The Walt Disney Company, Lin-Manuel
Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail hanno annunciato che Disney+
anticiperà la premiere di Hamilton, la versione
filmata della produzione originale di Broadway. Il musical teatrale
che ha vinto 11 Tony Award, i GRAMMY Award, gli Olivier Award e il
Premio Pulitzer arriverà nelle case di tutto il mondo dal 3 luglio
2020. I produttori di Hamilton, il
film della produzione originale di Broadway, includono
Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e
Thomas Kail, quest’ultimo sarà anche regista.
Il film è un passo avanti nell’arte della “ripresa dal vivo” che
trasporta il pubblico nel mondo dello spettacolo di Broadway in
modo unico e intimo. Combinando i migliori elementi del teatro dal
vivo, del cinema e dello streaming, il risultato è un’esperienza
cinematografica che rappresenta un modo completamente nuovo di
vivere Hamilton.
«Nessun altro lavoro artistico nell’ultimo decennio ha avuto
l’impatto culturale di Hamilton, una storia stimolante e
accattivante raccontata ed eseguita in modo fortemente creativo.
Alla luce delle straordinarie sfide che il nostro mondo sta
affrontando, questa storia sulla leadership, la tenacia, la
speranza, l’amore e il potere delle persone di unirsi contro le
avversità è di grande impatto», ha affermato Robert A.
Iger, Executive Chairman di The Walt Disney Company.
«Siamo entusiasti di portare questo show su Disney+ alla vigilia del Giorno
dell’Indipendenza e dobbiamo ringraziare il geniale Lin-Manuel
Miranda e il team di Hamilton per averci permesso di farlo
un anno prima di quanto previsto».
«Sono così orgoglioso di come Tommy Kail sia riuscito a
portare sullo schermo Hamilton. Ha riservato a tutti coloro che
guardano questo film un biglietto in prima fila», ha
dichiarato Lin-Manuel Miranda. «Sono molto grato a Disney e
Disney+ per aver re-immaginato e
anticipato l’uscita al weekend del 4 luglio di quest’anno, alla
luce di questa situazione in cui il mondo è sottosopra. Sono
davvero grato a tutti i fan che l’hanno chiesto a gran voce e sono
molto felice che sia stato possibile farlo. Sono davvero orgoglioso
di questo show e non vedo l’ora che tutti possano
vederlo».
Registrato al The Richard Rodgers Theatre di Broadway nel giugno
del 2016 Hamilton annovera nel cast il vincitore
del Tony Award Lin-Manuel Miranda nel ruolo di
Alexander Hamilton. Daveed Diggs interpreta
Marquis de Lafayette/Thomas Jefferson, mentre Renée Elise
Goldsberry è Angelica Schuyler; Leslie Odom, Jr. è Aaron
Burr; il nominato ai Tony Award Christopher Jackson interpreta il
ruolo di George Washington; Jonathan Groff è King George; Phillipa
Soo è Eliza Hamilton e Jasmine Cephas Jones interpreta Peggy
Schuyler/Maria Reynolds; Okieriete Onaodowan è Hercules
Mulligan/James Madison e Anthony Ramos è John Laurens/Philip
Hamilton.
Il cast include anche Carleigh Bettiol, Ariana DeBose,
Hope Easterbrook, Sydney James Harcourt, Sasha Hutchings, Thayne
Jasperson, Elizabeth Judd, Jon Rua, Austin Smith, Seth Stewart e
Ephraim Sykes.
Anche Alessandro
Baricco e Milo Manara si
uniscono agli oltre 80 autori del Fumetto italiano nel progetto
benefico COme Vite
Distanti ideato e coordinato
da ARF! il Festival del Fumetto di
Roma in collaborazione
con PressUp a sostegno della raccolta
fondi per l’emergenza Coronavirus dell’INMI Lazzaro Spallanzani di
Roma, al quale – grazie alle copie pre-ordinate del libro dallo
scorso 25 marzo – sono già stati donati 50.000
euro.
Alessandro
Baricco, scrittore, saggista, autore teatrale,
critico musicale e fondatore della prestigiosa Scuola Holden di
Torino, firmerà l’introduzione del volume.
Non è certo un segreto la sua grande passione per i fumetti: da
sempre affezionatissimo lettore di Tex così come
dei paperi & topi della Walt Disney, le sue
“incursioni” nella Nona Arte contano almeno un paio di precedenti
illustri. Come la trasposizione a fumetti – splendida “parodia
Disney” con protagonisti Topolino e Pippo – del suo La
vera storia di Novecento adattata da Tito
Faraci e disegnata da Giorgio
Cavazzano; o ancora, sempre grazie ai testi di Faraci,
l’adattamento di Senza Sangue (Feltrinelli
Comics), diventata graphic novel con le matite
di Francesco Ripoli.
COme VIte
Distanti, il racconto collettivo in cui il
protagonista è un “eroe mascherato” catapultato nelle vite – e
nelle case – degli altri, vedrà tra i suoi autori
anche Milo Manara, Maestro del fumetto amato
in Italia e all’estero per la sensualità del suo segno, già
protagonista della grande mostra «MACROMANARA» per
ARF! Festival e COMICON nel 2017.
Manara opererà all’interno
di COme VIte Distanti un
inedito, esclusivo “collegamento” con una delle sue opere di
maggior successo: Il profumo dell’invisibile
(racconto del 1985, pubblicato in tutto il mondo) dove esordì il
suo personaggio più celebre, la biondissima Miele.
IL PROGETTO COme VIte
Distanti
“Di fronte al prezioso compito che quotidianamente svolgono
medici e ricercatori scientifici, soprattutto in un periodo di
crisi come quello che stiamo vivendo, noi fumettisti ci sentiamo
spesso piccoli e impotenti. D’altronde il nostro lavoro è
raccontare storie, non salvare vite. Ci siamo chiesti, quindi, se
esisteva un modo per contribuire a essere utili – presto e
concretamente – all’intera comunità. “COme VIte Distanti” è la
nostra risposta a questo bisogno. La risposta del Fumetto
Italiano.”ARF! Festival del Fumetto
In un momento in cui tutta l’Italia è ferma, i
migliori fumettisti italiani si
mobilitano da casa, a sostegno della raccolta fondi dell’Istituto
Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro
Spallanzani e si uniscono per raccontare un’unica,
grande storia. Ideatore
e promotore dell’iniziativa è ARF! «Festival di Storie,
Segni & Disegni», il Festival del Fumetto di Roma che
seguirà, passo dopo passo, tutto il progetto, curandone il
coordinamento editoriale, la comunicazione, la stampa del volume e
il flusso delle donazioni.
COme VIte Distanti, che
sta prendendo vita sul sito e sui canali social di
ARF! Festival con la pubblicazione di una tavola al giorno
per diventare a fine maggio un libro
cartonato, è già preordinabile on-line alla
pagina www.arfestival.it/covid, così che
l’INTERO RICAVO venga donato sin da subito, vista l’urgenza del
momento, all’Ospedale Spallanzani.
Il gesto solidale di un intero ambito professionale,
unito alla volontà di continuare a intrattenere con una lettura
quotidiana gratuita, resterà per sempre una testimonianza di questo
momento storico e sociale così umanamente intenso e surreale.
Daniel Radcliffe è il protagonista indiscusso
di un nuovo prodotto Amazon
Prime. Dopo aver vestito i panni del maghetto nella
saga di Harry
Potter che lo ha portato al successo,
Radcliffe è l’eroe di un fumettone nerd che combatte il male
armato di tanta goffaggine e, suo malgrado, di due
pistole. Diretto da Jason Lei Houden,
Guns Akimbo è un concentrato di action
adrenalinico e violenza, una storia di fantascienza ambientata in
un futuro distopico, venata di uno humour goffo quanto il suo
protagonista.
Guns
Akimbo, la trama
Miles è uno sviluppatore di
videogame che, quando non lavora, passa le giornate a
lanciare commenti al vetriolo agli appassionati di Skism:
persone che restano incollate a uno schermo a guardare uomini e
donne che si uccidono come se fossero in un videogame, ma è tutto
vero. Un gioco mortale e illegale in diretta streaming, in cui
coppie di sfidanti combattono fino alla morte con ogni tipo di
armi. Per il criminale ideatore di Skism, Riktor, Ned
Dennehy, Miles è un disturbatore. Così lo costringe a
entrare nel gioco: Miles si ritrova con due pistole inchiodate alle
mani e ventiquattro ore per uccidere la sua avversaria Nix,
Samara Weaving, o esserne ucciso. Inizia così la
partita di Miles, una corsa affannosa contro il tempo, che da
innocuo nerd in pantofole, lo trasforma in un vero combattente, non
solo a parole e non solo dietro una tastiera, per salvare sé stesso
e la sua ragazza, Nova, Natasha Liu Bordizzo,
rapita da Riktor.
Guns
Akimboè critica?
La domanda che viene da porsi
nell’affrontare la visione del film è: riuscirà a non crogiolarsi
nel meccanismo che dice di voler denunciare? Il film propone uno
scenario distopico, ma come tutte le distopie, per funzionare ha
bisogno di non essere troppo lontano dalla realtà. Guns
Akimbo sembra voler essere un monito, mostrare la deriva che
si rischia se si continua a trascorrere più tempo davanti a uno
schermo, rapiti da una realtà virtuale, che impegnati a vivere la
vita reale, come spesso accade già oggi.
Ad esempio, Miles a un certo punto
dice: “Non ricordo l’ultima volta che ho camminato per strada
senza gli occhi sul telefono. È tutto così in HD!”. Tutti noi
sappiamo quanto questa affermazione possa essere pericolosamente
vicina al vero. Se gli ideatori di Skism sono criminali violenti
senza scrupoli e i giocatori a loro volta psicopatici e criminali
disposti a tutto, chi sembra uscirne peggio sono gli spettatori,
che vogliono illudersi di stare guardando un videogioco, ma sono
complici e anzi principali artefici di una trappola mortale ordita
a colpi di visualizzazioni.
Compiacimento, visivo e
non solo
Tuttavia, nonostante le
enunciazioni e i nobili intenti, Guns Akimbo affonda le
sue radici nel pieno di una contraddizione e dai suoi risvolti più
orrendi, truculenti e feroci trae il suo appeal. Dal punto
di vista visivo, il film mette in campo tutte le armi possibili, le
stesse usate nei videogiochi, ne emula le tecniche per far presa
sul pubblico, soprattutto nelle scene d’azione e combattimento,
esasperandone l’aspetto di finzione attraverso il ralenti o effetti
grafici da fumetto. Lo spettatore si trova così a guardare una
violenza esibita, ma che sembra irreale e questo approccio lo
induce all’indulgenza, anziché alla riflessione su come quello che
sembra un gioco sia in effetti una tremenda realtà. Inoltre, il
protagonista, un Radcliffe che ha conservato e se possibile
accentuato l’ingenua espressione del maghetto Harry
Potter , di fatto semina a sua volta morte, sebbene
nei panni dell’eroe giustiziere. Il gioco non si ferma, il business
neanche e a farla da padrona è sempre la violenza. A questa
si attinge a piene mani per catturare lo spettatore. Il ritmo è
frenetico, sparatorie ed esplosioni si susseguono, fiotti di sangue
schizzano ovunque con assoluta gratuità.
Ciò che dovrebbe stemperare questa
valanga di violenza è l’ironia, quelle venature di commedia,
incentrate soprattutto sull’attitudine nerd del protagonista, sulla
sua inadeguatezza al ruolo di eroe che si trova suo malgrado a
ricoprire, che restano però circoscritte e ben poca cosa a fronte
di una narrazione brutale e incalzante, scandita da una colonna
sonora trascinante, fatta di classici rock reinterpretati in
versione metal industrial, come Spin me round e Wild
one (real wild child).
