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2020 Spirit Awards: tutti i vincitori dei premi al cinema indie americano

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Come da tradizione, 24 ore prima della cerimonia degli Oscar, che celebra il meglio di Hollywood e dell’industria cinematografica americana, vengono assegnati gli Spirit Awards, i premi al cinema indipendente americano.

Ma come quest’anno, con pochissime eccezioni, i titoli nominati e quelli che saranno i vincitori differiscono in maniera quasi diametrale, dal momento che il vincitore della categoria Miglior Film è stato Una Bugia Buona – The Farewell, neanche nominato agli Oscar, mentre Diamanti grezzi, ugualmente ignorato dall’Academy, ha vinto tre premi molto importanti, regia, montaggio e Adam Sandler miglior protagonista.

Ecco di seguito tutti i vincitori dei 2020 Spirit Awards

Best Feature
A HIDDEN LIFE
CLEMENCY
THE FAREWELL (Winner)
MARRIAGE STORY
UNCUT GEMS

Best Director
Robert Eggers – THE LIGHTHOUSE
Alma Har’el – HONEY BOY
Julius Onah – LUCE
Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS (Winner)
Lorene Scafaria – HUSTLERS

Best First Feature
BOOKSMART (Winner)
THE CLIMB
DIANE
THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
THE MUSTANG
SEE YOU YESTERDAY

Best Female Lead
Karen Allen – COLEWELL
Hong Chau – DRIVEWAYS
Elisabeth Moss – HER SMELL
Mary Kay Place – DIANE
Alfre Woodard – CLEMENCY
Renée Zellweger – JUDY (Winner)

Best Male Lead
Chris Galust – GIVE ME LIBERTY
Kelvin Harrison Jr. – LUCE
Robert Pattinson – THE LIGHTHOUSE
Adam Sandler – UNCUT GEMS (Winner)
Matthias Schoenaerts – THE MUSTANG

diamanti-grezzi-recensione-film

Best Supporting Female
Jennifer Lopez – HUSTLERS
Taylor Russell – WAVES
Zhao Shuzhen – THE FAREWELL (Winner)
Lauren “Lolo” Spencer – GIVE ME LIBERTY
Octavia Spencer – LUCE

Best Supporting Male
Willem Dafoe – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Noah Jupe – HONEY BOY
Shia Labeouf – HONEY BOY
Jonathan Majors – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
Wendell Pierce – BURNING CANE

Best Screenplay
Noah Baumbach – MARRIAGE STORY (Winner)
Jason Begue, Shawn Snyder – TO DUST
Ronald Bronstein, Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS
Chinonye Chukwu – CLEMENCY
Tarell Alvin Mccraney – HIGH FLYING BIRD

Best First Screenplay
Fredrica Bailey, Stefon Bristol – SEE YOU YESTERDAY (Winner)
Hannah Bos, Paul Thureen – DRIVEWAYS
Bridget Savage Cole, Danielle Krudy – BLOW THE MAN DOWN
Jocelyn Deboer, Dawn Luebbe – GREENER GRASS
James Montague, Craig W. Sanger – THE VAST OF NIGHT

Best Cinematography
Todd Banhazl – HUSTLERS
Jarin Blaschke – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Natasha Braier – HONEY BOY
Chananun Chotrungroj – THE THIRD WIFE
Pawel Pogorzelski – MIDSOMMAR

Best Editing
Julie Béziau – THE THIRD WIFE
Ronald Bronstein, Benny Safdie – UNCUT GEMS (Winner)
Tyler L. Cook – SWORD OF TRUST
Louise Ford – THE LIGHTHOUSE
Kirill Mikhanovsky – GIVE ME LIBERTY

John Cassavetes Award
BURNING CANE
COLEWELL
GIVE ME LIBERTY (Winner)
PREMATURE
WILD NIGHTS WITH EMILY

Robert Altman Award
Storia di un Matrimonio

Best Documentary
AMERICAN FACTORY (Winner)
APOLLO 11
FOR SAMA
HONEYLAND
ISLAND OF THE HUNGRY GHOSTS

Best International Film
INVISIBLE LIFE, Brazil
LES MISERABLES, France
PARASITE, South Korea (Winner)
PORTRAIT OF A LADY ON FIRE, France
RETABLO, Peru
THE SOUVENIR, United Kingdom

Piaget Producers Award
Mollye Asher
Krista Parris
Ryan Zacarias

Someone to Watch Award
Rashaad Ernesto Green – PREMATURE
Ash Mayfair – THE THIRD WIFE
Joe Talbot – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO

Truer Than Fiction Award
Khalik Allah – BLACK MOTHER
Davy Rothbart – 17 BLOCKS
Nadia Shihab – JADDOLAND (Winner)
Erick Stoll & Chase Whiteside – AMÉRICA

Annual Bonnie Award
Marielle Heller
Lulu Wang
Kelly Reichardt (Winner)

2016: tutti i blockbuster in arrivo

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2016: tutti i blockbuster in arrivo

Il 2015 si è chiuso con il ritorno di Star Wars, ma il 2016 si presenta ricco di grandi titoli e potenziali blockbuster, dove tra i brand spiccano Marvel Studios, DC Comics e Lucas Film, ma ecco tutti i titoli più attesi:

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2016 Cinema Supercut: un video omaggia i film più rappresentativi dell’anno

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Per celebrare un 2016 che, nel bene e nel male, ha visto l’industria del cinema sfornare alcune interessanti produzioni capaci di accompagnare lo spettatore in ogni attimo della propria esistenza quotidiana, Screen Junkies ha deciso di pubblicare sul proprio canale YouTube un video di sei minuti intitolato The Year in Movies: 2016 Cinema Supercut, un montaggio di alcune delle pellicole più iconiche dell’anno prossimo alla sua conclusione e appartenenti ai generi più disparati.

Come si può notare la prima parte del montaggio che compone The Year in Movies: 2016 Cinema Supercut è interamente dedicata alle pellicole d’azione più iconiche dell’annata, partendo da Deadpool e giungendo fino a Star Trek Beyond, mentre nella seconda sezione del video si passa in rassegna un’ampio ventaglio di generi che vanno dalla commedia al dramma, senza ovviamente dimenticare l’animazione.

I film del 2016 in un mozzafiato video supercut

Da notare soprattutto come The Year in Movies: 2016 Cinema Supercut ponga l’accento sul fatto che l’anno appena passato sia stato in definitiva dominato dal cinema americano, senza però considerare le pellicole esclusivamente per la loro popolarità al botteghino, ma, anzi, ponendo in evidenza anche alcuni interessanti progetti indipendenti davvero degni di nota. Non mancano tuttavia alcuni celebri esclusi, come la commedia Florence Foster Jenkins candidata a ben quattro Golden Globe.

The Year in Movies: 2016 Cinema Supercut offre la possibilità di ammirare all’opera alcuni celebri attori e attrici come Felicity Jones (Rogue One), Emma Stone (La La Land), Ben AffleckMichael Fassbender. Non resta che attendere e osservare con molta attenzione se anche il popolo dei fan sarà d’accordo o meno con questa selezione cinematografica dedicata al 2016 proposta da Screen Junkies e se le pellicole qui montante possano di fatto essere realmente rappresentative di un anno dominato da lutti artistici eccellenti e da sorprese davvero interessanti.

Fonte: Screen Junkies

2012: la spiegazione del finale del film e della profezia Maya

2012: la spiegazione del finale del film e della profezia Maya

La previsione dei Maya che il 21 dicembre 2012 avrebbe portato alla fine del mondo si è rivelata errata, ma ciò non ha impedito che il concetto venisse utilizzato come base per il film di Roland Emmerich, 2012. Uscita nel 2009, la pellicola ha visto il maestro dei film catastrofici usare questo concetto come trampolino di lancio per un blockbuster di ampio respiro che ha visto l’apocalisse emergere sotto forma di maremoti, esplosioni vulcaniche e ogni altro disastro immaginabile. All’interno della filmografia dell’autore di film come Independence Day, The Day After Tomorrow e Moonfall, 2012 ricopre dunque un posto speciale per tutta la carica distruttiva che porta sullo schermo.

Da questo punto di vista, il film mantiene indubbiamente le sue promesse. Il Washington Monument si spacca a metà. La Basilica di San Pietro si rovescia, con tanto di crepa estremamente evidente tra i polpastrelli di Dio e Adamo nella famosa scena della Creazione di Adamo di Michelangelo. Los Angeles sprofonda nei mari. La caldera di Yellowstone erutta in una grandinata di meteore infuocate. Una portaerei viene sollevata a riva da un’onda enorme e schiaccia la Casa Bianca. Ma come si svolge esattamente il tutto e cosa cerca di dirci sulle persone e sulle interazioni con l’ambiente?

La trama e il cast di 2012

Il film è incentrato sul padre divorziato Jackson Curtis (John Cusack) che cerca di aiutare i suoi figli, Noah (Liam James) e Lily (Morgan Lily), nonché la sua ex moglie Kate Curtis (Amanda Peet) e il suo fidanzato Gordon (Tom McCarthy), a mettersi in salvo nel bel mezzo dell’apocalisse. Allo stesso tempo, il geologo Adrian Hemsley (Chiwetel Ejiofor) viene a sapere che il governo si sta preparando per questa esatta situazione, costruendo una gigantesca arca in grado di ospitare il resto dell’umanità – o, almeno, le persone che ogni governo ritiene degne di essere salvate.

Oliver Platt e Chiwetel Ejiofor in 2012
Oliver Platt e Chiwetel Ejiofor in 2012

La spiegazione della profezia Maya

Nel film 2012, il teorico della cospirazione Charlie Frost (Woody Harrelson) presenta un’interpretazione della profezia Maya che afferma che questa antica premonizione indica la fine del mondo il 21 dicembre 2012 a causa dei cambiamenti polari. Anche se inizialmente Jackson Curtis lo considera un pazzo, Frost e le sue teorie cospirazioniste (tra cui una su come i governi mondiali stiano tenendo segreta l’imminente fine del mondo) si rivelano vere e aiutano Curtis a salvare la sua famiglia da un terremoto catastrofico. Frost può essere riuscito ad aiutare il protagonista del film, ma quando si tratta della sua accuratezza sulla profezia Maya relativa al 21 dicembre 2012, si rivela molto più scarso.

In realtà, la profezia Maya è un po’ più complessa di come la presenta il film di Emmerich. Per cominciare, la data del 21 dicembre 2012 aveva un significato particolare per la cultura Maya, ma non per i motivi che film come questo fanno pensare. Si trattava della fine di una sezione del calendario mesoamericano del Conto Lungo che durava da 5.126 anni. Questa durata era correlata a un altro aspetto importante della cultura Maya: secondo il testo Maya Popol Vuh, il mondo abitato dagli uomini prima della Terra era durato 5.125 anni. Questo dato è stato interpretato come la durata di vita prevista per la Terra. Il modo in cui prevedevano la fine del mondo non è mai stato specificato, né tantomeno è stato definito come precisamente attribuibile agli spostamenti polari.

Sebbene l’idea che le civiltà Maya prevedano un’apocalisse nel 2012 sia stata ampiamente divulgata da autori come Michael D. Coe e William S. Burroughs II, molti hanno sostenuto che gli antichi testi Maya intendessero in realtà un momento di grande gioia. In effetti, la poca arte arcana Maya sul 2012 che è stata scoperta raffigura celebrazioni con gli dei piuttosto che un’apocalisse di fuoco. Inoltre, molti manufatti delle antiche culture Maya mostrano opere d’arte e astrologie che si svolgono ben oltre l’anno 2012. Mentre i moderni teorici della cospirazione hanno interpretato il 21 dicembre 2012 come un giorno di sventura a lungo pensato, per le culture Maya il 21 dicembre 2012 era visto quindi come qualcosa di molto diverso.

John Cusack in 2012
John Cusack in 2012

2012 non è un film sulla distruzione del mondo ma sulle classi sociali

Nel film, un eccesso di un nuovo tipo di radiazione solare viene intrappolato nel nucleo della Terra e la riscalda a livelli pericolosamente insostenibili. A parte questa spiegazione, Emmerich non è però interessato alla meccanica specifica del disastro. Come per il suo The Day After Tomorrow, né i risultati né il processo con cui i pericoli dati da questo cambiamento climati sono presentati nel film, reggono all’esame scientifico. In 2012 non c’è speranza di invertire o mitigare il disastro in arrivo e un anno dopo la scoperta di esso, i governi del mondo stanno già costruendo una serie di enormi arcate destinate a preservare una piccola parte dell’umanità dai cataclismi che verranno. Ed è in ciò che ritroviamo il vero messaggio del film.

