Casey Affleck sarà
il protagonista e dirigerà il survival drama indipendente Light
of My Life, a partire da una sua
sceneggiatura.
Light
of My Life è incentrato su un padre e la sua
giovane figlia, rimasti intrappolati nel bosco. Non sono ancora
stati decisi i produttori.
Light Of My Life: Casey Affleck
alla regia
Il film di Casey
Affleck di Manchester by the Sea
sarà proiettato come Special Presentation il 13 settembre
presso il Toronto International Film Festival. Il film è
stato presentato al Sundance Film
Festival, dove è stato acquistato da Amazon Studios
per 10 milioni di dollari. Amazon sta collaborando
con Roadside Attractions per una versione teatrale fissata
il 18 Novembre.
STX Entertainment ha
pubblicato una nuova clip di The Edge of
Seventeen, scritto e diretto da Kelly Fremon
Craig. Protagonisti Hailee Steinfeld
e Woody Harrelson.
Il film racconta in modo esilarante
e onesto la difficoltà di crescere nel mondo di oggi per una
giovane ragazza. La protagonista è Nadine, ragazza delle
scuole medie il cui imbarazzo cresce sempre di più, soprattutto
quando il suo popolare fratello Darian inizia a frequentare la sua
migliore amica Krista. Nadine inizia a sentirsi sempre più
sola, fino a quando un’inaspettata amicizia con un ragazzo
riflessivo gli offre una luce di speranza nel mondo.
Il film è interpretato anche da
Kyra Sedgwick, madre del tutto inefficace, e
Woody Harrelson, insegnante di storia di
Nadine.
The Edge of
Seventeen segna il debutto alla regia di
Kelly Fremon Craig, ed è prodotto dal premio
Oscar James L. Brooks.
The Edge of
Seventeen sarà nelle sale a partire dal 18
novembre.
Sembra ormai sicura la reunion di
Robert Redford e Jane
Fonda. I due si ritroveranno in Our Souls
at Night, progetto Netflix di cui si parla da tempo ma che ora sembra
stia effettivamente per partire.
Il network ha infatti annunciato
l’inizio delle riprese per il 12 settembre, in
Colorado. Jane
Fonda sarà la protagonista Addie Moore,
Robert Redford sarà Louis Waters.
Bruce Dern interpreterà invece Dorlan e nel cast
ci saranno anche Judy Greer come Holly,
Matthias Schoenaerts come Gene e
Iain Armitage come Jamie, nipote di Addie. Il
film sarà prodotto da Finola Dwyer. Ben
Ormand sarà invece produttore esecutivo.
Basato sul romanzo scritto da Kent
Haruf e adattato per lo schermo da Scott Neustadter e Michael H.
Weber, Our Souls at Night si
svolge in Colorado e inizia quando Addie Moore (Jane Fonda)
fa una visita inaspettata ad un vicino di casa, Louis Waters
(Robert Redford). Suo marito è morto anni fa, come anche la moglie
di lui. In una piccola città i due anziani erano stati vicini
di casa per decenni, ma con pochi contatti. I loro figli
vivono lontano e sono tutti soli nelle loro grandi case. Si cerca
di stabilire una connessione dopo un lungo periodo di solitudine,
per rendere migliore la maggior parte del tempo che
gli resta.
Il film riunisce Fonda e Redford,
una coppia già vista sul grande schermo in film come
The Chase e Barefoot in the
Park. L’ultima volta i due hanno lavorato
insieme nel 1979, per The Electric
Horseman.
Our Souls at
Night sarà presentato in anteprima mondiale su
Netflix nel 2017.
Mentre è arrivato il momento di
Sully, Variety riporta che
Tom Hanks è ora già pronto per un nuovo progetto,
il dramma ambientato durante la seconda guerra mondiale,
Greyhound.
Greyhound
è un progetto originale sceneggiato da Hanks, che potrebbe
potenzialmente dargli anche un nuovo ruolo da protagonista. La
trama si concentra su un comandante navale messo a capo di una
nuova nave, la Greyhound. Presto sarà
costretto ad affrontare sia il fuoco nemico che i conflitti
interni. Intanto vi ricordiamo che Tom Hanks è
stato recentemente impegnato in Sully,
che in questi giorni sarà nelle sale.
Il film, biopic dedicato alla
figura del pilota di linea “Sully” Sullenberger, uscirà nei cinema
statunitensi il 9 settembre 2016, mentre in Italia il 15 dicembre
2016 proiettato anche nel circuito IMAX, che in Italia comprende le sale di
Pioltello e Afragola. La storia racconterà l’impresa del capitano
che il 15 gennaio 2009 fece ammarare il suo aereo nell’Hudson,
salvando la vita a tutti i passeggeri. L’evento trasformò il
capitano in un eroe e venne soprannominato il Miracolo dell’Hudson,
poi però Sully venne sottoposto a delle inchieste che minacciarono
di rovinare la sua vita.
Con Tom Hanks, nel
cast della pellicola anche Aaron Eckhart
(Il cavaliere oscuro, Attacco al potere)
e Laura Linney (che torna a lavorare con
Eastwood dopo Potere Assoluto e
Mystic River). Completano il cast Sam
Huntington, Autumn Reeser, Jerry Ferrara, Jeff Kober, Holt
McCallany, Chris Bauer. La sceneggiatura è opera di Todd
Komarnicki. Il film sigla la prima collaborazione tra due icone del
cinema moderno, Tom Hanks e Clint Eastwood.
FUNimation ha pubblicato online il
primo trailer inglese di Shin Godzilla.
Shin
Godzilla (noto anche come Godzilla
Resurgence) è diretto da Hideaki
Anno e Shinji Higuchi e propone nel cast
Hiroki Hasegawa, Yutaka Takenouchi, Satomi
Ishihara, e Ren Ohsugi.
Qui la trama di Shin
Godzilla:
Èuna giornata
tranquilla in Giappone, quando una strana fontana d’acqua erutta
nella baia, provocando il panico, che si diffonde anche tra i
funzionari di governo. In un primo momento, hanno il sospetto solo
di un’anomala attività vulcanica, ma un giovane dirigente osa
chiedersi se può essere qualcosa di diverso … qualcosa di vivo. il
suo incubo peggiore prende vita quando un enorme mostro senza
branchie emerge dal profondo e comincia a distruggere per la città,
senza lasciare nulla se non distruzione sulla sua scia. Mentre
il governo cerca di salvare i cittadini, una squadra di
volontari cerca di scoprire la debolezza del mostro e
i suoi misteriosi legami con una superpotenza straniera. Ma il
tempo non è dalla loro parte, la più grande catastrofe mai
abbattutasi sul mondo sta per evolversi proprio davanti ai
loro occhi.
Shin
Godzilla verrà rilasciato in Giappone il 29
luglio.
E come sempre, a fine festival, non
poteva mancare l’attesissima rumorosa americanata di turno. A
chiudere questa 73esima Mostra del Cinema di
Venezia è infatti I Magnifici 7,
film western diretto da Antoine
Fuqua.
