A otto anni dall’uscita
di Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy ecco l’annuncio
di un suo sequel arrivare direttamente dalla bocca dell’attore
protagonista,
Il ritorno di Alexander Payne
Il regista e sceneggiatore Alexander Pyane ha scelto il progetto che seguirà “The Descendants” il suo ritorno dopo la lunga pausa seguita a “Sideways” del 2004: si tratta di “Nebraska” , che verrà girato in bianco e nero e si incentrerà sulla figura di un vecchio padre alcolizzato; attualmente si sta cercando un attore ‘maturo’ che interpreti il ruolo del protagonista. Nel frattempo, si conosce già il progetto successivo: come scrive Collider, sarà l’adattamento della graphin novel “Wilson” di Daniel Clowes, che avrà come protagonista un ‘misantropo’ di mezza età che dopo la morte del padre tenta di riallacciare i rapporti con la ex moglie e la figlia che non ha mai conosciuto; Fox Searchlinght ha acquistato i diritti della graphic novel originarie pensando esplicitamente a Payne per la regia. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Clowes e il film verrà girato ad Oakland.
Il ritorno dello Jedi : sei foto inedite dal backstage!
Sono state pubblicate, dal blog tematico del sito Badtaste, sei immagini inedite dal dietro le quinte di Star Wars: Episodio VI.
Ecco le foto in cui possiamo vedere gli amati protagonisti del film Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill in compagnia di George Lucas:
Vi ricordiamo che il primo film
uscirà al cinema nel 2015, per la regia di J.J. Abrams, basato su una
sceneggiatura di Michael Arndt. Per tutte le
notizie sulla nuova trilogia
targata Disney vi segnaliamo il
nostro speciale: Star Wars. La scheda del
film: Star Wars: Episodio
VII.
Il ritorno del Grinch
Dopo il grande successo
del 2000 diretto da Ron
Howard con uno scoppiettante Jim
Carrey, quella famelica palla di pelo verde del
Grinch torna sul grande schermo
Il ritorno del cavaliere oscuro: i Funko che celebrano il 30esimo anniversario
In occasione del 30esimo anniversario de Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller, è stata diffusa una serie speciale di Funko POP! Vynil. Potete vederla di seguito:
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Ci sono diversi modelli di Batman
oltre al Joker e a Carrie Kelly nei panni di Robin. I modellini
saranno disponibili alla vendita il prossimo
mese.
Oltre al film sulla Justice League, al momento in lavorazione, vedremo di nuovo Batman in azione sul grande schermo nel film soloche vedrà la partecipazione di Ben Affleck nei panni del protagonista ma anche in quelli di regista e produttore, al fianco di John Geoff.
Il ritorno dei morti viventi: recensione del film di Dan O’Bannon
Anno: 1985 Regia: Dan O’Bannon Cast: Clu Gulager, James Caren, Don Calfa, Thorn Mathews, Beverly Randolph, Linnea Quigley
Trama: Il giovane Freddy è al primo giorno di lavoro per una società che si occupa di raccogliere e distribuire cadaveri a scopo di studio ed esperimenti per università e ricerche scientifiche; qui, il responsabile del magazzino gli racconta una strana storia, secondo cui la vicenda raccontata nel film La notte dei morti viventi nasceva da una storia vera, e che alcuni di quei cadaveri ambulanti sono stati ibernati e immagazzinati lì… un incidente finirà per rimettere in circolazione gli zombie, liberando inoltre un gas, che ricadendo a terra assieme alla pioggia, ne farà risuscitare altri, nel vicino cimitero. A farne le spese sarà un gruppo di punk, riunitisi lì per un festino a base di musica e sesso.
Analisi: Nella lunga e fertile storia dei film dedicati ai cadaveri ambulanti, Il Ritorno dei Morti Viventi si ritaglia uno spazio particolare: un prodotto che omaggia il genere, senza troppe pretese, ma premendo spesso e volentieri il pedale dell’ironia. La regia, per cui era inizialmente previsto Tobe Hooper, passa poi ad un navigato mestierante come Dan O’Bannon, collaboratore di Carpenter ai tempi Dark Star, con una partecipazione agli effetti speciali di Guerre Stellari e alla sceneggiatura tra gli altri di Alien e Atto di Forza.
Il cast è composto di attori di seconda fila,
che appartengono alla folta schiera dei caratteristi per cinema e
tv, tutti con svariate apparizioni all’attivo: tra questi,
Clu Gulager, Don Calfa, James Caren; a farsi
notare più di tutti è però Linna Quigley, reginetta dell’horror di
serie B a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, qui tra l’altro
protagonista di un memorabile spogliarello tra le lapidi del
cimitero.
Il film, che conta su effetti speciali e make up più che discreti, considerando il budget a disposizione, introduce alcune novità che forse snaturano un po’ i cardini del genere: i corpi ad esempio continuano a muoversi anche dopo la decapitazione e, forse per la prima volta, i cadaveri riescono ad esprimersi in un linguaggio comprensibile, oltre ad essere affamati, più che di generica carne umana, di cervelli.
Menzione d’onore per una colonna sonora di prim’ordine, infarcita di brani garage punk di band come Cramps, Damned e 45 Grave e che può contare anche sulla presenza di Rocky Erickson, fondatore degli psichedelici 13th Floor Elevator.
Il Ritorno dei Morti Viventi godè di un buon successo in patria, ricevendo discreti apprezzamenti anche dalla critica, tanto da generarne due sequel, che peraltro con l’originale hanno avuto ben poco a che fare, destinati esclusivamente al mercato dell’home video; in Italia passò invece quasi del tutto inosservato, uscendo come riempitivo estivo, oltretutto vietato ai minori di 18 anni. Un gioellino da recuperare, anche se solo per i cultori del genere.
Il Rito: recensione del film con Anthony Hopkins
Il Rito è un horror nel mondo degli esorcisti che uscirà in Italia l’11 Marzo. La storia è ispirata alle esperienze reali (per il Vaticano e per chi ci crede) raccontate nel libro, dall’omonimo titolo, di Matt Baglio.
Il protagonista, Michael Kovak (Colin O’Donoghue) è un seminarista combattuto tra scetticismo e desiderio di fede. Viene mandato a Roma per formarsi come esorcista e qui conosce Padre Lucas (Anthony Hopkins) che lo porterà a tastare con mano la presenza del maligno. E’ difficile evitare, durante la visione di Il Rito, che il pensiero non vada a The Exorcist (L’Esorcista) di William Friedkin, il suo avo famoso del ’73, e alla sua stirpe fatta di prequel, sequel e versioni integrali fatte per rinnovarne i fasti con le generazioni future di giovani spettatori desiderosi di volti satanici e corpi che si contraggono. Il regista Mikael Håfström (suo, 1408, horror diretto nel 2007) si confronta quindi con un film di genere i cui stilemi sono ormai ben marcati. Sembra saperlo e in alcuni momenti si concede opportuni spunti ironici che hanno anche il pregio di cercare costruzioni di climax attraverso vie leggermente più insolite.
Inevitabile però l’ortodossia ai più consolidati cliché soprattutto nei momenti risolutivi della fine, complice una sceneggiatura per nulla originale fondata su un esile messaggio di fede (che molto ricorda il Mel Gibson di Signs, diretto da M. Night Shyamalan nel 2002 ). Il tutto è scandito da una schematica strutturazione didascalica. Ortodossia al genere e ortodossia al contenuto, in Il Rito, sono freni all’immedesimazione con il paranormale (dimensione in cui un mondo trasfigurato aiuta molto) ancor più per un pubblico italiano: l’ambientazione romana (esotica, forse, per gli americani) con annesse comparse che si esprimono in idioma romanesco (questo nella versione con audio originale; starà al lavoro di doppiaggio scegliere la via da seguire) strappano sorrisi. Del resto spesso gli horror dividono la sala tra quelli che sorridono e quelli che si coprono gli occhi. Un altro buon motivo per vedere Il Rito in lingua originale è l’interpretazione di Anthony Hopkins nel ruolo di Padre Lucas. Il suo personaggio è interessante. Ha un animo giocoso e ironico che usa come arma contro il Male con cui si confronta.
Molti dei meriti sono però proprio di Hopkins (scherzoso, cupo, demoniaco) che riesce a dare spessore e umanità al suo ruolo e a salvare le troppe banalità di Il Rito. Padre Lucas poteva essere l’ennesimo elemento anonimo e invece, nell’interpretazione di Hopkins, risolleva le infantili argomentazioni dello sceneggiatore Michael Petroni che si confronta, in modo superficiale, con il controverso legame tra bene e male. Per fortuna l’Hannibal Lecter per antonomasia con le sfumature del male ha già avuto confidenza proprio con un altro cult capostipite di seguiti: Il silenzio degli innocenti (Johnatan Demme, 1991 ).
Colin O’Donoghue (Proof, 2005) nel ruolo del protagonista è, al contrario, chiuso in una scarsa espressività. Il personaggio di Michael Kovac risulta piatto e privo di sfaccettature anche nella sua crisi mistica molto schematizzata. Alice Braga (Predators , 2010) ha il ruolo di Angelina, la giornalista scettica che si rispecchia nei dubbi di Michael. Risulta altrettanto anonima, ma nel suo caso molto più per demeriti della sceneggiatura che la relega a personaggio puramente accessorio. Di certo Il Rito non è un film memorabile ( come spesso accade per i film di genere ) ma un buon Hopkins e l’ortodossia al genere lo rendono adatto ad una serata poco impegnata tra amici, magari divisi tra chi si fa qualche risata e chi si copre gli occhi.
Il rito: la vera storia dietro il film horror con Anthony Hopkins
Il cinema ha più volte tratto ispirazione dalle storie di possessioni ed esorcismi per i film horror. Sono numerosi i celebri titoli a riguardo, da L’esorcista a The Prodigy – Il figlio del male. Un altro titolo tanto affascinante quanto controverso appartenente a questa tipologia di opere è Il rito (qui la recensione), diretto nel 2011 dallo svedese Mikael Håfström, regista ricordato in particolare per gli horror Drowning Ghost – Oscure presenze e 1408. Rispetto a questi, con Il rito Håfström affronta però un tema particolarmente più spaventoso in quanto legato a vicende e testimonianze reali.
Il film è infatti ispirato al saggio semibiografico Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi, del giornalista italoamericano Matt Baglio. Divenuto un vero e proprio caso editoriale, il libro ha rapidamente suscitato l’interesse degli studios hollywoodiani, con la New Line Cinema e la Warner Bros. che ne hanno poi acquistato i diritti per realizzare un film su di esso basato. Questo venne dunque realizzato a partire da fatti concreti e non dalla pura immaginazione. La partecipazione di Baglio e di veri esorcisti in qualità di consulenti, ha poi permesso di rendere il tutto più realistico e spaventoso.
