Il primo film in cui Robert
De Niro è stato diretto da David O.
Russell, gli è valso una nomination all’Oscar grazie alla
sua migliore interpretazione degli ultimi anni. Il successo di
Silver Linings Playbook – Il lato
positivo, ha convinto i due a lavorare nuovamente
insieme, in quello che sarà un thriller, al momento ancora privo di
titolo.
Parlando del film, De Niro ha
spiegato che interpreterà un personaggio immerso nella corruzione
che verrà scoperto nel corso di un’operazione dell FBI e
sarà poi costretto a collaborare con le autorità, nella lotta
contro le scommesse clandestine.
Il film seguirà la vicenda,
realmente accaduta negli anni ’70, di un truffatore, Melvin
Weinberg (Christian Bale), accompagnato nelle sue
‘imprese’ dalla compagna Maxine Gardner (Amy
Adams); i due sono inseguiti dall’agente dell’FBI Jimmy
Boyle (Bradley Cooper) e gli verrà proposto un
accordo: aiutare l’FBI ad incastrare criminali e politici corrotti,
coinvolti in un giro di tangenti volte a legalizzare il gioco
d’azzardo.
Del cast faranno parte anche
Jennifer Lawrence, Louis CK e
Jeremy Renner; le riprese cominceranno a breve, De
Niro dovrebbe essere sul set a partire da maggio.
Il TriBeCa Film Festival di Robert De
Niro consolida la sua reputazione come una delle
manifestazioni più innovative, grazie al lancio di un servizio
di video on demand in Gran Bretagna: per otto settimane a partire
dal prossimo 16 aprile, i cinefili potranno guardare alcuni dei
film presentati al Festival senza dover volare oltreoceano.
Presentando l’iniziativa Jane Rosenthal,
co-fondatrice del festival, ha spiegato che questa costituisce un
ulteriore passo in avanti rispetto alla piccola filiale
distributiva lanciata nel Regno Unito tre anni fa. Gli spettatori
britannici portanno così guardare, tra gli altri,
Greetings From Tim Buckley, dramma
incentrato sul cantante Jeff Buckley e il suo rapporto con la
figura del padre Tim, con Penn Badgley ed
Imogen Poots, la commedia nera Fresh
Meat, il documentario The Wild
And Wonderful Whites Of West Virginia prodotto da
Johnny Knoxville e altri tre film.
Il TriBeCa è stato lanciato da De Niro e Rosenthal nel 2001, nel
tentativo di rivitalizzare l’area di New York, piegata dalle
conseguenze dell’attacco alle Torri Gemelle.
Bradley
Cooper è il protagonista del nuovo poster di Una
notte da leoni 3, l’attesa terza ed ultima parte della saga
più demenziale del cinema diretto da Todd
Phillips e con protagonisti Ed
Helms, Heather Graham, Jamie Chung, John
Goodman, Justin Bartha, Ken Jeong, Zach
Galifianakis.
Ecco la trama del film: Tijuana in
Messico, una location che calza a pennello ad una serie incentrata
sull’esagerazione e che, in questo terzo film, racconterà della
fuga di Alan dall’ospedale psichiatrico in cui è stato rinchiuso e
dei tentativi dei suoi amici di riacciuffarlo prima che sia troppo
tardi. Oltre a Tijuana, il folle viaggio dei protagonisti di Una
notte da leoni 3 toccherà anche Los Angeles e Las Vegas. Lì dove
tutto ha avuto inizio. Riprese del film al via entro la fine del
mese di giugno 2012.
Vi ricordiamo che la pellicola
uscirà il 24 Maggio 2013. Una
notte da leoni 3 di Todd Phillips vede il ritorno del trio delle
meraviglie formato da
Bradley Cooper,
Zach Galifianakis e Ed Helms che
questa volta riusciranno a passare grandi guai anche lontani da
addii al celibato e da matrimoni in grande stile. Tornano nel film
anche Justin Bartha,
Heather Graham, Jeffrey Tambor, Gillian Vigman, Sasha
Barrese e
Jamie Chung.
Arriva anche in Italia, a distanza
di pochi giorni dalla release americana, il nuovo sci-fi targato
Joseph Kosinski, già regista di Tron Legacy, e qui in
veste anche di produttore e sceneggiatore. Tom Cruise è il protagonista di Oblivion, evento
cinematografico che da avvio alla stagione che porterà nelle sale i
film “evento”, come oggi vengono chiamati i blockbuster.
Oblivion racconta
la storia di Jack, ex soldato, l’ultimo sopravvissuto sulla Terra,
devastata dalla guerra contro una razza aliena. Dopo aver ritrovato
un’astronave distrutta, la storia dell’unica superstite al suo
interno lo trascina in un’avventura che cambierà per sempre il loro
destino. Jack mette in discussione tutto ciò che credeva di sapere
sul suo mondo, sulla sua missione e su se stesso. In un
inseguimento per terra, aria e spazio, Jack è costretto a un
confronto con i suoi superiori per conoscere la verità.
Partendo da un costrutto semplice e
lineare, che rientra alla perfezione in alcuni degli stilemi tipici
del genere fantascienza, Oblivion inizia il suo racconto con
il piede giusto, e man mano che la narrazione si evolve e la storia
cresce con i personaggi, diventa qualcosa di molto più che un
ennesimo rifacimento di un’epoca post-apocalittica. La storia si
dimostra essere anche sorprendentemente originale, una componente
che all’interno del genere risulta merce rara. Ma più che
l’originalità in sé, di Oblivion colpisce il modo di
raccontare di Joseph Kosinski, abile tessitore dietro la
macchina da presa; è grazie ad una regia equilibrata e generosa che
il regista riesce a dare un personalissimo contributo all’opera, a
metà strada fra un approccio intimista e uno più commerciale, che
rende il film un’opera in perfetto equilibrio fra
spettacolarità e ricerca personale. Tutta l’opera è inoltre
permeata da un tacito omaggio al cinema di fantascienza, rendendo
il film malinconico, ma anche confermando che il genere è
quello che di più ha saputo rappresentare le ossessioni e le paure
dell’essere umano.
Di Oblivion colpisce
il continuo contrasto fra gli scenari più classici e l’innovazione
tecnologica futuristica e anche il richiamo a una messa in scena
fantascientifica tipica degli anni 70’ e figlia di quel periodo
artistico. Tutto questo, unito alla visione di Joseph
Kosinski, produce un film ricco di scene spettacolari e
sequenze suggestive che si alternano a momenti più distensivi e
sospesi fra le spettacolari note degli M83, meritevoli di un
grande elogio. Il loro lavoro musicale, fatto di suoni
metallici ed elettronici, ci catapulta immediatamente nell’epoca
futuristica di Jack e rende tutta la storia molto più emozionante e
suggestiva. Altro tassello importante della pellicola è senza
dubbio il cast, impeccabile in ogni caratterizzazione, partendo dal
protagonista assoluto Tom Cruise, sempre a suo agio nei panni dell’eroe. Al
suo fianco troviamo le due protagoniste femminili Andrea Riseborough e Olga Kurylenko, brave e magnetiche, fino ad arrivare
alla leggenda Morgan Freeman e al ‘televisivo’ Nikolaj Coster-Waldau.
Tutti questi aspetti rendono
Oblivion un film che riporta freschezza e nuovi
impulsi ad un genere che negli anni ha lasciato troppo la mano a
sequel, prequel, che ha preferito batter forte su ferri che forse
non erano più caldi (vedi lo stesso Tron: Legacy). In questo
film Kosinski riesce ad esprimersi al meglio,
riscattandosi dalla sua opera prima.
Pubblicato finalmente il trailer del nuovo film Elysium
di Neill Blompkamp, già regista di
District 9 che vede protagonisti Matt
Damon e Jodie Foster.
