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Clive Owen: 10 cose che non sai sull’attore

Clive Owen: 10 cose che non sai sull’attore

Attore capace di reinventarsi continuamente attraverso ruoli e generi sempre diversi, Clive Owen si è guadagnato negli anni una buona fama tanto nel cinema quanto nella televisione, ottenendo più di una volta riconoscimenti da parte di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Clive Owen.

Clive Owen film

1. Ha recitato in lungometraggi di successo. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1998 con il film Vroom, dove appare brevemente. Successivamente partecipa al film Close My Eyes (1991), che lo fa conoscere al grande pubblico. Da quel momento prende parte a importanti film come Il colpo – Analisi di una rapina (1998), Gosford Park (2001), The Bourne Identiy (2002), King Arthur (2004), Closer (2004), in cui è protagonista insiemme a Natalie PortmanJulia Roberts e Jude Law, Sin City (2005), Inside Man (2006), I figli degli uomini (2006), Elizabeth: The Golden Age (2007), Ragazzi miei (2009), Intruders (2011), Blood Ties – La legge del sangue (2013), Last Knight (2015), Valerian e la città dei mille pianeti (2017), Anon (2018), The Informer – Tre secondi per sopravvivere (2019) e Gemini Man (2019), dove recita al fianco di Will Smith.

2. Ha recitato per la televisione. Negli anni l’attore ha partecipato anche ad alcune serie TV come Chancer (1990-1991), Sharman (1996) e Second Sight (2000-2001). La fama televisiva arriva tuttavia con la serie The Knick, andata in onda dal 2014 al 2015.

3. È anche produttore. Owen si è cimentato nelle vesti di produttore in un paio di occasioni, ricoprendo il ruolo per il film Ragazzi miei. Ben più impegnativa fu però l’esperienza con la serie The Knick, dove l’attore fu accreditato come produttore di ben dieci episodi.

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Clive Owen moglie e figlie

4. È sposato. Parallelamente al cinema, l’attore ha sempre coltivato la passione per il teatro. Proprio durante lo spettacolo Romeo e Giulietta l’attore incontra l’attrice Sarah-Jane Fenton. I due si sposano nel marzo del 1995 e avranno poi due figlie, nate rispettivamente nel 1997 e nel 1999.

Clive Owen King Arthur

5. Ha interpretato re Artù. Nel film del 2004 diretto da Antoine Fuqua, l’attore ricopre il ruolo del celebre Artù, raccontato durante gli anni di ascesa al potere. L’attore ottenne il ruolo nel momento in cui gli attori Russell Crowe, Mel Gibson e Hugh Jackman rifiutarono la parte.

Clive Owen Last Knight

6. Interpreta nuovamente un cavaliere. Undici anni dopo aver indossato l’armatura di Artù, l’attore torna a vestire i panni di un cavaliere nel film Last Knight, in cui recita al fianco di Morgan Freeman. Nel film Owen è a capo di un gruppo di cavalieri che cercano di vendicare la rovina del proprio signore causata da un ministro corrotto.

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Clive Owen Closer

7. È stato nominato all’Oscar. Nel film diretto da Mike Nichols, e tratto dall’omonima opera teatrale, l’attore ricopre il ruolo di Larry. Per la sua interpretazione Owen riceve la sua prima e unica nomination ai premi Oscar come miglior attore non protagonista.

8. Aveva già recitato nella versione teatrale. Anni prima di prendere parte alla trasposizione cinematografica, Owen aveva già partecipato alla versione teatrale. L’attore ha dichiarato di aver fatto di tutto per ottenere il ruolo di Larry, ma che considerata la sua età gli fu invece affidato quello di Dan. Quando anni dopo ricevette la chiamata da parte del regista, gli fu finalmente offerto il ruolo di Larry, che l’attore accettò con entusiasmo.

Clive Owen 2019

9. Tornerà al cinema. Nel 2019 l’attore sarà tra i protagonisti del film Gemini Man, diretto da Ang Lee con Will Smith. Nel film Owen interpreterà il villain Clay Verris. Un altro progetto dell’attore previsto per il 2019 è il nuovo film di Andrea Di Stefano intitolato The Informer – Tre secondi per sopravvivere, dove Owen recita accanto all’attrice Rosamund Pike.

Clive Owen età e altezza

10. Clive Owen è nato a Coventry, nel Regno Unito, il 3 ottobre 1964. L’altezza complessiva dell’attore è di 188 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

 

 

Luca Barbareschi: 10 cose che non sai sull’attore

Luca Barbareschi: 10 cose che non sai sull’attore

Attore, produttore, regista e anche politico, Luca Barbareschi ha vestito numerosi ruoli durante la sua carriera, affermandosi come volto di punta sia al cinema che in televisione. Negli ultimi anni la sua attività nell’industria cinematografica sembra essersi fatta particolarmente viva, con numerosi progetti nei quali appare in vesti sempre differenti.

Ecco 10 cose che non sai di Luca Barbareschi.

Luca Barbareschi film

1. Ha preso parte a celebri lungometraggi. L’attore debutta sul grande schermo con il film Da Corleone a Brooklyn (1979) e raggiunge una prima notorietà con Cannibal Holocaust (1980). Successivamente prende parte a film come Impiegati (1985), Via Montenapoleone (1986), Teresa (1987), Le cose cambiano (1988), La bionda (1992), Il cielo è sempre più blu (1996), Il trasformista (2002), Noi Credevamo (2010), Something Good (2013) e Dolceroma (2019).

2. Ha recitato anche in TV. Noto anche per i suoi ruoli televisivi, Barbareschi debutta in Casa Cecilia (1984), per poi apparire in serie o film TV come Buio nella valle (1984), La sorpresa (1986), La famiglia ricordi (1993), Cronaca nera (1998), Giorni da Leone (2002), La maledizione dei templari (2005), Nebbie e delitti (2005-2009), Pietro Mennea – La freccia del Sud (2015) e L’Aquila – Grandi speranze (2019).

3. È anche regista e produttore. Negli anni Barbareschi ha inoltre realizzato tre opere da regista: Ardena (1997), Il trasformista (2002) e Something Good (2013). Si è inoltre costruito anche la fama di produttore, con all’attivo la serie La strada di casa (2017-2019) e i film Dolceroma L’ufficiale e la spia (2019), del regista Roman Polanski, presentato in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

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Luca Barbareschi Instagram

4. Non è presente sul social network. L’attore ha confermato di non avere un proprio profilo su Instagram, preferendo mantenere privata la propria vita fuori dalle scene. Sono invece presenti degli account di Barbareschi sui social network Facebook e Twitter.

Luca Barbareschi moglie e figli

5. È stato sposato. L’attore è stato sposato con Patrizia Fachini, con la quale ha avuto le figlie Beatrice, Eleonora e Angelica. La coppia ha in seguito ufficializzato il divorzio.

6. Le nuove relazioni. Dopo il matrimonio, Barbareschi ha avuto per 7 anni in una relazione con l’attrice Lucrezia Lante della Rovere. Attualmente è invece legato a Elena Monorchio, dalla quale ha avuto due figli: Maddalena e Francesco.

Luca Barbareschi politica

7. Ha avuto una carriera politica. Oltre al cinema, Barbareschi si è sempre interessato anche di politica. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto come deputato, rimanendo in carica fino al 2013.

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Luca Barbareschi e la Eliseo Cinema

8. Ha una sua casa di produzione. Particolarmente attivo anche come produttore, Barbareschi ha fondato la Eliseo Cinema, con cui ha prodotto alcune commedie come Se mi vuoi bene e Modalità aereo, entrambi di Fausto Brizzi. Tra i film prodotti si annoverano anche Dolceroma di Fabio ResinaroL’ufficiale e la spia, di Roman Polanski, dimostrando così di essere interessato ad una produzione variegata e aperta a tutti i generi.

Luca Barbareschi Dolceroma

9. Ha recitato nel film di Fabio Resinaro. L’attore era inizialmente intenzionato a dirigere il film, ma ha poi lasciato tutto nelle mani del regista Fabio Resinaro, occupandosi soltanto della produzione e interpretando il ruolo del temibile produttore Oscar Martello. Per tale ruolo l’attore ha ricevuto numerose lodi da parte della critica.

Luca Barbareschi età e altezza

10. Luca Barbareschi è nato a Montevideo, in Uruguay, il 28 luglio 1956. L’altezza complessiva dell’attore è di 188 centimetri.

Fonte: IMDb

Ang Lee: 10 cose che non sai sul regista

Ang Lee: 10 cose che non sai sul regista

Tra i più apprezzati e premiati registi cinesi, Ang Lee ha dimostrato di poter conquistare anche Hollywood, realizzando film ormai classici. Alternandosi tra film intimisti e grandi progetti, il regista ha sempre portato avanti la sua autorialità attraverso il confronto tra l’innovazione e la tradizione, ottenendo in cambio il favore di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Ang Lee.

Ang Lee film

1. Ha diretto film molto premiati. Il primo film del regista è Pushing Hands, del 1992. Dirige poi Il banchetto di nozze, del 1993, che gli permette di ottenere una buona fama anche oltre oceano. Successivamente realizza Mangiare bere uomo donna (1994), Ragione e sentimento (1995), Tempesta di ghiaccio (1997), Cavalcando col diavolo (1999), e La tigre e il dragone (2000). Dirige poi Hulk (2003), e I segreti di Brokeback Mountain (2005), che segna una nuova importante tappa nella sua filmografia e gli frutta il primo Oscar. Seguono i film Lussuria – Seduzione e tradimento (2007), Motel Woodstock (2009), Vita di Pi (2012), Billy Lynn – Un giorno da eroe (2016) e Gemini Man (2019), con protagonista Will Smith.

2. È anche sceneggiatore e produttore. Lee è noto oltre che come regista anche per altri ruoli. Egli ha infatti scritto le sceneggiature dei suoi primi tre film, e del film Tortilla Soup, remake americano del suo Mangiare bere uomo donna. Lee ha inoltre ricoperto il ruolo di produttore per i suoi film La tigre e il dragone, Vita di Pi e Billy Lynn – Un giorno da eroe.

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Ang Lee Oscar

3. È stato nominato numerose volte. Quasi ogni suo film lo ha portato a ricevere candidature ai premi Oscar. La prima risale al 1994, nella categoria miglior film straniero per Il banchetto di nozze. Nella stessa categoria verrà poi nominato Mangiare bere uomo donna e La tigre e il dragone, con quest’ultimo che risulterà poi vincitore. Sempre per questo film Lee verrà nominato anche come miglior regista e per il miglior film. Nel 2006 vince invece l’Oscar come miglior regista per il film I segreti di Brokeback Mountain. Nel 2013 vince nuovamente nella stessa categoria per Vita di Pi, con cui viene anche nominato per il miglior film.

Ang Lee Hulk

4. Il film fu un insuccesso. Nel 2003 il regista si cimenta con la trasposizione del film Hulk, tratto dai celebri fumetti Marvel. Nonostante l’approccio originale alla materia narrativa e la regia sperimentale, il film si rivela un insuccesso di critica e pubblico, i quali evidenziano problemi di sceneggiatura e di tecnica. Con questo film Lee realizza dunque il primo passo falso della sua carriera.

Ang Lee I segreti di Brokeback Mountain

5. È il suo più grande successo. Nonostante il flop di Hulk, due anni dopo il regista realizza il film I segreti di Brokeback Mountain. Nonostante la storia fosse lontana dal mondo cinematografico di Lee, questi ha dichiarato di essersi sentito attratto dal mistero in essa contenuto, desiderando di poterlo realizzare. Il film si è in seguito rivelato un successo di critica e pubblico, divenendo il più celebre racconto cinematografico di un amore omosessuale.

6. Ha vinto premi molto importanti. Il film fu presentato in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove vinse il Leone d’Oro. Successivamente ottenne otto nomination ai premi Oscar, riportando tre vittorie. Il film è stato inoltre premiato ai Golden Globe, ai Bafta e ai Critics Choice Awards.