Piuttosto che analizzare il modo in cui il mondo potrebbe mobilitarsi per rispondere a un disastro incombente, il film mette in evidenza il cinismo con cui le persone al potere trattano la popolazione generale. Le arche vengono finanziate vendendo alcuni dei loro posti per 1 miliardo di euro l’uno, e gran parte della quota rimanente viene assegnata a persone ritenute abbastanza importanti da meritare di essere salvate. Tutti gli altri sono abbandonati a loro stessi. Questo filo conduttore è stato poi ripreso per la campagna marketing ancora prima che il film arrivasse nelle sale.

Il primo teaser del film presenta un testo che chiede: “Come farebbero i governi del mondo a preparare sei miliardi di persone per la fine del mondo?” e poi lo stesso teaser risponde alla domanda mentre una massiccia marea di acqua alluvionale si riversa sull’Himalaia: “Non lo farebbero”. Il trailer completo mostra il geologo Adrian Helmsley che chiede al capo dello staff della Casa Bianca Carl Anheuser: “Allora, quando lo farai sapere alla gente?”. L’occhiata di sfida che Anheuser gli rivolge è sufficiente, ma il trailer include la sua risposta sulla necessità di preservare la continuità della specie e l’incredulità di Helmsley sul fatto che non daranno alla gente la possibilità di lottare per la propria vita.

John Cusack e Amanda Peet in 2012
John Cusack e Amanda Peet in 2012

La spiegazione del finale del film

È esattamente quello che tenta però di fare Jackson Curtis per i suoi due figli e la sua ex moglie Kate. Curtis è uno scrittore di fantascienza in difficoltà che lavora in nero come autista, che si imbatte in prove di ciò che sta accadendo nel Parco Nazionale di Yellowstone e intraprende un viaggio disperato per garantire la sopravvivenza sua e della sua famiglia. Ma dalla loro parte c’è il poter contare su legami con persone in grado di metterli al riparo. Kate esce con un medico con brevetto di pilota che li aiuta a fuggire da una Los Angeles che sta crollando. Jackson lavora invece per un miliardario russo il cui aereo li porta in Cina per raggiungere le arche.

La famiglia, sprovvista di biglietto, viene respinta all’ingresso, ma riesce a imbarcarsi clandestinamente su un’altra arca, salvandola anche dall’inondazione per buona misura. Il film parla quindi anche del più antico dei temi: il desiderio totalizzante di un padre di garantire la sicurezza della propria famiglia. Mentre la famiglia Curtis viene salvata, fuori imperversano le inondazioni. La loro famiglia di quattro persone ce l’ha fatta, ha sconfitto il sistema e l’insensibile indifferenza di chi si stava preparando alla catastrofe. Miliardi di altre persone non sono però state così fortunate. Ventisette giorni dopo, le acque si stanno ritirando. Le arche si avvicinano al Capo di Buona Speranza, mentre Adrian e Laura iniziano una relazione e Jackson e Kate si riconciliano.

Il finale alternativo del film

Nel DVD del film, è stato insierito anche un finale alternativo girato ma poi non utilizzato. In esso, dopo che il capitano Michaels dell’Arca 4 annuncia che si stanno dirigendo verso il Capo di Buona Speranza, Adrian apprende per telefono che suo padre Harry e l’amico Tony Delgatto, sono sopravvissuti a un megatsunami che ha rovesciato la loro nave da crociera Genesis. Adrian e Laura stringono amicizia con la famiglia Curtis, Kate ringrazia Laura per essersi presa cura di Lilly e Laura dice a Jackson di aver apprezzato il suo libro Addio Atlantide. Inoltre, Jackson e Adrian hanno una conversazione che riflette sugli eventi della crisi mondiale. Nell’ultima scena, l’Arca trova il Genesis naufragato e i suoi sopravvissuti su una spiaggia.

2012

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2012

 

2001: Odissea nello spazio, un documentario racconterà l’impatto culturale del film

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L’impatto di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick sarà esplorato in un documentario di prossima uscita, realizzato in collaborazione con l’eredità del leggendario regista e lo Stanley Kubrick Film Archive. A produrre il film, intitolato Monolith, sono Mike Medavoy e Michael Lee Peterson della Phoenix Pictures, Jason Clark dei Catchlight Studios, Sean Richard, il premio Oscar Leonardo DiCaprio e Jennifer Davisson della Appian Way. Partners in Kind e TIME Studios cofinanziano invece il progetto.

La produzione del documentario, che dovrebbe uscire nel 2026, inizia questo mese, come riportato da Deadline. A dirigere il film è Stevan Riley, regista dell’acclamato documentario del 2015 dedicato a Marlon Brando, Listen to be Marlon. “2001 è il film Zeitgeist per eccellenza”, ha dichiarato Riley in un comunicato. “È stato recentemente votato come il film numero 1 di tutti i tempi dai registi, e per una buona ragione. Prevede e parla dei drammatici cambiamenti tecnologici e sociali che stiamo affrontando oggi”.

Monolith offre un’esplorazione approfondita delle idee rivoluzionarie emerse dalla collaborazione tra Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke e i loro collaboratori, molte delle quali hanno plasmato l’era moderna”, si legge sempre nel comunicato. “Il documentario presenterà lettere e racconti personali mai visti prima tra Kubrick e Clarke, e conterrà interviste approfondite a visionari contemporanei e a cambiatori di discipline diverse che si sono ispirati al film per creare il mondo in cui viviamo oggi”.

Claudia Cahill, dirigente di Partners in Kind e fondatrice della divisione Entertainment and Content Marketing di Omnicom Media Group, guiderà le trattative di partnership con i marchi e lo sviluppo dei programmi. “La Fondazione Partners in Kind, in collaborazione con Propper Daley BPI, condurrà campagne filantropiche di utilità sociale e attivazioni ispirate ai temi chiave del film”, si legge nel comunicato, “tra cui l’intelligenza artificiale e l’etica, l’evoluzione umana e la ricerca della conoscenza”.

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2001: Odissea Nello Spazio, trailer della versione 70 mm

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2001: Odissea Nello Spazio, trailer della versione 70 mm

La Warner Bros Italia ha diffuso il trailer ufficiale di 2001: Odissea Nello Spazio, la versione restaurata in 70 mm che ritornerà in sala il 4 e il 5 giugno. 

2001: Odissea Nello Spazio è un conto alla rovescia per il domani, una carta stradale del destino dell’ uomo, una ricerca dell’infinito. È un abbagliante monumento visivo che ha meritato l’Oscar, un’irresistibile interpretazione della lotta dell’uomo contro la macchina, una stupefacente miscela di musica e movimento, un caposaldo così fondamentale, che Steven Spielberg lo considera il Big Bang dal quale ha tratto origine la sua generazione di cineasti.  
 
Forse è il capolavoro di Kubrick regista, che ne ha anche steso la sceneggiatura in collaborazione con Arthur C. Clarke; probabilmente continuerà ad entusiasmare, ispirare, incantare intere generazioni. Per cominciare il suo viaggio nel futuro, Kubrick visita il nostro passato di pitecantropi ancestrali; poi, con uno degli stacchi più fantasmagorici mai concepiti, balza in avanti di millenni fino alla colonizzazione dello spazio; infine proietta l’astronauta Bowman (Keir Dullea) in zone siderali inesplorate, forse fino al regno dell’immortalità. Apri i portelli, HAL. Lasciate che l’ inquietante mistero di un viaggio diverso da tutti gli altri abbia inizio.
 

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2001: Odissea Nello Spazio

2001: ODISSEA NELLO SPAZIO sarà nelle sale italiane il 4 e il 5 giugno 2018

2001: Odissea nello spazio, Stanley Kubrick spiega la fine in un video inedito

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Arriva direttamente dal 1980 il contributo video inedito del regista asiatico Jun’ichi Yaoi che intervistò Stanley Kubrick sul set di Shining in cui tentò di spiegare il finale di 2001: Odissea nello spazio.

Jun’ichi Yaoi è un noto esperto di fenomeni paranormali e andò sul set per indagare i presunti incidenti avvenuti nell’Overlook Hotel. Nei materiali video oggi pubblicati possiamo vedere il regista essere accolto dai collaboratori di Kubrick, anche se poi l’intervista al regista avvenne solo telefonicamente, nonostante fossero entrambi nello stesso luogo. In questa telefonata surreale, tra le varie domande Jun’ichi Yaoi chiede spiegazioni sul finale di   2001: Odissea nello spazio. Per la nostra fortuna il regista fu disponibile a parlarne.  

La risposta di Stanley Kubrick fu: “Ho cercato fino ad ora di evitare di dare spiegazioni. Quando spieghi le tue idee finisce che sembrano folli, mentre se le drammatizzi allora puoi farle sentire. Comunque ci provo. L’idea è che il protagonista sia stato preso da entità simil divine, creature di pura energia e intelligenza senza corpo né forma. Loro lo mettono in un luogo che si può descrivere come uno zoo umano per studiarlo e da quel momento in poi, la sua vita scorre in quella stanza senza percepire il senso del tempo. Semplicemente accade, così come lo si vede nel film”. 

“Queste entità scelgono una stanza che replichi l’arredo francese, un arredo inaccurato perché noi supponiamo che loro possano avere un’idea di qualcosa senza esserne sicuri. Esattamente come noi non siamo sicuri di come arredare gli zoo per gli animali e tentiamo di replicare il loro ambiente naturale. Comunque, quando finiscono con lui, come accade in molti miti e molte culture del mondo, si trasforma in una sorta di super essere che viene rispedito sulla Terra, come se fosse una specie di Superman. A questo punto possiamo soltanto immaginare cosa succeda quando torna. È un disegno di una grande mitologia ed è questo ciò che cerchiamo di evocare”.

2001: Odissea nello spazio finale

Ecco di seguito i video

Via Comingsoon.it

2001: Odissea nello spazio, la spiegazione del finale del film

2001: Odissea nello spazio, la spiegazione del finale del film

2001: Odissea nello spazio, diretto da Stanley Kubrick, è un film di fantascienza, un thriller, un dramma interpersonale, un racconto di origini e una storia dell’orrore. Le dicotomie in gioco nel film sono varie: tra l’uomo e la macchina, l’uomo e lo spazio, l’uomo e l’uomo, l’io e l’io. Per oltre mezzo secolo, il film di Kubrick è stato discusso, esplorato e frequentemente oggetto di conversazione per i cinefili. Ma come finisce 2001: Odissea nello spazio? E cosa significa ciò che ci mostra nelle sue scene finali?

Di cosa parla 2001: Odissea nello spazio? Ecco la trama del film

2001: Odissea nello spazio si apre con un gruppo di ominidi di quattro milioni di anni fa che scoprono un’arma sotto forma di osso e, attraverso questo nuovo strumento, sembrano scoprire la competizione e la violenza. In queste prime sequenze, appare un monolite, una struttura minacciosa e di grandi dimensioni, che confonde gli ominidi e sembra quasi segnalare il prossimo passo dell’evoluzione.

Dopo questo incipit con gli ominidi, il film fa un salto in avanti nel tempo, con un gruppo di astronauti che vengono inviati a indagare su un monolite ritrovato nello spazio. Il sistema informatico HAL, che guida l’astronave, si rivolta però contro gli astronauti. HAL riesce a uccidere la maggior parte della squadra, ma l’astronauta Dr. David Bowman (Keir Dullea) sopravvive e disconnette HAL per prendere il controllo della nave dall’IA.

Cosa rappresenta il monolite di "2001: Odissea nello spazio"?
Il monolite di 2001: Odissea nello spazio. © 1968 Warner Bros.

Cosa rappresenta il monolite di 2001: Odissea nello spazio?

La ricomparsa del monolite in 2001: Odissea nello spazio rappresenta un’altra fase dell’evoluzione, in quanto l’intelligenza artificiale si interroga su cosa sia meglio per l’umanità e si rende conto che la tattica migliore per il successo è semplicemente quella di eliminare la componente umana della missione. Quando il dottor Bowman assume il controllo solitario dell’astronave dopo aver staccato la spina ad HAL, scopre un altro monolite nello spazio. Prima di poter indagare, viene trascinato in un tunnel galattico, che conduce a una vertiginosa e lunga scena di luce rifratta e a effetti speciali che sembrano in anticipo sui tempi.

Cosa succede alla fine di 2001: Odissea nello spazio?

Alla fine di questo viaggio, il dottor Bowman appare in una camera da letto decorata, mentre invecchia rapidamente a ogni inquadratura, trasformando Bowman da giovane a vecchio sul letto di morte. Alla fine, quando sembra prossimo alla morte, un altro monolite appare in fondo al letto. Quando cerca di toccarlo, il suo corpo si trasforma in un feto e, tornando nello spazio, vediamo il feto gigante galleggiare accanto alla Terra. Cosa dobbiamo pensare di questo finale ambiguo?