L’anno è il 2159, esistono due
classi di persone: quelle estremamente ricche, che vivono su una
lussuosa stazione spaziale all’avanguardia chiamata Elysium, e gli
altri, che vivono sulla Terra, un pianeta ormai sovrappopolato e in
rovina. Il segretario Rhodes (Jodie
Foster) e i capi del governo si preparano a rafforzare
le leggi anti-immigrazione per preservare lo stile di vita dei
cittadini di Elysium,
anche se questo non riesce a fermare le popolazioni della Terra dal
cercare di entrare in ogni modo. Quando lo sfortunato Max
(Matt
Damon) viene messo all’angolo, accetta di
intraprendere una rischiossissima missione che, se avrà successo,
non solo salverà la sua vita ma potrebbe portare uguaglianza tra
quesi due mondi opposti tra loro.
Completano il cast di
Elysium,
William Fichtner,
Alice Braga, Sharlto Copley,
Diego Luna, Michael Shanks, Carly Pope, Faran Tahir, Talisa
Soto, Ona Grauer, Wagner Moura, Jose Pablo Cantillo, Adrian Holmes,
Maxwell Perry Cotton, Terry Chen. La pellicola è basata su
una sceneggiatura originale di Neill
Blompkamp.
Anche se la notizia non è proprio a
tema, ci teniamo a informarvi che sono state pubblicate oggi le
primissime immagini dal nuovo videogioco dedicato a Batman,
Batman Arkham Origins .
Dopo tutto l’uomo pipistrello ci
manca già, e sappiamo che per rivederlo sul grande schermo dovremo
aspettare un bel po’. Ecco le immagini:
La storia del videogioco ruota
intorno a otto assassini che arrivano da tutte le parti del mondo
per assassinare Batman e sono guidati da Black Mask.
Arriva anche in Italia l’animazione
Made in Spagna con il film Le Avventure di Taddeo
l’Esploratore, realizzato grazie all’utilizzo
dell’animazione computerizzata arricchita con l’aggiunta del
formato 3D stereoscopico. Tad Jones sogna sin da bambino di fare
l’esploratore ma finisce da grande a fare il muratore. Finché un
giorno a causa di un fortuito errore viene scambiato per un
archeologo e assunto per una pericolosa missione in Perù. Con
l’aiuto del fedele cane Jeff, della bella e giovane archeologa
Sara, del pappagallo muto Belzoni e della guida peruviana
imbrogliona Freddy, Tad si imbarca in un’avventura piena di misteri
per salvare la mitica
La pellicola diretta
dall’esordiente Enrique Gato e prodotto fra gli altri dalla
Telecinco Cinema è un ricco e virtuoso insieme di omaggi a svariati
generi che fanno da base solida all’opera. Infatti, sono lampanti e
spudoratamente manifestati i principali riferimenti da cui la
pellicola attinge, ad esempio film quali Indiana Jones (per il
quale il regista dichiara sin da subito gli intenti, considerato il
titolo originale del film Las aventuras de Tadeo Jones) ma sono
riconoscibili anche altre influenze più o meno velate come quella
alle avventure di TinTin, da cui prende in prestito il fidato amico
del protagonista, il cane, origine di gran parte della vena comica
del film, per non parlare della protagonista femminile che ricorda
molto l’eroina dei videogame prima e del cinema poi Lara Croft,
arrivando a citare anche saghe come la Mummia o capisaldi del
genere avventura come Allan Quatermain, forse il vero padre del
genere.
Tuttavia, nonostante un buon ritmo
e una chiave leggera di lettura che di certo farà la gioia dei più
piccoli, la pellicola è forse troppo misera di concept originali e
di un appiglio estetico affascinante. Al contrario, a tratti mostra
possedere un po’ di ingenua banalità visiva, troppo semplice per
poter competere con l’animazione odierna; tanto semplice e misera
da sembrare un cartone animato televisivo come se ne vedono molti
in giro e che a stento lascerà il segno nell’immaginario dei
bambini.
Christopher Nolan sta costruendo il suo cast
per il suo prossimo progetto, Interstellar.
Dopo la firma di Matthew McConaugheyarriva anche il si di
Anne Hathaway, che torna da Nolan non solo
dopo aver interpretato con grande successo la donna gatto, ma anche
dopo aver vinto un meritato Oscar per Les
Misérables con il ruolo di Fantine. A parte che per i
nomi che si continuano ad accostare al film, nulla di nuovo si sa
riguardo a Interstellar,
che come è solito di Nolan con i suoi film, è avvolto nel più fanno
mistero.
Sappiamo però che Christopher Nolan sta revisionando una
sceneggiatura del fratello e collaboratore Jonathan, e che il
regista ha preso in mano il progetto dopo che Steven Spielberg ne ha lasciato il
timone. La storia è ispirata alle teorie del fisico teorico e
astrofisico Kip Thorne, e sarà un film su un
eroico viaggio interstellare verso i confini più lontani della
galassia conosciuta. Chissà se Anne Hathaway bisserà la bella
performance che già ci aveva regalato con Catwoman sotto la regia
di Nolan. L’uscita di Interstellar è
programmata per il 7 novembre 2014.
Il prossimo 27 giugno altri zombie
sbarcheranno al cinema. Arriva infatti World War
Z, in cui sarà il bel Brad Pitt a
cercare di sgominare un’invasione di zombie che mettono a rischio
la sopravvivenza dell’uomo. Di seguito potete vedere il primo spot
tv del film, pubblicato dalla Paramount Pictures. Ecco il
video:
World War
Z è diretto da Marc Forster e vede
nel cast Anthony Mackie,
Brad Pitt, David Morse, James Badge Dale, Matthew Fox
e Mireille Enos. Ecco la trama del film:La storia
segue Gerry Lane, un impiegato delle Nazioni Unite(Brad Pitt), che
gira il mondo in una corsa contro il tempo per fermare una epidemia
che rovescia eserciti e governi e che minaccia di decimare la
popolazione mondiale.
Ecco la prima clip ufficiale di
The
Lone Ranger, film che vede di nuovo la collaborazione
di Gore Verbinski eJohnny Depp. In pieno stile western, nello spot
l’azione regna sovrana nelle vesti di un inseguimento su un treno.
Ecco la clip:
In The
Lone Ranger, Johnny
Depp interpreta il guerriero indiano Tonto, fedele
amico del protagonista il cui ruolo è stato affidato ad
Armie Hammer. Depp e Hammer saranno affiancati da un
cast di stelle internazionali tra cui Tom
Wilkinson, nominato due volte dall’Academy Award per
“Michael Clayton” e per “In the Bedroom”, vincitore di un Emmy e di
un Golden Globe; William Fichtner, il
vincitore di un Emmy, Barry Pepper; James
Badge Dale; Ruth Wilson, star televisiva
in “Jane Eyre” e “Luther”;
Helena Bonham Carter, due nomination all’Oscar e sei
nomination ai Golden Globe (“Il discorso del re” “Alice in
Wonderland”). L’uscita del film è prevista per il 31 maggio
2013.
The
Lone Ranger è un emozionante film d’avventura intriso
di azione e humor, in cui il famoso eroe mascherato torna a
rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto
(Johnny
Depp) racconta la storia di John Reid
(Armie
Hammer), uomo di legge che divenne leggenda,
trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e
rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta
all’avidità e alla corruzione.
The
Lone Ranger è scritto da Ted Elliott e Terry Rossio
(“Pirati dei Caraibi”), Eric Aronson e Justin Haythe. Mike Stenson,
Chad Oman, Ted Elliott, Terry Rossio, Eric Ellenbogen ed Eric
McLeod sono i produttori esecutivi della pellicola.