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Ang Lee Lussuria – Seduzione e tradimento

7. Ha vinto il Leone d’Oro a Venezia. Il film fu presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove vinse infine il Leone d’Oro, il secondo per Lee.

8. Ha subito una forte censura. Il film ha incontrato diversi problemi di distribuzione in molti paesi per via delle sue prolungate ed esplicite scene di sesso. In Cina il film ha subito numerosi tagli, perdendo così parte del suo potenziale e della sua atmosfera.

Ang Lee Vita di Pi

9. Ha avuto un grande budget. Per girare il film Vita di Pi il regista si è avvalso di un budget di circa 120 milioni di dollari. Gran parte di questi sono stati spesi per la realizzazione tecnica del film, tra cui la costosa CGI della tigre protagonista nonché degli ambienti. Lee ha in seguito dichiarato che questo è stato senza dubbio il suo film più ambizioso.

Ang Lee età e altezza

10. Ang Lee è nato a Pingtung, Taiwan, il 23 ottobre 1954. L’altezza complessiva del regista è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

The Batman: 10 gadget che vorremmo vedere nel film

The Batman: 10 gadget che vorremmo vedere nel film

Tolto il costume, Batman è solo un uomo come tanti. Quando lo indossa diventa un abile combattente che però ha bisogno di una ricca varietà di potenti gadget, armi e veicoli per assicurarsi di poter affrontare i più cattivi criminali di Gotham City. Ma quali sono quelli che vorremmo vedere in The Batman, il film di Matt Reeves con Robert Pattinson che riavvierà le sorti del personaggio al cinema? Ecco qualche idea:

Bat-Rampino

Questo è dei pochi dispositivi visti nella serie di videogiochi Arkham di Rocksteady, ovvero il Bat-Rampino, gadget iconico usato in molte copertine di fumetti per mostrare Batman che oscilla sulle strade di Gotham City. E se la storia del nuovo film abbraccerà davvero l’intera città, allora il rampino è ciò che servirà a Batman per spostarsi da un edificio all’altro e catturare i nemici.

Palline di fumo

Utilizzate per stordire i nemici o semplicemente fuggire da loro, le palline di fumo di Batman hanno svolto un ruolo importante sia nella serie di videogiochi Rocksteady che nei fumetti nel corso degli anni. Quando è circondato da un gruppo di teppisti armati, il crociato di Gotham si serve di questi dispositivi per mascherare la sua fuga e apparire dietro di loro pochi secondi dopo.

Bat-Aereo

Dopo la versione vista in Justice League, c’è spazio per una versione alternativa del Bat-Aereo anche qui, prendendo spunto dalle storie di Scott Snyder e Greg Capullo, permettendo al detective di volare sopra Gotham più velocemente degli avversari.

Gel esplosivo

Visto nella serie di videogiochi Arkham, il gel esplosivo (sparato da una piccola pistola e spruzzato a forma di pipistrello) viene usato da Batman per abbattere i muri e persino eliminare i criminali da lontano quando si trovano nelle immediate vicinanze.

Il potere della deduzione

Sebbene non sia effettivamente un gadget materiale, il potere della deduzione è di sicuro l’ elemento della personalità del cavaliere oscuro che l’ha reso iconico nella galleria di personaggi della DC Comics. Batman v Superman e Justice League non gli hanno dato la possibilità di indagare sui crimini insieme a Jim Gordon, ma sappiamo per certo che questo aspetto cambierà nel film di Matt Reeves.

Cintura avanzata

Batman è sempre stato equipaggiato con la sua speciale cintura dove raccoglie gran parte dell’arsenale di armi, come il rampino, i Batarang, le capsule di fumo descritte sopra e molto altro.

Bat-Nave

Nel corso degli anni Batman ha utilizzato la Bat-Nave per viaggiare sia sopra che sott’acqua, che poi è qualcosa che non si vede spesso sul grande schermo, almeno nei film sul cavaliere oscuro. Magari grazie a questo veicolo raggiungerà l’Iceberg Lounge galleggiante di Pinguino, uno dei villain annunciati…

Batmobile

Non c’è film di Batman senza Batmobile, e questo sodalizio dovrebbe continuare anche nel nuovo reboot di Matt Reeves. Qualsiasi cosa accade, ci piacerebbe vedere altre versioni dell’iconico mezzo di trasporto, diverse da quelle avute finora nella trilogia di Nolan e negli adattamenti di Zack Snyder.

Bat-Computer

Il Bat-computer è un altro di quei gadget iconici di Bruce Wayne che l’eroe sfrutta insieme ad Alfred nella sua base. Ne abbiamo avuto un’anteprima nei film di Christopher Nolan, ed è possibile che il prossimo capitolo ci offra uno sguardo inedito sul dispositivo e ancora più aggiornato.

Anello di kryptonite

Sarebbe stato più utile nella trama di Batman v Superman: Dawn of Justice, tuttavia questo anello di kryptonite potrebbe tornare utile al nostro protagonista nella trama di The Batman come regalo ai fan e omaggio all’universo dei fumetti DC.

Leggi anche – The Batman: 10 teorie dei fan sul film con Robert Pattinson

Fonte: CBM

Ant-Man 3: Michelle Pfeiffer è possibilista

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Ant-Man 3: Michelle Pfeiffer è possibilista

Michelle Pfeiffer è possibilista in merito ad un eventuale Ant-Man 3. L’attrice si è unita al Marvel Cinematic Universe lo scorso anno grazie a Ant-Man & the Wasp di Peyton Reed, film in cui interpreta Janet van Dyne – moglie di Hank Pym (Michael Douglas) e madre di Hope van Dyne (Evangeline Lily). È lei la Wasp originale, dispersasi nel Reame Quantico dopo essere diventata subatomica per una missione.

La donna è rimasta nel Regno Quantico fino a che Scott Land (Paul Rudd) non ha offerto a Pym e a sua figlia uno spunto che ha permesso ai due di tornare a sperare di rivedere la donna. In Ant-Man & the Wasp, infatti, i tre si avventurano in una missione di salvataggio.

L’evento ha lasciato molte domande in sospeso, in particolare per quanto riguarda le nuove abilità di Janet e le sue esperienze nella dimensione alternativa. Ma con gli eventi di Avengers: Infinity War prima e di Endgame dopo, tutta l’attenzione del mondo si è concentrata su Thanos, sulla sua momentanea vittoria e sulla sua terribile sconfitta dopo.

Chi ha la memoria più lunga, però, non vuole cedere e vuole ancora sapere quali sono stati i cambiamenti subiti da Janet. Questo argomento potrebbe essere il nodo della trama di un eventuale Ant-Man 3.

A breve, vedremo Michelle Pfeiffer in Maleficent – La signora del Male, nuovo film Disney con Angelina Jolie, e in occasione della premiere, l’attrice ha parlato di questa eventualità ai microfoni di Variety. A quanto pare non si sa nulla del film Marvel Studios, ma nel caso in cui dovesse essere confermato, Michelle ha dimostrato molto entusiasmo e una sicura adesione:

Negli annunci all’ultimo Comic Con di San Diego, il film che chiude la trilogia dell’Uomo Formica non è stato annunciato, lasciando quindi i fan nel dubbio che forse non c’è interesse, da parte dei Marvel Studios, a realizzare un terzo film.

Più probabilmente, il nuovo corso del MCU dovrà assumere prima una forma definita e poi cominciare a reinserire tutti i personaggi che già conosciamo, accanto a quelli che invece saranno una vera e propria novità per il pubblico.

Avatar sequel: fuoco (in CGI) e acqua (reale) nelle nuove foto dal set

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Anche se in sordina, continua il certosino lavoro di James Cameron al suo enorme progetto dei sequel di Avatar. Il lavoro, che occuperò il regista per almeno i prossimi sei anni, sarà incentrato ad esplorare l’eredità dei personaggi di Jake e Neytiri, dei loro figli e della loro tribù, espandendo il mondo di Pandora.

La nuova immagine dal set dei sequel, diffusa dall’account Twitter ufficiale di Avatar, mostra James Cameron usare una camera 3D. Cameron sembra alle prese con una scena che comprende riprese subacquee mentre la scena stessa include fiamme in CGI. Potete vedere l’immagine di seguito:

La storia nei sequel di Avatar racconterà dunque di Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) e dei loro figli che sono impegnati a vivere la loro vita su Pandora e ad affrontare i conflitti con l’umanità.

Avatar 2 debutterà il 18 dicembre 2020, seguito dal terzo capitolo il 17 dicembre 2021. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 20 dicembre 2024 19 dicembre 2025.

MCU: i segreti più interessanti dal dietro le quinte

MCU: i segreti più interessanti dal dietro le quinte

Il MCU è ricco di segreti nascosti tra le pieghe dei film, e da più di dieci anni continua a stupire il pubblico per la maniera in cui questi vengono perfettamente celati. Alcuni sono semplici easter egg utili a compiacere i fan dei fumetti originali, altri vere e proprie chicche che vanno oltre l’omaggio, ma spesso poco evidenti nel marasma di effetti speciali e combattimenti. Ma non dimentichiamoci ciò che accade dietro le quinte della realizzazione dei film, curiosità ancora più interessanti soprattutto per i fan.

Ecco allora di seguito 10 segreti che probabilmente non sapevate dal backstage delle prime tre fasi:

Il ruolo di Thanos è stato riscritto in una seconda stesura di The Avengers

thanos

Mentre stava scrivendo The Avengers, Joss Whedon sentiva che doveva esserci un cattivo più potente di Loki, qualcuno il cui obiettivo era conquistare la Terra attraverso tanti seguaci. Perciò solo in un secondo momento suggerì di introdurre Thanos ai Marvel Studios come signore cosmico che permea tutto il MCU e che avrebbe assunto pian piano un ruolo sempre più importante riapparendo nei titoli di coda di Age of Ultron.

Endgame doveva chiamarsi Infinity War – Part 2

avengers: endgame

Non tutti sanno che originariamente Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame erano stati concepiti come due parti dello stesso film, e avrebbero dovuto intitolarsi Infinity War Parte 1 e 2. È così che vennero annunciati da Kevin Feige durante i Comic Con, prima della conferma ufficiale dei titoli che conosciamo oggi.

Ant-Man e Wasp dovevano comparire in The Avengers

evangeline lilly ant-man 3

L’idea iniziale di Joss Whedon per The Avengers era includere nel team anche Ant-Man e Wasp (membri originali dei Vendicatori nei fumetti, tuttavia furono i Marvel Studios a rimandare l’ingresso in scena della coppia per dare più spazio ai personaggi nel film solista.

Tom Holland e Robert Downey Jr. hanno improvvisato la scena della morte di Spider-Man

La devastante morte di Peter Parker in Infinity War ha lasciato in lacrime i fan. E se il film è ricco di momenti spensierati, quel “I do not wanna go” pronunciato da Tom Holland fra le braccia di Robert Downey Jr. rappresenta l’altro lato di un racconto ben più maturo delle aspettative.

Ciò che rende così incredibile la scena è il fatto che l’attore abbia improvvisato l’intera battuta. I fratelli Russo volevano che fosse o emozionante e gli avevano dato un solo consiglio: “Pensa che sei un ragazzo e non vuoi morire“. Così Holland ha preso questo suggerimento alla lettera e il gioco è fatto…

Endgame si è parzialmente ispirato a Star Trek

Non è un segreto che Kevin Feige sia un fan sfegatato di Star Trek, e lui stesso ha confermato che Avengers: Endgame è stato parzialmente influenzato dal finale della serie di Star Trek: The Next Generation, da molti considerato come uno dei i più grandi episodi mai realizzati nella storia del piccolo schermo. Un altro omaggio è stata la presenza dei sei autografi dei membri principali del cast dei Vendicatori nei titoli di coda, ripresa da Star Trek VI: The Undiscovered Country.