La stessa Chiesa Cattolica ha poi elogiato il film, ritenendolo fedele alla realtà degli esorcismi e alla forza della fede. A distanza di oltre un decennio rimane dunque uno dei grandi film da vedere sull’argomento, un’opera che non manca di suscitare paure e fascino. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, al libro e alla vera storia oltre il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Il rito
Il film segue le vicende di Michael Kovak, che decide di mollare tutto ed entrare in seminario. Il giovane, più che per vocazione, ha scelto questa strada per poter studiare. Sarà il suo padre spirituale a suggerirgli, prima di lasciare definitivamente la vita clericale a studi conclusi, di frequentare un corso per esorcisti a Roma. Non poco riluttante, Michael accetta però la proposta e, una volta arrivato nel capoluogo italiano, entra in contatto con Padre Lucas, un prete alquanto particolare che usa metodi affatto ortodossi. L’uomo gli farà vedere il lato più oscuro della sua fede, portandolo a confronti con veri casi di possessione demoniaca.
Ad interpretare padre Lucas, vi è l’attore premio Oscar Anthony Hopkins, dichiaratosi affascinato dall’argomento e dal ruolo. Accanto a lui, nel ruolo dell’effettivo protagonista del film, ovvero Michael Kovak, vi è l’attore Colin O’Donoghue, principalmente noto per il ruolo di Capitano Uncino nella serie C’era una volta. Si ritrovano poi nel cast gli attori Alice Braga nei panni della giornalista Angelina, Toby Jones in quelli di padre Matthew e Ciarán Hinds in quelli di padre Xavier. Infine, fa parte del cast anche l’attore Rutger Hauer, noto per essere stato Roy Batty in Blade Runner, e qui interprete di Istvan Kovak.
Il rito, il libro e la vera storia dietro il film
Per la scrittura del suo libro, Baglio si è documentato intervistando quasi 20 esorcisti e assistendo a più di 30 esorcismi ufficiali cattolici. Partendo dal presupposto che il Diavolo esista esclusivamente come male teorico, lo scrittore ha in particolare collaborato insieme a padre Gary Thomas per dar vita ad una storia dell’esorcismo, sia da un punto di vista investigativo sia per quanto riguarda le varie tipologie esistenti di tale pratica. Baglio conobbe padre Thomas durante le sue ricerche sull’argomento a Roma, dove egli seguiva un corso per poter diventare un esorcista abilitato a tale professione.
Il libro raccoglie dunque varie testimonianze, ma è poi fortemente incentrato sulla figura dello stesso Thomas e su alcune sue effettive esperienze come esorcista. Questi apprese la materia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, dove eseguì le pratiche esorcizzanti aiutato dal più esperto padre Carmine. In generale Padre Thomas assistette a più di ottanta casi di possessione che egli ritiene veri o presunti tali. L’iniziale scetticismo e riluttanza di padre Gary viene dunque ben presto sostituita dalla fredda realtà del male e dai modi in cui a volte questo assume la forma della possessione demoniaca.
Dopo aver completato il proprio percorso, Thomas decise di lasciare Roma per tornare negli Stati Uniti, dove è oggi riconosciuto come uno dei 14 esorcisti statunitensi certificati dal Vaticano e abilitati a tale pratica. Il film, dunque, non ripropone in maniera diretta un preciso caso di esorcismo praticato da padre Thomas, bensì una sorta di compendio di tutte le testimonianze riportate nel libro. L’esorcista ha infatti raccontato di essersi trovato di fronte ad ogni tipo di possessione conosciuta e con tale esperienza ha potuto fornire una consulenza particolarmente accurata ai fini dell’ottenimento di un maggior realismo.
Il trailer di Il rito e dove vedere il flm in streaming e in TV
È possibile fruire di Il rito grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 marzo alle ore 21:00 sul canale Warner TV.
Il rito: la spiegazione del finale del film con Anthony Hopkins
Il cinema ha più volte tratto ispirazione dalle storie di possessioni ed esorcismi per i film horror. Sono numerosi i celebri titoli a riguardo, da L’esorcista a The Prodigy – Il figlio del male. Un altro titolo tanto affascinante quanto controverso appartenente a questa tipologia di opere è Il rito (qui la recensione), basato sul libro di Matt Baglio, Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi. Diretto nel 2011 dallo svedese Mikael Håfström, il film risulta particolarmente spaventoso e suggestivo in quanto è basato su vicende e testimonianze apparentemente reali. La partecipazione di Baglio e di veri esorcisti in qualità di consulenti ha poi permesso di rendere il tutto più realistico e spaventoso.
LEGGI ANCHE: Il rito: la vera storia dietro il film horror con Anthony Hopkins
La stessa Chiesa Cattolica ha poi elogiato il film, ritenendolo fedele alla realtà degli esorcismi e alla forza della fede. A distanza di oltre un decennio rimane dunque uno dei grandi film da vedere sull’argomento, un’opera che non manca di suscitare paure e fascino. Per quanto riguarda la sua trama nel dettaglio, nel corso del film seguiamo dunque Padre Michael (Colin O’Donoghue) lottare con la sua fede, iniziando a non credere più nel potere di Dio o del diavolo. Anche per questo motivo, si reca in Italia per seguire Padre Lucas (Anthony Hopkins), che è determinato a fare di lui un credente.
Mentre si trova in Italia, però, Michael vede un’adolescente incinta di nome Rosaria manifestare un comportamento tipico della possessione demoniaca, e in seguito muore in ospedale insieme al suo bambino. Quando poi Padre Lucas viene a sua volta posseduto, tocca a Michael salvarlo, ma per farlo deve necessariamente affrontare il suo passato, aiutato anche da una giornalista di nome Angelina (Alice Braga). Tuttavia, ci sono alcune parti del finale di Il rito che meritano una spiegazione più approfondita.

La spiegazione della lotta di Michael contro la sua fede
Fin dall’inizio di Il rito, Michael ha difficoltà ad avere fede. Durante gli allenamenti, discute con gli altri sacerdoti sulla probabilità di possessione e sull’esistenza del diavolo. La sua mancanza di fede è legata alla sua infanzia, che il film ci mostra attraverso alcuni flashback. Quando Michael era piccolo, infatti, sua madre morì e suo padre si ostinò a insegnargli la religione. Il padre era un impresario di pompe funebri e lo fece entrare nella stanza con il corpo senza vita della madre per recitare una preghiera su di esso. Da allora, Michael ha sempre avuto una visione cinica della religione, pur decidendo di farne il suo percorso di vita.
Anche quando Michael incontra diversi personaggi che affermano di essere posseduti, fatica a credere loro. Pensa che si tratti di una malattia mentale. Quando Rosaria tossisce chiodi, ipotizza addirittura che li abbia mangiati lei stessa per uccidere il suo bambino. Michael inizia a credere solo dopo aver parlato al telefono con suo padre, scoprendo solo in seguito che il padre era morto poche ore prima della loro conversazione. Naturalmente Michael non capisce come sia possibile. Dopo tutto, ha parlato con suo padre solo pochi istanti prima. Tuttavia, durante la telefonata, il padre di Michael dice qualcosa di inquietante che fa pensare che ci sia qualcun altro all’altro capo.
Michael inizia quindi a chiedersi se sia il diavolo quello con cui ha interagito e questo è dunque il primo evento che porta Michael a riconsiderare ciò che ritiene vero e falso. Quando poi deve praticare un esorcismo su padre Lucas, Michael si ricorda di un biglietto che gli ha dato sua madre, che gli dice che sarà sempre protetto dalle forze del bene. Il ricordo di sua madre – e ciò a cui assiste con padre Lucas – è dunque sufficiente a riaccendere la sua fede. Tuttavia, in questa scena si rivela essere molto importante la croce piegata che Michael tiene mentre tenta di praticare l’esorcismo.

Questo dettaglio trova spiegazione con una scena flashback del funerale della madre, dove Michael si trova accanto al padre con una croce in mano. Il ragazzo tiene la mano dietro la schiena e stringe la croce così forte da piegarla. Tornando alla scena dell’esorcismo su Padre Lucas, Michael tiene quindi una croce in mano e il diavolo usa il suo potere per piegare la croce senza che gli sia necessario toccarla. In entrambe le occasioni, la croce piegata rappresenta l’incapacità di Michael di credere e il diavolo cerca di usare la sua mancanza di fede contro di lui. Solo quando Michael dichiara di credere nel diavolo e in Dio, riesce a sconfiggere il demone BA’AL.
Come la morte di Rosaria porta alla possessione di Padre Lucas
Ma come è stato possibile che un uomo di fede come Padre Lucas sia stato posseduto la diavolo? La spiegazione è data dalla determinazione con cui Padre Lucas cerca di eseguire un esorcismo su Rosaria. Quando però la ragazza muore in ospedale, l’anziano è distrutto dal fatto di non averla potuta aiutare. È pieno di sensi di colpa, anche se ha fatto del suo meglio e per le giuste ragioni. Il senso di colpa di Padre Lucas apre dunque la porta al diavolo per la possessione del suo corpo, oltre al fatto che ce l’ha con lui per aver tentato di esorcizzare Rosaria. Il maligno agisce dunque sulla base di questo risentimento e, poiché Padre Lucas è così deluso da sé stesso, diventa vulnerabile al punto da divenire una vittima.
Il rapporto di Michael e Angelina conclude il film
Michael e Angeline stringono un forte legame nel corso del film. La giornalista accetta la mancanza di fede di Michael, ma è anche in grado di guidarlo. Dopo che Angeline aiuta Michael a praticare un esorcismo su Padre Lucas, Michael torna poi negli Stati Uniti, mentre Angeline resta in Italia. Anche se sembrava che potessero provare qualcosa l’uno per l’altra, la loro amicizia non sfocia dunque in nulla di romantico. L’ultima volta che Il rito mostra Angeline, rivela che lei ha poi scritto un articolo sull’esorcismo che Michael ha praticato su Padre Lucas, che lui legge volentieri. Non c’è però alcun accenno al fatto che i due si rincontrino. Tuttavia, Angeline rappresenta una parte importante del percorso di Michael, avendolo aiutato a superare il suo cinismo.
Il Rito in edizioni Blu-ray e DVD in vendita dal 20 luglio 2011
Il miglior film sugli esorcismi dai tempi de ‘L’Esorcista’ arriva in Blu-ray e DVD. Il Rito, interpretato dal premio Oscar Anthony Hopkins, propone nella sua versione alta definizione Blu-ray incredibili contenuti speciali, come un ‘finale alternativo’ da brivido e l’inserto Il Rito: Soldato di Dio che racconta la storia dell’esorcista ordinato dal Vaticano che ha ispirato il film e mostra i racconti di testimoni di esorcismi reali. Nel formato Blu-ray è inoltre disponibile la copia digitale del film.
