Lunedì 6 luglio 2020 si è
spento a 91 anni il grande Maestro, Ennio
Morricone. Tra ricordi personali, commenti ironici sul
suo carattere volitivo, infelici commenti sulla sua età, il mondo
dell’internet sta commemorando colui che ha davvero rappresentato e
contribuito a costruire l’immaginario collettivo, avvicinando il
cinema al pubblico ed entrando nella testa di chiunque con le sue
melodie che, indissolubilmente, sono legate al cinema di Sergio
Leone. Ma quali sono le sue composizioni migliori per il cinema?
Ecco un tentativo parziale e maldestro di dare un’ordine di
preferenza ai suoi lavori, tutti allo stesso modo espressione di
grande arte, ispirazione ed impegno.
Per un pugno di dollari soundtrack
Gli spettatori hanno visto per la
prima volta l’imperscrutabile “uomo senza nome” di Clint Eastwood nel pionieristico
Spaghetti Western di Sergio Leone. Per un nuovo
tipo di antieroe, Morricone ha creato un nuovo tipo di colonna
sonora – con canti maschili, chitarre spagnole, fischi e campane.
Quest’opera ha catapultato il compositore italiano trai grandi del
cinema.
Il buono, il brutto e il cattivo soundtrack
Il terzo film della cosiddetta
“trilogia del dollari”, che segue Per un pugno di
dollari e Per qualche dollaro in più. La
trama ruota attorno a tre pistoleri in competizione per trovare
dell’oro sepolto. La colonna sonora più famosa di Morricone combina
una melodia classica a tema con chitarre elettriche e voci
drammatiche, che rappresentano l’ululato dei coyote.
C’era una volta il West soundtrack
Una storia epica con tutti gli
ingredienti necessari: uno sconosciuto misterioso (con armonica),
un desperado famoso, la bella vedova in pericolo e uno spietato
assassino che lavora per la ferrovia. Questa colonna sonora lirica
e armonica ha contribuito a rendere il brutale western del regista
Sergio Leone, interpretato da Henry
Fonda e Charles Bronson, un classico di
tutti i tempi.
Mission soundtrack
La colonna sonora nominata
all’Oscar di Ennio Morricone fonde cori barocchi
con tamburi tribali per evocare lo scontro culturale tra gesuiti
spagnoli del 18° secolo e indiani amazzonici. Robert de
Niro e Jeremy Irons hanno offerto
notevoli interpretazioni ma la musica e la fotografia hanno rubato
le luci della ribalta.
Gli Intoccabili soundtrack
https://www.youtube.com/watch?v=kAtuBjPQXvY
L’agente federale Eliot Ness
(Kevin Costner) decide di fermare Al Capone
(Robert De Niro); a causa della corruzione
dilagante, riunisce una piccola squadra selezionata composta tra
gli altri anche da Jim Malone (Sean Connery in un
ruolo da Oscar). Tutta l’atmosfera di tensione e proibizione del
dramma di gangster del regista Brian de Palma è catturata nella
colonna sonora elettrizzante, nominata all’Oscar e vincitrice del
BAFTA.
Nuovo Cinema Paradiso soundtrack
La storia di Giuseppe Tornatore sull’amicizia
di un giovane ragazzo con un proiezionista del cinema di paese ha
ispirato parte della musica più toccante e melodica di Morricone.
La colonna sonora, composta dal Maestro con suo figlio Andrea, ha
vinto un BAFTA nel 1990.
Malèna soundtrack
Morricone ha fornito una colonna
sonora amara per un altro dramma di Tornatore, la storia di una
donna che sostiene l’educazione sessuale in un gruppo di
adolescenti. Monica Bellucci ha recitato e
Morricone ha ottenuto la sua quinta nomination all’Oscar per la
colonna sonora, ancora una volta incredibile.
The Hateful Eight soundtrack
Il primo Oscar “sul campo” (dopo
quello alla carriera), quello che per lui aveva davvero valore.
Ennio Morricone, vincitore del premio come miglior colonna sonora
originale per il film di Quentin Tarantino nel 2016, ha dichiarato
in sede di premiazione: ” Non c’è una musica importante senza un
grande film che la ispiri.”
C’era una volta in America soundtrack
Armoniche, vocalizzi e fischietto
compaiono nella colonna sonora lussureggiante di Ennio Morricone,
premiata con il BAFTA, per l’epica saga di Sergio
Leone sui gangster ebrei a New York. Robert de
Niro e James Woods hanno guidato un cast
stellare, in stato di grazie. Leone ha diretto l’affresco epico di
una storia universale. Morricone lo ha consegnato all’immortalità
con la sua musica.
Ha esultato tutta l’Italia questa
notte quando Ennio Morricone ha vinto l’Oscar 2016
per la migliore colonna sonora per The Hateful
Eight di Quentin Tarantino. Ebbene ecco
il bello e commovente momento:
UPDATE – Ennio Morricone ha
smentito la notizia, riferendo di non aver mai incontrato i
giornalisti dell’edizione tedesca di Playboy, né di conoscerne i
volti, spiegando che non ha mai dichiarato nulla di tanto duro e
diretto contro Quentin Tarantino. Ecco le dichiarazioni del
compositore: “Darò mandato ai miei avvocati di denunciare la
rivista e il giornalista di cui ignoro nome e volto. Mai
incontrato. Sono fuori di me, non capisco come certe cose possano
accadere nel giornalismo. Stamattina mi ha chiamato per informarmi
di questa vicenda il mio amico Giuseppe Tornatore, ma sono
letteralmente caduto dalle nuvole”.
Ennio Morricone ha
espresso una volta per tutte il suo severo giudizio su
Quentin Tarantino, il regista americano che è solo
l’ultimo, in ordine di tempo, dei grandi registi con cui il grande
compositore ha avuto modo di collaborare per il grande schermo.
90 anni compiuti nelle ultime ore,
Morricone ha lavorato con tantissimi registi di spicco, componendo
oltre 500 melodie tra le più celebri della storia del cinema, non
solo italiano. Trai grandi nomi ci sono i nostri Sergio
Leone, Giuseppe Tornatore,
Bernardo Bertolucci, Vittorio De
Sica, Pier Paolo Pasolini, ma anche gli
americani Brian De Palma, Oliver
Stone, Terrence Malick, John
Carpenter e in ultimo Quentin Tarantino,
con cui ha collaborato per The Hateful
Eight, il film che ha permesso a Ennio Morricone di
vincere il suo primo premio Oscar “sul campo”, visto che l’unica
statuetta che già gli era stata assegnata era un premio alla
carriera nel 2007.
Music (Original Score) winner Ennio Morricone, “The Hateful Eight”
at The 88th Oscars® in Hollywood, CA on Sunday, February 28,
2016.
Nonostante questo vincolo che
sarebbe dovuto essere di gratitudine o almeno complicità. Ennio
Morricone non ha avuto parole lusinghiere nei confronti di
Tarantino durante la sua ultima intervista a Playboy Germany:
“Quell’uomo è un cretino.
Ruba dagli altri e mette tutto di nuovo insieme. Non c’è niente
di originale in questo. E non è nemmeno un regista. Non è
assolutamente paragonabile ai grandi John Huston, Alfred Hitchcock
o Billy Wilder. Loro erano dei grandi, Tarantino si limita a
ricucinare roba vecchia.”
E continuando, a commento della loro
relazione professionale in occasione dell’ottavo film di Tarantino,
Morricone ha detto: “Senza dare indicazioni, fa tutto
all’ultimo minuto e poi vuole la colonna sonora finita in pochi
giorni, il che è impossibile. MI ha fatto diventare matto. Perché è
semplicemente impossibile, non lavorerò mai più con lui. Gliel’ho
detto l’ultima volta, che quella sarebbe stata l’ultima.”
Ennio Morricone è
noto per essere un personaggio dal carattere deciso, che “non le
manda a dire” e in più di una occasione la sua furia si è scagliata
anche contro ignari giornalisti che non avevano fatto altro che
parlare del suo lavoro in maniera “inappropriata” o semplicemente
imprecisa, secondo la sua idea. Insomma, un uomo dalle idee chiare
che esige vadano rispettate, e non dubitiamo del fatto che una
personalità così ben definita si sia trovata in difficoltà a
lavorare con un personaggio come Quentin Tarantino
che tutto sembra fuorché rigido e inquadrato.
Intanto, il regista di Pulp
Fiction è impegnato nelle riprese del suo prossimo film,
Once Upon a Time in
Hollywood, e scommettiamo che la colonna sonora non
sarà di Ennio Morricone.
Dopo lo scalpore del primo momento,
le
dichiarazioni offensive di Ennio Morricone nei
confronti di Tarantino si sono rivelate una fake news, una bugia
inventata da Playboy Germania che, ne siamo
sicuri, sta passando un brutto quarto d’ora in questo momento, per
via dei provvedimenti legali che il compositore sta prendendo nei
suoi confronti.
Arrivata negli ultimi minuti, ecco
di seguito la dichiarazione ufficiale di Ennio
Morricone affidata ai suoi canali social
ufficiali:
È arrivato alla mia attenzione
che Playboy Germania ha pubblicato un articolo in cui io dichiaro
cose molto negativi contro Tarantino e i suoi film, e contro
l’Academy. Non ho mai espresso commenti negativi sull’Academy,
Quentin, o i suoi film – e sicuramente non considero i suoi film
spazzatura. Ho dato un mandato al mio avvocato di avviare una causa
civile e penale.