James Spader era l’unica scelta di Joss Whedon per Ultron

Al contrario di quanto si pensi, Joss Whedon ha sempre avuto in mente un solo attore per il ruolo di Ultron nel secondo film dei Vendicatori: James Spader.Spader è stata la mia prima e unica scelta” avrebbe dichiarato in seguito il regista, “Ha quella voce ipnotica che può essere stranamente calma e avvincente, ma è anche molto umana e divertente.”

Josh Brolin ha indossato una “testa” di gomma piuma per interpretare Thanos

Le scene di Infinity War ed Endgame in cui gli attori interagiscono con Thanos sono risultate tra le più convincenti e cariche di emozioni, e la cosa più incredibile è che il cast ha dovuto recitare al cospetto di un Josh Brolin ornato con una testa di gomma piuma gigante per simulare la vera altezza del Titano.

La protesi di Chris Evans per la scena dello shawarma

Nell’iconica scena post-credits di The Avengers che mostra i supereroi in un fast food, molti avranno notato che Captain America è l’unico a non toccare cibo. E che dire della sua faccia? Ebbene, visto che la sequenza fu girata dopo le riprese principali, i produttori dovettero nascondere la barba di Chris Evans con una protesi che gli impediva qualsiasi movimento.

Scarlett Johansson era incinta durante le riprese di Age of Ultron

Molti fan sono rimasti delusi dal ruolo quasi marginale di Vedova Nera in Avengers: Age of Ultron, ma a quanto pare questo dettaglio potrebbe aver avuto a che fare con la gravidanza di Scarlett Johansson durante le riprese che non le ha reso possibile fare tutte le necessarie acrobazie.

“Ti voglio bene 3000” è stata un’idea di Robert Downey Jr.

iron man

È stato Anthony Russo, in un’intervista, a rivelare il vero retroscena dietro la celebre battuta, e quanto pare l’ispirazione è stata fornita dallo stesso Robert Downey Jr.

L’attore ha infatti raccontato ai registi un aneddoto circa quel “Ti voglio bene 3000” detto  a lui da uno dei suoi bambini, convincendoli che fosse il modo migliore per arricchire la sceneggiatura. D’altronde non è la prima volta che Downey contribuisce personalmente a modificare o aggiungere qualche sfumatura al personaggio, che nel corso degli ultimi undici anni è cresciuto sullo schermo insieme al suo interprete diventando la figura più iconica del franchise.

Leggi anche – MCU: 10 situazioni che potevano essere risolte rapidamente con l’arrivo di Captain Marvel

Army of the Dead: Zack Snyder rivela i dettagli della trama

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Army of the Dead: Zack Snyder rivela i dettagli della trama

Zack Snyder ha dichiarato che il suo action-zombie movie, Army of the Dead, uscirà nell’inverno 2020 e ha rivelato alcuni dettagli della trama del film, fino a questo momento ammantata di mistero.

Dopo aver trascorso una parte significativa degli ultimi dieci anni lavorando nel mondo della DC, il regista sta tornando al genere che in primo luogo lo ha reso famoso. In effetti, quelli con la memoria lunga potrebbero ricordare che Sndyer ha fatto il suo debutto come regista nel 2004, con L’alba dei morti viventi, un remake del classico horror di George A. Romeo.

Intitolato Army of the Dead, il nuovo progetto di Snyder ha trovato spazio sulla piattaforma di Netflix, dopo che una versione precedente del film (che Snyder doveva produrre solo) non era riuscita a decollare alla Warner Bros. alla fine degli anni 2000. La produzione è ufficialmente iniziata in estate, con Snyder alla regia di un cast guidato da Dave Bautista, Ella Purnell, Theo Rossi, Hiroyuki Sanada, Chelsea Edmundson e Raúl Castillo.

Durante il Preston & Steve Fun Size Podcast, in occasione dello spostamento ad Atlantic City delle riprese, Snyder ha rivelato che la storia di Army of the Dead inizia con una Las Vegas colpita da una apocalisse zombi, contenuta in un recinto di container costruiti intorno alla città. Sei anni dopo, tuttavia, uno dei proprietari di un casinò di Las Vegas ancora in vita recluta una squadra di “soldati zombi” (guidati dal personaggio di Bautista) per entrare nella città in quarantena e recuperare i suoi soldi da una cassaforte nel suo vecchio casinò. Snyder ha anche confermato che Netflix sta attualmente pianificando di far uscire Army of the Dead nell’inverno 2020, con una data da stabilire.

I nuovi dettagli si allineano con quanto riportato dalla prima sinossi che recita: “L’avventura è ambientata durante un’epidemia di morti viventi a Las Vegas, quando un uomo decide di radunare un gruppo di mercenari per compiere un ultimo grande colpo nella zona di quarantena e mettere a segno la più grande rapina mai tentata.

Nel cast del film ci sono Dave Bautista, Ella Purnell, Garret Dillahunt, Ana de la Reguera, Theo Rossi, Nora Arnezeder e Chris D’Elia.

Birds of Prey: Harley Quinn ha influenzato i costumi della squadra

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Warner Bros. ha esposto i costumi di Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) al New York Comic Con 2019, rivelando l’influenza di Harley Quinn su un altro membro del team.

Il film è una specie di spin-off di Suicide Squad, in cui la storia ruota intorno al personaggio interpretato da Margot Robbie. Descritto come un’avventura di una gang di ragazze rating R, il film segue Harley mentre si lascia alle spalle la storia con Joker e cerca di stabilire una relazione molto meno tossica con i suoi nuovi amici, le Birds of Prey, appunto.

Il marketing del film (incluso il trailer ufficiale che è uscito questa settimana) si è concentrato principalmente su Harley, e la sua estetica personale squilibrata sembra influenzare pesantemente l’aspetto e lo stile di Birds of Prey nel suo insieme. In effetti, il “marchio” di Harley è persino evidente negli abiti delle sue compagne di squadra.

Trai costumi del film, esposti alla convention di New York, spicca infatti quello di Renee Montoya. Un abbigliamento che potremmo definire “civile” nasconde un dettaglio molto particolare. Il corpetto sotto alla camicia del personaggio altro non è che un chiaro omaggio al costume da giullare di Harley Quinn, il più classico dei suoi outfit! Ecco l’immagine di seguito:

Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn), spin-off di Suicide Squad, vede protagonista la squadra di antieroine capitanate da Margot Robbie.

Il film, diretto da Cathy Yan arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya), Ella Jay Basco (Cassandra Cain) e Ewan McGregor (Maschera Nera).

La prima sinossi del film riporta:

Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un malvagio signore del crimine.

Doctor Doom: il film è in un limbo alla Marvel

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Doctor Doom: il film è in un limbo alla Marvel

Noah Hawley ha fornito un aggiornamento sul suo lungometraggio dedicato al Doctor Doom, spiegando che l’acquisizione della Fox da parte della Disney ha lasciato il film nel limbo ai Marvel Studios.

Il progetto è stato annunciato per la prima volta al Comic Con di San Diego nel 2017, e la sceneggiatura di Hawley è stata oggetto di grande interesse per i fan del cattivo della Marvel, ma anche per i fan di Hawley, che aveva già fatto un ottimo lavoro con Legion, serie basata sugli omonimi fumetti.

Hawley sembrava aver stretto un accordo con Fox nell’estate del 2018, quando il personaggio di Doctor Doom era ancora di proprietà dello studio. Dal momento che nessuna delle due incarnazioni cinematografiche del personaggio proposte in precedenza hanno soddisfatto i fan, un terzo adattamento incentrato solo su questo personaggio poteva rappresentare una scappatoia per dargli giustizia.

Poi però l’accordo Marvel-Fox è stato concluso e tutti i personaggi sono stati trasferiti alla Disney, con un conseguente rallentamento dei progetti in corso.

Ora, in un’intervista con Uproxx, Hawley ha rivelato che c’è ancora speranza per il suo film su Doctor Doom, anche se sembra molto esile. In un incontro con Kevin Feige, il capo dei Marvel Studios ha chiesto direttamente a Hawley se stava ancora lavorando al progetto. Hawley replicò: “Dovrei ancora lavorarci su? Presumo che abbiate un piano in un cassetto da qualche parte per I Fantastici Quattro”. L’unica risposta di Feige fu un sorriso enigmatico, anche se in realtà è stato confermato che una versione MCU di I Fantastici Quattro è ufficialmente in arrivo. Se questi piani includano il Doctor Doom di Hawley rimane poco chiaro.

James Franco: la sua scuola di recitazione accusata di sfruttamento sessuale

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La scuola di recitazione di James Franco, Studio 4, sta affrontando una causa intentata dai suoi studenti per sfruttamento sessuale. Franco è riconosciuto come un attore le cui ricerche artistiche e creative lo hanno portato in molti campi dell’espressione artistica, dal cinema, alla pittura, alla scrittura. A causa del corpus imponente di lavoro di cui è autore, tuttavia, la legge dei grandi numeri impone che non tutti i suoi sforzi si traducono in opere valide dal punto di vista artistico.

Adesso però sulla testa di James Franco si addensano delle nubi. Il New York Times riferisce che la stella di Pineapple Express deve affrontare delle azioni legali, a seguito di accuse. Due ex studentesse della defunta scuola di recitazione di Franco, Studio 4, hanno presentato azioni legali, sostenendo che Franco e i suoi compagni nella scuola “hanno intrapreso un diffuso comportamento inappropriato nei confronti delle studentesse”. Queste accuse sono sorte per la prima volta nel gennaio 2018 (accuse che costarono a James Franco la nomination all’Oscar come migliore protagonista per The Disaster Artist), con cinque donne che si sono fatte avanti per dire che sentivano che James Franco aveva abusato del suo potere e si era comportato in modo inappropriato.

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Le due ex studentesse, Sarah Tither-Kaplan e Toni Gaal, sostengono di aver ricevuto promesse di audizioni esclusive per i progetti di Franco, promesse disattese poi in fase di casting che venivano aperti anche agli studenti che non avevano pagato le tasse della scuola.

Sostengono anche che la scuola offriva una “master class” in scene di sesso, al costo di $ 750, con gli attori tenuti a fare audizioni su una videocassetta e firmare la loro liberatoria su queste registrazioni. In entrambe le audizioni per questi corsi, le donne affermano di essere state incoraggiate a spingersi oltre le loro comfort zone in “atti sessuali simulati che andavano ben oltre gli standard del settore”. 

Martin Scorsese pensa che i film Marvel “non siano cinema”

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Martin Scorsese pensa che i film Marvel “non siano cinema”

Martin Scorsese afferma che sebbene abbia provato a guardarli, pensa che i film Marvel non siano cinema. Con oltre mezzo secolo di film al suo attivo, Scorsese occupa innegabilmente il suo posto trai grandi registi della storia del cinema. Un cinefilo nel vero senso della parola, Scorsese è sempre stato un amante dei film e la sua produzione risente di questo folle amore per la settima arte.

Proprio per questa stagione cinematografica è atteso il prossimo film di Martin Scorsese, l’attesissimo The Irishman, che riunisce due leggende della recitazione come Robert De Niro e Al Pacino, per la prima volta in scena insieme, e il collaboratore di lunga data di Scorsese, Joe Pesci.

Il regista newyorkese è famoso per le sue liste di film da vedere assolutamente, quelle pellicole immancabili nella cultura cinematografica di chiunque. Più di recente durante un’intervista con Empire, Scorsese ha rivelato le sue opinioni su uno dei più grandi fenomeni dell’industria dell’ultimo decennio: i film Marvel. L’opinione del regista è severa, ma non per questo non condivisibile:

“Non li vedo. Ci ho provato, sai? Ma questo non è cinema. Onestamente, la cosa più vicina  a questo genere di film che mi viene in mente, con gli attori che fanno la loro parte in quel modo, è un parco a tema. Non è il cinema degli esseri umani che cercano di trasmettere esperienze emotive e psicologiche a un altro essere umano.”

