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Kill me Three Times: ufficiale il cast completo

Teresa Palmer film

È ufficiale il cast del nuovo thriller di Kriv Stenders, Kill me three times, che vedrà protagonista l’attore Simon Pegg, visto ultimamente in Star Trek: into the darkness e The World’s end. Insieme a lui sul set ci saranno Sullivan Stapleton, Alice Braga, Teresa Palmer, Bryan Brown, Callan Mulvey and Luke Hemsworth.

Le riprese sono iniziate da poco nella zona di Perth e un po’ in tutta la regione ovest australiana e non si è ancora parlato di un’ipotetica data di fine. Il film è prodotto da Laurence Malkin e Share Stallings, produttori di Death at a funeral (in italia dal titolo Festa col morto) e Tre uomini e una pecora, affiancati da Tania Chambers l’ ex amministratore delegato della Screen New South Wales.

Kill me three times, scritto da James McFarland, sarà ambientato in Australia, dove una giovane cantante è l’elemento che unisce tre racconti di omicidi, delitti e ricatti. Pegg interpreta uno scaltro assassino che viene assunto dal marito della ragazza, interpretato da Stapleton, per farla ammazzare. Ma c’è più di una persona che vuole morta la giovane.

Bryan Brown, invece, interpreta un poliziotto corrotto che cerca di ottenere successo, mentre Luke Hemsworth è un giovane e affascinante surfista che attira l’attenzione della ragazza.   Il regista Stenders si è ritenuto molto soddisfatto della scelta del cast, ritenendo ogni componente dotato di grande talento e professionalità, e definendo il film come un thriller originale che ci stupirà tutti.

Fonti: Comingsoon.net

 
 

Kill Me Three Times: nuovo trailer con Simon Pegg

Un nuovo trailer della commedia nera Kill Me Three Times ci mostra un inedito Simon Pegg nei panni di Charlie Wolfe, un cruento assassino a sangue freddo.

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Kill Me Three Times diretto da Kriv Stendersè prodotto da Laurence Malkin e Share Stallings (il team dietro Death at a Funeral e A Few Best Men) e Tania Chambers.

Pegg interpreta l’assassino, Charlie Wofle, che scopre di non essere l’unica persona che tenta di uccidere la sirena di un’assolata città (Alice Braga). Charlie si trova rapidamente al centro di tre storie di omicidi, caos,ricatto e vendetta. Il film si basa su una sceneggiatura originale firmata da James McFarland. Nel cast anche Sullivan Stapleton, Teresa Palmer, Callan Mulvey, Luke HemsworthBryan Brown.

Kill Me Three Times è atteso nei cinema statunitensi a partire dal 10 aprile 2015.

Fonte: Gamesradar

 
 

Kill me please: recensione del film di Olias Barco

Kill me please

Kill me please. Già dal titolo si intuisce che qualcosa non funziona, non va tutto per il verso giusto, si pensa addirittura a qualcosa che fa eco alla famosa canzone, Killing me Softly, un film magari su una storia d’amore morbosa o simili. Le luci si spengono e si accende lo schermo. Bianco e nero, niente musica, pochi rumori e molti momenti di silenzio, tutti i presupposti per un film … noioso.

E piano piano scopriamo di cosa si tratta: una bella villa, isolata in mezzo ad un bosco innevato, ospita una clinica. Ma di cosa si tratta? Anche questo ci viene rivelato poco a poco: è una clinica dove si assistono i suicidi, dove le persone che vogliono togliersi la vita vengono assistiti dal dottor Krueger, che prova a dissuaderli in maniera piuttosto blanda. Ci sono i malati terminali, i depressi, quelli che semplicemente sono stanchi di vivere. Quello che si presentava come un film noioso e immobile si rivela essere un incredibile affresco esilarante e grottesco dell’umanità che percorre la sua vita senza una vera e propria coscienza di sé.

C’è la cantante d’opera che dopo la diagnosi di un tumore al polmone, vuole morire, non prima di aver cantato la Marsigliese ad un piccolo pubblico; c’è lo psicopatico che vuole morire perché l’ha sempre sognato, sin da bambino, ma non riesce a farlo da solo; c’è l’attore caduto in depressione che finge di essere un malato terminale e l’uomo indeciso che ha perso la moglie … in una mano di poker! Diverse realtà si incrociano e si scontrano in questo groviglio di esilarante disperazione, fino a scoppiare in un finale senza senso che acuisce l’ilarità dello spettatore, completamente immerso in questo mondo alla rovescia, dove i pazienti vogliono morire e dove il medico alla fine rivelerà la sua profonda inadeguatezza a ricoprire un ruolo così importante. Kill Me Please mantiene un certo grado di mistero poiché alla fine non ci è rivelato né il luogo geografico, né chi è il mandante della strage finale, né tantomeno quale sarà il destino di questa clinica sui generis.

La sua forza tuttavia resta nella profonda contraddizione che si presenta agli occhi dello spettatore così assurda da essere irresistibile. Divertente oltre ogni aspettativa, Kill me please è un film che cresce piano piano nel cuore dello spettatore, regalando 95 minuti di grasse risate attraverso l’assurdità dei personaggi, delle loro dinamiche interpersonali e del loro rapporto con la vita e la morte, sfociando in un finale di gustosa confusione narrativa che corona un’esperienza surreale. Premiato a Roma come miglior film, Kill Me Please  è diretto da Olias Barco che ne ha curato anche la sceneggiatura insieme a Virgile Bramly, interprete di uno dei personaggi più riusciti di tutto il film.

 
 

Kill Me if you can: trailer del nuovo documentario di Alex Infascelli

Wanted Cinema ha diffuso il trailer di Kill Me if you can, il nuovo documentario di Alex Infascelli, tratto da “Il Marine. Storia di Raffaele Minichiello” di Pier Luigi Vercesi. Prodotto da Fremantle Italia e The Apartment con Rai Cinema e scritto da Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra. Prodotto da Lorenzo Mieli e Gabriele Immirzi. Il film sarà presentato alla Festa del cinema di Roma. 

Il 31 ottobre del 1969 le trasmissioni televisive di tutta l’America vengono interrotte da un annuncio: un uomo armato fino ai denti, ha preso il controllo di un jet della TWA in partenza da Los Angeles e diretto a SanFrancisco, destinazione finale: Roma. Inizia così il più lungo dirottamento nella storia dell’aviazione. Mentre l’America è incollata davanti alla televisione a seguire con il fiato sospeso l’odissea del volo TWA 85, gli agenti dell’FBI scoprono l’identità del ragazzo.

Si chiama Raffaele Minichiello, anni 19, emigrato negli Usa dall’Irpinia dopo il terremoto del 1962, Marine pluridecorato per il valore dimostrato in battaglia. Nel frattempo, anche l’Italia ha iniziato a seguire la gimcana tra i cieli del proprio connazionale. All’arrivo a Roma, Minichiello cerca la fuga con una macchina della polizia ma viene catturato e arrestato… Kill Me If You Can racconta l’incredibile vicenda di Raffaele Minichiello, una vita punteggiata da terremoti, attentati, guerre, tragedie personali e guai di ogni sorta, ma sempre all’insegna di una irriducibile voglia di vivere, o meglio, di sopravvivere, nonostante un destino che sembra proprio accanirsi contro di lui.

 

 

 

 
 

Kill Me if you can: sala come evento speciale il 27, 28 febbraio e il primo marzo

Kill Me if you can

Dopo la calorosa accoglienza all’ultima Festa del Cinema di Roma, dove è stato presentato in anteprima, Wanted Cinema è lieto di portare in sala come evento speciale il 27, 28 febbraio e il primo marzo il documentario KILL ME IF YOU CAN diretto da Alex Infascelli.

Prodotto da Fremantle Italia e The Apartment, società del gruppo Fremantle, con Rai Cinema, il film narra l’incredibile storia vera del primo dirottatore di un volo transatlantico, al quale si ispirò Sylvester Stallone per il personaggio di Rambo. Protagonista di questa incredibile vicenda è Raffaele Minichiello, veterano del Vietnam, italiano originario di Melito Irpino ed emigrato negli USA, una vita punteggiata da tragedie personali, incontri inattesi e guai di ogni sorta, ma sempre all’insegna di una irriducibile voglia di vivere, o meglio, di sopravvivere. Pier Paolo Pasolini dedicò un intero articolo alla storia e al suo personaggio principale, che, secondo l’intellettuale, era un delitto tenere in prigione, una cosa contronatura, e il cui occhio ridarello rendeva la legge bieca e ridicola.

Alex Infascelli parte dal libro di Pier Luigi Vercesi “Il Marine. Storia di Raffaele Minichiello” per portarci avanti e indietro nel tempo sulle tracce di un personaggio imprevedibile e controverso, tra Stati Uniti e Italia, raccogliendo testimonianze, foto di archivio e soprattutto lasciando la parola al vero protagonista di questi eccezionali eventi.

KILL ME IF YOU CAN di Alex Infascelli sarà nei cinema come evento speciale il 27, 28 febbraio e il primo marzo distribuito da Wanted Cinema. Il film è candidato al Premio Cecilia Mangini per il miglior documentario David di Donatello 2023.

KILL ME IF YOU CAN, la trama

Il 31 ottobre del 1969 le trasmissioni televisive di tutta l’America vengono interrotte da un annuncio: un uomo armato fino ai denti ha preso il controllo di un jet della TWA inpartenza da Los Angeles e diretto a San Francisco con destinazione finale Roma. Inizia così  il più lungo dirottamento nella storia dell’aviazione. Mentre l’America è incollatadavanti    alla televisione a seguire con il fiato sospeso l’odissea del volo TWA 85, gli agenti dell’FBI scoprono l’identità del ragazzo. Si chiama Raffaele Minichiello, anni 19, emigrato negli Usa     dall’Irpinia dopo il terremoto del 1962, Marine pluridecorato per il valore dimostrato in battaglia. Nel frattempo, anche l’Italia ha iniziato a seguire la gimcana tra i cieli del proprio connazionale. All’arrivo a Roma, Minichiello cerca la fuga con una macchina della polizia ma viene catturato e arrestato… Kill Me If You Can racconta l’incredibilevicenda di Raffaele Minichiello, una vita punteggiata da terremoti, attentati, guerre, tragedie personali e guai di ogni sorta, ma sempre all’insegna di una irriducibile voglia di vivere, o meglio, di sopravvivere, nonostante un destino che sembra proprio accanirsi contro di lui.

 
 

Kill me if you can, la recensione del film di Alex Infascelli

Kill me if you can

Kill me if you can è il nuovo documentario diretto da Alex Infascelli che sarà in sala dal 27 febbraio. La sua carriera inizia già imbevuta di cinema: nipote del produttore e regista Carlo i cui figli hanno praticamente tutti seguito le sue orme, tra i quali quindi anche il papà di Alex, Carlo, muove i primi passi iniziando nel mondo della musica, sia suonandola, facendo parte di diverse band, che partecipando alla produzione di un gran numero di videoclip agli inizi degli anni ’90.