Considero Tarantino un grande
regista. Sono molto affezionato alla mia collaborazione con lui e
al rapporto che abbiamo sviluppato durante il periodo che abbiamo
passato insieme. Lui è coraggioso ed ha grande personalità. Io do a
lui la responsabilità per aver vinto un Oscar, che è di sicuro il
più grande riconoscimento della mia carriera, e io sono per sempre
grato per l’opportunità di scrivere musica per il suo
film.
A Londra, durante la conferenza
stampa di fronte a Tarantino, ho chiaramente affermato che
considero Quentin uno dei più grandi registi del nostro tempo, e
non parlerei mai male dell’Academt, un’istituzione importante che
mi ha conferito due dei più importanti riconoscimenti della mia
carriera.
Ennio Morricone
A questo punto aspettiamo le
dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito, che
sicuramente non si lasceranno attendere.
Il compositore italiano premio
Oscar alla carriera Ennio Morricone sarà il Presidente della Giuria
della sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
Morricone sarà affiancato da un’altra figura della cultura
italiana, il ballerino Roberto Bolle. Ad annunciare la scelta è
stato il presidente Gian Luigi Rondi assieme al direttore artistico
Piera Detassis.
Ennio Morricone rappresenta una
vera rarità nel panorama italiano. Un compositore che ha
collaborato con i nomi più grandi della cinematografia
contemporanea: da Terrence Malick a Brian De Palma, da Giuseppe
Tornatore a Bernardo Bertolucci. Oltre che ovviamente con Sergio
Leone. Ricordiamo che l’edizione di quest’anno sarà dal 27 ottobre
al 4 novembre 2011.
Il sodalizio tra il Maestro
Ennio Morricone e il regista Quentin Tarantino,
consolidatosi negli anni con alcuni grandi successi come la
trilogia di Kill Bill, e il più recente Django
Unchained, sembra destinata a spezzarsi definitivamente. Il
celebre compositore italiano infatti, parlando proprio dell’ultimo
lavoro sonoro scritta per Tarantino, ha affermato di non
voler più avere lulla a che fare in futuro con il regista, poiché
ritiene che i ritmi di lavoro a cui è stato sottoposto non siano
equiparabili con il prodotto finale, nel quale Tarantino avrebbe
appunto selezionato solo una piccola parte del lavoro svolto dal
Maestro. In un’intervista agli studenti della LUISS di Roma,
Morricone ha dichiarato:
“Non mi piacerebbe lavorare
di nuovo con lui a nessun progetto. L’anno scorso mi disse che
dopoBastardi senza Gloriavoleva lavorare
ancora una volta con me, ma io gli risposi che non potevo perché
non mi concedeva abbastanza tempo, quindi ha usato solo una canzone
che avevo scritto in precedenza. Lavorare così è frustrante, perché
piazza la musica nei film senza alcuna coerenza. Non puoi fare
nulla con qualcuno del genere “ M
Morricone inoltre afferma di aver
visto Django Unchained, ma afferma: “ A dire la verità, non è
che me ne sia importato più di tanto. Troppo sangue. Una trama
senza logica e con grandissime banalità”
Con un gesto tenero, affettuoso
verso i suoi cari e soprattutto sua moglie, a conferma del suo
temperamento modesto, preciso e integerrimo, soprattutto molto
riservato e privato nelle sue manifestazioni, Ennio
Morricone ha scritto il suo stesso necrologio. “Parole
commoventi, che il suo avvocato nonché amico di famiglia Giorgio
Assumma ha enunciato ai cronisti che affollano l’entrata del Campus
Biomedico, dove Morricone era stato ricoverato a seguito di una
frattura del femore e dove è spirato all’età di 91 anni per, spiega
il legale, “complicazioni post operatorie” come si legge su
Repubblica.it.
Ecco di seguito il necrologio di Ennio
Morricone, scritto da lui stesso
“Io, ENNIO MORRICONE, sono
morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre
vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande
affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è
per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi
ultimi anni della nostra vita. C’è una sola ragione che mi spinge a
salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non
voglio disturbare. Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo
e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte
della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana,
Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto
bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco,
Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti
Francesca , Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano
quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo
l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace
abbandonare. A Lei il più doloroso addio”.
Foto di Raffaele Piano
Non ha voluto disturbare, il
Maestro, non ha voluto funerali pubblici, come il suo rango avrebbe
meritato, ma a “disturbare” ancora e per sempre ci sarà la sua
musica, che lo ha consegnato all’immortalità.
Ieri, venerdì 26 febbraio,
Ennio Morricone ha presenziato alla cerimonia che
l’ha visto entrare nella storia della Walk of Fame. Il
compositore italiano ha infatti ricevuto la sua stella sul famoso
boulevard di Hollywood per i meriti conseguiti in campo
cinematografico grazie alle maestose e immortali colonne sonore
realizzate nel corso di una carriera lunghissima.
Di seguito gli scatti.
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Alla cerimonia era presenta anche
Quentin Tarantino, regista con cui Ennio
Morricone ha collaborato in The Hateful
Eight. Tarantino ha inseguito per molti anni il
maestro, scegliendolo infine per realizzare la colonna sonora del
suo maestoso “dramma da camera” in salsa splatter.
Ennio Morricone è
volato a Los Angeles anche per un altro motivo, forse più
importante, ovvero la cerimonia degli Oscar di domenica 28
febbraio, che lo vede trai favoriti per la statuetta alla migliore
colonna sonora.
Morricone ha già ricevuto un Oscar
alla carriera ma, come lui stesso ha sempre dichiarato, vincere un
premio sul campo e ottenere riconoscimento in vita è una delle cose
più importanti per un artista. La colonna sonora di The
Hateful Eight ha già vinto il
Golden Globe e il
BAFTA, per cui teniamo le dita incrociate per Ennio.
La colonna sonora di
Django
Unchained avrà due artisti d’eccezione. Infatti, il
nuovo film di Quentin Tarantino avrà un brano
inedito intitolato “Ancora qui” e composto appositamente da Ennio
Morricone, con testo scritto e interpretato niente meno che da
Elisa. L’etichetta del brano sarà la Sugar, la più importante casa
discografica indipendente in Italia.
Vi ricordiamo che il film di Tarantino, un action-western,
uscira’ negli Stati Uniti il 25 dicembre prossimo e conta su un
cast di superstar tra cui Leonardo DiCaprio, Jamie Foxx, Christoph
Waltz, Samuel L.Jackson. In Italia l’uscita e’ prevista per il 17
gennaio.
Si è spento a 63 anni Ennio
Fantastichini. L’attore era ricoverato da due settimane
presso il reparto di rianimazione dell’azienda ospedaliera
universitaria Federico II a causa di complicazioni dovute a una
leucemia di cui soffriva.
Fantastichini è stato stroncato da
una grave emorragia cerebrale conseguenza di una leucemia
acuta promielocitica che aveva già colpito cervello, polmoni e
intestino.
Nato nel 1955, si trasferisce a 20
anni a Roma, da Fiuggi, per studiare recitazione all’Accademia
d’arte drammatica, mentre già da cinque anni recitava a teatro.
Arrivò al cinema per la prima volta
nel 1982, con Fuori dal giorno. Dopo una piccola parte ne
I Soliti Ignoti, fu Enrico Fermi in I
ragazzi di via Panisperna di Gianni
Amelio. Sempre diretto da Amelio recitò al fianco di
Gian Maria Volonté in Porte
Aperte; ha recitato anche per Paolo Virzì
in Ferie d’Agosto.
Risale al 2007 la sua partecipazione
a Saturno contro diretto da Ferzan
Ozpetek. Questa collaborazione fu importante per lui dato
che, nel 2010, la replicò, con Mine Vaganti, film
grazie al quale vinse il David di Donatello per la migliore
interpretazione maschile da non protagonista.
Oltre al David, è stato insignito
due volte del premio Nastri d’Argento e ha avuto una proficua
carriera televisiva e teatrale. Il suo ultimo film al cinema è
stato Una famiglia di Sebastiano Riso.
Medusa Film ha
diffuso il trailer di Ennio Doris – C’è anche
domani, un film di Giacomo Campiotti con Massimo
Ghini, Lucrezia Lante Della Rovere, Daniel Santantonio, Alessandro
Bertolucci, Emma Benini.
La trama di Ennio Doris – C’è anche
domani
Capita a tutti almeno una volta
nella vita di fare il punto sulla propria esistenza. Ennio Doris,
l’uomo d’oro della finanza italiana, il “banchiere gentile” che
costruì la banca intorno alla persona, si fermò e si voltò indietro
in quel settembre del 2008 in cui crollò Lehman Brothers ed ebbe
inizio una pesante crisi economica. Fu allora che ripensò al mondo
rurale dal quale proveniva e non ebbe dubbi su che direzione
prendere con una decisione che a molti apparve sorprendente, ma non
a chi lo conosceva da vicino: rimborsare 120 milioni di euro agli
11.000 clienti che avevano investito nell’acquisto di titoli con
sotto obbligazioni del colosso americano senza pesare sul bilancio
della banca o sugli azionisti ma prelevandoli dai conti
privati.
Un racconto sincero ed emozionante
che si sviluppa lungo tre archi temporali. Quello del bambino con
una capacità d’osservazione straordinaria, quello del giovane uomo
innamorato e con un sogno nel cuore e quello del banchiere entrato
nell’immaginario di tutti.
La FOX le cancella e Yahoo
le rispolvera. Prima è accaduto a Community, adesso è il turno di
Enlisted, risollevata da Yahoo per una seconda stagione. La sitcom
incentrata sui tre fratelli marines potrà avere una seconda
possibilità sul canale TV del motore di ricerca che ripete,
nell’arco di poche settimane, l’operazione di ‘salvataggio’.
