo il simpatico
pappagallo Blu e la mogie Jewel assieme ai loro figli che vivono
una vita perfetta e addomesticata in una casetta della città
brasiliana. Quando Jewel decide che i bambini hanno bisogno di
imparare a vivere come gli uccelli veri, insiste per intraprendere
un’impresa familiare nel Rio delle Amazzoni. Come Blu però si
preoccupa di perdere Jewel e i bambini al richiamo della foresta.
La leggenda della musica brasiliana Sergio
Mendes torna insieme con il compositore John
Powell per la colonna sonora. Rio
2 sarà caratterizzato da nuovi artisti brasiliani e la
musica originale di Janelle Monae e The
Wondaland Arts Society.
Capitan America: The Winter Soldier
comprende nel cast già attori del calibro di Chris
Evans, Sebastian
Stan, Anthony
Mackie, Frank
Grillo, Samuel L.
Jackson, Cobie
Smulders, Scarlett
Johansson, Emily
VanCamp e Toby
Jones.Anthony e Joe
Russo son i registi della pellicola, la cui uscita
statunitense è fissata per il 4 Aprile 2014. Le riprese si
sono svolte a Cleveland.
La storia si lega alla fine di The
Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato con
Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America: il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra scheda:
Capitan America: The Winter
Soldier.
Trama: I VIP sono un genere
di super-uomini che difendono il mondo dalle ingiustizie dai secoli
nei secoli. Ma l’ultima generazione è stata imperfetta e si compone
di due VIP: Supervip, che ha tutti i connotati del supererore e
continua la stirpe senza sbavature; e Minivip, che è completamente
agli antipodi e l’unico potere che possiede è quello di svolazzare
a pochi metri da terra. Sotto una crisi di identià e di
inferiorità, Minivip si concederà una vacanza in crociera e da qui
cominceranno numerose e imprevedibili avventure, fino allo scontro
con una perfida donna che sta sperimentando un sistema per dominare
l’umanità.
Analisi: Quello che Bozzetto,
fumettista ricordiamolo, è riuscito a fare con Vip – Mio
fratello superuomo, è stata la creazione di due facce: la
prima è sorridente, se vogliamo è quella che spicca in superficie,
dominata dalla poetica atmosfera fumettistica dell’autore; la
seconda è più attenta, vicina a riflessioni sul consumismo, sulla
capacità di persuadere le menti con i media o con “costrizioni
tecnologiche”, fino al tema dello sfruttamento dei più deboli. Del
resto, pensiamo anche all’anno in cui è stato prodotto il film:
1968, dunque perfettamente in linea con lo spirito del tempo.
Queste due facce riescono sempre a coesistere e anzi si
intrecciano, al punto che le situazioni che vorrebbero essere
più possibile “riflessive”, riescono comunque a far ridere. E
viceversa.
Quale miglior modo per
rappresentare tutto questo, se non disegnare gli impiegati al
servizio della temibile Happy Betty, tutti uguali? Non c’è
differenza di genere, né jeans o minigonne. Tutti lo stesso sesso,
tutti lo stesso vestito. A sottolineare ulteriormente la privazione
della personalità, il ridurre l’uomo a nulla più che a un numero di
matricola. La potenza dell’immagine in questo senso e qui il
fumetto la fa da padrone, è devastante e Bozzetto riesce ad usarla
nella sua massima espressione, pur trattandola con leggerezza. Gli
impetuosi sguardi totali su queste distsese di uomini tutti uguali
fanno sorridere, ma non si scappa dal loro significato.
Consapevole però che un
lungometraggio, specie d’animazione, ha anche bisogno di lasciarsi
guardare e avvalersi di strutture consolidate, Bozzetto introduce
elementi che si discostano dai temi più “nobili” e introduce una
duplice storia d’amore, situazioni parodistiche, mini-storie
all’interno di quella più grande. Tutti elementi che, sommati,
donano corpo al film.