Guns
Akimbo è un film stucchevole forse avvincente per gli
amanti dell’adrenalina e del videogioco violento, per un pubblico
di teenagers che difficilmente si soffermeranno sulla critica, e
certo sono il target scelto per il film. Un’overdose di brutalità e
ripetitiva per gli altri.
L’horror è il genere per eccellenza
che presenta immagini tanto violente ed inquietanti da lasciare
turbato lo spettatore anche dopo la fine della visione di un film.
Ma questo non è una regola: anche il dramma o il thriller possono
rivelarsi talmente strazianti da lasciare un solco profondo nello
spettatore più sensibile o suscettibile.
Alcuni film, al di là di quanto
siano stati riconosciuti dalla critica o apprezzati dal pubblico,
sono talmente inquietanti, disturbanti o sconcertanti che spesso è
altamente improbabile che si decida di dedicare loro una seconda
visione. Ecco 10 film carichi di suspense che la maggior
parte del pubblico ha forse visto soltanto una volta nella sua
vita, o che forse ha rivisto parecchio tempo dopo la primissima
visione:
Requiem for a Dream
L’opera seconda di Darren Aronofsky è un film incentrato sulle
speranze che sorreggono la vita di ognuno di noi, almeno fino a
quando non si cade vittime di un baratro dal quale sembra
impossibile fare ritorno (nel caso dei protagonisti, si parla di
dipendenza da droga e psicofarmaci).
In Requiem for a
Dream, attori del calibro di
Jared Leto,
Jennifer Connelly, Marlon Wayans e l’iconica Ellen
Burstyn devono fare i conti con una dipendenza che finirà per
annientare totalmente le loro esistenze, quando il loro unico
desiderio era soltanto quello di sperare di riuscire a sfuggire da
una realtà opprimente e miserevole.
Irreversible
Irreversible è uno dei film più
controversi di
Gaspar Noé: non soltanto per la struttura narrativa
(la storia viene raccontata al contrario, giustificando così il
titolo), ma anche per la sconvolgente scena che riguarda il brutale
pestaggio e il conseguente stupro ai danni di Alex, il personaggio
interpretato da
Monica Bellucci.
Nel dettaglio, il film racconta la
spietata ricerca di vendetta da parte del suo ragazzo e, oltre alla
scena dello stupro, ce n’è anche un’altra parecchio disturbante in
cui un uomo viene brutalizzato con un estintore.
Millennium – Uomini che odiano le donne
La versione americana
dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson ad
opera di David Fincher ruoto attorno ad uno dei
personaggi femminili più complessi che la recente storia della
letteratura e del cinema abbiano mai conosciuto.
In Millennium – Uomini che odiano le donne,
attraverso una serie di sequenze particolarmente crude, veniamo a
conoscenza del passato di Lisbeth Salander, un passato fatto di
violenze, ricoveri e perizie psichiatriche, al punto che la stessa
venne riconosciuta incapace di badare a sé stessa e per questo
affidata a un tutore. Ma la verità è che ognuno dei personaggi
della storia sembra nascondere qualcosa di particolarmente oscuro e
scabroso…
L’amore bugiardo – Gone Girl
Se per caso state facendo i conti
con una relazione potenzialmente dannosa, allora L’amore bugiardo – Gone Girl non è il
film che fa al caso vostro.
Rosamund Pike veste i panni di Amy, donna vendicativa
che scompare misteriosamente e gettando la figura del marito al
centro di un vero e proprio circo mediatico. Ma qual è la verità?
Chi ha ucciso veramente Amy?
Tratto dall’omonimo bestseller di
Gillian Flynn e diretto ancora una volta da David Fincher: il ritorno del celebre regista
nella nostra classifica sottolinea quanto è a lui che si devono
alcuni dei thriller meglio riusciti degli ultimi tre decenni.
L’esorcista
Anche se non siete propriamente dei
fan del genere horror, L’esorcista è uno di quei film
che bisogna guardare almeno una volta nella vita. E forse, dopo la
sua visione, non si avrà mai più voglia di rivederlo.
La storia della piccola Regan che
inizia a manifestare segni di inspiegabile – all’apparenza –
violenza e che solo in seguito – con l’aiuto di un prete che sembra
aver perduto la fede – si capirà essere posseduta da un feroce
demone, ha segnato l’immaginario collettivo e turbato i sogni di
più generazioni a partire dall’inizio degli anni ’70. A
cinquant’anni dalla sua uscita, il capolavoro di William Friedkin è ancora considerato il film
più spaventoso di tutti i tempi.
Saw – L’enigmista
Nonostante abbia dato vita ad un
franchise i cui vari capitoli non sono mai stati ritenuti
all’altezza dell’originale, è innegabile quanto il primo film della
saga di Saw sia una dei film più disturbanti
della recente storia del cinema. Due uomini, incatenati, si
svegliano in un bagno sporco e lurido, senza sapere minimamente
come siano arrivati lì.
Una voce registrata inizia a dare
loro alcune istruzioni per garantirsi la sopravvivenza: è solo
l’inizio di un gioco a dir poco mortale, in cui uno dovrà uccidere
l’altro per evitare che la propria famiglia venga massacrata.
Entrambi cercano di capire come fuggire senza dover ricorrere al
gesto più estremo di tutti, fino a quando la speranza abbandonerà
entrambi…
American Psycho
Ambientanto alla fine degli anni
’80, in una nuova New York decadente, in American Psycho, ispirato
all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis,
Christian Bale interpreta Patrick Bateman, un uomo
alle prese con una sanità mentale precaria e con una doppia
identità.
La vita da consulente finanziario
freddo e distaccato, ossessionato dalla cura del corpo, si alterna
a quella da killer psicopatico che cerca in tutti i modi di
nascondere alle persone che lo circondano la sua vera natura.
Seven
Anche una volta David Fincher, regista capace di mescolare
costantemente le carte in tavola ad ogni nuovo film che realizza.
In effetti, tutto ha avuto inizio con
Seven, considerato uno dei più bei thriller mai
realizzati, con uno dei finali più strazianti di tutti i tempi.
Interpretato da Brad Pitt e Morgan Freeman, il film vede il detective
William Somerset e il giovane collega, impulsivo ed istintivo,
David Mills sulle tracce di un pericoloso serial killer che sta
punendo con la morte i colpevoli dei sette vizi capitali: avarizia,
gola,
accidia, invidia, superbia, ira e lussuria.
Assassini nati – Natural Born Killers
Sesso, droga, rock & roll,
omicidi e caos sono alla base del celebre film di Oliver Stone su come i media e la violenza si
alimentano a vicenda secondo una logica perversa.
Basato su un soggetto di
Quentin Tarantino, in Assassini nati –
Natural Born KillersWoody Harrelson
e Juliet Lewis interpretano Mickey e Mallory Knox,
entrambi segnati da un’infanzia problematica, che si incontrano, si
innamorano e decidono di uccidere insieme, in una storia in cui la
violenza più brutale si mescola a dialoghi brillanti.
American History X
A volte, i
film più inquietanti sono quelli che ispirati a fatti che
potrebbero tranquillamente accadere nella realtà.
American History X di Tony Kaye racconta
la storia di Derek Vinyard, sostenitore del suprematismo bianco,
che viene scarcerato dopo aver scontato tre anni di carcere per
aver ucciso due ragazzi di colore che stavano tentando di rubargli
l’auto.
Tornato a casa,
cerca di salvare il fratello minore Danny, che a quanto pare ha
intrapreso la sua stessa strada. Il film, dedicato al tema
delle tensioni sociali e del razzismo negli Stati Uniti, è valso a
Edward Norton una candidatura all’Oscar come
miglior attore protagonista.
Michael Madsen,
attore feticcio di Quentin Tarantino, ha rivelato in una recente
intervista con
Cinemablend che il primo capitolo del dittico Kill
Bill con protagonista Uma Thurman
contiene una citazione a Le iene, primo film diretto da
Tarantino nel 1992 e in cui recita anche Madsen.
“Le citazioni piacciono tanto a
Quentin”, ha spiegato Madsen. “Ecco perché la mia Cadillac
è in C’era una volta a
Hollywood… quella è la macchina di Mr. Blonde (il
personaggio interpretato dall’attore ne
Le iene, NdR), ma chi se ne sarebbe accorto senza
saperlo? Quentin non vuole mai parlarne, vuole che il pubblico
scopra tutti questi riferimenti da solo.”
E sempre a proposito de Le iene, Michael
Madsen ha rivelato che un easter egg legato al film è
presente anche in Kill Bill Vol. 1: “Quando
vidi il film per la prima volta a Londra, dopo la premiere andai a
cena con Quentin, che mi disse: ‘L’hai visto?’. E io risposi: ‘Che
cosa?’. E lui: ‘Quando Uma è sotto terra, l’hai visto?’. Io non
avevo la minima idea di cosa stesse parlando, e lui insistette:
‘Michael, il rasoio!’. E poi aggiunse: ‘Era il tuo. Era proprio
quello che hai usato ne Le iene’.”
A proposito di Kill
Bill, sappiamo che Quentin Tarantino ha “un’idea interessante” per un possibile terzo
capitolo, idea di cui avrebbe anche parlato con Uma
Thurman:
“Proprio ieri ho cenato con Uma
Thurman”,
aveva spiegato Tarantino a dicembre dello scorso anno.
“Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho
un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed
il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea
alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa
dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa
trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola.
Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere
interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero
almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei
piani.”
Più di recente, di un possibile
Kill Bill Vol. 3 ha parlato l’attrice
Vivica A. Fox, interprete di Vernita Green/Testa
di rame. Alle pagine di
THR l’attrice, che sarebbe assolutamente interessata a prendere
parte ad un nuovo film, ha spiegato: “L’ultima notizia che so
in merito è che Quentin e Uma ne stanno parlando. Vorrei tanto che
riuscissero a trovare un modo per farlo. Quentin è bravissimo con i
flashback e sa come riportare in vita i suoi personaggi. Quindi
spero proprio che Vernita Green riuscirà a vendicarsi.”
In una recente intervista
rilasciata ad
Empire, James Cameron ha aggiornato sullo
stato della produzione dei sequel di
Avatar, attualmente ferma a causa
dell’emergenza Covid-19. Il regista ha spiegato che poco prima
dello scoppio della pandemia stava per affrontare una nuova
sessione di riprese: “Voglio tornare a lavorare ai
sequel”, ha spiegato il regista. “Ma al momento è una cosa
che non ci è permesso fare. Prima che tutto venisse bloccato,
stavamo per tornare in Nuova Zelanda per le riprese. Speriamo di
riuscire a tornare a girare il prima possibile.”
Parlando invece della data di
uscita del primo sequel, James Cameron è apparso
abbastanza fiducioso sul fatto che la stessa non subirà variazioni
e, di conseguenza, nessuna delle altre date già fissate per i
successivi nuovi capitoli: “Il lato positivo è che la Nuova
Zelanda sembra aver risposto in maniera davvero molto efficiente al
controllo del virus. L’obiettivo non è la riduzione ma
l’eradicazione, cosa che si crede possibile attraverso il
tracciamento dei contatti e i test. Queste sono buone notizie.
C’è una buona possibilità che le nostre riprese
possano essere ritardate soltanto di un paio di mesi. Laddove
possibile, tutti quelli della Weta Digital e di Lightstorm stanno
lavorano da casa. Il mio lavoro, invece, è sul set, con le macchine
da presa virtuali e tutto il resto. Al momento mi sto dedicando un
po’ al montaggio, ma ad essere sinceri, per uno come me, non è
proprio il massimo.”
Sempre a proposito dei sequel di
Avatar, di recente abbiamo appreso che a
quanto pare, i film potranno contare su un budget totale di 1
miliardo di dollari.
