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Lone Survivor: le dichiarazioni di Mark Walbergh alla premiere

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Lone Survivor: le dichiarazioni di Mark Walbergh alla premiere

Nel corso dell’ American Film Institute Festival ha avuto luogo la premiere di Lone Survivor, film diretto da Peter Berg che vede come protagonista Mark Wahlberg. Al termine della presentazione è stato lo stesso attore a prendere la parola, ma non ha voluto fare alcun commento al film o al ruolo da lui interpretato, queste le sue parole:

“Non sono in una buona posizione per poter parlare di qualsiasi cosa. Per noi attori sarebbe così falso parlare di cosa abbiamo passato su quella montagna considerando cosa hanno fatto e cosa hanno vissuto questi ragazzi (i Navy SEAL ndr)”.

L’attore, incalzato poi circa la sua esperienza nel film da Jacqueline Lyanga (direttrice del festival), in una stato di visibile alterazione ed emozione ha sostenuto l’inutilità di stare lì a parlare circa la fatica sostenuta durante il lavoro di preparazione al ruolo o nel corso delle riprese poiché ciò che ha fatto non è nemmeno paragonabile a quanto hanno patito realmente i Navy SEAL trai i monti dell’Hindu Kush.

Wahlberg ha poi aggiunto di essere fiero del suo ruolo nel film, seppure alla base dello stesso ci sia molto di più di quanto egli abbia fatto, facendo un ovvio riferimento alla tragedia a cui la pellicola si ispira.

In chiusura, l’attore ha dichiarato di non voler rispondere ad ulteriori domande, scusandosi con i presenti per aver perso le staffe.

Lone Survivor arriverà nelle sale americane il 27 dicembre per una prima distribuzione limitata, successivamente sarà distribuito in tutto il territorio a partire dal 10 gennaio. Nel film oltre Mark Whalberg compaiono anche Eric BanaTaylor KitschEmile Hirsch, Ben Foster ed Alexander Ludwig.

Fonte: HollywoodReporter

Maleficent trailer italiano con Angelina Jolie

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maleficent trailer italianoEcco il primo trailer italiano di Maleficent, l’ultimo adattamento Disney della fiaba de La Bella Addormentata nel Bosco, in cui Angelina Jolie interpreta la strega nemica della principessa Aurora (Elle Fanning).

Ecco il trailer:

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Tutte le foto:

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Disney presenta Maleficent, la storia mai raccontata di una delle più amate cattive delle favole Disney, tratta dal classico del 1959 La bella addormentata nel bosco.
Malefica, una bella e giovane donna dal cuore puro, vive una vita idilliaca immersa nella pace della foresta del regno, fino a quando, un giorno, un esercito di invasori minaccia l’armonia di quei luoghi. Malefica diventa la più fiera protettrice delle sue terre, ma rimane vittima di uno spietato tradimento ed è a questo punto che il suo cuore puro comincia a tramutarsi in pietra. Decisa a vendicarsi, Malefica affronta una battaglia epica contro il successore del re invasore e, alla fine, lancia una maledizione contro la piccola Aurora. Quando la bambina cresce, Malefica capisce che Aurora rappresenta la chiave per riportare la pace nel regno e, forse, per far trovare anche a lei la vera felicità.

La Walt Disney ha svelato in esclusiva la nuova sinossi ufficiale di Maleficent, la nuova pellicola fantasy che segnerà il ritorno sul grande schermo del premio Oscar Angelina Jolie. Eccola, di seguito:

Maleficent racconterà la storia di una delle villain più amate dell’universo Disney, antagonista della favola La bella addormentata nel bosco del 1959. Affascinante donna dal cuore gentile, la bellissima Maleficent ha vissuto a lungo in un bosco incantato circondata da pace e armonia, fino a quando un squadra di invasori non ha messo a repentaglio la tranquillità del suo regno. Maleficent si trasforma così nella più cattiva guardiana del suo universo, subendo un terribile tradimento che tramuterà il suo cuore benevolo in un cuore di pietra. Accecata dalla sete di vendetta, Meleficent inizierà una leggendaria battaglia contro il successore del re invasore, gettando una maledizione sulla figlia Aurora. Col passare del tempo, la strega di renderà conto che la giovane custodisce la chiave per la salvezza del suo regno e forse anche quella per ritrovare l’ormai perduta serenità.

Diretto dallo scenografo due volte premio Oscar Robert StrombergMaleficent, prodotto da Joe Roth, annovera nel cast anche Elle Fanning, Sharlto Copley, Sam Riley, Imelda Staunton, Juno TemplePalak Patel e Miranda Richardson. La release è prevista per il 14 marzo 2014.

50 Sfumature di Grigio prime foto di Christian Grey e Anastasia Steele

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Entertainment Weekly ha pubblicato le prime foto di 50 Sfumature di Grigio. Si tratta di scatti promozionali in cui Jamie Dornan e Dakota Johnson posano nei panni dei rispettivi personaggi, Christian Grey e Anastasia Steele.

50 sfumature di grigio è un romanzo, caratterizzato dalla descrizione di scene di esplicito erotismo e da elementi di pratiche sessuali BDSM, ha in breve tempo raggiunto una vasta popolarità e un grande successo di vendite negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. L’intera serie ha venduto oltre 70 milioni di copie in tutto il mondo e i diritti sono stati venduti in 37 paesi.

Il film è stato scritto da Kelly Marcele, mentre a dirigere sarà Sam Taylor-Johnson (moglie dell’attore Aaron Taylor-Johnson). A produrre il film, invece, ci saranno Michael De Luca, Dana Brunetti e  l’autrice del romanzo E.L. James, per un’uscita fissata per il 14 Agosto 2014

Tutte le immagini clikka qui.

Fonte: EW

 

Questione di tempo: la colonna sonora del film di Richard Curtis

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Questione di tempo: la colonna sonora del film di Richard Curtis

Lo scorso 7 novenbre è uscito nei cinema italiani Questione di tempo, la commedia romantica di Richard Curtis di cui oggi vi proponiamo la colonna sonora ufficiale.

Il regista Richard Curtis ha scelto personalmente tutti i brani realizzando una poliedrica compilation, passando dal melodico datato all’attuale ritmo, per arrivare alla romanticissima How Long Will I Love You, mentre i pezzi originali del film sono del londinese Nick Laird-Clowes.

Questione di tempo la colonna sonora

1. The Luckiest (Ben Folds)
2. How Long Will I Love You (Jon Boden, Sam Sweeney, Ben Coleman)
3. Mid Air (Paul Bucchanan)
4. At The River (Groove Armada)
5. Friday I’m In Love (The Cure)
6. Back To Black (Amy Winehouse)
7. Gold In Them Hills (Ron Sexsmith)
8. The About Time Theme (Nick Laird-Clowes)
9. Into My Arms (Nick Cave & The Bad Seeds)
10. Il Mondo (Jimmy Fontana)
11. Golborne Road (Nick Laird-Clowes)
12. Push The Button (Sugababes)
13. All The Things She Said (t.A.T.u)
14. When I Fall In Love (Barbar Gough, Sagat Guirey, Andy Hamill, Tim Herniman)
15. Spiegel im Spiegel (Arvo Part, Sebastien Klinger, Jurgen Kruse)
16. How Long Will I Love You (Ellie Goulding)

Il cast del film è composto da Rachel McAdams, Domhall Gleeson e Bill Nighy.

All’età di 21 anni, Tim Lake (Gleeson) scopre di essere in grado di viaggiare nel tempo … Dopo l’ennesima, deludente festa di Capodanno, il padre di Tim (Nighy) rivela a suo figlio che gli uomini della loro famiglia hanno sempre avuto il potere di viaggiare attraverso il tempo. Tim non può cambiare la storia ma può cambiare quel che accade e che è accaduto nella sua vita, perciò decide di rendere il suo mondo migliore … trovandosi una fidanzata. Sfortunatamente questa impresa non sarà facile come potrebbe sembrare.
Giunto a Londra dalla Cornovaglia per diventare avvocato, Tim incontra la bella ma insicura Mary (McAdams). I due si innamorano, ma per colpa di un fatale viaggio nel tempo, si allontanano per sempre. Ma si incontrano di nuovo, come se fosse la prima volta, e continuano ad incontrarsi ancora … fino a quando, giocando d’astuzia contro il tempo, Tim riuscirà finalmente a conquistare il suo cuore.
Il giovane a quel punto usa il suo potere per dichiararsi romanticamente nel modo migliore, per tutelare il suo matrimonio dal peggiore discorso mai fatto da un testimone di nozze, per salvare il suo migliore amico da un disastro professionale e per riuscire ad arrivare in tempo in ospedale per far partorire sua moglie, nonostante un terribile ingorgo di traffico ad Abbey Road.
Tuttavia, nel corso della sua insolita vita, Tim si rende conto che il suo dono straordinario non può preservarlo dalle sofferenze, e dagli alti e bassi che tutte le famiglie, ovunque, sperimentano. Sono grandi i limiti di ciò che un viaggio nel tempo può ottenere, senza contare che può rivelarsi alquanto pericoloso. Questione di Tempo è una commedia che parla dell’amore e del potere dei viaggi temporali e che insegna che in fondo, per vivere una vita piena e soddisfacente, non c’è bisogno di viaggiare nel tempo.

Festival di Roma 2013 Alexandre Rockwell presenta Little Feet in CinemaXXI

little feet festival di roma 2013Lana ha sette anni e si occupa di suo fratello Nico che ne ha quattro. Il loro passatempo preferito è guardare i loro pesciolini rossi nuotare nell’acquario. Una mattina, mentre si preparano per la scuola, Nico scopre uno che dei pesci galleggia a pancia in sù. Dopo averlo seppellito, perde lo scuolabus. Tornando a casa incontrano un ragazzo, Nene, nascosto in una scatola. Nene si è appena trasferito nell’appartamento accanto. I due bambini lo invitano a conoscere Curly, il pesce rosso superstite. Commosso, Nene convince Lana e Nico a intraprendere un viaggio alla ricerca di un amico per il pesciolino rimasto solo.