Sono proprio le situazioni portate
all’estremo che riescono a far sorridere, ma di un sorriso a mezza
bocca. Possiamo dire che Bozzetto riesce ad essere bonariamente
cattivo. Il personaggio centrale di Happy Betty, ad esempio, è
tiranno: nel suo stabilimento di lavoro si hanno solo pochi secondi
per andare in bagno, pena una corposa scarica elettrica; è
possibile scegliere il pranzo, ma solo dopo una adeguata
“trattenuta dallo stipendio”. Il tutto in nome di un’invenzione che
dovrebbe generare dei missili in grado di conolizzare i cervelli
umani e orientarli a proprio piacimento. Qualcosa che ricorda 1984
di Orwell o in generale una buona dose di trame dal futuro
distopico.
Unendo tutta la causa ad una
manciata di gag divertentissime e ad una storia che scorre e quasi
scappa via per tutte le minuscole invenzioni che la tengono a
galla, Bozzetto ha creato un piccolo gioellino. Le chicche
migliori: il comitato d’azionisti e l’aiuto-colonnello Schultz.
Intervistato in occasione del
CinemaCon di Las Vegas dove è stato presentato in anteprima un
teaser del film Teenage Mutant Ninja
Turtles, Will Arnett, che nel film
in questione interpreta Vernon Fenwick, ha discusso con
l’intervistatore riguardo alla prima foto ufficiale del film (che
lo ritrae insieme a Megan Fox che interpreta
April), del rapporto di lavoro con il regista del
film Jonathan Liebsman e come è entrato a far
parte del progetto. Interrogato poi su un suo possibile
ritorno nei panni dell’esilarante personaggio di Batman nel sequel
di The Lego Movie, l’attore se l’è cavata
con un no comment, ma se si guarda il video qui sotto, la sua
espressione sembra invece suggerire qualcosa di buono.
Ricordiamo che la
Warner Bros ha annunciato che The Lego Movie
2, sequel del film d’animazione di Phil
Lord e Chris Miller, uscito
nelle nostre sale lo scorso Giovedì, arriverà al cinema
il 26 Maggio 2017. Nessun dettaglio
circa la trama del film è stato svelato al momento; come rivelato
già in passato, Jared
Stern e Michelle Morgan si
occuperanno della sceneggiatura.
La storia originale del
in animazione computerizzata 3DThe
Lego Movies segue la storia di Emmet, un
ordinario omino lego che è per errore identificata come la persona
più straordinaria del mondo e quindi come la chiave per salvare il
mondo. Così viene trascinato da una stranissimo gruppo di persone
in un’avventuraepica per fermare un
malvagio tiranno. Ovviamente Emmet è incredibilmente impreparato ad
affrontare questa grande avventura!
Nel cast vocale
del film troviamo Chris
Pratt, Will
Ferrell, Liam
Neeson, Morgan
Freeman, Elizabeth
Banks, Will
Arnett, Nick Offerman.
A dirigere il film ci
sono Phil Lord & Christopher
Miller (21 Jump
Street e Piovono
Polpette) che hanno scritto anche la sceneggiatura da una storia
di Dan Hageman & Kevin Hageman che si
sono basati sui famosi mattoncini.
Sono passati sei anni dall’ultimo capitolo di
Indiana Jones diretto da Steven Spielberg e di certo non ha
lasciato un bellissimo ricordo. Come appreso nei mesi scorsi, una
nuova avventura del famoso archeologo, non è ancora stata messa in
cantiere e quindi ci vorranno almeno 3 o 4 anni prima che possa
uscire nei cinema. Considerando anche il fatto che Harrison
Ford potrebbe non accettare di tornare per la quinta volta
nei panni di Indy, la
Disney e la Lucasfilm stanno valutando l’ipotesi di dare alla saga
un approccio “alla James
Bond”. Ovvero cambiare il protagonista per dare nuova linfa al
franchise e allo stesso tempo esplorare nuove possibilità narrative
date dal coinvolgimento di un attore più giovane.
E a quale attore gli studios stanno
pensando per sostituire Harrison Ford? Sembra che
in cima alla lista dei desideri ci sia il due volte candidato al
premio oscar Bradley Cooper, che recentemente ha
prestato la sua voce al personaggio di Rocket Racoon nel film
Guardians of the Galaxy.