“La scelta di non credere al diavolo non ti proteggerà da lui”
– Padre Lucas Trevant (Anthony Hopkins)
Tutto ciò in cui credi sarà messo in discussione il 20 luglio, quando Il Rito sarà disponibile in Blu-ray e DVD. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film è stato tratto dal romanzo di Matt Baglio “The Rite: The Making Of A Modern Exorcist” e ci porta alla scoperta del mondo oscuro, ma affascinante, degli esorcisti. Il Rito ha come protagonista il vincitore dell’Oscar Anthony Hopkins (“Il Silenzio degli Innocenti”) e narra le vicende di un giovane seminarista (Colin O’Donoghue) che si reca a Roma, in Vaticano, a studiare l’arte dell’esorcismo, nonostante il suo scetticismo. Il giovane, infatti, inizialmente invita i suoi superiori a ripensare al trattamento per gli ‘indemoniati’ proponendo cure più vicine a quelle per una malattia mentale. Tuttavia il seminarista, in seguito all’incontro con un prete poco ortodosso, Padre Lucas (Hopkins), conosce presto il lato più nascosto e profondo della sua fede.
Diretto da Mikael Hafström (“1408”), Il Rito vede inoltre come interpreti il debuttante Colin O’Donoghue, Alice Braga (“Predators”), Toby Jones (“Frost/Nixon”), Ciarán Hinds (“Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2”) e Rutger Hauer (“Batman Begins”, “Blade Runner”).
Il Rito: la trama
Ispirato a eventi realmente accaduti, questo thriller soprannaturale segue le vicende di un seminarista (Colin O’Donoghue) inviato a studiare l’esorcismo in Vaticano nonostante i suoi dubbi su questa pratica controversa e sulla sua stessa fede. Solo quando è mandato come apprendista dal leggendario Padre Lucas (Anthony Hopkins), un sacerdote che ha eseguito migliaia di esorcismi, il suo scetticismo comincia a vacillare. Coinvolto in un caso così inquietante che sembra perfino trascendere le capacità di Padre Lucas, il giovane seminarista inizia a intravedere un fenomeno che la scienza non riesce né a spiegare né a controllare, una manifestazione del male così violenta e terrificante da costringerlo a mettere in discussione tutto ciò in cui crede.
IN ESCLUSIVA PER IL BLU-RAY
UN FINALE ALTERNATIVO DA BRIVIDO
Solo nella versione alta definizione Blu-ray, un finale alternativo mai visto al cinema!
Il Rito: SOLDATO DI DIO
Incontra Padre Gary Thomas, l’esorcista ordinato dal Vaticano la cui storia vera ha ispirato il film. Esplora l’Accademia dell’esorcismo realmente esistente e ascolta i racconti di coloro che sono stati testimoni oculari di veri esorcismi.
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO – BLU-RAY
TITOLO |
Il Rito |
REGIA |
Mikael Hafström |
CAST |
Anthony Hopkins, Colin O’Donoghue, Alice Braga, Toby Jones, Ciarán Hinds, Rutger Hauer, Maria Grazia Cucinotta, Chris Marquette, Torrey DeVitto, Marta Gastini, Andrea Calligari, Marija Karan, Arianna Veronesi. |
GENERE |
Thriller |
ANNO |
2011 |
DURATA |
114 minuti circa |
FILM |
1080p High Definition 16×9 2.4:1; Dolby Digital: Italiano 5.1, Tedesco 5.1, Turco 5.1, Tailandese 5.1, Polacco 5.1, Ungherese 5.1, Inglese 5.1 Audio Descriptive Service; DTS-HD Master Audio: Inglese 5.1; Sottotitoli: Norvegese, Tailandese, Coreano, Cinese, Cantonese, Svedese, Finlandese, Olandese, Danese, Croato, Arabo, Ungherese, Polacco, Rumeno, Serbo, Sloveno, Turco, Portoghese, Islandese, Ebraico; Non udenti: Italiano, Inglese, Tedesco. |
* CONTENUTI SPECIALI |
° Finale alternativo
° Il Rito: Soldato di Dio ° Scene inedite * I contenuti speciali possono non essere in alta definizione. Audio e Sottotitoli vari. |
EXTRA |
° Copia
Digitale
° BD-Live
|
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO – DVD
TITOLO |
Il Rito |
REGIA |
Mikael Hafström |
CAST |
Anthony Hopkins, Colin O’Donoghue, Alice Braga, Toby Jones, Ciarán Hinds, Rutger Hauer, Maria Grazia Cucinotta, Chris Marquette, Torrey DeVitto, Marta Gastini, Andrea Calligari, Marija Karan, Arianna Veronesi. |
GENERE |
Thriller |
ANNO |
2011 |
DURATA |
109 minuti circa |
VIDEO |
16×9 – 2.40:1 |
AUDIO |
Italiano, Inglese (5.1 Dolby Digital), Inglese (5.1 Audio Descriptive Service) |
SOTTOTITOLI |
Francese, Olandese
Non udenti: Italiano, Inglese |
CONTENUTI SPECIALI |
Scene inedite |
COS’E’ LA COPIA DIGITALE:
La visione di contenuti su dispositivi digitali (e.s. Computer/dispositivi portatili) è decollata negli ultimi anni, grazie agli sviluppi della tecnologia e alla necessità di poter fruire dei contenuti in modo flessibile. Proprio per questo è nata la COPIA DIGITALE, una copia compressa in formato digitale in un file – protetto da un software che deve essere “sbloccato” tramite un codice alfanumerico apposito – che risiede all’interno di un DVD fisico oppure online.
La COPIA DIGITALE consente al consumatore di avere a disposizione una copia digitale del film da caricare su un dispositivo portatile oppure da salvare nell’hard disk del PC in modo semplice e veloce: basta essere collegati ad Internet, inserire il disco nel proprio computer ed eseguire le istruzioni riportate sullo schermo. In pochi minuti la copia digitale verrà trasferita nel PC o sul dispositivo video portatile.
La copia digitale permette quindi la possibilità di vedere in modo legale, sicuro e veloce i propri film preferiti.
COS’E’ IL BD-Live:
Il BD-Live è una tecnologia concepita per ampliare le potenzialità del formato Blu-Ray. Il servizio Bd-Live consente, quindi, di accedere tramite download ai contenuti extra del film e poterli eventualmente scaricare sulla memoria interna del lettore Blu-Ray. Per accedere a questa funzionalità è necessario un collegamento ad Internet tramite un lettore Blu-Ray abilitato (compresa la Playstation 3), con spazio libero disponibilie in memoria (è necessario consultare il libretto di istruzioni o fare riferimento al sito di supporto del produttore del proprio lettore Blu-Ray).
La funzionalità BD-Live di Warner Bros. è disponibile solo in Australia, Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Regno Unito, e Stati Uniti.
Il Rito Delle Streghe: trailer del film in arrivo al cinema
Sony Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Il Rito Delle Streghe, il nuovo film di Zoe Lister-Jones con Cailee Spaeny, Gideon Adlon, Lovie Simone e Zoey Luna. il film sarà nelle sale italiane da giovedì 29 ottobre distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Quattro aspiranti giovani streghe riescono ad ottenere più di quanto desiderano grazie a poteri occulti con i quali, però, dovranno fare i conti. Scritto e diretto da Zoe Lister-Jones, nel cast Cailee Spaeny, Gideon Adlon, Lovie Simone, Zoey Luna, Nicholas Galitzine, con Michelle Monaghan e David Duchovny. Blumhouse e Red Wagon Entertainment sono i produttori del film per Columbia Pictures.
Il rito delle Streghe, il primo poster ufficiale
È stato diffuso il primo poster ufficiale di Il rito delle Streghe, il nuovo film di Zoe Lister-Jones, con protagoniste Cailee Spaeny, Gideon Adlon, Lovie Simone e Zoey Luna, in uscita al cinema il prossimo 29 ottobre 2020.
La sinossi di Il rito delle Streghe
Quattro aspiranti giovani streghe riescono ad ottenere più di quanto desiderano grazie a poteri occulti con i quali, però, dovranno fare i conti. Scritto e diretto da Zoe Lister-Jones, nel cast Cailee Spaeny, Gideon Adlon, Lovie Simone, Zoey Luna, Nicholas Galitzine, con Michelle Monaghan e David Duchovny. Blumhouse e Red Wagon Entertainment sono i produttori del film per Columbia Pictures.
Il risolutore: trama e cast del film con Vin Diesel
L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga di Fast & Furious, che lo ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e apprezzati. Dopo Dominic Toretto, uno dei suoi personaggi più noti è quello di Sean Vetter, protagonista di Il risolutore, thriller d’azione diretto nel 2003 da F. Gary Gray, regista che avrebbe poi nuovamente collaborato con Diesel per Fast & Furious 8. In questo primo film insieme i due danno vita ad un avvincente racconto ambientato nel contesto dei cartelli della droga.
Con caratteristiche che lo rendono un vero e proprio revenge movie, Il risolutore presenta diversi elementi affascinanti, tra cui il tema dell’eroe positivo capace di diventare un vendicatore assetato di sangue infinitamente più aggressivo e controverso dei criminali contro cui combatte. A partire da qui il film si configura dunque come un avvincente esplosione di violenza e adrenalina, che ha contribuito a consolidare la fama di Diesel come attore di personaggi caratterialmente duri ed estremamente decisi nei loro obiettivi. Pur non affermatosi da subito come un gran successo, il film guadagnò un notevole seguito negli anni.
Per gli amanti del genere e dell’attore, si tratta infatti di una pellicola cult da non lasciarsi sfuggire, che offre un intrattenimento spensierato e ricco di colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il risolutore: la trama del film
Protagonisti del film sono i due soci Sean Vetter e Demetrius Hicks, un tempo violenti criminali ora entrambi agenti della DEA dopo aver stretto un accordo con il Governo degli Stati Uniti. Provenendo dalla strada, i due si sono infatti da subito rivelati particolarmente dotati come infiltrati per indagini sotto copertura nel mondo del narcotraffico. Da anni pattugliano il confine tra California e Messico, contrastando le organizzazioni criminali che vorrebbero estendere il proprio dominio di illeciti. La loro attuale missione è quella di combattere il traffico di droga di Memo Lucero. Dopo una lunga indagine, i due riescono infine a catturare il criminale, consegnandolo alla legge.