Cosa significa il finale di _2001- Odissea nello spazio__

Cosa significa il finale di “2001: Odissea nello spazio”?

In un’intervista del 1980 con Jun’ichi Yaoi, Kubrick offrì la sua interpretazione del finale del film: “Cerco di evitare di farlo da quando è uscito il film. Quando si dicono solo le idee sembrano sciocche, mentre se vengono drammatizzate si sentono, ma ci proverò. L’idea era che lui venisse accolto da entità simili a Dio, creature di pura energia e intelligenza senza forma. Lo mettono in quello che si potrebbe descrivere come uno zoo umano per studiarlo, e tutta la sua vita trascorre da quel momento in poi in quella stanza. E non ha il senso del tempo. Sembra che tutto accada come nel film.

Hanno scelto questa stanza, che è una replica molto imprecisa dell’architettura francese (volutamente imprecisa), perché uno suggeriva che avevano un’idea di qualcosa che lui avrebbe potuto ritenere bella, ma non ne era del tutto sicuro. Proprio come non siamo sicuri di cosa fare negli zoo con gli animali per cercare di dare loro quello che pensiamo sia il loro ambiente naturale. Ad ogni modo, quando hanno finito con lui, come accade in molti miti di tutte le culture del mondo, viene trasformato in una specie di superessere e rispedito sulla Terra, trasformato e reso una specie di superuomo. Dobbiamo solo immaginare cosa succede quando torna indietro. È lo schema di moltissima mitologia, ed è quello che stavamo cercando di suggerire”.

Partiamo dall’inizio dell’intervista di Stanley Kubrick. Non appena vediamo il dottor Bowman nella camera da letto, apprendiamo che lo guardiamo dal punto di vista delle creature che lo hanno collocato lì. Stiamo osservando il dottor Bowman nel suo zoo personale, proprio come quelle forze informi e senza forma. Lo spostamento del tempo non confonde solo il pubblico, ma anche il dottor Bowman. Si sta muovendo a velocità sovrannaturali verso la fine della sua vita? Immagina di muoversi più velocemente o più lentamente di quanto non sia in realtà? Non ha una solida percezione del tempo, quindi è logico che non ce l’abbiamo nemmeno noi.

2001: Odissea Nello Spazio

L’idea che i mobili in stile francese siano essi stessi una replica imprecisa, oltre che una rappresentazione potenzialmente imprecisa di ciò che il dottor Bowman vorrebbe dalla prospettiva delle amorfe creature, è interessante. Crea un senso di vertigine moltiplicata, che disorienta il dottor Bowman, allontanandolo da ciò che lo circonda. Per quanto riguarda il punto di vista di Kubrick sullo zoo, se gli spazi degli animali sono creati con intenzione, essi sono comunque imprigionati; così anche il dottor Bowman è imprigionato, anche tra le “comodità” materiali della sua camera da letto.

In definitiva, la sequenza degli ominidi, i monoliti coerenti, l’ascesa e la morte di HAL e la conturbante morte e rigenerazione del dottor Bowman indicano che l’evoluzione, in quanto processo, è molto più intelligente e persistente di ogni singolo spirito, struttura o circostanza che funziona al suo interno. Detto questo, ognuna di queste sezioni del film potrebbe esistere indipendentemente, quindi c’è una profonda possibilità di valutazione. La creatività di Kubrick – e l’insistenza nel porre domande, non nel fornire risposte – rendono il film un’arte cinematografica irriducibile che continua a sfidare, perplimere e affascinare il pubblico a distanza di oltre cinquant’anni.

2001: Odissea nello spazio è disponibile in streaming sulle seguenti piattaforme:

 

2001: Odissea nello Spazio, il significato del monolite nel film

2001: Odissea nello Spazio, il significato del monolite nel film

Più volte succede che l’approccio filosofico all’esistenza quotidiana ci riveli l’arbitrarietà dei pregiudizi mentali, tramite cui crediamo di vivere autenticamente. Spesso, i grandi artisti vogliono indirizzare lo spettatore verso una consapevolezza così impegnativa. Se consideriamo, ad esempio, il film di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio, si giustificherà che l’intero montaggio delle scene sia volto a suscitare la nostra interrogazione sopra tutto ciò che appare ovvio. A testimoniarlo concorrono soprattutto le situazioni limite, quelle per cui noi restiamo vittime di qualche evento, angoscioso o doloroso.

Pure il fenomeno artistico può diventare un utile viatico verso la migliore e più esaustiva conoscenza di sé. Nel film 2001: Odissea nello spazio, ogni desiderio umano d’apprendere la Verità si concentrerà simbolicamente nella figura del misterioso monolite. Esso all’inizio è contemplato dalla scimmia, e successivamente dagli astronauti. Il monolite sembra un oggetto assolutamente estetico, in quanto ci chiederebbe di stravolgere i vincoli con le categorie del nostro vissuto, date dai pregiudizi quotidiani. Questi saranno finalmente ripensati, di fronte alla meraviglia dell’inesprimibile. Ci abbandoniamo allo stupore dell’ignoto, il quale si pone, tramite l’opera d’arte, come simbolo d’una dimensione divina, sempre più pura. Se ammettiamo questo, dobbiamo anche concludere che l’uomo, finché sarà vivente e quindi caduco, difficilmente raggiungerà una sapienza perfetta del Mistero che lo circonda. Naturalmente, il fenomeno artistico si percepirà allo stesso modo. Un lettore che razionalmente pretendesse di violare tale condizione, si troverebbe a dover comunque dire qualcosa, ma, nello stesso tempo, le sue risposte resterebbero ancora riduttive, e magari facilmente opinabili.

2001:Odissea nello SpazioIn fondo, nel film di Kubrick il monolite uccide tutti coloro che tentano di svelarne i segreti. Giustamente, potremmo interpretare quegli assalti come azioni babeliche. Il filosofo tedesco Martin Heidegger intravide nel fenomeno estetico l’abilità da parte della Dimensione Assoluta di celarsi e insieme svelarsi nella sapienza completa del Mistero. Kubrick trasportò la medesima dialettica in campo cinematografico. Una vera e propria odissea della conoscenza attende l’astronauta che s’appresti a ricercare la Verità. Una tesi che rientrerebbe nella filosofia di Platone. Lui ci ricorda che nel fenomeno artistico l’ideale astratto della sapienza è trasmissibile solo attraverso la materia, lavorata dal pittore o dallo scultore. Quest’ultima, però, già riduceva le speranze che il contemplatore colga il suo significato più autentico, ben al di là del mero prodotto fabbricato. Infatti, la materia veniva riconosciuta in quanto tale attraverso lo sguardo di chi volesse studiarne l’artisticità. Ma, facendo questo, il lettore/contemplatore avrebbe forzatamente applicato i propri pregiudizi intellettuali di riferimento.

In 2001: Odissea nello spazio, la scimmia che impara ad usare gli arnesi per vivere, sfrutta un processo conoscitivo del tutto intuitivo ed ipotetico. Essa si aiuta con la contemplazione del raggio solare, che emerge dietro al monolite, perciò a causa del Divino. Nel contempo, però, lì la scimmia non deduce in via perfetta alcuna sapienza. Qui torna la dialettica propugnata da Heidegger, dentro il vero fenomeno estetico. Comunemente, si obietta che la cultura contemporanea curi poco l’espressione artistica, preferendo che si sviluppino abilissime maestranze nel campo della tecnologia. Si crede poi che il linguaggio estetico, libero dalle convenzioni arbitrarie (per cui abbastanza metaforico da rivelare l’Assoluto), abbia ormai ceduto il passo a quello standardizzato o banale, della multimedialità. Heidegger temeva questo, benché gli antichi greci non opponessero nettamente la tecnica all’artisticità. In effetti, loro riconoscevano che qualunque fenomeno estetico fosse pur sempre costruito, dunque materiale, distanziandosi immediatamente dal divino. Faremmo meglio a rivalutare il prodotto tecnico, come un ulteriore viatico per raggiungere la Verità.

Il misterioso monolite scoperto dagli astronauti sulla nuova luna è perfettamente geometrico. Quello ci sembrerebbe proprio un prodotto standardizzato. In primo luogo, poi, il monolite possederà una chiara materialità. Tuttavia, questa risulta piuttosto particolare, perché eterea e capace di dare le allucinazioni a chi voglia conoscerla, come gli astronauti. E’ anche così che uno di loro, Bowman, compirà il suo reale cammino d’introspezione autocritica. Qualcosa che a buon diritto percepiremo con più motivazioni etiche. A fondamento del monolite, non può esistere la mera materialità geometrizzante del prodotto (come nella serialità industriale). Il film di Kubrick ci insegna l’infinitezza del nostro cammino conoscitivo, verso la Sapienza Assoluta. Esso necessariamente diventerà sempre più pratico, lungi dal mero intellettualismo.

2001:Odissea nello SpazioIl film si conclude con l’immagine molto vissuta delle tre età, che si succedono l’una sull’altra. L’adulto (l’astronauta Bowman) che ha potuto entrare nelle quattro pareti del monolite divino  diventa nello stesso tempo bambino e vecchio. L’intellettualismo della contemplazione si risolve nel punto massimo della pratica vitale (se questa riguarda l’intera esistenza, dalla nascita alla morte). L’impulso etico delle persone si libera forse più dall’anima che dalla mente razionale, spesso astratta. Un’idea che noi troveremmo all’inizio del film, quando la scimmia scopre il sapere molto pragmatico dell’arnese. Quella procede da una serie di pensieri ipotetici. Spesso, il cuore sa porsi in maniera autocritica molto prima della ragione. Nel film 2001: Odissea nello spazio, il celebre computer Hal 9000 acquista svariate capacità emotive, senza che i suoi programmatori le avessero previste. Lui saprà ridiscutere ogni pregiudizio personale. E’ il momento in cui la razionalità programmatica, all’origine stoltamente sopravvalutata come infallibile, sceglie di vivere secondo una sua morale (sfortunatamente per gli astronauti, contro di loro).

Hal 9000 subisce la disconnessione da parte del solo astronauta sopravvissuto ai suoi inspiegabili omicidi. La memoria informatica si vede configurata tramite una fila di sottili barre rosse. Forse per Kubrick il monolite è una fessura perché il suo assalitore deve letteralmente ritagliarsi uno spazio visivo. Ciò varrebbe sotto le coperture del mondo solo materiale.

2001: Odissea nello Spazio, ecco la canzone inedita scritta per il film

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Stanley Kubrick aveva chiesto ad Alex North, compositore specializzato nella composizione di colonne sonore per il cinema, di realizzare una musica adatta a sostituire la musica classica che aveva scelto di appoggiare momentaneamente sulle immagini di 2001: Odissea nello Spazio, il suo capolavoro fantascientifico del 1968.

Sappiamo però che il lavoro di North non venne usato da Kubrick, che scartò non solo la sua colonna sonora, ma anche una canzone originale composta appositamente per il film, un brano che è oggi disponibile su Youtube.

Il titolo della canzone è 2001: A Garden of Personal Mirrors ed è stata scritta da Mike Kaplan, storico ufficio stampa di Kubrick e interpretata da Naomi Gardner. Ecco di seguito il brano.

Fonte: Comingsoon.it

2001: Odissea nello spazio, dal 13 novembre in 4k

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2001: Odissea nello spazio, dal 13 novembre in 4k

Per continuare la celebrazione del 50esimo anniversario di 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO, Warner Bros. Entertainment Italia distribuirà dal 13 novembre la versione 4K Ultra HD dell’innovativo capolavoro sci-fi di Stanley Kubrick vincitore del premio Oscar® per i migliori effetti speciali.

Il cofanetto conterrà anche il Blu-rayTM dell’edizione rimasterizzata del film, disponibile solo in questa edizione e un terzo disco Blu-rayTM con i contenuti speciali. Considerato una delle più grandi pellicole non solo del genere fantascientifico ma della cinematografia in generale, il film è stato recentemente riportato con grande successo nei cinema italiani per festeggiare il 50esimo anniversario, registrando oltre 200 mila euro di incasso al box office.

2001: Odissea nello spazio, Stanley Kubrick spiega la fine in un video inedito

Per la prima volta dall’uscita al cinema nel 1968, le immagini del negativo originale sono state ora impresse su una pellicola 70mm. A collaborare con il team di Warner Bros. Pictures durante tutto il processo è stato il regista e fan di Kubrick Christopher Nolan: “2001, per quanto mi riguarda, è il film più cinematografico che sia mai stato realizzato ed è stato un onore e un privilegio poterlo condividere con una nuova generazione. Il 4K UHD permette di ottenere, direttamente a casa, l’esperienza più vicina alla visione della pellicola originale. Il capolavoro di Kubrick venne originariamente presentato in pellicola di grande formato e la gamma cromatica più profonda e la risoluzione superiore si avvicinano il più possibile alla qualità dell’originale analogico”. Allo stesso modo, la versione in 4K è stata rimasterizzata dal negativo originale in 65mm, mentre l’audio include una traccia 5.1 DTS-HD Master Audio oltre alle 6 tracce presenti nell’originale del 1968.