Sicuramente qualcuno non sarà d’accordo e certamente essersi fermati ai primi film Marvel Studios limita la conoscenza e l’esperienza, visto che nel corso degli anni questi prodotti si sono evoluti e stratificati parecchio. L’idea di Martin Scorsese però non è del tutto priva di fondamento, ma come al solito la ragione sta nel mezzo.

Michela Andreozzi e il suo cast al femminile presentano Brave ragazze

Ispirato a una storia vera, Brave ragazze, in sala dal 10 ottobre, racconta di quattro donne di provincia, interpretate da Serena Rossi, Ambra Angiolini, Silvia D’Amico e Ilenia Pastorelli, che dopo l’ennesimo rovescio della sorte, decidono di dare una svolta alle loro vite, in modo non proprio ortodosso: rapinando la banca del paese. Nel cast anche Luca Argentero, Massimiliano Vado, Stefania Sandrelli e Max Tortora.

La regista Michela Andreozzi racconta così la genesi del suo secondo lungometraggio, dopo Nove lune e mezza: “La prima idea del film nasce tantissimi anni fa assieme ad Alberto Manni. Abbiamo iniziato con un ritaglio di giornale: un’intervista a una delle rapinatrici, uscita dal carcere, che raccontava cosa le era rimasto di quell’esperienza. C’erano situazioni così paradossali e soprattutto, queste donne cavalcavano un pregiudizio: che le donne non facciano certe cose e quindi, se ci travestiamo da uomini non ci beccherà nessuno. Questo elemento è andato a colpire in un punto a me caro, la questione della realizzazione femminile”. “Dopo Nove lune e mezza abbiamo riletto questo vecchio progetto con i produttori [Paco Cinematografica ndr] e abbiamo deciso di farlo, anche se era un azzardo, perché due anni e mezzo fa non c’era l’attenzione che c’è in questo momento al femminile”.

Il film ricostruisce la provincia italiana degli anni ’80. La regista spiega il motivo di questa ambientazione e la scelta di Gaeta: “questa storia è successa davvero negli anni ’80 […] I colpi che le rapinatrici hanno messo a segno allora, con la tecnologia che c’è adesso non sarebbero possibili. Poi mi interessava capire quanto la condizione della donna di quegli anni sia cambiata o rimasta la stessa. Le cose sono purtroppo cambiate poco, soprattutto per una certa fascia sociale.

Ho deciso di girare a Gaeta perché lì ho passato i miei anni ’80. Ho negli occhi scorci di mia madre che cammina con mio fratello e mia sorella. Il gioco di Anna coi figli è molto legato al ricordo che ho di mia madre in quegli anni. Ho innestato i miei anni ’80 e la provincia che conoscevo con la storia vera, accaduta in una zona centrale della Francia, vicino ad Avignone, né Parigi, né Costa Azzurra. Allo stesso modo, Gaeta è centrale, senza essere né Roma, né Napoli. Poi gli anni ’80 secondo me sono fichissimi! […] L’idea di travestirsi da uomini, di essere una “boy band” è stata di Ambra, ispirata ai Duran Duran, e l’ho accolta subito”.

La regista individua poi il cuore del film nello spirito di gruppo, nella solidarietà tra le protagoniste, a suo avviso perfetta per veicolare un messaggio: “il fatto che insieme si funziona come un organismo unico, si è più forti e si possono anche fare cose sbagliate, ma grandi cose”. E spiega così la scelta delle componenti di questo affiatato cast: “Le ho individuate perché le ho viste nella mia testa mentre scrivevo. Erano loro. […] Mi sono innamorata in modi diversi di ciascuna. […] Sono state scelte per il loro temperamento, perché hanno quattro caratteristiche diverse che si sposavano bene con le loro caratteristiche umane: Ambra Angiolini, una pasionaria; una … com’è Ilenia Pastorelli? Originale. Serena Rossi accogliente, e Silvia D’Amico un pezzo raro”. Mentre per la componente maschile: “Luca Argentero per me rappresenta gli uomini positivi”. “Il suo personaggio è un uomo che non ha pregiudizi; mentre è stato divertente dirigere mio marito (Massimiliano Vado ndr) in un ruolo abominevole [quello di un uomo rozzo e violento nei confronti della moglie Maria, interpretata da Serena Rossi, ndr], perché avendolo in casa, sapevo dove potevo andare a spingere”.

Ecco invece come gli attori vedono i propri personaggi. Ambra Angiolini descrive Anna come “una donna indipendente dalla formalità, da ciò che si dovrebbe fare se hai due figli, […] una che si inventa la vita senza farne per forza una fiaba e non la racconta neanche ai suoi figli questa storia per forza a lieto fine, spera che accada e giorno per giorno inventa qualcosa di diverso”. Per l’attrice il tratto peculiare della pellicola è la gentilezza: “E’ un film gentile e la gentilezza è abbastanza rara di questi tempi. […] Tutta questa schifezza che si trova in giro, sui social. La gentilezza non c’è, per cui è un film futurista, è quello che dovremmo tornare a essere, pur trattando argomenti sbagliati come le rapine in banca. Il film non è gli anni ’80, è quello che dovremmo essere nel 2020”.

Serena Rossi ci tiene a sottolineare che sul set  “c’è stato un grande rispetto di tutte verso tutte”. La sua Maria, la cui storia, dice, “mi commuove sempre”, “è una donna devota alla Madonna, alla famiglia, al marito violento, cattivissimo, spaventosissimo e ha questo gruppo di amiche che in qualche modo la salva. Tutte la vogliono proteggere, ma è lei che non si protegge da sola, perché pensa che quella sia la sua condizione, la sua normalità, cosa purtroppo comune a tante donne anche oggi. Però, grazie all’amicizia di altre femmine riesce a trovare la forza di fare un gesto eclatante. Attraverso questo percorso lei capirà quello che vuole davvero, che può avere anche altro dalla vita, che merita di più. […] Io l’ho amata molto, ho avuto anche un sacco di dolori per colpa sua. Ero così tesa nelle scene con Massimiliano, che il giorno dopo avevo dolori dappertutto”.

Ilenia Pastorelli afferma che Chicca è stato per lei “un personaggio bellissimo perché ha molte sfaccettature, anche un po’ diverso: in genere faccio sempre la fidanzata o l’amica di, sono sempre subordinata a una figura maschile. Invece in questo caso il mio personaggio fa parte di un gruppo di donne, è ribelle, arriva a farsi molte domande su sé stessa, sulla sua sessualità. […] Mi ha permesso di togliere quella parte femminile in eccesso”. Con essa, anche i tacchi, per indossare con disinvoltura i più comodi camperos vintage della regista.

Per Silvia D’Amico, che nel film è Caterina, sorella di Chicca, la forza del quartetto di attrici e di personaggi di cui fa parte “sono le diversità”. “Il messaggio nuovo del film è che l’unione di un gruppo di donne può dare forza e può portare a un certo tipo di realizzazione, nonostante le grandissime differenze e le difficoltà che ci sono. Noi abbiamo vissuto questo davvero mentre eravamo a Gaeta, perché non ci conoscevamo prima, ed è successa questa magia. Michela è stata una bravissima direttrice d’orchestra. È bello avere una regista donna che ha capito i nostri punti deboli e i punti di forza. Ci ha spinte ad osare in certe direzioni che probabilmente nessuna di noi aveva mai provato prima”.

Luca Argentero si dice orgoglioso di far parte del progetto e convinto sostenitore del punto di vista della regista sul cinema, della sua voglia di raccontare al femminile. “Un’esigenza che forse c’è perché lo sguardo di Michela è molto attento e preciso. Nulla è lasciato al caso, anche per un personaggio strumentale alla storia come il mio. C’è questa dovizia di particolari, l’essere scrupolosa, che contrasta con l’euforia di un gruppo di donne scalmanate”. “Non dovrebbe esserci l’esigenza di sottolinearlo, ma è importante che ci sia una donna così oggi, qui, a presentare questo film”. Altro motivo che lo ha convinto ad accettare il ruolo dell’ispettore Morandi, aggiunge l’attore, è stata “la possibilità di fare un’altra piccola trasformazione, che per gli attori è sempre divertente. Michela mi mandava foto di Tom Selleck e William Hurt, mentre io guardavo l’album di famiglia e vedevo mio padre, sono uguale a lui negli anni ’90”. “Il cuore del film”, dice infine, “per me è il coraggio: lo stesso Morandi ha il coraggio di prendere in mano la sua vita. È una storia in cui i protagonisti decidono di prendere in mano la loro vita e renderla migliore di quello che è”.

Diretto da Michela Andreozzi, Brave Ragazze è in sala dal 10 ottobre, distribuito da Vision Distribution.

Clerks III: Kevin Smith conferma il progetto

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È lo stesso Kevin Smith a confermare che tornerà a raccontare i personaggi di Clerks. C’erano già stati un paio di episodi in cui aveva pensato di rimettere mano alla saga nerd, ma adesso sembra ufficiale, a distanza di 25 anni dal primo film: Clerks III è in lavorazione.

“Abbiamo parlato della possibilità di fare un film insieme – scrive il regista su Instagram -Sarà un capitolo conclusivo della saga, che racconta come non si è mai troppo vecchi per cambiare completamente la tua vita. Sul modo in cui un’amicizia lunga decenni si confronta con il futuro. Ci porterà all’inizio, in un ritorno agli albori della civilizzazione nel grande stato del #newjersey. Sarà un film con protagonista Jeff insieme a Brian O’Halloran, con Jay ed io in ruoli di contorno. Si intitolerà Clerks III!”.

Mentre i fan possono dichiararsi contenti, visto che si tratta, per la prima volta, di una conferma che sembra ufficiale, Kevin Smith è atteso in sala con la sua nuova avventura, sempre in salsa amarcord: Jay e Silent Bob: reboot.

Robert De Niro accusato di discriminazione di genere da un’ex dipendente

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L’attore premio Oscar Robert De Niro è stato accusato di discriminazione di genere e di sostegno di un ambiente di lavoro abusivo per le donne in una causa da 12 milioni di dollari presentata da un ex dipendente, Graham Chase Robinson. Tra le altre cose, De Niro è stato accusato di usare un linguaggio sessista, chiamando le dipendenti donne “fiche” e “femmine”, e riferendosi a Robinson, che era la sua assistente esecutiva, come la “moglie dell’ufficio”.

“Robert De Niro è qualcuno che si è aggrappato a vecchie abitudini – si legge nella causa – Non accetta l’idea che gli uomini dovrebbero trattare le donne come pari. Non gli importa che la discriminazione di genere sul posto di lavoro violi la legge. La signora Robinson è vittima di questo atteggiamento.”

La Robinson è stata oggetto di una causa legale per 6 milioni di dollari in cui è stata accusata di appropriazione indebita di denaro e di aver guardato Netflix durante le ore di lavoro. Quella causa è diventata virale perché secondo l’accusa, la Robinson ha trascorso un periodo di quattro giorni, a gennaio, a guardare 55 episodi della serie Friends.

Le accuse contro De Niro cadono proprio alla vigilia dell’uscita in sala di Joker e The Irishman, due film che lo vedono trai protagonisti. Anche la compagnia di De Niro, Canal Productions, è stata chiamata nella causa.

Dal canto suo, la Robinson afferma di essere sottopagata rispetto ai colleghi maschi. De Niro avrebbe scherzato con Robinson sulla sua prescrizione di Viagra, le chiese di immaginarlo sul water e le suggerì di rimanere incinta usando lo sperma da un collega maschio sposato.

Robinson continua dicendo che ad aprile, ha presentato le sue dimissioni e ha chiesto al suo avvocato di dire alla squadra di De Niro che stava contemplando una causa che avrebbe affrontato la discriminazione di genere e le violazioni salariali di De Niro.

Staremo a vedere come si svilupperà l’accusa e se diventerà una causa ai danni dell’attore.