In un report di Deadline non è stato specificato in che modo
l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che
arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027: è probabile comunque –
anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo – che
per ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250
milioni di dollari.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle
Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un
gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi.
Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film,
ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Si è parlato a lungo della
possibilità che Chris Pratt potesse interpretare
Indiana Jones nel quinto capitolo della
celebre saga, quando si vociferava che il progetto dovesse essere
in realtà un reboot del franchise. Le cose sono poi cambiate, con
il nuovo film che sarà a tutti gli effetti un prosieguo e che vedrà
Harrison Ford ancora una volta nei panni del
celebre archeologo.
Adesso però, grazie allo youtuber
Shamook, i fan hanno
la possibilità di immaginare come sarebbe stato Chris Pratt nei panni dell’iconico personaggio
partorito dalla mente di George Lucas grazie ad un
nuovo video deepfake in cui il volto di Harrison Ford nelle immagini dai primi tre
film della saga viene sostituito con quello della star di Guardiani della Galassia. Potete
vedere il divertente esperimento di seguito:
Per quanto riguarda
Indiana Jones
5, sappiamo che Steven Spielberg ha lasciato la regia del film
ad un altro regista. Si tratta della prima volta in 39 anni in cui
il franchise avrà un regista differente.
Le fonti di Variety dicono
che, sebbene l’accordo non sia ancora concluso, la regia passerà a
James Mangold, che ha diretto Le Mans
’66 e Logan. Questo secondo film ha garantito al
regista un enorme successo e una nomination agli Oscar per la
migliore sceneggiatura non originale.
Spielberg rimarrà a bordo del
progetto in veste di produttore esecutivo. Secondo una fonte vicina
al regista, la decisione di lasciare la regia è stata interamente
di Spielberg, nel desiderio di passare il testimone, o meglio la
frusta di Indy a una nuova generazione di registi che potrebbero
portare nella storia la loro visione.
La Warner Bros. si sta impegnando
al massimo, come forse è solita fare soltanto la Disney con i film
del MCU e con gli episodi della saga di
Star
Wars, per cercare di tenere assolutamente sotto chiave i
dettagli sulla trama di Tenet,
il nuovo attesissimo film di Christopher
Nolan.
Neanche
Michael Caine, attore feticcio del regista che sarà
presente anche in quest’ultima fatica, conosce i dettagli sulla
storia,
come rivelato da lui stesso in una recente intervista. Le unica
informazioni in nostro possesso, ad oggi, riguardano il fatto che
il film sarà ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale e
che i protagonisti dovranno impegnarsi per evitare lo sviluppo di
un evento catastrofico su scala mondiale (forse una Terza Guerra
Mondiale?); inoltre, sappiamo che nel film si dovrebbe addirittura
parlare di viaggi nel tempo.
Lo scorso gennaio, la Warner Bros.
ha rilasciato
il primo trailer ufficiale del film che ci ha permesso di dare
un primissimo sguardo al ricco cast della pellicola, composto da
John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki,
Kenneth Branagh e il già citato Caine. In seguito alla
scoppio dell’emergenza legata al Covid-19, tutta l’attenzione
riservata alla segretissima trama del film si è improvvisamente
spostata sull’effettiva release dello stesso: inizialmente previsto
per il 17 luglio nelle sale americane, ad oggi non sappiamo ancora
con certezza se il film di Nolan potrà davvero fare il suo debutto
al cinema tra circa due mesi esatti. Una decisione in merito da
parte della major –
che vorrebbe mantenere la release originale – dovrebbe essere
comunicata a breve.
In attesa di capire quando
Tenetarriverà
ufficialmente sul grande schermo, sembra che la diffusione del
merchandising legato al film proceda come inizialmente pianificato,
con un libro interamente dedicato al backstage della pellicola che
è già disponibile per il pre-order su Amazon. I dettagli
sulla trama del film potrebbero essere nascosti proprio nel titolo
del libro: “The Secrets of Tenet:
Inside Christopher Nolan’s Quantum Cold War“.
Stando alla descrizione del libro:
“Tenet è un thriller di spionaggio strabiliante, talmente unico
che negli anni a venire il pubblico starà ancora parlando della sua
complessità. ‘The Secrets of Tenet’ accompagna i lettori in un
viaggio inedito alla scoperta del capolavoro di Nolan che piega le
leggi del tempo, offrendo rari spunti di riflessione su tutti gli
aspetti della sua lavorazione. Si tratta della massima esplorazione
di un film concepito per indugiare nell’immaginazione relativa al
futuro… o forse al passato…”
È probabile dunque che i
protagonisti di Tenetsi
ritroveranno a dover viaggiare nel tempo per impedire il ripetersi
di un guerra nucleare dalla conseguenze devastanti che
probabilmente ha già avuto luogo. Ma, probabilmente, per avere
certezza di ciò non bisognerà far altro che attendere con
impazienza l’uscita del film, preparandoci al fatto che quasi
certamente ci ritroveremo di fronte ad una narrazione ancora più
“macchinosa” di Inception o
Interstellar.
Tenet, il
nuovo film di Christopher
Nolan, vede protagonista John David
Washington insieme a Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è
stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la
storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception,
consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come
ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse
davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene
descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello
spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura
da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in
corso.
Lo studio ha già fissato la data di
uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix
di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan
Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX
Andrew Jackson.
Apprendiamo grazie a
Variety che il due volte premio Oscar Cate Blanchett è entrata a far parte del
cast dei prossimi progetti cinematografici di due cineasti molti
noti: stiamo parlando di Adam McKay, regista de
La grande
scommessa, e di James Gray, regista di
Ad
Astra. Ma andiamo per ordine…
Per quanto riguarda Adam
McKay, il progetto in questione è Don’t Look
Up, film targato Netflix di cui abbiamo già sentito parlare per via
del casting di Jennifer Lawrence. Il film, che vedrà McKay
coinvolto anche in qualità di sceneggiatore, racconterà la storia
di due astronomi che intraprendono un tour mediatico per avvisare
l’umanità dell’avvicinamento alla Terra di un asteroide che
potrebbe distruggere il pianeta. Al momento non sappiamo i dettagli
sul ruolo che la Blanchett interpreterà. McKay si occuperà anche
della produzione del film insieme a Kevin Messick e alla sua
Hyperobject Industries.
Per quanto riguarda invece
James Gray, il progetto cinematografico del
regista in cui sarà coinvolta la Blanchett è Armageddon
Times, di cui Gray firmerà anche la sceneggiatura. Il
film sarà ispirato all’adolescenza dello stesso regista e agli ani
trascorsi presso la “Few Forest School” nel Queens, il celebre
quartiere di New York; all’epoca, tra gli studenti figuravano anche
Donald Trump, attuale Presidente degli Stati Uniti
d’America, e l’attore Hank Azaria. A quanto pare
la storia dovrebbe focalizzarsi sulla figura dell’allora preside
dell’istituto.
L’ultima volta che abbiamo visto
Cate Blanchett sul grande schermo è stato
lo scorso anno in Che fine ha fatto Bernadette? di Richard
Linklater. L’attrice è attualmente la protagonista di
Mrs. America, miniserie targata Hulu in
cui interpreta la scrittrice e politica statunitense Phyllis
Schlafly, celebre per la sua strenua opposizione al
femminismo.
Di recente abbiamo appreso anche che
Cate Blanchett è in trattative per
recitare in Borderlands,
adattamento live action del videogioco sviluppato dalla Gearbox
Software, che sarà diretto da Eli Roth, regista
di Cabin Fever, Hostel e Knock
Knock. Roth e la Blanchett avevano già lavorato insieme
nell’ultimo film del regista, il fantasy Il mistero della casa del tempo.
Ad ottobre del 2018 Netflix aveva annunciato un accordo
pluriennale con The C.S. Lewis Company per lo sviluppo di film e
serie tv basati sull’amata saga fantasy di C.S. Lewis
Le cronache di Narnia. Da allora, però,
non ci sono stati più aggiornamenti sul progetto.
Adesso, in una lunga intervista
diffusa su
YouTube nelle ultime ore, è stato Douglas
Gresham, figlio adottivo di Lewis e produttore della saga
cinematografica basata su Le cronache di
Narnia, ha parlato proprio dell’ambizioso progetto
affidato al colosso dello streaming. Gresham, che è stato
confermato come produttore anche dei futuri adattamenti, ha
spiegato:
“Da quando abbiamo stretto
l’accordo con Netflix nell’ottobre del 2018, non abbiamo più avuto
notizie da parte loro. Sono un po’ preoccupato sinceramente… ho
come la sensazione che non accadrà davvero. Mi piacerebbe che fosse
qualcosa a episodi. Con i film hai a disposizione al massimo due
ore per cercare di metterci dentro un intero libro, ed è sempre
difficile farlo nel modo più giusto. Vorrei che questo nuovo
progetto fosse il più fedele possibile al materiale originale e con
la formula della serie o della miniserie sarebbe possibile adattare
la saga per intero, in ogni suo dettaglio e sfumatura.”
La saga de Le cronache
di Narnia è già stata adattata per il grande schermo
tra il 2005 e il 2010, con gli adattamenti de Il leone,
la strega e l’armadio (2005) e Il
principe Caspian (2008), entrambi diretti da Andrew
Adamson, e con Il viaggio del
veliero diretto da Michael Apted (2010).
Sulla base di un accordo pluriennale
con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle
incredibili storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi
film e serie TV disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il
mondo.
I titoli generati da questa
collaborazione saranno produzioni originali Netflix, Mark Gordon di
Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e Vincent Sieber saranno
produttori esecutivi delle serie e produttori dei film. In totale,
i romanzi della serie Le cronache di
Narnia hanno venduto oltre 100 milioni di copie
e sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la
prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che
compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.
«Le splendide storie di C.S.
Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto
il mondo», ha affermato Ted Sarandos, Chief
Content Officer di Netflix. «Intere famiglie si sono
innamorate di personaggi come Aslan e dell’intero universo di
Narnia, siamo molto emozionati perché Netflix diventerà la loro
casa nei prossimi anni».
«È meraviglioso sapere che il
pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo
di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione
avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le
avventure dei protagonisti in tutto il mondo», ha osservato
Douglas Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis.
«Netflix rappresenta il medium migliore per questo progetto,
non vedo l’ora di lavorare con loro per realizzarlo».
«Narnia rappresenta un fenomeno
raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse
generazioni», ha affermato Mark Gordon,
Presidente e Chief Content Officer, Film & Television di eOne.
«eOne ed io siamo emozionati di poter collaborare con la C.S.
Lewis Company e con Netflix, che trasformeranno l’universo di
Narnia in film e serie TV. Non potremmo essere più felici di
iniziare a lavorare su queste nuove produzioni».
Hugh
Jackman ha detto addio al personaggio di
Wolverine dopo l’uscita di Logan, il film
di James Mangold del 2017 che ha ufficialmente
segnato l’ultima apparizione cinematografica dell’attore
australiano nei panni dell’iconico mutante con gli artigli di
adamantio. Eppure, c’è chi spera ancora che Jackman possa tornare a
vestire i panni del personaggio che gli ha regalato la fama
internazionale.
Stiamo parlando di Rob
Liefeld, creatore del personaggio di
Deadpool, che nel corso degli anni non ha mai
nascosto la sua passione per la saga degli
X-Men e, in particolare, per il personaggio di
Wolverine interpretato da Hugh
Jackman. In una recente intervista con Inverse, Liefeld ha
ribadito il suo attaccamento nei confronti di Logan:
“Sono praticamente fissato con
Hugh Jackman. Dopo aver incontrato Hugh, averlo conosciuto e averlo
amato, posso dire che se Deadpool esiste è solo perché esiste
Wolverine. Mi sono dedicato a Deadpool, a creare il personaggio dei
fumetti, soltanto per arrivare a Wolverine. È sempre stato quello
l’obiettivo.”