Dopo aver dato il via alla carriera da regista nel cinema di finzione, e aver vinto un David di Donatello e un Nastro d’Argento nel 2000 per Almost Blue, esce nel 2015 con S is for Stanley grazie a cui vince un altro David nel 2016 partendo ufficialmente all’esplorazione del documentario. L’anno successivo dirige la trasposizione di una piéce teatrale intitolata Piccoli crimini coniugali, con Sergio Castellitto e Margherita Buy, con la quale aveva già lavorato nel 2004 ne Il siero della vanità, per poi tornare al documentario con il celebre e patriottico – per così dire – Mi chiamo Francesco Totti, presentato tre anni fa alla Festa del Cinema di Roma, che gli vale ancora un David e un Nastro d’Argento.

Alex Infascelli si identifica con i personaggi di cui racconta. Sicuramente questo è un aspetto che riguarda chiunque si muova all’interno di un’espressione artistica in generale: specchiarsi nella propria opera è probabilmente inevitabile per un autore, oltre che fondamentale per farne anche un narratore. La peculiarità del regista è quella di essere attratto da storie che abbiano strati sotterranei che non balzano subito all’occhio.

Kill me if you can, il significato del titolo

Kill me if you can era la frase che Raffaele Minichiello si era inciso sull’elmetto quando a diciassette anni e mezzo si era arruolato nei Marines e combatteva in Vietnam. Il giovane italo americano è passato alla storia dell’epoca – nonché è entrato nel Guinness dei primati – per aver compiuto il più lungo dirottamento di un volo di linea. Il 31 ottobre del 1969, alla vigilia del suo ventesimo compleanno, sale armato su un aereo della compagnia TWA che avrebbe dovuto essere diretto a san Francisco e che lì non arriverà mai, ma che atterrerà a Roma dopo più di diciannove ore e tre scali per far rifornimento. L’uomo oggi ha settantatré e tre figli, è sorridente e calmo nel raccontarsi. La ragione della folle idea era stata un’ingiustizia subita da parte di un suo superiore riguardo a una somma di denaro che avrebbe dovuto ritirare e che aveva messo da parte durante la missione in Vietnam, ma che gli era stata data decurtata di 200 dollari.

Kill Me if you canIl ritratto che compone Infascelli dell’uomo è veramente interessante, soprattutto nel modo in cui scorre da un aspetto all’altro della sua vita e nel ritmo che dà al quadro che man mano si arricchisce di colori e sfumature fino a completarsi del tutto. Raffaele Minichiello appare quasi compiaciuto, ancora stralunato dall’inaspettato successo che un atto – dopotutto – criminale gli ha portato. Il regista segue il narcisismo del protagonista e, chissà, forse per alcuni aspetti lo soddisfa, riflettendosi in esso. È, in fondo, il destino delle personalità istrioniche quello di non avere sempre la percezione dell’effetto che le loro azioni hanno su chi gli sta attorno, o gli vive accanto. Infatti è quasi doloroso, in alcuni tratti, cogliere l’ingombro che Raffaele Minichiello, nel suo ruolo di padre, dev’essere stato soprattutto nella vita del figlio maggiore. Verrebbe quasi da domandarsi se non possa essere stato un sentimento condiviso col regista.

Ad ogni modo, la grande bravura di Alex Infascelli in Kill me if you can è distesa ed espressa alla perfezione. L’occhio narrante nel lasciare parlare lo stesso oggetto di cui vuole dire la storia, riesce a dargli un taglio che va oltre la consapevolezza stessa del protagonista. Proprio come quello che succede quando uno mostra di sé molto più di quanto vorrebbe, e l’interlocutore furbescamente lo usa per piacere personale.

 
 

Kill Boksoon, recensione del film action coreano su Netflix

Con il successo agli Oscar di Parasite di Bong Joon Ho, si è aperta una porta nella percezione internazionale del cinema sudcoreano nel 2020. L’industria cinematografica coreana è una delle più produttive, creative e artisticamente sofisticate della regione asiatica ma, solo negli ultimi anni, il cinema sudcoreano, con il suo intero spettro, è entrato nella coscienza cinematografica globale. La cinematografia coreana deve la sua diversità non solo a un sistema di finanziamento statale, ma anche alla vivace dissoluzione dei confini tra cultura d’autore e cultura pop. La nuova produzione coreana di Netflix Kill Boksoon, presentata in anteprima alla Berlinale di quest’anno, ne è il miglior esempio.

Kill Boksoon, la trama: un duplice conflitto

Con Kill Boksoon, Byun Sung-hyun crea un mondo in cui gli omicidi su commissione assumono i connotati dello spettacolo e la violenza diventa arte. Gil Boksoon (Jeon Do-yeon), la protagonista di questo thriller sudcoreano, non è affatto ingenua o sconsiderata: è una killer provetta, impiegata da un’agenzia che fa fare il lavoro sporco ai suoi clienti, fino a quando, come di consueto per queste storie, accade l’inevitabile: la posizione di rilievo di Boksoon si sgretola.

La trama di Kill Boksoon intreccia conflitti privati e strutturali, che concernono un sistema lavorativo più vasto, partendo dalla protagonista che ci viene mostata come un personaggio dai tratti ruvidi che lotta con il doppio ruolo che è costretta a interpretare, quello di madre e assassina. Mentre siede con amici davanti a un caffè, li sente parlare dei loro figli e delle vacanze. Gil è fisicamente presente, ma la sua mente va altrove. Pensa ai suoi “viaggi” di lavoro e la prima associazione che fa è quella di una gola tagliata: non esattamente l’epitome di mamma modello.

Gil è una dei migliori killer dell’Agenzia MK, una società di omicidi su commissione che tiene assemblee annuali e, in stile Hogwarts, alleva le nuove generazioni nella propria università. A casa, tuttavia, Gil sta combattendo su un fronte completamente diverso. La figlia quindicenne Jae-young (Kim Si-A), che non sa nulla della vita professionale segreta della madre, è sempre più restia ad aprirsi al dialogo con questa. Per quanto Gil sia brava a prevedere le azioni dei suoi avversari, le sue abilità vengono meno con la figlia. Anche la ragazza ha i suoi segreti: è innamorata di una compagna di scuola e le bullette della classe minacciano di rendere pubblica questa relazione. Quando Gil manifesta la sua intenzione di non volere più rinnovare il suo contratto all’agenzia per potersi occupare di più della figlia, i suoi colleghi rimangono sconvolti.

Una scena di Kill Boksoon

Da mamma ad assassina provetta

Il conflitto generazionale che si sviluppa con la figlia di Boksoon, Jae-young, si dipana con intelligenza, poichè eleva il conflitto sul tema della violenza a un livello superiore. Byun Sung-hyun utilizza l’ambiente della mafia e dei gangster per raccontare un sistema sociale che vive del mangiare e dell’essere mangiato: o si impara ad adottare uno stile di vita violento per sapersi difendere, o si finisce nella gabbia dei predatori. Quando la figlia di Boksoon entra in contatto con questi meccanismi già nella vita scolastica di tutti i giorni, la situazione diventa esplosiva e, in questo senso, la messa in scena diventa ancora più funzionale per delineare questo duplice conflitto, lotte di potere e di dominio e al contempo personali. La violenza diventa una danza espressiva in Kill Boksoon, con influenze da grandi film action recenti quali The Raid e l’indonesiano The Night Comes For Us.

Con ingegno e molta attenzione ai dettagli, il regista e sceneggiatore Byun Sung-hyun mette a punto una classica storia di genere, particolarmente convincente con le sue sequenze di combattimento mozzafiato ed estetizzate. Dalla metà del film, il rapporto madre-figlia diventa sempre più centrale e determina le dinamiche contrastanti della narrazione. Assolutamente convincente e con garbata ironia, la protagonista Jeon Do-yeon disegna il suo personaggio, che si fa strada in un ambiente professionale dominato dagli uomini tra l’abile omicidio e il sovraccarico emotivo che l’essere madre comporta.

Il regista Byun Sung-hyun riesce a cogliere il conflitto emotivo della madre al meglio, non avvicinando il mondo degli assassini su commissione a un modello reale, ma delineandone i confini di un mondo opulento e colorato. Gli assassini professionisti seguono programmi scolastici e universitari; completano la loro formazione per essere distribuiti in aziende più o meno prestigiose. Quelli che raggiungono il livello A lavorano per le più grandi catene; quelli che non se la passano bene devono guadagnarsi da vivere come piccoli imprenditori freelance. I datori di lavoro si riuniscono regolarmente per una sorta di congresso, mentre i dipendenti si scambiano idee in compagnia al tavolo degli habitué.

Kill Boksoon Netflix

Un viaggio di formazione per madre e figlia

Il contraltare di tutto questo per Boksoon sono le preoccupazioni della figlia: le serate di ritrovo dei genitori, i colloqui con il preside e lo scontro verbale con l’adolescente che sta appena scoprendo la sua sessualità e la vulnerabilità che ne deriva. Effettivamente, tutto ciò a cui deve andare incontro la figlia nella sua quotidianità liceale ha conseguenze ben più gravi della somma di tutti gli omicidi su commissione che la madre compie nel frattempo.

La componente drammatica insita nel percorso di formazione della figlia ha un peso affettivo di gran lunga maggiore in uno spazio molto più ridotto rispetto all’azione omicida della madre, che è leggera e ironica per sua stessa natura. Infatti, la produzione di Byun Sung-hyun dà il meglio di sé quando i piccoli atti di violenza del mondo della figlia vengono accostati alle scappatelle comiche ed emotivamente insignificanti della vita professionale della madre, sconvolgendo l’equilibrio di entrambi i mondi.

Nei momenti cruciali, molto dipende da Jeon Do-yeon, che qui, come in tutta la sua carriera, viaggia senza sforzo tra i generi, passando con disinvoltura dall’omicidio d’arte alle difficoltà dell’essere madre, e rendendo visibile l’enorme sforzo che questo comporta per il suo personaggio. Di ritorno da una lotta mortale in un bar, si dirige con calma e trionfo verso la sua auto, osservata dai sopravvissuti. Quando la porta si chiude, Gil Boksoon è solo la madre ferita che non riesce a lavare il sangue dei suoi avversari dalle sue unghie, e il lavoro e la vita sono in equilibrio.

 
 

Kill Bill: Uma Thurman odiava la tuta gialla di Beatrix Kiddo

kill bill

Di recente, hanno fatto il giro del mondo alcune dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito a Kill Bill Vol. 3, progetto di cui il regista parla ormai da diverso tempo, ma che di fatto potrebbe non vedere mai la luce.

Nello specifico, Tarantino ha rivelato che, qualora decidesse di realizzare davvero il film, affiderebbe a Maya Hawke, la figlia di Uma Thurman, il ruolo di B.B., la figlia di Beatrix Kiddo, l’iconico personaggio interpretato dalla musa del regista in Kill Bill Vol. 1 e 2

Adesso, però, Tarantino ha sviscerato un altro interessantissimo dettaglio in merito alla realizzazione dei primi due capitoli di quella che – si spera! – possa realmente diventare una trilogia un giorno. Attualmente impegnato con la promozione del libro basato su C’era una volta a Hollywood, Tarantino ha rivelato a CinemaBlend che Thurman odiava l’iconica tuta gialla di Beatrix Kiddo.