Remake dell’omonimo e iconico film
del 1960 diretto da John Sturges – omaggio a sua
volta a I Sette Samurai di Akira
Kurosawa -, il film di Fuqua racconta la storia degli
abitanti di Rose Creek tiranneggiati dal perfido industriale senza
scrupoli Bartholomew Bogue (Peter
Sarsgaard) intenzionato a sottrarre loro la terra con
la forza e a qualunque costo. Messi orami alle strette i cittadini
tentano il tutto per tutto e, guidati dalla coraggiosa Emma Cullen
(Haley Bennett), ingaggiano un gruppo di sette
abili pistoleri, Sam Chisolm (Denzel Washington),
Josh Faraday (Chris
Pratt), Jack Horne (Vincent
D’Onofrio), Goodnight Robicheaux (Ethan
Hawke), Billy Rocks (Byung-Hun Lee),
Vasquez (Manuel Garcia-Rulfo) e Red Harvest
(Martin Sensmeier). Con loro alla guida di un
piccolo esercito, i cittadini di Rose Creek tenteranno il tutto per
tutto per combattere il malvagio Bogue e riprendere il controllo
della città.
I Magnifici 7, il film
I Magnifici
7 arriva davvero come una piacevole boccata
d’aria fresca in una bollente giornata estiva. Pur essendo il
remake di uno dei più famosi western degli anni sessanta, il film
di Fuqua funziona alla perfezione; a un inizio un po’ lento seguono
infatti tanta azione e soprattutto tanto divertimento per poi
arrivare, in un meraviglioso crescendo, ad un finale che potremmo
definire scoppiettante. Nonostante infatti la trama non sia delle
più originali – si tratta pur sempre di un remake -, a fare la
differenza è senza alcun dubbio il cast; ognuno degli attori della
compagnia dei sette riesce, tra la folla, a ritagliarsi il proprio
momento di gloria.
A spiccare sono sicuramente il
‘capitano’ Denzel Washington, più in forma che mai
e con un accento davvero irriconoscibile,
Chris Pratt che riesce anche solo con un mezzo sorriso
e un occhiolino a catalizzare l’attenzione del pubblico e dulcis in
fundo Vincent D’Onofrio che, dopo avere per anni
interpretato l’inquietante detective Goren in Law & Order –
Criminal Intent, tira fuori dal suo cilindro un bizzarro
personaggio del tutto inedito e che riesce a farsi amare sin dalla
prima scena.
Ma se i buoni sono riusciti a
stregarci, il cattivo di turno non è per questo meno degno di nota;
nell’originale a terrorizzare il west c’era Calvera,
interpretato dal magnifico Eli Wallach, mentre
oggi, a distanza di più di cinquant’anni, abbiamo Bogue aka Peter
Sarsgaard che, con il suo completo nero, i baffoni da sceriffo e il
sigaro sempre acceso in bocca, riesce se non a reggere il confronto
con il suo illustre predecessore comunque a regalarci un
villain sadico e incredibilmente affascinante. A deludere
sono purtroppo Haley Bennett che non riesce con il suo personaggio
a sovrastare il talento del gruppo maschile e Matt Bomer che non
resta vivo abbastanza (ops, spoiler!) per abbagliare il selvaggio
west con in suoi meravigliosi occhi di ghiaccio.
Dopo l’eccezionale apertura con
La La Land di Damien
Chazelle, il festival si assicura quindi la perfetta
conclusione con I Magnifici 7, un blockbuster
tamarro e chiassoso ma ben fatto che farà impazzire il pubblico di
tutte le età.
Dopo dieci giorni di film, quando
un improvviso senso di vuoto per la mancanza di proiezioni ti
assale, viene naturale riflettere e rivedere quelle tante idee,
quelle riflessioni sui vari film visti, che durante la maratona
cinematografica ti hanno a volte esaltato, spesso fatto arrabbiare
e molte volte lasciato indifferente. Si ripercorre il programma,
segnato come un campo di battaglia, o come un disordinato taccuino
d’appunti, per vedere cosa rimane di un mucchio di opere con le
quali hai condiviso tanti giorni e l’ennesima fine d’estate
Veneziana.
Molte volte, a fine proiezione, è
sorto un naturale senso di indignazione per aver visto inseriti in
concorso film che forse non dovevano essere neanche presentati
nella selezione generale, poi cala un po’ l’arrabbiatura e si
inizia a ragionare; si arriva così alla conclusione che quel film
andava semplicemente collocato in una sezione differente, magari
collaterale.
La mia è semplicemente un’idea
personale, una serie di pensieri a voce alta e non è assolutamente
un volersi accanire con un singolo film, che magari preso da solo,
o visto nel contesto giusto, risulterebbe anche piacevole. Ma
d’altronde il cinema è così, si può essere critici plurilaureati e
armati di tutti i parametri d’analisi possibili e immaginabili,
oppure semplici spettatori che cercano nella sala un’evasione dallo
stress di una vita insoddisfacente, ma alla fine è solo e un’unica
cosa che decreta il giudizio su un film appena visto: il gusto
personale. Quante volte, nelle file per entrare in sala, si porge
l’orecchio a discussioni scaturite attorno a un film appena visto e
si sentono pareri discordanti, difese a oltranza, bocciature senza
possibilità d’appello, ma alla fine spesso di fronte a uno ‘stallo
messicano’ di natura critica si sente dire “comunque a me è
piaciuto”, oppure “sarà anche un capolavoro, ma
sinceramente io non lo sopporto”. E attenzione, non sono
commenti di semplici spettatori paganti muniti di biglietto, ma di
critici inviati da importanti testate, di studenti di cinema, di
persone che giornalmente lavorano nella realizzazione e diffusione
di film, e diciamolo, anche di una masnada di infiltrati, quasi
sempre di Venezia e dintorni, muniti di accredito ottenuto non si
sa come.
Sorge spontaneo ragionare
sul fatto, che a differenza di tanti altri festival importanti, in
quello di Venezia svetta la dicitura ‘d’ Arte Cinematografica’ e
quindi, almeno nella sezione concorso ci si aspetterebbe di trovare
opere che siano consone a tale appellativo. Poi ci si imbatte in
Piuma
di Roan Johnson, storia sicuramente ben raccontata
e dignitosa nella sua esposizione, ma assolutamente lontana
dall’essere una forma rappresentativa di un cinema inteso come
linguaggio espressivo. E ancora, Questi
giorni di Giuseppe Piccioni, per
il quale vale la stessa identica considerazione, con l’aggravante
del fatto che ci troviamo invece di fronte a un autore navigato,
che forse potrebbe permettersi l’ardire di provare a sperimentare,
allontanandosi dal mero mestiere, o da quel navigare in acque
sicure che tanto piace e rassicura la produzione italiana ma non
solo. Per fortuna ci è stato evitato di trovare in concorso
L’Estate addosso, del buon vecchio
Gabriele Muccino, o Tommaso di Kim
Rossi Stuart, evitandoci così di dilungarci in ulteriori
disquisizioni sulle tristi derive del nostro cinema. Sarebbe stato
bello vedere in gara The Young
Pope di Paolo Sorrentino, che
però saggiamente trincerato nell’approdo sicuro della serialità
televisiva si toglie dalla mischia e dimostra che si può eccome
essere ancora autori e far nascere schieramenti opposti di seguaci
e detrattori, ma soprattutto afferma che si può sperimentare e
raccontare in maniera personale, provando a ricercare quel qualcosa
che sembra dimenticato, o sarebbe meglio dire ‘rimosso’, dal mero
scopo di raccontare.