Con 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO, Kubrick ha ridefinito i limiti della cinematografia e si è confermato uno dei registi più rivoluzionari e influenti di tutti i tempi. Alla sua prima uscita nel 1968 il film conquistò gli animi di critica e pubblico e gli effetti del suo impatto sono visibili anche al giorno d’oggi. La sceneggiatura del film fu curata da Kubrick e Arthur C. Clarke ispirandosi al racconto breve di quest’ultimo La sentinella.

SINOSSI
Il folgorante successo di Stanley Kubrick, vincitore di un premio Oscar®, è un dramma suggestivo dell’uomo contro la macchina, un’incredibile fusione di musica e movimento. Kubrick (che ha scritto la sceneggiatura insieme ad Arthur C. Clarke) inizia dai nostri antenati preistorici, poi attraversa i millenni (con uno dei jump cut più strabilianti della storia del cinema) fino allo spazio colonizzato per poi scaraventare l’astronauta Bowman, nelle profondità ignote dello spazio, forse addirittura verso l’immortalità. “Apri la saracinesca esterna Hal”. E che abbia inizio un incredibile viaggio senza precedenti.

2001: Odissea Nello Spazio ecco il fantastico trailer per la re-release

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“There is only one Stanley Kubrick, 2001 is pure cinema” 

Questa affermazione di Christopher Nolan chiude il nuovo trailer di 2001: Odissea Nello Spazio, un film di cui si è già detto tutto o forse non si è detto niente; un lavoro filosoficamente ambiziosissimo, tecnicamente innovativo e visivamente immenso, in cui è costante la sensazione di sense of wonder.
La creazione di Stanley Kubrick ha segnato un’epoca come pochi, ha marcato un punto di non ritorno ed ha alzato l’asticella del genere più di ogni altra pellicola (non me ne vogliano i fan di Metropolis,Blade Runner, Solaris, Matrix o Star Wars), oltre ad aver formato ed influenzato una generazione di filmmakers (il sopracitato Nolan su tutti).

Per la nuova edizione del Sci-Fi: Days of Fear and Wonder ci sarà un’opportunità unica, quella di rivedere sul grande schermo la pellicola di Kubrick ri-masterizzata e curata dal British Film Institute, occasione che purtroppo sarà concessa solo agli spettatori britannici poichè le release del BFI solitamente rimangono all’interno dei confini nazionali.

Di seguito potete vede il nuovo trailer di 2001: Odissea Nello Spazio, mentre qui potete leggere la nostra recensione e cliccando qui invece un approfondimento sul simbolico monolite.

 

 

2001: Odissea nello Spazio di nuovo al cinema il 19 e 20 giugno

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2001: Odissea nello Spazio di nuovo al cinema il 19 e 20 giugno

Dopo lo straordinario successo ottenuto al box office italiano, il film di Stanley Kubrick tornerà nelle sale italiane martedì 19 e mercoledì 20 giugno. Per continuare a celebrare il 50° anniversario di uno dei più grandi capolavori cinematografici del XX secolo, Warner Bros. Pictures riporterà 2001: Odissea nello Spazio in cinema selezionati come evento speciale, in versione rimasterizzata 4K.

Grande ammiratore dello scomparso cineasta americano, Christopher Nolan ha lavorato in collaborazione con il team di Warner Bros. Pictures al processo di masterizzazione.

Christiane Kubrick ha detto: “Sono felice che 2001: Odissea nello spazio esca di nuovo al cinema. Se Stanley fosse ancora tra noi, ammirerebbe il cinema di Christopher Nolan, che ringrazio a nome di tutta la famiglia per il supporto dato al film”.

Nolan afferma: “Uno dei miei primi ricordi da spettatore è l’aver visto 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick in 70mm, al Leicester Square Theatre di Londra, con mio padre. L’opportunità di essere coinvolto nel ricreare questa esperienza per una nuova generazione, introducendo la nuova copia del capolavoro di Kubrick in tutta la sua gloria analogica, è un onore e un privilegio”.

2001: Odissea nello spazio conquista il box office italiano

2001: Odissea nello spazio conquista il box office italiano

Considerato uno dei più grandi capolavori cinematografici del XX secolo, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick uscito il 3 aprile del 1968, conquista la vetta del Box Office italiano nelle giornate del 4 e 5 giugno.

Per celebrare il 50° anniversario del film che ha ridefinito i limiti della cinematografia, 2001: Odissea nello spazio è tornato al cinema come evento speciale in versione rimasterizzata 4K ed ha incassato 180.000 € totali, conquistando il pubblico tornato in sala per acclamare uno dei cineasti più autorevoli e rivoluzionari di tutti i tempi.

Thomas J. Ciampa, SVP Distribution & New Theatrical Ventures, commenta: “Siamo orgogliosi di aver riportato in sala il capolavoro senza tempo di Kubrick. Abbiamo dato l’opportunità ad una nuova generazione di spettatori di vedere sul grande schermo uno dei capisaldi della cinematografia mondiale così come nelle intenzioni artistiche del maestro americano. Il risultato al box office conferma l’entusiasmo del pubblico di ogni età verso il grande cinema con le sue storie, le sue immagini e i suoi protagonisti immortali”.

2001 Odissea nello spazio: l’affascinante poster tributo al film di Stanley Kubrick

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2001 Odissea nello spazio è riconosciuto come una pietra miliare del cinema di fantascienza nonché uno dei tanti capolavori realizzati da Stanley Kubrick. Ebbene oggi per celebrare questo grande film vi segnaliamo l’incredibile poster tributo al film realizzato dall’artista Nikita Kaun.

2001 Odissea nello spazio

Il poster di 2001 Odissea nello spazio è stato realizzato in una serie limitata di 75 stampe 24×36.

2001 Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film di fantascienza di Stanley Kubrick del 1968, basato su un soggetto di Arthur Clarke, il quale ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo. Benché molti ritengano la pellicola ispirata al racconto di Clarke La sentinella, lo stesso autore ha affermato che “La sentinella assomiglia a 2001 come una ghianda assomiglia a una quercia adulta”.

Il film di Kubrick è considerato unanimemente un capolavoro della storia del cinema e costituisce una svolta epocale per il cinema di fantascienza. Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.

2001 Odissea nello spazio, il film cult di Stanley Kubrick

2001 Odissea nello spazio, il film cult di Stanley Kubrick

2001 Odissea nello spazio è il film capolavoro del 1968 di Stanley Kubrick, basato su un soggetto di Arthur C. Clarke. Nel cast del film protagonisti Keir Dullea, Douglas Rain (voce di HAL 9000), Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan.

Trama del film 2001 Odissea nello spazio

2001 Odissea nello spazioAfrica. Quattro milioni di anni fa. Un gruppo di scimmie entra inspiegabilmente in contatto con un misterioso monolite nero. L’eccezionalità del rinvenimento segna per sempre il loro cammino evolutivo. Gli ominidi infatti, si scoprono mossi da nuove motivazioni, legate ora alla conquista della facoltà raziocinante. Primo esempio di tale avvento, l’intuizione di poter fare di un osso abbandonato un’arma di difesa/offesa.

Luna, 2001. Quattro milioni di anni dopo, viene ritrovato sulla superficie del satellite, un identico monolite, in grado di generare un potente campo magnetico. Allo scopo di chiarire cosa si nasconda dietro tale scoperta, un’astronave guidata da Hal 9000, intelligenza artificiale in grado di interagire con l’uomo, parte in missione alla volta di Giove, pianeta verso il quale il monolite sembra aver lanciato un segnale.

Il suo equipaggio, costituito da Frank Poole, David Bowman e tre scienziati ibernati, dovrà però far presto i conti con l’inaspettata insubordinazione di Hal. Il computer, dopo aver eliminato Poole ed i tre astronauti ibernati, verrà disattivato da Bowman. Quest’ultimo, risucchiato in seguito in un’altra dimensione spazio-temporale, si ritroverà, invecchiato, in una stanza di inizio settecento. Qui, vedrà per l’ultima volta il monolite nero, prima di rinascere sotto forma di feto cosmico (Starchild).

2001 Odissea nello spazioIl significato di 2001 odissea nello spazio significato

In merito al significato di 2001 Odissea nello spazio, tale film intende suscitare nello spettatore un forte impatto emotivo; lo stesso Kubrick affermò: «Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio»

Kubrick rispose così a quanti tentarono, dopo aver assistito alla proiezione di 2001: Odissea nello Spazio, di articolarne una lettura composita e sistematica. Frutto della rielaborazione dei racconti ‘La Sentinella’ (1948), ‘Encounter in the Dawn’ (1950) e ‘Guardian Angel’ (1950), dell’autore britannico Arthur C. Clarke, 2001 Odissea nello Spazio è sicuramente un’opera ambiziosa. Considerato oggi uno dei capolavori della cinematografia, in occasione della ‘prima’ fu boicottato da critici e produttori, i quali abbandonarono anticipatamente la sala in segno di disappunto.

L’episodio, pur amareggiando fortemente il regista, non segnò comunque il fallimento della pellicola. Confermò invece l’imperscrutabile potenza della stessa, a tal punto singolare anche per gli addetti ai lavori, da condizionarne negativamente la visione. Impossibilitati a riconoscervi l’intensa ispirazione e l’ingegnosa intuizione del visionario regista, si limitarono a stigmatizzare le difformità di un film che, pur presentandosi come ‘fantascientifico’, andava ben oltre le convenzioni del genere.

Lontano dall’intento di comporre un quadro narrativo coerente dal punto di vista logico-temporale, Kubrick colloca l’Immagine a fondamento del suo film. Questa, sapientemente vivificata, si fa disegno, intreccio, trama ed infine ponderato e corroborato raccordo tra l’Uomo, il Tempo e lo Spazio. L’Uomo, guidato nel compimento di un viaggio in cui principio e fine convergono, si qualifica come tale in rapporto alla ‘macchina’. Hal 9000, epurato dai classici stilemi, rappresenta un’intelligenza artificiale ‘eletta’, in grado di rapportarsi con l’Uomo ed a lui equiparata nell’accentuata predisposizione alla contraddizione così come nella tendenza, quasi naturale, a ricercare, nel momento del trapasso-disattivazione, il riparo dell’infanzia.

2001 Odissea nello spazioIl ritorno alle origini, all’incontaminato ed all’indeterminato, è per Kubrick testimonianza di un risveglio ed allo stesso tempo, impagabile esperienza di conoscenza. Nella trascendenza di un contatto che ricorda quello con la ‘Legge’ ne ‘Il Processo’ di Kafka, l’Uomo si avvicina all’Assoluto e quindi ad una ‘verità prima’. Kubrick, suggerendo l’idea di dimensioni spazio-temporali valicabili, propone molteplici livelli di consapevolezza e variabili di condotta innumerevoli, valicando temerariamente i confini della logica.

Intensamente suggestivo e passato alla storia anche per la poderosa colonna sonora, tra cui ricordiamo il brano di Richard Strauss tratto da ‘Così parlò Zarathustra’, 2001: Odissea nello Spazio, è in grado di stimolare, come nessun altro film, l’umano desiderio dell’’incommensurabile’.

Le curiosità sul film di Stanley Kubrick, 2001 Odissea nello spazio

Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.

Le inquadrature all’inizio del film non sono altro che diapositive ad alta risoluzione proiettate con il sistema rivoluzionario (per l’epoca) del “front projection”, inventato dallo scrittore di fantascienza Murray Leinster. Questa tecnica innovativa, dopo essere stata brevettata il 20 dicembre 1955 da Leinster, venne impiegata per la prima volta proprio in 2001: Odissea nello spazio.

2001 Odissea nello spazio

Alla fine della prima scena del film in cui Guarda-la-Luna lancia un osso in aria, è presente una svista: l’ominide tiene in mano un femore, ma a roteare in aria è invece una tibia. In realtà l’errore non fu di Kubrick ma di un operatore al quale il regista, al termine di una giornata di riprese, aveva chiesto di riprendere un osso lanciato in aria nel cortile dei teatri di posa. Non prevista dal copione, quest’inquadratura farà parte di quel brillante match cut, divenuto uno delle scene più note del film, che collega due epoche estremamente distanti.