Vetter è dunque libero ora di riservare le sue attenzioni alla moglie Stacy. Il cartello, ormai senza guida, viene preso in gestione da El Diablo, un trafficante ancor più pericoloso e spietato di Lucero. Come prima cosa, egli invia infatti un gruppo di sicari per uccidere Vetter e il suo collega. Durante lo scontro a fuoco, però, a morire senza colpe è proprio Stacy. Accecato dall’odio, Vetter risveglia il sanguinario criminale che era stato, decidendo di intraprendere una spedizione punitiva del tutto personale. Aiutato da Hicks e da Lucero, egli parte dunque alla ricerca di El Diablo, con l’intenzione di fargli comprendere in malo modo di aver provocato la persona sbagliata.
Il risolutore: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il ruolo dell’agente DEA Sean Vetter vi è l’attore Vin Diesel. Fu proprio il suo ingresso nel cast a consentire al film di ottenere il via libera alla produzione. Dopo il successo di Fast & Furious e xXx, l’attore era infatti diventato una vera e propria icona del genere d’azione. Per prepararsi al ruolo, Diesel si sottopose ad un allenamento intensivo. Così facendo ebbe modo di ottenere la muscolatura necessaria a girare quante più scene possibili senza dover ricorrere a controfigure. Nei panni di Stacy, la moglie del protagonista, vi è invece l’attrice Jacqueline Obradors, celebre per le serie NYPD – New York Police Department e Bosch.
Ad interpretare Demetrius Hicks, collega e compare di vita di Sean, si ritrova l’attore Larenz Tate, ricordato in particolare per le serie televisive Rescue Me, Rush e Power. Nei panni di Memo Lucero vi è invece Geno Silva. L’attore, che ha recitato in diversi celebri film, è in particolare ricordato per essere stato The Skull, il silent killer di Sosa nel film Scarface. Nel film sono poi presenti gli attori Steve Eastin nei panni di Ty Frost, Jeff Kober in quelli di Pomona Joe e Marco Rodriguez come Hondo. Più noto è invece Timothy Olyphant, recentemente visto nelle serie Justified, Santa Clarita Diet e Fargo, e qui presente nei panni di Hollywood Jack.
Il risolutore: il trailer e dove vedere il trailer in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il risolutore è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 8 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.
Fonte: IMDb
Il risolutore – A Man Apart: la spiegazione del finale del film
L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga di Fast & Furious, che lo ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e apprezzati. Tra questi si annoverano Pitch Black e i sequel The Chronicles of Riddick e Riddick, ma anche The Last Witch Hunter – L’Ultimo Cacciatore di Streghe e Bloodshot. Un altro dei suoi personaggi più noti è quello di Sean Vetter, protagonista di Il risolutore – A Man Apart, thriller d’azione diretto del 2003.
Il film è diretto F. Gary Gray, regista che avrebbe poi nuovamente collaborato con Diesel per Fast & Furious 8. In questo primo film insieme i due danno vita ad un avvincente racconto ambientato nel contesto dei cartelli della droga. Con caratteristiche che lo rendono un vero e proprio revenge movie, Il risolutore – A Man Apart presenta diversi elementi affascinanti, tra cui il tema dell’eroe positivo capace di diventare un vendicatore assetato di sangue infinitamente più aggressivo e controverso dei criminali contro cui combatte. A partire da qui il film si configura dunque come un avvincente esplosione di violenza e adrenalina.
Ha inoltre contribuito a consolidare la fama di Diesel come attore di personaggi caratterialmente duri ed estremamente decisi nei loro obiettivi. Per gli amanti del genere e dell’attore, si tratta infatti di una pellicola cult da non lasciarsi sfuggire, che offre un intrattenimento spensierato e ricco di colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il risolutore – A Man Apart
Protagonisti del film sono i due soci Sean Vetter (Vin Diesel) e Demetrius Hicks (Larenz Tate), un tempo violenti criminali ora entrambi agenti della DEA dopo aver stretto un accordo con il Governo degli Stati Uniti. Provenendo dalla strada, i due si sono infatti da subito rivelati particolarmente dotati come infiltrati per indagini sotto copertura nel mondo del narcotraffico. Da anni pattugliano il confine tra California e Messico, contrastando le organizzazioni criminali che vorrebbero estendere il proprio dominio di illeciti. La loro attuale missione è quella di combattere il traffico di droga di Memo Lucero (Geno Silva). Dopo una lunga indagine, i due riescono infine a catturare il criminale, consegnandolo alla legge.
Vetter è dunque libero ora di riservare le sue attenzioni alla moglie Stacy (Jacqueline Obradors). Il cartello, ormai senza guida, viene però preso in gestione da El Diablo, un trafficante ancor più pericoloso e spietato. Come prima cosa, egli invia infatti un gruppo di sicari per uccidere Vetter e il suo collega. Durante lo scontro a fuoco, però, a morire è proprio Stacy. Accecato dall’odio, Vetter risveglia il sanguinario criminale che era stato, decidendo di intraprendere una spedizione punitiva del tutto personale. Aiutato da Hicks e da Lucero, egli parte dunque alla ricerca di El Diablo, con l’intenzione di fargli comprendere in malo modo di aver provocato la persona sbagliata.

La spiegazione del finale del film
Nelle scene finali del film, Vetter e Hicks si infiltrano nel club attraverso il tunnel nascosto ormai allagato. All’interno Vetter trova Mateo Santos, che sembra essere smascherato come El Diablo, ma egli nega divertito mentre un altro scagnozzo attacca Vetter di nascosto. Hicks osserva quindi gli uomini di Diablo entrare nel club grazie alle telecamere a circuito chiuso e tende loro un’imboscata, fornendo una distrazione sufficiente a Vetter per sopraffare e uccidere il suo assalitore. Vetter insegue poi Santos attraverso il tunne, ma qui Santos gli spara a una gamba e quasi lo annega prima che Vetter riesca a sparargli e ucciderlo. Nel mentre, inizia il trasferimento in carcere di Lucero.
Alcuni uomini armati attaccano però il suo autobus e gli permettono di fuggire. Si scopre così che il personaggio del Diablo era in realtà un espediente di Lucero per consolidare il suo potere. Vetter decide dunque di affrontarlo raggiungendolo nella sua città natale colombiana. Qui il criminale, circondato da guardie del corpo, deride l’inutilità della ricerca di vendetta di Vetter, ma lui ribatte che è venuto solo per arrestarlo. Metà delle guardie del corpo si rivelano agenti della DEA sotto copertura, permettendo così l’arresto del criminal. A questo punto, Vetter e Hicks visitano nuovamente la tomba di Stacy, con Vetter che le dice che, pur essendo ancora in lutto, ha trovato la pace.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il risolutore – A Man Apart è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 15 marzo alle ore 21:45 sul canale 20 Mediaset.
Il rifugio: recensione del film di François Ozon
Ozon non è certo un regista che si fa
attendere, con Il Rifugio giunge addirittura al
decimo film in undici anni. Proprio per questo temevo che l’ultimo
arrivato fosse una prova sottotono e invece mi sono dovuto
ricredere. Girato in fretta e furia causa la maternità dell’attrice
principale Isabelle Carrè, sembra invece trarre
forza da una malcelata istintività che dà forza alla scena.
Il regista francese torna alle atmosfere di Sotto la sabbia raccontando una storia che intreccia il tema della maternità con quello della droga e della solitudine. La giovane Mousse ha perso il suo compagno Louis dopo una notte di eroina passata insieme, subito dopo scopre di essere incinta di lui, decide quindi di tenere il bambino nonostante il parere contrario di chi la circonda e si rifugia in una casa al mare per portare avanti la gravidanza lasciando Parigi.
Il rifugio
Qui le farà visita dopo qualche mese Paul, il fratello minore di Louis, con cui si instaurerà un rapporto molto intimo dopo una freddezza iniziale che la aiuterà a capire quali sono le priorità per lei e soprattutto per il bambino. Una pellicola quindi che osserva da vicino le fragilità di una donna sola, indecisa e ancora tossicodipendente, una Isabelle Carrè che realmente incinta è convincente dopo molti ruoli da brava ragazza della porta accanto.
Convincente anche il cantante Louis Ronan Choisy, qui alla sua prima prova attoriale e nonostante le differenze con la Carrè si notino tutte riesce ad essere non banale, donando alla pellicola anche una struggente prova al piano. Lo stile di Ozon si fa qui essenziale ed elegante grazie ad una bellissima fotografia raggiunta con le ultime tecniche HD per la prima volta usate dal regista transalpino.
Ozon è un regista altalenante ma Il Rifugio rappresenta una delle sue vette andando ad avvicinare stilisticamente alcuni mostri sacri sempre francesi di qualche decennio fa, ultima ma non meno importante è la sua capacità di emozionare dando anche a scene all’apparenza scontate un tocco di classe.
Il Richiamo della Foresta: trailer con Harrison Ford
La 20th Century Fox ha diffuso il primo atteso trailer di Il Richiamo della Foresta, l’adattamento dell’omonimo classico letterario di Jack London che porta sul grande schermo la storia di Buck, un cane dal cuore d’oro, la cui tranquilla vita domestica viene sconvolta quando viene improvvisamente portato via dalla sua casa in California e trapiantato nella natura selvaggia dell’Alaska durante la Corsa all’Oro degli anni 1890.
Come nuova recluta di una squadra di cani da slitta, di cui in seguito diventerà il leader, Buck vive l’avventura di una vita, trovando il suo vero posto nel mondo e diventando padrone di se stesso. Il film arriverà nelle sale italiane il 20 febbraio 2020.
Il Richiamo della Foresta: il film
Tra live-action e animazione, Il Richiamo della Foresta utilizza effetti visivi e tecniche di animazione all’avanguardia per rendere gli animali del film fotorealistici e autentici a livello emozionale. Diretto dal regista Chris Sanders da una sceneggiatura firmata da Michael Green, il film è prodotto da Erwin Stoff, mentre Diana Pokorny è il produttore esecutivo e Ryan Stafford è il co-produttore e produttore degli effetti visivi.
Il cast del film Il Richiamo della Foresta vede protagonisti Harrison Ford, Dan Stevens, Omar Sy, Karen Gillan, Bradley Whitford e Colin Woodell.
Il Richiamo della Foresta: recensione del film con Harrison Ford
Il romanzo di Jack London, Il Richiamo della Foresta, trova una nuova trasposizione cinematografica grazie all’occhio della macchina da presa guidata da Chris Sanders. Lo scrittore statunitense vanta infatti una fama sempre attuale che suscita costante interesse in chi si occupa di cinema: si pensi a Zanna Bianca, al recente Martin Eden che è valso la Coppa Volpi a Venezia a Luca Marinelli, o al capitolo All Gold Canyon episodio del film Ballata di Buster Scruggs dei fratelli Coen.