Presentato alla 27° settimana
Internazionale della Critica, La città
ideale segna l’esordio alla regia di
Luigi Lo Cascio, qui anche autore del soggetto e della
sceneggiatura. In La città ideale
Ecologista convinto, l’architetto Michele Grassadonia (Luigi
Lo Cascio) ha lasciato da 20 anni Palermo per andare a
vivere in Toscana, in quella che egli reputa sopra tutte la città
ideale: Siena. Mal visto dai colleghi per le sue manie
ambientaliste, vive da solo in un asettico appartamento in cui ha
rinunciato all’elettricità e all’acqua corrente, facendo ricorso
all’acqua piovana e agli ingegnosi macchinari creati da un suo
amico.
In una notte di tempesta tampona
una sagoma dai contorni indefiniti e va a sbattere contro un’auto
parcheggiata. Più avanti, passa accanto ad un corpo sdraiato sul
bordo della strada: dopo le prime perplessità, Michele torna
indietro e chiama i soccorsi. Viene interrogato dalla polizia, la
quale però si accorge dell’auto ammaccata e, confusa dalle
spiegazioni di Michele, si convince della sua colpevolezza. Da
“angelo custode” Grassadonia diviene il primo indagato per
l’omicidio colposo del Dott. Sansoni, potente notabile della
città.
La città Ideale, il film
Immerso in atmosfere noir di chiara
derivazione kafkiana e condito dalle efficaci musiche di
Andrea Rocca, La città
ideale è un film dalla struttura solida, in cui le
relazioni tra i personaggi si instaurano anzitutto attraverso un
attento gioco degli sguardi e dei gesti. L’attenzione per il
dettaglio riproduce a livello registico-formale ciò che il
protagonista insegue nella sua vita quotidiana: la perfezione e la
purezza degli ideali, perseguiti con un’insistenza eccessiva che –
agli occhi della società – sfocia nel ridicolo. Ecco allora che la
fede ecologista di Michele si pone come barriera e primo motivo di
un’emarginazione che diventerà completa nel corso delle
indagini.
Lo Cascio firma un più che discreto
giallo dai contorni umoristici, in cui la ricerca spasmodica della
verità e la sua (non) trasmissibilità al mondo esterno sembrano a
poco a poco soffocare il protagonista per condurlo all’interno di
una trappola da cui sarà sempre più difficile liberarsi. A questo
proposito, l’universo macabro che la bella artista affittuaria
(Catrinel Marlon al suo debutto) riproduce nei
suoi studi sulla cattura, non è da considerarsi pura e semplice
digressione, bensì come un richiamo traslato e simbolico alla
gabbia di parole che – come un’enorme tela di ragno – lo stesso
Michele ha inconsapevolmente costruito attorno a sé.
Interessante notare come la
rincorsa verso la verità qui diventi il tramite per una ricerca che
il protagonista fa su di sé, costretto dagli eventi a confrontarsi
con le proprie manie giornaliere e, al tempo stesso, a mettere
insieme i pezzi sbiaditi di un puzzle cui l’episodio dello
stalliere distratto (Roberto
Herlitzka) sembra per un attimo dare una forma più
precisa.
Pappi Corsicato si
è sempre distinto nel panorama cinematografico italiano per il suo
spirito libero e per le sue geniali intuizioni di
sceneggiatura, realizzando sempre pellicole ai limiti del
surreale e spesso riuscendo a dire molto sulla società
contemporanea con grande acume e naturalezza. E con Il
volto di un’altra non cambia genere. Il film presentato in
Concorso al Festival del Film
di Roma parte da un’intuizione geniale, sviluppata poi
in una storia a metà tra grottesco e surreale in cui i contorni
sono molto più curati e interessanti della storia principale.
Bella è la splendida ed esuberante
conduttrice di un famoso programma televisivo sulla chirurgia
estetica. René è suo marito, un medico chirurgo che nello stesso
programma effettua gli interventi sugli ospiti. Il volto di
un’altra inizia con il licenziamento di Bella. La
motivazione è che gli ascolti dello show sono in calo, il pubblico
è stanco ormai di vedere la sua faccia. Bella, infuriata, lascia lo
studio televisivo e, sulla via del ritorno a casa, ha un brutto
incidente d’auto che in qualche modo le cambierà la vita e le
offrirà una seconda possibilità.
Il volto di un’altra, il film
Corsicato si sente a suo agio a
raccontare questa storia, che genera a tratti incredulità per
l’eccessiva stranezza di quello che accade, non solo a livello
narrativo, ma anche da un punto di vista della messa in scena.
L’handicap grave del film però sono gli attori: Laura Chiatti e Alessandro Preziosi non verranno certo
ricordati per la loro interpretazione in questo film, cosa che
invece succederà per tutte le comparse che hanno ruoli minori e
passeggeri.
Interessante lo sviluppo finale del
racconto e soprattutto la rappresentazione dei media e dei popolo
medio, ritratto che rispecchia la realtà italiana fatto di scoop,
gossip, reality e spazzatura venduta su tv e giornali e spacciata
per informazione. Il volto di un’altra è un
interessante riflessione sulla società italiana raccontata
attraverso una storia di imbrogli che vede protagonista non solo
una donna e suo marito, ma soprattutto una società allegramente
ignorante.
Il film su Pantera Nera è uno dei più
chiacchierati nei corridoi della Marvel Studios. Il film è molto atteso e
sicuramente avrà un nutrito seguito di cine-nerd che vorranno
vederlo sul grande schermo. Ieri l’attori Morris
Chestnut, che vedremo presto in Kick Ass
2, ha twittato una frase che ha generato scompigli e
curiosità trai suoi followers: “è tempo di prendere confidenza
con il personaggio di Pantera Nera!”. Che l’attore abbia già
ottenuto la parte? o che sia solo in lizza per il ruolo? Quello che
è certo è che nel twitt c’era della verità, dal momento che è
sparito quasi subito. Tuttavia, un commento di un fan (“non
vedo l’ora di vedere questo film: Pantera Nera”) ha generato
altro interesse verso la questione, infatti Chestnut ha risposto:
“Pantera Nera potrebbe essere prima in The Avengers
2“.
Che il super eroe dalle sembianze
feline sia la prossima guest star nel ritorno dei Vendicatori al
cinema? Sarà proprio lo stesso Morris ad interpretare il gattone
nero? Purtroppo non possiamo saperlo con esattezza, per il momento,
ma sicuramente vi terremo aggiornati!Vi ricordiamo che il film
Marvel, The
Avengers 2 è in programma per un’uscita
prevista per il 1 Maggio 2015. Tutte le info utili sul film nella
nostra scheda: The Avengers
2. Per tutte le news sul film invece vi rimandiamo al
nostro speciale: The Avengers
2. Mentre per gli altri film dell’Universo Marvle vi
segnaliamo i nostri speciali: Captain
America, Iron Man
3 e Thor 2.Fonte:
Everyeye
Stamattina alla Casa del Cinema di
Roma è stato presentato alla stampa La città
ideale, esordio alla regia di Luigi Lo
Cascio. Con lui in sala era presente la protagonista
Federico Alvarez
intervista al regista dell’atteso remake de La Casa,
l’horror cult di Sam Raimi del 1981, che uscirà nelle sale
italiane il 9 maggio distribuito da Warner Bros. Pictures
Italia. Vi inviamo un’intervista a Fede Alvarez realizzata sul set
e il link ad un gioco dedicato al film. La Casa sarà
proiettato in anteprima come film di chiusura della XV
edizione della rassegna cinematografica.
“E’ stato il film più pauroso che io abbia visto
quando avevo 12 anni”, commenta Federico
Alvarez sulla sua esperienza con La Casa“sono andato a noleggiare un video ed ho chiesto la cosa più
paurosa che avessero…il commesso, dopo aver cercato un po’, mi ha
suggerito questo film”.