E il problema più grande forse sta
proprio nel narrare a tutti costi una storia e del rimanere
inesorabilmente ingabbiati nella struttura narrativa, sciorinando
strutture, dispositivi e modelli ormai prevedibili, scontati,
per non dire inutili. Ma poi a metà percorso arriva Spira
Mirabilis di Massimo D’Anolfi e
Martina Parenti, discutibile certo, ma sicuramente
in linea con quello spirito di ricerca che ci si auspicherebbe in
un concorso d’Arte Cinematografica. E poi Voyage of Time: Life’s
Jorney di Terrence Malick, con
il quale, nel bene e nel male, al di là del gusto personale si
rientra in carreggiata.
Peccato invece per autori
come Emir Kusturica,
che tanto hanno regalato in passato all’arte cinematografica, con
opere che hanno influenzato il modo d’intendere l’espressione
cinematografica, ma che oggi appaiono assai stanchi, esauriti
e manieristi nei confronti di se stessi.
E anche fuori della competizione
ufficiale si incontrano opere estremamente interessati per ricerca
espressiva e utilizzo del linguaggio cinematografico per evadere
creativamente e costruttivamente dalla rigida gabbia della
struttura narrativa. Mi riferisco allo splendido e toccante film su
Nick Cave One More Time With
Feeling di Andrew Dominik, al
sorprendente Boys in the Trees di
Nicholas Verso, dove sotto la patina del
teen-movie a tinte horror si scopre una ricerca visiva e
introspettiva di rara sensibilità, incentrata sul difficile,
drammatico passaggio tra adolescenza ed età adulta, o al film
interamente costruito con spezzoni d’archivio Dawson
City: Frozen Time di Bill
Morrison.
Non sono mancati chiaramente e
giustamente film colossali di grande presa visiva e costruiti per
sbancare al botteghino, dove la presenza di una star o di un’altra
fa la differenza, alla faccia della ricerca espressiva o della
manipolazione del linguaggio per indagare sulla narrazione. Ma in
fondo è giusto che ci siano in un festival film di questo genere
perché rappresentativi di quello che oggi è diventato il mezzo
cinema e oltretutto piacevoli per spezzare l’inevitabile seriosità
che spesso si annida nel fare Arte Cinematografica.
Concludo sottolineando ancora una
volta che queste considerazioni sono personali e totalmente
discutibili. Cercavo dal festival stimoli, idee e soprattutto
motivazioni che mi facessero tornare al mio lavoro carico di voglia
di fare e soprattutto di sperimentare. E la 73° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica non mi ha deluso in questo,
con una valida selezione rappresentativa a tutto tondo del modo di
intendere e fare cinema in questo momento nel mondo, senza
preclusioni di tecniche, generi, e soprattutto di entità economiche
per la realizzazione di un film.
Sarà Netflix a distribuire il thriller di
guerra The Seige of Jadotville con
protagonista la star di 50 sfumature di grigio,
Jamie Dornan.
Di seguito potete vedere il trailer
ufficiale:
Jamie
Dornan protagonista del film di guerra Jadotville
La pellicola, che è stata acquistata
dalla società statunitense all’European Market di Berlino tramite
la Independent Film Group, sarà diretta da Richie
Smith e sceneggiata da Kevin Brodbin, e
racconterà di un fatto accaduto realmente nel lontano 1961:
l’assedio da parte di 3000 soldati congolesi, guidati da mercenari
di origine francese e belga che lavoravano per aziende minerarie,
ai danni di una compagnia irlandese dell’ONU.
Nel film Dornan, che interpreterà il
comandante irlandese Patrick Quinlan, reciterà al fianco di
Guillaume Canet, che sarà invece un comandante
francese intenzionato ad eliminare Quinlan e i suoi uomini. Le
riprese del film inizieranno ad aprile in Irlanda e in Sud
Africa.
Nel cast anche Jason
O’Mara, Mark Strong, Mikael Persbrandt e
Sam Keeley.
Christian Bale e
Oscar Isaac per la prima volta
insieme. Survival Pictures ha diffuso online il primo trailer
ufficiale di The Promise, pellicola
indipendente che sarà presenta proprio durante il TIFF e che sarà
diretta dal regista Terry George
(Hotel Rwanda).
La pellicola sarà ambientata
durante gli ultimi giorni dell’Impero Ottomano e racconterà la
storia del triangolo amoroso tra uno studente di medicina di nome
Michael (Isaac), una giovane e bella ragazza di nome Ana
(interpretata da Charlotte Le Bon) e un famoso
giornalista americano (Bale).
La sceneggiatura del film porterà
la firma dello stesso George in collaborazione con Robin
Swicord. Le riprese del film si sono svolte tra il
Portogallo e le Canarie.
Nonostante siano passati ormai mesi
dall’uscita nelle sale di Batman v Superman, i fan più
accaniti continuano la loro ossessiva ricerca di riferimenti al
mondo dei fumetti nel film di Zack Snyder.
A tal proposito, un canale YouTube
che si occupa di cinema, ossia Critical Mas, ha interpellato via
Twitter il regista e i direttori della fotografia Larry
Fong e Clay Enos per avere delucidazioni
in merito ad un’inquadratura che si vede nel film.
Si tratterebbe di un frame che
riprende una macchia a forma di Ontario, la patria di Joe
Shuster, il co-creatore di Superman insieme a
Jerry Siegel.
E sembra proprio
che Clay Enos abbia confermato le intuizioni
di Critical Mass, come si evince dai tweet che potete leggere di
seguito:
Batman v Superman Dawn
of Justice Ultimate Edition, la recensione
“Temendo le azioni
incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il
formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di
affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il
mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con
Batman e Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che
mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo
che Batman v SupermanDawn of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot.
Vi ricordiamo che la
Ultimate Edition di Batman v Superman è arrivata in DVD e Blu-Ray
dal 19 luglio in Italia.
In occasione della presentazione
del film Free Fire al
Toronto Film Festival, il premio Oscar Brie Larson ha avuto la possibilità di
parlare di Captain Marvel.
Nello specifico l’attrice di
Room e del prossimo Kong Skull Island si è
soffermata sull’importanza che il personaggio di Captain
Marvel ha per le giovani
spettatrici, abituate ormai a vedere cinecomic dove i protagonisti
principali sono supereroi.
Queste le sue parole: “La cosa
più eccitante di tutto è che ogni giorno ricevo sui social
tantissime foto di ragazzine in costume che imitano Captain
Marvel. È una cosa che mi piace
tantissimo. Vuol dire che rappresenta un simbolo per le giovani
ragazze, ma al tempo stesso mi rende consapevole del grande deficit
che caratterizza questo mondo: il non avere così tante eroine
femminili. Credo sia fantastico vedere una ragazza col costume di
Batman o di Spider-Man, ma sono felice che ci sia un simbolo per le
donne. Credo sia questa la cosa più importante”.
Sappiamo molto poco del film e del
personaggio, tranne che, a suo tempo, Joss Whedon
rivelo che era previsto un cameo in Avengers Age of
Ultron per lei, cosapoi accantonata per evitare
ulteriore affollamento. Adesso è stato ufficialmente annunciato che
Captain Marvel farà il suo
debutto in Avengers Infinity War Parte I, in uscita il 4
maggio 2018.