Una storia semplicissima che fa partire un road movie. Alexandre Rockwell ritorna ad un (quasi) lungometraggio mettendo in scena la sua famiglia e chi le sta intorno. Protagonisti assoluti i figli, Lana e Nico di una storia scritta a quattro mani, come recitano i titoli di coda scritti sull’asfalto dalla bambina, da “Lana e papà”. Echi di Jarmusch degli esordi, e anche in questo caso gli eroi lottano per una causa essenziale che poi passa in secondo piano mano mano che la storia si evolve. Tutti modi per espiare però un lutto, far finta che ci sia sempre un domani o un mondo parallelo in cui continua a vivere e vederci chi ci abbandona fisicamente da questo mondo.

festival di roma 2013 Alexandre RockwellIl perchè un regista che è presente ai festival dal 1992, e che è stato vincitore di un Sundance Film Festival, nel 1994 con In the soup, faccia un film così semplice, è lui stesso a spiegarlo: “cercare soldi e finanziatori mi stava togliendo la passione di fare il cinema. Volevo tornare a fare qualcosa di semplice, autofinanziato, con persone che amavo. Allora ho seguito le storie dei miei figli, che sono in quel periodo della vita in cui tutto è poetico”.

Dalla semplicità all’arte il passo è breve, basta sapere come fare, insomma.

Ad introdurre il film, un’altra opera di un regista esperto di lungometraggi che per la prima volta si è cimentato con un film di breve durata. Il regista cinese Yonfan Yonfan ha deciso di raccontare una storia che ha le sue radici nella mitologia classica cinese in Lu, cortometraggio che si svolge in un teatro durante una rappresentazione.

Ciò che resta, della messa in scena teatrale sono gli elementi essenziali anche in questo caso: la gestualità, i movimenti, i colori ed i costumi.

Festival di Roma 2013 Filippo Timi presenta I Corpi Estranei in concorso

i corpi estranei recensione“Siamo partiti da un’immagine che mia moglie, la sceneggiatrice del film (Giuditta Tarantelli, ndr), aveva nella testa – così Mirko Locatelli ha introdotto la genesi del suo film, I Corpi Estranei, presentata in Concorso all’ottava edizione del Festival di Roma – Si tratta di una immagine che risale a vent’anni fa: un uomo solo con in braccio un bambino in un reparto di oncologia. Quest’uomo solo, con il suo bambino, era solo un’immagine. Siamo partiti da lì cercando di immaginare una storia intorno a quest’uomo, perchè spostava l’attenzione, rispetto al tema della fragilità, dal bambino all’adulto. Così, nelle nostre ricerche, abbiamo scoperto che nei casi in cui un bambino ha qualcosa di molto grave, i veri malati sono i genitori, che non vengono accompagnati per davvero in questo processo doloroso.”

Giuditta Tarantelli prende la parola chiarendo il concetto: “Tutte le cure sono riservate ai bambini, e l’aspetto psicologico di chi sta intorno al bambino viene trascurato. I genitori sono così chiamati i malati invisibili che hanno lo stesso trauma di chi ha subito una catastrofe”.

Mirko Locatelli: “Abbiamo voluto fare non un film sul dolore, ma sulla fragilità. Il dolore può diventare patetico. Mentre noi abbiamo spostato l’attenzione e abbiamo utilizzato la malattia come pretesto. Per parlare del dolore ci vuole del pudore. Quindi spostando con pudore il tema sulla fragilità, servendoci anche del personaggio secondario, con il quale il protagonista si approccerà e cambierà la sua prospettiva”.

festival-di-roma-2013-filippo timiInfatti il protagonista è un uomo molto fragile. Come si è approcciato Filippo Timi a questo personaggio?

Filippo Timi: “A sei anni i miei genitori mi portano a Pisa, perché zoppicavo, per un controllo. Poi ho scoperto che il controllo era dovuto alla paura che avessi un tumore alle ossa, ma i miei mi regalarono la prima scatolina di Lego, ed io ero felicissimo. Per fortuna poi stavo bene, ma i miei genitori erano preoccupatissimi perché un bambino con il tumore alle ossa a sei anni, non arriva ai 14.” “Entrando in questo progetto – continua Timi – e leggendo la sceneggiatura mi sono trovato dall’altra parte. In quella occasione ho capito che è impossibile recitare un dolore di un padre il cui figlio sta così male. Ho provato solo a chiudere la porta di quel dolore. Poi non ho potuto recitare molto, perché ho dovuto avere a che fare con il bambino, con il quale non puoi recitare, ma devi solo provare ad entrarci in contatto”.

Jaouher Brahim, co-protagonista con Timi, racconta la sua prima esperienza sul set, e soprattutto la sua scoperta del mondo dietro alla malattia, un mondo fatta di famiglie che soffrono.

Tutte le foto del festival nella nostra gallery:

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Glaucocamaleo recensione del film di Luca Trevisani

Glaucocamaleo recensione del film di Luca Trevisani

Glaucocamaleo recensione 2Il progetto Glaucocamaleo prende il via da un famoso libro di Kurt Vonnegut del 1961, “Ghiaccio 9”, in cui, tra le altre cose, si narra la storia di uno scienziato, inventore del “ghiaccio-nove”: una microparticella in grado di cristallizzare e congelare istantaneamente l’acqua (portandone il punto di fusione a 114 °F) e potenzialmente in grado, con una reazione a catena, di propagare questa proprietà a tutta l’acqua del pianeta, rendendola solida, per contatto, con conseguenze catastrofiche per la vita.

Il disastro innescato nel libro è il blocco del ciclo dell’acqua, il passaggio di stato, la mobilità delle particelle. Ed è da qui che Glaucocamaleo inizia. L’uomo nasce, si sviluppa e muore in continua relazione con la natura. Da essa trae, in un continuo lavorio, risorse volte a soddisfare le proprie esigenze.

Nel film di Luca Trevisani però, qualcosa si è rotto. Una trasformazione inaspettata e repentina ha ghiacciato il mondo. In uno scenario così inospitale, la sola soluzione è un cambio di prospettiva. Abbandonando una visione antropocentrica e geocentrica della realtà, degli uomini realizzano che la risposta al disastro è da cercare altrove, nel sole, nella sua energia. Utilizzandone i raggi, l’uomo sblocca lo stallo in cui ha messo il mondo, condannandosi a negoziare un nuovo, instabile, equilibrio.

Glaucocamaleo recensione

Glaucocamaleo è un progetto molto ambizioso. All’interno della sezione a lui più adatta “CineMaxxi” dedicato al cinema innovativo e sperimentale che dialoga e soprattutto fa riferimento alle altre arti, le immagini ad alta definizione del ghiaccio, il fuoco, gli elementi che danno la vita e la morte, sono uno spettacolo a sé stante, dove la parola è di fatto superflua, ed infatti non c’è se non nel primo quarto d’ora, in cui la questione della sparizione umana viene discussa da due camerieri molto più colti di quanto il camice e il conseguente stereotipo farebbero pensare. Poi lo spazio è lasciato ad immagini e sensazioni, a panoramiche che fanno pensare agli spazi rappresentati da Godfrey Reggio nella trilogia iniziata con Koyanisqatsi e alcune sono estranianti via musica, suoni e interruzione della finzione, nel momento in cui entrano in campo i drone di cui il regista ha fatto ampio uso nella realizzazione del film, diventando un personaggio alieno che prende possesso della scena, sia con le sue soggettive che con i suoi suoni.

Un film studiato a tavolino e schematicamente, la voce narrante, Kary Mullis, scienziato premio Nobel per la chimica nel 1993 è stato scelto per le sue caratteristiche controverse. Lo scienziato infatti, che è anche un surfista senza tregua, ha più volte sostenuto che le sue scoperte sono state agevolate da un ampio uso di LSD, ha espresso grande scetticismo riguardo all’esistenza del riscaldamento globale così come ha affermato di essere stato rapito da esseri alieni.

La scelta di Kary Mullis, così come di ogni location e materiale impiegato nel film, è fondamentale. La sua figura è stata di fondamentale ispirazione e consequenziale ai significati generati dal film stesso: l’immagine di uno scienziato da sempre in grado di assecondare la propria curiosità e le proprie ossessioni, un prometeo contemporaneo che mette in discussione le gerarchie e i valori. Il film è stato introdotto da un cortometraggio dal titolo Thing, che indaga a suo modo un panorama simile: un mondo inesistente, in wireframe, a cui siamo arrivati non si sa con quale delle molte spinte distruttive. Anche il corto di Anouk DeClerq cerca un’entità aliena e molte delle immagini, desaturazioni di lunghe panoramiche urbane, sembrano paesaggi spaziali o alieni.

Gods Behaving Badley: recensione del film di Marc Turtletaub

Gods Behaving Badley: recensione del film di Marc Turtletaub

Presentato nella sezione Fuori Concorso, Gods Behaving Badley di Marc Turtletaub, è tratto dall’omonimo romanzo scritto da Marie Phillips. La sceneggiatura adattata dalla stesso regista e Josh Goldfaden fa leva sulla popolarità che gli Urban Fantasy stanno acquisendo sempre più nel contemporaneo panorama cinematografico. Seppur venga naturale il collegamento con Percy Jackson; la storia in realtà si distacca molto dalla saga di Rick Riordan, infatti il percorso di scrittura procede in maniera opposta, declinando le relazioni e le dinamiche degli Dèi nella società del XXI secolo.

In Gods Behaving Badley la relazione tra Kate e Neil è ostacolata da una causa soprannaturale: l’imperitura ostilità che divide ancora gli antichi dei greci. Ritiratisi a vivere in esilio a Manhattan gli dei dell’Olimpo si nascondono allo sguardo dell’umanità in una villetta, trascorrendo il tempo fra schermaglie e liti. Quando Apollo s’innamora perdutamente di Kate, Neil deve riconquistarla e salvare anche la razza umana dalla minaccia dell’estinzione.