Dopo
che Alvarez è
stato scelto per girare questo film è stato colto da un attimo di
sconforto, così ha chiesto a Sam Raimi se poteva
anche scrivere il copione. Raimi ha risposto
“Certo, se poi non va, lo faremo fare a qualcun altro”. “All’inizio
non era esattamente quello che voleva” ammette Alvarez, “il tono
era giusto, ma la trama era cambiata, sembrava più un sequel, così
Sam ha detto ‘noi vogliamo fare un remake’. Alvarez ha un
bellissimo ricordo di quest’esperienza “abbiamo fatto qualche
modifica e l’hanno adorato. Ne abbiamo fatto una prima versione,
poi una seconda ed è piaciuto moltissimo. Sam è un produttore
fantastico perché essendo lui stesso un regista, riesce a dare
sempre supporto al regista ”. Alvarez ammette che ha lavorato a
questo copione per più di un anno per realizzare un film migliore,
“alcuni film sono soggetti a limiti di tempo e vengono elaborati in
corso d’opera. Credo che questa soluzione sia un po’ infantile, e
non è assolutamente il caso de La
Casa”.
Quindi come ha gestito Alvarez la
questione del remake? “Ci sono così tanti modi di vedere questo
film; La
Casa è così tante cose e così tante persone”
spiega Alvarez “non ho mai cercato di riprodurre quegli elementi
ormai cult che sarebbero stati impossibili da ricreare”. Ad
esempio, abbiamo deciso di non inserire Ash (il protagonista
interpretato da Bruce Campbell), “non abbiamo voluto mettere un
attore in questa difficile posizione. È proprio in questo che Sam
(Raimi), Bruce (Campbell) ed io ci siamo trovati così d’accordo.
Per noi La Casa è stato più violento, cruento e fantastico
di qualsiasi altro film horror”.
“L’approccio che abbiamo deciso di
adottare è abbastanza realistico” commenta Alvarez quando gli
chiediamo del tono del film, “gli elementi soprannaturali non
appaiono proprio dall’inizio del film. Nella prima metà del film
vediamo solo il gruppo di ragazzi alle prese con cose reali come
ritirare i soldi; sono persone reali in situazioni reali.” Alvarez
spiega che è solo quando appare il Libro dei Morti che il tono del
film si modifica, “a quel punto è impossibile mantenere il tono del
film ad un livello realistico. Tutto diventa completamente folle;
questi ragazzi si ritrovano a dover affrontare demoni provenienti
da un’altra dimensione”. Questo tipo di dinamiche lo affascinano
particolarmente e ci dice che “è veramente interessante vedere
persone reali trovarsi in situazioni di questo genere”.
Alvarez comprende perfettamente la
resistenza che hanno avuto alcuni fan, “se avessi letto di qualcuno
che voleva fare un remake de La Casa avrei pensato ‘guarda
questa cavolo di Hollywood’” ammette “ma io ci lavoro, e so come
funziona, questa non è l’immensa macchina di Hollywood che cerca di
fare soldi, è ad un livello molto più personale di così”. Per
convincerci ulteriormente che il remake è in buone mani,
Alvarez sottolinea che La Casa è un prodotto
unico “Questo è uno di quei rari e strani casi in cui il film è
un grande cult dell’horror ma è di proprietà di Rob Tapert,
Sam Raimi and Mr Bruce Campbell. In questo caso abbiamo il
grosso studio che ci copre le spalle, ma dal punto di vista della
creatività, dipende tutto da questi ragazzi” Alvarez conclude
dicendo “la versione originale rimarrà sempre, non scomparirà
certo perché ne facciamo una nuova”.
Quindi quale è stato l’aspetto più
stimolante, per il giovane regista, nel riportare sul grande
schermo La
Casa? “Non prendere scorciatoie. Questo è stato
l’aspetto più difficile. In questo film ogni elemento è lì per una
ragione, e non solo perché c’era nella versione originale”.
Infine, tutti i presenti vogliono
disperatamente sapere se il co-protagonista e co-produttore Bruce
Campbell farà un piccolo cameo. “Lo speriamo tutti. C’è già una
scena pronta per lui” Alvarez ci rivela che Campbell disse di
chiamarlo se mai fosse andato a Miami, “sono rimasto a casa sua
durante tutta la settimana in cui girava il suo show Burn
Notice” dice Alvarez. “Una sera, dopo le riprese, abbiamo
bevuto una cosa insieme. La mattina dopo, a colazione, mi ha detto
‘mi pare che mi abbia offerto un ruolo nel tuo film ieri sera’. Ed
io ho risposto ‘Sì. Mi pare di sì’, ‘Sì. Decisamente’. Così, quel
giorno, ho scritto la scena che trovate ora nel copione. Ora
dobbiamo cercare di incastrarci con i suoi impegni. Ma sarebbe
incredibile averlo nel film”.
Un giovane
ragazzo scopre di possedere straordinari poteri e di non
essere di questo pianeta. Da grande intraprende un viaggio per
capire le sue origini, da dove è arrivato e per quale motivo è
stato inviato sulla Terra. Ma in lui è nascosto un sentimento
eroico che dovrà emergere se vorrà salvare la Terra dalla
distruzione, diventando il simbolo della speranza per tutto il
genere umano.
Inoltre è stato diffuso un nuovo
spot:
L’Uomo d’Acciaio, il film
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner(“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of
steel.
Dracula della
Universal Pictures, nuova versione del romanzo di
Bram Stoker che presto vedremo sul grande schermo
ha trovato il suo protagonista. Infatti, secondo The
Hollywood Reporter sarò l’attore Luke Evans il protagonista della
pellicola. Al momento non è chiaro quale sarà il ruolo dell’attore,
se nei panni del famoso vampiro o in quelli di qualche altro
personaggio. Sappiamo però che il progetto, precedentemente
intitolato Dracula Year Zero esplorerà le origini
del carattere del personaggio Dracula,
intrecciando mitologia del vampirismo alla vera storia del Principe
Vlad l’Impalatore. L’intento sarà quello di
rappresentare Dracula come un eroe imperfetto in una tragica storia
d’amore ambientata in un periodo permeato dalla magia e dalla
guerra. A conti fatti sembrerebbe proprio la trama del Dracula di
Francis Ford Coppola. Non ci resta che aspettare ulteriori notizie
sul progetto che vedrà per l’ennesima volta il Conte Dracula
protagonista al cinema.
A dirigere la pellicola è stato accreditato l’esordiente
Gary Shore che adatterà una sceneggiatura scritta
da Matt Sazama e Burk Sharpless. A
produrre il film ci sarà il pluri-premiato Michael De
Luca.
300: Rise of an
Empire – arrivano le prime foto del sequel
molto atteso di 300 diretto da Zack
Snyder. Le due immagini sono state pubblicate da USA Today
e ritraggono uno dei protagonisti e una scena di battaglia.
300: Rise of an
EmpireFoto racconterà la storia di
alcuni eventi subito dopo la battaglia delle Termopili,
concentrandosi sull’ascesa di Serse, re dei
Persiani, ancora assetato dall’idea di conquistare la Grecia. Il
film è prodotto dalla Legendary
Pictures e diretto da Noam Murro. Nel cast Jack
O’Connel (Callisto), Eva Green (Artemisia), Rodrigo
Santoro(Serse), Sullivan
Stapleton (Temistocle). Si basa su una
sceneggiatura scritta da Zack Snyder e Kurt Johnstad e uscirà
il il 2 agosto, 2013 negli USA.