Ecco la trama della prima stagione
di Enlised: Pete, Derrick e Randy Hill sono tre fratelli molto
diversi tra loro, tutti arruolati nell’esercito degli Stati Uniti e
tutti di stanza nella stessa base militare in Florida. Quando la
maggior parte del personale viene dislocato all’estero, i fratelli
vengono assegnati alla Retroguardia, ovvero verranno incaricati di
prendersi cura della base e dei familiari dei soldati impiegati
nelle verie missioni. Tra esercitazioni e rivalità con l’altro
plotone presente, i fratelli rinnoveranno e rafforzeranno il loro
legame.
Arriva su Sky Atlantic,
in prima tv italiana, Enlightened – La nuova me,
la serie tv del 2011 che, tra le altre firme, porta anche quella di
Jonathan Demme e vede protagonista una splendida
Laura Dern. Da mercoledì 12 maggio alle 21.15,
disponibile anche on demand e su NOW, in streaming.
La serie racconta di Amy
Jellicoe, una donna di 40 anni in un momento molto particolare
della sua vita. Un breve antefatto ce la mostra in preda ad una
crisi di nervi: ha avuto una relazione con un suo collega, sposato,
e quando questa è venuta alla luce, lei è stata spostata dal
reparto vendite, suo campo di eccellenza, ad un altro settore
dell’azienda (mentre il collega maschio è uscito indenne dallo
“scandalo”). Inutile dire che questa esperienza la conduce fuori
strada, Amy ha un esaurimento nervoso, e così si ritira in un
centro per la riabilitazione, dal quale esce apparentemente
positiva e propositiva per la sua prossima vita con la sua “nuova
sé”. Tutto questo, raccontato nei primi minuti della prima puntata,
ci offre un’affresco molto chiaro di quello che vedremo: la storia
di una donna che tenta di ricostruirsi, recuperando ciò che ha
perso, ma con il silenzioso dubbio che in effetti quello che aveva
non era poi il meglio.
Da questa premessa ci
spostiamo all’oggi, con Amy che, sempre vestita di colori
sgargianti, cerca di ammortizzare tutte le batoste che le vengono
inferte in questa nuova fase della sua vita. La sua vecchia azienda
le assegna un posto di grado e importanza inferiore rispetto a
quello che aveva prima, nel frattempo ereditato dalla sua ex
segretaria; torna a vivere con la madre, dal momento che non può
più permettersi una casa; le sua amicizia sul lavoro si rivelano
poco solide e cerca affannosamente nuovi stimoli per cercare di
sopravvivere a se stessa.
A metà tra la farsa e la
commedia, con incursioni nel dramma senza uscita,
Enlightened – La nuova me è una serie dai toni
difficilmente definibili, che si sforza di trovare il lato positivo
di ogni esperienza ma ai quali sembra non credere fino in fondo
neanche la protagonista.
Chiaramente la serie è
lo show di Laura Dern, che fa il bello e il cattivo
tempo, dimostrandosi una professionista senza età, con un grande
carisma e con una presenza scenica invidiabile. Con lei a
completare il cast ci sono Luke Wilson nei panni
di Levi, l’ex marito di Amy, Diane Ladd, che
interpreta la mamma di Amy (e che nella vita reale è la mamma di
Dern), Sarah Burns, Timm Sharp e
Mike White, che interpreta il nuovo collega di
Amy, timido e dolce, e che è anche l’ideatore della
serie.
Inaugurata nel 2011,
Enlightened – La nuova me è stata chiusa nel 2013,
dopo solo due stagioni, e mentre la prima è già in onda su Sky
Atlantis, a partire dal 26 maggio sarà possibile vedere i primi
quattro episodi della seconda stagione, mentre il 2 giugno i
successivi e ultimi 4.
Vi avevamo proposto ieri il nuovo trailer di
Enemy, film diretto
da Danis Villenueve
(Prisoners) che vede
nuovamente protagonista Jake Gyllenhall.
(GUARDA IL TRAILER)
Oggi arriva anche l’ultimo poster del film:
Per combattere l’apatia, su consiglio di un
collega, un giorno Adam guarda un film che cambia la sua vita;
nella pellicola l’uomo vede infatti una comparsa identica a
lui. Una volta incontrati, i due sosia intrecceranno le loro
vite in un susseguirsi di eventi.
Oltre a Gyllenhaal nel cast di Enemy sono
presenti anche Melanie
Laurent, Isabella
Rossellini e Sarah
Gadon. L’uscita del film è prevista per il 14 marzo
2014.
Enemy è diretto da
Danis Villenueve
(Prisoners) e vede nuovamente
protagonista Jake Gyllenhall, questa volta
nei panni di Adam,un docente di storia annoiato dalla sua vita e
dalla relazione con la compagna Mary (Melanie
Laurent). Per combattere l’apatia,su consiglio di un
collega, un giorno Adam guarda un film che cambia la sua vita;nella
pellicola l’uomo vede infatti una comparsa identica a lui. Una
volta incontrati, i due sosia intrecceranno le loro vite in un
susseguirsi di eventi.
Oltre a Gyllenhaal nel cast sono
presenti anche Melanie Laurent, Isabella
Rossellini e Sarah Gadon. L’uscita del
film è prevista per il 14 marzo 2014; di seguito potete vedere la
nuova locandina,mentre a questo link trovate il teaser trailer e il
primo poster per l’ultima fatica di Danis
Villenueve e Jack Gyllenhaal.
Dopo aver dato l’addio a Star
Trek: Picard lo scorso anno con un’ultima stagione
acclamata dalla critica, lo showrunner Terry
Matalas ha trovato il suo prossimo grande progetto
fantascientifico. Secondo The Hollywood Reporter, i 20th Century
Studios gli hanno affidato un aggiornamento del classico cult del
1985 Enemy Mine, interpretato da Dennis Quaid e dal grande Louis Gossett
Jr.
Basato sulla novella del 1979 di Barry B. Longyear pubblicata
sulla rivista Asimov’s Science Fiction, il film originale è stato
diretto dal regista candidato all’Oscar per Das Boot e La
storia infinita Wolfgang Petersen al suo debutto
in lingua inglese. Per coincidenza, questo sarà il debutto di
Matalas nella scrittura di un lungometraggio.
Enemy Mine si svolge in un futuro lontano in
cui l’umanità è nel mezzo di una guerra interstellare con la specie
rettiliana dei Drac. Quando il pilota umano Willis Davidge (Quaid)
e il caccia alieno Jeriba Shigan (Gossett Jr.) atterrano su un
pianeta desolato e infido, sono costretti a mettere da parte i loro
pregiudizi per sopravvivere. Sebbene le loro differenze minaccino
di distruggerli, i due stringono un’improbabile amicizia che li
porta a superare le sfide che il pianeta e i suoi abitanti pongono
loro. Alla fine, a Davidge viene chiesto di prendersi cura del
figlio di Drac quando questi non sarà più in grado di
continuare.
Il film originale di Petersen ha superato un ciclo di produzione
travagliato e un iniziale bombardamento al botteghino per diventare
nel tempo un cult della fantascienza, attualmente con un punteggio
del 68% da parte del pubblico su Rotten Tomatoes. Il film è stato
apprezzato, tra l’altro, per i temi della tolleranza e del rispetto
reciproco, raccontati attraverso i personaggi principali che
imparano a conoscere e onorare le reciproche ascendenze. Il
materiale di partenza, scritto da Longyear, è stato altrettanto
apprezzato alla sua uscita, vincendo il premio Nebula, che premia
le migliori opere di fantascienza pubblicate negli Stati Uniti,
nella categoria novelle e ricevendo due sequel.
Matalas è una voce comprovata della fantascienza
Al momento non c’è ancora un regista per il nuovo adattamento di
Enemy Mine della 20th Century, ma l’aggiunta di Matalas è un inizio
promettente. Ci sono pochi nomi emergenti più caldi di lui, dopo
che l’anno scorso ha catturato l’attenzione del mondo della
fantascienza con il suo lavoro su Star Trek: Picard Stagione 3, che
è diventato di gran lunga l’episodio più votato della serie con un
punteggio del 98% su Rotten Tomatoes e ha raccolto ben sette
nomination ai Saturn Award con quattro vittorie, tra cui quella per
la Miglior Serie Televisiva.
Prima di diventare uno showrunner nominato dai WGA per la serie
guidata da Patrick Stewart, tuttavia, aveva già
dato prova di una mano capace e ferma come creatore e showrunner
della serie 12 Monkeys del 2015 su Syfy. Ora la
sua agenda si sta rapidamente affollando, con la Marvel che lo ha coinvolto anche
per una serie solista di Vision con protagonista
il rientrante Paul Bettany.
Nel 2014 Denis
Villeneuve decide di mettersi alla prova con un altro
thriller, dal titolo Enemy, dopo l’ottimo
Prisoners come punto di partenza utilizza un
romanzo di J. Saramago intitolato Il Doppio ma
rileggendolo con uno sguardo sospeso tra
Hitchcock, Lynch e le visioni terrificanti di
David Cronenberg; come protagonista della vicenda
sceglie Jake Gyllenhaal, attore col quale aveva già
collaborato nel film precedente. Nel cast anche
Mélanie Laurent,
Sarah Gadon e Isabella
Rossellini.