Fonte: Variety

Richard Jewell: trailer del nuovo film di Clint Eastwood

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Richard Jewell: trailer del nuovo film di Clint Eastwood

Oggi, la Warner Bros. ha diffuso in rete il primo trailer di Richard Jewell, il nuovo film diretto da Clint Eastwood, che arriverà il prossimo 13 dicembre nelle sale statunitensi.

Si tratta dell’adattamento cinematografico di American Nightmare: The Ballad of Richard Jewell, biografia della guardia di sicurezza Richard Jewell che, dopo aver sventato, nel 1996, un attentato alle Olimpiadi di Atlanta, venne successivamente accusato proprio di quello stesso attentato dopo l’uscita di un articolo pubblicato sull’Atlanta Journal Constitution. Jewell, dichiarato innocente dall’FBI ma caduto in disgrazia, morì giovanissimo, a 44 anni, nel 2007, in seguito ad un attacco di cuore.

 

La Warner Bros distribuisce il film che vede nel cast Paul Walter Hauser, Kathy Bates, Olivia Wilde, Sam Rockwell e Jon Hamm. La data d’uscita italiana non è ancora nota. La sceneggiatura è stata firmata da Billy Ray.

The Informer – Tre Secondi Per Sopravvivere, il trailer

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The Informer – Tre Secondi Per Sopravvivere, il trailer

Ecco il primo trailer di The Informer – Tre Secondi Per Sopravvivere. Con The Informer – Tre Secondi Per Sopravvivere l’attore-scrittore-regista Andrea Di Stefano firma il suo secondo adrenalico lungometraggio con Joel Kinnaman, Rosamund Pike, Common e Clive Owen, dopo il successo ottenuto nel 2014 con la sua opera prima “Escobar: Paradise Lost” con Benicio Del Toro.

The Informer – Tre Secondi Per Sopravvivere è un crime thriller ricco d’azione e colpi di scena con una forte componente emozionale, basato sul romanzo svedese “Tre Sekunder,” di Roslund & Hellström pubblicato in Svezia nel 2009 e tradotto in inglese l’anno seguente. Arriva al cinema il 17 ottobre distribuito da Adler Entertainment.

Sinossi – Pete Koslow (Joel Kinnaman) è un ex soldato specializzato in operazioni speciali che lavora come informatore per l’FBI per smantellare il traffico di droga della mafia polacca a New York. Quando l’operazione dell’FBI si mette male, con la morte di un poliziotto del NYPD sotto copertura, Pete è obbligato a tornare a Bale Hill, la prigione in cui era stato detenuto in passato per omicidio, per scardinare il cartello dall’interno.

YULI – Danza e Libertà: il trailer del film

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YULI – Danza e Libertà: il trailer del film

Dopo essere stato presentato in anteprima al Festival del cinema spagnolo ed essersi aggiudicato il premio per la Miglior sceneggiatura a Paul Laverty al Festival di San Sebastián, l’applauditissimo “YULI – Danza e Libertà” della spagnola Icíar Bollaín arriva nelle sale italiane il 17 ottobre 2019 con EXIT media.

L’uscita del film prevede un tour di anteprime, accompagnate da grandi ospiti tra cui: Paul Laverty, storico sceneggiatore di Ken Loach, l’attore cubano Santiago Alfonso e la coreografa e ballerina María Rovira. Si partirà con Roma il 14 ottobre (cinema Farnese), per poi proseguire con Firenze (cinema Stensen), Torino (cinema Fratelli Marx), Bari (multicinema Galleria), Matera (cinema Il Piccolo), Genova (cinema dei Cappuccini), Milano (cinema Anteo), Verona (Cinema Alcione). Inoltre, il film parteciperà in quei giorni al Terni Pop Film Festival, al Premio Efebo d’Oro a Palermo e al Festival del cinema spagnolo in Italia.

Associazioni e scuole di danza di tutta la penisola parteciperanno agli eventi insieme all’Ambasciata di Cuba in Italia. Il film è distribuito grazie al co-finanziamento dal programma MEDIA Europa Creativa della UE.

SINOSSI – Il film racconta l’incredibile storia di Carlos Acosta, in arte Yuli, vera e propria leggenda della danza. Grazie alla maestria di Paul Laverty – sodale collaboratore di Ken Loach da La canzone di Carla in poi – e all’accurata regia di Icíar Bollaín (Ti do i miei occhi; También la lluviaEl olivo), l’opera narra l’incredibile parabola del ballerino cubano, che da piccolo rifiutava la disciplina della danza. Obbligato dal padre, che vuole dargli un’opportunità per voltare le spalle alla povertà che attanaglia Cuba dopo decenni di embargo, Yuli giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato per grazia e capacità tecniche a miti quali Nureyev e Baryshnikov. Il film uscirà in edizione italiana e in versione originale sottotitolata, nella settimana in cui si celebra anche il Giorno della Cultura Cubana (20 ottobre).

Il Sindaco del rione Sanità prosegue la sua programmazione

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Il Sindaco del rione Sanità prosegue la sua programmazione

Dopo la calorosa accoglienza di pubblico e critica in 300 sale italiane nei 3 giorni di uscita evento dedicata al film, da domani Il Sindaco del rione Sanità di Mario Martone prosegue la sua programmazione in molte città italiane (elenco completo su www.nexodigital.it).

Raccogliendo 30.000 spettatori in tre giorni e posizionandosi anche ieri terzo sul podio del box office, Il Sindaco del rione Sanità, tratto dal capolavoro di Eduardo De Filippo con Francesco Di Leva nel ruolo del protagonista, ha entusiasmato le platee italiane e dato vita a un appuntamento cinematografico capace di unire generazioni diverse di fronte a un film di forte attualità capace di raccontare l’eterna lotta tra il bene e il male.

Continua anche il tour di Mario Martone per presentare il film in sala e incontrare il pubblico. Domani, 4 ottobre, alle 20.30 sarà al cinema Farnese di Roma insieme a Massimiliano Gallo per ritirare il Premio Francesco Pasinetti 2019 (Miglior film, Miglior attore protagonista per Francesco Di Leva e Miglior attore non protagonista per Massimiliano Gallo), riconoscimenti assegnati a Venezia durante la 76ª Mostra del Cinema di Venezia dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI).

Sabato 5 ottobre alle 20.30 il regista saluterà a Pisa il pubblico del cinema Arsenale e lunedì 7 sarà la volta di Castelfiorentino, il mattino con le scuole e la sera con il pubblico.

Il Sindaco del Rione Sanità, recensione del film di Mario Martone #Venezia76

Dopo aver messo in scena a teatro, nel 2017, il capolavoro di Eduardo De Filippo dirigendo Francesco Di Leva nei panni del Sindaco e gli attori della Compagnia del Nest di Napoli, Martone ne ha realizzato l’adattamento cinematografico, presentato in concorso ufficiale alla 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Nel cast Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo, Daniela Ioia, Giuseppe Gaudino, Gennaro Di Colandrea, Lucienne Perreca, Salvatore Presutto, Viviana Cangiano, Domenico Esposito, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice, Morena Di Leva, con l’amichevole partecipazione di Ernesto Mahieux.

Il Sindaco del rione Sanità è una produzione INDIGO FILM con RAI CINEMA e MALÌA in collaborazione con ELLEDIEFFE SRL – TEATRO STABILE DI TORINO – NEST, con il contributo della GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA L.R.28/2018, con la collaborazione della FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA e con il patrocinio del COMUNE DI NAPOLI.

Il Signore degli Anelli: i segreti dietro ai costumi dei protagonisti

Il Signore degli Anelli è una serie fantasy estremamente popolare e, in molti modi, i film hanno suscitato un rinnovato interesse per la narrazione fantasy attraverso molti media. La nuova serie Amazon in produzione è un modo per rinnovare l’interesse intorno alla trilogia realizzata da Peter Jackson. Uno dei tanti motivi per cui i film hanno avuto così tanto successo è stata la dedizione e l’attenzione al dettagli per ogni aspetto della messa in scena. Dalle scenografie agli oggetti di scena, tutto è stato creato con lo scopo di creare un mondo realistico e coerente.

E uno dei modi in cui la serie ha raccontato una storia e rivelato la caratterizzazione dei suoi personaggi è stato attraverso i costumi. Molti dettagli e piccoli accorgimenti, per quanto riguarda la realizzazione dei costumi, raccontano molto più di quanto si possa immaginare, e molto più di quanto l’occhio non colga durante la visione. Ecco i 10 dettagli nascosti dei costumi de Il Signore degli Anelli che probabilmente non hai notato.

Gli Hobbit indossano tweed a tema

Durante la creazione dei costumi per i personaggi e per ogni razza, come per gli Hobbit, c’erano temi, seguiti per rendere coerenti quei costumi, come si legge in The Lord of the Rings: The Making of the Movie Trilogy, libro da cui provengono la maggior parte delle informazioni contenute in questo elenco.

Secondo questo libro, i costumisti e i truccatori del film avevano un tema che chiamavano “tweedy” dedicato agli Hobbit. Ciò significa che usavano colori che erano generalmente caldi tra cui gialli e marroni. Ma Frodo aveva abiti leggermente più scuri e più ricchi degli altri Hobbit.

I bottoni della tunica di Aragorn

Uno dei costumi che ha molti dettagli che sfuggono alla prima vista è quello di Aragorn. Mentre il suo costume da ranger potrebbe sembrare piuttosto semplice e prevalentemente nero e logoro, l’indumento aveva molti strati e dettagli che aggiungevano complessità e parlavano dell’origine del personaggio. Infatti i dettagli parlavano del rango, del lignaggio, e delle origini nascoste del personaggio.

Secondo la costumista Ngila Dickson, i bottoni della sua tunica erano in realtà abbelliti con piccole decorazioni che ritraevano l’albero di Gondor, per dare un cenno a questa parte della sua storia.

La cintura di Saruman è stata intessuta d’oro

Proprio come con il costume di Aragorn, il costume di Saruman aveva molti piccoli dettagli che probabilmente non si sono notati solo guardando i film. Mentre la maggior parte del suo costume è bianco, ci sono alcuni piccoli dettagli che portano colore nel suo look. Un dettaglio piccolo ma importante è che la cintura di Saruamn che aveva molti fili d’oro intrecciati al suo interno.

Mentre la cintura era per lo più in lana bianca, il filo d’oro portava dimensione e ricchezza all’accessorio e sottolineava il rango di leader e capo di Saruman, almeno a inizio film.

Il costume di Gandalf il Grigio strappato per sembrare vecchio

Una delle cose di maggiore prestigio per i costumi di Il Signore degli Anelli è quanto fossero tutti intricati e ricchi di livelli. Nonostante molti costumi fossero monocromatici, come quelli di Saruman e Aragorn, si trattava di costumi fatti da molte componenti diverse.

Allo stesso modo, mentre il costume di Gandalf il Grigio può sembrare una veste grigia molto semplice, il costume è stato realizzato con molto sforzo. Il tessuto è stato rotto utilizzando tecniche come il lavaggio, l’asciugatura eccessiva e la sabbia per renderlo vecchio e dare un’idea del fatto che con quel vestito addosso, lo stregone fosse stato esposto alle intemperie e ai lunghi viaggi che caratterizzano il suo modo di vivere.

I costumi che Frodo e Sam indossano a Mordor sono stati cambiati 27 volte

Un altro aspetto affascinante dei costumi della trilogia è il numero di versioni diverse che dovevano essere realizzate per garantire la continuità da una ripresa all’altra. Dal momento che i personaggi principali erano in viaggio per centinaia di miglia, i loro costumi hanno subito molti segni di usura.

Uno degli esempi più intensi di cambiamento dei costumi per la continuità con cui venivano indossati sono stati gli abiti di Frodo e Sam durante le sequenze di Mordor. Complessivamente, avevano 27 versioni.