I,
Frankenstein è stato rimandato dalla
Lionsgate che ha appena annunciato che
l’adattamento dell’omonimo fumetto uscirà il 24 Gennaio 2014,
anziché il 13 Settembre di quest’anno, come precedentemente
annunciato. Ecco le dichiarazioni ufficiali che arrivano dal
comparto distributivo della pellicola:
“Il Potenziale franchise del film,
data la sua premessa su larga scala, l’impostazione e gli elementi
creativi che sono perfettamente in linea con l’esperienza 3D
abbiamo deciso di rimandare l’uscita perché lo studio vuole
lanciare la migliore versione del film possibile per il
pubblico”
Da queste parole capiamo che la
post-produzione del film richiede maggior tempo di
lavorazione. La storia segue le vicende di Adam
(Aaron Eckhart), la creatura del romanzo di Mary
Shelley, che, dopo esser sfuggito alla massa infuriata dei
contadini, arriva fino ai giorni nostri grazie alla genetica. E’
così che Adam si ritrova in un’oscura metropoli, e viene coinvolto
nella battaglia centenaria tra due clan di creature immortali.
Guarda la prima clip ufficiale
dell’atteso film This is the End Clip, commedia
irriverente ambientata durante una catastrofe che a brave
distruggerà la terra.
Il Grande GatsbyTrailer
Internazionale per il nuovo film di Baz
Luhrmann e con protagonisti Leonardo
DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan,
e Joel Edgerton. Ormai
mancano pochi mesi al debutto ufficiale del film tanto atteso, e
come molti di voi già sapranno sarà al Festival
di Cannes 2012 dove Il Grande
Gatsby sarà il film d’apertura. Il nuovo Trailer
arriva a pochi giorni di distanza dal primo ed è stato diffuso
dalla Warner Bros come il Trailer ufficiale internazionale
Il
Grande Gatsby uscirà il prossimo 16 maggio al
cinema. Tutte le info sul film le trovate nella nostra
scheda: Il Grande Gatsby. Il sito ufficiale
del film qui.
Il film racconta la storia di un
aspirante scrittore, Nick Carraway che lasciato il Midwest
Americano, arriva a New York nella primavera del 1922, un’epoca in
cui regna la dubbia moralità, la musica jazz e la delinquenza. In
cerca del suo personale Sogno Americano, Nick si ritrova vicino di
casa di un misterioso milionario a cui piace organizzare feste, Jay
Gatsby, ed a sua cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della
baia con il suo amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E’
allora che Nick viene catapultato nell’accattivante mondo dei
super-ricchi, le loro illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi
testimone, dentro e fuori del suo mondo, di racconti di amori
impossibili, sogni incorruttibili e tragedie ad alto tasso di
drammaticità.
Pauline (Charlotte
Rampling) torna a Torino, la sua città natale, per la prima
volta dopo molti anni e riprende contatto con angela (Maria
Grazia Mandruzzato) che ora dirige un centro per la maternità.
Qui Pauline intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi
delle mamma di oggi. Tra le mamme del centro c’è Emma (Elena
Radonicich) giovane danzatrice in crisi profonda che non sa
affrontare le responsabilità della maternità.
Tutto parla di te è
il primo lungometraggio di Alina Marazzi dopo i famosi e premiati
documentatri Vogliamo anche le rose e Un ora
sola ti vorrei. La regista milanese ha affrontato un altro
punto di vista sulla vita delle donne prendendo la maternità come
spunto cruciale sia per la finzione che per la parte
documentaristica. Poiché il film al suo interno è caratterizzato
dal modo di lavorare di Alina Marazzi, facendo un lavoro di
ricerca sulla vita di giovani donne, ha proposto una storia che
rappresenta una decostruzione delle singole interviste e immagini
di repertorio che nella pellicola portano un confronto tra i
modelli del passato e la realtà moderna. Inoltre la fotografia
d’autore e le sequenze di stop-motion aggiungono quel livello
poetico e conferiscono al film quel taglio intimo che porta
all’emozione. Tutti questi elementi artistici vanno a smontare la
scrittura classica della sceneggiatura al fine di arricchirla con
altri livelli emozionali e di vicinanza con il pubblico. Questo
però molto spesso sospende la storia nelle pieghe della riflessione
frenando la continuità narrativa.
Nella prima parte del film siamo
immersi totalmente in questa comunità di mamme che svolgono tutte
le attività pre e post-parto per entrare in comunicazione con il
loro corpo e alla ricerca di determinate emozioni. Le attrici in
questo film sembrano camuffarsi e confondersi con una realtà
conscia e silenziosa. Charlotte Rampling passa una buona
parte del film ad ascoltrare, ponendosi così come uno spettatore a
sentire, leggere e vedere tutto il materiale che riguarda queste
donne, finché non incrocia la storia di Emma e il loro destino
intrecciato si risolverà e troverà pace in maniera conseguenziale
nel finale. Elena Radonicich è spontanea nel ricreare
l’apatia e la distrazione di questa mamma che vede suo figlio come
un punto a sfavore, un handicap e non come un valore aggiunto alla
sua vita.
Il monatggio di Ilaria
Fraioli è stato essenziale per la struttura del film ed è
chiaro come sia stato pensato anche in fase di produzione per via
dei numerosi supporti con cui la regista ha voluto tracciare questa
pellicola.
Tutto parla di te è
la dismostrazione che i film si possono fare con una plurità di
voci, che ormai il cinema ha raggiunto la maturità necessaria per
mescolare i registri di narrazione e dare una profondità e verità
al vissuto, seppur sia fittizio, per lasciare così allo spettatore
non solo il ricordo di una storia ma di una interpretazione della
realtà. Dall’11aprile al cinema.
Cinque ragazzi. Una baita isolata
in mezzo al bosco. Un Libro dei Morti. Vi ricorda qualcosa? Per
coloro che non sono proprio a digiuno di cinema horror sarà subito
venuto in mente un titolo: La
Casa (Evil Dead), pietra
miliare del genere e opera prima del grande Sam Raimi, un
autore che avrebbe ben presto fatto parlare molto di sé. Ma non
siamo qui per elogiare il capolavoro datato 1981, bensì per
introdurre il suo omonimo ed attesissimo remake firmato
dall’esordiente Fede Alvarez, la cui uscita statunitense è
programmata per il 5 aprile, mentre i fans italiani dovranno
aspettare il 9 maggio per farsi travolgere da una vera e propria
ondata di sangue. La fortunata serie, ideata da Raimi ancora
adolescente in 8 mm e in seguito trasportata nell’opera che tutti
noi conosciamo, ha potuto vantare una un successo planetario, oltre
che due seguiti (La Casa 2, L’armata delle
tenebre) in cui la componente umoristica ha finito per
soffocare del tutto la vena orrorifica originale.
Dunque l’idea di un possibile
rifacimento era già da molti anni nelle intenzioni di Raimi, il
quale si è però dedicato ad altri lavori di successo come la
trilogia di Spiderman, Drag Me to Hell
(dove le contaminazioni sono evidenti), fino a Il Grande e
potente Oz. Ma è solo con la comunicazione della Warner
Bros, avvenuta nel marzo 2012, che le aspettative dei fans si sono
concretizzate. Le riprese sono durate tre mesi e mezzo, e già alla
fine di luglio Raimi e lo storico amico Bruce Campbell
(l’Ash della trilogia de La Casa)
avevano già rilasciato alcune succulente indiscrezioni riguardo al
progetto che avevano mandato letteralmente in fibrillazione i
cinefili di tutto il mondo. La prima rivelazione è stata il nome
del regista, il giovane e misconosciuto Fede Alvarez, qui alla sua
opera prima e con alle spalle una solida carriera di video musicali
e spot. La seconda notizia shock ha riguardato invece la scelta di
sostituire l’eroe del film originale, l’indimenticabile Ash
con il suo alter ego femminile Mia, ex tossicodipendente che
decide di passare un week-end tranquillo (si fa per dire!) in una
baita isolata nel mezzo di un bosco. Il ritrovamento di un antico
libro maledetto darà inizio ad una vera e propria infestazione
demoniaca che si diffonderà come un morbo, a suon di sangue,
frattaglie e liquami di ogni sorta. Anche il cast si affida a volti
nuovi, in cui spicca la convincete Jane Levy nel ruolo di
Mia, affiata dai giovani Jessica Lucas, Shiloh
Fernandez, Lou Taylor Pucci e Elizabeth
Blackmore.