La storia di Enemy
vede protagonista il docente di storia Adam Bell, un individuo
comune dalla vita lineare, la cui routine è scandita dalle lezioni
e dalla fidanzata Mary. Ma questo equilibrio è destinato ad essere
sconvolto da una rivelazione: mentre vede un film a noleggio su
consiglio di un collega, scopre un suo doppio: un attore, tale
Anthony Clair, identico a lui. La curiosità si trasforma presto in
ossessione.
Enemy, il film
Enemy è
un vero e proprio labirinto della mente che sfugge a qualunque
classificazione di genere: intricato, paranoico, angoscioso,
contiene echi e suggestioni che rimandano all’immaginario di
registi che hanno- da sempre- “giocato” con la materia onirica:
maestri come Lynch e Cronenberg, cantori dell’unheimlich
freudiano in tutte le sue inquietanti declinazioni, professionisti
che con le loro storie hanno sempre raccontato gli incubi annidati
nel quotidiano- argomento questo caro anche ad Hitchcock e alle sue
sinistre visioni americane- mostrando come la realtà fenomenica non
sia poi così rassicurante come la percepiamo noi.
Villeneuve si ispira a
Saramago e alle sue visioni apocalittiche per poi prenderne le
distanze; inserisce degli elementi- come i ragni- non presenti nel
romanzo ma che potrebbero costituire un elemento necessario per
decifrare il film: l’aracnoide tesse delle intricate tele, talmente
fitte da sembrare dei labirinti, i labirinti della mente nel quale
si perdono reciprocamente i “gemelli” Adam e Anthony, l’uno il
doppelganger dell’altro, in una dicotomia spettrale dalla
morale ambigua dove i confini razionali della verità si sfumano
fino a confondersi.
Il regista sceglie di raccontare la
storia attraverso inquadrature claustrofobiche e strette,
confondendo i dettagli e i confini delle persone, degli oggetti,
degli spazi- i quali diventano inquietanti città vuote e
metafisiche come un quadro di De Chirico- e riuscendo ad
orchestrare, in un crescendo di ansia e fastidio, una storia tenuta
insieme solo dall’angoscia che qualcosa di inafferrabile stia per
colpirci all’improvviso, rendendoci testimoni impotenti di qualche
sinistro spettacolo che ci ritroviamo ad ammirare come malati
voyeur. “Il caos è un ordine da decifrare”, recita una frase tratta
dal romanzo di Saramago in apertura del film: e forse l’unico modo
sensato per decifrare la caotica tela della mente è riordinando la
realtà a partire da un altro punto di vista, unica chiave di
lettura plausibile alle tenebre dell’indecifrabile.
Dopo il passaggio del suo primo film
I Predatori nella sezione “Orizzonti”
della Mostra del Cinema di Venezia 2020, Pietro Castellitto approda nel
concorso ufficiale a Venezia 80 con il suo Enea,
atipico gangster-buddy movie, dove la violenza tipiche di queste
narrazioni resta in secondo piano rispetto alla vitalità dei suoi personaggi,
naufraghi di un mare in cui si scontrano romanticismo e nichilismo,
in cui “non ci si deve vergognare di chi si bacia” e ogni
bacio merita un piccola pausa, un momento di silenzio per
apprezzarlo interamente come ultimo gesto di affetto di una
generazione che lotta contro la morte dei sensi.
Enea, fondare e fondere, dal mito all’azione
Enea rincorre il
mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta
e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore
appena battezzato. I due, oltre allo spaccio e alle feste,
condividono la giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di
un mondo corrotto, ma mossi da una vitalità incorruttibile. Oltre
i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare
pieno di umanità e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci
voleranno sopra fino alle più estreme conseguenze. Tuttavia, droga
e malavita sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro:
un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre
sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una
lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo
alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino
lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà
criminale, ma che per loro è, e sarà, prima di tutto,
un’avventura d’amicizia e d’amore.
Così come l’inizio de I
Predatori, straniante e che utilizzava magistralmente
il flash-forward, facendoci sentire, ma non vedere, qualcosa che
sarebbe accaduto molto più avanti, un incidente che avrebbe
coinvolto due famiglie agli antipodi, l’inizio di Enea è un lungo
dialogo a due voci tra quelli che pensiamo essere madre e figlia.
Il controcampo arriva molto dopo l’inizio della conversazione, il
vero figlio di questa madre ci viene mostrato quasi come un terzo
incomodo. Effettivamente, nel corso di film capiremo la vera
missione di Enea: fondare e fondere, riunire un nucleo familiare e
cercare di costruirne uno suo, cavalcare le sfide della vita alla
ricerca di uno stimolo che la Roma da bene non gli può dare.
Riunificare nella potenza del vivere
Enea e
Valentino (Giorgio Quarzo
Guarascio) guardano Roma dall’alto di un elicottero: gli
sembra così piccola e “prenderla in mano è il mio scopo”, arriverà
ad affermare il suo amico. I due si muovono negli spazi della
malavita, ma con un’idea di questi che Pietro
Castellito evoca ottimamente anche a livello registico.
Enea è avvolto da una patina mitologica, nonostante la sua
narrazione sia profondamente radicata nella storia della famiglia
borghese, in ambienti infimi, nel traffico di droghe. Eppure,
“facciamo le stesse cose, ma voi per il potere e noi per la
potenza“, commenterà il giovane. Una sete di vita, uno slancio
romantico verso il sentire, provare, non mettersi limiti. Questa
corsa all’esperienza, verrà pian piano interpretata in maniera
diversa dai due, con più cinismo e consapevolezza della propria
posizione e pericolosità da Valentino, con occhi sempre più
tendenti alla riunificazione speranzosa per Enea.
Pietro Castellitto
conferma di avere una precisa idea di cinema, coadiuvati da uno
stile narrativo e registico inediti per il panorama italiano. Un
cinema in cui i personaggi sono prima di tutto persone, che pensano
come agiscono e agiscono come pensano. In cui due
incensurati sono il veicolo per il colpo perfetto, in cui
bisogna imparare a resistere per esistere e in cui il senso di
un’immagine non è niente senza un’emozione alla base. Audace,
impavido, sicuramente non per tutti, ma incredibilmente
disarmante.
Presentato in Concorso a Venezia 80, Enea è l’opera seconda di Pietro Castellitto dopo I Predatori. Due opere molto distanti ma con dei
tratti in comune. in Enea viene infatti descritta una
borghesia italiana con una lenta diversa: “Enea è un film sul
desiderio di sentirsi vivi. Enea vuole sentire dentro di sé il
movimento della vita. Tutti i personaggi a loro modo provano a
sentirsi vivi e da qui si genera un conflitto. Se le immagini di
ristoranti e i luoghi che frequenta Enea possono sembrare elitari
c’è però quel desiderio e quella vitalità incorruttibili non è
elitario, è trasversale a tutti i giovani di qualsiasi epoca.
Volevo svincolarmi dal conflitto borghese, dall’idea di famiglia
borghese apatica che genera dei figli nichilisti. Enea invece è un
eroe romantico, la famiglia è piena di vita“.
Nel film questo conflitto viene
descritto bene dai due protagonisti Valentino ed
Enea: “Valentino ed Enea cercano di creare un
modo dove possono sentirsi vivi e creare un mondo dove i baci
possano tornare a esistere. Per fare questo sono quasi disposto a
tutto“. Lo stesso regista ha definito il suo film “un
gangster movie senza gangster“, una ricerca di scrittura che
alla fine colloca Enea come un eroe romantico moderno: “Il
punto di vista che più mi interessava raccontare sono le
conseguenze del sottobosco criminale nella vita di tutti i giorni.
È come se sottotraccia si muovesse il genere gangster ma non appare
mai del tutto“.
Enea è il 100° film di
Sergio Castellitto
Tra l’emozione di presentare il film
in un contesto come quello di Venezia Pietro racconta l’esperienza
di aver diretto per la prima volta il padre Sergio Castellitto: “Ho provato in tutti i
modi a non fare un film con mio padre, per quanto sapessi che il
personaggio di Celeste si muove su una frequenza ironica che
nessuno come mio padre avrebbe intercettato. Ho cercato altre
strade ma poi una sera mi sono convito e l’ho chiamato“.
Presente in conferenza stampa anche
Sergio Castellitto che continua il racconto:
“Tempo prima che mi chiamasse Pietro sono andato su IMDB e ho
scoperto che ero accreditato per 99 titoli. Enea sarebbe stato il
mio 100° e l’ho considerato un segno del destino. È stata una
relazione molto tranquilla, ho fatto questo film obbedendo al
disegno del regista ma come ho fatto anche altre volte ho anche
messo dei miei accorgimenti che sorprendono chi sta dietro la
macchina da presa“.
Anche Benedetta Porcaroli, presente nel film come
interesse amoroso di Enea, racconta la sua esperienza sul
set: “È stato un lavoro per me molto felice, è stato un film
complicato e coraggioso e devo dire che mi sono affidata al quadro
di Pietro, preciso e sfumato. Penso che sia un film emozionante con
una stratificazione di storie. Enea ci fa vivere questo conflitto e
questa difficoltà a fare i conti con la vita. La Roma che viene
raccontata nel film è una Roma inedita che ho amato anche se
difficile e claustrofobica“.
Maledetta primavera
Un ruolo chiave nella narrazione di
Enea lo ha la colonna sonora – a opera di Niccolò
Contessa de I Cani. Oltre alle canzoni originali ci sono
due brani appartenenti al panorama pop italiano: Spiagge e
Maledetta primavera: “Quando devi scegliere i brani del film
inevitabilmente devi anche seguire il tuo istinto. Soprattutto a
Maledetta primavera ho legati tanti ricordi della mia gioventù, è
una canzone che si canta allo stadio quando gioca la Roma. invece,
Spiagge racconta benissimo lo stato d’animo dei protagonisti
suggellato dalla fine dell’estate“.