Viggo Mortensen si prendeva cura da solo del suo costume

I grandi fan de Il Signore degli Anelli, sanno che molti degli attori protagonisti erano particolarmente coinvolti dai loro personaggi. Uno degli attori più coinvolti nel processo è stato senza dubbio Viggo Mortenseon. In molti modi, ha aiutato i costumisti con il design del suo personaggio e in realtà ha chiesto al reparto costumi di permettergli di occuparsi da solo del suo costume.

In questo modo, era lui, in prima persona, ad aggiungere e togliere toppe e strappi al costume, in modo tale da adattarlo al momento del viaggio in cui si trovava Aragorn in quel momento.

I vestiti di Arwen avevano una color palette diversa rispetto a tutti gli altri Elfi

Mentre la maggior parte dei costumi della serie erano realizzati per uomini, c’erano alcuni pochi personaggi femminili e avevano dei costumi assolutamente superbi. Arwen, ovviamente, è uno dei tre personaggi femminili con degli abiti molto dettagliati e attenti alla caratterizzazione del personaggio.

In qualità di principessa elfica, i suoi abiti dovevano riflettere la sua regalità. Mentre la maggior parte degli elfi era vestita con colori più neutri come grigi, verdi e gialli, i costumi di Arwen comprendevano una palette cromatica più vasta, con rossi e blu che la distinguevano dagli altri elfi.

Le vesti di Saruman erano molto stratificate

Chi è grande fan della serie sa che Saruman era noto come Saruman il Bianco fino a quando non si unì a Mordor. Dopo questo tradimento, il personaggio ha perso l’appellativo di Bianco, che era quasi un sinonimo di Saggio, ed ha iniziato a chiamarsi Saruman il Multi Colori. Mentre nei film, il suo vestito sembra principalmente bianco con alcuni piccoli dettagli d’argento o grigi, in realtà ci sono molti elementi nel suo costume.

Ngila Dickson ha incluso diverse trame e abbellimenti per creare dei motivi che interrompessero la tessitura bianca. C’erano anche molti ricami incorporati nel suo costume. L’idea era quella di creare un’altra dimensione al costume, in un modo che abbracciasse il concetto di essere il Multi Colori, senza però aggiungere davvero dei colori veri e propri.

Il costume di Grima è stato pensato per farlo apparire più inquietante

Sembra naturale che i personaggi principali della Compagnia avessero costumi che sono stati pensati nel dettaglio, tuttavia lo stesso trattamento è stato riservato anche ai personaggi secondari. Un esempio di questo è Grima Vermilinguo.

Il suo abbigliamento includeva molti dettagli per indicare la sua natura sinistra. Ad esempio, le maniche della camicia erano abbondanti e la veste che indossava era lunga e si trascinava dietro di lui.

Il costume di Gandalf aveva più strati di quanti se ne immaginano

I costumi di Gandalf hanno rappresentato una vera e propria sfida per il reparto costumi. Mentre il suo classico cappello grigio era una delle cose più difficili da progettare, anche il resto del suo abbigliamento è stato intricato da realizzare. Quando Gandalf è diventato poi Gandalf il Bianco, indossava abiti bianchi che, pur sembrando semplici, in realtà avevano molti ricami in oro e argento.

Questo dettaglio è stato incluso per dimostrare che il suo nuovo status di Maia era regale, come era Saruman prima della corruzione.

X-Men: una teoria di un fan spiega la perfetta introduzione nel MCU

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I Marvel Studios hanno ora la possibilità di usare gli X-Men nel loro universo, e i fan non hanno idea di come i mutanti si faranno strada all’interno di un sistema collaudato. Tra le tante teorie possibili, un fan di Reddit ha avuto una grande idea su come i personaggi possano essere integrati con successo nel flusso narrativo esistente. L’utente Lyndonguitar abbraccia la teoria che potrebbe esserci stato un gene X addormentato per tutto il tempo e che quindi qualche grande evento, in un film, futuro, possa risvegliarlo.

Il professor X sarebbe nato molto più tardi rispetto alla tradizione e avrebbe gestito una scuola per bambini con attitudine o potenziale prima che il gene diventasse attivo. Tutti gli studenti avevano il gene ma i loro poteri si manifestano solo dopo l’evento che li accende. Ora, Xavier e Magneto come presidi della scuola dovrebbero rappresentare un rifugio per le persone colpite dall’evento che ha innescato il risveglio del gene X.

Ecco cosa dice, nel dettaglio, l’utente:

  • Cominciamo con gli X-men, perché il gruppo è il più difficile da aggiungere all’attuale MCU

I mutanti esistevano nel lontano passato di MCU, e si chiamavano Miti, Leggende e Dei. Alcuni erano venerati come Profeti, altri come Dei, altri considerati solo storie e leggende. Meno numerosi e meno fertili degli umani, alla fine si estinsero. Sebbene il gene X non sia mai stato palese negli umani fino ad ora, giace dormiente. Il film sugli Eterni potrebbe ricoprire un ruolo in questo.

A partire da Charles Xavier (Professor X). Nulla cambierebbe con il suo passato, tranne per il fatto che è nato negli anni ’80. Come al solito, studia la genetica e molti altri campi, ma in più anche la storia e le religioni antiche. Ha fatto la sua scoperta del gene X durante i suoi giorni al college, un gene inattivo ma con un potenziale illimitato. Il suo articolo in merito, pubblicato quando aveva 16 anni (1990) fu utilizzato per alimentare il progetto Extremis (come visto in Iron Man 3).

Lungo il suo cammino ha incontrato Erik Lehnsherr e ha stretto amicizia con lui. Anche Erik è nato negli anni ’80, in Bosnia, ed era un sopravvissuto al genocidio di Srebrenica (guerra in Bosnia). (Naturalmente si aggira la questione dell’Olocausto ma si mantiene la natura di superstite del personaggio).

A causa della sua scoperta del gene X, Charles intuisce che potesse essere precedentemente attivo in un lontano passato, e che sia alla base della nascita di storie, leggende, miti, religioni che conosciamo oggi. In qualche modo, questo gene è stato disattivato anni fa e l’evoluzione umana si è bloccata.

E poi arriviamo ai Vendicatori, i superumani sono diventati una cosa comune. Di fronte a questa manifestazione, Xavier ha consolidato la sua idea e la sua ricerca è diventata ancora più intensa. Scoprire che concentrazioni più elevate del gene X dormiente erano correlate a persone con capacità quasi sovrumane (intelletto, memoria, resistenza, percezione, agilità, forza, persino abilità psichiche, ecc.); ha così aperto la sua scuola per giovani dotati, con il suo caro amico Erik Lehnsherr, nel 2010 circa. Una scuola speciale per bambini speciali (con elevate quantità di x-gene) per aiutarli con i loro doni, concentrandosi sui rispettivi campi di competenza.

Nel 2025 circa accadrà poi qualcosa che stimolerà i geni x dormienti negli esseri umani, in particolare quelli con concentrazioni più alte, il che significa che ogni studente nella scuola di Xavier diventerà un “mutante”. Anche Charles ed Erik muteranno, abbracciando le loro nuove abilità, Telepatia e Magnetismo. Questo è l’inizio degli X-Men. La tensione trai due aumenterà nella maniera che conosciamo, ovvero si schiereranno sui due lati opposti della questione dell’integrazione tra umani e mutanti.

Wolverine è piuttosto difficile da inserire, poiché gran parte della sua storia deriva dall’essere molto vecchio, con molta esperienza (ma senza memoria) e renderlo un giovane nel 2020 non gli renderebbe giustizia. Rendendolo vecchio (quindi mantenendo il suo anno di nascita nel 1880) sarebbe uno dei pochi esseri umani rari con il gene X rimasto attivo, ma questo lo renderebbe troppo speciale per passare inosservato tutto questo tempo. 

  • Ora parliamo dei Difensori + Spider-Man.

La fine di Spider-Man: Far From Home ha svelato che Peter Parker è Spider-Man e naturalmente, Peter deve trovare un modo per confutare questa affermazione per rimanere anonimo, altrimenti diventa un eroe alla Iron Man, e questa non è la sua natura.

Su Spider-Man 3, Talos che impersona il clone di Nick Fury si offre di aiutare Peter Parker e chiede aiuto a Matt Murdock per difenderlo in un processo a New York City. Talos impersona Peter Parker nel processo e il vero Peter che indossa la tuta di Spider-Man si presenta al processo, scagionando di fatto Peter. 

Matt Murdock, pur non sapendo che Peter è in realtà il vero Spider-Man né che esiste un vero alieno che impersona Peter, avverte qualcosa di strano nel suo difeso e comincia ad indagare. Segue Peter da vicino e lo scopre.

A questo punto, Matt Murdock e Peter fanno squadra per abbattere l’impero criminale di Kingpin. E dopo aver inserito Daredevil nel quadro, gli altri difensori si introducono facilmente. Inoltre Iron Fist può facilmente collegarsi anche con Shang-Chi e Doctor Strange.

  • I Fantastic 4 sono molto più facili da inserire.

I personaggi possono continuare ad essere una squadra / famiglia che sperimenta la zona negativa negli anni ’60 e rimanere bloccata lì. Da lì in poi usano le risorse della zona negativa per migliorare la loro tecnologia ispirata agli anni ’60 (pensate agli stili cyberpunk / steampunk) per viaggiare nella zona negativa.

Ritornano nel mondo intorno al 2020 e si uniscono all’attuale MCU. Forse, rilevando l’uso delle Gemme dell’infinito, sono spinti a tornare (possono o meno essere influenzati dallo schiocco, a causa del fatto che si trovano nella zona negativa).

Che ve ne pare?

Fonte

Terminator: destino oscuro, un nuovo adrenalinico trailer

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Terminator: destino oscuro, un nuovo adrenalinico trailer

È stato diffuso un nuovo adrenalinico trailer di Terminator: destino oscuro, in cui si comprende meglio quale sarà la storia, declinata al femminile, di questo sesto capitolo del franchise che però cancella gli episodi 3, 4 e 5 e diventa un sequel diretto di Terminator: Il Giorno del Giudizio.

Nel cast del film tornano Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton. Completano il cast Mackenzie Davis, Diego Boneta Gabriel Luna.

Alla regia di Terminator: Dark Fate è stato confermato Tim Miller. Il film sarà un sequel del secondo capitolo e vedrà Linda Hamilton tornare nei panni dell’eroica Sarah Connor.

“Questa è una continuazione della storia di Terminator 1 e Terminator 2. E stiamo facendo finta che gli altri film siano stati un brutto sogno – ha dichiarato Cameron in precedenza – O una timeline alternativa, possibile nel nostro multi-verso.”

Star Wars: L’ascesa di Skywalker, chi è Rey? E quanto è forte… la Forza?

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L’arrivo in sala di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker porta con sé l’ineluttabile sensazione della fine. La chiusura di un arco narrativo cominciato nel 1977, con Guerre Stellari, la conclusione di una saga familiare che prima di ogni cosa ha condizionato per sempre la cultura pop degli ultimi 40 anni.

È quindi normale che il film risponderà alle domande del pubblico e che esplorerà ancora più a fondo i misteri della Forza. Secondo lo sceneggiatore Chris Terrio e il regista (e sceneggiatore) J.J. Abrams, il film risponderà non solo alla domanda sulla vera natura di Rey, la protagonista interpretata da Daisy Ridley, ma anche a un quesito molto più antico, ovvero quello sulla vera forza della… Forza!

La Forza è, ovviamente, un pilastro centrale della tradizione di Star Wars, e quasi tutti i film hanno contribuito a costruirne la mitologia. Nella trilogia originale, evocare una spada laser con il solo pensiero era considerato impressionante, e guardare l’imperatore sparare fulmini dalla punta delle dita, nel film successivo, sbalordì il pubblico.