Il selvaggio West, e tutto il filone delle storie legate ai cercatori d’oro, è un elemento fondante della storia americana, ed è diventato parte integrante del nostro immaginario, in ogni sua sfumatura, stile narrativo e tematiche suscitate, grazie alla costante rappresentazione che se n’è fatta.
È per questo che si ha un senso di profonda familiarità nel seguire le vicende del cane Buck, protagonista de Il Richiamo della Foresta, interamente creato in CGI, insieme a tutti gli altri personaggi del film appartenenti al regno animale.
Il Richiamo della Foresta, la trama
La storia segue per grandi linee quella del romanzo, e ripercorre la crescita e la “formazione” del vivace quadrupede, partendo dai primi anni da nababbo, nutrito abbondantemente e con accondiscendenza dal personale della villa di un magistrato, nella soleggiata California, per poi virare nella seconda parte arrivando al cuore della narrazione.
Buck viene rapito proprio con lo scopo di essere sfruttato per trainare le slitte di trafficanti d’oro, vittime loro stesse di quella febbre dell’oro esplosa negli Stati Uniti, e si ritrova perciò catapultato nel gelo del Canada, appena oltre il confine con l’Alaska. Lì farà la conoscenza del suo futuro salvatore John Thornton (Harrison Ford) e della simpatica coppia di postini interpretata da Omar Sy e Cara Gee. A questo punto del film, l’atmosfera divergerà molto da quella descritta da Jack London, in maniera tutto sommato comprensibile.
Il regista Chris Sanders ha una lunga esperienza come sceneggiatore e regista di film d’animazione: da La Bella e la Bestia, Aladdin, Il Re Leone, Mulan, Lilo e Stitch, fino ad arrivare a I Croods e Dragon Trainer della Dreamworks. È evidente, quindi, che la sfumatura che il regista dà al racconto è chiaramente virata ai toni più leggeri per un pubblico molto giovane.
Il Richiamo della Foresta
per famiglie
Buck lotta per la propria sopravvivenza, nella storia d’inizio Novecento, difendendosi al prezzo del sangue di tante vite umane e animali, proprio come accadeva realmente in quell’epoca. La durezza di quelle terre così inospitali e il valore della propria unicità, erano costantemente in guerra, ed era talmente facile soccombere che la legge del più forte era ciò che di più scontato ci potesse essere.
Oggi Il Richiamo della Foresta ha tutt’altro senso. Partendo dal presupposto che l’intento di Chris Sanders sia senz’altro quello di rivolgersi a delle famiglie, ciò che il protagonista scopre via via è il valore profondo della vita, ma, questa volta, dal punto di vista esistenziale, non biologico.
Il selvaggio Richiamo del titolo parla oggi dell’importanza della (ri)scoperta di chi Buck sia veramente, quale sia la sua specificità, senza schiacciare gli altri, ma sfruttando le ingiustizie subite per permettersi di emergere.
È quasi inevitabile che ogni racconto, per quanto antico, una volta riletto, venga riscritto con un filtro adatto ai bisogni del tempo presente. Ed è ciò che più affascina delle storie, soprattutto di quelle per bambini.
Il richiamo della foresta: le differenze tra il film e il libro
Jack London, scrittore vagabondo la cui vita, seppur breve, è stata caratterizzata da innumerevoli attività e passioni diverse, è oggi ricordato come uno dei massimi romanzieri di inizio Novecento. Titoli come Martin Eden, Zanna Bianca, Il vagabondo delle stelle e La peste scarlatta sono tutti entrati nell’immaginario culturale. Un altro dei suoi più famosi è Il richiamo della foresta , pubblicato nel 1904, il quale è negli stato più volte adattato per il cinema e la televisione. La trasposizione più recente è quella uscita nel 2020 per la regia di Chris Sanders, qui al suo primo film in live action dopo titoli d’animazione come Lilo & Stich e Dragon Trainer.
Si tratta del quinto adattamento per il grande schermo del romanzo di London, e anche in questo caso gli autori optarono per rimanere quanto più fedeli possibile alla sua storia. Ricco di grandi effetti speciali, a partire dal cane protagonista realizzato in CGI, Il richiamo della foresta (qui la recensione) è un puro film d’avventura ricco di emozioni e calore umano e animale, che ricorda la forza della natura e dell’animo. Si tratta inoltre del primo film prodotto dalla 20th Century Studios (precedentemente nota come Fox) in seguito all’acquisizione della Disney, e tra i primi ad essere distribuiti sulla piattaforma Disney+.
A causa della sua uscita in concomitanza con l’iniziale diffondersi del Covid-19, il film è andato incontro ad uno scarso successo economico. Nel tempo ha però guadagnato un proprio seguito, venendo così riscoperto e svelando tutto il suo fascino. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il richiamo della foresta. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il richiamo della foresta, il cast e il cane Buck
La storia narrata nel film ha per protagonista Buck, un cane dal cuore d’oro, la cui tranquilla vita domestica viene sconvolta quando si ritrova improvvisamente portato via dalla sua casa in California e trapiantato nella natura selvaggia dell’Alaska durante la Corsa all’Oro degli anni 1890. Come nuova recluta di una squadra di cani da slitta, di cui in seguito diventerà il leader, Buck vive l’avventura di una vita, trovando il suo vero posto nel mondo e diventando padrone di se stesso. Lungo il suo percorso, inoltre, incontrerà ogni tipo di essere umano, dai più crudeli fino al buono John Thornton, con il quale stringerà un legame destinato a durare per sempre.
Come anticipato, per il cane Buck (ma anche per tutti gli altri animali presenti nel film) si è deciso di ricorrere alla CGI. Questa ha permesso di non mettere a rischio veri animali e di ottenere una più ampia varietà di loro espressioni. Per Buck, tuttavia, si utilizzò il vero cane del regista come modello, al fine di riprodurlo nel modo più realistico possibile. Per quanto riguarda il cast di umani, invece, Harrison Ford è l’anziano e buono John Thornton. A differenza del romanzo di partenza, il personaggio ha qui una storia alle spalle. Si è infatti voluto che l’esperienza di Thornton fosse simile a quella di Buck, per mostrare sia l’uomo che il cane che superano insieme i loro traumi passati.
mentre Omar Sy è Perrault, il secondo padrone di Buck e Cara Gee è Françoise, la sua assistente. Quest’ultima ha origini Ojibwe, tribù indiana, e in questo adattamento interpreta una donna Tlingit, un’altra tribù di nativi. Per prepararsi al ruolo, dunque,Gee ha parlato con un cul Tlingit (pronunciato “klinkit”), così da sapere di più sulla loro cultura. L’attore Dan Stevens interpreta il crudele Hal, terzo padrone di Buck insieme a Karen Gillan nei panni di Mercedes. Recitano poi nel film Bradley Whitford nel ruolo del giudice Miller e Jean Louisa Kelly in quello di Katie Miller.

Le differenze tra il libro e il film
Nonostante gli autori del film decisero di attenersi il più possibile a quanto narrato da London, fu inevitabile apportare alcune significative modifiche o approfondimenti di quanto presente nel libro. La prima di queste è la maggior storia pregressa fornita al cane Buck. Per quanto romanzo e film abbiano lo stesso inizio, quest’ultimo contestualizza maggiormente il protagonista nella sua situazione iniziale, presentandolo come un cane particolarmente abituato alla vita domestica. Ciò permette di fargli vivere un arco di trasformazione più completo nel momento in cui si trova a dover sopravvivere nella natura selvaggia. Diversi cambiamenti si ritrovano poi anche nei personaggi umani, a partire da John Thornton.
Questo, interpretato da Ford, compare ben prima che lui e Buck diventino compagni di avventure, mentre nel libro egli fa la sua comparsa soltanto verso la fine del racconto. A differenza di quanto descritto per lui da London, il John del film è un uomo molto più solitario, con un vissuto vagabondo simile a quello di Buck. Per quanto riguarda Perrault e François, la quale nel libro è invece è un uomo, questi sono rappresentati come più gentili e meno inclini alla severità. Di azione, invece, ve ne è qui molta di più rispetto al libro, ma vengono invece ridotte fortemente le scene di maggior violenza presenti nel romanzo.
Tutti gli altri cani presenti, ad esempio, sopravvivo ai vari eventi, a differenza di quanto raccontato da London. Differente, infine, è anche la conclusione del racconto. Mentre nel romanzo Buck uccide gli indiani che hanno assassinato John, per poi abbracciare il richiamo della foresta, nel film egli uccide il suo precedente padrone Hal, il quale però ha ferito a morte John. Quest’ultimo ringrazia Buck e gli fa comprendere di dover vivere secondo i propri istinti. È così che, dopo aver detto addio all’amico e padrone, il cane si dirige nella natura selvaggia, dove intraprende una nuova vita.
Il trailer di Il richiamo della foresta e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Il richiamo della foresta grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 19 aprile alle ore 21:20 su Italia 1.
Fonte: IMDb, Cinemablend
Il richiamo della foresta: la vera storia dietro il film
Il richiamo della foresta (qui la recensione) non è solo la storia di un uomo e del suo cane, ma si basa su una storia vera. Diretto da Chris Sanders e adattato dall’omonimo romanzo di Jack London del 1903, il film è arrivato nelle sale come l’ultima trasposizione sul grande schermo della storia di London, oltre a essere la prima uscita del nuovo logo 20th Century Studios di proprietà della Disney. Tuttavia, nonostante la condivisione di un materiale di partenza comune nel romanzo di London, è negli aspetti tecnici che il film si discosta notevolmente dagli adattamenti precedenti.
LEGGI ANCHE: Il richiamo della foresta: le differenze tra il film e il libro
A differenza dei precedenti film basati sul libro di London, l’ultima versione di Il richiamo della foresta dà vita al famoso cane da slitta Buck tramite CGI, mentre Harrison Ford assume il ruolo del protagonista umano del romanzo, John Thornton. Data la natura avventurosa della storia, questo approccio facilita notevolmente la realizzazione del romanzo senza mettere a rischio i cani veri. Si presta inoltre a dare al racconto un’impronta molto più ampia rispetto ai precedenti adattamenti del romanzo (che risalgono addirittura al 1923), e vede Ford tornare a una storia d’avventura.
Pur raccontando una storia di fantasia, Il richiamo della foresta ha comunque delle solide basi nel periodo in cui è ambientato, con la vita di Jack London e le sue esperienze durante la corsa all’oro del Klondike. Il film si preoccupa soprattutto di raccontare una storia avvincente e usa la sua vicenda più che altro come struttura di base su cui costruire l’intero racconto, con i dettagli storici principalmente al servizio dell’ambientazione della storia. In questo articolo, approfondiamo dunque i modi in cui Il richiamo della foresta si basa su una storia vera.