Ecco il trailer di Enea,
che sarà presentato in Concorso alla 80° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia. Nel suo nuovo
film,
Pietro Castellitto recita anche al fianco di
Giorgio Quarzo Guarascio,
Benedetta Porcaroli,Chiara Noschese, Giorgio
Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore,
Cesare Castellitto, Clara Galante, Paolo Giovannucci e con
Sergio Castellitto.
Enea rincorre
il mito che porta nel nome, lo fa per sentirsi vivo in un’epoca
morta e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore appena
battezzato. I due, oltre allo spaccio e le feste, condividono la
giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di un mondo
corrotto, ma mossi da una vitalità incorruttibile. Oltre i confini
delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare pieno di
umanità e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci voleranno sopra
fino alle più estreme conseguenze. Tuttavia, droga e malavita
sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro: un padre
malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre sconfitta
dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una lieta
morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo alle
crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino
lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà
criminale, ma che per loro è, e sarà, prima di tutto, un’avventura
d’amicizia e d’amore.
Il regista Scott
Speer ha abituato il suo pubblico a storie d’amore
particolarmente strazianti, segnate dall’impossibilità dei
protagonisti di coronare il proprio amore ma anche a racconti di
genere fantasy, dove il reale e l’irreale si fondono in modi
impensabili. Del primo caso è un esempio evidente il suo
lungometraggio Il sole a mezzanotte,
mentre Sei ancora qui – I Still see You appartiene al
secondo. Nel 2020 Speer ha poi realizzato un film che mette
d’accordo entrambe queste tendenze, ovvero
Endless, un’opera che coniuga
romanticismo, dramma e fantasy.
Scritto da Andre
Case e Oneil Sharma, questo teen
drama affronta il tema dell’amore impossibile attraverso una
netta separazione dei due protagonisti, puntando su elementi
surreali e metafisici. Attraverso questa loro condizione, gli
sceneggiatori e il regista puntano ad esaltare una lezione tanto
dolorosa quanto importante: a volta bisogna saper lasciare andare
chi si ama. Un tema simile a quello proposto da un classico come
Ghost – Fantasma, adattato però qui per un pubblico più
giovane, che può ritrovare nei sentimenti dei due personaggi anche
qualcosa di sé.
Endless non è in realtà
stato accolto positivamente dalla critica e il suo essere uscito al
cinema nel pieno del periodo segnato dalla pandemia di Covid-19 ha
bloccato le sue possibilità di affermarsi presso un ampio pubblico.
Al pari di altri titoli simili, tuttavia, è questo un film capace
di regalare emozioni e lezioni di vita. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità
relative ad esso. Proseguendo nella lettura sarà possibile
ritrovare ulteriori dettagli sulla trama e il
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Endless: la trama del
film
Chris e
Riley sono due fidanzati che frequentano l’ultimo
anno di scuola prima di iscriversi all’università. La sera della
festa di fine anno, dopo essere arrivati alla festa con la moto del
ragazzo, la migliore amica della fidanzata, Julia,
rivela a tutti che Riley è stata presa all’università di
giurisprudenza di un’altra città. Chris, scosso, decide di bere
fino a diventare completamente ubriaco. A quel punto, grazie alla
macchina dell’amico di Chris, Riley accompagna il fidanzato quando,
nel bel mezzo di un discorso sul suo futuro, hanno un incidente. La
ragazza si risveglia in un ospedale vicino all’amato,
apparentemente sano e salvo, e ai suoi genitori, che però le
comunicano la triste notizia della morte di Chris.
Quest’ultimo, pensando si trattasse
di un qualche scherzo, prova a toccare la fidanzata, ma si accorge
di non poterlo fare essendo realmente morto e intrappolato in una
sorta di limbo. Incontra poi un ragazzo, anche lui morto, che gli
rivela che un giorno potrà passare ad un “livello superiore”
fuggendo da questo limbo. Nel mentre Riley, turbata dalla morte del
ragazzo torna a disegnare sul suo quaderno, riuscendo ad entrare in
contatto con Chris. Inizialmente non riesce a credere sia tutto
vero, ma quando il ragazzo le dimostra la verità, lei disegna
sempre di più, tentando di ricongiungersi col suo ragazzo. Ben
presto, però, capiranno di non potersi influenzare in questo modo a
lungo.
Endless: il cast del
film
A interpretare i protagonisti di
Endless Chris e Riley vi sono gli attori Nicholas
Hamilton e Alexandra
Shipp. Il primo, nato in Australia, è divenuto famoso
per aver impersonato uno dei figli di Viggo
Mortensen in Captain Fantastic e Henry Bowers in IT e IT: Capitolo due. La seconda,
invece, americana, è divenuta celebre per essere stata Tempesta in
X-Men – Apocalisse e in
X-Men – Dark Phoenix,
oltre ad aver recitato in Tuo, Simon, dove ricopriva il
ruolo di Abby. L’attrice Zoe Belkin interpreta
Julia, l’amica di Riley, mentre Ian Tracey è
Richard e DeRon Horton ricopre il ruolo di
Jordan.
Accanto a loro, nel ruolo del padre
di Chris vi è l’attore Aaron Pearl, mentre
l’attrice Famke Janssen,
il nome più noto del cast di Endless, interpreta Lee
Douglas, la mamma di Chris. Anche lei è divenuta celebre grazie
alla saga degli X-Men, avendo recitato
nella trilogia originale nel ruolo di Jean Grey, alias Fenice.
Completano poi il cast gli attori Eddie Ramos nei
panni di Nate, Catherine Lough Haggquist in quelli
di Helen e Barbara Meier, celebre per aver vinto
la seconda edizione di Germany’s Next Topmodel, nel ruolo
di Teri.
Endless: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Endless grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 22 dicembre alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Kara sevda tradotto
significa amore nero. Ma, andando oltre la traduzione letterale,
questo termine ingloba l’essenza di un amore lacerante,
impossibile, pericoloso, tragico. Un amore di questa
intensità lega Nihan e Kemal, protagonisti della nuova dizi
turca Endless Love (titolo originale Kara
Sevda, per l’appunto), in onda su Canale 5 e disponibile su
Mediaset Infinity. Lo show mette in scena una love story tormentata
e ostacolata, in cui la felicità è solo un orizzonte
irragiungibile, e a questo aggancia altri fili tematici di grande
rilevanza attuale quali la manipolazione psicologica e l’abuso di
potere, sia sociale che relazionale.
A interpretare i personaggi
principali i bravissimi Burak Özçivit e
Neslihan Atagül, qui alla loro prova
attoriale migliore, affiancati da comprimari di tutto rispetto
quali Kaan Urgancıoğlu (attualmente
protagonista di Segreti di Famiglia, sempre in onda su
Canale 5), Hazal Filiz Kucukkose, Melissa Asli Pamuk, Zerrin
Tekindor, Ruzgar Aksoy, Baris Alpaykut e Nese Baykent. La prima
stagione si è da poco conclusa, lasciando dietro di sé una scia di
interrogativi e cliffhanger che hanno fatto da trampolino per la
seconda stagione, caratterizzata da un salto temporale di circa un
anno. Dopo una serie di plot twist, che hanno visto l’uscita di
scena di alcuni personaggi chiave, e sviluppi narrativi
determinanti, la domanda è inevitabile: cosa ci riserverà
la final season?
Dove eravamo rimasti alla fine
della prima stagione di Endless Love?
Le ultime sequenze della prima
stagione hanno sollevato diversi dubbi e aperto la strada a ipotesi
e congetture sul destino dei personaggi principali. Ozan è stato
incastrato da Emir per l’omicidio commesso nei primi episodi,
venendo arrestato mentre tenta la fuga con Zeynep. Una volta in
carcere, qualcuno gli ha mandato delle foto che ritraggono Zeynep
ed Emir sulla barca a scambiarsi dei baci. In preda alla collera ha
avuto un malore, ma una volta ricoverato in ospedale è morto
inaspettatamente. Il caso viene archiviato come suicidio. Nel
frattempo, Nihan ha scoperto di essere incinta di Kemal, ma lo ha
accusato della morte del fratello, ritenendolo responsabile per
averlo denunciato in passato. Come se non bastasse, lo ha incolpato
anche della morte del padre, Onder, il quale ha avuto un infarto
dopo aver appreso del suicidio del figlio. Sconvolta, Nihan decide
di fuggire e, un anno dopo, la ritroviamo a Londra, dove ha dato
alla luce una bambina di nome Deniz.
Cosa succederà nella seconda
stagione?
Dopo aver scoperto il nascondiglio
della moglie, Emir riesce a rapire Deniz, riportandola a Istanbul e
ricattando Nihan: se non tornerà da lui, non rivedrà più sua
figlia. Determinato a ricostruire la famiglia, pur sapendo che
Nihan non lo amerà mai, Emir insiste affinché ricomincino da capo.
Nihan, devastata dal lutto e dal dolore, alla fine cerca
disperatamente l’aiuto di Kemal, ma quest’ultimo, convinto che
Deniz sia davvero figlia di Emir, la respinge, mosso dalla
delusione. Come ultima risorsa, Nihan si rivolge al poliziotto
Hakan, ma anche i suoi tentativi falliscono, portandola ad
arrendersi a Emir con l’obiettivo segreto di vendicarsi, sia del
marito che di Kemal.