Brie Larson, recentemente
protagonista di Hollywood grazie alla sua interpretazione in
Room, che le è valsa, tra
gli altri prestigiosi premi, anche un Oscar, non è estranea al
mondo dei cinecomics, avendo partecipato a Scott
Pilgrim vs the World di Edgar Wright
nel panni di Envy Adams.
Scritto da Nicole
Perlman (Guardians of the
Galaxy) e Meg LeFauve (Inside Out), Captain
Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.
In una recente intervista con il
Toronto Sun durante la presentazione de I Magnifici 7 al Toronto
Film Festival, Chris Pratt ha
avuto l’occasione di parlare di Guardians of the Galaxy
Vol. 2, atteso sequel del cinecomic campione
d’incassi di James
Gunn.
L’attore ha spiegato che il nuovo
film sarà il più grande spettacolo mai visto al cinema. Queste le
sue parole:
“Sono davvero orgoglioso del
film che abbiamo realizzato. Abbiamo lavorato duramente ed è stata
una gioia farne parte. La sceneggiatura è fantastica, e penso
davvero – non sto usando un’iperbole – che sarà il più grande
spettacolo di tutti i tempi”.
In Guardians of the
Galaxy Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth
Debicki, Tommy Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova,
fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2),
Guardiani della Galassia Vol.
2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle
prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill.
Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan
verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico
Marvel continua ad
espandersi.
Sembra che Jeff Goldblum sia pronto a entrare
nei panni di Grandmaster per l’attesissimo
Thor Ragnarok, terzo capitolo dedicato
alle avventure del Dio del Tuono di casa Marvel interpretato da Chris Hemsworth.
L’attore infatti ha condiviso via
Instagram una nuova immagine che lo ritrae intento a
leggere i fumetti dedicati al personaggio.
Nello specifico, Goldblum sembra
essere impegnato nella lettura di The
Mighty Thor #374, che contiene una storia intitolata
Fires of the Night: in tale numero il
personaggio di Grandmaster non appare, ma quello di Hela (che nel
film sarà interpretata da Cate Blanchett) ha invece un ruolo
centrale.
Che la foto condivisa da Jeff
Goldblum possa rappresentare una sorta di indizio ai fini della
trama?
Le riprese di Thor
Ragnarok si svolgeranno fino al mese di ottobre; non
è escluso che la produzione continui fino alla fine
dell’anno. Vi ricordiamo che tutte le notizie sul mondo dei
supereroi al cinema targate Marvel Comics le trovate nel nostro
canale dedicato al Marvel Universe.
Thor Ragnarok
sarà diretto da Taika Waititi. Nel cast del
film Chris Hemsworth sarà ancora Thor;
Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen
Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate
Blanchett (Blue Jasmine,
Cenerentola) nei panni del misterioso e
potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic
Park, Independence Day:
Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star
Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno
del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come
Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo
di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per
il 3 novembre 2017.
Amy Adams ha fatto
il suo debutto nell’Universo DC nei panni di Lois Lane ne L’Uomo d’Acciaio del 2013,
personaggio che ha poi nuovamente interpretato in Batman v Superman Dawn of
Justice e che porterà ancora sul grande schermo
nell’attesissimo Justice League, previsto per il
2017.
In una recente intervista con
Variety, la bellissima e bravissima attrice ha rivelato che il
cinecomic che vedrà riuniti tutti gli eroi della DC sarà
completamente diverso da Batman v Superman.
L’attrice ha dichiarato brevemente:
“Siamo tutti davvero eccitati. Sarà un film completamente
diverso”.
A proposito delle critiche negative
riservate a Batman v Superman, invece, ha aggiunto:
“Mi dispiace davvero per Zack. È la persona più carina e
gentile che io conosca, e sentir parlare in quel modo di un suo
film… è stato molto difficile per me. È un regista davvero
rispettoso che merita lo stesso trattamento”.
Tutte le news sul mondo dei film
della DC COMICS
nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.
Sinossi: Alimentato dalla sua
fede verso l’umanità, restaurata e ispirata dall’atto altruistico
di Superman, Bruce Wayne chiede l’aiuto all’alleata, Diana Prince,
per affrontare un nemico ancora più grande. Insieme, Batman e
Wonder Woman lavoreranno velocemente per trovare
e reclutare una squadra di metaumani per controbattere questa
grande minaccia che li attende. Ma nonostante la formazione di
una squadra di eroi senza precedenti composta da Batman,
Wonder Woman, Aquaman, Cyborg e The
Flash potrebbe già essere troppo tardi per salvare il
pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche.
In occasione della presentazione
dello sci-fi Colossal al Toronto
Film Festival, il premio Osca Anne Hathaway è
stata intervistata da Variety e ha avuto modo di parlare di
Catwoman, iconico personaggio interpretato ne
Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno di Christoperh Nolan.
La star di Les
misèrables e Alice attraverso lo specchio
si è detta interessata a riprende il ruolo in un eventuale spin-off
o in eventuali nuove pellicole dell’universo DC. Queste le sue
parole:
“Ho amato quel personaggio ed è
stata per me una gioia interpretarlo. Non so in che modo potrei
tornare a ricoprire quel ruolo, anche perché il trilogia di
Christopher Nolan si è conclusa ed io ne faccio parte. Adoro
comunque l’Universo DC e sarebbe divertente fare un passo indietro
e tornare ad interpretare il personaggio”.
Sulla possibilità che il personaggio
di Catwoman torni sul grande schermo interpretato
da un’altra attrice, Anne Hathaway ha aggiunto:
“Non potrebbe darmi fastidio. Quando accetti di interpretare un
ruolo del genere, sai che è come il passaggio di un testimone. Mi
sono sentita così con Michelle Pfeiffer e Halle Berry. Sono state
davvero carine e generose con me. Altrettanto farei io se il ruolo
dovesse andare ad un’altra attrice”.
Cosa ne pensate?
Il cavaliere oscuro – Il
ritorno (The Dark Knight Rises) è un film del 2012
diretto da Christopher Nolan. La pellicola, prodotta da Legendary
Pictures e Warner Bros., è il capitolo conclusivo di una trilogia
iniziata nel 2005 con Batman Begins e proseguita nel 2008
con Il cavaliere oscuro, entrambi diretti da Nolan con
protagonista Christian Bale. L’uscita nelle sale è avvenuta il 20
luglio 2012 negli Stati Uniti e il 29 agosto in Italia (con
un’anteprima il 21 agosto).
Arriva da Variety la notizia
esclusiva che Billy Crudup
(Spotlight) interpreterà il padre di
Barry Allen nell’atteso The
Flash, cinecomic della DC con protagonista
Ezra Miller.
Crudup e Miller avevano già lavorato
insieme in The Stanford Prison
Experiment. Inoltre, Crudup aveva già fatto parte
dell’Universo DC quando nel 2009 interpretò il ruolo del Dottor
Manhattan in Watchmen.
Billy Crudup è
attualmente impegnato con le riprese di Alien
Covenant, sequel di Prometheus che sarà diretto ancora
una volta da Ridley Scott. Prossimamente vedremo
l’attore nel nuovo film di Pablo Larraín dal
titolo Jackie, biopic
dedicato a Jackie Kennedy, interpretata dal premio Oscar
Natalie Portman, e presentato in concorso a
Venezia 73.
Il film stand alone su
The Flash con protagonista Ezra
Miller è previsto per il 3 marzo 2018 e sarà diretto da
Rick Famuyima. Nel cast anche Kiersey
Clemons nei panni di Iris West.