Vedremo se la notizia che per ora è
solo un’indiscrezione verrà in seguito confermata.
Indiana Jones e il regno del
teschio di cristallo (Indiana Jones and the Kingdom
of the Crystal Skull), l’ultimo capitolo della saga, è
un film del 2008 diretto da Steven
Spielberg, interpretato da Harrison
Ford e basato sulla storia concepita
dal produttore esecutivo George
Lucas.
Ambientato nel 1957, il quarto
film della serie cinematografica vede un anziano Indiana
Jones (Harrison Ford) fronteggiare agenti
dell’Unione Sovietica guidati da Irina Spalko (Cate
Blanchett) alla ricerca di un teschio di cristallo.
“Indy” è aiutato dal suo grande amore Marion
Ravenwood (Karen Allen),
dal greaser “Mutt” Williams (Shia
LaBeouf) e dal compagno di avventure Mac (Ray
Winstone).
Iniziato ufficialmente l’altro ieri e
si concluderà il 27 marzo, parliamo di CinemaCon
2014, l’appuntamento annuale di Las Vegas in cui le
major presentano agli esercenti i film in listino con trailer,
anteprime e anticipazioni, dando spazio anche ad annunci sul line
up dell’anno prossimo.
Puntualmente, grazie
a The Hollywood Reporter, possiamo riassumere
quello che è successo giorno dopo giorno. Ha aperto i lavori il 25
marzo la Paramount che ha focalizzato la convention
su Transformers: Age of Extinction.
Ma la Major ha mostrato anche Teenage Mutant Ninja
Turtlese
Hercules.
Ieri invece è stata la volta della
Universal che ha aperto con dopo la presentazione dei dati
sullo stato dell’industria cinematografica negli Stati Uniti,
Universal per poi presentare i suoi titolo:
Neighbors, A Million
Ways to Die in the West‘, Get On
Up, The Purge,
Anarchy, Lucy e
The Loft.
Nei giorni scorsi Hugh
Jackman è stato ospite del programma Ink Master sulla rete
americana Spike Tv. Per omaggiare l’attore australiano è stato
presentato a sorpresa un nuovo promo del film X-Men
Giorni di un futuro passato con molte scene riprese
dal trailer (uscito ieri in italiano) ma anche diverse immagini
esclusive in anteprima.
In attesa di vederlo in una qualità
migliore, ecco il video preso direttamente dal programma:
La trama di X-Men giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
La Sony Pictures continua il suo battage pubblicitario in vista
del 2 Maggio, data di uscita di The Amazing Spider-Man
2. Oggi lo studio ha infatti rilasciato un video dal
dietro le quinte, uno con il meglio delle scene eliminate (occhio
agli spoiler) e tre nuovi spot tv del film con Andrew
Garfield e Emma Stone.
In The Amazing Spider-Man 2, per Peter
Parker (Andrew Garfield) affronta la vita
post diploma. Lasciatosi alle spalle le scuole superiori si è
ritrovato sempre più impegnato vestendo i panni di Spiderman,
senza, però, dimenticare la promessa fatta al padre di Gwen
(Emma Stone): proteggerla. A disturbare gli
equilibri ci penserà l’arrivo di un nuova nemesi, Electro
(Jamie Foxx) ed il ritorno di un vecchio amico,
Harry Osborn (Dane DeHaan).
Dopo la parentesi politica,
Arnold Schwarzenegger ritornerà, come sappiamo, ad
interpretare il ruolo che gli ha dato notorietà Terminator in
Terminator Genesis.
Così l’attore ha descritto il suo
‘nuovo’ personaggio: “Il personaggio è una macchina a tutti gli
effetti, il suo scheletro è di metallo, ma la sua pelle umana, e
quindi come ogni cosa umana invecchia. Sarà un Terminator
invecchiato.” Schwarzenegger ha poi aggiunto: “Terminato
ha un sacco a che vedere con i viaggi nel tempo, per cui ci sarà un
T-800 giovane, e poi più tardi, quando viene riprogrammato … ci
saranno un sacco di colpi di scena, ma mi sento molto bene a
riguardo.”