LEGGI ANCHE: Il richiamo della foresta, la spiegazione del finale e le differenze

Buck di Il richiamo della foresta è basato su un cane realmente esistito
Prima della sua carriera letteraria, Jack London aveva vissuto una vita da vagabondo, partendo nel 1897 per la regione canadese dello Yukon durante la corsa all’oro del Klondike. L’esperienza nello Yukon non solo rappresentò per London un importante viaggio alla scoperta di se stesso, ma avrebbe anche piantato il seme per la sua carriera letteraria. L’incontro di London con i cani da slitta, molto utilizzati durante la corsa all’oro, si rivelerà particolarmente influente per lui a questo proposito. Durante il periodo trascorso nel Klondike, due fratelli di nome Marshall Latham Bond e Louis Witford Bond furono i padroni di casa di London nella capanna di legno che avrebbe preso in affitto.
Lo scrittore, in particolare, sviluppò un’affinità con il cane del fratello, un mix San Bernardo-Scotch Collie. Lo stesso London confermerà in seguito che il loro cane era servito da modello per Buck in Il richiamo della foresta. Sebbene i personaggi umani di Omar Sy e Cara Gee, Perrault e Mercedes, siano gli unici di importanza paragonabile al Thornton di Ford nel nuovo film, l’influenza del reale Buck rimane un elemento integrante in ogni adattamento del romanzo di London. Tuttavia, questo non è stato l’unico aspetto dell’esperienza di London nella corsa all’oro del Klondike a influenzare il suo famoso romanzo.
La vera storia che ha ispirato Jack London
Le esperienze di London nella navigazione del fiume Yukon si sarebbero rivelate altrettanto influenti sul romanzo. Avendo contratto lo scorbuto, London scelse di tornare nella sua nativa California, navigando per 2.000 miglia attraverso il fiume Yukon per raggiungere St. Michael, in Alaska, e il suo arrivo lì si sarebbe rivelato determinante per la genesi del romanzo. Il Klondike era accessibile dall’Alaska solo attraverso un passo di montagna noto come White Pass, che portava anche il soprannome di “Dead Horse Trail” (sentiero dei cavalli morti), così chiamato per la frequenza con cui i cavalli morivano durante i tentativi di scalare il passo.

Il ricordo di queste esperienze rimarrà impresso a London durante il suo ritorno in California. Una volta ristabilitosi qui, ebbe però difficoltà a trovare un impiego. Alla fine, London riuscì a vendere un racconto su un cane di nome Batard che uccide il proprio padrone alla rivista Cosmopolitan, che lo pubblicò con il titolo “Diablo – Un cane”. Tuttavia, le sue esperienze in Alaska durante la corsa all’oro del Klondike, insieme al desiderio di scrivere una storia con una rappresentazione più favorevole dei cani, avrebbero portato alla creazione del romanzo Il richiamo della foresta. Questo ci riporta alla domanda su quanto la nuova versione per il grande schermo di questo racconto sia fedele alla storia.
Ciò che il racconto ha di giusto sulla corsa all’oro del Klondike
Poiché il film è meno interessato a raccontare eventi reali rispetto al recente e simile film Togo, anch’esso incentrato su un cane coraggioso, l’uso della corsa all’oro del Klondike serve più che altro come sfondo e contesto per la propria storia. Il film si concentra infatti su molti luoghi storici centrali della corsa all’oro del Klondike, a cominciare dal ruolo che i porti hanno avuto in quel periodo. Un punto importante che Il richiamo della foresta inchioda è il ruolo centrale di Skagway, in Alaska, nella corsa all’oro del Klondike. Skagway era uno dei porti principali utilizzati dai cercatori d’oro durante la corsa all’oro e il luogo è una presenza importante sia nel romanzo di London che nel film stesso.

Anche il fiume Yukon e il White Pass sono luoghi fondamentali per la storia del film, mentre la natura estremamente competitiva della ricerca dell’oro in quel periodo è alla base del conflitto principale del film. Non era raro che i cercatori lasciassero lo Yukon prosciugato, e questo alimenta l’atteggiamento dell’antagonista del film, Hal, interpretato da Dan Stevens, che insiste nel proseguire nello Yukon nonostante gli avvertimenti di John Thornton sullo scioglimento dei ghiacci. Hal arriva a sospettare che Thornton stia cercando di impedirgli di scoprire una riserva d’oro nascosta, il che si ripercuote nel terzo atto, quando Thornton trova un rinnovato senso di pace e di scopo con Buck nella natura.
Come il romanzo che lo ha ispirato, Il richiamo della foresta si basa dunque su questo contesto senza pretendere di essere un documento puramente storico. Ciononostante, l’ultimo adattamento del romanzo del seminario di Jack London compie notevoli sforzi per aderire ai fatti della corsa all’oro del Klondike, laddove possibile, raccontando la storia di un cane e di un uomo allontanati dalle vite che conoscevano un tempo che si legano in un’avventura nella natura selvaggia. Come storia d’avventura storica, Il richiamo della foresta porta a termine il suo compito, aggiungendo una quantità rispettabile di contesto reale per dare piena vita alla storia del romanzo di Jack London.
Il richiamo della foresta, la spiegazione del finale e le differenze
Come ogni film sui cani che si rispetti, Il richiamo della foresta (la recensione) ha un finale che fa piangere. Ma, con una svolta rispetto alla norma, le lacrime non sono per il cane principale Buck (il cagnolino interpretato tramite effetti visivi dall’attore Terry Notary).
Come nel romanzo di Jack London del 1903 da cui è tratto, il dolore è per il protagonista umano, John Thornton (interpretato da Harrison Ford). Nel film, Thornton, a lungo tormentato, muore con Buck che lo sorregge per un ultimo sguardo a un bellissimo prato.
“Il film non avrebbe avuto la stessa forza emotiva senza la morte di Thornton, assistito da Buck, come parte della conclusione”, dice Ford, riconoscendo che un buon pianto da film di cani non è mai una cosa negativa. “Sono d’accordo con lui”.
Il regista Chris Sanders dice che i fan potrebbero aspettarsi che Buck, che è stato rubato dalla sua comoda casa per diventare un cane da slitta della corsa all’oro dello Yukon prima di trovare compagnia con Thornton, alla fine possa tornare a casa. O trovare una vita emotivamente soddisfacente con Thornton.

Ma la morte di Thornton per un colpo di pistola dopo un attacco a sorpresa del cattivo Hal (Dan Stevens) sconvolge tutto. Dopo aver trascorso gli ultimi momenti con Thornton, il cane devastato si trasferisce in natura per vivere a tempo pieno tra i suoi lupi adottivi. Non per niente lo chiamano “Call of the Wild”.
“Le persone che non conoscono la storia originale possono fare il tifo perché Buck trovi la strada di casa, legato e pulito”, dice Sanders. “Ma la vita non funziona così. Il cane trova una nuova casa. Proprio come tutti noi dobbiamo lasciare la nostra casa e trovarne una nuova da qualche altra parte. Ecco perché questa storia resiste: È più reale di tante altre. Eppure Thornton trova conforto con questo cane nei suoi ultimi momenti”.
Come il finale straziante del cane di Il richiamo della foresta si discosta dal romanzo brutale (spoiler!)

Il finale del film Il richiamo della foresta si discosta dal libro, dove Buck trova Thornton brutalmente ucciso dopo un attacco da parte di una tribù di indiani Yeehat. Nel romanzo, il cane dà la caccia alla tribù e si trasforma in un “uragano di furia viva”. Si lancia verso la vena giugulare del capo, “squarciando la gola”, e una “fontana di sangue” sgorga.
Questo è solo l’inizio dell’omicidio per vendetta. Non avrebbe funzionato per questa produzione Fox-Disney.
“Buck diventa un vero e proprio John Wick nel libro”, dice Sanders. “Il libro prende una piega molto cupa a quel punto. Volevamo mantenere il tutto adatto alle famiglie”.
Sia il film che il libro si concludono con Buck che continua a creare un’eredità con il branco di lupi e la loro progenie. I lupi della zona sono visti con “spruzzi di marrone sulla testa e sul muso, con una striscia di bianco… lungo il petto”, come scrive London.
Sullo schermo, Buck viene mostrato per l’ultima volta con la sua straordinaria compagna lupa bianca. Lo si vede saltellare con dei giovani lupi che assomigliano molto al suo San Bernardo e al suo pastore scozzese.
La scena finale tra Buck e Thornton “può essere triste”, dice Ford. “Ma il film si risolleva e finisce con una nota positiva”.
Il richiamo del cuculo di JK Rowling diventerà una serie tv per BBC
Arriva una notizia che farà felici tutti i fan della scrittrice JK Rowling, infatti, oggi apprendiamo da Deadline che il suo romanzo Il richiamo del cuculo, diventerà presto una serie televisiva per la BBC. In originale The Cuckoo’s Calling, è il primo romanzo scritto da JK Rowling, firmato sotto pseudonimo (Robert Galbraith) che racconta del veterano Cormoran Strike, che decide di diventare investigatore privato dopo aver perso parte di una gamba in Afghanistan.
La Rowling sarà coinvolta nel processo di sviluppo come già accaduto per Harry Potter, mentre lo show sarà prodotot dalla Bronte Film per BBC. Il produttore Neil Blair ha dichirato “Siamo entusiasti di portare questi best seller sullo schermo e di lavorare ancora una volta al fianco della BBC”
Questo è il secondo adattamento che entra in sviluppo dopo quello annunciato del Il Seggio Vacante (The Casual Vacancy), che verrà adattato in una miniserie di tre ore da BBC e HBO.
Il ricco, il povero e il maggiordomo diventa il miglior incasso delle feste
Dopo aver stravinto la sfida natalizia, Aldo, Giovanni e Giacomo continuano a fare furore in tutti i cinema italiani. Procede inarrestabile infatti il successo del loro “Il ricco, il povero e il maggiordomo” – prodotto da Paolo Guerra per Medusa Film che lo distribuisce in 500 sale -, fresco vincitore anche di quest’ultimo weekend di cinema con altri 3 milioni e mezzo di euro incassati (3.235.425) e un totale complessivo che si avvicina ormai ai 10 milioni di euro (9.614.389).
Ed è con questo risultato che la commedia del trio – dopo aver battuto la concorrenza del terzo capitolo de “Lo Hobbit” e naturalmente quella degli altri film italiani del periodo – supera anche “Hunger Games-Il canto della rivolta” (8.862.383) – diventando ad oggi il maggior incasso italiano della stagione 2014-2015 (e comunque dall’inizio di settembre), nonché il secondo film in classifica (subito dopo “Interstellar”) per numero di spettatori, forte dei suoi 1.397.720 ticket staccati.