Kemal, che ha trascorso un anno in
carcere per aver sparato a Emir alla fine della prima stagione, è
deciso a vendicarsi di tutti coloro che lo hanno ferito, inclusa la
donna che ama. La seconda stagione si preannuncia perciò come
quella in cui finalmente tutti i nodi verranno al pettine e nella
quale la maggior parte dei personaggi subisce drastici cambiamenti.
Kemal, ancora ignaro della sua paternità, sembra davvero pronto a
sposare Asu, con la quale si è fidanzato alla fine della prima
stagione. Rivela questo a Nihan quando lei gli chiede aiuto, pur
non sapendo ancora che Asu è in realtà la sorella segreta
di Emir, il suo nemico giurato, “dettaglio” che ci
aspettiamo scopra nelle prossime puntate e che potrebbe impedire
che convolino a nozze.
Le anticipazioni nel frattempo
suggeriscono che Kemal inizierà a sospettare sulla vera
paternità di Deniz, e un test del DNA dovrebbe confermare
la verità, portandolo a un confronto diretto con Nihan. Intanto,
quest’ultima sta preparando la sua vendetta contro Emir,
manipolandolo con un contratto matrimoniale con l’obiettivo di
liberarsi da oppressione e ricatti e vivere finalmente libera con
la figlia. La seconda stagione svelerà se la donna riuscirà davvero
a portare a termine il suo piano, o se, più verosimilmente, verrà
ostacolata da nuovi e subdoli ricatti. Sul fronte delle indagini,
invece, Hakan continua a scavare nella morte di Ozan, cercando di
capire se si tratti davvero di suicidio o di un omicidio
orchestrato per farlo tacere. Nonostante il mistero non sia ancora
stato svelato, tutti gli indizi sembrano puntare a un omicidio
mascherato, poiché Ozan non mostrava segni di squilibrio al momento
del decesso, ma anzi era più che determinato a fargliela pagare sia
alla moglie adultera che ad Emir.
Il destino di Zeynep,
intanto, resta in bilico. Determinata a conquistare Emir,
è la principale sospettata per la morte di Ozan, e nessuno, tranne
Asu, Nihan e Kemal, è a conoscenza della sua relazione clandestina
con Emir. Questo segreto rischia di travolgerla, e ci si aspetta
che innescherà una catena di eventi che la metteranno ancora una
volta in pericolo. Da un lato, infatti, deve fare i conti con una
famiglia già provata dalle scelte compiute nella prima stagione,
come il matrimonio segreto con Ozan, che non perdonerebbe mai un
simile tradimento; dall’altro c’è Emir, che continua a minacciarla
di rovinarle la vita se dovesse insistere nel cercare il suo amore.
Il suo destino si compirà in questa stagione finale, e la scelta di
Zeynep su come affrontare la sua situazione – se continuare a
correre rischi esponendosi pubblicamente o cercare di ricominciare
da zero – sarà cruciale per la sua sopravvivenza.
Con complotti, inganni e vendette
che si intrecciano in questa stagione carica di tensione, la
domanda finale è inevitabile: chi avrà la meglio tra Emir e Kemal?
La resa dei conti è vicina.
Endless Love: cosa faresti per
salvare chi ami?
Tra le soap turche degli ultimi
anni, Endless Love si impone come una delle più
intense e crude, sia per le tematiche trattate che per la
messa in scena. La regia di Hilal Saral, sostenuta da una
sceneggiatura densa e straziante firmata da Ozlem Yilmaz e Burcu
Gorgun, trascina il pubblico negli abissi della fragilità umana,
della perdizione, del trauma e degli abusi psicologici. Al centro
della narrazione vi è un amore condannato, da cui si dipanano trame
universali che interrogano i valori di un individuo, la moralità e
la tolleranza di fronte a ingiustizie e prevaricazioni. Fino a che
punto si può arrivare per proteggere chi si ama? E quanto si è
disposti a rischiare per conquistare la propria libertà?
Il tema del “Maschio
Dominante” è sempre stato il cuore pulsante di Endless
Love, e va ad aprire uno squarcio su una realtà terribilmente
concreta: quella dell’ossessione amorosa, della possessività e dei
sentimenti tossici che inevitabilmente sfociano in violenza e
soprusi. La lotta per liberarsi da queste catene, anche a costo
della propria vita, diventa una metafora potente della battaglia
delle donne contro ogni tipo di violenza, che non è solo di natura
fisica, ma anzi ha molte sfumature. La dinamica tra Emir e Nihan è
emblematica di questo percorso: dalle iniziali sensazioni di colpa
e disagio (in questo caso provate verso il fratello Ozan, vittima
strumentalizzata dell’abuso), si passa alla rassegnazione e,
infine, a quel punto di svolta decisivo ed essenziale che infuoca
la lotta per la propria dignità, che vediamo concretizzarsi proprio
nella seconda stagione.
L’amore tormentato tra Kemal e
Nihan, pur essendo il fulcro narrativo, si trasforma quasi in un
pretesto per esplorare temi più ampi, come l’oscurità e la
corruzione che permeano la nostra società. Endless Love denuncia
l’amore malsano, in cui il potere e il controllo dominano, e
l’unica arma per trattenere chi si ama sembra essere la
manipolazione, ma anche quanto possa essere pericoloso il potere
nelle mani sbagliate e quanto il denaro non solo compri il silenzio
delle persone, ma sia capace di eludere la legge stessa. La storia,
inoltre, ci dimostra quanto sia ancora drammatica l’assenza di
un’educazione emotiva e la mancata cura dei traumi, che spesso
generano comportamenti distruttivi e patologici, i quali corrodono
non solo la propria esistenza ma anche quella degli altri.
Questo perciò non è solo uno show
che parla dell’impossibilità di viversi l’amore desiderato, ma è
un invito a riflettere bene sulle proprie scelte,
perché non sempre ciò che crediamo giusto lo è davvero e può essere
realmente salvifico per le persone a cui teniamo. Ma soprattutto è
un monito a non lasciarsi piegare e soggiogare,
perché niente vale più della giustizia e di se stessi. Nessun
ricatto, nessuna somma di denaro, nessun sentimento plateale può
giustificare un abuso e una violenza. Bisogna sempre essere pronti
a scendere sul campo per affermare i propri diritti e la propria
libertà.
Guarda il Trailer
originale di Endless Love, il nuovo film
drammatico diretto da Shana Feste, remake del film
italiano Amore senza fine di
Franco Zeffirelli del 1981. Il primo video
promozionale è stato rilasciato dalla Universal Pictures che
distribuisce il film negli USA il 14 febbraio
2014. Nel cast del film i due giovani protagonisti
Alex Pettyfer e Gabriella
Wilde.
Il film racconta l’amore tormentato
tra una ragazza ricca è un ragazzo di basso ceto sociale.
Ecco la trama del film di
Zeffirelli: Il film racconta la storia d’amore tra la quindicenne
Jade e il diciassettenne David, amore ostacolato dalle rispettive
famiglie, soprattutto dal padre di lei, che allontana David per
permettere alla figlia di terminare gli studi con tranquillità. Ma
l’amore ossessivo di David, porterà il ragazzo a dare fuoco alla
casa della sua amata, per il quale sarà condannato a cinque anni in
manicomio. Uscito dopo soli due anni per buona condotta, parte per
New York alla ricerca di Jade, andando contro le disposizioni di
legge che lo costringono a non lasciare la città. Una volta in
città viene riconosciuto da Hugh, il padre di Jade, che
nell’inseguirlo perde la vita in un incidente. Ma quando i due
amanti si rincontrano e il loro amore riaffiora, ad ostacolarli,
stavolta, sono i fratelli di lei, che accusano il ragazzo della
morte del padre. David finisce in carcere e a Jade non resta che
aspettare il suo amore senza fine.
Arriva al cinema da mercoledì 23
settembre ENDLESS, il teen
drama del regista e produttore Scott Speer, noto
per aver diretto Il sole a mezzanotte
(Midnight Sun), altra celebre pellicola destinata ad un
pubblico di giovani ed interpretata da Bella Thorne.
Il film, distribuito da Eagle
Pictures, è interpretato da Nicholas Hamilton – conosciuto per le sue
interpretazioni in Captain Fantastic e nei recenti
adattamenti cinematografici It –
Capitolo 1 e It –
Capitolo 2 – e da Alexandra
Shipp – la super eroina “Storm” negli ultimi due episodi
della saga cinematografica dedicata agli X-Men; in Endless sono due ragazzi
follemente innamorati, separati da un terribile incidente che
lascerà il giovane intrappolato in uno stano limbo a metà tra la
vita e la morte. I due troveranno un modo per entrare in
connessione e condividere ancora momenti memorabili insieme, al di
là della drammatica realtà.
È una storia di amore e di
perdita, nella quale alla fine i protagonisti sono costretti ad
imparare la lezione più dura di tutte: lasciare andare chi si
ama.
La Summit
Entertainment ha rilasciato tramite il sito
IF-Sentinel.com tre nuovi poster di
Ender’s Game, l’atteso film che vede
protagonisti Harrison
Ford e Asa
Butterfield ed è l’adattamento dell’omonimo romanzo
sci-fi di Orson Scott Card in arrivo il
1 Novembre negli USA. I
In un prossimo futuro, una forza
aliena ostile ha attaccato la Terra. Se non fosse per i leggendari
eroi resistenti della Flotta Internazionale del Comandante Mazer
Rackham (Ben Kingsley), tutto sarebbe perduto. In preparazione a un
prossimo attacco, il colonnello Hyrum Graff (Harrison Ford) e il
corpo militare internazionale stanno allenando le migliori giovani
menti per trovare il futuro successore di Mazer. Tutto fa pensare
che possa essere Ender Wiggin (Asa Butterfield), un ragazzo timido
ma brillante per intelligenza strategica, che viene arruolato per
aggiungersi all’elite dei combattenti.Basato sul pluripremiato
best-seller omonimo, Ender’s
Game uscirà il 1 novembre 2013 negli USA, e
comprende nel cast Abigail
Breslin, Asa
Butterfield, Hailee
Steinfeld, Harrison
Ford, Ben
Kingsley, Viola
Davis. Tutte le info utili nella nostra
Scheda: Ender’s Game.