Gods Behaving Badley, il film

La trama di Gods Behaving Badley prende come spunto solo alcune delle caratteristiche e degli attriti degli Déi per poi sviluppare una storia del tutto personale senza risaltare leggende o miti. Proprio per questa caratteristica, la sceneggiatura risulta essere abbastanza lineare e di facile lettura fino alla sua conclusione, mostrando i celebri capricci di alcuni Dèi, contornati e caricati di un ironica contemporaneità. Infatti, questi sono ormai “umanizzati” per via dei loro esili poteri e quindi ridotti ad essere schiavi di egoistici capricci, difatti, uno dei punti nevralgici della storia ruota proprio sulla mancanza di “fede” e i loro poteri che li ha portati a rintanarsi e dimenticarsi del loro mondo. In questo scenario, il loro torpore viene svegliato dal coinvolgimento di Kate e Neil che attraverso le loro disavventure e i loro sentimenti umani riusciranno a ricordare agli Dèi la loro figura e l’importanza che ricoprono.

Gods Behaving Badley riesce a distinguersi con piccole novità che notiamo sin dai titoli di testa e nell’incipit, ma spicca soprattutto per il divertente e brillante cast da cui è composto, su cui spiccano tra tutti Ebon Moss-Bachrach, Edie Falco, Oliver Platt, Nelsan Ellis e il meraviglioso duo Zeus-Ade, Christopher Walken e John Turturro. Difatti saranno proprio loro che con i loro meravigliosi tempi comici sosterranno l’intera linea narrativa del film, suscitando la maggior parte delle volte la risata.

Gods Behaving Badley, come già suggerisce il titolo, gioca e diverte con le figure classiche della mitologia greca, usando soprattutto rimandi e nuovi percorsi narrativi che riescono a intrattenere la sala e a divertire il pubblico senza aggiungere nulla di nuovo al genere Urban Fantasy ma rinvigorendolo con un’altra storia.

Buon Compleanno Gerard Butler

Buon Compleanno Gerard Butler

Scozzese, classe 1969, Gerard Butler debutta a teatro a soli 12 anni, ma, sebbene sia bravino, finisce che si mette a studiare legge. Dopo il praticantato di routine, e a una settimana dal diventare ufficialmente avvocato, Gerard viene licenziato dallo studio per cui lavora, a causa del discutibile stile di vita che ha mantenuto in un momento per lui molto difficile.

Così si trasferisce a Londra, e qui il richiamo del palco è talmente forte (o forse è solo per la smania di diventare famoso, come ammette lui stesso) che il giovane Butler prende seriamente in considerazione la carriera d’attore. Alla solita gavetta teatrale segue il debutto al cinema nel 1997 con La mia regina di John Madden, un discreto successo che gli apre le porte di Hollywood. Nel 2002 Gerard è infatti al fianco di Angelina Jolie in Tomb Raider – La culla della vita, per poi prendere parte all’adattamento per il grande schermo di uno dei musical più celebri del mitico Andrew Lloyd Webber, Il fantasma dell’Opera, dove Gerard rivela insospettabili doti canore. La fama conclamata, però, gliela regala il ruolo di Leonida in 300, dal graphic novel di Frank Miller: al grido di “QUESTA È SPARTAAAAA!!!” – e con l’ausilio di un addome a tartaruga entrato negli annali – Butler si ritaglia un posto fra i sex symbol del nuovo millennio. Dello stesso anno, il 2007, è anche il lacrimevole P.S. I love you, dove l’amata in questione è Hilary Swank; seguono un ruolo da macho-col-cuore-tenero in La dura verità (con Katherine Heigl) e uno da macho-e-basta (ma un po’ trash) in Giustizia privata, prima di fare Il cacciatore di ex (= Jennifer Aniston) e di raccontarci quello che sa sull’amore insieme a Gabriele Muccino.

Di recente è tornato a fare il macho-che-non-deve-chiedere-mai in Attacco al potere – Olympus has fallen, ennesimo action movie in cui un manipolo di spietati terroristi assalta la Casa Bianca e prende in ostaggio il povero Presidente USA. Noi, invece, usiamo le buone maniere per invitarlo a spegnere le candeline (lo spumante è meglio evitarlo). HAPPY BIRTHDAY GERARD!

Nadja Swarovski: intervista alla produttrice di Romeo e Giulietta

Nadja SwarovskiLa redazione di Cinefilos ha avuto il piacere di incontrare la signora Nadja Swarovski , presidente e produttore esecutivo della Swarovski Entertainment , in occasione della presentazione di Romeo e Giulietta al Festival del Film di Roma. La Swarovski Entertainment ,  fondata nel 2010 , si occupa  di finanziare e produrre film originali e artisticamente compiuti e Romeo  Giulietta di Carlo Carlei è stato il loro primo progetto.

Come mai avete deciso di diventare produttori per questo film e di non partecipare solo con il product placement , come in genere fanno i brand?

Avevamo già preso la decisione di creare la Swarovski Entertainment ed eravamo in cerca di un copione. Julian Fellowes che è un amico di famiglia e del quale ammiriamo il  lavoro è venuto da noi e ci ha proposto Romeo e Giulietta. Ci è piaciuta da subito la storia che è una bellissima storia d’amore: il mondo Swarovskvi è fatto di doni che nascono da pensieri d’amore, quindi questo era il progetto giusto. Con la nostra produzione vorremmo arricchire culturalmente lo spettatore attraverso un messaggio educativo e un classico di Shakespeare era perfetto in questo senso, in particolare per le generazioni più giovani.

 Lei ha detto che Julian Fellowes è un amico di famiglia, anche lei è una fan di Dowtown Abbey?

Certo, chi non lo è! Lui ti fa diventare dipendete da quello show!

 Questo per voi è stato il primo progetto, cosa ci possiamo aspettare in futuro dalla Swarovski Entertainment?

E’ sicuramente solo l’inizio per noi e nei progetti futuri la Swarovski sarà molto coinvolta ad esempio con l’industria della moda, l’architettura e gioielleria ma si tratta soprattutto di rimanere fedeli ai valori in cui noi crediamo e magari scegliere storie con delle morali forti. Alla fine tutti i progetti della Swarovski saranno indirizzati verso l’arricchimento culturale delle persone,nel riuscire ad educarle attraverso i film.

 State già producendo qualcosa di nuovo?

Si abbiamo una storia pronta, non posso rivelarvi troppi dettagli ma sarà sul mondo della moda. Uno sguardo nel dietro le quinte di questo mondo, dove le persone che non ne sono coinvolte non possono e non riescono a capire bene come funzioni. Quindi rimane sempre un progetto educativo ma allo stesso tempo piacevole.

 Riguardo la moda, in Romeo e Giulietta i costumi sono una parte fondamentale e possono essere ammirati per la loro grandiosità e cura nei minimi dettagli – per cui sono stati usati anche cristalli Swarovski. Lei ha partecipato al processo di design suggerendo qualcosa che rispecchiasse il suo gusto?

No per niente. Una scelta importante è stata quella di decidere con quale costumista lavorare e devo ammettere che Carlo Poggioli è stato davvero fantastico. Aveva come consulente Milena Canonero e hanno avuto la possibilità di scegliere i cristalli da utilizzare, ma noi non abbiamo mai interferito con le loro scelte creative. Anche la possibilità di lavorare con le sarte italiane è stato incredibile.Sapete questa arte è nel loro DNA e gli viene naturale. La manodopera e i dettagli sono stupendi,ad esempio nelle giacche ricamate o i vestiti in velluto, assolutamente bellissimi.

 Quali sono le qualità che cercate nei progetti da finanziare e produrre?

Sicuramente l’arricchimento culturale è la qualità numero uno. L’aspirazione al bello, belle scenografie e costumi sono altre.  Ma anche semplicemente la proposta di un copione ben adattato che abbia certe informazioni che lo spettatore può apprendere una volta che è finito il film, sono qualità importanti.  Vogliamo dare un contributo positivo all’industria, perché ci sono talmente tanti film in giro che siamo molto fermi nel voler fare un prodotto informativo che aggiunga valore.

Je Fais Le Mort: recensione del film di Jean-Paul Salomè

Je Fais Le Mort: recensione del film di Jean-Paul Salomè

JE FAIS LE MORT recensione

Presentato Fuori Concorso al Festival del Film di Roma Je Fais Le Mort , commedia poliziesca del regista Jean-Paul Salomè.

Jean Renault (Francois Damiens) è un attore fallito che viene deriso anche dai propri figli e dalla ex moglie. La sua agente , disperata quanto lui perché viene licenziato dalle varie produzioni in quanto troppo preciso e quindi rompiscatole , gli propone una parte particolare : quella del morto! Così per pochi soldi Jean parte alla volta di Mauve , un paesino in mezzo alle montagne , colpito dalla tragedia di un triplice omicidio. Lì lui dovrà aiutare la rigida magistrato donna ( Gèraldine Nakache ) e il capo della polizia del luogo il Tenente Lamy ( Lucien Jean-Baptiste ) , a ricostruire le azioni dell’assassino sulla scena del delitto per concludere le indagine giudiziarie, facendo la parte del morto. La sua eccessiva ossessione per i dettagli e esperienza recitativa lo porterà a dubitare e a far dubitare del ragazzo preso come colpevole, che risulta già dal primo sguardo poco credibile. Tra gag divertenti e antipatie che si trasformeranno in qualcos’altro , l’inesperto attore aiuterà la polizia a risolvere il caso in un modo inaspettato.

Pochi semplici ingredienti rendono la storia intrigante e leggera, e Jean-Paul Salomè manovra un cast di bravi attori che non coprono la trama con il loro protagonismo ma accompagnano bene l’allegro andare dell’indagine. L’idea è abbastanza innovativa per un film, ma non molto per la televisione. Ricorda ad esempio The Mentalist o Castle , dove un personaggio esterno e spesso eccentrico, riesce con un intuito più umano e derivante dall’esperienza in un altro campo a vedere degli indizi anche dove al momento non sono ben visibili a polizia e magistrati. Ma non è un punto a sfavore, anzi.