Flash (The Flash) è un
personaggio dei fumetti creato da Gardner Fox e Harry Lampert nel
1940, pubblicato dalla DC Comics.
È un supereroe con il potere di
muoversi a velocità straordinaria, sfidando le leggi della fisica.
La sua prima apparizione è in Flash Comics numero 1
(1940).
Hanno sfilato sul tappeto rosso del
Festival di Venezia 2016Emir Kusturica, regista serbo che ha presentato in
concorso On the Milky Road, insieme alle
sue due protagoniste, Sloboda Micalovic e la
nostra diva internazionale, Monica Bellucci.
Ecco le immagini:
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Festival di Venezia 2016: On
the Milky Road
recensione del film di Emir Kusturica
Ci siamo raga’. Oggi è il giorno in
cui l’universo si piega su sé stesso e la Mostra che fino a ieri
sera pareva non finire mai improvvisamente finisce prima del tempo,
perché è vero che i premi li danno domani sera, ma è vero pure che
ormai i film so’ finiti, le star sono lontane – perfino la Carducci
ormai i selfie è costretta a farseli col parrucchiere, in mancanza
di presenze più significative – ci siamo tutti un po’ rotti il
cazzo e al travaglio usato ciascun in suo pensier già fa ritorno.
In realtà, abbiamo tutti più o meno travagliato anche qui, ma tanto
nessuno ce crede quindi facciamo finta che è come una vacanza. Che
un po’, lo è. Al di là di quanti film demmerda sei costretto a
vederti, al di là di quanti pezzi impossibili dovrai consegnare da
qui ai prossimi dieci minuti, un Festival è comunque qualcosa che
spezza la routine, per cui quando finisce ti lascia sempre un po’
quella sensazione di ‘e adesso?’ un po’ come dopo che hai dato un
esame all’università. E tutti a dire ‘ma pare ieri che siamo
arrivati’. Ci resta solo il remake de ‘I magnifici sette’,
caratterizzato dalla presenza super-politically correct di un nero
e un Indiano d’America nel gruppo di protagonisti. Praticamente i
Village People, e stiamo tutti già scommettendo su
quale dei due crepa a cinque minuti dall’inizio del film e quale a
dieci.
Io ho espiato la colpa di aver
clamorosamente pisciato Lav Diaz a favore di una cena non barbona
con Vì, che ci ha aiutati a scacciare l’orrendo
ricordo dell’insalata di mare di gomma della prima sera.
Ne è valsa la pena, ma nessuno
lascia Venezia senza aver visto un film filippino, così oggi dalla
Settimana Orizzontale degli Autori ho avuto modo
di tollerare Pamilya Ordinario, un
thriller/drama/documentario/cinecomic/porno/comedy su du poracci
che vivono come barboni a Manila e come se non bastasse je fregano
pure il ragazzino. Due ore per due inquadrature complessive.
Commovente. Il toto Leone vede in lizza come sempre tutti film che
non ho visto, ormai è tradizione. Questo è probabilmente l’ultimo
post dal Lido, ma non disperate. Quando saremo di nuovo tranquilli
nelle nostre casette, vi faremo il reso conto della nostra
personalissima premiazione.
Io comincio a pensare alla logistica
delle valigie, Che come un’orrenda epifania un lampo ha squarciato
la mia mente. Non volo su Roma, nelle amorevoli braccia della mia
consorte, ma su Madrid, tra le grinfie di Jo, il mio sadico amico
d’infanzia che per il suo quarantesimo compleanno ha organizzato un
misteriosissimo ‘evento a sorpresa’. Conoscendolo, sportivo e
spericolato com’è, come minimo me butta in mezzo a un’arena a fare
il torero. O il toro. Olè!
Dopo il cortometraggio del 2014
inserito nel film a episodi Words with Gods,
presentato alla 71esima Mostra
del Cinema di Venezia nel Fuori Concorso, Emir Kusturica torna al
Lido, questa volta in concorso, con On the MilkyRoad, film che ha scritto, diretto, prodotto e
interpretato da protagonista al fianco di Monica Bellucci.
La storia è ambientata durante la
guerra nei Balcani e osserva da vicino l’amore tra due persone che
non hanno più nulla da perdere. Il film è basato sul cortometraggio
Our Life, scritto a quattro mani dal regista Kusturica e da sua
figlia Dunja. Il tema principale è la semplice storia d’amore tra
un uomo (Emir Kusturica) e sua moglie (Monica
Bellucci), che vivono in una zona montuosa della
Serbia. Un film al contempo concettuale e violento. Un film d’amore
e un film di guerra.
Senza abbandonare il tema della
guerra nei Balcani, Emir Kusturica costruisce con
On the MilkyRoad un quadro confuso, rumoroso,
colorato, strabordante di vita e di morte, insomma, niente di nuovo
per la sua filmografia che sembra però ridursi a citare se stessa
in un vortice di avvenimenti sempre più assurdi e fuori
dall’ordinario.
On the Milky Road, il film
Fulcro del film è la storia d’amore
tra Kosta, un uomo solitario promesso a una esuberante e bellissima
giovane donna, e una misteriosa italiana, a sua volta promessa in
sposa a un ufficiale, fratello maggiore della giovane serba.
L’amore trai due viene costruito con brio e delicatezza nella prima
parte del film, per poi eccedere nel confusionario finale. Il
risultato è un pastrocchio comico che richiama benissimo il cinema
di Emir, ma che ne rimane imbrigliato, senza allontanarsi
drammaturgicamente dai canoni che il regista continua a ripete,
sovrastato dall’auto-citazionismo.
Molto forte è l’elemento naturale,
altra costante dei film del regista di Sarajevo. La natura e gli
animali recitano una parte fondamentale nel riempire la scena,
offrendo siparietti assurdi e divertenti, ma a volte riescono
anche, con la loro presenza e azione a far proseguire il racconto.
L’esito resta però pasticciato: On the
MilkyRoad ha un finale che
diventa la somma degli stilemi di Kusturica, un
dipinto disordinato e chiassoso, nella sua migliore tradizione, che
però questa volta non basta a consegnarci un’opera degna del suo
passato.
Arriva da Deadline la notizia che
Jeff Nichols, acclamato regista di
Mud e Midnight Special, dirigerà
il remake di Alien Nation per conto della
20th Century Fox. Il progetto era in cantiere da marzo 2015.
Si tratta del thriller di
fantascienza diretto da Graham Baker nel 1988. Il
film originale aveva per protagonista una coppia di poliziotti del
futuro, un terrestre e un alieno.
Inizialmente la sceneggiatura del
remake era stata affidata a Matt Holloway e
Art Marcum. Al momento non sappiamo se Nicholas si
occuperà anche della sceneggiatura.
Una popolazione di profughi alieni
trova rifugio nella Terra di oggi. Malgrado la loro mitezza,
l’integrazione con i terrestri è difficile e la maggior parte
finisce per vivere in ghetti. A complicare la situazione, si
inserisce il consumo di una speciale droga che crea alla comunità
aliena gravi problemi legati alla tossicodipendenza. Due
poliziotti, un terrestre e un alieno, cercano di sgominare la banda
di malviventi che producono la droga.
Il film costituisce un tentativo di
trasportare in campo fantascientifico i temi del razzismo,
dell’emarginazione e dell’illegalità legata alla tossicodipendenza.