Gli ominidi nella parte iniziale del film sono dei mimi e dei ballerini, accompagnati da vere scimmie nel ruolo dei cuccioli. La specie in questione doveva essere glabra e priva di indumenti, impensabile per la moralità dell’epoca, così si è optato per una anteriore totalmente irsuta. Gli animali cacciati sono dei tapiri, specie sudamericana assente nel Pleistocene, scelti in alternativa ai selvaggi e aggressivi facoceri riportati nel romanzo.

Kubrick decise di utilizzare una proiezione frontale per produrre fondali nelle scene dei paesaggi africani degli ominidi, in quanto le tecniche tradizionali non producevano l’aspetto realistico che Kubrick desiderava. La tecnica consisteva nell’utilizzare un proiettore per impostare precisamente lo scenario ad angolo retto alla telecamera, e in uno specchio semi-riflettente posto ad un angolo di fronte alla telecamera che rifletteva l’immagine proiettata in avanti, direttamente con l’obiettivo della telecamera, su un fondale appositamente progettato.

Così lo schermo era in grado di riflettere in modo più efficiente la luce della immagine proiettata rispetto al soggetto realizzato in primo piano. La tecnica è stata utilizzata ampiamente nel settore cinematografico, nonostante nel 1990 venga in gran parte sostituita dal green screen. Per gli scatti all’interno della navicella, Kubrick usava un 30-short-ton (27 t) rotante costruito dalla Vickers-Armstrong Engineering Group ad un costo di 750 mila dollari. Il diametro del set era di 12 metri circa ed era largo 3 metri.

20.000 specie di api: recensione del film di Estibaliz Urresola Solaguren

La regista basca Estibaliz Urresola Solaguren irrompe nel mondo del cinema con 20.000 specie di api, un film sull’identità personale e collettiva che riesce a ritrarre una comunità specifica e la sua reazione all’inevitabile diversità. Il film arriva nelle sale italiane dal 14 dicembre, dopo aver trionfato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove si è aggiudicato l’Orso d’argento per la miglior interpretazione da protagonista a Sofia Otero, e aver ottenuto svariati premi al Festival del Cinema di Malaga. Senza orpelli cinematografici, con un’austerità spartana, ma mai egocentrica nel mostrare il passaggio delle nuvole o il tramonto del sole, la cineasta di Alava filma con straordinaria sottigliezza e senza fronzoli la storia di 20.000 specie di api.

20.000 specie di api, la trama: scorgere la luce

In poco più di due ore, 20.000 specie di api percorre passo dopo passo, gesto dopo gesto, le biografie intime di un gruppo di tre generazioni di donne. Si comincia con un incrocio di sguardi, quello di Ane (Patricia López Arnaiz) e quello di Aitor/Cocó/Lucía (Sofía Otero). Faccia a faccia, entrambe incrociano i loro sguardi, in quel primissimo momento, per verbalizzare una crisi personale e familiare. Ben presto scopriremo che la zia solitaria che si occupa delle api è l’unica con cui Aitor/Lucía si sente protetto; la madre, persa nelle sue frustrazioni, è l’unica con cui Aitor/Lucía si sente compreso. Sono loro tre a dare al film una densità che va oltre il problema che pone e lo trasforma in uno studio sulla famiglia e sulle sue dipendenze. Gli altri, i fratelli, il padre, cercano di non vedere ciò che sta accadendo ad Aitor, o direttamente lo negano e lo combattono, così come la nonna, forse il personaggio più schematico di tutti.

Un viaggio a casa della madre, lontano dalla figura paterna, servirà come viaggio iniziatico in cui Aitor vivrà la sua metamorfosi, la sua rinascita in Lucía. Ma non sarà sola, né sarà l’unica persona a vivere questo momento epifanico. Nemmeno Ane, sua madre, si divertirà. Il suo ritorno al luogo di nascita per preparare un concorso per diventare insegnante d’arte la porta a ripercorrere i resti artistici del padre, scultore scomparso, e i rimpianti di una madre decisa a guardare senza vedere realmente. È proprio il conflitto metaforico tra questi due verbi, sinonimi ma anche così distanti, che scuote questo film di api e miele, allegoria della vita e della morte. Non è un caso che Aitor voglia adottare il nome di Lucia, né che Estibaliz Urresola scelga quello della martire di Siracusa, protettrice degli occhi, come nome per la sua piccola protagonista e per la sua riflessione su un tema di cui oggi si dovrebbe parlare senza paura, pregiudizi o frivolezze.

Sommergersi per vedere

In 20.000 specie di api accade che molti dei suoi personaggi abbiano perso la luce, non vedano perché, soprattutto gli adulti, non hanno potuto o saputo affrontare la realtà o i loro sogni. Estibaliz Urresola mescola simbolicamente l’idea del battesimo con quella della luce; l’immagine dello sprofondare, del sommergersi, contrapposta alla gioia di (ri)emergere e al fatto di (ri)nascere.

Su una barca, scandagliando il fiume, alla ricerca dell’immagine rubata di San Giovanni Battista che il suo nonno ha scolpito per l’altare principale della chiesa del suo villaggio, Aitor, un bambino di otto anni che nel profondo si sente una bambina, riceve una lezione su ciò che è verificabile e ciò che è intuibile. Gli viene detto che ciò che gli occhi vedono appartiene all’ovvio; di conseguenza, ciò che invece i sentimenti richiedono, abita un altro livello di percezione. Ecco perché ciò che è proprio delle emozioni, come viene detto al disorientato Aitor, può trovare risposta solo dentro di sé. L’idea che “la fede è questo” è incisa nel cuore della protagonista di 20.000 specie di api, interpretata da una magnifica Sofía Otero. Aitor capisce che la fede è ciò che si stabilisce nel regno dell’indimostrabile, dell’intimo. Nel suo caso, questo enigma appartiene alla lacerazione della sua identità. Nel corpo di un ragazzo, si sente una ragazza: si fa chiamare Cocó e vive in un isolamento indefinito insieme ai genitori e ai fratelli.

Tre generazioni, tre attrici da ricordare

20.000 specie di api arriva dopo un anno eccezionale per il cinema spagnolo e in particolare per un nuovo gruppo di registe come Carla Simón (Alcarràs), Pilar Palomero (Las niñas, La materndad), Elena López Riera (El agua) e Alauda Ruiz de Azúa (Cinco lobitos). È un film che si prende il suo tempo, che dura 125 minuti, in cui il dialogo è importante quanto il sottotesto e i gesti. Per questo la direzione del corpo attoriale è così meticolosa e soddisfacente: Patricia López Arnaiz, Ane Gabarain e la piccola Sofía Otero formano un magnifico tridente attoriale che merita semplicemente applausi.

Ciò che è indiscutibile del film di Urresola Solaguren è la sensibilità con cui vengono mostrati i rapporti tra ragazzi e ragazze, e tra questi e gli adulti, con le barriere sociali imposte che rendono così difficile la vita di chi non aderisce alla consueta dicotomia di genere. 20.000 specie di api riflette su come qualcosa di così intimo come sapere chi siamo, da quanto tempo lo sappiamo, e cosa questo comporta, sia strettamente legato a se stessi e a ciò che gli altri si aspettano da noi. In questo senso, l’immagine delle api risulta assolutamente vincente: gli alveari e il loro funzionamento come gruppo sociale sono una buona metafora per dirci che ci sono, se non 20.000, molti modi di essere una persona, di essere una donna.

20.000 Leghe sotto i mari: set australiano per David Fincher?

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Potrebbe essere girata in Australia la nuova versione di 20.000 Leghe sotto i mari, progetto portato avanti dalla Disney e che verrà girato da David Fincher.

Alla base scelta vi sarebbero motivazioni squisitamente economiche e per la precisione i generosi incentivi fiscali che l’Australia avrebbe offerto alla produzione per girare nelle proprie location.

Se la Disney opterà per effettuare le riprese in Australia, la scelta dovrebbe cadere sui Village Roadshow Studios del Queensland e sui Fox Studios di Sydney; il film sarebbe la più costosa produzione mai effettuata in Australia.

Il film, scritto da Scott J. Burns, sarà una fedele riproposizione delle vicende del Capitano Nemo e del suo sottomarino, il Nautilus, narrate da Verne; al contrario di precedenti indiscrezioni, appare al momento sfumata la partecipazione di Brad Pitt al progetto.

Fonte: ComingSoon.Net

20.000 leghe sotto i mari: David Fincher sceglie l’Australia

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Dopo vari ripensamenti e indiscrezioni sembra che David Fincher abbia definitivamente abbandonato ogni remora, dando il via definitivo al progetto del remake di 20.000 leghe sotto i mari, scegliendo anche la location delle riprese, che nelle intenzioni del regista avverranno in Australia.

La scelta è dovuta, oltre agli scenari incomparabili e alla presenza di studi all’avanguardi, soprattutto a motivazioni squisitamente economiche, a partire dai 20 milioni d’incentivo offerti al budget del film, secondo lo schema già applicato a Wolverine: l’Immortale, girato a Sidney.

Debra Richards, rappresentate di Ausfilm, ha sottolineato i benefici che deriveranno dal progetto, in termini di posti di lavoro (che si prevede saranno circa duemila), formazione e ritorno degli investimenti.

Fincher girerà nel Nuovo Galles del Sud e nel Queensland; al momento non vi è alcuna conferma riguardo il cast.

Fonte: Empire

20.000 Leghe sotto i mari: aggiornamenti da Bryan Singer

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20.000 Leghe sotto i mari: aggiornamenti da Bryan Singer

Tutti sappiamo che, una volta archiviata la nuova avventura degli X-Men, Bryan Singer si dedicherà a riportare sul grande schermo il classico di Jules Verne, 20.000 Leghe sotto i mari.

Negli ultimi aggiornamenti in merito al film, avevamo scoperto che la sceneggiatura era pronta. Adesso sempre Singer informa che oltre ai personaggi classici della storia, Capitano Nemo, Aronnax e Ned Land, ci saranno nuovi personaggi e che la storia conterrà elementi fantascientifici.

Anche per questo film, Singer sarà supportato dalle tasche della 20th Century Fox. Le riprese del film dovrebbero cominciare il prossimo autunno, quando dovremo anche sapere chi darà volto ai protagonisti della storia.

20.000 Days On Earth Trailer del film con Nick Cave

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Guarda il Trailer italiano di Nick Cave – 20.000 Days on earth diretto da Iain Forsyth e Jane Pollard ed interpretato da Nick Cave, Susie Bick, Warren Ellis, Darian Leader, Ray Winstone, Blixa Bargeld, Kylie Minogue, Arthur Cave, Earl Cave, Thomas Wydler, Martyn Casey. Il film sarà presentato nelle sale NexoDigital in un due giornate evento: il 2 e il 3 dicembre.

I “20.000 giorni sulla terra” cui si riferisce il titolo del film girato da Ian Forsyth e Jane Pollard sono quelli corrispondenti alla vita di Nick Cave, rockstar di culto e scrittore australiano. In questo film che unisce narrazione a visioni, scrittura a vita vissuta, musica a profonde sedute di autocoscienza, viene a galla tutto il genio di Nick Cave, la sua conturbante personalità, il suo straordinario stile narrativo e il suo rapporto esclusivo e intenso con la parola e con la narrazione. Uno straordinario viaggio nella vita complessa e a volte solitaria di uno scrittore e di una rockstar, attraverso il suo stesso racconto e i dialoghi con le persone a lui più vicine.

20 sigarette: recensione del film

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20 sigarette: recensione del film

20 sigarette é un film vero, potente e appassionante. Opera prima del regista Aureliano Amadei che in questo film si racconta e offre all’Italia una testimonianza indiscutibile dell’attentato accaduto a Nassirya il 12 novembre del 2003. Aureliano è un ventottenne anarchico e antimilitarista, assiduo frequentatore di centri sociali, che sogna di diventare attore e regista di documentari.

Un giorno riceve l’offerta di partire subito per l’Iraq come aiuto regista di Stefano Rolla per realizzare un film sulla missione di pace dei militari italiani. Aureliano decide su due piedi di partire; il governo, la Farnesina e i mezzi d’informazione assicuravano che la situazione in Iraq fosse tranquilla. In realtà, appena atterra con l’aereo militare in terra irachena, scopre che la situazione è stata sottovalutata in Italia.

Aureliano non fa in tempo a finire il suo amato pacchetto di sigarette, che si ritrova nel mezzo dell’attentato alla caserma dei Carabinieri italiani “Maestrale di Nassiriya” e diviene l’unico civile sopravvissuto alla strage, dove persero la vita 19 italiani.  20 sigarette è un film che ha la grandezza di non dare risposte: non ci vuole indottrinare e non è pretenzioso. Inevitabilmente, però, (com’è solito accadere in Italia, per questo genere di film “scomodi”) ci sono state alcune polemiche prima dell’uscita del film, perché Aureliano ci racconta una verità storica, che nessun giornale, né autorità giudiziaria o politica, ci ha raccontato con autenticità prima d’ora.