JE FAIS LE MORT recensione

Con il classico humor francese e un Francois Damiens che potrebbe pure non parlare, dalle efficacissime espressioni facciali quasi da film muto, Je Fais Le Mort è un divertente parentesi di tranquillità.

 

 

 

 

 

 

La nostra foto gallery del Festival:

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Festival di Roma 2013: Video commento dei film del quinto giorno

Festival di Roma 2013: Video commento dei film del quinto giorno

Festival di Roma 2013

Nel quinto giorno del Festival di Roma è stato presentato come film in concorso Out of the Furnace di Scott Cooper con Christian Bale, Casey Affleck, Woody Harrelson, Forest Whitaker, Zoë Saldaña, Sam Shepard e Willem Dafoe. Nella sezione Fuori Concorso la commedia francese Je fais le mort di Jean-Paul Salomé con François Damiens, Géraldine Nakache e Lucien Jean-Baptiste ed infine La Santa di Cosimo Alemà con Massimiliano Gallo, Francesco Siciliano, Gianluca Di Gennaro, Michael Schermi, Marianna Di Martino e Lidia Vitale.
Di seguito il video commento dei film:

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Tutte le foto del festival nella nostra gallery:

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Avengers: Age of Ultron, Elizabeth Olsen su Scarlet Witch

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Avengers: Age of Ultron, Elizabeth Olsen su Scarlet Witch

Arrivata l’ufficialità circa la presenza di Elizabeth Olsen in Avengers: Age of Ultron, in cui l’attrice indosserà il costume di Scarlet Witch, sono giunte, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’Old Boy di Spike Lee, alcune sue dichiarazioni circa il personaggio che andrà ad interpretare.

L’attrice si è detta “eccitata” all’idea di prendere parte ad un’importante produzione quale The Avengers, dichiarando di essere, al momento, immersa nella lettura di numerosi fumetti per comprendere meglio il personaggio, anche se ha aggiunto che la maggior parte di quanto abbia letto non risulterà utile ai fini del film. Riguardo il costume che indosserà ha sostenuto di non conoscere dettagli particolari al momento, ma di sapere più o meno come sarà realizzato e che, molto probabilmente, sarà differente da ciò che i fan si aspettano. Circa, invece, scene che la vedranno impegnato al fianco di Samuel L. Jackson, ha detto di non sapere ancora se i due condivideranno lo schermo nel corso del film.

Elizabeth Olsen ha poi espresso cosa l’ha colpita del proprio personaggio: “La cosa divertente è come lei sia un “collegamento”, come lei sia l’unica di questo universo capace di comunicare con le cose paranormali, il passato, il futuro e gli altri universi, è una cosa incredibile! Mi piace pensare quanto sia fantastico poter semplicemente toccare degli oggetti per poter sapere dove essi siano stati, è una cosa pazzesca!”

Avengers: Age of Ultron, il film

Ricordiamo che nel cast di Avengers: Age of Ultron sono presenti anche Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Chris Evans, Chris Hemsworth, Aaron Taylor-Johnson, Jeremy Renner, Anthony Mackie, Elizabeth Olsen, Samuel L. Jackson, Stellan Skarsgård, Cobie Smulders, Andy Serkis, Idris Elba, James Spader, Hayley Atwell, Paul Bettany, Don Cheadle, Thomas Kretschmann.

La trama ufficiale del film diretto da Joss Whedon è la seguente: Quando Tony Stark cerca di avviare un programma di pace, le cose degenerano e i più grandi eroi della Terra, tra cui Iron Man, Captain America, Thor, l’Incredibile Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco, saranno messi alla prova, mentre il destino del pianeta è a rischio. Il villain Ultron emerge, e spetterà agli Avengers impedirgli di attuare i suoi terribili piani, e presto scomode alleanze e situazioni inaspettate apriranno la strada a un’avventura originale, su scala globale. La squadra deve riunirsi per sconfiggere James Spader nei panni di Ultron, un terrificante megacattivo deciso ad annientare il genere umano. Sulla strada, gli eroi affronteranno due misteriosi nuovi arrivati, Wanda Maximoff, interpretata da Elizabeth Olsen, e Pietro Maximoff, interpretato da Aaron Taylor-Johnson, incontrando anche un vecchio amico in vesti nuove, quando Paul Bettany diventerà Visione.

Avengers: Age of Ultron uscirà – nei formati 2D, 3D e IMAX 3D – il primo maggio 2015 negli Stati Uniti mentre per quanto concerne le sale cinematografiche italiane l’uscita è prevista qualche giorno prima, il 22 aprile 2015.

Fonte: Comicbookmovie.com

Border conferenza stampa del film

Border conferenza stampa del film

Questo pomeriggio presso lo spazio BNL si è tenuta la conferenza stampa del film fuori concorso Border, di Alessio Cremonini. A presentare il film oltre al regista erano presenti gli attori Sara El Debuch, Dana Keilani, Sami Haddad, Jamal El Zohbi, la co-sceeneggiatrice Susan Dabbous e prodotto da Francesco Melzi d’Eril.

Border-DebuchPerché hai voluto raccontare una storia del genere?
Alessio Cremonini: Perché sono italiano e mi riguarda molto, nel senso che la Siria ha molte cose in comune con noi, almeno storicamente, come alcune città dell’impero romano. C’è stata una foto sul Corriere della Sera bellissima, che forse mi ha spinto a fare il film,  in cui si vedeva una famiglia siriana rifugiata in una tomba dell’impero romano. E li ho pensato, se ci fosse la guerra in Italia questo potrebbe accadere anche alla mia famiglia, rifugiarsi in un posto che una volta era un tomba romana. Inseguito anche perché Damasco è a poche ore di volo da qui, qualche papa del medioevo era siriano, un signore che si chiama  San Paolo si è convertito sulla via di damasco e poi siamo tutti quanti  nel mediterraneo e forse noi italiani siamo i più mediterranei o comunque i  più vicini geograficamente all’altra sponda del mediterraneo. Quindi chi meglio di noi italiani, può comprendere e magari raccontare agli altri europei cosa sta accadendo dall’altra parte del mediterraneo. Ed in aggiunta, mi ha spinto l’indignazione per quello che accadeva, questo non è un film politico e non vuole assolutamente esserlo, anche perché è una storia vera, però è un film da indignato, come lo sono probabilmente tutte le persone che hanno partecipato e lo hanno fatto, cioè la sceneggiatrice Susan Dabbous , gli attori protagonisti, il terzo protagonista non è qui oggi perché in questo momento, grazie ad alcune leggi italiane, non faccio i nomi dei politici, è dovuto andare via dall’Italia dove risiedeva da dieci anni e il protagonista maschile Wasim Abo Azan è ora rifugiato, richiedente asilo politico in Svezia, che è l’unico paese che accoglie i siriani. Quindi questo film è uno spaccato della Siria di oggi.

Border-AzanIl film inizia con delle immagini di repertorio e poi parla dei rapporti umani, questa scelta dell’intreccio del passaggio di testimone all’interno del film c’è stato sin dall’inizio e si è evoluto in seguito? 
A.C.: Io ho cominciato a cercare qualche storia, tramite amici e via dicendo, ed infine mi sono imbattuto in questa storia, quindi sostanzialmente io e Susan abbiamo cercato di renderla cinematografica, quindi abbiamo cercato di riportare quella storia che io avevo incontrato piano piano, facendomi accogliere dalla comunità siriana. Loro sono stati accolti nel mio paese e io sono sono stato accolto nel mio paese da loro, è stato uno scambio e c’è stata anche un arricchimento personale enorme, quindi in realtà queste entrate uscite purtroppo sono tendenzialmente della vicenda umana di quelle persone che poi si è salvata, piccole cose le abbiamo dovute aggiustare. Tutti gli stop and go di cui tu parli esistevano e dato che volevamo fare un film che fosse vero, che fosse il più puro possibile abbiamo cercato di intervenire il meno possibile sulla storia.
Susan Dabbous: Ciò che mi preme dire da giornalista che questa storia da questa parte del mediterraneo si ha il privilegio di vedere come spettatori è una storia di tante storie che io ho raccolto sul campo e che sono tremende ecco. Sono molto contenta di aver portato questo contributo perché rende questo film reale, aldilà che sia una storia vera, siamo abituati al cinema a vedere riprodotte storie vere in modo completamente artefatto. questo è un film che il direttore del Toronto Film Festival è stato trasmesso in anteprima mondiale e definito “sensibile e disadorno” ed è stato un modo di rappresentare questa realtà e lo abbiamo fatto senza giudizio, questo è importante. Il film racconta la storia da una parte ma fa vedere anche l’altra ed è questa la complessità di ciò che sta succedendo nello scenario. Non vogliamo dare dei giudizi vogliamo raccontare delle storie che purtroppo accadono realmente.

Credi che essendo un film del tutto italiano, non ti saresti potuto permettere in un altro contesto?
A.C.: Tanto cinema in Siria non si fa, per esempio una cosa che a me e Susan ha spinto inizialmente e che noi italiani abbiamo del cinema che racconta noi stessi anche per le generazioni future i siriani in questo caso no. E quindi se non hanno fatto prima cinema non credo che lo faranno adesso, dove le strutture produttive non lo permettono facilmente.
S.D.: è un film che molti scambiano per documentario, non è un documentario ma ha un valore documentaristico sicuramente importante.