Sempre da dati Cinetel, rispetto allo stesso calendario dello scorso anno (26-29 dicembre 2013) il box office generale appare in leggera flessione (-3,89 per cento: 25.027.456 euro incassati quest’anno contro i 26.039.590 del 2013) pure calcolato su differenti combinazioni di giorni della settimana.
Il Ricco Il Povero e Il Maggiordomo, presentato il nuovo film di Aldo Giovanni e Giacomo
Si intitola Il Ricco Il Povero e Il Maggiordomo la nuova commedia natalizia di Aldo Giovanni e Giacomo, di cui il trio di comici è regista (insieme a Morgan Bertacca), sceneggiatore (con Valerio Bariletti, Morgan Bertacca, Pasquale Plastino) e protagonista.
Aldo Giovanni e Giacomo hanno presentato ieri a Roma il film, in compagnia dell’intero cast formato anche da Francesca Neri, Giuliana Lojodice, Sara D’Amario, Massimo Popolizio, Rosalia Porcaro e Guadalupe Lancho.
A parte l’alchimia ormai
consolidata trai tre protagonisti, interessanti sono state le
testimonianze delle attrici comprimarie, in particolare quella di
Giuliana Lojodice, mamma di Aldo nel film, che ha
detto: “È stato fantastico, perché il loro iter durante le
riprese era quello di dire continuamente ‘eh, questo non fa
ridere’. Io spiegavo che non è che si debba ridere ogni secondo,
altrimenti si perde la costruzione della risata. E allora, forse,
qualcosa di mio nel loro metodo di lavoro l’ho portato.”
Francesca Neri, special guest del film, ha dichiarato: “Sono sorprendentemente semplici e puri anche dopo tanti anni di successo, che è una cosa più unica che rara, ed è probabilmente proprio questa loro forza … Io sono sempre stata una fan, mi sono sempre divertita con i loro personaggi ed è stato piacevole prendere parte a questa avventura.”
Sul loro duraturo e fortunato rapporto, la risposta la da Giovanni: “È l’amicizia che ci ha tenuto uniti, un’amicizia nata in tempi non sospetti. E naturalmente anche il feeling con lo stesso gusto per la comicità”. Sui concorrenti al box office natalizio invece è Giacomo a rispondere: “Se dico che non ci interessano le gare non ci credete. Ovviamente siamo tirati dentro la mischia anche noi e ci fa un grande piacere se la gente va al cinema e sceglie di vedere il nostro film. Se dobbiamo temere qualcuno, allora dico I pinguini di Madagascar e Big Hero 6.”
Interessante a livelloproduttivo è stata invece a scelta di realizzare un film applicando il protocollo Edison Green Movie. E al di là dell’impegno per la difesa dell’ambiente, è Aldo a stemperare la tensione con una dichiarazione semplice ma divertente, come quasi tutto ciò che dice l’attore: “Praticamente bevevamo acqua calda e mangiavamo pasta fredda”.
Il film verrà distribuito in 600 copie e uscirà al cinema l’11 dicembre.
Il Ricco il Povero e il Maggiordomo recensione del film di Aldo Giovanni e Giacomo
Uno è ricco, arrogante, superficiale; l’altro è povero in canna, un disperato che non riesce a cavare un ragno dal buco ma con un grande sogno imprenditoriale, una bancarella; il terzo è un servizievole maggiordomo dalla risposta pronta e con un unico desiderio, sposare la bella Dolores. Sono rispettivamente Giacomo, Aldo e Giovanni, meglio noti come Aldo Giovanni e Giacomo, che tornano al cinema perla vacanze di Natale con Il Ricco il Povero e il Maggiordomo.
Il film racconta la storia
di questi tre uomini molto diversi che per una serie di sfortunati
eventi sono costretti a stare insieme e ad aiutarsi. Ovviamente le
diverse personalità di ognuno creeranno contrasti e incomprensioni,
ma alla fine ogni cosa si aggiusterà, forse non nel modo in cui
ognuno di loro aveva in mente, ma tutto andrà al suo posto, con un
happy ending immancabile.
Dopo la Banda dei Babbi Natale, che aveva segnato un piccolo miglioramento e una sorta di ritorno alle origini per il trio comico, con Il Ricco il Povero e il Maggiordomo Aldo Giovanni e Giacomo confezionano un film un po’ frettoloso, una copia stanca di quello che fino a questo momento è stata la loro filmografia, e un progetto che non riesce nemmeno troppo bene nell’intento principale, ovvero quello di far ridere.
È certamente vero che il pubblico è affezionato al trio, e che la loro sola presenza potrebbe riuscire a richiamare al cinema molti spettatori. E si conviene con il fatto che nei momenti in cui i tre mettono in scena vecchie battute e consolidate dinamiche, anche fisiche, riescono a strappare più di qualche sorriso.
Ancora una volta, come sempre più spesso accade ai comici al cinema, si ride per lo schetch, non per la storia né per il prodotto nel complesso. È vero che Aldo Giovanni e Giacomo rappresentano una grande e bellissima eccezione nel panorama comico televisivo italiano che trasmigra al cinema, ma in passato hanno dimostrato di saper fare meglio, e soprattutto, il cinema è un’altra cosa.
Il ricatto: trama, cast e spiegazione del film
Molto spesso la musica è stata raccontata al cinema, continuamente trattata sotto punti di vista diversi che la rendevano più o meno importante ai fini della storia. Se in Whiplash la musica è ciò che spinge il giovane protagonista ad oltrepassare i propri limiti, nel film del 2013 Il ricatto (il cui titolo originale è Grand Piano), questa svolge invece una funzione strettamente legata alle sorti del personaggio principale. Ad unire i due film appena citati, inoltre, vi è la presenza dello stesso sceneggiatore, ovvero Damien Chazelle, meglio noto anche come regista di La La Land.
Il ricatto (qui la recensione), è però diretto dal regista spagnolo Eugenio Mira, noto per film come Agnosia e The Birthday, mentre a produrlo si può ritrovare Rodrigo Cortés, celebre per Buried – Sepolto, un film ambientato interamente all’interno di una bara. Anche per questo loro progetto insieme i due si trovano a misurarsi con un unico ambiente e un unico punto fermo da cui il protagonista non si muove mai. Si costruisce così una tensione che strizza l’occhio ad Alfred Hitchcock e che porta avanti un vero e proprio duetto tra due personaggi opposti e con ambizioni diverse.
Apprezzato dalla critica e dal pubblico, Il ricatto si è dunque affermato come un progetto che assume il meglio dei tre nomi poc’anzi citati, dando vita ad un racconto ricco di suspence che non mancherà di entusiasmare chi è in cerca di una visione diversa su questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il ricatto: la trama del film
Protagonista del film è Tom Selznick, un giovane e brillante pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un forte attacco di panico da palcoscenico, esploso improvvisamente durante un’esibizione dal vivo. Dopo cinque anni decide di tornare ad esibirsi a Chicago per rendere omaggio al suo maestro recentemente scomparso. Per questo evento speciale sceglie dunque di mettere in scaletta uno dei brani tanto amati dal suo mentore defunto, “La Cinquette” anche conosciuto come “il brano impossibile” per la sua complessità tecnica.
Nel momento in cui sta per dare il via al concerto, che segna il suo ritorno tanto atteso sul palcoscenico, accade però qualcosa d’imprevedibile che influenzerà l’intera performance. Infatti appena apre lo spartito per iniziare a suonare davanti a migliaia di persone, Tom trova scritto il messaggio “suona una nota sbagliata e morirai”. Seduto al pianoforte, il giovane pianista capisce che la sua vita è in pericolo e l’unico modo per salvarsi è continuare a suonare quel brano difficilissimo senza commettere nessun errore, mentre è tenuto sotto tiro da un cecchino invisibile che gli parla attraverso l’auricolare e che è pronto ad intervenire.
Il ricatto: il cast del film
Ad interpretare il protagonista Tom Selznick vi è l’attore Elijah Wood, globalmente conosciuto per aver interpretato Frodo nella trilogia di Il Signore degli Anelli. Benché egli sapesse già suonare il piano prima di recitare nel film, si avvalse ugualmente di un insegnante. Wood doveva infatti suonare e parlare allo stesso tempo, cosa che gli risultò molto difficile e richiese grande pratica. Accanto a lui, nel cast, si ritrova poi l’attrice Kerry Bishé, celebre per aver interpretato Lucy nella nona stagione di Scrubs, è qui presente nel ruolo di Emma Selznick.
Nel film si ritrovano poi anche Allen Leech nel ruolo di Wayne e Tamsin Egerton in quelli di Ashley, due amici di Tom presenti anche loro nel teatro. L’attore Alex Winter interpreta l’assistente del pericoloso cecchino. Per lui si è trattato del primo ruolo di rilievo dai tempi di Freaked, film del 1993. Infine, nel ruolo del cecchino di nome Clem, vi è il noto attore John Cusack. Egli non compare in carne ed ossa che alla fine del film, recitando fino a quel momento come sola voce fuori campo.
Il ricatto: la spiegazione del finale
Come anticipato, l’intero film si svolge all’interno di un teatro, con particolare attenzione a quanto avviene sul palcoscenico dove si trova Tom, costretto a suonare dal misterioso cecchino. Progredendo nella storia, emergono poi i dettagli sul perché l’uomo vuole che Tom suoni fino alla fine senza errori. Completare il brano infatti, farà sbloccare un meccanismo all’interno del quale è contenuta una chiave che conduce ad un ricco bottino. Dopo lo scontro finale tra Tom e Clem, nel quale il pianista avrà la meglio, egli deciderà di completare il brano non tanto per ottenere la chiave, quanto per gettarsi alle spalle il suo traumatico passato e iniziare un nuovo capitolo della sua vita.
Il ricatto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il ricatto è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 settembre alle ore 21:00 sul canale Iris.
Fonte: IMDb
Il Ricatto tre clip del film con Elijah Wood
Ecco tre clip da Il Ricatto, prodotto dai creatori di Buried – Sepolto e diretto da Eugenio Mira con protagonisti Elijah Wood e John Cusack. Il film uscirà in sala in Italia a partire dal 20 marzo 2014.
Ecco le clip del film:
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Di seguito la trama del film: Tom Selznick è un giovane e talentuoso pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un attacco di fobia da palcoscenico. Nel momento in cui si appresta a dare il via al concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno sulla scena, Tom trova scritto sul suo spartito il messaggio “Sbaglia una nota e morirai”.
Seduto al pianoforte,
il giovane pianista è così costretto a suonare un brano
difficilissimo e, allo stesso tempo, a cercare di smascherare il
cecchino che gli parla attraverso l’auricolare.