In particolare è stato costruito un parallelismo tra comunità
aliena (del film) e i ghetti neri delle metropoli nordamericane (o
almeno l’immagine più nera di essi). Un altro elemento portante è
il rapporto di reciproco rispetto che si sviluppa tra i due
protagonisti: inizialmente il poliziotto umano è ostile al
poliziotto alieno. Il film ha il ritmo e la costruzione tipica di
un poliziesco d’azione.
Ambientato nei meravigliosi anni
trenta del novecento, il film racconta la storia di Laura (Portman)
e Kate (Depp) Barlow, due sorelle sensitive impegnate in un tour in
giro per l’Europa. In occasione della tappa parigina le due ragazze
incontrano André Korben (Emmanuel Salinger) un
importante produttore cinematografico francese che, a corto di idee
per i suoi prossimi film, è deciso ad investire i suoi soldi sulle
sorelle cercando di produrre il primo vero film di fantasmi della
storia. Ma in realtà le intenzioni di André sono ben altre e presto
o tardi verranno alla luce.
Planetarium, il film
Con il suo
Planetarium, Rebecca Zlotowski stravolge tutte le
regole convenzionali del cinema tentando così di creare qualcosa di
nuovo e assolutamente innovativo senza purtroppo riuscirci. Dopo
una prima mezz’ora abbastanza convincente – a partire dallo stile
accattivante e un po’ vintage dei titoli di testa -, il film si
trasforma e perde completamente di senso logico; la regista mette
infatti fin troppa carne a cuocere e ad un certo punto si ha come
la sensazione che abbia dimenticato di spegnere la brace.
Planetarium
continua quasi per inerzia a ‘cuocersi’ e sul finale ciò che resta
è solo un mucchietto di cenere. Nonostante la presenza nel cast
della meravigliosa
Natalie Portman, a cui sono affidate le sorti
dell’intera storia, il film non riesce a trovare una sua vera
dimensione. Realtà, sogno e, oseremmo direi, esoterismo si
mescolano infatti così tanto da arrivare a confondersi e lo
spettatore fa molta fatica a seguire la narrazione; la
sceneggiatura raffazzonata e la totale assenza di introspezione dei
personaggi rende il film insopportabilmente lento e
inconsistente.
Procedendo affannosamente verso la
fine, Planetarium della Zlotowski perde
completamente di significato e si fatica a capire quali fossero in
principio le reali intenzioni della regista; partito infatti come
fosse quasi un thriller, Planetarium si
trasforma successivamente in una sorta di film omaggio al cinema
dell’epoca, un mondo affascinante e misterioso raccontato da un
punto di vista femminile. Questo strano fascino retro e la presenza
nel cast di attori eccellenti – anche l’acerba Lily-Rose Depp è abbastanza convincente –
purtroppo non bastano a salvare le sorti di un film fin troppo
sperimentale e approssimativo, un esperimento cinematografico da
dimenticare.
Nel finale di
Guardiani della
Galassia, Star Lord gioca un brutto tiro ai
Ravages, rubando loro la gemma dell’infinito a favore della Nova
Corp. Per questo, Kraglin (interpretato da Sean
Gunn) è furioso con l’umano Quill, che non ammazza solo
perché esegue gli ordini di Yondu, leader dei Ravages.
Guardians of the Galaxy
Vol. 2 sarà ambientato a circa due mesi di distanza
dal primo film, per cui Kraglin avrà ancora il dente avvelenato nei
confronti di Star Lord e della sua squadra. Ecco cosa ha dichiarato
James
Gunn in merito: “In pratica, Kraglin è ancora
arrabbiato con Quill per il suo tradimento alla fine del primo
film. Non ha pagato quanto pattuito, e Yondu invece di ucciderlo
l’ha graziato. Non credo che questo sia stato giusto agli occhi di
Kraglin. E questa situazione di conflitto sarà esplorata in
Guardians of the Galaxy Vol. 2”.
In Guardians of the
Galaxy Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth
Debicki, Tommy Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova,
fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2),
Guardiani della Galassia Vol.
2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle
prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill.
Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan
verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico
Marvel continua ad
espandersi.
Risale alla fine di luglio la
notizia che The Divergent Series
Ascendant, il quarto capitolo della saga
cinematografica basata sui romanzi di Veronica
Roth, non arriverà al cinema. La Lionsgate ha infatti
deciso di rilanciare il franchise con un film tv che farà da
apripista ad una serie spin-off sempre per il piccolo schermo.
Adesso, in un’intervista con
ScreenRant, la protagonista della saga cinematografica,
Shailene
Woodley, ha dichiarato di non essere interessata ad
apparire nel nuovo adattamento della saga per il piccolo
schermo.
Queste le sue parole:
“L’ultima cosa che ho sentito a
proprosito di Divergent è il fatto che vogliono continuare la saga
sul piccolo schermo. Personalmente, non ho firmato alcun contratto
per apparire in una serie tv. Rispetto lo studio e tutti quelli
coinvolti nel progetto. Avranno cambiato idea e vorranno sviluppare
qualcosa di diverso. Io non credo di dover necessariamente farne
parte”.
L’ultimo film della saga arrivato al
cinema è The Divergent
Series – Allegiant diretto da Robert Schwentke, con
protagonisti Shailene Woodley e Theo James, ambientato in un futuro
distopico post apocalittico.
Il film è il sequel di
Insurgent del 2015, ed è la trasposizione cinematografica
della prima parte del romanzo Allegiant, di Veronica Roth,
terzo e ultimo della serie.
Dopo l’assegnazione di questa
mattina del Venice Days Award 2016 da parte della giuria dei 28
giovani europei, presieduta da Bruce LaBruce, a */The War Show
/*(di Andreas Dalsgaard e Obaidah Zytoon), le Giornate degli Autori
si preparano ad accogliere altri illustri premiati.
La sezione indipendente della
Mostra, nel ringraziare tutte le Giurie che hanno voluto
riconoscere un merito agli undici titoli della 13ª edizione, alle
18.30 di questo pomeriggio ospita alla Villa degli Autori una
cerimonia di premiazione in cui saranno consegnati numerosi
riconoscimenti.
*Il PREMIO LABEL EUROPA
CINEMA *va a*/SAMI BLOOD/* di Amanda Kernell che riceverà il premio
insieme al produttore Lars G. Lindström.**
Il Label Europa Cinemas, dedicato ai
film di produzione e co-produzione europea. Il Label, creato nel
2003 da un network di esercenti europei di qualità (oltre 2.300
schermi in più di 500 città europee), con il sostegno del Programma
MEDIA dell’Unione europea, consiste in un contributo economico alla
distribuzione e alla promozione nonché alla permanenza del film
vincitore nelle sale aderenti al network.
I*PREMI FEDEORA *(Federazione dei
Critici Europei e dei Paesi Mediterranei).
Miglior film*: /THE ROAD TO MANDALAY/* di Midi Z, presente alla
cerimonia per ritirare il premio.
Miglior regista esordiente: *AMANDA
KERNELL* (per il film */SAMI BLOOD/*), presente alla cerimonia per
ritirare il premio.
Miglior attrice: *ASHLEIGH CUMMINGS*
per il film */HOUNDS OF LOVE/* di Ben Young, che riceverà il premio
per l’attrice.