Sara e Dana come vivete questo rapporto molto stretto di Italiane e damascane?
Dana Keilani: Io devo dire la verità, molte cose le ho approfondite dopo lo scoppio della guerra, molte cose non se ne parlavano in casa, non si parlava di questo. è vero che io ho sempre vissuto qui per un periodo con i miei genitori, inseguito loro sono ritornati a Damasco e sono rientrati da poco. Non avevamo le idee chiare dal punto di vista politico in Siria, è una specie di delusione, vedere il nostro paese ridotto in queste condizioni proprio da quelle persone che non pensavamo potessero fare questo.
Sara El Debuch: Lo stesso vale per me, ho 18 anni, andavo in Siria ogni anno e di politica non se ne parlava e quindi molte cose come Dana ha precisato sono dovuta andare a rivederle a sapere perché certe cose non si sapevano a meno che tu non avessi subito qualcosa nell’ambito politico. Inseguito ho conosciuto Alessio, che fortunatamente ha fatto questo film e siamo riusciti a raccontare la storia di queste due ragazze che mostra a tutti gli italiani cosa accade in Siria e cosa si sta vivendo, in piccola misura, perché non si può mostrare in un film la sofferenza di un popolo che va avanti da circa tre anni.

Border-KeilaniCome sono state scelte le attrici?
A.C.: Questo è un film molto fortunato, è miracoloso a fare un film del genere, non ho dovuto fare tanto casting perché ho avuto tanti angeli custodi che mi hanno accompagnato, la prima persona che mi ha aperto le porte della comunità siriana è stata Susan, da lei ho conosciuto molte persone tra cui Sami Haddad Abdul Ahmed e Sara El Debuch e inseguito lei mi ha portato a conoscere Dana, da entrambe ho conosciuto Wasim che inseguito mi ha fatto conoscere Jamal! Ovviamente ho conosciuto molte altre persone però anche gli attori hanno fatto il casting.
S.D.: Nel casting l’oggetto discriminate è che dovevano essere siriani e quindi parlare siriano e non arabo, non valeva un egiziano o un tunisino, questo era l’importante.

Come è nato il rapporto con la comunità siriana? Non c’era la paura che questa vicenda fosse strumentalizzata?
A.C.: Loro si sono presi il rischio di chi non ha voce, loro hanno poca voce, hanno creduto ad una persona che umilmente ha provato a dargli voce, non sono Fellini, Antonioni o Rosi ma ci provo. Non so se loro sono intelligenti o stupidi ma si sono fidati…
D.K.: …è stata una grandissima occasione, l’abbiamo sfruttata subito, di poter portare questa tragedia qui che ciocca in prima persona, la nostra famiglia è lì. Poi non solo, parliamo di storia, architettura, vite umane che dovevamo parlarne in qualche modo e questa è stata un occasione perfetta.

Nymphomaniac: Lars Von Trier assente al final cut

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Nymphomaniac: Lars Von Trier assente al final cut

Continua la lavorazione di Nymphomaniac, ultima fatica del regista svedese Lars Von Trier, film atteso per la prima mondiale il 25 dicembre a Copenhagen. Secondo quanto evidenziato all’interno del contenuto di un articolo in uscita il 13/11 sulle pagine del magazine danese Filmmagasinet Ekko e riportato da Hollywoodreporter, sembra che per la prima volta in carriera Von Trier non si occuperà del final cut della sua nuova creatura.

Secondo quanto annunciato dal produttore Peter Aalbaek Jenser, il regista avrebbe consegnato un montato di circa 5 ore e mezza, una durata ritenuta eccessiva che ha visto ridursi nel risultato finale di 4 ore. Il film, tuttavia, sarà distribuito nelle sale in due parti da due ore ciascuna. Riguardo i tagli Jenser si è espresso così: “La versione breve va contro la volontà di Lars, ma la accetta perché consapevole dei meccanismi di mercato. Non si può durare un film del valore di 60 milioni di corone così a lungo. Cinque ore e mezza è una durata così estrema che ne ridurrebbe il valore commerciale in maniera estrema”.

Dunque, motivo di tale riduzione, non sembrerebbero essere questioni puramente di censura legate all’esplicito materiale sessuale presente nella pellicola, ma a più semplici esigenze commerciali, tuttavia è prevista in uscita una doppia versione dell’opera, una censurata ed una integrale, in modo da permettere alle sale di decidere liberamente quale delle due proiettare. Ekko, inoltre, riporta che il regista non avrebbe, tuttora, neppure visto il montato finale.

Nymphomaniac, la trama

“Nymphomaniac è la storia poetica e selvaggia del viaggio erotico di una donna dalla sua nascita fino all’età di cinquant’anni, raccontata dalla protagonista, la ninfomane Joe. Una fredda sera d’inverno l’anziano scapolo Seligman trova Joe in un vicolo, è stata picchiata. La porta a casa sua, e cerca di curarla, chiedendole nel frattempo informazioni sulla sua vita. Ascolta così il racconto in otto capitoli la storia della sua complicata e lussuriosa vita, ricca di coincidenze fortuite e collegamenti.”

Vi ricordiamo che in Nymphomaniac protagonista è Charlotte Gainsbourg, che interpreterà il ruolo di una ninfomane. Con lei sul set anche, Stellan Skarsgård, Shia LaBeouf, Christian Slater, Willem Dafoe,  Uma Thurman e Connie Nielsen.

Fonte: Hollywoodreporter.com

Festival di Roma 2013 The Green Inferno conferenza stampa del film

The green inferno conferenza stampa

Al Festival Internazionale del Film di Roma 2013 è stato presentato oggi The Green Inferno di Eli Roth; potete leggere qui la nostra recensione. A seguire si è svolta la conferenza stampa, che ha visto partecipare lo stesso regista e l’attrice protagonista Lorenza Izzo.

La prima domanda ha interessato proprio Roth, cui è stato sottolineato come il suo film nasca per omaggiare il cinema “cannibalico” italiano, anche se poi segue una strada diversa, più moderna. Roth ha argomentato molto: “Io adoro il cinema di genere italiano. Film come quelli di Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci…Nessuno è bravo a far vedere la violenza come gli italiani ed è qualcosa che ha radici storiche, che riguarda anche Rossellini e Pasolini. Poi è arrivato Cannibal Holocaust, per me un must assoluto e lì ho capito che il regista del film Ruggero Deodato aveva creato qualcosa di importante, perché era riuscito a mescolare l’horror al neorealismo degli anni prima”.

Il regista ha poi continuato parlando dell’esperienza durante le riprese di The Green Inferno: “Abbiamo girato in mezzo a persone che non avevano mai visto una telecamera, anzi non avevano mai visto un film. Ho fatto vedere a tutti Cannibal Holocaust. Per ora quello è il loro modello di cinema”

All’attrice Lorenza Izzo è stato chiesto se conoscesse anche lei registi e film italiani citati da Roth e come fosse stato trovarsi “nuda” in mezzo ai cannibali: “Non sapevo molto di questi film in realtà, li ho conosciuti con Eli. L’esperienza delle riprese è stata unica e anche il luogo era unico. Un posto dove non c’è internet, non prendono i cellulari, completamente fuori dalla tecnologia. Eppure loro vivono una vita molto piena; semplice, ma piena”. 

Anche il pubblico ha avuto il suo spazio e al regista è stato chiesto se dopo questa esperienza si fosse sensibilizzato riguardo ai temi sull’Amazzonia: “In realtà il villaggio dove abbiamo girato, che si trova in Perù, è protetto dal governo. Il problema è che il Perù è un paese davvero molto povero”. Infine, Roth ha chiuso la conferenza con ulteriori considerazioni sul film appena presentato: “Con The Green Inferno non volevo ricreare i film “cannibal” degli anni ’70 e ’80. Diciamo che è un omaggio a quei film, ma volevo creare la mia atmosfera, fare la mia storia. Volevo dare una sensazione al contempo caotica e realistica.

La nostra foto gallery del Festival:
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Batman vs Superman: Terry ‘O Quinn probabile Lex Luthor

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Continuano i lavori per Batman vs Superman, sequel di Man of Steel, la cui uscita è prevista per le sale il 17 luglio 2015. In seguito alle indiscrezioni rilasciate da Kevin Smith riguardanti il costume dell’Uomo Pipistrello che sarà indossato da Ben Affleck (potete leggere qui la notizia), ComicBookMovie ha dato voce ad una serie di rumors riguardanti chi vestirà i panni di Lex Luthor, storica nemesi di Clark Kent.

Secondo quanto riportato, sembrerebbe che nella lista dei papabili al ruolo risalti il nome di Terry ‘O Quinn, l’ormai storico John Locke di Lost, che, per fattezze, potrebbe corrispondere perfettamente al profilo richiesto. Al momento non ci sono conferme e la notizia è da prendere con le pinze, d’altronde Terry O’ Quinn non è il primo ad essere stato accostato a Lex Luthor, in passato, infatti, erano già stati fatti i nomi di  Bryan Cranston (Breaking Bad) e di Mark Strong, indiscrezioni poi smentite dagli stessi interessati.

In attesa di ulteriori novità vi ricordiamo che sono già state girate alcune sequenze del film e sono disponibili le prime foto delle divise da football di Metropolis e Gotham visibili qui. Per sapere di che riprese parliamo leggi qui. Video dal set invece li trovate Qui.

Vi ricordiamo che L’uomo d’Acciaio è uscito negli USA il 14 giugno 2013, il 20 giugno in Italia, e nel cast oltre a Henry Cavill e Russell Crowe ci sono anche ,  L’uomo d’Acciaio è diretto da Zack Snyder. In Batman Vs Superman tornerà Henry Cavill, accanto a Amy Adams, Laurence Fishburne e Diane Lane. Il nuovo film sarà scritto da David S. Goyer e basato su una storia che ha lui stesso creato con Zack Snyder, che tornerà a dirigere. Charles Roven e Deborah Snyder produrranno, conBenjamin Melniker, Michael E. Uslan e Wesley Coller che compariranno in veste di produttori esecutivi. Il film uscirà nei cinema il 17 luglio 2015.

Tutte le info utili nella nostra Scheda Film: L’uomo d’Acciaio. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel.