La prima proiezione
ufficiale si è svolta al South by Southwest di Austin nel
Texas, suscitando nei fans e nei critici una vera e propina
spaccatura. Alcuni giornalisti, come Russ Fischer hanno
elogiato sia la scelta del cast che la grande fedeltà alla trama
originale, affermando addirittura che “si tratta di un’opera
nuova, ancora migliore della sua matrice. La vena umoristica è del
tutto scomparsa, e ci troviamo nei territori dell’horror più
puro”. Altri invece, come Eric Kohn, condannano la
politica commerciale delle scelte registiche, affermando che
“Siamo alla sagra delle frattaglie. Il regista e il suo team
sono più concentrati a farci venire il voltastomaco”. Fin dal
rilascio, alla fine di marzo, del trailer internazionale vietato ai
minori, la censura americana si è subito dibattuta se affibbiare al
film il divieto PG-13 (minori di 13 anni) o il temutissimo
X-rated (minori di 17 anni).
Tutto ciò non fa altro che giovare
alla campagna pubblicitaria di Raimi e di Cabpell, che in qualità
di co-produttori hanno assicurato che lo script di Alvarez e
Diablo Cody sarà letteralmente elettrizzante. Non resta
dunque che attendere il 9 maggio, e nel frattempo i fans saranno
contenti di sapere non solo che è in programma un sequel del remake
de La Casa, ma che oltretutto Raimi potrebbe tornare per
firmare un secondo capitolo de L’armata delle Tenebre.
La Marcia su Roma di Dino
Risi è il film 1963
con protagonisti Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Roger Hanin e
Mario Brega.
Trama: Domenico
Rocchetti (Vittorio Gassman), disastrato e
spiantato reduce della prima guerra mondiale, si aggira
dinoccolante tra le vie di Milano facendo elemosina mostrando una
falsa medaglia al valore militare. Incontrato casualmente un suo ex
ufficiale, il capitano Paolinelli (Roger Hanin),
il povero Rocchetti si prende una sonora ramanzina per quel vile
espediente ma al tempo stesso Paolinelli lo esorta ad unirsi a lui
e ad un nuovo partito che sta allargando velocemente i propri
consensi: il Partito Nazionale Fascista. Rocchetti, disoccupato e a
pancia vuota da tre giorni, acconsente senza troppe remore
intravedendo un’opportunità per uscire da quella miseria.
Inizia così la sua collaborazione
con il partito ed è proprio durante uno scontro con dei contadini
poco inclini ad ascoltare l’oratoria di Paolinelli che Rocchetti si
imbatte con un suo ex commilitone: Umberto Gavazza (Ugo
Tognazzi). Quest’ultimo, bracciante umile e senza terra,
cattolico e mansueto, si mostra inizialmente diffidente nel seguire
l’ex compagno in quella nuova avventura ma la promessa di un pezzo
di terra basta a convincere anche lui.
Ed è così che i due sbandati senza
arte ne parte si ritroveranno al fianco delle altre camice nere, da
subito “lesti” ad evitare le risse e i consueti scontri con operai
o scioperanti ed altrettanto pronti ad unirsi senza esitazione alle
milizie in marcia verso la capitale.
Analisi: La marcia su
Roma è un film di Dino Risi del 1963
cui sceneggiatura fu scritta a più mani tra cui quelle “d’oro” di
Age e Scarpelli oltre a quelle di Ettore
Scola e Ghigo di Chiara. Maestro della
commedia all’italiana, Risi non delude nemmeno in questa occasione
dove si propone di raccontare l’ascesa al potere del fascismo e
delle camice nere utilizzando, come di consueto, l’efficacissimo
strumento della tragicommedia.
Gassman/Rocchetti e
Tognazzi/Gavazza sono al solito straordinari nell’interpretare
personaggi dai tratti ben delineati ed assolutamente
esemplificativi per farci comprendere il tipico soggetto preda
della retorica fascista. Disoccupati, uomini senza famiglia o
dimora, reduci delusi e frustati da una patria che non ha
riconosciuto il loro sacrificio nella Grande Guerra, loro sono gli
“ultimi” che videro nell’esperienza fascista un’opportunità per
sbarcare il lunario e tornare finalmente ad essere qualcuno.
Rocchetti e Gavazza impersonano al contempo pregi e difetti
dell’italiano medio: pigro,furbo e un po’ vile il personaggio di
Gassman, onesto, umile e buono quello di Tognazzi, entrambe restii
alla violenza e un po’ vigliacchi. Ma pur nella loro imperfezione i
due protagonisti non potranno accettare a lungo i metodi sempre più
inquietanti che sono chiamati a rispettare e che sono perfettamente
riassunti nella losca e burbera figura del camerata Marcacci detto
non casualmente “Mitraglia” ( Mario Brega).
La marcia su
Roma è un film divertentissimo e spassoso ma che
riesce in poco più di 90 minuti a raccontarci un capitolo di storia
che ha segnato per un lungo periodo la vita e il destino del nostro
paese e di migliaia di uomini. Le prime violenze, i primi scontri
con i “rossi bolscevichi” e sopratutto le responsabilità storiche
di chi era chiamato a fermare ciò che poteva ancora essere fermato.
Dino Risi, come già in altre occasioni, ci regala ripetute risate
che però arrivano sempre a smorzarsi in ghigni spesso amari di
fronte a situazioni e sequenze tutt’altro che comiche.
Un fuoriclasse alla regia, svariati
fuoriclasse alla sceneggiatura, due irresistibili mattatori a
dominare la scena ed una schiera di personaggi secondari
perfettamente inseriti nel contesto narrativo, il risultato non può
che essere l’ennesimo gioiello di un cinema italiano che agli inizi
degli anni ’60 non sapeva proprio sbagliare.
Vedendo questo film si
fa riferimento a Un’ora sola ti vorrei c’è un legame
profondo tra quel doc-film e questo lungometraggio? Alina Marazzi:Si c’è il legame, perché Tutto parla
di te chiude un po’ il ciclo e chiude un po’ i conti con questa
tematica e relazione che era stata già raccontata in Un’ora sola
ti vorrei che è la relazione tra madre e figlia. Quindi
entrambi i film sono esattamente legati e quest’ultimo riprende
proprio là dove Un ora sola ti vorrei aveva lasciato. Qui poi c’è
anche il personaggio della Rampling, donna adulta di un’altra
generazione, proprio perché io volevo fare un collegamento tra
presente e passato, oltre all’ambivalenza della maternità, oltre il
rapporto tra Pauline ed Emma si raccontano delle cose che tra donne
si conoscono bene, il personaggio della Rampling riporta anche un
vissuto del passato che un tempo si chiamava “esaurimento nervoso”
oggi si chiama “trauma post parto”.
Ci sono voluti quattro o cinque
anni per raccogliere tutti i materiali del film, ha creato problemi
nella produzione?
A.M:Questo tipo di film, che si propone per un linguaggio
diverso, è complesso sia da mettere a fuoco a fuoco come progetto a
livello artistico sia come produzione. Però questo tempo di
lavorazione è servito anche per decidere come raccontare questo
argomento, sono partita da un metodo documentaristico e poi si è
imposto il film di finzione. Quindi c’è stato nella fase di
sviluppo e scrittura, che ha preso molto tempo, un tentativo di
mettere su carta e in una sceneggiatura queste idee. Mescolare una
trama di finzione con apporti di documentari, di cinema di realtà,
altri apporti come l’animazione, la fotografia d’autore e altri
elementi che mi piace mescolare insieme; in un film di montaggio
come, Vogliamo anche le rose, era stato più semplice; qui
dovendo inventare e scrivere un film ha preso del tempo.