I film successivi, più di alcuni prodotto crossmediali, hanno dato abilità da supereroi ai Jedi, ai Sith e a tutti quelli in grado di usare la Forza, e mentre sia Il Risveglio della Forza che Gli Ultimi Jedi hanno consapevolmente cercato di tornare indietro all’idea della Forza come super-potere, il pubblico non ha mai smesso di aspettarsi che venisse usata in un modo spettacolare ed impressionante.

Ne ha parlato Chris Terrio, dicendo: “‘Quanto è forte la Forza?’ Sembra una domanda semplicistica, ma in realtà è un nodo su cui io e J.J. abbiamo meditato a lungo – e poi aggiunge – Abbiamo discusso su cosa è la Forza e su quanto è forte. Queste due cose erano davvero importanti. Comprendere le risposte a queste domande era altrettanto importante quanto capire chi è il personaggio di Rey e cosa può fare. Chi è Rey? Questa domanda è attinente non solo alla nascita della ragazza ma anche alla sua natura spirituale. Come può Rey diventare l’erede spirituale dei Jedi? E tutto continuava ad arrovellarsi intorno alla natura della ragazza e a come potevano dare la risposta più soddisfacente non solo di fatto – perché ovviamente le persone sono interessate a sapere se c’è altro da imparare sulla storia di Rey – ma soprattutto chi è lei come personaggio? Come troverà il coraggio, la volontà, la forza interiore e il potere di portare avanti ciò che ha ereditato?”

Queste domande entusiasmeranno senza dubbio molti fan mentre generano anche ansia. Chiunque abbia ancora la bocca amara per tutta la debacle sui “midichlorian” sa quanto possano andare male le cose quando il “livello di potere” della Forza viene spiegato troppo. Ma per ora, Terrio non fornisce indicazioni su come lui e Abrams abbiano esplorato il potenziale della Forza nel loro film.

Per quanto riguarda Rey, il personaggio è stato amato e odiato sin dall’inizio, e le parole di Terrio sembrano mettere in discussione ciò che credevamo di aver appreso ne Gli Ultimi Jedi, dove scopriamo che Rey è figlia di nessuno e che in realtà la Forza non è ereditaria, ma in qualche modo democratica. Cosa ci riserverà L’ascesa di Skywalker?

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, diffusi nuovi rumor su Rey e Palpatine

The Batman: 8 villain che vorremmo vedere nel film

The Batman: 8 villain che vorremmo vedere nel film

Secondo quanto riportato nelle ultime settimane, la galleria di antagonisti di The Batman sembrerebbe ufficialmente allineata e nel film di Matt Reeves, ideato per riavviare le sorti del crociato di Gotham al cinema dopo il tentativo di Zack Snyder con Ben Affleck, vedremo ben quattro villain affiancare il protagonista Robert Pattinson.

Ma oltre ai confermati Catwoman, Enigmista, Pinguino e Firefly, quali altri cattivi ci piacerebbe avere nel cinecomic?

Il Batman che ride

Una scelta fuori dal comune potrebbe ricadere sul Batman che Ride dell’omonimo fumetto,  versione alternativa del personaggio che funge da ibrido tra Batman e Joker: ha infatti l’intelligenza e la forza di Bruce Wayne combinata al senso dell’umorismo deformato del clown principe del crimine, e la cosa più interessante è che considera il detective del nostro mondo come meno efficace…

Clayface

Clayface, meglio noto come Faccia di creta o Faccia d’argilla, è il personaggio creato da Bill Finger e Bob Kane che ha esordito sulle pagine di Detective Comics vol.1 nel 1940. In realtà si tratta di un nome utilizzato da numerosi supercriminali, tutti nemici di Batman, e ognuno possiede un corpo fatto d’argilla con capacità di mutare la propria forma.

Victor Zsasz

Victor Zsasz è uno degli antagonisti di Batman dal retroscena particolarmente oscuro e uno dei serial killer più letali in circolazione: ogni anima uccisa gli provoca però una profonda ferita da qualche parte del suo corpo sfregiato, dunque la sua pelle è completamente ricoperta da cicatrici. Nei fumetti viene raccontata la tragica trasformazione di questo uomo d’affari di successo di Gotham che si gioca il tutto per tutto, perdendo, contro Pinguino.

Posion Ivy

Poison Ivy è stata già ritratta al cinema da Uma Thurman nell’adattamento di Joel Schumacher, per molti deludente rispetto al materiale originale, ma se non avremo il personaggio in Birds of Prey, allora perché non inserirlo in The Batman come elemento a sorpresa della galleria di villain? Magari in veste di alleata di un altro supercriminale…

Hush

Hush, alter ego di Thomas “Tommy” Elliot, è il personaggio creato nel 2002 protagonista dei dodici episodi di Batman: Hush, dove ricopre il ruolo di un ex-chirurgo divenuto uno dei nemici più spietati e pericolosi del crociato di Gotham. Amico d’infanzia Bruce Wayne e anche lui rampollo di una ricca famiglia, odia i suoi genitori (il padre era un violento alcolizzato, la madre sopportava i soprusi del marito), cosa che lo spinge a provocare un incidente d’auto in cui il padre perde la vita.

Hugo Strange

Il professor Hugo Strange è uno dei più noti avversari ricorrenti di Batman, oltre che il più vecchio in termini di apparizione. Complesso e pericoloso, è un folle psichiatra ossessionato dalla figura di Batman, di cui conosce l’identità segreta. Il suo obiettivo è quello di sostituirsi a lui come protettore di Gotham e questa idea l’ha portato a elaborare bizzarri piani che implicavano la genetica e la manipolazione mentale per poter sconfiggere il Cavaliere oscuro.

Corte dei gufi

La Corte dei gufi non è nient’altro che un gruppo di criminalità organizzata e società segreta di Gotham City che agisce nella città da più di secolo prima dell’incontro con Batman. Questo team ha la particolarità di scegliere e catturare giovani circensi per trasformarli, dopo un duro allenamento, nei suoi letali assassini, i cosiddetti Artigli.

Cappuccio Rosso

Cappuccio Rosso è un altro supercriminale antagonista di Bruce Wayne sotto la cui maschera si sono celate diverse identità. Esordisce nel 1951 nell’albo 168 di Detective Comics, ed è lì che viene raccontato di come sotto questo artificio si celi l’uomo che poi diventerà Joker: Cappuccio Rosso fugge dal crociato di Gotham tuffandosi in un condotto fognario di una fabbrica di prodotti chimici, che lo trasformano nel clown a noi noto.

Leggi anche – The Batman: 10 teorie dei fan sul film con Robert Pattinson

Fonte: Screenrant

New Gods, Tom King elogia la regista Ava DuVernay: “È un genio”

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Come saprete la Warner Bros. sta sviluppando il film su New Gods, progetto affidato alla regista di Selma e Nelle pieghe del tempo Ava DuVernay, attualmente al lavoro sulla sceneggiatura che curerà insieme al fumettista Tom King. Ed è proprio King a diffondere nuovi dettagli sul cinecomic, rassicurando i fan che le storie dei personaggi sono “in buone mani”:

Sento di avere da una parte questo genio, Jack Kirby, che ha creato la serie su New Gods, e dall’altra questo genio che risponde al nome di Ava DuVernay. Li vedo come figure parallele, che prendono entrambi i loro sfondi unicamente americani e li usano per spingere l’arte americana in luoghi in cui non è mai stata prima. Sento che è compito nostro riunire quei due geni e farli funzionare sul grande schermo“.

Con il contributo di King la Warner Bros gioca in casa, affidandosi ad una delle penne più affermate e amate dai lettori dei fumetti che ha contribuito al recente riavvio delle avventure di Batman (serie terminata prematuramente), ma non c’è dubbio che la visione della regista aiuterà senz’altro a rendere questa avventura qualcosa di incredibilmente inedito per l’Universo Cinematografico DC.

New Gods: Darkseid sarà nel film di Ava DuVernay

Creato e disegnato da Jack Kirby, il fumetto originale fu pubblicato la prima volta nel 1971, portando al grande pubblico le storie dei Nuovi Dei, ovvero i nativi dei pianeti gemelli di Nuova Genesi e Apokolips.

Vi ricordiamo che, anni fa, la DuVernay è stata ad un passo dal dirigere un altro atteso cinecomic, ovvero Black Panther, finito poi nelle mani di Ryan Coogler. Secondo alcune indiscrezioni, New Gods non sarà collegato all’universo cinematografico DC, dunque la speranza di vedere nel film i personaggi già introdotti è pari a zero.

A quanto pare il film presenterà Mister Miracle e Big Barda come protagonisti e Granny Goodness e le Furie Femminili nel ruolo di antagoniste principali. Chi conosce i fumetti DC saprà che la prima fa parte dell’Elite di Darkseid, il signore di Apokolis, e gestisce l’orfanotrofio del pianeta con una feroce disciplina, servendosi anche delle Furie per creare un’élite di guerrieri attraverso il lavaggio del cervello e la tortura.

Fonte: Publishers Weekly

Shining: l’ascia di Jack Torrance venduta all’asta per 200 milioni

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La famigerata ascia di Jack Torrance (Jack Nicholson) in Shining è stata venduta all’asta alla esorbitante cifra di $ 209.000. Adattato dall’acclamato romanzo di Stephen King, il film horror del 1980 con Nicholson, Shelley Duvall, Scatman Crothers e Danny Lloyd è stato diretto da Stanley Kubrick.

Ispirato ai presunti veri e propri fantasmi all’interno dello Stanley Hotel del Colorado, Shining segue la discesa nella pazzia di Jack Torrance, assunto come custode fuori stagione del hotel. Jack porta con sé sua moglie Wendy (Duvall) e il figlio Danny (Lloyd) nell’edificio isolato. Possedendo “la luccicanza” (the Shining), Danny ha abilità psichiche, che gli permettono di vedere i fantasmi custoditi nel raccapricciante passato dell’hotel. Costretto nell’edificio, reso inaccessibile da una tempesta invernale, la sanità mentale di Jack inizia a deteriorarsi, mettendo in pericolo moglie e figlio.

Acclamato come uno dei thriller più influenti di tutti i tempi, Shining ha segnato la cultura visiva del nostro tempo. Una delle scene più iconiche mostra il personaggio di Nicholson che sfonda una porta con un’ascia.

Ora, proprio quell’oggetto di scena ha una nuova casa. Secondo EW, l’ascia di Shining è stata venduta all’asta a Londra per 170.000 sterline, ovvero circa 209.000 dollari. Il prezzo è salito di quattro volte rispetto al valore originale stimato durante l’asta live di Entertainment Memorabilia. Composto da un manico di legno lungo tre piedi e una lama lunga un piede, l’ascia era tra i 900 articoli a tema cinematografico battuti all’asta.

Tra gli altri pezzi, c’era anche il costume indossato da Michael Keaton nel Batman di Tim Burton, l’armatura romana indossata da Russell Crowe ne Il Gladiatore e la Granata Sacra di Antiochia di Monty Python e il Sacro Graal. Ulteriori oggetti di scena che allettavano gli offerenti includevano la pistola e il silenziatore di James Bond di GoldenEye, la spada di William Wallace di Braveheart e la spada laser di Samuel L. Jackson in La vendetta dei Sith.

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ecco chi riprogrammerà C-3PO?

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ecco chi riprogrammerà C-3PO?

L’immagine ufficiale di un nuovo personaggio che conosceremo nel corso di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker sembra avvalorare una delle teorie riguardo il destino di C-3PO, il droide che nel trailer del film appariva con due misteriosi occhi rossi, dando così adito a chi sostiene che subirà nel prossimo capitolo un “cambio di look” grazie alla ri-programmazione delle sue funzioni. E se fosse proprio Babu Frik, la misteriosa creatura che vediamo nella foto, l’autore di questo upgrade?