Miglior film europeo: */QUIT STARING
AT MY PLATE/*//di//Hana Jušić, presente alla cerimonia per ritirare
il premio insieme alla produttrice Ankica Tilic.
Il *PREMIO LIZZANI* va a */LA
RAGAZZA DEL MONDO/* di Marco Danieli
Il premio Lizzani, istituito
dall’ANAC, è dedicato al regista Carlo Lizzani, figura fondamentale
della nostra cinematografia e direttore della Mostra dal 1979 al
1982. Si tratta di un premio per gli esercenti cinematografici più
coraggiosi. Quest’anno è Sino Accursio Caracappa, esercente di
Sciacca, che ha scelto il film vincitore al quale garantirà la
promozione e la distribuzione nelle sue sale.
I*PREMI PASINETTI*:
Miglior film: */INDIVISIBILI /*di
Edoardo De Angelis.
Miglior attore: *MICHELE RIONDINO*
per il film */LA RAGAZZA DEL MONDO/* di Marco Danieli.
Miglior attrice: *SARA SERRAIOCCO*
per il film */LA RAGAZZA DEL MONDO/* di Marco Danieli.
Marco Danieli
riceverà il premio per i suoi attori.
Menzione speciale alle attrici
*ANGELA* e *MARIANNA FONTANA* per */INDIVISIBILI/* di Edoardo De
Angelis che ritirerà il premio.
Il Premio Pasinetti, dedicato al
regista sceneggiatore, critico e fotografo Francesco Pasinetti,
assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici
Italiani (SNGCI), è uno dei premi collaterali della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia.
Il *QUEER LION *va a*/HEARTSTONE/
*di Guðmundur Arnar Guðmundsson
Il Queer Lion è un premio
cinematografico attribuito annualmente dal 2007 al “Miglior Film
con Tematiche Omosessuali & Queer Culture”. Ritira il premio il
regista Guðmundur Arnar Guðmundsson.
Il *PREMIO LINA MANGIACAPRE* va al
film */INDIVISIBILI/* di Edoardo De Angelis.
Ideato nel 1987 da Lina Mangiacapre,
affiancata da una giuria composta da giornalisti e critici
cinematografici (al 50% uomini e donne), il premio è finalizzato a
“segnalare le opere filmiche che mostrano nel segno della
differenza il cambiamento dell’immagine della donna, soggetto di
storia e di cultura.” Ritireranno il premio Edoardo De Angelis
(regista) e Pierpaolo Verga (produttore).
Il*PREMIO BRIAN* va a */LA RAGAZZA
DEL MONDO/ *di Marco Danieli*. *
La UAAR (Unione degli Atei e degli
Agnostici Razionalisti) assegna un premio per il miglior film
presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia//che sarà ritirato dal regista Marco Danieli.
Il *PREMIO GIANNI ASTREI – VENEZIA
2016* va al film */INDIVISIBILI/* di Edoardo De Angelis.
L’Associazione Fiuggi Family
Festival in collaborazione con Ente dello Spettacolo attribuisce il
premio al film italiano che, tra tutti quelli presentati alla 73.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, valorizza al meglio
l’esperienza cinematografica intesa come arricchimento e
ri-elaborazione della visione del mondo nel singolo e nella
società.
Le Giornate degli Autori – Venice
Days, sono una sezione indipendente della 73 Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, promossa da ANAC
e 100autori.
La Highland Film Group ha diffuso online la prima
immagine ufficiale di Margot Robbie (Suicide Squad) tratta da
Terminal, thriller noir diretto da
Vaughn Stein.
Il cast del film annovera anche
Simon Pegg (Star Trek,
The World’s End), Mike Myers
(la trilogia di Austin Powers) e
Max Irons (The Host,
Woman in Gold).
Potete vedere la foto di
seguito:
Margot Robbie nella prima foto
del thriller Terminal
Terminal
racconta la missione suicida di una coppia di sicari assoldati da
un misterioso mandante per una grande ricompensa.
MargotRobbie interpreterà
Annie, una donna dinamica che potrebbe essere coinvolta nella
vicenda più di quanto gli assassini sospettino. Il film al momento
è in fase di pre-produzione.
Stein scriverà anche la
sceneggiatura originale. Terminal è la
sua opera prima, anche se Stein ha lavorato come
aiuto regista in grandi produzioni come Heart of the
sea, The Danish Girl, Harry Potter e i Doni della Morte –
Parte 2, World War Z, Biancaneve e il cacciatore.
La pellicola sarà in parte prodotta
da LuckyChap Entertainment, società di Tom Ackerley, Josey
McNamara, Sophia Kerr e la stessa Margot
Robbie, insieme a David Barron
e Molly Hassell.
È andato al Maestro
Andrei Konchalovsky (per il film
Paradise) il Premio Soundtrack Stars
Award 2016 per la migliore colonna sonora tra i film presentati in
concorso alla 73.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Un
premio speciale è stato assegnato alla colonna sonora del film di
Giuseppe PiccioniQuesti
giorni. Lo ha deciso la Giuria presieduta da Gianni
Canova che, valutata la qualità complessiva della selezione di
quest’anno dal punto di vista dell’attenzione alle sonorità del
cinema, ha voluto sottolineare -oltre le scelte finali-
l’originalità della sperimentazione sulla quale si fonda
l’operazione ambiziosa di Martina Parenti e
Massimo D’Anolfi in Spira
mirabilis.
Il Premio a
Konchalovsky è stato assegnato, come si legge
nella motivazione ,“per la scelta rigorosa di una sonorità
intrinseca alla stessa struttura narrativa del film”.
Al film di Giuseppe
PiccioniQuesti giorni – con le
musiche di Valerio C. Faggioni – un riconoscimento speciale
“Per la perfetta sintonia delle scelte vocali con l’emotività e
la sensibilità che il regista sottolinea nell’interpretazione delle
giovani protagoniste del film”. Si è conclusa così al Lido la
quinta edizione del Premio che si era aperta, all’insediamento
della Giuria, con la consegna del Premio della critica che
Soundtrack Stars Award 2016 riserva ogni anno a un autore
particolarmente significativo a Gabriele Muccino
segnalando così il suo rapporto speciale con la musica. “Quello
tra musica e cinema è ’un link che ha promosso in tutti i suoi film
una costante ricerca di nuove sonorità” si legge nella
motivazione “sempre in stretta collaborazione con autori
particolarmente sensibili all’importanza della musica per il
cinema: Paolo Buonvino, Andrea Guerra, poi Lorenzo Jovanotti con
cui è evidente, in L’estate addosso, che ha debuttato alla Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, una particolare
sintonia, dalla scelta delle collaborazioni artistiche all’effetto
sul pubblico, anche attraverso un solo brano già diventato, come
spesso accade nel suo cinema, un leitmotiv di successo”.
La Giuria:
Con il Presidente Gianni
Canova, direttore della rivista di Istituto Luce Cinecittà
8½, nella Giuria 2016 del Premio, con Laura Delli
Colli a nome del SNGCI, sono stati quest’anno Cristiana
Paternò (8½ e Cinecittà News), Marina Sanna
(Rivista del Cinematografo/Ente dello Spettacolo) e la ‘squadra’
autorevolissima di ‘Hollywood Party’ (RadioTre) con Steve
Della Casa, Enrico Magrelli, Alessandro Boschi, Alberto Crespi,
Miriam Mauti.