Terminator
Genesis sarà diretto da Alan Taylor,
già dietro la macchina da presa di Thor the Dark
World e di alcuni episodi della serie tv di successo
Game Of Thrones (da noi Il Trono di
Spade) prodotta da HBO.
Nel cast del film è già stata
confermata Emilia Clarke (Game of
Thrones) nei panni di Sarah Connor, altro personaggio che nel
corso degli anni ha avuto altre incarnazioni cinematografiche e
televisive: da Linda Hamilton in
Terminator, Terminator 2
e Terminator Salvation e
(ironia della sorte) da Lena Headey, compagna di
set di Emilia in Game of Thrones, nella serie tv
Terminator: The Sarah Connor Chronicles. Per quanto
riguarda invece John Connor, sarà interpretato da Jason
Clarke che a sua volta prenderà il posto di altri
predecessori, tra cui l’illustre Christian Bale in
Terminator Salvation. Kyle Resee, già
interpretato da Anton Yelchin in
Terminator Salvation e da Michael
Biehn nel film diretto da James Cameron,
sarà invece interpretato da Jai Courtney.
Terminator
Genesis è diretto da Alan Taylor e
vede nel cast Arnold Schwarzenegger, Emilia Clarke, Jason
Clarke, Jai Courtney e J.K. Simmons.
Edge
of Tomorrow Senza Domani è basato
sull’acclamato romanzo All You Need Is
Kill di Hiroshi
Sakurazaka. Nel cast del film diretto dal
regista Doug Liman,
ancheBill Paxton, Kick Gurry,
Dragomir Mrsic, Charlotte Riley, Jonas
Armstrong e Franz Drameh.
Una razza aliena, i Mimics, ha
colpito la Terra, devastando le città e uccidendo milioni di
esseri umani. L’unico modo per resistere alla brutalità
dell’offensiva aliena è quello di unire le forze e tentare
l’impossibile. Il tenente Bill Cage (Tom
Cruise), ucciso in pochi minuti, si risveglia finendo però
in un loop temporale, che lo condanna a vivere lo stesso giorno e
lo stesso combattimento all’infinito… Aiutato dall’agente delle
forze speciali Rita Vrataski (Emily Blunt), cercheranno insieme di
annientare gli invasori e salvare la Terra.
Il regista Doug
Liman è noto per aver diretto i primi due episodi del
franchise The Bourne Identity, oltre ad
essere il regista del film del
2008 Jumper, e
di Fair Game – Caccia alla
spia del 2010. Ha anche diretto l’episodio
pilota di The O.C.
Dwayne Johnson è l’eroe del
giorno. O meglio il semi-dio del giorno. Il trailer del ‘suo’
Hercules, qui da noi Hercules Il
Guerriero ha decisamente stupito tutti, dal momento
che sembra un mix perfetto di riferimenti mitologici, muscoli
torniti e guizzanti, e tanta azione, che nelle mani di The
Rock diventa spettacolo.
Johnson è anche uno dei nomi che
maggiormente si sono sentiti nominare in merito ad un universo
cinematografico DC espanso ad altri personaggi oltre ai canonici
Batman e Superman, e sembra strano che i fan per, una volta, siano
davvero entusiasti del nome che verrà accostato al prossimo
supereroe.
Proprio di questo ha parlato oggi
l’attore su Twitter, dove tra una risposta e l’altra ai fan, ha
dichiarato: “Io e la DC siamo d’accordo sul personaggio, è
molto complesso, ben conosciuto anche se mai interpretato e davvero
cazzuto” e poi “Lanterna Verde (John Stewart) e Black Adam sono i
miei supereroi preferiti, ma Lanterna Verde è già stato
interpretato.”
Dobbiamo quindi immaginare che
l’attore interpreterà Black Adam? Che ne pensate nel caso in cui si
realizzasse una tale eventualità?