Dopo la lunga
carrellata di commedie, horror e film-scandalo che di recente hanno
popolato il grande schermo, torna attesissimo il genere
fantascientifico. E in forma “ibrida”: sì perché con
Ender’s Game, nelle nostre sale dal 30
ottobre, la sci-fiction si intreccia con l’avventura e l’action
movie, per dare vita ad un mix che – diciamocelo – piace sempre un
po’ a tutti.
Lo sa bene la Summit Entertainment,
lo studio cinematografico indipendente che nel 2011 decise di
acquistare i diritti del film e della sua distribuzione, confidando
nelle origini letterarie del prodotto. Tratto infatti dall’omonimo
romanzo di successo pubblicato nel 1985 e firmato dall’americano
Orson Scott Card, Ender’s
Game ha inoltre potuto contare sul contributo dello
stesso scrittore, qui autore del soggetto nonché produttore. Per la
regia è stato scelto il sudafricano Gavin Hood,
che molti ricorderanno per Il suo nome è
Tsotsi (che nel 2005 gli valse l’Oscar come miglior
film straniero), ma anche per Rendition – Detenzione
illegale, presentato alla 2° edizione del Festival del
Cinema di Roma nel 2007.
Il risultato è uno
script, inutile negarlo, assolutamente accattivante, protagonista
un brillante 12enne che – in un futuro imprecisato – viene
addestrato per diventare il prossimo Capo militare della Terra,
prendendo così il posto dell’eroico Mazer Rackham (Ben
Kingsley), Comandante della Flotta Internazionale. Questo
anni prima era riuscito a sventare un terribile attacco degli
Scorpioni, alieni simili ad insetti che minacciavano di conquistare
la Terra: da allora, il Colonnello Hyrum Graff (Harrison
Ford) ha reclutato i migliori combattenti del pianeta,
preparandosi all’imminente ritorno del nemico.
Tra i giovani si distingue, appunto,
Ender Wiggin (interpretato da Asa Butterfield), un
ragazzo timido ma intelligente che viene inserito nella “Scuola di
Guerra”, dimostrandosi superiore ai compagni in classe come nella
“Battle Room”, un campo gioco privo di gravità dove gli allievi di
Graff mettono a frutto le loro abilità di combattenti.
C’e da dire che la Summit, oltre a
puntare su un genere di sicuro impatto, ha voluto un cast di
prim’ordine: accanto ai già citati Ford e Kingsley, troviamo
infatti un tris di donne nominate all’Oscar: la Viola
Davis nominata per The Help di
Tate Taylor, la prossima Giulietta cinematografica
Hailee Steinfel, che ha ricevuto la preziosa
nomination al suo esordio con i Fratelli Coen con
Il Grinta e la talentuosa Abgail
Breslin, bambina-rivelazione nel 2006 con
Little Miss Sunshine, anche lei nominata,
per quel delizioso ruolo, al suo debutto al cinema.
Senza contare il leitmotiv che guida
l’intera storia – ossia la ricerca della leadership, il tentativo
di essere un “vincente”, tema assai caro al mondo americano e
profondamente radicato nella sua cultura: e non stupisce, in fondo,
che l’opera di Card sia stata scelta in un’Università della
Virginia come libro di testo sulla psicologia della leadership.
Insomma, le carte che regia e
produzione si sono giocate per Ender’s Game
sono ottime, aspettiamo fiduciosi la prossima uscita del film nelle
sale, con la speranza che gli scivoloni retorici – per così dire,
“all’americana” – siano stati evitati il più possibile.
Ender’s
Game racconta di un futuro prossimo, in cui una razza
aliena ostile attacca la Terra, e solo l’eroismo del Comandante
della Flotta Internazionale Mazer Rackham evita la disfatta totale.
Nell’attesa di un nuovo attacco, lo stimatissimo Colonnello Graff
recluta i migliori ragazzi del pianeta per trovare il prossimo
Mazer. Ender Wiggin, un ragazzo timido ma brillantissimo, viene
convinto a lasciare la scuola tradizionale per entrare nella Scuola
di Guerra di Graff. Lì Ender apprende facilmente e con grande
rapidità le tattiche di guerra, vincendo ogni simulazione,
guadagnandosi il rispetto degli altri cadetti, e viene presto
promosso da Graff alla Scuola di Comando, dove sarà addestrato
dallo stesso Mazer.
Ender’s Game, il film
Ender’s
Game è l’adattamento del celebre ciclo di
Eder (best seller) di Orson Scott Card.
Partendo da questo spunto possiamo subito dire che l’operazione di
adattare questa saga è in parte riuscita e il motivo è presto
svelato. Innanzitutto la lungimiranza con la quale il team di
creatori ha deciso di accorpare i primi due capitoli in un unico
lungometraggio, il che ha permesso al film di costruire un’opera
con una narrazione più adatta è funzionale al linguaggio
cinematografico. Il risultato è un costrutto drammaturgico
impeccabile che scorre via, senza momenti deboli, fino all’epilogo.
Il racconto è cadenzato con i giusti tempi che permettono di
raccontare l’evoluzione e il percorso del protagonista Ender
Wiggin alla perfezione.
Ender’s
Game non è esente da piccoli difetti, come la scelta
di non rivelare i motivi che portano la scuola di guerra ad
addestrare ragazzi poco meno che adolescenti per una scontro che si
rivelerà essere spietato. Questi ed altri elementi rimangono
trascurati in un film che tutto sommato sia per messa in scena che
per regia rimane un’opera di ottima fattura. Una grossa mano al
regista Gavin Hood è stata data dal cast di tutto rispetto
che rende credibili i personaggi da loro interpretati. Su tutti
Harrison Ford, che nonostante gli anni rimane sempre un
grande spettacolo da ammirare al cinema. Ma non sono da meno
Ben Kingsley e la deliziosa Viola Devis. Il cast è poi impreziosito dalla
recitazione sincera dei due giovani protagonisti Asa Butterfield e Hailee Steinfeld che confermano qui tutto il loro
talento. Ultima nota positiva è invece la partitura del compositore
Steve Jablonsky, sempre a suo agio con il genere
fantascientifico e perfetto nel conferire epicità alle sequenze più
spettacolari del film.
Da quando Harry Potter è
arrivato sul grande schermo sono numerosi i film e le saghe per
ragazzi che si sono susseguite, con più o meno fortuna, apportando
sempre qualcosa di nuovo ad un panorama sempre più florido. In
questo filone si inserisce anche Ender’s
Game, diretto dal regista Gavin
Hood nel 2013 e basato sul romanzo Il gioco di
Ender, scritto nel 1985 da OrsonScott Card. Di genere fantascientifico, il film si
concentra su un giovane protagonista intento ad addestrarsi per
diventare una letale macchina da guerra in uno scontro tra specie
diverse.
Dal romanzo di Card è in seguito
nato un fortunato ciclo letterario, noto come Ciclo di Ender,
attraverso cui si esplorano diversi punti di vista e storie del
grande universo narrativo ideato dallo scrittore. Divenuto un
romanzo fondamentale per i ragazzi, Il gioco di Ender gode
da sempre di grande popolarità, cosa che lo ha infine portato ad
entrare nelle attenzioni degli studios cinematografici. Per anni,
tuttavia, Card si è opposto ad una trasposizione del suo libro,
salvo poi occuparsi personalmente della realizzazione di ciò.
Con l’acquisizione dei diritti sul
romanzo, Ender’s Game può finalmente prendere forma,
arrivando infine in sala nell’autunno del 2013. Qui il film si è
affermato come un discreto successo, guadagnando circa 125 milioni
di dollari a fronte di un budget di 110. Con un risultato non
entusiasmante di questo tipo, il futuro della saga è ancora
incerto, anche se i fan di questa hanno più volte chiesto a gran
voce di poter vedere nuovi film dedicati al Ciclo. Proseguendo qui
nella lettura sarà intanto possibile scoprire le principali
curiosità legate al primo film, dalla trama al cast di attori.
Ender’s Game: la trama del
film
La storia del film, ambientata in un
prossimo apocalittico futuro, vede la Terra attaccata da una razza
aliena ostile, i Formics, la quale ha ucciso in breve tempo milioni
di persone. Se non fosse per le gesta eroiche del Gran Mazer di
nome Rackham, il quale si sacrificò distruggendo
l’astronave madre degli alieni, tutto sarebbe stato perduto già da
molto tempo. Cinquant’anni dopo tale vittoria, l’umanità si prepara
ad un eventuale contrattacco nemico, e per essere sicura di avere
possibilità di sopravvivenza addestra una serie di bambini dotati
all’arte della guerra. Formare un nuovo esercito è infatti quanto
mai indispensabile.