“Uma odiava la tuta gialla”, ha spiegato Quentin Tarantino. “La odiava davvero. Ma non ho mai capito perché. Pensavo che assomigliasse a un ghiacciolo, un ghiacciolo alla banana. Semplicemente, non le piaceva. Quasi non aveva idea di chi fosse Bruce Lee. Alla fine ho dovuto mostrarle L’ultimo combattimento di Chen. In un certo senso, poi, l’ha capito. Da allora è diventato un costume veramente iconico. Probabilmente, ora non se lo ricorda nemmeno, ma all’epoca ripeteva sempre: ‘Stai cercando di farmi sembrare un pagliaccio!'”

Di cosa potrebbe parlare Kill Bill Vol. 3?

Negli anni trascorsi dall’uscita di Kill Bill Vol. 2 nelle sale, che ha chiuso la sanguinosa epopea di Beatrix Kiddo, Tarantino ha spesso parlato del desiderio di rivisitare il personaggio e sua figlia B.B. in una terza ipotetica puntata del franchise. In varie occasioni, infatti, ha affermato che il piano sarebbe quello di far tornare la figlia di Vernita Green (interpretata da Vivica A. Fox in Kill Bill Vol. 1), ora alla ricerca di vendetta contro Beatrix e B.B. La stessa Fox ha proposto Zendaya come possibile interprete della vendicativa Nikki Green.

 
 

Kill Bill: Quentin Tarantino svela la prima scelta per il personaggio di Bill

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In attesa di scoprire quali saranno con precisione i piani di Quentin Tarantino in merito al terzo chiacchieratissimo film della saga di Kill Bill, il celebre regista e sceneggiatore ha rivelato un aneddoto decisamente interessante in merito alla saga con protagonista Uma Thurman nei panni di Beatrix Kiddo.

In una recente intervista durante un podcast di CinemaBlend, Quentin Tarantino ha svelato che inizialmente il ruolo di Bill non era stato pensato per David Carradine, ma bensì per altri due attori, entrambi molti noti al grande pubblico: Warren Beatty e Bruce Willis. Per Beatty si sarebbe trattata della prima collaborazione con Tarantino, mentre Willis aveva già lavorato con il regista in Pulp Fiction e Four Rooms. A proposito del casting del personaggio di Bill, Tarantino ha spiegato:

“Avevo creato il personaggio di Bill appositamente per Warren Beatty, ma alla fine mi sono reso conto che un personaggio del genere non avrebbe potuto funzionare con lui. Così ho provinato David Carradine, e ho apportato alcuno modifiche al personaggio proprio per lui. La mia terza scelta sarebbe stata Bruce Willis. Ogni volta che leggo la prima versione di Kill Bill, per certi aspetti mi fa ridere… perché è la versione di Warren Beatty. 

Il regista ha poi aggiunto: “Nella prima versione del film, Bill era una sorta di James Bond malvagio. Più che un villain alla 007, sembrava una sorta di alter-ego cattivo di Bond, e penso che Warren avrebbe potuto mettere in luce questo aspetto. Se invece avessi dovuto scegliere Bruce, probabilmente non avrei dovuto riscrivere così tanto il personaggio. Bruce avrebbe potuto interpretare un James Bond cattivo senza alcuna difficoltà. Forse mi sarei fatto soltanto guidare un po’ di più dal suo carattere. Un po’ meno Cristal. Un po’ più Coors. Un po’ meno champagne, un po’ più birra.”

LEGGI ANCHE – Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

Ricordiamo che l’ultimo film di Quentin Tarantino, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt. Il film ha inoltre ricevuto 4 candidature ai SAG Awards 2020 e ben 12 candidature ai Critics’ Choice Awards.

 
 

Kill Bill: dieci cose che non sai sulla saga

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Kill Bill è uno dei progetti più ambizioni di Quentin Tarantino. Tenuto in incubazione per diversi anni, il progetto ha visto la luce nel 2003 con il primo volume, seguito dal secondo l’anno successivo e non è chiaro se in futuro potrà realizzarsi un terzo capitolo.

Uma Thurman è la protagonista assoluta di questi due film, che hanno avuto un successo incredibile e continuano ad averlo a distanza di diversi anni. Un successo che ha consacrato le carriere di Tarantino e della Thurman stessa.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Kill Bill.

Kill Bill: Vol. 1

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1. L’idea per la realizzazione di Kill Bill viene da Pulp Fiction. Quentin Tarantino è stato uno dei primi nell’era post-moderna a creare una specie di universo condiviso, in cui tutti i suoi film sono legati tra loro in qualche modo. E Kill Bill non poteva essere da meno. Sembra che l’idea di realizzare questo film sia nata mentre avvenivano le riprese di Pulp Fiction nel 1994. Quentin Tarantino e Uma Thurman iniziarono a parlare dei film che avrebbero voluto fare e Quentin disse che avrebbe voluto fare un film sul kung-fu in stile anni ’70.

Lo spunto fondamentale proviene però dalla storiella di Mia Wallace, quando al locale racconta a Vincent Vega la sua esperienza di attrice per un episodio pilota di una serie intitolata Fox Force Five. In questa sequenza, Mia racconta che tra i personaggi previsti c’erano una bionda, la leader, una giapponese maestra di kung fu, una ragazza di colore, una ragazza francese e il personaggio interpretato da lei, la donna più letale del mondo con una lama.

2. Sia Tarantino che la Thurman tenevano a realizzare questo film insieme. L’idea di questo film è venuta ad entrambi e tutti e due tenevano a realizzarlo insieme. Nonostante le loro strade si fossero divise, Tarantino aveva messo da parte il copione senza mai dimenticarlo e dopo la prima gravidanza della Thurman, i due cominciarono a girare il film, uscito nel 2003.

3. Durante la lotta con gli 88 folli è stata usata una fotografia in bianco e nero. Ciò è un chiaro omaggio ai film di kung fu degli anni ’70 e ’80. Il bianco e nero (così come il bianco e rosso) erano usati per mascherare la perdita di sangue dalla censura televisiva. In origine, non venivano usati effetti fotografici in bianco e nero ma la MPAA chiese delle misure per abbassare il tono di certe scene. Tarantino ha usato questo vecchio trucco per realizzare un omaggio.

Kill Bill: Vol. 2

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4. In questo secondo capitolo, Tarantino avrebbe dovuto dare la voce a un personaggio. Originariamente, Tarantino avrebbe voluto che Pai Mei muovesse le labbra come se stesse parlando il cantonese, ma senza dire una parola, mentre la voce di Tarantino sarebbe stata in inglese. Alla fine il regista abbandonò l’idea e il personaggio Pai Mei parlò con la voce del suo interprete, Chia-Hui Liu.

5. Uma Thurman ha detto di essere stata costretta a girare una scena pericolosa. Secondo l’intervista rilasciata dalla Thurman al New York Times all’inizio del 2018, sembra che Tarantino l’avesse costretta a girare una scena pericolosa e senza controfigura in Kill Bill: Vol. 2 (2004), ovvero quella in cui corre su una strada sterrata a più di 64 km orari su un’auto d’epoca. Mentre stava facendo la ripresa, Uma perse il controllo e andò a sbattere contro un albero.

Da questo incidente la Thurman subì qualche danno al collo e a un ginocchio di lunga portata e per circa quindici anni la produzione del film, la Miramax facente capo a Harvey Weinstein, si era rifiutata di dare alla vittima una copia del video dell’incidente. Tarantino ha ammesso in seguito di non aver raccontato il vero tipo di strada che Uma avrebbe trovato, ingannandola perché lei si fidava ciecamente di lui e di essere stato un suo grande rammarico.

6. Nella scena in cui La Sposa e la figlia guardano la televisione abbracciate, sarebbe dovuto esserci un film di animazione Disney. In origine i due personaggi avrebbe dovuto guardare Gli Aristogatti (1970), ma la Disney non lo permise, così Tarantino decise di inserire un episodio del cartone animato Samurai Jack (2001). Ma il film deciso dopo aver eseguito il montaggio finale è stato Shogun Assassin (1980).

Kill Bill: Vol. 3

7. L’idea di realizzare un terzo volume di Kill Bill c’è sempre stata. Sin dalla fine del secondo capitolo, ci si è sempre chiesti quale sarebbe stata la fine di Beatrix Kiddo. Tarantino ha sempre ammesso di voler fare di Kill Bill la sua Trilogia del Dollaro, di girarne uno ogni dieci anni e di rendere protagonista di questa terza fase la figlia di Vernita Green, Nikki. Pare che Tarantino ami talmente tanto il personaggio di Beatrix da avere qualche difficoltà a lasciarla andare, sempre pronto a mantenerla in vita. Ma non è solo Tarantino che vorrebbe fare questo film: sono molte le attrici che si sono offerte per interpretare il ruolo della figlia di Beatrix e di Nikki.

Kill Bill: streaming

8. Entrambi i volumi di Kill Bill sono disponibili in streaming. Chi volesse rivedere tutti e due i film di Tarantino può farlo in streaming grazie alla piattaforma Chili.

Kill Bill: curiosità

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9. Per realizzare questo dittico, sono stati usati litri e litri di sangue finto. Christopher Allen Nelson, truccatore del film (che ha vinto l’Oscar, nel 2017, per il Miglior Trucco per Suicide Squad, insieme ad Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini), ha rivelato che sono stati usati qualcosa come oltre 1700 litri di sangue finto tra il primo Kill Bill e il secondo volume.

10. Tarantino possiede la Pussy Wagon. Sembra che Tarantino abbia guidato il veicolo quotidianamente per promuovere l’uscita del secondo volume di Kill Bill. Tarantino stesso ne ha concesso l’uso per diversi video musicali come I’m Really Hot di Missy Elliott e Telephone di Lady Gaga e Beyonce.

Fonti: IMDb, IMDb

 
 

Kill Bill Vol. 3? Per Tarantino c’è una possibilità

Nonostante la saga di Beatrix Kiddo si sia conclusa tanti anni fa con la vendetta completa della Sposa su coloro che le avevano distrutto la famiglia, sembra che Quentin Tarantino possa considerare seriamente l’idea di far tornare il personaggio in pista per un terzo capitolo di Kill Bill. Quale sarebbe il pretesto?

All’inizio della sua vendetta, la protagonista uccide il personaggio di Vernita Green di fronte a sua figlia. Andando via dice alla bambina: “Quando sarai grande, se sentirai ancora rabbia per questo, io ti aspetterò”. Si pongono così le basi per una nuova storia di vendetta, che però metterebbe Beatrix dalla parte della “preda”.

Sembra però che Tarantino e Uma Thurman non abbiano ancora messo mano alla storia perché il regista vorrebbe che i personaggi dei primi due film tornassero in carne e ossa, con tutti gli anni trascorsi a dar loro maggiore peso drammatico. Non sarebbe quindi da escludere un confronto tra le due bambine nei primi film, BB figlia di Beatrix e Nikki figlia di Vernita. Questo vorrebbe dire anche che a interpretare le due giovani donne tornerebbero proprio le allora bambine Perla Haney-Jardine e Ambrosia Kelley.

Che ve ne pare? Vi piace l’idea di un Kill Bill Vol. 3?

Fonte: The Mary Sue

 
 

Kill Bill Vol. 3: Vivica A. Fox suggerisce un ruolo per Zendaya

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È a partire più o meno dalla metà dello scorso anno che Quentin Tarantino ha iniziato a confermare nel corso di numerose interviste di avere un’idea per un eventuale Kill Bill Vol. 3 e di averne anche già parlato con Uma Thurman. Nelle intenzioni del regista di The Hateful Eight e C’era una volta a… Hollywood ci sarebbe la volontà di raccontare la storia della figlia ormai adulta di Vernita Green (Vivica A. Fox) e della sua vendetta nei confronti di Beatrix Kiddo (Thurman) per la morte della madre.