Steven Tyler, il
leader degli Aerosmith, non è estraneo al mondo
del cinema. Dopo aver composto insieme alla sua storica band
l’immortale colonna sonora di Armageddon,
il rocker statunitense ha continuato a lavorare saltuariamente per
il grande e piccolo schermo, con piccole apparizioni in film più o
meno conosciuti e, soprattutto, in qualità di doppiatore.
Adesso, in occasione della
promozione del film indipendente Happy
Birthday, Tyler ha confessato che amarebbe apparire
in Guardians of the Galaxy Vol. 3.
Il cantante si è rivolto
direttamente a James Gunn, dichiarando:
“Happy Birthday mi ha fatto venire voglia di prendere parte a
più film. Ad esempio, farei qualsiasi cosa per apparire in
Guardians of the Galaxy Vol. 3. James
Gunn, mi senti?”
Considerata la personalità di Steven
Tyler, sarebbe davvero interessante vedere se James Gunn riuscisse
davvero a inserirlo nell’universo dei Guardiani. Voi cosa ne
pensate?
In Guardians of the
Galaxy Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth
Debicki, Tommy Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova,
fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2),
Guardiani della Galassia Vol.
2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle
prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill.
Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan
verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico
Marvel continua ad
espandersi.
Spira
Mirabilis di Massimo D’Anolfi e
Martina Parenti e Voyage of Time: Life’s
Journey di Terrence Malick sono
ex aequo i vincitori della quinta edizione del Green Drop
Award, premio collaterale per il film che meglio
interpreta la sostenibilità tra quelli in gara alla 73. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “Per aver
raccontato l’aspirazione della natura all’immortalità e per aver
aperto più di una riflessione sul rapporto fra uomo e natura e sul
senso del nostro incedere nell’universo”, spiega la giuria del
premio composta quest’anno da Ricky Tognazzi, Simona Izzo e Antonio
Disi. A consegnare il premio la madrina dell’edizione 2016 del
Green Drop Award, l’attrice Francesca Cavallin.“Spira Mirabilis”
dei registi italiani Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e “Voyage
of Time: Life’s Journey” dello statunitense Terrence Malick sono i
due film che si aggiudicano, ex-aequo, il trofeo del Green Drop
Award, il premio collaterale istituito da Green Cross Italia per
premiare il film tra quelli in concorso ufficiale alla 73. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che meglio
interpreta la sostenibilità.
La motivazione del premio a “Spira Mirabilis” e “Voyage of Time:
Life’s journey”
A decretarlo è stata la giuria del Green Drop Award, composta da
Ricky Tognazzi, Simona Izzo e Antonio Disi, responsabile del
servizio Comunicazione dell’Unità Efficienza Energetica per ENEA.
«La prima goccia va al film “Spira Mirabilis” di Massimo D’Anolfi e
Martina Parenti per aver raccontato l’aspirazione della natura
all’immortalità; la seconda goccia, invece, va a “Voyage of time:
life’s journey” di Terence Malick, opera con cui l’autore giunge al
compimento di un discorso sulla natura avviato già dai tempi di “La
Rabbia giovane”».
Giunto alla quinta edizione, per la prima volta il trofeo del
Green Drop Award viene assegnato non ad uno ma a due film.
«Quest’anno la Mostra internazionale di arte cinematografica con le
opere in visione ha aperto più di una riflessione sul rapporto fra
uomo e natura e sul senso del nostro incedere nell’universo»,
sottolinea la giuria motivando la scelta dei vincitori. «Il fatto
che artisti diversi abbiano esplorato temi contigui e in molti casi
identici rende manifesto, oggi più che mai, la ricerca di una
visione di insieme seppure nelle diversità che ci aiuti a capire il
nostro posto nella storia del tempo e della vita».
«Il Green Drop Award, che quest’anno contiene la terra della
Selva di San Francesco, non è soltanto un premio ma una grande
responsabilità per testimoniare e sensibilizzare alla difesa
dell’ambiente», spiega Elio Pacilio, presidente di Green Cross
Italia. «Centocinquanta anni fu coniata la parola ecologia, per
spiegare il rapporto fra tutti i viventi e il resto del mondo, sia
esso organico o inorganico; e appena trenta anni fa fu stabilito il
principio secondo il quale non può esserci giustizia ambientale
senza giustizia sociale», aggiunge Marco Gisotti, direttore del
Green Drop Award. «Tutto questo è espresso in due opere in
concorso dallo straordinario impatto visivo ed emozionale».
Il trofeo consegnato dalla madrina Francesca Cavallin
Il trofeo del Green Drop Award, una goccia realizzata dal maestro
vetraio di Murano Simone Cenedese, contiene ogni anno la terra di
un luogo di particolare importanza: dopo Brasile, Egitto, Antartide
e Senegal, per la quinta edizione è stata scelta la terra natìa di
San Francesco, Assisi, per rimarcare il messaggio che nel corso
dell’ultimo anno Papa Francesco ha voluto dedicare alla
salvaguardia dell’ambiente e del creato con l’Enciclica Laudato
si’, ispirata proprio al Santo di Assisi. La terra è stata raccolta
nella Selva di San Francesco e donata da Padre Fortunato, custode
del Sacro Convento di Assisi. In cambio, alla Basilica è stato dato
il compost prodotto dal Consorzio Italiano Compositori (CIC), per
sottolineare come la difesa dell’ambiente passi anche attraverso le
buone pratiche dell’economia circolare.
I trofei sono stati consegnati dall’attrice Francesca Cavallin,
madrina del Green Drop Award 2016, che ha portato a Venezia il suo
esempio di stile di vita sostenibile. «È una gioia riuscire a far
collimare due passioni, due modi di vivere come il cinema e questa
abitudine “green” che coltivo sin da quando sono bambina e che per
me è sempre stata la normalità. Non sprecare le cose e dare
importanza all’ambiente è per un valore e una consuetudine legata
al buon senso e alla saggezza familiare, che passa attraverso
piccoli gesti quotidiani, a partire dall’utilizzo di pannelli
solari alla coltivazione di un orto in terrazzo, puntando ad un
consumo di prodotti a km0».
Una Brie Larson
così action non l’abbiamo mai vista. In attesa di vedere l’attrice
premio Oscar nei panni di Captain Marvel, ecco che in rete
arriva il primo trailer di Free Fire, il
nuovo film di Ben Wheatley (High-Rise) presentato in
anteprima al Toronto Film Festival.
Il trailer è stato diffuso online
dalla A24.
Potete vederlo di seguito:
Oltre a Brie
Larson, il cast del film include anche Armie
Hammer (The Lone Ranger),
Sharlto Copley (District
9) e Cilian Murphy
(Batman Begins). La storia, ambientata
nel 1970, si svolge in un magazzino deserto dove si incontrano per
uno scambio organizzato dal personaggio dalla Larson due
trafficanti di armi e due irlandesi.
Martin Scorsese
figura tra i produttori esecutivi. Al momento non sappiamo ancora
quando la pellicola uscirà nelle saleOltre a Captain Marvel, tra i prossimi
progetti di Brie Larson figurano anche
Kong Skull Island al fianco di Tom Hiddleston e The
Glass Castle, dramma diretto da Destin Daniel
Cretton in cui l’attrice reciterà al fianco di
Naomi Watts, Woody Harrelson e Sarah
Snook.