20 Sigarette, il film sulla tragedia a Nassiriya

Riguardo alla tecnica del film, ciò che maggiormente risalta all’occhio dello spettatore è la grande verità delle immagini, per la maggior parte girato con la camera a mano, la quale permette uno straordinario effetto realistico, emotivo, che ricrea il movimento in soggettiva dell’interprete e aumenta la tensione e il coinvolgimento. La lunghissima soggettiva del protagonista durante l’attentato ci fa vivere, in prima persona, ciò che il regista Aureliano ha vissuto. Usa il piano sequenza per darci la sensazione reale della paura, dell’angoscia di morte. Vinicio Marchioni, alter ego del regista, è riuscito perfettamente nell’intento di Aureliano e i suoi versi di dolore estremo hanno reso ancora più reale e commovente la scena.

La scrittura di 20 sigarette è stata realizzata da Amadei e dal talentuoso Francesco Trento, co-autore anche del libro, dal quale è tratto il film, “Venti sigarette a Nassirya”, edito da Einaudi. Una scrittura semplice e interamente corrispondente al ricordo dell’unico civile sopravvissuto alla strage, che racconta con sincerità e nessun artificio la sua esperienza tragica, che gli cambiò per sempre la vita. Un’opera prima talmente apprezzata, da strappare al pubblico, un applauso di 14 minuti nel corso dell’ultima edizione del festival del cinema di Venezia.

Inoltre 20 sigarette, ha vinto la sezione “Controcampo Italiano.” Così la giuria, presieduta da Valerio Mastrandrea e composta da Susanna Nicchiarelli e Dario Edoardo Viganò, ha motivato la sua scelta: “La densità del racconto ha il ritmo di una verità che, oltre ogni pregiudizio, diviene personale storia in cui si intersecano, con intelligenza e non senza qualche venatura di ironia, gli elementi dell’esercizio di libertà. Libertà dal proprio vissuto per inseguire un sogno, libertà dai propri pregiudizi per incontrare le persone, libertà dal proprio dolore per non indurre lo spettatore a sguardi prestabiliti”.

Per di più, il film ha ricevuto la menzione speciale della giuria grazie all’interpretazione, che supera ogni aspettativa, di Vinicio Marchioni; tale è stata la motivazione: “per la prova d’attore con cui permette allo spettatore di vivere in prima persona la complessità emotiva della vicenda narrata, attraverso la combinazione di istinto e tecnica”. Il film, di Aureliano Amadei con Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Duccio Camerini, è uscito nelle sale italiane l’8 settembre, ed è distribuito da Cinecittà Luce e prodotto da R&C Produzioni in collaborazione con Rai Cinema.

20 scene della storia del cinema che sono state improvvisate

20 scene della storia del cinema che sono state improvvisate

La storia del cinema è piena di scene memorabili che sono state improvvisate dagli attori direttamente sul set e che, in fin dei conti, hanno decretato il successo dei film in cui erano inserite tramandando nel tempo il loro stato di culto. Dal sibilo di Hannibal Lecter in Il silenzio degli innocenti al “Lo so” pronunciato da Han Solo in Star Wars, sono diversi gli esempi lampanti di questo fenomeno.

Ecco di seguito le 20 più famose:

Il silenzio degli innocenti

Come sarebbe stato Il silenzio degli innocenti senza il celebre e inquietante sibilo di Hannibal Lecter prima di pronunciare la famosa frase “I ate his liver with some fava beans and some nice Chianti”? Ebbene, l’agghiacciante suono fu improvvisato da Anthony Hopkins sul set e non era previsto dalla sceneggiatura.

Quei bravi ragazzi

La scena considerata ancora cult di Quei Bravi Ragazzi dove viene pronunciata la frase “Come sarebbe buffo?” venne in realtà improvvisata partendo da un aneddoto raccontato da Joe Pesci a Martin Scorsese. Quando era ragazzo l’attore lavorava infatti in un ristorante dove disse ad un mafioso che era divertente scatenando la sua reazione negativa. Scorsese permise così a Pesci e Ray Liotta di improvvisare quella scena senza dire agli altri attori ciò che sarebbe accaduto proprio perché voleva che le loro fossero autentiche reazioni di sorpresa.

Palla da golf

I momenti più brillanti e memorabili di Bill Murray come attore sono quelli in cui l’attore è uscito dal copione per seguire l’improvvisazione. Successe anche in Palle da golf, quando il protagonista borbotta tra sé una storia che tratta dal libro scritto da lui e intitolato Cinderella Story: My Life in Golf.

Pretty Woman

Sembra che le scene più famose della storia del cinema siano state tutte improvvisate. Tra queste c’è anche quella di Pretty Woman, amatissima dai fan e iconica, in cui Edward Lewis (Richard Gere) regala a Vivian Ward (Julia Roberts) una collana tempestata di diamanti. Ebbene ciò che successe dopo fu completamente improvvisato.

Harry Potter e i doni della morte Parte 2

harry potter

Quello che è considerato uno dei personaggi più cattivi del cinema ha avuto in realtà i suoi momenti divertenti in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2, dove il nostro amato Voldemort interpretato da Ralph Fiennes decise di improvvisare sul set per “alleggerire” il tono. Cosa fece allora? Semplicemente cambiò il suo il discorso ad ogni ciak, gettando in confusione il cast.

50/50

Ci sono attori che entrano davvero nel personaggio, e altri che si limitano a rimanere fedeli alla sceneggiatura; nella prima categoria rientra Joseph Gordon Levitt che nel film 50/50, prese un rasoio elettrico e iniziò a radersi la testa così, dal nulla. La reazione sorpresa di Seth Rogen era reale e venne ripresa dal regista.

Tootsie

La scena di Tootsie in cui Bill Murray parla a raffica senza mai chiudere bocca durante una festa è stata completamente improvvisata dall’attore, come spiegato dal regista Sidney Pollack quando raccontò di aver dato a Murray un compito semplice: sputare qualunque cosa avesse in mente, con il resto del cast che non sapeva nulla.

Scemo e più Scemo

Ogni film in cui è presente Jim Carrey è stato caratterizzato da scene improvvisate, anche se non è mai stato chiaro quali fossero scritte dall’attore e quali del tutto inventate sul set. In Scemo e più Scemo però, quando Lloyd Christmas e Harry Dunne raccolgono l’autostoppista mandato per ucciderli, il duo inizia a far cedere l’equilibrio mentale del sicario. E sembra che durante le riprese sia stato Carrey a urlare nell’orecchio del collega tutti quei suoni fastidiosi finiti nel film, di sua spontanea volontà.

Will Hunting

Will Hunting – Genio ribelle non sarebbe mai stato lo stesso senza le fantastiche battute  improvvisate da Robin Williams, come il celebre il discorso sulle flatulenze notturne della moglie, che sul set provocò un attacco di risate isteriche a Matt Damon.

Crazy stupid love

L’ormai celeberrima scena di Crazy Stupid Love in cui Jacob Palmer e Hannah Weaver riproducono la presa di Dirty Dancing è stata totalmente improvvisata da Ryan Gosling sul set, e l’aneddoto è stato poi commentato da Emma Stone rivelando che durante le riprese era terrorizzata all’idea di cadere a terra.

Star Wars

La saga di Star Wars è stata caratterizzata da vari momenti chiave, ma lo scambio di battute fra Han Solo e Leia in Episodio V: L’impero colpisce ancora rimarrà per sempre nei cuori dei fan. Ci riferiamo alla scena in cui Han sta per essere congelato e la Principessa Leila confessa di amarlo di amarlo. La risposta di Harrison Ford fu uno spontaneo ed improvvisato “Lo so”, non previsto dal copione ma perfetto per lo spirito del personaggio.

Un uomo da marciapiede

Rimane ancora memorabile il dialogo fra Dustin Hoffman e un tassista in Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy) dove l’attore esclamava “Sto camminando qui!”, ma a quanto pare il taxi non doveva passare da lì in quel momento, cogliendo Hoffman alla sprovvista. Per non perdere il ritmo restò nel personaggio improvvisando la scena.

Il cavaliere oscuro

Il cavaliere oscuro non avrebbe avuto lo stesso successo senza l’indimenticabile e ultima interpretazione dello scomparso Heath Ledger nei panni di Joker (per il ruolo vinse un oscar postumo). Una delle sequenze che lo vedeva protagonista, tra le più iconiche del film di Christopher Nolan, vede il villain far esplodere l’ospedale e andarsene via tranquillo. Ebbene ogni azione del Joker dopo l’esplosione sono state improvvisate da Ledger.

I predatori dell’arca perduta

Quando Indiana Jones e Marion Ravenwood si mettono alla ricerca della mitologica Arca dell’Alleanza, i nazisti rapiscono Marion: Jones si mette alle loro calcagna ma all’improvviso si ritrova la strada sbarrata da uno spadaccino. A quanto pare la sceneggiatura originale prevedeva un lungo duello tra i due, con l’eroe che avrebbe disarmato il nemico grazie alla sua frusta; tuttavia Harrison Ford, così come altri componenti della troupe, era rimasto vittima di una intossicazione alimentare e la scena continuava a non venire bene, finché a un certo punto fu l’attore a suggerire a Steven Spielberg di accorciare la sequenza. Jones allora estraeva subito una pistola uccidendo lo spadaccino.

Lo squalo

You’re gonna need a bigger boat” è la celebre frase pronunciata e improvvisata da Roy Scheider sul set de Lo squalo quando Brody, il personaggio da lui interpretato, si trova per la prima volta davanti al temibile predatore marino. L’imbarcazione di Quint infatti risulta del tutto inadeguata a fronteggiare uno squalo bianco di quella grandezza, così l’unica speranza per il protagonista sarebbe avere una barca molto più sicura e robusta. Dopo l’uscita del film la battuta improvvisata da Scheider favorì il diffondersi di un vero e proprio fenomeno nazionale, dove “Avrai bisogno di una barca più grande” divenne la frase da usare quando ci si trovava faccia a faccia con un problema più grande.

Django Unchained

Ancora più celebre è questo aneddoto sulla lavorazione di Django Unchained, prima collaborazione artistica fra Quentin Tarantino e Leonardo DICaprio: nel corso di una scena l’attore ha frantumato con una tale veemenza il bicchiere ferendosi la mano, ma invece di dare lo stop ha pregato il regista di continuare a girare. Insomma, la ferita e il sangue che vedete sullo schermo sono autentici.

40 anni vergine

Oh Kelly Clarkson!“, urlava Steve Carell durante la scena della ceretta in 40 anni vergine. E sebbene tutta la sequenza fosse stata scritta così come l’abbiamo vista, la reazione dell’attore al dolore fu assolutamente vera. Così l’imprecazione rivolta alla cantante e numerose altre parolacce erano autentiche autentico e non pianificate.

Shining

Il grande classico del cinema horror diretto da Stanley Kubrick non sarebbe stato lo stesso senza la magistrale interpretazione di Jack Nicholson. E come rivelato dopo l’uscita, nella scena più celebre del film (dove Torrance distrugge la porta dell’appartamento con l’ascia), l’attore ha improvvisato dicendo “Here’s Johnny!” (in italiano tradotto con “Sono il lupo cattivo”), ispirandosi al Tonight Show Starring Johnny Carson.

Il padrino

Uno dei film più iconici della storia del cinema, Il Padrino, non è stato privo di momenti improvvisati sul set, come la scena in cui Vito Corleone conversa con un uomo e per tutto il tempo accarezza minaccioso un gatto sulle sue ginocchia. A quanto pare l’animale non era previsto da copione, ma fu Francis Ford Coppola a trovarlo durante una delle sue passeggiate decidendo di far girare a Marlon Brando la scena insieme al gatto.

Taxi Driver

Are you talking to me?“. Si potesse riassumere tutto Taxi Driver con una scena sarebbe questa: Travis Bickle allo specchio sta facendo pratica con la pistola e mette in scena un monologo rivolto alla sua immagine riflessa. È allora che Robert De Niro ha messo da parte il copione e improvvisato la frase più celebre del film, contraddicendo ciò che lo script di Paul Schrader aveva previsto (c’era scritto soltanto «Travis parla a se stesso allo specchio»). A Martin Scorsese piacque così tanto l’improvvisazione di De Niro che decise di tenerla nel montaggio finale.

Fonte: The Richest

20 magnifiche scene che i protagonisti hanno odiato girare

20 magnifiche scene che i protagonisti hanno odiato girare

La magia del cinema è quella che ci mostra solo l’incanto, senza farci vedere la fatica che c’è dietro, ma per molte scene memorabili al cinema ci sono altrettante storie che smitizzano quelle scene e le smascherano per quello che sono state, dei veri incubi per gli attori che le hanno interpretate.