Già alcuni mesi fa Vivica A. Fox aveva commentato le dichiarazioni di Tarantino, rivelando di essere assolutamente interessata ad una parte nel film. All’epoca l’attrice aveva dichiarato di non sapere molto sul progetto, se non che – appunto – Tarantino e Thurman ne stavano parlando. Adesso, in una nuova intervista con NME, Fox è tornata a parlare del possibile terzo capitolo, svelando che se la produzione dovesse scegliere una nuova attrice per il ruolo di sua figlia (e non l’originale Ambrosia Kelley), c’è una giovane attrice che dal suo punto di vista sarebbe perfetta per la parte, ossia Zendaya, nota per Spider-Man: Homecoming, The Greatest Showman e per la serie Euphoria

“Non so ancora niente di ufficiale in merito a Kill Bill Vol. 3”, ha spiegato Fox. “Forse Tarantino stava aspettando che l’attrice che interpreta mia figlia crescesse. Nel corso di un’intervista mi hanno chiesto a quale giovane attrice avrei fatto interpretare quel personaggio. Io risposi facendo il nome di Ambrosia, ma loro volevano il nome di un’attrice affermata, e così ho risposto Zendaya. Quanto sarebbe fico? Probabilmente darebbe il via libera al progetto. Inoltre, lei e Uma sono molto alte e insieme spaccherebbero. E poi adoro Zendaya. Magari possiamo farci sentire: ‘Tarantino, scegli Zendaya!’. Forse scateneremo l’interesse e il progetto diventerà una sua priorità. Non sarebbe bellissimo?” 

C’era una volta a… Hollywood, l’ultimo film di Quentin Tarantino

In attesa che Tarantino ci delizi con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill Vol. 3, ricordiamo che il suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, è uscito nelle sale lo scorso anno. Il film, con protagonisti Leonardo DiCaprioBrad Pitt e Margot Robbie, ha vinto 3 Golden Globe su 5 candidature, tra cui il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale, e 2 Premi Oscar su un totale di 10 candidature.

A proposito di Zendaya – che vedremo prossimamente in Dune, il nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Frank Herbert ad opera di Denis Villeneuve -, è di pochi giorni fa la notizia che la giovane attrice ha completato le riprese di un nuovo film segreto intitolato Malcolm & Marie.

 
 

Kill Bill Vol. 3: Tarantino affiderebbe il ruolo della figlia di Beatrix a Maya Hawke

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Quentin Tarantino ha rivelato che, qualora decidesse di realizzare davvero Kill Bill Vol. 3, affiderebbe il ruolo della figlia dell’iconica Beatrix Kiddo a Maya Hawke, la vera figlia di Uma Thurman, interprete della Sposa in Kill Bill Vol. 1 e 2, nonché musa del regista fin dagli inizi della sua carriera.

Negli anni trascorsi dall’uscita di Kill Bill Vol. 2 nelle sale, che ha chiuso la sanguinosa epopea di Beatrix Kiddo, Tarantino ha spesso parlato del desiderio di rivisitare il personaggio e sua figlia B.B. in una terza ipotetica puntata del franchise. In varie occasioni, infatti, ha affermato che il piano sarebbe quello di far tornare la figlia di Vernita Green (interpretata da Vivica A. Fox in Kill Bill Vol. 1), ora alla ricerca di vendetta contro Beatrix e B.B. La stessa Fox ha proposto Zendaya come possibile interprete della vendicativa Nikki Green.

Ora, in una recente intervista con Joe Rogan (via The Ronin) in occasione della promozione del romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, Quentin Tarantino ha rivelato che, se dovesse un giorno decidere di realizzare davvero Kill Bill Vol. 3, il ruolo di B.B. andrebbe sicuramente a Maya Hawke, la figlia di Uma Thurman, nota per aver recitato nella terza stagione di Stranger Things.

“Penso che si tratterebbe di rivisitare quei personaggi vent’anni dopo e immaginare la Sposa e sua figlia, B.B., che hanno trascorso 20 lunghi anni di pace e tranquillità, per poi vedere tutto andare in frantumi”, ha spiegato Tarantino. “Ora la Sposa e B.B. sono in fuga e solo l’idea di poter immaginare Uma Thurman e sua figlia Maya Hawke insieme è veramente eccitante.”

Tarantino ha inoltre ricordato che, al di là di Nikki Green, tutti i personaggi di cui la Sposa non è riuscita a prendersi cura nei primi due film potrebbero potenzialmente tornare per cercare vendetta: “Elle Driver è ancora là fuori, Sophie Fatale si è tagliata un braccio, ma è ancora là fuori. Hanno tutti i soldi di Bill. In realtà, Gogo aveva una sorella gemella, Shiaki… Quindi, anche sua sorella gemella potrebbe fare la sua apparizione.”

 
 

Kill Bill Vol. 3: Maya Hawke sulla possibilità di recitare nel film

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Non molto tempo fa Quentin Tarantino ha rivelato che, qualora decidesse di realizzare davvero Kill Bill Vol. 3, affiderebbe il ruolo della figlia dell’iconica Beatrix Kiddo a Maya Hawke, la vera figlia di Uma Thurman, interprete della Sposa in Kill Bill Vol. 1 e 2, nonché musa del regista fin dagli inizi della sua carriera.

Ora, è stata proprio la star di Stranger Things a commentare le parole dell’iconico regista, rivelando che amerebbe lavorare di nuovo con lui (era già apparsa in C’era una volta a Hollywood). Parlando con The Guardian, la giovane attrice ha detto: “Ci sono sempre un sacco di voci al riguardo. Quentin ha i suoi tempi. Farà quello che vuole quando lo vorrà. Lo conosco da una vita e se mai volesse lavorare di nuovo con me, ne sarei felice, ovviamente.”

A proposito del possibile coinvolgimento di Maya in un ipotetico Kill Bill Vol. 3, Tarantino si era così espresso: “Penso che si tratterebbe di rivisitare quei personaggi vent’anni dopo e immaginare la Sposa e sua figlia, B.B., che hanno trascorso 20 lunghi anni di pace e tranquillità, per poi vedere tutto andare in frantumi”, ha spiegato Tarantino. “Ora la Sposa e B.B. sono in fuga e solo l’idea di poter immaginare Uma Thurman e sua figlia Maya Hawke insieme è veramente eccitante.”

 
 

Kill Bill Vol. 1: la citazione a Le Iene nascosta nel film

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Michael Madsen, attore feticcio di Quentin Tarantino, ha rivelato in una recente intervista con Cinemablend che il primo capitolo del dittico Kill Bill con protagonista Uma Thurman contiene una citazione a Le iene, primo film diretto da Tarantino nel 1992 e in cui recita anche Madsen.

“Le citazioni piacciono tanto a Quentin”, ha spiegato Madsen. “Ecco perché la mia Cadillac è in C’era una volta a Hollywood… quella è la macchina di Mr. Blonde (il personaggio interpretato dall’attore ne Le iene, NdR), ma chi se ne sarebbe accorto senza saperlo? Quentin non vuole mai parlarne, vuole che il pubblico scopra tutti questi riferimenti da solo.”

E sempre a proposito de Le iene, Michael Madsen ha rivelato che un easter egg legato al film è presente anche in Kill Bill Vol. 1: “Quando vidi il film per la prima volta a Londra, dopo la premiere andai a cena con Quentin, che mi disse: ‘L’hai visto?’. E io risposi: ‘Che cosa?’. E lui: ‘Quando Uma è sotto terra, l’hai visto?’. Io non avevo la minima idea di cosa stesse parlando, e lui insistette: ‘Michael, il rasoio!’. E poi aggiunse: ‘Era il tuo. Era proprio quello che hai usato ne Le iene’.”

A proposito di Kill Bill, sappiamo che Quentin Tarantino ha “un’idea interessante” per un possibile terzo capitolo, idea di cui avrebbe anche parlato con Uma Thurman:

“Proprio ieri ho cenato con Uma Thurman”, aveva spiegato Tarantino a dicembre dello scorso anno. “Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei piani.”

Più di recente, di un possibile Kill Bill Vol. 3 ha parlato l’attrice Vivica A. Fox, interprete di Vernita Green/Testa di rame. Alle pagine di THR l’attrice, che sarebbe assolutamente interessata a prendere parte ad un nuovo film, ha spiegato: “L’ultima notizia che so in merito è che Quentin e Uma ne stanno parlando. Vorrei tanto che riuscissero a trovare un modo per farlo. Quentin è bravissimo con i flashback e sa come riportare in vita i suoi personaggi. Quindi spero proprio che Vernita Green riuscirà a vendicarsi.”

 
 

Kill Bill vol 1 e vol 2 (dittico), i film cult di Quentin Tarantino

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Kill Bill – volume I e II sono i film cult del 2003 e 2004 di Quentin Tarantinon con Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannah, Michael Madsen, Vivica A. Fox, Lucy Liu e Samuel L. Jackson.

 

Il film si apre con la seguente didascalia: “La vendetta è un piatto che va servito freddo”. Una sposa gravida (Uma Thurman) è distesa a terra gravemente ferita in una Chiesa il giorno del suo matrimonio. Prima di essere sparata alla testa dice al suo aguzzino, un certo Bill (David Carradine), che quello che porta in grembo è il suo bambino. Così lui la risparmia.

Qualche tempo dopo, la donna trova una certa Vernita Green (Vivica A. Fox) nella sua abitazione e comincia un sanguinoso combattimento tra le due, che viene sospeso quando la figlia di quest’ultima torna da scuola. Emergerà dal loro dialogo che entrambe le donne sono ex membri della Deadly Viper Assassination Squad, squadra di assassini d’elite sotto la guida di Bill. Fu proprio questa squadra, dietro comando di Bill ad attaccarla durante il suo matrimonio.

La donna riesce ad uccidere Vernita, depennandola da una lista. Un gesto che fa il paio con la didascalia iniziale, che ci fanno capire che la donna vuole uccidere tutta la banda.

Da qui inizia una lunga serie di feroci e coinvolgenti combattimenti, intervallati da lunghi flashback che fanno sempre più chiarezza sulla storia. Una storia molto lunga, tanto da essere divisa in due parti da 110 minuti ciascuna, uscite al cinema nel 2003 e nel 2004. Non solo, per il 2014 è prevista anche una terza parte, con la sposa pronta di nuovo a dare battaglia a dieci anni dalla morte di Bill.

Kill Bill vol 1 e vol 2

Questa volta Quentin Tarantino l’ha fatta proprio grossa. Certo, nella sua carriera ci ha regalato film complessi, violenti all’ennesima potenza, deliranti, avvincenti, rimpinzati di citazioni cinematografiche dall’alto del suo amore, tra gli altri, per il cinema di Sergio Leone. Nella sua carriera, Tarantino ha sfiorato spesso il capolavoro, raggiungendolo forse con l’ultimo suo lungometraggio: Bastardi senza gloria, rivisitazione geniale sulla fine del Nazismo.