Arriva dall’HollywoodReporter la conferma che sarà Madonna
a dirigere l’adattamento Ade: A Love Story,
romanzo d’esordio di Rebecca Walker arrivato in
Italia con il titolo L’Isola senza Nome. Sarà
dunque questo il terzo film da regista della cantante dopo
l’applaudito Sacro e Profano, e il
flop W.E..
A produrre il film ci
sarà Bruce Cohen de Il Lato Positivo.
La trama del romanzo:
“Quando una ragazza americana di
vent’anni decide di partire con un’amica per l’Africa, quella che
immagina è una vacanza esotica e avventurosa, un viaggio magari un
po’ trasgressivo ma destinato a finire con il ritorno a casa. Una
volta arrivata, trova ad accoglierla la straordinaria ricchezza dei
paesaggi dal deserto al mare, dai fiumi sinuosi alle isole
lussureggianti -, l’inebriante intensità dei profumi, la noncurante
sensualità della gente. Eppure c’è qualcosa di più, una malia
sottile, un richiamo ancestrale, forse la misteriosa trama di un
dio minore, che la trattengono e la sospingono verso un luogo
preciso: un’isola, una casa verde, al largo delle coste del Kenya.
Dove ad aspettarla è l’amore: quello di Ade, un giovane swahili per
il quale lei è unica, eccezionale, tanto da meritarsi un nuovo
nome, Farida, che significa “gioiello”. E Farida decide di fermarsi
lì – mentre l’amica prosegue – per vivere fino in fondo
quell’amore, e scoprire un’altra se stessa: una completa, vera
donna“.
“In grazia di Dio”,
frutto di un’originale formula produttiva ed ecologica che si
ispira alla storia del film, è prodotto da Alessandro Contessa,
Gustavo Caputo e lo stesso Winspeare per Saietta Film con Rai
Cinema, in associazione con Banca Popolare Pugliese e Luigi de
Vecchi, con il sostegno di Apulia Film Commission, in
collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Agricole della
Regione Puglia.
Quattro donne si rifugiano in
campagna in seguito al fallimento della piccola impresa a
conduzione familiare, travolta dalla generale crisi economica. Il
lavoro della terra e il baratto dei prodotti – contro ogni
aspettativa – sono l’occasione per un nuovo inizio, la possibilità
di una nuova vita.
Un film ecologico, a impatto
zero. Una piccola storia sulla felicità.
Arriva nelle sale italiane da
giovedì 1 maggio distribuito da Eagle Pictures,
Brick Mansions, l’ultima pellicola
compiuta girata da Paul Walker, prima del tragico
incidente d’auto. L’action movie è il remake del film francese
Banlieue 13 (conosciuto anche come B13) scritto e prodotto da
Luc Besson e diretto nel 2004 da Pierre
Morel (From Paris with love). Brick Mansions, la cui regia
è di Camille Delamarre, vede protagonista Paul Walker ancora una
volta nelle vesti di un detective sotto copertura, Damien Collier,
alla ricerca di un trafficante di droga, interpretato dal rapper
RZA (G.I. Joe – La vendetta, American Gangster, Coffee and
Cigarettes).
Tutte le foto:
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Nel ghetto noto come
‘Brick Mansion’, Walker farà squadra con Lino,
interpretato da David Belle, attore ed anche co-fondatore del
movimento del Parkour. Spettacolari sequenze stunt con
combattimenti a base di arti marziali e evoluzioni di Parkour
caratterizzano la pellicola ambientata in una Detroit in mano alla
malavita, in cui la corruzione, la violenza e i traffici di droga
la fanno da padrone. Damien, avvalendosi dell’aiuto di Lino,
riuscirà nell’impresa di sventare una rete di corruzione e un
terribile complotto arrivando fino alle stanze del potere e della
politica. Accanto a Paul Walker e David Belle, nel cast anche RZA,
Robert Maillet e Carlo Corta. Prodotto da Relativity Media, che
devolverà parte degli incassi alla Reach Out WorldWide, la
fondazione benefica di Walker, il film porta la firma di Luc Besson
per la sceneggiatura.