Ecco 20 magnifiche scene che i protagonisti hanno odiato girare:

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Mad Max Fury Road

20 incredibili sviste in famosi blockbuster

20 incredibili sviste in famosi blockbuster

Anche le produzioni più grandi e importanti qualche volta si sbagliano e fanno i conti gli gli attentissimi spettatori che vanno a scovare gli errori anche in film considerati capisaldi del cinema.

Eccone 20:

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L’aereo nel cielo dell’antica Ilio è ormai un emblema degli “errori cinematografici”, così come il riflesso dell’obbietivo sulla superficie del pomello della porta in Matrix.

Troy Alcuni errori o sviste sono meno noti, come la tuta “auto-riparante” di Cap in The Avengers, oppure come il cambio di mano che la pistola fa nelle mani di Joker ne Il Cavaliere Oscuro, oppure ancora il croissant che diventa pancake nelle mani della dolcissima Vivian in Pretty Woman e le bretelle che spariscono del povero Jack Dawson in Titanic.

Non c’è segretaria d’edizione che tenga, quando si tratta di blockbuster giganteschi, c’è sempre qualcosa che sfugge!

20 incidenti assurdi e letali su set cinematografici

20 incidenti assurdi e letali su set cinematografici

Il cinema regala grandi sogni, ma qualche volta anche terribili tragedie, incidenti fatali e irreparabili. Ecco 20 fatalità verificatesi su set cinematografici:

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Fonte

20 grandi registi mai premiati agli Oscar per la regia

Di seguito una gallery dove vi mostriamo i 20 grandi registi mai premiati agli Oscar per la regia. Attenzione, molti dei presenti hanno vinto almeno un Oscar, ma nessuno lo ha mai guadagnato alla regia.

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Domenica due marzo sarà tempo di consegnare gli Oscar per questo 2014, ma quale sarà il regista che si unirà all’Olimpo dei grandi nomi di Hollywood che nella loro vita hanno viste riconosciute le loro doti registiche? 20 grandi registiCuaron, Scorsese (che ha già vinto nel 2007), McQueen, O. Russell, Payne sono in lizza per la statuetta di quest’anno nella prestigiosa categoria, e pensare però che alcuni loro colleghi, illustri predecessori ora morti, non hanno mai avuto il piacere di stringere tra le mani quella statuetta.

Qualcuno non ha nemmeno mai ricevuto una nomination per la regia; è questo il caso di Sergio Leone, ad esempio, o quello ancora più scandaloso di Charlie Chaplin che pure ha vinto tre premi Oscar, uno per la colonna sonora e due onorari. Lo stesso Federico Fellini, tanto amato in tutto il mondo e soprattutto negli States, vinse quattro Oscar per il miglior film straniero, ma mai un premio alla regia. E poi basta citare tre nomi di grandissimi della storia del cinema americano per capire come l’Oscar sia qualcosa di sfuggente a qualsiasi logica dell’arte cinematografica: Stanley Kubrick, Alfred Hitchcock, Robert Altman. Basterebbero questi tre nomi, eppure a questi si ci uniscono anche altri grandissimi artisti dell’inquadratura come Godard, Penn, Peckinpah. Insomma la lista è devvero (e sorprendentemente) lunga.

20 film storici ambientati nel medioevo da vedere

20 film storici ambientati nel medioevo da vedere

Grande passione del pubblico di ogni età, i film storici ambientati nel medioevo esercitano un fascino particolare sugli spettatori, sarà per i costumi, per l’epoca sanguinosa e cavalleresca, ma ogni volta che il cinema propone una pellicola di questo tipo, la curiosità è sempre molta.

La storia del cinema è piena di grandi e piccoli film di questo tipo, dai classici di Hollywood come Robin Hood – Principe dei ladri che rievoca un’era ormai tramontata di valori e grandezza, fino a progetti più recenti, come The Last Duel che invece sposa la cultura contemporanea omaggiando classici del cinema e ragionando sul ruolo della donna in quel momento storico. Ecco di seguito 20 film storici ambientati nel medioevo da vedere. La numerazione non è in ordine d’importanza. 

The Last Duel di Ridley Scott

The Last Duel film 2021
Cortesia di © 20th Century Studios

The Last Duel è il film storico del 2021 diretto da Ridley Scott da una sceneggiatura di Nicole Holofcener, Ben Affleck e Matt Damon, basato sul libro del 2004 The Last Duel: A True Story of Crime, Scandal, and Trial by Combat in Medieval France di Eric Jager.

Ambientato nella Francia nel medioevo, il film vede Damon nel ruolo di Jean de Carrouges, un cavaliere che sfida il suo ex amico, lo scudiero Jacques le Gris (Adam Driver), a un duello giudiziario dopo che la moglie di Jean, Marguerite (Jodie Comer), ha accusato Jacques di averla violentata. Gli eventi che portano al duello sono divisi in tre capitoli distinti, che riflettono le prospettive contraddittorie dei tre personaggi principali.

L’adattamento del libro di Jager è stato annunciato per la prima volta nel 2015, ma è stato ufficialmente autorizzato solo nel luglio 2019. Affleck e Damon sono stati confermati come protagonisti e co-sceneggiatori quel mese, mentre Comer e Driver si sono aggiunti al cast più tardi nello stesso anno. Le riprese si sono svolte in Francia e Irlanda da febbraio a ottobre 2020, con una pausa di alcuni mesi a causa della pandemia COVID-19. The Last Duel è stato presentato in anteprima alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 10 settembre 2021 ed è stato distribuito nelle sale statunitensi il 15 ottobre 2021 dai 20th Century Studios. The Last Duel in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

King Arthur

King Arthur film
Foto di Jonathan Hession – © 2004 Buena Vista Pictures Distribution. All rights reserved.

King Arthur è un film storico d’avventura del 2004 diretto da Antoine Fuqua e scritto da David Franzoni ambientato nel medioevo. Il film presenta un cast corale con Clive Owen nel ruolo del protagonista, Ioan Gruffudd in quello di Lancillotto e Keira Knightley in quello di Ginevra, insieme a Mads Mikkelsen, Joel Edgerton, Hugh Dancy, Ray Winstone, Ray Stevenson, Stephen Dillane, Stellan Skarsgård e Til Schweiger. Il film è insolito nel reinterpretare Artù come un ufficiale romano piuttosto che il tipico cavaliere medievale.

Lo hanno fatto anche diverse opere letterarie, tra cui Ghost King di David Gemmell, Camulod Chronicles di Jack Whyte e, forse, l’influenza più forte su questo film, la serie Warlord di Bernard Cornwell. I produttori del film hanno cercato di commercializzarlo come una versione storicamente più accurata delle leggende arturiane, presumibilmente ispirata a nuove scoperte archeologiche. Il film sostituisce inoltre la storia della spada nella roccia con una storia più oscura e tragica di come Artù rivendicò la sua spada Excalibur. King Arthur in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

L’ultimo dei Templari

Nicolas Cage 2 Ron Perlman in L'ultimo dei Templari (2011)
Foto di Egon Endrenyi – © 2010 Season of the Witch Distributions. Cortesia di WB

L’ultimo dei Templari (Season of the Witch) è un film americano d’avventura soprannaturale del 2011 diretto da Dominic Sena, scritto da Bragi Schut e interpretato da Nicolas Cage e Ron Perlman. Cage e Perlman interpretano dei cavalieri teutonici che, al ritorno dalle Crociate, trovano la loro patria devastata dalla peste nera. Due anziani della chiesa accusano una giovane donna (Claire Foy) di essere una strega responsabile della peste. Ordinano ai due cavalieri di trasportarla in un lontano monastero affinché i monaci possano sciogliere la sua maledizione. L’ultimo dei Templari in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Braveheart – Cuore impavido

Braveheart - Cuore impavido (1995)
© 1995 Paramount Pictures

Braveheart – Cuore impavido è il film drammatico epico americano del 1995 diretto e prodotto da Mel Gibson, che interpreta il guerriero scozzese William Wallace nella prima guerra d’indipendenza scozzese contro il re Edoardo I d’Inghilterra. Il film è interpretato anche da Sophie Marceau, Patrick McGoohan, Catherine McCormack e Angus Macfadyen. La storia è ispirata al poema epico del XV secolo di Blind Harry, The Actes and Deidis of the Illustre and Vallyeant Campioun Schir William Wallace, ed è stata adattata per lo schermo da Randall Wallace.

Lo sviluppo del film era inizialmente iniziato alla Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), quando il produttore Alan Ladd Jr. raccolse il progetto da Wallace, ma quando la MGM si trovò ad affrontare una nuova gestione, Ladd lasciò lo studio e portò con sé il progetto. Nonostante l’iniziale rifiuto, Gibson decise alla fine di dirigere il film e di interpretare Wallace. Braveheart è stato girato in Scozia e Irlanda dal giugno all’ottobre 1994. Il film, prodotto dalla Icon Productions di Gibson e dalla Ladd Company, è stato distribuito dalla Paramount Pictures in Nord America e dalla 20th Century Fox a livello internazionale.

Uscito il 24 maggio 1995, Braveheart ha ricevuto recensioni generalmente positive, con elogi per le scene d’azione e la colonna sonora, ed è stato un successo critico e commerciale, anche se è stato criticato per le sue inesattezze storiche. Alla 68ª edizione degli Academy Awards, il film è stato candidato a dieci premi Oscar e ne ha vinti cinque, tra cui quelli per il miglior film e la miglior regia per Gibson. Braveheart – Cuore impavido in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il destino di un cavaliere

Il destino di un cavaliere film
Cortesia di © 2001 Columbia Pictures Industries, Inc. All Rights Reserved.

Il destino di un cavaliere (A Knight’s Tale) è un film americano d’azione medievale del 2001 scritto, co-prodotto e diretto da Brian Helgeland. Il film ha come protagonista Heath Ledger nel ruolo di William Thatcher, uno scudiero contadino che si finge cavaliere e gareggia nei tornei, ottenendo riconoscimenti e acquisendo amicizie con personaggi storici come Edoardo il Principe Nero (James Purefoy) e Geoffrey Chaucer (Paul Bettany). La storia del XIV secolo è volutamente anacronistica, con molti riferimenti alla cultura pop moderna e una colonna sonora con musica degli anni ’70. Il film prende il nome dal racconto di Chaucer “Il racconto del cavaliere“, parte de I racconti di Canterbury, e trae anche diversi punti della trama dall’opera di Chaucer. Il destino di un cavaliere in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Robin Hood di Ridley Scott

Russell Crowe e Cate Blanchett in Robin Hood (2010)
Foto di Photo Credit: David Appleby – © 2010 Universal Studios

Robin Hood è un film storico d’azione e avventura del 2010 basato sulla leggenda di Robin Hood, diretto da Ridley Scott e interpretato da Russell Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Mark Strong, Mark Addy, Oscar Isaac, Danny Huston, Eileen Atkins e Max von Sydow. Lo sviluppo del progetto è iniziato nel gennaio 2007 con l’acquisto da parte della Universal Pictures di una sceneggiatura di Ethan Reiff e Cyrus Voris, che avrebbe visto il film incentrato su uno sceriffo di Nottingham più importante e simpatico.

Dopo aver scelto Crowe per il ruolo principale, Ridley Scott è stato ingaggiato per la regia nello stesso anno. I ritardi nella realizzazione del film si sono protratti per tutto il 2008 e Brian Helgeland è stato ingaggiato per riscrivere la sceneggiatura, che prevedeva un nuovo focus della storia su Robin Hood, abbandonando del tutto la prospettiva di Nottingham. Le riprese sono iniziate nel marzo 2009 in tutta l’Inghilterra e il Galles. Robin Hood è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2010, lo stesso giorno in cui è uscito nel Regno Unito e in Irlanda. Robin Hood di Ridley Scott in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Last Knights

Clive Owen Last Knights
Foto di Larry Horricks – © 2015 – Lionsgate

Last Knights è un film drammatico del 2015 diretto da Kazuaki Kiriya e scritto da Michael Konyves e Dove Sussman, basato vagamente (e occidentalizzato, per la maggior parte) sulla leggenda giapponese dei quarantasette rōnin. Il film, una produzione congiunta tra Regno Unito, Repubblica Ceca e Corea del Sud, vede Clive Owen e Morgan Freeman nei ruoli principali. È incentrato su un gruppo di guerrieri che cercano di vendicare la perdita del loro padrone per mano di un ministro corrotto.