Quando gli è stato poi chiesto quale
attore potrebbe raccogliere l’eredità di Jackman nei panni del
personaggio ora che i diritti cinematografici appartengono alla
Marvel, Liefeld ha detto: “È
una domanda alla quale non posso rispondere. Sono troppo fissato
con Hugh Jackman. Spero che ritorni ad interpretarlo… lo spero
davvero! È stato molto deciso sul fatto che non vuole più
interpretare Wolverine, ma io da ingenuo continuo a non
credergli.”
Di recente
è stato proprio Hugh Jackman a rivelare che,
se si fosse presentata davvero l’opportunità, sarebbe stato ben
felice di poter recitare al fianco di Iron Man e
Captain America nel MCU.
Per quanto riguarda il personaggio
di Wolverine, gli ultimi
rumors riferiscono che sarebbe Henry
Cavill il prescelto ad indossare gli artigli
ereditandoli da Hugh
Jackman, comparendo in Captain
Marvel 2. Ma la notizia non ha trovato ancora
conferma ufficiale.
Per quanto riguarda Logan, invece,
si tratta sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo
personaggio e in generale il miglior film
sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
Per quello che riguarda
invece Hugh
Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato
la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la
visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo
più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra
cinema e musical.
Divenuta celebre a livello
internazionale grazie ai suoi ruoli più recenti, l’attrice spagnola
Najwa Nimri è in realtà attiva da diversi anni,
vantando nella propria filmografia titoli di grande rilievo.
Eclettica e carismatica, la Nimri ha infatti avuto modo di
collaborare con importanti autori, grazie ai quali ha potuto
maturare come interprete.
Ecco 10 cose che non sai di
Najwa Nimri.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Najwa Nimri: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo di
rilievo al cinema con il film Morire a San Sebastian
(1997), per poi confermare la propria popolarità con titoli come
Apri gli occhi (1997), con Penelope
Cruz, Gli amanti del circolo polare (1998),
Prima che sia notte (200), con Javier
Bardem e Johnny
Depp, Lucìa y el sexo (2001),
Piedras (2002), Agents secrets (2004), 20
centimetri (2005), L’altra verità (2010),
Habitaciòn en Roma (2010) e L’albero del sangue
(2018), con Úrsula
Corbero.
9. È nota per i suoi ruoli
cinematografici. L’attrice ottiene una prima popolarità
internazionale grazie alla serie Vis a vis – Il prezzo del
riscatto (2015-2019), dove interpreta il ruolo di Zulema
“Zule” Zahir, recitando accanto all’attrice Alba
Flores. Dal 2019 dà invece vita al personaggio di
Alicia Sierra nella popolare serie La casa di
carta, recitando con gli attori Itziar Ituño,Álvaro Morte
e Miguel
Herrán. Nel 2020 riprende poi il ruolo di Zulema per
lo spin-off Vis a vis – El Oasis.
8. Ha ricevuto importanti
nomination. Nel corso degli anni l’attrice è stata
nominata per ben cinque volte al premio Goya, considerato l’Oscar
spagnolo. In particolar, ha ricevuto candidature come miglior
attrice protagonista per Gli amanti del circolo polare,
come miglior attrice non protagonista per Lucì y el sexo,
e di nuovo come protagonista per Quién te cantara.
Najwa Nimri è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 4,2 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie che
la ritraggono nei panni dei personaggi da lei interpretati, ma
anche in momenti di svago in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano immagini promozionali dei suoi progetti da attrice, come
anche piccole curiosità a lei legate.
Najwa Nimri: il marito e il figlio
Teo Nabil
6. È stata sposata con un
regista. Nel 1995 l’attrice intraprende una relazione con
Daniel Calparsoro, regista del film Morire a
San Sebastian, nel quale la Nimri ha recitato. I due si sono
poi separati nel 2000. Nel 2004, invece, l’attrice ha avuto un
figlio chiamato Teo Nabil, mantenendo però segreta l’identità del
nuovo compagno. La Nimri è infatti particolarmente restìa a
condividere dettagli sulla propria vita privata.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Najwa Nimri in Vis a vis
5. Ha richiesto di non dover
eseguire dei nudi. Per interpretare la criminale Zulema,
l’attrice ha espressamente chiesto ai produttori della serie che
non venissero previste per il personaggio delle scene di nudo. La
Nimri ha infatti dichiarato di non sentirsi a suo agio nel girare
tali scene, specialmente davanti a troupe numerose. I produttori
acconsentirono alle richieste dell’attrice, che fu così libera di
ricoprire il ruolo.
4. Si è ispirata ad un noto
personaggio di un film. Per la costruzione del suo
personaggio, l’attrice, in collaborazione con gli autori, si è
ispirata all’antagonista del film Faster Pussycat, Kill
Kill. I due sono infatti estremamente simili, sia
nell’acconciatura quanto nella caratterizzazione e nelle tendenze
da sociopatica.
3. Aveva un’agguerrita
rivale al ruolo. Quello di Zulema è stato un personaggio
particolarmente ambito, desiderato da molte attrici. Una delle
principali rivali durante i casting era l’attrice Alba
Flores, la quale venne però preferita dalla produzione per
il personaggio di Saray. Ciò permise alla Nimri di ottenere il
ruolo, ritenuta tra tutte maggiormente adatta a ricoprirlo.
Najwa Nimri canta Bella ciao
2. Ha interpretato la
celebre canzone italiana. La Nimri, oltre ad essere
un’affermata attrice, è anche un’apprezzata cantante. In
particolare, la si può sentire eseguire il brano Bella
ciao durante i titoli di coda dell’ultima puntata della quarta
stagione di La casa di
carta. Per l’esecuzione del brano, l’attrice ha puntato su
un’atmosfera più soft ed un ritmo più disteso, conferendovi così
una nota di malinconia.
Najwa Nimri: età e altezza
1. Najwa Nimri è nata a
Pamplona, in Spagna, il 14 febbraio 1972. L’attrice è alta
complessivamente 172 centimetri.
Popolare attrice spagnola,
Maggie Civantos ha negli ultimi anni guadagnato
notorietà grazie ai suoi ruoli in progetti diversi, dal cinema alle
soap opera, e fino ad alcune acclamate serie televisive. Grazie a
queste ultime, in particolare, ha potuto oltrepassare i confini
nazionali guadagnando consensi in diverse parti del mondo.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Civantos.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maggie Civantos: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi spagnoli. La filmografia dell’attrice si
compone ancora di sole pellicole di produzione spagnola, come
Prime Time (2008), che segna il suo debutto. Negli anni
successivi guadagna poi popolarità grazie ai titoli
Temporal (2013), 321 dìas en Michigan (2014),
Crustàceos (2014), Escombros (2018), El mejor
verano de mi vida (2018), Alegria, tristeza (2018),
Antes de la quema (2019), La pequeña Suiza
(2019), e Influenze maligne (2019).
9. È nota per i suoi
ruoli cinematografici. Il primo ruolo televisivo a rendere
popolare l’attrice è quello nella serie Eva y kolegas
(2008). In seguito, la Civantos torna sul piccolo schermo per
recitare in Hospital Central (2009-2011), Arrayàn
(2012-2013), Bienvenidos al Lolita (2014), e Ciega a
citas (2014). A renderla davvero famosa, però, è la serie
Vis a vis – Il prezzo
del riscatto, dove dal 2015 al 2019 recita nel ruolo di
Macarena Ferreiro, una delle protagoniste, recitando anche al
fianco dell’attrice Alba
Flores. Altro ruolo importante per la Civantos è
quello di Angeles Vidal in Le ragazze del centralino
(2017-2020). Nel 2020 riprende il ruolo di Macarena nella serie
spin-off Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a
Najwa
Nimri.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Con la serie Vis a vis, la
Civantos è diventata una delle più apprezzate interpreti del
panorama spagnolo. Ciò viene ulteriormente ribadito anche dalle due
nomination come miglior attrice televisiva che la Civantos ha
ricevuto nel 2016 e nel 2017 agli Award of the Spanish Actors
Union, vincendo nella prima di queste due occasioni.
Maggie Civantos è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo, la Civantos è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano però anche curiosità personale, e immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Maggie Civantos e il litigio con
Najwa Nimri
6. Ha discusso realmente con
la sua collega. Nella nuova serie che vede protagonista la
Civantos, Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a
Najwa Nimri, si sarebbe rivelato l’astio presente
tra le due attrici. Durante una delle puntate, infatti,
quest’ultima da uno schiaffo alla prima, cosa che a quanto pare non
era prevista in sceneggiatura. Questo sarebbe il culmine di un
periodo di divergenza tra le due attrici, che però non è stato
ufficialmente commentato dalle due.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Maggie Civantos in Vis a vis
5. È stata assente per un
lungo periodo. A partire dal secondo episodio della terza
stagione, e fino al penultimo della quarta, il personaggio
interpretato dall’attrice esce di scena. La Civantos ha motivato
questa lunga assenza per via degli impegni previsti con la serie
Le ragazze del centralino. L’attrice non sapeva come
sarebbe stato gestito a riguardo il suo personaggio, ma gli
sceneggiatori hanno deciso di farlo semplicemente entrare in coma,
così da permettergli un futuro ritorno.
4. È la protagonista dello
spin-off. Nel 2020 l’attrice riprende ufficialmente il
ruolo di Macarena per essere la protagonista dello spin-off
intitolato Vis a vis: El Oasis. Ambientata qualche anno
dopo il termine della serie originale, questa segue ora le vicende
di Macarena e Zulema una volta uscite di prigione. Le due sono
ancora solite dedicarsi a furti e crimini, ma le loro strade sono
prossime a separarsi.
Maggie Civantos in Le ragazze del
centralino
3. Ha scelto di lasciare la
serie. Costretta a doversi dividere per diverso tempo tra
le riprese delle serie Vis a vis e Le ragazze del
centralino, la Civantos ha infine deciso di abbandonare
quest’ultima. Arrivata alla quarta stagione, ha infatti appeso al
chiodo in panni di Angeles, per potersi dedicare a tempo pieno allo
spin-off dell’altra serie spagnola di cui era protagonista.
2. Si è detta soddisfatta
della conclusione scritta per il suo personaggio. Molti
fan si sono dimostrati delusi da quanto previsto per il personaggio
di Angeles, interpretato dall’attrice. Questa, però, ha affermato
che per quanto si tratti di una conclusione brusca, era la migliore
che si potesse trovare, completando in modo coerente l’arco
narrativo del personaggio.
Maggie Civantos: età e altezza
1. Maggie Civantos è nata a
Malaga, in Spagna, il 28 dicembre 1984. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Dopo l’analisi de La Compagnia
dell’Anello e de Le Due Torri, siamo infine giunti a
segnalare le differenze dell’adattamento de Il Signore
degli Anelli: Il Ritorno del Re, rispetto
all’originale di Tolkien. I punti di differenza non sono molti, ma
sono perfettamente inseriti nella riscrittura che Peter Jackson ha
fatto dei bellissimi romanzi del Professore.
L’inizio
Come già anticipato
nell’articolo che parla delle differenze tra libro e film de
Le Due Torri, è chiaro che anche qui ci
sono alcune cose che cambiano. Infatti il secondo libro della
trilogia termina con Frodo prigioniero degli orchi, dopo essere
stato punto da Shelob, Sam da solo, con l’Anello fuori alle porte
di Minas Morgul, mentre, dall’altro lato della Terra di Mezzo,
Aragorn, Legolas e Gimli, con Gandalf, si sono ricongiunti con
Merry e Pipino trai relitti di Isengard.