Fonte: Comicbookmovie.com

Maleficent: teaser poster italiano del film con Angelina Jolie

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Guarda il teaser poster italiano del film Maleficent, l’atteso nuovo film Disney con protagonista Angelina Jolie, nei panni di Maleficent. La data d’uscita del film è stata da pochi mesi anticipata, per saperne di più LEGGI QUI.

Maleficent_teaser_poster

Tutte le foto:

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Disney presenta Maleficent, la storia mai raccontata di una delle più amate cattive delle favole Disney, tratta dal classico del 1959 La bella addormentata nel bosco.
Malefica, una bella e giovane donna dal cuore puro, vive una vita idilliaca immersa nella pace della foresta del regno, fino a quando, un giorno, un esercito di invasori minaccia l’armonia di quei luoghi. Malefica diventa la più fiera protettrice delle sue terre, ma rimane vittima di uno spietato tradimento ed è a questo punto che il suo cuore puro comincia a tramutarsi in pietra. Decisa a vendicarsi, Malefica affronta una battaglia epica contro il successore del re invasore e, alla fine, lancia una maledizione contro la piccola Aurora. Quando la bambina cresce, Malefica capisce che Aurora rappresenta la chiave per riportare la pace nel regno e, forse, per far trovare anche a lei la vera felicità.

La Walt Disney ha svelato in esclusiva la nuova sinossi ufficiale di Maleficent, la nuova pellicola fantasy che segnerà il ritorno sul grande schermo del premio Oscar Angelina Jolie. Eccola, di seguito:

Maleficent racconterà la storia di una delle villain più amate dell’universo Disney, antagonista della favola La bella addormentata nel bosco del 1959. Affascinante donna dal cuore gentile, la bellissima Maleficent ha vissuto a lungo in un bosco incantato circondata da pace e armonia, fino a quando un squadra di invasori non ha messo a repentaglio la tranquillità del suo regno. Maleficent si trasforma così nella più cattiva guardiana del suo universo, subendo un terribile tradimento che tramuterà il suo cuore benevolo in un cuore di pietra. Accecata dalla sete di vendetta, Meleficent inizierà una leggendaria battaglia contro il successore del re invasore, gettando una maledizione sulla figlia Aurora. Col passare del tempo, la strega di renderà conto che la giovane custodisce la chiave per la salvezza del suo regno e forse anche quella per ritrovare l’ormai perduta serenità.

Diretto dallo scenografo due volte premio Oscar Robert StrombergMaleficent, prodotto da Joe Roth, annovera nel cast anche Elle Fanning, Sharlto Copley, Sam Riley, Imelda Staunton, Juno TemplePalak Patel e Miranda Richardson. La release è prevista per il 14 marzo 2014.

Border: recensione del film di Alessio Cremonini

Border: recensione del film di Alessio Cremonini

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Siria, Aprile 2012, Aya e Fatima sono due giovani sorelle siriane profondamente religiose. Una mattina la loro quotidianità viene spezzata dall’arrivo di Muhammad, un fiancheggiatore di quei ribelli che da mesi combattono contro il governo. Egli rivela loro che il marito di Fatima, un ufficiale, ha deciso di disertare dall’esercito e di unirsi all’Esercito Siriano Libero. La conseguenza della sua decisione pone Aya e Fatima davanti a un bivio. Continuare e vivere nella loro casa a Baniyas o rischiare di esporsi alla vendetta degli shabiha (milizia che sostiene la milizia del governo).

Border-AzanBorder, il film di Alessio Cremonini è stato presentato nella sezione Fuori Concorso del Festival Internazionale del Film di Roma. La sceneggiatura scritta dallo stesso regista e Susan Dabbons ripercorre attraverso la storia vera di due sorelle le vite e le vicende dei rifugiati che per cercare la pace dai disordini interni viaggiano lungo i boschi che li condurrà al confine con la Turchia. La sceneggiatura seppur sviluppi bene la storia e la vita dei suoi protagonisti, che segue e riprende in diverse fasi all’interno del film, rimane piuttosto sobria non volendo ricreare alcuna atmosfera di ciò che sta accadendo nelle loro vite. Tutto questo viene affrontato come una fatto di cronaca che fa percepire l’intera vicenda lontana, ed anche se i protagonisti hanno battute fin troppo argomentate, riescono a restituire una sorta di “abitudine” agli orrori della loro vita. Raramente li vediamo sconvolti o impreparati, se non quando arrivano importanti svolte narrative che l’occhio del regista inquadra con forte evidenza.

Border-KeilaniQuesta esperienza, senza profondità, è forse da imputarsi ad alcune domande non risposte sui personaggi, che seppur impariamo a conoscere nelle situazioni più disparate, non riescono a supportare tutte le idee che il film cerca di sviluppare sin dall’inizio del viaggio, dando voce a molteplici aspetti e ad diversi personaggi-ruoli che il conflitto ha coinvolto. Difatti, ciò che viene a mancare è il tema del viaggio, e le molte tensioni ed emozioni ad esse associate che se osservate da un unico punto di vista, avrebbero reso più immediato il racconto del film.
Gli attori Wasim Abo Azan, Sara El Debuch e Dana Keilani seppur siano degli esordienti riescono a caratterizzare i loro personaggi in maniera forte e decisa, facendo comprendere la cultura e l’esperienza di vita di un paese dilaniato da sempre dalla guerra.

Border è un film interamente italiano che da voce ai siriani, che parla di rifugiati e dei segni che lasciano le guerre civili sulle persone senza ricorrere a linee propagandistiche e politiche, preferendo piuttosto testimoniare, senza artifici, la contemporaneità della vita dei siriani.

Peter Pan ritorna al cinema diretto da Joe Wright

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Si sa, i classici della narrazione per bambini non cadranno mai nel dimenticatoio, ma fra questi Peter Pan è forse l’icona più longeva del mondo fiabesco. A distanza di 10 anni dall’ultimo film dedicato al sempreverde ragazzino dell’Isola che non c’è, Pan è pronto a guidare ancora una volta i bambini sperduti attraverso nuove avventure fra pirati, sirene e pellerossa.

La notizia, giunta nelle ultime ore, riporta di una produzione Warner Bros intenzionata a tornare all’origine del mito, a scavare nel background del personaggio e riformulandone la figura seguendo l’impronta del lavoro svolto per Batman Begins. A dirigere il film è stato chiamato Joe Wright, noto perlopiù per opere in costume quali Anna KareninaEspiazione, Orgoglio e Pregiudizio (tutte interpretate da Keira Knightley). Attualmente è impegnato al lavoro sullo script Jason Fuchts, già sceneggiatore de L’Era Glaciale 4: Continenti Alla Deriva, ed il progetto è supervisionato da Sarah Schechter e co-prodotto da Greg Berlanti, produttore, tra gli altri, della serie tv Arrow.

Peter Pan, nato dalla penna di James Matthew Barrie nel lontano 1902 è stato negli anni protagonista di numerose trasposizioni cinematografiche, dalla prima datata 1924 e firmata Herbert Brenon all’ultima omonima pellicola del 2003 diretta da P.J. Hogan. Nel mezzo vere pietre miliari quali l’indimenticabile film d’animazione realizzato dalla Disney e quel meraviglioso sequel made in Spielberg dal nome Hook, con performance eccezionali di Robin Williams Dustin Hoffman.

Attualmente, quello Warner, non è, però, l’unico progetto dedicato a Peter Pan, sono infatti in lavorazione due ulteriori pellicole, una ad opera della Columbia Pictures, sotto la produzione di Channing Tatum Joe Roth, ed un’altra basata sul racconto Peter and the Starcatchers prodotta dalla Disney.

Fonte: Hollywoodreporter.com

Hunger Games – La ragazza di fuoco: Answer Games un concorso-quiz per tutti i fan

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Hunger Games – La ragazza di fuoco ed UCI Cinemas, in collaborazione con Universal Pictures International Italy, ha pensato a un’operazione su scala nazionale per coinvolgere i fan della saga. Dal 6 novembre è online un minisito www.answergames.it dedicato agli Answer Games: un concorso-quiz con tanti premi che metterà alla prova i fan attraverso domande sui romanzi di Suzanne Collins, i film tratti dai libri, il cast e nozioni generali legate alla sopravvivenza in situazioni che richiamino scene degli Hunger Games.

Chi può giocare e come?

Tutti, compreso TU! La competizione ti aspetta!

Collegati al sito www.answergames.it, registrati e inizia la battaglia schierandoti per uno dei 13 Distretti italiani pronti a contendersi il podio; 13 come il numero delle regioni in cui UCI Cinemas è presente. La scelta del distretto è libera, indipendente dal luogo in cui risiedi.

Diventando ufficialmente un Tributo degli Answer Games potrai più volte metterti alla prova rispondendo alle domande del test cercando di totalizzare il massimo punteggio possibile. Attenzione però…per scalare la classifica hai solo 13 giorni di tempo!.

Cosa si vince?

Tutti i Tributi avranno la possibilità di vincere biglietti omaggio validi per ingressi nelle multisale UCI e gadget di “Hunger Games – La Ragazza di Fuoco”.

Perché esserci e parlarne?

Perché oltre al concorso c’è molto più! I primi 13 uomini e le prime 13 donne classificate all’interno del distretto Lazio scenderanno in campo in una reale sfida ispirata agli Hunger Games. L’emozione della guerra di vernice, un campo di gioco inedito e uno speciale evento di Paint-Ball live regaleranno il brivido di essere davvero protagonisti della Saga! L’appuntamento è a Roma il 23 Novembre alle ore 11:00 presso la Smash Arena di Roma Nord, in Via di Castel Giubileo 61.

Un evento eccezionale che sarà trasmesso in diretta streaming su Coming Soon: non perdetevi le gesta dei migliori Tributi del Lazio!

E’ un’occasione imperdibile per mettere alla prova tutti gli appassionati della saga e i lettori che amano i tre romanzi di Suzanne Collins con i suoi personaggi, ma anche per chi ama il fantasy, l’adrenalina e gli effetti speciali.