Il comandante Raiden è sorpreso quando l’anziano nobile Bartok lo nomina erede del suo regno, vassallo di un impero corrotto. Quando il ministro Geza Mott picchia Bartok per non aver fornito una tangente adeguata, Bartok si vendica e viene sottoposto a un processo in cui denuncia la perdita dell’onore nell’impero. A Raiden viene ordinato di giustiziare il suo padrone Bartok, il cui clan viene sciolto e il patrimonio diviso. Geza chiede al suo guerriero Ito di sorvegliare Raiden per evitare che cerchi di vendicarsi. Last Knights in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Sir Gawain e il Cavaliere Verde

Dev Patel in Sir Gawain e il Cavaliere Verde (2021)
Foto di Eric Zachanowich / A24 Films

Sir Gawain e il Cavaliere Verde è un film epico fantasy medievale del 2021 scritto, prodotto, diretto e montato da David Lowery che è un adattamento del poema del XIV secolo Sir Gawain and the Green Knight. Il film ha come protagonista Dev Patel nel ruolo di Gawain, che intraprende un viaggio per mettere alla prova il suo coraggio e affrontare il Cavaliere Verde. Il film è interpretato anche da Alicia Vikander, Joel Edgerton, Sarita Choudhury, Sean Harris e Ralph Ineson.

La mattina di Natale, Gawain viene svegliato in un bordello dalla sua amante, una donna comune di nome Essel. Torna alla corte del re, dove viene rimproverato dalla madre. Gawain partecipa a un banchetto alla Tavola Rotonda con lo zio, Re Artù, che lo invita a sedersi alla sua destra, anche se non ha ancora acquisito una storia da raccontare, segno di un vero cavaliere. Altrove, in una torre, la madre di Gawain compie un rito magico che evoca il misterioso Cavaliere Verde. Sir Gawain e il Cavaliere Verde in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Valhalla Rising – Regno di sangue

Mads Mikkelsen in Valhalla Rising - Regno di sangue (2009)

Valhalla Rising è un film d’avventura danese del 2009 in lingua inglese diretto da Nicolas Winding Refn, co-scritto da Refn e Roy Jacobsen e interpretato da Mads Mikkelsen. Il film si svolge “sicuramente durante il dodicesimo secolo della nostra era” e segue un guerriero norreno di nome One-Eye e un ragazzo mentre viaggiano in nave con un gruppo di crociati cristiani nella speranza di trovare la Terra Santa. Girato interamente in Scozia, il titolo deriva dalla combinazione dei film di Kenneth Anger Scorpio Rising e Lucifer Rising con il tema vichingo. Valhalla Rising – Regno di sangue in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Tristano & Isotta

Tristano & Isotta
Gentile concessione di © 20th Century Fox

Tristano e Isotta è un film epico-drammatico del 2006 diretto da Kevin Reynolds e scritto da Dean Georgaris, basato sulla leggenda romantica medievale di Tristano e Isotta. Prodotto da Ridley Scott (che stava lavorando a un adattamento dalla metà degli anni Settanta) e Tony Scott, il film è interpretato da James Franco e Sophia Myles, insieme a un cast di supporto che comprende Rufus Sewell, Mark Strong e Henry Cavill. Questo è stato l’ultimo film della Franchise Pictures dopo il fallimento del 2004. Tristano & Isotta in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Ladyhawke

Ladyhawke-filmLadyhawke è un film fantasy medievale del 1985 diretto e prodotto da Richard Donner e interpretato da Matthew Broderick, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer. La storia è quella di un giovane ladro che si lega involontariamente a un guerriero e alla sua dama, braccati dal vescovo dell’Aquila. Quando viene a conoscenza del passato e del segreto della coppia, sceglie di aiutarli a sconfiggere le forze del Vescovo e a sciogliere una maledizione infernale. Nello stesso anno, Joan D. Vinge ha pubblicato una novellizzazione del film, anch’essa intitolata Ladyhawke. Ladyhawke in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Monty Python e il Sacro Graal

Monty Python e il Santo Graal
© 1975. Sony Pictures Home Entertainment.

Monty Python e il Santo Graal è un film comico britannico del 1975 che satireggia la leggenda di Artù, scritto e interpretato dal gruppo comico dei Monty Python (Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin) e diretto da Gilliam e Jones al loro debutto nella regia. Mentre il primo film del gruppo, And Now for Something Completely Different, era una compilation di sketch tratti dalle prime due serie televisive, Holy Grail è una storia originale che parodia la leggenda della ricerca del Santo Graal da parte di Re Artù. Trent’anni dopo, Idle ha utilizzato il film come base per il musical Spamalot, vincitore del Tony Award nel 2005. Monty Python e il Sacro Graal in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

El Cid

El Cid è il film del 1961 diretto da Anthony Mann e prodotto da Samuel Bronston. Il film è liberamente basato sulla vita del cavaliere e condottiero castigliano dell’XI secolo Rodrigo Díaz de Vivar, detto “El Cid” (dall’arabo al-sidi, che significa “Il Signore”). Il film è interpretato da Charlton Heston nel ruolo del protagonista e da Sophia Loren nel ruolo della moglie di El Cid, Doña Jimena, scritta “Chimene” nella sceneggiatura e pronunciata così (shim-ain) nel film.

La sceneggiatura è accreditata a Fredric M. Frank, Philip Yordan e Ben Barzman, con contributi non accreditati di Bernard Gordon. Alla fine degli anni Cinquanta, Samuel Bronston aveva fondato un proprio studio di produzione a Madrid, in Spagna. Per rafforzare i legami cordiali con il governo spagnolo di Francisco Franco, Bronston iniziò a sviluppare un film biografico su El Cid. Franco aveva ammirato e si era paragonato a El Cid.

Excalibur

Excalibur è un film epico fantasy ambientato nel medioevo  del 1981 diretto, sceneggiato e prodotto da John Boorman, che racconta la leggenda di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, basandosi vagamente sul romanzo arturiano del XV secolo Le Morte d’Arthur di Thomas Malory. Il film è interpretato da Nigel Terry nel ruolo di Artù, Nicol Williamson in quello di Merlino, Nicholas Clay in quello di Lancillotto, Cherie Lunghi in quello di Ginevra, Helen Mirren in quello di Morgana, Liam Neeson in quello di Gawain, Gabriel Byrne in quello di Uther e Patrick Stewart in quello di Leondegrance. Il film prende il nome dalla leggendaria spada di Re Artù, protagonista della letteratura arturiana. La colonna sonora del film contiene le musiche di Richard Wagner e Carl Orff, oltre a una partitura originale di Trevor Jones. Excalibur in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

King Arthur – Il potere della spada

Charlie Hunnam in King Arthur - Il potere della spada (
Foto di Daniel Smith – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc., Village Roadshow Films North America Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC – – U.S., C

King Arthur – Il potere della spada è un film epico d’azione e avventura del 2017 diretto da Guy Ritchie che ha co-scritto il film con Joby Harold e Lionel Wigram da una storia di Harold e David Dobkin, ispirata alle leggende arturiane. Il film è interpretato da Charlie Hunnam nel ruolo del protagonista e da Jude Law nel ruolo del tirannico re Vortigern che tenta di ucciderlo, con Àstrid Bergès-Frisbey, Djimon Hounsou, Aidan Gillen ed Eric Bana in ruoli secondari.

Lo stregone Mordred e il suo esercito assediano Camelot. Uther Pendragon, re dei Britanni, si infiltra nel covo di Mordred durante l’attacco e lo decapita con l’aiuto di una spada unica forgiata da Merlino, salvando Camelot. Il fratello di Uther, Vortigern, che brama il trono, organizza un colpo di stato e sacrifica sua moglie, Elsa, a Syrens per diventare un Cavaliere Demoniaco. Uccide la moglie di Uther, Igraine, e sconfigge Uther; il figlio di Uther, Artù, fugge in barca e finisce a Londinium. Accolto da prostitute, diventa un boss del crimine duro e astuto. Tuttavia, è tormentato dagli incubi della notte in cui i suoi genitori sono morti senza aver visto chi li ha aggrediti. King Arthur – Il potere della spada in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Robin Hood – Principe dei ladri

Robin Hood - Principe dei ladri

Robin Hood: Principe dei ladri è un film d’azione e avventura americano del 1991, basato sul racconto popolare inglese di Robin Hood e liberamente ambientato nel medioevo. Diretto da Kevin Reynolds e scritto da Pen Densham e John Watson, il film è interpretato da Kevin Costner nel ruolo di Robin Hood, Morgan Freeman nel ruolo di Azeem, Christian Slater nel ruolo di Will Scarlett, Mary Elizabeth Mastrantonio nel ruolo di Marian e Alan Rickman nel ruolo dello Sceriffo di Nottingham. Robin Hood: Principe dei ladri in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Outlaw King – Il re fuorilegge

OUTLAW KING

Outlaw King è un film storico del 2018 sul re scozzese del XIV secolo Robert the Bruce durante le guerre d’indipendenza scozzesi. Il film si svolge in gran parte durante i tre anni che vanno dal 1304 inizio del medioevo, quando Bruce decide di ribellarsi al dominio di Edoardo I sulla Scozia, fino alla battaglia di Loudoun Hill del 1307. Outlaw King è stato co-scritto, prodotto e diretto da David Mackenzie.

Il film è interpretato da un cast corale guidato da Chris Pine nel ruolo di Robert the Bruce, insieme ad Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh, Billy Howle, Sam Spruell, Tony Curran, Callan Mulvey, James Cosmo e Stephen Dillane. È stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival il 6 settembre 2018 ed è stato distribuito in digitale da Netflix il 9 novembre 2018. Il film ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica, con elogi per il design della produzione, le scenografie, le performance e le coreografie, ma critiche per le inesattezze storiche e i cliché. Outlaw King – Il re fuorilegge in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Dragonheart

Dragonheart è il film d’avventura fantasy del 1996 diretto da Rob Cohen e scritto da Charles Edward Pogue, sulla base di una storia creata da lui e Patrick Read Johnson. Il film è interpretato da Dennis Quaid, David Thewlis, Pete Postlethwaite, Dina Meyer e Sean Connery nel ruolo della voce di Draco il drago. È stato candidato all’Oscar per i migliori effetti visivi e a vari altri premi nel 1996 e nel 1997. Il film ha ricevuto recensioni contrastanti: la critica ha lodato le premesse, gli effetti visivi e lo sviluppo dei personaggi, ma ha giudicato la sceneggiatura confusa e banale. Fu un successo al botteghino, guadagnando 115 milioni di dollari in tutto il mondo. È stato dedicato alla memoria di Steve Price e Irwin Cohen. Dragonheart in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Le crociate – Kingdom of Heaven

Le crociate - Kingdom of Heaven film

Le crociate – Kingdom of Heaven è un film epico-drammatico del 2005 diretto e prodotto da Ridley Scott e scritto da William Monahan. Il film è interpretato da un cast corale che comprende Orlando Bloom, Eva Green, Jeremy Irons, David Thewlis, Brendan Gleeson, Marton Csokas e Liam Neeson.

Il film è una rappresentazione fortemente romanzata degli eventi che portarono alla Terza Crociata nel medioevo e si concentra principalmente su Baliano di Ibelin che combatte per difendere il Regno crociato di Gerusalemme dal sultano ayyubide Saladino. Le riprese si sono svolte a Ouarzazate, in Marocco, e in Spagna, al Castello di Loarre (Huesca), a Segovia, ad Ávila, a Palma del Río, alla Casa de Pilatos e all’Alcázar di Siviglia. Le crociate – Kingdom of Heaven in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il Re (The King)

Timothée Chalamet in Il re (2019)
© Netflix

Il Re (The King) è il film epico-drammatico del 2019 diretto da David Michôd, basato su alcune opere dell’Henriade di William Shakespeare. La sceneggiatura è stata scritta da Michôd e Joel Edgerton, entrambi produttori del film insieme a Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner e Liz Watts.

Il Re (The King) comprende un cast corale guidato da Timothée Chalamet nel ruolo del Principe di Galles e poi Re Enrico V d’Inghilterra, insieme a Edgerton, Sean Harris, Lily-Rose Depp, Robert Pattinson e Ben Mendelsohn. Il film si concentra sull’ascesa di Enrico V come re dopo la morte del padre, mentre deve anche navigare nella politica di palazzo, nella guerra che il padre si è lasciato alle spalle e nei legami emotivi della sua vita passata. The King è stato presentato in anteprima alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 2 settembre 2019 ed è stato distribuito in digitale su Netflix l’11 ottobre 2019. The King in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

20 film del 2015 da non perdere perché …

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Il 2015, come abbiamo già visto nei precedenti articoli, sarà un anno ricco di titoli interessanti e, in prospettiva, decisamente più accattivanti di quelli visti nel 2014, che oggi finisce. Ebbene è ora di stilare la lista dei 20 film del 2015 da non perdere assolutamente, con tanto di motivazione che trovate nella didascalia alle foto nella nostra photogallery:

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