Kill Bill pure rischia di essere annoverato tra i capolavori sfiorati di Quentin, forse per l’eccessiva lunghezza della storia, non essendo sufficiente lo spezzettamento del film in due parti. La prima parte infatti da sola non è autosufficiente, portando lo spettatore a dover per forza di cose seguire anche la seconda parte. Quest’ultima pecca di sequenze dilatate, eccessive focalizzazioni. Il ritmo generale del film in questa seconda parte è molto più lento della prima. Ed ecco dunque che, se quest’ultima può essere considerata un capolavoro, la seconda tende a sfiatarsi, facendo perdere al film “una stella” nelle valutazioni.

Kill Bill vol 1E’ giusto però dire quali sono gli elementi che rendono Kill Bill un potenziale capolavoro. Tarantino dirige un cast di prim’ordine, dando a tutti i personaggi un giusto spazio nella storia. Nel cast figurano, oltre a Uma Thurman, anche David Carradine, Daryl Hannah, il fido Michael Madsen, Vivica A. Fox, Lucy Liu e Samuel L. Jackson.

Perfetta anche la parte tecnica della regia. Non un’inquadratura fuori posto, non un movimento di camera infelice. Kill Bill formalmente si avvicina alla perfezione. Gli anni hanno permesso di affinare una già ottima tecnica.

La brillantezza di Tarantino è palesemente dimostrata anche dall’attenzione che il regista-spettatore mostra verso le tendenze cinematografiche che hanno dimostrato maggiore dinamismo negli ultimi anni, in primis l’animazione. Vero e proprio film nel film, i venti minuti firmati I.G. Production, che raccontano la tragica infanzia di una delle future vittime della bionda protagonista, nella fattispecie la strabica Lucy Liu, killer della Yakuza, rappresentano una rara gemma di intensità emotiva e spessore drammaturgico. Le sequenze animate della casa nipponica, oltre ad essere un felicissimo esempio di contaminazione meta-cinematografica, dimostrano inequivocabilmente la maturità raggiunta da un mezzo espressivo, troppo spesso bistrattato dal cinema “tradizionale”.

Superlativa anche a colonna sonora, che spazia da brani dance anni ‘70 a motivi tradizionali giapponesi, per finire in morbide ballate blues. Il giro del mondo in una ventina di pezzi che vanno a comporre un quadro fecondo come quello che accompagnò Pulp Fiction dieci anni fa.

Insomma, dopo i precedenti Four Rooms e Jackie Brown, che hanno fatto temere ai più un adagiamento e appagamento creativo di Tarantino sui successi dei primi due film (Le Iene e Pulp Fiction), con Kill Bill Tarantino sfoggia tutta la propria creatività e il proprio estro in cabina di regia superando anche sé stesso.

 
 

Kill Bill The Whole Bloody Affair nel 2015 al cinema.

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kill billQuentin Tarantino ha aspettato il Comic Con di San Diego  per annunciare l’arrivo in sala nel 2015 di Kill Bill The Whole Bloody Affair, una versione uncut del suo celeberrimo dittico che ha per protagonista la sposa.

Quando Kill Bill doveva ancora essere un unico film, avevo scritto una sequenza animata anche più lunga. Nel film vedete O-Ren che uccide il suo capo e poi c’è questo tizio coi capelli lunghi… I.G., lo studio d’animazione giapponese che stava lavorando al segmento mi disse che non avrebbe potuto finire di realizzarla in tempo, aggiungendo poi che un’anime di 30 minuti nel bel mezzo del film non era proprio indicato. Risposi “Ok!”. Era la parte che preferivo, ma era anche quella più facilmente “abbandonabile”. Poi, più in avanti, I.G. è venuto a sapere di Kill Bill: The Whole Bloody Affair e senza che noi chiedessimo nulla, si sono messi a autoprodurre la versione integrale della scena, visto che avevano ancora lo script. Io e la Weinstein Company stiamo pensando a una limited release per il 2015.

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Kill Bill 3: Uma Thurman lo definisce “non immediatamente all’orizzonte”

Kill Bill - Vol 1. film Kill Bill 3

Sappiamo che Quentin Tarantino aveva dichiarato di volersi ritirare dopo il decimo film. Ora che si trova a quota 9, i fan si chiedono se ci sarà davvero spazio per un Kill Bill 3. Finora è stato solo Tarantino a parlare di un terzo film, ma ora Uma Thurman offre alcune informazioni in merito, lei che è una conditio sine qua non per realizzare una terza avventura di Beatrix Kiddo.

Come riporta Variety, Thurman ha rilasciato una recente intervista in cui ha descritto Kill Bill 3 come “non immediatamente all’orizzonte“. Allo stesso tempo, però, ha confermato che il sequel è stato effettivamente discusso nel corso degli anni, affermando:

“Non posso davvero dirti nulla al riguardo. Voglio dire, se ne è parlato negli anni. Si pensava davvero che accadesse, ma molto tempo fa. Non lo vedo immediatamente all’orizzonte. Odio deludere le persone. Tutti vorrebbero che fosse così, ma penso che non sia immediatamente all’orizzonte”.

 
 

Kill Bill 3: Quentin Tarantino e Uma Thurman “ne stanno parlando”

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La saga di Black Mamba potrebbe non essersi conclusa nel 2004 e si, a quanto pare Quentin Tarantino e Uma Thurman stanno ancora discutendo la possibilità di portare al cinema Kill Bill 3. Ma facciamo un passo indietro e torniamo alle prime scene del Volume 1 (uscito nel 2003), quando il personaggio noto come La Sposa uccide Vernita Green davanti agli occhi della giovanissima figlia; nel tentativo di fare ammenda con la bambina, la Sposa le dice: “Quando sarai grande, se vorrai vendicarti, ti aspetterò“.

Da lì iniziarono una serie di teorie e speculazioni circa la volontà di Tarantino di nascondere un futuro collegamento alla resa dei conti finale tra la versione adulta del personaggio e l’eroina interpretata dalla Thurman, ma trascorsi più di quindici anni la speranza sembrava essersi esaurita. Ora però, grazie grazie alle parole del regista pronunciate nel corso del nuovo podcast di Happy Sad Confused, sappiamo che qualcosa potrebbe smuoversi:

Francamente, io e Uma ne abbiamo parlato di recente, vi dirò verità. Ci ho pensato più approfonditamente e anzi, ne abbiamo letteralmente parlato la scorsa settimana. Se c’è un film che potrebbe fiorire dai miei altri film, quello sarebbe un terzo Kill Bill”.

Sarà allora questo l’ultimo sigillo per il grande schermo, oppure la carriera dell’autore terminerà – come si vocifera da tempo – con il progetto su Star Trek?

Leggi anche – C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

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Vi ricordiamo che il nuovo lavoro di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, è atteso nelle nostre sale in autunno.

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Fonte: Happy Sad Confused

 
 

Kill Bill – Vol. 2: trama, cast e curiosità sul film con Uma Thurman

Kill Bill - Vol. 2 film

Impostosi come uno dei registi più innovativi e importanti degli ultimi 30 anni, Quentin Tarantino vanta nella propria filmografia grandi opere come Pulp Fiction, Bastardi senza gloria e C’era una volta a… Hollywood. Tra i suoi film più amati vi è però Kill Bill – Vol 2, seconda parte del dittico incentrato sulla disperata ricerca di vendetta della sposa Beatrix Kiddo. Vera e propria summa della poetica di Tarantino, il regista ha fatto confluire in questo tutto il suo amore per il cinema e la cultura popolare. Tra violenza, citazionismo e sequenze ormai entrate nell’immaginario collettivo, prende così forma uno dei film ancora oggi più iconici di Tarantino.

La genesi di questo, come noto, risale al set di Pulp Fiction, dove il regista iniziò a concepire la storia insieme all’attrice Uma Thurman. A quasi dieci anni da quel momento, Kill Bill ha infine preso vita. Nonostante siano stati realizzati come un’unica pellicola, il volume 1 e il volume 2 hanno degli elementi caratterizzanti. Infatti, se il primo volume è più orientale, dedicato ai film di kung-fu e allo Yakuza film, il volume 2 appare invece proteso verso l’occidente ed ispirato ai suoi miti, con le atmosfere da spaghetti-western, con riferimenti a film di Sergio Leone e la presenza di almeno sei tracce della colonna sonora eseguite da Ennio Morricone.

Affermatosi da subito come un grandissimo successo, con un incasso mondiale di 152 milioni di dollari, Kill Bill – Vol. 2 ha così contribuito ulteriormente a consolidare la fama di Tarantino, rendendolo uno dei grandi autori della sua generazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla sua colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Kill Bill – Vol. 2: la trama del film

Protagonista del film è Beatrix Kiddo, anche nota come La Sposa, letale assassina membro del gruppo Deadly Viper Assassination Squad, capitanata dallo spietato Bill. Stanca di quella vita priva di certezze e punti fissi, Beatrix decide di staccarsi da tutta quella violenza nel momento in cui scopre di essere incinta. Fugge così in Texas, sotto falsa identità, innamorandosi di un giovane e organizzando con lui delle nozze sbrigative. Durante le prove di queste, però, si presenta a sorpresa in chiesa il suo vecchio capo Bill. Ben presto, quel luogo sacro si trasforma in un vero e proprio teatro di morte, da cui nessuno sembra poter uscire vivo. Creduta morta, Beatrix si risveglierà però dopo quattro anni di coma.

Comprende dunque cosa è successo, cosa le è stato fatto e cosa le è stato tolto per sempre. Senza pensarci decide dunque di organizzare una vendetta letale contro i suoi ex colleghi di lavoro, ricercandoli uno ad uno per ucciderli tutti. Dopo aver eliminato l’assassina O-Ren Ishii, la stessa sorte toccherà a Budd e Elle Driver, la più spietata degli assassini della Deadly Viper Assassination Squad. L’ultimo sulla sua lista è Bill, colpevole di aver organizzato quel tradimento. Prima di poter arrivare a lui, però, Beatrix dovrà fare i conti anche con il proprio passato e con ciò che l’ha legata all’uomo che sta andando ad uccidere. Soltanto chiudendo tutti i conti con la propria vita passata potrà iniziarne una nuova in pace.

Kill Bill - Vol. 2 cast

Kill Bill – Vol. 2: il cast del film

Il ruolo della protagonista, Beatrix Kiddo, è sempre stato unicamente pensato per l’attrice Uma Thurman, dato che il personaggio è stato sviluppato insieme a lei. Per poter assumere il ruolo, la Thurman si è poi sottoposta a diversi allenamenti, tanto per il combattimento corpo a corpo quanto nell’utilizzo della spada. Michael Madsen, attore ricorrente nel cinema di Tarantino, interpreta Budd, altro assassino ora attivo come semplice buttafuori. Daryl Hannah è invece Elle Driver, la più cattiva degli assassini di Bill. L’attore Michael Parks compare invece nei panni di Esteban Vihaio, un pappone e padrino di Bill. Samuel L. Jackson, attore feticcio di Tarantino, è presente con un cameo nei panni del suonatore di organo in chiesa.