Hunger Games – La ragazza di Fuoco, il film

Hunger Games – La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche Josh HutchersonLiam HemsworthPhilip Seymour HoffmanWoody HarrelsonElizabeth Banks, Lenny Kravitz, Jeffrey WrightStanley Tucci, Donald Sutherland, Amanda Plummer e Lynn Cohen. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games – La ragazza di Fuoco.

La trama del film: Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

Twitt dal Festival: I Corpi estranei e Out of the Furnace

Twitt dal Festival: I Corpi estranei e Out of the Furnace

christianbale_outofthefurnace140 caratteri istantanei per le opinioni a caldo del nostro collega e collaboratore Prof. Marco Stancati che ci indirizzeranno il pubblico verso i titoli di maggir richiamo. Oggi è il giorno dell’atteso Out of the Furnace (recensione) che vede protagonisti un cast d’eccezione composto da Christian Bale, Casey AffleckWillem Dafoe, Woody Harrelson, Zoe Saldana, Sam Shepard e Forest Whitaker. Secondo film in concorso è invece l’italiano I Corpi estranei, con protagonista Filippo Timi.

#Romaff8, I CORPI ESTRANEI: intorno alla malattia, si sviluppa il rapporto tra un padre italiano e un giovane arabo. Lentezza abissale.

#Romaff8 OUT of THE FURNACE: uccidi mio fratello? E io faccio il bravo giustiziere! Molto americano, ritmo e sangue a volontà.Bale e basta.

Vi ricordiamo che le opinioni dell’esperto in comunicazione Marco Stancati si possono anche leggere sul suo profilo Twitter.

Segui il nostro speciale con tutte le news sul Festival di Roma 2013

Ecco tutte le nostre Foto dal Festival:

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Scott Cooper ci racconta la storia di Rodney e Russell, due fratelli che si ritrovano, per motivi diversi, ad avere a che fare con circostanze violente che daranno una svolta inaspettata alla loro vita.

Out of the Furnace: recensione del film con Christian Bale

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Out of the Furnace: recensione del film con Christian Bale

In Out of the Furnace, Scott Cooper ci racconta la storia di Rodney e Russell, due fratelli che si ritrovano, per motivi diversi, ad avere a che fare con circostanze violente che daranno una svolta inaspettata alla loro vita.

Russell è un operaio onesto che vive la sua vita tenendo un profilo basso, passa il suo tempo tra l’acciaieria dove lavora, la casa della sua fidanzata e la casa paterna, dove il vecchio genitore malato vive assistito dal fratello e dal figlio minore Rodney. Quest’ultimo è un reduce dall’Iraq, fa i conti tutti i giorni con il suo vissuto e con le atrocità che ha visto in Medio Oriente.

Non riesce a concentrarsi e a fare altro della sua vita se non partecipare ad incontri clandestini di boxe, perché mentre fa a pugni il mondo si spegne e per un attimo riesce a dimenticare tutto. Presto però il giovane Rod si ritroverà invischiato in problemi più grandi di lui, e così supportato da John Petty, sorta di strozzino locale, cercherà di saldare i suoi debiti organizzando un incontro con un uomo di Curtis DeGroat, rozzo e violento boss di montagna, che tra alcool, droga e soldi sporchi, scandisce le sue giornate a suo di pugni i colpi di pistola. Le cose si faranno complicate e Russell dovrà prendere in mano la situazione per cercare di trovare pace e ritornare ad una vita normale.

Out of the Furnace

Con il suo ultimo film Scott Cooper ci mette di fronte ad una storia classica del cinema americano, dove l’eroe comune si erge contro l’ingiustizia e anche contro la giustizia, cercando una via personale di riportare equilibrio nella sua vita. Il film, per lo più una riproposizione di cliché già visti e un po’ triti, non può però essere relegato al “solito” prodotto. Dalla sua ha infatti un cast all stars, capeggiato da un Christian Bale fuoriclasse, che da tridimensionalità, emozione e una miriade di sfaccettature psicologiche ad un ruolo simile a molti altri nella storia del cinema.

Insieme allo straordinario Bale troviamo il piccolo di casa Affleck, Casey, che semmai ne avesse ancora bisogno, dimostra per l’ennesima volta di saperci fare davvero davanti alla macchina da presa. Anche lui, come Bale, ci fa amare un personaggio vittima di se stesso, già visto al cinema ma reso speciale dalla sua interpretazione.

out of the furnace recensione

A ricoprire i ruoli da villain, o presunti tali, ci sono due volti noti del cinema: Willem Dafoe e Woody Harrelson. Entrambi relegati nell’ultimo periodo a personaggi di contorno e ruoli da comprimari, hanno del volti caratteristici e delle qualità innegabili che non passano inosservate e in particolare Harrelson, quasi sempre impegnato in ruoli da truce cattivone, è un piacere vero da guardare sullo schermo. Completano il cast Zoe Saldana, Sam Shepard e Forest Whitaker.

A fare da cornice a tutto il racconto, sangue a iosa, elemento ormai irrinunciabile, che ha quasi assuefatto lo spettatore medio. Out of the Furnace è il classico film di vendetta, con una trama e dei ritmi molto classici, impreziosito però da grandi attori che rendono la visione interessante.

Out of the Furnace è stato presentato nella sezione in Concorso al Festival internazionale del film di Roma 2013.

 

 

The Green Inferno recensione del film di Eli Roth

The Green Inferno recensione del film di Eli Roth

The Green Inferno è stato presentato oggi al Festival Internazionale del Film di Roma 2013 nella categoria “fuori concorso”.

Un gruppo di ragazzi, capoguidati da Alejandro (Ariel Levy), partono per l’Amazzonia nel tentativo di documentare e conseguentemente fermare la distruzione di una tribù che sta avvenendo a suon di bulldozer e fucili. Justine (Lorenza Izzo) sposa la loro causa e si unisce all’impresa, convinta che si tratterà solo di qualcosa di istruttivo. Ma la situazione precipita e il gruppo diventa preda della giungla e di una tribù nativa del posto che ha una piccola peculiarità: è cannibale.

Per la prima mezz’ora, The Green Inferno è una commedia. O meglio, una “commedia preparativa”: lo spettatore è continuamente avvisato da piccoli dettagli che qualcosa non quadra, che l’inevitabile sta per arrivare. Eli Roth in questo la fa da padrone. Così, un primo piano su una bistecca cotta al sangue tagliata da un coltello, o una mannaia utilizzata per ridurre in pezzi un frutto, acquistano molto più significato di quello della mera operazione in sé. Inoltre, Roth inizia il film con una breve sequenza della giungila, titoli di testa compresi. Tutti espedienti di sceneggiatura e scelte registiche che non lasciano scampo, prima o poi l’incubo comincerà.

The Green Inferno

Quando in Amazzonia ci si arriva per davvero, è la durezza visiva a prendere il sopravvento. La paura e il senso di terrore sono generati dal disgusto dell’immagine a se stante e non da un crescendo tassello dopo tassello. Fa eccezione la prima sequenza dove il gruppo incontra la tribù, filmata con una maniacale psichedelia, capace da sola di correre sul filo della tensione, senza un ausilio sanguinoso. Se siete alla ricerca di una lezione su come mantenere viva la suspense, anche senza puntare un coltello all’altezza della gola di qualcuno, troverete poche risposte. Ma se amate Roth o un tipo di horror concentrato più sulla pagina del ribrezzo, sarà divertente immaginare quale supplizio dovrà subire la vittima prescelta. In questo secondo caso, il film vince quasi sempre.

Come il regista ci ha (ben) abituato, anche in questo capitolo sono presenti parecchi elementi splatter. Non mancano poi strizzate d’occhio ai numerosi “cannibal movie” del passato, così come una giusta dose di critica agli Stati Uniti, frecciate che dovrebbero scatenare la domanda: chi sono i veri selvaggi?

È  già stato confermato un sequel, che porterà la regia di Nicolàs Lopez, di cui si conosce persino il titolo: Beyond The Green Inferno. Una scena durante i titoli di coda chiarirà meglio il concetto.

Buon Compleanno Ryan Gosling

Buon Compleanno Ryan Gosling

Si divide fra la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (cose da mormoni) e il Mickey Mouse Club, dove debutta con altri divi in erba: Timberlake, Spears e Aguilera. E chissà se si è mai preso una cotta per una delle due, perché Ryan Gosling è il tipo ‘set che vai, fidanzata che trovi’.

Si affeziona spesso alle sue partner, dalla Bullock di Formula per un delitto, a Rachel McAdams (Le pagine della nostra vita) – ad oggi la più longeva – fino alla sexy Eva Mendes, collaudata sul set di Come un tuono e tuttora in carica. Difficile resistere al fusto canadese… anche se il suo Young Hercules scarseggiava in sex appeal. Ma Gosling è cresciuto e con l’ebreo-neonazista-fanatico di The Believer ha messo in chiaro le cose. Dopo qualche ruolo da comprimario, torna protagonista con Le pagine della nostra vita (dal lacrimoso Sparks), che lo trasforma subito in eroe romantico; ma i personaggi successivi si discostano dal perfetto innamorato, vedi il prof eroinomane di Half Nelson e l’eccentrico Lars e una ragazza tutta sua (= una bambola gonfiabile).

Archiviato Il caso Thomas Crawford, nel 2010 Gosling torna a innamorarsi in Blue Valentine (e la collega Michelle Williams stranamente esula dal ‘partner per dovere, partner per piacere’), ed è vittima di un Crazy stupid love anche l’anno dopo, quando mette a nudo addominali e sentimenti mentre scimmiotta il passo a due di Dirty Dancing con Emma Stone (esula pure lei). Il 2011 è proprio il Gosling Year, grazie a Le idi di marzo (di/con Clooney) e al cult istantaneo Drive, che lo consacra definitivamente come il più desiderato, dalle donne e da Nicolas Winding Refn. Peccato che la seconda collaborazione col regista danese, Solo Dio perdona, lasci l’amaro in bocca, e lo stunt/rapinatore di Come un tuono ricordi un po’ troppo il taciturno Driver, ma senza la ‘coolness’ che lo ha reso subito un’icona (insieme al giubbino dorato con lo scorpione).