Il mostriciattolo fa parte dei prodotti del merchandise presentati durante il Triple Force Friday, e nel packaging dell’alieno era incluso – guarda caso – anche C-3PO, e nella descrizione del sito di Star Wars viene apostrofato come un “droidsmith” che può “riprogrammare o modificare qualsiasi droide”. Viste le caratteristiche, non sarebbe così sbagliato ipotizzare che i due personaggi siano collegati e che sarà Babu a far diventare rossi gli occhi di C-3PO…

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il significato della “nuova” maschera di Kylo Ren

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, diffusi nuovi rumor su Rey e Palpatine

Fonte: StarWars.com, Screenrant

Luca Zingaretti: 10 cose che non sai sull’attore

Luca Zingaretti: 10 cose che non sai sull’attore

 Tra i più noti attori italiani dell’attuale panorama cinematografico e televisivo vi è senza dubbio Luca Zingaretti. Celebre per il ruolo del commissario Montalbano nell’omonima serie TV, l’attore ha regalato grandi prove attoriali anche nei suoi numerosi film, conquistando sempre il favore del pubblico.

Ecco 10 cose che non sai su Luca Zingaretti.

Luca Zingaretti film

1. Ha recitato in numerosi lungometraggi. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1987, con il film Gli occhiali d’oro. Successivamente prende parte ad alcuni importanti film, tra cui si annoverano Il branco (1994), Vite strozzate (1996), Tu ridi (1998), I giorni dell’abbandono (2005), Mio fratello è figlio unico (2007), Sanguepazzo (2008), Il figlio più piccolo (2010), Noi credevamo (2010), La kryptonite nella borsa (2011), Il comandante e la cicogna (2012), Maldamore (2014), Perez. (2014), Il vegetale (2018), e La terra dell’abbastanza (2018).

2. Ha una lunga carriera televisiva. Altrettanto ricca è la sua presenza in serie e film per la TV. Tra queste si annoverano Il commissario Montalbano, che dal 1999 ha reso celebre l’attore, Perlasca – Un eroe italiano (2002), Doppio agguato (2003), Paolo Borsellino – I 57 giorni (2012), e Adriano Olivetti – La forza di un sogno (2013).

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Luca Zingaretti titolo di studio

3. E’ diplomato all’Accademia. All’età di 18 anni l’attore supera i provini ed entra nella classe di recitazione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Qui frequenta il triennio, seguendo tra le altre le lezioni di Andrea Camilleri, e ottenendo in seguito il diploma e continuando ad intraprendere la carriera da attore.

Luca Zingaretti Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 204 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momento di svago, ma anche foto e video tratti dai set a cui prende parte.

Luca Zingaretti moglie e figli

5. Era sposato con Margherita D’Amico. Dal 1997 al 2004 l’attore è stato sposato con la giornalista e scrittrice Margherita D’Amico, nipote di Suso Cecchi D’Amico. I due hanno in seguito ufficializzato il divorzio nel 2008.

6. Si è sposato una seconda volta. Dal 2012 l’attore è sposato con l’attrice Luisa Ranieri, con cui era fidanzato già da diversi anni. I due si sono conosciuti sul set della miniserie Cefalonia, nel 2005. La coppia ha in seguito avuto due figlie, nate rispettivamente nel 2011 e nel 2015.

Luca Zingaretti fratello

7. E’ il fratello di Nicola. Luca Zingaretti è il fratello maggiore di Nicola Zingaretti, attuale presidente della regione Lazio e Segretario del Partito Democratico.

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Luca Zingaretti Montalbano

8. Fece di tutto per ottenere il ruolo. Luca Zingaretti era stato allievo di Camilleri ai tempi dell’Accademia. E’ qui che l’attore scopre i romanzi dedicati al celebre commissario, e quando anni dopo seppe che si cercava un attore per il ruolo fece di tutto per ottenere un provino, che andò a buon fine. Dopo aver saputo di essere stato selezionato, l’attore chiamo Camilleri per comunicargli la notizia, aggiungendo anche che con l’ufficialità della cosa iniziava ad avere paura di non essere in grado di affrontare il ruolo.

9. Ha dedicato le nuove puntate ad Andrea Camilleri. Le nuove puntate de Il commissario Montalbano andranno in ondà nella primavera del 2020. L’attore ha comunicato sul proprio profilo instagram la fine delle riprese, dedicando le nuove puntate proprio allo scrittore recentemente scomparso.

Luca Zingaretti età e altezza

10. Luca zingaretti è nato a Roma, l’11 novembre 1961. L’altezza complessiva dell’attore è di 165 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Michela Andreozzi: 10 cose che non sai sull’attrice

Michela Andreozzi: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Michela Andreozzi si è negli anni guadagnata una buona fama grazie alla sua partecipazione a film e serie tv di successo. Negli anni ha dimostrato di sapersi adattare a ruoli e generi differenti, guadagnando continuamente le attenzioni di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Michela Andreozzi.

Michela Andreozzi film

1. Ha recitato in numerosi lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2010 nel film Basilicata coast to coast, diretto da Rocco Papaleo. Successivamente prende parte a Finalmente la felicità (2011), Nessuno mi può giudicare (2011), dove recita accanto a Paola Cortellesi, Com’è bello far l’amore (2012), Tutta colpa di Freud (2014), Natale col boss (2015), Nove lune e mezza (2017), Se son rose… (2018) e Brave ragazze (2019), di cui è anche regista.

2. E’ molto attiva anche in televisione. La Andreozzi è particolarmente attiva anche in televisione, dove ha presto varie a serie come La squadra (2004-2008), Don Matteo (2008), Un posto al sole (2008), Crociera Vianello (2008), Distretto di polizia (2009-2012), Il commissario manara (2010-2011), I Cesaroni 5 (2012), Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana (2018-2019).

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3. E’ anche regista. L’attrice ha in seguito compiuto anche il passaggio dietro la macchina da presa, scrivendo e dirigendo la sua opera prima intitolata Nove lune e mezza, che interpreta al fianco di Claudia Gerini. Nel 2019 dirige poi il suo secondo film, Brave ragazze, con protagoniste Ambra Angolini, Ilenia Pastorelli, Serena Rossi e Luca Argentero.

Michela Andreozzi Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 57,3 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago ma anche foto promozionali dei suoi progetti.

Michela Andreozzi marito

5. E’ sposata. L’attrice si è unita civilmente con l’attore e regista Massimiliano Vado il 21 maggio 2005. La coppia non ha figli e tiene piuttosto segreta la propria vita privata, evitando di convidere contenuti a riguardo sui rispettivi profili social.

Michela Andreozzi teatro

6. Ha recitato in numerosi spettacoli. Oltre al cinema e alla TV, l’attrice ha calcato più volte i palcoscenici teatrali, comparando in numerosi spettacoli il più delle volte diretti dal marito. Tra gli ultimi successi si annoverano Compagni di banco (2015), Ostaggi (2017), Prestazioni straordinarie (2018) e Figlie di Eva (2019).

michela-andreozzi-libro

Michela Andreozzi libro

7. Ha pubblicato un libro. Nel 2018 l’attrice pubblica il suo primo libro, intitolato Non me lo chiedete più, una raccolta umoristica sul tema delle childfree. All’interno di questo l’attrice parla infatti della sua scelta di non avere figli e di sentirsi completa così.

Michela Andreozzi Non è la Rai

8. Ha lavorato nel celebre programma. Tra i suoi primi lavori nel mondo dello spettacolo, la Andreozzi partecipa all’incisione delle canzoni per due edizioni del programma. Successivamente entra a far parte della redazione dal 1993 al 1995.

Michela Andreozzi Brave Ragazze

9. Ha realizzato il suo secondo film da regista. Nel nuovo lungometraggio scritto e diretto dalla Andreozzi quattro amiche, unite da un destino infelice, danno vita ad una rapina che le porterà a vivere la più grande delle loro avventure. La regista ha dichiarato di aver scelto questa storia, ispirata ad una vicenda reale, con l’intenzione di realizzare un film in cui ci fossero esclusivamente protagoniste donne dal carattere forte e indipendente.

Michela Andreozzi età e altezza

10. Michela Andreozzi è nata a Roma, il 4 luglio 1969. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

 

 

Ilenia Pastorelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Ilenia Pastorelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Ilenia Pastorelli è attiva solo da pochi anni nel campo cinematografico, eppure ha già ottenuto ampi consensi di critica e pubblico. L’attrice ha infatti saputo scegliere ruoli che meglio le permettevano di esprimere il suo potenziale, affermandosi tanto per le doti comiche che per quelle più drammatiche.

Ecco 10 cose che non sai di Ilenia Pastorelli.

Ilenia Pastorelli film

1. Ha debuttato da protagonista. L’attrice prende parte nel 2015 al suo primo film, Lo chiamavano Jeeg Robot, diretto da Gabriele Mainetti e nel quale recita accanto a Claudio Santamaria e Luca Marinelli. Successivamente partecipa al film Niente di serio (2017) e nel 2018 è la protagonista del film Benedetta follia, di e con Carlo Verdone. Sempre nel 2018 è tra i protagonisti del film Cosa fai a Capodanno?, mentre nel 2019 recita insieme a Alessandro Gassmann, Marco Giallini e Edoardo Leo in Non ci resta che il crimine. Nello stesso anno è nuovamente protagonista nel film Brave ragazze.

Ilenia Pastorelli vita privata

2. E’ single. L’attrice ha dichiarato di recente di essere single da un paio di anni, e di convivere esclusivamente con il proprio gatto.

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Ilenia Pastorelli Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 79,3 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche foto promozionali dei suoi progetti futuri o scatti realizzati per diverse riviste di moda.

Ilenia Pastorelli Il Grande Fratello

4. Ha partecipato al celebre reality show. L’attrice ha raggiunto una prima notorietà già nel 2011, quando ha partecipato alla dodicesima edizione del reality show Il Grande Fratello. L’attrice arrivò fino in seminifinale, trascorrendo dunque diversi mesi all’interno della casa.

5. Ha sofferto la permanenza. La Pastorelli si è in seguito dichiarata sconvolta dall’esperienza, affermando che l’isolamento richiesto dal programma l’ha indebolita fisicamente ed emotivamente. Uscita di lì l’attrice si dedicò infatti a riacquistare tutto ciò che aveva perso in quei mesi nella sua vita.

Ilenia Pastorelli Lo chiamavano Jeeg Robot

6. Si è trovata in sintonia con il suo ruolo. L’attrice era spaventata dall’idea di recitare in un film, ma quando lesse il copione scoprì che Alessia, il personaggio che avrebbe dovuto interpretare, parlava proprio come lei ed entrare nella parte le fu semplice. In seguito venne a sapere che il ruolo era stato modellato proprio su di lei, dopo che gli sceneggiatori l’avevano vista ne Il Grande Fratello.

7. Ha vinto un importante riconoscimento. Per il suo ruolo nel film l’attrice ha ottenuto grandi consensi da parte di critica e pubblico. In seguito, nel 2016, ha vinto il David di Donatello come miglior attrice protagonista, al suo ruolo di debutto.

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Ilenia Pastorelli Non ci resta che il crimine

8. Aveva timore a girare le scene di nudo. Nel film diretto da Massimiliano Bruno Ilenia Pastorelli interpreta la donna del boss criminale, e numerose sono le scene di nudo che vedono protagonista l’attrice. La Pastorelli ha infatti dichiarato di essersi inizialmente sentita a disagio, ma di essersi poi resa conto che paradossalmente la nudità conferisce un senso di forza, e che erano gli altri attori a sentirsi a disagio.

Ilenia Pastorelli Benedetta Follia

9. Ha recitato nel film di Carlo Verdone. Nel film la Pastorelli interpreta Luna, ragazza sfrontata della periferia romana che sconvolgerà la vita di Guglielmo, interpretato dallo stesso regista. L’attrice si è dichiarata entusiasta di poter lavorare con Verdone, che da sempre è il suo mito cinematografico.

Ilenia Pastorelli età e altezza

10. Ilenia Pastorelli è nata a Roma, il 24 dicembre 1985. L’altezza complessiva dell’attrice è di 177 centimetri.

Fonte: IMDb