Ad interpretare lo spietato Bill vi è David Carradine. Tale personaggio era stato offerto anche agli attori Jack Nicholson, Kurt Russell e Mickey Rourke, i quali l’avevano però rifiutato. Prima di Carradine, però, ad interpretare Bill era stato chiamato l’attore Warren Beatty. Dopo un periodo di contrattazione, anche questi rifiutò, permettendo a Tarantino di avere la libertà di offrire il ruolo a Carradine, avendo scritto il personaggio proprio pensando a questi. L’attore e artista marziale hongkonghese Gordon Liu è infine presente nei panni del leggendario maestro Pai Mei. Inizialmente, Tarantino voleva doppiare il personaggio, ma decise di abbandonare l’idea e permettere all’attore di recitare con la propria voce.

Kill Bill – Vol. 2: la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Anche Kill Bill, come ogni film di Tarantino, si avvale di una colonna sonora assai ricercata, piena anch’essa, come il film, di citazioni e riferimenti. Molti delle canzoni presenti sono infatti tratte da altri film, dando vita a legami che arricchiscono questo volume 2 di ulteriori significati. In generale, ogni brano sembra essere la perfetta descrizione di quanto avviene in scena o nell’interiorità dei personaggi. Tra i brani più noti tra quelli presenti se annoverano diversi del maestro Morricone, il più dei quali appartenenti ai film western più celebri da lui musicati, come Il buono, il brutto, il cattivo e Per un pugno di dollari. Si annoverano poi anche Goodnight Moon di Shivaree, A Satisfied Mind di Johnny Cash e I giorni dell’ira di Riz Ortolani.

Per vedere il film e ascoltare la sua colonna sonora, è possibile fruire del titolo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Kill Bill – Vol 2 è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 6 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

 
 

Kill Bill – Vol. 1: trama, cast e colonna sonora del film

Kill Bill - Vol 1. film Kill Bill 3

Impostosi come uno dei registi più innovativi e importanti degli ultimi 30 anni, Quentin Tarantino vanta nella propria filmografia grandi opere come Pulp Fiction, Bastardi senza gloria e C’era una volta a… Hollywood. Tra i suoi film più amati vi è però Kill Bill – Vol. 1, prima parte di un dittico incentrato sulla disperata ricerca di vendetta della sposa Beatrix Kiddo. Vera e propria summa della poetica di Tarantino, il regista ha fatto confluire in questo tutto il suo amore per il cinema e la cultura popolare. Tra violenza, citazionismo e sequenze ormai entrate nell’immaginario collettivo, prende così forma uno dei film ancora oggi più iconici di Tarantino.

La genesi di questo, come noto, risale al set di Pulp Fiction, dove il regista iniziò a concepire la storia insieme all’attrice Uma Thurman. A quasi dieci anni da quel momento, Kill Bill – Vol. 1 ha infine preso vita. Tarantino ha in seguito descritto la realizzazione di questo primo volume come un omaggio al cinema orientale da lui tanto amato. Si ritrovano infatti le atmosfere dei film di kung-fu, come anche numerosi riferimenti ai film con Bruce Lee e ai capolavori del genere come Cinque dita di violenza. I numerosi combattimenti che avvengono nel film sono infatti costruiti proprio su tale stile, ed hanno permesso l’ulteriore diffusione di un cinema altrimenti poco conosciuto.

Affermatosi da subito come un grandissimo successo, con un incasso mondiale di 180 milioni di dollari, Kill Bill – Vol. 1 ha così contribuito ulteriormente a consolidare la fama di Tarantino, rendendolo uno dei grandi autori della sua generazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla sua colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Kill Bill – Vol. 1: la trama del film

Protagonista del film è Beatrix Kiddo, anche nota come La Sposa, letale assassina membro del gruppo Deadly Viper Assassination Squad, capitanata dallo spietato Bill. Stanca di quella vita priva di certezze e punti fissi, Beatrix decide di staccarsi da tutta quella violenza nel momento in cui scopre di essere incinta. Fugge così in Texas, sotto falsa identità, innamorandosi di un giovane e organizzando con lui delle nozze sbrigative. Durante le prove di queste, però, si presenta a sorpresa in chiesa il suo vecchio capo Bill. Ben presto, quel luogo sacro si trasforma in un vero e proprio teatro di morte, da cui nessuno sembra poter uscire vivo. Creduta morta, Beatrix si risveglierà però dopo quattro anni di coma.

Comprende dunque cosa è successo, cosa le è stato fatto e cosa le è stato tolto per sempre. Senza pensarci decide dunque di organizzare una vendetta letale contro i suoi ex colleghi di lavoro, ricercandoli uno ad uno per ucciderli tutti. L’ultimo sulla sua lista è Bill, colpevole di aver organizzato quel tradimento. Per poter riuscire a prevalere contro assassini abili quanto lei, però, Beatrix avrà bisogno di armi speciali. Si recherà allora in Giappone, dal leggendario forgiatore di spade Hattori Hanzo. Questi realizzerà per lei una lama indistruttibile, assolutamente letale, con la quale potrà portare a termine la propria vendetta.

Kill Bill - Vol 1. cast

Kill Bill – Vol. 1: il cast del film

Il ruolo della protagonista, Beatrix Kiddo, è sempre stato unicamente pensato per l’attrice Uma Thurman, dato che il personaggio è stato sviluppato insieme a lei. Pur di averla nel progetto, Tarantino ha infatti atteso che l’attrice terminasse la propria gravidanza, rimandando dunque l’inizio delle riprese. Per poter assumere il ruolo, la Thurman si è poi sottoposta a diversi allenamenti, tanto per il combattimento corpo a corpo quanto nell’utilizzo della spada. Grande rivale di questo primo volume è poi l’assassina O-Ren Ishii. Per darvi vita, Tarantino intendeva assumere un’attrice giapponese, ma dopo aver conosciuto Lucy Liu, decise di modificare il personaggio con origini cinesi. Ciò gli permise di affidare alla Liu la parte.

Ad interpretare lo spietato Bill vi è David Carradine, nonostante questi non appaia mai realmente in questo primo volume. Tale personaggio era stato offerto anche agli attori Jack Nicholson, Kurt Russell e Mickey Rourke, i quali l’avevano però rifiutato. Altri attori presenti sono Vivica A. Fox, nei panni di Vernita Green, nota con il nome da assassina di Testa di Rame. Michael Madsen, attore ricorrente nel cinema di Tarantino, interpreta Budd, altro assassino ora attivo come semplice buttafuori. Daryl Hannah è invece Elle Driver, la più cattiva degli assassini di Bill. Il celebre Hattori Hanzo è interpretato dall’attore giapponese Sonny Chiba, mentre Samuel L. Jackson, attore feticcio di Tarantino, è presente con un cameo nei panni del suonatore di organo in chiesa.

Kill Bill – Vol. 1: la colonna sonora del film

Anche Kill Bill, come ogni film di Tarantino, si avvale di una colonna sonora assai ricercata, piena anch’essa, come il film, di citazioni e riferimenti. Molti delle canzoni presenti sono infatti tratte da altri film, dando vita a legami che arricchiscono questo volume 1 di ulteriori significati. In generale, ogni brano sembra essere la perfetta descrizione di quanto avviene in scena o nell’interiorità dei personaggi. Tra i brani più noti tra quelli presenti si annoverano Bang Bang (My Baby Shot Me Down) di Nancy Sinatra e Don’t Let Me Be Misunderstood dei Santa Esmeralda. Sono poi presenti i brani Ironside, tratto dal film Cinque dita di violenza e The Flower of Carnage, tema principale del film Lady Snowblood.

Sono poi presenti anche omaggi al cinema italiano, come il brano Da uomo a uomo, tratto dall’omonimo film e composto da Ennio Morricone. Il tema portante del film Sette note in nero, eseguito da Vince Tempera, è a sua volta presente in un momento fondamentale del film. Un omaggio a Bruce Lee è inoltre presente con il Green Hornet Theme, canzone della sigla della serie che rese celebre il noto attore di Hong Kong. Ulteriori riferimenti al cinema orientale si ritrovano invece con i brani Battle Without Honor or Humanity, tema princiaple del film Another Battle e The Yagyu Conspiracy, tratto dall’omonimo film giapponese.

Kill Bill – Vol. 1: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Kill Bill – Vol. 1 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Now TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

 
 

KIKO Milano Wonder Woman Collection: la collezione limited-ed. in attesa dell’80esimo anniversario

KIKO Milano Wonder Woman Collection

Preparati ad incontrare la supereroina che è in te. Warner Bros. Entertainment Italia e KIKO Milano annunciano la nuova “KIKO MILANO Wonder Woman Collection” in arrivo dal 9 ottobre negli store europei e dal 12 ottobre su www.kikocosmetics.com. Un tributo alla powerful beauty, una nuova linea limited edition per viso, labbra, occhi, prodotti per la cura della pelle e accessori che potenzierà l’energia e la bellezza, offrendo colori intensi e texture ad alte prestazioni, perfette per una warrior princess.

Sono queste le nuove armi di bellezza create da KIKO Milano in collaborazione con Warner Bros., in attesa dell’80esimo anniversario di Wonder Woman che ricorrerà nel 2021, quando la più amata supereroina di tutti i tempi, simbolo per eccellenza dell’empowerment femminile sarà la protagonista di un anno di festeggiamenti e celebrazioni. Il packaging rosso regale, blu e oro sovrano con l’iconico logo Wonder Woman veste tutti i nuovi prodotti di collezione, l’aggiunta perfetta all’arsenale di bellezza di tutte le supereroine.

LA COLLEZIONE

Pronti all’azione

È il momento di prepararsi per la giornata che inizia, a cominciare dalla pelle. Aumenta la tua luminosità applicando Brightening Gold Prep Face Mask, la maschera viso personalizzata con il logo blu di Wonder Woman che andrà a posizionarsi esattamente sulla tua fronte, approfittane, scatta una foto per il tuo Insta e dimostra che fai sul serio. A questo punto, usa la crema viso Dazzling Glow arricchita di perle per illuminare la pelle e donarle un aspetto sano e radioso. Quindi, usa Power Fierce Prep Face Primer per sfumare le imperfezioni e uniformare il tono dell’incarnato.