Elena, a che punto sei entrata
in questo progetto?
Elena Radonicich:Sono entrata in questo film in maniera
molto classica, facendo un provino e poi un altro, conoscendo Alina
ed entrando piano piano in questa realtà che mi era completamente
sconosciuta, (l’attrice non ha figli n.d.a) nel senso che ci
avevo pensato ma non avevo mai ragionato sulle conseguenze che
poteva avere nella vita di una donna, perciò è stato un ingresso
lento e morbido. Anche perché da quando abbiamo cominciato a
lavorarci a quando abbiamo girato e poi concluso, l’arco di tempo è
stato piuttosto lungo perciò c’è stato il modo di creare questa
realtà e poi provare ad esplicitarla.
Elena, che idea ti sei fatta
sulla maternità che il film propone, come opzione di vita e
sensazioni.
E.R:Prima di affrontare questo film le mie idee erano
molto favolistiche, “un giorno amerò qualcuno farò un figlio e sarò
felice” più o meno si sintetizzavano così. Fare questo film mi ha
messo in relazione all’idea che la maternità è uno di quegli eventi
nella vita di una persona che in qualche modo ci riduce in uno
stato di umanità molto profonda e in qualche modo archetipico, come
il dolore e la morte, rappresentano qualcosa di assoluto con cui
fare i conti e io con questa idea non mi ero affatto confrontata.
Perciò il mio personaggio si riduce in uno stato di dolore
indescrivibile, perché la sua sofferenza non è speciale perché può
riguardare tutte. Affrontare quest’idea con l’immaginazione, avendo
solo questa oltre che documentandomi, in qualche modo mi è passata
la paura e ho pensato e realizzato che come spesso accade
affrontando i tabù questi si possono sgretolare nel momento in cui
ci si ragiona e si capisce che sono solo all’interno di un
determinato periodo. Poi io avevo un imbarazzo incredibile nei
confronti del bambino. Nelle scene in cui sono con il bambino, un
po’ tremo io e un po’ trema Emma, perché è una creatura che ti
mette di fronte a qualcosa di profondissimo di te stesso. Io ho
osato e Alina mi ha ben guidata in questa attitudine.
Alina, come è andata con la
Rampling?
A.M:Con la Rampling terrore, molta paura! Ma anche molta
trepidazione, la Rampling è nota ai più per questo aspetto un po’
ieratico con questo sguardo intenso, forte, apparentemente freddo
quello che a me comunica era quello che cercavo per il personaggio
di Pauline che ho trovato e che trovo lei abbia è un misto di forza
e fragilità, di fermezza e irrequietezza, nel suo sguardo e volto
vero di donna matura lei esprime tutta questa complessità. È una
persona estremamente generosa, sia nella relazione sia con me che
con Elena. E nel momento in cui ha sposato il progetto, che l’aveva
coinvolta sia per la tematica ma anche forse per l’approccio, lei
c’è stata al cento per cento senza porre condizioni ed è una
persona anche molto divertente. Come attrice, e lo dice anche lei,
è molto istintiva, benché sia una persona molto intelligente e
riflette molto sulle cose quello che aveva lo porta in maniera
animalesca. Quindi è stata una bella lezione, una bella esperienza
non solo un bellissimo incontro umano personale.
Alina, per la Rampling è stato
anche un ritorno al cinema Italiano. A.M:Si c’era anche questo fatto, lei con l’Italia ha
avuto un rapporto importante avendo girato film che poi l’hanno
resa famosa. E questa volta di recitare in Italiano, quindi l’ha
presa anche come un aspetto importate, da straniera portare una
fragilità nel parlato. Ha dedicato del tempo per imparare
l’italiano, lingua che conosceva e conosce quindi con una certa
facilità, l’ha imparato per il film e mentre si preparava per il
film a Parigi, lei ascoltava molto la musica italiana proprio per
entrare nella musicalità della lingua ascoltava molto la musica di
Franco Battiato che ha incontrato a Novembre a Roma (Festival del
Cinema di Roma n.d.a)
Elena come è stato il rapporto con la Rampling?
E.R:Il rapporto è stato che non ho parlato per un mese più
o meno perché avevo difficoltà a dire qualcosa di sensato, quindi
l’ho osservata molto e lei ha avuto la grazia di farsi guardare e
mi ha lasciato lo spazio per trovare la calma necessaria a far sì
che io mi relazionassi con lei e io ho riconosciuto in questo suo
comportamento una generosità forte nel saper rispettare questo mio
problema momentaneo! Lei aveva uno sguardo di grande comprensione
sia come donna che come attrice che a un certo punto io al di fuori
dal set non mi sono comportata in maniera diversa dal mio
personaggio. Lei era molto spontanea, conteneva dentro di sé già
tutto e poi lo lasciava uscire e io ascoltando lei ho cercato di
fare la stessa cosa. Quindi il nostro rapporto è stato molto
delicato e io tutte le volte che ero in difficoltà la guardavo e
lei in qualche modo mi calmava, mi rassicurava e sembrava che
mi seguiva come faceva Pauline, ci siamo fatte tutte un gran bel
viaggio, è stato un rapporto molto bello e privilegiato in questa
bolla che era il film tra noi tre si è creato questo rapporto
esemplare nelle relazione femminili, un esempio proprio
bello.
Alina in questo film ci sono molti archetipi che nel cinema
rischiano di diventare dei luoghi comuni, Alina come ha arginato
questo rischio. A.M:Da un lato servono gli stereotipi al cinema per
rappresentare metodi di discussioni, nel caso della
rappresentazione della maternità non è semplice ma è un po’ quello
che a me profondamente interessava. C’è un discorso che riporta
anche gli altri film miei che è la questione dei modelli, in che
cosa noi donne ci rispecchiamo quali sono le immagini che ci si
parano davanti tanto più le immagini di maternità. Quando si
diventa madri ci si rende conto quanto interiorizzato questo
immaginario della maternità un po’ favolistico, assoluto e di
compimento; e quanto invece magari la nostra esperienza sia lontano
da quello, allora tutti questi specchi che abbiamo davanti ci
rimandano delle immagini di noi falsate e noi dobbiamo interrogarci
sul perché viene prodotto un immaginario della maternità che va
solo in una certa direzione. Nel film vengono usate le fotografie e
altri apporti visivi per creare un cortocircuito e mettere in
discussione queste rappresentazioni e far riflettere sul chi si è e
quali sono le immagini di noi con cui ci dobbiamo
confrontare.
Alina, nel film, credo
volutamente, c’è poca presenza maschile, perché? A.M:Nella sceneggiatura c’era un po’ di più del
compagno di Emma, ma poi nel montaggio è stato ridotto, dando la
precedenza alle relazioni tra donne, quindi il rapporto
Pauline-Emma e questo luogo in un quartiere che la casa maternità a
Torino, in questa dimensione di gruppo, e soprattuto quello che il
film non fa è rappresentare la coppia e la famiglia. Perché penso
che non sia più così centrale la coppia e la famiglia, se ci
guardiamo intorno, le coppie fanno molta fatica a stare insieme
quando nasce un bambino ancora di più, quindi la battuta di Binasco
che dice “Una coppia è in due loro sono in tre quindi non sono più
una coppia” è abbastanza un equazione esatta. Un bambino mette in
crisi la coppia, oggi noi viviamo la nostra vita con questa
dimensione della famiglia diversa, le nostre famiglie sono forse le
relazioni che noi instauriamo con i nostri amici, i compagni di
lavoro. E a volte penso che nel momento di fragilità come quello
della maternità in cui si fa fatica e si vorrebbe parlare con
qualcuno sarebbe più salutare parlare con qualcuno al di fuori
della famiglia perché nelle famiglie ci sono dinamiche faticose,
complesse e bloccate.