Tutto questo invece, sia l’incontro
con Shelob che la riunione dei Tre Cacciatori con i due Hobbit a
Isengard, fa parte della prima parte del terzo film di Peter
Jackson. Con l’unica differenza che nei libri sono gli hobbit a
raccontare a Gandalf e gli altri l’attacco di Isengard da parte
degli Ent, mentre nei film lo vediamo, mentre accade, alla fine de
Le Due Torri.
Sam vs Gollum
Il lavoro che Peter Jackson
fa nel costruire la rivalità tra Sam e Gollum, come rappresentati
di due accompagnatori complementari per Frodo, è davvero mirabile,
imbastendola sin dall’inizio. Nel libro, però, Sam non si separa
mai da Frodo, mentre nel film Gollum trama contro lo “hobbit
grasso” per separarlo da Frodo, e alla fine ci riesce, tanto che
Frodo si avventura da solo nella tana di Shelob e lì viene
ferito.
Nel libro, invece, i due hobbit
entrano insieme nell’insidioso antro, e mentre Sam ha la meglio su
Gollum che lo ha attaccato, Frodo viene punto dal ragno.
La voce di Saruman
Nei romanzi c’è un intero
capitolo, alla fine de Le Due Torri, dedicato all’incontro della
compagnia con Saruman. Sembra strano a pensarci, ma in realtà è la
prima volta che incontriamo lo stregone votato al male nei libri,
perché le altre volte era stato solo evocato nei racconti. Nel film
lo vediamo sulla sua fortezza, Gandalf gli distrugge il bastone,
tuttavia lo vediamo anche assassinato da Grima Vermilinguo. La
caduta di Saruman dalla torre, causa anche la caduta del palantir
che viene raccolto da Pipino.
Nei romanzi, invece, sia Saruman che
Grima restano prigionieri a Orthanc, sotto la supervisione di
Barbalbero e degli antri Ent. In questo caso, è Grima che butta via
dalla finestra della torre il palantir, sperando di colpire
qualcuno dei guerrieri sotto di essa. Anche in questo caso, Pipino
raccoglie la pietra veggente.
L’intervento di Arwen
Il romanzo parte con
Theoden alla guida dei Rohirrim in marcia verso Gondor, con
Aragorn, Legolas, Gimli e Merry nelle sue schiere, mentre Gandalf e
Pipino sono andati avanti verso Gondor. Durante la traversata, i
Dunedain si uniscono all’esercito e suggeriscono ad Aragorn di
percorrere la strada del suo, verso la roccia nera di Erech, dove
c’è l’esercito dei morti che infranse un giuramento fatto a
Isildur. Quest’esercito maledetto risponderà solo alla chiamata del
vero re, per sfuggire alla sua condanna. Aragorn intraprende così
il cammino verso sud e indossa lo stemma di Gondor, l’albero
bianco, uno stemma ricamato da Arwen stessa che lo renderà
riconoscibile in quanto legittimo re agli occhi dei re dei
morti.
Nel film, invece, Elrond arriva
all’accampamento di Theoden con Narsil riforgiata in Anduril, la
fiamma dell’occidente. Arwen ha convinto il padre a riforgiarla e a
consegnarla ad Aragorn per abbracciare il suo destino di re degli
uomini. Con quella spada, Aragorn, con Legolas e Gimli al seguito,
convincerà i morti a seguirlo in battaglia e a liberarsi così dalla
loro maledizione. Non molti ci fanno caso, ma in entrambi i casi,
sia nel film che nel libro, è un dono di Arwen ad aiutare Aragorn
ad assumere il ruolo di comando che gli spetta per nascita.
Il re guaritore
La battaglia nei campi del
Pelennor è più o meno simile nell’adattamento cinematografico de Il
Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, tuttavia la sequenza
successiva del romanzo si concentra molto sul potere di guarigione
del re Aragorn. A questo punto della storia, sia nel romanzo che
nel film, Aragorn ha abbracciato il suo destino, e si rivela in
quanto erede di Isildur. Lo fa confrontandosi con Sauron nel
palantir, ma lo fa anche guarendo tutti quelli rimasti feriti
durante la battaglia del Pelennor. In particolare guarisce anche
Faramir, Eowyn e Merry.
Nella versione estesa del film, c’è
una piccolissima parte dedicata invece alle Case di Guarigione, il
luogo di Gondor che vede sbocciare l’amore tra Faramir e Eowyn,
evento che si svolge in contemporanea con l’attacco al cancello
nero di Mordor. Per Tolkien è importantissimo il segmento del
racconto che parla di re guaritore: le mani di re sono mani di
guaritore, e da questo che di riconosce un vero re.
La fine di Gollum
L’attraversamento della
terra di Mordor da parte di Frodo e Sam è più o meno simile tra
libro e film, tuttavia c’è un piccolo dettaglio che differisce.
Quando, quasi alla voragine del Fato, Gollum raggiunge di nuovo gli
hobbit, aggredisce prima Sam, poi Frodo indossa l’Anello e
sparisce. Gollum aggredisce Frodo invisibile e gli stacca l’Anello
dal dito.
Nel romanzo gioisce per il Tesoro
ritrovato, ma scivola e cade. Nel film lotta corpo a corpo con
Frodo ed entrambi cadono, ma come sappiamo Frodo sopravvive, ancora
una volta grazie all’aiuto di Sam.
Molte Separazioni
In molti pensano che il
finale del Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re sia troppo
lungo, o meglio che comprenda troppi momenti conclusivi, troppi
finali. La verità è che il romanzo ne contiene anche di più, perché
Tolkien ha dato spazio e un lieto fine a tutti i suoi
personaggi.
Oltre all’incoronazione di Aragorn e
al suo matrimonio con Arwen, sulla strada verso la Contea,
assistiamo anche al funerale di Theoden, all’incoronazione di
Eomer, al commiato di Barbalbero, all’amore tra Faramir e Eowyn, e
infine, sulla soglia di Casa Baggins, nel cuore della Contea, alla
morte di Saruman per mano di Vermilinguo.
Conclusione
Alla fine di questo viaggio
tra i fotogrammi e le pagine, anche a distanza di un ventennio, si
può affermare senza ombra di dubbio che il lavoro di Peter
Jackson sul romanzo di Tolkien, con cambiamenti tagli e
aggiustamenti, è stato un prezioso percorso che ha ridato
visibilità ad una delle opere più importanti del ‘900, regalando a
più di una generazione il fascino del fantasy senza tempo.
Il Festival
di Cannes presenterà una selezione di film all’inizio
di giugno e collaborerà con diversi festival, tra cui Venezia, per
presentare altre pellicole, stando a quanto riportato da Variety. Gli
organizzatori sembrano anche aver escluso la possibilità di un
festival fisico in autunno.
“Ad oggi, un’edizione fisica
sembra complicata da organizzare, quindi stiamo andando avanti con
l’annuncio dei film della selezione (ufficiale) che ci sarà a
giugno”, ha detto un portavoce del festival, confermando ciò
che il diettore artistico di Cannes Thierry
Fremaux aveva detto domenica in un’intervista con Screen
Daily.
Invece di optare per un festival
virtuale, Cannes organizzerà una “ridistribuzione” fuori dalle
mura (di Cannes), in collaborazione con i festival autunnali”,
ha detto il portavoce. Questo include anche il festival di Venezia, come precedentemente
riportato da Variety, con cui sono iniziati i colloqui, e alcuni
cinema.
Il direttore di Cannes, fervente
sostenitore dei cinema, ha dichiarato: “Il cinema e le sue
industrie sono minacciati. Dovremo ricostruire, riaffermare la sua
importanza con energia, unità e solidarietà ”, ha detto Fremaux ad
Variety ad aprile.
Durante il fine settimana, Fremaux
ha dichiarato che invece di svelare tutto ciò che avrebbe dovuto
essere la selezione ufficiale di quest’anno – tra cui Concorso
ufficiale, Fuori concorso e Un Certain Regard – annuncerà solo un
elenco di film che facevano parte del roster e che dovrebbero
essere distribuiti nei cinema tra oggi e la prossima primavera. A
questi film verrà assegnata un’etichetta “Cannes 2020”. Il processo
di selezione per il festival del prossimo anno, nel frattempo,
inizierà in autunno. Alcuni film selezionati per questa edizione e
che hanno ritardato la loro uscita di un anno verranno presi in
considerazione per l’edizione 2021.
Cannes presenterà i suoi film
“etichettati” in festival come Toronto, Deauville, Angoulême, San
Sebastian, New York, Busan e il festival Lumière di Fremaux a
Lione. Fremaux ha aggiunto che c’è anche l’idea di presentare i
film insieme al Festival di Venezia.
Nel frattempo, l’edizione virtuale
del Marché du Film di Cannes è prevista tra il 22 e il 26 giugno,
insieme a un mercato virtuale guidato da agenzie statunitensi.
Vision Distribution, Pepito
Produzioni e Rai Cinema sono lieti di annunciare che
FAVOLACCE dei Fratelli D’Innocenzo, previsto in
uscita al cinema il 16 aprile, andrà direttamente on demand a
partire da oggi 11 maggio. Una scelta dettata dalla volontà di
continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni
imposte in questo periodo che hanno richiesto la chiusura
temporanea delle sale.
Saranno SKYPRIMAFILA
Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG
Digital e RAKUTEN TV le piattaforme
digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e Damiano
D’Innocenzo che – oltre a risultare i più giovani autori ad
aver ricevuto l’ambito riconoscimento per la sceneggiatura
dal Festival tedesco – hanno collezionato critiche entusiastiche
sia dalla stampa nazionale che estera.
Elio Germano, anche lui trionfatore
a Berlino con l’Orso d’argento come miglior attore per il film di
Giorgio Diritti, è il protagonista di questa “favola nera” – come
la definiscono gli autori – insieme a Barbara Chichiarelli, Gabriel
Montesi, Max Malatesta ed Ileana D’Ambra.
Il film è stato prodotto da PEPITO
PRODUZIONI con RAI CINEMA in coproduzione con VISION DISTRIBUTION,
in associazione con QMI in coproduzione con AMKA FILMS e RSI
RADIOTELEVISIONE SVIZZERA/SRG SSR.
C’era una volta una favola nera,
ambientata nella provincia romana, tra la malinconica litoranea
brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una
piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola.
Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo
sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività
delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma
soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli,
incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e
scorre veloce verso la sconfitta di tutti.
In occasione dell’arrivo in
digitale su tutte le piattaforme di Favolacce, l’11 maggio 2020, ecco l’intervista
ai registi e sceneggiatori i fratelli Fabio e Damiano
D’Innocenzo.
Vision Distribution, Pepito
Produzioni e Rai Cinema sono lieti di annunciare che FAVOLACCE dei Fratelli D’Innocenzo, previsto
in uscita al cinema il 16 aprile, andrà direttamente on demand a
partire da oggi 11 maggio. Una scelta dettata dalla volontà di
continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni
imposte in questo periodo che hanno richiesto la chiusura
temporanea delle sale.
Saranno SKYPRIMAFILA
Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG
Digital e RAKUTEN TV le piattaforme
digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e
Damiano D’Innocenzo che – oltre a risultare i più
giovani autori ad aver ricevuto l’ambito riconoscimento per
la sceneggiatura dal Festival tedesco – hanno collezionato critiche
entusiastiche sia dalla stampa nazionale che estera.
Elio Germano, anche lui trionfatore a Berlino
con l’Orso d’argento come miglior attore per il film di
Giorgio Diritti, è il protagonista di questa
“favola nera” – come la definiscono gli autori – insieme a Barbara
Chichiarelli, Gabriel Montesi, Max Malatesta ed Ileana D’Ambra. Il
film è stato prodotto da PEPITO PRODUZIONI con RAI CINEMA in
coproduzione con VISION DISTRIBUTION, in associazione con QMI in
coproduzione con AMKA FILMS e RSI RADIOTELEVISIONE SVIZZERA/SRG
SSR.