Ad occuparsi della cosa è il
colonello Hyrum Graff, il quale nel reclutare i
vari ragazzi spera di trovare il nuovo Mazer Rackham. Attraverso
una dura selezione, composta da vari livelli e prove, egli ricerca
infatti i migliori talenti per assicurare la vittoria del proprio
pianeta. Ad eccellere sopra tutti è il giovane Ender
Wiggins, il quale manifesta un insuperabile connubio tra
intelligenza, empatia, e doti strategiche. Individuato per le sue
doti, egli viene nominato capitano della sua squadra, e avrà a
disposizione un tempo limitato per assicurarsi che tutto sia pronto
in vista della battaglia. Nel momento in cui questa si presenta,
però, non è affatto come Enders se l’aspettava.
Ender’s Game: il cast del
film
Per dare vita al film, sono stati
coinvolti alcuni tra i maggio interpreti di Hollywood, come anche
delle giovani promesse della recitazione. Ad interpretare Ender, il
giovane protagonista, è l’attore Asa
Butterfield, divenuto celebre grazie al film Hugo
Cabret e oggi impegnato nella serie NetflixSex
Education. Per prepararsi al ruolo, egli dovette allenarsi
in diverse discipline di combattimento, come anche partecipare ad
un addestramento per astronauti, dove si è dovuto misurare con
prove a gravità zero. Accanto a lui, nel ruolo della sorella minore
Valentine, vi è l’attrice Abigail
Breslin, diventata celebre per il film Little Miss
Sunshine. Hailee
Steinfeld, invece, è Petra Arkanian, un altro cadetto
che si unirà a Ender nel suo addestramento.
Nel film sono poi presenti attori
premi Oscar del calibro diViola
Davis nei panni della psicologa Gwen Anderson, e
Ben
Kingsley in quelli del leggendario capitano Mazer
Rackham. Per dar vita a questo, l’attore si è dovuto
quotidianamente sottoporre a diverse ore di trucco per farsi
applicare sul viso i tatuaggi tipici della tradizione Tā moko.
Infine, nel ruolo del colonnello Hyrum Graff, mentore di Ender, vi
è Harrison
Ford. L’attore, che si è dichiarato particolarmente
entusiasta di partecipare ad una storia di questo genere, ha
descritto il suo personaggio come un misto di ombra e luce, essendo
egli tanto una figura paterna quanto un controverso manipolatore.
La sua interpretazione è stata poi particolarmente apprezzata, e
gli ha fatto guadagnare una nomination come non protagonista ai
Saturn Award.
Ender’s Game: il sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Considerato l’ampio universo
narrativo ideato da Card, era lecito aspettarsi la formazione di
una vera e propria saga cinematografica relativa al Ciclo di Ender.
I piani dei produttori erano infatti quelli di dar subito vita ad
un secondo film. Il romanzo da cui trarre spunto per questo sarebbe
dovuto essere Speaker for the Dead, secondo libro del
Ciclo. Tuttavia, dato il non entusiasmante risultato al box office
il progetto si trova momentaneamente in stand-by. Con l’uscita nel
2017 del nuovo romanzo Children of the Fleet, si pensò che
adattare questo potesse risultare di maggior attrattiva per gli
spettatori. Tuttavia, ad oggi, non vi sono ancora notizie
ufficiali, se non che la saga potrebbe in realtà proseguire sotto
forma di serie televisiva.
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Ender’s Game è infatti
disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì
11 aprile alle ore 21:40 sul canale
Nove.
Il film Ender’s
Game (qui
la recensione) è uscito all’apice della moda della fantascienza
distopica per giovani adulti, in mezzo a titoli come Hunger Games e Maze Runner, ma ha un finale molto più cupo di altri
film di fantascienza. Ambientato in un
futuro in cui gli esseri umani si stanno preparando per un attacco
da parte della razza aliena nota come Formic, il
film del 2013 è incentrato sul talentuoso studente dell’accademia
militare Andrew “Ender” Wiggins (Asa
Butterfield) che diventa parte di una più ampia guerra
intergalattica. Basato sull’omonimo romanzo di culto di
Orson Scott Card, è anche una storia di crescita,
in quanto analizza l’evoluzione di Ender da bambino dotato a
potenziale salvatore del pianeta.
Come il romanzo, anche
Ender’s Game si conclude con uno scioccante colpo
di scena. Ma per entrare nello specifico del finale, gli spettatori
devono rivedere la storia fantascientifica che il film stabilisce
all’inizio. I Formic sono diventati il principale nemico della
Terra dopo averla invasa, uccidendo milioni di persone. Tuttavia,
quando il capitano Mazer Rackham (Ben
Kingsley) si sacrificò facendo schiantare la sua nave
contro il mondo dei Formic, la pace fu ristabilita sulla Terra.
Tuttavia, anche allora gli umani si prepararono a un contrattacco,
reclutando giovani cadetti spaziali come Ender.
Come fa Ender a distruggere
accidentalmente i Formic?
Nel corso di Ender’s
Game, Ender non viene quasi mai coinvolto in un vero e
proprio combattimento. Invece, lui e i suoi giovani compagni
vengono addestrati a combattere i Formic attraverso elaborati
programmi di simulazione ultra-realistici. Anche se è sottoposto
agli stessi esercizi di addestramento degli altri studenti
dell’accademia, i superiori in Ender vedono un potenziale speciale
fin dall’inizio, come si evince dal trattamento riservatogli dal
colonnello Hyrum Graff (Harrison
Ford). Graff e altri comandanti della flotta
supervisionano quella che Enders ritiene essere la sua prova
finale. Questo gli impone di conquistare il mondo dei Formic, anche
se i Formic sono più numerosi.
Sempre attento alla strategia
piuttosto che alle emozioni, Ender esorta allora i membri della sua
flotta a sacrificarsi, purché il dispositivo MD (Molecular
Detachment) possa esplodere sul pianeta Formic. Alla fine di
Ender’s Game, Ender riesce a portare a termine la
sua missione e a spazzare via la razza dei Formic, ma scopre che i
comandanti lo hanno manipolato facendogli credere che tutto questo
fosse una simulazione. Lo sterminio dei Formic è invece avvenuto
davvero in tempo reale. Il tradimento che Ender, stordito, si trova
ad affrontare è il segnale della perdita dell’innocenza nella sua
vita di adolescente. Per quanto Ender fosse idealista, non ha mai
avuto l’intenzione di diventare un assassino di pianeti.
Può Ender salvare la società dei
Formic?
Pieno di sensi di colpa, Ender rende
evidente il suo disappunto nei confronti dei suoi superiori. Quando
alla fine viene abbattuto con dei tranquillanti, riesce a
comunicare con la Regina Formica attraverso un sistema di mente
alveare. In realtà, come suggerisce il romanzo originale, i Formic
hanno invaso la Terra solo perché ritenevano che un pianeta senza
una mentalità alveare non avrebbe avuto specie senzienti. Anche se
le azioni di Ender uccidono i Formics, la loro regina riesce a
comunicare mentalmente con Ender nei suoi ultimi momenti. Sebbene
inizialmente voglia ucciderlo, il senso di colpa di Ender le fa
cambiare idea.
Invece, la regina guida Ender verso
una struttura formica abbandonata dove si trova un uovo che lei
stava proteggendo. È da questo momento che Ender scopre le sue
nuove responsabilità. Ora che la guerra tra i Formic e gli umani è
terminata, Ender viene promosso ad ammiraglio, gli viene concessa
una nuova nave e gli viene data piena libertà di fare ciò che
vuole. Ender sfrutta perfettamente la sua libertà per avventurarsi
nello spazio profondo con l’intenzione di fondare una nuova colonia
che darà essenzialmente il via alla rinascita della specie. In
questo senso, il finale di Ender’s Game si rivela
ironico e allo stesso tempo offre al suo protagonista una certa
redenzione.
Ender è un personaggio più cupo nel
romanzo, almeno fino al suo finale. Le prepotenze che subisce da
parte di Peter e di altri, insieme al suo atteggiamento generale
volto a conquistare le persone, mettono a dura prova il suo
carattere. Quando compie 11 anni, Ender ha già ucciso i bulli Bonzo
e Stilson. Questa sconvolgente perdita di innocenza lo trasforma
quasi in un antieroe, prima che la battaglia finale gli faccia
cambiare idea. Ritraendo Ender come un personaggio compassionevole
fin dall’inizio, invece, il film minimizza l’impatto del finale.
Ender prova rimorso, ma non è in contrasto con la sua personalità
come nel libro.
Per coloro che hanno letto il
romanzo del 1985, il finale del film di Ender’s
Game potrebbe quindi risultare attenuato e asettico.
Tuttavia, la conclusione è più carica di emozioni e più cupa di
altri film di fantascienza per ragazzi dell’epoca. Il fatto che
l’ultima missione di Ender non fosse una simulazione potrebbe
addirittura scioccare gli spettatori che non conoscono il materiale
di partenza. È interessante notare che questo colpo di scena finale
è anticipato dalla locandina di Ender’s Game, che riporta il testo
“Questo non è un gioco”. Questo slogan riassume
perfettamente l’arco narrativo di Ender nel film, che si era
dilettato in giochi simulati per poi affrontare la realtà in modo
inaspettato.
Da questo punto di vista, il film
attraverso il genere della fantascienza distopica si pone quindi
anche come monito nei confronti di quella che è una vera e propria
anestetizzazione nei confronti della guerra e dei suoi orrori.
L’addestramento a cui Ender si sottopone ricorda infatti quello dei
piloti di droni, i quali uccidono senza essere sul luogo e
avvertono quindi una certa sconnessione nei confronti di quello che
stanno facendo, quasi con l’idea di giocare ad un videogioco che
però ha effetti nella realtà. Da questo punto di vista,
Ender’s Game richiama dunque alla
responsabilità nei confronti delle proprie azioni e a distinguere
tra ciò che è un gioco e ciò che non lo è affatto.