Il Ricatto è una sfida cinematografica. Chiunque ricordi il crescendo dell’Uomo che sapeva troppo, di Alfred Hitchcock, è in grado di valutare quanto sia problematico mantenere una tensione simile a quel climax per un’ora e mezza.
La sceneggiatura di Damien Chazelle ha suscitato un interesse tale da ricevere offerte da diverse società di produzione e trovando in poche settimane due attori del calibro di Elijah Wood e John Cusack pronti ad interpretarla. Le riprese del film sono durate 44 giorni, tra Barcellona, Chicago e Las Palmas de Gran Canaria.
Sullo schermo, Elijah Wood suona realmente i pezzi per pianoforte con cui si misura il suo personaggio. L’interprete ha preso lezioni di pianoforte da bambino, ma durante la pre-produzione e le riprese ha avuto un coach a disposizione, dal momento che alcune parti risultavano quasi impossibili da eseguire anche per musicisti professionisti. Nella sceneggiatura, infatti, uno dei brani fondamentali del film (La Cinquette) è descritto come “il brano impossibile”, e contiene frammenti tecnicamente impossibili da eseguire nella realtà.
Il Ricatto, diretto dallo spagnolo Eugenio Mira, già autore dell’apprezzato Agnosia, è un aperto omaggio a maestri come Spielberg, Zemeckis, De Palma e soprattutto, come già menzionato, al classico di Alfred Hitchcock L’uomo che sapeva troppo.
Il Ricatto trailer del film con Elijah Wood e John Cusack
Ecco il trailer de
Il Ricatto, prodotto dai creatori di
Buried – Sepolto e diretto da
Eugenio Mira con protagonisti Elijah
Wood e John Cusack. Il film uscirà in
sala in Italia a partire dal 20 marzo 2014.
Ecco il trailer:
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Di seguito la trama del film: Tom Selznick è un giovane e talentuoso pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un attacco di fobia da palcoscenico. Nel momento in cui si appresta a dare il via al concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno sulla scena, Tom trova scritto sul suo spartito il messaggio “Sbaglia una nota e morirai”.
Seduto al pianoforte, il giovane pianista è così costretto a suonare un brano difficilissimo e, allo stesso tempo, a cercare di smascherare il cecchino che gli parla attraverso l’auricolare.
Fonte: M2 Pictures
Il ricatto recensione del film con Elijah Wood
Il Ricatto è il
terzo lungometraggio del regista spagnolo Eugenio Mira, ma è
bene sottolineare subito una cosa: il produttore del film è
Rodrigo Cortés, quello di Buried – Sepolto e
la sua mano, magari qui indirettamente, è percepibile nel film ed è
in grado di creare un senso claustrofobico, nonostante ci si trovi
in una spazio relativamente “aperto” rispetto alla semplice
bara.
Tom Selznick (Elijah Wood) è un eccellente pianista che da 5 anni non si esibisce più davanti al pubblico, dopo un attacco di “fobia da palcoscenico”. Proprio nella serata in cui deve rientrare sulle scene, riceverà un misterioso messaggio con scritto “sbaglia una nota e morirai”. Selznick dovrà ora suonare senza potersi concedere il minimo errore e nel frattempo conversare con il suo potenziale assassino, che comunica con lui tramite auricolare.
Partendo da un’idea sicuramente interessante, Mira si confronta con una problematica iniziale non facile da gestire, ovvero dover dirigere un film intero, sostanzialmente restando fermo in un punto: quello del palcoscenico con il pianoforte.Cerca infatti per tutto il film di mantenere viva la suspance, strizzando spesso l’occhio ad Hitchcock, con una cura per il dettaglio quantomeno ricercata. Così, le mani sul pianoforte di Tom o l’echeggiare delle noti musicali, diventano i cardini visivi e della narrazzione, anche se spesso vengono soppiantati dalla voce del killer in auricolare, che, paradossalmente, più che aumentare la tensione, la limita. Anche la regia a livello tecnico sa dare una mano per giustificare la tensione e si invortica su se stessa con movimenti circolari totali e soprattutto creando un senso dell’azione continuo, instancabile.
La linea generale è sempre gestita in modo doppio: lo sguardo fisso sul pianoforte si unisce alla voce del killer, creado così due vie differenti, pur appartenenti alla stessa immagine.E due sono le vie che riguardano anche il protagonista stesso: la sua paura di morire, insieme alla paura di dover suonare bene per il pubblico dopo il fiasco di 5 anni prima. La posta in gioco è alta da diversi punti di vista ed è provando a mantenerli tutti vivi, che si porta avanti la narrazione.
Il Ricatto si lascia guardare. Nella sua incessante voglia di creare una costante tensione, a tratti il tentativo riesce bene e con l’aggiunta di qualche artifizio narrattivo si cammina fino alla fine. Peccato per alcuni passi dove ciò che vorrebbe creare un’ attenzione maggiore, finisce invece per rimpiazzarla. Per certi versi è un’occasione mancata, ma forse nessuno, produttori e regista compresi, volevamo ambire a qualcosa di più.
Il ricatto con Elijah Wood al cinema il 20 Marzo
Uscirà il 20 Marzo 2014
il film, Il ricatto
di Eugenio Mira con Elijah
Wood e John Cusack. Prodotto
dai produttori di Buried – Sepolto.
Sinossi
Tom Selznick è un giovane e talentuoso pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un attacco di fobia da palcoscenico. Nel momento in cui si appresta a dare il via al concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno sulla scena, Tom trova scritto sul suo spartito il messaggio “Sbaglia una nota e morirai”.
Seduto al pianoforte, il giovane pianista è così costretto a suonare un brano difficilissimo e, allo stesso tempo, a cercare di smascherare il cecchino che gli parla attraverso l’auricolare.
Alta tensione orchestrata dal regista di Agnosia in un diretto omaggio a maestri come Spielberg, Zemeckis, De Palma e, soprattutto, al classico di Hitchcock L’uomo che sapeva troppo.
Il ribelle: trama, cast e curiosità sul film con Jack O’Connell
Sono molti i film che portano lo spettatore ad esplorare il complesso micromondo che si forma all’interno di un complesso carcerario. Si tratta di ambienti difficili, ostili, talvolta irrecuperabili, dove dotarsi di alleati e guardarsi le spalle può essere l’unico modo per sopravvivere. Dal celebre Le ali della libertà fino a Papillon, passando per Bronson ed Escape Plan, questo ambiente è stato affrontato con generi e storie sempre nuove, sempre diverse. Uno dei più interessanti esempi recenti è Il ribelle – Starred Up, diretto nel 2013 da David Mackenzie (Hell or High Water) e scritto da Jonathan Asser, qui al suo primo lungometraggio da sceneggiatore.
Si tratta di una storia sviluppata da Asser in seguito alla sua esperienza come terapista volontario nella prigione di Wandsworth, a Londra, dove sono detenuti numerosi criminali particolarmente pericolosi. Conoscendo quel mondo dall’interno, questi ha così dato vita ad uno spaccato del contesto carcerario, raccontandolo fin nei minimi particolari. Il titolo originale, Starred Up, si riferisce in particolare all’espressione che indica il passaggio da un carcere minorile ad uno per adulti. Il protagonista si trova così a passare da un ambiente pericoloso ad uno ancor più temibile, dove dovrà imparare la disciplina nella speranza di non cacciarsi in qualche guaio.
Girato nelle prigioni Crumlin Road e Maze Prison, presenti nell’Irlanda del Nord e oggi dismesse, il film è stato accolto in modo estremamente positivo dalla critica, che lo ha definito uno dei migliori film a tema carcerario di stampo britannico. Il ribelle è oggi un piccolo gioiello da scoprire assolutamente qualora non lo si sia già visto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il ribelle: la trama del film
Protagonista della storia è il giovane Eric Love, un diciannovenne particolarmente ribelle e violento. Sin da giovanissimo questi si è più volte cacciato nei guai, finendo con lo scontrarsi con le autorità. L’essere finito in un riformatorio non ha però placato il suo bollente spirito, costringendo le forze dell’ordine ad adottare rimedi ancor più drastici. Eric viene così trasferito in un carcere per adulti, gestito dal luogotenente Haynes, dove il suo carattere sprezzante del pericolo rischia però di dar fastidio alle persone sbagliate. Il giovane incontra però qui il padre Neville, anche lui detenuto e assente da circa 12 anni dalla vita del figlio.
L’uomo, che ben conosce quel micromondo, consiglia al giovane di placare la propria aggressività, mantenere un certo rigore e portare rispetto tanto alle guardie quanto alla gerarchia che intercorre tra detenuti. Per riuscire a seguire i consigli del padre, Eric si trova allora costretto a seguire il gruppo di terapia del dottor Oliver Baumer, lavorando con questi sulla gestione della rabbia. Nonostante dei timidi progressi, l’occasione per mettersi irrimediabilmente nei guai non tarderà ad arrivare, e per Eric inizieranno i veri problemi. Desideroso di riallacciare i rapporti con il figlio, Neville cercherà di preservarlo dalla trappola in cui sta cadendo, anche a costo di sacrificare sé stesso.
Il ribelle: il cast del film
Ad interpretare il giovane Eric Love vi è l’attore Jack O’Connell, qui al suo primo vero ruolo da protagonista. Pur avendo all’attivo già qualche film, questi era ancora pressocché sconosciuto. Proprio grazie a Il ribelle ha ottenuto fama internazionale, arrivando a recitare in film come Unbroken e La ragazza dei tulipani. La sua interpretazione, particolarmente apprezzata e premiata, è frutto di un grande studio del personaggio. O’Connell ha infatti lavorato sul suo Eric confrontandosi tanto con le esperienze dello sceneggiatore quanto con quelle di veri detenuti, apprendendo da loro quanto necessario sulla vita in carcere. L’attore Rupert Friend, noto per il film Orgoglio e pregiudizio, dà invece volto al terapeuta Oliver Baumer.
Nei panni del padre di Eric, Neville, si ritrova l’attore Ben Mendelsohn. Recentemente visto in Captain Marvel, questi ha a sua volta costruito il proprio personaggio grazie all’incontro con alcuni carcerati. Apprendendo i codici che intercorrono tra questi all’interno delle prigioni, ha potuto dar vita ad un’interpretazione particolarmente brillante. Ha infatti poi vinto un British Independent Film Award come miglior attore non protagonista. Sam Spruell, noto per film come Biancaneve e il cacciatore e The Informer, è invece il luogotenente Haynes. L’attore Peter Ferdinando, recentemente visto in King Arthur – Il potere della spada, interpreta qui il detenuto Dennis Spencer, uno dei più pericolosi in cui si imbatterà Eric.
Il ribelle: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il ribelle – Starred Up è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 27 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.
Fonte: IMDb