Feroce, impavida … impeccabile

Fai partire di slancio tutta la tua bellezza con una base che non si muoverà, indipendentemente dalle sfide che la giornata ti pone. Afferra il fondotinta Born To Last 24H e usa il Duo Face Brush per sfumarlo su tutto il viso e ottenere una coprenza leggera dal finish naturale che durerà tutto il giorno. Successivamente, aggiungi un colore morbido e dona definizione agli zigomi e alle labbra con una piccola quantità di Power Flush Lips and Cheeks nelle nuances Think Pink, Brave Allure o Paradise Island, mescola la texture setosa per avere un accenno di colore mat. Coprilo con una spolverata di Starlight Blush in Natural Attitude, Charming Rose o Athena Strategy usando sempre il nostro Duo Face Brush. A questo punto, usa Water Resistant Face & Body Highlighter nella calda tonalità Powerful Gold o nella fredda Beam Of Light per evidenziare i punti più alti del tuo viso e del tuo corpo, creando un look che è infuso di luminosità metallica. Fissa il tuo look etereo con due leggere applicazioni di Stardust Make Up Fixer, uno spray fissante arricchito con perle dorate. Il suo sottile bagliore inonderà la tua pelle di luce e farà chiedere ai comuni mortali quale sia il tuo segreto. Tonalità Born To Last Foundation: Ivory, Porcelain, Light Beige, Honey, Almond, Caramel, Hazelnut, Cocoa

Contatto Visivo

Prepara ed evidenzia le tue palpebre con Metal Power Liquid Eyeshadow, tamponando delicatamente con la punta delle dita. Quindi, enfatizza la bellezza dei tuoi occhi con le sfumature metalliche e opache a lunga durata della palette di ombretti From Another Planet, con lei potrai sperimentare i toni di rame e marrone ad alte performance in Fierce Lady o l’oro freddo e il blu navy in Warrior Princess. Definisci la linea delle ciglia con Power Last Eyeliner e Kajal per un’intensità gradualmente sfumata o crea l’effetto dramma con un tocco di Wonder Look Lasting Eyemarker in Audacious Black o Heroic Blue con i suoi pigmenti puri e duraturi che danno potere agli occhi e addirittura a tutto il viso. A questo punto, utilizza l’applicatore in morbida fibra volumizzante del Wonder Last Volume Mascara 16H per incorniciare il tuo sguardo con l’effetto panoramico di ciglia a ventaglio. L’estremo volume così ottenuto e la speciale formulazione per ottenere un effetto allungante amplificano il potere naturale dei tuoi occhi e allo stesso tempo nutrono e ispessiscono le tue ciglia, ipnotizzerai chiunque con uno sguardo. Crea sopracciglia audaci per incorniciare il tuo viso con Power Last Duo Define & Fix Brows, utilizzando l’estremità microblading potrai ottenere sopracciglia dai tratti forti ma dall’aspetto naturale, infine, potrai fissare il tutto con l’applicatore in gel.

  • Tonalità Metal Power Liquid Eyeshadow: Majestic Mauve, Brave Burgundy, Great Gold, Strong Bronze
  • Tonalità Power Last Eyeliner & Kajal: Golden Age, Timeless Brown, Seductive Blue, Back To Black
  • Tonalità Power Last Duo Define & Fix Brows: Blond, Auburn, Brunette, Raven

Un bacio super

Assicurati che le tue labbra siano quelle di un altro pianeta con un colore intenso e brillante che ne esalta il volume. Scegli tra tre prodotti, ciascuno progettato per creare un effetto diverso. Per metter su un broncio potente, applica sulle tue labbra una calda tonalità metallica di Metal Power Lasting Lip Paint, una formula a lunga durata che risulta leggera e confortevole. Per labbra più piene e dai colori intensi, prova Power Shine Explosion Lip Stylo, una penna a scatto che offre un colore brillante con un sacco di pigmenti vividi e cremosi. Per un tocco di colore straordinario e sovrumano, applica Flash Of Light Lipgloss in Fine Brown, Sublime Rose o Epic Peach, esaltando le labbra con perle luminose e una lucentezza ad alta tensione.

  • Tonalità Metal Power Lasting Lip Paint: Precious Beige, Perfect Rose, Memorable Mauve, Valorous Moka, Daring Red, Intrepid Wine
  • Tonalità Shine Explosion Lip Stylo: Magnificent Nude, Glorious Cappuccino, Special Mauve, Gorgeous Rose, Proud Red, Legendary Burgundy

Lampi di luce

Completa il tuo look con accenti sfolgoranti che catturano gli sguardi e mostrano al mondo chi sei veramente. Afferra il tuo illuminante Water Resistant Face & Body Highlighter e applicalo con attenzione sulle clavicole e sulle spalle per definirle, quindi dai sfogo alla creatività con gli adesivi per viso e corpo Starry Sky Face & Body Stickers. Posiziona i gioiellini sfavillanti sotto gli occhi o sulle guance, oppure applicali sulla fronte tra le sopracciglia per rievocare il potente diadema di Wonder Woman. Sei forte, bella e indistruttibile: è ora di conquistare il mondo.

 
 

Kiki e i Segreti del Sesso: trailer italiano

Ecco il trailer italiano di Kiki e i Segreti del Sesso, irriverente commedia sull’amore, sul sesso e sui loro assurdi risvolti. Il film, diretto da Paco León, vede protagonisti Natalia de Molina, Álex García, Paco León, Ana Katz e Belén Cuesta.

Ecco il trailer diffuso da Videa:

Cinque divertenti storie d’amore e di bizzarre fantasie sessuali. Una donna è affetta da Dacrifilia, si eccita vedendo il partner che piange. Un’ altra prova piacere quando sfiora dei soffici tessuti, Efefilia. Un uomo invece è affetto da Sonnofilia: ha strani desideri mentre la moglie dorme. Una ragazza soffre di Arpaxofilia, raggiunge l’orgasmo quando viene derubata. Chi non ha mai avuto una piccola perversione?! Una commedia divertente e provocante, campione d’incassi in Spagna, che rompe ogni tabù e vi farà morire dal ridere!

Kiki e i Segreti del Sesso arriverà nei cinema italiani il prossimo 23 giugno.Kiki e i Segreti del Sesso

 
 

Kiki Consegne a Domicilio recensione

kiki consegna a domicilio

Kiki-consegne-a-domicilio Arriva finalmente al cinema Kiki Consegne a Domicilio, una nuova avventura targata Studio Ghibli, e firmata dal maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki. La storia racconta di Kiki, una giovane streghetta simpatica e decisamente pasticciona che, compiuti 13 anni, lascia i genitori, la madre strega e il padre imbranato quasi quanto lei, e parte alla ricerca di una città bagnata dal mare in cui svolgere il suo anno di apprendistato. In compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji, Kiki arriva nella città di Koriko, molto grande e caotica, e non più tanto avvezza alle streghe, e qui inizia a guadagnarsi da vivere facendo consegne a domicilio a cavallo della sua scopa magica. Ma nella vita, si sa, non tutto fila sempre liscio, e soprattutto se sei una strega, le sorprese sono dietro l’angolo, pronte a farti inciampare. Ma Kiki riesce a vivere anche ogni piccolo inconveniente come una magnifica avventura, e così riuscirà a farsi degli amici e a capire finalmente qual è la sua grande abilità di strega.

Kiki-consegne-a-domicilio-poster-recensioneIl maestro Miyazaki, ancora una volta, ci racconta le avventure di un personaggio femminile fuori dagli schemi, e questa volta l’unica particolarità di Kiki, la protagonista, sembra essere solamente il fatto che è una strega! A parte poi il grande senso del dovere, l’educazione e soprattutto l’innata abilità nel cavalcare un manico di scopa. Così come Sophie e la Principessa Mononoke, anche Kiki avrà il suo rito di iniziazione, la sua ricerca di sé e il suo viaggio personale, che come sempre accade in Miyazaki, è prima di tutto un viaggio interiore che passa attraverso una trasformazione e diventa lezione di vita per la protagonista. Questa volta però, pur trattandosi delle avventure di una streghetta, la magia è molto poco accennata e Kiki diventa quasi subito una semplice ragazzina, un po’ timida e maldestra, che cerca di diventare grande senza l’aiuto di nessuno. Tuttavia la bambina non è mai sola: fondamentali sono i personaggi di contorno a partire dalla gravida panettiera, gioviale e gentile, sempre pronta a chiacchierare e ad aiutare, e da suo marito, altrettanto buono e all’opposto silenziosissimo. Ma soprattutto, chi cattura subito l’attenzione del pubblico è il simpaticissimo Jiji, gatto nero tipico compagno di una strega, sempre pronto alla battuta e a far sorridere lo spettatore.

Tuttavia questa volta Miyazaki sembra toppare: la narrazione è piuttosto noiosa, e anche se non si può dire in assoluto che il film sia brutto (si tratta pur sempre della straordinaria animazione Ghibli), sembra che questo film sia meno necessario dei suoi predecessori, meno complesso ma anche meno fluido nella ricerca di uno sviluppo narrativo che sembra dilatare i pochi momenti importanti ai fini del racconto.

 
 

Kiki Consegne a Domicilio live action la prima foto!

Da tempo si vociferava di un adattamento “dal vivo” per Kiki Consegne a Domicilio e adesso, tramite il sito giapponese Eigo, possiamo ammirare la prima immagine di Kiki Consegne a Domicilio live action.

Il classico dell’animazione giapponese targata Studio Ghibli e che vanta la regia del grande Hayao Miyazaki datato 1989 è da poco riuscito nei nostri cinema, in una versione restaurata in cui sono state ripristinate le musiche originali. Forse non tutti sanno che il film è basato sulla popolare serie di libri di Eiko Kadono e che il film con attori in carne e ossa si baserà sull’originale letterario e non sarà quindi un remake del film di Miyazaki. Nella foto vediamo Fûka Koshiba, attrice protagonista nei panni dell’apprendista streghe Kiki.

Ecco il first look Kiki Consegne a Domicilio live action:

kiki consegne a domicilio live action

A dirigere il film è stato chiamato Takashi Shimizu, il regista meglio conosciuto per aver realizzato la versione originale giapponese di The Grudge. Kiki Consegne a Domicilio è atteso nei cinema giapponesi per il 2014.

Fonte: CS.net

 
 

Kiki Consegne a Domicilio Full Trailer del film in live action!

E’ finalmente online il full trailer dell’atteso adattamento cinematografico in live action di Kiki Consegne a Domicilio.

Il classico dell’animazione giapponese targata Studio Ghibli e che vanta la regia del grande Hayao Miyazaki datato 1989 è da poco riuscito nei nostri cinema, in una versione restaurata in cui sono state ripristinate le musiche originali. Forse non tutti sanno che il film è basato sulla popolare serie di libri di Eiko Kadono e che il film con attori in carne e ossa si baserà sull’originale letterario e non sarà quindi un remake del film di Miyazaki. Nella foto vediamo Fûka Koshiba, attrice protagonista nei panni dell’apprendista streghe Kiki.

kiki consegne a domicilio live action

 
 

Kiki – Consegne a domicilio, l’omaggio di Manuel Fior

kiki consegna a domicilio

In occasione del ritorno al cinema di Kiki – Consegne a domicilio (dal 13 al 19 luglio), il fumettista e illustratore Manuele Fior ha realizzato un omaggio per l’amatissimo film di Hayao Miyazaki, record di incassi in Giappone.

Apprezzato in Italia e all’estero, Fior è noto per la sua straordinaria tecnica e versatilità artistica. I suoi graphic novel sono tradotti in più di dieci lingue. Con i suoi libri si aggiudicato il prestigioso Fauve d’or al Festival Internazionale di Angoulême, il Gran Guinigi e lo Yellow Kid a Lucca Comics and Games, il Premio Micheluzzi a COMICON Napoli, l’Inkpot award a San Diego Comic-Con, il Romics d’oro a Romics Festival.

“Mi piace perché tra tutti i personaggi volanti di Miyazaki, Kiki è la più stupita e meravigliata di saper volare, un talento che deve riscoprire in sé stessa per poterlo usare. Kiki è una delicatissima allegoria di una bambina che diventa ragazza, si emancipa dalla famiglia e si rende indipendente. Nessuno nell’animazione aveva trattato un tema così universale in una chiave accessibile a tutti, magica e umana allo stesso tempo: Miyazaki lo fa con un film grondante di amore per la vita, per le sue manifestazioni mutevoli, trasformando la linea d’ombra di Conrad in un orizzonte sterminato spazzato dal vento” – Manuele Fior.