FAVOLACCE: la trama del film
C’era una volta una favola nera,
ambientata nella provincia romana, tra la malinconica litoranea
brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una
piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola.
Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo
sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività
delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma
soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli,
incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e
scorre veloce verso la sconfitta di tutti.
La musica è sempre
stata un elemento fondamentale dei film dell’Universo
Cinematografico Marvel, soprattutto dopo
l’uscita del primo Guardiani della Galassia. Generi e
annate musicali più disparati: sono questi due i principali motivi
che rendono quanto mai arduo scegliere i migliori brani musicali
apparsi nei 23 titoli della Saga
dell’Infinito.
Tuttavia, ci sono alcuni classici
intramontabili usati nel MCU che inevitabilmente saranno
sempre associati a quel determinato cinecomic. Di seguito abbiamo
provato a raccogliere 10 delle migliori colonne sonore/canzoni
apparse nel MCU:
Redbone – “Come and Get Your
Love” (Guardiani della Galassia)
Nella sequenza d’apertura di
Guardiani della Galassia, Peter
Quill/Chris
Pratt danza su un pianeta lontano alla ricerca di una
delle Gemme dell’Infinito. Il nostro protagonista sfoggia un
mangiacassette che suona alcuni classici molto noti sul pianeta
Terra, attraverso delle cuffie che rappresentano un ricordo della
madre tragicamente scomparsa. La scena in questione ritorna in
Avengers:
Endgame, quando i Vendicatori viaggiano indietro
nel tempo alla ricerca di una delle Gemme per cercare di eliminare
Thanos.
Electric Light Orchestra – “Mr.
Blue Sky” (Guardiani della Galassia Vol. 2)
Ancora una volta, con la scena
d’apertura di Guardiani della Galassia Vol. 2,James Gunn ha puntato a restare impresso nella
mente dei fan grazie a “Mr. Blue Sky”, classico degli anni
’70 che ogni generazione adora ascoltare. Il fatto che la canzone
venga usata per una sequenza in cui i Guardiani combattendo contro
un enorme mostro spaziale la rende ancora più incredibile…
Led Zeppelin – “Immigrant Song” (Thor: Ragnarok)
Thor:
Ragnarok è uno dei 23 film più particolari ed
eccentrici che compongono il MCU. Il regista Taika Waititi è uscito completamente fuori
dagli schemi con la terza avventura del Dio del Tuono sul grande
schermo, dando vita a sequenza davvero memorabili. Una di queste è
senza ombra di dubbio la battaglia finale in cui Thor incombe
sull’esercito della malvagia Hela sulle note di “Immigrant
Song”, un momento davvero iconico nel MCU e probabilmente il più grande
della trilogia dedicata al personaggio interpretato da
Chris Hemsworth.
AC/DC – “Back in Black”
(Iron Man)
Iron Man, il primo film in assoluto del MCU ci presenta il
multi-miliardario Tony Stark/Robert
Downey Jr. mentre presenta all’esercito degli Stati
Uniti d’America il suo nuovo missile, il Jericho. Terminata
l’esposizione, il proprietario delle Stark Industries si mette in
viaggio verso l’aeroporto della base, ma durante il tragitto il
convoglio che lo scorta viene attaccato da alcuni terroristi e Tony
viene rapito. Ad accompagnare la sequenza c’è “Back in
Black”, brano che sarà presente anche in Spider-Man:
Far From Home, quando Peter
Parker si dedica da solo a progettare il suo costume, proprio come
ha fatto Tony Stark.
No Doubt – “Just a Girl”
(Captain Marvel)
Questa è senza dubbio la migliore
canzone della colonna sonora di Captain
Marvel. Il film, ambientato negli anni ’90,
presenta numerosissimi riferimenti alla cultura pop quell’epoca,
con easter egg che rimandano addirittura a
Pulp Fiction.“Just a Girl” è presenta nella
scena in cui Carol Danvers/Brie
Larson combatte contro l’esercito di Kree, verso
la fine del film. La scena è assolutamente riuscita per
l’incredibile contrasto che si viene a creare tra la tecnologia
impiegata per realizzarla e il brano comunque datato che
l’accompagna.
Kitty Kallen – “It’s Been a
Long, Long Time” (Avengers: Endgame)
Captain America ha dovuto affrontare
numerose avversità da quando in Captain America: Il primo vendicatore
– a causa del suo congelamento fino al 2012 – lo abbiamo visto
rinunciare al suo amore per Peggy Carter. Nella sequenza finale di
Avengers:
Endgame, Cap torna nell’America degli
anni ’40 e ritrova la sua amata Peggy, con i due che si lasciano
andare ad un lento sulle note del grande successo dell’epoca
‘It’s Been a Long, Long Time’: si tratta dell’ultima scena
di Steve Rogers/Chris
Evans nel MCU, oltre ad essere un modo
perfetto per chiudere il suo arco narrativo.
AC/DC – “Shoot to Thrill”
(Iron Man 2)
Gli AC/DC non si sono soltanto
occupati della colonna sonora di Iron
Man 2, ma hanno praticamente sfruttato il successo del
film per rilanciare alcuni dei loro classici più celebri attraverso
nuovi video musicali. “Shoot to Thrill” è presente nella
scena in cui Iron Man si alza in volo con la nuova armatura del
supereroe creata da lui stesso.
Blue Swede – “Hooked on a Feeling”
(Guardiani della Galassia)
Quando i Guardiani vengono catturati
nel primo film, vengono trasportati in una sorta di mega-carcere in
cui sono confinati i peggiori criminali dell’intera Galassia. Nella
scena in cui si apprestano a sottoporsi al rituale delle foto
segnaletiche, è possibile ascoltare “Hooked on a Feeling”,
brano iconico che, anche se i giovani fan del MCU possono non conoscere, si
adatta perfettamente alla scena.
Star Spangled Man (Captain America:
Il primo Vendicatore)
Canzone composta appositamente per
il film Captain America: Il primo
vendicatore, “Star Spangled Man” ricorda
quelle tipiche tracce degli anni ’40 che miravano a sollevare gli
spiriti dei soldati che, negli anni ’40, venivano mandati in
guerra. Nella scena del film con Chris Evans, Capitan America non sta ancora
usando i suoi potere per fare del bene, e agli occhi dei soldati
appare più come un’artista da quattro soldi che come l’eroe che il
mondo imparerà ad amare…
Alan Silvestri – “Main On End” (Avengers:
Endgame)
Questa traccia può essere ascoltata
in tutti i film dei Vendicatori ed è diventata in qualche modo il
tema principale degli Original Six. La maggior parte dei fan avrà
ancora la pelle d’oca ogni volta che ascolterà la versione
realizzata per Avengers:
Endgame, poiché viene riprodotta nel
momento più iconico del film, ossia la battaglia finale. Speriamo
che se gli Avengers continueranno ad entrare in azione (anche se la
formazione sarà diversa da quella che abbiamo conosciuto in tutti
questi anni), questa musica farà ancora da tappeto musicale alle
loro gesta…
Si è spento a 92 anni, per cause
naturale, Jerry Stiller, attore comico, famoso
caratterista e papà di Ben, con il quale ha anche
condiviso il set. Salta subito alla mente
Zoolander. A confermarlo è proprio
Ben Stiller che ha condiviso un post su Twitter,
scrivendo: “Sono triste perché devo dire che mio padre, Jerry
Stiller, è morto per cause naturali. È stato un grande papà e
nonno, e il più attento marito per Anne nel corso di 62 anni di
matrimonio. Mancherà tanto a tutti noi, ti voglio bene
papà.”
Il ruolo a cui tutti lo legano è
quello di Frank Constanza in Seinfeld,
che ha ricoperto per 26 episodi della serie culto, ma ha lavorato
tanto a teatro e in tv, anche al fianco della moglie Anne Meara.
Jerry Stiller ha recitato accanto al figlio Ben
per la prima volta nel 1987, in Su e giù per i
Caraibi, e nell’esordio dietro alla macchina da presa
di Ben, Giovane, carini e disoccupati, ha
recitato accanto alla moglie, scomparsa nel 2015.
I’m sad to say that my father, Jerry
Stiller, passed away from natural causes. He was a great dad and
grandfather, and the most dedicated husband to Anne for about 62
years. He will be greatly missed. Love you Dad. pic.twitter.com/KyoNsJIBz5
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che Mike
Flanagan, regista de Il gioco di Gerald e
Doctor
Sleep, porterà sul grande schermo un nuovo
adattamento cinematografico dell’opera di Stephen King. Il romanzo in questione che
arriverà questa volta al cinema sarà
Revival, pubblicato dal maestro del
brivido nel 2014.
Flanagan sarà coinvolto nel
progetto in qualità di produttore insieme a Trevor Macy. A causa
dei numerosi impegnai del regista – che includono la
post-produzione della miniserie The Hauting of Bly Manor e lo
sviluppo dell’adattamento tv di The Midnight
Club e della serie Midnight Mass
–, non sappiamo se Flanagan si occuperà anche di
dirigere il film. L’adattamento di
Revival è stato ordinato dalla Warner
Bros., già dietro la produzione di Doctor
Sleep con
Ewan McGregor. Di seguito potete leggere la sinossi
ufficiale del romanzo originale:
“Più di cinquant’anni fa, in
una placida cittadina del New England, un’ombra si allunga sui
giochi di un bambino di sei anni. Quando il piccolo Jamie alza lo
sguardo, sopra di lui si staglia la figura rassicurante del nuovo
reverendo, appena arrivato per dare linfa alla vita spirituale
della congregazione. Intelligente, giovane e simpatico, Charles
Jacobs conquista la fiducia dei suoi parrocchiani e l’amicizia
incondizionata del bambino: per lui il pastore è un eroe,
soprattutto dopo che gli ha “salvato” il fratello con una delle sue
strepitose invenzioni elettriche. Ma l’idillio dura solo tre anni:
la tragedia si abbatte come un fulmine su Jacobs, tutto il suo
mondo è ridotto in cenere e a lui rimane solo l’urlo disperato
contro il Dio che lo ha tradito. E il bando dal piccolo Eden che
credeva di avere trovato. Trent’anni dopo, quando Jamie avrà
attraversato l’America in compagnia dell’inseparabile chitarra che
l’ha reso famoso, e dei demoni artificiali che ha incontrato lungo
il cammino, l’ombra di Charles Jacobs lo avvolgerà ancora: questa
volta per suggellare un patto terribile e definitivo. “Revival” è
il racconto di due vite, quella che King ha vissuto e quella che
avrebbe potuto vivere, attraverso due personaggi formidabili per
potenza e fragilità, due uomini ai quali accade di incontrare il
demonio e di affondare nel suo cuore di tenebra.”
Le
ultime immagini arrivate direttamente dal backstage dei sequel
di Avatar – scatti che risalgono
ovviamente a prima che la produzione dei sequel venisse bloccata a
causa della pandemia di Covid-19 -, hanno lasciato intendere quanto
importante è stata (e ancora sarà) in termini economici la
produzione degli attesissimi nuovi film diretti da James Cameron, che promettono di superare da
un punto di vista non solo tecnico ma anche di “esperienza
cinematografica immervisa” il primo capitolo.
Adesso, un nuovo report
dell’autorevole
Deadline ha svelato con maggiore precisione qual è l’effettivo
budget messo a disposizione dalla Disney per la realizzazione dei
sequel: a quanto pare, i sequel di Avatar
potranno contare su un budget totale di 1 miliardo di dollari.