Bypassiamo Gangster Squad (però Ryan fa la sua porca figura col look retrò), e confidiamo nel prossimo Malick e nella prima prova registica di Gosling, How to catch a monster. Intanto c’è la torta. Magari la sua band, i Dead Man’s Bones, ci aiuta col coro. HAPPY BIRTHDAY RYAN!

Guillermo del Toro ci parla del film sulla Justice League Dark

Guillermo del Toro ci parla del film sulla Justice League Dark

Il regista Guillermo del Toro ha sfilato sul red carpet della premiere di Rome e Giulietta (recensione), film presentato fuori concorso al Festival di Roma 2013 e diretto da Carlo Carlei. L’autore di Pacific Rim si è concesso ai nostri microfoni per parlare di due suoi prossimo progetti, l’annunciato Justice League Dark, e Crimson Peak, le cui riprese sono iniziare, almeno da quanto apprendiamo dal regista.

Ecco l’estratto dalla nostra intervista: Stiamo ancora scrivendo (Justice League Dark) e speriamo che accada, ma non ci sono sviluppi nuovi. Siamo in una fase iniziale alla Warner Bros., stanno facendo piani per l’intero universo DC. Tutti i supereroi, tutte le mitologie e parte di questo è Justice League Dark. Stanno pianificando prodotti per la TV, i film e tutti i media, quindi dobbiamo adattarci a quel piano“. Di seguito il video dell’intervista:

https://youtu.be/XAS3il1f390

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Festival di Roma 2013: video commento per Romeo e Giulietta e Song’e Napule

Al quarto giorno arriva un altro film dal respiro Hollywoodiano anche se diretto dall’Italiano Carlo Carlei, stiamo parlando di Romeo e Giulietta (recensione) e a presentarlo al Festival di Roma 2013, c’erano Douglas Booth, Tom Wisdom, Damian Lewis, Julian Fellowes e il regista. La pellicola è stata girati in Italia, con la produzione esecutiva della Indiana production. Il Nostro video commento parla anche del film fuori concorso Song’e Napule dei Manetti Bros. 

Tutte le foto del festival:

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Romeo e Giulietta 2013

Festival di Roma 2013: Douglas Booth, Tom Wisdom e Damian Lewis sul red carpet

Al quarto giorno arriva un altro film dal respiro Hollywoodiano anche se diretto dall’Italiano Carlo Carlei, stiamo parlando di Romeo e Giulietta (recensione) e a presentarlo al Festival di Roma 2013, c’erano Douglas Booth, Tom Wisdom, Damian Lewis, Julian Fellowes e il regista. La pellicola è stata girati in Italia, con la produzione esecutiva della Indiana production. Ecco i protagonisti sul red carpet:

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Festival di Roma 2013 Spike Jonze incontra il pubblico

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Al Festival di Roma 2013 è stato accolto un altro grande protagonista internazionali per la sezione “incontri”, il regista del film in concorso Her, Spike Jonze.
Nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica è stato accolto calorosamente con un incessante applauso dal pubblico, accreditati e stampa estera, pronti ad ascoltare tutto ciò che lo ha portato a realizzare il film in concorso e ad esplorare la sua filmografia.

Attraverso le clip di Essere John Malkovich e Weapon Of Choice dei Fatboy Slim, storico gruppo con cui il regista collabora. Si è parlato del suo linguaggio molto sofistico che mescola diverse forme, come lo è stato per, Her, in cui oltre a sottolineare questo rapporto moderno con la tecnologia viene mostrato anche il grande discorso sull’intimità e tutte le cose che ci impediscono di trovarla. Il regista ha parlato di come ha gestito il set e il lavoro con gli attori.
Penso che tutti i set sono piuttosto isolati, in questo, il personaggio era veramente solo in scena, eravamo massimo in sette persone sul set, io, il fonico, il macchinista ma comunque c’è stato un coinvolgimento da parte di tutti e tutti hanno contribuitoIo chiedo ai miei attori di attuare questa operazione di mutazione, qualcosa che riguarda personaggi e tutti gli attori vogliono scomparire nelle storie. Nel parlare del film io spiego questa disponibilità e apertura emotiva mostrando l’interiorità. A Joaquin Phoenix ho chiesto di mostrarsi attraverso i vestiti, i baffi, il trucco e quando ha visto il tutto era rimasto sorpreso, poiché pensava di fare un film sul futuro!

Inseguito è stata trasmessa una estratto di Da Funk dei Daft Punk e una di Jakass, mostrando il mondo da cui viene Jonze, fatto di videoclip e spot commerciali.
Io penso di rappresentare la prima generazione cresciuta con videocamere proprie che hanno giocando con essere. Io ne ho sempre avuta una e sono cresciuto senza distinguere le diverse forme del video ed è una cosa che mi è rimasta, per me e i miei amici non c’era distinzione, dove si andava abbiamo sempre ripreso. Penso che i registi video avessero una brutta reputazione per via del montaggio veloce per me quando ho cominciato con il cinema, la cosa che mi importava realmente erano gli attori e i personaggi, erano le cose che mi incuriosivano, poiché loro venivano dalla recitazione e non li avevo mai “conosciuti” e ancora oggi sostengo molto i miei personaggi.
Subito dopo il suo commento viene fatta notare la sua collaborazione storica con gli Arcade Fire, band con cui ha lavorato sin dai primi videoclip e che ora hanno composto la colonna sonora di Her.
Quando ho cominciato Her ho pensato subito a loro. Stavano lavorando al loro disco e io stavo girando e alla fine c’è stata questa influenza reciproca.

In un’altra clip viene mostrato uno spot della Nike e un estratto di Il ladro di Orchidee. Il regista ha subito sottolineato le doti dei due attori appena mostrati Meryl Streep e Chris Cooper e il loro modo di giocare con gli oggetti più comuni.
Quando incontri questi grandi artisti noti che hanno un grande senso di esplorazione e di gioco e riescono ad evocare una forza come quella che si ha all’origine. Le cose che sono state inventate hanno per i bambini un significato diverso. Loro non si trovano difronte a costruzioni mentali, vestiti etc etc ed è affascinante vederli che stanno cercando di capire come funziona, non sanno le regole. In Her per esempio, Samantha non si sa da dove viene e si ritrova come se fosse nel mondo dei bambini, non ha avuto esperienze anche se ha una grande rapidità di pensiero, ma impara, ed è interessante accompagnarla e vederla crescere.

Jurassic World: tutti gli aggiornamenti sul cast

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Jurassic World: tutti gli aggiornamenti sul cast

jurassic_world_logo_a_lE’ ufficiale a tutti gli effetti: Bryce Dallas Howard farà parte del cast di Jurassic World, quarto capitolo della saga giurassica creata da Steven Spielberg diretto da Colin Trevorrow. La giovane attrice ha confermato l’evento nei giorni scorsi, durante un’intervista a USA Today in cui ha dichiarato:

Stanno rilanciando il franchise di Jurassic Park, così andrò a caccia di dinosauri. Il che succederà l’anno prossimo.

Notizia felice per tutti i fans del franchise, che hanno accolto favorevolmente l’ingresso nel cast da parte della figlia attrice del regista Ron Howard, la quale si unisce ai giovanissimi attori Ty Simpkins e Nick Robinson .

Con meno entusiasmo è stata invece accettata la fuoriuscita dalle trattative da parte di Josh Brolin, che abbandona la possibilità di interpretare un personaggio non ben definito di nome Owen. Nessuno sa il perchè dell’accaduto, ma la notizia sembra essere abbastanza accurata e può essere accolta con la quasi totale certezza. Schmoesknow (che ha inizialmente dato l’annuncio dell’accaduto) sembra ipotizzare che il tutto sia dovuto al fatto che Brolin abbia attualmente gli occhi puntati su Star Wars Episodio VII. Entrambe le serie hanno seguiti massicci ed entrambi i franchise gli avrebbero offerto il tipo di esposizione mediatica di cui sembra essere a caccia. Forse la parte di Owen, nelle idee dell’attore, non è quel tipo di ruolo che può durare a lungo. E Brolin, a quanto sembrerebbe, è alla ricerca di un personaggio che lo possa portare avanti attraverso una serie di film.

Mentre rimangono in piedi le voci riguardanti le trattative tra gli studios della Universal Pictures ed Idris Elba, un ulteriore aggiornamento sul cast parlerebbe di Jason Schwartzman come osservato speciale per avere una parte nel film. La notizia arriva da Hypable  il quale sostiene che questo rumor sia arrivato da una fonte molto affidabile e vicina al progetto:

Dopo che l’annuncio di un potenziale coinvolgimento di Schwartzman  ha raggiunto le nostre orecchie, abbiamo contattato immediatamente i pubblicisti, i quali hanno dichiarato di non poter commentare la notizia. Mettiamola in un altro modo: Non hanno detto “No”.

Queste sono tutte le ultime notizie relative al cast di Jurassic World. Il film sarà diretto da Colin Trevorrow (Safety Not Guardanteed), accompagnato nella sceneggiatura da Derek Connolly, e arriverà nelle sale USA a partire dal 12 Giugno 2015. Frank Marshall e Pat Crowley sono i produttori della pellicola. Spielberg sarà il produttore esecutivo del sequel e affiancherà il regista nella lavorazione del film. In questo quarto capitolo saranno inseriti nuovi dinosauri acquatici, ma soprattutto un nuovo temibile dinosauro che potrebbe essere l’erede del famoso T-Rex che tutti noi ben conosciamo. La trama completa rimane ancora incerta e nascosta. Dovremo aspettare ancora un po’ per conoscere la storia e i suoi segreti, almeno fino a giugno 2015.

Fonte: www.jurassicworld-movie.com

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