Kiki – Consegne a domicilio torna in sala dal 13 al 19 luglio grazie alla rassegna Studio Ghibli “Un mondo di sogni animati”, organizzata da Lucky Red. Il film è scritto e diretto da Hayao Miyazaki ed è tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono.

La rassegna “Un mondo di sogni animati” continua per tutta l’estate: dal 27 luglio al 2 agosto con Il castello nel cielo, dal 10 al 16 agosto con Il mio vicino Totoro (35° anniversario), dal 24 al 30 agosto con Si alza il vento (10° anniversario).
L’elenco delle sale è disponibile su www.studioghibli.it.

KIKI – CONSEGNE A DOMICILIO, la storia

Kiki è una giovane strega simpatica e un po’ maldestra. Come impone la tradizione, compiuti i tredici anni deve lasciare casa e partire alla ricerca di una città in cui svolgere un anno di apprendistato, così da dimostrarsi capace di rendersi indipendente. In compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji, a cavallo della scopa di sua madre corredata con la radiolina di suo padre, Kiki arriva nella grande città di Koriko, che bagnata dal mare e sovrastata da una splendida torre con l’orologio, rappresenta la città dei sogni di Kiki.

Ma la città ha in serbo molte sorprese per la piccola strega, prima fra tutte l’indifferente freddezza dei suoi cittadini. Armata del suo unico talento magico, quello di volare nel cielo, Kiki riesce faticosamente ad avviare un’attività di consegne a domicilio. La conquista dell’indipendenza economica ed emotiva si mostra subito come un duro percorso di crescita per Kiki, che dovrà affrontare molte sorprese e tante difficoltà, sia fuori che dentro di lei…

 
 

Kiernan Shipka: 10 cose che non sai sull’attrice

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La giovane attrice Kiernan Shipka si è in breve tempo conquistata una buona popolarità grazie ai suoi ruoli cinematografici e televisivi. Proprio sul piccolo schermo è divenuta nota per il ruolo della strega Sabrina Spellman nella serie Le terrificanti avventure di Sabrina, distribuita su Netflix. Grazie a tale personaggio la Shipka ha potuto dimostrare in modo più convincente le sue doti da attrice, affermandosi come uno dei giovani volti più richiesti della TV.

Ecco 10 cose che non sai di Kiernan Shipka.

Kiernan Shipka: i suoi film

1. Ha recitato in film di vario genere. L’attrice debutta al cinema con il film Dimension (2007) e recita poi in Lower Learning (2008), Carriers – Contagio letale (2009), House Broken – Una casa sottosopra (2009) e Cani & Gatti – La vendetta di Kitty (2010), con il quale acquista una maggiore notorietà. L’attrice recita poi nei film Smooch (2011), Very Good Girls (2013), One and Two (2015), February – L’innocenza del male (2015) e The Silence (2019), dove recita accanto all’attore Stanley Tucci.

2. È nota per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi di note serie TV come Cory alla Casa Bianca (2007), Heroes (2007), Non fidarti della str**** dell’interno 23 (2012), l’attrice diventa nota per il ruolo di Sally Draper in Mad Men, dove recita con l’attore Jon Hamm. La Shipka recita poi nella serie Feud (2017) e Le terrificanti avventure di Sabrina (2018-in corso), di cui è protagonista e grazie alla quale ottiene un’ulteriore popolarità. Nel 2019 è poi tra i protagonisti del film TV Let it snow.

3. Si è affermata come doppiatrice. Nel 2014 l’attrice viene scelta per doppiare la protagonista del film d’animazione giapponese Quando c’era Marnie, prodotto dallo Studio Ghibli. La sua esperienza di doppiatrice prosegue poi con la serie animata La leggenda di Korra (2012-2014) e Sofia la principessa (2013-2015).

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Kiernan Shipka è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 6,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago in compagnia di amici o colleghi. Non mancano tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Kiernan Shipka: le sue origini

5. È americana. Figlia di genitori statunitensi, la Shipka si trasferisce a Los Angeles con i genitori nel momento in cui compie sei anni. La madre e il padre decisero di andare a vivere lì per favorire l’ingresso nel mondo dello spettacolo della figlia, desiderosa di coltivare le proprie capacità artistiche.

Kiernan Shipka e Gavin Leatherwood

6. Si sono preparati per la scena del loro bacio. Nella serie Le terrificanti avventure di Sabrina, l’attrice condivide la scena con l’attore Gavin Leatherwood, il quale interpreta il personaggio di Nick. Data la storia d’amore nata tra i loro personaggi, i due attori doveva baciarsi per una scena della serie. Ben prima delle riprese Leatherwood, in preda al nervosismo, è andato a trovare l’attrice nella sua roulotte, cogliendola di sorpresa con un bacio. Questa preparazione ha aiutato a togliere l’imbarazzo al momento delle riprese.

Kiernan Shipka in Le terrificanti avventure di Sabrina

7. Le fu chiesto di tingersi i capelli. Dopo aver sostenuto un primo provino per il ruolo di Sabrina, all’attrice fu chiesto di sostenerne un secondo tingendo però di biondo i suoi capelli castani. Quando l’attrice si ripresentò con la nuova acconciatura, i produttori furono definitivamente convinti e le offrirono la parte.

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8. È allergica ai gatti. Nella serie il celebre gatto Salem non parla come faceva nella serie Sabrina – Vita da strega (1996), né è particolarmente presente all’interno della serie. Ciò è dovuto all’allergia dell’attrice nei confronti dei gatti, la quale ha costretto i produttori a ridurre lo spazio dedicato al gatto nero.

Kiernar Shipka in Let it snow

9. È tra i protagonisti del nuovo film natalizio. Nel 2019 l’attrice recita nella commedia natalizia Let it snow – Innamorarsi sotto la neve, nuovo film originale Netflix presente nel catalogo della piattaforma a partire dall’8 novembre.

Kiernan Shipka età e altezza

10. Kiernan Shipka è nata a Chicago, Illinois, Stati Uniti, il 10 novembre 1999. L’altezza complessiva dell’attrice è di 157 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Kieran Culkin vince il Golden Globe e scherza: “Beccati questo, Pedro” Pascal

Kieran Culkin
© Golden Globes

Kieran Culkin ha vinto il Golden Globe 2024 come miglior attore in una serie televisiva, affermando nel suo discorso di accettazione che non si sarebbe mai aspettato di essere sul palco. “Beccati questa, Pedro“, ha detto scherzando al suo collega candidato Pedro Pascal.

Sono stato nominato per un Golden Globe circa 20 anni fa, e quando è passato quel momento, ricordo ancora di aver pensato: “Non tornerò mai più in questa stanza“”.

Ma grazie a ‘Succession‘, sono stato qui un paio di volte. Questo non è mio, ma della squadra. Voglio ringraziare tre donne straordinarie della mia vita: la mia manager, senza la quale non avrei avuto una carriera, mia moglie Jazz, per aver sopportato tutto questo e tutto ciò che ne consegue, e la mia meravigliosa mamma“.

Kieran Culkin ha sconfitto una nutrita categoria di concorrenti, tra cui Brian Cox (“Succession”), Dominic West (“The Crown”), Gary Oldman (“Slow Horses”), Pedro Pascal (“The Last of Us”) e Jeremy Strong (“Succession”). L’attore ha interpretato Roman Roy in Succession della HBO, che nella sua ultima stagione ha visto il disfacimento del membro della famiglia Roy, subito stordito dalla perdita del padre e incaricato di gestire temporaneamente l’azienda di famiglia.

Questa è la prima vittoria di Kieran Culkin ai Golden Globes. Nel corso della sua carriera ha ricevuto cinque nomination. La sua prima nomination risale al 2003 per la sua interpretazione in “Igby Goes Down“. Le sue nomination tra il 2019 e il 2024 sono state ricevute per la sua partecipazione alla serie HBO. Anche Succession ha ricevuto una nomination per il miglior dramma televisivo. L’81ª edizione dei Golden Globe si è svolta domenica al Beverly Hilton ed è stata condotta da Jo Koy.

 
 

Kieran Bew racconta la decisione “estremamente dolorosa” del suo personaggio in House of The Dragon

Kieran Bew House of The Dragon
Credit © HBO

La seconda stagione di House of The Dragon sta per concludersi, manca solo una settimana, e naturalmente i fan sono ansiosi di sapere chi avrà la meglio: sarà il Team Black o il Team Green? Mentre il tempo scorre fino alla messa in onda del finale della seconda stagione di House of The Dragon, domenica prossima, uno dei membri del cast della serie di successo, Kieran Bew, che ha avuto un ruolo di primo piano nel penultimo episodio, ha recentemente discusso le motivazioni che hanno spinto il suo personaggio a svelare finalmente la sua eredità e a lavorare con il Team Black.

Parlando con TVLine, Kieran Bew, il cui personaggio Hugh il Martello viene rivelato come un bastardo Targaryen in House of The Dragon, stagione 2, episodio 7, ha parlato di come si è sentito quando Rhaenyra (Emma D’Arcy) ha richiesto il suo servizio al trono. “Beh, dato che c’è stata la guerra e la carestia, e le pressioni dei piccoli abitanti, la posta in gioco è così alta per lui che ha perso suo figlio, e sta soffrendo così tanto, l’opportunità di stare di fronte a un drago? Certo, o la va o la spacca. La posta in gioco è assolutamente alta, ed è qui che si trova la decisione di trasmetterla a sua moglie. È come se dicesse: “Voglio fare questa cosa, e ovviamente sembra una follia”. Lo ha spinto al punto in cui, per la prima volta, sta per rivelare a sua moglie chi è veramente”. Una decisione del genere “è estremamente dolorosa”, perché non l’ha mai detto né a lei né a nessun altro prima, anche perché si vergogna della sua educazione e di sua madre, anche se le vuole bene.

Kieran Bew aveva la strategia perfetta per Vermithor

seasmoke house of the dragon

In un’altra parte dell’intervista, Bew ha spiegato l’idea che sta alla base della strategia del suo personaggio nel gestire Vermithor, che nell’ultimo episodio di House of The Dragon ha reagito piuttosto bene al suo nuovo cavaliere dopo aver arrostito un paio di persone senza alcun rimorso. “Credo che ne abbiamo discusso”, ha detto la star di Warrior . “Penso che ci sia stato un suggerimento sul fatto che Hugh sia titubante e che stia cercando di far uscire questo drago. Ero sul set e ho detto a Loni [Peristere, regista] e a Ryan [Condal, showrunner]: ‘Voglio essere il drago. Voglio essere davanti al drago’”.

Bew ha poi parlato della sua esperienza di lavoro con gli animali rispetto a qualcosa di enorme come un drago, prima di aggiungere: “Hai una sola possibilità, quindi renditi più grande che puoi e diglielo – ho detto: ‘Voglio solo dire: ’Sono fottutamente qui! Cosa stai aspettando?”. Sai, in pratica è un po’ come il drago. Questo è il punto. Dentro, credo che siano uguali. C’è questa cosa che è reale. Tutti i Targaryen vanno in giro con l’idea di essere una specie di divinità e di essere migliori degli altri. Non lo capiscono necessariamente, ma c’è. Per tanto tempo, Hugh non ha riconosciuto nulla di tutto ciò. Ha fatto qualcos’altro”.