Nell’articolo della fonte, però, non viene specificato in che modo
l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che
arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027. È probabile comunque,
anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo, che per
ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250 milioni
di dollari.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
La scorsa settimana
vi abbiamo riportato un interessante rumor circa l’annunciato
reboot della saga di Pirati dei Caraibi
secondo qui Karen Gillan, la Nebula del MCU, sarebbe la favorita della
Disney per interpretare la protagonista del nuovo film, la
piratessa Redd, personaggio delle attrazioni ispirate al franchise
e presenti nei vari parchi a tema Disney.
La notizia era stata riportata da
The
Disinsider, e adesso il caporedattore del sito ha pubblicato
via
Twitter un piccolo aggiornamento sulla questione, riportando
nuove voci secondo cui il futuro del personaggio di Jack
Sparrow non è ancora stato deciso: da quando è stato
infatti annunciato il reboot, si è sempre parlato del fatto che
Johnny Depp non sarebbe tornato negli iconici
panni di Capitan Jack; a quanto pare, però, le cose non sarebbero
ancora definitive…
Su Twitter leggiamo quanto segue:
“Sembra che lo studio stia puntando a una sorta di reboot della
saga di Pirati dei Caraibi sulla falsariga di quanto fatto dalla
Paramount e dalla Hasbro con Bumblebee. Per quest motivo, Jack
Sparrow potrebbe ancora comparire nel nuovo film, o tramite un
cameo o come personaggio di primo piano. A questo punto, non è
esclusa la possibilità che il reboot possa essere ambientato nello
stesso universo.”
A scrivere il nuovo capitolo della
saga di Pirati dei
Caraibi saranno il “veterano” Ted Elliott e il
creatore della pluripremiata serie Chernobyl
Craig Mazin. Lo scorso febbraio era stato confermato l’addio al
progetto dei due sceneggiatori Rhett
Reese e Paul Wernick.
Jerry Bruckheimer dovrebbe tornare
al timone come produttore. Elliott ha già firmato la storia
di La maledizione della prima luna e delle tre
successive pellicole Dead Man’s Chest, At World’s End e On
Stranger Tides con l’allora partner Terry Rossio.
In Black Widow vedremo finalmente in
azione il personaggio di Yelena Belova, una
compagna di Vedova Nera che proprio come Natasha è stata addestrata
nella Stanza Rossa. Secondo alcuni, il personaggio interpretato da
Florence Pugh potrebbe raccogliere l’eredità di
Scarlett Johansson e diventare la nuova
Vedova Nera del MCU.
In attesa di scoprire se sarà
davvero così, in una recente intervista con
Elle UK, Florence Pugh – di recente candidata
all’Oscar per la sua performance in Piccole
donne – ha svelato alcuni segreti circa la sua
preparazione al ruolo di Yelena, rivelando quanto sia stato
importante per lei, prima e durante la lavorazione del film,
mantenere il controllo in riferimento alla forma fisica più idonea
per “adeguarsi” al personaggio:
“Quando ho ottenuto la parte, la
prima cosa che ho voluto sapere è stato il regime che avrei dovuto
seguire”, ha detto l’attrice. “Era un grande problema per
me quello, dal momento che non volevo far parte di qualcosa in cui
sarei stato costantemente controllata. Non volevo che le persone
dovessero assicurarsi che fossi nella forma ‘giusta’. Non è una
cosa con la quale potrei convivere”. L’attrice ha anche
spiegato che durante le riprese del film, cucinare l’ha aiutata a
gestire lo stress: “Onestamente… tagliare, mescolare, cucinare
e gustarmi ciò che preparo è come una terapia per me.”
La regia di Black Widow è
stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna
Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Prima di Thor: Ragnarok,Taika Waititi era conosciuto essenzialmente
per aver diretto alcuni film indipendenti molto acclamati dalla
critica. I Marvel Studios lo assunsero per dirigere la
terza avventura del Dio del Tuono nel MCU, chiedendo esplicitamente al
regista di distaccarsi dai toni del precedente Thor: The Dark World (uno dei titoli
meno apprezzati dell’universo condiviso) e di approcciarsi al
personaggio interpretato da Chris
Hemsworth in una maniera completamente nuova.
Il risultato è stato un grandissimo
successo tanto di critica quanto di pubblico, con Thor: Ragnarok che ha
definitivamente stabilito il tono attraverso cui, da quel momento,
sarebbe stata caratterizzata la presenza del Dio del Tuono nei
futuri film del MCU (inclusi Avengers:
Infinity War e
Endgame). Il successo del film ha fatto sì che la Marvel concedesse una seconda
opportunità a Taika Waititi, affidandogli la regia
dell’attesissimo Thor: Love and
Thunder, mentre la Disney si è lasciata
così travolgere dal talento del regista neozelandese da affidargli
un nuovo film della saga di Star Wars.
Adesso, in una recente intervista
con
GQ, è stato proprio Chris
Hemsworth ad elogiare la personalità di
Taika Waititi e a spiegare che il sense of
humor infuso al personaggio di Thor è esclusivamente opera del
regista: “Taika è follemente divertente”, ha detto
l’attore a proposito di Waititi. “Ma non bisogna pensare che
quell’energia frenetica e a tratti infantile appartenga a qualcuno
che non sa quello che fa. È una combinazione davvero unica: Taika
ha la capacità di metterti a tuo agio proprio grazie all’umorismo,
ma è anche dotato di tutte quelle conoscenze di cui un regista ha
bisogno per guidarti durante la lavorazione di un film. Ed è
arrivato in un momento in cui desideravo fortemente che ci fosse
più umorismo per il personaggio di Thor.”
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworthe Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come
“la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 11 febbraio 2022.
Peyton Reed,
regista di Ant-Man
e Ant-Man
and the Wasp, è stato incaricato dai
Marvel Studios di occuparsi anche della regia
di Ant-Man 3, con Paul
Rudd che, oltre a tornare nei panni di Scott
Lang, collaborerà anche alla sceneggiatura del film insieme a
Jeff Loveness (Rick and Morty).
Al momento, data l’attuale
situazione mondiale dovuta all’emergenza Covid-19, è impossibile
prevedere quando i set cinematografici saranno nuovamente agibili
e, di conseguenza, quando avranno inizio le riprese di
Ant-Man 3.
Eppure, in un recente Q&A attraverso il suo account
Instagram, Michael
Douglas ha confermato che a breve ci saranno
importanti novità sul film.
L’interprete di Hank Pym, in
risposta ad un fan che a quanto pare sembrerebbe aver chiesto
proprio aggiornamenti sul terzo Ant-Man, ha dichiarato
quanto segue: “Non posso parlarne. Perché la Marvel mi sparerebbe con una
pistola. Ma credo tu debba tener duro ancora per un po’, perché a
breve potrebbero arrivare delle novità davvero
interessanti.”
Al momento è difficile prevedere a
cosa facciano riferimento le parole di Douglas: verrà annunciata la
data di uscita del film? O Ant-Man 3,
come si vocifera da un po’ di tempo, arriverà direttamente su
Disney+ e la Casa di Topolino è pronta
ad ufficializzarne la release in streaming?
L’ultimo film del franchise di
Ant-Man
che abbiamo visto al cinema è stato Ant-Man
and the Wasp, diretto da Peyton
Reed. Il cast del film comprende Paul Rudd,
Evangeline Lilly, Bobby Cannavale, Michael Pena, Judy
Greer, Michael Douglas,
Michelle Pfeiffer, Laurence Fishbourne, Hannah
John-Kamen e Walton
Goggins.
Celebre per il suo ruolo da
protagonista in una nota serie TV, l’attore Colin
O’Donoghue ha negli anni dato prova di possedere una buona
versatilità prendendo parte a progetti particolarmente diversi tra
loro. In breve, è diventato uno dei volti più noti e apprezzati
della televisione presso il grande pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Colin O’Donoghue.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Colin O’Donoghue: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in un noto
film horror. L’attore ha debuttato sul grande schermo con
il ruolo di Michael Kovak in Il rito (2011), dove
recita accanto al celebre Anthony Hopkins. Negli
anni successivi O’Donoghue recita poi in Storage 24
(2012), The Dust Storm (2016), Carrie Pilby
(2016) e What Still Remains (2018). Prossimamente tornerà
al cinema con il fantasy Fairytale.
9. È protagonista di una
nota serie TV. Dopo aver debuttato con un ruolo nel film
Home for Christmas (2002), l’attore continua a recitare
per il piccolo schermo in alcuni episodi di serie come Love Is
the Drug (2004), Fair City (2005), The
Clinic (2006-2008) e I Tudors (2009), con Jonathan Rhys
Meyers. Dal 2012 diventa popolare grazie al ruolo di
Capitan Uncino nella serie C’era una
volta, dove recita fino al 2018 accanto all’attrice
Jennifer
Morrison. Nel 2020 recita poi in The Right
Stuff, interpretando il personaggio di Gordon Cooper.
Colin O’Donoghue è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,2 milioni di persone.
All’interno di questo O’Donoghue è solito condividere fotografie
scattate sui set da lui frequentati, condividendo curiosità o
momenti di svago insieme ai suoi colleghi. Particolarmente presenti
sono poi anche foto promozionali dei suoi progetti, come anche
immagini di vario tipo.
Colin O’Donoghue: chi è sua
moglie
7. Si è sposato dopo una
lunga relazione. Nel 2009 l’attore ha annunciato le nozze
con Helen, di professione insegnante. I due avevano una relazione
sin da quando avevano 18 anni, e, specialmente in seguito
all’accresciuta popolarità dell’attore, hanno mantenuto una profilo
di coppia particolarmente privato, evitando così l’esposizione ai
media.
6. Hanno avuto due
figli. Molto poco si sa della vita privata della coppia,
restia a mischiare questa con l’ambiente mondano frequentato da
O’Donoghue. Tra i pochi annunci pubblici rilasciati dai due,
tuttavia, vi è quello della nascita dei due figli, avvenuta
rispettivamente nel 2013 e nel 2017.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Colin O’Donoghue in C’era una
volta
5. Ha ottenuto diversi premi
con la co-protagonista. Grazie al suo ruolo nella serie,
O’Donoghue ha ottenuto tre nomination ai Teen Choice Awards, in
coppia con l’attrice Jennifer Morrison, con la
quale condivide molte scene. Nel 2016 hanno infine vinto il premio
intitolato “Choice TV Liplock”, ovvero al miglior bacio. Ciò è
stato un ulteriore segno dell’apprezzamento del pubblico nei
confronti dell’attore.
4. Non era previsto che
ottenesse tanto rilievo nella serie. L’attore ha ricoperto
per la prima volta il ruolo di Capitan Uncino a partire dalla
seconda stagione della serie. Inizialmente, il personaggio era
previsto soltanto per pochi episodi, ma dato l’ottimo riscontro di
pubblico i produttori hanno deciso di mantenerlo, facendo di lui
uno dei protagonisti.
3. Si è ispirato ad un
celebre gruppo per il look del personaggio. Per il suo
Capitan Uncino, l’attore ha voluto stravolgere il look generalmente
associato al personaggio. D’accordo con i produttori, O’Donoghue ha
costruito lo stile del personaggio a partire da quello della
celebre band i Depeche Mode. Tra le fonti di
ispirazione vi è però anche il pirata del film La storia
fantastica (1987).
2. Gli è stato difficile
lasciare il personaggio. Nel 2018 l’attore ha concluso il
suo lavoro nella serie, dovendo pertanto abbandonare il personaggio
di Capitan Uncino. O’Donoghue ha affermato che non è stato semplice
lasciare, dopo sei anni, il ruolo che l’ha reso celebre, ma di
essere soddisfatto della conclusione trovata al suo arco
narrativo.
Colin O’Donoghue: età e
altezza
1. Colin O’Donoghue è nato a
Drogheda, Irlanda, il 26 gennaio 1981. L’attore è alto
complessivamente 178 centimetri.