Vedendo i film di Alina Marazzi
si ha l’impressione di assistere a “un epica della normalità” ti
ritieni una regista donna? O il film ha solo una femminilità
di sguardo? A.M:Si mi sento una regista donna, le antieroine dei
miei film sono persone normali che confidano i loro sentimenti
nelle pagine di diario, del vissuto quotidiano e oggettivo che
riporto sempre nei miei film. Si voglio raccontare questa epica
della normalità, anche l’aver scelto di incentrare il film
“sull’ordinaria depressione” e non “il caso estremo” non voglio
mettere al centro la tragedia e il caso di cui abbiamo bisogno
perché dobbiamo confrontarci, il film vuole dire tutte queste cose
su come raccontare le storie, si non voglio essere una regista, ma
voglio essere una donna!
Tutto parla di voi è un
progetto in rete sulla maternità, ispirato al film di Alina
MarazziTutto parla di te nato per
sviluppare in rete i temi affrontati nel film, che è insieme di
esperimento di narrazione collettiva e raccolta di testimonianze da
parte delle mamme (così come dei papà) per costruire un nuovo punto
di vista sulla maternità. www.tuttoparladivoi.com
Captain America 2 The Winter Soldier è
ufficialmente entrato nella fase più calda, quella delle riprese ed
ecco arrivare direttamente dai Marvel Studios la prima foto del cinecomic
diretto da Anthony e JoeRusso.
Ecco la trama ufficiale diramata e
tradotta da Badtaste:
Captain America: The Winter
Soldier prenderà avvio esattamente dopo la fine di Avengers con
Steve Rogers in lotta per assecondare il nuovo ruolo che riveste
nel mondo moderno mentre decide di allearsi con Natasha Romanoff
aka Vedova Nera per sconfiggere un potente e tenebrosonemico nella
Washington D.C. odierna.
La campagna promozionale per
Una Notte da Leoni 3 è cominciata alla
grande, e dopo il primissimo
poster-parodia, che prendeva di mira il poster di
Harry Potter e i Doni della Morte Parte
II in cui si fronteggiano Harry e Voldemort e quello
successivo in cui
un’infuriato John Goodman incombe su un disarmato
e atterrato (crediamo) Bradley Cooper, ecco due
poster nuovi all’insegna del delirio puro, vera cifra distintiva di
questa saga che promette un coronamento assoluto con questo terzo
capitolo.
Il primo, dal tono decisamente
drammatico, vede Stu tenere tra le braccia un esanime Mister Chao.
Non sappiamo cosa ha portato ai tragici eventi rappresentati, ma
siamo pront a scommettere che si tratterà di qualcosa di assurdo.
Il seconda poster vede invece sempre Mister Chao alle prese con un
paracadute e la sua solita espressione folle.
Eccoli:
Ecco la trama del film: Tijuana in
Messico, una location che calza a pennello ad una serie incentrata
sull’esagerazione e che, in questo terzo film, racconterà della
fuga di Alan dall’ospedale psichiatrico in cui è stato rinchiuso e
dei tentativi dei suoi amici di riacciuffarlo prima che sia troppo
tardi. Oltre a Tijuana, il folle viaggio dei protagonisti di Una
notte da leoni 3 toccherà anche Los Angeles e Las Vegas. Lì dove
tutto ha avuto inizio. Riprese del film al via entro la fine del
mese di giugno 2012.
Vi ricordiamo che la pellicola
uscirà il 24 Maggio 2013. Una
notte da leoni 3 di Todd Phillips vede il ritorno del trio delle
meraviglie formato da
Bradley Cooper,
Zach Galifianakis e Ed Helms che
questa volta riusciranno a passare grandi guai anche lontani da
addii al celibato e da matrimoni in grande stile. Tornano nel film
anche Justin Bartha,
Heather Graham, Jeffrey Tambor, Gillian Vigman, Sasha
Barrese e
Jamie Chung.
Niente da fare, il
pubblico USA affolla le sale e fa saltare il Box office nel momento
in cui ad uscire è un horror che porta con sè una fama
inossidabile, così il botteghino USA di questa settimana premia il
remake di Evil dead, da noi conosciuto come
La casa, forse anche grazie all’arte per la
sceneggiatura di Diablo Cody, il film incassa 26 milioni di
dollari. Seguono The croods, evidentemente
tutt’altro tipo di film, alla terza settimana di classifica, con un
incasso settimanale di 21 milioni di dollari per un totale di 26.
Resiste al terzo posto GI Joe Retaliation,
che incassa 21 milioni per un totale di 86. Riproposto nelle sale
con l’ottimizzazione per la visione in 3D, Jurassic
park incassa 18 milioni di dollari che si vanno ad
aggiungere a quelli incassati negli anni passati, portando il suo
totale a 375 milioni di dollari. Segue in quinta
posizione Olympus has fallen, film con tema
action con un unico eroe di prossima uscita anche nelle nostre
sale, che incassa 10 milioni di dollari portando il suo totale a
71. Il sesto posto è occupato dalle confessioni del consulente
coniugale creato da Tyler Perry: Tyle Perry’s
Temptation scende dopo una sola settimana passata nelle
zone alte della classifica con un incasso di 10 milioni di dollari
per un totale di 38. In settima posizione continua la sua
discesa Oz the great and powerful, che sembra
aver esaurito il suo pubblico; la pellicola ha comunque incassato
un totale di 213 milioni di dollari di cui 8 raggranellati questa
settimana. Gli eredi di Twilight non
convincono, neanche quando a crearli è la stessa
penna: The host, adattamento di un romanzo di
Stephenie Meyer è in ottava posizione dopo aver incassato 5 milioni
di dollari per un totale di 19. Il nono posto è occupato
da The call il thriller con Halle Berry che
incassa 3 milioni di dollari portando il suo totale a 45, mentre
chiude la classifica al decimo posto la commedia universitaria con
Tina Fey e Paul Rudd Admission, che incassa 2
milioni di dollari questa settimana, per un totale di 15 dopo tre
settimane in sala.
La prossima settimana
usciranno: Scary movie 5, il film di Ken
Loach Angels’ share e l’ultimo film di
Terrence Malick, To the wonder
L’attesissimo Il Grande Gatsby di
Baz Luhrmann si svela oggi in tre nuovi splendidi
poster. Continua la campagna promozionale de Il Grande
Gatsby, che aprirà il Festival
di Cannes il prossimo 15 maggio.
Dopo le recenti locandine e il
nuovo trailer con estratti della colonna sonora, l’attesa pellicola
diretta da Baz Luhrmann tratta dal capolavoro di F.S. Fitzgerald si
mostra oggi in tre nuovi elegantissimi poster: in un tripudio di
colori, possiamo ammirare in sequenza Nick Carraway (Tobey
Maguire) e Jordan Baker (Elizabeth
Debicki), Tom Buchanan (Joel Edgerton) e
Myrtle Wilson (Isla Fisher) e gli splendidi
protagonisti Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio) e
Daisy Buchanan (Carey Mulligan).
Il
Grande Gatsby uscirà il prossimo 16 maggio al
cinema. Tutte le info sul film le trovate nella nostra
scheda: Il Grande Gatsby. Il sito ufficiale
del film qui.
Il film racconta la storia di un
aspirante scrittore, Nick Carraway che lasciato il Midwest
Americano, arriva a New York nella primavera del 1922, un’epoca in
cui regna la dubbia moralità, la musica jazz e la delinquenza. In
cerca del suo personale Sogno Americano, Nick si ritrova vicino di
casa di un misterioso milionario a cui piace organizzare feste, Jay
Gatsby, ed a sua cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della
baia con il suo amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E’
allora che Nick viene catapultato nell’accattivante mondo dei
super-ricchi, le loro illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi
testimone, dentro e fuori del suo mondo, di racconti di amori
impossibili, sogni incorruttibili e tragedie ad alto tasso di
drammaticità.