Anche se l’attore non ha potuto
rivelare alcun dettaglio sulla trama, ha comunque specificato che
il Batman che vedremo sarà molto più oscuro rispetto alle
precedenti incarnazioni e che il rapporto tra Bruce e Alfred sarà
molto importante ai fini della trama: “In questo film si
parlerà molto della connessione emotiva tra Alfred e Bruce. È
davvero al centro della storia. Matt ha scritto una sceneggiatura
davvero splendida.”
Serkis, che è attualmente impegnato
con la post-produzione di Venom: Let
There Be Carnage, ha poi parlato del suo
approccio al ruolo, facendo riferimento all’incarnazione di Alfred
da parte di Michael Caine nella trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan: “Caine è
stato fantastico. Il suo Alfred è leggendario. A dire il vero,
però, non avrei mai potuto iniziare da ciò che ha fatto lui. Devi
trovare il tuo modo di entrare nel personaggio. È come quando ti
ritrovi ad interpretare uno degli iconici ruoli di una tragedia di
Shakespeare. Si tratta di rivisitare quel personaggio e farlo tuo.
Si tratta del modo in cui quel personaggio si connette a te e al
vostro personale diagramma di Venn.”
Parlando invece dello stop alle
riprese del film a causa della pandemia di Covid-19, l’attore ha
spiegato: “Quando ci siamo dovuti fermare, aveva girato
esattamente la metà delle mie scene. Sarà interessante vedere come
tutto questo influenzerà il nostro lavoro una volta che torneremo
sul set. Ad ogni modo, sarà comunque un film bellissimo.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Cherif è la serie
tv francese e poliziesco creata da Lionel Olenga, Laurent
Scalese e Stéphane Drouet. La serie è
scritta da Lionel Olenga, Marine Gacem, Mehdi Ouahab, Laure
DeColbert, Robin Barataud e diretta da Vincent
Giovanni, Julien Zidi, Akim Isker, Hervé Brami, Pierric Gantelmi
d’Ille. E’ composta da sei stagioni di successo ed è
andata in onda per la prima volta nel 2012.
Cherif: dove vederla
La serie tv Cherif è in programmazione in onda
su Giallo.
Cherif, la trama e il cast
Nella serie tv il capitano alla
Squadra Anticrimine di Lione, Kader Cherif ama fare il suo lavoro e
se ne infischia se la cosa dovesse stupire qualcuno. Poliziotto di
strada, conosce la sua città come nessuno e praticamente non lascia
mai il commissariato, in quanto abita proprio di fronte. Dotato di
perspicacia non comune, Cherif è solito citare frasi e aneddoti
delle serie televisive poliziesche anni 70/80 a cui si ispira.
Allegro e simpatico, spesso svolge le sue indagini in maniera non
proprio ortodossa, ad esempio portandosi i testimoni in casa per
interrogarli davanti a una tazza di tè; questi metodi non mancano
di creare attrito con la sua nuova partner, il capitano Adeline
Briard, figlia del direttore della polizia giudiziaria di Parigi,
trasferitasi a Lione dopo il suicidio del fratello. Curiosa anche
l’auto di servizio di Cherif, una Peugeot 504 coupé prelevata dal
parco vetture sequestrate dalla Polizia.
In Cherif
protagonisti sono Abdelhafid Metalsi nei panni di
Capitano Kader Cherif, Carole Bianic nel ruolo di
Capitano Adeline Briard, Aurore Erguy come Roxane
Le Goff, François Bureloup nei panni di Brigadiere
capo Joël Baudemont, Vincent Primault come
Philippe Dejax, medico legale, Greg Germain come
Jean-Paul Doucet, Direttore della polizia di Lione,
Clémence Thioly come Stéphanie Giraud, Agente
(episodi da 1 a 18) e Nathalie Blanc nei panni di
Christelle Laurent, Agente dall’episodio 23).
Nei ruoli ricorrenti Mélèze
Bouzid come Sarah Cherif, figlia di Kader Cherif,
Élodie Hesme come Deborah Atlan, avvocato del foro
di Lione e ex moglie di Kader Cherif, Frédéric
Gorny come Pierre Clément, avvocato e compagno di Deborah
Atlan (3 épisodes), Arsène Mosca come Jean-Pierre
Rochmansky e Arnaud Binard come Pascal
Garnier.
Curiosità sulla serie tv
Nel 2010, mediante un bando di
gara, France 2 cerca nuove serie televisive. L’intento di Lionel
Olenga, coideatore di Cherif insieme a Laurent Scalese e Stéphane
Drouet, è di proporre una serie poliziesca divertente con degli
aspetti surreali e un po’ sfalsati. Visti i buoni dati di ascolto
della seconda serie, all’inizio del 2015 la rete rinnova il
contratto per una terza e successivamente per una quarta stagione.
In Italia va in onda su Giallo dal 4 gennaio 2016.
Apprezzata interprete italiana,
Laura Morante si è distinta negli anni per aver
recitato in alcuni dei principali titoli del panorama italiano, ma
non le mancano anche diverse collaborazioni internazionali. Sono
molte le interpretazioni che le hanno permesso di sfoggiare una
grande versatilità, distinguendosi tanto per la commedia quanto per
opere drammatiche.
Ecco 10 cose che non sai di
Laura Morante.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Laura Morante: i suoi film
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film
Oggetti smarriti (1980), per poi distinguersi in titoli
come La tragedia di un uomo ridicolo (1981), Sogni
d’oro (1981), Bianca (1984), I ragazzi di via
Panisperna (1988), Turné (1990), Ferie
d’agosto (1996), con Rocco
Papaleo,La stanza del figlio (2001),
Danza di sangue (2002), di John
Malkovich, Ricordati di me (2003), di
Gabriele
Muccino, L’amore è eterno finché dura (2005),
L’estate del mio primo bacio (2006), Il figlio più
piccolo (2010), con Luca
Zingaretti, La bellezza del somaro (2010), di
Sergio
Castellitto, Ogni maledetto
Natale (2014), con Alessandra
Mastronardi, Assolo (2016), La profezia
dell’armadillo (2018), e Una storia senza nome
(2018), con Micaela
Ramazzotti.
9. Ha diretto dei
film. Dopo anni di sola recitazione, nel 2012 la Morante
compie il passaggio dietro la macchina da presa dirigendo il film
Ciliegine,
film di co-produzione Italia Francia, di cui è anche interprete. A
quattro anni di distanza, nel 2016, scrive e dirige
Assolo, con protagonisti attori come Marco
Giallini e Carolina
Crescentini.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Il ruolo per il quale l’attrice ha
ricevuto i maggiori riconoscimenti è stato quello di Paola in
La stanza del figlio, film premiato anche con la Palma
d’Oro al Festival
di Cannes. La Morante ha infatti vinto il David di Donatello e
il Ciak d’oro come miglior attrice protagonista. Nel 2005 ha invece
vinto il Nastro d’argento per L’amore è eterno finché
dura.
Laura Morante non è su
Instagram
7. Non possiede un account
personale. L’attrice ha dichiarato di non essere presente
con un proprio profilo sul social network Instagram, preferendo non
esporsi a questo tipo di piattaforme. Si possono tuttavia ritrovare
alcune fan page a lei dedicate, dove vengono pubblicati post
riguardanti le ultime novità sui progetti dell’attrice.
Laura Morante in Lo sguardo
dell’altro
6. Apprezzò molto la
sceneggiatura del film. Nel 1998 l’attrice è protagonista
del film “pisco-erotico” Lo sguardo dell’altro.
Originariamente, il ruolo da lei interpretato, quello di Begoña,
era stato affidato ad un’altra attrice, che però decise di lasciare
la produzione. Sottoposta allora la sceneggiatura alla Morante,
questa la trovò splendida, apprezzando molto l’idea di una donna
che attraverso una telecamera osserva il proprio corpo e la propria
intimità per comprendersi meglio.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Laura Morante: i suoi figli
5. È madre di
attrici. L’attrice ha avuto la prima figlia,
Eugenia Costantini, nel 1984, dal suo primo
matrimonio, mentre nel 1988 è nata Agnese Claisse,
avuta dal secondo marito. Entrambe le figlie hanno poi seguito le
sue orme divenendo attrici, la prima recitando in film come Una
famiglia perfetta, e la seconda in Io, Loro e
Lara.
4. Ha diretto una delle sue
figlie. Per il suo secondo film da regista,
Assolo, la Morante ha voluto nel cast anche la figlia
Eugenia Costantini, a cui ha affidato il ruolo di Giovanna.
Consapevole da sempre della volontà della figlia di diventare
un’attrice, la Morante l’ha in più occasioni supportata,
condividendo con lei quanti più set possibili.
Laura Morante in Bianca
3. Ha recitato nel noto film
di Moretti. Ancora agli inizi della sua carriera, la
Morante ottiene popolarità con il ruolo di Bianca nell’omonimo film
di Nanni Moretti. Questa è l’insegnante di
francese con la quale avrà una relazione il protagonista Michele
Apicella, celebre personaggio interpretato da Moretti nei suoi
primi film da regista.
Laura Morante oggi
2. Reciterà in un film di
produzione internazionale. Prossimamente, l’attrice
tornerà al cinema con il film Across the River and Into the
Trees, tratto dall’ultimo romanzo pubblicato da Hemingway.
Ambientato in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, il film
vedrà l’attrice recitare nei panni della Contessa Contarini.
Laura Morante: età e altezza
1. Laura Morante è nata a
Santa Fiora, in Toscana, Italia, il 21 agosto 1956.
L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
Yellowstone 4 è la quarta
stagione della serie tv Yellowstone
creata da Taylor Sheridan e John
Linson per il Paramount Network con
Kevin Kostner.
Yellowstone 4: quando esce
e dove vederla in streaming
I nuovi episodi di
Yellowstone 4debutteranno
negli USA il 7 novembre 2021. In ITALIA Yellowstone 4
arriverà su SKY. Yellowstone 4
in streaming sarà disponibile su NOW. Yellowstone è
disponibile in streaming anche su Paramount+
Yellowstone 4: trama e
cast
Nella quarta stagione John Dutton,
proprietario di un ranch nel Montana, lotta per mantenere la
stabilità della famiglia e del ranch, minacciato dai costruttori e
da una riserva indiana, a cui si aggiunge la corruzione della
classe politica. Tutti hanno un obiettivo: conquistare il
territorio del ranch. La nuova stagione inizia subito dopo
l’adrenalinico finale della terza stagione, con le vite di John,
Bette e Kayce in pericolo e con Jamie contro la sua famiglia. La
guerra contro Market Equities è ancora in corso.
In Yellowstone
4 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny
Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario
sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di
costruire su parti di Yellowstone.
Nel cast della quarta stagione ci
saranno le new entry Jacki Weaver, che
interpreterà Caroline Warner, l’amministratore delegato di Market
Equities che sta cercando di schiacciare la presa che John Dutton
(Kevin
Costner) ha sul suo tentacolare ranch del Montana.
Piper Perabo, l’attrice è nota per aver preso
parte alla serie tv
Covert Affairs. In Yellowstone 4 interpreterà
un manifestante di Portland che è contro la forza di polizia
finanziata dallo stato che protegge l’agricoltura industriale e
l’uccisione di animali; Altro ingresso nel cast è quello di Kathryn
Kelly, nota per la serie tv Nashville, che interpreterà un tecnico
veterinario che inizia una relazione con un cowboy del ranch di
Dutton; Nel cast anche Finn Little (Storm Boy),
che interpreterà Carter, un giovane che ricorda un giovane Rip
(Cole Hauser) a cui i Dutton hanno dato una casa. Qui, Beth decide
che il ranch è il posto migliore per insegnare ai giovani come
essere un uomo.